San Giovanni Battista (Caravaggio): differenze tra le versioni
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'''''San Giovanni Battista''''' (talvolta chiamato '''''San Giovanni nel deserto''''') era un soggetto molto frequente nella pittura di [[Michelangelo Merisi da Caravaggio]] (1571–1610), il quale realizzò almeno otto dipinti con questo tema.
La storia di
Oltre a queste opere raffiguranti Giovanni da solo, datate prevalentemente nei primi anni dell'artista, Caravaggio dipinse tre grandi scene di carattere narrativo sulla morte di Giovanni - la grande ''[[Decollazione di San Giovanni Battista (Caravaggio)|Decollazione]]'' di Malta, e due scure opere raffiguranti Salomè che mantiene la sua testa, [[Salomè con la testa del Battista (Caravaggio Madrid)|una a Madrid]], e [[Salomè con la testa del Battista (Caravaggio Londra)|una a Londra]].
== San Giovanni Battista,
{{Opera d'arte
| immagine= Caravaggio-Baptist-Toledo.jpg
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| ubicazione=Museo Tesoro Catedralicio
}}
[[File:Caravaggio-Sacrifice-I-deta.jpg|thumb|
L'attribuzione di questo dipinto a Caravaggio è discussa, dato che l'opera viene spesso assegnata a [[Bartolomeo Cavarozzi]], un giovane allievo. È conservata nella collezione del Museo Tesoro Catedralicio a [[Toledo]] ([[Spagna]]), e John Gash (vedi fonti successive) ipotizza che potrebbe essere stata una delle opere eseguite da Caravaggio per il priore dell'Ospedale della Consolazione, come ci riferisce Mancini, uno dei primi biografi dell'artista.<br />Stando al Mancini il priore "successivamente li portò con sé in patria"; sfortunatamente, una versione del manoscritto di Mancini afferma che la patria del priore era Siviglia, mentre altri parlano della Sicilia. I documenti riferiscono che nell'ospedale c'era un priore spagnolo sin dal 1593, il quale non avrebbe lasciato il luogo prima del giugno 1595. Gash menziona il giudizio dello studioso A.E. Perez Sanchez che vede nella figura del santo una grande affinità con lo stile del Cavarozzi, seppure il resto del dipinto non ne rispecchi affatto, "e l'estrema alta qualità di certi passaggi, specialmente i rami d'uva splendidamente dipinti... è molto più una caratteristica di Caravaggio." Gash indica anche il delicato [[chiaroscuro]] e il leggero trattamento dei contorni e delle sembianze, e le simili sembianze stilistiche nelle opere giovanili di Caravaggio, come il ''[[Concerto (Caravaggio)|Concerto]]'' e ''[[San Francesco in estasi (Caravaggio)|San Francesco in estasi]]''. Se questo e altri dipinti di Caravaggio erano davvero a Siviglia in quegli anni avrebbero senza dubbio influenzato [[Diego Velázquez|Velázquez]] nelle sue opere giovanili. In ogni modo, gli argomenti a favore di Cavarozzi sono forti, e lo stesso artista è conosciuto per aver trascorso alcuni anni in Spagna, dal 1617 a al 1619.<ref>Gash, ''Caravaggio'', p. 44.</ref>
[[Peter Robb]], considerando il dipinto di Caravaggio, lo data intorno al 1598, nel periodo in cui l'artista faceva parte della famiglia del suo primo protettore, il Cardinale [[Francesco Maria Del Monte]]. Robb fa notare che il Battista è evidentemente lo stesso ragazzo che fece da modello per [[Isacco]] nel ''[[Sacrificio di Isacco (Caravaggio)|Sacrificio di Isacco]]'', che potrebbe datarsi intorno a quello stesso periodo. Sfortunatamente questo ''Sacrificio di Isacco'' è ancora oggetto di discussione, e quindi il problema dell'attribuzione non è ancora risolto. La figura di Giovanni si staglia su uno sfondo di verdi viti e steli spinosi, seduta su un mantello rosso, reggendo una croce di esili canne e osservando un agnello, seduto ai suoi piedi. Il manto rosso è un elemento comune nelle opere di Caravaggio, avente molti precedenti nell'arte rinascimentale.<ref>Robb, ''M''.</ref>
Il ''Giovanni Battista'' riporta molte delle caratteristiche che si riscontrano nelle altre opere di Caravaggio a partire da questo periodo. Le foglie dietro la figura, e le piante e il suolo intorno ai suoi piedi, sono dipinti con accurato, quasi fotografico, senso del dettaglio, come si vede nella contemporanea natura morta ''[[Canestra di frutta]]'', mentre il melanconico autoassorbimento del Battista crea un'atmosfera di introspezione. Le foglie di vite vogliono significare che dall'uva che è stata schiacciata è nato il vino dell'[[Ultima cena]], mentre le spine riportano alla mente la [[Corona di spine]], e l'agnello è un ricordo del Sacrificio di Cristo.
La scelta di Caravaggio di dipingere Giovanni Battista come un giovane era piuttosto insolita per l'epoca - il santo, infatti, fino ad allora, era rappresentato come un fanciullo, insieme a Gesù bambino e talvolta accompagnato dalla madre di Gesù; altre volte come un adulto, nell'atto di battezzare Gesù. Tuttavia non è assolutamente senza precedenti. [[Leonardo da Vinci|Leonardo]] ha dipinto un Battista giovane ed enigmatico con un dito rivolto in alto (al Cielo?) e l'altra mano volta a indicare il proprio petto, mentre [[Andrea del Sarto]] lasciò un Battista che ha quasi del tutto preannunciato quello di Caravaggio. Sia Leonardo che Del Sarto hanno creato dalla figura di Giovanni qualcosa che accenna a un significato interamente personale, non accessibile allo spettatore, e Caravaggio non è da meno a questa scelta.
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== Giovanni Battista (Giovane con
{{vedi anche|San Giovanni Battista (Caravaggio Capitolino-Pamphilj)}}
{{Opera d'arte
| immagine=Michelangelo_Merisi_da_Caravaggio,_Saint_John_the_Baptist_(Youth_with_a_Ram)_(c._1602,_Yorck_Project).jpg
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| altezza=129
| larghezza=94
| città= [[Roma]]
| ubicazione=
}}
[[File:Michelangelo Caravaggio 003.jpg|thumb|
Conosciuto anche come '''''Giovane con un montone''''', questo dipinto esiste in due versioni quasi identiche, entrambe ritenute dell'artista. Entrambe le versioni sono a [[Roma]], una ai [[Musei Capitolini]] e l'altra nella [[Galleria Doria Pamphilj]].
Nel [[1602]] il [[Cupido]] di Caravaggio (conosciuto oggi come ''[[Amor vincit omnia (Caravaggio)|Amor Vincit Omnia]]''), eseguito per il banchiere e protettore delle arti [[Vincenzo Giustiniani (marchese)|Vincenzo Giustiniani]], impressionò il raffinato circolo dei ricchi imprenditori romani. Nello stesso anno [[Ciriaco Mattei]], un altro banchiere, il cui fratello [[Asdrubale Mattei|Asdrubale]] aveva aiutato Caravaggio prima del suo successo, commissionò un dipinto raffigurante Giovanni Battista per celebrare l'onomastico del suo figlio maggiore.
Era in precedenza parte della [[collezione Mattei]], famiglia che commissionò diverse opere all'artista.
Il [[San Giovanni Battista|S.Giovannino]] è ritratto mentre abbraccia un ariete, forse rappresentante il sacrificio di [[Gesù|Cristo]], giacché le corna di esso venivano viste come un disegno "astratto" della croce (ma abitualmente è sostituito dall'agnello). L'ariete veniva inoltre associato alla figura di [[Isacco]] nelle pitture delle [[catacomba|catacombe]] paleocristiane; l'identificazione con Isacco è una recente via di attribuzione dell'opera: alcuni particolari sarebbero in tal senso rivelatori, quali l'espressione sollevata del giovane, nudo in quanto pronto per il sacrificio, il suo abbracciare l'ariete, ulteriore identificazione con la vittima sacrificale, il poggiare di entrambi i soggetti su una catasta di legna (la pira sacrificale), e insieme l'assenza degli attributi tipici del Battista, in primis la croce.
Grandi polemiche hanno recentemente dibattuto sull'identità del soggetto, che invece del San Giovannino sarebbe "un monello pagano non toccato dal sentimento religioso". In realtà, il sorriso del Santo rimanderebbe allo spirito di "Cristiana Letizia" che ispirava gli Oriatoriani, seguaci di [[San Filippo Neri]] (a cui i committenti [[Mattei (famiglia)|Mattei]] erano vicini); non sarebbe difficile vedere nel Santo-ragazzino uno dei fanciulli che frequentavano l'oratorio.
Inoltre, il Santo siede su una tunica rossa ed una pelle di cammello, simboli di Cristo la prima, del Battista la seconda; se si aggiunge ad esse la posa del santo, che abbraccia fraternamente l'ariete, si può intendere che Caravaggio volesse sottolineare l'importanza del Battista, precursore e quasi fratello (più che cugino) del Cristo.
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La posa, poi, rimanda ai tanti ignudi dipinti da [[Michelangelo]] sulla volta della [[Cappella Sistina]], di cui Caravaggio fu sempre un grande ammiratore.
Per contro l'atmosfera disincantata più che le solitudini della Giudea, luogo di predicazione del Santo, richiama l'atmosfera disincantata dell'Arcadia e dei
La [[Galleria Doria Pamphilj]] di Roma conserva due copie di quest'opera: una attribuita al Caravaggio stesso, e l'altra ad autore ignoto.
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== Giovanni Battista, <small>Kansas City</small> ==
{{Opera d'arte
| immagine=Michelangelo Merisi, called Caravaggio - Saint John the Baptist in the Wilderness - Google Art Project.jpg
| grandezza immagine=290px
| titolo=San Giovanni Battista
| artista=[[Michelangelo Merisi da Caravaggio]]
| data = 1604 c.
| opera = dipinto
| tecnica = Olio su tela
| altezza=173
| larghezza=133
| città=Kansas City
| ubicazione=[[Museo Nelson-Atkins]]
}}
Il Battista del Caravaggio è impenetrabilmente privato. Il dipinto era stato commissionato nel 1604 dal banchiere genovese Ottavio Costa, in affari con Vincenzo Giustiniani,<ref>{{cita libro|autore=Peter Robb|titolo=M. L'enigma Caravaggio|url=https://archive.org/details/iosonomiofratell0000pana|anno=2021|isbn=978 88 04 72593 0|p=[https://archive.org/details/iosonomiofratell0000pana/page/299 299]}}</ref> e per il quale il pittore aveva già eseguito ''[[Giuditta e Oloferne (Caravaggio)|Giuditta e Oloferne]]'' e ''[[Marta e Maria Maddalena]]''. Costa voleva che fungesse da pala d'altare per un piccolo oratorio nel feudo Conscente di proprietà di Costa (un villaggio nei pressi di Albenga, sulla [[Riviera ligure]]), ma gli piacque al punto da spedire una copia all'oratorio e conservare l'originale nella sua collezione. È oggi conservato nel [[Museo Nelson-Atkins]] di [[Kansas City (Missouri)|Kansas City]].
Il biografo di Caravaggio [[Peter Robb]] ha sottolineato come questa versione sembra quasi un'immagine speculare del suo primo San Giovanni Battista, con tutti i simboli del santo in posizione opposta: la splendida luce del mattino che avvolgeva il dipinto giovanile è diventata qui aspra e quasi lunare nei suoi contrasti e le foglie di un verde vivido sono diventate di un bruno secco. Non c'è nulla per quanto riguarda i simboli che possa permettere di identificare questo giovane come una figura religiosa, né aureola, né agnello, né mantello di pelli animali, se non una croce di esili canne.
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== Giovanni Battista<small> Galleria Nazionale d'Arte Antica, Roma</small> ==
{{Opera d'arte
| immagine=Michelangelo Merisi da Caravaggio - St John the Baptist - WGA04154.jpg
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| ubicazione=Galleria nazionale d'arte antica
}}
La presente tela è una delle due che raffigurano ''San Giovanni Battista'' dipinte dal Caravaggio intorno al 1604 (o al 1605). È collocata nella [[Galleria nazionale d'arte antica
Caravaggio non è stato il primo artista ad aver
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== San Giovanni Battista alla sorgente<small> Collezione privata, Malta</small> ==
{{vedi anche|Giovanni Battista alla sorgente}}
{{Opera d'arte
| immagine=Michelangelo Merisi da Caravaggio - St John the Baptist at the Well - WGA04201.jpg
| grandezza immagine=290px
| titolo=San Giovanni Battista alla sorgente
| artista=[[Michelangelo Merisi da Caravaggio]]
| data = 1608 c.
| opera = dipinto
| tecnica = Olio su tela
| altezza=100
| larghezza=73
| città=Malta
| ubicazione=Collezione privata
}}
Il ''San Giovanni Battista alla sorgente'', in una collezione privata a Malta, non è facilmente accessibile per cui solo pochi studiosi sono stati capaci di esaminarlo. John Gash lo attribuisce a Caravaggio, sottolineando la somiglianza nell'esecuzione della carne con l{{'}}''[[Amorino dormiente]]'', riconosciuto di mano dell'artista e datato nel suo periodo a Malta. Il dipinto è stato seriamente danneggiato, soprattutto nel paesaggio. L'opera è stata replicata in altre due versioni, leggermente differenti.
Il tema del Battista da giovane che si china a bere a una sorgente riflette la tradizione evangelica secondo cui il Battista beveva solo acqua durante il suo periodo di solitudine nel deserto. Il dipinto mostra l'estremo [[chiaroscuro]] tipicamente caravaggesco (uso di luce e ombra), ed anche la sua tipica consuetudine di ritrarre Giovanni Battista da piccolo, questa volta posto in un paesaggio scuro contro un minaccioso scorcio di cielo luminoso.
{{clear}}
== San Giovanni Battista (Caravaggio Borghese) ==
{{vedi anche|San Giovanni Battista (Caravaggio Borghese)}}
== San Giovanni Battista disteso ==
{{Opera d'arte
| immagine= Caravaggio_SanGiovanni.JPG
| grandezza immagine=
| titolo= San Giovanni Battista disteso
| artista=[[Michelangelo Merisi da Caravaggio]]
| data = 1610
| opera = dipinto
| tecnica = [[Pittura a olio|Olio]] su [[Pittura su tela|tela]]
| altezza=106
| larghezza=180
| città= [[Monaco di Baviera]]
| ubicazione= collezione privata
}}
{{vedi anche|San Giovanni Battista disteso}}
Il '''''San Giovanni battista disteso''''' (o ''sdraiato'') è un [[dipinto a olio]] di [[Michelangelo Merisi da Caravaggio]], realizzato nel 1610 e attualmente conservato in una collezione privata a [[Monaco di Baviera]]. Questa tela è una delle sette versioni che il pittore lombardo ha dedicato al tema di "San Giovannino", ossia [[Giovanni Battista]] ritratto da bambino o appena adolescente.
{{clear}}
== San Giovanni Battista che nutre l'agnello (collezione privata, Roma) ==
{{Opera d'arte
| immagine= San Giovanni Battista che nutre l'agnello.jpg
| grandezza immagine=
| titolo= San Giovanni Battista che nutre l'agnello
| artista=[[Michelangelo Merisi da Caravaggio]] (?) o lo [[Spadarino]]
| data = 1609-1610 circa
| opera = dipinto
| tecnica = [[Pittura a olio|Olio]] su [[Pittura su tela|tela]]
| altezza=78
| larghezza=122
| città= Roma
| ubicazione= collezione privata
}}
Per il dipinto è stato avviato il procedimento di vincolo dal 2012 dalla Soprintendenza di [[Roma]], con attribuzione all'artista<ref>Comunicazione di avvio del procedimento, a firma della Soprintendente Rossella Vodret, del 2.5.2012</ref> , che tuttavia, a causa della controversa attribuzione, non è mai giunto a dichiarare l'opera d'interesse culturale.
Il 6 settembre 1951, una società di trasporti di Roma lo presentò all'Ufficio esportazione di Roma come ''San Giovanni Battista con croce di canna ed agnello''<ref>“Verbale per esercitare il diritto di prelazione sul quadro oggetto della dichiarazione n. 47 del 7 settembre 1951”, a firma Giorgio Castelfranco, Federico Zeri, Corrado Maltese.</ref>, senza un autore certo, e ne dichiarò il valore in 30.000 lire. La commissione, presieduta dal soprintendente Giorgio Castelfranco, capo dell'Ufficio, e composta dai funzionari [[Corrado Maltese]] e [[Federico Zeri]], decise di esaminare l'opera l'indomani, «data l'evidente importanza e il basso valore dichiarato». L'esito fu il diniego del permesso di esportazione e la proposta allo Stato di acquistarla, giacché la commissione era giunta alla conclusione che si trattasse di un' «opera d'alto pregio, da attribuirsi a Michelangelo da [[Caravaggio]] nella sua piena maturità»<ref>Nel 1951 Federico Zeri attribuiva il ''San Giovanni Battista e l'agnello'' oggetto del parere della commissione di cui faceva parte al Caravaggio del periodo napoletano, ed escludeva in modo tassativo che si trattasse di una copia (Federico Zeri - Roberto Longhi, ''Lettere 1946-1965'', a cura di Mauro Natale, Silvana editoriale 2021, pagine 360-363). [https://catalogo.fondazionezeri.unibo.it/scheda/opera/50257/Galli%20Giovanni%20Antonio%20%28Spadarino%29%2C%20San%20Giovanni%20Battista Dalla scheda relativa al quadro contenuta nella sua fototeca risulta che successivamente Zevi mutò d'avviso e attribuì l'opera allo Spadarino.] [https://catalogo.fondazionezeri.unibo.it/scheda/opera/50276/Galli%20Giovanni%20Antonio%20%28Spadarino%29%2C%20Narciso%20alla%20fonte Allo Spadarino la Fototeca Zeri attribuisce anche il ''Narciso alla fonte''].</ref>.
Pochi mesi prima, a Milano, si era svolta la celebre mostra curata da [[Roberto Longhi (storico dell'arte)|Roberto Longhi]] su Caravaggio). Il ''San Giovanni e l'agnello'' fu quindi depostato alla Galleria Nazionale d'Arte antica di Roma, a [[Palazzo Corsini (Roma)|Palazzo Corsini]], dove restò esposto fino al 1958, senza tuttavia essere mai restaurato. Lo spedizioniere agiva per conto del gallerista romano Franco Russo, il quale era intenzionato a vendere l'opera come di un ignoto caravaggesco a un'asta di New York. Russo impugnò in via giudiziaria il procedimento di prelazione, e rivendicò la propria buona fede: «Se avesse mai pensato che il quadro fosse stato attribuibile al maestro, non avrebbe mai cercato di esportarlo». Il tribunale diede ragione al gallerista, e ordinò che gli si restituisse la tela.
Dal 1958 e fino a pochissimi anni fa, nessuno la vide più. Quindi molti ne hanno scritto, ma senza averla potuta studiare direttamente, dal vivo. Infatti, «nel 1960, nonno improvvisamente se ne va; non ha nemmeno potuto raccontarci qualcosa del quadro», dice Fabrizio Russo. E per vari motivi, il ''San Giovanni Battista e l'agnello'' restò in cassaforte. Nel 1979 Benedict Nicolson pubblicò una foto del quadro, presentandolo come «Ignoto caravaggesco romano». Nel 1986, sempre senza vedere il quadro, Giovanni Papi lo attribuì a Giovanni Antonio Galli detto lo [[Spadarino]]. Nel 2003 ribadì questa attribuzione nella sua monografia sull'artista. Nel 1997, per Jean-Pierre Cuzin tornò ad essere di un "anonimo seguace del Merisi". Confermando il giudizio nel 2003 (sempre senza aver visto la tela), Papi lo accostò all{{'}}''Angelo custode'' della [[Chiesa di San Rufo (Rieti)|chiesa di San Rufo]] a Rieti, per «l'anatomia del nudo e il cromatismo caldo», e al ''Narciso alla fonte'' della [[Galleria Nazionale d'Arte Antica]], tuttora esposto e assegnato a Caravaggio (come, del resto, riteneva Longhi e credono numerosi altri).
L'opera comparve finalmente in una mostra nel 1998, per i cent'anni dalla fondazione della Galleria Russo. Cominciarono gli accertamenti, venendo pulito da Marcello Lanci «che lo trovò già foderato, parzialmente pulito, “anche se in maniera maldestra”, con stuccature “goffamente ridipinte” e notevoli sollevamenti della pellicola pittorica, tanto da richiedere una nuova foderatura, effettuata dopo la pulitura». Nel 2010, la tela fu nuovamente pulita da Bruno Arciprete, esperto restauratore di Caravaggio (suoi gli interventi sulla ''Flagellazione'', Napoli, Capodimonte e sulle ''Sette opere della Misericordia'', Napoli, Pio Monte della Misericordia), «che mise in luce le piante sul fondo, prima totalmente occultate. Le piante apparse sulla parte sinistra del dipinto, appena accennate, ricordano quelle del ''San Francesco in preghiera'' della [[Pinacoteca Civica di Cremona]], o quelle sulla parte destra del ''San Giovanni'' della Galleria Corsini di Roma». «La presenza di alcune incisioni quasi sicuramente eseguite in tempi diversi, a causa della maggiore o minore profondità, riporta a quelle della ''Madonna dei Palafrenieri'', Roma, Galleria Borghese». I due restauratori osservano ancora che «la postura del ''San Giovannino'' ricorda, almeno in parte, quella del ''San Gerolamo'' di Malta, a La Valletta, cattedrale di san Giovanni dei Cavalieri, dipinto intorno al 1608».
Per [[Maurizio Calvesi (storico dell'arte)|Maurizio Calvesi]], «i numerosi “pentimenti” rivelati dal recente restauro e dalle analisi radiografiche escludono che il ''San Giovannino'' tornato alla luce possa essere una copia», e altri dati «documentari e tecnici (come le abituali “incisioni”), nonché alcune caratteristiche di esecuzione sembrano confermare che questo originale spetti al Caravaggio»; nota «isolato in alto a sinistra il simbolico (della Resurrezione ''NdA'') tasso barbasso già noto agli iconologi del Caravaggio, al pari di altri simboli analogamente isolati in alto come l'uccellino in gabbia del secondo ''Suonatore di liuto''».
Ma i dati forse più interessanti provengono dalle indagini diagnostiche e da una rivelazione. I primi, eseguiti dall'ingegner Claudio Falcucci, dell'Università ''[[Sapienza - Università di Roma|La Sapienza]]'' di Roma, che ha al suo attivo l'esame di 30 opere del Merisi e ha indagato «questo quadro tre volte, l'ultima nel 2011»: la stesura delle pennellate lo accomuna a «molte opere caravaggesche, quali la ''Giuditta'' di Palazzo Barberini, il ''San Giovannino'' della [[Galleria nazionale d'arte antica di palazzo Corsini|Galleria Corsini]], la ''[[Madonna dei Pellegrini]]'' di Sant'Agostino, la ''Flagellazione'' di Capodimonte, e il ''San Girolamo'' (La Valletta, S. Giovanni)»; e aggiunge: «Non c'è un disegno, ed è abbastanza solito in Caravaggio; ci sono invece quelle incisioni nella tela abituali per lui. Vari pentimenti e correzioni: non è una copia. Tipici i profili a risparmio: zone non dipinte, in cui l'artista sfrutta la preparazione della tela. Tante le compatibilità e analogie: per come è dipinta, una gamba è analoga al quadro Corsini; anche certe incisioni li accomunano». Tra i pentimenti, uno in particolare attira la sua attenzione: «Sul torace, una fascia scura in radiografia, chiara all'infrarosso, che verso il basso assume la forma di una striscia della pelliccia poi ricoperta; è possibile che la pelle animale rivestisse dunque maggiormente la figura del santo, fino a sormontarne la spalla destra, in modo simile al ''San Giovannino'' di Kansas City».
Infine, l'importante scoperta documentale, che è di Sergio Guarino : «Nell'inventario del 1681 dei beni del cardinale [[Giacomo Filippo Nini]], conservati a [[Palazzo Lanci al Corso]], a Roma, e reso noto da Daniela Simone, compare un “''S. Gio. Battista tela grande, che colla destra porge l'herba all'agnello vestito di pelliccia, e manto rosso mano del Caravaggio corn.e liscia dor.a''”<ref>cfr. Getty Provenance Index, inventario I – 5042, item 0126</ref>, una descrizione che sembra coincidere pienamente con il quadro qui in esame».
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== Note ==
{{
== Voci correlate ==
* [[Giovanni Battista nelle arti]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto
{{Michelangelo Merisi}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|pittura}}
[[Categoria:Dipinti su san Giovanni Battista]]
[[Categoria:Dipinti di Caravaggio]]
[[Categoria:Dipinti a Toledo]]
[[Categoria:Dipinti nei Musei Capitolini]]
[[Categoria:Dipinti nella Galleria nazionale d'arte antica]]
[[Categoria:Dipinti nella Galleria Borghese]]
[[Categoria:Collezione Mattei]]
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