Palazzo Grassi: differenze tra le versioni

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{{nota disambigua|il ''Palazzo di Pisa''|[[Palazzo Grassi (Pisa)]]}}
{{NN|architettura|ottobre 2022}}
{{F|palazzi|luglio 2010|c'è solo il sito del restauro: troppo poco}}
{{Coord|45.433688|12.327814|scale:2000|format=dms|display=title}}
{{Museo
|Località = [[Venezia]]
|NomeMuseo= Palazzo Grassi
|Latitudine = 45.433688
|Indirizzo= Campo San Samuele, 3231, [[Venezia]]
|Longitudine = 12.327814
|Tipologia= Arte neoclassica
|Tipologia= Arte contemporanea
|Immagine= Palais Grassi.jpg
|Didascalia= Palazzo Grassi a Venezia
|Larghezza= 250px
|Telefono= 041-2401345
|Sito= http://www.palazzograssi.it
}}
'''Palazzo Grassi''' (anche conosciuto come '''Palazzo Grassi-Stucky''') è un edificio civile [[venezia]]no, sito nel [[San Marco (sestiere di Venezia)|sestiere di San Marco]] e affacciato sul [[Canal Grande]]. È uno degli edifici lagunari più noti, oltre a sede di mostre d'arte meritevoli di particolare interesse: è famoso perché definito come l'ultimo palazzo patrizio affacciato su Canal Grande prima del crollo della [[Serenissima Repubblica di Venezia]].
 
== Storia ==
Il '''Palazzo Grassi''' (anche conosciuto come '''Palazzo Grassi-Stucky''') è uno fra i più conosciuti palazzi di [[Venezia]].
=== Origini ===
Il palazzo sorge su di un appezzamento di terra di forma trapezoidale, acquistato in più fasi dalla famiglia [[Grassi (famiglia veneta)|Grassi]]: in un primo momento questi ultimi possedevano infatti un piccolo gruppo di edifici, acquistati nel [[1732]] dai fratelli Trivellini ad opera dei fratelli Zuanne e Angelo Grassi: tra queste case era presente anche l'edificio oggi noto come "Palazzina Grassi", sito a sinistra del complesso monumentale, nel quale si stabilirono i Grassi in attesa di trovare un'altra sistemazione. Nel [[1736]] comprarono un palazzo appartenente ai Michiel, tra il [[1738]] e il [[1745]] entrarono in possesso di altre case popolari circostanti, tra le quali l'ospizio per vedove fondato da Faustina Michiel. La proprietà così ottenuta andava dal Canal Grande a [[Chiesa di San Samuele|Campo San Samuele]] e a Calle Lin. La particolare forma del luogo di costruzione aveva il vantaggio di offrire un'ampia [[facciata]] sul canale.
Affacciato sul celeberrimo [[Canal Grande]], è oggi sede di mostre d'arte di particolare interesse.
 
Le circostanze precise della costruzione del Palazzo Grassi sono sconosciute. Si suppone, però, che i lavori siano iniziati nel [[1748]], grazie ad un documento che segnala dei lavori di scavo per la preparazione di fondazioni nella zona. Si pensa anche che i lavori di ultimazione del palazzo risalgano al [[1772]], anno della morte di Paolo Grassi, e dunque quasi contemporanea alla seconda fase di lavori del [[Ca' Rezzonico]].
Il progetto della sua struttura è attribuito all'architetto [[Giorgio Massari]], impegnato all'epoca anche all'ultimazione di [[Ca' Rezzonico]].
 
È l'ultimo palazzo che [[Venezia]] ha costruito prima del crollo della Repubblica.
 
==Origini==
Il palazzo sorge su di un appezzamento di terra di forma trapezoidale, acquistato dalla famiglia Grassi intorno al [[1740]]. La particolare forma del luogo di costruzione aveva il vantaggio di offrire un'ampia [[facciata]] al canale.
 
Le circostanze precise della costruzione del Palazzo Grassi sono sconosciute. Si suppone, però, che i lavori siano iniziati nel [[1748]], grazie ad un documento che segnala dei lavori di scavo per la preparazione di fondazioni nella zona. Si pensa anche che i lavori di ultimazione del palazzo risalgano al 1772, anno della morte di Paolo Grassi, e dunque quasi contemporanea alla seconda fase di lavori del [[Ca' Rezzonico]].
Lo scalone d'onore fu decorato con affreschi di [[Michelangelo Morlaiter]] e [[Francesco Zanchi]].
 
=== Il palazzo durante l'Ottocento ===
==== Il palazzo fra il 1840 e il 1875 ====
 
===Il palazzo fra il 1840 e il 1875===
In questo periodo, a causa della rapida e completa estinzione della famiglia Grassi, il palazzo subì una repentina successione di vendite che lo portò ad accogliere fra le sue pareti ben quattro proprietari diversi.
 
Ceduto alla società veneta commerciale di Spiridione Papadopoli nel [[1840]] dai fratelli Angelo e Domenico Grassi, il palazzo fu rivenduto quattro anni dopo al tenore lirico [[Antonio Poggi]]. Questi, quasi subito, lo cedette all'ungherese [[JòszefJózsef Agost Shöfft]], pittore di fama internazionale, che al momento della sua morte lasciò il posto alla sua seconda moglie Giuseppina Lindlau.
 
==== Il palazzo sotto la guida del barone Simone de Sina ====
Nel [[1857]] il palazzo fu rivenduto a un ricco finanziere greco, il barone [[Simone de Sina]], che apportò alcune sostanziali modifiche alla struttura generale del palazzo:
* per rendere più stabile la struttura, aggiunse quattro colonne al vestibolo;
* fece demolire una parte dei decori del [[XVIII secolo]] presenti nel palazzo;
* divise la sala da ballo al primo piano (occultando così un affresco del [[Giambattista Canal|Canal]]) per ricavarne un'anticamera decorata da alcune opere del pittore austriaco [[Christian Griepenkerl]].
 
=== Il palazzo durante il Novecento ===
*Per rendere più stabile la struttura, aggiunse quattro colonne al vestibolo.
Nel [[1908]] gli eredi del barone de Sina vendettero il palazzo all'industriale svizzero [[Giovanni Stucky]], che dopo la morte, avvenuta nel [[1910]], lasciò la struttura nelle mani del figlio [[Gian Carlo Stucky|Gian Carlo]] che inserì all'interno del palazzo [[ascensore|ascensori]], impianti elettrici e di riscaldamento.
 
A Gian Carlo Stucky si deve, inoltre, la rivalutazione degli affreschi di Giambattista Canal, che furono finalmente trasferiti dalla sala da ballo alla scala principale della struttura.
*Fece demolire una parte dei decori del [[XVIII secolo]] presenti nel palazzo
[[File:Veduta della scalinata interna di Palazzo Grassi.jpg|thumb|Veduta della scalinata interna di Palazzo Grassi]]
 
Nel [[1949]], dopo essere passato nelle mani dell'imprenditore veneto [[Vittorio Cini]], il palazzo passò ad una società immobiliare appartenente alla multinazionale italiana [[Snia Viscosa]] di cui [[Franco Marinotti]], uno dei più importanti industriali italiani del periodo e fondatore della città di [[Torviscosa]], era il socio di maggioranza. Tale era la sua convinzione che nessun imprenditore potesse essere completo se non era sorretto da forte passione per l'arte e la cultura che vi fondò, finanziò e gestì il Centro Internazionale dell'Arte e del Costume; allo scopo apportò al palazzo alcune modifiche: la copertura del cortile con una vetrata, la sostituzione del vecchio pavimento con marmi intarsiati e la sostituzione del giardino con un teatro all'aperto con tetto apribile, finalizzato ad ospitare ricevimenti e sfilate di moda e di costume, convegni e mostre d'arte.
*Divise la sala da ballo al primo piano (occultando così un affresco del [[Giambattista Canal|Canal]]) per ricavarne un'anticamera decorata da alcune opere del pittore austriaco [[Christian Griepenkeri]]
Dal 1951 fino al 1958 vi si organizzarono importanti mostre d'arte e costume; quando nel 1959 il C.I.A.C. passò nelle mani del figlio Paolo Marinotti l'interesse primario si concentrò sull'arte contemporanea, promuovendo importanti mostre sia collettive che personali di importanti artisti di livello internazionale da Jorn, a [[Max Ernst|Ernst]], Dubuffet e numerosi altri.
Nel 1978 cessò l'interesse della proprietà alla promozione e sostegno dell'attività espositiva e di lì la decisione di vendere il palazzo.
 
Nel [[1983]] la [[Fiat]] decise di acquistare Palazzo Grassi e di affidarne i lavori di ristrutturazione a [[Gae Aulenti]]. Questa decise di inserire nei vari ambienti della struttura, delle cimase regolari che terminavano in un cornicione inclinato, permettendo l'inserimento di impianti tecnici di ogni genere. Inoltre, rinforzò la struttura metallica della vetrata del cortile con quattro finte porte [[metallo|metalliche]] e fece ridipingere vari elementi (finte porte comprese) del palazzo con un colore verde acquatico, in contrasto armonico con il colore rosa del marmorino.
==Il palazzo durante il Novecento==
È stata realizzata una nuova centrale tecnologica per il riscaldamento ed il condizionamento dell'edificio, con pompe di calore condensate ad acqua di laguna.
Nel [[1908]] gli eredi del barone de Sina vendettero il palazzo all'industriale svizzero [[Giovanni Stucky]], che dopo la morte, avvenuta nel [[1910]], lasciò la struttura nelle mani del figlio [[Giancarlo Stucky|Giancarlo]] che inserì all'interno del palazzo: [[ascensore|ascensori]], impianti elettrici e di riscaldamento.
 
=== Il palazzo negli anni 2000: François Pinault e Tadao Ando ===
A Giancarlo Stucky si deve, inoltre, la rivalutazione degli affreschi di Giambattista Canal, che furono finalmente trasferiti dalla sala da ballo alla scala principale della struttura.
Nel [[2005]], l'imprenditore francese [[François Pinault]] decise di acquistare Palazzo Grassi per poter esporre al suo interno la collezione privata di opere d'arte contemporanee e moderne di sua proprietà. A tal fine affidò all'architetto giapponese [[Tadao Andō]] le opere di rinnovo e rimodernizzazione della struttura.
 
L'architetto decise subito di mantenere intatti, durante tutto l'arco dei suoi lavori, i punti di riferimento architettonici della struttura, garantendo così il principio di reversibilità sul suo operato:
Nel [[1949]], dopo essere passato nelle mani dell'imprenditore veneto [[Vittorio Cini]], il palazzo passò ad una società immobiliare - appartenente alla multinazionale italiana [[Snia Viscosa]] - che vi fondò il Centro Internazionale dell'Arte e del Costume, apportando alcune modifiche agli ambienti del palazzo: la copertura del cortile con una vetrata, la sostituzione del vecchio pavimento con marmi intarsiati e la sostituzione del giardino con un teatro all'aperto con tetto apribile, finalizzato ad ospitare ricevimenti e sfilate di [[moda]].
* Le cimase riprendono lo stile delle pareti create da Aulenti. L'unica differenza fra le due soluzioni architettoniche sta nel fatto che Ando decise di raddrizzarle, conferendo al palazzo un aspetto neutro, quasi monacale, che a detta dello stesso artista, "vorrebbe rifarsi ad un'opera di [[Donald Judd]]".
* Le scale sono state rivestite da un semplice marmorino bianco, a differenza dei pavimenti, per i quali l'artista giapponese ha deciso di optare per del [[linoleum]] grigio, che ricopre gli antichi marmi intarsiati.
* Il ripristino di alcuni pregiati marmi e stucchi originali è stato affidato alle mani sapienti di alcuni artigiani locali, custodi delle antiche tecniche della [[Serenissima]].
* L'impianto d'illuminazione è costituito da 1800 faretti orientabili e regolabili fissati a travi d'acciaio cave che ospitano anche gli apparecchi di videosorveglianza, i rilevatori di presenza e le luci di emergenza: è stato così possibile evitare di danneggiare i preziosi soffitti.
* Le finestre affacciate sul [[Canal Grande]] sono state impreziosite con delle veneziane interne.
* La vetrata è stata provvista di un velario.
* L'entrata è stata ampliata sostanzialmente, e la biglietteria è stata posizionata sotto le colonne dell'atrio.
 
== Architettura ==
Nel [[1983]] la [[Fiat]] decise di acquistare Palazzo Grassi e di affidarne i lavori di ristrutturazione al famoso architetto [[Gae Aulenti]].
[[File:Le palazzo Grassi (Fondation François Pinault, Venise) (3740670460).jpg|upright=1.6|left|thumb|La facciata principale]]
Contraddistinto da due grandi facciate, l'una frontale affacciata sul [[Canal Grande]] e l'una laterale affacciata sul [[Campo San Samuele]], si distingue per la sua incredibile mole e per il suo candore. Denota la volontà della famiglia Grassi di essere riconosciuta pubblicamente come potente, influente e ricca: una sorta di status symbol.
 
La facciata principale, in chiaro stile [[arte neoclassica|neoclassico]], nasconde una pianta quanto mai complessa e scenografica, ispirata più al modello romano che al modello veneziano. Al centro, si apre un cortile colonnato, simile a quello di [[Palazzo Corner]]<ref>{{cita|Fasolo|p. 114}}.</ref>, che divide la struttura in due blocchi: quello anteriore ospita quattro sale laterali e un salone centrale, mentre quello posteriore locali di minori dimensioni e un fastoso scalone decorato da [[Michelangelo Morlaiter]] e da [[Fabio Canal]], simile per forma a quello di [[Palazzo Pisani Moretta]]<ref>{{cita|Brusegan|p. 193}}.</ref><ref>[http://www.tamtamtravel.com/image/opera/palazzo_grassi_93_pianta.jpg Piantina del pianterreno] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140116131016/http://www.tamtamtravel.com/image/opera/palazzo_grassi_93_pianta.jpg |data=16 gennaio 2014 }}.</ref>.
Questi decise di inserire nei vari ambienti della struttura, delle cimase regolari che terminavano in un cornicione inclinato, permettendo l'inserimento di impianti tecnici di ogni genere. Inoltre, rinforzò la struttura metallica della vetrata del cortile con quattro finte porte [[metallo|metalliche]], e fece ridipingere vari elementi (finte porte comprese) del palazzo con un colore verde acquatico, che creava un piacevole contrasto con il colore rosa del marmorino.
È stata realizzata una nuova centrale tecnologica per il riscaldamento ed il condizizionamento dell'edificio, con pompe di calore condensate ad acqua di laguna.
 
Tornando al fronte principale, esso è rivestito interamente in [[pietra d'Istria]] e rispetta la tradizionale disposizione tripartita: le finestre, dall'aspetto lineare e di ispirazione classica, sono concentrate in una [[polifora]] in ciascuno dei piani nobili. I fori differiscono per decorazione: quelli del primo piano sono a [[arco a tutto sesto|tutto sesto]], mentre quelli del secondo presentano dei [[Timpano (architettura)|timpani]] talora curvilinei, talora triangolari. Le finestre sono separate da [[Lesena|lesene]] lisce culminanti in capitelli ionici o corinzi. Presenta un portale ad acqua diviso in tre fori, simile a un arco di trionfo. Il prospetto è chiuso da una fascia con cornicione a mensola, che nasconde il sottotetto.
==Il palazzo Oggi: François Pinault e Tadao Ando==
Nel [[2005]], l'imprenditore francese [[François Pinault]] decise di acquistare Palazzo Grassi per potere esporre al suo interno la ricca collezione privata di opere d'arte contemporanee e moderne di sua proprietà. A tal fine decise di affidare al celebre architetto giapponese [[Tadao Ando]] le opere di rinnovo e rimodernizzazione della struttura.
 
La facciata laterale, altrettanto imponente, imita nello stile la principale, proponendo un portale a terra di ispirazione romana e una [[serliana]]. Numerose sono le monofore con o senza balcone, disposte ordinatamente a coppie.
L'architetto decide subito di mantenere intatti, durante tutto l'arco dei suoi lavori, i punti di riferimento architettonici della struttura, garantendo così il principio di reversibilità sul suo operato:
 
== La collezione di François Pinault ==
*Le cimase riprendono lo stile delle pareti create da Aulenti. L'unica differenza fra le due soluzioni architettoniche, sta nel fatto che Ando decide di raddrizzarle, conferendo al palazzo un aspetto neutro, quasi monacale, che a detta dello stesso artista, "vorrebbe rifarsi ad un'opera di [[Donald Judd]]".
{{senza fonte|La Collezione [[François Pinault]] è una delle cinque collezioni d'arte moderna e contemporanea più grandi del mondo}}.
 
La collezione è essenzialmente costituita da pitture, sculture, fotografie e video appartenenti ai movimenti artistici dell'[[arte povera]], del [[minimalismo]], del [[postminimalismo]] e della ''[[pop art]]''.
*Le scale vengono rivestite da un semplice marmorino bianco; a differenza dei pavimenti, per i quali l'artista giapponese ha deciso di optare per del [[linoleum]] grigio, che ricopre gli antichi marmi intarsiati.
 
Questa si compone da opere di artisti fra i più importanti a livello internazionale. Tra di essi:
*Il ripristino di alcuni pregiati marmi e stucchi originali, è stato affidato alle mani sapienti di alcuni artigiani locali, custodi delle antiche tecniche della [[Serenissima]].
* [[Mark Rothko]]
* [[Piero Manzoni]]
* [[Donald Judd]]
* [[Pierre Huyghe]]
* [[Damien Hirst]]
* [[Maurizio Cattelan]]
* Bernard Frize
*[[Urs Fischer]]
* [[Rudolf Stingel]]
* [[Andy Warhol]]
* [[Carl Andre]]
* [[Jeff Koons]]
* Piotr Uklański
* [[Lucio Fontana]]
* [[Mario Merz]]
* [[Bertrand Lavier]]
* [[Dan Flavin]]
* [[Cy Twombly]]
* [[Charles Ray]]
* [[Takashi Murakami]]
 
L'esposizione delle opere della collezione è concepita tramite esposizioni temporanee, cui si alternano anche mostre concepite assieme ad altri istituti museali:<ref>{{Cita web|url=https://www.palazzograssi.it/it/mostre/passate/|titolo=Mostre d’arte contemporanea a Venezia|autore=Palazzo Grassi|sito=Palazzo Grassi|lingua=it|accesso=2018-09-25}}</ref>
*L'impianto d'illuminazione è costituito da 1800 faretti orientabili e regolabili fissati a travi d'acciaio cave che ospitano anche gli apparecchi di videosorveglianza, i rilevatori di presenza e le luci di emergenza
 
* ''Where Are We Going? Opere scelte dalla collezione François Pinault'', 2006, a cura di Alison M. Gingeras
*È stato così possibile evitare di danneggiare i preziosi soffitti.
* ''Picasso, la joie de vivre. 1945-1948'', 2006-07, a cura di Jean-Louis Andral
* ''La collezione François Pinault, una selezione post-pop'', 2006-07, a cura di Alison M. Gingeras
* ''Sequence 1 - Pittura e scultura nella collezione François Pinault'', 2007, a cura di Alison M. Gingeras
* ''Roma e i Barbari, la nascita di un nuovo mondo'', 2008, a cura di Jean-Jacques Aillagon
* ''Italics. Arte italiana fra tradizione e rivoluzione, 1968-2008'', 2008-09, a cura di [[Francesco Bonami]]
* ''Mapping the Studio'', 2009-11, a cura di Alison M. Gingeras e [[Francesco Bonami]]
* ''Il mondo vi appartiene'', 2011-12, a cura di Caroline Bourgeois
* ''Madame Fisscher'', 2012, a cura di Caroline Bourgeois
* ''La voce delle immagini'', 2012-13, a cura di Caroline Bourgeois
* ''Rudolf Stingel'', 2013-14, a cura di Elena Geuna
* ''L'illusione della luce'', 2014-15, a cura di Caroline Bourgeois
* ''Irving Penn, Resonance'', 2014-15, a cura di Pierre Apraxine e Matthieu Humery
* ''Martial Raysse'', 2015, a cura di Caroline Bourgeois
* ''Sigmar Polke'', 2016, a cura di Elena Geuna e Guy Tosatto
* ''Treasures from the Wreck of the Unbelieveable'', [[Damien Hirst]], 2017, a cura di Elena Geuna
* ''Cows by the Water - Albert Oehlen'', 2018-19, a cura di Caroline Bourgeois
* ''La pelle. Luc Tuymans'', 2019-20, a cura di Luc Tuymans e Caroline Bourgeois
 
== Note ==
*Le finestre affacciate sul [[Canal Grande]] sono state impreziosite con delle veneziane interne.
<references/>
 
== Bibliografia ==
*La vetrata è stata provvista di un velario che regala al cortile una luce chiara, sobria e sensuale.
* {{cita libro|nome=Marcello|cognome=Brusegan|titolo=I palazzi di Venezia|editore=Newton & Compton|città=Roma|anno=2007|isbn=978-88-541-0820-2|cid=Brusegan}}
* {{cita libro|nome=Andrea|cognome=Fasolo|titolo=Palazzi di Venezia|editore=Arsenale editrice|anno=2003|isbn=978-88-7743-295-7|cid=Fasolo}}
 
== Altri progetti ==
*Anche l'entrata e la biglietteria hanno subito delle modifiche: la prima è stata ampliata sostanzialmente, mentre la seconda è stata posizionata sotto le colonne dell'atrio.
{{interprogetto}}
 
*Sono attualmente in corso i lavori di ristrutturazione globale dell'adiacente edificio, denominato "teatrino" di proprietà della stessa Palazzo Grassi Spa, su progetto dello studio giapponese TAAA di [[Tadao Ando]], coadiuvato da un team di professionisti italiani.
 
===La collezione di François Pinault===
La Fondazione e Collezione François Pinault è una delle cinque collezioni d'arte moderna e contemporanea più grandi del mondo.
 
La collezione è essenzialmente costituita da pitture, sculture, fotografie e [[video]] appartenenti ai movimenti artistici dell'Arte Povera, del Minimalismo, del Post-minimalismo e della Pop Art.
 
La collezione è costituita da opere di artisti, fra i più importanti a livello internazionale:
 
*[[Mark Rothko]]
*[[Piero Manzoni]]
*[[Donald Judd]]
*[[Pierre Huyghe]]
*[[Damien Hirst]]
*[[Maurizio Cattelan]]
*[[Bernard Frize]]
*[[Urs Fisher]]
*[[Rudolf Stingel]]
*[[Andy Warhol]]
*[[Carl André]]
*[[Jeff Koons]]
*[[Piotr Uklanski]]
*[[Lucio Fontana]]
*[[Mario Merz]]
*[[Bertrand Lavier]]
*[[Dan Flavin]]
*[[Cy Twombly]]
*[[Charles Ray]]
*[[Takashi Murakami]]
 
Il museo organizza, inoltre, periodicamente, delle mostre temporanee con opere provenienti da altri musei. Spicca ad esempio la mostra dedicata a [[Pablo Picasso]] organizzata dall'11 novembre [[2006]] all'11 marzo [[2007]].
 
==Altri progetti==
{{Interprogetto|commons=Category:Palazzo Grassi (Venice)}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
*[http://www.brandolindottorgroup.it/index.php?option=com_content&task=view&id=24&Itemid=205 Restauro del Palazzo Grassi a Venezia]
* {{Cita web
*[http://www.palazzograssi.it/ Fondazione Palazzo Grassi]
| url = http://www.brandolindottorgroup.it/index.php?option=com_content&task=view&id=24&Itemid=205 |titolo = Palazzo Grassi - A race against time | sito = DOTTOR GROUP | lingua = en | accesso = 30 dicembre 2022 | urlarchivio = https://archive.is/20130111161823/http://www.dottorgroup.it/en/the-group/references/palazzo-grassi.html | dataarchivio = 11 gennaio 2013 | urlmorto = sì }}
 
 
{{Canal Grande}}
{{Controllo di autorità}}
{{portale|architettura|Musei|Venezia}}
 
[[Categoria:Palazzi di Venezia|Grassi]]
[[Categoria:Musei di Venezia]]
[[Categoria:Palazzi di San Marco (Venezia)|grassi]]
 
[[Categoria:Architetture barocche di Venezia]]
[[be:Палацца Грасі]]
[[de:Palazzo Grassi]]
[[en:Palazzo Grassi]]
[[es:Palacio Grassi]]
[[fr:Palais Grassi]]
[[he:פאלאצו גראסי]]
[[hr:Palača Grassi]]
[[hu:Palazzo Grassi (Velence)]]
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[[ru:Палаццо Грасси]]
[[sh:Palazzo Grassi]]
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