Bullismo: differenze tra le versioni

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{{Nota disambigua||Bullo (disambigua)|Bullo}}
[[File:Bullying Irfe.jpg|220px|thumb|Il bullismo è dannoso per lo sviluppo dei minorenni.]]
{{Disclaimer|pericolo}}
[[File:Bullying en IRFE, 7° Básico B, 2007.ogg|thumb|Attacco di un bullo a un ragazzino più piccolo.]]
[[File:Bullying Verbal.JPG|miniatura|Esemplificazione di bullismo verbale contro una ragazza]]
Il '''bullismo''' è una forma di comportamento aggressivo, di tipo [[Abuso del diritto|abusivo]], tramite l'impiego di falsi metodi di opposizione e intimidazione nei confronti di sé stessi<ref>nel momento in cui il soggetto abusa della propria personalità, delle personali capacità carismatiche o delle sue emozioni</ref> o nei confronti dei pari<ref>Bennett E. (2006) ''Peer Abuse Know More: Bullying From a Psychological Perspective''</ref> in particolare quando vi è una palese asimmetria di potere; può implicare molestie verbali, aggressioni fisiche, persecuzioni, spesso in base a discriminazioni etniche, confessionali, di genere o di orientamento sessuale.<ref>{{en}}[http://www.cambridgeshire.gov.uk/education/parents/welfare/Bullying/whatisbullying.htm U.S. Dept. of Justice, Fact Sheet #FS-200127]</ref>
Il '''bullismo''' è un [[comportamento]] prevaricatore di natura fisica e/o verbale, caratterizzato da [[molestia]] e [[aggressività]] anche di tipo minaccioso, sempre di natura [[Intenzionalità|intenzionale]] o intenzionalmente non inibita.
 
È pertanto diretto verso una o più persone da parte di una o più persone, in particolare tra coetanei [[Adolescenza|adolescenti]] o giovanissimi adulti, verso una parte considerata più debole e/o incapace di difendersi adeguatamente<ref>{{Cita web|url=https://dictionary.apa.org/bullying|titolo=APA Dictionary of Psychology}} dizionario dell'[[American Psychological Association]]</ref>.
== Cenni storici ==
I primi studi sul bullismo si svolsero nei paesi [[Scandinavia|scandinavi]], a partire dall'inizio degli [[anni 1970|anni settanta]]<ref>ai tempi del cd. welfare “dalla culla alla bara”</ref>, e, poco dopo, anche nei paesi anglosassoni, in particolare [[Gran Bretagna]] e [[Australia]]: uno degli studi pioneristici, in particolare, si deve alle indagini di [[Olweus|Dan Olweus]]<ref>Olweus D.,''Bullismo a scuola. Ragazzi oppressi, ragazzi che opprimono''", Giunti Editori</ref> a seguito di una forte reazione dell'opinione pubblica norvegese dovuta al suicidio di due studenti non più in grado di tollerare le ripetute offese inflitte da alcuni loro compagni.<ref name="Pisciotta"/>
 
Sebbene tra i ricercatori la definizione di bullismo non sia sempre condivisa, molti concordano sul fatto che il bullismo è una particolare forma di comportamento aggressivo, e a differenza delle altre forme di aggressività, è caratterizzato da tre variabili fondamentali:
Sappiamo però che anche [[Vittorino da Feltre]] preferiva non ricorrere alle punizioni corporali, ma solo nel [[XVIII secolo]] con l'avvento dell'illuminismo e la pubblicazione di [[Dei delitti e delle pene]] di [[Cesare Beccaria]], i pedagogisti ispirarono a un nuovo approccio gli insegnanti. Analogamente alla modernizzazione della scuola, mutarono anche le soluzioni dei pedagogisti. Con la seconda metà degli [[anni 1990|anni novanta]] ricerche analoghe furono condotte anche in [[Italia]]. Da segnalare il caso del [[Giappone]] con gli studi sull'[[ijime]] che si svilupparono verso un modello di analisi orientato alla psicologia di gruppo.
 
* [[intenzionalità]];
==Utilizzo corrente del termine==
* [[reiterazione]];
Letteralmente il termine significherebbe "prepotente", "bullo", tuttavia la prepotenza, come alcuni autori hanno avuto modo di rilevare,<ref>Caravita S. (1998), ''Il ruolo dei genitori riguardo ai diritti-doveri degli studenti'', in "Rivista dell'Istruzione", XIV-5, settembre-ottobre, pp. 635-645.</ref> è solo una componente del bullismo che è da intendersi come un fenomeno multidimensionale.
* asimmetria di potere<ref name="link.springer.com">{{Cita pubblicazione|nome=Hannah J.|cognome=Thomas|nome2=Jason P.|cognome2=Connor|nome3=James G.|cognome3=Scott|data=2015-03|titolo=Integrating Traditional Bullying and Cyberbullying: Challenges of Definition and Measurement in Adolescents – a Review|rivista=Educational Psychology Review|volume=27|numero=1|pp=135-152|lingua=en|accesso=2023-01-28|doi=10.1007/s10648-014-9261-7|url=http://link.springer.com/10.1007/s10648-014-9261-7 |issn=1040-726X}}</ref>.
 
Il bullo mira ''intenzionalmente'' a danneggiare, da un punto di vista fisico e/o psicologico e/o sociale, una vittima debole, o perché debole di suo oppure perché isolata (''asimmetria di potere''), agendo con uno o più comportamenti di tipo aggressivo e per un periodo di tempo non determinato a priori (''reiterazione'')<ref name=":4">{{Cita libro|nome=Peter K.|cognome=Smith|nome2=James|cognome2=O'Higgins-Norman|titolo=The Wiley Blackwell handbook of bullying : a comprehensive and international review of research and intervention|url=https://www.worldcat.org/oclc/1195820175|accesso=2023-01-28|data=2021|OCLC=1195820175|ISBN=978-1-118-48265-0}}</ref>.
In [[Inghilterra]] non esiste una definizione univoca, mentre in Italia con il termine '''bullismo''' si indica generalmente «il fenomeno delle prepotenze perpetrate da bambini e ragazzi nei confronti dei loro coetanei soprattutto in ambito scolastico».<ref name="Pisciotta">Pisciotta S. (2003), ''Bullismo'', in ''Lessico oggi. Orientarsi nel mondo che cambia'', Catanzaro, Rubbettino, p. 30. ISBN 9788849807349</ref>
 
In letteratura, sono state descritte diverse forme di bullismo. Ad esempio, il bullismo palese o diretto implica aggressioni fisiche, come colpire, dare spintoni, fare sgambetti, tendere trappole oppure prodursi in minacce verbali e/o insulti e/o prese in giro o canzonature. Il bullismo nascosto o indiretto è meno esplicito, e si concretizza generalmente in [[esclusione sociale]], [[Pettegolezzo|pettegolezzi]] (anche di circostanze non vere) oppure [[mimica facciale]] non amichevole o che esprime [[disgusto]] e/o disprezzo<ref name=":4" />.
In [[Scandinavia]], soprattutto in [[Norvegia]] e [[Danimarca]], si usa il termine ''[[mobbing]]''<ref name=olweusdef>Olweus, D., [http://www.olweus.org/public/bullying.page Olweus.org]</ref></blockquote>, così come in [[Svezia]] e [[Finlandia]]<ref name="Civita">Civita A., (2007) ''Il bullismo come fenomeno sociale'', Milano, Franco Angeli, p. 31. ISBN 9788846482631</ref> derivante dalla radice inglese ''mob'' stante a significare «un gruppo di persone implicato in atti di molestie».<ref name="Pisciotta">''Ibidem''.</ref><ref name="Civita"/> che è, appunto, il calco dell'inglese ''bullying''.
 
Il bullismo trova la sua natura più congeniale nelle [[Dinamiche di gruppo (psicologia)|dinamiche di gruppo]], data la presenza frequente di coetanei e/o sodali durante gli episodi di bullismo, coetanei e/o sodali che possono anche assistere passivamente, oppure schierarsi con la vittima, oppure ancora manifestare consenso esplicito al comportamento aggressivo del bullo, e buon ultimo prendervi parte<ref>Salmivalli, C., Lagerspetz, K., Björkqvist, K., Österman, K., & Kaukiainen, A. (1996). Bullying as a group process: Participant roles and their relations to social status within the group. ''Aggressive Behavior: Official Journal of the International Society for Research on Aggression'', ''22''(1), 1-15.</ref>.
== Epistemologia ==
[[File:IRFE bull.png|thumb|right|240px|''[[Happy slapping]]'' presso l'Istituto Regionale ''Federico Errázuriz'' in Santa Cruz (Cile)]]
 
La componente sadica gioca anch'essa un ruolo non secondario nelle manifestazioni di bullismo.<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/01/26/il-bullismo-al-femminile-il-branco-rosa.html| titolo=Il bullismo al femminile: 'Il branco rosa è più sadico'|data=26 gennaio 2007|accesso=12 marzo 2023}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.barbruni.it/bullismo-seconda-parte/|titolo=Bullismo seconda parte|autore=Irene Barbruni|accesso=12 marzo 2023}}</ref>
Il bullismo può includere [[biasimo|biasimi]] verbali, graffiti o altre forme scritte offensive, discriminazioni dal gruppo di pari, molestie, il plagio ed altre coercizioni.<ref name=Whitted>Whitted, K.S. & Dupper, D.R. (2005). Best Practices for Preventing or Reducing Bullying in Schools. ''Children and Schools'', Vol. 27, No. 3, July 2005, pp. 167-175(9).</ref><ref>Carey, T.A. (2003) Improving the success of anti-bullying intervention programs: A tool for matching programs with purposes. International Journal of Reality Therapy, 23(2), 16-23</ref>
 
== Prevalenza del fenomeno ==
L'allontanamento dal gruppo in particolare è favorito da una serie di metodi quali la [[Calunnia|mormorazione]], il rifiuto a socializzare con la vittima, il tentativo di spaventare i suoi amici di modo che si allontanino a loro volta. Oltre a tali metodi positivi, nel senso che sono finalizzati ad emarginare la vittima, ce ne sono altri di tipo negativo che, sotto le false spoglie di un probabile ingresso nel gruppo, nascondono il tentativo di procurare danni o discriminazioni, ad es. sottoponendo la vittima a dei rituali o ad attività pericolose come una partita truccata di poker, una competizione in macchina ad alta velocità, l'assunzione di [[alcol]]ici o di altre [[Tossicodipendenze|sostanze proibite]] in gran quantità, ecc. Lo scopo è di alzare sempre più la posta in gioco in modo da far cadere la vittima in acquiescenza e di colpirla nel momento di maggiore debolezza o stanchezza<ref>{{Cita web
=== In Italia ===
|anno = 2004
L'indagine [[Istituto nazionale di statistica|Istat]] ''Bambini e ragazzi: comportamenti, atteggiamenti e progetti futuri'' realizzata tra maggio e ottobre 2021, ha evidenziato come il 9,4% degli intervistati (un campione di 350 mila ragazzi) ha dichiarato di aver assistito in prima persona o di essere venuto a conoscenza di episodi di bullismo o [[cyberbullismo]] sui suoi compagni di scuola.
|url = http://www.kimberlyswygert.com/archives/001765.html
|titolo = The benefits of bullying
|accesso=3 settembre 2011}}</ref><ref>{{Cita news
|anno = 1999
|url = http://news.bbc.co.uk/1/hi/education/564923.stm
|titolo = Bullies are healthiest pupils
|accesso=3 settembre 2011
|pubblicazione=BBC News
|data=14 dicembre 1999}}</ref> and self-reliance on the victim's part<ref>{{Cita web
|anno = 2009
|url = http://www.medindia.net/news/Child-Development-Academician-Says-Bullying-Is-Beneficial-To-Kids-46992-1.htm
|titolo = Child Development Academician says Bullying is beneficial to Kids
|accesso=3 settembre 2011}}</ref>. Nel [[2003]] in Inghilterra, a fronte dell'incremento notevole di casi di bullismo, è stato necessario adottare nelle scuole un codice di comportamento per aiutare le vittime a denunciare i propri carnefici.
 
Sono soprattutto i ragazzi delle [[scuole secondarie di primo grado]] ad avere assistito o a essere venuti a conoscenza di questo tipo di comportamenti (11,7%, contro il 7,9 delle [[scuole secondarie di secondo grado]]).
=== Intenzionalità, persistenza ed asimmetria ===
Il bullismo si basa su tre principi:
* Intenzionalità.
* Persistenza nel tempo.
* Asimmetria nella relazione.
Vale a dire un'azione intenzionale eseguita al fine di arrecare danno alla vittima, continuata nei confronti di un particolare compagno, caratterizzata da uno squilibrio di potere tra chi compie l'azione e chi la subisce. Il bullismo, quindi, presuppone la condivisione del medesimo contesto deviante.<ref name=bullismocesaroni>{{cita web|url=http://www.violenza-abuso-sos.com/bullismo/bullismo.html|titolo=Bullismo. Piccoli prevaricatori e piccole vittime|cognome=Cesaroni|nome=Consuelo|accesso=8 giugno 2009}}</ref>
 
Tra le ragazze, la quota è più alta rispetto ai coetanei maschi: rispettivamente 11,3% contro 7,6%. Per i ragazzi stranieri la percentuale di persone che hanno assistito o saputo di episodi di bullismo o cyberbullismo sale al 12% (per gli italiani è 9,2%); si deve inoltre registrare che per gli stranieri la quota di coloro che non risponde è notevolmente più elevata di quella registrata tra gli italiani: 7,7% contro 2,9%; anche questo potrebbe essere interpretato come un segnale di maggior disagio rispetto a questo tipo di fenomeno<ref name=":10">{{Cita web|url=https://www.youtube.com/live/71_-G_3DXIg?si=ox8DX1fn0UpJDU7z|titolo=RIPARTIRE DALLE NUOVE GENERAZIONI. I RISULTATI DELL’INDAGINE “BAMBINI E RAGAZZI” DEL 2021|sito=YouTube}}</ref>.
=== Bullismo diretto ed indiretto ===
Esistono diversi tipi di bullismo, che si dividono principalmente in ''bullismo diretto'' e ''bullismo indiretto''.
 
L’indagine ha poi approfondito l’eventuale esperienza personale di episodi di bullismo o cyberbullismo durante il periodo della diffusione del Covid-19 (tra marzo 2020 e l’estate 2021), chiedendo se alla persona durante la pandemia fosse capitato di:
Il ''bullismo diretto'' è caratterizzato da una relazione diretta tra vittima e bullo e a sua volta può essere catalogato come:<ref>{{cita web|url=http://www.smontailbullo.it/common/pages.php?p=bullismo|titolo=Il bullismo|cognome=Buccoliero|nome=Elena|accesso=8 giugno 2009}}</ref>
* bullismo fisico: il bullo colpisce la vittima con colpi, calci, spintoni, sputi o la molesta sessualmente;
* bullismo verbale: il bullo prende in giro la vittima, dicendole frequentemente cose cattive e spiacevoli o chiamandola con nomi offensivi, sgradevoli o minacciandola, dicendo il più delle volte parolacce e scortesie;
* bullismo psicologico: il bullo ignora o esclude la vittima completamente dal suo gruppo o mette in giro false voci sul suo conto;
* cyberbullying o bullismo elettronico: il bullo invia messaggi molesti alla vittima tramite sms o in chat o la fotografa/filma in momenti in cui non desidera essere ripreso e poi invia le sue immagini ad altri per diffamarlo, per minacciarlo o dargli fastidio.
 
* essere offeso (anche online) con soprannomi, parolacce, insulti;
Il ''bullismo indiretto'' è meno visibile di quello diretto, ma non meno pericoloso, e tende a danneggiare la
* essere preso in giro (anche online) per l’aspetto fisico o per il modo di parlare;
vittima nelle sue relazioni con le altre persone, escludendola e isolandola per mezzo soprattutto del bullismo psicologico e quindi con pettegolezzi e calunnie sul suo conto
* essere preso di mira raccontando in giro storie sul suo conto (sparlando) (anche online);
* essere colpito con spintoni, botte, calci, pugni.
 
In generale, l’88,6% degli studenti e delle studentesse intervistate ha dichiarato di non essere stato interessato da nessuno di questi comportamenti. Tra le ragazze, la quota di coloro che ha vissuto almeno una di queste situazioni di disagio è più elevata: 12,5% contro il 10,3% dei ragazzi.
=== "La coppia penale" ===
Nelle azioni di bullismo vero e proprio si riscontrano quasi sempre i seguenti ruoli:
 
Si riscontrano notevoli differenze per cittadinanza: tra gli italiani la quota di chi ha vissuto almeno uno degli episodi elencati arriva all’10,9%, tra gli stranieri è del 18,2%. I più piccoli si confermano come la fascia di popolazione maggiormente a rischio: nelle scuole secondarie di secondo grado ha vissuto una di queste esperienze il 9,8% degli alunni; nelle scuole secondarie di primo grado quasi il 14%<ref name=":10" />.
* "bullo o istigatore": è colui che fa prepotenze ai compagni
* "vittima": è colui che più spesso subisce le prepotenze
 
A partire da settembre 2023 e fino a marzo 2024, l’Istat sta realizzando una nuova indagine dedicata a tutta la popolazione residente tra gli 11 e i 19 anni, su un campione rappresentativo per sesso, cittadinanza e ripartizioni geografiche<ref>{{Cita news|autore=Saverio Gazzelloni|titolo=Esame delle proposte di legge C. 536 Dori, C. 891 Pittalis e C. 910 Maschio, recanti “Disposizioni in materia di prevenzione e contrasto del fenomeno del bullismo, del cyberbullismo e di misure rieducative dei minori” - Audizione dell’Istituto Nazionale di Statistica|pubblicazione=Commissioni riunite II (Giustizia) e XII (Affari sociali) della Camera dei Deputati|data=16 marzo 2023}}</ref>.
Una prima distinzione è in base al sesso del bullo: i bulli maschi sono maggiormente inclini al bullismo diretto, mentre le femmine a quello indiretto. I maschi in particolare, tendono maggioramente all'approccio di forza, mentre le femmine preferiscono la mormorazione.<ref name="Besag">Besag, V. E. (1989) Bullies and Victims in Schools. Milton Keynes, England: Open University Press</ref>
 
== Aspetti concettuali ==
Per quanto riguarda invece l'età in cui si riscontra questo fenomeno, si hanno due diversi periodi. Il primo tra i 12 e i 14 anni di età, mentre il secondo tra i 14 e i 18, ma negli ultimi anni si sono riscontrati fenomeni di bullismo anche tra i ragazzi di 11 anni e anche di meno.
=== Definizione di bullismo ===
==== Etimologia ====
In [[Lingua italiana|italiano]] il termine bullismo è calco dall'inglese ''bullying'', agevolato dalla [[Omografia (linguistica)|omografia]] della radice, e pertanto poco rilevante dal punto di vista etimologico. Più interessante l'etimologia di ''bullying:'' secondo il [[Online Etymology Dictionary|dizionario di etimologia online Harper]]<ref name=":9">{{Cita web|url=https://www.etymonline.com/search?q=bullying|titolo=Online Etymology Dictionary}}</ref>, la parola ''bully'', da cui poi origina il verbo, risalirebbe al 1530, ma il significato differiva notevolmente dalle accezioni moderne<ref name=":9" />.
 
Nel 1500, ''bully'' significava ''innamorato'', con probabile origine dalla parola olandese ''boel'', che significa ''amante'' o anche ''fratello''. Durante il diciassettesimo secolo la parola subisce una mutazione semantica, diventando ''spaccone'' oppure ''molestatore dei più deboli.'' Durante il diciottesimo secolo, la parola fu poi usata per riferirsi ai protettori di prostitute.
Un terzo ruolo è rappresentato <nowiki>dall'</nowiki>"attendente o spettatore" che partecipa all'evento senza prendervi parte attivamente (vedi ''infra'').
 
Come verbo, ''to bully'' potrebbe risalire al 1710, originatasi dal sostantivo per indicare i comportamenti di prevaricazione con molestie e/o minacce. La forma in ''-ing'' (''bullying)'' potrebbe avere avuto origine nel 1770, per indicare gli stessi comportamenti messi in atto ripetutamente e con sistematicità<ref name=":2">{{Cita libro|autore=Lisa Hellström, Robert Thornberg, & Dorothy L. Espelage|curatore=Peter K. Smith|curatore2=James O'Higgins Norman|titolo=The Wiley Blackwell Handbook of Bullying: A Comprehensive and International Review of Research and Intervention|annooriginale=2021|editore=Wiley-Blackwell|lingua=en|volume=Vol. I|capitolo=Definitions of Bullying}}</ref>.
Il bullismo, quindi, varia da un semplice rapporto diadico ad una gerarchia di bulli che si circuiscono a vicenda<ref>Crothers, L. M. & Levinson, E. M. (2004, Fall). Assessment of Bullying: A review of methods and instruments. Journal of Counseling & Development, 82(4), 496–503.</ref>.
 
==== Semantica ====
== Criminogenesi del bullismo ==
Il '''bullismo''' (in [[lingua inglese]] ''bullying'') comprende una vasta gamma di [[comportamento|comportamenti]] sociali intenzionalmente e ripetutamente diretti a danneggiare fisicamente o psicologicamente, o quantomeno infastidire, persone o gruppi di persone percepite come più deboli dal soggetto che li perpetra.<ref name="Britannica">{{en}} ''[http://www.britannica.com/topic/bullying Bullismo]'' in ''[[Enciclopedia Britannica]]''</ref><ref name=":0">{{Cita libro|cognome=Florindi, Emanuele.|titolo=Bulli 2.0 : bullismo e cyberbullismo : evoluzione di un fenomeno e possibili rimedi|url=https://www.worldcat.org/oclc/1020130321|accesso=22 gennaio 2021|data=2017|editore=Imprimatur|ISBN=978-88-6830-583-3|oclc=1020130321}}</ref>
{{Vedi anche|Delinquenza minorile#Criminogenesi}}
Le cause primarie di questo fenomeno sono da ricercarsi non solamente nella personalità del giovane bullo, ma anche nei modelli familiari sottostanti, negli [[Stereotipo|stereotipi]] imposti dai ''mass-media'', nella società che, oggi a volte, è disattenta alle relazioni sociali.
 
Ancora più specificatamente, il bullismo è un comportamento caratterizzato da [[intenzionalità]], sgradito dal destinatario, in grado di produrre danni psicofisici anche di grave entità, compiuto almeno due volte, e che sottende un tentativo di prevaricazione o di messa in ridicolo della vittima, sempre all'interno di una dinamica socio-relazionale che intende definire nel "gruppo" ruoli e status in funzione della rappresentazione della realtà (spesso distorta) da parte del bullo e dei suoi eventuali sodali a vario titolo collusi<ref>{{Cita libro|nome=Özsungur, Fahri,|cognome=editor.|titolo=Handbook of research on digital violence and discrimination studies|url=http://worldcat.org/oclc/1291724444|accesso=2022-12-16|OCLC=1291724444|ISBN=978-1-7998-9188-8}}</ref>.
Oggi si ricorre soprattutto a sospensioni, pagelle e respingimenti, in altri paesi<ref>“Corriere della Sera”, ''Schiaffi ai bimbi vietati in 23 Stati'', [[16 dicembre]] [[2008]]</ref> non sono rare le soluzioni dei castighi corporali che, il più delle volte, non fanno altro che peggiorare il fenomeno. Queste soluzioni, infatti, non considerano il dialogo che il docente potrebbe instaurare col il minore.
 
Con il comportamento di bullismo, si avranno pertanto comportamenti e/o atteggiamenti e/o emozioni ad esso associati e classificabili in:
== Conseguenze del bullismo ==
* '''fisici''', come ad esempio attacco fisico o contatto fisico sgradito dalla vittima ma anche infastidendola con rumori o stimoli visivi;
Gli effetti del bullismo possono essere gravi e permanenti. Il collegamento tra bullismo e violenza ha attirato un'attenzione notevole dopo i fatti di [[Massacro della Columbine High School|Columbine]] nel [[1999]]. Due ragazzi armati di fucili e mitragliatori uccisero 13 studenti e ne ferirono altre 24 per poi suicidarsi. Un anno dopo un rapporto ufficiale della [[CIA]] ha messo in luce per ben 37 volte di un tentativo pianificato da altrettanti ragazzi in diverse scuole americane, per i quali il bullismo aveva giocato un ruolo chiave in almeno due terzi dei casi.<ref name="Gifted and Tormented">[http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2006/05/15/AR2006051501103.html Gifted and Tormented]</ref>
* '''verbali''', come ad esempio canzonature o minacce alla vittima;
* '''relazionali''', come ad esempio escludere o provare a escludere, in modo totale o parziale, la vittima o le vittime dal "gruppo", utilizzando modalità di vario genere, come ad esempio non rispettando intenzionalmente il turno di parola o diffondendo segreti o notizie contro la volontà (anche ragionevolmente presumibile) della vittima. I segreti e le notizie possono essere anche false<ref>Bauman, S. (2007, November). Cyberbullying: A virtual menace. In ''National Coalition Against Bullying National Conference'' (Vol. 2, No. 4).</ref>.
Il bullismo come fenomeno sociale e [[Devianza (sociologia)|deviante]] è oggetto di studio tra gli esperti delle [[scienze sociali]], della [[psicologia giuridica]], [[Psicologia clinica|clinica]], [[Psicologia dell'età evolutiva|dell'età evolutiva]] e di altre discipline affini. Il termine viene usato per descrivere il fenomeno soprattutto in ambito [[scuola|scolastico]], sebbene non esista una definizione univoca per gli studiosi.
 
Qualora tali atti siano perpetrati via [[internet]] si parla di [[cyberbullismo]], intendendosi con tale termine comportamenti e/o atteggiamenti e/o emozioni classificabili in verbali e relazionali (quindi '''non''' di natura fisica) perpetrati per mezzo delle nuove tecnologie (internet e social media). Il cyberbullismo comporta l'uso della [[comunicazione mediata dal computer]] per attivare e/o supportare comportamenti deliberati, ripetuti e ostili da parte di un individuo o gruppo verso un individuo o gruppo<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Peter K.|cognome=Smith|nome2=Jess|cognome2=Mahdavi|nome3=Manuel|cognome3=Carvalho|data=2008-04|titolo=Cyberbullying: its nature and impact in secondary school pupils|rivista=Journal of Child Psychology and Psychiatry|volume=49|numero=4|pp=376-385|lingua=en|accesso=2022-12-16|doi=10.1111/j.1469-7610.2007.01846.x|url=https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/j.1469-7610.2007.01846.x}}</ref>.
Si stima che circa il 60-80% del totale del bullismo a scuola, stia evolvendo verso forme inattese in senso stragistico e terroristico. Molti criminologi, ad es., si sono soffermati sull'incapacità della folla di reagire ad atti di violenza compiuti in pubblico, a causa del declino della sensibilità emotiva che può essere attribuito al bullismo. Quando, infatti, una persona veste i panni di bullo, assume anche uno ''status'' che lo rende meno sensibile al dolore, fino al punto che anche gli attendenti iniziano ad accettare la violenza come un evento socialmente conveniente.
 
Letteralmente, il termine "bullo" significherebbe "prepotente"; tuttavia, la prepotenza, come alcuni autori hanno avuto modo di rilevare<ref>Caravita S. (1998), ''Il ruolo dei genitori riguardo ai diritti-doveri degli studenti'', in "Rivista dell'Istruzione", XIV-5, settembre-ottobre, pp. 635-645.</ref>, è solo una componente del bullismo, che è da intendersi come un fenomeno multidimensionale.
A tal proposito <nowiki>l'</nowiki>''Anti-Bullying Centre at Trinity College'' di [[Dublino]] è intenta ad approfondire le conseguenze del bullismo sugli aggressori stessi, sia minorenni che adulti, i quali sono più soggetti a soffrire di una serie di disturbi quali [[depressione]], [[ansia]], deficit di [[autostima]], [[alcolismo]] ed altre dipendenze.<ref name=Williams>Williams K. D., Forgás J. P. von Hippel W. (2005). [http://www.amazon.com/gp/reader/184169424X ''The Social Outcast: Ostracism, Social Exclusion, Rejection, & Bullying.''] Psychology Press: New York.</ref>
 
In [[Inghilterra]] non esiste una definizione univoca, mentre in [[Italia]], con il termine «bullismo», si indica generalmente «il fenomeno delle prepotenze perpetrate da bambini e ragazzi nei confronti dei loro coetanei soprattutto in ambito scolastico».<ref name="Pisciotta">Pisciotta S. (2003), ''Bullismo'', in ''Lessico oggi. Orientarsi nel mondo che cambia'', Catanzaro, Rubbettino, p. 30. ISBN 978-88-498-0734-9</ref>
=== Suicidio ===
{{Vedi anche|Suicidio}}
{{Chiarire|Recentemente|Quando?}} i ''mass media'' hanno messo in luce certi casi di suicidio indotto da bullismo omofobico<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Kim YS, Leventhal B |titolo=Bullying and suicide. A review |rivista=International Journal of Adolescent Medicine and Health |volume=20 |numero=2 |pagine=133–54 |anno=2008 |id=PMID 18714552}}</ref> Si stima che circa 15-25 giovani ogni anno tentano il suicidio a causa del bullismo.<ref>Tra questi si segnalano Ryan Halligen, Phoebe Prince, Dawn-Marie Wesley, Kelly Yeomans, Jessica Haffer, [http://www.jessicahaffer.com/ Jessica Haffer Memorial page] Hamed Nastoh, [http://www.angelfire.com/bc2/hamed/ Hamed Nastoh Memorial Page] e April Himes [http://www.suicide.org/memorials/april-himes.html April Himes Memorial Page]</ref><ref>[http://www.coastkid.org/si-sob.html Statistics on bullying]</ref>
 
In [[Scandinavia]], soprattutto in [[Norvegia]] e [[Danimarca]], per identificare il fenomeno viene correntemente utilizzato il termine ''[[mobbing]]''<ref name="olweusdef">Olweus, D., [http://www.olweus.org/public/bullying.page Olweus.org] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100813174514/http://www.olweus.org/public/bullying.page |data=13 agosto 2010 }}</ref>, così come in [[Svezia]] e [[Finlandia]]<ref name="Civita">Civita A., (2007) ''Il bullismo come fenomeno sociale'', Milano, Franco Angeli, p. 31. ISBN 978-88-464-8263-1</ref> derivante dalla radice inglese ''mob'' stante a significare «un gruppo di persone implicato in atti di molestie».<ref name="Civita" /><ref name="autogenerato1">''Ibidem''.</ref> che è, appunto, il calco dell'inglese ''bullying''.
== Caratteristiche del bullo o dell'istigatore ==
Gli adulti che abusano della propria personalità, che hanno un atteggiamento autorevole, combinato con il bisogno di controllare l'ambiente circostante<ref name=brodsky>''The Harassed Worker'', Brodsky, C. (1976), D.C. Heath and Company, Lexington, Massachusetts.</ref>, hanno anche una maggiore tendenza a sottovalutare le proprie vittime<ref name=ashforth>''Petty tyranny in organizations '', Ashforth, Blake, Human Relations, Vol. 47, No. 7, 755-778 (1994)</ref>
Sviluppi nella ricerca hanno dimostrato che fattori come l'[[invidia]] ed il [[Vendetta|risentimento]] possono essere indicatori di rischio per diventare un bullo.<ref name=vari>''Bullying and emotional abuse in the workplace. International perspectives in research and practice'', Einarsen S., Hoel H., Zapf D., Cooper C. L. (2003), Taylor & Francis, London.</ref> I risultati sull'auto stima, in particolare, sono controversi:<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Pollastri AR, Cardemil EV, O'Donnell EH |titolo=Self-Esteem in Pure Bullies and Bully/Victims: A Longitudinal Analysis |rivista=Journal of Interpersonal Violence |volume= 25|numero= 8|pagine= 1489–502|anno=2009 |mese=dicembre|id=PMID 20040706 |doi=10.1177/0886260509354579}}</ref><ref name=bkn>{{Cita pubblicazione|nome=George M. |cognome=Batsche |first2=Howard M. |last2=Knoff |anno=1994 |titolo=Bullies and their victims: Understanding a pervasive problem in the schools |rivista=School Psychology Review |volume=23 |numero=2 |pagine=165–175 |url=http://faculty.buffalostate.edu/hennesda/BULLIES_AND_THEIR_VICTIMS.doc}}</ref> mentre alcuni evidenziano un aspetto narcisistico<ref>[http://www.bullyonline.org/workbully/faq.htm Answers to frequently asked questions about workplace bullying]</ref>, altri mostrano vergogna o imbarazzo.<ref>[http://www.scribd.com/doc/7882659/Presentation-Bullying Presentation Bullying]</ref>
 
==== La definizione data dai diversi autori ====
In alcuni casi l'origine del bullismo affonda le radici nell'infanzia, magari da parte di chi è stato a sua volta vittima di abusi<ref>{{Cita libro|autore=Fromm, Erich |titolo=The anatomy of human destructiveness |editore=Holt, Rinehart and Winston |città=New York |anno=1973 |pagine= |id=ISBN 0-03-007596-3}}</ref><ref>[http://www.worldcat.org/oclc/1667130&referer=brief_results ''Man Against Himself by Karl A. Menninger'']</ref><ref>[http://www.worldcat.org/search?q=Neurotic+Styles+by+David+Shapiro&qt=owc_search ''Neurotic Styles by David Shapiro'']</ref> Ci sono delle prove che indicano che i bulli hanno molte più probabilità di avere problemi con la giustizia<ref>[http://heinonline.org/HOL/Page?collection=journals&handle=hein.journals/cjrr19&id=159 {{Cita pubblicazione |doi= |titolo=Developmental Crime Prevention |anno=1995 |cognome=Tremblay |nome=R. E. |last2=Craig |first2=W.M. |rivista=Crime and Justice: A Review of Research |pagine=p.151}}]</ref>, e che possa strutturarsi da adulto in una vera e propria carriera criminale.<ref name=tcd>[http://www.abc.tcd.ie/ ''Anti-Bullying Center'' Trinity College, Dublin],</ref>
Il termine bullismo viene spesso utilizzato per riferirsi a fenomeni di [[violenza]] tipici degli ambienti scolastici<ref name="Britannica" />, ma può verificarsi anche in altri contesti sociali riservati ai più giovani.<ref name="Britannica" /><ref>{{cita web|url=http://www.treccani.it/vocabolario/bullismo/|titolo=bullismo|editore=[[Vocabolario Treccani]] online|accesso=8 aprile 2015}}</ref> Lo stesso comportamento, o comportamenti simili, in altri contesti, sono identificati con altri termini, come ''[[mobbing]]'' in ambito [[Lavoro|lavorativo]]<ref name="Britannica" /> o ''[[nonnismo]]'' nell'ambito delle [[forze armate]]. A partire dagli [[anni 2000]], con l'avvento di [[Internet]], si è andato delineando un altro fenomeno legato al bullismo, anche in questo caso diffuso soprattutto fra i giovani, il [[cyberbullismo]].
 
== I programmi di ricerca ==
== Caratteristiche della vittima ==
=== Inquadramento storico della ricerca sul bullismo ===
{{Vedi anche|Vittimologia#Predisposizione della vittima|Vedi anche_etichetta=Predisposizione della vittima}}
Il primo autore in assoluto a pubblicare un testo, sia pure non accademico, sul bullismo, oltre che utilizzare per primo il termine medesimo<ref>{{Cita web|url=https://www.wordreference.com/sven/mobbning|titolo=mobbning - Svensk-engelsk ordbok - WordReference.com|sito=www.wordreference.com|lingua=sv|accesso=2023-01-08}}</ref>, fu il medico e conduttore radiofonico [[Peter-Paul Heinemann]] (1931-2003), un [[Ebrei|ebreo]] di origine tedesca nato nel 1931 a Colonia e fuggito nel 1938 assieme alla sua famiglia in Svezia, a causa delle persecuzioni razziali.
Mentre in superficie, il bullismo cronico può apparire come una semplice azione di aggressione perpetrata su vittime casuali, il ciclo di riattivazione del bullismo può essere visto come una risposta inadeguata da parte della vittima verso l'aggressore, cioè di una risposta che è vista come stimolante da parte del bullo al fine di porre in essere i propri propositi devianti. D'altro canto, una risposta adeguanta presuppone la capacità da parte della vittima di ignorare le attenzioni dell'aggressore oppure di stare al gioco nell'ambito dei processi di [[comunicazione]] fra pari.<ref name = "churchill and lady astor">{{Cita web
| anno = 2010
| url = http://www.rightwingnews.com/quotes/churchill.php
| titolo= RWN's Favorite Quotations From Winston Churchill
| accesso=27 novembre 2010}} Famous quotes from Winston Churchill. See especially quote #2 regarding Lady Astor.
</ref> La vittima designata, comunque, deve necessariamente dimostrare in qualche modo di non essere intenzionata a continuare a subire alcuna intimidazione né altri sintomi che possano favorirne l'insorgenza. Quei soggetti, infatti, che riescono subito a scoraggiare chiunque ad effettuare nuovi tentativi di approccio deviante, sono coloro che più di tutti riescono a sfuggire dal distruttivo ciclo abusivo. D'altro canto coloro che reagiscono rapidamente a situazioni nelle quali si percepiscono delle vittime, tendono a diventare più frequentemente delle potenziali vittime del bullismo.<ref name = "bully-victim-predictors">{{Cita web
| anno = 2010
| url = http://www.micheleborba.com/blog/2010/09/22/problem-solving-to-prevent-bullying/
| titolo= Problem Solving to Prevent Bullying
| accesso=31 ottobre 2010}} Discussion of typical psychological profiles of both bullies and their targets.
</ref>
 
Nel 1972 pubblicò ''Mobbning: Gruppvåld bland barn och vuxna'' (Bullismo: Violenza di gruppo tra bambini e adulti), raccogliendo e ampliando una serie di articoli che erano precedentemente apparsi sul quotidiano svedese [[Dagens Nyheter]] già a partire dal 1969.
== Caratteristiche dell'attendente ==
Nonostante la maggior parte dei soggetti non sia interessata ad assumere il ruolo del bullo, ci sono un certo numero di persone che intervengono comunque nella vicenda. Tali individui sono i cd. “attendenti” e sfortunatamente tendono a prendere le parti del bullo. Nell'85% dei casi, gli attendenti sono coinvolti nella denigrazione della vittima o nella consolazione del bullo.<ref name="ReferenceC">Liepe-Levinson K., Levinson M.H., (2005) ''A General Semantics Approach to'', “Institute of General”, pp. 4-16</ref>
 
Heinemann fu ispirato, sia riguardo al tema trattato che all'utilizzo della parola mobbing, dalla lettura del famoso libro di [[Konrad Lorenz]] ''L'aggressività''.
Nella maggior parte dei casi, comunque, gli attendenti non fanno nulla che possa preoccupare né la vittima né l'aggressore, a meno che fino a quando il bullo non si stufi di avere gente intorno.<ref name="ReferenceA">Nelson E.D., Lambert R.D., (2001) ''Sticks, Stones and Semantics: The Ivory Tower'', “Qualitative Sociology”, pp. 83-106</ref> Ci sono al riguardo una serie di ragioni per le quali gli attendenti non intervengono, che variano dalla paura di diventare a loro volta delle vittime, alla differente percezione delle [[Uragano_Katrina#Saccheggi_e_violenza|ingiustizie]] che si verificano nel corso della vita.<ref name = "bystander attitudes">{{Cita web
| anno = 2010
| url = http://www.athealth.com/Consumer/issues/BulliesVictimsBystanders3.html
| titolo= Bullies, Victims, and Bystanders- Bystanders
| accesso=17 novembre 2010}} Description of typical attitudes of bystanders to bullying.
</ref>
<ref name = "bystander programs">{{Cita web
| anno = 2010
| url = http://www.sciencedaily.com/releases/2009/01/090125193150.htm
| titolo= New Tactics To Tackle Bystander’s Role In Bullying
| accesso=17 novembre 2010}} Science Daily website reviews effectiveness of several bullying-bystander awareness programs.
</ref>
 
Il primo in assoluto a pubblicare un articolo scientifico fu [[Dan Olweus]], che nel 1973 pubblicò ''Hackkycklingar och översittare: forskning om skolmobbning'' (Vittime e carnefici: ricerca sul bullismo scolastico).
Spesso il bullismo ha luogo alla presenza di un folto gruppo di attendenti. In alcuni casi, grazie al proprio carisma o autorità, il bullo riesce a creare un'aura di suggestione che gli permette di conquistare il favore degli attendenti e rafforzare la sua volontà. Tali dinamiche sono spesso sottese al fenomeno delle cd. “baby gang”. A meno che non intervengano dei mutamenti significativi nella prima parte della vita di una ''gang'', c'è il rischio che la “mentalità deviante” si strutturi progressivamente non solo nelle coscienze degli attendenti ma anche nel resto della scuola.
 
Heinemann, forse influenzato da analoghe riflessioni di quel periodo sull'[[Olocausto]] e le responsabilità del popolo tedesco, definiva il bullismo come "un'aggressione di gruppo verso un individuo o un altro gruppo in un qualche modo provocata da questi ultimi" e ancora i bulli come "bambini altrimenti normali che in particolari circostanze diventano loro malgrado aggressivi".
In alcuni gruppi dove tale mentalità ha attecchito, gli abusi e le ingiustizie diventano un denominatore comune all'interno del contesto di riferimento. Una certa tendenza ad elaborare in malo modo le informazioni emotive si riscontra negli attendenti ma in misura minore dei bulli. La conversione della mentalità deviante nei gruppi è spesso un lavoro che richiede molto tempo, risorse e coordinamento con i [[Assistente sociale|servizi sociali]] nonché l'assunzione di un certo rischio.
 
Olweus accettò solo in parte le ipotesi avanzate da Heinemann, rifiutando qualunque colpevolizzazione della vittima, definendo il bullo come "colui che prende l'iniziativa e che è esclusivamente responsabile dell'episodio di bullismo, salvo rare eccezioni".
Per prevenire e arginare il fenomeno del bullismo è fondamentale lavorare proprio sugli osservatori (chiamati anche “maggioranza silenziosa”), che sono a conoscenza della situazione, ma la maggior parte delle volte non intervengono in difesa della vittima<ref>http://azzurro.it/materials/a6558f88bf9c7f60e4b6592272f0ead5/fck_files/file/pdf/Pubblicazioni/Quaderni/quaderno_bullismo.pdf</ref> .
 
Mentre Heinemann aderiva ad alcune teorie vittimologiche in voga in quel periodo che definivano la situazione e il comportamento della vittima come variabili indipendenti in grado di spiegare buona parte della varianza del fenomeno, Olweus si focalizzò principalmente sul comportamento di tutti i soggetti coinvolti (vittime, persecutori e spettatori più o meno passivi).
=== Il ciclo dell'abuso ===
 
In diverse circostanze, le vittime possono scegliere in maniera casuale o arbitraria, specialmente nei gruppi sociali in cui la mentalità bulla può ottenere proseliti nella gerarchia del medesimo gruppo quando, ad es., i [[meccanismi di difesa]] del gruppo possono essere raggirati in modo tale che non sia necessario andare a cercare le vittime fuori dal quel gruppo. Il ciclo di tale comportamento implica qualche volta una previsione maggiore delle possibili risposte delle eventuali vittime, rispetto a quei gruppi dove la mentalità bulla si trova ad uno status ancora primitivo e dove, idealmente, è ancora possibile intervenire per recuperare i soggetti.<ref name = "attorney schultz's blog ">{{Cita web
Tuttavia, il bullismo non ebbe presso l'opinione pubblica di quegli anni la stessa risonanza che successivamente avrà, almeno fino al 1982, quando un giornale norvegese riportò la notizia del suicidio in un brevissimo arco di tempo di tre giovani di età compresa tra i dieci e i quattordici anni, vittime di atti di bullismo perpetrati ai loro danni da un gruppo di coetanei.
| anno = 2010
 
| url = http://personal-injury.lawyers.com/blogs/archives/9520-Bullying-and-Hazing-What-Can-We-Do-About-These-Problems.html
Nell'autunno dell'anno successivo, Olweus fu chiamato dal Ministero della Pubblica Istruzione norvegese per avviare nelle scuole di ogni ordine e grado una campagna di prevenzione e contrasto del bullismo scolastico<ref>{{Cita libro|nome=Peter-Paul|cognome=Heinemann|titolo=Mobbning : gruppvåld bland barn och vuxna|url=https://www.worldcat.org/oclc/60993862|accesso=2023-01-08|edizione=[Ny utg.]|data=1993|editore=Natur och kultur|OCLC=60993862|ISBN=91-27-03425-9}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Konrad|cognome=Lorenz|titolo=L'aggressività|url=https://www.worldcat.org/oclc/878738076|accesso=2023-01-08|data=2008|editore=Il Saggiatore|OCLC=878738076|ISBN=978-88-565-0029-5}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Dan|cognome=Olweus|titolo=Bullismo a scuola : ragazzi oppressi, ragazzi che opprimono|url=https://www.worldcat.org/oclc/799822964|accesso=2023-01-08|data=2007|editore=Giunti|OCLC=799822964|ISBN=978-88-09-05303-8}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Paul|cognome=Horton|data=2011-07|titolo=School Bullying and Social and Moral Orders: Social and Moral Orders|rivista=Children & Society|volume=25|numero=4|pp=268-277|lingua=en|accesso=2023-01-08|doi=10.1111/j.1099-0860.2011.00377.x|url=https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/j.1099-0860.2011.00377.x}}</ref>.
| titolo= Bullying and Hazing: What Can We Do About These Problems?
 
| accesso=27 novembre 2010}} Attorney Fred Schultz discussion of hazing and hazing law
=== La ricerca attuale ===
Dal 2000 è in atto a livello europeo una rilevazione di dati che consenta un confronto della diffusione del fenomeno del bullismo in vari Paesi europei. Il progetto E-ABC (Europe Anti-Bullying-Project)<ref>[http://www.e-abc.eu/en/ ΑΡΧΙΚΗ]</ref>, promosso dalla Commissione Europea, riunisce vari Paesi, ciascuno rappresentato da un'organizzazione nazionale che si impegna nella prevenzione del bullismo.
 
Secondo l'ndagine conoscitiva sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza condotta nel 2011 da Eurispes e Telefono Azzurro su un campione di 21 scuole, le forme di prevaricazione più comunemente subite da bambini e ragazzi sono la diffusione di informazioni false o cattive sul proprio conto (26,2%), provocazioni e prese in giro ripetute (22,8%), essere oggetto di offese immotivate (21,6%). Il 10,4% degli intervistati ha detto di subire una continua [[Esclusione sociale|esclusione/isolamento]] dal gruppo dei pari<ref>{{Cita web|url=https://www.redattoresociale.it/article/scuola_le_forme_di_bullismo_degli_adolescenti|titolo=Scuola: le forme di bullismo degli adolescenti|sito=Redattore Sociale|data=13 dicembre 2011}}</ref>.
 
== Variabili indipendenti del bullismo ==
=== I tre principali criteri definitori ===
Nonostante il dibattito in corso su come definire e concettualizzare il bullismo, i tre criteri definitori:
 
* intenzione a nuocere
* ripetitività
* asimmetria di potere
 
sono ampiamente accettati, utilizzati e citati dalla comunità scientifica<ref name=":2" />.
 
Vale a dire un'azione intenzionale eseguita al fine di arrecare danno alla vittima, continuata e protratta nei confronti di un particolare soggetto, caratterizzata da uno squilibrio di potere tra chi compie l'azione e chi la subisce (ad esempio per la mancanza di una tecnica di [[autodifesa]])<ref name=":2" />.
=== Gli attori e i rispettivi ruoli ===
Nel bullismo intervengono diversi attori, sia attivamente che passivamente:
 
* il '''bullo''': è colui che prende l’iniziativa nel fare prepotenze ai compagni, si presenta come leader di un gruppo e non è mai da solo. Può essere un bambino o un ragazzo, sia maschio che femmina, e solitamente sceglie come vittima qualche compagno/a con caratteristiche diverse, come ad esempio colore della pelle, orientamento sessuale, forte sensibilità, religione, ecc.
* il gruppo di amici o “'''sodali'''” del bullo: sono coloro che solitamente che hanno poca notorietà tra i compagni, che rinforzano l’azione del bullo ridendo, applaudendo o incitando e coronandolo come “capo”. Possono anche partecipare in modo attivo nelle vicende, ma sempre da una posizione secondaria rispetto al bullo.
* la '''vittima''': è colui che solitamente presenta qualche elemento di diversità ed è più fragile (asimmetria della relazione) dei compagni. Tende ad essere da sola, non ha amici oppure ha degli amici ma con altre difficoltà simili.
* il '''difensore''' della vittima: è chi consola e difende, chi chiede aiuto ad un adulto o comunque chi cerca delle modalità per far cessare le prepotenze. Questa figura è molto importante, ma purtroppo non sempre presente.
* gli '''osservatori''' passivi: definiti anche come la massa silenziosa, che non partecipa delle azioni ma non fa nulla al rispetto. Solitamente sono coscienti della situazione, ma non agiscono per diverse ragioni, come la paura, il non sapere che fare o il pensare che non è cosa loro<ref>{{Cita web|url=https://elbsbusinessschool.it/bullismo-caratteristiche-e-tipologie/|titolo=Bullismo: tipologie e caratteristiche|sito=ELBS Business School}}</ref>.
 
=== Il bullo e/o l'istigatore ===
Sebbene molto spesso, quando si parla di bullismo, si tenda ad applicare '''una facile e semplice dicotomia tra leader e gregario,''' la letteratura in materia è pressoché concorde nel ritenere che non esista un solo tipo di bullo, ma che sia possibile individuarne alcune specifiche tipologie, tutte caratterizzate da proprie peculiarità, caratteristiche e schemi comportamentali.
 
È bene precisare che tracciare il profilo del soggetto che si comporta da bullo non è mai semplice, soprattutto perché, trattandosi di individui in età evolutiva e con un carattere non ancora formato, sono comunque soggetti, con la crescita, a numerosi cambiamenti anche radicali. In genere, si tende a distinguere tra "bullo leader", "bullo cinico", "bullo agitato", "bullo aggressivo", "bullo amico".<ref>{{Cita libro|cognome=Florindi, Emanuele.|titolo=Bulli 2.0 : bullismo e cyberbullismo : evoluzione di un fenomeno e possibili rimedi|url=https://www.worldcat.org/oclc/1020130321|accesso=7 febbraio 2021|data=2017|editore=Imprimatur|pp=17-30|ISBN=978-88-6830-583-3|oclc=1020130321}}</ref>{{Chiarire|2=POV originale. La fonte citata è un libro non scientifico che esprime a suo volta punti di vista originali (forse contributore e autore del libro coincidono?). In letteratura non vi è riscontro dell'affermazione fatta.}}
 
Sviluppi nella ricerca hanno dimostrato che fattori come l'[[invidia]] e il [[risentimento]] possono essere indicatori di rischio per diventare un bullo.<ref name="vari">''Bullying and emotional abuse in the workplace. International perspectives in research and practice'', Einarsen S., Hoel H., Zapf D., Cooper C. L. (2003), Taylor & Francis, London.</ref> I risultati sull'[[autostima]], in particolare, sono controversi<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Pollastri AR, Cardemil EV, O'Donnell EH|anno=2009|mese=dicembre|titolo=Self-Esteem in Pure Bullies and Bully/Victims: A Longitudinal Analysis|rivista=Journal of Interpersonal Violence|volume=25|numero=8|pp=1489-502|doi=10.1177/0886260509354579|pmid=20040706}}</ref><ref name="bkn">{{Cita pubblicazione|nome=George M.|cognome=Batsche|nome2=Howard M.|cognome2=Knoff|anno=1994|titolo=Bullies and their victims: Understanding a pervasive problem in the schools|rivista=School Psychology Review|volume=23|numero=2|pp=165-175|url=http://faculty.buffalostate.edu/hennesda/BULLIES_AND_THEIR_VICTIMS.doc}}</ref>: mentre alcuni evidenziano un aspetto [[Narcisismo|narcisistico]]<ref>{{Cita web|url=http://www.bullyonline.org/workbully/faq.htm|titolo=Answers to frequently asked questions about workplace bullying|accesso=1º ottobre 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130707153041/http://www.bullyonline.org/workbully/faq.htm|dataarchivio=7 luglio 2013|urlmorto=sì}}</ref>, altri mostrano vergogna o imbarazzo.<ref>[http://www.scribd.com/doc/7882659/Presentation-Bullying Presentation Bullying]</ref>
 
===La vittima===
{{Vedi anche|Vittimologia#Predisposizione della vittima}}
Mentre in superficie il bullismo cronico può apparire come una semplice azione di aggressione perpetrata su vittime casuali, il ciclo di riattivazione del bullismo può essere visto come una risposta inadeguata da parte della vittima verso l'aggressore, cioè di una risposta che è vista come stimolante da parte del bullo al fine di porre in essere i propri propositi devianti. D'altro canto, una risposta adeguata presuppone la capacità da parte della vittima di ignorare le attenzioni dell'aggressore oppure di stare al gioco nell'ambito dei processi di [[comunicazione]] fra pari.<ref name="churchill and lady astor">{{Cita web|url=http://www.rightwingnews.com/quotes/churchill.php|titolo=RWN's Favorite Quotations From Winston Churchill|accesso=27 novembre 2010|anno=2010}} Famous quotes from Winston Churchill. See especially quote #2 regarding Lady Astor.
</ref>
 
<ref name = "a pro-active approach against bullying">{{Cita web
La vittima designata, comunque, deve necessariamente dimostrare in qualche modo di non essere intenzionata a continuare a subire alcuna intimidazione né altri sintomi che possano favorirne l'insorgenza. Quei soggetti, infatti, che riescono subito a scoraggiare chiunque a effettuare nuovi tentativi di approccio deviante, sono coloro che più di tutti riescono a sfuggire dal distruttivo ciclo abusivo.
| anno = 2010
 
| url = http://www.conflictmediation.net/bullies.html
D'altro canto coloro che reagiscono rapidamente a situazioni nelle quali si percepiscono delle vittime, tendono a diventare più frequentemente delle potenziali vittime del bullismo.<ref name="bully-victim-predictors">{{Cita web|url=http://www.micheleborba.com/blog/2010/09/22/problem-solving-to-prevent-bullying/|titolo=Problem Solving to Prevent Bullying|accesso=31 ottobre 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20101129235932/http://www.micheleborba.com/blog/2010/09/22/problem-solving-to-prevent-bullying/|dataarchivio=29 novembre 2010|urlmorto=sì|anno=2010}} Discussion of typical psychological profiles of both bullies and their targets.
| titolo= Safe schools: Breaking the cycle of violence.
| accesso=27 novembre 2010}} Discussion of pro-active anti-bullying school plans by certified mediator, Meadow Clark.
</ref>
 
===Il bullo-vittima o vittima reattiva===
Generalmente, il ciclo deviante può includere sia atti di aggressione sia atti di reazione a disposizione dell'eventuale vittima che sono interpretati come stimolanti da parte del bullo. Il ciclo si basa essenzialmente sulla capacità di avere sempre degli stimoli che possano motivare l'aggressore a porre in essere i propri propositi deviati, a volte [[Recidiva|reiterati]] nel lungo termine per mesi, anni o per tutta la vita. Allo stesso tempo il ciclo può essere subito interrotto al suo nascere, o durante la sua progressione, se viene a mancare o l'atto abusivo o la risposta della vittima.
Secondo uno studio di Barker, Arsenault, Brendgen, Fontan, Maughan (2008) l’idea che i bulli e le vittime siano sempre due ruoli separati necessita di revisioni. Nonostante gli attori del fenomeno del bullismo seguano dei veri e propri script, cioè ruoli stabiliti in una sequenza stereotipata (Menesini, 2003), che dipendono dalle caratteristiche personali e dalle aspettative degli altri nelle interazioni sociali, il ruolo del bullo vittima o vittima reattiva risulta più spurio degli altri. Egli appare come il più problematico degli attori coinvolti nel bullismo, il suo profilo è stato definito secondo la teoria socio cognitiva e secondo la teoria dell’attaccamento. Il bullo vittima sembra distinguersi dalle vittime passive per un’incompetenza sociale generalizzata e per l’inefficacia nell’opporsi al suo aggressore.
 
Egli presenta una combinazione del modello reattivo aggressivo (tipico del bullo) e del modello reattivo ansioso (tipico della vittima). Da un lato è oggetto di aggressione da parte dei suoi pari, dall’altro reagisce alle offese subite facendo ricorso alla forza (Cerutti et al. 2005). Ciò che distingue le vittime provocatrici da quelle passive è proprio il tentativo di combattere i loro aggressori. Le vittime reattive di solito risultano sgradite anche agli adulti perché manifestano irrequietezza e distrazione e cercano di prevaricare a loro volta attivando situazioni di elevata conflittualità (Cerutti et al., 2008). Questi spesso hanno un comportamento iperattivo, problemi di concentrazione, un concetto di sé per lo più negativo, risultano ansiose e insicure (Cerutti et al, 2008). Il bullo vittima proviene spesso da ambienti ad alto rischio di abuso e maltrattamento, per questo incontra molte difficoltà nelle esperienze sociali (Espelage, Holt, 2006).
Mentre il coinvolgimento sociale può sembrare complicato per comprendere l'attività bullistica, lo stimolo che più frequentemente è implicato nella riattivazione del ciclo è la sottomissione. Nel momento di percezione dello stimolo, l'istigatore tenta di ottenere un riconoscimento pubblico per ciò che andrà a compiere, come dire: «vedetemi e temetemi, sono così forte che ho il potere di incutere timore verso qualsiasi persona ed in qualsiasi momento senza pagare alcuna conseguenza per le mie azioni!».
 
Infatti, la vittima provocatrice vive nella relazione con l’altro un’alternanza di status (Menesini, 2003). La vittima reattiva, presentando le difficoltà comuni sia ai bulli che alle vittime, ha maggiore probabilità di sviluppare problemi di adattamento rispetto agli altri attori. In particolare la scarsa modulazione dell’aggressività incide sui comportamenti antisociali che possono incontrare il loro picco durante la tarda adolescenza o durante la giovane età adulta (Barker, Arsenault, Brendgen, Fontaine, Maughan, 2008).
Nel momento in cui la vittima dimostra di possedere delle tendenze passive o comunque che la inibiscono di reagire, allora il ciclo continuerà a riattivarsi. Nei casi in cui il ciclo non si è stabilito ancora, la vittima potrebbe rispondere in modo che qualsiasi tentativo da parte dell'aggressore non avrebbe alcun effetto. All'uopo, le istituzioni possono inibire o rafforzare il bullismo, ad es., colpevolizzando le vittime ed inducendole a risolvere da soli i propri problemi.<ref name = "nbc-on-jay-banks">{{Cita web
 
| anno = 2010
Secondo Perry, Perry e Kennedy (1992) la [[Teoria dell'attaccamento|teoria dell’attaccamento]] e la [[teoria socio cognitiva]] potrebbero spiegare l’incompetenza sociale del bullo vittima e la sua centrale difficoltà di gestione del conflitto. Il bullo vittima potrebbe aver subito vittimizzazione anche in famiglia o in ambienti extrafamiliari (Espelage, Holt, 2006). Le possibili conseguenze del bullo-vittima dipendono anche dal ruolo disadattivo delle strategie di interazione di tipo aggressivo. Le conseguenze psicopatologiche cui va incontro la vittima reattiva implicano un’ampia serie di problemi di adattamento e difficoltà comuni sia ai bulli che alle vittime passive. Per queste ragioni la collaborazione tra la scuola e la famiglia assume un ruolo centrale per l’intervento e la sua efficacia.
| url = http://www.youtube.com/watch?v=wzLukEtsgCA
 
| titolo= Jay Banks NBC TV-10 "STAMP Out Bullying"
=== Gli spettatori ===
| accesso=31 ottobre 2010}} Youtube video of NBC report on Jay Banks' anti-bullying program, advising targets to "project self-confidence".
{{Chiarire|Gli spettatori a seconda del loro tipo di reazione alla vicenda, che sia passiva di accettazione o di timore o che sia attiva di incitamento o di contestazione rivestono un ruolo spesso fondamentale nell'evolvere dei soprusi<ref>[[Albert Bandura]], ''Disimpegno morale. Come facciamo del male continuando a vivere bene'', 2017, pag. 55, trad. Riccardo Mazzeo, Edizioni Erickson, Trento, ISBN 978-88-590-1432-4</ref>.|La frase di Bandura c'entra poco con il bullismo. A meno che l'estensore non citi un articolo scientifico in cui si afferma che ciò invece è. Fino a quel momento l'ipotesi alternativa avanzata dall'estensore va congelata e prevale l'ipotesi nulla, e cioè che Bandura non ha nulla a che vedere con il bullismo. Ho anche corretto "sopprusi" con "soprusi"}}
</ref>
 
<ref name = "jay-banks-youtube-homepage">{{Cita web
== Le tipologie di bullismo ==
| anno = 2010
Il bullismo può includere una vasta gamma di comportamenti diretti, ad esempio violenza, attacchi e/o offese verbali, [[discriminazione]], [[Molestia|molestie]], il [[Plagio (psicologia)|plagio]] e altre vessazioni<ref name="Whitted">Whitted, K.S. & Dupper, D.R. (2005). Best Practices for Preventing or Reducing Bullying in Schools. ''Children and Schools'', Vol. 27, No. 3, July 2005, pp. 167-175(9).</ref><ref>Carey, T.A. (2003) Improving the success of anti-bullying intervention programs: A tool for matching programs with purposes. International Journal of Reality Therapy, 23(2), 16-23</ref> oppure di comportamenti indiretti, tesi ad ottenere l'allontanamento dal gruppo e l'isolamento utilizzando sistemi come la mormorazione, il rifiuto a socializzare con la vittima, il tentativo di isolarla, mettendo in evidenza caratteristiche fisiche o, addirittura, le sue capacità intellettuali (ad esempio, uno studente particolarmente brillante potrebbe diventare oggetto di scherno come "secchione") fino ad arrivare a spaventare i suoi amici, in modo da indurli ad allontanarsi.
| url = http://www.youtube.com/profile?user=jaybanksproductions#g/u
 
| titolo= Jay Banks Productions Youtube Homepage
Accanto a metodi attivi, finalizzati a emarginare o ferire la vittima, ce ne sono altri di tipo differente, più subdoli, secondo il modello comportamentale del "bullo amico"<ref>{{Cita libro|cognome=Florindi, Emanuele.|titolo=Bulli 2.0 : bullismo e cyberbullismo : evoluzione di un fenomeno e possibili rimedi|url=https://www.worldcat.org/oclc/1020130321|accesso=3 febbraio 2021|data=2017|editore=Imprimatur|p=30|ISBN=978-88-6830-583-3|oclc=1020130321}}</ref>, che, simulando amicizia e accettazione della vittima all'interno del gruppo, nascondono il tentativo di procurarle danni o violenze, ad esempio, sottoponendo la vittima a rituali umilianti, illegali o pericolosi (a seconda dell'età o del contesto, i rituali possono variare e consistere nell'invito a commettere un reato, partecipare a una competizione clandestina in auto o in moto, assumere una grande quantità di alcool o sostanze stupefacenti, fumare ecc.).
| accesso=31 ottobre 2010}} Compilation of anti-bullying videos by anti-bullying expert, Jay Banks
 
Lo scopo è quello di alzare sempre più la posta in modo da esporre la vittima a rischi sempre maggiori per poi colpirla nel momento di maggiore debolezza o stanchezza<ref>{{Cita web|url=http://www.kimberlyswygert.com/archives/001765.html|titolo=The benefits of bullying|accesso=3 settembre 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110928054438/http://www.kimberlyswygert.com/archives/001765.html|dataarchivio=28 settembre 2011|urlmorto=sì|anno=2004}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://news.bbc.co.uk/1/hi/education/564923.stm|titolo=Bullies are healthiest pupils|pubblicazione=BBC News|data=14 dicembre 1999|accesso=3 settembre 2011|anno=1999}}</ref> oppure in quello di maggior fiducia in sè stessa da parte della vittima.<ref>{{Cita web|url=http://www.medindia.net/news/Child-Development-Academician-Says-Bullying-Is-Beneficial-To-Kids-46992-1.htm|titolo=Child Development Academician says Bullying is beneficial to Kids|accesso=3 settembre 2011|anno=2009}}</ref>
 
In diverse circostanze, le vittime possono essere scelte in maniera casuale o arbitraria, specialmente nei gruppi sociali in cui la mentalità bulla può ottenere proseliti nella gerarchia del medesimo gruppo quando, ad esempio, i [[meccanismi di difesa]] del gruppo possono essere raggirati in modo tale che non sia necessario andare a cercare le vittime fuori da quel gruppo. Il ciclo di tale comportamento implica, qualche volta, una previsione maggiore delle possibili risposte delle eventuali vittime, rispetto a quei gruppi dove la mentalità bulla si trova a uno status ancora primitivo e dove, idealmente, è ancora possibile intervenire per recuperare i soggetti.<ref name="attorney schultz's blog">{{Cita web|url=http://personal-injury.lawyers.com/blogs/archives/9520-Bullying-and-Hazing-What-Can-We-Do-About-These-Problems.html|titolo=Bullying and Hazing: What Can We Do About These Problems?|accesso=27 novembre 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110723070003/http://personal-injury.lawyers.com/blogs/archives/9520-Bullying-and-Hazing-What-Can-We-Do-About-These-Problems.html|dataarchivio=23 luglio 2011|urlmorto=sì|anno=2010}} Attorney Fred Schultz discussion of hazing and hazing law
</ref><ref name="a pro-active approach against bullying">{{Cita web|url=http://www.conflictmediation.net/bullies.html|titolo=Safe schools: Breaking the cycle of violence.|accesso=27 novembre 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110620033631/http://www.conflictmediation.net/bullies.html|dataarchivio=20 giugno 2011|urlmorto=sì|anno=2010}} Discussion of pro-active anti-bullying school plans by certified mediator, Meadow Clark.
</ref>
 
== Fattori di rischio del bullismo ==
[[File:Rebecca1917version.jpg|220px|thumb|[[Rebecca of Sunnybrook Farm]], ([[1903]])]]
=== Fattori socioculturali ===
A [[scuola]], il bullismo si verifica non solo in classe ma in tutti gli ambienti che permettono le relazioni tra pari quali palestre, bagni, scuola bus, laboratori o all'esterno. In tali casi si pongono in essere dei comportamenti devianti tesi ad isolare un compango e guadagnare il rispetto degli attendenti che, in tal modo, eviteranno di diventare a loro volta delle vittime designate.
==== Omofobia ====
{{Vedi anche|Bullismo omofobico}}
Il bullismo nei confronti di queste persone si caratterizza per comportamenti, specialmente di tipo verbale e denigratorio, specialmente in ambienti dominati da stereotipi e pregiudizi nei confronti di [[gay]], [[lesbiche]], [[bisessuali]] e [[transessuali]].
 
==== Soggetti disabili ====
Il bullismo, a differenza del [[vandalismo]] e del [[teppismo]], si presenta come una forma di violenza antitetica a quelle rivolte contro le istituzioni e i loro simboli (docenti o strutture scolastiche): queste ultime sarebbero esogene, dove il bullismo è, invece, endogeno, una sorta di [[cannibalismo]] psicologico interno al gruppo dei pari. Inoltre è da sottolineare come quasi sempre, in particolare nei casi di ostracismo, l'intera classe di attendenti tende ad essere coinvolta nel bullismo, attivo o passivo, rivolto verso le vittime del gruppo, tramite meccanismi di consenso, più o meno consapevole, non solo nel timore di diventare nuove vittime dei bulli, o per mettersi in evidenza nei loro confronti, ma perché questi spesso riescono ad esprimere la cultura identitaria del gruppo, sia pur in negativo, attraverso la designazione della vittima quale [[capro espiatorio]].
{{Vedi anche|Disabilità}}
A causa della propria condizione, molti atti di bullismo compiuti su questo tipo di persone sono spesso confusi con i [[crimini d'odio]].<ref name=Quarmby>Quarmby, Katharine. "Scapegoat: Why we are failing disabled people." ''Portobello'', 2011.</ref>
 
==== Il bullismo scolastico ====
In molte scuole si stanno predisponendo dei codici di condotta anche per gli insegnanti.<ref>{{Cita libro|autore=Ellen deLara; Garbarino, James |titolo=And Words Can Hurt Forever: How to Protect Adolescents from Bullying, Harassment, and Emotional Violence |editore=Free Press |città=New York |anno=2003 |pagine= |id=ISBN 0-7432-2899-5}}{{Page needed|date=September 2010}}</ref><ref>Whitted, K.S. (2005). [http://proquest.umi.com/pqdlink?Ver=1&Exp=12-10-2012&FMT=7&DID=990282831&RQT=309&attempt=1 ''Student reports of physical and psychological maltreatment in schools: An under-explored aspect of student victimization in schools.''] University of Tennessee.</ref><ref>{{Cita pubblicazione|doi=10.1177/0013124507304487 |titolo=Do Teachers Bully Students?: Findings From a Survey of Students in an Alternative Education Setting |anno=2007 |cognome=Whitted |nome=K. S. |last2=Dupper |first2=D. R. |rivista=Education and Urban Society |volume=40 |pagine=329}}</ref>
{{Vedi anche|Bullismo scolastico}}
A [[scuola]], il bullismo si verifica non solo in classe ma in tutti gli ambienti che permettono le relazioni tra pari quali palestre, bagni, scuolabus, laboratori o all'esterno. In tali casi si pongono in essere dei comportamenti devianti tesi a isolare un compagno e guadagnare il rispetto degli attendenti che, in tal modo, eviteranno di diventare a loro volta delle vittime designate.
 
In molte scuole si stanno predisponendo dei codici di condotta anche per gli/le [[insegnanti]].<ref>{{Cita libro|autore=Ellen deLara; Garbarino, James |titolo=And Words Can Hurt Forever: How to Protect Adolescents from Bullying, Harassment, and Emotional Violence |url=https://archive.org/details/andwordscanhurtf0000garb |editore=Free Press |città=New York |anno=2003 |isbn=0-7432-2899-5 }}</ref><ref>Whitted, K.S. (2005). [http://proquest.umi.com/pqdlink?Ver=1&Exp=12-10-2012&FMT=7&DID=990282831&RQT=309&attempt=1 ''Student reports of physical and psychological maltreatment in schools: An under-explored aspect of student victimization in schools.''] University of Tennessee.</ref><ref>{{Cita pubblicazione|doi=10.1177/0013124507304487 |titolo=Do Teachers Bully Students?: Findings From a Survey of Students in an Alternative Education Setting |anno=2007 |cognome=Whitted |nome=K. S. |cognome2=Dupper |nome2=D. R. |rivista=Education and Urban Society |volume=40 |p=329 }}</ref> Per contrastare il fenomeno si può ricorrere a sospensioni, pagelle e respingimenti, o anche castighi corporali che spesso però non fanno altro che peggiorare il fenomeno. Queste soluzioni, infatti, non considerano il dialogo che il docente potrebbe instaurare con lo/a [[studente|studente/ssa]].<ref>“Corriere della Sera”, ''Schiaffi ai bimbi vietati in 23 Stati'', 16 dicembre 2008</ref>
Si intendono sia le università che gli enti di ricerca dove sono più frequenti i rapporti tra docenti e propri assistenti, sia intesi come ricercatori che dottorandi.<ref>Keashly L [http://findarticles.com/p/articles/mi_7440/is_201003/ai_n55066007/ Faculty Experiences with Bullying in Higher Education Causes, Consequences, and Management - Administrative Theory & Praxis Volume 32, Number 1 March 2010]</ref>
 
In alcuni casi sono gli stessi insegnanti che, per svariate quanto deprecabili ragioni, ridicolizzando o umiliando un/'alunno/a (per i suoi risultati e/o per caratteristiche personali) davanti ai propri compagni, invitano questi ultimi, esplicitamente o implicitamente, a prenderlo/la di mira, innescando la spirale di isolamento e/o di violenza fisica/morale tipica del bullismo.
=== In ufficio o in fabbrica ===
{{Vedi anche|Sociologia dell'organizzazione#Potere}}
Le statistiche mostrano che il bullismo è più frequente sul posto di lavoro e che, mentre un impiegato su 10000 diventa una vittima di [[mobbing]], uno su sei subisce atti di bullismo, molti dei quali non sono necessariamente illegali nel senso che non sono previste dalla ''policy'' organizzativa del datore di lavoro. Un'altra fattispecie sono le molestie sessuali che colpiscono soprattutto le donne, in tal senso gli studi presentano delle lacune sui danni subiti dai maschi<ref>Richards A, Edwards SL (2008) ''A Nurse's Survival Guide to the Ward''</ref><ref>Della Sega C. (2009) ''Bullying Among Nurses'', “American Journal of Nursing”, January, 109, 1, pp. 52-58</ref>.
 
Il fenomeno si riscontra anche nelle [[università]] e negli enti di ricerca dove sono più frequenti i rapporti tra docenti e propri assistenti, intesi sia come ricercatori sia come dottorandi.<ref>Keashly L [http://findarticles.com/p/articles/mi_7440/is_201003/ai_n55066007/ Faculty Experiences with Bullying in Higher Education Causes, Consequences, and Management - Administrative Theory & Praxis Volume 32, Number 1 March 2010]</ref>
=== Cyber-bullismo ===
{{Vedi anche|Crimine informatico}}
Questa forma di bullismo è molto diffusa ma non sempre rilevata a causa dell'anonimato con cui agiscono gli aggressori magari tramite l'uso di email, forum asincronici, siti web, social network, etc.<ref name=Bolton>Bolton J., Graeve S. (2005) "No Room for Bullies: from the Classroom to Cyberspace." ''Boys Town,'' Neb.: Boys Town.</ref><ref name=Marcello>Marcello C. (2010) ''Perceptions of Workplace Bullying Among IT Professionals: A correlational analysis of workplace bullying and psychological empowerment of Workplace Bullying''</ref><ref name= "Thomson">Thomson R. [http://www.computerweekly.com/Articles/2008/04/03/230127/IT-profession-blighted-by-bullying.htm IT profession blighted by bullying] Computer Weekly 3 April 2008</ref><ref>http://azzurro.it/materials/a6558f88bf9c7f60e4b6592272f0ead5/fck_files/file/pdf/Pubblicazioni/Quaderni/opuscolo_internet_pericoli_della_rete.html</ref><ref>http://azzurro.it/index.php/it/contenuti2/bullismo-e-cyberbullismo/cyberbullismo</ref>
 
==== Nei luoghi di lavoro ====
Secondo l’Indagine nazionale sulla Condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza pubblicata nel 2011 <ref>http://azzurro.it/index.php/it/pubblicazioni/rapporti-nazionali-infanzia</ref> un quinto dei ragazzi ha trovato in Internet informazioni false sul proprio conto: “raramente” (12,9%), “qualche volta” (5,6%) o “spesso” (1,5%). Con minore frequenza si registrano casi di messaggi, foto o video dai contenuti offensivi e minacciosi, ricevuti “raramente”, “qualche volta” o “spesso” dal 4,3% del campione; analoga percentuale (4,7%) si registra anche per le situazioni di esclusione intenzionale da gruppi on-line.
{{Vedi anche|Bossing|Mobbing}}
Le statistiche mostrano che il bullismo è più frequente sul posto di lavoro e che, mentre un impiegato su 10&nbsp;000 diventa una vittima di [[mobbing]], uno su sei subisce atti di bullismo, molti dei quali non sono necessariamente illegali nel senso che non sono previste dalla ''policy'' organizzativa del datore di lavoro. Un'altra fattispecie sono le molestie sessuali che colpiscono soprattutto le donne, in tal senso gli studi presentano delle lacune sui danni subiti dagli uomini.<ref>Richards A, Edwards SL (2008) ''A Nurse's Survival Guide to the Ward''</ref><ref>Della Sega C. (2009) ''Bullying Among Nurses'', “American Journal of Nursing”, January, 109, 1, pp. 52-58</ref>
 
==== OmofobiaSu internet ====
{{Vedi anche|OmofobiaCrimine informatico|Cyberbullismo}}
Questa forma di bullismo, chiamata [[cyberbullismo]], è molto diffusa ma non sempre rilevata a causa dell'anonimato con cui agiscono gli aggressori magari tramite l'uso di email, forum asincronici, siti web, social network, ecc.<ref name=Bolton>Bolton J., Graeve S. (2005) "No Room for Bullies: from the Classroom to Cyberspace." ''Boys Town,'' Neb.: Boys Town.</ref><ref name=Marcello>Marcello C. (2010) ''Perceptions of Workplace Bullying Among IT Professionals: A correlational analysis of workplace bullying and psychological empowerment of Workplace Bullying''</ref><ref name="Thomson">Thomson R. [http://www.computerweekly.com/Articles/2008/04/03/230127/IT-profession-blighted-by-bullying.htm IT profession blighted by bullying] Computer Weekly 3 April 2008</ref><ref>{{Cita web |url=http://azzurro.it/materials/a6558f88bf9c7f60e4b6592272f0ead5/fck_files/file/pdf/Pubblicazioni/Quaderni/opuscolo_internet_pericoli_della_rete.html |titolo=Copia archiviata |accesso=18 ottobre 2012 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130320055757/http://www.azzurro.it/materials/a6558f88bf9c7f60e4b6592272f0ead5/fck_files/file/pdf/Pubblicazioni/Quaderni/opuscolo_internet_pericoli_della_rete.html |dataarchivio=20 marzo 2013 |urlmorto=sì }}</ref><ref>{{cita web |url=http://azzurro.it/index.php/it/contenuti2/bullismo-e-cyberbullismo/cyberbullismo |titolo=Copia archiviata |accesso=18 ottobre 2012 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121017133533/http://www.azzurro.it/index.php/it/contenuti2/bullismo-e-cyberbullismo/cyberbullismo |dataarchivio=17 ottobre 2012 }}</ref>
Il bullismo nei confronti di queste persone si caratterizza per comportamenti, specialmente di tipo verbale e denigratorio, specialmente in ambienti dominati da stereotipi e pregiudizi nei confronti di [[gay]], [[lesbiche]], [[bisessuali]], [[transessuali]] e [[LGBT]].
 
Secondo l'Indagine nazionale sulla Condizione dell'Infanzia e dell'Adolescenza pubblicata nel 2011<ref>{{cita web |url=http://azzurro.it/index.php/it/pubblicazioni/rapporti-nazionali-infanzia |titolo=Copia archiviata |accesso=17 ottobre 2012 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121017134858/http://www.azzurro.it/index.php/it/pubblicazioni/rapporti-nazionali-infanzia |dataarchivio=17 ottobre 2012 }}</ref> un quinto dei ragazzi ha trovato in Internet informazioni false sul proprio conto: “raramente” (12,9%), “qualche volta” (5,6%) o “spesso” (1,5%). Con minore frequenza si registrano casi di messaggi, foto o video dai contenuti offensivi e minacciosi, ricevuti “raramente”, “qualche volta” o “spesso” dal 4,3% del campione; analoga percentuale (4,7%) si registra anche per le situazioni di [[Esclusione sociale|esclusione]] intenzionale da gruppi on-line.
=== Nei confronti di minorati fisici e portatori di handicap ===
A causa delle propria condizione, molti atti di bullismo compiuti su questo tipo di persone sono spesso confusi coni [[crimini d'odio]]<ref name=Quarmby>Quarmby, Katharine. "Scapegoat: Why we are failing disabled people." ''Portobello'', 2011.</ref> A peggiorare la situazione, interviene la difficoltà da parte loro di esprimersi al meglio in modo da attivare i dovuti interventi.
 
==== Nelle istituzioni di risocializzazionecarcerarie ====
{{Vedi anche|Carcere}}
Un altro ambiente conosciuto per le proprie pratiche coercitive è l'[[Prigione|istituto penitenziario]]. Ciò è inevitabile quando molti dei detenuti sono stati a loro volta bulli prima di finire in carcere ed ora si ritrovano a subire le medesime angherie da altri detenuti o, magari, dal personale di [[polizia penitenziaria]].
 
==== Nelle forze armate ====
{{Vedi anche|Nonnismo}}
Si è detto che tale comportamento può essere dovuto ad un generale consenso sui rapporti di forza in un dato ambiente di lavoro. Nel caso delle forze armente, i soldati accettano il rischio di perdere la propria vita, nella prospettiva di un miglioramento in carriera quando potranno a loro volta formulare ordini nei confronti di nuove reclute, sia di genere maschile che femminile.<ref name=diff>Callaghan J.M., Kernic F. (2003) ''Social Psychology of the Individual Soldier'', Armed Forces and International Security: Global Trends and Issues, Lit Verlag, Munster</ref> In quest'ultimo caso però gli interessi personali sembrano prevalere rispetto a quelli prettamente pratici, nonostante il ruolo del militare in carriera attualmente sia molto meno impegnativo che nel passato.
== Le conseguenze sulla vittima ==
Gli effetti del bullismo sul benessere di bambini e adolescenti vittime sono spesso devastanti, come ampiamente documentato dalla letteratura<ref name="link.springer.com"/><ref>{{Cita pubblicazione|nome=L.|cognome=Arseneault|nome2=L.|cognome2=Bowes|nome3=S.|cognome3=Shakoor|data=2010-05|titolo=Bullying victimization in youths and mental health problems: ‘Much ado about nothing’?|rivista=Psychological Medicine|volume=40|numero=5|pp=717-729|lingua=en|accesso=2023-01-28|doi=10.1017/S0033291709991383|url=https://www.cambridge.org/core/product/identifier/S0033291709991383/type/journal_article}}</ref>.
Le vittime di bullismo hanno dichiarato di intrattenere insoddisfacenti (per qualità e numero) relazioni interpersonali con il loro coetanei, e quindi senso di solitudine, bassa autostima<ref name="jama.jamanetwork.com">{{Cita pubblicazione|nome=Tonja R.|cognome=Nansel|nome2=Mary|cognome2=Overpeck|nome3=Ramani S.|cognome3=Pilla|data=2001-04-25|titolo=Bullying Behaviors Among US Youth: Prevalence and Association With Psychosocial Adjustment|rivista=JAMA|volume=285|numero=16|p=2094|lingua=en|accesso=2023-01-28|doi=10.1001/jama.285.16.2094|url=http://jama.jamanetwork.com/article.aspx?doi=10.1001/jama.285.16.2094}}</ref>, sintomi di depressione e ansia, ritiro sociale<ref name="tandfonline.com">{{Cita pubblicazione|nome=Ersilia|cognome=Menesini|nome2=Marco|cognome2=Modena|nome3=Franca|cognome3=Tani|data=2009-06-01|titolo=Bullying and Victimization in Adolescence: Concurrent and Stable Roles and Psychological Health Symptoms|rivista=The Journal of Genetic Psychology|volume=170|numero=2|pp=115-134|lingua=en|accesso=2023-01-28|doi=10.3200/GNTP.170.2.115-134|url=https://www.tandfonline.com/doi/full/10.3200/GNTP.170.2.115-134}}</ref> e pensieri suicidari<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Sameer|cognome=Hinduja|nome2=Justin W.|cognome2=Patchin|data=2010-07-28|titolo=Bullying, Cyberbullying, and Suicide|rivista=Archives of Suicide Research|volume=14|numero=3|pp=206-221|lingua=en|accesso=2023-01-28|doi=10.1080/13811118.2010.494133|url=http://www.tandfonline.com/doi/abs/10.1080/13811118.2010.494133}}</ref>.
 
Viceversa, i bulli riportano un livello più elevato di sintomi esternalizzanti, tra cui aggressività generale, comportamenti delinquenziali e di violazione delle regole<ref name="tandfonline.com" /> e uso di sostanze<ref name="jama.jamanetwork.com" />.
==Dati==
 
Gli individui che sono sia bulli che vittime (sempre di bullismo) sono a più alto rischio di sviluppare problemi sociali e di salute mentale<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Jaana|cognome=Juvonen|nome2=Sandra|cognome2=Graham|nome3=Mark A.|cognome3=Schuster|data=2003-12-01|titolo=Bullying Among Young Adolescents: The Strong, the Weak, and the Troubled|rivista=Pediatrics|volume=112|numero=6|pp=1231-1237|lingua=en|accesso=2023-01-28|doi=10.1542/peds.112.6.1231|url=https://publications.aap.org/pediatrics/article/112/6/1231/63549/Bullying-Among-Young-Adolescents-The-Strong-the}}</ref>.
Negli ultimi anni in Italia sono stati condotti molti studi e ricerche sul bullismo, con l’intento di definire quale sia la diffusione del fenomeno nel nostro Paese. Manca però un sistema unitario e permanente di monitoraggio del fenomeno.
Secondo L’Indagine nazionale sulla Condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza pubblicata nel 2011 le forme di prevaricazione più comunemente messe in atto da bambini e ragazzi sono la diffusione di informazioni false o cattive sul proprio conto (25,2%), provocazioni e prese in giro ripetute (22,8%), essere ripetutamente oggetto di offese immotivate (21,6%). Il 10,4% degli intervistati ha detto di subire una continua esclusione/isolamento dal gruppo dei pari. Le forme di bullismo indiretto (verbale e relazionale) appaiono quindi molto più diffuse rispetto alle fome di bullismo fisico.
Rispetto a parametri quali sesso ed età, emerge che il bullismo riguarda sia i maschi che le femmine, con una prevalenza per queste ultime di episodi di diffusione di informazioni false o cattive sul proprio conto.
In generale, le azioni di bullismo diminuiscono al crescere dell’età.
È attualmente in atto a livello europeo una rilevazione di dati che consenta un confronto della diffusione del fenomeno del bullismo in vari Paesi europei. Il progetto E-ABC (Europe Anti-Bullying-Project) <ref>http://www.e-abc.eu/en/</ref>, promosso dalla Commissione Europea, riunisce vari Paesi, ciascuno rappresentato da un’organizzazione nazionale che si impegna nella prevenzione del bullismo.
 
== Normativa e giurisprudenza in Italia ==
=== ProspettiveLeggi sul bullismoordinarie ===
La legge 29 maggio 2017, n. 71, “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo” pubblicata nella «Gazzetta Ufficiale» n. 127 del 3 giugno 2017, nasce con l’obiettivo di contrastare il fenomeno del cyberbullismo attraverso azioni di carattere preventivo e attuando una strategia di attenzione, tutela ed educazione nei confronti dei minori coinvolti, sia nella posizione di vittime sia in quella di responsabili di illeciti. Inoltre prevede alcuni importanti strumenti tra cui la richiesta di rimozione di contenuti lesivi della dignità del minore (art.2) e l'ammonimento del questore (art.7)<ref name=":6">{{Cita pubblicazione|autore=Dossier n° 39/1 - Elementi per l'esame in Assemblea|data=7 luglio 2023|titolo=Disposizioni in materia di prevenzione e contrasto del
L'enorme presenza di episodi di bullismo da parte dei ''mass-media'' hanno portato ad una crescente attenzione sul problema. Sono pensieri o opinioni sul bullismo essenzialmente errati, ma troppo spesso radicati:
bullismo e del cyberbullismo
* credere che sia soltanto un fenomeno facente parte della crescita;
A.C. 536-891-910-A|rivista=Camera dei Deputati - Servizio Studi}}</ref>.
* pensare che sia una semplice "ragazzata";
* ritenere che si riscontri soltanto delle zone abitative più povere e arretrate (ipotesi dimostratasi falsa e inutile, alcune volte, ragazzi benestanti, perseguitano ragazzi più poveri)
* giudicare colpevole la vittima, poiché non in grado di sapersi difendere.
 
Più nel dettaglio, la legge:
È di fondamentale importanza, infatti, che l'opinione pubblica riconosca la gravità degli atti di bullismo e delle loro conseguenze per il recupero sia delle piccole vittime, che nutrono una profonda sofferenza, sia dei propri prevaricatori, che corrono il rischio di intraprendere percorsi caratterizzati da devianza e delinquenza.<ref name=bullismocesaroni/> {{citazione necessaria|Da non sottovalutare la causa più importante: una libera scelta incondizionata e consapevole da parte del prevaricatore di danneggiare il compagno}}.
 
* individua la finalità dell'intervento nel contrasto del cyberbullismo in tutte le sue manifestazioni attraverso una strategia che comprende misure di carattere preventivo ed educativo nei confronti dei minori (vittime e autori del bullismo sul web) da attuare in ambito scolastico;
* prevede che il minorenne che abbia compiuto 14 anni e sia vittima di bullismo informatico (nonché ciascun genitore o chi esercita la responsabilità sul minore) possa rivolgere istanza al gestore del sito Internet o del social media o, comunque, al titolare del trattamento per ottenere provvedimenti inibitori e prescrittivi a sua tutela (oscuramento, rimozione, blocco di qualsiasi altro dato personale del minore diffuso su Internet, con conservazione dei dati originali). Il titolare del trattamento o il gestore del sito Internet o del social media deve comunicare, entro 24 ore dall'istanza, di avere assunto l'incarico e deve provvedere sulla richiesta nelle successive 48 ore. In caso contrario l'interessato può rivolgere analoga richiesta, mediante segnalazione o reclamo, al Garante per la protezione dei dati personali che deve provvedere, in base alla normativa vigente, entro le successive 48 ore;
* istituisce un tavolo tecnico per la prevenzione ed il contrasto del cyberbullismo e prevede l'adozione, da parte del MIUR, sentito il Ministero della giustizia, di apposite linee di orientamento - da aggiornare ogni due anni - per la prevenzione ed il contrasto del cyberbullismo nelle scuole. In particolare, le linee di orientamento dovranno prevedere una specifica formazione del personale scolastico, la promozione di un ruolo attivo degli studenti e la previsione di misure di sostegno e rieducazione dei minori coinvolti;
* prevede la designazione, in ogni istituto scolastico, di un docente con funzioni di referente per le iniziative contro il cyberbullismo che dovrà collaborare con le Forze di polizia, e con le associazioni e con i centri di aggregazione giovanile presenti sul territorio;
* prevede interventi di caratteri educativo in materia di cyberbullismo (finanziamento di progetti e promozione dell'uso consapevole di internet);
* in caso di episodi di cyberbullismo in ambito scolastico, prevede inoltre l'obbligo da parte del dirigente responsabile dell'istituto di informare tempestivamente i genitori (o i tutori) dei minori coinvolti e di attivare adeguate azioni educative;
* applica la disciplina sull'ammonimento del questore, mutuata da quella dello stalking, anche al cyberbullismo: fino a quando non sia stata proposta querela o presentata denuncia per i reati di ingiuria, diffamazione, minaccia o trattamento illecito di dati personali commessi, mediante Internet, da minorenni ultraquattordicenni nei confronti di altro minorenne, il questore - assunte se necessario informazioni dagli organi investigativi e sentite le persone informate dei fatti - potrà convocare il minore responsabile (insieme ad almeno un genitore o ad altra persona esercente la responsabilità genitoriale), ammonendolo oralmente ed invitandolo a tenere una condotta conforme alla legge<ref name=":6" />.
 
In data 17 maggio 2024 il Senato ha approvato il testo unificato delle proposte di legge 536, 891 e 910, recante disposizioni in materia di prevenzione e contrasto del bullismo e del cyberbullismo<ref name=":7">{{Cita web|url=https://www.senato.it/leg/19/BGT/Schede/Ddliter/57463.htm|titolo=Atto Senato n. 866|sito=Senato della Repubblica}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=III. Legge 17 maggio 1928, n. 1019|url=http://dx.doi.org/10.1515/9783111413723-007|accesso=2024-06-01|data=1928-12-31|editore=De Gruyter|pp=87-92}}</ref>. La legge, dal titolo ''"Disposizioni e delega al Governo in materia di prevenzione e contrasto del bullismo e del cyberbullismo"'', è entrata in vigore il 14 giugno 2024.
 
In particolare:
 
* l'art. 1, interviene sulla legge n. 71/2017, estendendone il perimetro di applicazione dalla prevenzione e contrasto del solo cyberbullismo anche alla prevenzione e contrasto del bullismo, incrementando le risorse a disposizione per campagne informative di prevenzione e sensibilizzazione, prevedendo l'adozione, da parte di ciascun istituto scolastico, di un codice interno per la prevenzione e il contrasto del bullismo e del cyberbullismo, nonché la predisposizione per gli istituti scolastici, da parte delle regioni, di servizi di sostegno psicologico e di coordinamento pedagogico, nonché l'obbligo, a carico del dirigente scolastico che venga a conoscenza di episodi di bullismo e di cyberbullismo, di informare i genitori dei minori coinvolti e di applicare le procedure previste dalle linee di orientamento ministeriale, promuovendo adeguate iniziative di carattere educativo<ref name=":7" /><ref name=":8">{{Cita web|url=https://temi.camera.it/leg19/provvedimento/disposizioni-in-materia-di-prevenzione-e-contrasto-del-bullismo-e-del-cyberbullismo.html|titolo=Disposizioni in materia di prevenzione e contrasto del bullismo e del cyberbullismo|sito=Camera dei Deputati}}</ref>;
* l'art. 2 interviene sul regio decreto-legge 1404/1934 (cd. "legge minorile") e, in particolare, sulla disciplina delle misure coercitive non penali che possono essere adottate dal tribunale per i minorenni, inserendo espressamente, tra i presupposti per l'adozione di tali misure, il riferimento a condotte aggressive, anche in gruppo e per via telematica, nei confronti di persone, animali o cose o lesive della dignità altrui. Viene, inoltre, modificato il procedimento per l'adozione delle misure, prevedendo un intervento preliminare con un percorso di mediazione o un progetto di intervento educativo con finalità rieducativa o riparativa, sotto la direzione e il controllo dei servizi sociali minorili, all'esito del quale il tribunale può disporre la conclusione del procedimento, la continuazione del progetto, l'affidamento del minore ai servizi sociali o, come extrema ratio, il collocamento del minore in una comunità<ref name=":7" /><ref name=":8" />;
* l'art. 3 reca una delega legislativa al Governo per l'adozione, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge, di uno o più decreti legislativi al fine di prevenire e contrastare il fenomeno del bullismo e del cyberbullismo. Si prevedono, fra l'altro, l'implementazione del numero pubblico di emergenza 114, rilevazioni statistiche da parte dell'ISTAT, l'obbligo di richiamare espressamente nei contratti con i fornitori di servizi di comunicazione elettronica le disposizioni civilistiche in materia di responsabilità dei genitori per i danni cagionati dai figli minori e le avvertenze del regolamento europeo in materia di servizi digitali e campagne di prevenzione e sensibilizzazione da parte della Presidenza del Consiglio<ref name=":7" /><ref name=":8" />;
* l'art. 4 istituisce la «Giornata del rispetto», quale momento specifico di approfondimento delle tematiche del rispetto degli altri, della sensibilizzazione sui temi della non violenza psicologica e fisica, del contrasto di ogni forma di discriminazione e prevaricazione. La Giornata ricorre il giorno 20 gennaio. Nella settimana che precede la Giornata, le scuole possono riservare adeguati spazi per lo svolgimento di attività didattiche volte a sensibilizzare gli alunni sul significato della ricorrenza stessa e delle attività previste dalla presente legge<ref name=":7" /><ref name=":8" />;
* l'art. 5 prevede che siano apportate, con successivo atto regolamentare, le opportune modifiche allo Statuto delle studentesse e degli studenti (DPR 249/1988), prevedendo, fra l'altro, nell'ambito dei diritti e doveri degli studenti, l'impegno della scuola a porre progressivamente in essere le condizioni per assicurare l'emersione di episodi di bullismo e cyberbullismo, di situazioni di uso o abuso di alcool o di sostanze stupefacenti e di forme di dipendenza<ref name=":7" /><ref name=":8" />.
 
=== Codice penale ===
La condotta del soggetto che agisce da bullo, non integra un reato autonomo, ma è generalmente associabile, dal punto di vista penale, a diversi reati già previsti dal codice penale e dalla legislazione penale speciale.<ref>{{Cita web|url=http://www.studiolegaledesia.com/bullismo-cyberbullismo-pluririlevanza-giuridica-ed-particolare-pluririlevanza-penale/|titolo=BULLISMO E CYBERBULLISMO: pluririlevanza giuridica ed in particolare pluririlevanza penale {{!}}|sito=Avvocati De Stefano e Iacobacci|data=14 giugno 2019|lingua=it|accesso=14 giugno 2019}}</ref> Possono infatti configurarsi alcuni reati tipici come, ad esempio, le [[percosse]], le [[lesione personale|lesioni personali]] (art. 581 e 582 codice penale), la [[minaccia]] (art. 612), la [[diffamazione]] (595), il [[furto]] (art. 624), la [[rapina]] (art. 628) o danneggiamento di cose (art. 635), [[molestia]] o disturbo (art. 660), [[Violenza sessuale (ordinamento italiano)|stupro]] (art. 609-bis), interferenze illecite nella vita privata (art. 615-bis), gli [[atti persecutori]] (612-bis) e la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti (612-ter).
 
Il bullismo è a volte sanzionato con pene maggiori dovute all'aggravante dei futili motivi. La Cassazione, con la sentenza n. 19070/2008, ha stabilito che ai casi di violenza gratuita debba applicarsi l’aggravante dei futili motivi. Il caso oggetto di sentenza riguardava un’aggressione a danno di un ragazzo che era stato prima oggetto di lancio di uova durante il carnevale, e poi picchiato.<ref>Cassazione, sentenza n.19070 del 2008</ref>.
 
A seconda dell’età del “bullo”, si possono aprire differenti scenari in ambito giudiziario:
 
– bullo minore di quattordici anni;
 
– bullo tra i quattordici e i diciotto anni;
 
– bullo maggiorenne.
 
Per i minori di quattordici anni esiste una presunzione assoluta di non imputabilità, il che significa che qualunque sia l’effettivo grado di sviluppo psicofisico del soggetto e indipendentemente dal reato che costui ha commesso, non potrà in nessun caso essere sottoposto a un procedimento penale<ref>{{Cita web|url=https://www.brocardi.it/codice-penale/libro-primo/titolo-iv/capo-i/art97.html?utm_source=internal&utm_medium=link&utm_campaign=articolo&utm_content=nav_art_prec_top|titolo=Minore degli anni quattordici}}</ref>.
 
Per quanto concerne, invece, il minore che si trova nella fascia compresa tra i quattordici e i diciotto anni, il codice prevede che questi sia imputabile soltanto se, al momento in cui ha commesso il fatto, abbia effettivamente la capacità di intendere e di volere<ref>{{Cita web|url=https://www.brocardi.it/codice-penale/libro-primo/titolo-iv/capo-i/art98.html|titolo=Dispositivo dell'art. 98 Codice Penale}}</ref>.
 
Nell'ordinamento italiano, il compito di valutare la condotta e la personalità del minore non spetta ai giudici del tribunale ordinario, ma ai giudici del [[Tribunale per i minorenni]]<ref>{{Cita web|url=https://www.brocardi.it/processo-penale-minorile/allegati/capo-i/art9.html|titolo=Accertamenti sulla personalità del minorenne}}</ref>
 
=== In Europa ===
Non esiste una normativa europea di riferimento, e i giudici degli Stati membri identificano la legge applicabile in base all'interpretazione analogica di norme già esistenti, che inquadrano il bullismo come reati già codificati.
 
== I programmi anti-bullismo e altre strategie di intervento e fronteggiamento ==
=== Il programma di prevenzione del bullismo di Olweus (OBPP) ===
Durante gli anni ’80, [[Dan Olweus]] implementò un programma di prevenzione dal bullismo che porta il suo nome (''Olweus Bullying Prevention Program'', o OBPP). Questo programma diventò nel 2000 l’unico programma in uso presso tutte le scuole norvegesi<ref>{{Cita pubblicazione|data=2019-08-20|titolo=Making an Impact on School Bullying|curatore=Peter K. Smith|accesso=2023-01-25|doi=10.4324/9781351201957|url=http://dx.doi.org/10.4324/9781351201957}}</ref>.
 
Dopo otto mesi dalla sua introduzione, il programma fu valutato da sette studi indipendenti condotti su larga scala e che reclutarono oltre 30.000 studenti norvegesi. I risultati evidenziarono una riduzione degli episodi di bullismo, rilevati attraverso questionari self-report, in una misura compresa tra il 35 e il 45 per cento rispetto alla rilevazione condotta otto mesi prima. L'OBPP venne implementato con successo anche in diversi altri paesi, tra cui Islanda, Svezia, Lituania e, in particolare, negli Stati Uniti, dove fu istituito uno specifico gruppo di formazione e ricerca presso la [[Clemson University]] nella [[Carolina del Sud]] e che ha formato fino ad oggi più di 500 formatori e/o istruttori OBPP. Il programma è stato implementato in più di 8.000 scuole statunitensi<ref name=":3">{{Cita pubblicazione|data=2011|titolo=Dan Olweus: Award for Distinguished Contributions to the International Advancement of Psychology.|rivista=American Psychologist|volume=66|numero=8|pp=814-816|lingua=en|accesso=2023-01-25|doi=10.1037/a0025698|url=http://doi.apa.org/getdoi.cfm?doi=10.1037/a0025698}}</ref>.
 
Il programma di Olweus contro il bullismo è uno dei 10 programmi (su oltre 600 finora vagliati) attualmente utilizzati in tutte le scuole statunitensi nonché l'unico programma sviluppato e implementato fuori dagli Stati Uniti<ref name=":3" />.
 
Il programma è stato riconosciuto come programma modello dalla ''Substance Abuse and Mental Health Services Administration'' e come programma efficace dall{{'}}''Office of Juvenile Justice and Delinquency Prevention'' e dal ''Department of Education'' degli Stati Uniti<ref name=":3" />.
 
Una [[meta-analisi]] del 2009, finanziata dal ''Consiglio nazionale svedese per la prevenzione del crimine'' e condotta dai ricercatori dell'[[Università di Cambridge]] sotto la guida di [[David P. Farrington|David Farrington]], ha evidenziato l'efficacia dell'OBPP, sottolineando la circostanza che l'OBPP era a quel momento l'unico programma ''[[Pratica basata sulle evidenze|evidence-based]]''<ref>{{Cita pubblicazione|nome=David P.|cognome=Farrington|nome2=Maria M.|cognome2=Ttofi|data=2009-01|titolo=School‐Based Programs to Reduce Bullying and Victimization|rivista=Campbell Systematic Reviews|volume=5|numero=1|lingua=en|accesso=2023-01-25|doi=10.4073/csr.2009.6|url=https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.4073/csr.2009.6}}</ref>.
 
=== I programmi in Italia ===
Il legislatore è intervenuto a più riprese sul tema della prevenzione e del contrasto, sia attraverso la Legge 71/2017 (per il contrasto del fenomeno del [[ciberbullismo]] attraverso azioni di [[prevenzione primaria]] e [[Prevenzione secondaria|secondaria]] nonché [[psicoeducazione]], rivolte sia alle vittime che ai responsabili) e sia attraverso l'aggiornamento delle linee guida (Decreto Ministeriale 18/2021) che consentono ai dirigenti, docenti e operatori scolastici di essere coinvolti attivamente nel contrato del fenomeno. La legge 234/2021 ha inoltre assegnato fondi speciali agli Uffici Scolastici Regionali, sempre in funzione della promozione delle opportune azioni di prevenzione e contrasto<ref name=":5">{{Cita web|url=https://miur.gov.it/linee-guida-prevenzione-e-contrasto|titolo=Linee guida prevenzione e contrasto|sito=Ministero dell'Istruzione e del Merito}}</ref>.
 
L’aggiornamento 2021 delle linee guida è il primo aggiornamento successivo alla loro introduzione, avvenuta per il tramite della legge 71/2017 ma di fatto richiamandosi a due precedenti dispositivi, la legge 107/2015, che introduceva tra gli obiettivi formativi prioritari nelle scuole italiane, lo sviluppo delle competenze digitali degli studenti, finalizzato anche ad un uso critico e consapevole dei social network e dei media e la legge 92/2019, che ha introdotto l'insegnamento dell'[[educazione civica]] in ogni ordine di scuola ed in particolare l'educazione alla [[cittadinanza digitale]]<ref>{{Cita web|url=https://www.piattaformaelisa.it/linee-di-orientamento-per-la-prevenzione-e-il-contrasto-del-bullismo-e-cyberbullismo/|titolo=AGGIORNAMENTO DELLE LINEE DI ORIENTAMENTO PER LA PREVENZIONE E IL CONTRASTO DEL BULLISMO E CYBERBULLISMO}}</ref>.
 
L’intento delle prime linee guida emanate nel 2017 era quello di sollecitare i dirigenti, i docenti e gli operatori scolastici ad intervenire con azioni di prevenzione e contrasto sul fenomeno del bullismo e del ciberbullismo, dotandoli di strumenti idonei e di comprovata evidenza scientifica ([[evidence-based]])<ref name=":5" />.
 
Uno di questi strumenti è la Piattaforma ELISA (acronimo di E-Learning degli Insegnanti sulle Strategie Antibullismo), avviato nel 2018 dal [[Ministero dell'istruzione e del merito|Ministero dell'Istruzione e del Merito]] in collaborazione con un gruppo di ricercatori dell'[[Università degli Studi di Firenze|Università degli studi di Firenze]] coordinati da [[Ersilia Menesini]]. La piattaforma consente la formazione gratuita dei docenti referenti in materia di bullismo e ciberbullismo che sono presenti in numero di due in ogni singolo istituto scolastico, al fine di permettere loro l'acquisizione di specifiche competenze psico-pedagogiche e sociali, fondamentali per intraprendere le azioni di prevenzione e contrasto. Secondo i dati del Ministero (anno scolastico 2022/23), alla piattaforma ELISA risultano iscritti 10.000 docenti italiani in rappresentanza del 70% di tutte le istituzioni scolastiche, primarie e secondarie<ref>{{Cita web|url=https://www.piattaformaelisa.it/cos-e-elisa/|titolo=Cos'è ELISA}}</ref>.
 
Un altro strumento introdotto dalla legge 71/2017 è quello denominato Generazioni Connesse. Si tratta di un progetto realizzato dal Ministero dell'Istruzione e del Merito, cofinanziato dalla [[Commissione europea|Commissione Europea]] e realizzato in partenariato con alcune delle principali istituzioni italiane che si occupano di [[Sicurezza in rete|sicurezza in Rete]], come ad esempio la [[Polizia postale e delle comunicazioni|Polizia Postale e delle Comunicazioni]], l'[[Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza]], il [[Ministero della cultura|MiC]], [[Save the Children]] Italia, il [[Telefono Azzurro]], l'[[Università degli Studi di Firenze]] e l'[[Università degli Studi di Roma "La Sapienza"]]. Generazioni Connesse è uno strumento multifunzione, in quanto si occupa di:
 
* implementazione di programmi di educazione sull'utilizzo sicuro di Internet (rivolti a studenti di ogni età, genitori, insegnanti, educatori e con la partecipazione attiva degli studenti più grandi nella fase di progettazione);
* webinar di approfondimenti su particolari aspetti come ad esempio il grooming<ref>In italiano ''adescamento online.'' Si verifica quando un adulto manifesta un interesse sessuale inadeguato nei confronti di un minore e lo approccia online con l'intenzione di iniziare una relazione o avere incontri dal vivo.</ref>, la [[comunicazione mediata dal computer]] sui [[social media]], il dialogo tra genitori e figli, il [[Deepfake|deep fake]], il [[cyberbullismo]], la [[Disturbo da gioco d'azzardo|ludopatia]], la dipendenza dalla Rete, il [[body shaming]], lo zoombombing<ref>L'intromissione in una videochat di gruppo senza essere stati invitati, interrompendo e disturbando la chat attraverso l’invio di messaggi o file audio e video poco consoni.</ref>, il [[sexting]] ed altri ancora.
* helplines dedicate per segnalare la presenza online di materiale pedopornografico o altro materiale riconducibile a pratiche di uso scorretto della Rete<ref>{{Cita web|url=https://www.generazioniconnesse.it/site/it/home-page/|titolo=Togheter for a better Internet|sito=Generazioni connesse}}</ref>.
 
L'aggiornamento del 2021 ha introdotto, tra le altre cose:
 
* le linee guida circa la costituzione di un Team Antibullismo e di un Team per l’Emergenza, o di un gruppo di lavoro integrato, costituito da docenti referenti, animatori digitali, dal dirigente scolastico e da altro personale qualificato;
* l'introduzione di un protocollo evidence-based di intervento strutturato per affrontare nell'immediatezza i casi di bullismo, compreso il far incontrare bullo e vittima oppure il coinvolgimento del gruppo classe o di possibili spettatori<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Ersilia|cognome=Menesini|nome2=Giada|cognome2=Fiorentini|nome3=Annalaura|cognome3=Nocentini|data=2021-03|titolo=Le azioni indicate per la gestione dei casi di bullismo e vittimizzazione nella scuola. I risultati della sperimentazione del progetto PEBUC (Protocollo di Emergenza per i casi di bullismo e cyberbullismo)|rivista=MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA|numero=1|pp=65-88|accesso=2023-02-11|doi=10.3280/MAL2021-001005|url=https://www.medra.org/servlet/MREngine?hdl=10.3280/MAL2021-001005}}</ref>;
* raccomandazioni e individuazione delle responsabilità degli organi e del personale della scuola<ref>{{Cita web|url=https://www.miur.gov.it/documents/20182/0/Linee+di+orientamento+per+la+prevenzione+e+il+contrasto+dei+fenomeni+di+bullismo+e+cyberbullismo-2021.pdf/37003208-7571-0e5f-7730-63fb0f86a0bd?version=1.0&t=1612883126202|titolo=LINEE DI ORIENTAMENTO
per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni di Bullismo e Cyberbullismo|sito=Ministero dell'Istruzione e del Merito}}</ref>.
Inoltre, il disegno di legge 866 giacente alla data del 25 gennaio 2024 presso il Senato della Repubblica, prevede un'importante modifica alla legge 71, introducendo la possibilità di ricevere sostegno psicologico per la prevenzione di atti di bullismo e cyberbullismo, anche al fine di favorire lo sviluppo e la formazione della personalità degli studenti medesimi nonché di prevenire fattori di rischio o situazioni di disagio attraverso il coinvolgimento delle famiglie<ref>{{Cita web|url=https://www.emanuelefazio.net/sostegno-psicologico-agli-studenti-per-la-prevenzione-del-bullismo/|titolo=Sostegno psicologico agli studenti per la prevenzione del bullismo|autore=Emanuele Fazio|sito=Blog di Psicologia del Benessere e della Crescita Personale}}</ref>.
 
; Altri servizi
[[Numeri telefonici di emergenza#Italia|114]] è il numero telefonico di emergenza per i problemi dei minori, gestito dal [[Telefono Azzurro]] fin dal 2002. Disponibile anche come [[applicazione mobile|app]] per smartphone, dal 2019 è stato integrato da alcuni istituti scolastici con un servizio di consulenza psicologica e di pronto intervento della [[Croce Rossa Italiana]].<ref>{{cita web | url = https://www.cri.it/07-02-2019-croce-rossa-in-una-scuola-a-spoltore-la-prima-colonnina-anti-bullismo-per-chiedere-aiuto | titolo = Croce Rossa: in una scuola a Spoltore la prima colonnina anti bullismo per chiedere aiuto | urlarchivio = https://archive.is/20190817121314/https://www.cri.it/07-02-2019-croce-rossa-in-una-scuola-a-spoltore-la-prima-colonnina-anti-bullismo-per-chiedere-aiuto | dataarchivio = 17 agosto 2019 | urlmorto = no | accesso = 17 agosto 2019 }}</ref>
 
== Il bullismo nella letteratura ==
Le aule sono state sempre teatro di conflitti duri che hanno rispecchiato i conflitti sociali rappresentandoli senza mezze misure, «anche la scuola del [[Cuore (romanzo)|Cuore]] (1885) è segnata dalla violenza. Non si tratta solo del famigerato Franti, il cattivo per eccellenza, ma perfino Garrone, l'esemplare di buono, «ha un coltello col manico di madreperla che trovò l'anno passato in piazza d'armi».<ref name="«Domenico2">''Il modello Franti e i suoi nipotini, Roma, Diario di Repubblica,2007, pp. 132-133.''</ref> Se poi passiamo ai professori, lo scrittore Pietro Micheli (Livorno 1865 - ivi 1934), nel romanzo ''Ribellione'' (1909) ci presenta un professor Prato, che non avendo coraggio di prendersela con gli studenti più pericolosi e «una promozione generale sarebbe stata scandalosa, ogni anno bocciava qualcuno del mansueto gregge».<ref name="«Domenico2" />
 
== Note ==
{{<references|2}}/>
 
== Bibliografia ==
=== Saggi ===
*Chiarugi M. Anichini S., (2012) "Sono un bullo quindi esisto. I volti della violenza nella ricerca della felicità", Franco Angeli.
* Chiarugi M. Anichini S., (2012) "Sono un bullo quindi esisto. I volti della violenza nella ricerca della felicità", Franco Angeli.
*Aleandri G. (2011) ''[http://books.google.it/books?id=vS5qxa_USw0C&dq=bullismo&source=gbs_navlinks_s Giovani senza paura. Analisi socio-pedagogica del fenomeno bullismo]'', Roma, Armando.
* Aleandri G. (2011) ''[http://books.google.it/books?id=vS5qxa_USw0C&dq=bullismo&source=gbs_navlinks_s Giovani senza paura. Analisi socio-pedagogica del fenomeno bullismo]'', Roma, Armando.
*Buc E. (2005), ''Stop al Bullismo'', Molfetta, Edizioni la Meridiana. ISBN 8889197617
* {{Cita libro|curatore=Iannaccone N.|titolo=Stop al bullismo. Strategie per ridurre i comportamenti aggressivi e passivi a scuola|annooriginale=2005|editore=La Meridiana}}
*Buccoliero E., Maggi M. (2005) ''[http://books.google.it/books?id=Ow8OwYwJxtcC&dq=bullismo&source=gbs_navlinks_s Bullismo e bullismi: le prepotenze in adolescenza dall'analisi dei casi agli strumenti d'intervento]'', Milano, Angeli.
* Buccoliero E., Maggi M. (2005) ''[http://books.google.it/books?id=Ow8OwYwJxtcC&dq=bullismo&source=gbs_navlinks_s Bullismo e bullismi: le prepotenze in adolescenza dall'analisi dei casi agli strumenti d'intervento]'', Milano, Angeli.
*Calabretta M., (2009) ''Le fiabe per... affrontare il bullismo. Un aiuto per grandi e piccini'', Milano, Franco Angeli. ISBN 9788856806779
* Dominici R., Montesarchio G. (2003) ''[http://books.google.it/books?id=j4eS3P1GRHIC&dq=bullismo&source=gbs_navlinks_s Il danno psichico: mobbing, bulling e wrongful life: uno strumento psicologico e legale per le nuove perizie e gli interventi nelle organizzazioni]'', Milano, Angeli.
* Florindi, E., (2017) Bulli 2.0: bullismo e cyberbullismo: evoluzione di un fenomeno e possibili rimedi, Imprimatur, {{ISBN|978-88-6830-583-3}}.
*Filippo B., (2008) ''Bulli. Il romanzo choc di un adolescente'', Milano, Mursia. ISBN 9788842540908
* Garbarino J., De Lara E. (2003). [http://www.enotalone.com/article/5451.html ''And Words ''Can'' Hurt Forever: How to Protect Adolescents from Bullying, Harassment, and Emotional Violence''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110927130613/http://www.enotalone.com/article/5451.html |data=27 settembre 2011 }}, The Free Press: New York NY.
* Guarino A., Lancellotti R., Serantoni G. (2011) ''[http://books.google.it/books?id=17gESvdxVlIC&dq=bullismo&source=gbs_navlinks_s Bullismo: aspetti giuridici, teorie psicologiche e tecniche di intervento]'', Milano, Angeli.
*Graham P.. ''[http://www.paulgraham.com/nerds.html "Why Nerds are Unpopular]''.
* {{Cita libro|curatore=Menesini Ersilia|titolo=Bullismo: le azioni efficaci della scuola. Percorsi italiani alla prevenzione e all'intervento|data=2003|editore=Erickson|ISBN=978-8879465137}}
*Guarino A., Lancellotti R., Serantoni G. (2011) ''[http://books.google.it/books?id=17gESvdxVlIC&dq=bullismo&source=gbs_navlinks_s Bullismo: aspetti giuridici, teorie psicologiche e tecniche di intervento]'', Milano, Angeli.
* Mengheri M., Bianca Rita Berti, Lara Busoni, (2007) ''Il fenomeno del bullismo: come riconoscerlo, come intervenire'', in "Sentieri", 7.
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=== Romanzi e altri generi ===
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== Voci correlate ==
* [[Aggressività]]
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* [[AbusoBullismo minorilescolastico]]
* [[ApologiaBullismo di reatoomofobico]]
* [[AzioneBanda legale(criminalità)]]
* [[Capro espiatorio]]
* [[Circonvenzione di persone incapaci]]
* [[Crimini d'odio]]
* [[Criminologia]]
* [[Cyberbullismo]]
* [[Delinquenza giovanile]]
* [[Disturbo post-traumatico da stress]]
* [[DispersioneDevianza scolastica(sociologia)]]
* [[Human Rights WatchDiscriminazione]]
* [[Frustrazione (psicologia)]]
* [[Ijime]]
* [[Legge del taglioneGaslighting]]
* [[Legge Mancino]]
* [[Mobster]]
* [[Plagio (psicologia)]]
* [[Sicurezza urbana e dell'ambiente]]
* [[Trauma psicologico]]
* [[Uguaglianza di opportunità]]
* [[Vendetta]]
* [[Violenza]]
* [[Vittimologia]]
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== Altri progetti ==
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{{Interprogetto|commons=File:Bully_Free_Zone.jpg|n=Ischia:_sospettati_3_ragazzi_per_il_suicidio_del_14enne|q=Bullismo|s=Relazione_"sullo_stato_di_attuazione_del_programma_e_sull'attività_svolta_nonché_su_fatti_particolarmente_rilevanti"}}
*[http://www.wikiartpedia.org/index.php?title=Molle_Industria '''Wikiartpedia''' contiene opere d'arte sul '''Bullismo''']
{{ip|wikt=bullo}}
 
== Collegamenti esterni ==
{{Collegamenti esterni}}
*[http://www.bullismo.info/ Bullismo.info]
* [https://web.archive.org/web/20131029214332/http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntate/chi-mi-ridar%C3%A0-quegli-anni/893/default.aspx Chi mi ridarà quegli anni? - Storie di bullismo e disagio giovanile] La Storia siamo noi
*[http://www.bullismoomofobico.it/ Bullismo omofobico]
* {{cita web|1=http://poliziadistato.it/articolo/232-Bullismo_consigli_su_come_difendersi|titolo=Polizia di Stato: alcuni consigli per prevenire il bullismo|accesso=8 giugno 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090529042733/http://poliziadistato.it/articolo/232-Bullismo_consigli_su_come_difendersi|dataarchivio=29 maggio 2009|urlmorto=sì}}
* [http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntate/chi-mi-ridar%C3%A0-quegli-anni/893/default.aspx Chi mi ridarà quegli anni? - Storie di bullismo e disagio giovanile] La Storia siamo noi
* {{cita web|url=http://www.smontailbullodfes.itgov.uk/bullying|titolo=SmontaBullying ilin bullo.UK Campagna nazionale contro il bullismoschools|accessolingua=8 giugno 2009en}}
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* {{cita web|http://www.eric.ed.gov/|US Department of Education's Education Resources Information Center (ERIC)|lingua=en}}
*[http://www.bullismo.com/ S0S Bullismo]
* {{cita web|1=http://abc.tcd.ie/|2=Antibullyng Research Centre presso il Trinity College di Dublino|lingua=en|accesso=24 settembre 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140105235907/http://www.abc.tcd.ie/|dataarchivio=5 gennaio 2014|urlmorto=sì}}
*[http://www.stopalbullismo.it/ Stop al bullismo]
*{{en}} [http://www.dfes.gov.uk/bullying Bullying in UK schools]
*{{en}}[http://pbskids.org/itsmylife/friends/bullies/print_books.html Great Books About Bullies]
*{{en}}[http://www.eric.ed.gov/ US Department of Education's Education Resources Information Center (ERIC)]
*{{en}}{{Dmoz|Society/Issues/Violence_and_Abuse/Youth/Bullying}}
 
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