Staffolo: differenze tra le versioni

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{{nd}}
{{F|centri abitati delle Marche|luglio 2019}}
{{Divisione amministrativa
|Nome=Staffolo
|Panorama=Staffolo (4).jpg
|Didascalia=
|Bandiera=Staffolo-Bandiera.png
|Voce bandiera=
|Stemma=Staffolo-Stemma.png
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|Amministratore locale=Sauro Ragni
|Partito=[[lista civica]]
|Data elezione=08/06/200926-5-2019
|Data rielezione=10-6-2024
|Data istituzione=
|Latitudine gradi=43
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|Altitudine=442
|Superficie=27.66
|Note superficie=
|Abitanti=2372
|Note abitanti=[http://demo.istat.it/bil2010/index.html Dato Istat] - Popolazione residente al 31 dicembre 2010.
|Aggiornamento abitanti=31-12-2010
|Sottodivisioni=Coste
|Divisioni confinanti=[[Apiro]] ([[Provincia di Macerata|MC]]), [[Cingoli]] (MC), [[Cupramontana]], [[Jesi]], [[San Paolo di Jesi]]
|Codice postale=60039
|Prefisso=[[0731]]
|Fuso orario=+1
|Codice statistico=042049
|Codice catastale=I932
|Targa=AN
|Zona sismica=2
|Gradi giorno=2234
|Diffusività=
|Nome abitanti=staffolani
|Patrono=[[sant'Egidio Abate]]
|Festivo=[[1º settembre]]
|PIL=
|PIL procapite=
|Mappa=Map of comune of Staffolo (province of Ancona, region Marche, Italy).svg
|Didascalia mappa=Posizione del comune di Staffolo nella provincia di Ancona
|Incipit=
|Sito=http://www.comune.staffolo.an.it/Engine/RAServePG.aspx
}}
'''Staffolo''' è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Ancona]] nelle [[Marche]].
 
'''Staffolo''' (''Stàffolo'') è un [[comune italiano]] di 2&nbsp;372<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> abitanti della [[provincia di Ancona]] nelle [[Marche]].
 
== Geografia fisica ==
Staffolo sorge sulla sommità di un colle, a {{M|442|ul=m [[Metrislm}}, sula livellocavallo deldelle mare|mvalli s.l.m.]],del nellaMusone vallee dell'[[Esino (fiume)|Esino]].
 
== Storia ==
=== Le origini ===
Nel territorio comunale vengono rinvenuti numerosi reperti archeologici risalenti al [[Paleolitico]], alla civiltà [[Osco-umbri|Osco-umbra]] e ai [[Civiltà romana|Romani]].
Nel territorio comunale sono stati rinvenuti numerosi reperti archeologici risalenti al [[paleolitico]], alla civiltà picena, umbro-etrusca e romana. Il sito odierno, alla sommità del colle, nacque su un precedente [[pagus]] romano, come testimoniano varie iscrizioni ritrovate in loco.
 
Il sitovillaggio odierno,in allaepoca sommità del colle, sembra nascere su un precedente [[Vicus]] romano.longobarda Preseprese il nome longobardo di ''Staffil'', (germanico ''stab'' = bastone; forse ''palo di confine,'' oppure ''avamposto militare)'' a rimarcare la linea della frontiera storica fra i territori del nord (già occupati dagli [[Umbri]], in seguito dai [[Senoni]] poi annessi nella VI Regio romana e infine inglobati dai [[Bizantini]] nella [[Pentapoli bizantina|Pentapoli annonaria]]) e del sud (già posseduti dai [[Piceni]], poi annessi nella V Regio romana per far parte poi del [[Ducato di Spoleto]]) delle Marche.
 
La prima attestazione documentaria di ''Stafuli'' risale all'anno 1078, quando il territorio era parte del [[gastaldato]] e della diocesi di Nocera nel Ducato di Spoleto. Ricompare nei documenti diplomatici nel 1150, allorquando Ugone Cima ne era il ''dominus'' e, dopo di lui, il nipote Carbone (1155)''.'' Infatti, stando alla tradizione della famiglia Cima (''de Cymis''), il castello di Staffolo sorse per opera del ''dominus'' Attone nell'anno 1030, quando per sfuggire al saccheggio del suo castello da parte dei [[Normanni]], questi si rifugiò nel suo vicino possedimento di Staffolo, un villaggio che fece cingere di mura e nel quale pose la sua residenza. La signoria dei Cima si protrasse nella storia del paese per un arco di tempo di circa quattro secoli, intervallata da lunghi periodi in cui il paese si rese libero comune. Nel 1219 si ha la prima attestazione delle libertà comunali di Staffolo e del suo ampio territorio che si estendeva lungo la valle del [[Musone (Marche)|Musone]]. A partire dagli anni trenta del XIII secolo, Staffolo sostenne numerose battaglie in difesa del suo territorio contro le pretese di [[Osimo]] (1240) e di [[Jesi]] (1251, 1265, 1287, 1294). Alla ''[[Città regia (Italia)|città regia]]'' e al suo contado fu sottoposto una prima volta negli anni 1251-62. Fu in questo periodo che venne menzionata per la prima volta l'insegna comunale: ''banderia rubra cum stapha alba'' (bandiera rossa con staffa bianca) e furono annotati i distici staffolani (''Ecco lo palio rosatu per amor de lo Esinatu...)'', uno dei primi esempi di [[Lingua volgare|volgare]] nelle Marche. Una seconda sottomissione a Jesi avvenne nel periodo 1294-97, a cui seguì il ripristino della libertà comunale per intervento della [[Chiesa cattolica|Chiesa]] di Roma. In questo secolo il comune si dotò di norme proprie per l'elezione del podestà (1290) e, soprattutto, vide la presenza nel suo territorio di [[san Francesco d'Assisi]], che, in compagnia dell'amico Egidio, sostò nella località detta delle ''Tombette'' (oggi contrada San Francesco) nell'anno 1210. La presenza francescana divenne elemento determinante nella storia della comunità con l'istituzione, al centro del paese, di uno dei primi conventi francescani delle Marche, forse già esistente nel 1230. La presenza della ''[[fratellanza]]'', a cui si aggiunsero successivamente anche le ''[[moniali]]'' seguaci di [[Santa Sperandia]], diede grande impulso alla vita del comune, avviando, nel tempo, la costituzione di vari istituti, quali l'ospedale di santa Maria degli Infermi, la scuola pubblica, il [[Monte di Pietà]] e il [[Monte frumentario]]. Agli inizi del XIV secolo si fece aspro lo scontro interno al libero comune fra guelfi di opposte fazioni: gli ''intrinseci'' contro gli ''exititii''. Nel 1324 Staffolo venne occupato dai fabrianesi, ma subito liberato da Rinaldo di Baligano Cima, ''cavaliere dagli speroni d'oro'', che ne approfittò per tornare alla signoria di Staffolo con il beneplacito di [[papa Giovanni XXII]] (1333). Nel 1340 Rinaldo fu estromesso dal castello, dove venne ripristinato il libero comune, ma nel 1343 tornò a Staffolo e vi rimase come ''signore'' fino alla sua morte avvenuta nel 1348. Nella sua vita, Rinaldo di Baligano fu podestà a [[Firenze]], a [[Siena]], a [[Perugia]] e, per due mandati consecutivi, a [[Bologna]]. Alla sua morte Staffolo venne preso dai [[Malatesta]] ai quali si opposero i figli di Rinaldo ed in particolare Pavolozo (Paolo) Cima. Questi si alleò con [[Giovanni Visconti (arcivescovo)|Giovanni Visconti]] signore di Milano contro la Chiesa, i fiorentini e i Malatesta loro alleati. Con la pace di [[Sarzana]] (1353) e la morte di Visconti (1354), Pavolozo venne però estromesso dal suo castello, cosa che lo convinse a cambiare le alleanze schierandosi con i Malatesta, divenuti nel frattempo nemici della Chiesa difesa ora dall'[[Egidio Albornoz|Albornoz]]. Pavolozo partecipò alla battaglia di Paterno di Ancona contro l'Albornoz, poi guidò l'esercito dei Malatesta a [[Castello di Montefiore di recanati|Montefiore]] di Recanati, ma venne sconfitto in entrambe le occasioni. Nel frattempo il paese fu devastato dalla compagnia di ventura di [[Fra Moriale|fra' Moriale]], che, secondo le cronache del Villani, depredò il paese del molto vino presente nelle cantine, ma, soprattutto, uccise settecento abitanti e rapì i giovani più forti e le donne ''che apparenza aveano''. Nel frattempo Pavolozo, sceso a compromessi con l'Albornoz, tornò signore di Staffolo e vi rimase fino alla sua morte avvenuta nel 1375. Anch'egli, come il padre Rinaldo, fu podestà nelle principali città guelfe del centro Italia: Firenze, Siena, Bologna, Todi e Perugia. Alla sua morte gli successe il figlio Federico, che dovette però affrontare lo zio Piero e il cugino Antonio, podestà di Cingoli. Entrambi, alleati del vescovo di Osimo, avevano tentato di usurpargli la signoria. Sottoposto a scomunica, Federico dovette lasciare il paese in mano alla Chiesa che, a sua volta, lo cedette al crescente dominio degli Smeducci di Sanseverino. A causa della litigiosità familiare, gli Smeducci finirono per cedere di nuovo il castello di Staffolo alla famiglia Cima, oramai trasferitasi definitivamente a Cingoli, dove aveva instaurato una potente signoria. Agli inizi del XV secolo Staffolo era ancora soggetto a Giovanni Cima signore di Cingoli, finché questi non venne avvelenato dalla moglie Rengarda Brancaleoni (1422). Subito dopo Staffolo entrò nei possedimenti personali di [[Braccio da Montone|Andrea Fortebracci]], detto Braccio da Montone, imparentatosi con Rengarda grazie ai matrimoni che la vedova Brancaleoni e le sue due figlie avevano contratto con i fratelli [[Montemellini]] di Perugia, cugini di Braccio. Tornato libero comune, con la scomparsa di Braccio (1424), Staffolo entrò nelle vicende legate alla lotta fra [[Francesco Sforza]] e la Chiesa, passando da un fronte all'altro e cedendo allo Sforza solo il 29 dicembre del 1433, dopo due settimane di trattative terminate con un capitolato di resa composto da ben 12 punti. Nel 1447 Francesco Sforza, in partenza per Milano, ove era destinato alla signoria della città, vendette Staffolo e Jesi alla Chiesa per 35.000 fiorini. Nel 1517, la fedeltà al pontefice venne pagata a duro prezzo dagli staffolani: le truppe mercenarie del duca d'Urbino, Francesco Maria Della Rovere, composte da Guasconi e Spagnoli, saccheggiarono il paese bruciandone le case. In questo secolo gli abitanti di Staffolo furono soggetti oltre che alle scorrerie di mercenari, fra i quali quelli di Muzio Colonna nel 1516, anche alle epidemie di peste portate dalle stesse soldataglie, come nel 1522 e nel 1595. D'altro canto, in questo tormentato secolo, Staffolo rinnovò gli Statuti comunali (1546), che sono ancora conservati nell'archivio storico del comune, diede vita al Monte di Pietà (1516) e ad una significativa istituzione culturale, l'''Accademia degli eccitati'' a cui vi aderirono intellettuali ed eruditi staffolani come Simone Messi e Gentile Bongiovanni. Oramai incluso nello Stato Pontificio, come tutti i comuni della Marca, Staffolo si segnalò per un'altra accademia nel '600 (''Accademia degli arditi'') e alla fine del '700 per ''un grave moto di dissensione'' nei confronti della Chiesa, manifestato da un gruppo di ''pie donne'' con ''esteriorità fallaci e pericolose'' che, come sosteneva il vescovo {{chiarire|[[Compagnoni]]}}, ''è risaputo essere massime nel debol sesso!''.
La prima attestazione documentaria di ''Stafuli'' risale all'anno 1078, un'altra apparizione in documenti diplomatici si ha nel 1150. Infatti le scorrerie dei barbari costrinsero gli abitanti a costruirsi delle mura. Nei secoli XII e XIII il paese, posto nei domini dello [[Stato Pontificio]] fu sotto la dominazione della famiglia Cima, trasferitasi poi dal 1375 [[Cingoli]] di cui s'impossessò. Ma già nello stesso XIII secolo Staffolo si resse già a [[Libero comune]] con i propri ordinamenti civici che confluiranno negli Statuti comunali tardomedioevali i cui manoscritti sono tutt'oggi conservati nell'archivio storico insieme a numerose pergamene dei secoli XIII-XVI. La fisica vicinanza di Staffolo a due potenti centri come [[Osimo]] e la "Città Regia" di [[Jesi]], nel corso dei secoli XIII-XIV fa cadere il paese in alterne vicende una volta sotto il dominio di una e a volte nel [[Contado]] dell'altra, e a ritornare comune autonomo.
 
=== Periodo napoleonico e storia moderna ===
Nel 1354 Staffolo viene assediato e saccheggiato dalle bande del condottiero [[Fra' Moriale]], come punizione per aver aderito alle politiche dei [[Visconti]] al fine di mantenere la sua autonomia. Viene poi restaurato dal cardinale [[Egidio Albornoz]] inviato dalla Chiesa nella "riconquista" delle Terre Pontificie. Nel 1433 viene occupato dalle truppe di [[Francesco Sforza]] nel tentativo di conquista dell'Italia centrale. Successivamente fu anche in potere dei [[Malatesta]].
Il 25 agosto del 1808, durante la repubblica napoleonica, un folto gruppo di [[insorgenti]] occuparono Staffolo e presero in ostaggio il sindaco e gli anziani del comune, generando il panico anche nei comuni vicini, da Jesi a Massaccio e Montecarotto. Dell'esperienza napoleonica a Staffolo resta un interessante documento gastronomico, una delle più antiche raccolte di ricette di [[cucina marchigiana]], ispirata dal gusto francese allora in voga, opera della signora Clementina Leoni. Conclusasi l'esperienza francese con il nuovo riparto voluto dal Consalvi, Staffolo divenne sede di un ''governo'', a cui venivano sottoposti i comuni di Massaccio (con Scisciano e Poggio Cupo), Castelbellino, Monteroberto, San Paolo e Majolati. Al Plebiscito per l’annessione al Regno Sabaudo, il 4 e 5 novembre 1860, si chiese ai marchigiani: ''Volete far parte della monarchia costituzionale del Re Vittorio Emanuele?'' A Staffolo su 556 aventi diritto al voto, votarono in 60, cioè meno dell’11%, contro una media regionale del 63,7. Ma il voto staffolano per l’Italia Unita fu sincero e soprattutto compatto: 60 furono i votanti, 61 i favorevoli! Il voto fu soprattutto la dimostrazione della forte propaganda ecclesiastica contro l'annessione allo stato sabaudo, condotta soprattutto dal parroco di Sant'Egidio, don Tommaso Leoni, che fu condannato a quattro mesi di carcere poiché ritenuto reo di aver rifiutato i sacramenti a coloro i quali avevano votato per l'annessione.
Nel 1517 Staffolo fu messo a ferro e fuoco dai guasconi di [[Francesco Maria della Rovere]] nella guerra contro la famiglia dei [[Medici]] per rimpossessarsi del [[Ducato di Urbino]].
Staffolo, come le [[Marche]], restò strettamente legato allo [[Stato pontificio]], a parte la parentesi napoleonica, fino al 1861; quando tutta la regione fu annessa definitivamente al [[Regno d'Italia]].
 
Nel primo conflitto mondiale furono quasi 500 i giovani reclutati nel regio esercito; di essi non fecero ritorno nelle loro case in 78: 40 caddero sul fronte di guerra (17 i dispersi), 26 perirono nei vari ospedali da campo, 5 in campi di prigionia, 7 nelle loro case in conseguenza di malattie contratte al fronte. Altre 5 furono le vittime delle guerre in Africa Orientale (A.O.I.) ed una in Spagna (O.M.S.). Nel secondo conflitto mondiale morirono altri 23 giovani staffolani. Dopo l'8 settembre furono numerose le vittime anche fra i civili: due giovani furono uccisi da mitragliamenti di aerei alleati il 24 aprile, un partigiano venne ucciso pochi giorni dopo, il 5 maggio, di fronte al municipio, da parte di un ufficiale delle SS. Uno sfollato di Ancona morì per i colpi sparati dai tedeschi come rappresaglia per l'uccisione da parte dei partigiani di un loro camerata il 24 giugno. Alcuni giorni dopo, il 29 giugno, una terribile operazione terroristica fu condotta da un reparto di militari tedeschi; guidati da un ufficiale delle SS, i militari uccisero sette giovani prigionieri condotti in paese dal campo di concentramento di Sforzacosta. Un’ora prima gli stessi militari avevano commesso una strage a Montalvello di Apiro, uccidendo sei persone del luogo, di cui quattro della stessa famiglia Romagnoli, ed avevano tentato di ucciderne altre quattro appiccando il fuoco al locale nel quale erano state in precedenza rinchiuse. L’azione terroristica del 29 giugno proseguì la sera stessa con l’uccisione da parte dello stesso reparto di militari tedeschi, a Cingoli, di altri due giovani provenienti dal campo di Sforzacosta. Poi, all’alba del giorno dopo a Filottrano, lo stesso reparto rastrellò altri dieci civili che furono poi fucilati nel campo della fiera. Nei quattro comuni della Val Musone, complessivamente, il terrorismo nazista determinò, fra il pomeriggio del 29 e la mattina del 30 giugno, la morte di 26 civili italiani. Il 16 luglio, quando le truppe della ''Wehrmacht'' si ritirarono dalla linea difensiva sul Musone, dopo la [[battaglia di Filottrano]], percorrendo la strada del torrente Acqualta fecero dei prigionieri fra i contadini della zona; due giovani, che si rifiutarono di collaborare, furono fucilati presso il torrente. Tre giorni dopo, il 19 luglio, Staffolo veniva liberata dai militari del [[Corpo Italiano di Liberazione]] (C.I.L.).
== Evoluzione demografica ==
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Architetture religiose ===
[[File:Staffolo, Sant'Egidio.jpg|thumb| La [[Chiesa di Sant'Egidio (Staffolo)|Chiesa di Sant'Egidio]].]]
[[File:Staffolo, Sant'Egidio (4).jpg|thumb|Il ''Pentittico della Madonna e Santi'', [[Maestro di Staffolo]], metà del XV secolo.]]
* Chiesa di Sant'Egidio:
{{Vedi anche|Chiesa di Sant'Egidio (Staffolo)}}
Dei secoli XII-XIII, originariamente nata come pieve è dedicata a [[Sant'Egidio Abate]], patrono della città (1º settembre). Costruita in stile romanico, probabilmente dalle stesse maestranze che realizzarono [[Collegiata di Sant'Esuperanzio|Sant'Esuperanzio a Cingoli]], la parrocchiale ha subito nel tempo varie modifiche architettoniche, sia all'interno dell'edificio sia all'esterno. Al suo interno sono contenute varie opere pittoriche, la più importante delle quali è il pentittico del [[Maestro di Staffolo]] (1450 ca.).
 
* Chiesa di [[Francesco d'Assisi|San Francesco d'Assisi]]:
Prossima alla parrocchiale, con l'annesso convento risalgono ai primi anni '30 del XIII secolo. Si tratta di uno dei primissimi insediamenti francescani nella Marca, insolitamente realizzato all'interno delle mura cittadine. All'interno della chiesa si conservano importanti opere di Filippo Bellini (1550 ca. -1603), Maffeo Verona (1576-1618), Francesco Trevisani (1656-1746) e Giovanni Maspani (seconda metà XVIII sec.).
 
* Chiesa di Santa Maria della Castellaretta:
{{Vedi anche|Chiesa di Santa Maria della Castellaretta}}
Sorge a {{M|1|u=km}} dalle mura del paese, sulla strada che collega Staffolo con San Paolo di Jesi. L'edificio, costruito nel 1572 e dedicato alla Madonna delle Vittorie, fu realizzato per la volontà di alcuni abitanti del paese che avevano preso parte alla [[battaglia di Lepanto]] contro i turchi. Tornati sani e salvi in patria, essi vollero mostrare la loro gratitudine alla Vergine costruendo la piccola chiesetta che, sorta sui ruderi di un antico Castellare, venne chiamata Castellaretta. Nel 1638, in seguito alla notizia della sconfitta dei turchi sotto le mura di Vienna e al conseguente arresto alla loro espansione in Europa, gli staffolani ampliarono la chiesa e l'adornarono all'interno con le opere di Giovanni e [[Domenico Luigi Valeri]], pittori jesini (1735).
 
=== Architetture civili ===
 
* Mura cittadine
Conservano alcuni tratti e la loro forma originale. Nella parte meridionale si erge un torrione, impropriamente detto "dell'[[Egidio Albornoz|Albornoz]]", realizzato più probabilmente nel XVI secolo.
 
* Palazzo Giacobini
La costruzione dell'edificio può essere fatta risalire al sec. XVII, forse più precisamente al [[1601]], data incisa sul concio di imposta dell'arco del portale. Il Palazzo, residenza dei conti Giacobini, [[patrizio (titolo)|patrizi]] di [[Jesi]], [[nobile|nobili]] di [[Fano]], nobili romani e di [[Parma]], reca sul portale lo [[stemma]] Giacobini.
Via del Maestro di Staffolo, 53, 55, 57(P), 59 - Staffolo (AN)
 
{{Stemma
|immagine = COA fam ITA giacobini.png|miniatura
|nome = Stemma dei conti Giacobini
|blasonatura = d'azzurro a tre monti all'italiana moventi dalla punta, sormontati da tre stelle (6) male ordinate, il tutto d'oro.
}}
 
* Palazzo del Governo (ora Tesei)
La costruzione dell'edificio risale al 1600, come riportato nell'iscrizione posta sulla finestra della facciata. Nel 1816 a seguito del Riparto di Consalvi divenne sede del Governo di Staffolo, che comprendeva i comuni di Staffolo, Massaccio, Castelbellino, Monte Roberto, San Paolo e Majolati.
 
* Palazzo Onori
Il palazzo è situato in via XX Settembre, 4. Risalente al XVII sec., reca sul timpano delle finestre incorniciate lo [[stemma]] della famiglia Onori.
 
* Palazzo Onori Manuzio
Il palazzo, risalente al sec. XV, fu residenza della famiglia Onori Manuzio. Si trova in via Aldo Manuzio, 54.
 
* Palazzo Cerasi
La costruzione dell'edificio può essere fatta risalire al sec. XVI. Si trova in Via Solferino, 6.
 
* Palazzo Cotini
La costruzione dell'edificio può essere fatta risalire al sec. XVII. Nel sec. XIX nacque nell'edificio il musicista Domenico Cotini, come ricordato da una lapide murata in facciata. L'ingresso è in via Cotini.
 
* Palazzo Scaramucci
La costruzione dell'edificio può essere fatta risalire al [[1601]], come sembrerebbe testimoniare la data incisa sull'architrave del portale. Fu sede dell'Accademia degli Arditi.
 
* Palazzo Leoni
La costruzione dell'edificio può essere fatta risalire al sec. XVII. Esso incorpora il Torrione dell'Albornoz. L'edificio è situato in via Solferino, 10
 
* Casa Cima
La costruzione originaria risale al XIV secolo (1344) come ricorda l'iscrizione sulla facciata dell'edificio attuale. Agli inizi del XIX secolo fu demolita l'adiacente chiesa di Sant'Antonio risalente anch'essa al secolo XIV.
 
* Palazzo dell'ex ospedale
''Museo dell'arte del vino'' -
La costruzione dell'edificio può essere fatta risalire al sec. XV.
Nel corso della fine del sec. XX l'edificio è stato ristrutturato ed attualmente ospita la civica biblioteca ed il Museo dell'arte del vino con annessa enoteca.
 
* Palazzo del comune
''Monte frumentario'' -
''Monte di Pietà'' -
La costruzione dell'edificio può essere fatta risalire al sec. XV.
Il 5 aprile [[1543]] viene istituito nell'edificio il Monte frumentario ed il Monte di Pietà.
All'inizio del sec. XIX, in età napoleonica, il palazzo diviene la residenza del governatore e, al piano terra, sede delle carceri. Il balcone angolare è costruito agli inizi del sec. XX. Il palazzo è stato completamente ristrutturato nel corso dell'ultimo quarto del sec. XX.
 
* Palazzo delle magistrature
''Teatro dell'Armonia'' -
''Palazzo delle Logge'' - La costruzione dell'edificio può essere fatta risalire all'inizio del sec. XVI, in questo periodo esso ospita le magistrature comunali.
Nel corso del sec. XVIII il palazzo diviene sede del Comune.
Nel [[1840]] si inaugura il Teatro dell'Armonia, ricavato nell'ultimo piano dell'edificio ed interamente in legno con tre ordini di palchi.
 
== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
{{Demografia/Staffolo}}
 
== Amministrazione ==
[[File:Staffolo-Gonfalone.png|thumb|upright=0.5|Il gonfalone comunale]]
=== Amministrazioni precedenti ===
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec|18 giugno [[1985]]|2 giugno [[1990]]|Pietro Luigi Aquilanti|[[Partito Comunista Italiano]]||<ref name=interno>http://amministratori.interno.it/</ref>}}
{{ComuniAmminPrec
{{ComuniAmminPrec|2 giugno [[1990]]|24 aprile [[1995]]|Pietro Luigi Aquilanti|[[Partito Comunista Italiano]]<br />[[Partito Democratico della Sinistra]]||<ref name=interno>http://amministratori.interno.it/</ref>}}
|[[13 giugno]] [[2004]]
{{ComuniAmminPrec|24 aprile [[1995]]|14 giugno [[1999]]|Pierino Ombrosi|[[Centro-sinistra]]||<ref name=interno>http://amministratori.interno.it/</ref>}}
|[[7 giugno]] [[2009]]
{{ComuniAmminPrec|14 giugno [[1999]]|14 giugno [[2004]]|Egidio Brocani|[[Lista civica]]||<ref name=interno>http://amministratori.interno.it/</ref>}}
|Sauro Ragni
{{ComuniAmminPrec|14 giugno [[2004]]|8 giugno [[2009]]|Sauro Ragni|[[Lista civica]] di [[Centro-sinistra]]||<ref name=interno>http://amministratori.interno.it/</ref>}}
|[[lista civica]]
{{ComuniAmminPrec|8 giugno [[2009]]|26 maggio [[2014]]|Sauro Ragni|[[Lista civica]] di [[Centro-sinistra]]||<ref name=interno>http://amministratori.interno.it/</ref>}}
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
{{ComuniAmminPrec|26 maggio [[2014]]|27 maggio [[2019]]|Patrizia Rosini|[[Lista civica]] di [[Centro-sinistra]]||<ref name=interno>http://amministratori.interno.it/</ref>}}
|
{{ComuniAmminPrec|27 maggio [[2019]]|10 giugno [[2024]]|Sauro Ragni|[[Lista civica]] di [[Centro-sinistra]]||<ref name=interno>http://amministratori.interno.it/</ref>}}
}}
{{ComuniAmminPrec|10 giugno [[2024]]|''in carica''|Sauro Ragni|[[lista civica|Insieme per Staffolo]] ([[Centro-sinistra]])|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|<ref name=interno>http://amministratori.interno.it/</ref>}}
{{ComuniAmminPrec
|[[8 giugno]] [[2009]]
|in carica
|Sauro Ragni
|[[lista civica]]
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
 
{{-}}{{-}}
== Sport ==
=== Calcio a undici ===
La squadra di calcio del paese è lo Staffolo che gioca in [[Prima Categoria]] ed ha come colori sociali il giallo e il rosso.
 
'''Calcio a cinque femminile'''
 
La squadra di calcio a cinque femminile del paese nasce nel 2023 ed ha come colori sociali il giallo e il rosso.
 
== Note ==
Riga 95 ⟶ 151:
 
== Voci correlate ==
* [[Maestro di Staffolo]]
* [[Museo dell'Arte del Vino di Staffolo]]
* [[ComunitàUnione montana dell'Esino Frasassi]]
 
== Altri progetti ==
{{Interprogetto|commons=Category:Staffolo}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{collegamento interrotto|1=[http://www.cadnet.marche.it/staffolo Comune di Staffolo] |data=aprile 2018 |bot=InternetArchiveBot }}<!-- sembra meno aggiornato di quello presente nel template -->
* {{cita web|url=http://sirpac.cultura.marche.it/web/Ricerca.aspx?ids=80894|titolo=Scheda Palazzo dei conti Giacobini di Staffolo}}
 
{{ProvinciaComuni della provincia di Ancona}}
{{ComunitàUnione montana dell'Esino Frasassi}}
{{Portale|Marche}}
 
[[Categoria:Staffolo| ]]
[[Categoria:Castelli di Jesi]]
[[Categoria:Bandiera arancione]]
[[Categoria:Città murate delle Marche]]
 
[[be:Стафола]]
[[de:Staffolo]]
[[en:Staffolo]]
[[eo:Staffolo]]
[[es:Staffolo]]
[[fi:Staffolo]]
[[fr:Staffolo]]
[[ia:Staffolo]]
[[ja:スタッフォロ]]
[[kk:Стаффоло]]
[[lmo:Staffolo]]
[[nap:Staffolo]]
[[nl:Staffolo]]
[[pl:Staffolo]]
[[pms:Staffolo]]
[[pt:Staffolo]]
[[ru:Стаффоло]]
[[tl:Staffolo]]
[[uk:Стаффоло]]
[[uz:Staffolo]]
[[vi:Staffolo]]
[[vo:Staffolo]]
[[war:Staffolo]]
[[zh:斯塔福洛]]