Utente:Francis Lampis/Abbozzo Famiglia Castelli: differenze tra le versioni
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La '''famiglia Castelli''' è una delle più antiche famiglie nobili italiane fiorenti. Formatasi a Terni tra il V e l'VIII secolo, generò diversi rami secondari che si stabilirono nei secoli in quasi tutto il territorio italiano, partecipando attivamente alle vicende dell'Italia antica e moderna.
{{Casata
|cognome = Castelli
|stemma = Blasone Castelli.jpg
|motto = [[Motti presenti nelle armi delle famiglie italiane|Allicit et terret]]
|blasonatura = D'azzurro al castello d'argento
|stato = Italia - Germania
|casataprincipale = Castelli di Terni
|titoli = <nowiki></nowiki>
*Principi di Terni
*Principi di Narni
|fondatore = <nowiki></nowiki>
*[[Gondomaro|Gondomaro di Borgogna]]
*Remigio di Franconia
|datafondazione = <nowiki></nowiki>
[[V secolo]]
[[VIII secolo]]
|etnia = franca - italiana
|ramicadetti = Milano, Roma, Genova, Napoli, Treviso, Toscana, Torino, Sicilia, Sardegna
}}
==
Come per tutte le famiglie antiche è difficile attuare una ricostruzione esauriente e precisa delle sue origini; su questa casata i genealogisti si dividono in due filoni:
# filone della Franconia: il capostipite sarebbe Remigio Castelli, figlio del duca di Franconia Etanno, infeudato del principato di Terni nell'VIII secolo. Se così fosse la famiglia Castelli vanterebbe discendenza dai primi re Franchi e indipendentemente da loro si situerebbe tra le più antiche famiglie nobili attualmente fiorenti.
# filone della Borgogna: il capostipite sarebbe Gundioco, nipote di [[Gondomaro]], ultimo re di Borgogna, edi [[San Sigismondo]]. Questo a sua volta sarebbe il padre di Attilio principe e Sant'Anastasio, vescovo di Terni. Se così fosse, il casato avrebbe origine nel V secolo d.C.;
Entrambi i filoni hanno degli elementi in comune:
* l'origine ternana;
* Tacito Pietro Castelli (o Taciperticone come si usava all'epoca), segnalato come principe della milizia di Terni, che scortò [[papa Zaccaria]] a Terni nel 741 d.C.;
* lo stemma della famiglia, consistente in un castello;
* il cognome "de Castello", dovuto al nome dato da Remigio alla sua dimora in Terni (filone della Franconia), o all'antico stemma di Borgogna, consistente in un castello (filone di Borgogna).
== Diffusione ==
{{quote|Son venuto chiaramente a conoscere, ciò che non avrei sì facilmente creduto, cioè che quasi tutto il mondo sia come ridotto in provincia della Famiglia Castelli.|Antonio Sciarra, ''Della Famiglia Castelli, personaggi più riguardevoli, Milano 1678''.}}
Inizialmente i Castelli dimoravano in Terni, ma nei secoli si formarono vari rami in altre città d'Italia o persino in altri Paesi (Germania, Francia, Inghilterra e Spagna).
Tenendo presente che un ramo ha sempre vissuto in Terni, gli altri suoi rami più importanti furono quelli di Roma, Milano, Genova, Treviso e Napoli. Da questi rami "principali" sono poi nati gli altri: tutti i rami del nord Italia da Milano e Treviso, i rami del sud Italia da Napoli o Genova, i rami toscani da Treviso. Il ramo di Sicilia dal ramo genovese ed il ramo di Sardegna dal ramo lucchese.
=== Ramo di Terni ===
{{Stemma
|immagine = Blasone Castelli.jpg
|nome = Stemma della famiglia Castelli di Terni
|testo = I vari rami della famiglia hanno spesso aggiunto elementi o modificato i colori
|blasonatura = D'azzurro al castello d'argento.
}}
'''Remigio Castelli''' ([[VIII secolo]]), indicato da molti studiosi come figlio dell'ultimo duca di Franconia Etanno, si sposò con la ternana Agape, indicata quale discendente dell'imperatore romano [[Marco Claudio Tacito|Tacito]], e da lei ebbe Taciperticone, o Tacito Pietro, Spentone, Averolfo e Magniperto: il primo, segnalato come gastaldo e principe della milizia di Terni, venne inviato da [[Liutprando]] a scortare papa [[Zaccaria I]] nel suo viaggio verso Terni nel [[741]], mentre il terzo viene segnalato come gastaldo della valle Narea e come marito di Buona<ref name="CU"><nowiki>{{cita libro|cognome= F.Saladini |nome= L. Tettoni|titolo= Teatro Araldico|editore= Claudio Wilmant, 1846|lingua= it|url= </nowiki>http://books.google.it/books?id=av5BAAAAcAAJ&pg=PT243&dq=teatro+araldico+taciperticone+castelli&hl=it&sa=X&ei=Z5sBUJLgJ8_AtAa1vJXXBg&ved=0CDkQ6AEwAA#v=onepage&q=teatro%20araldico%20taciperticone%20castelli&f=false</ref>.
'''Tacito Pietro Castelli''' ebbe '''Raimone''', o '''Ramone''' o '''Raimondo Castelli''', il quale fu nominato Conte, Vicario di [[Terni]] e gastaldo della Sabina da [[Carlo Magno]]. Raimondo sposò Taciperga, dalla quale ebbe Ilderico e Tucone<ref name= CU />.
'''Ilderico Castelli''' sposò Elperga, dalla quale ebbe Anastasio, Rainero I e Berardo. Questi aiutarono più volte [[Papa Leone IV|Leone IV]] a scacciare i Saraceni che all'epoca infestavano le coste meridionali dell'[[Italia]], e in un secondo momento appoggiarono l'antipapa [[Antipapa Anastasio III|Anastasio]] contro [[Papa Benedetto III|Benedetto III]] e furono per questo privati di alcuni possedimenti. Con il tempo i tre fratelli riuscirono a riguadagnare la stima dei [[Papa|papi]], in quanto vennero di nuovo richiamati per la lotta contro i Saraceni<ref name= CU />.
Da '''Anastasio Castelli''' discendono Lupone, Berardo e Tebaldo<ref name= CU />.
'''Lupone Castelli''' ebbe Rainero II, Attone, Arnolfo ed Iseltrude<ref name= CU />. Con lui inizia una prima netta divisione della famiglia in tre rami: dal ramo di Rainero II discesero i Castelli di Modena, Milano, Genova, Bologna e Treviso; dal ramo di Arnolfo discendono i Castelli di Roma (conosciuti come Signori di Vico e come Castelli Mandosi Mignanelli) e di Napoli; dal ramo di Attone discendono gli odierni Castelli di Terni<ref name= CU />. Iseltruda sposò Giovanni Capuano, da cui ebbe due figli<ref name= CU />.
'''Rainero II Castelli''' si segnalò nella lotta contro i Saraceni. da lui discendono: Rainero III, che si oppose a Berengario a favore dei pontefici; Nera, che sposò Cencio dei Conti di Sabina; Leone.
=== Ramo di Modena ===
'''Rainero III Castelli''' si inimicò [[Berengario del Friuli]]: da questa inimicizia discese l'esilio da Terni. Già qualche anno dopo lo si ritrova come signore di alcuni paesini romagnoli, tra cui Persicheto, essendone infeudato dal Papa<ref name= CU />.
'''Adalberto Castelli''', figlio primogenito di Rainero III, seguì in esilio il padre e in età già molto avanzata riuscì ad ottenere un feudo nel Modenese, da dove la sua stirpe iniziò a ricostituire le proprie forze. Da Adalberto discendono i Castelli che si stabilirono a Milano, a Genova, a Bologna e a Treviso, oltre che a quelli che rimasero a Modena.
'''Carlo Castelli''' (? - [[4 dicembre]] [[1639]]), discendente di Adalberto, fu l'autore del pasquino: [http://archiviostorico.corriere.it/2012/aprile/25/chiamava_Carlo_Castelli_Pasquino_Urbano_co_9_120425046.shtml "Quod non fecerunt barbari, Barberini fecerunt"]. Fu protonotario apostolico, cameriere d'onore del Papa e ambasciatore del duca di Mantova.
=== Ramo di Milano ===
I Castelli giunsero a Milano nell'[[XI secolo]] con '''Robba Castelli''', discendente di Adalberto.
=== Ramo di Genova ===
I Castelli giunsero a Genova nell'[[XI secolo]] con '''Primo de Castello''', discendente di Adalberto. La famiglia venne talvolta individuata con il nome di "Castella", mentre più spesso fu denominata "Da Castello" o "Da Castro". Diede a Genova una decina di consoli, un doge con mandato biennale e molti funzionari pubblici o militari.
'''Folco de Castello'''<ref>{{Cita web|url = http://www.treccani.it/enciclopedia/folco-de-castello_(Dizionario_Biografico)/|titolo = CASTELLO, Folco de|accesso = 2015-12-04|sito = www.treccani.it}}</ref> fu console, ambasciatore e podestà di Genova nel XII-XIII secolo.
[[Luca Grimaldi De Castro|Luca De Castro]], il quale assunse anche il nome Grimaldi per via dell'adesione all'omonimo albero della nobiltà, divenne doge di Genova dal 1605 al 1607.
=== Ramo di Sicilia ===
{{Stemma
|immagine = Blasone castelli sicilia.jpg
|nome = Stemma della famiglia Castelli di Sicilia
|testo = Blasone adottato dai Castelli in Sicilia
|blasonatura = D'azzurro al castello d'argento, un giglio d'oro sopra il castello.
}}
I Castelli fecero più volte la loro comparsa in Sicilia, tuttavia i rami di Palermo, Messina e Catania si estinsero dopo poche generazioni. A Messina compaiono tra i [[Strategoti e Governatori di Messina|Strategoti]] '''Andrea Castelli''' (nel [[1416]], [[1423]]) e '''Antonio Castelli''' (nel [[1420]], [[1427]], [[1429]]).
I Castelli giunsero stabilmente in [[Sicilia]] con '''Gregorio Castelli''' ([[1586]] - [[1643]]), nobile mercante genovese, intorno al [[1608]]<ref name= CS >{{cita libro|cognome= Lo Faso di Serradifalco |nome= Alberico |titolo= Sul tutto, periodico della società italiana degli studi araldici, pubblicazione straordinaria del novembre 2006 |editore= SISA, 2006 |lingua= it|url=}}</ref><ref name= FM >{{cita libro|cognome= Mugnos |nome= Filadelfo |titolo= Teatro genologico delle famiglie del regno di Sicilia, 2009 |editore= Arnaldo Forni|lingua= it|}}</ref>. Gregorio era figlio di Bernardo Castelli, nobile pittore genovese la cui famiglia aveva servito presso i sovrano spagnoli<ref name= CS />. Gregorio risulta come il più facoltoso mercante dell'isola. Gregorio acquistò diversi [[Feudo|feudi]] tra i quali i [[Marchese|marchesati]] di [[Capizzi]] e di [[Motta
Angela Castelli sposò Vincenzo Denti, mentre Gabriele sposò una nobildonna della famiglia Ricci, dalla quale ebbe Gregorio, Giuseppe ed Anna (di cui s'ignora la vita e le opere se non l'avvenuta nascita)<ref name= CS />.
La linea primogenita continuò con '''Lancillotto Castelli''' '''Clerici '''(nato intorno al [[1610]] e morto nel [[1671]]), primo marchese di [[Capizzi]], conte di [[Gagliano Castelferrato|Gagliano]] (alla morte del padre). Acquistò [[San Carlo (Chiusa Sclafani)|San Carlo]] in provincia di [[Chiusa Sclafani]], fu primo [[principe]] di [[Gagliano Castelferrato]] con [[diploma]] di [[Filippo IV di Spagna]] datato [[1659]]. Fu inoltre [[Pretore]] di [[Palermo]] nel [[1649]], Maestro razionale, Governatore della [[Compagnia dei Bianchi]] nel [[1641]], [[1650]] e [[1667]], oltreché Vicario Generale del Regno<ref name= CS /><ref name= FM />. Sposò in prime nozze Ippolita Lercari ed in seconde nozze Melchiorra Valdina. Dalla prima moglie ebbe cinque figli: Gregorio, suo erede; Ottavio, [[Cavalieri Gerosolimitani|cavaliere gerosolimitano]] e [[commendatore]] di Girgenti nel [[1669]], nonchè comandante della [[Galea|galea]] capitana dell'ordine<ref name= CS /><ref name= FM />; Bartolomeo, vescovo di [[Mazara del Vallo]] e deputato del Regno nel [[1720]]<ref name= CS /><ref name= FM />; Agostino, un canonico; Ivone, Regio [[Cappellano]]<ref name= CS />.
'''Gregorio Castelli Lercari''' (n. intorno al [[1630]] e morto nel [[1668]]) sposò una nobildonna della famiglia Marchese ed ebbe due figli:
1)
'''Lancillotto Ferdinando Castelli Marchese''' (+ [[1732]]), che fu il secondo principe di Castelferrato e marchese di Capizzi, cavaliere dell'[[Ordine di San Giacomo della Spada]], Governatore della [[Compagnia dei Bianchi]] nel [[1683]], [[Giustiziere (funzionario)|Capitano di Giustizia]] di [[Palermo]] nel [[1690]]<ref name="CS" /><ref name="FM" />. Si sposò con Margherita [[Colonna (famiglia)|Colonna]], dalla quale non ebbe figli;
2) '''Melchiorra Castelli Marchese''' sposò Don Giuseppe [[Lanza (famiglia)|Lanza]], duca di Camastra.
Il titolo di principe di [[Gagliano Castelferrato|Castelferrato]] passò alla figlia di Melchiorra, avuta con il Lanza, a sua volta sposa di Ignazio Lanza, principe della Trabia; i titoli di Marchese di [[Capizzi]] e Conte di [[Gagliano]] andarono invece a Carlo Girolamo, di Gabriele nel [[1734]]<ref name="CS" />.
La linea secondogenita soppravvisse a quella primogenita. '''Carlo Girolamo Castelli Marchese''' (n. intorno al [[1615]] e morto nel [[1702]]), di Gregorio, si sposò con Emilia Castelli Firmaturi, unica figlia del fratello Giusepppe e della di lui moglie Elisabetta Firmaturi. Carlo Girolamo ebbe quattro figli:Gabriele, suo erede primogenito; '''Lancillotto Castelli Castelli''', che servì [[Filippo V di Spagna]] ed ebbe un ruolo di rilievo nella [[battaglia di Almansa]], e fu anche [[maresciallo]] delle [[Guardia del corpo|guardie personali]] di [[Vittorio Amedeo II di Savoia]]; '''Gregorio Castelli Castelli''', barone del Pozzo per donazione di sua cugina Anna Castelli, il quale sposò Donna Anna Gonzales, da cui ebbe Giuseppe, che a sua volta sposò Rosalia Alvarez del Valdes, avendo poi una sola figlia, Maria Felicita, moglie di Ignazio Lo Faso; Giuseppe Tommaso, abate<ref name="CS" />.
'''Gabriele Castelli Castelli''' (n. intorno al [[1660]] e morto nel [[1725]]), di Carlo Girolamo, marchese di Motta d'Affermo, sposò Anna [[Parisi (famiglia)|Parisi]] ed ebbe quattro figli: Carlo Girolamo, suo erede diretto; Gioachino, [[vescovo]] di [[Cefalù]] nel [[1755]]; Gregorio Bartolomeo, vescovo di [[Numidia]] con il nome di Severino<ref name="CS" /><ref name="FM" />; Ignazio Traiano, capitano della galera capitana dell'[[Sovrano Ordine Militare di Malta|Ordine di Malta]], balì di gran croce e gran priore di [[Barletta]] nel [[1765]]<ref name="CS" />.
'''Carlo Girolamo Castelli Parisi'''(n. intorno al [[1690]] e morto nel [[1741]]), di Gabriele, marchese della Motta d'Affermo dal [[1726]] e dal [[1734]] primo principe di [[Torremuzza]] per concessione di [[Carlo VI d'Asburgo]], nonché marchese di Capizzi e conte di Gagliano alla morte del cugino Lancillotto Ferdinando Castelli Marchese<ref name="CS" /><ref name="FM" />. Carlo Girolamo sposò Susanna Giglio, figlia di Girolamo, principe della Torretta, dalla quale ebbe un solo figlio<ref name="CS" /><ref name="FM" />.
'''[[Gabriele Lancillotto Castello|Gabriele Lancillotto Castelli Giglio]] '''([[1727]] - [[1794]]), di Carlo Girolamo, fu principe di Torremuzza, marchese di Motta d'Affermo, marchese di Capizzi, Conte di Gagliano e, in aggiunta, barone di Spataro<ref name= CS />. Egli fu [[Numismatico|numismatico]], [[letterato]] e [[Storico|storico]], socio dell'Accademia del Buon Giusto; fu inoltre [[Governatore]] della [[Compagnia dei Bianchi]] nel [[1752]] e Governatore del Monte di Pietà nel [[1753]] e nel [[1754]], Direttore della Regia [[Zecca (moneta)|Zecca]] di [[Palermo]], [[Deputato]] dei Regi Studi (in seguito all'allontanamento dei Gesuiti, che controllavono l'istruzione) e fondatore dell'Accademia degli studi di Palermo<ref name= CS /><ref name= FM />. Regalò alla Biblioteca comunale di Palermo oltre dodicimila volumi<ref name= CS />. Concesse al cugino Giuseppe Castelli la contea di Gagliano e cedette a Ignazio Lo Faso, marito di Maria Felicita, il marchesato di Capizzi. Gabriele sposò Anna Maria Lo Faso dei duchi di Serradifalco, dalla quale ebbe un solo figlio<ref name= CS />.
'''
'''Vincenzo Lancillotto Castelli San Martino'''(+ [[1826]]), di Carlo Girolamo, fu [[Commendatore|commendatore]] dell'[[Cavalieri Gerosolimitani|Ordine Gerosolimitano]], [[letterato]] e [[Storiografia|storiografo]] dell'[[Sovrano Militare Ordine di Malta|Ordine di Malta]]. Sposò Donna Agata [[Valguarnera (famiglia)|Valguarnera]] dei principi di Niscemi, dalla quale ebbe sette figli: '''Marianna '''sposò Carlo Ortolani barone di Bordonaro; '''Carlo '''divenne [[Abate|abate]] di Santa Maria dello Sparto con il nome di Pietro; '''Emanuela '''sposò Tommaso Sachon duca di Salinas; '''Carolina '''divenne monaca; '''Luigi '''divenne [[Monaco|monaco]] [[Cassinesi|cassinese]] e abate di San Martino delle Scale con il nome di Luigi; '''Giovanni''', conte di Gagliano, sposò Vittoria [[Filangeri]], contessa di San Marco e principessa di Mirto, dalla quale ebbe un solo figlio, '''Gabriele''', che tuttavia a sua volta non ebbe figli<ref name= CS />.
'''Gabriele Lancillotto Castelli Valguanera''' ( [[3 maggio]] [[1812]] - [[16 giugno]] [[1884]]), primogenito di Vincenzo Lancillotto, fu Gran Croce dell'[[Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro]], segretario della Camera dei Pari nella rivoluzione del [[1848]], [[Senatore|senatore]] del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] dal [[20 gennaio]] [[1861]]<ref name= CS />. Sposò in prime nozze Maria Anna Mira, ed in seconde nozze, nel [[1836]], Luisa Augusta [[Casato di La Trémoille|de La Trémoïlle]], figlia del principe Luigi Stanislao de la Tremoïlle e di Lady Augusta Murray<ref name= CS /><ref name= FM />. Da quest'ultima ebbe Agata e Vincenzo<ref name= CS />.
'''Vincenzo Castelli de la Trémoille''' (n. [[1863]]), di Gabriele Lancillotto, fu l'ultimo principe di Torremuzza, marchese di Motta d'Affermo e conte di Gagliano di Casa Castelli, in quanto i titoli non poterono passare alla sua unica figlia, Laura, avuta da Anna Maria Sparavilla<ref name= CS />.
Il ramo dei Castelli di Sicilia finisce con '''Laura Castelli Sparavilla''' ([[1905]] - [[1970]]), sposa del conte Massimiliano Hercolani<ref name= CS />.
I discendenti di Gregorio furono (nei titoli nobiliari): Principi di [[Gagliano Castelferrato|Castelferrato]], Principi di [[Torremuzza]], Marchesi di [[Motta d'Affermo]], Marchesi di [[Capizzi]], Conti di [[Gagliano]], Conti di San Carlo, Baroni di [[Grottaglie|Grotaglie]], Baroni del Pozzo, Baroni di [[Spataro]], Baroni di Durilli, Signori di [[Mistretta]], Signori di Raitano e Signori di Santo Stefano<ref name= CS />.
=== Ramo di Roma ===
{{vedi anche|Di Vico}}
'''Arnolfo Castelli''' ([[X secolo]]), terzogenito di Lupone, generò Pietro I, che ebbe Merone, che fu padre di Pietro II.
'''Pietro II Castelli''' ([[XI secolo]]) fu il capostipite del ramo laziale della famiglia, i cui rampolli furono signori di Vico e prefetti perpetui di Roma, per poi continuare nel ramo dei Castelli marchesi di Castelforte e signori di Polino, dai quali discendono i Castelli Mandosi Mignanelli. Sposò una nobildonna della famiglia Bovaccia e si stabilì nel Castello di Vico. Egli fu più volte in contrasto con l'imperatore [[Corrado II il Salico|Corrado II]], motivo per cui ricercò sempre l'appoggio dei [[Pontefice|pontefici]].
=== Ramo di Treviso ===
I Castelli si insediarono a [[Treviso]] con '''Benedetto Castelli''', discendente di Adalberto, nell'[[XI secolo]].
=== Ramo di Venezia ===
Di antica origine trivigiana, i Castelli si trasferirono a Bergamo, ove vennero confermati nobili, per poi stabilirsi, con '''Bartolomeo Castelli''', a [[Venezia]] nel XVI secolo. Bartolomeo era favorito di Isabella moglie di Carlo IX re di Francia, la quale si trovava a Vienna ospite, in stato vedovile, dell'imperatore Ridolfo: questa lo elesse suo Gentiluomo di Camera il 10 giugno 1597.
Alcuni discendenti di questo Bartolomeo si trasferirono a Venezia, ove attesero al negozio della seta: avendo ingenti guadagni fecero ricche elargizioni alla Serenissima, che li ammise al Maggior Consiglio. '''Santo Castelli''' fu il primo consigliere, seguito dai nipoti '''Giuseppe''' e '''Francesco'''. Dall'abitazione che avevano ai Miracoli si deve il nome di Calle Castelli.
Tra i discendenti di Bartolomeo si segnalano anche '''Anna Castelli''' e '''Caterina Castelli''', citate per la donazione di una campana per la chiesa di San Luca Evangelista.
=== Ramo di Lucca ===
'''Guidone Castelli''' ([[XIV secolo]]) lasciò Treviso e si trasferì a Lucca con la sua famiglia.
Suo figlio Antonio fu il primo Castelli nato a Lucca.
I discendenti sono segnalati nelle più alte cariche repubblicane.
Per motivi imprecisati Domenico Castelli, quattro secoli dopo, lasciò la città per trasferirsi in Sardegna, ove iniziò un altro ramo della famiglia.
=== Ramo di Sardegna ===
{{Stemma
|immagine = Blasone castelli sardegna.jpg
|nome = Stemma della famiglia Castelli di Sardegna
|testo = Blasone adottato dai Castelli di Sardegna dal 1804 ad oggi
|blasonatura = D'azzurro al castello d'argento, con sette stelle d'oro disposte a semicerchio sopra il castello e un leone alla porta.
}}
I '''Castelli''' giunsero in [[Sardegna]] sul finire del [[XVIII secolo]], con '''Domenico Castelli''', nobile originario della città di [[Lucca]]<ref name= AC >{{cita libro|cognome= Demurtas|nome= Domenico |titolo= Almanacco di Cagliari, 1998, paragrafo 62|editore= Vittorio Scano|lingua= it}}</ref><ref name= DFN >{{cita libro|cognome= Floris |nome= Francesco|titolo= Dizionario della famiglie nobili della Sardegna, volume I, 2009|editore= |lingua= it|}}</ref><ref name= SNS >{{cita libro|cognome= Floris |nome= Francesco |titolo= Storia della nobiltà in Sardegna: genealogia e araldica delle famiglie nobili sarde, 2007|editore= |lingua= it|}}</ref>. Domenico risulta sposato con la nobildonna lucchese Anna Catalina Lenzi, dalla quale ebbe due figli: Luigi ed Antonio<ref name= AC />. Ricoprì l'incarico di Comandante della Piazza e del Porto di Alghero, per poi trasferirsi a [[Cagliari]]<ref name= AC /><ref name= DFN /><ref name= SNS />.
'''Antonio Castelli Lenzi''' fu Giudice della [[Reale Udienza]] di Cagliari, con il titolo di Vice-Uditore Generale di Guerra<ref name= AC /><ref name= SS>{{cita libro|cognome= Gazano |nome= Michele Antonio |titolo= La storia della Sardegna pag 536 |editore= Reale Stamperia di Cagliari, 1777 |lingua= it|url= http://books.google.it/books?id=gWkOAAAAQAAJ&pg=PA536&dq=luigi+castelli++lucca&hl=it&sa=X&ei=3ugBUNDFHof_4QSmqsGSCA&ved=0CE8Q6AEwBA#v=onepage&q=luigi%20castelli%20%20lucca&f=false}}</ref>. Sposò Luisa Sanna Mallus. La sua discendenza finì subito, in quanto l'unico figlio maschio sopravvissuto al padre era un religioso. I figli che gli sopravvissero furono: Raimondo Castelli, teologo e Preside del [[Seminario]] di Cagliari, e Marianna, andata in sposa ad un nobile non ancora bene identificato appartenente alla nobile famiglia Pes<ref name= AC />. Antonio si spense a Cagliari il [[7 dicembre]] [[1787]]<ref name= DFN /><ref name= SNS />.
'''Luigi Castelli Lenzi''' fu un Giureconsulto, consultore del Ducato di Mandas<ref name= SS />, Giudice della Reale Udienza di Cagliari, con il titolo di Uditore Generale di Guerra, Senatore del Parlamento Sardo-Piemontese; ottenne il 5 novembre 1804 il titolo di [[Cavaliere Nobile Don]]<ref name= AC /> e, a riconoscimento della passata [[Nobiltà|nobiltà]], gli fu permesso di mettere nello stemma la corona comitale, dignità riservata ai [[Conte|conti]]<ref name= AC />. Il motto adottato da Luigi in questa circostanza fu "''Potius mori quam inquinari''", ossia "Meglio morire che essere disonorati"<ref name= AC /><ref name= DFN /><ref name= SNS />. Luigi sposò Teresa Amici de Villar, dalla quale ebbe un solo figlio, morto neonato. Sposò in seconde nozze Luisa Murroni, dalla quale ebbe dieci figli, di cui però solo quattro sopravvissero al padre. Si spense a Cagliari il [[25 settembre]] [[1815]].
'''Raffaele Castelli Murroni''' ([[24 ottobre]] [[1774]] - [[20 aprile]] [[1823]]), primogenito di Luigi, fu [[Colonnello|colonnello]] dei [[Dragoni di Sardegna]] ed in seguito Comandante della Piazza di [[Iglesias]]<ref name= AC />. Raffaele sposò Giuseppa Diana<ref name= AC />, dalla quale ebbe dodici figli, di cui solo quattro gli sopravvissero. Morta Giuseppa si risposò in tarda età con la diciottenne Antioca Rodriguez, dalla quale ebbe dieci figli, di cui solo cinque gli sopravvissero<ref name= DFN /><ref name= SNS />.
Dei figli cadetti di Raffaele ricordiamo: '''Tommaso Castelli Diana''' ([[20 settembre]][[1811]] - [[4 agosto]] [[1848]]), terzogenito, morto nella difesa di Milano; '''Pietro Castelli Diana''' (n. [[1º ottobre]] [[1841]]) partecipò alla scontro noto come il Quadrato di [[Villafranca di Verona|Villafranca]], ricevendo la [[Medaglia d'argento al valor militare|medaglia d'argento al valor militare]]; '''Gaetano Castelli Diana''' ([[11 aprile]] [[1840]] - [[16 dicembre]] [[1917]] ottenne invece la [[Medaglia di Bronzo al Valor Militare|medaglia di bronzo al valor militare]] durante l'assedio di [[Gaeta]]<ref name= AC />. '''Giuseppe Castelli Diana''' fu il comandante militare di Alghero e [[Ordine Mauriziano|Cavaliere dei Santi Maurizio e Lazzaro]] <ref name= EC >{{cita libro|cognome= |nome= |titolo= Elenco dei Cavalieri Sardi dalla A alla F|editore= |lingua= it|url= http://www.ordinidinasticisavoia-sardegna.net/?cat=3&p=15}}</ref>. '''Flavio''', '''Luigi''' e '''Michele''' furono alti ufficiali e valenti patrioti nelle guerre d'indipendenza<ref name= AC /><ref name= DFN /><ref name= SNS />.
'''Luigi Castelli Diana''' ([[30 maggio]] [[1810]] - [[12 gennaio]] [[1881]]), secondogenito di Raffaele, combatté in tutte le guerre di indipendenza, ricevendo la [[Medaglia d'argento al valor militare|medaglia d'argento al valor militare]] nella battaglia di Novara ed ottenendo il comando dei [[Reggimento Cavalleggeri di Sardegna|Cavalleggeri di Sardegna]] con il grado di [[Maggior generale]]<ref name= AC /><ref name= DFN /><ref name= SNS />. Prese anche parte alla spedizione italiana in Crimea, e per l'eroismo dimostrato ricevette la [[Legion d'onore]] da Napoleone III<ref name= EC /><ref name= AC /><ref name= DFN /><ref name= SNS />. Fu inoltre Cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia e [[Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro|Cavaliere Mauriziano]]<ref name= EC /><ref name= ED />. Sposò Gabriella Corte - Pes, dimorando presso Palazzo Castelli - Pes in [[Castello (Cagliari)|Castello]]. Non ebbe figli. Una volta a riposo edificò il Mausoleo Castelli nel [[Cimitero di Bonaria]], dove attualmente è sepolto, e fondò la Società dei Reduci delle Patrie Battaglie, detta anche Fratellanza Militare, allo scopo di sostenere i reduci di guerra o i loro parenti<ref name= AC /><ref name= DFN /><ref name= SNS />.
'''[[Agostino Castelli | Agostino Castelli Diana]]''' ( [[6 ottobre]] [[1799]] - [[17 gennaio]] [[1848]]), primogenito di Raffaele, fu comandante di [[Bosa]] e [[Maggiore]] dei Cavalleggeri di Sardegna. Il [[15 agosto]] [[1840]], quando era ancora [[Capitano]], affrontò una banda di briganti nel Supramonte di [[Orgosolo]], uscendone illeso e vincitore<ref name= AC />. Per l'eroismo dimostrato fu insignito della [[Medaglia d'oro al valor militare|medaglia d'oro al valor militare]]<ref name= AC />, risultando il quinto italiano ed il terzo sardo ad ottenere tale onoreficenza<ref name= ED >{{cita libro|cognome= |nome= |titolo= Elenco dei decorati, dal Sito della Presidenza della Repubblica|editore= |lingua= it|url= http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=14620}}</ref>. Sposò Margherita Meloni ed ebbe sei figli, di cui tre morti giovani e due donne.
'''Carlo Castelli Meloni''' ([[4 novembre]] [[1833]] - [[25 luglio]] [[1905]]) fu Maggior Generale dell'[[Carabinieri|Arma dei Carabinieri]]<ref name= AC /><ref name= DFN /><ref name= SNS />; fu dapprima comandante della Legione di [[Cagliari]], quindi della Legione di [[Bergamo]] e da ultimo della Legione di [[Roma]].Sposò Battistina Dore, dalla quale ebbe tre figli e sei figlie<ref name= SNS />.
'''Eugenio Castelli Dore''' ([[29 settembre]] [[1884]] - [[1963]]), terzogenito di Carlo, iniziò il ramo dei Castelli di [[Olbia]] - [[Roma]]. Fu giudice, notaio e (avendo superato il concorso, pur non avendo mai esercitato la professione) avvocato. Sposò Maria Angioni Contini. Suoi figli furono Carlo (che ebbe solo una figlia), e Tommaso, che generò Eugenio, Carlo, Anna e Luisa<ref name= AC /><ref name= ENS />.
'''Agostino Castelli Dore''' ([[13 maggio]] [[1879]] - [[30 agosto]] [[1945]]), primogenito di Carlo, nacque a [[Vicenza]] durante un periodo di soggiorno del padre. Fu un eminente medico e professore universitario: fu in prima linea nella lotta al colera in [[Sardegna]], ottenendo la medaglia di bronzo per la sanità pubblica. Durante la Prima Guerra Mondiale combattè sempre in prima fila con il grado di [[tenente colonnello]]<ref name= AC />. Terminata al guerra iniziò l'attività politica, divenendo per due volte assessore comunale sotto [[Ottone Bacaredda]], negli anni in cui fu costruito il nuovo municipio. Insegnò immunologia presso l'[[Università di Cagliari]] fino a quando non vinse un concorso per una cattedra internazionale a [[Concepción]]<ref name= AC />. Si trasferì quindi in Cile assieme alla sua famiglia e morì pochi anni dopo. Era sposato con Fanny Angioni Contini, sorella di Maria Angioni Contini, dalla quale ebbe cinque figlie ed un solo figlio: Agostino<ref name= AC /><ref name= SNS />.
'''Agostino Castelli Angioni''' ([[4 febbraio]] [[1930]] - [[7 ottobre]] [[2009]]) nacque a [[Cagliari]] ma vi restò solo per qualche anno, per via della decisione del padre di trasferirsi in Cile. Durante il periodo in Cile visse in un ambiente molto legato alla cultura e alla politica; ebbe modo di conoscere i futuri funzionari della dittatura di [[Pinochet]] ed i loro oppositori, conobbe in prima persona [[Pablo Neruda]]. Tornò in Sardegna poco prima del colpo di Stato che depose [[Salvador Allende]]. Agostino fu un avvocato amministrativista di primo livello, un fervente socialista (venne nominato due volte assessore comunale e più volte consigliere comunale) ed un individuo di indiscussa cultura; fu anche poeta dilettante, Direttore del CT, ora CTM (servizio pubblico di trasporti di Cagliari) e Presidente dell'Associazione Avvocati Amministrativisti della Sardegna. Dal matrimonio con Carla Amat di San Filippo ha avuto cinque figli: Carlo, Tommaso, Luigi, Michela ed Emanuele<ref name= AC /><ref name= SNS />.
'''Carlo Castelli Amat''' è sposato con Maria Cristina Lampis<ref name= AC /><ref name= ENS >{{cita libro|cognome= |nome= |titolo= Elenco nobiliare sardo, 2012|editore= Carlo Delfino|lingua= it|}}</ref>; '''Tommaso Castelli Amat''' è sposato con Giorgia Fantola<ref name= ENS />; '''Luigi Castelli Amat''' è sposato con Roberta Siddi<ref name= ENS />.
Il ramo dei Castelli di Cagliari continua nella nuova generazione, composta da '''Francesco''' (di Carlo)<ref name= AC /><ref name= ENS />, '''Giacomo''' (di Tommaso)<ref name= ENS />, '''Sveva''' (di Carlo) e '''Carla''' (di Tommaso)<ref name= ENS />.
Il ramo dei Castelli di Olbia - Roma continua con '''Nicole''' (di Eugenio), '''Marina''' (di Eugenio), '''Tomaso''' (di Eugenio), '''Riccardo''' (di Carlo) e '''Carolina''' (di Carlo).
== Stemmi e Blasoni ==
''Arma:'' (ramo di Cagliari) D’[[azzurro]], al [[Castello (araldica)|castello]] d’[[argento]], con sette stelle d'[[oro]] disposte a semicerchio sopra il castello ed un leone rampante alla porta<ref name= AC />. Motto: "''Potius mori quam inquinari''" - "''Meglio morire che essere disonorati''"<ref name= AC /><ref name= DFN /><ref name= SNS />.
''Arma:'' (ramo principi di Torremuzza) D’azzurro, al castello di tre [[Torre (araldica)|torri]], merlate alla ghibellina di tre pezzi d’argento, aperto e finestrato di [[nero]], movente dalla punta, sormontato nel capo da un [[Giglio (araldica)|giglio]] d’oro<ref name="Mango"><nowiki>}}</nowiki>{{cita libro|nome=Mango|cognome=di Casalgerardo|titolo=Nobiliario di Sicilia|url=http://www.regione.sicilia.it/beniculturali/bibliotecacentrale/mango/casas.htm|editore=A. Reber, 1912|lingua=it|citazione=La si vuole discendente dagli antichi conti di Terni, e, secondo il Zazzera, si divise in diversi rami, cioè in Lombardia, in Genova, in Treviso, in Bologna, in Roma, in Modena, in Reggio, in Milano, in Sicilia e in Napoli}}</ref>. Motto: ''Allicit et terret''<ref name= Mango />.
''Arma:'' (ramo di Catania) D’azzurro, al castello d’oro, e la [[bordura]] composta d’argento e di [[rosso]]<ref name= Mango />.
''Arma:'' (ramo di Messina) D’azzurro, al castello a tre torri d’oro, aperto, finestrato e merlato dello stesso<ref name= Mango />.
''Arma:'' (ramo di Palermo) D’azzurro, al castello d’oro, aperto del campo, sormontato dall’[[Aquila (araldica)|aquila]] spiegata di nero, membrata, imbeccata e coronata d’oro<ref name= Mango />.
== Persone ==
*[[Agostino Castelli | Agostino Castelli Diana]]
*[[Luigi Castelli | Luigi Castelli Diana]]
*[[Gabriele Lancillotto Castello]]
*[[Giovanni di Vico|Giovanni V Castelli di Vico]]
*[[Giuseppe Maria Castelli]]
*[[Luca Grimaldi De Castro]]
== Alberi Genealogici ==
{{cassetto
|larghezza = 100%
|colore = =#ffdead
|coloresfondo = #ffdead
|allineamento = sinistra
|titolo=''' '''Ramo Tedesco''' '''
|testo =
<pre>
'''Etano''' (680* - 740)
│
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└─ '''Remigio Castelli''', principe di Terni e capostipite della famiglia in Italia
</pre>
}}
{{cassetto
|larghezza = 100%
|colore = =#ffdead
|coloresfondo = #ffdead
|allineamento = sinistra
|titolo=''' '''Ramo Italiano''' '''
|testo = In grassetto sono segnati i primogeniti o i fondatori di altri rami. L'asterisco indica un lustro di incertezza nella data.
<pre>
'''Remigio Castelli''' (700* - 760*)
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Riga 141 ⟶ 245:
│ │
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│ ├─ '''Raimondo Castelli''' (
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│ │ │
│ │ ├─ '''Ilderico Castelli''' (
│ │ │ │
│ │ │ │
│ │ │ ├─ '''Anastasio Castelli''' (
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│ │ │ │ │
│ │ │ │ ├─ '''Lupone Castelli''' (
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│ │ │ │ │ │
│ │ │ │ │ │
│ │ │ │ │ ├─ '''Rainero Castelli''' (
│ │ │ │ │ │ │
│ │ │ │ │ │ │
Riga 211 ⟶ 315:
└─ Magniperto Castelli
</pre>
}}
{{cassetto
|larghezza = 100%
|colore = =#ffdead
|coloresfondo = #ffdead
|allineamento = sinistra
|titolo=''' '''Ramo Sardo''' '''
|testo = In grassetto sono segnalati i primogeniti
<pre>
'''Domenico Castelli''' (visse e morì nel Settecento), sposò Anna Catalina Sensi.
│
│
Riga 380 ⟶ 495:
└─ Giovanni Maria Castelli (4.2.1783, + infante)
</pre>
}}
== Note ==
== Note ==
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