Mini (1959): differenze tra le versioni

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{{Auto
|nome=Morris Mini-Minor/Austin Seven
|immagine=Morris Mini-Minor 1959 (621 AOK).jpg
|didascalia=La Morris Mini-Minor (la prima Mini prodotta)
|bandiera = GBR
|costruttore=MiniMorris (marchio)Motor Company{{!}}MiniMorris
|tipo=Berlina
|inizio_produzione=1959
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|erede=Mini (2001)
<!-- Sezione dimensioni e pesi -->
|lunghezza=3.0503050
|larghezza=1.4001400
|altezza=1.3501350
|passo=2.0402040
|peso=617
<!-- Sezione altro -->
|altre_versioni=[[Station WagonFamiliare]]<br />[[Pick-up (veicolo)|Pick-up]]<br />[[Cabriolet]]
|progetto=Alec Issigonis
|design=
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|altre_antenate=
|altre_eredi=
|famiglia=[[Mini Moke]]
|concorrenti=[[Fiat Nuova 500]], [[Fiat 126|126]], [[Fiat Cinquecento|Cinquecento]] e [[fiat Seicento|Seicento]]<br/> [[Autobianchi Bianchina]], [[Autobianchi A112|A112]], [[autobianchi Y10|Y10]] e [[Lancia Y]]<br/>[[Innocenti Nuova Mini]] <br/>[[Subaru 360]]<br/>[[Reliant Rebel]]
|concorrenti=
|esemplari={{Numero|formatnum:5505874}}<ref name="dati produzione AROnline">{{Cita web|url=http://www.aronline.co.uk/blogs/2011/08/25/history-production-figures/|lingua=en|titolo=History: Production figures|opera=AROnline|accesso=8 settembre 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110901103734/http://www.aronline.co.uk/blogs/2011/08/25/history-production-figures/|dataarchivio=1º settembre 2011}}</ref>
|note=dati della prima serie berlina
|immagine2=Mini red 3.jpg
|didascalia2=Una Mini Cooper del 1964
}}
La prima generazione della '''Mini''' è stata prodotta dal [[1959]] al [[2000]], sottoinizialmente l'egida iniziale delladalla [[British Motor Corporation]]; il modello è stato anche realizzato e venduto su licenza nel mondo da varie altre [[Casa automobilistica|case automobilistiche]] come la [[Innocenti]] in [[Italia]].
 
== LaPrima nascitaserie ==
=== La nascita ===
[[File:Morris Mini interior 1959.jpg|thumb|left|L'interno di una Morris Mini-Minor del 1959]]
{{dx|[[File:MiniThinktank crossBirmingham section- Issigonis A.jpg|thumb|left|LaIl sezioneprogettista trasversale[[Alec dellaIssigonis]] Minifotografato mostracon lodue sfruttamentoMini deglinel spazi1965]]}}
La [[crisi di Suez]] del [[1956]] aveva causato in [[Europa]] scarsità di [[benzina]] e il relativo incremento dei prezzi. Nel [[Regno Unito]] tale situazione aveva enormemente favorito la vendita delle ''[[Microvettura|bubble car]]'', a scapito delle normali autovetture utilitarie. In particolare ebbe notevole successo l'[[Iso Isetta|Isetta]], prodotta dalla [[BMW]] su licenza della italiana [[Iso Rivolta]]. Per fronteggiare la concorrenza, il presidente della British Motor Corporation, George Harriman, affidò ad [[Alec Issigonis]] il compito di progettare una microvettura a 4 posti, quattro ruote, dotata del [[Motore plurifrazionato|motore a 4 cilindri]] già utilizzato per la [[Austin A35]].<ref>[[Piero Casucci]], ''Issigonis, il padre della "Mini"'', [[Quattroruote]], gennaio 1973</ref>
A metà degli [[anni 1950|anni cinquanta]] la neonata BMC aveva l'esigenza, alla luce della Crisi del [[Canale di Suez]] del [[1956]] che aveva portato aumenti sensibili nei prezzi dei carburanti, di realizzare una vettura da città, piccola ed economica, ma in grado di trasportare almeno 4 persone. [[Leonard Lord]], timoniere della BMC, affidò il compito all'[[ingegnere]] d'origine [[Grecia|greca]] [[Alec Issigonis]].
Issigonis fece un capolavoro: grazie alla disposizione anteriore trasversale del [[Motore a combustione interna|motore]], al [[cambio (meccanica)|cambio]] montato sotto il motore (con coppa dell'olio unica) e alla [[trazione anteriore]], la vettura, lunga appena 303 [[centimetri]], poteva ospitare (con discreto spazio) 4 persone.
La carrozzeria era a 2 volumi con 2 porte.
 
Issigonis progettò una vettura per 4 persone di nuova concezione con la disposizione [[Motore anteriore|anteriore]]-[[Motore trasversale|trasversale]] del [[Motore a combustione interna|motore]], [[cambio (meccanica)|cambio]] montato sotto a esso (con [[Carter (meccanica)|coppa dell'olio]] unica) e la [[trazione anteriore]], e lunga 303 [[Metro|centimetri]]; la [[carrozzeria]] era a 2 volumi con 2 porte. Altri elementi di modernità erano forniti dalle le [[sospensione (meccanica)|sospensioni]] a ruote indipendenti con elementi elastici in [[Gomma (materiale)|gomma]] (al posto delle molle), dallele [[ruota|ruote]] da 10 [[pollice (unità di misura)|pollici]] (per limitare l'invasività nell'abitacolo dei [[Parafango|parafanghi]]) e dallo sportello del vano bagagli (inribaltabile verso angustoil ebasso per trasportare colli ingombranti; il vano bagagli era occupato, per 1/4, dal serbatoio del [[carburante]]) ribaltabile verso il basso (come anche la targa, che era sempre visibile) per trasportare colli ingombranti.
{{dx|[[File:Morris Mini interior 1959.jpg|thumb|left|L'interno di una Morris Mini-Minor del 1959]]}}
[[File:Mini cross section.jpg|thumb|left|La sezione longitudinale della Mini mostra lo sfruttamento degli spazi]]
Il motore era un ''A-Series'' (dotato di un [[albero a camme]] laterale), con [[cilindrata]] ridotta a 848[[centimetro cubo|cm³]], alimentazione a [[carburatore]] e potenza di 34 [[cavallo vapore|cv]]. Per farlo entrare nel piccolo vano, Issigonis aveva dovuto spostare il [[Raffreddamento a liquido|radiatore]] sul lato sinistro del motore. Per contenere i costi di produzione le cerniere delle porte e le saldature (mascherate dai gocciolatoi) erano a vista.
 
La vetturetta venne posta in vendita il 26 agosto del [[1959]], con marchi [[Austin Motor Company|Austin]] e [[Morris Motor Company|Morris]]. Sia l'[[Austin 7 (1922)|Austin Seven]] che la Morris Mini-Minor (nomi commerciali delle due versioni) erano disponibili negli allestimenti standard e ''De Luxe''.
Il motore era un classico ''A-Series'' (dotato di un [[albero a camme]] laterale), con [[cilindrata]] ridotta a 848[[centimetro cubo|cm³]], alimentazione a [[carburatore]] e potenza di 34 [[cavallo vapore|cv]]. Per farlo entrare nel piccolo vano, Issigonis aveva dovuto spostare il [[radiatore]] sul lato sinistro del motore.
 
{{Senza fonte|L'affermazione del modello avvenne lentamente sia per l'originalità estetica che per qualche problema qualitativo iniziale, infatti, si dovette girare il motore in modo che l'aspirazione non fosse più rivolta verso la mascherina in quanto tendeva a ghiacciarsi con le temperature tipiche in Inghilterra.}} Col tempo divenne un successo commerciale grazie a doti come l'agilità e la tenuta di strada. Per contro la vettura presentò subito un particolare assetto di guida al quale gli utenti dovettero fare l'abitudine e che fu definito alla "camionista". Si guidava con un [[volante]] quasi orizzontale e, se il pilota era piuttosto alto, con le gambe divaricate. {{Senza fonte|Criticabile nei lunghi viaggi, l'assetto giocava tuttavia un ruolo importante negli spostamenti in città permettendo ai piloti più abili un grande controllo dell'auto.}}
Per contenere i costi di produzione le cerniere delle porte e le saldature (mascherate dai gocciolatoi) erano a vista.
 
=== L'evoluzione negli anni sessanta ===
La vetturetta debuttò il 26 agosto del [[1959]], con marchi [[Austin Motor Company|Austin]] e [[Morris Motor Company|Morris]]. Sia l''''Austin Seven''' che la '''Morris Mini Minor''' (questi i nomi commerciali) erano disponibili negli allestimenti standard e ''De Luxe''.
{{dx|[[File:Riley.elf.arp.750pix.jpg|thumb|La Riley Elf]]}}
 
Nel [[1960]] venne lanciata la versione [[familiare]] della Mini, con passo allungato, portellone a doppio battente e [[Pannello in legno composito|listelli]] in [[legno]]. La nuova versione, dotata dello stesso motore della [[berlina]], era disponibile nella versione Austin (denominata ''Seven Countryman'') e Morris (''Mini Minor Traveller''), negli allestimenti standard e ''De Luxe''. Nel [[1961]] la versione con listelli in legno venne affiancata da quella con carrozzeria interamente metallica. Sempre nel 1961, per offrire un modello dotato di un [[bagagliaio]] più capiente, venne presentata una versione a 3 volumi (con coda dotata anche di "pinne") della Mini. La linea, discutibile, presentava anche un frontale ridisegnato, con una [[Calandra (veicoli)|calandra]] a sviluppo verticale.
La ''Mini'' s'affermò piuttosto lentamente, per via dell'originalità estetica e di qualche problema qualitativo iniziale. Pian piano divenne però uno straordinario successo e il pubblico ne apprezzò anche altre doti sorprendenti: la straordinaria agilità (sembrava un [[kart]]) e l'eccezionale tenuta di strada. Per contro la vettura presentò subito un particolare assetto di guida al quale gli utenti dovettero fare l'abitudine e che fu definito alla "camionista". Si guidava con un [[volante]] quasi verticale e, se il pilota era piuttosto alto, con le gambe divaricate. Criticabile nei lunghi viaggi, l'assetto giocava tuttavia un ruolo importante negli spostamenti in città permettendo ai piloti più abili un grande controllo dell'auto.
 
La nuova variante della Mini venne commercializzata in due versioni: [[Wolseley]] ''Hornet'' (più economica) e [[Riley (azienda)|Riley]] ''Elf'' (più lussuosa, con plancia in legno). Ma il 1961 fu un anno importante per la Mini soprattutto per il lancio della "Mini Cooper", ovvero la versione sportiva elaborata da John Cooper (titolare dell'omonimo team di [[Formula 1]]). L'elaborazione consisteva, essenzialmente, nell'incremento di cilindrata da 848 a 997&nbsp;cm³, nell'adozione di 2 carburatori tipo SU da 1.25, di freni anteriori [[Freno a disco|a disco]] e di un assetto rivisto. La [[potenza (fisica)|potenza]] di 55&nbsp;CV (non molti in assoluto) era sufficiente, abbinata alle doti stradali della Mini, a garantire buone prestazioni. Sempre nel 1961 vennero realizzati 15 esemplari della Mini in configurazione [[spiaggina]], progettata dall'argentino Ricardo Burzi.<ref>{{cita web|url=http://forum.lamiamini.com/index.php?/topic/6657-austin-mini-beach-car/|titolo=Austin Mini Beach Car|accesso=25 agosto 2014}}</ref>
== L'evoluzione negli [[anni 1960|anni sessanta]] ==
[[File:Riley.elf.arp.750pix.jpg|thumb|La Riley Elf]]
[[File:Morris Mini Minor Traveller 1966.jpg|thumb|Morris Mini-Minor Traveller del 1966]]
Nel [[1960]] venne lanciata la versione [[station wagon]] della Mini, con passo allungato, portellone a doppio battente e listelli in [[legno]]. La nuova versione, dotata dello stesso motore della [[berlina]], era disponibile nella versione Austin (denominata ''Seven Countryman'') e Morris (''Mini Minor Traveller''), negli allestimenti standard e ''De Luxe''. Nel [[1961]] la versione con listelli in legno venne affiancata da quella con carrozzeria interamente metallica. Sempre nel 1961, per offrire un modello dotato di un bagagliaio più capiente, venne presentata una versione a 3 volumi (con coda dotata anche di "pinne") della Mini. La linea, discutibile, presentava anche un frontale ridisegnato, con una [[Calandra (veicoli)|calandra]] a sviluppo verticale. La nuova variante della Mini venne commercializzata in due versioni: [[Wolseley]] ''Hornet'' (più economica) e [[Riley (casa automobilistica)|Riley]] ''Elf'' (più lussuosa, con plancia in legno). Ma il 1961 fu un anno importante per la Mini soprattutto per il lancio della '''Mini Cooper''', ovvero la versione sportiva elaborata da John Cooper (titolare dell'omonimo team di [[Formula 1]]). L'elaborazione consisteva, essenzialmente, nell'incremento di cilindrata da 848 a 997&nbsp;cm³, nell'adozione di 2 carburatori tipo SU da 1.25, di freni anteriori [[freni a disco|a disco]] e di un assetto rivisto. La [[potenza (fisica)|potenza]] di 55&nbsp;CV (non molti in assoluto) era sufficiente, abbinata alle straordinarie doti stradali della Mini, a garantire ottime prestazioni.
 
[[File:Morris Mini CooperMinor STraveller 1966.jpg|thumb|right|Una AustinMorris Mini-Minor CooperTraveller Sdel da competizione1966|alt=]]
La Mini Cooper, opportunamente elaborata, s'aggiudicò la vittoria di '''classe''' del [[rally di Montecarlo]] del [[1963]], con alla sua guida il pilota [[Timo Mäkinen]]. Alla fine dello stesso anno le '''Wolseley Hornet''' e le '''Riley Elf''' adottarono un motore di cilindrata maggiorata a 998&nbsp;cm³ e potenza di 38&nbsp;CV. Sul finire del [[1964]] tutte le Mini berlina (incluse le Cooper, le Cooper S e le varianti Wolseley e Riley) adottarono le sospensioni [[Hydrolastic]], già montate dal [[1962]] sulle [[Austin Ado 16|Austin e Morris 1100]]. Le versioni station wagon mantennero, invece, le sospensioni d'origine. Con l'occasione la Cooper venne affiancata dalla Cooper S, con motore di 1071&nbsp;cm³ da 70&nbsp;CV. La Cooper S (1071&nbsp;cm³) con potenza portata a circa 85Cv s'aggiudicò il rally di Montecarlo edizione del '64 con alla guida il pilota [[Patrick Barron "Paddy" Hopkirk]].
Nel corso del [[1964]] la gamma Cooper e Cooper S cambiò ancora, con l'introduzione di una nuova versione per la Cooper "normale" con motore portato a 998&nbsp;cm³ (55CV) e la produzione di due nuovi modelli Cooper S 1.0 (970&nbsp;cm³, 65&nbsp;CV) e la Cooper S 1.275 (1275&nbsp;cm³, 76&nbsp;CV) che si andarono ad affiancare alla oramai famosa versione da 1071&nbsp;cm³ (70&nbsp;CV). La Cooper S 1.275 s'aggiudicò inoltre nuovamente il rally di Montecarlo nel [[1965]], [[1966]] (fu tuttavia squalificata per fanali irregolari) e nel [[1967]], nonché il rally dell'[[Acropoli]] del [[1967]].
 
La Mini Cooper, opportunamente elaborata, si aggiudicò la vittoria di classe del [[Rally di Monte Carlo]] del [[1963]], con alla sua guida il pilota [[Timo Mäkinen]]. Alla fine dello stesso anno le "Wolseley Hornet" e le "Riley Elf" adottarono un motore di cilindrata maggiorata a 998&nbsp;cm³ e potenza di 38&nbsp;CV. Sul finire del [[1964]] tutte le Mini berlina (incluse le Cooper, le Cooper S e le varianti Wolseley e Riley) adottarono le sospensioni [[Hydrolastic]], già montate dal [[1962]] sulle [[BMC Ado 16|Austin e Morris 1100]]. Le versioni station wagon mantennero, invece, le sospensioni d'origine. Con l'occasione la Cooper venne affiancata dalla Cooper S, con motore di 1071&nbsp;cm³ da 70&nbsp;CV. La Cooper S (1071&nbsp;cm³) con potenza portata a circa 85Cv s'aggiudicò il ''Monte'' dell'edizione '64 con alla guida il pilota [[Paddy Hopkirk|Patrick Barron "Paddy" Hopkirk]].
La Mini Cooper S 1275 del pilota '''Rauno Aaltonen''' e del co-driver Tony ambrose vinse il '''Campionato Europeo Rally''' del 1965 (Il campionato mondiale comparve solo negli anni '70).
Nel corso del [[1964]] la gamma Cooper e Cooper S cambiò ancora, con l'introduzione di una nuova versione per la Cooper "normale" con motore portato a 998&nbsp;cm³ (55CV) e la produzione di due nuovi modelli Cooper S 1.0 (970&nbsp;cm³, 65&nbsp;CV) e la Cooper S 1.275 (1275&nbsp;cm³, 76&nbsp;CV) che si andarono ad affiancare alla versione da 1071&nbsp;cm³ (70&nbsp;CV). La Cooper S 1.275 s'aggiudicò nuovamente il Monte Carlo nel [[1965]], nel [[1966]] (fu tuttavia squalificata per fanali irregolari) e nel [[1967]], anno quest'ultimo in cui trionfò anche al [[Rally dell'Acropoli]].
[[File:2005-03-04 Motorshow Geneva 090.JPG|thumb|La Mini Cooper di Timo Mäkinen]]
La Mini Cooper S 1275 del pilota [[Rauno Aaltonen]] e del navigatore Tony Ambrose vinse il [[Campionato europeo rally|Campionato Europeo Rally]] del 1965 (Il [[Campionato del mondo rally|campionato mondiale]] comparve solo negli [[Anni 1970|Anni '70]]).
 
[[File:Mini Cooper S - Cronoscalata della Castellana (21-04-2007).jpg|thumb|Una Austin Mini Cooper S da competizione]]
 
La gamma della prima serie (MKI) comprendeva:
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* Austin/Morris Mini 850 De Luxe
* Austin/Morris Mini 1000 Super De Luxe
* Austin/Morris Mini Cooper 997 (54Cv, prodotta dal 1961-1964)
* Austin/Morris Mini Cooper 998 (55Cv, prodotta dal 1964-1967)
* Austin/Morris Mini Cooper S 1070 (71Cv, prodotta dal 1963-1964)
* Austin/Morris Mini Cooper S 970 (65Cv, prodotta dal 1964-1965)
* Austin/Morris Mini Cooper S 1275 (76Cv, prodotta dal 1964-1967)
* Wolseley Hornet 850 (1961-1963) 1000 (1963-1969) Riley Elf 850 (1961-1963) 1000 (1963-1969)
* Riley Elf 1000
* Austin/Morris Mini Traveller/Countryman 850
* Austin/Morris Mini Traveller/Countryman 850 De Luxe
* Austin/Morris Mini Traveller/Countryman 1000 Super De Luxe
 
Bisogna premettere che inizialmente lo stesso Issigonis all'idea di elaborare la "sua" Mini non fosse particolarmente entusiasta ma fu lo stesso Cooper in persona che all'inizio degli anniAnni '60 lo fece ricredere anche grazie ad una dimostrazione pratica delle potenzialità della piccola vettura.
 
'''===Più modelli "S" per vincere in più categorie'''.===
La "S" da 1071&nbsp;cm³ non poteva competere nelle classi sotto i 1000&nbsp;cm³ e inoltre aveva molte difficoltà a competere con berline più grandi, sia di mole che di cilindrata e potenza, nella categoria assoluta dei rally (la vittoria assoluta al Rally di Monte Carlo del '64 era stata ottenuta grazie alla correzione del tempo finale come previsto dal regolamento dell'epoca in base alla cilindrata).
La "S" da 1071&nbsp;cm³ non poteva competere nelle classi sotto i 1000&nbsp;cm³ e inoltre aveva molte difficoltà a competere con certi giganti, sia di mole che di cilindrata e potenza, nella categoria assoluta dei rally (la vittoria assoluta al rally di Monte Carlo del '64 era stata ottenuta grazie alla correzione del tempo finale come previsto dal regolamento dell'epoca in base alla cilindrata).
Per questi motivi fu messa a punto la Cooper S 1000 (prodotta in poco più di 900 esemplari) per gareggiare nelle categorie riservate alle piccole cilindrate mentre la 1275&nbsp;cm³ fu pensata per competere nella classe assoluta (senza limiti di cilindrata).
 
==Seconda serie (MK2)==
[[File:Morris Cooper, 1969.jpg|thumb|left|Una Morris Cooper seconda serie del 1969]]
 
Nel 1967 fu introdotta la Mini seconda serie (MK2), che venne prodotta fino al 1969. In verità le modifiche furono modeste e diversificate a seconda delle versioni. Le Mini berlina di Austin e Morris (incluse le Cooper) adottarono una nuova calandra (ampliata), un [[lunotto]] leggermente ampliato e luci posteriori rettangolari (senza la luce della retromarcia) e interni monocolore neri (Cooper e Cooper S).
[[File:Mini Morris.jpg|thumb|L'abitacolo di una Mini seconda serie]]
 
Le station wagon Traveller e Countryman (sempre disponibili nelle varianti con o senza inserti esterni in legno) adottarono la nuova calandra delle berline. Le versioni Austin e Morris, berlina o station wagon, erano inoltre disponibili in versione Super De Luxe, equipaggiate col motore di 998&nbsp;cm³ da 38&nbsp;CV. Più consistenti gli aggiornamenti alle Wolseley Hornet e Riley Elf: vetri discendenti, cerniere delle porte nascoste, impianto di ventilazione migliorato, [[Trasmissione (meccanica)|trasmissione]] manuale migliorata e disponibilità, a richiesta, di un [[cambio automatico]] a 4 rapporti.
[[File:Mini.bristol.750pix.jpg|thumb|Retro di una Austin Mini Cooper seconda serie del 1968]]
Nel 1967 fu introdotta la Mini seconda serie (MK2), che venne prodotta fino al 1969. In verità le modifiche furono modeste e diversificate a seconda delle versioni. Le Mini berlina di Austin e Morris (incluse le Cooper) adottarono una nuova calandra (ampliata), un [[lunotto]] leggermente ampliato e luci posteriori rettangolari (senza la luce della retromarcia) e interni monocolore neri (Cooper e Cooper S). Le station wagon Traveller e Countryman (sempre disponibili nelle varianti con o senza inserti esterni in legno) adottarono la nuova calandra delle berline. Le versioni Austin e Morris, berlina o station wagon, erano inoltre disponibili in versione Super De Luxe, equipaggiate col motore di 998&nbsp;cm³ da 38&nbsp;CV. Più consistenti gli aggiornamenti alle Wolseley Hornet e Riley Elf: vetri discendenti, cerniere delle porte nascoste, impianto di ventilazione migliorato, trasmissione manuale migliorata e disponibilità, a richiesta, di un [[cambio automatico]] a 4 rapporti.
 
La gamma della seconda serie comprendeva:
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La gamma fu completata nel [[1968]] con l'introduzione della ''Mini Matic'', con motore 1000 da 38&nbsp;CV e cambio automatico a 4 rapporti della Automotive Products.
La parte interessante della nuova [[trasmissione (meccanica)|trasmissione]] automatica era la logica di funzionamento. La selezione dei rapporti avveniva in base a quanto si premeva l'[[Acceleratore (meccanica)|acceleratore]]: premendolo poco i cambi di marcia avvenivano a basso numero di [[Giri al minuto|giri]], premendolo a fondo le marce venivano tirate il più possibile, era inoltre dotato del sistema "[[kick down]]" per la fase di ripresa.
 
==Dalla terza serie (MK3) in poi==
=== Gli [[anni 1970|anniAnni settanta]]: la Mini classica e la Clubman ===
[[File:Mini Clubman 1980.JPG|thumb|left|Una Mini Clubman del 1980]]
[[File:mini matic 1973 esterno.jpg|thumb|Mini Matic terza serie del 1973]]
[[File:Mini Clubman Estate 1983.jpg|thumb|left|La Mini Clubman Estate]]
Nel [[1969]], tolte di produzione le poco gradite Wolseley Hornet e Riley Elf, la [[British Leyland]] (nuova denominazione della BMC) decise di rendere la Mini una marca a sé stante (abolendo la doppia denominazione Austin e Morris) e d'intervenire sul modello in due direzioni: migliorando la Mini classica e introducendone una versione di lusso (modificata anche esteticamente) in grado di prendere il posto delle dismesse Hornet ed Elf. Il miglioramento della Mini classica si sostanziò, essenzialmente, nell'abolizione delle cerniere a vista sulle porte, nell'adozione dei vetri discendenti (prima erano scorrevoli) e nell'eliminazione delle sospensioni Hydrolastic. All'interno venne modificata la plancia (con la strumentazione spostata al centro e racchiusa in un pannello ovale). La versione station wagon, priva di cornici in legno, si chiamava ora Traveller. Per la versione di lusso la British Leyland decise di puntare su un sostanzioso restyling interno ed esterno. Venne così lanciata, sempre nel 1969, la ''Mini Clubman''. Rispetto alla versione classica la Clubman differiva solo nel frontale (squadrato e allungato) e negli interni (con plancia e sedili ridisegnati). La gamma Clubman comprendeva anche la versione station wagon (con muso ristilizzato e coda identica a quella della Traveller classica), denominata semplicemente Estate. La Clubman berlina soffriva di un evidente squilibrio estetico, generato dalla cattiva armonizzazione tra il frontale squadrato e la coda tondeggiante della Mini. Molto più riuscita la Estate (con la fiancata percorsa da una fascia in finto legno), nella quale le linee tese della coda ed il passo lungo si fondevano meglio (persino della Traveller) col nuovo frontale.
 
Dal punto di vista tecnico la Mini classica rimaneva disponibile col solo motore di 848&nbsp;cm³ (ma potenziato a 37&nbsp;CV), mentre la Clubman era mossa dal 998&nbsp;cm³ portato a 44&nbsp;CV. Rimanevano, infine, in produzione, con le modifiche previste per la Mini classica, le Cooper 1.0 (55&nbsp;CV) e Cooper S 1.3 (76&nbsp;CV), ma non più verniciate in doppia colorazione (per risparmiare). Dalla seconda metà del [[1971]] vi fu l'uscita dal listino di tutti i modelli Cooper con l'esordio però della Mini Clubman GT, mossa dal 1275&nbsp;cm³ della Cooper S, ma in versione monocarburatore da 58&nbsp;CV. Nel [[1974]] le Clubman standard adottarono il motore di 1098&nbsp;cm³ da 48&nbsp;CV. Lo stesso anno la Clubman GT venne equipaggiata con cerchi da 12 pollici, anziché 10.
 
Nel [[1976]] la Clubman Estate perse la fascia in finto legno, rimpiazzata da una semplice striscia adesiva in due colori in abbinamento al colore della carrozzeria: [[argento]] o [[bronzo]].
Lo stesso anno tutte le Clubman adottarono una nuova calandra con una sola feritoia cromata in luogo di quella con tre feritoie cromate, mentre la versione Traveller della Mini classica venne tolta di produzione.
 
Nel [[1976]], in considerazione del poco successo della Clubman berlina, la British Leyland decise d'intervenire sulla Mini classica, lanciandone la quarta serie (MK4). Nessuna rivoluzione, ma tanti affinamenti: calandra in plastica nera, rivestimenti interni in tessuto, strumentazione rivista. La '''"Mini MK4'''" era disponibile, inizialmente, nella sola versione 1000 (998&nbsp;cm³, 42&nbsp;CV) negli allestimenti base o Special. Nel [[1979]] tuttavia tornò il motore di 848&nbsp;cm³ da 37&nbsp;CV abbinato al livello di finitura (semplificato) City.
 
=== Anni ottanta ===
== Gli [[anni 1980|anni ottanta]]: la rivincita della Mini classica ==
[[File:Mini Mayfair front.JPG|thumb|La Mini Mayfair]]
Nel [[1980]] la Clubman berlina uscì di listino (rimpiazzata dall'[[Austin Metro]]), mentre la Mini City adottò il motore di 998&nbsp;cm³.
Nel [[1982]], con l'uscita di scena della Mini Clubman Estate (che pure aveva goduto di un buon successo, molto superiore a quello della berlina) la gamma Mini venne riorganizzata. Alla base si poneva la Mini 1.0 E (riconoscibile per i paraurti neri, la strumentazione ridotta, dotata di un unico strumento al centro della plancia, e i rivestimenti meno pregiati), mentre al topvertice c'erano la Mini 1.0 HLE (con interni migliori e strumentazione spostata davanti al guidatore) e la Mini Mayfair, che presentava la dotazione della HLE con in più interni di maggior pregio, poggiatesta anteriori e contagiri.
Nel [[1984]], la British leylandLeyland intervenne ancora sulla Mini classica, dotandola di carreggiate allargate, freni anteriori a disco, codolini in plastica nera sulle ruote, diversi rivestimenti interni. La versione base tornò a chiamarsi City. UnaDiverse seriefurono impressionante dile versioni speciali silanciate susseguìsul senza treguamercato tra il [[1985]] ed il [[1991]]: ''Mini 25, Mini Red Flame Red, Mini Red Hot, Mini Jet Black, Mini Check Mate, Mini Studio 2, Mini Piccadilly'', per citarne alcune.
 
Nel [[1989]] per celebrare i 30 anni arrivò la Mini ''Thirty'', aveva la calandra a 11 listelli, le maniglie porte e bauletto, le cornici fari, il tappo serbatoio, le cornici deflettori posteriori e i paraurti cromati. Decals e stemma commemorativi ad hoc. Prodotta in due soli colori, cherry red e nero. I cerchi per l'occasione erano da 12" minilite. Gli interni avevano moquette rossa con volante rivestito in pelle, anch'essa rossa. La strumentazione, fronte guidatore ovviamente, aveva il [[contagiri]]. Sedili parzialmente in pelle e tessuto nero; lo stesso tessuto nero era impiegato per il rivestimento porte. Il motore era il solito 998 cc e viaggiava già con benzina verde.
== La Mini classica negli [[anni 1990|anni novanta]] ==
 
=== Anni novanta ===
[[File:Mini 1000.jpg|thumb|Una Mini degli anni Novanta]]
Nel [[1990]] il [[Gruppo Rover]] intervenne sulla Mini, principalmente per ragioni di [[Sicurezza stradale|sicurezza]] ed [[inquinamento]]. La [[scocca]] venne rinforzata, mentre il motore, ora di 1275&nbsp;cm³, adottò l'alimentazione a [[iniezione (motore)|iniezione]] elettronica single point e la [[Convertitore catalitico|marmitta catalitica]]. La potenza era di 50&nbsp;CV. L'unica versione disponibile sul mercato italiano era la Mayfair (con carrozzeria chiusa o dotata di tetto apribile in tela Open Classic). La calandra tornò cromata.
Nel [[1991]] venne reintrodotta la versione Cooper (riconoscibile per il tetto bianco o nero, i [[Cerchione|cerchi]] "Minilite" da 12 pollici e le strip adesive sul [[cofano]] motore), con motore 1275&nbsp;cm³ a carburatore (MK5) fino al 1992 e poi a iniezione singlepointsingle point "spi" (MK6) sempre da 63&nbsp;CV e catalizzate.
In questi anni si dà vita ad un acceso campionato mononomarca di velocità su pista riservato alle Cooper. Ci sono competizioni che tuttora, in più parti del mondo, vedono le miniMini come protagoniste.
 
Nel [[1993]] arrivò anche la Mini [[Cabriolet]], con motore della Cooper, allestimenti arricchiti (la plancia era in legno) e vistose appendici aerodinamiche.
 
Nel [[1996]] venne lanciata la Mini Cooper 35, versione speciale per commemorare i 35 anni di produzione della vettura. Prodotta in 200 esemplari, aveva i sedili in pelle verde, il cruscotto in legno di noce, i vetri oscurati e varie [[Decalcomania|decalcomanie]] che commemoravano l'anniversario. Era equipaggiata con un propulsore 1.275 cc di serie abbinato ad uno scarico sportivo a doppio terminale.<ref>{{cita web|url=http://www.neweraimports.com/Nebusis/pictures/pdfs/497-MiniCooper35thAnniversary1.3i-JapanMarketEdition.Rarecollector'spiece!.pdf|titolo=Mini Cooper 35th Anniversary 1.3i - Japan Market Edition. Rare collector'spiece!|accesso=8 ottobre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160305080311/http://www.neweraimports.com/Nebusis/pictures/pdfs/497-MiniCooper35thAnniversary1.3i-JapanMarketEdition.Rarecollector'spiece!.pdf|dataarchivio=5 marzo 2016|urlmorto=sì}}</ref>
Nel [[1997]], in seguito all'acquisto del Gruppo Rover da parte della [[BMW]] (1994), la gamma venne ulteriormente aggiornata: motore ad [[iniezione elettronica multipoint]], [[airbag]] lato guida, barre antintrusione nelle portiere, [[cintura di sicurezza|cinture di sicurezza]] con pretensionatore, radiatore frontale, nuovi interni.
La gamma comprendeva le versioni Classic, Cooper (MK7), Cooper Sport-Pack. Quest'ultima aveva fari supplementari, cerchi da 13 pollici, carreggiate allargate e codolini maggiorati. Non venne riproposta la Cabriolet.
 
Nel [[1997]], in seguito all'acquisto del Gruppo Rover da parte della BMW ([[1994]]), la gamma venne ulteriormente aggiornata: motore ad [[iniezione elettronica multipoint]], [[airbag]] lato guida, barre antintrusione nelle portiere, [[cinture di sicurezza]] con pretensionatore, radiatore frontale, nuovi interni.
Nel 1999 arrivò la versione speciale 40 LE.
La gamma comprendeva le versioni Classic, Cooper (MK7), [https://web.archive.org/web/20160308051052/http://auto-classiche.it/tama_images/resize/large/16/rover-mini-1.jpg Cooper Sport-Pack]. Quest'ultima aveva 4 faretti supplementari, cerchi specifici 7x13", carreggiate allargate, codolini maggiorati, [http://www.mercatinoharley.com/usato_harley_davidson/media/annunci/10890/superbig/1320937992.jpg interni in pelle con finiture in radica]. Non venne riproposta la Cabriolet.
 
Nel [[1999]] arrivò la versione speciale 40 LE.
La Mini classica uscì di produzione il [[4 ottobre]] [[2000]], salutata dall'edizione speciale Final Edition che comprendeva quattro modelli: la Seven, la Cooper, la Cooper Sport e la Knightsbridge.
 
La Mini classica uscì di produzione il 4 ottobre [[2000]], salutata dall'edizione speciale Final Edition che comprendeva quattro modelli: la Seven, la Cooper, la Cooper Sport e la Knightsbridge.
 
==Sostituzione==
[[File:1969 Mini 9X prototype Heritage Motor Centre, Gaydon.jpg|thumb|left|Il prototipo della ''9X'' (1969)]]
[[File:1995 Rover Mini Minky II Prototype Heritage Motor Centre, Gaydon.jpg|thumb|Il prototipo della ''Minki II'' (1995)]]
[[File:MINIandClassicMini.jpg|thumb|Una Mini classica (a sinistra) confrontata con la [[Mini (2001)|nuova Mini]] prodotta dalla BMW (a destra)]]
La [[British Motor Corporation]] iniziò a studiare un erede per la Mini alla fine degli anni sessanta.
 
La British Motor Corporation iniziò a studiare un erede per la Mini alla fine degli anni sessanta.
Un primo progetto fu affidato ad [[Alec Issigonis]], che nel 1968 sviluppò la ''9X'': questa vettura, pur essendo più piccola della Mini originale, garantiva un maggiore spazio interno ed era dotata di portellone posteriore, ma non entrò mai in produzione per una questione di costi. Altri progetti si susseguirono negli anni successivi, come la [[BLMC Minissima|Minissima]] del 1973 o l'ipotesi di costruire e vendere anche nel Regno Unito la [[Innocenti Nuova Mini]], che debuttò in Italia nel 1974; nessuno di questi, però, arrivò in fase di produzione.
 
Un primo progetto fu affidato ad Alec Issigonis, che nel 1968 sviluppò la ''9X'': questa vettura, pur essendo più piccola della Mini originale, garantiva un maggiore spazio interno ed era dotata di portellone posteriore, ma non entrò mai in produzione per una questione di costi. Altri progetti si susseguirono negli anni successivi, come la [[BLMC Minissima|Minissima]] del 1973 o l'ipotesi di costruire e vendere anche nel Regno Unito la [[Innocenti Nuova Mini]], che debuttò in Italia nel 1974; nessuno di questi, però, arrivò in fase di produzione.
Ulteriori tentativi vennero compiuti negli anni Settanta (progetti ''ADO 74'' e ''ADO 88''), ma un successivo cambio di intenzioni nella dirigenza della [[British Leyland]] fece dirigere questi progetti verso la realizzazione di un'automobile di [[segmento B]] (e quindi di dimensioni maggiori) che avrebbe affiancato e non sostituito la Mini; debutterà nel 1980 con il nome di [[Austin Metro]].
 
Ulteriori tentativi vennero compiuti negli anni Settanta (progetti ''ADO 74'' e ''ADO 88''), ma un successivo cambio di intenzioni nella dirigenza della British Leyland fece dirigere questi progetti verso la realizzazione di un'automobile di [[Segmenti di automobili in Europa|segmento B]] (e quindi di dimensioni maggiori) che avrebbe affiancato e non sostituito la Mini; debutterà nel 1980 con il nome di [[Austin Metro]].
Il [[Gruppo Rover]] iniziò a pensare alla sostituzione della Mini nel 1992. Inizialmente gli sforzi si concentrarono su una rielaborazione in chiave moderna della Mini: venne così ideato e realizzato il prototipo della ''Minki'', una Mini dotata di motore [[Rover serie K]], cambio a 5 marce, sospensioni [[Hydragas]], portellone posteriore, [[cruscotto]] completamente nuovo e posizione di guida migliorata; questo progetto venne però abbandonato a causa del rapporto tra investimenti necessari e vendite previste, che secondo gli analisti sarebbe stato piuttosto sfavorevole. Nel 1994 il gruppo Rover venne acquistato [[dalla]] BMW: la casa bavarese trovò l'idea della Minki interessante, e l'anno successivo fece costruire un secondo prototipo (chiamato ''Minki II''), con delle sospensioni Hydragas perfezionate e altri piccoli miglioramenti.<ref>[http://www.austinmemories.com/page46/page46.html Minki<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
 
[[File:1995 Rover Mini Minky II Prototype Heritage Motor Centre, Gaydon.jpg|thumb|left|Il prototipo della ''Minki II'' (1995)]]
Nel frattempo, tuttavia, i piani per la sostituzione della Mini si erano concentrati sulla produzione di un'automobile completamente nuova, e l'idea della ''Minki'' fu abbandonata. Si susseguirono diverse proposte, avanzate sia dal Gruppo Rover che dalla BMW, ma quella definitiva venne realizzata da [[Frank Stephenson]]; Nel 1999, prima del definitivo abbandono della vecchia versione, venne prodotta la Mini 40th Anniversary, prodotta in pochissimi esemplari (solo 250 nel Regno Unito e 300 per l'Italia).
Il Gruppo Rover iniziò a pensare alla sostituzione della Mini nel 1992. Inizialmente gli sforzi si concentrarono su una rielaborazione in chiave moderna della Mini: venne così ideato e realizzato il prototipo della ''Minki'', una Mini dotata di [[motore Rover serie K]], cambio a 5 marce, sospensioni [[Hydragas]], portellone posteriore, [[cruscotto]] completamente nuovo e posizione di guida migliorata; questo progetto venne però abbandonato a causa del rapporto tra investimenti necessari e vendite previste, che secondo gli analisti sarebbe stato piuttosto sfavorevole. Nel 1994 il gruppo Rover venne acquistato dalla BMW: la casa bavarese trovò l'idea della Minki interessante, e l'anno successivo fece costruire un secondo prototipo (chiamato ''Minki II''), con delle sospensioni Hydragas perfezionate e altri piccoli miglioramenti.<ref>[http://www.austinmemories.com/page46/page46.html Minki<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100209025952/http://www.austinmemories.com/page46/page46.html |data=9 febbraio 2010 }}</ref>
 
Nel frattempo, tuttavia, i piani per la sostituzione della Mini si erano concentrati sulla produzione di un'automobile completamente nuova, e l'idea della ''Minki'' fu abbandonata. Si susseguirono diverse proposte, avanzate sia dal Gruppo Rover che dalla BMW, ma quella definitiva venne realizzata da [[Frank Stephenson]]; Nel 1999, prima del definitivo abbandono della vecchia versione, venne prodotta la Mini 40th Anniversary, prodotta in pochi esemplari (solo 250 nel Regno Unito e 300 per l'Italia).
L'ultimo esemplare di Mini ''Mark VII'' costruito, una Cooper Sport color [[rosso]], capitolo finale della prima generazione Mini (composta da 5 387 862 esemplari complessivi) è uscita dallo [[stabilimento di Longbridge]] nell'[[ottobre]] del [[2000]];<ref>{{cita news|lingua=en|url=http://www.independent.co.uk/news/uk/home-news/end-of-an-era-as-mini-production-is-halted-634417.html|titolo=End of an era as Mini production is halted|pubblicazione=[[The Independent|independent.co.uk]]|autore=Sally Ledward|data=4 ottobre 2000}}</ref><ref name="telegraph.co.uk" >{{cita news|lingua=en|url=http://www.telegraph.co.uk/news/uknews/1368961/Longbridge-says-goodbye-to-its-little-wonder.html|titolo=Longbridge says goodbye to its little wonder|pubblicazione=[[The Daily Telegraph|telegraph.co.uk]]|data=5 ottobre 2000}}</ref> l'auto è uscita dalla [[catena di montaggio]] guidata dalla cantante [[Lulu (cantante)|Lulu]], ed è stata successivamente ospitata all'Heritage Motor Centre di Gaydon, dov'è stata esposta accanto alla prima Mini prodotta.<ref name="telegraph.co.uk" />
 
[[File:MINIandClassicMini.jpg|thumb|Una Mini classica (a sinistra) confrontata con la [[Mini (2001)|nuova Mini]] prodotta dalla BMW (a destra)]]
L'ultimo esemplare di Mini ''Mark VII'' costruito, una Cooper Sport color [[rosso]], capitolo finale della prima generazione Mini (composta da 5 387 862 esemplari complessivi) è uscita dallo [[stabilimento di Longbridge]] nell'ottobre del 2000;<ref>{{cita news|lingua=en|url=https://www.independent.co.uk/news/uk/home-news/end-of-an-era-as-mini-production-is-halted-634417.html|titolo=End of an era as Mini production is halted|pubblicazione=[[The Independent|independent.co.uk]]|autore=Sally Ledward|data=4 ottobre 2000}}</ref><ref name="telegraph.co.uk">{{cita news|lingua=en|url=https://www.telegraph.co.uk/news/uknews/1368961/Longbridge-says-goodbye-to-its-little-wonder.html|titolo=Longbridge says goodbye to its little wonder|pubblicazione=[[The Daily Telegraph|telegraph.co.uk]]|data=5 ottobre 2000}}</ref> l'auto è uscita dalla [[catena di montaggio]] guidata dalla cantante [[Lulu (cantante)|Lulu]], ed è stata successivamente ospitata all'Heritage Motor Centre di [[Gaydon]], dov'è stata esposta accanto alla prima Mini prodotta.<ref name="telegraph.co.uk" />
 
Nello stesso anno la BMW dismise il Gruppo Rover (che divenne [[Gruppo MG Rover]]) mantenendo la proprietà del solo marchio Mini, e l'anno seguente mise in commercio la [[Mini (2001)|nuova generazione]] della Mini.
 
==Versioni derivate==
{{S sezione|trasporti}}
 
==Mini prodotte fuori dai confini Inglesi==
Per vari motivi commerciali la Mini venne prodotta ed assemblata anche fuori dai confini inglesi, note sono infatti le Mini prodotte in Italia con il marchio Innocenti, in [[Spagna]] col marchio AUTHI e in [[Australia]].
 
Per vari motivi commerciali la Mini venne prodotta ed assemblata anche fuori dai confini inglesi, note sono infatti le Mini prodotte in Italia con il marchio Innocenti, in Spagna col marchio AUTHI e in Australia.
 
===Innocenti Mini===
[[File:Innocenti Mini.JPG|thumb|Una Innocenti Mini Cooper Export]]
 
La '''Innocenti Mini''' fu prodotta su licenza dalla [[Innocenti]] di [[Milano]] tra il 1965 ed il 1975. Rispetto alle originali inglesi, le versioni Innocenti (comprese le Cooper) presentavano alcune differenze. Avevano interni più accessoriati e meglio rifiniti e molti particolari interni ed esterni furono prodotti da marche italiane (IPRA). Anche per ciò che riguarda la parte meccanica vennero fatte delle scelte diverse come ad esempio l'adozione del servofreno su tutti i modelli Cooper indipendentemente dalla cilindrata (le inglesi montavano il servofreno solamente sulle Cooper S).
La "Innocenti Mini" fu prodotta su licenza dalla Innocenti di [[Lambrate]] tra il 1965 ed il 1975. Rispetto alle originali inglesi, le versioni Innocenti (comprese le Cooper) presentavano numerose differenze. Avevano interni più accessoriati e meglio rifiniti, diversi componenti esterni di foggia differente, ad esempio nel disegno delle cornici fari, della calandra e del baule posteriore, modificato per ospitare le targhe quadre italiane in uso all'epoca. Molti particolari interni ed esterni furono prodotti da marche italiane (ad esempio IPRA per i radiatori, [[Carello (azienda)|Carello]] ed Altissimo per quanto riguarda i fari). Anche per ciò che riguarda la parte meccanica vennero fatte delle scelte diverse, come ad esempio l'adozione del servofreno su tutti i modelli Cooper, indipendentemente dalla cilindrata (le inglesi montavano il servofreno solamente sulle Cooper S), e un rapporto al ponte più lungo su Mini 1000, 1001 (finiture lusso) e Cooper 1300.
 
Gamma e date di produzione:
* Innocenti Mini '''Mk1 1965-1967''' (Mini Cooper 997998&nbsp;cm³ da 55Cv introdotta nel '66)
* Innocenti Mini '''Mk2 1967-1970''' (Mini Cooper 998&nbsp;cm³ da 60Cv introdotta nel '68)
* Innocenti Mini '''Mk3 1970-1972 - 1000-1001 998 cmc 1972-1973''' (Mini Cooper 1275&nbsp;cm³ da 71Cv introdotta nel '72 e contemporanea uscita di produzione della Cooper 1000)
* Innocenti Mini '''Mk4Mk3 19731000-1975'''1001 (Export 998cmc-Mini Cooper 1275&nbsp;cm³ Export dacmc 71Cv introdottaExport nel '73)1973-1975
 
Dalla meccanica della Mini originale la casa milanese trasse anche un modello totalmente separato, la [[Innocenti Nuova Mini]] identificata dal mercato anche con le denominazioni (non sempre corrispondenti alla nomenclatura ufficiale della casa dei vari modelli) di "Mini Bertone", "Mini 90" e "Mini DeTomaso".
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Anche in Spagna, sempre su licenza inglese, vennero costruite alcune versioni delle Mini a partire dal 1968 e fino alla fine del 1975.
 
La prima Mini made in Spain uscì dagli stabilimenti di [[Pamplona]] nell'Ottobre del 68' e venne denominata 1275C una versione lussuosa molto simile nell'allestimento alle Innocenti italiane.
 
* AUTHI Mini (MKI)''' 1275C 1968-1971''' (Mini 1275&nbsp;cm³)
* AUTHI Mini (MKII) ''&nbsp;1000E 1969-1971''' (Mini 998&nbsp;cm³)
* AUTHI Mini ''&nbsp;1000S 1969-1971''' (Mini 998&nbsp;cm³)
* AUTHI Mini (MKIII) '''1275GT 1971-1973''' (Mini 1275&nbsp;cm³)
* AUTHI Mini '''Cooper 1300 1973-1975''' (Mini Cooper 1275&nbsp;cm³ da 65Cv, circa 5000 esemplari prodotti)
 
== Elaboratori [[anni 1960|anni sessanta]] ==
Qui di seguito è riportata in ordine alfabetico la lunga lista dei preparatori più famosi che hanno dedicato anni all'ideazione di Kitkit, anche per privati, per far correre e vincere le Mini in tutti i tipi di competizioni:
 
{{MultiColColonne}}
* Alexander conversion
* Aquaplane CO ltd.
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* Derrington
* Downton
{{ColBreakColonne spezza}}
* Janspeed
* Mangoletsi
Riga 210 ⟶ 216:
* Sprinzel
* Taurus
{{EndMultiColColonne fine}}
 
==La Mini nei media==
* La Mini, in varie versioni, è presente della serie di [[simulatori di guida]] Gran Turismo (a partire da [[Gran Turismo 2]]). Inoltre, compare anche nei [[videogiochi]] [[Grand Theft Auto - London 1969]] (indicata con il nome di Myni), Driver 2: Back on the Streets, [[Colin McRae Rally 2.0]] (Dove compare la versione S da rally<ref>http://www.igcd.net/vehicle.php?id=1555&PHPSESSID=c18ff1...&width=1280 IGCD:Austin Mini Cooper S</ref>) e GT Legends.
 
==Note==
Riga 223 ⟶ 226:
 
==Altri progetti==
{{Interprogetto|commonspreposizione=Category:Minisulla}}
 
==Collegamenti esterni==
* {{en}}cita [web|http://austin-roverwww.aronline.co.uk/index.htm?ado15indexf.htm blogs/cars/mini-classic/|La Mini su austin-rover.co.uk]Austin Rover Online|lingua=en}}
 
{{Austin}}
{{Morris Motor Company}}
{{Riley}}
{{Wolseley}}
{{Portale|trasporti}}
{{Mini}}
{{Portale|automobili}}
 
[[Categoria:Automobili Morris]]
[[Categoria:Automobili Austin]]
[[Categoria:Automobili Mini]]
[[Categoria:Automobili Innocenti|Mini]]
 
[[ar:ميني (بي إم دبليو)]]
[[bg:Мини (автомобил)]]
[[ca:Mini (automòbil)]]
[[ckb:مینی کۆپەر]]
[[cs:Mini]]
[[da:Morris Mini]]
[[de:Mini (Auto)]]
[[en:Mini]]
[[es:Mini (automóvil)]]
[[eu:Mini]]
[[fa:مینی]]
[[fi:Mini]]
[[fr:Mini]]
[[hu:Mini]]
[[id:Mini Cooper]]
[[is:Mini]]
[[ja:ミニ (BMC)]]
[[ko:미니]]
[[ms:Mini]]
[[nl:Mini (automerk)]]
[[no:Mini (BMC)]]
[[pl:Mini]]
[[pt:Mini]]
[[ru:Mini]]
[[simple:Mini Cooper]]
[[sk:Mini]]
[[sv:Mini]]
[[th:มินิ]]
[[uk:Mini]]
[[zh:迷你]]