Confine tra Germania Est e Germania Ovest: differenze tra le versioni

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[[Image:Germany occupation zones with border.jpg|right|thumb|320px|alt=La mappa mostra le zone di occupazione della Germania post-bellica.|Le zone di occupazione della Germania post-bellica: la zona sovietica (rosso), il confine tra le Germanie (linea nera spessa) le zone da cui americani e britannici si ritirarono nel 1945 (viola). I confini esterni sono quelli della [[Repubblica di Weimar]] ]]
{{Confine
| paese 1 = DDR
| paese 2 = RFT
| immagine = Germany occupation zones with border.jpg
| didascalia = Le zone di occupazione della Germania post-bellica: la zona sovietica (rosso), il confine tra le Germanie (linea nera spessa), le zone da cui americani e britannici si ritirarono nel 1945 (viola). I confini esterni sono quelli della Germania al 1º gennaio 1938.
| lunghezza = {{formatnum:1393}}
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| enclavi = [[Berlino Ovest]]
| data di istituzione = [[1949]]
| causa istituzione = Indipendenza delle [[Zone di occupazione della Germania]]
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| causa tracciato attuale =
| data di scomparsa = [[1990]]
| causa scomparsa = [[Riunificazione tedesca]]
}}
 
Il '''confine tra Germania Est e Germania Ovest''' (in [[lingua tedesca|tedesco]] ''innerdeutsche Grenze'' o ''deutsch–deutsche Grenze'', inizialmente anche ''Zonengrenze'') è stata la frontiera tra la [[Repubblica democraticaDemocratica tedescaTedesca]] (DDR, Germania Est) e la [[Germania Ovest|Repubblica federaleFederale di Germania]] (BRD, Germania Ovest) tra il 1949 ede il 1990. Escludendo il [[Muro di Berlino]], analogo nella funzione ma fisicamente separato da essa, il confine misurava {{formatnum:1393 Km}} km e correva dal [[mar Baltico]] alla frontiera con la [[Cecoslovacchia]].
 
Fu costituito formalmente il 1°º luglio 1945 come confine tra le [[zone di occupazione della Germania]] occupate[[Regno dalleUnito|britannica]], [[forzeStati AlleateUniti d'America|statunitense]] e dall'[[UnioneFrancia|francese]] Sovieticae la [[zona di occupazione sovietica]] della Germania. Sul lato orientale divenne una delle frontiere più [[fortificazione|fortificate]], definita da una linea continua di alte [[Recinto|recinzioni]] metalliche, muri, [[Filo spinato|fili spinati]], [[Fossato|fossati]], torrette d'osservazione, allarmi, trappole e [[campo minato|campi minati]]. Era pattugliato da 50.000{{formatnum:50000}} guardie armate della DDR a fronte di decine di migliaia di guardie e militari della Germania Ovest, del Regno Unito e degli Stati Uniti.<ref>[[#Faringdon|Faringdon (1986)]], pp. 282–84.</ref> Nelle immediate retrovie del confine, erano di stanza oltre un milione di militari della [[NATO]] e del [[Patto di Varsavia]].
 
Il confine fu la manifestazione fisica della metaforica [[cortina di ferro]] di [[Winston Churchill]] che separava i blocchi sovietico e occidentale durante la [[guerra fredda]], segnando il confine tra i due sistemi ideologici della [[democrazia]] [[capitalismo|capitalista]] e del [[comunismo]] monopartitico. Fortificato a più riprese delladalla Germania Est tra il 1952 e la fine degli anni 1980<ref name="Faringdon, p. 284">[[#Faringdon|Faringdon (1986)]], p. 284.</ref>, fu realizzato per fermare l'emigrazione di cittadini tedesco-orientali verso l'ovestOvest. Si calcola che nei suoi 45 anni di esistenza siano morte circa {{formatnum:1000}} persone nel tentativo di attraversarlo<ref>[[#McDougall|McDougall (2004)]], p. 40.</ref>. Causò degrado economico e sociale su entrambi i lati; i cittadini della DDR che vivevano nelle sue vicinanze furono sottoposti a restrizioni draconiane.<ref>[[#Czuczka|Czuczka (2000-01-13)]].</ref>
 
Il più noto Muro di Berlino ne era fisicamente separato, meno complesso e molto più corto - 155 Km&nbsp;km - ed era una barriera che circondava [[Berlino Ovest]], essendo stata Berlino suddivisa in zone di influenza come il resto della Germania nonostante si trovasse in piena zona di occupazione sovietica, facendone una [[enclave]]. I lavori per la realizzazione del muro iniziarono nelle prime ore di domenica 13 agosto 1961, con la stesura di una prima recinzione di filo spinato sorvegliata da guardie armate, e proseguiti con la costruzione del vero e proprio muro, che ha da subito interrotto strade, linee di comunicazione e diviso famiglie di parenti e amici per i successivi 28 anni.
 
Il 9 novembre 1989 il governo della Germania Est annunciò l'apertura del Muro di Berlino e della frontiera intra-tedesca. Nei giorni successivi, milioni di cittadini tedesco-orientali si recarono a ovest, centinaia di migliaia si trasferirono permanentemente e i legami tra le due comunità a lungo divise venivano a rinsaldarsi ora che i controlli di frontiera erano divenuti poco più di una formalità. Il confine tra le due Germanie fu compeltamentecompletamente abbandonato il 1°º luglio 1990<ref>[[#TheRecord|''The Record'' (1990-07-02)]].</ref>, esattamente 45 anni dopo la sua creazione e solo tre mesi prima della [[Riunificazioneriunificazione tedesca]].
 
Poco rimane delle fortificazioni allora esistenti. Il suo percorso è divenuto parte di una "[[European Green Belt]]" che collega parchi nazionali e riserve naturali lungo il tracciato di quella che era la "cortina di ferro" dal [[circolo polare artico]] al [[mar Nero]]. Lungo il suo tracciato, musei, memoriali e elementi conservati delle strutture originarie ricordano la divisione e la riunificazione della Germania.<ref>[[#Cramer|Cramer (2008)]], pp. 8–9.</ref>
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== Lo sviluppo ==
=== Le origini ===
Il confine intra-tedesco si originò dai piani delle forze Alleate della [[seconda guerra mondiale]] per dividere la Germania sconfitta in zone di occupazione.<ref name="Buchholz-56">[[#Buchholz|Buchholz (1994)]], p. 56.</ref> I confini tra queste zone furono tracciati lungo i confini territoriali degli statiStati e delle province tedesche del [[XIX secolo]], scomparsi con l'[[unificazione della Germania]] nel 1871.<ref>[[#Faringdon|Faringdon (1986)]], p. 282.</ref> Ci si accordò su tre zone, grossomodo di pari estesioneestensione: una britannica nel nordNord-ovest, una americana nel sudSud e una sovietica a estnell'Est. Alla Francia fu successivamente concessa una quarta zona ([[piano Monnet]]) all'estremo ovest, ritagliandola dalle zone americana e britannica.<ref>[[#Weinberg|Weinberg (1995)]], p. 804.</ref>
 
La divisione della Germania fu messa in pratica il 1°º luglio 1945. A causa di un loro inaspettatamente rapido avanzamento attraverso la Germania centrale nelle ultime settimane della guerra, le truppe britanniche e anglo-americane occuparono ampie parti del territorio assegnato alla zona sovietica. Il successivo ripiegamento delle truppe occidentali spinse molti tedeschi a fuggire verso occidente per sottrarsi all'occupazione sovietica.<ref>[[#Shears|Shears (1970)]], p. 29.</ref>
 
Gli Alleati inizialmente lavorarono insieme sotto la direzione dell<nowiki>'</nowiki>''Allied Control Council'' (ACC) per la Germania.<ref>[[#Osmanczyk|Osmańczyk; Mango (2004)]], p. 77.</ref> La cooperazione tra gli alleati occidentali e l'Unione Sovietica si ruppe per i disaccordi sul futuro politico ed economico della Germania. Nel maggio del 1949 le tre zone di occupazione occidentale furono fuse nella Repubblica Federale Tedesca (''Bundesrepublik Deutschland'', BRD) con un governo scaturito da libere elezioni. La zona sovietica divenne la Repubblica Democratica Tedesca (''Deutsche Demokratische Republik'', DDR) governata dal locale partito comunista (SED).<ref>[[#Shears|Shears (1970)]], p. 36.</ref>
 
Fin dall'inizio, la Germania Ovest e gli Alleati non riconobbero alcuna legittimazione alla Germania Est.<ref>Joint statement of the Allied powers, 3 October 1954, quoted in [[#Kindermann|Kindermann (1994)]], pp. 220–21.</ref> La Germania Est fu ritenuta una creazione comunista/sovietica priva di un governo liberalmenteliberamente e legalmente eletto. La Germania Ovest condiseròconsiderò la cittadinanza tedesca applicabile anche ai cittadini dell'estEst, garantendo automaticamente piena cittadinanza, residenza e diritto al lavoro a ogni tedesco dell'estEst che riuscisse a emigrare a ovestall'Ovest. Questo fu un grosso incentivo alla fuga per i cittadini della Germania Est.<ref name="Gress">[[#Gress|Gress (1985)]], pp. 15–16.</ref>
 
Il governo della Germania Est, dal canto suo, ribadì la piena legittimità dell'esistenza dello statoStato<ref>[[#Loth|Loth (2004)]], p. 274.</ref> e definì la Germania Ovest come un territorio nemico (''feindliches Ausland''), una nazione capitalista e semi-[[fascismo|fascista]], sfruttatrice dei suoi cittadini e tesa a riconquistare i territori perduti del [[terzoTerzo Reich]].<ref>[[#Schweitzer|Schweitzer (1995)]], p. 50.</ref>
 
=== 1945–521945–1952: lail "frontieraconfine verde" ===
<div style="border:1px solid #ccc; margin:5px; padding:5px; float:right;">
Nei primi giorni dell'occupazione, gli alleati controllarono il traffico tra le zone per gestire il flusso dei rifugiati e impedire la fuga di ex ufficiali [[nazismo|nazisti]] e dell'intelligence.<ref>[[#Stacy|Stacy (1984)]], p. 6.</ref> Questi controlli furono gradualmente alleggeriti tra le zone occidentali, ma inaspriti tra le zone occidentali e quella sovietica già nel 1946, per arginare il flusso di rifugiati politici ed economici in uscita dalla zona sovietica.<ref>[[#Stacy|Stacy (1984)]], p. 9.</ref> Tra l'ottobre del 1945 e il giugno del 1946, si calcola che circa 1,6 milioni di tedeschi si trasferirono nelle zone occidentali.<ref>[[#Stacy|Stacy (1984)]], p. 8.</ref>
 
Il confine tra le zone occidentali e orientale divenne via via più rigido al deteriorarsi delle relazioni tra gli Alleati e i sovietici.<ref>[[#Stacy|Stacy (1984)]], p. 31–32.</ref> Dal settembre 1947, un regime sempre più severo fu imposto ai confini della zona orientale. Il numero di soldati sovietici sul confine fu aumentato e integrato con guardie di confine tratte dalla neo-costituita ''[[Volkspolizei]]'' ("polizia del popolo"). Molti punti di passaggio clandestini furono bloccati con fossati e barricate.<ref>[[#Stacy|Stacy (1984)]], p. 40.</ref> Anche i tedeschi occidentali aumentarono la sorveglianza con l'istituzione nel 1952 delle forze di protezione dei confini federali (''[[Bundesgrenzschutz]]'' o BGS, 20.000 uomini), furono tuttavia le forze militari Alleate - britanniche a nord, americane a sud - a mantenere il controllo militare sulla sicurezza del confine.<ref>[[#Stacy|Stacy (1984)]], pp. 67, 69.</ref>
 
La linea di confine era comunque relativamente facile da attraversare. Gli abitanti delle zone limitrofe erano in grado di mantenere campi sull'altro lato, o vivere in una zona e lavorare nell'altra. Per i rifugiati era possibile attraversare il confine clandestinamente o corrompere le guardie e il contrabbando di beni in entrambe le direzioni era frequente.<ref name="Berdahl">[[#Berdahl|Berdahl (1999)]], p. 144.</ref> Nonostante il rafforzamento ai confini, il flusso di emigrati verso ovest rimase consistente: 675.000 persone fuggirono verso la Germania Ovest tra il 1949 e il 1952.<ref name="Cramer-15">[[#Cramer|Cramer (2008)]], p. 15.</ref>
;Fasi di sviluppo del confine tra le Germanie
<gallery>
Bundesarchiv Bild 183-N0415-365, Grenze zwischen Thüringen und Bayern bei Asbach.jpg|Il confine prima della fortificazione: una barriera interzonale vicino aad Asbach, in Turingia, 1950.
East German border 1962 full.jpg|Il confine rafforzato nel 1962, con filo spinato, torrette di sorveglianza e campi minati.
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Nei primi giorni dell'occupazione gli Alleati controllarono il traffico tra le zone per gestire il flusso dei rifugiati e impedire la fuga di ex ufficiali [[nazismo|nazisti]] e dell'intelligence.<ref>[[#Stacy|Stacy (1984)]], p. 6.</ref> Questi controlli furono gradualmente alleggeriti tra le zone occidentali, ma inaspriti tra le zone occidentali e quella sovietica già nel 1946, per arginare il flusso di [[rifugiato politico|rifugiati politici]] ed economici in uscita dalla zona sovietica.<ref>[[#Stacy|Stacy (1984)]], p. 9.</ref> Tra l'ottobre del 1945 e il giugno del 1946, si calcola che circa 1,6 milioni di tedeschi si trasferirono nelle zone occidentali.<ref>[[#Stacy|Stacy (1984)]], p. 8.</ref>
 
Il confine tra le zone occidentali e orientale divenne via via più rigido al deteriorarsi delle relazioni tra gli Alleati e i sovietici.<ref>[[#Stacy|Stacy (1984)]], p. 31–32.</ref> Dal settembre 1947, un regime sempre più severo fu imposto ai confini della zona orientale. Il numero di soldati sovietici sul confine fu aumentato e integrato con guardie di confine tratte dalla neo-costituita ''[[Volkspolizei]]'' ("polizia del popolo"). Molti punti di passaggio clandestini furono bloccati con fossati e [[Barricata|barricate.]]<ref>[[#Stacy|Stacy (1984)]], p. 40.</ref> Anche i tedeschi occidentali aumentarono la sorveglianza con l'istituzione nel 1952 delle forze di protezione dei confini federali (''[[Bundesgrenzschutz]]'' o BGS, {{formatnum:20000}} uomini), furono tuttavia le forze militari Alleate - britanniche a nord, americane a sud - a mantenere il controllo militare sulla sicurezza del confine.<ref>[[#Stacy|Stacy (1984)]], pp. 67, 69.</ref>
 
La linea di confine era comunque relativamente facile da attraversare in entrambe le direzioni, specie nelle aree rurali.<ref>{{Cita web|url=https://www.militaryhistories.co.uk/berlin/germany|titolo=The Foundation of West and East Germany|lingua=en}}</ref> Gli abitanti delle zone limitrofe erano in grado di mantenere campi sull'altro lato, o vivere in una zona e lavorare nell'altra. Per i rifugiati era possibile attraversare il confine clandestinamente o corrompere le guardie e il [[contrabbando]] era frequente.<ref name="Berdahl">[[#Berdahl|Berdahl (1999)]], p. 144.</ref> Nonostante il rafforzamento ai confini, il flusso di emigrati verso ovest rimase consistente: {{formatnum:675000}} persone fuggirono verso la Germania Ovest tra il 1949 e il 1952.<ref name="Cramer-15">[[#Cramer|Cramer (2008)]], p. 15.</ref>
 
=== 1952–671952–1967: il "regime speciale" ===
La relativa permeabilità del confine terminò bruscamente il 26 maggio 1952, quando la DDR implementò un "regime speciale per la linea di demarcazione", giustificandolo come una misura per tenere lontani "[[Spionaggio|spie]], [[Eversione|eversori]], [[Terrorismo|terroristi]] e contrabbandieri".<ref name="Stacy-50">[[#Stacy|Stacy (1984)]], p. 50.</ref> La Germania Est tentava di arginare il continuo esodo dei suoi cittadini, che minacciava la sostenibilità dell'economia dello statoStato.<ref>[[#Shears|Shears (1970)]], p. 37.</ref>
 
Una striscia di terreno arato larga 10 metri fu creata lungo l'intero dipanarsi del confine. Un'adiacente "striscia di protezione" (''Schutzstreifen'') larga 500 metri venne posta sotto stretto controllo. Fu inoltre creata una "zona limitata" (''Sperrzone'') di altri 5 chilometri, accessibile solo ai possessori di un adeguato permesso. Le zone lungo il confine furono disboscate per consentire una visuale ininterrotta ed eliminare potenziali rifugi. Furono abbattute le case troppo vicine al confine, chiusi ponti e installati numerosi sbarramenti di filo spinato. Ai contadini era permesso di lavorare nei campi lungo il confine solo nelle ore del giorno e in presenza di una scorta armata, autorizzata a far fuoco qualora i suoi ordini non fossero eseguiti.<ref name="Stacy-50" />
 
Entrambe le comunità di frontiera subirono una lacerazione sociale. Fattorie e miniere vennero spezzate in due dalla chiusura improvvisa del confine.<ref>[[#ManchesterGuardian|''Manchester Guardian'' (1952-06-09)]]</ref><ref>[[#Cramer|Cramer (2008)]], p. 143.</ref> Oltre 8.&nbsp;300 cittadini tedesco-orientali che vivevano lungo il confine furono trasferiti a forza tramite un programma dal nome in codice "operazione parassiti" (''Aktion Ungeziefer'').<ref>[[#Berdahl|Berdahl (1999)]], p. 67.</ref> Altri 3.000{{formatnum:3000}} fuggirono a ovest.<ref name="Cramer-15" /> Il sigillo attorno alla nazione fu esteso nel luglio 1962, quando la DDR dichiarò l'intera sua costa sul mar Baltico zona di confine, sottoposta a limitazioni e restrizioni.<ref name="Times-Baltic">[[#TimesBaltic|''The Times'' (1962-07-21)]].</ref>
 
Anche il confine tra le due parti di Berlino fu irrigidito, ma non completamente chiuso; i tedeschi dell'estEst erano ancora in grado di passare nella parte occidentale. Questo rese Berlino la rotta principale per emigrare a ovest.<ref name="Maddrell">[[#Maddrell|Maddrell (2006)]], pp. 54, 56.</ref> Si calcola che tra il 1949 e la costruzione del Muro di Berlino nel 1961, circa 3,5 milioni di cittadini tedesco-orientali (un sesto dell'intera popolazione) siano emigrati a ovest principalmente passando per Berlino.<ref name="Maddrell" /> LeFino ferrovieal tra1961, Berlinoanno Estin ecui moltefu zonecompletato importantiun dellanuovo Germaniaanello Estferroviario attraversavanodi il125 territoriochilometri diattorno a Berlino Ovest, rendendoun possibilemodo laper fugauscire saltandodalla daDDR unera treno.saltare Undai nuovotreni anelloche ferroviarioattraversavano diil 125territorio chilometri attorno adi Berlino Ovest fu completato nel 1961.
 
=== 1967–891967–1989: la "frontiera moderna" ===
[[File:BGS-Hubschrauber Alouette II.jpg|thumb|250px|alt=Un elicottero ''Bundesgrenzschutz'' [[Alouette II]] pattuglia il lato occidentale del confine intra-tedescoleft|Un elicottero ''Bundesgrenzschutz'' [[Alouette II]] pattuglia il lato occidentale del confine intra-tedesco, 1985.]]
La DDR decise di rafforzare le fortificazioni alla fine degli anni 1960, per realizzare una "frontiera moderna" che fosse difficile da attraversare. I reticolati di filo spinato furono sostituiti da alte barriere di metallo espanso, mine anti-uomo, fossati anti-veicolo, trappole, allarmi e strade di pattugliamento. Le torrette di legno furono sostituite con torrette prefabbricate in cemento e bunker di osservazione.<ref name="Rottman-20">[[#Rottman|Rottman (2008)]], p. 20.</ref>
 
La DDR decise di rafforzare le fortificazioni alla fine degli anni 1960, per realizzare una "frontiera moderna" che fosse difficile da attraversare. I reticolati di filo spinato furono sostituiti da alte barriere di [[lamiera stirata]], [[Mina terrestre|mine]] anti-uomo, fossati anti-veicolo, trappole, allarmi e strade di pattugliamento. Le torrette di legno furono sostituite con torrette prefabbricate in cemento e [[bunker]] di osservazione.<ref name="Rottman-20">[[#Rottman|Rottman (2008)]], p. 20.</ref>
La costruzione delle nuove strutture di frontiera iniziò nel settembre 1967.<ref name="Stacy-185">[[#Stacy|Stacy (1984)]], p. 185.</ref> Furono costruiti circa 1300 Km di sbarramenti, solitamente ancora più arretrati dalla linea geografica dei precedenti reticolati di filo spinato.<ref name="Rottman-20" /> Il programma di rafforzamento proseguì oltre il 1980<ref>[[#Stacy|Stacy (1984)]], p. 189.</ref> e nel giro di un decennio ridusse il numero di fuggiaschi da circa 1000 all'anno a circa 120 l'anno negli anni 1970.<ref name="Mulligan">[[#Mulligan|Mulligan (1976-10-28)]].</ref>
 
La costruzione delle nuove strutture di frontiera iniziò nel settembre 1967.<ref name="Stacy-185">[[#Stacy|Stacy (1984)]], p. 185.</ref> Furono costruiti circa 1&nbsp;300&nbsp;km di sbarramenti, solitamente ancora più arretrati dalla linea geografica dei precedenti reticolati di filo spinato.<ref name="Rottman-20" /> Il programma di rafforzamento proseguì oltre il 1980<ref>[[#Stacy|Stacy (1984)]], p. 189.</ref> e nel giro di un decennio ridusse il numero di fuggiaschi da circa {{formatnum:1000}} all'anno a circa 120 l'anno negli anni 1970.<ref name="Mulligan">[[#Mulligan|Mulligan (1976-10-28)]].</ref>
L'introduzione della ''[[Ostpolitik]]'' del cancelliere della Germania Ovest [[Willy Brandt]] alla fine degli anni 1960 ridusse la tensione tra i due stati tedeschi. Portò ad una serie di accordi e trattati nei primi anni 1970, il più significativo fu quello con cui i due stati riconobbero reciprocamente le loro sovranità e si impegnarono ad appoggiarsi a vicenda nella richiesta di aderire alle [[Nazioni Unite]], benché i tedeschi dell'est che raggiungevano la Germania Ovest mantennero il diritto di chiedere un passaporto occidentale.<ref name=Stacy176 /><ref name=Fulbrook170 /> L'obiettivo della riunificazione fu accantonato dalla Germania Ovest e interamente abbandonato dalla Germania Est.<ref name=Stacy176>[[#Stacy|Stacy (1984)]], p. 176.</ref><ref name=Fulbrook170>[[#Fulbrook|Fulbrook (2002)]], p. 170.</ref> Furono aperti valichi di passaggio tra i due stati, ma le fortificazioni vennero mantenute.<ref name="Jarausch-17">[[#Jarausch|Jarausch (1994)]], p. 17.</ref>
 
L'introduzione della ''[[Ostpolitik]]'' del cancelliere della Germania Ovest [[Willy Brandt]] alla fine degli anni 1960 ridusse la tensione tra i due Stati tedeschi. Portò a una serie di accordi e trattati nei primi anni 1970, il più significativo fu quello con cui i due Stati riconobbero reciprocamente le loro sovranità e si impegnarono ad appoggiarsi a vicenda nella richiesta di aderire alle [[Nazioni Unite]], benché i tedeschi dell'Est che raggiungevano la Germania Ovest mantennero il diritto di chiedere un passaporto occidentale.<ref name=Stacy176 /><ref name=Fulbrook170 /> L'obiettivo della riunificazione fu accantonato dalla Germania Ovest e interamente abbandonato dalla Germania Est.<ref name=Stacy176>[[#Stacy|Stacy (1984)]], p. 176.</ref><ref name=Fulbrook170>[[#Fulbrook|Fulbrook (2002)]], p. 170.</ref> Furono aperti valichi di passaggio tra i due Stati, ma le fortificazioni vennero mantenute.<ref name="Jarausch-17">[[#Jarausch|Jarausch (1994)]], p. 17.</ref>
Nel 1988 il governo della DDR considerò l'idea di sostituire le invasive e costose fortificazioni con un sistema ad alta tecnologia dal nome in codice ''Grenze 2000'' basato su tecnologie adottate dall'Armata Rossa durante la guerra sovietica in Afghanistan. Il piano tuttavia non fu mai realizzato.<ref>[[#MullerEnbergs|Müller-Enbergs (1988)]], p. 437.</ref><ref>[[#Koop|Koop (1996)]], p.</ref>
 
Nel 1988 il governo della DDR considerò l'idea di sostituire le invasive e costose fortificazioni con un sistema ad alta tecnologia dal nome in codice ''Grenze 2000'' basato su tecnologie adottate dall'[[Armata Rossa]] durante la guerra in [[Afghanistan]]. Il piano tuttavia non fu realizzato.<ref>[[#MullerEnbergs|Müller-Enbergs (1988)]], p. 437.</ref><ref>[[#Koop|Koop (1996)]], p.</ref>
 
== Impatto sociale ed economico ==
[[File:Bardowiek transformatorenhaus.jpg|left|thumb|270pxupright=1.2|Ciò che resta del villaggio tedesco-orientale di confine di [[Bardowiek]], raso al suolo negli anni 1970. L'iscrizione sulla torre superstite recita: "Bardowiek: menzionato in fonti storiche risalenti al 1292; illegalmente distrutto tra il 1977 e il 1989 dal regime della DDR."]]
 
La chiusura del confine ebbe un sostanziale impatto sull'economia e sulla società delle due metà della Germania. Le vie di collegamento trans-frontaliere furono per la maggior parte interrotte; 10 linee ferroviarie principali, 24 linee ferroviarie secondarie, 23 autostrade e strade nazionali, 140 strade regionali e migliaia di strade minori, sentieri e canali furono bloccati o interrotti. Il massimo livello di chiusura fu registrato nel 1966, in cui vennero lasciati aperti solo sei linee ferroviarie, tre autostrade, una strada regionale e due canali. Quando le relazioni tra i due paesi si alleggerirono negli anni 1970, la DDR concesse di aprire più valichi in cambio di assistenza economica. Posta e telefono operarono senza interruzioni durante la guerra fredda, ma i pacchi e la corrispondenza venivano regolarmente ispezionati e le telefonate monitorate dalla polizia segreta della Germania Est.<ref name="Buchholz-56" />
 
L'impatto economico della frontiera fu stridente. Molte città e centri abitati furono separati dai loro mercati e ''hinterland'' economici, provocando un declino economico e demografico delle aree a ridosso del confine. I due statiStati tedeschi risposero in maniera differente alla situazione. La Germania Ovest fornì sussidi economici alle comunità in un programma di "aiuto alle regioni di confine" varato nel 1971 per salvarle dal declino totale. Infrastrutture e business lungo il confine beneficiarono di sostanziali investimenti statali.<ref name="Buchholz-59">[[#Buchholz|Buchholz (1994)]], p. 59.</ref>
 
Per le comunità della Germania Est fu molto più difficile, perché il paese era più povero e il governo impose loro forti restrizioni. Le regioni di confine furono progressivamente spopolate attraverso l'eliminazione di numerosi villaggi e il trasloco forzato dei loro abitanti. Le città di confine subirono draconiane restrizioni edilizie: agli abitanti fu proibito di costruire nuove case e persino di riparare quelle esistenti, provocando un netto degrado delle infrastrutture.<ref>[[#August|August (1999)]], p. 28.</ref> Lo statoStato aumentò del 15% l'introito degli abitanti della ''Sperrzone'' e della ''Schutzstreifen'', ma questo non prevenne la contrazione della popolazione nelle zone di confine, a mano a mano che i giovani si spostavano altrove per cercare lavoro e milgiorimigliori condizioni di vita.<ref name="Buchholz-59" />
 
La DDR pagò un grande costo economico per la creazione della zona di confine, la costruzione delle fortificazioni ede il loro mantenimento. Nei circa 6.900 Km{{formatnum:6900}}&nbsp;km² di territorio occupato delladalle zone di confine - oltre il sei per cento della superficie dello statoStato<ref name="Rottman-20-21">[[#Rottman|Rottman (2008)]], pp. 20–21.</ref> - l'attività economica fu pesantemente ridotta o cessò del tutto. L'effettivo costo del sistema della frontiera era un segreto di statoStato gelosamente custodito e ancora non v'è certezza su quanto sia costato realizzarlo e mantenerlo. Le torrette di osservazione BT-9 costarono circa 65.000{{formatnum:65000}} [[Marco della Repubblica Democratica Tedesca|marchi]] ciascuna e le barriere in metallo[[lamiera espansostirata]] circa 151.800{{formatnum:151800}} marchi per chilometro. L'implementazione della "frontiera moderna" negli anni 1970 portò ada un aumento dei costi del personale. La spesa annua totale per le truppe di confine della DDR salì da 600 milioni di marchi l'anno nel 1970 a quasi un milionemiliardo nel 1983. All'inizio del 1989 gli economisti tedesco-orientali calcolarono che ogni arresto costò l'equivalente di 2,1 milioni di marchi, tre volte il "valore" medio di ogni lavoratore per lo statoStato.<ref name="Hertle-97">[[#Hertle|Hertle (2007)]], p. 97.</ref>
 
== Immagini del confine ==
[[File:Hier ist deutschland.jpg|thumb|rightleft|Il confine visto dal lato occidentale. La scritta recita: "La Germania non finisce qui. Anche dall'altra parte è patria!"]]
I due governi tedeschi promossero immagini molto diverse del confine. Per la DDR era una frontiera internazionale di uno stato sovrano, nonché una difesa contro l'aggressione occidentale.<ref>[[#Lapp|Lapp (1986)]], p. x.</ref> Nel film ''Grenzer'' (guardia di frontiera), prodotto nel 1981 dalla propaganda dell'esercito tedesco-orientale, le truppe della [[NATO]] e della Germania Ovest venivano dipinte come forze spietate in marcia verso la Germania Est. I militari intervistati nel film descrivono la giustezza della loro causa e la minaccia posta da agenti occidentali, spie e agenti provocatori. I loro colleghi uccisi alla frontiera sono salutati come eroi e vengono mostrati gli scolari di Berlino Est salutare il loro memoriale.<ref>[[#Grenzer|Synopsis of Grenzer]] (2009)</ref>
 
I due governi tedeschi promossero immagini molto diverse del confine. Per la DDR era una frontiera internazionale di uno Stato sovrano, nonché una difesa contro l'aggressione occidentale.<ref>[[#Lapp|Lapp (1986)]], p. x.</ref> Nel film ''Grenzer'' (guardia di frontiera), prodotto nel 1981 dalla propaganda dell'esercito tedesco-orientale, le truppe della [[NATO]] e della Germania Ovest venivano dipinte come forze spietate in marcia verso la Germania Est. I militari intervistati nel film descrivono la giustezza della loro causa e la minaccia posta da agenti occidentali, spie e agenti provocatori. I loro colleghi uccisi alla frontiera sono salutati come eroi e vengono mostrati gli scolari di Berlino Est salutare il loro memoriale.<ref>[[Confine tra Germania Est e Germania Ovest#Grenzer|Synopsis of Grenzer]] (2009).</ref>
La propaganda della Germania Ovest si riferiva invece al confine come a nient'altro che "la linea di demarcazione della zona di occupazione sovietica" enfatizzando la crudeltà e l'ingiustizia della divisione della Germania.<ref>[[#MFADPR|Ministry of Federal Affairs, Displaced Persons and Refugees]], Bonn. "[[:File:Attention demarcation line.jpg|Attention Demarcation Line!]]". Leaflet published ca. mid 1960s.</ref> Molti cartelli lungo il lato occidentale della frontiera recitavano ''"Hier ist Deutschland nicht zu Ende&nbsp;– Auch drüben ist Vaterland!"'' ("La Germania non finisce qui. Anche dall'altra parte è patria!").<ref>[[#Bailey|Bailey (1983)]] p. 143.</ref>
 
La propaganda della Germania Ovest si riferiva invece al confine come a nient'altro che "la linea di demarcazione della zona di occupazione sovietica" enfatizzando la crudeltà e l'ingiustizia della divisione della Germania.<ref>[[#MFADPR|Ministry of Federal Affairs, Displaced Persons and Refugees]], Bonn. "[[:File:Attention demarcation line.jpg|Attention Demarcation Line!]]". Leaflet published ca. mid 1960s.</ref> Molti cartelli lungo il lato occidentale della frontiera recitavano ''"Hier ist Deutschland nicht zu Ende&nbsp;– Auch drüben ist Vaterland!"'' ("La Germania non finisce qui. Anche dall'altra parte è patria!")<ref>[[#Bailey|Bailey (1983)]] p. 143.</ref>
Mentre la DDR teneva i propri cittadini lontani dalla frontiera, i tedeschi occidentali incoraggiavano attivamente il turismo nell'area, le zone in cui il confine era particolarmente intrusivo divennero vere e proprie attrazioni. Un esempio fu il villaggio diviso di [[Mödlareuth]], in [[Baviera]]. Nel 1976 ''Associated Press'' riportava che "autobus di turisti occidentali vengono per farsi fotografare sullo sfondo dell'ultima città comunista fortificata[,] delle casamatte in cemento armato e delle feritoie dei bunker visibili su un verde poggio su cui pascolano le mucche di un'azienda agricola collettiva."<ref name="Mulligan" />
 
Mentre la DDR teneva i propri cittadini lontani dalla frontiera, i tedeschi occidentali incoraggiavano attivamente il turismo nell'area, le zone in cui il confine era particolarmente intrusivo divennero vere e proprie attrazioni. Un esempio fu il villaggio diviso di [[Mödlareuth]], in [[Baviera]]. Nel 1976 ''Associated Press'' riportava che "autobus di turisti occidentali vengono per farsi fotografare sullo sfondo dell'ultima città comunista fortificata[,] delle casematte in cemento armato e delle feritoie dei bunker visibili su un verde poggio su cui pascolano le mucche di un'azienda agricola collettiva."<ref name="Mulligan" />
Sempre in Baviera, a [[Zimmerau]], nel 1966 fu costruita una torre di 38 metri (la ''Bayernturm'') per dare ai visitatori l'opportunità di osservare le colline della Germania Est.<ref>[[#Cramer|Cramer (2008)]], p. 162.</ref> Gli abitanti del villaggio tedesco-orientale di [[Kella]] si ritrovarono ad essere un'attrazione turistica per gli occidentali nei decenni 1970 e 1980: un punto di osservazione, la "finestra su Kella", fu allestito su una collina vicina da cui i turisti potevano guardare attraverso il confine con binocoli e telescopi.<ref>[[#Berdahl|Berdahl (1999)]], p. 149.</ref> Nel 1975 fu aperta una [[nudismo|spiaggia nudista]] a ridosso del confine nel territorio della città portuale di [[Travemünde]], sul mar Baltico. Spesso i visitatori cercavano di farsi fotografare nudi sotto l'incombente torretta di osservazione della frontiera; gli occidentali notarono "molto più movimento su quella torretta da quando la spiaggia nudista ha aperto".<ref>[[#TheAgeNudes|''The Age'' (1975-08-18)]].</ref><ref>[[#LATimesBuff|''Los Angeles Times'' (1977-07-07)]].</ref>
 
Sempre in Baviera, a [[Zimmerau]], nel 1966 fu costruita una torre di 38 metri (la ''Bayernturm'') per dare ai visitatori l'opportunità di osservare le colline della Germania Est.<ref>[[#Cramer|Cramer (2008)]], p. 162.</ref> Gli abitanti del villaggio tedesco-orientale di [[Kella]] si ritrovarono a essere un'attrazione turistica per gli occidentali nei decenni 1970 e 1980: un punto di osservazione, la "finestra su Kella", fu allestito su una collina vicina da cui i turisti potevano guardare attraverso il confine con binocoli e telescopi.<ref>[[#Berdahl|Berdahl (1999)]], p. 149.</ref> Nel 1975 fu aperta una [[nudismo|spiaggia nudista]] a ridosso del confine nel territorio della città portuale di [[Travemünde]], sul mar Baltico. Spesso i visitatori cercavano di farsi fotografare nudi sotto l'incombente torretta di osservazione della frontiera; gli occidentali notarono "molto più movimento su quella torretta da quando la spiaggia nudista ha aperto".<ref>[[#TheAgeNudes|''The Age'' (1975-08-18)]].</ref><ref>[[#LATimesBuff|''Los Angeles Times'' (1977-07-07)]].</ref>
 
== Le fortificazioni ==
Il lato orientale della frontiera era dominato da un complesso sistema di fortificazioni e zone di sicurezza, lungo oltre {{formatnum:1300}}&nbsp;km e ampio alcuni chilometri. Le fortificazioni furono realizzate nel 1952 e raggiunsero il picco di complessità e mortalità all'inizio degli anni 1980. Le guardie di frontiera orientali si riferivano ai due lati della frontiera come ''freundwärts'' - il "lato amico" - e ''feindwärts'' - il "lato nemico".<ref>[[#Ritter|Ritter; Lapp (2007)]], pp. 11, 92.</ref>
[[Image:Innerdeutsche Grenze beim Grenzmuseum Schifflersgrund - Flucht v. Heinz-Josef Große.jpg|thumb|Una parte preservata del confine tra [[Turingia]] e [[Assia]]: la recinzione di frontiera con una striscia minata e una strada di pattugliamento. Il confine effettivo era posto sul crinale alberato. Una croce segna il punto in cui l'operaio 34enne Heinz-Josef Große fu ucciso il 29 marzo 1982 tentando un ''Republikflucht'' ("fuga dalla repubblica").]]
[[File:System of gdr border fortification.jpg|right|thumb|Un diagramma della terza generazione del sistema di frontiera (circa 1984)]]
 
Il lato orientale della frontiera era dominato da un complesso sistema di fortificazioni e zone di sicurezza, lungo oltre 1.300 Km e ampio alcuni chilometri. Le fortificazioni furono realizzate nel 1952 e raggiunsero il picco di complessità e mortalità all'inizio degli anni 1980. Le guardie di frontiera orientali si riferivano ai due lati della frontiera come ''freundwärts'' - il "lato amico" - e ''feindwärts'' - il "lato nemico".<ref>[[#Ritter|Ritter; Lapp (2007)]], pp. 11, 92.</ref>
 
=== La zona vietata ===
Una persona che avesse tentato un attraversamento clandestino della frontiera da est a ovest nel 1980 sarebbe dapprima entratoentrata nella "zona vietata" (''Sperrzone''). Questa era un'area larga 5 chilometri che correva parallela al confine a cui l'accesso era severamente regolamentato. I suoi abitanti potevano entrarne e uscirne solo con un permesso speciale, non era loro permesso recarsi in altri villaggi della zona ed erano soggetti al coprifuoco notturno.<ref name="Rottman-20-21" /><ref>[[#Allinson|Allinson (2000)]], p. 125.</ref><ref name="Buchholz-57">[[#Buchholz|Buchholz (1994)]], p. 57.</ref> Non erano zone recintate, ma le vie d'accesso erano bloccate da checkpoint.<ref name="Rottman-23">[[#Rottman|Rottman (2008)]], p. 23.</ref>
 
[[File:System of gdr border fortification.jpg|left|thumb|Un diagramma della terza generazione del sistema di frontiera (circa 1984).]]
Sull'altro lato della ''Sperrzone'' c'era la barriera di segnalazione (''Signalzaun''), una barriera continua in metallo espanso lunga 1.185 Km e alta due metri. La barriera era affiancata da filo spinato elettrificato a basso voltaggio. Se il filo era tagliato o toccato, scattava un allarme al posto di guardia più vicino.<ref name="Rottman-29">[[#Rottman|Rottman (2008)]], p. 29.</ref>
Sull'altro lato della ''Sperrzone'' c'era la barriera di segnalazione (''Signalzaun''), una barriera continua in [[lamiera stirata]] lunga {{formatnum:1185}}&nbsp;km e alta due metri. La barriera era affiancata da filo spinato elettrificato a basso voltaggio. Se il filo era tagliato o toccato, scattava un allarme al posto di guardia più vicino.<ref name="Rottman-29">[[#Rottman|Rottman (2008)]], p. 29.</ref>
 
=== Striscia di protezione ===
Sull'altro lato della recinzione si trovava l'altamente sorvegliata "striscia di sicurezza" (''Schutzstreifen''), larga da 500 a {{formatnum:1000}} metri, confinanteaddossata con lall'effettivo confine di Stato.<ref name="Rottman-23" /> EraLa monitoratasorveglianza daera affidata a guardie postedislocate su torrette di osservazione in legno, cemento o acciaio, poste a distanza regolare l'una dall'altra lungo illa confinefrontiera. Oltre 700 torrette del genere furono costruite entro il 1989;<ref name="Rottman-29" /> le più grandi delle quali erano equipaggiate con un riflettore direzionale da {{formatnum:1000}} watt (''Suchscheinwerfer'') e postazioni di fuoco per poter sparare senza dover uscire.<ref name="Rottman-28">[[#Rottman|Rottman (2008)]], p. 28.</ref> I loro ingressi erano sempre posti verso il lato orientale, in modo che nessun osservatore da ovest potesse vedere le guardie avvicendarsi. Lungo il confine erano dislocatistati ricavati anche circa 1.000{{formatnum:1000}} bunker di osservazione.<ref name="Rottman-28" />
 
I cani da guardia venivano impiegati come ulteriore deterrente. Nei settori ad alto rischio di fuga i cani erano legati a un cavo sospeso lungo fino a 100 metri (''Kettenlaufanlagen''). I cani venivano occasionalmente lasciati liberi dentro recinti temporanei comunicanti con varchi o sezioni danneggiate della frontiera.<ref name="Rottman-25" />
 
Le strade di pattugliamento (''Kolonnenweg'') consentivano alle guardie di controllare la frontiera ed eventualmente muoversi rapidamente sul punto di un tentato attraversamento; consistevano di due linee parallele di blocchi di cemento perforato che seguivano il confine per circa 900 chilometri.<ref name="Ritter-69">[[#Ritter|Ritter; Lapp (2007)]], p. 69.</ref>
 
<div style="border:1px solid #ccc; margin:5px; padding:5px; float:right;">
;Torrette e bunker del lato orientale
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File:Ddr beobachtungsturm 11.jpg|La BT-11 (''Beobachtungsturm-11''), una torretta di osservazione alta 11 &nbsp;m introdotta nel 1969. La parte superiore era pesante e suscettibile di collassare.
File:Ddr beobachtungsturm 9.jpg|La BT-9 (''Beobachtungsturm-9''), una torretta di osservazione alta 9 &nbsp;m introdotta a metà degli anni 1970, come variante più stabile della BT-11.
File:Schießbunker PA hinten.JPG|Un bunker di sorveglianza, noto come ''Erdbunker'', preservato al Posto di Osservazione Alpha, in cui stavanostazionavano una o due guardie.
File:DDR steel watch tower cropped.jpg|Una torretta di osservazione in metallo presidiata da tre guardie della DDR. Alcune torrette erano semi-portatili e potevano essere spostate in altri settori quando necessario.
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Accanto alla ''Kolonnenweg'' vi era una striscia di controllo (''Kontrollstreifen''), una striscia nuda terra parallela agli sbarramenti lungo tutta la lunghezza del confine. Le strisce di controllo erano due, entrambe sul lato interno del muro. La striscia secondaria "K2", larga 2 metri, correva lungo la barriera di segnalazione; la primaria "K6", larga 6 metri, lungo il lato interno del muro.<ref name="Rottman-17">[[#Rottman|Rottman (2008)]], p. 17.</ref> Nelle zone in cui il confine era particolarmente vulnerabile, la striscia era illuminata a giorno da luci ad alta intensità (''Beleuchtungsanlage''); lo stesso accadeva anche dove fiumi o torrenti intersecavano il confine.<ref name="Rottman-25" />
 
Chiunque attraversava una striscia di controllo lasciava impronte facilmente visibili. Questo consentiva alle guardie di rilevare tentativi di fuga altrimenti non visti, registrare quante persone fossero passate, i luoghi e le ore del giorno in cui i tentativi erano più frequenti. In base a queste informazioni si decideva dove dislocare forze aggiuntive, torrette di osservazione, bunker e fortificazioni addizionali.<ref name="Rottman-17" />
I cani da guardia venivano impiegati come ulteriore deterrente. Nei settori ad alto rischio di fuga i cani erano legati ad un cavo sospeso lungo fino a 100 metri (''Kettenlaufanlagen''). I cani venivano occasionalmente lasciati liberi dentro recinti temporanei comunicanti con varchi o sezioni danneggiate della frontiera.<ref name="Rottman-25" />
 
[[File:Control strip hoetensleben.jpg|rightleft|thumb|250px|Una sezione preservata delle fortificazioni a Hötensleben. La strada di pattugliamento è a sinistra, la prima striscia di controllo corre parallela nel mezzo, oltre essa sorgono una fila di [[cavalloRiccio di Frisiaceco|cavalli diricci Frisiacechi]] e la barriera di segnalazione.]]
Le strade di pattugliamento (''Kolonnenweg'') consentivano alle guardie di controllare la frontiera ed eventualmente muoversi rapidamente sul punto di una tentato attraversamento; consistevano di due linee parallele di blocchi di cemento perforato che seguivano il confine per circa 900 chilometri.<ref name="Ritter-69">[[#Ritter|Ritter; Lapp (2007)]], p. 69.</ref>
 
Le barriere anti-veicolo erano poste sull'altro lato della striscia di controllo primaria. In alcuni punti, ai veicoli era impedito l'avvicinarsi al confine tramite [[Riccio ceco|ricci cechi]] (''Panzersperre'' o ''Stahligel'')''.'' Altrove, fossati a sezione a V, noti come ''Kraftfahrzeug-Sperrgraben'' (''KFZ-Sperrgraben'') erano disposti lungo 829 chilometri della frontiera e assenti solo dove altri ostacoli naturali - torrenti, fiumi, burroni - rendevano il fossato superfluo.<ref name="Rottman-23-24">[[#Rottman|Rottman (2008)]], pp. 23–24.</ref>
Accanto alla ''Kolonnenweg'' vi era una striscia di controllo (''Kontrollstreifen''), una striscia nuda terra parallela agli sbarramenti lungo tutta la lughezza del confine. Le strisce di controllo erano due, entrambe sul lato interno del muro. La striscia secondaria "K2", larga 2 metri, correva lungo la barriera di segnalazione; la primaria "K6", larga 6 metri, lungo il lato interno del muro.<ref name="Rottman-17">[[#Rottman|Rottman (2008)]], p. 17.</ref> Nelle zone in cui il confine era paericolarmente vulnerabile, la striscia era illuminata a giorno da luci ad alta intensità (''Beleuchtungsanlage''), usate anche dove fiumi o torrenti intersecavano il confine.<ref name="Rottman-25" />
 
Chiunque attraversava una striscia di controllo lasciava impronte facilmente visibili. Questo consentiva alle guardie di rilevare tentativi di fuga altrimenti non visti, registrare quante persone fossero passate, i luoghi e le ore del giorno in cui i tentativi erano più frequenti. Da queste informazioni era deciso dove dislocare forze aggiuntive, torrette di osservazione, bunker e fortificazioni addizionali.<ref name="Rottman-17" />
 
Le barriere anti-veicolo erano poste sull'altro lato della striscia di controllo primaria. In alcuni punti, ai veicoli era impedito l'avvicinarsi al confine tramite cavalli di Frisia (''Panzersperre'' o ''Stahligel''. Altrove, fossati a sezione a V, noti come ''Kraftfahrzeug-Sperrgraben'' (''KFZ-Sperrgraben'') erano disposti lungo 829 chilometri della frontiera e assenti solo dove altri ostacoli naturali - torrenti, fiumi, burroni - rendevano il fossato superfluo.<ref name="Rottman-23-24">[[#Rottman|Rottman (2008)]], pp. 23–24.</ref>
 
=== Recinzione esterna, mura e campi minati ===
Le recinzioni esterne vennero realizzate in più fasi, partendo dall'iniziale fortificazione della frontiera nel maggio 1952. La prima generazione di recinzione era una grezza recinzione di filo spinato (''Stacheldrahtzaun'') alta tra 1,2 e 2,5 metri e potsaposta molto vicina alla linea di confine effettiva.<ref>[[#Rottman|Rottman (2008)]], p. 16.</ref> Nei tardi anni 1950 fu sostituita da recinzioni parallele di filo spinato più compatte, a volte integrate da una [[Concertina (filo spinato)|concertina]] nel mezzo.<ref>[[#Rottman|Rottman (2008)]], p. 18.</ref>
 
<div style="border:1px solid #ccc; margin:5px; padding:5px; float:right;">
;Recinzioni e mura della frontiera tedesco-orientale
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File:Inner german border 1st generation.jpg|Ricostruzione di una recinzione di "prima generazione", 1952, con la striscia di controllo in primo piano.
File:East German border 1962.jpg|La "seconda generazione" di recinzione, 1962, con filo spinato abbandonato sullo sfondo, una striscia di controllo, due linee di filo spinato ulteriore e una torretta.
File:Inner german border fence and pole.jpg|La recinzione di terza generazione, costituita da diversi pannelli parzialmente sovrapposti di rete di acciaio espanso. In primo piano, un palo che segna il confine.
File:Moedlareuth betonmauer.jpg|Un alto muro e le torrette dividono il villaggio di Mödlareuth in Baviera/Turingia. Una parte del muro è rimasta come memoriale della divisione della Germania
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Una recinzione di "terza generazione", molto più solida, fu installata in un programma di miglioramenti svoltosi tra gli anni 1960 e gli anni 1980. La linea di sbarramento fu spostata indietro per creare una striscia esterna tra lo sbarramento e il confine effettivo. Le recinzioni di filo spinato furono rimpiazzate da una barriera alta tra 3,2 e 4 metri di pannelli a rete di [[lamiera stirata]] (''Metallgitterzaun''). Le maglie della rete erano affilate e troppo piccole per consentire di aggrapparsi. I pannelli non potevano essere facilmente abbattuti, dato che erano sovrapposti, e non potevano essere tagliati con dei tronchesi. Nemmeno era facile passarvi sotto con un tunnel, dato che erano parzialmente interrati. In alcuni punti la barriera consisteva di recinzioni più leggere (''Lichtsperren'') di filo spinato e pannelli.<ref name="Rottman-25">[[#Rottman|Rottman (2008)]], p. 25.</ref> Le recinzioni non erano continue, ma intervallate in più punti. Vi erano installati cancelli per le guardie e gli ingegneri incaricati dalla manutenzione del lato esterno della barriera.<ref name="Rottman-25" />
[[File:Sm-70 schlagsdorf.jpg|thumb|250px|right|Una mina anti-uomo direzionale [[SM-70]] montata sulla recinzione. Il cono contiene una carica esplosiva che spara schegge e frammenti quando viene attivata.]]
Una recinzione di "terza generazione", molto più solida, fu installata in un programma di miglioramenti svoltosi tra gli anni 1960 e gli anni 1980. La linea di sbarramento fu spostata indietro per creare una striscia esterna tra lo sbarramento e il confine effettivo. Le recinzioni di filo spinato furono rimpiazzate da una barriera alta tra 3,2 e 4 metri di pannelli a rete di metallo espanso (''Metallgitterzaun''). Le maglie della rete erano affilate e troppo piccole per consentire di aggrapparsi. I pannelli non potevano essere facilmente abbattuti, dato che erano sovrapposti, e non potevano essere tagliati con dei tronchesi. Nemmeno era facile passarvi sotto con un tunnel, dato che erano parzialmente interrati. In alcuni punti la barriera consisteva di recinzioni più leggere (''Lichtsperren'') di filo spinato e pannelli.<ref name="Rottman-25">[[#Rottman|Rottman (2008)]], p. 25.</ref> Le recinzioni non erano continue, ma intervallate in più punti. Vi erano installati cancelli per le guardie e gli ingegneri incaricati dalla manutezione del lato esterno della barriera.<ref name="Rottman-25" />
 
In alcune località, i villaggi adiacenti al confine furono recintati con barriere di legno (''Holzlattenzaun'') o di cemento (''Betonsperrmauern'') alte trafra 3 e 4 metri. Le finestre di edifici adiacenti al confine vennero murate o sigillate, ed edifici ritenuti troppo vicini abbattuti. Solo una piccola frazione delle recinzioni - 29,1 Km&nbsp;km - era effettivamente adiacente al confine dello statoStato.<ref name="Rottman-17" />
 
[[File:Sm-70 schlagsdorf.jpg|thumb|left|Una mina anti-uomo direzionale [[SM-70]] montata sulla recinzione. Il cono contiene una carica esplosiva che spara schegge e frammenti quando viene attivata.]]
Mine anti-uomo furono installate lungo circa la metà della lunghezza del confine a partire dal 1966; nel 1980 erano state posizionate circa 1,3 milioni di mine di produzione sovietica.<ref>[[#Rottman|Rottman (2008)]], pp. 18–19.</ref> Inoltre, a partire dal 1970, il lato esterno della recinzione fu attrezzato con 60.000 mine anti-uomo direzionali [[SM-70]] (''Splittermine-70''), attivate da trappole collegate al meccanismo di detonazione. Queste mine esplodendo lanciavano una carica di [[shrapnel]] parallelamente alla recinzione ed erano potenzialmente letali a distanze inferiori a 70 metri. Le mine furono rimosse alla fine del 1984 in seguito alla condanna della comunità internazionale verso il governo della Germania Est.<ref name="Rottman-21">[[#Rottman|Rottman (2008)]], p. 21.</ref>
Mine anti-uomo furono installate lungo circa la metà della lunghezza del confine a partire dal 1966; nel 1980 erano state posizionate circa 1,3 milioni di mine di produzione sovietica.<ref>[[#Rottman|Rottman (2008)]], pp. 18–19.</ref> Inoltre, a partire dal 1970, il lato esterno della recinzione fu attrezzato con {{formatnum:60000}} mine anti-uomo direzionali [[SM-70]] (''Splittermine-70''), attivate da trappole collegate al meccanismo di detonazione. Queste mine esplodendo lanciavano una carica di [[shrapnel]] parallelamente alla recinzione ed erano potenzialmente letali a distanze inferiori a 70 metri. Le mine furono rimosse alla fine del 1984 in seguito alla condanna della comunità internazionale verso il governo della Germania Est.<ref name="Rottman-21">[[#Rottman|Rottman (2008)]], p. 21.</ref>
 
=== La linea del confine ===
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Fino alla fine degli anni 1960 le fortificazioni erano realizzate lungo l'effettiva linea del confine. Quando furono realizzate le recinzioni di terza generazione, le barriere furono fatte arretrare dal confine a distanze variabili tra i 20 metri e i 2 chilometri, in modo da dare alle guardie un ampio margine per fermare i fuggiaschi senza che i colpi arrivassero nel territorio occidentale e agli ingegneri la possibilità di eseguire lavori di manutenzione sulla faccia esterna senza uscire dal territorio nazionale. L'accesso alla striscia esterna era rigidamente controllato, per assicurare che le guardie stesse non fossero tentate dalla fuga. benché fosse spesso descritta come una "[[terra di nessuno]]", la striscia esterna era comunque ''de jure'' pieno territorio della Germania Est. I violatori potevano essere arrestati o uccisi.<ref>[[#Rottman|Rottman (2008)]], pp. 25–26.</ref>
 
;La frontiera Est-Ovest
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File:Gdr border outer strip.jpg|Il confine effettivo: un palo della Germania Ovest con un segnale di attenzione, un segnale della DDR, la barriera e una torretta.
File:Freilandmuseum Behrungen 5.jpg|Una pietra di confine della Germania Est con la scritta "DDR" (''Deutsche Demokratische Republik'') incisa sulla faccia rivolta a ovest.
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Fino alla fine degli anni 1960 le fortificazioni erano realizzate lungo l'effettiva linea del confine. Quando furono realizzate le recinzioni di terza generazione, le barriere furono fatte arretrare dal confine a distanze variabili tra i 20 metri e i 2 chilometri, in modo da dare alle guardie un ampio margine per fermare i fuggiaschi senza che i colpi arrivassero nel territorio occidentale e agli ingegneri la possibilità di eseguire lavori di manutenzione sulla faccia esterna senza uscire dal territorio nazionale. L'accesso alla striscia esterna era rigidamente controllato, per assicurare che le guardie stesse non fossero tentate dalla fuga. Benché fosse spesso descritta come una "[[terra di nessuno]]", la striscia esterna era comunque ''de jure'' pieno territorio della Germania Est. I violatori potevano essere arrestati o uccisi.<ref>[[#Rottman|Rottman (2008)]], pp. 25–26.</ref>
 
L'attualeeffettiva linea di confine tra Germania Est e Ovest era posta sul lato esterno delledella striscia esterna. Era indicata da pietre miliari in granito (''Grenzsteine'') con le lettere "DDR" incise sulla faccia rivolta a ovest. Circa 2.&nbsp;600 tipici pali (''Grenzsäule'' or ''Grenzpfähle'') in cemento furono posti dalla Germania Est sulla linea di confine a intervalli di circa 500 metri. Lo stemma nazionale (''Staatsemblem'') della Germania Est era posto sul lato del palo rivolto verso la Germania Ovest.<ref name="Rottman-20">[[#Rottman|Rottman (2008)]], p. 20.</ref>
 
Sul lato tedesco occidentale non vi erano fortificazioni di alcun genere, né vie di pattugliamento. Segnali di avvertimento (''Grenzschilder'') con messaggi del tipo ''Achtung! Zonengrenze!'' ("Attenzione! ZonaConfine di confinezona!") o ''Halt! Hier Zonengrenze'' ("Stop! Qui èsi zonatrova diil confine di zona") avvertivano i visitatori. Al personale militare straniero era vietato avvicinarsi al confine per evitare incidenti. Cartelli in inglese e tedesco notificavano la distanza dal confine per prevenire attraversamenti involontari. nessunaNessuna restrizione era posta ai civili, che erano liberi di arrivare fino alla linea di confine e non trovavano ostacoli fisici al suo attraversamento.<ref name="Rottman-20" />
 
== La frontiera marittima della Germania Est ==
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File:Bundesarchiv Bild 183-35031-0001, Rügen, Boot der Grenzpolizei.jpg|La nave pattuglia della ''Deutsche Grenzpolizei'' (la polizia di frontiera della DDR) al largo dell'isola di [[Rügen]], dicembre 1955.
File:Bundesarchiv Bild 183-42998-0003, Rügen, Grenzpolizei der DDR.jpg|Due guardie della polizia di frontiera della DDR pattugliano la spiaggia dell'isola di Rügen, 1956.
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Il sistema frontaliero intra-tedesco era esteso anche alla costa del mar Baltico, nota anche come la "frontiera blu" o "frontiera marittima" della DDR. La linea costiera fu parzialmente fortificata a est della foce del [[Trave (fiume)|fiume Trave]] di fronte al porto tedesco occidentale di [[Travemünde]]. Torrette, barriere e reticolati erano disposti lungo la costa paludosa per scoraggiare tentativi di attraversamento, mentre le acque erano pattugliate dalle navi tedesco-orientali. La linea di confine terminava sulla penisola di [[Priwall]], inclusa nel territorio di Travemünde ma già a est della foce del Trave. Da lì a [[Boltenhagen (comune)|Boltenhagen]], lungo circa 15 chilometri della costa orientale della baia di Meclemburgo, la costa della DDR era parte di una "striscia di controllo" ad accesso limitato (''Schutzgebiet''). Altri controlli di sicurezza erano eseguiti sulla costa tra Boltenhagen a [[Altwarp]], sul confine polacco, incluse le isole di [[Poel]], [[Rügen]], [[Hiddensee]], [[Usedom]] e le penisole di [[Darß]] e [[Wustrow (Pomerania Anteriore Settentrionale)|Wustrow]].<ref name="Times-Baltic" />
 
La DDR implementò una serie di misure di sicurezza lungo la sua costa sul mar Baltico per impedire tentativi di fuga. Il campeggio e l'accesso alle barche erano severamente limitati<ref name="Times-Baltic" /> e 27 torrette di osservazione furono erette lungo la costa.<ref>{{Cita web|titolo=Der Turm|url=http://www.ostseegrenzturm.net/derturm.htm|editore=[[#Grenzturm|Grenzturm e.V]], Kühlungsborn (Baltic Border Tower in Kühlungsborn [monument's website])|accesso=24 ottobre 2009|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110723233439/http://www.ostseegrenzturm.net/derturm.htm|dataarchivio=23 luglio 2011}}</ref> Quando un tentativo di attraversamento del confine veniva individuato, veniva inviata una nave pattuglia a intercettare i fuggitivi. Pattuglie armate equipaggiate con riflettori mobili ispezionavano le spiagge.<ref>{{Cita web|titolo=Geschichte|url=http://www.ostseegrenzturm.net/geschichte.htm|editore=[[#Grenzturm|Grenzturm e.V]], Kühlungsborn (Baltic Border Tower in Kühlungsborn [monument's website])|accesso=24 ottobre 2009|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110723235022/http://www.ostseegrenzturm.net/geschichte.htm|dataarchivio=23 luglio 2011}}</ref>
Il sistema frontaliero intra-tedesco era esteso anche alla costa del mar Baltico, nota anche come la "frontiera blu" o "frontiera marittima" della DDR. La linea costiera fu parzialmente fortificata a est della foce del fiume [[Trave (fiume)|Trave]] di fronte al porto tedesco occidentale di [[Travemünde]]. Torrette, barriere e reticolati erano disposti lungo la costa paludosa per scoraggiare tentativi di attraversamento, mentre le acque erano pattugliate dalle navi tedesco-orientali. La linea di confine terminava sulla penisola di [[Priwall]], inclusa nel territorio di Travemünde ma già a est della foce del Trave. Da lì a [[Boltenhagen (comune)|Boltenhagen]], lungo circa 15 chilometri della costa orientale della Baia di Meclemburgo, la costa della DDR era parte di una "striscia di controllo" ad accesso limitato (''Schutzgebiet''). Altri controlli di sicurezza erano eseguiti sulla costa tra Boltenhagen a [[Altwarp]], sul confine polacco, incluse le isole di [[Poel]], [[Rügen]], [[Hiddensee]], [[Usedom]] e le penisole di [[Darß]] e [[Wustrow (Pomerania Anteriore Settentrionale)|Wustrow]].<ref name="Times-Baltic" />
 
I fuggitivi via mare puntavano alla costa occidentale della baia di Meclemburgo, alla nave-faro danese del porto di [[Gedser]], alle isole danesi meridionali di [[Lolland]] e [[Falster]] o, più semplicemente, a farsi intercettare e raccogliere dalle navi in transito sulle rotte internazionali. Il mar Baltico era tuttavia una via piuttosto pericolosa da percorrere. Si stima che 189 persone siano morte tentando la fuga via mare.<ref name="Dennis">[[#Dennis|Dennis (2000)]], p. 100.</ref>
La DDR implementò una serie di misure di sicurezza lungo la sua costa sul mar Baltico per impedire tentativi di fuga. Il campeggio e l'accesso alle barche era severamente limitato<ref name="Times-Baltic" /> e 27 torrette di osservazione furono erette lungo la costa.<ref>{{cite web|title=Der Turm|url=http://www.ostseegrenzturm.net/derturm.htm|publisher=[[#Grenzturm|Grenzturm e.V]], Kühlungsborn (Baltic Border Tower in Kühlungsborn [monument's website])|accessdate=24 October 2009}}</ref> Quando un tentativo di attraversamento del confine veniva individuato, veniva inviata una nave pattuglia ad intercettare i fuggitivi. Pattuglie armate equipaggiate con riflettori mobili ispezionavano le spiagge.<ref>{{cite web|title=Geschichte|url=http://www.ostseegrenzturm.net/geschichte.htm|publisher=[[#Grenzturm|Grenzturm e.V]], Kühlungsborn (Baltic Border Tower in Kühlungsborn [monument's website])|accessdate=24 October 2009}}</ref>
 
Alcuni tentavano la fuga saltando fuori bordo dalle navi della Germania Est ancorate nei porti baltici. Così tanti tedeschi dell'Est tentavano questa via nei porti danesi, che le capitanerie di porto installarono dispositivi salva-vita extra sulle banchine destinate alle navi della Germania Est. Il governo della DDR rispose collocando sulle navi passeggeri pattuglie armate della ''[[Transportpolizei]]'' (''Trapos'') autorizzate a usare la forza. In una occasione, nell'agosto 1961, i ''Trapos'' causarono un incidente diplomatico nel porto danese di Gedser, catturando alcuni fuggitivi sulla banchina e aprendo il fuoco, colpendo una nave danese all'ancora. Il giorno seguente, migliaia di danesi protestarono contro "i metodi dei ''Vopo''" (''[[Volkspolizei]]''). Coloro che venivano catturati subivano ulteriori restrizioni della loro già ridotta libertà di movimento.<ref>[[#Shears|Shears (1970)]], pp. 49–50.</ref>
I fuggitivi via mare puntavano alla costa occidentale della Baia di Meclemburgo, alla nave-faro danese del porto di [[Gedser]], alle isole danesi meridionali di [[Lolland]] e [[Falster]] o, più semplicemente, a farsi intercettare e raccogliere dalle navi in transito sulle rotte internazionali. Il mar Baltico era tuttavia una via piuttosto pericolosa da percorrere. Si stima che 189 persone siano morte tentando la fuga via mare.<ref name="Dennis">[[#Dennis|Dennis (2000)]], p. 100.</ref>
 
Alcuni tentavano la fuga saltando fuori bordo dalle navi della Germania Est ancorate nei porti baltici. Così tanti tedeschi dell'est tentavano questa via nei porti danesi, che le capitanerie di porto installarono dispositivi salva-vita extra sulle banchine destinate alle navi della Germania Est. Il governo della DDR rispose collocando sulle navi passeggeri pattuglie armate della ''[[Transportpolizei]]'' (''Trapos'') autorizzate a usare la forza. In una occasione, nell'agosto 1961, i ''Trapos'' causaroon un incidente diplomatico nel porto danese di Gedser, catturando alcuni fuggitivi sulla banchina e aprendo il fuoco, colpendo una nave danese all'ancora. Il giorno seguente, migliaia di danesi protestarono contro "i metodi dei ''Vopo''" (''[[Volkspolizei]]''). Coloro che venivano catturati subivano ulteriori restrizioni della loro già ridotta libertà di movimento.<ref>[[#Shears|Shears (1970)]], pp. 49–50.</ref>
 
== I confini fluviali ==
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File:Sparnberg 1980s.jpg|[[Sparnberg]] sulla Saale a metà degli anni 1980, dietro un muro di cemento.
File:Gdr river patrol boat.jpg|Una nave pattuglia fluviale della DDR, equipaggiata con riflettori.
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Il confine correva anche lungo parte del corso di tre dei maggiori fiumi della Germania centrale: l'[[Elba (fiume)|Elba]] tra [[Lauenburg]] e [[Schnackenburg]] (circa 95 chilometri), il [[Werra]] e la [[Saale]]. I confini fluviali erano particolarmente problematici; nonostante gli Alleati e la Germania Ovest sostenessero che il confine corresse lungo la riva orientale, per la Germania Est e i sovietici, era invece collocato nel mezzo del fiume (il principio di [[Thalweg]]). In pratica, le vie d'acqua erano condivise tra i due Stati, ma le rotte navigabili spesso attraversavano la linea di confine. Questo portò a tesi confronti tra le navi dei due Stati nel rivendicare i loro diritti di passaggio.<ref>[[#Cramer|Cramer (2008)]], p. 52.</ref>
 
Anche i fiumi erano sorvegliati quanto le altre parti del confine. Sull'Elba la Germania Est mantenne una flotta di circa 30 navi pattuglia e la Germania Ovest sedici navi della dogana. Molti tentativi di attraversamento del confine portarono alla morte per annegamento.<ref>[[#Shears|Shears (1970)]], pp. 90-91</ref> Molti ponti distrutti durante la seconda guerra mondiale non furono ricostruiti, altri vennero fatti saltare o bloccati sul loro lato orientale.<ref>[[#Shears|Shears (1970)]], p. 173</ref> Non c'erano servizi di attraversamento via [[ferryboat]] e le chiatte venivano regolarmente ispezionate dai soldati della DDR.<ref>[[#Shears|Shears (1970)]], p. 138</ref> Le rive tedesco-orientali vennero barricate con una linea continua di recinzioni metalliche e muri di cemento. In una località sull'Elba, [[Rüterberg]], le fortificazioni circondarono completamente l'abitato, isolandolo anche dal resto della Germania Est.<ref>[[#Cramer|Cramer (2008)]], p. 51.</ref>
Il confine correva anche lungo parte del corso di tre dei maggiori fiumi della Germania centrale: l'[[Elba (fiume)|Elba]] tra [[Lauenburg]] e [[Schnackenburg]] (circa 95 chilometri), il [[Werra]] e la [[Saale]]. I confini fluviali erano particolarmente problematici; nonostante gli Alleati e la Germania Ovest sostenessero che il confine corresse lungo la riva orientale, per la Germania Est e i sovietici, era invece collocato nel mezzo del fiume (il principio di [[Thalweg]]). In pratica, le vie d'acqua erano condivise tra i due stati, ma le rotte navigabili spesso attraversavano la linea di confine. Questo portò a tesi confronti tra le navi dei due stati nel rivendicare i loro diritti di passaggio.<ref>[[#Cramer|Cramer (2008)]], p. 52.</ref>
 
Anche i fiumi erano sorvegliati quanto le altre parti del confine. Sull'Elba la Germania Est mantenne una flotta di circa 30 navi pattuglia e la Germania Ovest sedici navi della dogana. Molti tentativi di attraverso del confine portarono alla morte per annegamento.<ref>[[#Shears|Shears (1970)]], pp. 90-91</ref> Molti ponti distrutti durante la seconda guerra mondiale non furono ricostruiti, altri vennero fatti saltare o bloccati sul loro lato orientale.<ref>[[#Shears|Shears (1970)]], p. 173</ref> Non c'erano servizi di attraversamento via [[ferryboat]] e le chiatte venivano regolarmente ispazionate dai soldati della DDR.<ref>[[#Shears|Shears (1970)]], p. 138</ref> Le rive tedesco-orientali vennero barricate con una linea continua di recinzioni metalliche e muri di cemento. In una località sull'Elba, [[Rüterberg]], le fortificazioni circondarono completamente l'abitato, isolandolo anche dal resto della Germania Est.<ref>[[#Cramer|Cramer (2008)]], p. 51.</ref>
 
== Le guardie di frontiera ==
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=== Germania Est ===
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File:Grenztruppen der DDR auf Patrouille (1979).JPEGjpg|Guardie di frontiera (''Grenztruppen'') della DDR sorvegliano gli operai addetti alla manutenzione nel 1979. Gli operai sarebbero stati uccisi se superavano la "corda della morte" rossa in primo piano.
File:GrenzaufklärungszugGDR Border scout.jpg|Ricognizione sul confine (''Grenzaufklärungszug''), soldato, 1979.
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Dopo la seconda guerra mondiale, il lato orientale della frontiera fu inizialmente controllato dalle truppe di confine (''Пограничные Войска'', ''Pograničnye Vojska'') dell'[[NKVD]] (successivamente [[KGB]]) sovietico. Furono integrate dal 1946 da una forza paramilitare reclutata localmente, la "polizia di frontiera tedesca" (''Deutsche Grenzpolizei'' o DGP) fino a quando il controllo passò integralmente nelle mani del governo della DDR nel 1955-56. Nel 1961 la DGP fu convertita in una forza militare inclusa nell'esercito nazionale popolare (''[[Nationale Volksarmee]]'', NVA). Le truppe di confine presero il nome di ''[[Grenztruppen der DDR]]'', comunemente note come ''Grenzer'', e vennero poste inizialmente sotto il comando della NVA. A loro fu affidata la responsabilità di controllare le frontiere verso la Germania Ovest, la Cecoslovacchia, la Polonia, il mar Baltico e Berlino Ovest. Al loro picco, le ''Grenztruppen'' contavano un organico di {{formatnum:50000}} unità.<ref name="Rottman-42">[[#Rottman|Rottman (2008)]], p. 42.</ref>
 
Circa metà del personale delle ''Grenztruppen'' proveniva dalle file dei militari di leva, una proporzione inferiore alle altre forze armate. Molte reclute venivano scartate perché potenzialmente inaffidabili, per esempio persone molto attive nella religione o persone con parenti prossimi in Germania Ovest. Tutti venivano esaminati per poterne assicurare l'affidabilità politica e seguivano un addestramento ideologico.<ref>[[#Rottman|Rottman (2008)]], p. 43.</ref>
Dopo la seconda guerra mondiale, il lato orientale della frontiera fu inizialmente controllato dalle truppe di confine (''Пограничные Войска'', ''Pograničnye Vojska'') dell'[[NKVD]] (successivamente [[KGB]]) sovietico. Furono integrate dal 1946 da una forza paramilitare reclutata localmente, la "polizia di frontiera tedesca" (''Deutsche Grenzpolizei'' o DGP) fino a quando il controllo passò integralmente nelle mani del governo della DDR nel 1955-56. Nel 1961 la DGP fu convertita in una forza militare inclusa nell'esercito nazionale popolare (''[[Nationale Volksarmee]]'', NVA). Le truppe di confine presero il nome di ''Grenztruppen der DDR'', comunemente note come ''Grenzer'', e vennero poste sotto il comando dell'NVA. A loro fu affidata la responsabilità di controllare le frontiere verso la Germania Ovest, la Cecoslovacchia, la Polonia, il mar Baltico e Berlino Ovest. Al loro picco, le ''Grenztruppen'' contavano un organico di 50.000 unità.<ref name="Rottman-42">[[#Rottman|Rottman (2008)]], p. 42.</ref>
 
Un'unità speciale del [[Stasi|Ministero per la sicurezza dello Stato]] operò in incognito tra le ''Grenztruppen'' tra il 1968 e il 1985 per individuare potenziali disertori.<ref name="Morgenpost-Zögern">[[#Kellerhoff|Kellerhoff; Banse (2007-08-11)]].</ref> Si calcola che la Stasi abbia reclutato come informatori un ufficiale ogni dieci e un militare di truppa ogni trenta. La Stasi interrogava regolarmente le guardie e manteneva dossier su ognuna di esse. Gli agenti operativi della Stasi erano direttamente responsabili di alcuni aspetti della sicurezza; le postazioni di controllo dei passaporti nei valichi erano gestite da personale della Stasi nell'uniforme delle ''Grenztruppen''.<ref name="Rottman-48">[[#Rottman|Rottman (2008)]], p. 48.</ref>
Circa metà delle ''Grenztruppen'' provenivano dalle file dei militari di leva, una proporzione inferiore ad altre branche dell'esercito della DDR. Molte potenziali reclute venivano scartate perché potenzialmente inaffidabili, per esempio persone molto attive nella religione o persone con parenti prossimi in Germania Ovest. Tutti venivano esaminati per poterne assicurare l'affidabilità politica e seguivano un addestramento ideologico.<ref>[[#Rottman|Rottman (2008)]], p. 43.</ref>
 
Il personale delle ''Grenztruppen'' era sottoposto a sorveglianza affinché non traesse vantaggio dalla buona conoscenza del confine per fuggire. Pattuglie, torrette e punti di osservazione avevano sempre due o tre guardie non autorizzate a uscire l'una dalla vista delle altre in nessuna circostanza. Se una guardia tentava la fuga, i suoi colleghi avevano l'ordine di sparare senza esitazione e senza alcun avvertimento.<ref name="Rottman-48" /> 2&nbsp;500 guardie fuggirono a ovest, 5&nbsp;500 furono catturate e condannate fino a cinque anni di carcere<ref name="BBC-Scale">[[#BBCScale|BBC (2001-08-07)]].</ref> e un numero imprecisato venne ucciso o ferito nel tentativo.
Un'unità speciale della polizia segreta (''[[Stasi]]'') lavorò in congnito tra le ''Grenztruppen'' tra il 1968 e il 1985 per individuare potenziali disertori.<ref name="Morgenpost-Zögern">[[#Kellerhoff|Kellerhoff; Banse (2007-08-11)]].</ref> Si calcola che la Stasi reclutò un ufficiale ogni dieci e un limitare di truppa ogni trenta come informatori. La Stasi interrogava regolarmente le guardie e manteneva dossier su ognuna di esse. Gli agenti operativi della Stasi erano direttamente responsabili di alcuni aspetti della sicurezza; le postazioni di controllo dei passaporti nei valichi erano gestite da ufficiali della Stati nell'uniforme delle ''Grenztruppen''.<ref name="Rottman-48">[[#Rottman|Rottman (2008)]], p. 48.</ref>
 
Il lavoro delle guardie comprendeva la manutenzione delle strutture, il monitoraggio dell'area da torrette e bunker e il pattugliamento della linea di confine diverse volte al giorno. I soldati della ''Grenzaufklärungszug'' (GAK), una forza di ricognizione d'élite, eseguivano pattugliamenti e ispezioni sul lato occidentale delle fortificazioni e fotografavano i visitatori occidentali della frontiera. Gli operai addetti alle manutenzioni erano sempre sotto tiro di mitragliatrici per scoraggiarne i tentativi di fuga.<ref name="Rottman-52-53">[[#Rottman|Rottman (2008)]], pp. 52–53.</ref>
Le ''Grenztruppen'' erano sottoposte a sorveglianza per impedir loro di trarre vantaggio dalla loro buona conoscenza del confine. Pattuglie, torrette e punti di osservazione avevano sempre due o tre guardie non autorizzate a uscire l'una dalla vista delle altre in nessuna circostanza. Se una guardia tentava la fuga, i suoi colleghi avevano l'ordine di spararle senza esitazione e senza alcun avvertimento.<ref name="Rottman-48" /> 2.500 guardie fuggirono a ovest, 5.500 furono catturate e condannate fino a cinque anni di carcere<ref name="BBC-Scale">[[#BBCScale|BBC (2001-08-07)]].</ref> ed un numero imprecisato venne ucciso o ferito nel tentativo.
 
Il lavoro delle guardie comprendeva la manutenzione delle strutture, il monitoraggio dell'area da torrette e bunker e il pattugliamento della linea di confine diverse volte al giorno. I soldati della ''Grenzaufklärungszug'' (GAK), una forza di ricognizione d'élite, eseguivano pattugliamenti ed ispezioni sul lato occidentale delle fortificazioni e fotografavano i visitatori occidentali della frontiera. Gli operai addetti alle manutenzioni erano sempre sotto tiro di mitragliatrici per scoraggiarne i tentativi di fuga.<ref name="Rottman-52-53">[[#Rottman|Rottman (2008)]], pp. 52–53.</ref>
 
=== Germania Ovest ===
[[File:Inner german border herrnburg.jpg|right|thumb|300pxupright=1.4|PersonaleDue turisti, due civilemilitari della ''Bundesgrenzschutz'' della Germania Ovest, e una guardia di confine della Germania Est su lati opposti del confine a Herrnburg, vicino a Lubecca.]]
 
Diverse agenzie nazionali erano responsabili della sorveglianza del confine sul lato occidentale. Tra queste, la ''Bundesgrenzschutz'' (BGS, la guardia di confine federale), la ''Bayerische Grenzpolizei'' (la polizia di frontiera bavarese) e la ''Bundeszollverwaltung'' (l'amministrazione federale delle dogane).<ref name="Rottman-20"/> I militari della Germania Ovest non erano autorizzati ad avvicinarsi al confine senza essere accompagnati da personale della BGS.<ref name="Faringdon, p. 284"/>
 
La BGS, fondata nel 1951, era responsabile della sorveglianza di una fascia larga 30 chilometri lungo il confine.<ref>[[#Moncourt|Moncourt; Smith (2009)]], p. 22.</ref> I suoi 20.000{{formatnum:20000}} effettivi erano equipaggiati con carri armati, fucili anticarro, elicotteri, camion e fuoristrada. Alla BGS erano concessi anche limitati poteri di polizia per gestire minacce alla quiete del confine.<ref name="Shears-96-97">[[#Shears|Shears (1970)]], pp. 96–97.</ref>
 
La ''Bundeszollverwaltung'' (BZV) controllava buona parte del confine e gestiva i valichi di frontiera. Il suo personale, con le loro famiglie, viveva lungo il confine ed eseguiva regolari ispezioni in una fascia di circa 10 chilometri. Aveva il potere di ricercare e arrestare sospetti nella propria area operativa, con l'eccezione della parte bavarese del confine.<ref>[[#Shears|Shears (1970)]], pp. 90–92.</ref> Il suo mandato si sovrapponeva ampiamente a quello della BGS, generando attriti tra le due organizzazioni.<ref name="Shears-96-97" />
 
La ''Bayerische Grenzpolizei'' (BGP) fu una forza di polizia organizzata dal governo bavarese per sorvegliare i 390 Km&nbsp;km di confine nel proprio territorio. Alla fine degli anni 1960 contava 600 uomini che pattugliavano il confine insieme a forze della BZV, delle BGS e dell'esercito degli Stati Uniti. I suoi compiti erano molto simili a quelli della BZV e anche qui si generarono frizioni tra le due agenzie.<ref>[[#Shears|Shears (1970)]], pp. 94–95.</ref>
 
=== Alleati occidentali ===
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File:Us army bundesgrenzschutz.jpg|Personale dell'esercito degli Stati Uniti incontra ufficiali della ''Bundesgrenzschutz'', 1979.
File:British army inner german border.jpg|Pattuglia congiunta dell'esercito britannico e del servizio di frontiera britannico vicino a Helmstedt, primi anni 1970.
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L'esercito britannico (''[[British Army]]'') condusse pattugliamenti poco frequenti lungo il proprio settore di competenza del confine, principalmente a scopo addestrativo e simbolico. Negli anni settanta la frequenza era di un pattugliamento al mese, raramente con elicotteri o altri mezzi, e senza posti di osservazione fissi. La zona britannica del confine, lunga circa 650 Km, era divisa in due settori.<ref>[[#Stacy|Stacy (1984)]], pp. 263–64.</ref> A differenza degli americani, i britannici non assegnarono specifiche unità al confine, ma ruotarono il compito di sorveglianza tra le divisioni dell'Armata britannica del Reno (''British Army of the Rhine'').<ref>[[#Shears|Shears (1970)]], p. 100.</ref>
L'esercito britannico (''[[British Army]]'') condusse pattugliamenti poco frequenti lungo il proprio settore di competenza del confine, principalmente a scopo addestrativo e simbolico. Negli anni settanta la frequenza era di un pattugliamento al mese, raramente con elicotteri o altri mezzi, e senza posti di osservazione fissi. La zona britannica del confine, lunga circa 650&nbsp;km, era divisa in due settori.<ref>[[#Stacy|Stacy (1984)]], pp. 263–64.</ref> A differenza degli americani, i britannici non assegnarono specifiche unità al confine, ma ruotarono il compito di sorveglianza tra le divisioni dell'Armata britannica del Reno ([[British Army of the Rhine]]).<ref>[[#Shears|Shears (1970)]], p. 100.</ref>
 
Nel settore britannico operava anche il servizio di frontiera britannico (''British Frontier Service'', BFS), la più piccola delle organizzazioni operanti sul lato occidentale del confine. Il suo personale era il tramite tra i militari e gli interessi politici britannici e le agenzie di frontiera tedesche.<ref>[[#Stacy|Stacy (1984)]], pp. 261–263.</ref> Il BFS è stato sciolto nel 1991 a seguito della riunificazione tedesca.<ref>"Grenzbewacher West". [[#Zonengrenze-Museum|Zonengrenze-Museum]], Helmstedt</ref>
 
L'esercito degli Stati Uniti (''[[United States Army]]'') mantenne una presenza militare sostanziale e continua sul confine intra-tedesco dal 1945 fino alla fine della "guerra fredda". Truppe regolari presidiarono il confine dalla fine della guerra finché non vennero rimpiazzate nel 1946 dalla ''United States Constabulary'',<ref>[[#Stacy|Stacy (1984)]], p. 22.</ref> successivamente sciolta nel 1952 col trasferimento delle competenze alle autorità tedesche. Fu sostituita da tre reggimenti di cavalleria blindata destinati a fornire un servizio di difesa permanente.<ref>[[#Stacy|Stacy (1984)]], pp. 62–63.</ref> Il ''3rd Armored Cavalry Regiment'' di stanza a Bamberg, il ''2nd Armored Cavalry Regiment'' di stanza a NurembergNorimberga e il ''14th Armored Cavalry Regiment'' di stanza a Fulda (successivamente rimpiazzato dall<nowiki>{{'</nowiki>}}''11th Armored Cavalry Regiment'',) monitorarono il confine usando posti di osservazione, pattuglie di terra, mezzi aerei per contrastare intrusioni e raccogliere informazioni sulle attività dei paesi del Patto di Varsavia.<ref>[[#Shears|Shears (1970)]], pp. 88, 98–99.</ref>
 
=== Contatti trans-frontalieri ===
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===Cross-border contacts===
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File:East german propaganda mortar.jpg|Manifesti di propaganda della Germania Est chiusi in cilindri metallici che venivano sparati attraverso la frontiera durante la "guerra dei volantini" tra le due Germanie.
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File:Mackenrode border.jpg|Guardie di frontiera della Germania Est vicino a Mackenrode, in Turingia, camminano accanto a una caricatura del cancelliere tedesco occidentale [[Konrad Adenauer]].
| image1 = East german propaganda mortar.jpg
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| alt1 = Two metal canisters resting on a glass shelf with a roll of papers, on which a question mark is visible, in between them. A two-euro coin is positioned to the left to provide a scale.
Vi furono pochi contatti informali tra le due parti; le guardie della Germania Est avevano la consegna del silenzio assoluto verso gli occidentali.<ref>[[#Bailey|Bailey (1983)]], p. 61.</ref> Dopo l'inizio della distensione tra Germania Est e Ovest negli anni 1970, le due parti stabilirono delle procedure per mantenere contatti formali attraverso quattordici collegamenti telefonici diretti, ''Grenzinformationspunkte'' (GIP, "punti d'informazione frontalieri"), usati per risolvere questioni locali quali inondazioni, incendi boschivi o animali selvatici.<ref>[[#Bailey|Bailey (1983)]], p. 48.</ref>
| caption1 = Roll of East German propaganda leaflets in a canister which was fired across the border during the "leaflet war" between East and West Germany
| image2 = Mackenrode border.jpg
| alt2 = Two armed East German soldiers, seen through a barbed-wire fence, walking from right to left through a grassy hilly landscape towards a clump of young trees. Behind them is a very large propaganda sign showing a caricature of West German Chancellor Konrad Adenauer clutching a missile while standing on a ladder being propped up by a military officer. The rungs of the ladder are made from the acronym "NATO". The sign is captioned: "Wer hoch hinaus will, fällt tief!"
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| caption2 = East German border guards near Mackenrode, Thuringia, walking past a propaganda caricature of West German Chancellor [[Konrad Adenauer]]
}}
There was little informal contact between the two sides; East German guards were under orders not to speak to Westerners.<ref>[[#Bailey|Bailey (1983)]], p. 61.</ref> After the initiation of ''détente'' between East and West Germany in the 1970s, the two sides established procedures for maintaining formal contacts through fourteen direct telephone connections or ''Grenzinformationspunkte'' (GIP, "border information points"). They were used to resolve local problems affecting the border, such as floods, forest fires or stray animals.<ref>[[#Bailey|Bailey (1983)]], p. 48.</ref>
 
ForPer manymolti years,anni thele twodue sidesparti wagedcondussero auna battaglia di propaganda battleattraverso acrossil theconfine borderusando usingcontenitori propagandadi signsvolantini ande canistersaltro ofmateriale leafletspropagandistico firedche orvenivano droppedlanciati intosul eachterritorio otherdell'saltro territoryStato.<ref name="Gordon">[[#Gordon|Gordon (1988)]], p. ''passim''.</ref> I Westvolantini Germanoccidentali leafletscercavano soughtdi todissuadere underminele theguardie willingnessorientali ofdallo Eastsparare Germana guardschi totentasse shootdi atvarcare refugeesil attemptingconfine, tomentre crossi thevolantini border,orientali whilepromuovevano Eastl'immagine Germandella leafletsGermania promotedOvest thecome GDR'sregime viewmilitarista of West Germany asteso a militaristicripristinare regimei intentconfini ontedeschi restoring Germany'sdel 1937 borders.<ref name="Gordon" /><ref name="Shears-propaganda">[[#Shears|Shears (1970)]], pp. 164–65.</ref>
 
Durante gli anni 1950 la Germania Ovest spedì milioni di volantini di propaganda ogni anno verso est. Nel solo 1968 oltre {{formatnum:4000}} proiettili contenenti circa {{formatnum:450000}} volantini vennero sparati dalla Germania Est verso ovest. Altri 600 contenitori a tenuta d'acqua di volantini tedesco-orientali vennero raccolti dai fiumi di confine.<ref name="Shears-propaganda" /> La "guerra dei volantini" cessò di comune accordo all'inizio degli anni 1970 come parte della normalizzazione dei rapporti tra i due Stati tedeschi.<ref name="Gordon" />
During the 1950s, West Germany sent millions of propaganda leaflets into East Germany each year. In 1968 alone, over 4,000&nbsp;projectiles containing some 450,000&nbsp;leaflets were fired from East Germany into the West. Another 600&nbsp;waterproof East German leaflet containers were recovered from cross-border rivers.<ref name="Shears-propaganda" /> The "leaflet war" was eventually ended by mutual agreement in the early 1970s as part of the normalisation of relations between the two German states.<ref name="Gordon" />
 
== L'attraversamento del confine intra-tedesco ==
==Crossing the inner German border==
[[File:DDR Grenzuebergangstelle 1982.png|left|thumb|I valichi di frontiera del confine intra-tedesco, 1982<ref name="crossings">Basato su: Appendice § 18 della ''Gesetz über die Staatsgrenze der Deutschen Demokratischen Republik'' (legge sui confini di stato della DDR) (25 marzo 1982)</ref>]]
{{details|Crossing the inner German border}}
[[File:DDR Grenzuebergangstelle 1982.png|right|thumb|200px|alt=Map of East Germany showing crossing points on the western and south-western side. In total, there are ten road crossings, eight rail crossings, and two river or canal crossings.|Crossing points on the inner German border, 1982<ref name="crossings">Based on: Appendix to § 18 of the [[#LSB|Gesetz über die Staatsgrenze der Deutschen Demokratischen Republik (Law on the State Border of the GDR)]] (25 March 1982)</ref>]]
The inner German border was never entirely sealed in the fashion of the [[Korean Demilitarized Zone|border between the two Koreas]] and could be crossed in either direction throughout the Cold War.<ref name="Buchholz-57" /> The post-war agreements on the governance of Berlin specified that the Western Allies were to have access to the city via defined air, road, rail and river corridors. This was mostly respected by the Soviets and East Germans, albeit with periodic interruptions and harassment of travellers. Even during the [[Berlin Blockade]] of 1948, supplies could be brought in by air&nbsp;– the famous [[Berlin Airlift]]. Before and after the Blockade, Western civilian and military trains, road traffic and barges routinely passed through East Germany ''en route'' to Berlin.
 
Il confine tra le due Germanie non fu mai completamente sigillato come la [[zona demilitarizzata coreana]] e poteva essere attraversato in entrambe le direzioni durante la "guerra fredda".<ref name="Buchholz-57" /> Gli accordi post-bellici sull'amministrazione di Berlino consentivano agli Alleati occidentali di raggiungere Berlino attraverso corridoi aerei, stradali e ferroviari ben definiti. Le autorità orientali rispettarono questo diritto, benché con periodiche interruzioni o disagi per i viaggiatori. Anche durante il [[blocco di Berlino]] del 1948 le forniture poterono arrivare per via aerea - il famoso [[Ponte aereo per Berlino|ponte aereo]].
The border could be crossed legally only through a limited number of air, road, rail and river routes. Foreigners were able to cross East German territory to or from West Berlin, Denmark, Sweden, Poland and Czechoslovakia. However, they had only limited and very tightly controlled access to the rest of East Germany and faced numerous restrictions on travel, accommodation and expenditure.<ref>[[#Fowle|Fowle (1981-02-08)]].</ref> Lengthy inspections caused long delays to traffic at the crossing points.<ref>[[#Shears|Shears (1970)]], p. 131–139, 141.</ref> Westerners found crossing the inner German border to be a somewhat disturbing experience; [[Jan Morris]] wrote:
 
Il confine poteva essere legalmente attraversato in un limitato numero di valichi aerei, stradali, ferroviari e fluviali. Agli stranieri era concesso attraversare il territorio della DDR da o verso Berlino Ovest, la Svezia, la Polonia e la Cecoslovacchia, tuttavia avevano un accesso e una libertà di movimento molto limitate verso il resto della Germania Est e numerose restrizioni su viaggio, alloggio e spese.<ref>[[#Fowle|Fowle (1981-02-08)]].</ref> Lunghe ispezioni causavano ritardi nel traffico ai valichi<ref>[[#Shears|Shears (1970)]], p. 131–139, 141.</ref> rendendo l'esperienza di attraversamento del confine spesso sgradevole.<ref>[[#Morris|Morris (1997)]], p. 71.</ref>
{{quote|Travelling from west to east through [the inner German border] was like entering a drab and disturbing dream, peopled by all the ogres of totalitarianism, a half-lit world of shabby resentments, where anything could be done to you, I used to feel, without anybody ever hearing of it, and your every step was dogged by watchful eyes and mechanisms.<ref>[[#Morris|Morris (1997)]], p. 71.</ref>}}
 
===Crossing pointsValichi ===
Prima del 1952, il confine poteva essere attraversato in qualsiasi punto. La sua fortificazione portò alla chiusura di 32 linee ferroviarie, tre autostrade, 31 strade principali, otto strade primarie, 60 strade secondarie e migliaia di vie e passaggi sterrati.<ref>[[#Shears|Shears (1970)]], p. 18.</ref> Il numero di punti di attraversamento fu ridotto a tre corridoi aerei, tre corridoi stradali, due linee ferroviarie e due collegamenti fluviali per accedere a Berlino e a pochi altri addizionali valichi per il trasporto delle merci.<ref>[[#Rottman|Rottman (2008)]], p. 40.</ref>
{{multiple image
| align = left
| image1 = Grenzübergangsstelle Marienborn 1 (G. Mach).jpg
| width1 = 240
| alt1 = View of two lines of vehicles passing between two buildings, with four passport control booths visible, under a corrugated metal roof. A long line of vehicles stretches into the distance below towers ringed with searchlights.
| caption1 = Vehicles queuing at the East German passport control at the Marienborn crossing point, December 1989
| image2 = Herleshausen border crossing.jpg
| alt2 = Aerial view of a four-lane motorway crossing green fields, with a small village with a church spire in the distance to the left of the motorway. In the foreground, there is a white roof structure, resting on slim white pillars, across all four lanes of the motorway; to the left, the roof also extends over a slip lane which branches off from the main road and then rejoins it; on the right, just before the roof structure, there is a parking lot with diagonally parked orange and brown lorries.
| width2 = 244
| caption2 = The West German crossing facility at Herleshausen in 1985, looking west along [[Bundesautobahn 4]]
}}
 
La situazione venne migliorata dopo l'inizio della distensione negli anni 1970. Furono aperti valichi addizionali, per il cosiddetto ''kleine Grenzverkehr'', "traffico minore di frontiera", frequentati da escursionisti della Germania Ovest. Nel 1982 si contavano 19 valichi: sei strade, tre autostrade, otto linee ferroviarie, il fiume Elba e il Mittellandkanal.<ref name="crossings" />
Before 1952, the inner German border could be crossed at almost any point along its length. The fortification of the border resulted in the severing of 32&nbsp;railway lines, three autobahns, 31&nbsp;main roads, eight primary roads, about 60 secondary roads and thousands of lanes and cart tracks.<ref>[[#Shears|Shears (1970)]], p. 18.</ref> The number of crossing points was reduced to three air corridors, three road corridors, two railway lines and two river connections giving transit access to Berlin, plus a handful of additional crossing points for freight traffic.<ref>[[#Rottman|Rottman (2008)]], p. 40.</ref>
 
<div style="border:1px solid #ccc; margin:5px; padding:5px; float:right;">
The situation improved somewhat after the initiation of ''[[détente]]'' in the 1970s. Additional crossings for so-called ''kleine Grenzverkehr''&nbsp;– "small border traffic", essentially meaning West German day trippers&nbsp;– were opened at various locations along the border. By 1982, there were 19&nbsp;border crossings: six roads, three autobahns, eight railway lines plus the Elbe river and the [[Mittellandkanal]].<ref name="crossings" />
<gallery>
File:Grenzübergangsstelle Marienborn 1 (G. Mach).jpg|Veicoli in coda al valico di frontiera di Marienborn, dicembre 1989
File:Herleshausen border crossing.jpg|Il valico di frontiera tedesco-occidentale di Herleshausen nel 1985, verso l'autostrada 4
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</div>
Il valico maggiore era quello di [[Helmstedt]]-[[Marienborn]], sull'[[Bundesautobahn 2|autostrada 2]] Berlino-Hannover, da cui transitarono 34,6 milioni di passeggeri tra il 1985 e il 1989.<ref>[[#Cramer|Cramer (2008)]], p. 94.</ref> Noto in codice come "[[Checkpoint Alpha]]", era uno dei tre valichi degli Alleati per raggiungere Berlino.<ref>[[#Maguire|Maguire (2009-10-20)]].</ref> Gli altri erano "[[Checkpoint Bravo]]", dove l'autostrada entrava nel territorio di Berlino Ovest e il famoso "[[Checkpoint Charlie]]", l'unico dove cittadini non tedeschi potevano passare da Berlino Ovest a Berlino Est.<ref>[[#TelegraphHits|''The Sunday Telegraph'' (2004-05-30)]].</ref>
 
Non era possibile semplicemente guidare attraverso le aperture nella fortificazione che esistevano in corrispondenza dei valichi, dato che sul lato orientale erano poste barriere mobili.<ref>"Flucht und Ausreise". [[#Gedenkstatte|Gedenkstätte Deutsche Teilung Marienborn]] (Memorial to the division of Germany in Marienborn).</ref> I veicoli erano soggetti a una rigorosa ispezione per individuare eventuali fuggitivi. Pozzetti d'ispezione e specchi consentivano di osservare il fondo dei veicoli. Venivano anche inserite sonde negli chassis e nei serbatoi del carburante, i veicoli potevano anche essere parzialmente smontati nelle officine poste al valico. Vi era anche un garage mortuario per verificare che gli occupanti delle bare in transito fossero effettivamente morti.<ref>Outline map. [[#Gedenkstatte|Gedenkstätte Deutsche Teilung Marienborn]] (Memorial to the division of Germany in Marienborn).</ref> I passeggeri venivano ispezionati e spesso interrogati sulle destinazioni e ragioni del loro viaggio. La tecnologia usata era semplice e lenta, ampiamente basata su schedari cartacei, ma era tuttavia efficiente; nei 28 anni di attività del complesso di Marienborn non si sono registrate fughe.<ref>[[#Cowell|Cowell (1996-09-12)]].</ref>
The largest was at [[Helmstedt]]-[[Marienborn]] on the [[Bundesautobahn 2|Hanover–Berlin autobahn (A 2)]], through which 34.6&nbsp;million travellers passed between 1985–89.<ref>[[#Cramer|Cramer (2008)]], p. 94.</ref> Codenamed [[Helmstedt-Marienborn border crossing|Checkpoint Alpha]], this was the first of three Allied checkpoints on the road to Berlin.<ref>[[#Maguire|Maguire (2009-10-20)]].</ref> The others were Checkpoint Bravo, where the autobahn crossed from East Germany into West Berlin, and most famous of all, [[Checkpoint Charlie]], the only place where non-Germans could cross from West to East Berlin.<ref>[[#TelegraphHits|''The Sunday Telegraph'' (2004-05-30)]].</ref>
 
=== Regolamenti trans-frontalieri ===
It was not possible to simply drive through the gap in the fence that existed at crossing points, as the East Germans installed high-impact vehicle barriers and mobile rolling barriers that could (and did) kill drivers that attempted to ram them.<ref>"Flucht und Ausreise". [[#Gedenkstatte|Gedenkstätte Deutsche Teilung Marienborn]] (Memorial to the division of Germany in Marienborn).</ref> Vehicles were subjected to rigorous checks to uncover fugitives. Inspection pits and mirrors allowed the undersides of vehicles to be scrutinised. Probes were used to investigate the chassis and even the fuel tank, where a fugitive might be concealed, and vehicles could be partially dismantled in on-site garages. At Marienborn there was even a mortuary garage where coffins could be checked to confirm that the occupants really were dead.<ref>Outline map. [[#Gedenkstatte|Gedenkstätte Deutsche Teilung Marienborn]] (Memorial to the division of Germany in Marienborn).</ref> Passengers were checked and often interrogated about their travel plans and reasons for travelling. The system used simple technology and was slow, relying largely on vast card indexes recording travellers' details, but it was effective nonetheless; during the 28&nbsp;years of operation of the Marienborn complex, no successful escapes were recorded.<ref>[[#Cowell|Cowell (1996-09-12)]].</ref>
I cittadini della Germania Ovest erano in grado di recarsi a est per visitare parenti con relativa libertà, pur dovendo assolvere a numerose formalità burocratiche. I cittadini orientali erano soggetti a restrizioni ancora maggiori. Fino al novembre 1964 nessuno poteva recarsi a ovest, dopo tale data la possibilità fu data ai soli pensionati, facendo nascere una barzelletta secondo cui solo in Germania Est le persone speravano di invecchiare presto.<ref>[[#Shears|Shears (1970)]], p. 15.</ref> Ai giovani della Germania Est non fu concesso di viaggiare a ovest fino al 1972 e pochi di loro comunque riuscirono a farlo fino a metà degli anni 1980. Per farlo era necessario richiedere un passaporto e un visto di uscita, pagare una tassa consistente, ottenere il permesso dal datore di lavoro e sostenere un interrogatorio con la polizia.<ref>"The formalities to be carried out by citizens of the GDR wishing to enter the Federal Republic." [[#Grenzmuseum|Grenzmuseum Eichsfeld]] (Border Museum Eichsfeld).</ref>
 
Le probabilità che una domanda fosse accolta non erano elevate: ne venivano approvate circa {{formatnum:40000}} ogni anno. Spesso il rifiuto era arbitrario e dipendente dalla buona o cattiva volontà dei funzionari locali. I richiedenti venivano regolarmente schedati tra i sospetti di attività sovversiva e l'eventuale reiterazione della richiesta, a seguito di un diniego o di una mancata risposta, poteva finanche costare conseguenze giudiziarie.<ref>[[#Childs|Childs (2001)]], p. 29.</ref> Ai membri dell'élite del partito e agli ambasciatori culturali, così come ai lavoratori dei trasporti necessari a garantire i servizi, erano dati spesso permessi di espatrio; tuttavia non era permesso loro portare con sé le proprie famiglie.<ref>[[#Bailey|Bailey (1983)]], p. 32.</ref>
===Border crossing regulations===
 
Fino alla fine degli anni 1980 ai cittadini della Germania Est era permesso recarsi a ovest solo per "questioni familiari urgenti" quali matrimoni, malattie gravi o morte di parenti prossimi. Nel febbraio 1986 il governo allentò la definizione di "questioni familiari urgenti"<ref name="McCartney">[[#McCartney|McCartney (1988-04-16)]].</ref> motivando la decisione con la volontà di ridurre il desiderio dei cittadini della DDR di viaggiare e ridurre il numero di domande di espatrio. In pratica, tuttavia, l'effetto fu opposto a quanto desiderato.<ref name="McCartney" />
West Germans were able to cross the border relatively freely to visit relatives, but had to go through numerous bureaucratic formalities. East Germans were subjected to far stricter restrictions. It was not until November 1964 that they were allowed to visit the West at all, and even then only pensioners were allowed. This gave rise to a joke that only in East Germany did people look forward to old age.<ref>[[#Shears|Shears (1970)]], p. 15.</ref> Younger East Germans were not allowed to travel to the West until 1972, though few did so until the mid-1980s. They had to apply for an exit visa and passport, pay a substantial fee, obtain permission from their employer and undergo an interrogation from the police.<ref>"The formalities to be carried out by citizens of the GDR wishing to enter the Federal Republic." [[#Grenzmuseum|Grenzmuseum Eichsfeld]] (Border Museum Eichsfeld).</ref>
 
=== L'emigrazione dalla Germania Est ===
The odds were against successful applications, and only approximately 40,000 a year were approved. Refusal was often arbitrary, dependent on the goodwill of local officials.<ref>[[#Childs|Childs (2001)]], p. 29.</ref> Members of the Party elite and cultural ambassadors were frequently given permission to travel, as were essential transport workers. However, they were not permitted to take their families with them.<ref>[[#Bailey|Bailey (1983)]], p. 32.</ref>
[[File:Border crossing, Oebisfelde DDR. Apr 1990.jpg|left|thumb|Attraversamento della frontiera alla stazione ferroviaria di Oebisfelde, aprile 1990]]
 
Non c'era una base legale formale perché un cittadino della DDR potesse espatriare. Nel 1975, tuttavia, la Germania Est firmò gli [[Accordi di Helsinki]], un trattato pan-europeo teso a migliorare le relazioni tra gli Stati d'Europa.<ref name="McAdams-148">[[#McAdams|McAdams (1985)]], p. 148.</ref> Un crescente numero di cittadini si appellò alle libertà di movimento previste negli accordi per poter ottenere un visto di uscita. Alla fine degli anni 1980 venivano fatte circa {{formatnum:100000}} richieste di visto ogni anno, di cui tra {{formatnum:15000}} e {{formatnum:25000}} accolte positivamente.<ref name="Dale-87">[[#Dale|Dale (2005)]], p. 87.</ref><ref>[[#Hertle|Hertle (2007)]], p. 124.</ref>
Until the late 1980s, ordinary East Germans were only permitted to travel to the West on "urgent family business" such as the marriage, serious illness or death of a close relative. In February 1986, the regime relaxed the definition of "urgent family business", which prompted a massive increase in the number of East German citizens able to travel to the West.<ref name="McCartney">[[#McCartney|McCartney (1988-04-16)]].</ref> The relaxation of the restrictions was reported to have been motivated by a desire on the part of the East German leadership to reduce their citizens' desire to travel and shrink the number applying to emigrate. In practice, however, it had exactly the opposite effect.<ref name="McCartney" />
 
Il governo della DDR si opponeva comunque all'emigrazione dei suoi cittadini rendendo il processo di richiesta di un visto deliberatamente lento, frustrante e spesso infruttuoso. I richiedenti venivano marginalizzati, retrocessi o licenziati dai posti di lavoro, esclusi dall'università e soggetti a [[ostracismo]].<ref>[[#Dale|Dale (2005)]], pp. 87–88.</ref> Ad alcuni veniva prospettata la possibilità che i figli venissero affidati alle cure dello Stato, sulla base della loro incapacità di allevarli.<ref>[[#Childs|Childs (2001)]], p. 44.</ref> La legge veniva usata per punire chi faceva frequenti richieste; la Stasi arrestò oltre {{formatnum:10000}} richiedenti tra gli anni 1970 e il 1989.<ref>[[#Hertle|Hertle (2007)]], pp. 123–124.</ref>
===Emigrating from East Germany===
[[File:Border crossing, Oebisfelde DDR. Apr 1990.jpg|right|thumb|240px|alt=View of a train stopped at a long railway platform, at the end of which is an arched iron bridge. A grey concrete barracks and East German state emblem are visible on the side of the platform. Several people are standing or walking on the platform and the train's doors stand open.|Crossing the border by rail at Oebisfelde railway station, April 1990]]
There was no formal legal basis under which a citizen could emigrate from East Germany. In 1975, however, East Germany signed up to the [[Helsinki Accords]], a pan-European treaty to improve relations between the countries of Europe.<ref name="McAdams-148">[[#McAdams|McAdams (1985)]], p. 148.</ref> An increasing number of East German citizens sought to use the Accords' provision on freedom of movement to secure exit visas. By the late 1980s over 100,000&nbsp;applications for visas were being submitted annually with around 15,000–25,000&nbsp;being granted.<ref name="Dale-87">[[#Dale|Dale (2005)]], p. 87.</ref><ref>[[#Hertle|Hertle (2007)]], p. 124.</ref>
 
Un rapporto per la sezione sicurezza del Comitato Centrale recita: "Il problema dell'emigrazione ci mette di fronte al fondamentale problema dello sviluppo della DDR. L'esperienza mostra che l'attuale insieme di soluzioni (migliorate possibilità di viaggio, espatrio dei richiedenti, ecc.) non hanno prodotto i risultati sperati, bensì l'opposto." La corsa all'emigrazione, conclude il rapporto, "minaccia di indebolire la convinzione nella correttezza delle linee di condotta del Partito."<ref>[[#Dale|Dale (2005)]], p. 89.</ref>
The GDR's government nonetheless remained opposed to emigration and sought to dissuade would-be émigrés. The process of applying for an exit permit was deliberately made slow, demeaning, frustrating and often fruitless. Applicants were marginalised, demoted or sacked from their jobs, excluded from universities and subjected to [[ostracism]].<ref>[[#Dale|Dale (2005)]], pp. 87–88.</ref> They faced the threat of having their children taken into state custody on the grounds that they were unfit to bring up children.<ref>[[#Childs|Childs (2001)]], p. 44.</ref> The law was used to punish those who continued to apply for emigration; over 10,000&nbsp;applicants were arrested by the Stasi between the 1970s and 1989.<ref>[[#Hertle|Hertle (2007)]], pp. 123–124.</ref>
 
=== Riscatti e rilasci umanitari ===
A report for the Central Committee's security section noted: "The emigration problem is confronting us with a fundamental problem of the GDR's development. Experience shows that the current repertoire of solutions (improved travel possibilities, expatriation of applicants, etc.) have not brought the desired results, but rather the opposite." The agitation for emigration, the report concluded, "threatens to undermine beliefs in the correctness of the Party's policies."<ref>[[#Dale|Dale (2005)]], p. 89.</ref>
I cittadini della Germania Est potevano anche emigrare attraverso la possibilità semi-segreta di essere riscattati dal governo della Germania Ovest tramite un processo noto come ''Freikauf'' (letteralmente: "l'acquisto della libertà").<ref name="Buckley">[[#Buckley|Buckley (2004)]], p. 104</ref> Tra il 1964 e il 1989 33&nbsp;755 prigionieri politici vennero riscattati in questo modo. Altri {{formatnum:2078}} prigionieri furono rilasciati a ovest a seguito di un'amnistia nel 1972. Altre {{formatnum:215000}} persone, tra cui {{formatnum:2000}} bambini separati dai genitori, furono lasciate libere di lasciare la Germania Est per ricongiungersi alle loro famiglie. In cambio la Germania Ovest pagò oltre 3,4 milioni di [[marco tedesco|marchi]] in beni e valuta convertibile.<ref>[[#Hertle|Hertle (2007)]], p. 117.</ref>
 
I riscatti erano valutati su una scala che andava da circa {{formatnum:1875}} marchi per un operaio fino a {{formatnum:11250}} marchi per un medico. Secondo la Germania Est le cifre erano dovute per compensare il denaro investito dallo Stato nell'istruzione del prigioniero. Per un periodo i pagamenti furono fatti in natura sotto forma di merci rare in Germania Est: arance, banane, caffè, medicinali. Il prigioniero medio valeva circa {{formatnum:4000}} marchi di merce.<ref>[[#Buschschluter|Buschschluter (1981-10-11)]].</ref>
===Ransoms and "humanitarian releases"===
 
Tutto ciò era molto controverso in Occidente. La ''Freikauf'' fu denunciata da molti come una forma di traffico di esseri umani e difesa da altri come atto umanitario;<ref>[[#Shackley|Shackley; Finney (2005)]], pp. 100–101.</ref> nei bilanci della Germania Ovest il denaro per la ''Freikauf'' era indicato sotto l'eufemistica descrizione di "supporto di speciali misure d'aiuto pantedesco".<ref name="Buckley" />
East German citizens could also emigrate through the semi-secret route of being ransomed by the West German government in a process termed ''Freikauf'' (literally the buying of freedom).<ref name="Buckley">[[#Buckley|Buckley (2004)]], p. 104</ref> Between 1964 and 1989, 33,755&nbsp;political prisoners were ransomed. A further 2,087&nbsp;prisoners were released to the West under an amnesty in 1972. Another 215,000&nbsp;people, including 2,000&nbsp;children cut off from their parents, were allowed to leave East Germany to rejoin their families. In exchange, West Germany paid over 3.4 billion DM&nbsp;– nearly $2.3&nbsp;billion at 1990 prices&nbsp;– in goods and hard currency.<ref>[[#Hertle|Hertle (2007)]], p. 117.</ref>
 
== I tentativi di fuga e le vittime ==
Those ransomed were valued on a sliding scale, ranging from around 1,875&nbsp;DM for a worker to around 11,250&nbsp;DM for a doctor. The justification, according to East Germany, was that this was compensation for the money invested by the state in the prisoner's training. For a while, payments were made in kind using goods that were in short supply in East Germany, such as oranges, bananas, coffee and medical drugs. The average prisoner was worth around 4,000&nbsp;DM worth of goods.<ref>[[#Buschschluter|Buschschluter (1981-10-11)]].</ref>
=== Flussi di rifugiati e tentativi di fuga ===
[[File:Grenzdurchbruche en.png|thumb|Un diagramma che illustra il numero di persone che sono riuscite a superare i vari elementi del sistema della frontiera inter-tedesca, 1974–79]]
 
Tra il 1950 e il 1988, circa quattro milioni di cittadini tedesco-orientali emigrarono a ovest. 3,454 milioni lo fecero tra il 1950 e la costruzione del Muro di Berlino nel 1961. Dopo la fortificazione della frontiera e la costruzione del Muro, il numero di attraversamenti illegali cadde drasticamente e continuò a ridursi a mano a mano che nei decenni successivi le fortificazioni venivano migliorate. Le fughe attraverso il confine tuttavia non furono mai che una parte minoritaria del numero totale delle emigrazioni. Durante gli anni 1980, solo l'1% di coloro che lasciarono la Germania Est lo fecero fuggendo attraverso la frontiera. Molte più persone lasciarono il paese dopo aver ottenuto un permesso ufficiale, o passando da un paese terzo, o venendo "riscattati" dal governo della Germania Ovest.<ref name="Jarausch-17"/>
The scheme was highly controversial in the West. ''Freikauf'' was denounced by many as [[human trafficking]] but was defended by others as an "act of pure humanitarianism";<ref>[[#Shackley|Shackley; Finney (2005)]], pp. 100–101.</ref> the West German government budgeted money for ''Freikauf'' under the euphemistic heading of "support of special aid measures of an all-German character."<ref name="Buckley" />
 
La grande maggioranza dei rifugiati era motivata dalle condizioni economiche e migrando verso ovest cercava di migliorare le proprie condizioni di vita e opportunità lavorative. Eventi come le repressioni delle rivolte del 1953, l'imposizione della collettivizzazione e la crisi economica finale della Germania Est causarono impennate del numero dei tentativi di fuga.<ref name="Escapees-Eichsfeld">"The number of escapees". [[#Grenzmuseum|Grenzmuseum Eichsfeld]] (Border Museum Eichsfeld).</ref>
==Escape attempts and victims of the inner German border==
{{details|Escape attempts and victims of the inner German border}}
 
I tentativi di attraversare la frontiera erano minuziosamente catalogati e studiati dalle autorità della DDR per individuare punti deboli e lacune e per indirizzare rafforzamenti delle fortificazioni nelle aree più vulnerabili. Alla fine degli anni 1970 l'esercito della DDR condusse uno studio sui tentativi di attraversamento del confine (''Grenzdurchbrüche''). Ne risultò che {{formatnum:4956}} persone tentarono di attraversare il confine tra il 1º dicembre 1974 e il 30 novembre 1979. Di queste, {{formatnum:3984}} persone (80,4%) furono arrestate dalla ''Volkspolizei'' nella ''Sperrzone'', la zona limitata esterna. 205 (4,1%) vennero catturati alla barriera di segnalazione.<ref name="Ritter 2007 p. 72">[[#Ritter|Ritter; Lapp (2007)]], p. 72.</ref>
===Refugee flows and escape attempts===
[[File:Grenzdurchbruche en.png|right|thumb|220px|alt=Schematic diagram of the East German fortifications with annotations on the number of people who were able to pass each fortification line.|Diagram summarising the numbers of people who succeeded in passing each element of the inner German border system, 1974–79]]
Between 1950 and 1988, around four million East Germans migrated to the West; 3.454&nbsp;million left between 1950 and the construction of the Berlin Wall in 1961. After the border was fortified and the Berlin Wall constructed, the number of illegal crossings fell dramatically and continued to fall as the defences were improved over the subsequent decades. However, escapees were never more than a small minority of the total number of emigrants from East Germany. During the 1980s, only about 1% of those who left East Germany did so by escaping across the border. Far more people left the country after being granted official permits, by fleeing through third countries or by being ransomed by the West German government.<ref name="Jarausch-17">[[#Jarausch|Jarausch (1994)]], p. 17.</ref>
 
Un totale di 229 persone (4,6% - meno di una su venti che tentarono) riuscì a varcare le recinzioni. Di esse il maggior numero (129, 55% delle fughe riuscite) superò le recinzioni in un settore non minato. 89 persone (39%) superarono sia la recinzione sia il campo minato e solo 12 persone (6%) riuscirono a superare le mine anti-uomo SM-70 poste sulle recinzioni.<ref name="Ritter 2007 p. 72"/>
The vast majority of refugees were motivated by economic concerns and sought to improve their living conditions and opportunities by migrating to the West. Events such as the crushing of the 1953 uprising, the imposition of collectivisation and East Germany's final economic crisis in the late 1980s prompted surges in the number of escape attempts.<ref name="Escapees-Eichsfeld">"The number of escapees". [[#Grenzmuseum|Grenzmuseum Eichsfeld]] (Border Museum Eichsfeld).</ref>
 
I tentativi di fuga erano puniti severamente nella DDR. Dal 1953 il regime descrisse i tentativi di fuga come ''Republikflucht'' ("fuga dalla Repubblica") in analogia con l'esistente reato militare di ''Fahnenflucht'' ("diserzione"). Un fuggiasco era dunque etichettato come ''Republikflüchtiger'', ovvero "disertore della Repubblica". Coloro che tentavano la fuga erano ''Sperrbrecher'' ("violatori della frontiera").<ref name="Escapees-Eichsfeld" /> Coloro che aiutavano i fuggiaschi erano considerati ''Menschenhändler'', ovvero "trafficanti di esseri umani".<ref>[[#Detjen|Detjen (2006)]], p. 113.</ref> Connotazioni ideologiche così marcate rendevano coloro che tentavano la fuga veri e propri traditori e criminali.<ref>[[#Nothnagle|Nothnagle (1990)]], p. 31.</ref>
Attempts to flee across the border were carefully studied and recorded by the GDR authorities to identify possible weak points. These were addressed by strengthening the fortifications in vulnerable areas. At the end of the 1970s a study was carried out by the East German army to review attempted "border breaches" (''Grenzdurchbrüche''). It found that 4,956 people had attempted to escape across the border between 1&nbsp;January 1974 and 30&nbsp;November 1979. Of those, 3,984&nbsp;people (80.4%) were arrested by the ''Volkspolizei'' in the ''Sperrzone'', the outer restricted zone. 205&nbsp;people (4.1%) were caught at the signal fence.<ref name="Ritter 2007 p. 72">[[#Ritter|Ritter; Lapp (2007)]], p. 72.</ref>
 
La ''Republikflucht'' divenne un vero e proprio crimine nel 1957, punibile con pesanti multe e carcere fino a tre anni. Ogni atto associato a un tentativo di fuga, compresa la complicità, era soggetto a questa legislazione. Spesso coloro che venivano catturati erano processati per spionaggio.<ref name="Stokes">[[#Stokes|Stokes (2000)]], p. 45.</ref> Oltre {{formatnum:75000}} persone furono imprigionate per tentativi di fuga per un tempo mediamente compreso tra uno e due anni. Le guardie di frontiera colpevoli del medesimo reato erano punite più duramente, col carcere fino a mediamente cinque anni.<ref>[[#Hooper|Hooper (2001-08-07)]].</ref>
Within the inner security zone, the ''Schutzstreifen'', a further 743&nbsp;people (15%) were arrested by the guards. 48&nbsp;people (1%) were stopped&nbsp;– i.e. killed or injured&nbsp;– by landmines and 43&nbsp;people (0.9%) by SM-70 directional mines on the fence. A further 67&nbsp;people (1.35%) were intercepted at the fence (shot and/or arrested). A total of 229&nbsp;people&nbsp;– just 4.6% of attempted escapees, representing less than one in twenty&nbsp;– made it across the fence. Of these, the largest number (129, or 55% of successful escapees) succeeded in making it across the fence in unmined sectors. 89&nbsp;people (39% of escapees) managed to cross both the minefields and the fence, but just 12&nbsp;people (6% of the total) succeeded in getting past the SM-70s booby-trap mines on the fences.<ref name="Ritter 2007 p. 72"/>
 
=== I metodi di fuga ===
Escape attempts were severely punished by the GDR. From 1953, the regime described the act of escaping as ''[[Republikflucht]]'' (literally "flight from the Republic"), by analogy with the existing military term ''Fahnenflucht'' ("desertion"). A successful escapee was not a ''Flüchtling'' ("refugee") but a ''Republikflüchtiger'' ("Republic deserter"). Those who attempted to escape were called ''Sperrbrecher'' (literally "blockade runners" but more loosely translated as "border violators").<ref name="Escapees-Eichsfeld" /> Those who helped escapees were not ''Fluchthelfer'' ("escape helpers"), the Western term, but ''Menschenhändler'' ("human traffickers").<ref>[[#Detjen|Detjen (2006)]], p. 113.</ref> Such ideologically coloured language enabled the regime to portray border crossers as little better than traitors and criminals.<ref>[[#Nothnagle|Nothnagle (1990)]], p. 31.</ref>
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File:Escape boot.jpg|Stivale modificato con una sovrascarpa uncinata, per facilitare lo scavalcamento delle recinzioni
File:Isetta marienborn.jpg|Una [[BMW Isetta]], dove i fuggiaschi venivano nascosti negli anni 1960
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I tentativi di fuga avvennero secondo molti metodi diversi. La maggior parte tentava l'attraversamento a piedi, ma molti seguirono vie più insolite. Una delle più spettacolari fu la fuga nel settembre 1979 di otto persone a bordo di un pallone aerostatico ad aria calda autoprodotto. Salirono fino a {{formatnum:2500}} metri per poi scendere vicino alla cittadina tedesco-occidentale di [[Naila]].<ref>[[#Prescott|''The Prescott Courier'' (1979-09-17)]].</ref> L'espisodio ispirerà il film ''[[Fuga nella notte]]''<ref>[[imdbtitle:0082810|"Fuga nella notte" ("Night crossing"), la scheda su IMDb]].</ref>.
 
Altri fuggiaschi contarono più sulla forza o sulla resistenza fisica. Un uomo tentò la fuga nel 1987 usando ganci da macelleria per scalare le recinzioni,<ref>[[#SundayStarNews|''Sunday Star-News'' (1987-08-28)]].</ref> mentre nel 1971 un medico nuotò per 45&nbsp;km attraverso il mar Baltico verso l'isola danese di Lolland, per essere poi soccorso da una nave della Germania Ovest.<ref>[[#UPIDoctor|United Press International (UPI) (1971-08-04)]].</ref> Un altro fuggiasco usò un materassino ad aria compressa per fuggire via mare nel 1987.<ref>[[#Gainesville|The Associated Press (1987-09-03)]].</ref>
''Republikflucht'' became a crime in 1957, punishable by heavy fines and up to three years' imprisonment. Any act associated with an escape attempt&nbsp;– including helping an escapee&nbsp;– was subject to this legislation. Those caught in the act were often tried for espionage as well and given proportionately harsher sentences.<ref name="Stokes">[[#Stokes|Stokes (2000)]], p. 45.</ref> More than 75,000&nbsp;people&nbsp;– an average of more than seven people a day&nbsp;– were imprisoned for attempting to escape across the border, serving an average of one to two years' imprisonment. Border guards who attempted to escape were treated much more harshly and were on average imprisoned for five years.<ref>[[#Hooper|Hooper (2001-08-07)]].</ref>
 
Le fughe di massa erano rare. Una delle poche avvenne il 2 ottobre 1961, quando 53 persone - un quarto della popolazione totale - fuggirono dal villaggio di frontiera di [[Böseckendorf]], seguite da altre 13 persone nel febbraio del 1963.<ref>[[#Cramer|Cramer (2008)]], pp. 122–123.</ref> Un'insolita fuga in massa avvenne nel settembre 1964 quando 14 persone, di cui 11 bambini, passarono la frontiera nascosti tra carcasse di maiali in un camion frigorifero diretto a ovest.<ref>[[#Times1964|''The Times'' (1964-09-11)]].</ref>
===Escape methods===
 
Il traffico non era a senso unico; migliaia di persone migrarono ogni anno dalla Germania Ovest a est motivate da ragioni familiari o personali.<ref>[[#Spokesman|The Associated Press (1963-07-07)]].</ref> Anche un certo numero di persone delle forze alleate, inclusi militari britannici, francesi e americani passò all'altro lato.<ref>[[#TimesTwoSoldiers|''The Times'' (1959-07-11)]].</ref> Alla fine della "guerra fredda", circa 300 cittadini statunitensi avevano attraversato la "cortina di ferro" per le ragioni più diverse<ref>[[#Walmer|Walmer (1990-02-14)]].</ref> - chi per sfuggire a condanne penali, chi per convinzione politica, chi (come indicato dal ''St. Petersburg Times'') perché tentato da procaci ragazze dell'Est che però piantavano in asso il soldato non appena questi aveva attraversato il confine. Il destino di queste persone fu molto vario: chi venne imprigionato nei campi di lavoro per spionaggio, chi si suicidò, chi invece trovò famiglia e lavoro e si sistemò.<ref>[[#Anderson|Anderson (1964-06-14)]].</ref>
{{multiple image
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| image1 = Escape boot.jpg
| width1 = 210
| alt1 = Close-up view of a boot which has been modified with a hooked overshoe, shown on a section of border fence to demonstrate how it would have been used to climb it.
| caption1 = Boot modified with a hooked overshoe to enable the wearer to climb the fences
| image2 = Isetta marienborn.jpg
| alt2 = Tiny red and white bubble car, viewed from the rear, with a dummy in the rear representing a person being concealed in the car.
| width2 = 240
| caption2 = [[BMW Isetta]] [[bubble car]] used to smuggle several East Germans across the border in the 1960s
}}
Escapees used a variety of methods. The great majority crossed on foot, though some took more unusual routes. One of the most spectacular was the escape in September 1979 of eight people from two families in a home-made hot-air balloon. Their flight involved an ascent to more than {{convert|2500|m|ft}} before landing near the West German town of [[Naila]].<ref>[[#Prescott|''The Prescott Courier'' (1979-09-17)]].</ref> The incident inspired the film ''[[Night Crossing]]''.
 
=== L'ordine di far fuoco ===
Other escapees relied more on physical strength and endurance. An escapee in 1987 used meat hooks to scale the fences,<ref>[[#SundayStarNews|''Sunday Star-News'' (1987-08-28)]].</ref> while in 1971 a doctor swam {{convert|45|km|0}} across the [[Baltic Sea]] from Rostock almost to the Danish island of [[Lolland]], before he was picked up by a West German yacht.<ref>[[#UPIDoctor|United Press International (UPI) (1971-08-04)]].</ref> Another escapee used an air mattress to escape across the Baltic in 1987.<ref>[[#Gainesville|The Associated Press (1987-09-03)]].</ref>
Dal 1945 in poi, chi cercava di attraversare illegalmente il confine rischiava di subire il fuoco delle guardie tedesco-orientali o sovietiche. L'uso della forza era detto ''[[Schießbefehl]]'' ("ordine di far fuoco") e fu formalmente in vigore dal 1948, quando furono promulgate leggi relative all'uso delle armi da fuoco sul confine. Un regolamento emesso dalla polizia della Germania Est il 27 maggio 1952 sanciva che "al rifiuto di obbedire agli ordini delle pattuglie di frontiera verrà risposto con l'uso delle armi." Dagli anni 1960 fino alla fine degli anni 1980 alle guardie di frontiera era dato ordine verbale (''Vergatterung'') di "rintracciare, arrestare o neutralizzare" chi violasse il confine. La DDR codificò formalmente l'uso della forza nel marzo 1982, quando la "Legge sul confine di Stato" prescrisse che le armi da fuoco erano da utilizzare come "massima misura di uso della forza" contro persone che "pubblicamente tentano di forzare il confine di Stato".<ref name="Firearms-Eichsfeld">"The Use of Firearms at the Border". [[#Grenzmuseum|Grenzmuseum Eichsfeld]] (Border Museum Eichsfeld).</ref>
 
I leader della DDR appoggiarono esplicitamente l'uso delle armi da fuoco. Il generale [[Heinz Hoffmann]], ministro della difesa della DDR, dichiarò nell'agosto del 1966 che "chiunque non rispetti le nostre frontiere sentirà i proiettili". Nel 1974 [[Erich Honecker]], nella veste di presidente del consiglio nazionale di difesa della DDR, ordinò che "le armi devono essere usate senza pietà in caso di tentativi di forzatura del confine, e i compagni che usano efficacemente le loro armi da fuoco devono essere lodati."<ref>[[#Hertle|Hertle (2007)]], pp. 100–101.</ref>
Mass escapes were rare. One of the few that succeeded took place on 2&nbsp;October 1961, when 53&nbsp;people from the border village of [[Böseckendorf]]&nbsp;– a quarter of the village's population&nbsp;– escaped ''en masse'', followed by another 13&nbsp;inhabitants in February 1963.<ref>[[#Cramer|Cramer (2008)]], pp. 122–123.</ref> An unusual mass escape occurred in September 1964 when 14&nbsp;East Germans, including eleven children, were smuggled across the border in a refrigerated truck. They were able to escape detection by being concealed under the carcasses of slaughtered pigs being transported to the West.<ref>[[#Times1964|''The Times'' (1964-09-11)]].</ref>
 
Quest'ordine fu ovviamente molto deplorato in Occidente e oggetto di particolare critica della Germania Ovest. Le autorità della DDR lo sospesero saltuariamente nelle occasioni in cui sarebbe stato politicamente sconveniente dover spiegare alcune morti, come durante la visita del ministro degli esteri francese nel 1985.<ref name="Firearms-Eichsfeld" /> Era un problema anche per molte delle guardie della Germania Est; la crisi di coscienza dovuta al dover sparare su propri concittadini fu all'origine di molte delle defezioni nelle loro file.<ref name="Shears, p. 84">[[#Shears|Shears (1970)]], p. 84.</ref>
The traffic was not one-way; thousands of people migrated each year from West Germany to the east, motivated by reasons such as marital problems, family estrangement and homesickness.<ref>[[#Spokesman|The Associated Press (1963-07-07)]].</ref> A number of Allied military personnel, including British, French, German and United States troops, also defected.<ref>[[#TimesTwoSoldiers|''The Times'' (1959-07-11)]].</ref> By the end of the Cold War, as many as 300&nbsp;United States citizens were thought to have defected across the Iron Curtain for a variety of reasons<ref>[[#Walmer|Walmer (1990-02-14)]].</ref>&nbsp;– whether to escape criminal charges, for political reasons or because (as the ''St. Petersburg Times'' put it) "girl-hungry GI's [were tempted] with seductive sirens, who usually desert the love-lorn soldier once he is across the border." The fate of such defectors varied considerably. Some were sent straight to labour camps on charges of espionage. Others committed suicide, while a few were able to find wives and work on the eastern side of the border.<ref>[[#Anderson|Anderson (1964-06-14)]].</ref>
 
===Order toLe morti sul confine fire===
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File:Helmut kleinert memorial.jpg|Il memoriale tedesco-occidentale a Helmut Kleinert, ucciso sul confine il 1º agosto 1963. La sua morte fu commemorata dall'unione federale dei sindacati.
File:Waldemar estel memorial.jpg|Il memoriale tedesco-orientale alla guardia di frontiera Waldemar Estel, ucciso sul confine il 3 settembre 1956. La DDR incolpò della morte gli "agenti imperialisti".
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Ancora non è certo quante siano le persone morte sul confine né chi siano, dato che la DDR considerava queste informazioni segrete. Le stime sono aumentate molto dopo la riunificazione, con le prove trovate negli archivi tedesco-orientali. Stime non ufficiali del 2009 parlano di 1&nbsp;100 persone a fronte di un conteggio ufficiale compreso tra 270 e 421 morti.<ref>[[#DW|Deutsche Welle (2005-08-09)]].</ref>
 
Vi erano molti modi di morire sul confine. Numerosi fuggiaschi furono uccisi dalle guardie, altri furono uccisi dalle mine e dalle trappole. Un consistente numero di persone affogò tentando di attraversarlo nel mar Baltico e nell'Elba. Non tutte le vittime vennero uccise durante un tentativo di fuga. Il 13 ottobre 1961 il giornalista della ''Westfälische Rundschau'' [[Kurt Lichtenstein]] fu ucciso sul confine vicino al villaggio di [[Zicherie]] dopo aver tentato di parlare con alcuni contadini del lato orientale. La sua morte suscitò ampio sdegno in tutto l'arco politico della Germania Ovest.<ref>[[#Cramer|Cramer (2008)]], p. 82.</ref> L'incidente spinse gli studenti di [[Braunschweig]] a erigere sul confine un segnale di protesta contro l'uccisione.<ref>[[Confine tra Germania Est e Germania Ovest#Bild|Bild 175-P05-00002-0001]] [Picture 175-P05-00002-0001] [https://www.bild.bundesarchiv.de/archives/barchpic/search/_1256547571/ Bundesarchiv (Germany)] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20180118064707/http://www.bild.bundesarchiv.de/archives/barchpic/search/_1256547571/|data=18 gennaio 2018}} Ultimo accesso: 26 ottobre 2009.</ref>
{{main|Schießbefehl}}
From 1945 onwards, unauthorised crossers of the inner German border risked being shot by Soviet or East German guards. The use of deadly force was termed the ''Schießbefehl'' ("order to fire" or "command to shoot"). It was formally in force as early as 1948, when regulations concerning the use of firearms on the border were promulgated. A regulation issued to East German police on 27&nbsp;May 1952 stipulated that "failure to obey the orders of the Border Patrol will be met by the use of arms." From the 1960s through to the end of the 1980s, the border guards were given daily verbal orders (''Vergatterung'') to "track down, arrest or annihilate violators." The GDR formally codified its regulations on the use of deadly force in March 1982, when the State Border Law mandated that firearms were to be used as the "maximum measure in the use of force" against individuals who "publicly attempt to break through the state border".<ref name="Firearms-Eichsfeld">"The Use of Firearms at the Border". [[#Grenzmuseum|Grenzmuseum Eichsfeld]] (Border Museum Eichsfeld).</ref>
 
Nell'agosto 1976 il camionista italiano [[Morte di Benito Corghi|Benito Corghi]] rimase ucciso con alcuni colpi di arma da fuoco sparati alle spalle da una guardia di confine al valico di [[Hirschberg (Turingia)|Hirschberg]], mentre si stava dirigendo a piedi verso la dogana orientale per recuperare alcuni documenti necessari all'espatrio del suo automezzo. Il governo della DDR ne fu seriamente imbarazzato, anche perché la vittima era iscritta al [[Partito Comunista Italiano]]; questo fu l'unico caso registrato nel quale le autorità di Berlino Est porsero le proprie scuse.<ref>{{cita news|autore=Alessandro Di Lellis|url=https://www.ilmessaggero.it/primopiano/esteri/muro_berlino_italiano_ucciso_dimenticato-685295.html|titolo=Muro Berlino, l'italiano ucciso e dimenticato: Benito Corghi, camionista, militante del Pci, ferito a morte nel '76 dai Vopos|pubblicazione=[[Il Messaggero]]|data=8 Novembre 2014|accesso=16 gennaio 2019}}</ref><ref>[[#NYTApology|''The New York Times'' (1976-08-07)]].</ref> In una famosa sparatoria il 1º maggio 1976, Michael Gartenschläger, ex prigioniero politico tedesco-orientale, fu vittima di un'imboscata e ucciso da un commando della Stasi sul confine vicino a [[Büchen]]. La Stasi riportò che fu "liquidato dalle forze di sicurezza della DDR".<ref>[[#Mielke|Mielke (2002-05-06)]].</ref>
The GDR's leadership explicitly endorsed the use of deadly force. General [[Heinz Hoffmann]], the GDR defence minister, declared in August 1966 that "anyone who does not respect our border will feel the bullet." In 1974, [[Erich Honecker]], as Chairman of the GDR's National Defence Council, ordered: "Firearms are to be ruthlessly used in the event of attempts to break through the border, and the comrades who have successfully used their firearms are to be commended."<ref>[[#Hertle|Hertle (2007)]], pp. 100–101.</ref>
 
Venticinque guardie di frontiera tedesco-orientali furono uccise da colpi provenienti da occidente, o dalla resistenza dei fuggiaschi o (spesso accidentalmente) dai loro colleghi.<ref>[[#Baker|Baker (2004)]], p. 29.</ref> Il governo della Germania Est li descrisse come "vittime di assalti armati e provocazioni imperialiste contro il confine di Stato della DDR"<ref>[[#NeuesDeutschland|''Neues Deutschland'' (1989-08-13/14)]], p. 9.</ref> e insinuò che "banditi" dell'Ovest prendessero le guardie in servizio a bersaglio.
The ''Schießbefehl'' was, not surprisingly, very controversial in the West and was singled out for criticism by the West Germans. The GDR authorities occasionally suspended the ''Schießbefehl'' on occasions when it would have been politically inconvenient to have to explain dead refugees, such as during a visit to the GDR by the French foreign minister in 1985.<ref name="Firearms-Eichsfeld" /> It was also a problem for many of the East German guards and was the motivating factor behind a number of escapes, when guards facing a crisis of conscience defected because of their unwillingness to shoot fellow citizens.<ref name="Shears, p. 84">[[#Shears|Shears (1970)]], p. 84.</ref>
 
Le due parti celebravano i loro morti in maniere differenti. Sul lato occidentale sorsero numerosi memoriali non ufficiali a commemorazione delle vittime del confine. Tedeschi occidentali come Michael Gartenschläger e Kurt Lichtenstein furono commemorati con segnali e memoriali, alcuni dei quali patrocinati dal governo. La morte del tedesco orientale [[Heinz-Josef Große]] nel 1982 venne commemorata annualmente con dimostrazioni sul lato occidentale del confine.<ref name="Sonntagsreden">[[Confine tra Germania Est e Germania Ovest#Thueringen|Thüringen Journal (2009-09-18)]].</ref> Dopo l'inizio della distensione, negli anni 1970, l'appoggio nazionale ai memoriali sul confine venne meno perché politicamente sconveniente.
===Deaths on the border===
{{multiple image
| align = right
| image1 = Helmut kleinert memorial.jpg
| width1 = 154
| alt1 = A roughly dressed block of granite, about waist-high, the inscription reading "Am 1.8.1963 wurde 150 m von hier HELMUT KLEINERT vor dem Überschreiten der Demarkationslinie eschossen".
| caption1 = West German memorial to Helmut Kleinert, shot dead on the border on 1&nbsp;August 1963. His death was memorialised by the German Federation of Trade Unions.
| image2 = Waldemar estel memorial.jpg
| alt2 = Damaged metal plaque reading "Am 3.9.1956 wurde WALDEMAR ESTEL Getreiter der Grenztruppen der NVA in Ausübung seine Dienstes an der Staatsgrenze von Agenten des Imperialismus ermordet. Sein Tod ist uns Verpflichtung."
| width2 = 150
| caption2 = East German memorial to border guard Waldemar Estel, who was shot on the border on 3&nbsp;September 1956. The GDR blamed "imperialist agents" for his death.
}}
It is still not certain how many people died on the inner German border or who they all were, as the GDR treated such information as a closely guarded secret. But estimates have risen steadily since unification, as evidence has been gathered from East German records. As of 2009, unofficial estimates are up to 1,100&nbsp;people, though officially released figures give a count from 270 up to 421 deaths.<ref>[[#DW|Deutsche Welle (2005-08-09)]].</ref>
 
In Germania Est il tabù che circondava i fuggiaschi rendeva la grandissima parte delle morti non pubblicizzata e non commemorata. Le morti delle guardie di frontiera invece erano usate dalla propaganda, che li dipingeva come martiri. Quattro cippi memoriali furono eretti a Berlino Est per segnare le loro morti.<ref>[[#Ladd1998|Ladd (1998)]], p. 25.</ref> Il governo tedesco-orientale intitolava loro scuole, caserme e altri edifici pubblici e usava i memoriali come luogo di pellegrinaggio a significare che (come da slogan) "le loro morti sono il nostro impegno" a mantenere la frontiera. Dopo il 1989 i memoriali sono stati vandalizzati, rinnegati e infine rimossi.<ref>[[#Ladd2004|Ladd (2004)]], p. 107.</ref>
There were many ways to die on the inner German border. Numerous escapees were shot by the border guards, while others were killed by mines and booby-traps. A substantial number drowned while trying to cross the Baltic and the Elbe river. Not all of those killed on the border were attempting to escape. On 13&nbsp;October 1961, ''Westfälische Rundschau'' journalist [[Kurt Lichtenstein]] was shot on the border near the village of [[Zicherie]] after he attempted to speak with East German farm workers. His death aroused condemnation across the political spectrum in West Germany.<ref>[[#Cramer|Cramer (2008)]], p. 82.</ref> The incident prompted students from [[Braunschweig]] to erect a sign on the border protesting the killing.<ref>[[#Bild|Bild 175-P05-00002-0001]] [Picture 175-P05-00002-0001] [http://www.bild.bundesarchiv.de/archives/barchpic/search/_1256547571/ Bundesarchiv (Germany)]. Last accessed: 26 October 2009.</ref>
 
== La caduta del confine ==
An Italian truck driver and member of the [[Italian Communist Party]] was shot at a crossing point in August 1976; the GDR government was severely embarrassed and, unusually, offered an apology.<ref>[[#NYTApology|''The New York Times'' (1976-08-07)]].</ref> In one notorious shooting on 1&nbsp;May 1976, a former East German political prisoner, [[SM-70#Michael Gartenschläger|Michael Gartenschläger]], who had fled to the West some years before, was ambushed and killed by a Stasi commando squad on the border near [[Büchen]]. The Stasi reported that he had been "liquidated by security forces of the GDR".<ref>[[#Mielke|Mielke (2002-05-06)]].</ref>
[[File:Bundesarchiv Bild 183-1989-1106-405, Plauen, Demonstration vor dem Rathaus.jpg|left|thumb|Una manifestazione per la democrazia, la libertà di stampa e la libertà di movimento a [[Plauen]] il 30 ottobre 1989]]
 
La caduta del confine intra-tedesco giunse rapida e inattesa nel novembre 1989 insieme con la [[caduta del Muro di Berlino]]. La sua integrità era già compromessa dal maggio 1989, quando il governo comunista riformista dell'Ungheria, supportato dal leader sovietico [[Michail Gorbačëv]], iniziò a smantellare le proprie fortificazioni di confine. L'Ungheria era già una destinazione popolare per i turisti della Germania Est<ref>[[#Meyer|Meyer (2009)]], p. 68.</ref> e il suo governo, ancora nominalmente comunista, stava pianificando libere elezioni e riforme economiche come parte di una strategia per "riunirsi all'Europa" e riformare la propria economia in affanno.<ref>[[#Meyer|Meyer (2009)]], p. 114.</ref>
Twenty-five East German border guards died after being shot from the Western side of the border or were killed by resisting escapees or (often accidentally) by their own colleagues.<ref>[[#Baker|Baker (2004)]], p. 29.</ref> The East German government described them as "victims of armed assaults and imperialist provocations against the state border of the GDR"<ref>[[#NeuesDeutschland|''Neues Deutschland'' (1989-08-13/14)]], p. 9.</ref> and alleged that "bandits" in the West took potshots at guards doing their duty&nbsp;– a version of events that was uncorroborated by Western accounts of border incidents.
 
L'apertura della frontiera tra Ungheria e Austria fu cruciale; la Germania Ovest aveva segretamente offerto un prestito di 500 milioni di marchi in cambio della possibilità dei cittadini della DDR di uscire liberamente attraverso i valichi ungheresi.<ref>[[#Meyer|Meyer (2009)]], p. 105.</ref> Immagini dei reticolati di filo spinato smantellati venivano diffuse in Germania Est dalle emittenti televisive occidentali.<ref>[[#Meyer|Meyer (2009)]], p. 90.</ref>
The two sides commemorated their dead in very different ways. Various mostly unofficial memorials were set up on the western side by people seeking to commemorate victims of the border. West Germans such as Michael Gartenschläger and Kurt Lichtenstein were commemorated with signs and memorials, some of which were supported by the government. The death of East German [[Heinz-Josef Große]] in 1982 was commemorated annually by demonstrations on the Western side of the border.<ref name="Sonntagsreden">[[#Thueringen|Thüringen Journal (2009-09-18)]]</ref> After the policy of ''détente'' was initiated in the 1970s this became politically inconvenient and state support for border memorials largely ceased.
 
Le immagini provocarono un esodo di centinaia di migliaia di tedeschi orientali, che iniziò già nel settembre 1989. Oltre a chi usciva attraverso il confine ungherese, decine di migliaia di cittadini della DDR scalavano le mura delle ambasciate della Germania Ovest a [[Praga]], [[Varsavia]] e [[Budapest]], richiedendo asilo e ottenendo di essere riconosciuti come "cittadini tedeschi" dal governo federale.<ref name="Childs-67">[[#Childs|Childs (2001)]], p. 67.</ref>
The taboo in East Germany surrounding escapees meant that the great majority of deaths went unpublicised and uncommemorated. However, the deaths of border guards were used for GDR propaganda, which portrayed them as "martyrs". Four stone memorials were erected in East Berlin to mark their deaths.<ref>[[#Ladd1998|Ladd (1998)]], p. 25.</ref> The regime named schools, barracks and other public facilities after the dead guards and used their memorials as places of pilgrimage to signify that (as a slogan put it) "their deaths are our commitment" to maintaining the border. After 1989 the memorials were vandalised, neglected and ultimately removed.<ref>[[#Ladd2004|Ladd (2004)]], p. 107.</ref>
 
Il governo comunista ortodosso della Cecoslovacchia chiuse il proprio confine con la Germania Est per soffocare l'esodo. La chiusura produsse proteste in tutta la Germania Est<ref name="Childs-68">[[#Childs|Childs (2001)]], p. 68.</ref> e l'idea del governo tedesco-orientale di far uscire i migranti dal paese alla chetichella in treni piombati fallì miseramente. Carte d'identità e passaporti tedesco-orientali stracciati furono lanciati dai finestrini dei treni in corsa. Quando i treni attraversarono [[Dresda]], circa 1&nbsp;500 persone li assaltarono per tentare di salirvi a bordo. Ci furono dozzine di feriti e l'atrio della stazione fu praticamente distrutto.<ref>[[#Sebasteyen|Sebasteyen (2009)]], pp. 329–331.</ref>
==Fall of the inner German border==
{{details|Fall of the inner German border}}
[[File:Bundesarchiv Bild 183-1989-1106-405, Plauen, Demonstration vor dem Rathaus.jpg|left|thumb|250px|alt=A town square is filled with thousands of people, some holding large banners, looking towards a group of people on a platform in the left foreground. A man with a beard is in the foreground in front of microphones, addressing the crowd.|A demonstration in [[Plauen]] on 30 October 1989 calling for democracy, freedom of the press and freedom to travel]]
The fall of the inner German border came rapidly and unexpectedly in November 1989, along with the fall of the Berlin Wall. Its integrity had been fatally compromised in May 1989 when a reformist Communist government in Hungary, supported by the Soviet leader [[Mikhail Gorbachev]], began to dismantle its border fortifications. Hungary was already a popular tourist destination for East Germans.<ref>[[#Meyer|Meyer (2009)]], p. 68.</ref> Its government was still notionally Communist but planned free elections and economic reform as part of a strategy of "rejoining Europe" and reforming its struggling economy.<ref>[[#Meyer|Meyer (2009)]], p. 114.</ref>
 
Le piccole manifestazioni pro-democrazia del lunedì presto richiamarono folle di centinaia di migliaia di persone in tutte le città della Germania Est. Il governo considerò l'uso della forza, ma fece un passo indietro mancandogli il supporto dell'Unione Sovietica per un'azione violenta analoga a quanto recentemente avvenuto in Cina in [[Protesta di piazza Tienanmen|piazza Tienanmen]].<ref name="Childs-75">[[#Childs|Childs (2001)]], p. 75.</ref> I membri riformisti del Politbüro tedesco-orientale cercarono di raffreddare la situazione forzando l'ortodosso [[Erich Honecker]] a dimettersi e sostituendolo con [[Egon Krenz]].<ref name="Childs-82-83">[[#Childs|Childs (2001)]], pp. 82–83.</ref>
Opening the Hungarian border with Austria was essential to this effort; West Germany had secretly offered a much-needed hard currency loan of DM 500 million ($250 million) in return for allowing citizens of the GDR to freely emigrate.<ref>[[#Meyer|Meyer (2009)]], p. 105.</ref> Pictures of the barbed-wire fences being taken down were transmitted into East Germany by West German television stations.<ref>[[#Meyer|Meyer (2009)]], p. 90.</ref>
 
TheyIl promptednuovo agoverno massriaprì exodusil byconfine hundredscon ofla thousandsCecoslovacchia ofnel Easttentativo Germansdi whichplacare beganle inproteste, earnestma inciò Septemberportò 1989.a Inuna additionripresa todell'esodo thoseattraverso crossingl'Ungheria. theL'8 Hungariannovembre border1989, tenscon ofenormi thousandsdimostrazioni ofin Eastcorso Germansin scaledtutto theil wallspaese, ofsi thedimise Westl'intero GermanPolitbüro embassiese inne [[Prague]],venne [[Warsaw]]nominato anduno [[Budapest]]nuovo, wherepiù theymoderato, weresotto regardedla asguida "Germandi citizens" by the federal government, claiming "asylum"Krenz.<ref name="Childs-6785">[[#Childs|Childs (2001)]], p. 6785.</ref>
 
=== L'apertura della frontiera, la "rivoluzione delle banane" e il crollo della DDR ===
Czechoslovakia's hardline communist government agreed to close its border with East Germany to choke off the exodus. The closure produced uproar across East Germany<ref name="Childs-68">[[#Childs|Childs (2001)]], p. 68.</ref> and the GDR government's bid to humiliate refugees by expelling them from the country in sealed trains backfired disastrously. Torn-up identity papers and East German passports littered the tracks as the refugees threw them out of the windows. When the trains passed through Dresden, 1,500&nbsp;East Germans stormed the main railway station in an attempt to board. Dozens were injured and the station concourse was virtually destroyed.<ref>[[#Sebasteyen|Sebasteyen (2009)]], pp. 329–331.</ref>
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File:Grenzöffnung Kontrollpunkt Helmstedt 2 (G.Mach).jpg|Una folla di tedeschi occidentali saluta le Trabant provenienti dalla Germania Est al valico di Helmstedt, 11 novembre 1989
File:Grenzoeffnung bei heinersdorf.jpg|Tedeschi dell'Est e dell'Ovest davanti alla frontiera appena aperta a Heinersdorf, in Turingia, 4 dicembre 1989
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Il governo della Germania Est cercò di disinnescare la situazione allentando i controlli di frontiera a partire dal 10 novembre 1989<ref name="Hertle-147">[[#Hertle|Hertle (2007)]], p. 147.</ref>, l'annuncio fu dato durante una concitata conferenza stampa a Berlino Est dal membro del Politbüro [[Günter Schabowski]], secondo cui il nuovo regime di controlli era un modo per liberare la popolazione da una situazione di pressione psicologica legalizzando e semplificando l'emigrazione. Fraintendendo la nota a lui passata riguardo alla decisione di aprire la frontiera, annunciò che i valichi sarebbero stati aperti "immediatamente, senza indugio", piuttosto che dal giorno successivo, com'era nelle intenzioni governative. Inoltre, non voleva essere né un'apertura incontrollata, né un'apertura da applicare a coloro che erano intenzionati a visitare l'Ovest come turisti.<ref name="Hertle-147" /> In un'intervista con [[Tom Brokaw]] della [[NBC]] concessa dopo la conferenza stampa, Schabowski disse che "non è una questione di turismo. È un permesso per lasciare la DDR."<ref name="Childs-87">[[#Childs|Childs (2001)]], p. 87.</ref>
 
Poche ore dopo che la conferenza stampa andò in diretta TV, migliaia di persone si radunarono al Muro di Berlino chiedendo alle guardie di aprire i passaggi. Le guardie non furono in grado di contattare i loro superiori per chiarimenti e, temendo un assalto, aprirono i varchi. Le immagini successive di persone che si riversano a Berlino Ovest e di persone che prendono il Muro a picconate fecero il giro del mondo.<ref name="Childs-88">[[#Childs|Childs (2001)]], p. 88.</ref>
The small pro-democracy [[Monday demonstrations in East Germany|Monday demonstrations]] soon swelled into crowds of hundreds of thousands of people in cities across East Germany. The East German leadership considered using force but ultimately backed down, lacking support from the Soviet Union for a violent [[Tiananmen Square protests of 1989|Tiananmen Square]]-style military intervention.<ref name="Childs-75">[[#Childs|Childs (2001)]], p. 75.</ref> Reformist members of the East German Politbüro sought to rescue the situation by forcing the resignation of the hardline Party chairman [[Erich Honecker]], replacing him in October 1989 with the marginally less hardline [[Egon Krenz]].<ref name="Childs-82-83">[[#Childs|Childs (2001)]], pp. 82–83.</ref>
 
Mentre gli occhi del mondo erano puntati sulla caduta del Muro a Berlino, un simultaneo processo di ''Grenzöffnung'' (apertura delle frontiere) stava avvenendo lungo l'intero confine intra-tedesco. I valichi furono aperti immediatamente. Nei quattro giorni successivi 4,3 milioni di tedeschi dell'Est - un quarto della popolazione totale - si recarono nella Germania Ovest.<ref name="Childs-89">[[#Childs|Childs (2001)]], p. 89.</ref> Al valico di Helmstedt sull'autostrada Berlino-Hannover, le auto formarono una coda lunga fino a 65 chilometri; alcuni automobilisti attesero anche 11 ore per passare.<ref>[[#Jacoby|Jacoby (1989-11-08)]].</ref> Il confine venne gradualmente aperto nei mesi successivi aprendo nuovi valichi e ricollegando comunità rimaste separate per quasi 40 anni. Il reporter della [[BBC]] [[Ben Bradshaw (giornalista)|Ben Bradshaw]] descrisse scene di giubilo alla stazione di [[Hof (Baviera)|Hof]] in Baviera nelle prime ore del 12 novembre.
The new government sought to appease the protesters by reopening the border with Czechoslovakia. This, however, merely resulted in the resumption of the mass exodus through Hungary. On 8&nbsp;November 1989, with huge demonstrations continuing across the country, the entire Politbüro resigned and a new, more moderate Politbüro was appointed under Krenz's continued leadership.<ref name="Childs-85">[[#Childs|Childs (2001)]], p. 85.</ref>
 
Neanche le guardie di frontiera della Germania Est erano immuni all'euforia. Una di loro, Peter Zahn, descrisse come lui e i suoi colleghi reagirono all'apertura delle frontiere:
===Opening of the border and the fall of the GDR===
 
{{citazione|Dopo che il Muro fu caduto eravamo in uno stato di delirio. Presentammo una richiesta per cessare le nostre attività come riserve, che venne approvata pochi giorni dopo. Visitammo Helmstedt e Braunschweig in Germania Ovest, cosa prima impossibile. Nell'NVA era proibito persino ascoltare le stazioni radio occidentali, e ora stavamo uscendo e andando a ovest.<ref>[[#DWTrespassing|Deutsche Welle (2006-11-02)]].</ref>}}
{{multiple image
| align = right
| image1 = Grenzöffnung Kontrollpunkt Helmstedt 2 (G.Mach).jpg
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| alt1 = East German Trabant cars driving between dense crowds of people. Metal gantries over the road and a watchtower are visible in the background.
| caption1 = Crowds of West Germans welcome East German Trabant drivers at the Helmstedt crossing, 11 November 1989
| image2 = Grenzoeffnung bei heinersdorf.jpg
| alt2 = A large number of people of various ages standing and walking along a road in front of a high concrete wall, behind which houses and a church are visible in a wooded valley.
| width2 = 248
| caption2 = East and West Germans mingling in front of the newly opened border wall in Heinersdorf, Thuringia, 4 December 1989
}}
The East German government sought to defuse the situation by relaxing the country's border controls with effect from 10&nbsp;November 1989;<ref name="Hertle-147">[[#Hertle|Hertle (2007)]], p. 147.</ref> the announcement was made on the evening of 9&nbsp;November 1989 by Politbüro member [[Günter Schabowski]] at a somewhat chaotic press conference in East Berlin, who proclaimed the new control regime as liberating the people from a situation of psychological pressure by legalising and simplifying migration. Misunderstanding the note passed to him about the decision to open the border, he announced the border would be opened "immediately, without delay", rather than from the following day as the government had intended. Crucially, it was neither meant to be an uncontrolled opening nor to apply to East Germans wishing to visit the West as tourists.<ref name="Hertle-147" /> At an interview in English after the press conference, Schabowski told the [[NBC]] reporter [[Tom Brokaw]] that "it is no question of tourism. It is a permission of leaving the GDR [permanently]."<ref name="Childs-87">[[#Childs|Childs (2001)]], p. 87.</ref>
 
Con sorpresa di molti tedeschi occidentali, molti dei visitatori dall'Est spesero i loro 100 marchi "di benvenuto" comprando grandi quantità di banane, rare e costosissime all'Est. Per mesi, dopo l'apertura dei confini, le banane andarono tutte esaurite nei supermarket lungo la sponda occidentale del confine; molti tedeschi orientali ne compravano casse intere, convinti che le scorte sarebbero andate presto esaurite.<ref>[[#Adam|Adam (2005)]], p. 114.</ref> La corsa all'accaparramento della frutta fece della banana il simbolo ufficioso dei cambiamenti in Germania Est, da alcuni etichettati come "rivoluzione delle banane".<ref>[[#Rodden|Rodden (2002)]], p. 5</ref>
As the press conference had been broadcast live, within hours, thousands of people gathered at the Berlin Wall demanding that the guards open the gates. The border guards were unable to contact their superiors for instructions and, fearing a stampede, opened the gates. The iconic scenes that followed&nbsp;– people pouring into West Berlin, standing on the Wall and attacking it with pickaxes&nbsp;– were broadcast worldwide.<ref name="Childs-88">[[#Childs|Childs (2001)]], p. 88.</ref>
 
Alcuni attivisti di sinistra della Germania Ovest protestarono contro quella che a loro appariva come una febbre consumistica gettando banane ai visitatori dall'Est.<ref>[[#James|James (1992)]], p. 10</ref> L'ossessione dei tedesco-orientali per le banane fu parodiata dal settimanale satirico ''[[Titanic (rivista)|Titanic]]'': sulla copertina del numero di novembre 1989 titolava "La tedesca dell'est Gaby (17 anni), felice di essere in Germania Ovest: la mia prima banana" e mostrava la ragazza reggere un grosso cetriolo pelato.<ref>[[#Frohling|Fröhling (2007)]], p. 183.</ref>
While the eyes of the world were on the ''Mauerfall'' (the fall of the Wall) in Berlin, a simultaneous process of ''Grenzöffnung'' (border opening) was taking place along the entire length of the inner German border. Existing crossings were opened immediately. Within the first four days, 4.3&nbsp;million East Germans&nbsp;– a quarter of the country's entire population&nbsp;– poured into West Germany.<ref name="Childs-89">[[#Childs|Childs (2001)]], p. 89.</ref> At the Helmstedt crossing point on the Berlin–Hanover autobahn, cars were backed up for {{convert|65|km|mi|abbr=on}}; some drivers waited 11 hours to cross to the West.<ref>[[#Jacoby|Jacoby (1989-11-08)]].</ref> The border was opened in stages over the next few months. Many new crossing points were created, reconnecting communities that had been separated for nearly 40 years. BBC correspondent [[Ben Bradshaw]] described the jubilant scenes at the railway station of [[Hof, Germany|Hof]] in Bavaria in the early hours of 12&nbsp;November:
 
L'apertura della frontiera ebbe un profondo effetto politico e psicologico sulla popolazione della Germania Est. Per molti, l'esistenza stessa della DDR, che il [[Partito Socialista Unificato di Germania]] (SED) giustificava come il primo "Stato socialista sul suolo tedesco", perse ogni senso. Lo Stato era in bancarotta, l'economia era al collasso, la classe politica era screditata, le istituzioni governative erano nel caos e la popolazione era demoralizzata dallo svanire delle convinzioni collettive che avevano sostenuto la società per quarant'anni. Anche i membri del Partito erano allo sbando, Krenz si dimise il 6 dicembre 1989 dopo soli 50 giorni in carica, passando il testimone al moderato [[Hans Modrow]].<ref name="Childs-90">[[#Childs|Childs (2001)]], p. 90.</ref> La rimozione delle limitazioni ai viaggi spinse centinaia di migliaia di tedeschi dell'Est a emigrare in Germania Ovest - oltre {{formatnum:116000}} lo fecero tra il 9 novembre e il 31 dicembre 1989, contro i {{formatnum:40000}} dell'intero anno precedente.<ref>[[#Childs|Childs (2001)]], p. 100.</ref>
{{quote|It was not just the arrivals at Hof who wore their emotions on their sleeves. The local people turned out in their hundreds to welcome them; stout men and women in their Sunday best, twice or three times the average age of those getting off the trains, wept as they clapped. 'These are our people, free at last,' they said ... Those arriving at Hof report people lining the route of the trains in East Germany waving and clapping and holding placards saying: 'We're coming soon.'<ref>Bradshaw, Ben (orally). BBC News, 12 November 1989. Quoted in [[#August|August (1999)]], p. 198.</ref>}}
 
La nuova leadership della Germania Est iniziò delle tavole rotonde con i gruppi di opposizione, similmente a quanto visto nell'organizzazione delle elezioni multi-partitiche in Ungheria e Polonia.<ref>[[#Childs|Childs (2001)]], p. 105.</ref> Nel marzo 1990 le prime elezioni libere scalzarono la SED dal potere - ora rinominata in [[Partito del Socialismo Democratico]] (PDS) - e consegnarono la maggioranza all'[[Alleanza per la Germania]], una coalizione guidata dall'Unione Cristiano-Democratica del cancelliere [[Helmut Kohl]]. Entrambe le nazioni si mossero rapidamente verso la riunificazione, con il supporto della diplomazia internazionale. Nel luglio 1990 venne raggiunta l'unione monetaria.<ref name="Childs-140">[[#Childs|Childs (2001)]], p. 140.</ref> Un "[[Trattato sullo stato finale della Germania]]" venne siglato nell'agosto 1990 e la riunificazione politica ebbe luogo il 3 ottobre 1990.<ref name="Rottman, p. 58">[[#Rottman|Rottman (2008)]], p. 58.</ref>
Even the East German border guards were not immune to the euphoria. One of them, Peter Zahn, described how he and his colleagues reacted to the opening of the border:
 
=== L'abbandono della frontiera ===
{{quote|After the Wall fell, we were in a state of delirium. We submitted a request for our reserve activities to be ended, which was approved a few days later. We visited Helmstedt and Braunschweig in West Germany, which would have been impossible before. In the NVA even listening to Western radio stations was punishable and there we were on an outing in the West.<ref>[[#DWTrespassing|Deutsche Welle (2006-11-02)]].</ref>}}
[[File:Pferdsdorf-Spichra 1990 Border 8 1.jpg|left|thumb|upright=0.7|La frontiera abbandonata in Turingia, dicembre 1990]]
 
Le fortificazioni di frontiera vennero progressivamente smantellate e abbandonate nei mesi successivi all'apertura del confine. Dozzine di nuovi valichi vennero aperti entro il febbraio del 1990, le guardie non erano più armate né si impegnavano particolarmente nel controllo dei documenti dei viaggiatori.<ref>[[#JacksonJO|Jackson (1990-02-12)]].</ref> Il numero delle guardie venne rapidamente ridotto; metà furono licenziate entro i cinque mesi successivi all'apertura del confine.<ref name=Koenig>[[#Koenig|Koenig (1990-04-22)]].</ref> Il 1º luglio 1990 il confine fu abbandonato e le ''Grenztruppen'' ufficialmente sciolte;<ref name="Rottman, p. 58"/> tutte loro, tranne {{formatnum:2000}} uomini, furono licenziate o trasferite a nuovi lavori.
[[File:Zonen-gaby.jpg|left|thumb|alt="Titanic" magazine cover showing a smiling young woman with a denim jacket and home-made perm holding a large cucumber peeled in the style of a banana|Zonen-Gaby's first banana: West German magazine cover satirising East Germans' banana-buying spree]]
To the surprise of many West Germans, many of the East German visitors spent their DM 100 "welcome money" buying great quantities of bananas, a highly prized rarity in the East. For months after the opening of the border, bananas were sold out at supermarkets along the western side of the border as East Germans bought up whole crates, believing supplies would soon be exhausted.<ref>[[#Adam|Adam (2005)]], p. 114.</ref> The rush for fruit made the banana the unofficial symbol of the changes in East Germany, which some dubbed the "banana revolution".<ref>[[#Rodden|Rodden (2002)]], p. 5</ref>
 
Alle guardie rimanenti e ad altri soldati dell'ex NVA, la [[Bundeswehr]] diede il compito di eliminare le fortificazioni, lavoro che fu completato nel 1994. Si trattò di un lavoro immenso, che consisteva non solo nell'eliminare le strutture della frontiera, ma anche di ricostruire le centinaia di strade e ferrovie interrotte.<ref name="Rottman, p. 61">[[#Rottman|Rottman (2008)]], p. 61.</ref> Una seria complicazione venne data dalla presenza delle mine: benché si presumesse che 1,4 milioni di mine fossero state rimosse durante gli anni 1980, {{formatnum:34000}} di esse mancavano all'appello.<ref>[[#Freytag|Freytag (1996)]], p. 230.</ref> Altre {{formatnum:1100}} mine vennero trovate e rimosse dopo la riunificazione al costo di oltre 250 milioni di marchi<ref>[[#TheWeekinGermany|''The Week in Germany'' (1996-05-13)]], p. 13.</ref> in un programma che s'è concluso solo alla fine del 1995.<ref>[[#Thorson|Thorson (1995-11-11)]].</ref>
Some West German leftists protested what they saw as rampant consumerism by tossing bananas at East Germans coming to visit the West.<ref>[[#James|James (1992)]], p. 10</ref> The easterners' obsession with bananas was famously spoofed by the West German satirical magazine ''[[Titanic (magazine)|Titanic]]'' on the front cover of its November 1989 edition, which depicted "Easterner Gaby (17), happy to be in West Germany: My first banana". Gaby was shown holding a large peeled cucumber.<ref>[[#Frohling|Fröhling (2007)]], p. 183.</ref>
 
Il compito dei bonificatori della frontiera fu ufficiosamente aiutato dagli abitanti delle zone prospicienti entrambi i lati del confine, che riutilizzarono recinzioni, cavi e blocchi di cemento per usi privati. Molte delle recinzioni vennero vendute a un'azienda di recupero dei metalli di scarto. Molti gruppi ambientalisti si impegnarono nel rinverdire il confine, piantando erba e alberi nelle aree disboscate.<ref name=Koenig />
The opening of the border had a profound political and psychological effect on the East German public. For many people the very existence of the GDR, which the [[Socialist Unity Party of Germany|SED]] had justified as the first "Socialist state on German soil", came to seem pointless. The state was bankrupt, the economy was collapsing, the political class was discredited, the governing institutions were in chaos and the people were demoralised by the evaporation of the collective assumptions which had underpinned their society for forty years. Membership of the Party collapsed and Krenz himself resigned on 6&nbsp;December 1989 after only 50 days in office, handing over to the moderate [[Hans Modrow]].<ref name="Childs-90">[[#Childs|Childs (2001)]], p. 90.</ref> The removal of restrictions on travel prompted hundreds of thousands of East Germans to migrate to the West&nbsp;– more than 116,000 did so between 9&nbsp;November and 31&nbsp;December 1989, compared with 40,000 for the whole of the previous year.<ref>[[#Childs|Childs (2001)]], p. 100.</ref>
 
== L'area della frontiera oggi ==
The new East German leadership initiated "round table" talks with opposition groups, similar to the processes that had led to multi-party elections in Hungary and Poland.<ref>[[#Childs|Childs (2001)]], p. 105.</ref> When the first [[East German general election, 1990|free elections were held in East Germany]] in March 1990, the former SED, which had renamed itself as the [[Party of Democratic Socialism (Germany)|Party of Democratic Socialism]], was swept from power and replaced by a pro-reunification [[Alliance for Germany]] coalition led by the Christian Democratic Union (CDU), Chancellor Kohl's party. Both countries progressed rapidly towards reunification, while international diplomacy paved the way abroad. In July 1990, monetary union was achieved.<ref name="Childs-140">[[#Childs|Childs (2001)]], p. 140.</ref> A ''[[Treaty on the Final Settlement with Respect to Germany|Treaty on the establishment of a unified Germany]]'' was agreed on in August 1990 and political reunification took place on 3 October 1990.<ref name="Rottman, p. 58">[[#Rottman|Rottman (2008)]], p. 58.</ref>
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===Abandonment of the border===
File:Fur die opfer.jpg|Memoriale "alle vittime della disumanità" a Rüterberg, Meclemburgo-Pomerania anteriore
[[File:Pferdsdorf-Spichra 1990 Border 8 1.jpg|right|thumb|150px|alt=A patrol road, made of two parallel rows of perforated concrete blocks, performs a steep descent into a valley. To the right, running parallel to the road, is a continuous fence. The road and fence continue into the distance, crossing fields that are dusted with a light sprinkling of snow, and ascending another hillside on the far side of valley. Dark forests loom in the distance.|The abandoned border in Thuringia, December 1990]]
File:Grenzmuseum schifflersgrund.jpg|Vista del ''Grenzmuseum Schifflersgrund'', in Turingia
The border fortifications were progressively torn down and eventually abandoned in the months following its opening. Dozens of new crossings were opened by February 1990, and the guards no longer carried weapons nor made much effort to check travellers' passports.<ref>[[#JacksonJO|Jackson (1990-02-12)]].</ref> The guards' numbers were rapidly reduced; half were dismissed within five months of the opening.<ref name=Koenig>[[#Koenig|Koenig (1990-04-22)]].</ref> On 1&nbsp;July 1990 the border was abandoned and the ''Grenztruppen'' were officially abolished;<ref name="Rottman, p. 58"/> all but 2,000 of them were dismissed or transferred to other jobs.
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The [[Bundeswehr]] gave the remaining border guards and other ex-NVA soldiers the task of clearing the fortifications, which was completed only in 1994. The scale of the task was immense, involving both the clearing of the fortifications and the rebuilding of hundreds of roads and railway lines.<ref name="Rottman, p. 61">[[#Rottman|Rottman (2008)]], p. 61.</ref> A serious complication was the presence of mines along the border. Although the 1.4&nbsp;million mines laid by the GDR were supposed to have been removed during the 1980s, it turned out that 34,000 were unaccounted for.<ref>[[#Freytag|Freytag (1996)]], p. 230.</ref> A further 1,100&nbsp;mines were found and removed following reunification at a cost of more than DM&nbsp;250&nbsp;million,<ref>[[#TheWeekinGermany|''The Week in Germany'' (1996-05-13)]], p. 13.</ref> in a programme that was not concluded until the end of 1995.<ref>[[#Thorson|Thorson (1995-11-11)]].</ref>
Molto poco rimane delle installazioni lungo l'ex frontiera intra-tedesca. Lungo il tracciato almeno 30 musei pubblici, privati e municipali mostrano equipaggiamenti e altri manufatti relativi al confine. Tra i siti preservati si contano alcune dozzine di torrette di osservazione, strisce di recinzione e installazioni relative (alcune di esse ricostruite); sezioni del muro sono ancora ''in situ'' a Hötensleben e Mödlareuth e alcuni edifici correlati alle attività di frontiera al valico di Marienborn.<ref name="Rottman, p. 61"/><ref>[[#Ritter|Ritter; Lapp (2007)]], p. 179.</ref>
 
The border clearers' task was aided unofficially by German civilians from both sides of the former border who scavenged the installations for fencing, wire and blocks of concrete to use in home improvements. Much of the fence was sold to a West German scrap-metal company. Environmental groups undertook a programme of re-greening the border, planting new trees and sowing grass seeds to fill in the clear-cut area along the line.<ref name=Koenig />
 
==Border area today==
{{details|Museums of the inner German border}}
{{multiple image
| align = left
| image1 = Fur die opfer.jpg
| width1 = 200
| alt1 = Boulder carved with the words "Für die Opfer der Unmenschlichkeit". In the background are a section of border fence and a yellow sign showing a kneeling soldier taking aim with a rifle.
| caption1 = Memorial to "the victims of inhumanity" at Rüterberg, Mecklenburg-Vorpommern
| image2 = Grenzmuseum schifflersgrund.jpg
| alt2 = Elevated view of a series of huts and vehicles exhibited in the open air on either side of a stretch of concrete patrol road, with a range of forested hills visible in the background.
| width2 = 240
| caption2 = View of border-related exhibits at the Grenzmuseum Schifflersgrund in Thuringia
}}
Very little remains of the installations along the former inner German border. At least 30&nbsp;public, private and municipal museums along the old line present displays of equipment and other artifacts relating to the border. Among the preserved sites are several dozen watchtowers, short stretches of the fence and associated installations (some of which have been reconstructed), sections of the wall still ''in situ'' at Hötensleben and Mödlareuth, and a number of buildings related to the border, such as the GDR crossing point at Marienborn.<ref name="Rottman, p. 61"/><ref>[[#Ritter|Ritter; Lapp (2007)]], p. 179.</ref>
 
Ampie parti della ''Kolonnenweg'' restano in uso come strade di accesso forestale, dopo che i correlati fossati, reticolati e altri ostacoli sono stati rimossi. Opere d'arte, cippi commemorativi, memoriali e altri segnali sono posti lungo molti punti dell'ex confine per ricordarne le vittime, nonché la divisione e la riunificazione della Germania.
Substantial sections of the ''Kolonnenweg'' remain in place to serve as farm and forestry access roads, though the accompanying anti-vehicles ditches, fences and other obstacles have been almost entirely removed. Artworks, commemorative stones, memorials and signs have been erected at many points along the former border to mark its opening, to remember its victims and to record the division and reunification of Germany.
 
La chiusura delle zone di confine per quasi 40 anni ha creato in alcune località dei rifugi per le specie naturali. Benché parti della Germania Est fossero dedicate all'agricoltura, l'agricoltura intensiva praticata in altre zone della Germania era assente. Già negli anni 1970 i movimenti conservazionisti si resero conto che il confine era divenuto un rifugio per rare specie animali e vegetali. Il governo bavarese ha attuato un programma di acquisto delle terre lungo l'ex confine per preservarle dallo sviluppo urbano.
The closure of the border region for nearly 40&nbsp;years created a haven for wildlife in some places. Although parts of the East German side of the border were farmed, intensive farming of the kind practised elsewhere in Germany was absent and large areas were untouched by agriculture. Conservationists became aware as early as the 1970s that the border had become a refuge for rare species of animals and plants. Their findings led the Bavarian government to begin a programme of buying land along the border to ensure its protection from development.
 
InNel Decemberdicembre 1989, onlysolo aun monthmese afterdopo thela openingriapertura ofdel the borderconfine, conservationistsi fromconservazionisti Eastdell'Est ande Westdell'Ovest Germanysi metincontrarono toper workpianificare outuna a plan to establish a "[[German Green Belt]]" (''Grünes Band Deutschland'' ("cintura verde della Germania") stretchingtra fromil themar BalticBaltico Seae toil theconfine Czech borderceco.<ref name="Paterson">[[#Paterson|Paterson (2009-05-17)]].</ref> TheIl [[Bundestag]] votedha unanimouslyvotato inall'unanimità nel Decemberdicembre 2004 tol'estensione extenddella federalprotezione protectionfederale toalla the"cintura" Greene Beltla andsua incorporateinclusione itin into auna "[[European Green Belt]]" beingche developedva alonga thesvilupparsi entirelungo {{convert|6800|km|mi|adj=on}}l'intero lengthtracciato ofdell'ex the"cortina formerdi Iron Curtainferro". TheLa German''Grünes GreenBand BeltDeutschland'' nowoggi linkscollega 160&nbsp;natural parksparchi naturali, 150&nbsp; aree a flora-and- e fauna areasprotette, threetre riserve della biosfera dell'[[UNESCO]] biospheree reservationsil andparco thenazionale Harzdei Mountainsmonti National ParkHarz.<ref>[[#Cramer|Cramer (2008)]], p. 9.</ref> ItÈ isrifugio homeper tomolte a wide variety of species thatspecie arealtrove rare elsewhere in GermanyGermania, includingincluso theil wildgatto catselvatico, [[blackla cicogna stork]]nera, otterla andlontra raree mossesrari andmuschi orchidse orchidee. MostLa ofmaggior Germany'spopolazione di [[RedMilvus Kitemilvus|nibbio reale]]s&nbsp;– moredella thanGermania half(oltre ofmetà thedei 25,000{{formatnum:25000}} thatesemplari livedi intutta Europe&nbsp;–Europa) livevive alonglungo the formerl'ex borderconfine.<ref name="Paterson" /> TheIl [[''Bund für Umwelt und Naturschutz Deutschland|Bund Naturschutz]]'', oneuno ofdei Germany'smaggiori largestgruppi conservationconservazionisti groupstedeschi, iscerca campaigningdi toestendere extendle the area within the Green Beltaree designateddestinate asalla natureconservazione conservationdella zonesnatura.<ref>[[#HallAllan|Hall (2008-05-19)]].</ref>
 
==See alsoNote ==
* [[Erlebach]] - historic village destroyed by East Germany as it lay too close to the border
* [[Berlin border crossings]]
* [[Czechoslovakian border fortifications during the Cold War]]
* [[Korean Demilitarized Zone]]
-->
 
==Note==
<small>''si vedano i dettagli delle opere citate nella bibliografia''</small>
{{references|3Note strette}}
 
== Bibliografia ==
;Libri
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;Articoli di stampa
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== Voci correlate ==
* [[Morte di Benito Corghi]]
* [[Checkpoint Charlie]]
* [[Muro di Berlino]]
* [[Germania Est]]
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== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Inner German border}}
 
== Collegamenti esterni ==
;Immagini
* [{{cita web|http://www.grenzbilder.de/projekte/die-grenze/damals_heute/index-damals-und-heute.php|Immagini Beforeprima-ande-after pictures of thedopo innerdel Germanconfine border]intratedesco}}
* {{cita web |1=http://sambamarco.piranho.de/FotosGrenze.htm |2=Immagini del confine intratedesco |accesso=12 ottobre 2004 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20041012142048/http://sambamarco.piranho.de/FotosGrenze.htm |dataarchivio=12 ottobre 2004 |urlmorto=sì }}
* [http://sambamarco.piranho.de/FotosGrenze.htm Pictures of the former inner German border]
* [http{{cita web|https://www.flickr.com/photos/54554580@N00/sets/72157622380631272/|Fotografie Photographs from a journeydi alongun theviaggio formerlungo borderl'ex inconfine August–Septembernell'agosto-settembre 2009]}}
* [{{cita web |1=http://www.uwec.edu/Geography/Ivogeler/Papers/German%20border/border/001.HTM Field|2=Ricerca researchsul ofcampo thedella northernsezione sectionsettentrionale ofdell'ex theconfine formerintratedesco, German-Germancon borderfoto withe photosmappe and|accesso=16 mapsdicembre 2012 |urlarchivio=https://web.]archive.org/web/20071014194456/http://uwec.edu/Geography/Ivogeler/Papers/German%20border/border/001.HTM# |dataarchivio=14 ottobre 2007 |urlmorto=sì }}
* [{{cita web|http://www.brianrose.com/lostborder.htm|La The Lostfrontiera Borderperduta: Photographsfotografie ofdella the"cortina Irondi Curtain]ferro"}}
 
;Video
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{{Controllo di autorità}}
[[Categoria:Storia della Germania]]
 
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