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== Le diete vegane ==
Nella storia culturale occidentale, Pitagora (570-495 a.C. circa) è considerato l'iniziatore e l'emblema stesso del vegetarianismo. Questa immagine del leggendario saggio greco è legata in primo luogo ai celebri versi delle ''Metamorfosi'' del poeta romano Ovidio, un testo scritto seicento anni dopo l'epoca in cui visse Pitagora:
 
Le diete vegane sono dei [[Diete vegetariane|modelli dietetici vegetariani]] che escludono rigorosamente dall’[[alimentazione umana|alimentazione]] la [[carne]] di qualsiasi [[animale]] e tutti i [[Alimento#Prodotti_di_origine_animale|prodotti di origine animale]]. Oltre alla dieta vegana classica, basata su cereali, legumi, verdura e frutta e tipicamente adottata come pratica alimentare nel veganismo etico, si possono considerare diete vegane anche altre diete che, sebbene differiscano sostanzialmente da una dieta vegana classica sia nei principi alimentari sia nel tipo di alimenti consumati, non comprendono il consumo di alcun ingrediente di origine animale, quali quelle praticate, ad esempio, nel [[crudismo vegano]], nel [[fruttarismo]] o nell'[[ehretismo]].
{{quote|Per primo si scagliò contro l'abitudine di cibarsi di animali, per primo lasciò uscire dalla sua dotta bocca parole come le seguenti [...]: «Smettetela, uomini, di profanare i vostri corpi con cibi empi! Ci sono le messi, ci sono alberi stracarichi di frutti, ci sono turgidi grappoli d'uva sulle viti! Ci sono erbe dolci e tenere [...]. Avete a disposizione il latte e il miele profumato di timo. La terra nella sua generosità vi propone in abbondanza blandi cibi e vi offre banchetti senza stragi e sangue [...]. Che enorme delitto è ingurgitare viscere altrui nelle proprie, far ingrassare il proprio corpo ingordo a spese di altri corpi, e vivere, noi animali, della morte di altri animali<ref>
Ovidio, ''Metamorfosi'', pagg. 72-93. Cit. in: Erica Joy Mannucci, ''La cena di Pitagora'', Carocci Editore, 2008, pag. 16.
</ref>!}}
 
Nella dieta vegana generalmente carboidrati, grassi e proteine coprono rispettivamente il 50-65%, 25-30%, 10-12% dell'apporto calorico totale<ref name= "percentuali">
I biografi e gli autori del mito pitagorico, fra cui lo stesso Ovidio, spiegano totalmente o in parte il vegetarianismo di Pitagora con la credenza nella metempsicosi<ref>
Reed Mangels, Virginia Messina, Mark Messina, ''[http://books.google.it/books?id=6G0s-I2GXLUC&printsec=frontcover&dq=%22The+Dietitian%27s+Guide+to+Vegetarian+Diets%22&hl=it&sa=X&ei=StZDUsjoL8HOtAbLw4HgAQ&ved=0CDQQ6AEwAA#v=onepage&q=%22The%20Dietitian%27s%20Guide%20to%20Vegetarian%20Diets%22&f=false The Dietitian's Guide to Vegetarian Diets]'', tabella 2-1, pag. 14.
Ad esempio, Porfirio, in ''Vita di Pitagora'', scrive: «è particolarmente noto a tutti in primo luogo che egli sostiene che l'anima è immortale e trasmigra in altre specie di esseri animati; oltre a ciò, che in periodi determinati ciò che una volta è esistito esiste una seconda volta e niente è assolutamente nuovo, e che si devono considerare della stessa specie tutti gli esseri che hanno vita». Cit. in: Erica Joy Mannucci, ''La cena di Pitagora'', Carocci Editore, 2008, pag. 19.
</ref>.
In generale, la dieta vegana tende ad avere elevate quantità di fibre, magnesio, potassio, vitamina C, vitamina E, acido folico (vitamina M o B9), carotenoidi, flavonoidi e altri fitocomposti, un contenuto di calorie, grassi saturi e colesterolo ridotto, risulta equilibrata nell'apporto di carboidrati, proteine e ferro, e può presentare ridotte assunzioni di vitamina B12, calcio, vitamina D, zinco e acidi grassi omega-3 a lunga catena<ref>
Il Pitagora di Ovidio inoltre condanna anche il sacrificio rituale<ref>
American Dietetic Association, [http://www.eatright.org/About/Content.aspx?id=8357 ''Position of the American Dietetic Association: Vegetarian Diets''] ([http://www.scienzavegetariana.it/nutrizione/ADA_ital.htm disponibile anche in italiano)]: "Le diete vegetariane tendono ad avere un contenuto di grassi saturi e di colesterolo ridotto, e più elevate quantità di fibre, magnesio, potassio, vitamina C, folati, carotenoidi, flavonoidi e altri fitocomposti ... Comunque, vegani e altri tipi di vegetariani possono presentare ridotte assunzioni di vitamina B12, calcio, vitamina D, zinco e acidi grassi omega-3 a lunga catena... l'assunzione tipica di proteine da parte dei latto-ovo-vegetariani e dei vegetaliani risulta in grado di soddisfare e addirittura superare le quantità richieste" (si noti che nel documento viene precisato che "In questo articolo il termine vegetariano sarà utilizzato in riferimento a individui che scelgono una dieta vegetariana latto-ovo-, latto-, o vegana a meno che non sia diversamente specificato."
«Una vittima senza macchia, dal bellissimo aspetto (questo le è stato fatale!), ornata d'oro e cionta di bende, viene collocata davanti all'altare, ode preghiere di cui non capisce il senso, vede che le pongono tra le corna quelle messi che sono cresciute grazie alla sua fatica e infine viene colpita e arrossa di sangue il coltello che forse aveva intravisto poco prima, riflesso nell'acqua limpida. Ed ecco che i sacerdoti si affrettano a scrutare dentro le viscere strappate al suo petto ancor caldo [...]. E di queste osate cibarvi, uomini? Tanto grande è la vostra fame di cibi proibiti!» Ovidio, ''Metamorfosi'', pagg. 130-138. Cit. in: Erica Joy Mannucci, ''La cena di Pitagora'', Carocci Editore, 2008, pag. 16.
</ref>,<ref>
The American Journal of Clinical Nutrition, ''[http://ajcn.nutrition.org/content/89/5/1627S.full Health effects of vegan diets]'' (review): "Vegan diets are usually higher in dietary fiber, magnesium, folic acid, vitamins C and E, iron, and phytochemicals, and they tend to be lower in calories, saturated fat and cholesterol, long-chain n–3 (omega-3) fatty acids, vitamin D, calcium, zinc, and vitamin B-12 ... Vegans generally have an adequate iron intake and do not experience anemia more frequently than others."
ritenendo che la perversa dieta carnea, negazione della condizione felice dell'antica Età dell'oro, sia nata col sacrificio cruento agli dei: in tal modo, il vegetarianismo pitagorico si configura non soltanto come una scelta privata, ma anche come un rifiuto dai risvolti politici e sociali.
</ref><ref>
 
''[http://journals.cambridge.org/action/displayAbstract?fromPage=online&aid=814540 Health effects of vegetarian and vegan diets]'' (review): "Vegetarian diets are usually rich in carbohydrates, n-6 fatty acids, dietary fibre, carotenoids, folic acid, vitamin C, vitamin E and Mg, and relatively low in protein, saturated fat, long-chain n-3 fatty acids, retinol, vitamin B12 and Zn; vegans can have particularly low intakes of vitamin B12 and low intakes of Ca ... The impact on health of the relatively high intakes of carbohydrates and n-6 fatty acids and relatively low intakes of protein, retinol and Zn in vegetarians is unclear; mean intakes of these nutrients in vegetarians are probably close to or above the recommended intakes" (v. full text) (si noti che nell'articolo viene precisato: "Vegetarians are sub-classified as lacto-ovo vegetarians who eat dairy products and/or eggs and vegans who do not eat any animal products")
Nella metempsicosi credeva anche Empedocle (490-430 a.C. circa), dedito anch'esso alla dieta pitagorica e ugualmente contrario al sacrificio animale. Secondo la leggenda, dopo una vittoria olimpica alla corsa dei carri, per rispettare l'usanza che il vincitore sacrificasse un bue, fece fabbricare un bue di mirra, incenso e aromi, e lo distribuì secondo rito<ref>
Erica Joy Mannucci, ''La cena di Pitagora'', Carocci Editore, 2008, pag. 19.
</ref>.
Una dieta vegana variata e che soddisfi le esigenze energetiche è comunque in grado di soddisfare le raccomandazioni correnti per tutti i nutrienti<ref>
 
American Dietetic Association, [http://www.eatright.org/About/Content.aspx?id=8357 ''Position of the American Dietetic Association: Vegetarian Diets''] ([http://www.scienzavegetariana.it/nutrizione/ADA_ital.htm disponibile anche in italiano)]: "Il presente documento prende in rassegna i dati scientifici attuali relativi ai nutrienti chiave per i vegetariani, quali le proteine, gli acidi grassi omega-3, il ferro, lo zinco, lo iodio, il calcio, e le vitamine D e B12. Una dieta vegetariana è in grado di soddisfare le raccomandazioni correnti per tutti questi nutrienti." (si noti che nel documento viene precisato che "In questo articolo il termine vegetariano sarà utilizzato in riferimento a individui che scelgono una dieta vegetariana latto-ovo-, latto-, o vegana a meno che non sia diversamente specificato."
Il vegetarianismo era una componente centrale anche nella corrente religiosa dell'orfismo<ref>
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«quando non si osava neppure gustare la carne di bue, nè si sacrificavano animali agli dei, bensì si offrivano focacce e frutti immersi nel miele e altri simili sacrifici puri, e quando ci si asteneva dalle carni, ritenendo contrario alla religione il mangiarne e macchiare di sangue gli altari degli dei: piuttosto gli uomini viventi allora avevano certi modi di vita che si chiamano orfici, rivolgendosi a tutto ciò che non ha vita e astenendosi al contrario da tutti gli esseri animati». Platone, ''Leggi'', 782 c-d, cit. in G. Colli, ''La sapienza greca'', tomo I, Adelpgi, Milano 2005, pag. 163.
United States Department of Agriculture, ''[http://www.choosemyplate.gov/healthy-eating-tips/tips-for-vegetarian.html Tips for Vegetarians]'': "Vegetarian diets can meet all the recommendations for nutrients. The key is to consume a variety of foods and the right amount of foods to meet your calorie needs."
</ref>
</ref>
(contemporanea al pitagorismo), e un aspetto importante della figura mitica di Orfeo era il suo rapporto con la natura e la sua vicinanza al mondo animale<ref>
e, in alcuni casi, l'uso di cibi fortificati o di integratori può fornire utili quantità di nutrienti importanti<ref>
Erica Joy Mannucci, ''La cena di Pitagora'', Carocci Editore, 2008, pag. 20.
American Dietetic Association, [http://www.eatright.org/About/Content.aspx?id=8357 ''Position of the American Dietetic Association: Vegetarian Diets''] ([http://www.scienzavegetariana.it/nutrizione/ADA_ital.htm disponibile anche in italiano)]: "In alcuni casi, l'uso di cibi fortificati o di integratori può fornire utili quantità di nutrienti importanti."
</ref><ref>
U.S. Department of Agriculture, U.S. Department of Health and Human Services, ''[http://www.health.gov/dietaryguidelines/dga2010/DietaryGuidelines2010.pdf Dietary Guidelines for Americans 2010]'': "These vegetarian variations represent healthy eating patterns, but rely on fortifjed foods for some nutrients. In the vegan patterns especially, fortifjed foods provide much of the calcium and vitamin B12, and either fortifjed foods or supplements should be selected to provide adequate intake of these nutrients." (pag. 53) (Si noti che l'espressione ''vegetariani'' si riferisce anche alle diete vegane: "The types of vegetarian diets consumed in the United States vary widely. Vegans do not consume any animal products, while lacto-ovo vegetarians consume milk and eggs.")
</ref>.
Una dieta vegana può essere inoltre utile nell'aumentare l'assunzione di sostanze protettive e ridurre al minimo l'assunzione di nutrienti implicati in diverse patologie croniche<ref>
 
The American Journal of Clinical Nutrition, ''[http://ajcn.nutrition.org/content/89/5/1627S.full Health effects of vegan diets]'' (review): "A vegan diet appears to be useful for increasing the intake of protective nutrients and phytochemicals and for minimizing the intake of dietary factors implicated in several chronic diseases"
Sebbene con Aristotele (384-322 a.C.) venga negata agli animali la ragione, il logos, instaurandosi un confine netto tra l'uomo e l'animale, non tutti i suoi discepoli concordavano con questa visione, e sembra che molti siano stati vegetariani. Tra questi, Teofrasto (371-287 a.C), autore di un trattato sulla pietà, condanna il sacrificio cruento e il consumo di carne, affermando che uccidere un animale è ingiusto, perchè lo si priva della vita<ref>
Erica Joy Mannucci, ''La cena di Pitagora'', Carocci Editore, 2008, pag. 24.
</ref>.
 
Plutarco (46-120 d.C.), in polemica con Aristotele e con le idee degli stoici secondo le quali non esisterebbe alcuna relazione di giustizia tra l'uomo e gli animali, nel suo dialogo ''Sull'intelligenza degli animali'' comincia con una condanna della caccia e della macellazione, in quanto fonte di insensibilità e crudeltà e quindi causa di un danno sociale, e presenta un gran numero di argomenti a favore della razionalità animale<ref>
Erica Joy Mannucci, ''La cena di Pitagora'', Carocci Editore, 2008, pag. 25.
</ref>.
Nel saggio ''Del mangiar carne'', invece, si concentra sull'orrore di quella che considera come un'inutile crudeltà, legata non alla povertà e alla necessità, ma all'arroganza della ricchezza:
 
{{quote|ma voi, uomini d’oggi, da quale follia e da quale assillo siete spronati ad aver sete di sangue, voi che disponete del necessario con una tale sovrabbondanza? Perché calunniate la terra, come se non fosse in grado di nutrirvi? [...] Non vi vergognate di mischiare i frutti coltivati al sangue delle uccisioni? Dite che sono selvatici i serpenti, le pantere e i leoni, mentre voi stessi uccidete altre vite, senza cedere affatto a tali animali quanto a crudeltà. Ma per loro il sangue è un cibo vitale, invece per voi è semplicemente una delizia del gusto<ref>
Plutarco, ''Del mangiar carne. Trattati sugli animali'', ed. Adelphi, Milano, 2001, a cura di Dario del Corno, traduzione e note di Donatella Magini.
</ref>.}}
 
Porfirio (232-309 d.C.), nell'''Astinenza degli animali'', tratta il sacrificio degli animali e il consumo della carne come uno sviluppo del sacrificio umano e del cannibalismo, e riconosce una piena continuità fra uomo e animale, rivendicando per quest'ultimo non solo la ragione, ma anche un linguaggio, pur se l'essere umano non è in grado di comprenderlo: «è infatti come se i corvi sostenessero che solo la loro è voce e che noi siamo privi di ragione perchè non diciamo parole facilmente riconoscibili ad essi<ref>
Porfirio, ''Astinenza degli animali'', III, 5,3. Cit. in Erica Joy Mannucci, ''La cena di Pitagora'', Carocci Editore, 2008, pag. 28.
</ref>».
Fondamentalmente, afferma Porfirio, gli argomenti dell'uomo contro la ragione animale sono dovuti alla ghiottoneria.
 
Tipici dei primi secoli cristiani sono gli eremiti e i monaci, consacrati ad una volontaria emarginazione sociale, e pur se il vegetarianismo non rappresentava un precetto (tanto che in alcuni monasteri si allevavano addirittura animali), molti eremiti e monaci mangiavano solo pane e in scarsa quantità, e alcuni rifiutavano anche gli alimenti cotti. Per l'asceta ortodosso questa pratica alimentare era vissuta essenzialmente come un sacrificio mirante alla purificazione dell'anima attraverso la mortificazione del corpo, ed era dunque una scelta che aveva a che fare solo con il rapporto personale con Dio<ref>
Erica Joy Mannucci, ''La cena di Pitagora'', Carocci Editore, 2008, pagg. 36-38.
</ref>.
 
Nel III secolo viene fondato il manicheismo, i cui iniziati non si cibavano nè di carne nè di uova e non bevevano vino – una forma di vegetarianismo che traeva origine dal loro sistema religioso, basato su una visione dualistica imperniata sul conflitto tra i due principi opposti della Luce e delle Tenebre<ref>
Erica Joy Mannucci, ''La cena di Pitagora'', Carocci Editore, 2008, pag. 33.
</ref>.
 
Più tardi, tra il XII e il XIV secolo, si diffonde in Europa il catarismo: la convinzione che tutto il mondo materiale fosse opera del Male comportava la negazione dell'atto sessuale – considerato come un errore, soprattutto in quanto responsabile della procreazione, cioè della creazione di una nuova prigionia per un altro spirito – e pertanto i catari rifiutavano ogni alimento originato da un atto sessuale (carne e uova – ma non il pesce, in quanto in epoca medievale non era ancora nota la genesi per riproduzione sessuale degli animali acquatici)<ref>
Erica Joy Mannucci, ''La cena di Pitagora'', Carocci Editore, 2008, pag. 39.
</ref>.
 
In Gran Bretagna, durante la rivoluzione degli anni quaranta del Seicento, emerge anche un propagandista del vegetarianismo, il cappellaio Roger Crab (1621-1680), che considerava il consumo di carne un lusso e causa di rialzo dei prezzi e di aggravamento della povertà. Roger Crab aderì ad una forma di vegetarianismo stretto, ovvero seguiva, come venne definita in seguito, una dieta vegana<ref>
Erica Joy Mannucci, ''La cena di Pitagora'', Carocci Editore, 2008, pag. 56.
</ref>.
 
Nella seconda metà del Seicento, durante l'espansione coloniale della potenza inglese e l'avvio dello sfruttamento degli schiavi neri per la produzione dello zucchero, si aggiungono al vegetarianismo nuovi argomenti legati al mutamento del contesto storico. Una figura emblematica di questa fase è lo scrittore inglese Thomas Tryon (1634-1703), che decise di rinunciare a ogni lusso e adottare una dieta vegetariana. Tryon denuncia il comportamento dell'europeo cristiano, che considera come un oppressore intollerante il cui lusso e i cui sprechi «non possono essere mantenuti se non principalmente grazie alla grande Oppressione degli Uomini e degli Animali<ref>
Thomas Tryon, ''Friendly Advice to the Gentlemen-Planters of the East and West Indies'', London, 1684, pag.166. Cit. in: Erica Joy Mannucci, ''La cena di Pitagora'', Carocci Editore, 2008, pag. 60.
</ref>».
 
Nel Settecento il vegetarianismo inizia ad essere un argomento sostenuto e diffuso dai medici, in nome della salute e delle caratteristiche dell'anatomia e della fisiologia umana che, a partire dall'apparato digerente, dalla dentatura e dalle mani, dimostrerebbero la natura vegetariana dell'uomo. Tra i più noti medici e scienziati fautori del vegetarianismo nell'Europa di questo periodo troviamo in Svezia Linneo (1707-1778) e i suoi discepoli, in Francia Louis Lémery (1677-1743) e Philippe Hecquet (1661-1737), in Inghilterra Edward Tyson (1651-1708), John Arbuthnot (1667-1735)– medico della famiglia reale inglese – e George Cheyne (1671-1743), in Italia Antonio Cocchi (1695-1758) – la cui influenza ebbe dimensioni internazionali e che nel 1743 pubblicò ''Del vitto pitagorico per uso della medicina'', destinato ad essere più volte ristampato e tradotto sia nel Settecento che nell'Ottocento e a suscitare un vivo dibattito, soprattutto tra i medici italiani dell'epoca<ref>
Erica Joy Mannucci, ''La cena di Pitagora'', Carocci Editore, 2008, pagg. 74-77.
</ref>.
 
In questo periodo Voltaire (1694-1778) torna sulla questione della crudeltà verso gli animali e del vegetarianismo in numerose opere.
 
* Nel 1791 a Londra esce un pamphlet intitolato ''The Cry of Nature'', di John Oswald (1760?-1793). Per questo autore la scelta vegetariana rappresentava un sistema di vita che il semplice sentimento naturale bastava a giustificare, ma anche una presa di posizione morale e politica, in quanto considerava il mutamento radicale del rapporto con gli animali e la natura un nodo politico essenziale per giungere alla fondazione di una società egualitaria. Per Oswald la tirannia sugli animali è un prodotto della civiltà della disuguaglianza, una civiltà divisa tra ricchi e poveri e fondata sul potere e, a un livello ancora più profondo, sul dominio sulla natura<ref>
Erica Joy Mannucci, ''La cena di Pitagora'', Carocci Editore, 2008, pagg. 86-87.
</ref>.
 
Nel 1802, sempre a Londra, viene pubblicato ''An Essay on Abstinence from Animal Food, as a Moral Duty'', di Joseph Ritson (1752-1803), convertitosi fin da giovane al vegetarianismo vegano. La sua opera è un attacco frontale all'antropocentrismo, che raccoglie tutte le fonti del vegetarianismo antiche e moderne, riconsiderando le conseguenze delle loro argomentazioni. Nel dileggiare l'idea che Dio abbia creato tutte le creature per l'uomo, Ritson ricorre all'esempio dei parassiti, che la natura ha concepito a perpetuo tormento e distruzione dell'essere umano, affermando, con ironia: «Se un uomo vuole avere un'idea corretta e perspicua dei doni della natura, dovrebbe visitare gli ospedali, non le chiese»<ref>
Erica Joy Mannucci, ''La cena di Pitagora'', Carocci Editore, 2008, pagg. 90-92.
</ref>.
 
L'inglese John Frank Newton (1770-1825?) pubblica nel 1811 ''The Return to Nature'', una difesa basata su testimonianze di tipico medico ed etnologico del regime vegetariano, adottato in quegli anni insieme al naturismo non solo da lui (che riusciva così a tenere a bada l'asma), ma dalla moglie, dai figli ancora bambini e da altri amici, tra cui il dottor William Lambe (1765-1847), docente all'università di Cambridge e fautore del vegetarianismo terapeutico, che applicò a molti suoi pazienti, e Percy Shelley (1792-1822), che in ''Vindication of Natural Diet'' indica la dieta carnea come un simbolo del lusso che, insieme ad altri falsi bisogni indotti tra i poveri, ritiene all'origine dello sfruttamento del lavoro e delle disuguaglianze sociali<ref>
Erica Joy Mannucci, ''La cena di Pitagora'', Carocci Editore, 2008, pagg. 94-95.
</ref>.
 
In Inghilterra, questo fermento del vegetarianismo nel panorama culturale del paese porterà, nella prima metà dell'Ottocento, alla nascita di un movimento vegetariano inglese e alla costituzione della Vegetarian Society, fondata il 30 settembre 1847 a Ramsgate, nel Kent. Alla sua prima assemblea annuale, tenutasi a Manchester, la società contava già 478 membri, l'anno dopo, all'incontro tenutosi a Londra, si decise di lanciare il primo periodico, ''The Vegetarian Messenger'', e negli anni cinquanta dell'Ottocento il movimento si ampliò ulteriormente, creando una rete di sezioni<ref>
Erica Joy Mannucci, ''La cena di Pitagora'', Carocci Editore, 2008, pag. 98.
</ref>.
 
Negli Stati Uniti dell'Ottocento troviamo molte vegetariane nel nascente movimento per i diritti delle donne – come vegetariana era stata già Mary Wollstonecraft (1759-1797), autrice nel 1792 di ''A Vindication of the Rights of Woman''. Tra queste, Harriet Beecher Stowe (1811-1896), conosciuta per il suo ''La capanna dello zio Tom'', che nel 1896 pubblicò un articolo sui diritti degli animali su ''Heart and Home'', un periodico destinato al pubblico femminile, Margaret Fuller (1810-1850), che in ''Woman in the Nineteenth-Century'' affermava che l'integrazione della donna nella vita pubblica avrebbe portato ad una femminilizzazione della cultura che avrebbe posto fine a ogni forma di sofferenza, compresa l'uccisione degli animali per l'alimentazione umana, Elizabeth Stuart Phelps Ward (1844-1911), autrice di libri contro la vivisezione, e altre<ref>
Erica Joy Mannucci, ''La cena di Pitagora'', Carocci Editore, 2008, pagg. 100-101.
</ref>.
 
In Francia il vegetarianismo degli inizi dell'Ottocento è legato alla vita dello scrittore Jean Antoine Gleizès (1773-1843) che, abbandonati gli studi di medicina per ripugnanza verso la vivisezione, pose al centro della propria vita il vegetarianismo, l'armonia con la natura e la difesa degli animali. Lo scrittore trovò l'ambiente ideale per esprimere e diffondere il vegetarianismo nella setta dei Méditateurs de l'Antique, un gruppo di giovani artisti che visse in comune praticando il vegetarianismo dal 1795 al 1805.
 
Un'altra figura del vegetarianismo francese di questo periodo è il politico e poeta Alphonse de Lamartine (1790-1869) che, pur avendo in seguito abbandonato questo regime alimentare dopo essere stato cresciuto vegetariano dalla madre, nelle sue opere continuò ad insistere sul tema della crudeltà dell'uccisione degli animali e della dieta carnea<ref>
Erica Joy Mannucci, ''La cena di Pitagora'', Carocci Editore, 2008, pagg. 101-102.
</ref>.
 
Gleizès fu molto apprezzato anche dal compositore tedesco Richard Wagner, vegetariano e autore di scritti contro la vivisezione. Secondo Wagner, la marcia della civiltà e della scienza ha trasformato l'uomo in un feroce animale da preda, il quale si vanta di possedere una ragione che altro non è che una dissimulazione di cui gli animali, nella purezza dei loro sentimenti, sono incapaci. Nelle idee del compositore ci sono tuttavia anche influenze di un profondo antisemitismo, che lo condussero a incriminare il consumo di carne come il male che aveva contaminato la razza ariana<ref>
Erica Joy Mannucci, ''La cena di Pitagora'', Carocci Editore, 2008, pag. 104.
</ref>.
 
L'inglese Howard Williams (1837-1931) pubblicò nel 1881 ''The Ethics of Diet'', compendio degli argomenti per il vegetarianismo e delle biografie dei maggiori esponenti antichi e moderni. Nell'opera sono fusi gli argomenti etici e scientifici in un credo laico di «umanità, giustizia e compassione», che per l'autore rappresentano la sola vera religione universale, portatrice di una futura rivoluzione sociale basata sull'idea di giustizia universale<ref>
Erica Joy Mannucci, ''La cena di Pitagora'', Carocci Editore, 2008, pag. 105.
</ref>.
 
Un'altra figura importante di questo periodo è l'inglese Henry S. Salt (1851-1939), vegetariano etico che difende instancabilmente con numerose opere quelli che comincia l'autore stesso a chiamare ''animal rights'' (diritti animali), all'interno di una più ampia visione umanitaria in cui si impegna attivamente per l'abolizione della pena di morte e la riforma carceraria. Salt vedeva anche una evidente contraddizione in chi dichiarava di battersi per la protezione degli animali continuando a seguire una dieta carnea. Nel 1891 fondò la Humanitarian League, per comabattere l'ingiustizia, la disuguaglianza e la crudeltà sia verso gli esseri umani sia verso gli altri animali<ref>
Erica Joy Mannucci, ''La cena di Pitagora'', Carocci Editore, 2008, pagg. 105, 108.
</ref>.
 
Il celebre scrittore Lev Tolstoj (1828-1910) passa al vegetarianismo nel 1885, durante il suo periodo di profonda crisi spirituale che lo spinge ad adottare una posizione di difesa non-violenta per gli oppressi. L'autore nel suo ''Il primo passo'' indica il vegetarianismo quale primo passo verso un autocontrollo a cui tutti gli esseri umani dovrebbero aspirare. Nell'opera Tolstoj racconta delle sue visite ad un mattatoio e delle profonde impressioni che la vista degli animali uccisi ha lasciato in lui: «Non possiamo fingere di non sapere. Non siamo struzzi e non possiamo credere che se ci rifiutiamo di guardare ciò che non desideraimo vedere, questo non esisterà<ref>
Erica Joy Mannucci, ''La cena di Pitagora'', Carocci Editore, 2008, pagg. 105-106.
</ref>».
 
Il politico e filosofo indiano Mohandas Gandhi (1869-1948) era cresciuto vegetariano secondo l'uso che prevaleva nella casta dei mercanti, nonostante da ragazzo compì in segreto esperimenti carnivori, concepiti come una sfida alla tradizione indù e all'imperialismo britannico. Trasferitosi a Londra a vent'anni per studiare legge, entrò presto in contatto con i membri della Vegetarian Society, di cui divenne prima socio e poi dirigente. Il suo impegno per la causa del vegetarianismo proseguì anche dopo, in Sudafrica, dove fondò due comuni vegetariane rurali<ref>
Erica Joy Mannucci, ''La cena di Pitagora'', Carocci Editore, 2008, pagg. 107-108.
</ref>.
 
Sul finire dell'Ottocento in Inghilterra il movimento vegetariano, dopo una fase di stagnazione, inizia a riprendersi velocemente, come dimostrano il numero di ristoranti vegetariani aperti in questo periodo (solo a Londra nel 1889 erano più di trenta). La composizione sociale del mondo vegetariano andava mutando: diminuivano i lavoratori e cresceva l'adesione nelle classi medie e tra gli intellettuali. Gli appassionati di ciclismo, sport appena nato, si organizzarono nel Vegetarian Cycling Club, e i periodici vegetariani non mancavano di registrare i successi degli atleti vegetariani. Il commediografo George Bernard Shaw (1856-1950), convertitosi alla dieta pitagorica dopo la lettura di Shelley, diede un notevole contributo alla diffusione della causa, battendosi anche contro la vivisezione e gli sport cruenti. Altre femministe inglesi di questo periodo furono vegetariane, come Charlotte Despard, leader della Woman's Freedom League, anch'essa convertita al vegetarianismo dalla lettura di Shelley e in contatto con Gandhi<ref>
Erica Joy Mannucci, ''La cena di Pitagora'', Carocci Editore, 2008, pagg. 109-110.
</ref>.
 
Agli inizi del Novecento l'industria alimentare inizia ad interessarsi delle potenzialità commerciali del vegetarianismo, e nel 1908 viene fondata l'International Vegetarian Union<ref>
Erica Joy Mannucci, ''La cena di Pitagora'', Carocci Editore, 2008, pag. 111.
</ref>.
 
Nel novembre del 1944 nasce in Inghilterra, a Londra, la Vegan Society, fondata da Donald Watson, che vedeva l'abbandono di latte, latticini e uova come una logica conseguenza della scelta vegetariana, dato il legame tra la produzione di questi alimenti e l'industria dell'allevamento. I vegetariani tradizionali dell'epoca rifiutavano e contrastavano questa posizione, che fino agli anni sessanta sarebbe stata accusata di estremismo sociale e come pericolosa per la salute<ref>
Erica Joy Mannucci, ''La cena di Pitagora'', Carocci Editore, 2008, pag. 123.
</ref><ref>
''[http://journals.cambridge.org/action/displayAbstract?fromPage=online&aid=814540 Health effects of vegetarian and vegan diets]'' (review): "Current knowledge of nutrition suggests that the relatively high intakes of dietary fibre, folic acid, vitamin C, vitamin E and Mg and low intake of saturated fat might all have benefits." (v. full text)
The Vegan Society, ''[http://www.vegansociety.com/about/history.aspx History]''
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''[http://www.medscape.com/viewarticle/763435 Health Implications of a Vegetarian Diet]'' (review): "It is likely that these benefits result from both a reduced consumption of potentially harmful dietary components, including saturated fat, cholesterol, animal protein, red meat, and heme iron, and an increased consumption of beneficial dietary components, including fruit, vegetables, whole grains, legumes, and nuts, which are rich in dietary fiber, antioxidants, and phytochemicals." (si noti che nell'articolo viene precisato: "There are 4 main types of vegetarian diets: (1) a lacto-ovo-vegetarian ... (2) a lacto-vegetarian ... (3) an ovo-vegetarian ... and (4) a vegan").
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Tuttavia, nei paesi meno sviluppati, l'esclusione parziale o totale dei prodotti di origine animale può provocare un più ampio e maggiore rischio di carenze nutrizionali e un rischio di inadeguatezza energetica<ref>
 
WHO, [http://www.euro.who.int/__data/assets/pdf_file/0004/98302/WS_115_2000FE.pdf ''Feeding and nutrition of infants and young children'']: "The main area of concern regarding vegetarian diets is the small but significant risk of nutritional deficiencies. These include deficiencies of iron, zinc, riboflavin, vitamin B12, vitamin D and calcium (especially in vegans) and inadequate energy intake." Il documento è un rapporto prevalentemente indirizzato alle popolazioni povere dell'ex Unione Sovietica e alle famiglie dell’Europa che vivono in condizioni di povertà (pag. 2: "The guidelines are designed for the WHO European Region, with emphasis on the countries that resulted from the dissolution of the former Soviet Union. Nutrition and feeding practices vary throughout the Region and these recommendations should be applied flexibly and be adapted to local and national needs and circumstances. Despite the wide range of socioeconomic conditions found between and within the Member States of the Region, it is believed that many recommendations can be applied universally. They are especially applicable to the most vulnerable groups of infants and young children living in deprived conditions. These are mainly found in the eastern part of the Region, but are also common in ethnic minorities and children of low-income families in western Europe.")
Durante gli anni sessanta il vegetarianismo sarà molto diffuso nel nascente movimento di rivolta giovanile antiautoritaria, come parte del rifiuto della vita borghese e della scelta di una povertà volontaria vissuta come indipendenza mentale e frugalità salubre per il corpo e lo spirito<ref>
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Erica Joy Mannucci, ''La cena di Pitagora'', Carocci Editore, 2008, pag. 124-125.
in quanto in queste aree spesso viene consumata una varietà molto limitata di alimenti e tipicamente nella dieta vi è un'eccessiva dipendenza da un alimento di base di valore nutritivo limitato, come il mais o la manioca<ref>
Proceedings of the Nutrition Society, ''Meat or wheat for the next millennium? A Debate Pro veg]'' ([http://journals.cambridge.org/action/displayAbstract?fromPage=online&aid=795552 abstract]): "Dietary inadequacy can occur because of a bulky diet that fails to provide an adequate energy intake, or because the diet consists of a limited variety of nutritious foods. This situation often occurs in developing countries where there is overdependence on a staple food of limited nutritional value, e.g. maize or cassava (Manihot esculenta). However, in developed countries the opposite is true, as vegetarians often consume a wider variety of foods than meat-eaters and are more likely to consume unrefined carbohydrate foods, salads, fruit, nuts and pulses on a regular basis. Consequently, the intakes of several nutrients, notably thiamin, folate, vitamin C, carotene, potassium and vitamin E, are higher among vegetarians than in the general population." (dall'articolo completo)
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==Note==
Nel 1975 viene pubblicato ''Liberazione animale'', del filosofo australiano Peter Singer, la prima opera contemporanea sui diritti animali che conobbe una vasta diffusione internazionale. Con questo testo Singer fornisce argomenti razionali contro il pregiudizio e la discriminazione di specie (specismo) e indica il vegetarianismo come un obbligo etico nel rispetto della vita degli animali. Singer individua nella capacità di soffrire di un individuo la sola condizione per la sua appartenenza alla sfera dei diritti naturali e – sostiene l'autore – non esiste giustificazione morale del rifiuto di valutare la sofferenza di un essere senziente alla pari di quella di un altro, a prescindere dal colore della pelle, dal genere e dalla specie. In quest'ottica il piacere del palato offerto dalla carne animale all'uomo risulta di conseguenza irrilevante a fronte dei maltrattamenti subiti dall'animale nell'allevamento e della sua uccisione<ref>
{{references|2}}
Peter Singer, ''Liberazione animale''.
</ref>.
 
''Liberazione animale'', nonostante le numerose critiche di cui è stato oggetto, ha tuttavia consentito l'avvio per un dibattito filosofico e pubblico sui diritti animali. Tra le opere più importanti in questo campo, si inserisce ''I diritti animali'', pubblicato qualche anno più tardi, nel 1983. L'autore, il filosofo statunitense Tom Regan, criticando e rigettando le posizioni di Singer, mira a dimostrare che la vita animale ha valore intrinseco e che quindi gli animali devono essere trattati non come mezzi, ma come fini: il vegetarianismo, pertanto, si configura nella teoria di Regan come una doverosa e logica conseguenza del fatto di riconoscere il diritto di vivere all'animale<ref>
Tom Regan, ''I diritti animali''.
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Nel corso degli anni e tutt'ora molti altri autori si sono confrontati su questi temi, e nonostante la diversità degli approcci sostenuti, tutti concordano nel ritenere il vegetarianismo – e, attualmente, in particolare il veganismo – una scelta morale obbligata.
 
Oggi il vegetarianismo si è consolidato come un fenomeno in genere socialmente meglio accettato e convenzionale, affiancato da una crescente diffusione di libri, siti internet e periodici dedicati e dalla nascita di associazioni locali e nazionali, e con una presenza di dimensioni crescenti sul mercato alimentare.
 
OK FINITO, DA RILEGGERE E TAGLIUZZARE
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
=Note=
<references />