Elea-Velia: differenze tra le versioni

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{{nota disambigua|l'antica città del Peloponneso|Elis (Grecia)|Elea}}
{{avvisounicode}}
{{Sito archeologico
{{Nota disambigua|il comune cilentano|[[Novi Velia]]}}
|Nome =
{{Nota disambigua|il primo [[supercomputer]] a transistor|[[Olivetti Elea]]}}
|Nome_altro = Hyele
{{tmp|sito archeologico}}
|Immagine = Velia Excavation and Tower.jpg
{{immagine grande|Elea (Velia) - theatre.jpg|700px|<center>Resti di un teatro greco nel sito archeologico di Elea-Velia.</center>}}
|LarghezzaImmagine =
|Didascalia = Vista degli scavi archeologici
|Civiltà = [[Magna Grecia]]
|Utilizzo =
|Stile =
|Epoca = 541-535 a.C. - fine età imperiale
<!-- Localizzazione -->
|Stato =ITA
|Suddivisione1 = Campania
|Suddivisione2 = Provincia di Salerno
|Suddivisione3 = [[Ascea]]
|Altitudine =
<!-- Dimensioni -->
|Superficie = 6000000
|Altezza =
|Larghezza =
|Volume =
|Inclinazione =
<!-- Scavi -->
|Data_scoperta =
|Date_scavi =
|Organizzazione_scavi =
|Archeologo =
<!-- Amministrazione -->
|Parte di =
|Ente = Parco archeologico di Paestum e Velia
|Responsabile = Tiziana D'Angelo
|Visitabile = sì
|Sito_web = https://www.museopaestum.beniculturali.it/
}}
{{UNESCO
|tipoBene = patrimonio
|nome = [[Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano]] con i siti archeologici di [[Paestum]] e Velia, e la Certosa[[certosa di Padula]]
|nomeInglese = Cilento and Vallo di Diano National and Alburni Park with the Archeological sites of Paestum and Velia, and the Certosa di Padula
|immagine = Velia Porta Rosa Interno P1170084.JPG
|anno = 1998
|anno2 = 1997
|tipologia = Culturali
|criterio = (iiiIII) (ivIV)
|pericolo = Nessuna indicazione
|link = 842
}}
{{Approfondimento
'''Elea''' ([[Lingua greca|greco]]: Ελαία), denominata in [[epoca romana]] '''Velia''', è un'antica [[polis]] della [[Magna Grecia]].
|larghezza=275px
L'area archeologica è attualmente localizzata nel comune di [[Ascea]] in provincia di [[Salerno]], all'interno del [[Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano]].
 
== Origine del toponimo ==
{{Nota
|titolo=Le diverse forme del nome greco
|contenuto=
Lo storico e geografo greco [[Strabone]] narra della città di '''Elea''' nella sua ''[[Geografia (Strabone)|Geografia]]'' (VI, 252), specificando però che i fondatori, i [[FocesiFocei]], la chiamarono inizialmente '''Vele'''con ola '''Hyele''',grafia nomegreca chedi poi{{polytonic|Ὑέλη}} venne cambiato in '''Ele''' per finire con ''('Elea'Huélē'').
 
A tal riguardo bisogna ricordare che la lingua parlata dai Focesi era il [[dialetto dorico]] che differisce per suoni e per grafia sia dal [[dialetto attico|Greco]] usato dagli storiografi del tempo che dalle lingue parlate dai [[lingue italiche|popoli latini]], che successivamente influenzarono la cultura dei coloni greci stanziatisi sul territorio campano.
C'è da tenere conto che i fondatori usavano un alfabeto greco più arcaico rispetto a quello di Strabone (come testimoniano le monete più antiche), ed usavano quindi il "[[digamma]]", una delle lettere perse di quell'alfabeto. Il digamma, {{unicode|Ϝ}}, che, come si vede è graficamente simile ad una F, si pronuncia come la ''v'' italiana, dando quindi al nome della città il suono di "Vele" ({{unicode|Ϝ}}έλη). Nella trascrizione, però, già molti Focei non usavano più il digamma, trascrivendo quindi la lettera {{unicode|Ϝ}} con Ύ e trasformando "Vele" in "Hyele" (Ύέλην).
Neanche [[Antioco di Siracusa]], la fonte a cui si rifà Strabone, aveva a disposizione il digamma, scegliendo però di ignorare la lettera e trascrivendo semplicemente "Ele" (Έλην).
 
Gli eleatici - come testimoniano anche le monete più antiche - usavano un alfabeto greco arcaico che includeva e utilizzava ancora la lettera del [[digamma]], {{unicode|Ϝ}}, corrispondente al grafema latino ''v'' e al fonema semiconsonantico /w/. È per questo che i parlanti latini hanno successivamente traslitterato il toponimo aggiungendo una ''V'' iniziale.
Per quel che riguarda la scrittura "Elea" (Ελέαν), si tratta d'una deformazione attica che non si riscontra prima di [[Platone]], nel [[IV secolo a.C.]]: due secoli, cioè, dopo la fondazione della città.
 
Così deve assumersi che il nome di questo luogo passò da un non attestato {{polytonic|*Ϝελᾱ}} (''Welā'') alla grafia attica {{polytonic|Ὑέλη}} (''Huélē''; latinizzata in ''Hyele'') così come riportata da Strabone e da [[Antioco di Siracusa]], la fonte a cui si rifaceva il primo. La comparsa della vocale [[ypsilon]] a inizio parola indica una successiva grecizzazione del latino ''*Vela'' (poi ''Vele''), non più trascritta utilizzando la obsoleta consonante del [[digamma]].
 
Quanto alla forma {{polytonic|Ἐλέᾱ}} (''Eléā'') sembra trattarsi di una successiva variante attica che non si riscontra prima di [[Platone]], nel [[IV secolo a.C.]], cioè due secoli dopo la fondazione della città. Da quest'ultima forma viene quindi la grafia latina di '''Velia''' (pronunciato classicamente /ˈu̯e.li.a/).
 
Da queste ultime due forme derivano direttamente le italiane Elea e Velia, che ricalcano fedelmente i rispettivi accenti (''Eléa'' e Vélia'').
}}
'''Elea''' ({{Lang-grc|Ἐλέα}}), denominata in [[epoca romana]] '''Velia''', è un'antica [[polis]] della [[Magna Grecia]].
Lo storico e geografo greco [[Strabone]], nella sua ''[[Geografia (Strabone)|Geografia]]'', parla della città di Elea-Velia<ref name="StraboneVI-1-1">[[Strabone]], ''[[Geografia (Strabone)|Geografia]]''. (Libro VI, 1, 1)</ref>, specificando che i [[Focei]], suoi fondatori, la chiamarono inizialmente '''Hyele''', nome che poi divenne '''Ele''' e infine '''Elea'''.
L'area archeologica è localizzata in contrada Piana di Velia, nel comune di [[Ascea]], in [[provincia di Salerno]], all'interno del [[Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni|parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano e Alburni]]. L'accesso al sito archeologico è da Via di [[Porta Rosa]].
 
== Origine del toponimo ==
I [[Civiltà romana|Romani]] per il nome della città adottarono la forma Velia, attestata a partire da [[Cicerone]].
Lo storico e geografo greco [[Strabone]], nella sua ''[[Geografia (Strabone)|Geografia]]'', parla della città di Elea-Velia<ref>[[Strabone]], ''[[Geografia (Strabone)|Geografia]]'', Libro VI, 1, 1.</ref>, specificando che i [[Focei]], suoi fondatori, la chiamarono inizialmente {{polytonic|῾Υέλη}} (''Huélē''), nome che però dopo alcune variazioni divenne per i grecofoni ''Elea''.
 
I toponimi[[Civiltà localiromana|Romani]] influenzatiadottarono dalla nomeforma '''Velia''', sonoper iil vicininome comunidella [[Cilento|cilentani]]città, diattestata [[Novia Velia]]partire eda [[Casal VelinoCicerone]].
 
Ad oggi esistono alcuni toponimi [[Cilento|cilentani]] che derivano dal nome latino di "Velia" sono: [[Novi Velia]], [[Casal Velino]], [[Castelnuovo Cilento|Velina]] e [[Acquavella]].
== Scavi di Velia ==
[[File:Velia, anno 1966 - Venturino Panebianco, Pietro Ebner, Mario Attilio Levi e Giovanni Pugliese Carratelli.jpg|thumb|300px|Lo stato degli scavi del Quartiere meridionale nel 1966, nei pressi del {{polytonic|βόϑρος}} detto "pozzo sacro". Da destra a sinistra: [[Giovanni Pugliese Carratelli]], [[Mario Attilio Levi]], [[Pietro Ebner]] e Venturino Panebianco]]
 
== Parco archeologico di Elea-Velia ==
Gli scavi, vicini alla ferrovia e non lontani da Ascea Marina, sono visitabili tutti i giorni. Dell'antica città restano l'[[porto|Area Portuale]], Porta Marina, [[Porta Rosa]], le [[Terme]] [[Ellenismo|Ellenistiche]] e le [[Terme romane]], l'[[Agorà]], l'[[Acropoli]], il [[Quartiere]] Meridionale e il Quartiere Arcaico.
In prossimità dell'ingresso si trova un ampio parcheggio gratuito non custodito né ombreggiato, e un gruppo di moderni edifici in cemento armato, legno e vetro, destinati a biglietteria, esposizione, ristoro, servizi igienici e vendita di souvenirs costruito con i finanziamenti POR Campania 2000-2006 per la valorizzazione del parcoParco archeologico di Ascea Elea-Velia nell’ambitonell'ambito di un progetto cofinanziato dall’dall'[[Unione Europeaeuropea]]. Di questi solo la biglietteria èera utilizzata, mentre gli altri risultanorisultavano in stato di abbandono sin dal loro completamento. Addirittura: gli scaffali era accatastati e non sonoerano nemmeno stati montati<ref>Corriere del Mezzogiorno, 5 gennaio 2011 [http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2011/5-gennaio-2011/parco-velia-porta-rosa-inaccessibile-pozzo-hermes-stagno-le-rane--181199116378.shtml Testo dell'articolo]</ref>. Al 2024, invece, le strutture adiacenti la biglietteria sono pienamente funzionanti, con possibilità di acquisto di souvenir, libre, guide, oltre ai servizi igienici.<ref>Visita privata effettuata a giugno 2024</ref>
 
Nel 2016 l'area archeologica ha fatto registrare 33&nbsp;380 visitatori.<ref name="visitatori">{{cita web|url=http://www.beniculturali.it/mibac/multimedia/MiBAC/documents/feed/pdf/Tabella-imported-64702.pdf|titolo=Dati visitatori dei siti museali italiani statali nel 2016|formato=pdf|accesso=17 gennaio 2017|dataarchivio=10 gennaio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170110014613/http://www.beniculturali.it/mibac/multimedia/MiBAC/documents/feed/pdf/Tabella-imported-64702.pdf|urlmorto=sì}}.</ref>.
 
[[File:Velia Statistiche.png|centro|miniatura|388x388px|Dati sulle affluenze del Parco archeologico di Elea-Velia (fonte: www.statistica.beniculturali.it).]]
 
== Storia della città ==
[[File:Velia, anno 1966 - Venturino Panebianco, Pietro Ebner, Mario Attilio Levi e Giovanni Pugliese Carratelli.jpg|thumb|Lo stato degli scavi del Quartiere meridionale nel 1966, nei pressi del {{polytonic|βόϑρος}} detto "pozzo sacro". Da destra a sinistra: [[Giovanni Pugliese Carratelli]], [[Mario Attilio Levi]], [[Pietro Ebner]] e [[Venturino Panebianco]]|400x400px]]
'''Elea''' fu fondata nella seconda metà del VI secolo a.C., da esuli [[Focei]] in fuga dalla [[Ionia]] (sulle coste dell'attuale [[Turchia]], nei pressi del golfo di [[Smirne]]) per sfuggire alla pressione militare [[Persiani|persiana]]. La fondazione avvenne a seguito della [[Battaglia di Alalia]], combattuta dai Focei di [[Alalia]] contro una coalizione di [[Etruschi]] e [[Cartaginesi]], evento databile a un arco temporale che va dal [[541 a.C.|541]] al [[535 a.C.]]
Elea fu fondata nella seconda metà del VI secolo a.C., da esuli [[Focei]] in fuga dalla [[Ionia]] (sulle coste dell'attuale [[Turchia]], nei pressi del golfo di [[Smirne]]) per sfuggire alla pressione militare [[Persiani|persiana]]. La fondazione avvenne a seguito della [[Battaglia di Alalia]], combattuta dai Focei di [[Alalia]] contro una coalizione di [[Etruschi]] e [[Cartaginesi]], evento databile a un arco temporale che va dal [[541 a.C.|541]] al [[535 a.C.]]
 
La città fu edificata sulla sommità e sui fianchi di un promontorio, comprato dai Focei agli [[Enotri]], situato tra [[Punta Licosa]] e [[Capo Palinuro|Palinuro]]. Fu inizialmente chiamata ''Hyele'', dal nome della sorgente posta alle spalle del promontorio.
 
Intorno al V secolo a.C., la città era felicemente nota per i floridi rapporti commerciali e la politica governativa. Assunse anche notevole importanza culturale per la sua scuola filosofica [[Presocratici|presocratica]], conosciuta come [[Scuola eleatica]], fondata da [[Parmenide]], con probabili influenze di [[Senofane]], e portata avanti dall'allievo [[Zenone di Elea|Zenone]]. Nel IV secolo entrò nella lega delle città impegnate ad arrestare l'avanzata dei [[Lucani]], che avevano già occupato la vicina [[Poseidonia]] (Paestum) e minacciavano Elea.
 
Con Roma, invece, Elea intrattenne ottimi rapporti: fornì navi per le [[guerre puniche]] (III-II secolo) e inviò giovani sacerdotesse per il culto a [[Demetra]] (Cerere), provenienti dalle famiglie aristocratiche del posto. Divenne infine luogo di villeggiatura e di cura per aristocratici romani, forse grazie anche alla presenza della scuola medico-filosofica.
 
Nell'88 a.C. Elea fu ascritta alla tribù ''[[Gens Romilia|''Romilia'']]'', divenendo municipio romano con il nome di Velia (cfr. la scheda a lato, ''Le diverse forme del nome greco''), ma con il diritto di mantenere la [[greco antico|lingua greca]] e di battere moneta propria. Nella seconda metà del I secolo servì come base navale, prima per [[Marco Giunio Bruto|Bruto]] (44 a.C.) e poi per [[Augusto|Ottaviano]] (38 a.C.). La prosperità della città continuò fino a tutto il I secolo d.C., quando si costruirono numerose ville e piccoli insediamenti, unitamente a nuovi edifici pubblici e alle ''thermae'', ma il progressivo insabbiamento dei porti e la costruzione, avviata nel 132 a.C., della [[Via Capua-Rhegium|Via Popilia]] che collegava Roma con il sud della penisola tagliando fuori Velia, condussero la città a un progressivo isolamento e impoverimento.
 
Dalla fine dell'età imperiale, gli ultimi abitanti furono costretti a rifugiarsi nella parte alta dell'Acropoli per sfuggire all'avanzamento di terreno paludoso, e l'insediamento è riportato nei codici con vari nomi, corrispondenti a differenti periodi, tra cui [[Castellammare della Bruca]]. Alla fine del Medioevo, nel 1420, diventò feudo dei Sanseverino che però sarà presto donato alla [[Basilica della Santissima Annunziata Maggiore|Real Casa dell'Annunziata di Napoli]]. Dal 1669 non è più censito alcun abitante sul posto, e le tracce della città si perdono nelle paludi. Solo nell'Ottocento l'archeologo [[François Lenormant]] comprese che l'importanza storica e culturale del luogo si prestava a interessanti studi e approfondimenti, tuttora in corso, ma va anche rilevato che purtroppo, a causa degli scavi iniziati nel secolo scorso, l'abitato superstite dall'epoca medievale fino al Seicento fu quasi completamente distrutto.
 
== Geografia della città ==
[[File:Velia2.jpg|thumb|left|I ruderi di Castellammare della Bruca sul promontorio dove sorgeva l'acropoli di Elea.|270x270px]]
La città è sita sulla [[Costiera Cilentana]], non lontana da [[Vallo della Lucania]], circa 90 [[Chilometro|km]] a [[sud]] di [[Salerno]].
La città è situata sulla [[Costiera Cilentana]], non lontana da [[Vallo della Lucania]], circa 90 [[Chilometro|km]] a [[sud]] di [[Salerno]].
 
La pianura a nord della città antica è solcata dal fiume [[Alento (Campania)|Alento]] e dal suo affluente di sinistra, il [[Palistro]], in passato dotato di autonomo sbocco in mare.
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A sud dell'acropoli, a breve distanza da questa, sfocia la Fiumarella di Santa Barbara.
 
Il materiale sedimentato dai tre fiumi ha determinato col tempo l'interramento dello specchio antistante la città, causando la scomparsa delle due isole Enotridi, fornite di approdi, di cui ci parla Strabone.<ref name="StraboneVI-1-1">Strabone, ''Geografia''. (Libro VI, 1, 1)</ref><br />
Dell'esistenza delle due isole ci viene conferma da [[Gaio Plinio Secondo|Plinio il Vecchio]] che ce ne fornisce sia l'ubicazione (''contra Veliam'') che i nomi (''Isacia'' e ''Pontia'').<ref>Plinio, ''Naturalis Historia''. (Libro III, 85)</ref>
 
Gli stessi fenomeni hanno causato l'avanzamento della linea di costa che oggi fa apparire la zona collinare su cui sorge l'acropoli, un tempo un promontorio, come un'altura non più lambita dal vicino mare.
Quest'altura, a seguito della perdita della memoria dell'esistenza della colonia focea, ha assunto il toponimo di ''[[Castellammare della Bruca]]''.
 
== Scuola Eleaticaeleatica ==
{{vedi anche|Scuola eleatica}}
Tra i motivi che fanno di '''Velia''' un [[patrimonio dell'umanità]] va sicuramente menzionata la [[scuola eleatica]], una scuola [[filosofia|filosofica]] che ha potuto vantare, fra i suoi esponenti, [[Parmenide]], [[Zenone di Elea]] e [[Melisso di Samo]]. [[Senofane di Colofone]] è stato a lungo considerato un filosofo della tradizione eleatica per la scelta stilistica di scrivere in versi: la critica dell'antropomorfismo religioso e dei valori della classe aristocratica sono invece chiari esempi della sua impostazione ionica (la stessa [[Colofone]] è, infatti, nella [[Ionia]]).
 
== Il ''logos''racconto erodoteo sulla fondazione di Elea ==
Sulla fondazione di Elea disponiamo di un affascinante resoconto fornitoci da [[Erodoto]].
 
=== Focea e i viaggi sui mari ===
[[File:Velia Porta Rosa Interno P1170084.JPG|thumb|La [[Porta Rosa]]|375x375px]]
[[File:Velia2.jpg|thumb|right|200px|Torre di Velia]]
[[File:VeliaSNGANS 1202.jpg|thumb|rightleft|200px|Porta[[Dracma]] Rosadel 535-510 a.C.|268x268px]]
Secondo Erodoto i focei erano stati i primi, tra i [[Greci]], a navigare su lunghe distanze, solcando i mari non con arrotondate imbarcazioni mercantili ma su navi a cinquanta remi (le [[Pentecontera|pentecontere]]), esplorando per primi l'[[Adriatico]], la [[Etruria|Tirrenia]] e l'[[Penisola iberica|Iberia]] e spingendosi fino a [[Tartesso]].
[[File:SNGANS 1202.jpg|thumb|right|200px|[[Dracma]] del 535-510 a.C.]]
Qui si stabilirono intrattenendo relazioni fraterne con il re locale [[Argantonio]].
Secondo Erodoto i focei erano stati i primi, tra i [[Greci]], a navigare su lunghe distanze, solcando i mari non con arrotondate imbarcazioni mercantili ma su navi a cinquanta remi (le [[Pentecontera|pentecontere]]), esplorando per primi l'[[Adriatico]], la [[Etruria|Tirrenia]] e l'[[Penisola iberica|Iberia]] e spingendosi fino a [[Tartesso]].
Questi, di fronte alle pressioni di Arpago,<ref>Si tratta, secondo l'interpretazione prevalente, di un generale di [[Ciro II di Persia|Ciro]] o, secondo altri, dello stesso Ciro.</ref> tentò di convincerli ad abbandonare la Ionia e ad insediarsi nei paraggi, in qualunque luogo scegliessero, ma, vista l'inutilità dei suoi sforzi, li rifornì di abbondante denaro per rinforzare le mura di Focea e far fronte alle minacce dei [[Medi]].<br />Fu così che le mura di Focea, costituite di grossi blocchi ben connessi, si svilupparono su un perimetro di molti [[Stadio (unità di misura)|stadi]].
Qui si stabilirono intrattenendo relazioni fraterne con il re locale [[Argantonio]].
Questi, di fronte alle pressioni di Arpago,<ref>Si tratta, secondo l'interpretazione prevalente, di un generale di [[Ciro II di Persia|Ciro]] o, secondo altri, dello stesso Ciro.</ref> tentò di convincerli ad abbandonare la Ionia e ad insediarsi nei paraggi, in qualunque luogo scegliessero, ma, vista l'inutilità dei suoi sforzi, li rifornì di abbondante denaro per rinforzare le mura di Focea e far fronte alle minacce dei [[Medi]].<br /> Fu così che le mura di Focea, costituite di grossi blocchi ben connessi, si svilupparono su un perimetro di molti [[Stadio (unità di misura)|stadi]].
 
=== L'assedio alla città ===
Quando la città fu cinta d'assedio da Arpago, ai Focei fu avanzata la proposta di una resa onorevole. In cambio veniva pretesa la simbolica distruzione di un solo bastione e la consacrazione di un edificio a [[Ciro II di Persia|Ciro]].
I Focei, chiesero un giorno di tempo per decidere, durante il quale il l'assedio doveva esser momentaneamente allentato.
 
Arpago concesse loro la tregua pur non facendo mistero di averne intuito i propositi.
Fu così che i Focei misero in mare le loro navi e, caricatele di tutta la popolazione, di tutti i beni che potevano, incluse statue votive ed offerte tratte dai templi, ad eccezione delle statue in bronzo e in pietra e dei dipinti, si allontanarono dalla città abbandonandola al suo destino.
 
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=== La battaglia di Alalia ===
{{vedi anche|Battaglia di Alalia}}
Giunti a Cirno vi eressero templi, coabitando per cinque anni con i precedenti coloni. Ma le loro scorrerie [[Pirateria|piratesche]] spinsero [[Civiltà etrusca|Etruschi]] e [[Cartaginesi]] ad allearsi e ad armare contro di loro una flotta di 120 navi (60 per parte). I Focei, armate le loro sessanta pentecontere, mossero incontro ai nemici nel mare chiamato Sardonio. Dalla battaglia risultarono vincitori, ma a prezzo di gravi perdite:<ref>Una [[vittoria cadmea]], secondo la dizione erodotea: l'espressione proverbiale probabilmente si riferisce alla lotta fratricida di [[Eteocle]] e [[Polinice (mitologia)|Polinice]], figli di [[Edipo]] e discendenti di [[Cadmo]], che si uccisero l'un l'altro per il possesso di [[Tebe (Greciacittà greca antica)|Tebe]] (la rocca cadmea). Secondo [[Jérôme Carcopino]] si riferirebbe invece ai rovesci subiti dallo stesso Cadmo durante la vicenda che lo portò alla fondazione della ''rocca cadmea'' Tebe. Oggi diremmo anche: ''una [[vittoria di Pirro]].''</ref> quaranta delle loro navi rimasero infatti distrutte e le rimanenti venti, con i rostri spezzati, erano inservibili alla guerra.<br />
Sbarcarono ad [[Alalia]] e, presi a bordo donne e bambini, salparono verso [[Reggio Calabria|Reggio]].
 
Il 1 febbraio 2022 furono annunciati i risultati della campagna di scavi che hanno portato alla riemersione del tempio arcaico dedicato ad Atena, sull'acropoli di Velia. La struttura del tempio più antico avrebbe una datazione al 540-530 a.C., negli anni successivi alla battaglia di Alalia. Per l'occasione, il Direttore Generale dei Musei e Direttore Avocante del Parco Archeologico di Paestum e Velia, Massimo Osanna, dichiarò: “Con tutta probabilità in questo ambiente vennero conservate le reliquie offerte alla dea Athena dopo la battaglia di Alalia, lo scontro navale che vide affrontarsi i profughi greci di Focea e una coalizione di Cartaginesi ed Etruschi, tra il 541 e il 535 a.C. circa, al largo del mar Tirreno, tra la Corsica e la Sardegna. Liberati dalla terra solo qualche giorno fa, i due elmi devono ancora essere ripuliti in laboratorio e studiati. Al loro interno potrebbero esserci iscrizioni, cosa abbastanza frequente nelle armature antiche, e queste potrebbero aiutare a ricostruire con precisione la loro storia, chissà forse anche l’identità dei guerrieri che li hanno indossati. Certo si tratta di prime considerazioni che già così chiariscono molti particolari inediti di quella storia eleatica accaduta più di 2500 anni fa”<ref>ClassiCult, 1 febbraio 2022 [https://www.classicult.it/acropoli-di-velia-tempio-arcaico-di-atena/ Testo dell'articolo]</ref>.
 
=== Vendetta e catarsi degli Agillei ===
Gli avversari si divisero gli equipaggi delle navi affondate e gli Etruschi di Agilla,<ref>''Agilla'', o ''Agylla'': il nome con cui i greci chiamavano [[Cerveteri]].</ref> ottenutane la maggior parte li condussero fuori delle mura per lapidarli a morte. Ne seguirono eventi prodigiosi: chiunque passasse sul luogo dell'eccidio, uomo pecora o bestia da soma, ne rimaneva storpio e paralitico.
 
Fu così che gli agillei andarono a [[Delfi (città antica)|Delfi]] desiderosi di conoscere dalla [[Pizia]] la via per porre riparo alla maledizione. E la Pizia suggerì loro la [[catarsi]]: stabilire, in onore dei morti, l'usanza di compiere sacrifici e di consacrare ai Focei una competizione atletica ed equestre per gli anni a seguire, una tradizione ancor viva ai tempi di Erodoto.
 
=== Da Reggio a Hyele: tutte le colpe di un oracolo frainteso ===
Quelli che si erano rifugiati a Reggio risalirono la costa e raggiunsero, in terra [[Enotri]]a, una città allora chiamata Hyele (Ὑέλη).<br />
Lì un [[Paestum|posidionate]] rivelò ai focei come in passato avessero frainteso l'oracolo della Pizia: secondo il responso infatti, avrebbero dovuto attestare con santuari il culto dell'eroe [[Cirno]],<ref>Eroe mitologico, figlio di [[Eracle]], [[eponimo]] della [[Corsica]].</ref> piuttosto che insediarsi essi stessi sull'isola di Cirno.<br />
Convinti del loro precedente errore dall'argomentazione del posidoniate, si risolsero a prendere possesso della città enotria.<ref>La connessione tra il sito che sarà di Elea e una preesistente città enotria è suggerita dalla lettura del testo erodoteo e confermata da [[Gaio Plinio Secondo|Plinio]] (''[[Naturalis historia]]'', III, 85). Si veda l'articolo di [[Marcello Gigante]], ''Il logos erodoteo sulle origini di Velia'', p. 301, citato in bibliografia.</ref>
 
== Olivetti Elea ==
 
== Curiosità ==
In onore dell'antica città, [[Adriano Olivetti]] volle che fosse denominata [[Olivetti Elea|ELEA]] la generazione di [[supercomputer]] [[Olivetti]] sviluppati negli [[anni 1950|anni '50]] del [[XX secolo|Novecento]], il cui modello [[Olivetti Elea 9003|Elea 9003]] fu il primo [[supercomputer]] commerciale interamente a [[transistor]] della [[storia dell'informatica]]<ref >[[Franco Filippazzi]], [http://www.scribd.com/doc/16394680/filippazzi08 «Gli elaboratori elettronici Olivetti negli anni 1950-1960»], [[Università di Udine]] - 21 maggio 2008, pp. 4-5 (dallo [[SCRIBD|Scribd repository]])</ref><ref>Gregorio Cosentino e Maurizio Bruschi, ''1977-2007 trent'anni di domanda e offerta ICT nella pubblica amministrazione italiana'', [[Giuffrè editore]], 2007 (p. 146)</ref>. Elea fu anche il nome scelto da [[Carlo De Benedetti]], nel 1979, per la scuola di formazione aziendale della [[Olivetti]], affidata alla presidenza di [[Pier Giorgio Perotto]]: la scelta, oltre che un riferimento alla macchina, intendeva sottolineare la centralità dell'uomo nella sfera tecnologia<ref>Gregorio Cosentino e Maurizio Bruschi, ''1977-2007 trent'anni di domanda e offerta ICT nella pubblica amministrazione italiana'', [[Giuffrè editore]], 2007 (p. 146)</ref>
In onore dell'antica città, [[Adriano Olivetti]] volle che fosse denominata [[Olivetti Elea|ELEA]] la generazione di [[supercomputer]] [[Olivetti]] sviluppati negli [[anni 1950|anni cinquanta]] del [[XX secolo|Novecento]], il cui modello [[Olivetti Elea 9003|Elea 9003]] fu il primo [[supercomputer]] commerciale interamente a [[transistor]] della [[storia dell'informatica]]<ref>[[Franco Filippazzi]], [http://www.scribd.com/doc/16394680/filippazzi08 «Gli elaboratori elettronici Olivetti negli anni 1950-1960»], [[Università di Udine]] - 21 maggio 2008, pp. 4-5 (dallo [[SCRIBD|Scribd repository]])</ref><ref>{{cita|Cosentino, Bruschi 2007|p. 146}}.</ref>. Elea fu anche il nome scelto da [[Carlo De Benedetti]], nel 1979, per la scuola di formazione aziendale della [[Olivetti]], affidata alla presidenza di [[Pier Giorgio Perotto]]: la scelta, oltre ad essere un riferimento alla macchina, intendeva sottolineare la centralità dell'uomo nella sfera della tecnologia.<ref>{{cita|Cosentino, Bruschi 2007|p. 147}}.</ref>
 
== Personalità legate a Elea-Velia ==
* [[Parmenide]]
* [[Zenone di Elea|Zenone]]
* [[Trebazio]]
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
* {{cita libro |autore1=Gregorio Cosentino |autore2=Maurizio Bruschi |titolo=1977-2007 trent'anni di domanda e offerta ICT nella pubblica amministrazione italiana |editore=[[Giuffrè editore]] |anno=2007 |url=http://books.google.ca/books?id=dxOGE0t58gcC&dq=1977-2007+trent%27anni+di+domanda+e+offerta+ICT+nella+pubblica+amministrazione+italiana&q=velia#v=snippet&q=velia&f=false |accesso=20 gennaio 2014 |cid=Cosentino, Bruschi 2007 }}
* [[Marcello Gigante]], ''Il logos erodoteo sulle origini di Velia'' in ''La parola del Passato'', [[Gaetano Macchiaroli editore]], CVIII-CX, maggio-ottobre 1966, p. 297 e segg.
* [[Marcello Gigante]], ''Il logos erodoteo sulle origini di Velia'' in ''La parola del Passato'', [[Gaetano Macchiaroli editore]], CVIII-CX, maggio-ottobre 1966, pp. 108-110 e 295-317.
* a cura di Giovanna Greco e [[Fritz Krinzinger]], ''Velia. Studi e ricerche'', Modena, F. C. Panini, 1994 ISBN 8876863087
* a cura di [[Fritz Krinzinger]] e Giuliana Tocco Sciarelli, ''Neue Forschungen in Velia. Akten des Kongresses "La Ricerca Archeologica a Velia", (Rom, 1.-2. Juli 1993)'', 2 voll., veranst. vom Historischen Institut beim Österreichischen Kulturinstitut in Rom und von der Soprintendenza Archeologica per le Province di Salerno, Avellino e Benevento, 1999
*Peter Kingsley, ''Nei luoghi oscuri della saggezza'', Marco Tropea, 2001 (traduzione di ''In the dark places of wisdom'', 1999) ISBN 9788843803187
 
== Voci correlate ==
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* [[Zenone di Elea]]
* [[Paestum]]
* [[Leucippo (filosofo)]]
* [[Porta Rosa]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Elea-Velia}}
 
== Collegamenti esterni ==
* [http://www.archeosa.beniculturali.it/index.php?center=sito&id_sito=3 Parco archeologico di Elea-Velia] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140101223735/http://www.archeosa.beniculturali.it/index.php?center=sito&id_sito=3 |date=1 gennaio 2014 }} - Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta
* {{en}}[http://www.magnagraecia.nl/coins/Lucania_map/Velia_map/Velia.html Magna Grecia coins] dal sito MagnaGraecia.nl
* [https://web.archive.org/web/20131229200634/http://www.cir.campania.beniculturali.it/luoghi-della-cultura/il-parco-archeologico-di-eleia-velia Parco archeologico di Eleia-Velia] - Circuito Informativo Regionale della Campania per i Beni Culturali e Paesaggistici
 
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{{Città romane della Regio III Lucania et Bruttii}}
{{Costiera cilentana}}
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