Fratelli di Gesù: differenze tra le versioni

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I '''fratelli di Gesù''' ({{Lang-grc|1=ἀδελφοὶ|2=adelphoi|3=fratelli|p=no}}) sono menzionati in alcuni brani del [[Nuovo Testamento]] e in alcuni scritti di autori [[Cristianesimo|cristiani]] successivi.
{{Avvisounicode}}
I "'''fratelli di Gesù'''" sono menzionati in alcuni brani del [[Nuovo Testamento]] e in alcuni scritti di autori cristiani successivi. Sono quattro maschi ([[Giacomo il Giusto|Giacomo]], [[Giuseppe (parente di Gesù)|Giuseppe]], [[Simone (parente di Gesù)|Simone]] e [[Giuda (parente di Gesù)|Giuda]]) e un imprecisato numero di "sorelle" (anonime); sono noti anche con il termine tecnico ''desposyni'' (dal greco δεσπόσυνος, ''del Signore'', sottinteso ''fratelli''). Secondo la Bibbia ({{passo biblico2|1Corinzi|9,5}}) avevano moglie, come gli apostoli, e nel caso di [[Giuda Taddeo]] sono stati documentati discendenti in fonti extrabibliche.
 
Nel [[Vangelo secondo Marco]] ({{Passo biblico|Mc|6,3|libro=no}}) e in quello di [[Vangelo secondo Matteo|Matteo]] ({{Passo biblico|Mt|13,55|libro=no}}) vengono menzionati quattro maschi, [[Giacomo il Giusto|Giacomo]], [[Giuseppe (parente di Gesù)|Giuseppe]], [[Simone (parente di Gesù)|Simone]] e [[Giuda (parente di Gesù)|Giuda]] e un imprecisato numero di sorelle (anonime): secondo [[Epifanio di Salamina]] le sorelle erano due, una chiamata Salomè e l'altra Anna oppure Maria.<ref name="Epifanio">{{Cita libro |autore=[[Epifanio di Salamina]] |curatore1= Frank Williams |curatore2=Karl Holl |titolo=The Panarion of Epiphanius of Salamis: De fide. Books II and III |annooriginale=fine IV secolo |anno=2013 |editore=Brill |città=Leiden |isbn= 978-90042-2841-2 |p=623 |url=https://books.google.com.mx/books?id=tKtzRNP0Z70C&pg=PA623&q=salome |lingua=en}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=[[Epifanio di Salamina]] |traduttore=Young Richard Kim |titolo=Ancoratus 60:1 |url=https://books.google.it/books?id=gxHWAwAAQBAJ&pg=PA14 |editore=Catholic University of America Press |città=Washington |anno=2014 |annooriginale=fine IV secolo |isbn=978-0-8132-2591-3 |p=144 |lingua=en}}</ref>
Data la sporadicità degli accenni e la [[polisemia]] del termine "fratello" nelle lingue semitiche<ref>Nella Bibba ebraica i termini "fratello" e "sorella" designano spesso parenti di grado anche molto più lontano del primo, tanto più che nell'ebraico antico non si ritrova un preciso vocabolo per indicare esclusivamente il cugino. Cfr. [[Giuseppe Ricciotti]], ''Vita di Gesù Cristo'', Mondadori, 1962.</ref> sono state proposte diverse interpretazioni:
* che fossero fratelli di sangue, figli di Maria e di Giuseppe (o comunque del padre di Gesù);
* che fossero fratellastri, figli di un matrimonio precedente di Giuseppe;
* che fossero cugini di Gesù.
 
Data la sporadicità degli accenni e la [[polisemia]] del termine "fratello" nelle lingue semitiche<ref group=Nota name="ricciotti">Nella Bibbia ebraica i termini "fratello" e "sorella" designano spesso parenti di grado anche molto più lontano del secondo, tanto più che nell'[[Lingua ebraica|ebraico]] antico non si ritrova un preciso vocabolo per indicare esclusivamente il cugino (Cfr. [[Giuseppe Ricciotti]], ''[[Vita di Gesù Cristo]]'', Mondadori, 1941).</ref> sono state proposte diverse interpretazioni:
Dal punto di vista confessionale, sono in genere considerati ''fratelli'' dalle [[Chiese protestanti]], ''fratellastri'' dagli [[Chiesa cristiana ortodossa|ortodossi]] e ''cugini'' dai [[Chiesa cattolica|cattolici]] e dai primi [[Riforma protestante|riformatori protestanti]] (soprattutto [[Lutero]], [[Giovanni Calvino|Calvino]] e [[Zwingli]]).
* che fossero figli di [[Maria (madre di Gesù)|Maria]] e di [[San Giuseppe|Giuseppe]];
* che fossero figli di un matrimonio precedente di Giuseppe;
* che fossero [[cugini]] di Gesù.
 
Dal punto di vista dell'[[ecumene]] [[Cristianesimo|cristiano]], sono in genere considerati ''[[Fratello|fratelli]]'' dai [[Chiese protestanti|protestanti]], ''fratellastri'' dagli [[Chiesa cristiana ortodossa|ortodossi]] e ''cugini'' dai [[Chiesa cattolica|cattolici]]. Al riguardo, la Chiesa cattolica e ortodossa affermano il [[dogma]] della [[verginità perpetua di Maria]].
==Riferimenti ai fratelli di Gesù nel Nuovo Testamento==
Il Nuovo Testamento cita in alcuni brani i "fratelli" di [[Gesù]].<ref> I fratelli appaiono in Marco 6:3, Giovanni 7:3, Atti 1:14, e 1 Corinzi 9:5. Citato in "fratelli del Signore." Cross, F. L., ed. The Oxford dictionary of the Christian church. New York: Oxford University Press 2005.</ref>. Secondo Marco, la madre e i "fratelli" di Gesù furono inizialmente scettici del ministero di Gesù ma poi divennero parte del movimento Cristiano<ref name = "ActJJesus">[[Robert W. Funk|Funk, Robert W.]] e il [[Jesus Seminar]]. ''Gli atti di Gesù: la ricerca delle autentiche gesta di Gesù.'' HarperSanFrancisco. 1998. "Cosa sappiamo veramente di Gesù" p. 527-534.</ref>. Giacomo, il "fratello del Signore," presiedette la chiesa di Gerusalemme dopo che gli apostoli si dispersero<ref name=ODCC:Jerusalem/>. I parenti di Gesù probabilmente esercitarono qualche forma di leadership tra le vicine comunità cristiane fino a che i Giudei furono espulsi dalla regione con la fondazione di [[Aelia Capitolina]]<ref name=ODCC:Jerusalem/>.
 
== Dibattito ==
I passi del [[Nuovo Testamento]] in cui si parla esplicitamente di αδελφόι (fratelli) di [[Gesù]] sono:
Poiché l'esistenza dei [[Fratello|fratelli carnali]] di Gesù di Nazareth entra in contraddizione con il [[dogma]] della [[verginità perpetua di Maria]], è in corso un dibattito tra [[Filologia|filologi]] e [[Ermeneutica biblica|biblisti]] di diverse [[confessioni cristiane]] su come debbano essere interpretati i testi che si riferiscono ai fratelli di Gesù. Il dibattito è fortemente condizionato dalle diverse convinzioni religiose dei partecipanti.
 
Da un punto di vista filologico non c'è motivo di supporre che Gesù non avesse fratelli.<ref group=Nota name="Meier1">Una panoramica dello stato della questione può essere vista in {{Cita|Meier 2001|pp. 302-324}}. [[John Paul Meier]] è un [[presbitero]] cattolico e uno dei principali ricercatori moderni sul Gesù storico. Nella sua opera rinuncia a presupposti teologici per attenersi esclusivamente a criteri filologici e storici.</ref> Tuttavia, dal punto di vista dell'[[ermeneutica biblica|interpretazione biblica]] non si può escludere la possibilità che si tratti di fratellastri figli di [[Giuseppe di Nazareth|Giuseppe]] da un precedente matrimonio, oppure cugini.<ref group=Nota name="Brown">Un'altra panoramica, biblica, filologica, [[ecumenismo|ecumenica]] e ad opera di più autori sulla questione è esposta in [[Raymond E. Brown|Brown, Raymond, E.]], Donfried, Karl Paul; [[Joseph A. Fitzmyer|Fitzmyer, Joseph A.]]; Reumann, John (1986). ''Maria nel Nuovo Testamento. Una valutazione congiunta di studiosi cattolici e protestanti.'' (vedi bibliografia). Gli autori sono biblisti riconosciuti a livello internazionale: Raymond Brown e Joseph Fitzmyer, cattolici; Karl Donfried e John Reumann, protestanti di orientamento [[Luteranesimo|luterano]].</ref>
* un episodio narrato sinotticamente da [[Vangelo di Marco|Marco]], [[Vangelo di Matteo|Matteo]], [[Vangelo di Luca|Luca]]:
La [[Chiesa cattolica]] e la [[Chiesa ortodossa|Chiesa Ortodossa]] mantengono la dottrina della perpetua verginità di Maria; anche i primi leader [[Protestantesimo|Protestanti]], incluso il fondatore della Chiesa luterana, [[Martin Lutero]],<ref>{{Cita libro |url= http://www.davidmacd.com/catholic/martin_luther_on_mary.htm | titolo = Martin Lutero sulla verginità perpetua di Maria |urlmorto=sì |urlarchivio = https://web.archive.org/web/20081221185440/http://www.davidmacd.com/catholic/martin_luther_on_mary.htm |accesso=18 giugno 2018 |lingua=en}}</ref> e il teologo riformato [[Ulrich Zwingli]],<ref>{{Google books |id=yYYhD2-6nzQC |citazione=Credo fermamente che [Maria], secondo le parole del vangelo, come Vergine pura ha dato alla luce per noi il Figlio di Dio e nel parto e dopo il parto è rimasta per sempre una Vergine pura e intatta |cognome= Zwingli |nome= Ulrich |curatore=Emil Egli |curatore2=Georg Finsler |curatore3=Georg Zwingli-Verein |città=Zurigo |titolo=Huldreich Zwinglis sämtliche Werke |editore= C. A. Schwetschke & Sohn |anno=1905 |volume=1 |p= 385 |capitolo=Eini Predigt von der ewig reinen Magd Maria |lingua= de}}</ref> l'hanno mantenuta, così come [[John Wesley]],<ref>{{Google books |id=CZEPAAAAIAAJ |titolo=The Works of the Rev. John Wesley |volume=15 |citazione=Credo che Egli si sia fatto uomo, unendo la natura umana con quella divina in una sola persona; essendo concepito per opera singolare dello Spirito Santo, e nato dalla beata Vergine Maria, la quale, sia dopo che prima di darlo alla luce, rimase vergine pura e immacolata |p=112 |cognome=Wesley |nome=Giovanni |cognome2=Benson |nome2=Giuseppe |anno=1812}}</ref> uno dei fondatori del [[Metodismo]].
{{quote biblico|Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, lo mandarono a chiamare. Tutto attorno era seduta la folla e gli dissero: «Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle sono fuori e ti cercano». Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre|Mc|3,31-34;Mt12,46-50;Lc8,19-21}}
Anche [[Giovanni Calvino]] credeva che fosse possibile per Maria rimanere vergine, ma credeva che le prove bibliche fossero inconcludenti.<ref>{{Cita libro|url=https://www.ccel.org/ccel/calvin/calcom32.ii.xxxix.html?|titolo=Commentary on Matthew, Mark, Luke |volume=2 |autore=[[Giovanni Calvino]] |editore=Christian Classics Ethereal Library|anno=2009|isbn=|città=Grand Rapids, MI |id=asin: B002C1BMTI |lingua=en}}</ref>
 
I cattolici, la maggioranza degli anglicani, dei luterani, dei metodisti e delle chiese riformate, seguendo [[San Girolamo|Girolamo]], concludono che gli ''adelfoi'' fossero cugini di Gesù, figli della sorella di Maria, che di solito viene identificata con [[Maria di Cleopa]], mentre gli [[Ortodossia Orientale|ortodossi orientali]], seguendo [[Eusebio di Cesarea|Eusebio]] e [[Epifanio di Salamina|Epifanio]], sostengono che fossero figli di Giuseppe da un precedente matrimonio.<ref>{{Cita web |url=https://catecismoortodoxo.blogspot.com/2016/02/la-veneracion-de-la-theotokos-segun-la.html |autore=Agapi en Xristo |titolo=La veneracìon del la Theotokos segùn la Biblia (archimandrita Cleopa Ilìa) |data=12 febbraio 2016 |lingua=es}}</ref><ref name="books.google_1">{{Google books |id=nYcUCufJ6L0C |autore=[[Richard Bauckham]] |titolo=Jude and the Relatives of Jesus in the Early Church |città=Londra |anno=1990 |ISBN=0-567-08297-0 |p=19 |lingua=en}}</ref>
* un altro episodio narrato sinotticamente da Marco e Matteo e in cui sono anche riferiti nomi dei fratelli (nel passo parallelo di {{passo biblico2|Lc|4,22}} Gesù è definito semplicemente "figlio di Giuseppe", senza altre indicazioni di parentela):
Altre confessioni protestanti che non supportano il dogma della verginità perpetua di Maria sostengono la possibilità che gli ''adelphoi'' fossero figli di Giuseppe e Maria.
{{quote biblico|Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?». E si scandalizzavano di lui. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua|Mc|6,3-4;Mt13,55-56}}
 
== Menzioni nel Nuovo Testamento ==
* un accenno e un episodio contenuti in [[Vangelo di Giovanni|Giovanni]]:
In alcuni passi del Nuovo Testamento si parla esplicitamente di fratelli ({{Lang-grc|1=ἀδελφοὶ|2=adelphoi}}) di Gesù. Questi passaggi sono citati di seguito con i rispettivi riferimenti biblici.
{{quote biblico|Dopo questo fatto, discese a Cafarnao insieme con sua madre, i fratelli e i suoi discepoli e si fermarono colà solo pochi giorni.|Gv|2,12}}
 
=== Vangeli sinottici ===
{{quote biblico|I suoi fratelli gli dissero: «Parti di qui e va' nella Giudea perché anche i tuoi discepoli vedano le opere che tu fai. Nessuno infatti agisce di nascosto, se vuole venire riconosciuto pubblicamente. Se fai tali cose, manifèstati al mondo!». Neppure i suoi fratelli infatti credevano in lui. Gesù allora disse loro: «Il mio tempo non è ancora venuto, il vostro invece è sempre pronto. Il mondo non può odiare voi, ma odia me, perché di lui io attesto che le sue opere sono cattive. Andate voi a questa festa; io non ci vado, perché il mio tempo non è ancora compiuto». Dette loro queste cose, restò nella Galilea. Ma andati i suoi fratelli alla festa, allora vi andò anche lui; non apertamente però: di nascosto.|Gv|7,3-10}}
* In {{passo biblico|Marco|3:31-35}} viene detto quanto segue:
{{Citazione|31 Giunsero sua madre e i suoi fratelli; e, fermatisi fuori, lo mandarono a chiamare. 32 Una folla gli stava seduta intorno, quando gli fu detto: «Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle là fuori che ti cercano». 33 Egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?» 34 Girando lo sguardo su coloro che gli sedevano intorno, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! 35 Chiunque avrà fatto la volontà di Dio, mi è fratello, sorella e madre||Καὶ ἔρχονται ἡ μήτηρ αὐτοῦ καὶ οἱ ἀδελφοὶ αὐτοῦ καὶ ἔξω στήκοντες ἀπέστειλαν πρὸς αὐτὸν καλοῦντες αὐτόν. καὶ ἐκάθητο περὶ αὐτὸν ὄχλος, καὶ λέγουσιν αὐτῷ. Ἰδοὺ ἡ μήτηρ σου καὶ οἱ ἀδελφοί σου ἔξω ζητοῦσίν σε. καὶ ἀποκριθεὶς αὐτοῖς λέγει Τίς ἐστιν ἡ μήτηρ μου καὶ οἱ ἀδελφοί; καὶ περιβλεψάμενος τοὺς περὶ αὐτὸν κύκλῳ καθημένους λέγει Ἴδε ἡ μήτηρ μου καὶ οἱ ἀδελφοί μου: ὃς ἂν ποιήσῃ τὸ θέλημα τοῦ θεοῦ, οὗτος ἀδελφός μου καὶ ἀδελφὴ καὶ μήτηρ ἐστίν|lingua=el}}
 
Il passo appare in tutti e tre i [[Vangeli sinottici]]: è riportato anche in {{passo biblico|Matteo|12:47-50}} e {{passo biblico|Luca|8:19-21}}.
* accenni sparsi contenuti in [[Atti degli Apostoli|Atti]], [[Lettera ai Colossesi|Colossesi]], [[Lettera ai Galati|Galati]]:
{{quote biblico|Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui.|At|1,14}}
{{quote biblico|Non abbiamo il diritto di portare con noi una donna credente, come fanno anche gli altri apostoli e i fratelli del Signore e Cefa?|1Cor|9,5}}
{{quote biblico|degli apostoli non vidi nessun altro, se non Giacomo, il fratello del Signore.|Gal|1,19}}
 
* In {{passo biblico|Marco|6:3}}, quando Gesù si trova a Nazaret, le folle si stupiscono nel sentirlo predicare nella sinagoga, perché è il loro vecchio vicino, e si chiedono:
Un esame oggettivo limitato a questi passi, gli unici del Nuovo Testamento nei quali si parli esplicitamente di "fratelli", conduce alle seguenti considerazioni:
{{Citazione|Non è questi il falegname, il figlio di Maria, e il fratello di Giacomo e di Iose, di Giuda e di Simone? Le sue sorelle non stanno qui da noi?» E si scandalizzavano a causa di lui||Οὐχ οὗτός ἐστιν ὁ τέκτων, ὁ υἱὸς τῆς Μαρίας καὶ ἀδελφὸς Ἰακώβου καὶ Ἰωσῆτος καὶ Ἰούδα καὶ Σίμωνος; καὶ οὐκ εἰσὶν αἱ ἀδελφαὶ αὐτοῦ ὧδε πρὸς ἡμᾶς; καὶ ἐσκανδαλίζοντο ἐν αὐτῷ|lingua=el}}
 
Lo stesso passo compare anche in {{passo biblico|Matteo|13:55-56}}, dove vengono citati gli stessi nomi dei fratelli di Gesù. {{passo biblico|Luca |4:22}}, invece, omette il riferimento alla madre e ai fratelli di Gesù, che viene citato solo come "figlio di Giuseppe".
* i nomi dei quattro fratelli sono [[Giacomo il Giusto|Giacomo]], [[Giuseppe (parente di Gesù)|Ioses]] (variante ellenista di Giuseppe), [[Giuda (parente di Gesù)|Giuda]] e [[Simone (parente di Gesù)|Simone]];
 
=== Vangelo di Giovanni ===
* fratelli e sorelle appaiono sempre in compagnia di Maria, madre di Gesù. Di loro però non viene mai indicata una parentela diretta con Maria o Giuseppe. Solo Gesù viene indicato come "figlio di Maria" , anzi, come '''il''' figlio di Maria, o "figlio di Giuseppe";
Anche nel [[Vangelo di Giovanni]], considerato per lo più posteriore ai Vangeli sinottici, ci sono passaggi che fanno riferimento all'esistenza dei fratelli di Gesù:
 
* In {{passo biblico|Giovanni|2:12}} si racconta che Gesù andò da [[Cana]] a [[Cafarnao]] "con sua madre, i suoi fratelli e i suoi discepoli".
* I fratelli non presero sul serio il ministero di Gesù sino alla sua risurrezione: in Atti 1 troviamo i "fratelli" e Maria madre di Gesù riuniti con la comunità dei credenti. [[Giacomo il Giusto|Giacomo]] e [[Giuda (parente di Gesù)|Giuda]] furono gli autori delle loro rispettive lettere del Nuovo Testamento ({{passo biblico2|Gd|1,1}}). Giacomo in particolare rivestì un ruolo primario nella conduzione della [[Chiesa apostolica di Gerusalemme]], dopo che Gesù gli apparve ({{passo biblico2|1Cor|15,7}}).
* In {{passo biblico|Giovanni|7:3-10}} durante la [[Sukkot|festa dei Tabernacoli]], Gesù viene rimproverato dai suoi fratelli:
{{Citazione|3 Perciò i suoi fratelli gli dissero: «Parti di qua e va' in Giudea, affinché anche i tuoi discepoli vedano le opere che tu fai. 4 Poiché nessuno agisce in segreto quando cerca di essere riconosciuto pubblicamente. Se tu fai queste cose, manifèstati al mondo». 5 Poiché neppure i suoi fratelli credevano in lui. 6 Gesù quindi disse loro: «Il mio tempo non è ancora venuto; il vostro tempo, invece, è sempre pronto. 7 Il mondo non può odiare voi; ma odia me, perché io testimonio di lui che le sue opere sono malvagie. 8 Salite voi alla festa; io non salgo a questa festa, perché il mio tempo non è ancora compiuto». 9 Dette queste cose, rimase in Galilea||ἶπον οὖν πρὸς αὐτὸν οἱ ἀδελφοὶ αὐτοῦ Μετάβηθι ἐντεῦθεν καὶ ὕπαγε εἰς τὴν Ἰουδαίαν, ἵνα καὶ οἱ μαθηταί σου θεωρήσουσιν [σοῦ] τὰ ἔργα ἃ ποιεῖς: οὐδεὶς γάρ τι ἐν κρυπτῷ ποιεῖ καὶ ζητεῖ αὐτὸς ἐν παρρησίᾳ εἶναι: εἰ ταῦτα ποιεῖς, φανέρωσον σεαυτὸν τῷ κόσμῳ. οὐδὲ γὰρ οἱ ἀδελφοὶ αὐτοῦ ἐπίστευον εἰς αὐτόν. λέγει οὖν αὐτοῖς ὁ Ἰησοῦς Ὁ καιρὸς ὁ ἐμὸς οὔπω πάρεστιν, ὁ δὲ καιρὸς ὁ ὑμέτερος πάντοτέ ἐστιν ἕτοιμος. οὐ δύναται ὁ κόσμος μισεῖν ὑμᾶς, ἐμὲ δὲ μισεῖ, ὅτι ἐγὼ μαρτυρῶ περὶ αὐτοῦ ὅτι τὰ ἔργα αὐτοῦ πονηρά ἐστιν. ὑμεῖς ἀνάβητε εἰς τὴν ἑορτήν: ἐγὼ οὔπω ἀναβαίνω εἰς τὴν ἑορτὴν ταύτην, ὅτι ὁ ἐμὸς καιρὸς οὔπω πεπλήρωται. ταῦτα δὲ εἰπὼν αὐτοῖς ἔμεινεν ἐν τῇ Γαλιλαίᾳ|lingua=el}}
 
=== Altri libri del Nuovo Testamento ===
==Riferimenti in [[Giuseppe Flavio]]==
I fratelli di Gesù sono menzionati anche in altri libri del Nuovo Testamento oltre ai Vangeli:
[[Giuseppe Flavio]] fu uno storico ebreo naturalizzato romano del I secolo, che scrisse ''[[Le antichità giudaiche]]'', opera di grande importanza per conoscere gli eventi della storia ebraica dell'epoca. Giuseppe cita Giacomo come fratello di Gesù nel libro XX, capitolo 9, in cui, parla del processo a [[Giacomo il Giusto]], dice "e portarono innanzi a loro il fratello di Gesù, che fu chiamato Cristo, il cui nome era Giacomo".
 
* Negli Atti degli Apostoli ({{passo biblico|Atti|1:14}}) si dice che gli apostoli «perseveravano concordi nella preghiera e nella supplica con le donne, con Maria, madre di Gesù, e con i fratelli di lui».
==Riferimenti negli autori paleocristiani==
* Nella Prima Lettera ai Corinzi, [[Paolo di Tarso]] parla dei "fratelli del Signore" ({{passo biblico|1 Corinzi|9:5}}).
Oltre al Nuovo Testamento, altre testimonianze sono riportate da [[Eusebio di Cesarea]] nella sua ''[[Storia ecclesiastica (Eusebio di Cesarea)|Storia ecclesiastica]]'', scritta in greco e databile tra il [[323]] e il [[326]].
* Nella Lettera ai Galati, sempre di Paolo di Tarso, si parla di Giacomo, "fratello del Signore" ({{passo biblico|Galati|1:19}}).
 
== Il problema semantico ==
Nella sua opera, fondamentale nello studio della storia della Chiesa primitiva, Eusebio riporta le opinioni di due autori cristiani più antichi, [[Egesippo]], vissuto nel [[II secolo]] in [[Palestina]], e [[Sesto Giulio Africano]].
=== Il termine nel greco del Nuovo Testamento ===
L'etimologia della parola greca per "fratello" ({{Lang-grc|1=ἀδελφός|2=adelphos}}) è "co-uterino", ''a-delphys'',<ref>{{Cita libro |autore=Charles Segal |titolo=Tragedy and civilization: an interpretation of Sophocles |anno=1999 |p=184 |url=https://books.google.it/books/about/Tragedy_and_Civilization.html?id=VdDm3fXTRkAC&pg=PA184 |citazione=ord for ‘brother,’ adelphos, from a- (‘same,’ equivalent to homo-) and delphys (‘womb,’ equivalent to splanchna) |lingua=en}}</ref> anche se nell'uso neotestamentario il significato cristiano ed ebraico di "fratello" è più ampio e si applica anche ai membri della stessa comunità religiosa ({{passo biblico|Matteo|12:50}}).
 
Il termine ''adelphos'' è usato in senso letterale per indicare un fratello di sangue, carnale - i due genitori in comune - o fratellastro - un solo genitore in comune. Ad esempio, il termine è usato per indicare la parentela tra Giacomo e Giovanni, i figli di [[Zebedeo]] ({{passo biblico|Marco|1:19}}, {{passo biblico|Marco|3:17}}, {{passo biblico|Marco|3:37}} e corrispondenti); e anche per la relazione tra Antipa e Filippo, che, come è noto dallo storico ebreo [[Flavio Giuseppe]], erano entrambi figli di [[Erode il Grande]], ma di madri diverse {{passo biblico|Marco|6:17-18}}.
[[Sesto Giulio Africano]], uno scrittore dell'inizio del terzo secolo, fa riferimento ai presunti parenti di sangue di [[Gesù]], che erano a quel tempo ancora vivi, chiamandoli '''desposini''' (dal [[Lingua greca|greco]] δεσπόσυνοι, plurale di δεσπόσυνος, che significa "di o appartenente al maestro o al signore"<ref>[http://www.perseus.tufts.edu/cgi-bin/ptext?doc=Perseus%3Atext%3A1999.04.0057%3Aentry%3D%2324201 Henry George Liddell, Robert Scott, A Greek-English Lexicon]</ref>). Alcuni di questi fratelli, secondo Sesto Giulio Africano e altri autori paleocristiani, hanno occupato, anche in una fase relativamente tardiva, posizioni di speciale prestigio nella [[Chiesa cristiana delle origini]].
 
Il termine ''adelphos'' è usato in senso figurato per indicare relazioni personali diverse dalla parentela: in questo senso, i seguaci di Gesù {{passo biblico|Marco|3:35}}, {{passo biblico|Marco|5:11}} e persino tutti gli esseri umani ({{passo biblico|Ebrei|2:11-17}}) sono identificati come fratelli.<ref group=Nota name="Meier2">Un commento più esteso sull'uso figurato dell'espressione nel Nuovo Testamento si trova in {{Cita|Meier 2001|p. 337}}.</ref>
Le tesi riportate da Eusebio furono contestate da [[San Girolamo]] che, rispondendo a Elvidio per cui i 'fratelli' erano fratelli carnali, scrive nel suo [[De Viris illustribus]]: « Giacomo, chiamato fratello del Signore, soprannominato il Giusto, alcuni ritengono che fosse figlio di Giuseppe con un'altra moglie ma a me pare piuttosto il figlio di Maria sorella della madre di nostro Signore di cui Giovanni fa menzione nel suo libro». [http://en.wikisource.org/wiki/De_Viris_Illustribus#Chapter_2_.28James.2C_the_brother_of_our_Lord.29]
 
Fin dai primi tempi, ci sono state varie discussioni per interpretare se il termine greco ''adelphos'' - applicato in queste circostanze alle persone descritte come ''adelphoi'' (fratelli) di Gesù - significasse che erano fratelli pieni, fratellastri, sorellastre o cugini. A sostegno della sua opinione, lo scrittore cristiano del IV secolo [[Elvidio]] citava [[Quinto Settimio Fiorente Tertulliano|Tertulliano]] e sosteneva che gli ''adelphoi'' erano figli di Maria e Giuseppe nati dopo Gesù.<ref name="Oxford">{{Cita libro |cognome=Cross |nome=F. |anno=2005 |capitolo=Brethren of the Lord |titolo=The Oxford Dictionary of the Christian Church |editore=Oxford University Press |url=https://www.oxfordreference.com/display/10.1093/oi/authority.20110803095526354 |lingua=en}}</ref><ref>Lawler, T. C. e Burghardt e Walter J. commentando [[Quinto Settimio Fiorente Tertulliano|Tertulliano]], ''Trattati sul sposarsi e risposarsi'' (cfr. {{Cita libro |autore=William P. Le Saint |titolo=Tertullian, Treatises on marriage and remarriage |url=https://books.google.it/books?id=aWCzz8-kwwkC&pg=PA160 |editore=Paulist Pres |p=160 |isbn=9780809101498 |anno=1951 |lingua=en}})</ref>
===Dichiarazioni di Sesto Giulio Africano===
I riferimenti di Sesto Giulio Africano ai Desposini sono conservati nella ''[[Storia della chiesa (Eusebio)|Storia ecclesiastica]]'' di [[Eusebio di Cesarea]]:<ref>Il testo originale può essere reperito al seguente link: www.hs-augsburg.de/~harsch/graeca/Chronologia/S_post04/Eusebios/eus_hi01.html Bibliotheca Augustana]</ref>
 
Il termine ''adelphos'' (fratello in generale) è distinto da ''anepsios'' (cugino, nipote, pronipote).<ref>{{Cita pubblicazione |cognome=Miller |nome=M. |anno=1953 |titolo=Greek Kinship Terminology |rivista=The Journal of Hellenic Studies |numero=73 |pp=46-52 |url=https://www.jstor.org/stable/628235 |doi=10.2307/628235 |lingua=en}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://biblehub.com/greek/431.htm |titolo=431. anepsios |editore=Bible Hub |lingua=en |accesso=25 giugno 2024}}</ref> Nei suoi scritti cristiani del II secolo, [[Egesippo]] distingueva tra coloro che erano ''anepsioi'' o ''adelphoi'' di Gesù.<ref>{{Cita libro |cognome=Shanks |nome=Hershel |cognome2=Witherington III |nome2=Ben |titolo=The Brother of Jesus – The Dramatic Story & Meaning of the First Archaeological Link to Jesus & His Family |url=https://books.google.it/books?id=acZ06rwnkn0C&pg=PA94 |editore=Harper Collins |data=13 maggio 2009 |pp=94-95 |lingua=en |isbn=9780061941252 |citazione=In effetti, in greco esisteva una parola per indicare un cugino, ''anepsios'', che non viene mai usata per parlare di Giacomo o degli altri fratelli di Gesù. È interessante notare come lo scrittore cristiano del II secolo Egesippo distingua tra coloro che erano cugini di Gesù (''anepsioi'') e Giacomo e Giuda, che sono chiamati fratelli di Gesù (citato dallo storico del IV secolo Eusebio, ''[[Storia ecclesiastica (Eusebio di Cesarea)|Historia Ecclesiastica]]'' 4.22.4; cfr. 2.23.4, 3.20.1)}}</ref> Tuttavia, è stato sostenuto che la parola "fratello" (''adelphos'') sia effettivamente usata per designare relazioni di parentela più ampie nel caso di Maria di Nazareth e [[Maria di Cleofa]], poiché, sebbene entrambe sarebbero state designate come sorelle in ({{passo biblico|Giovanni|19:25}}, nella cultura ebraica una coppia sposata non metteva lo stesso nome a due delle proprie figlie carnali; inoltre, poiché Egesippo scrisse che Giuseppe di Nazareth e Maria di Cleofa erano fratelli (il che rendeva entrambe le donne cognate) qui "sorella" sarebbe stato usato nel senso di "cognata".<ref name=Prothro>{{Cita pubblicazione |cognome=Prothro |nome=James B. |titolo=Semper Virgo? A Biblical Review of a Debated Dogma |rivista=Pro Ecclesia: A Journal of Catholic and Evangelical Theology |url=https://journals.sagepub.com/doi/10.1177/1063851219829935 |anno=2019 |volume=28 |numero=1 |pp=78-97 |issn=1063-8512 |doi=10.1177/1063851219829935 |lingua=en}}</ref> Inoltre, la lingua madre di Gesù e dei suoi discepoli era un dialetto ebraico con forti influenze dall'[[lingua aramaica|aramaico]] (come in {{passo biblico|Marco|27:46}} e {{passo biblico|Marco|5:41, 20}} che non poteva distinguere tra un fratello o una sorella di sangue e un cugino. L'aramaico, come l'ebraico biblico, non contiene una parola per “cugino”,<ref>{{Cita libro |cognome=Saward |nome=John |titolo=Cradle of Redeeming Love: the Theology of the Christmas Mystery |url=https://books.google.it/books?id=XMJAguY_LIMC&pg=PA21#v=onepage&q=cousin |anno=2002 |città=San Francisco |editore=Ignatius Press |p=21 |isbn=9780898708868 |lingua=en}}</ref> ma permette comunque di distinguere chiaramente tra "fratelli" e "cugini" tramite circonlocuzioni verbali.<ref name=":1" /><ref name=":2" /><ref name=":3" />
{{Quote|Poiché i familiari carnali di nostro Signore, o per il desiderio di vantarsi, o semplicemente desiderando dichiarare un fatto, ma in ogni caso fedelmente, hanno tramandato il seguente racconto... Ma dato che erano state conservate negli archivi fino a quel momento le genealogie degli Ebrei così come di coloro che fanno risalire la loro linea di sangue fino ai proseliti, come Achior l'Ammonita e Ruth la Moabita, e a coloro che si erano mescolati agli Israeliti ed erano fuggiti dall'Egitto con essi, Erode, poiché la linea di sangue degli Israeliti non costituì alcun vantaggio per lui, e dato che egli fu incitato dalla coscienza della propria vile estrazione, bruciò tutti i documenti relativi alla propria genealogia, ritenendo che potesse apparire di nobile origine se nessun altro fosse stato in grado, attraverso i registri pubblici, di far risalire la propria linea di sangue indietro nel tempo fino ai patriarchi o ai proseliti, e a quelli mescolati con essi, che erano chiamati Geore. Alcuni dei più attenti, avendo ottenuto i registri privati da loro stessi, sia ricordando i nomi o prelevandoli in qualche altro modo dai registri, sono orgogliosi di preservare la memoria della loro nobile estrazione. Tra questi ci sono quelli già citati, chiamati Desposini, per i rapporti con la famiglia del Salvatore. Provenienti da Nazara e Cochaba, villaggi della Giudea, ed essendosi diffusi in altre parti del mondo, essi ricavarono la predetta genealogia dalla memoria e dal libro delle registrazioni giornaliere quanto più possibile fedelmente. Se quindi il fatto è questo o meno nessuno è in grado di fornire una spiegazione migliore, in base alla mia opinione, e quella di un'altra persona sincera. E questo deve bastarci, poiché, sebbene noi possiamo reclamare alcuna testimonianza a suo sostegno, non abbiamo niente di meglio o di più vero da offrire. Ad ogni modo i Vangeli affermano la verità. " E alla fine della stessa epistola egli aggiunge queste parole: "Matthan, che discendeva da Salomone, generò Giacobbe. E quando Matthan morì, Melchi, che discendeva da Nathan generò Elia dalla stessa donna. Elia e Giacobbe furono pertanto fratelli uterini. Elia morì senza figli, per cui Giacobbe procreò a lui dei, generando Giuseppe, suo figlio per la natura, ma figlio di Elia per la Legge. Così Giuseppe fu figlio di entrambi."|[[Eusebio di Cesarea|Eusebio]]|Storia della Chiesa, 1.7.11,13-14}}
 
In aramaico e in ebraico, che erano inclini a usare circonlocuzioni per indicare i rapporti di sangue, le persone indicate come "fratelli di Gesù" non sempre implicavano la stessa madre biologica. Questa percezione è affermata da studiosi e teologi, che notano come Gesù sia stato chiamato "il figlio di Maria", piuttosto che "un figlio di Maria" nel suo luogo di nascita ({{passo biblico|Marco|6:3}}).<ref>{{Cita pubblicazione |cognome=Camerlynck |nome=Achille |url=https://www.newadvent.org/cathen/08280a.htm |capitolo=St. James the Less |titolo=[[The Catholic Encyclopedia]] |volume=8 |città=New York |anno=1910 |editore=Robert Appleton Co. |lingua=en}}</ref> Il greco, invece, usava il termine ''adelphos'' per indicare i fratelli couterini, cioè figli della stessa madre.<ref>{{Cita libro|nome=Charles|cognome=Segal|titolo=Tragedy and Civilization: An Interpretation of Sophocles|url=https://books.google.it/books?id=VdDm3fXTRkAC&pg=PA184&redir_esc=y#v=onepage&q&f=false|accesso=2024-07-16|data=1999|editore=University of Oklahoma Press|lingua=en|ISBN=978-0-8061-3136-8}}</ref>
===Dichiarazioni di Egesippo===
Eusebio preservò anche un estratto da un'opera di [[Egesippo (cronista)|Egesippo]] (c.110-c.180), che scrisse cinque libri (andati perduti tranne che per qualche citazione riportata da Eusebio) di Commentari sugli Atti della Chiesa. L'estratto fa riferimento al periodo che va dal regno di [[Domiziano]] (81-96) a quello di [[Traiano]] (98-117):<ref>Il teso originale di questo passaggio può essere reperito al link: [http://www.hs-augsburg.de/~harsch/graeca/Chronologia/S_post04/Eusebios/eus_hi03.html Bibliotheca Augustana]</ref>
 
== Il termine nella Bibbia ebraica ==
{{Quote|Dei congiunti del Signore, sopravvivevano ancora i due nipoti di Giuda, che era considerato suo parente carnale. Essi furono denunciati come appartenenti alla famiglia di Davide, ed Evocato li condusse davanti a Domiziano Cesare: perché quell'imperatore temeva l'avvento di Cristo, come era capitato a Erode.
In ebraico e aramaico non esiste una parola con il significato preciso dell'italiano “cugino”, quindi il concetto viene espresso con [[Perifrasi|circonlocuzioni]].
 
Nell'Antico Testamento, la parola “fratello” (ebraico: אח [aj]) è usata in alcuni passaggi nel senso di “cugino” o “nipote”. Nella Genesi Abram (Abramo) dice a Lot “siamo fratelli” ({{passo biblico|Genesi|13:8}}), mentre in realtà intendeva suo nipote.<ref>{{Cita passo biblico|Genesi|11:27}} e {{Cita passo biblico|Genesi|12:5}}</ref> Si tratta, tuttavia, di casi relativamente eccezionali e in cui il contesto risolve la possibile ambiguità. In particolare, nella [[Bibbia ebraica]] esiste un solo caso in cui il termine ha il senso di “cugino”, in {{passo biblico|1 Cronache|23:21-22}}: «I figli di Machli erano Eleazar e Kish. Eleazar morì senza figli; ebbe solo figlie, che i figli di Kish, suoi fratelli, presero per mogli»; qui si tratta di cugini che si sposano, ma sono chiamati "fratelli". All'epoca della traduzione greca dell'Antico Testamento, la cosiddetta [[Bibbia dei Settanta]] (III-I secolo a.C.), l'ebraico אח fu tradotto {{Lang-grc|1=ἀδελφός|3=fratello}}. Per questo motivo, la parola è usata, almeno in questa occasione, con il significato di “cugino” nell'Antico Testamento. In Galilea, al tempo di Gesù, l'ebraico non era una lingua parlata, ma solo una lingua religiosa e culturale. La lingua più diffusa era un dialetto ebraico con influenze provenienti dall'aramaico, un'altra [[lingua semitica]]: anche in aramaico la parola “fratello” ({{'}}''aha'') può essere usata nel senso di “cugino” o “nipote”. Va detto, comunque, che sia in ebraico che in aramaico, pur non esistendo un termine proprio per "cugino", venivano usate circonlocuzioni verbali che permettevano di sostituire il termine mancante e quindi di distinguere chiaramente tra fratelli e cugini: un esempio si trova in Levitico 10:4<ref name=":1">''[https://www.laparola.net/testo.php?riferimento=Levitico+10%3A4&versioni&#x5B;&#x5D;=Nuova+Riveduta&versioni&#x5B;&#x5D;=C.E.I.&versioni&#x5B;&#x5D;=Nuova+Diodati&versioni&#x5B;&#x5D;=Riveduta+2020 Levitico 10:4]'' su ''La Parola''</ref> e 25:49<ref name=":2">''[https://www.laparola.net/testo.php?riferimento=Levitico+25%3A49&versioni&#x5B;&#x5D;=Nuova+Riveduta&versioni&#x5B;&#x5D;=C.E.I.&versioni&#x5B;&#x5D;=Nuova+Diodati&versioni&#x5B;&#x5D;=Riveduta+2020 Levitico 25:49]'' su ''La Parola''</ref>, dove si usano espressioni come “i figli di Uzziel, zio di Aaronne” o “il figlio di suo zio”. Un altro esempio è in Numeri 36:11<ref name=":3">''[https://www.laparola.net/testo.php?riferimento=Nu+36%3A11&versioni&#x5B;&#x5D;=Nuova+Riveduta&versioni&#x5B;&#x5D;=C.E.I.&versioni&#x5B;&#x5D;=Nuova+Diodati&versioni&#x5B;&#x5D;=Riveduta+2020 Numeri 36:11]'' su ''La Parola''</ref>, dove viene detto che le figlie di Zelofead sposarono "i figli dei loro zii".
Egli chiese dunque loro se erano parte della famiglia di Davide; ed essi confessarono di esserlo. Quindi egli chiese loro che proprietà avessero o quanto denaro possedessero. Entrambi risposero che possedevano solo 9000 denari tra tutti e due, ciascuno di essi possedendo metà della somma; ma dissero anche che non li possedevano in liquidi, ma come stima di un terreno che essi possedevano, consistente in 100 [[plethra]] (pari a circa 3500 metri), dalla quale dovevano pagare le tasse, e che mantenevano con il loro lavoro. A questo punto essi sporsero in fuori le loro mani mostrando, come prova del loro lavoro manuale, la ruvidezza della loro pelle, e i calli cresciuti sulle loro mani a causa del loro costante lavoro.
 
== Relazione dei fratelli di Gesù con Maria ==
Richiesti quindi di parlare di Cristo e del Suo regno, quale fosse la sua natura, e quando e dove sarebbe apparso, essi dissero che esso non era di questo mondo, né della terra, ma appartenente alla sfera del cielo e degli angeli, e che avrebbe fatto la sua comparsa alla fine dei tempi, quando Egli sarebbe tornato in gloria, a giudicare i vivi e i morti e a rendere a ciascuno secondo il corso della propria vita.
=== Figli di Giuseppe e Maria ===
Un'interpretazione data ai riferimenti ai “fratelli di Gesù” li considera figli del matrimonio dei suoi genitori, Giuseppe e Maria. Secondo questa interpretazione, dopo la nascita di Gesù, concepito per opera dello Spirito Santo come raccontato in {{passo biblico|Matteo|1:1-2:23}} e {{passo biblico|Luca|1:1-2:52}}, entrambi i coniugi avrebbero avuto rapporti coniugali e avrebbero avuto diversi figli. Gesù sarebbe quindi il fratello maggiore.
 
Questa posizione fu difesa da Tertulliano nel II secolo; più tardi, nel IV secolo, questa stessa idea fu difesa da un altro teologo, Elvidio, che fu confutato da [[Girolamo di Stridone]]. Tuttavia, secondo lo studioso Pedrozo, «l'affermazione che la posizione di Elvidio godesse di antichità e di un ampio sostegno non può essere sostenuta»,<ref name="Pedrozo">{{Cita pubblicazione |cognome=Pedrozo |nome=José M. |anno=1999 |url=https://muse.jhu.edu/article/637114 |titolo=The brothers of Jesus and his mother's virginity |rivista=The Thomist: A Speculative Quarterly Review |volume=63 |numero=1 |editore=The Catholic University of America Press |pp=83-104 |doi=10.1353/tho.1999.0044 |lingua=en}}</ref> e l'unica cosa che si può affermare con certezza è che Tertulliano non ha mai attaccato esplicitamente l'idea della verginità postpartum di Maria.
A questo punto Domiziano non li condannò, ma li trattò con disprezzo, perché troppo poco degni di considerazione, e li mandò liberi. Contestualmente emise un ordine, e mise fine alle persecuzioni contro la Chiesa.
 
Questa posizione è oggi quella dominante tra la maggior parte dei cristiani protestanti, anche se solo dopo lo sviluppo della teologia liberale - Lutero, Calvino, Zwingli e molti altri degli iniziatori della Riforma erano sostenitori del dogma della verginità perpetua di Maria, come sottolinea, tra gli altri, [[Raymond Edward Brown|Raymond E. Brown]].<ref>{{Cita libro |autore=[[Raymond Edward Brown|Brown, Raymond E.]] |anno=1991 |titolo=Risposte a 101 domande sulla Bibbia |url=https://books.google.it/books?id=r9EmAAAACAAJ |editore=Queriniana |pp=100-101 |isbn=9788839912329 |citazione=Sebbene i protestanti credano generalmente che i fratelli e le sorelle di Gesù menzionati nel Nuovo Testamento siano figli di Maria, e che quindi ella non sia rimasta vergine, questo non era un problema rilevante all'epoca della Riforma. Mi sembra di ricordare che Lutero, Calvino e Zwingli usassero tutti l'espressione "la sempre vergine" (un'antica descrizione di Maria) senza obiezioni. Evidentemente la discussione moderna è nata un po' più tardi, da una lettura letterale del Nuovo Testamento }}</ref>
Quando essi furono rilasciati essi divennero capi delle chiese, come era naturale nel caso di coloro che erano al contempo martiri e congiunti del Signore. E, dopo la restituzione della pace alla Chiesa, le loro vite si prolungarono fino al regno di Traiano.|[[Eusebio di Cesarea|Eusebio]]|Storia della Chiesa, 3.20}}
 
Secondo J.P. Meier, da un punto di vista strettamente filologico, non c'è motivo di pensare che i fratelli e le sorelle di Gesù non siano fratelli e sorelle nel senso convenzionale del termine, cioè figli biologici di Giuseppe e Maria e fratelli e sorelle in carne e ossa di Gesù di Nazaret.<ref>A questo proposito, si veda la "Conclusione" di J.P. Meier (cfr. {{Cita|Meier 2001|pp. 340-341}}).</ref><ref group=Nota name="Meier3">J.P. Meier cita i principali argomenti a favore di questa posizione:
[[Immagine:Saint James the Just.jpg|right|thumb|150px|Giacomo il Giusto, il cui giudizio fu adottato nel Decreto Apostolico di Atti 15:19-29. c. 50 d.C.]]
# I riferimenti ai fratelli di Gesù compaiono in più fonti cristiane. I passi sinottici hanno origine, secondo la diffusa teoria delle due fonti, nel Vangelo di Marco, ma ci sono riferimenti anche nelle lettere di Paolo di Tarso, nel Vangelo di Giovanni e persino, indipendentemente da Marco, negli scritti dell'autore del Vangelo di Luca - se si interpreta il passo di ''[https://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=atti1%3A14&formato_rif=vp Atti 1:14]'' come una vera allusione ai fratelli di Gesù - e persino in una fonte non cristiana, lo storico ebreo Flavio Giuseppe. Nessuno di questi autori introduce precisazioni sulla natura del rapporto tra questi personaggi e Gesù che possano far supporre che non si tratti di veri fratelli.
# In diversi passi, i fratelli di Gesù sono menzionati in relazione a sua madre, Maria. L'espressione perderebbe il suo significato se fosse interpretata come "cugini" o "parenti".
# L'uso standard degli autori del Nuovo Testamento, dei primi autori cristiani e di Flavio Giuseppe distingue chiaramente tra "fratelli" e altre relazioni di parentela. Altri termini per esprimere le relazioni di parentela sono stati usati dall'autore della Lettera ai Colossesi (ανεψιός, ''anepsiós'', "cugino") (cfr. ''[https://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=Colossesi4%3A10&formato_rif=vp Colossesi 4:10]'') e da Luca (συγγεννής, ''syngenês'', "parente") (cfr. ''[https://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=Luca1%3A36&formato_rif=vp Luca 1:36]'') Nel secondo secolo, [[Egesippo]] distingueva tra un fratello, uno zio e un cugino di Gesù (cfr. {{Cita|Meier 2001|p. 338}}) Anche lo storico ebreo Flavio Giuseppe, che si riferisce a Giacomo, "fratello di Gesù", usa questi termini per indicare altre relazioni di parentela.
# I resoconti del concepimento di Gesù in ''[https://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=Matteo1%3A1-2%3A23&formato_rif=vp Matteo 1:1-2:23]'' e ''[https://www.laparola.net/wiki.php?riferimentoLuca1%3A1-2%3A52&formato_rif=vp Luca 1:1-2:52]'' sono generalmente considerati tardivi e meno storicamente affidabili della tradizione di Marco. Secondo la critica attuale, hanno un carattere principalmente teologico e sembrano coesistere con una tradizione più antica secondo cui Gesù era figlio di Giuseppe. D'altra parte, fanno riferimento a un intervento divino soprannaturale, storicamente poco credibile.
 
Secondo J.P. Meier, l'interpretazione ritenuta più plausibile dal punto di vista filologico e storico (cfr. {{Cita|Meier 2001|pp. 340-341}}), cioè che i fratelli di Gesù menzionati nel Nuovo Testamento siano figli di Giuseppe e Maria e quindi fratelli biologici e in carne e ossa di Gesù, è inaccettabile per la maggior parte dei cristiani. Da un lato, i cristiani non accettano che Gesù fosse figlio biologico di Giuseppe, poiché attribuiscono il suo concepimento all'opera dello Spirito Santo, secondo i racconti di ''[https://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=Matteo1%3A1-2%3A23&formato_rif=vp Matteo 1:1-2:23]'' e ''[https://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=Luca1%3A1-2%3A52&formato_rif=vp Luca 1:1-2:52]''. D'altra parte, fin dal II secolo la tradizione cristiana principale ha affermato la verginità perpetua della madre di Gesù, oggi dogma di fede per diverse confessioni cristiane, tra cui cattolici e ortodossi. Per questo motivo, sono emerse interpretazioni alternative dei testi evangelici (cfr. {{Cita|Meier 2001|pp. 164-175}}).
La dichiarazione di Egesippo dice che i due Desposini che vennero portati davanti a Domiziano divennero " capi delle chiese ". Anche in un'epoca precedente, Giacomo, noto come "fratello del Signore",<ref>[http://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=Galati+1,19&formato_rif=vp Galati 1:19]</ref> e che si dice fu premiato con una speciale apparizione da parte di Gesù risorto,<ref>[http://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=1Corinti+15,7&formato_rif=vp 1 Corinti 15:7]</ref> fu, con [[San Pietro]] un capo della chiesa a Gerusalemme e, quando Pietro partì, Giacomo appare come la principale autorità e fu tenuto in grande considerazione dai [[Giudeo-cristiani]].<ref name=ODCC:James>"James, St." Cross, F. L., ed. The Oxford Dictionary of the Christian Church. Oxford University Press. 2005</ref> [[Egesippo]] riporta che egli fu giustiziato dal [[Sinedrio]] nel 62.<ref name=ODCC:James/>
Per J. P. Meier, l'unica ragione di queste interpretazioni è rendere le allusioni ai fratelli di Gesù compatibili con le credenze cristiane (cfr. {{Cita|Meier 2001|p. 336}}).</ref>
 
Il punto di vista filologico è qualificato o limitato dall'interpretazione biblica dei testi neotestamentari, se si considera che la terminologia semitica può aver avuto un'influenza, dal momento che le prime notizie su Gesù di Nazareth espresse in aramaico o in ebraico sono state tradotte in greco<ref>{{Cita libro |cognome=Brown |nome=Raymond E. |titolo=101 domande e risposte sulla Bibbia |anno=2002 |editore=Edizioni Sígueme |città=Salamanca |p=100|citazione=Ho già detto che normalmente le parole greche si riferiscono a fratelli e sorelle uterini o consanguinei. Tuttavia [...] la terminologia semitica [...] potrebbe aver influenzato la traduzione greca. Da un lato, mentre il greco ha parole per "cugini", "fratellastri", "fratellastri", ecc. i termini greci usati nei Vangeli potrebbero essere stati influenzati dai primi riferimenti cristiani alla famiglia di Gesù, espressi in aramaico o in ebraico. A differenza del greco, queste lingue semitiche del tempo di Gesù mancavano di un vocabolario preciso per un'ampia gamma di relazioni familiari. Riflettevano piuttosto un'origine tribale, in cui i membri di una stessa tribù, clan o famiglia erano considerati fratelli e sorelle, indipendentemente dalla loro esatta parentela. Un esempio classico è l'uso di "fratelli" in ''[https://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=Genesi13%3A8&formato_rif=vp Genesi 13:8]'' per descrivere il rapporto tra [[Lot]] e [[Abramo]], quando Lot era più precisamente nipote di Abramo. Su questa base, si può sostenere che gli uomini e le donne che sono chiamati "fratelli e sorelle" di Gesù sono stati designati secondo un'imprecisa terminologia "tribale" semitica, ed erano in realtà parenti più lontani, cioè non figli di Maria |isbn=84-301-1304-5}}</ref><ref name="Scuola">{{Cita libro |autore=[[École biblique et archéologique française|Scuola biblica di Gerusalemme]] |anno=1998 |capitolo=Vangelo secondo Matteo 12,46: commento |titolo=Bibbia di Gerusalemme (edizione spagnola) |città=Bilbao |editore=Desclée de Brouwer |p=1438 |isbn=978-84-330-1305-7 |citazione=I "fratelli" (e le "sorelle") di Gesù sono menzionati ripetutamente (''[https://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=Matteo12%3A46&formato_rif=vp Matteo 12:46]'', ''[https://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=Matteo13%3A55&formato_rif=vp Matteo 13:55]'', ''[https://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=Giovanni7%3A3&formato_rif=vp Giovanni 7:3]'', ''[https://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=Atti1%3A14&formato_rif=vp Atti 1:14]'', ''[https://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=I%20Corinzi1%3A14&formato_rif=vp I Corinzi 9:5]'', ''[https://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=Galati1%3A19&formato_rif=vp Galati 1:19]''). La parola greca utilizzata (''adelphos'') significa nel suo primo senso "fratello di sangue"; ma, come la corrispondente parola ebraica o aramaica, può anche significare un rapporto di parentela più ampio (cfr. ''[https://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=Genesi13%3A8&formato_rif=vp Genesi 13:8]'', ''[https://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=Genesi29%3A19&formato_rif=vp Genesi 29:15]'', ''[https://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=Levitico10%3A4&formato_rif=vp Levitico 10:4]'') e soprattutto un cugino di primo grado (cfr. ''[https://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=I%20Cronache23%3A22&formato_rif=vp I Cronache 23:22]''). Il greco ha un altro termine per "cugino" (''anepsios''); si veda ''[https://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=Colossesi4%3A10&formato_rif=vp Colossesi 4:10]'' per l'uso di questo termine nel Nuovo Testamento. Ma il Libro di Tobia mostra che le due parole possono essere usate in modo intercambiabile riferendosi alla stessa persona; si veda ''[https://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=Tobia7%3A2&formato_rif=vp Tobia 7:2]'': "nostro fratello Tobia" (''adelphos'' o ''anepsios'', secondo i manoscritti). A partire dai Padri della Chiesa, l'interpretazione prevalente ha visto questi "fratelli" di Gesù come "cugini", in linea con la credenza nella verginità perpetua di Maria. Ciò è del resto coerente con ''[https://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=Giovanni19%3A26-27&formato_rif=vp Giovanni 19:26-27]'', che suggerisce che Maria era sola alla morte di Gesù}}</ref>
È probabile che altri parenti di Gesù godessero di qualche forma di responsabilità all'interno delle vicine comunità Cristiane, fino a che tutti i Giudei furono espulsi dalla regione dopo la [[Guerre giudaiche|rivolta Giudea]] durante il regno di Adriano.<ref name=ODCC:Jerusalem>"Jerusalem." Cross, F. L., ed. The Oxford Dictionary of the Christian Church. Oxford University Press. 2005</ref>
Oltre al punto di vista filologico sottolineato da Meier, Joseph A. Fitzmyer sottolinea la complessità dell'analisi biblica di questi testi.<ref name=":0">Fitzmyer, Joseph A. (1987). ''Il Vangelo secondo Luca. II: Traduzione e commento'', capitoli da 1 a 8,21. Madrid: Ecidiones Cristiandad. pp. 754-755. ISBN 84-7057-408-6 "Il tenore del pettegolezzo in ''[https://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=Marco6%3A3&formato_rif=vp Marco 6:3]'' sembra indicare che il termine'' adelphos'' si riferisce a "fratelli di sangue". Ma anche nel Vangelo secondo Marco la questione non è così semplice come potrebbe sembrare a prima vista. In realtà l{{'}}''adelphos'' può esprimere un'ampia gamma di relazioni; ad esempio, "vicino" (''[https://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=Matteo5%3A22-24&formato_rif=vp Matteo 5:22-24]''), "compaesano" (''[https://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=Romani9%3A3&formato_rif=vp Romani 9:3]'' syngenēs = "con-génere", "parente"), "fratellastro" (''[https://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=Marco6%3A17-18&formato_rif=vp Marco 6:17-18]''): a meno che l'evangelista non abbia espresso correttamente il rapporto di consanguineità tra Filippo ed Erode [...]; "parente" in generale (vedi la versione dei LXX: ''[https://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=Genesi13%3A8&formato_rif=vp Genesi 13:8]''; ''[https://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=Genesi14%3A14&formato_rif=vp Genesi 14:14]''; ''[https://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=Genesi24%3A27&formato_rif=vp Genesi 24:27]''; ''[https://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=Genesi29%3A12&formato_rif=vp Genesi 29:12]''). L'uso di questa parola da parte dei LXX può riflettere l'ampiezza dei significati ammessi dall'ebraico {{'}}''ah'' o dall'aramaico {{'}}''aha'' (= "fratello", "parente", "congiunto", "consanguineo", "familiare"). In questo senso, una lettera scritta in aramaico, conservata su un papiro, inizia con la seguente formula: "Tuo fratello, al mio caro figlio", ed è una missiva inviata da un padre al figlio assente, perché era presso una carovana (cfr. {{Cita pubblicazione|nome=Joseph, A.|cognome=Fitzmyer|anno=1962|titolo=The Padua aramaic papyrus letters|rivista=Journal of Near Eastern Studies|volume=21|pp=16-17|lingua=en|url=https://www.jstor.org/stable/543884}}). In [https://pages.charlotte.edu/john-reeves/course-materials/rels-2104-hebrew-scripturesold-testament/translation-of-1q-genesis-apocryphon/ 1QapGn 2:9], Bit-enos (Batenosh) si rivolge al marito [[Lamech (discendente di Caino)|Lamech]] con queste parole: "O mio fratello e mio signore!". La stessa costruzione si trova talvolta anche nei testi greci (cfr. {{cita pubblicazione|titolo=RELS 2104: Hebrew Scriptures/Old Testament|editore=Department of Religious Studies at the University of North Carolina at Charlotte|curatore=John C. Reeves|lingua=en|accesso=28 novembre 2024|url=https://pages.charlotte.edu/john-reeves/course-materials/rels-2104-hebrew-scripturesold-testament/translation-of-1q-genesis-apocryphon/|capitolo=Translation Of 1Q Genesis Apocryphon II-XXII}}).</ref>
Ad esempio, è difficile immaginare perché, durante la crocifissione di Gesù, nel Vangelo di Marco siano menzionate “Maria madre di Giacomo il Minore e di Giuseppe” ({{passo biblico|Marco|15:40}}), “Maria madre di Giuseppe” ({{passo biblico|Matteo|15:47}}) e “Maria madre di Giacomo” ({{passo biblico|Marco|16:1}}). È difficile che il Vangelo di Marco si riferisca, con una tale deviazione retorica, a Maria, la madre di Gesù. Quindi, poiché non è improbabile che Giacomo e Giuseppe menzionati in {{passo biblico|Marco|15:40}} siano le stesse persone citate in {{passo biblico|Marco|6:3}}, non sembra così semplice definire il grado di parentela implicito nel termine ''adelphos'' proprio in {{passo biblico|Marco|6:3}} e, di conseguenza, in {{passo biblico|Marco|3:31-32}}, e di conseguenza nei testi paralleli dei Vangeli di Matteo e Luca.<ref name=":0" />
 
=== Figli di un precedente matrimonio di Giuseppe ===
==Visione generale==
Meier suggerisce che, per difendere il dogma della verginità di Maria, la madre di Gesù, prima e dopo la nascita,<ref group=Nota name="Meier4">Potrebbe trattarsi di una soluzione elaborata a posteriori per sostenere l'idea emergente della verginità perpetua di Maria, divenuta dottrina comune solo a partire dalla seconda metà del IV secolo (cfr. {{Cita|Meier 2001, p. 333}}).</ref> sia nata relativamente presto tra gli autori cristiani l'idea che i "fratelli di Gesù" menzionati nel Nuovo Testamento fossero in realtà figli di un precedente matrimonio di Giuseppe di Nazareth. Erano quindi figli biologici di Giuseppe, ma non di Maria, che rimase vergine fino alla morte. Dal punto di vista cristiano, poiché Gesù non era in realtà figlio biologico di Giuseppe, ma solo di Maria, questi fratelli lo sarebbero stati solo dal punto di vista legale, come figli di Giuseppe, ma non avrebbero avuto alcuna parentela paterna reale con Gesù. [[Epifanio di Salamina]], nella sua opera ''Panarion'', menziona che Giuseppe era il padre di Giacomo e dei suoi tre fratelli (Giuseppe, Simeone, Giuda) e di due sorelle (una Salome e una Maria, o una Salome e una Anna)<ref name="Epifanio"/>, di cui Giacomo era il fratello maggiore. Giacomo e i suoi fratelli non erano figli di Maria, ma di Giuseppe da un precedente matrimonio. Dopo la morte della prima moglie di Giuseppe, molti anni dopo, quando aveva ottant'anni, "prese con sé Maria (madre di Gesù)". Secondo Epifanio, le Scritture li chiamano "fratelli del Signore" per confondere gli avversari.<ref name="Epifanio"/>
Una deduzione che si potrebbe ricavare dalla lettura del Nuovo Testamento è che i fratelli di Gesù fossero figli di Maria e Giuseppe nati dopo Gesù<ref name="ODCC self">"fratelli del Signore." Cross, F. L., ed. The Oxford dictionary of the Christian church. New York: Oxford University Press. 2005</ref>. [[Tertulliano]], [[Egesippo]] ed Elvidio esaminarono questo punto di vista<ref name="ODCC self"/>. [[Girolamo]]<ref name="ODCC self"/>, per fare un nome, ribadiva che questi uomini erano figli della sorella di Maria, anch'ella chiamata Maria: come si evince dal testo neotestamentario<ref>"fratelli del Signore." Cross, F. L., ed. The Oxford dictionary of the Christian church. New York: Oxford University Press. 2005. Vedi Marco 15:40.</ref>. [[Epifanio di Salamina]] e la Chiesa orientale considerano questi fratelli come figli di Giuseppe avuti da un precedente matrimonio<ref name="ODCC self"/> Una proposta moderna considera questi uomini come figli di Clopa (fratello di Giuseppe secondo Egesippo) e un'altra Maria (non identificata con la sorella della madre di Gesù).<ref name="ODCC self"/>.
 
L'idea, tuttavia, è molto più antica e risale almeno al II secolo. È già presente in un [[Vangeli apocrifi|Vangelo apocrifo]] noto come [[Protovangelo di Giacomo]], che difende la verginità di Maria, prima e dopo il parto, e afferma che Giuseppe era vedovo, con figli, al momento in cui Maria fu affidata alle sue cure.43 Si trova anche in altri Vangeli apocrifi del II secolo, come il Vangelo dell'infanzia di Tommaso. [[Origene]] cita un [[Vangelo di Pietro]] (non è chiaro se si tratti dello stesso Vangelo di Pietro di cui sono giunti a noi alcuni frammenti), secondo il quale i fratelli di Gesù sarebbero i figli di Giuseppe, nati da una prima moglie che egli avrebbe avuto prima di Maria.<ref>{{Cita libro |autore=[[Giacomo il Giusto]] |url=https://www.gironi.it/testi-sacri/protovangelo-di-giacomo.php |titolo=Protovangelo di Giacomo |data=I sec. d.C.}}</ref>
Nel credo originario [[Chiesa Cattolica Romana|cattolico]] e [[Chiesa Ortodossa Orientale|ortodosso]], [[Maria, madre di Gesù|Maria]] soltanto viene considerata genitrice di sangue, esprimendo la verità di fede della [[Verginità perpetua di Maria]], [[San Giuseppe|Giuseppe]] solo un padre putativo, e il resto come parenti stretti, come fratellastri o cugini. In una certa impostazione [[protestante]], i ''desposini'' comprendono sua madre Maria, suo cugino [[Giovanni Battista]] ({{passo biblico||Luca|1:36}}); allo stesso modo, i suoi pretesi fratelli. Nel credo [[ebionita]], Giuseppe fu considerato come padre biologico di Gesù.
 
Il libro apocrifo ''[[Storia di Giuseppe il falegname]]'', scritto nel V secolo e inquadrato come una biografia di Giuseppe dettata da Gesù, descrive come Giuseppe avesse una moglie prima di Maria con la quale ebbe sei figli, quattro maschi e due femmine. I nomi dei figli erano Giuda, Giusto, Giacomo e Simone, mentre quelli delle figlie erano Asia e Lidia. Secondo questo racconto, i cosiddetti fratelli di Gesù erano i figli di Giuseppe avuti da un precedente matrimonio.<ref>{{cita libro |cognome=Roberts |nome=A. |cognome2=Donaldson |nome2=J. |cognome3=Coxe |nome3=A.C. |titolo=CHURCH FATHERS: The History of Joseph the Carpenter |url=https://www.newadvent.org/fathers/0805.htm |rivista=From Ante-Nicene Fathers |volume=8 |traduttore=Walker, A. |città=Buffalo |editore=Christian Literature Publishing Co.|annooriginale=1886 |lingua=en}})</ref>
I cristiani danno interpretazioni divergenti di su quali potessero essere i rapporti tra i membri della famiglia di Gesù nominati in {{passo biblico|Matteo|13:55|Matteo 13:55}} e {{passo biblico|Marco|6:3|Marco 6:3}}. La [[Chiesa Cristiana d'Oriente]], seguendo [[Eusebio di Cesarea|Eusebio]], ritiene che essi fossero figli di Giuseppe avuti da una (non tramandata) prima moglie. All'interno della [[Chiesa Cattolica Romana]], molti concordano che essi fossero cugini di Gesù, figli dell'altra [[Maria di Cleofa|Maria, moglie di Cleopa]], quelli appunto menzionati sulla base di {{passo biblico|Marco|15:40|Marco 15:40}}, {{passo biblico|Marco|16:1|Marco 16:1}}, {{passo biblico|Giovanni|19:25|Giovanni 19:25}} e {{passo biblico|Guida|1|Guida 1}}. [[Egesippo]] disse che [[Clopa]] era il fratello di [[San Giuseppe|Giuseppe]], e [[Simone]] era cugino di Gesù. I simboli di fede originali concordano con la tradizione secondo la quale Maria rimase [[Verginità perpetua di Maria|perpetuamente vergine]]<ref name=perpvirg>e.g., Origen's ''Commentary on Matthew'', [http://www.ccel.org/fathers2/ANF-10/anf10-46.htm#P7424_1523553 §10.17]</ref>, non avendo pertanto altri figli biologici prima o dopo Gesù. Mentre grandi riformatori come [[Martin Lutero|Lutero]]<ref>Vedi citazioni dalle opere di Lutero in [http://www.davidmacd.com/catholic/martin_luther_on_mary.htm Martin Luther on Mary's Perpetual Virginity]</ref> [[Giovanni Calvino|Calvino]]<ref>Armonia di Matteo, Marco e Luca, sec. 39 (Ginevra, 1562), / Dai commentari di Calvino, tr. William Pringle, Grand Rapids, MI: Eerdmans, 1949: "Elvidio mostrò una grande ignoranza nel concludere che Maria avesse dovuto avere molti figli, perché i 'fratelli' di Cristo sono talvolta citati" (vol. 2, p. 215); "[Su Matteo 1:25:] La deduzione cui giunse [Elvidio] partendo da queste letture, fu che Maria rimase vergine solo fino al primo figlio e poi ebbe altri figli da suo marito. ... Da queste parole non è possibile dedurre alcunché di corretto e solido . . . su ciò che accadde dopo la nascita di Cristo. Egli è chiamato 'primogenito'; ma al solo scopo di informarci che egli nacque da una vergine. . . Di ciò che avvenne dopo gli storici non ci informano . . . Nessuno si ostinerebbe a sostenere l'argomento, se non per un amore eccessivo della disputa" (vol. I, p. 107).</ref> e [[Zwingli]]<ref>"Io ritengo fermamente che [Maria], secondo le parole del vangelo fu una pura vergine e portò in seno per noi il Figlio di Dio e nella nascita e dopo la nascita rimase una vergine perpetuamente pura e intatta". ({{Cita libro|cognome=Zwingli|nome=Ulrich|coautori=Egli, Emil; Finsler, Georg; Zwingli-Verein, Georg; Zürich|titolo=Huldreich Zwinglis sämtliche Werke|editore=C. A. Schwetschke und Sohn|anno=1905|volume=1|pagina=385|capitolo=Eini Predigt von der ewig reinen Magd Maria.|url=http://books.google.com/books?vid=061hIvsQOvuF3d5-UhkJID&id=yYYhD2-6nzQC&pg=RA1-PA385&lpg=RA1-PA385&dq=%22eine+predigt+von+der+ewig+reinen%22|datadiaccesso=1 luglio 2008|lingua=[[German language|German]]}}</ref> così come l'evangelista del diciottesimo secolo [[John Wesley|Wesley]]<ref>"Io credo che Egli si fece uomo, riassumendo in sè la natura umana e la natura divina in una sola persona; essendo concepito da una sinfola operazione dello Spirito Santo, e nato dalla beata Vergine Maria, che, prima e dopo che ella portò in grembo, rimase una vergine pura e immacolata" ([http://books.google.com/books?id=CZEPAAAAIAAJ The Works of the Rev. John Wesley] p. 112)</ref> hanno affermato la verginità perpetua di Maria, la maggior parte dei [[Protestantesimo|Protestanti]] oggi ritengono che questi familiari sarebbero stati figli biologici di Maria e Giuseppe<ref name=protestantfam>In altre parole, secondo questo punto di vista, essi condividevano un genitore (Maria) con Gesù. "Così Giacomo, secondo questo punto di vista, sarebbe il fratellastro minore di Gesù." [[Ben Witherington III|Witherington, Ben III]], "La famiglia allargata di Gesù," ''Bible Review,'' 19:3, pg.30–31. Inoltre, il Nelson Study Bible (NKJV) elenca gli autori tradizionali delle lettere di Giacomo e Giuda come "Giacomo, fratellastro di Gesù, tradizionalmente chiamato "il Giusto" (pag. 2102) e "Giuda il fratello di Giacomo e fratellastro del Signore Gesù" (pag. 2156). Il termine "fratellastro" viene usato per denotare una parentela, non genetica. Da questo punti di vista, gli altri fratelli e sorelle elencati nei passaggi del Vangelo avrebbero gli stessi rapporti con Gesù. Tuttavia, alcuni protestanti rigettano il termine "fratellastro" perché è troppo specifico; il Vangelo si riferisce a questi parenti come parenti di Gesù.</ref>.
 
L'Enciclopedia Cattolica, citando i testi contenuti nei libri apocrifi, scrive che Giuseppe aveva sei figli (2 donne e 4 uomini) da un matrimonio precedente a quello con Maria, che, una volta rimasto vedovo, avrebbe sposato:
{{chiarire|Esternazioni come quelle del [[Jesus Seminar]] ci lasciano intendere che la polemica contro la memoria evangelica della verginità perpetua di Maria ha innescato il meccanismo suppositivo per la re-interpretazione secondo cui Gesù avrebbe dovuto avere fratelli e sorelle carnali e diretti<ref name = "ActJMark">[[Robert W. Funk|Funk, Robert W.]] e il [[Jesus Seminar]]. ''Gli atti di Gesù: la ricerca degli autentici congiunti di Gesù.'' HarperSanFrancisco. 1998. "Mark," p. 51-161</ref>|non chiaro}}.
{{Citazione|Quando aveva quarant'anni, Giuseppe sposò una donna di nome Melcha o Escha per alcuni, Salomè per altri, con la quale visse quarantanove anni e dalla quale ebbe sei figli, due femmine e quattro maschi, il più giovane dei quali era Giacomo (il Giovane, chiamato "il fratello del Signore"). Un anno dopo la morte della moglie, quando i sacerdoti annunciarono in tutta la Giudea che volevano trovare nella tribù di Giuda un uomo rispettabile per fidanzare Maria, allora dodicenne o quattordicenne, Giuseppe, che a quel tempo aveva già novant'anni, si recò a Gerusalemme tra i candidati, un miracolo manifestò la scelta di Giuseppe fatta da Dio, e due anni dopo ebbe luogo l'Annunciazione.<ref>{{cita libro |titolo=Enciclopedia Católica: San José |url=https://ec.aciprensa.com/wiki/San_Jos%C3%A9 |lingua=es}}</ref>}}
Il Vangelo dello pseudo Matteo, scritto probabilmente nel VII secolo, afferma che i fratelli di Gesù erano figli di un precedente matrimonio di Giuseppe:
{{Citazione|Giuseppe cominciò a parlare con ritrosia, dicendo: "Sono vecchio e ho figli; perché mi dai questa ragazza, che è più giovane dei miei nipoti? (...) E un certo giorno Giuseppe chiamò il suo primogenito, Giacomo, e lo mandò nell'orto a raccogliere ortaggi (...) E Giuseppe, che era venuto a un banchetto con i suoi figli, Giacomo, Giuseppe, Giuda e Simeone, e le sue due figlie, vi partecipò anche Gesù, con Maria, sua madre, e con sua sorella Maria di Cleofa.<ref>{{Cita libro |titolo=Storia di Giuseppe il falegname |url=https://www.intratext.com/IXT/ITA0417/ |annooriginale=VI secolo (testo coordinato con la versione arabo-latina e copta dei secoli successivi)}}</ref>}}
Questa è la posizione tradizionale delle Chiese orientali, in particolare della Chiesa ortodossa. Da un punto di vista filologico, si tratta di una possibile interpretazione, poiché certamente il termine greco per "fratello" potrebbe anche significare "fratellastro", cioè una persona che, rispetto all'altra, ha solo un genitore in comune. In {{passo biblico|Marco|6:17-18}}, e in modo corrispondente, il termine è usato per riferirsi a due fratellastri, Antipa e Filippo, che avevano un solo genitore in comune, il re Erode I il Grande.
 
=== Cugini di Gesù ===
<!-- ===Jesus' relations with his biological family in the New Testament===
L'interpretazione secondo cui i fratelli di Gesù citati nel Nuovo Testamento sarebbero in realtà suoi cugini è piuttosto tardiva. Il suo principale sostenitore fu, già nel IV secolo, San Girolamo, nella sua opera ''[[De Virginitate Beatae Mariae. Adversus Helvidium|Adversus Helvidium]]'' (Contro Elvidio),<ref name="AdversusHelvidium">[[San Girolamo]], ''[[De Virginitate Beatae Mariae. Adversus Helvidium]]'' (traduzione in inglese: {{Cita libro|nome=Philip|cognome=Schaff|nome2=Henry|cognome2=Wace|nome3=Kevin|cognome3=Knight|traduttore=W.H. Fremantle, G. Lewis, W.G. Martley|titolo=Nicene and Post-Nicene Fathers, Second Series|url=https://www.newadvent.org/fathers/3007.htm|editore=Christian Literature Publishing Co|città=Buffalo, NY|lingua=en|volume=6|capitolo=The Perpetual Virginity of Blessed Mary – Against Helvidius»}}</ref> che ha un intento [[Apologetica|apologetico]]: si tratta di confutare l'opinione di un autore chiamato [[Elvidio]], che, citando [[Tertulliano]], afferma che i fratelli di Gesù erano i figli biologici di Giuseppe e Maria. Girolamo risponde che Tertulliano "non appartiene alla Chiesa". Insieme a Elvidio, questo insegnamento è stato respinto da Tertulliano e da [[Gioviniano]], ma difeso da [[Ambrogio di Milano]] e da [[Agostino d'Ippona]].<ref>{{cita libro |cognome=Garrett |nome=James Leo |titolo=Teologia sistematica |url=https://books.google.com.ar/books?id=R6i3z24e6f4C&pg=PA627 |volume=Tomo I, Biblica, Historica, Evangelica |anno=1996 |editore=Eerdmans Publishing |isbn=0-311-09140-7|p=627 |lingua=en}}</ref> Girolamo concentra la sua argomentazione sull'uso del termine ''adelphos'' nella prima traduzione greca della [[Septuaginta]], fornendo diversi esempi in cui il termine ''adelphos'' è usato per designare le relazioni tra zio e nipote ([[Abramo]] e [[Lot]]; [[Giacobbe]] e [[Labano]] in {{passo biblico|Genesi|29:12}}, o tra cugini ({{passo biblico|1 Cronache|23:21-22}}). Quest'ultimo è l'unico caso in tutta la Bibbia in cui il termine è usato, senza ombra di dubbio, per esprimere una relazione tra cugini.<ref>{{Cita|Puig 2005|p. 168}}; {{Cita|Meier 2001|p. 334}}.</ref> È chiaro, tuttavia, che l'uso della parola ''adelphos'' con il significato di cugino nella traduzione greca dell'Antico Testamento è insolito, anche se non assente,<ref>«Non è vero che ''adelphos'' venga regolarmente usato nell'Antico Testamento greco con il significato di cugino» (cfr. {{Cita|Meier 2001|p. 334}}).</ref> rendendo questa interpretazione, comune ancora oggi negli ambienti cattolici,<ref>«[...] spesso è considerata dottrina comune nella Chiesa cattolica, cioè che i fratelli e le sorelle fossero realmente cugini e che non solo Maria, ma anche Giuseppe, vivessero in uno stato di perpetua verginità» (cfr. {{Cita|Meier 2001|p. 327}}).</ref> improbabile per alcuni studiosi contemporanei, tra cui John P. Meier.<ref>«L'idea che Giuseppe rimase perennemente casto […] non ha alcun fondamento nella Scrittura» (cfr. {{Cita|Meier 2001|p. 333}}).</ref><ref>«Diversi argomenti filologici possono essere presentati a sostegno della teoria di Girolamo; ma un attento esame mostra che essi non sono così conclusivi come potrebbero apparire a prima vista» (cfr. {{Cita|Meier 2001|pp. 333-334}}, 1996).</ref><ref>«Sebbene la tesi geronimiana abbia ancora i suoi sostenitori, va considerata la meno probabile» (cfr. {{Cita|Bauckham 1996|pp. 18-21}}).</ref><ref>«Ora, se volessimo precisare che i fratelli di Gesù erano, appunto, suoi cugini, avremmo di ciò qualche indizio – per quanto piccolo – nei testi del Nuovo Testamento o, almeno, in quelli paleocristiani tradizione. [...] Egesippo distingue chiaramente tra Giacomo, il "fratello del Signore" e Simeone "il cugino del Signore" [...] Pertanto, seguendo Egesippo, autore del II secolo, i fratelli del Signore difficilmente possono essere considerati suoi cugini» (cfr. {{Cita|Puig 2005|pp. 168-169}}).</ref><ref>{{Cita libro|titolo=“The Brothers and Sisters of Jesus in Ecumenical Perspective,” by J. P. Meier, The Catholic Biblical Quarterly, January 1992, pag. 21.|citazione=Nel NT [Nuovo Testamento] adelphos, usato non semplicemente in modo figurato o metaforico, ma piuttosto per indicare una qualche relazione fisica o legale, significa solo fratello o fratellastro, e nient’altro}}</ref> Anche J. B. Lightfoot dissente dalla teoria di Girolamo, affermando che si tratta più di una sua opinione personale per la quale non citò a sostegno né alcuna tradizione precedente né le Scritture (le quali invece secondo Lightfoot contraddirebbero la teoria di Girolamo), e che anzi in scritti successivi si mostrò titubante sulla sua teoria dei "cugini".<ref>{{Cita libro|titolo=St. Paul’s Epistle to the Galatians|anno=1874|p=258|citazione=S. Girolamo non invocava alcuna autorità tradizionale a sostegno della sua teoria, e perciò l’evidenza a suo favore va ricercata nella Scrittura soltanto. Ho esaminato l’evidenza scritturale, e [...] tutte le difficoltà [...] più che controbilanciano gli argomenti secondari a suo favore, e infatti devono indurre a respingerla.}}</ref>
{{seealso|Rejection of Jesus|Mark 3#A house divided|But to bring a sword}}
 
Anche Girolamo sosteneva che questi "adelfi" fossero figli della sorella di Maria, [[Maria di Cleofa]].<ref name="Oxford"/><ref>{{Cita libro |cognome=Harrison |nome=Everett F. |titolo=A Short Life of Christ |url=https://books.google.com.jm/books?id=RTn3sbtlZ7YC&&pg=PA58 |p=58 |citazione=In opposition to Helvidius, Jerome (Hierony- mus, hence the name Hieronymian for his view) insisted that the brethren were kinsmen, specifically first cousins, being sons of Mary's sister, namely, that Mary who was the wife of Clopas |anno=1968 |editore=Wm. B. Eerdmans Publishing |isbn=9780802818249 |lingua=en}}</ref> L{{'}}''Oxford Dictionary of the Christian Church'' cita che uno studioso moderno, che non identifica, ha proposto che questi "adelfi" fossero figli di Cleofa (il fratello di Giuseppe secondo Egesipo) e di Maria, la moglie di Cleofa (non necessariamente riferendosi alla sorella della madre di Gesù).<ref name="Oxford"/>
According to the [[Synoptic Gospels]], and particularly the [[Gospel of Mark]], Jesus was once teaching a large crowd near the home of his own family, and when this came to their attention, his family went to see him and "they" (not specified) said that Jesus is "...out of his mind."
:''Then he went home; and the crowd came together again, so that they could not even eat. When his family heard it, they went out to restrain him, for people were saying, ‘He has gone out of his mind.’ '' -{{bibleverse||Mark|3:20-21|NRSV}} [[NRSV]]
:''And he comes back home, and the crowd gathers again, to the point where they couldn't even eat a meal. Hearing of that, his folks came out [from Nazareth] intending to take him away, saying, "He's gone mad!"'' -Mark 3:20-21 (Andy Gaus, ''Unvarnished New Testament'', 1991)
:''And He came home, and the crowd gathered again, to such an extent that they could not even eat a meal. When His own people heard of this, they went out to take custody of Him; for they were saying, "He has lost His senses." '' -{{bibleverse||Mark|3:20-21|NASB}} [[NASB]]
 
Secondo un frammento attribuito all'opera ''Spiegazione dei detti del Signore'' del padre apostolico [[Papia di Ierapoli]], vissuto intorno al 70-163 d.C., "Maria moglie di Cleofa o di Alfeo" sarebbe la madre di [[Giacomo il Giusto]], [[Simone (parente di Gesù)|Simone]], Giuda (identificato con [[Giuda Taddeo|Giuda apostolo]]) e [[Giuseppe (parente di Gesù)|Giuseppe]].<ref>{{Cita pubblicazione |autore=[[Papia di Ierapoli]], |titolo=Frammento X |url=https://www.monasterovirtuale.it/papia-di-gerapoli/papia-di-gerapoli-frammenti.html |data=inizio II sec. d.C.}}</ref> Il teologo anglicano J.B. Lightfoot avrebbe liquidato la prova di Papia come spuria, poiché la citazione apparteneva in realtà al suo omonimo [[Papia (lessicografo)|Papia il Lombardo]], dal suo ''Elementarium Doctrinae Rudimentum'' dell'XI secolo.<ref>{{Cita pubblicazione |cognome=Lightfoot |nome=J. B. |titolo=«The Brethren of the Lord». Notes on Revelation |url=https://juchre.org/nor/brethren.htm |citazione=The testimony of Papias is frequently quoted at the head of the patristic authorities, as favouring the view of Jerome. [...]. It is strange that able and intelligent critics should not have seen through a fabrication which is so manifestly spurious. [...] [T]he passage was written by a mediaeval namesake of the Bishop of Hierapolis, Papias [...] who lived in the 11th century |anno=1865 |lingua=en}}</ref>
In the narrative of the Synoptic Gospels, and of the [[Gospel of Thomas]], when [[Mary (mother of Jesus)|Jesus' mother]] and ''brothers'' are outside the house that Jesus is teaching in, Jesus tells the crowd that whoever does what God wills would constitute his mother and brothers ([http://www.gnosis.org/naghamm/gosthom.html Thomas 99]). According to Kilgallen, Jesus' answer was a way of underlining that his life had changed to the degree that his family were far less important than those that he teaches about the [[Kingdom of God]]. The [[Gospel of John]] states that Jesus' ''brothers'' did not believe in him, because he wouldn't perform miracles with them at the [[Feast of Tabernacles]].
 
Questa è la posizione storicamente predominante nella tradizione cattolica. Oggi conta tra i suoi sostenitori gli specialisti della [[École biblique et archéologique française|Scuola biblica di Gerusalemme]],<ref name="Scuola" /> José María Cabodevilla,<ref>{{cita libro |cognome=Cabodevilla |nome=José María |titolo=Señora Nuestra - Cristo Vivo |anno=2004 |città=Madrid |editore=Biblioteca de Autores Cristianos |isbn=84-7914-700-8 |p=329 |citazione=Por lo que respecta a los «hermanos» de Jesús (Mt 13,54-56; Hechos 1,14), ya se sabe que esta denominación tiene en hebreo un ámbito mucho más amplio, que abarca a todos los primos. Los más recientes estudios sobre el idioma vienen a corroborar esta interpretación tradicional |lingua=es}}</ref> Brant J. Pitre,<ref>{{cita libro |cognome=Pitre |nome=Brant James |titolo=Jesus and the Jewish Roots of Mary: Unveiling the Mother of the Messiah |anno=2018 |editore=Crown Publishing Group |p=116 |url=https://books.google.es/books?id=GWBKDwAAQBAJ&pg=PA100 |isbn=978-0-525-57274-9 |lingua=en}}</ref> e altri autori.<ref name="Prothro" /><ref name="Pedrozo" />
There is much disagreement over whether the ''brothers'' referred to by these narratives are actual brothers or merely stepbrothers or cousins - argued to be valid translations for the underlying Greek term ([http://www.perseus.tufts.edu/cgi-bin/ptext?doc=Perseus%3Atext%3A1999.04.0057%3Aentry%3D%231212 adelphos]). The official [[Roman Catholic]] and [[Eastern Orthodox]] doctrine is that Mary was a [[perpetual virginity|perpetual virgin]], and so could not have had any other children besides Jesus, thus making these Jesus's stepbrothers, sons of Joseph by another, unrecorded marriage (since according to Christian doctrine Joseph was not Jesus' biological father, such children would have no genetic relation to Jesus whatsoever), or cousins. Only [[Tertullian]] seems to have questioned this in the early Church. [[Islam]] also holds that Mary was a perpetual virgin as did many of the early [[Protestants]], although many Protestants today do not hold to the doctrine of perpetual virginity, and would thus believe that these are Mary's children.
 
{{Albero genealogico/inizio|style=font-size:100%;line-height:100%;}}
The negative view of Jesus' family portrayed in Acts and the Gospels may be related to the conflict between [[Paul of Tarsus]] and [[Jewish Christians]], who held Jesus' family in high regard, for example at the [[Council of Jerusalem]].<ref>http://www.jesuspolice.com/common_error.php?id=11 "Wilson (1992) [Wilson, A.N. Jesus: A life. 1992. New York: Norton & Co.] has [[Hypothesis|hypothesized]] that the negative relationship between Jesus and his family was placed in the Gospels (especially in the Gospel of Mark) to dissuade early Christians from following the Jesus cult that was administered by Jesus’ family. Wilson says: “…it would not be surprising if other parts of the church, particularly the Gentiles, liked telling stories about Jesus as a man who had no sympathy or support from his family (p. 86).” Butz (2005) [Butz, Jeffrey. The brother of Jesus and the lost teachings of Christianity. 2005. Rochester, Vermont: Inner Traditions.] is more succinct: “…by the time Mark was writing in the late 60s, the Gentile churches outside of Israel were beginning to resent the authority wielded by Jerusalem where James and the apostles were leaders, thus providing the motive for Mark’s antifamily stance… (p. 44).” Other prominent scholars agree (e.g., Crosson, 1973 [Crosson, John Dominic. “Mark and the relatives of Jesus”. Novum Testamentum, 15, 1973]; Mack, 1988 [Mack, Burton. A myth of innocence: Mark and Christian origins. 1988. Philadelphia: Fortress]; Painter. 1999 [Painter, John. Just James: The brother of Jesus in history and tradition. 1999. Minneapolis: Fortress Press])."</ref>
{{Albero genealogico|border=0| | | | | | | | Jac | | | | | | | | | | |Ann=[[
Sant'Anna|Anna]]|Joa=[[Gioacchino (padre di Maria)|Gioacchino]]|Jac=[[Genealogia di Gesù|Giacobbe]]}}
{{Albero genealogico|border=0| | | | | |,|-|-|^|-|-|-|.| | | | | | | |}}
{{Albero genealogico|border=0| Mar |-| Jos | | | | | Clo |y| aMa | | |Mar=[[Maria (madre di Gesù)|Maria]]|Jos=[[San Giuseppe|Giuseppe]]|Clo=[[Cleofa]]|aMa=[[Maria di Cleofa]]}}
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{{Albero genealogico|border=0|Jes | | | | | | Jas | Jos | Sim | Jud |Jes=[[Gesù]]|boxstyle_Jes=background-color: #afa;|Jas=[[Giacomo il Minore]]<br />&nbsp;<br />&nbsp;|Jos=[[Giuseppe (parente di Gesù)|Giuseppe]]<br />&nbsp;<br />&nbsp;|Sim=[[Simone (parente di Gesù)|Simone]]|Jud=[[Giuda (parente di Gesù)|Giuda]]<br />&nbsp;<br />&nbsp;}}
{{Albero genealogico/fine}}
 
=== Assenza dei fratelli di Gesù ===
===Family trees and pedigrees===
Ci sono alcuni passaggi significativi nelle Scritture in cui i fratelli o le sorelle di Gesù non compaiono, ad esempio quando Gesù si perde nel tempio e durante la crocifissione. Si sostiene che i cosiddetti "fratelli di Gesù" non siano fratelli e sorelle di sangue,<ref name="Keating">{{cita libro |autore=Karl Keating |titolo=Catholicism and Fundamentalism: The Attack on "Romanism" by "Bible Christians" |url=https://books.google.com/books?id=qn37ImknvSAC |anno=1988 |editore=Ignatius Press |p=284 |isbn=978-0-89870-177-7 |lingua=it}}</ref><ref name="Calkins">{{cita libro |cognome=Calkins|nome= Arthur B. |capitolo=Our Lady's Perpetual Virginity |editore=Miravalle, Mark |urlcapitolo=https://archive.org/details/mariologyguidefo0000unse/page/308 |titolo=Mariology: A Guide for Priests, Deacons, Seminarians, and Consecrated Persons |url=https://archive.org/details/mariologyguidefo0000unse |anno=2008 |isbn=978-1-57918-355-4 |pp=308-309}}</ref><ref name="Miravalle">{{cita libro |cognome=Miravalle |nome=Mark |capitolo=Introduction to Mary |anno=1993 |editore=Queenship Publishing |isbn=978-1-882972-06-7 |pp=62-63 |lingua=en}}</ref><ref name="Baker">{{cita libro |cognome=Baker |nome=Kenneth |titolo=Fundamentals of Catholicism |anno=1983 |isbn=0-89870-019-1 |editore=Ignatius Press |pp=334-335 |lingua=en}}</ref> anche se alcuni autori rifiutano questa ipotesi.<ref name="Einsenmann">{{Cita libro |cognome=Eisenmann |nome=Robert |titolo=James, the Brother of Jesus: The Key to Unlocking the Secrets of Early Christianity and the Dead Sea Scrolls |url=https://books.google.it/books?id=l-I0IhHG9nUC |annooriginale=2002 |anno=2013 |editore=Watkins Publishing |isbn=978-1-78028-374-6 |lingua=en}}</ref>
Aside from the [[Genealogy of Jesus|Genealogies of Jesus]] present in the [[Gospel of Luke]] and [[Gospel of Matthew]], there have been several attempts to piece together a detailed family tree of Jesus'.
-->
 
* Il Vangelo di Luca racconta la visita di Maria, Giuseppe e Gesù al tempio di Gerusalemme quando Gesù aveva 12 anni ({{passo biblico|Luca|2:41-51}}), ma non menziona alcun fratello. [[Robert Eisenman]] ritiene che Luca abbia cercato di minimizzare l'importanza della famiglia di Gesù con ogni mezzo possibile, eliminando Giacomo e i fratelli di Gesù dal resoconto evangelico.<ref name="Einsenmann"/> Invece, Karl Keating sostiene che Maria e Giuseppe si precipitarono subito a Gerusalemme quando si resero conto che Gesù era scomparso, cosa che sicuramente avrebbero pensato due volte prima di fare se ci fossero stati altri figli (i fratelli di Gesù) di cui prendersi cura.<ref name="Keating"/>
===Il dibattito esegetico===
* Il Vangelo di Giovanni riporta alcune parole di Gesù sulla croce, tra cui: «Donna, ecco tuo figlio» e «Ecco tua madre» ({{passo biblico|Giovanni|19:26-27}}). Poi si legge: «e da quell'ora il discepolo la accolse nella propria casa». Fin dai tempi dei Padri della Chiesa, questa affermazione è stata usata per spiegare che dopo la morte di Gesù non c'erano altri figli biologici che potessero prendersi cura di Maria, e che questa doveva essere affidata al "discepolo amato".<ref name="Calkins"/><ref name="Miravalle"/><ref name="Baker"/> Costantino Zalalas sostiene che sarebbe stato contrario all'usanza ebraica che Gesù affidasse sua madre alle cure del discepolo se Maria avesse avuto altri figli vivi, perché il figlio maggiore si assumeva sempre la responsabilità della madre.<ref>{{cita audio |url=https://pantokrator.info/on-faith/ |cognome=Zabalas |nome=Constantine |titolo=Holy Theotokos: Apologetic Study |editore=Pantocrator |data=2 febbraio 2021 |lingua=en}}</ref> Karl Keating ha scritto: «È difficile immaginare perché Gesù avrebbe trascurato i legami familiari e preso questa disposizione per sua madre se questi quattro [Giacomo, Giuseppe, Simone, Giuda] erano anche suoi figli».<ref name="Keating" /> [[Papa Giovanni Paolo II]] ha commentato che il comando "Ecco tuo figlio!" era l'affidamento del discepolo a Maria per riempire il vuoto materno lasciato dalla morte del suo unico figlio sulla croce.<ref>{{cita pubblicazione |autore=[[Papa Giovanni Paolo II|Giovanni Paolo II]] |titolo=Omelia del 30 aprile 1997 |editore=[[L'Osservatore Romano]] |p=11}}</ref>
Il dibattito sull’esistenza dei “Fratelli di Gesù” va in parallelo con la questione della [[verginità di Maria]] ed ha origini antiche: [[Eunomio]], vescovo ariano di [[Cizico]], fu tra i primi a parlare di fratelli e sorelle di Gesù<ref>Cfr. [[Jean Galot]], “Maria la Donna Nell’opera Di Salvezza, Gregorian Biblical BookShop, 1991, p. 182</ref>.
 
== Studio congiunto cattolico-protestante ==
Anche l’esegesi moderna si è occupata di una diatriba tutt’ora in corso.
Nel 1978 è stato pubblicato in inglese il libro intitolato ''Mary in the New Testament: a collaborative assessment by Protestant and Roman Catholic scholars''<ref>op. cit. {{Cita|Brown, Dibfried, Fitzmyer, Reumann}}.</ref> che denota fin dalla seconda parte del titolo<ref group=Nota name="Titolo">La traduzione italiana pubblicata nel 1985 per l'editore Cittadella (Assisi) riporta come titolo: ''[https://search.worldcat.org/it/title/17019628 Maria nel Nuovo Testamento una valutazione congiunta di studiosi protestanti e cattolici]''; la traduzione spagnola pubblicata nel 1982 per l'editore Sígueme (Salamanca) riporta come titolo ''[https://search.worldcat.org/it/title/844772324 María en el Nuevo Testamento. Una evaluación conjunta de eruditos protestantes y católicos romanos]''"; la traduzione tedesca pubblicata nel 1981 per l'editore Verlag Katholisches Bibelwerk (Stoccarda) riporta come titolo ''[https://search.worldcat.org/it/title/17019814 Maria im Neuen Testament: eine ökumenische Untersuchung]''.</ref> chiaramente una certa ambizione ecumenica e collaborativa, corroborata dalla partecipazione di un totale di dodici specialisti, sia cattolici che protestanti. Il libro analizza per esteso tutti i passi biblici sul tema. I quattro autori di fama internazionale che hanno diretto la preparazione finale sono giunti a quattro conclusioni sull'identificazione dei "fratelli e sorelle di Gesù" menzionati nel Nuovo Testamento:
 
La "verginità perpetua di Maria" dopo la nascita di Gesù non è una questione sollevata direttamente dal Nuovo Testamento.<ref name="Brown-4">{{cita libro |autore=[[Raymond E. Brown]] |autore2=Karl Paul Dibfried |autore3=[[Joseph A. Fitzmyer]] |autore4=John Reumann |titolo=María en el Nuevo Testamento. Una evaluación conjunta de estudiosos católicos y protestantes |anno=1986 |città=Salamanca |editore=Ediciones Sígueme |isbn= 84-301-0881-5 |p=78 |lingua=es}}</ref>
Tra gli autori favorevoli all’ipotesi dell’esistenza dei “Fratelli di Gesù” il teologo protestante tedesco [[David Friedrich Strauss]], secondo il quale non esistono motivi concreti per negare questa possibilità. Strauss precisa che sotto la croce, “sia per circostanze esterne sia per ragioni interne e morali, Gesù poteva preferire di affidare sua madre a Giovanni anziché ai fratelli suoi” <ref>Cfr. David Friedrich Strauss, La vita di Gesù o esame critico della sua storia, F. Sanvito, 1863, pp. 198s</ref>, contestando quindi una delle ipotesi forti degli esegeti che negano l’esistenza dei “fratelli di Gesù”.
 
* Quando tale questione è stata sollevata nella successiva storia della Chiesa, è stata quella a focalizzare l'attenzione sull'esatta relazione dei "fratelli" (e delle "sorelle") con Gesù.<ref name="Brown-4"/>
Gli studiosi Mauro Pesce e Adriana Destro<ref>Cfr. Mauro Pesce, Adriana Destro, L'uomo Gesù, Edizioni Mondadori, 2010, p. 231</ref> parlano dei “fratelli di Gesù” come fratelli di sangue, in quanto “nessun testo canonico precisa che non si tratti dei figli di Maria e Giuseppe”.
* Con l'attenzione concentrata su di loro, non si può affermare che il Nuovo Testamento li identifichi senza ombra di dubbio come "fratelli e sorelle di Gesù in senso stretto", cioè come "fratelli e sorelle di sangue di Gesù" e quindi come "figli di Maria".<ref name="Brown-4"/>
* La soluzione preferita da ogni studioso, specialista o erudito, dipenderà in parte dall'autorità che egli attribuisce alle idee posteriori della Chiesa<ref name="Brown-4"/> (cioè di ogni confessione cristiana). Si tratta quindi di un problema di natura ecclesiale e non solo biblica o filologica.
 
Da ciò derivano due punti:
Per Renan<ref>Cfr. Ernest Renan, Vita di Gesù, Newton Compton Editori, 2012</ref> “Gesù aveva fratelli e sorelle, di cui pare egli fosse l'anziano”.
 
* Il testo biblico permette di identificare i cosiddetti "fratelli e sorelle" sia come fratelli di sangue di Gesù sia come altri tipi di parenti stretti. Così, gli esegeti possono accettare la verginità di Maria dopo il parto (cioè dopo la nascita di Gesù) - nel senso letterale del termine - o rifiutarla, senza dover rinunciare alla loro integrità intellettuale. Si riconosce che entrambe le interpretazioni sono in linea con le Scritture.
Altri studiosi ed esegeti contestano questa tesi.
* In secondo luogo, poiché entrambe le interpretazioni sono biblicamente legittime, i lettori vedranno nei "fratelli e sorelle di Gesù" dei "fratelli" o dei "parenti stretti", a seconda soprattutto della tradizione ecclesiale a cui appartengono e del modo in cui si rapportano a tale tradizione.
 
Come ha commentato [[Raymond Edward Brown|Raymond E. Brown]]:<ref group=Nota name="brown">Raymond E. Brown, sacerdote cattolico membro, nel [[1972]], della [[Pontificia Commissione Biblica]] e dal [[1996]] professore emerito presso il [[protestantesimo|protestante]] ''Union Theological Seminary'' di [[New York]], dove insegnò per 23 anni.</ref>
Secondo il biblista francese [[Frédéric Manns]]<ref>Cfr. Frédéric Manns, "Trenta Domande (e Trenta Risposte) Su Maria e la Nascita Di Gesù", Vita e Pensiero, 2007, p. 31</ref>, "solo Gesù nei vangeli è detto figlio di Maria", e i cosiddetti fratelli di Gesù "non vengono mai chiamati figli e figlie di Maria". Lo stesso autore sottolinea come "Gesù non avrebbe mai affidato sua madre a Giovanni ai piedi della croce se avesse avuto altri fratelli di sangue". Inoltre se Maria avesse avuto altri figli "non avrebbe mai potuto lasciare i suoi per stabilirsi coi discepoli". Probabilmente, conviene Manns, i “fratelli di Gesù” erano “probabilmente figli di una Maria che non era la madre di Gesù”.
{{Citazione|La questione se i fratelli di Gesù fossero figli di Maria è di poca importanza nello studio del Nuovo Testamento, ma è una storia biblica con cui molti si confrontano nella loro vita e che li lascia perplessi....
Come sacerdote cattolico, le mie conferenze sono frequentate più da cattolici che da protestanti o ebrei [...] Tuttavia, avendo insegnato per molti anni in un seminario prevalentemente protestante, ho scoperto che molte questioni, anche se trattate da una prospettiva cattolica, interessano gli altri proprio perché vivono a contatto con i cattolici. Prima ho fatto riferimento alla questione se Maria abbia avuto più figli o sia rimasta vergine. I protestanti mi pongono spesso questa domanda perché vogliono sapere come un cattolico specializzato in studi biblici possa difendere una visione di Maria che, secondo loro, è estranea alla Bibbia.
 
[...] Accetto gli insegnamenti della Chiesa cattolica, ma spero sia altrettanto chiaro che cerco di presentare i dati biblici nel modo più oggettivo possibile, chiarendo dove finiscono i dati biblici e dove l'interpretazione della Bibbia aggiunge nuove sfumature nelle diverse fasi della vita della Chiesa. Se il dato biblico è di per sé ambiguo, tutti, a mio avviso, dovrebbero saperlo. Non vedo perché i cristiani di Chiese diverse non debbano essere d'accordo su ciò che dice la Bibbia e su ciò che intendevano coloro che hanno scritto le Scritture (per quanto uno studio scientifico dell'argomento possa raggiungere). Inevitabilmente si troveranno in disaccordo sul significato della Bibbia in vari aspetti della vita della Chiesa, ma poi diventerà più chiaro quale sia questo disaccordo. Più comunemente discuteranno di ciò che non è chiaro nelle Scritture e su cui sono state prese posizioni diverse nel corso degli anni. Questo aiuta a eliminare dai dibattiti interni ai cristiani l'accusa che una parte sia poco biblica; il più delle volte la stessa citazione biblica viene interpretata in modi diversi, ma questo non impedisce a entrambe le parti, dal proprio punto di vista, di rimanere fedeli alla Bibbia.<ref>{{cita libro |autore=[[Raymond Edward Brown|Brown, Raymond E.]] |titolo=Risposte a 101 domande sulla Bibbia |url=https://books.google.it/books?id=r9EmAAAACAAJ |editore=Queriniana |anno=1991 |isbn=9788839912329 |pp=11-12}}</ref>}}
Altri autori hanno tentato di analizzare il testo greco dei vangeli presupponendo un originale aramaico alla loro base. Tra loro [[Josè Miguel García]] della "[[scuola esegetica di Madrid|scuola di Madrid]]"<ref>Cfr. [[Josè Miguel García]], "La vita di Gesù: Nel testo aramaico dei Vangeli, Bur 2005</ref>, il quale fa notare che in {{passo biblico|Gv|2,12}} la congiunzione greca ''kai'' è determinante. Nel passo giovanneo ("Dopo questo, Egli discese a Capernaum con sua madre, i suoi fratelli e (''kai'') i suoi discepoli; ed essi rimasero lì pochi giorni") Garcia sottolinea che il ''kai'' corrisponde al ''waw'' aramaico, "che spesso corrisponde alla congiunzione copulativa 'e'. Ma in questo caso - scrive l’autore - era esplicativo e il suo equivalente italiano deve essere ‘cioè, vale a dire, ossia, ecc...’. Questa particella ci fa vedere tutto in modo diverso"<ref>Cfr. [[Josè Miguel García]], "La vita di Gesù: Nel testo aramaico dei Vangeli, Bur 2005</ref>. Per Garcia anche nell’episodio del [[processo di Gesù]] alla congiunzione greca ''kai'' corrisponde il ''waw'' aramaico, in {{passo biblico|Mc|15,1}}: “Al mattino i sommi sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e (''kai'') tutto il sinedrio, dopo aver tenuto consiglio, misero in catene Gesù, lo condussero e lo consegnarono a Pilato”. Tuttavia è nell’episodio dell’apparizione a Maddalena che, secondo Garcia, si troverebbe un indizio importante utile al dibattito sui [[fratelli di Gesù]]. Il passo è {{passo biblico|Gv|20,17-18}}: “«Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va dai miei fratelli e dì loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro». Maria di Màgdala andò subito ad annunziare ai discepoli: «Ho visto il Signore» e anche ciò che le aveva detto”. Secondo Garcia “Giovanni non potrebbe essere più chiaro sull’identità tra fratelli di Gesù e discepoli”<ref>Cfr. [[Josè Miguel García]], "La vita di Gesù: Nel testo aramaico dei Vangeli, Bur 2005</ref>.
 
== Note ==
Anche il teologo belga Jean Galot<ref>Cfr. [[Jean Galot]], “Maria la Donna Nell’opera Di Salvezza, Gregorian Biblical BookShop, 1991</ref> ha preso posizione nel dibattito: secondo questo autore "se i fratelli di Gesù non fossero stati dei cugini avrebbero dovuto essere più giovani di Gesù", in quanto il vangelo lo definisce primogenito, mentre "si consta che essi si comportano da fratelli maggiori soprattutto quando esprimono l'intenzione di ricondurre a casa Gesù (Mc 3,21.21-35). Galot sottolinea come Gesù è chiamato "il figlio di Maria" come se ve ne fosse uno solo (Mc 6,3), e "due dei fratelli, Giacomo e Simone, sono figli di un'altra Maria (Mt 27,56 e Mc 15,40). Per Galot è probabile che Maria madre di Giacomo e Giuseppe sia identica a Maria moglie di Cleofa (Gv 19,25): ella era cognata di Maria madre di Gesù, “infatti, secondo le informazioni fornite da Egesippo, bene al corrente della tradizione di Gerusalemme, Cleofa era il fratello di Giuseppe. Giacomo e Giuseppe sarebbero quindi cugini di Gesù, e sembra probabile che Simone e Giuda appartengano alla stessa famiglia benché non si possa avere certezza su questo punto” <ref>Cfr. [[Jean Galot]], “Maria la Donna Nell’opera Di Salvezza, Gregorian Biblical BookShop, 1991, p. 181</ref><ref>Cfr. anche Eusebio, Hist. Eccl. 3,11. Eusebio parla di Simeone figlio di Cleofa designato come successore di Giacomo a Gerusalemme</ref>.
<references group="Nota"/>
 
=== Riferimenti ===
Per Roberto Coggi, teologo domenicano <ref>Cfr. Roberto Coggi, 'Studi introduttivi a S. Tommaso', Edizioni Studio Domenicano, 2004, pag. 141</ref>, “che i fratelli di Gesù siano cugini risulta da numerosi indizi”, e cita, tra gli altri, il fatto che “i fratelli risultano formare un gruppo numeroso: in {{passo biblico|Mt|13,55}} si parla di 4 fratelli e di 'tutte le sue sorelle'. L'espressione 'tutte', come fa notare Girolamo, si dice solo di una moltitudine”. Coggi sottolinea che Giacomo e Giuseppe “fratelli di Gesù” (Mt 13,55) “sono figli di una Maria discepola di Cristo (Cfr Mt 27,56) la quale è designata in modo significativo come ‘l’altra Maria’ (Cfr. Mt 28,1)”<ref>Cfr. Roberto Coggi, 'Studi introduttivi a S. Tommaso', Edizioni Studio Domenicano, 2004, pag. 141</ref>.
<references/>
 
Per lo studioso cattolico Giuseppe Damigella<ref>Cfr. Giuseppe Damigella, 'Il mistero di Maria: teologia, storia, devozione', Città Nuova, 2005, p. 49</ref> se i "fratelli di Gesù fossero stati veri fratelli dovremmo trovare un ordine diverso: 'i fratelli di Gesù e sua madre', 'i tuoi fratelli e tua madre' come avviene in Genesi 24,53.55. La formula marciana fa pensare a fratelli in senso lato, ad una parentela meno stretta". Secondo questo autore “nel momento supremo Gesù si comportò come l’unico responsabile della madre (…), era cioè l’unico vero figlio di Maria” <ref>Cfr. Giuseppe Damigella, 'Il mistero di Maria: teologia, storia, devozione', Città Nuova, 2005, p. 50</ref>.
 
==Questioni preliminari==
=== Uso del termine "fratello" e derivati nella Bibbia ===
Il termine 'fratello' e derivati è largamente usato nella [[Bibbia]] e non sempre con lo stesso significato.
 
====Testo masoretico====
Nei 39 libri che compongono il [[testo masoretico]], detto anche [[Antico Testamento]] ebraico, il termine [[ebraico]] e [[aramaico]] אח (''<nowiki>'</nowiki>ah'', si veda l'omofono e omologo [[lingua araba|arabo]] ﺍﺥ e [[lingua siriaca|siriaco]] ܐܚ) compare 635 volte, includendo i derivati (plurale, stato costrutto singolare e plurale, forma con suffisso pronominale). Secondo il ''Lexicon Hebraicum et aramaicum veteris testamenti'' dello [[Franz Zorell|Zorell]], il termine può avere 12 significati diversi (l'[[ebraico]] biblico contiene numerosi esempi di parole ampiamente [[polisemia|polisemiche]], cioè dai più significati).
In particolare:
* "fratello", cioè figlio degli stessi genitori: ad esempio [[Caino]] e [[Abele]] ({{passo biblico2|Gen|4,1-2}}); [[Esaù]] e [[Giacobbe]] ({{passo biblico2|Gen|25,24-26}}, dove si tratta propriamente di gemelli); [[Mosè]], [[Aronne]] e [[Miriam]] ({{passo biblico2|Nm|26,59}});
 
* "fratellastro", cioè fratello dello stesso padre ma madre diversa: ad esempio i dodici figli che Giacobbe ebbe da quattro donne diverse ({{passo biblico2|Gen|35,22-26;37,4;42,3;42,4;42,13}});
 
* "parente" o "cugino", cioè generico appartenente alla cerchia familiare (cugino di vario grado, nipote = figlio del figlio, nipote = figlio del fratello): ad esempio [[Abramo]] chiamava 'fratello' suo nipote (figlio del fratello) [[Lot (Bibbia)|Lot]] ({{passo biblico2|Gen|11,27;13,8;14,14;14,16}}), e lo stesso dicasi per [[Labano]] verso suo nipote [[Giacobbe]] ({{passo biblico2|Gen|29,15}}). In {{passo biblico2|1Cr|23,22}} il termine 'fratelli' viene usato per indicare i figli del fratello del padre, cioè i cugini di primo grado; in {{passo biblico2|Lv|10,4}} indica i figli del cugino di primo grado;
 
* "membro di una stessa tribù", intendendo con tribù i 12 raggruppamenti etnici relativi ai figli di [[Giacobbe]]-[[Israele]]: p.es. {{passo biblico2|Nm|8,26}}; {{passo biblico2|2Sam|19,11-13}});
 
* "amico" o "alleato", in particolare nei momenti avversi: ad esempio {{passo biblico2|2Sam|1,26}}; {{passo biblico2|1Re|9,13}}; {{passo biblico2|Pr|17,17}};
 
* "collega", cioè individuo accomunato da un medesimo incarico di tipo religioso, civile, militare: ad esempio {{passo biblico2|2Cr|31,15}}; {{passo biblico2|1Re|20,32}}; {{passo biblico2|1Sam|30,23}};
 
* "prossimo", cioè individuo di pari grado sociale verso il quale si hanno precisi obblighi morali: ad esempio {{passo biblico2|Ger|9,3}}; {{passo biblico2|Ez|47,14}};
 
* "compagno nella fede", significato che nella successiva tradizione cristiana darà origine al termine 'frate': ad esempio {{passo biblico2|Dt|1,16}}; {{passo biblico2|Sal|133,1}} ({{passo biblico2|Sal|132,1}} nell'ordinazione della [[Vulgata]], ripresa anche dalla [[Bibbia CEI]]).
 
==== Settanta ====
Nel [[lingua greca|greco]] classico precristiano (v. ad esempio [[Euripide]], [[Erodoto]], [[Platone]], [[Senofonte]]), lingua molto più complessa ed articolata dell'[[ebraico]] biblico, il termine αδελφός e derivati (in particolare il femminile αδελφή, sorella) occupa un campo semantico molto limitato, indicando solitamente i figli degli stessi genitori o, al più, con un solo genitore comune (italiano 'fratellastro'). L'etimologia è connessa a δελφύς (utero) + α da [[Lingue indoeuropee|indoeuropeo]] *''sm̥'' "uno, unico, stesso", quindi lett. 'figli dello stesso utero'. Già nel greco classico, tuttavia, il significato è più ampio, similmente all'italiano 'fratello': non indica solo i figli della stessa madre, ma anche quelli dello stesso padre. Se il termine è applicato fuori dall'immediata sfera familiare lo è con intento elogiativo o iperbolico.
 
È fondamentale evidenziare che tale accezione semantica ristretta del termine αδελφός e derivati propria del greco classico potrebbe non essere applicata ''in toto'' ai successivi testi redatti in [[greco ellenistico]] di matrice semita, in primis la [[Septuaginta|Settanta]] (o LXX, traduzione greca del [[testo masoretico]] più altri scritti, detti [[deuterocanonici]], realizzata tra [[III secolo a.C.|III]] e [[I secolo a.C.]]) e soprattutto il [[Nuovo Testamento]]. In tali opere infatti il testo è impregnato di [[semitismi]], vale a dire particolari fenomeni [[sintassi|sintattici]], linguistici, [[morfologia (grammatica)|morfologici]] propri delle lingue semitiche ([[lingua ebraica|ebraico]] e [[lingua aramaica|aramaico]]), ma estranei alla [[lingua greca]]. Si potrebbe dire che gli scrittori della [[Septuaginta|Settanta]] e del [[Nuovo Testamento]] hanno interpretato, con lettere e parole greche, frasi e significati semitici.
 
Come esempi dei vari significati del termine αδελφός nella [[Septuaginta|LXX]], che compare 926 volte al maschile e 122 al femminile, possono essere pertanto esaminati gli stessi loci esemplificativi indicati a proposito del [[testo masoretico]], in quanto nei restanti libri [[deuterocanonici]] il termine non si colora di altre sfumature particolari.
 
==== Nuovo Testamento ====
I 27 libri del [[Nuovo Testamento]], al pari della [[Septuaginta|LXX]], sono scritti in un [[greco ellenistico]] caratterizzato da numerosi [[semitismi]]. In essi il termine αδελφός e derivati compare 343 volte, il femminile αδελφή 26 volte.
 
Circa il significato che tale parola riveste nei vari contesti occorre, come visto anche per la [[Septuaginta|LXX]], tenere conto della [[polisemia]] che caratterizza il termine semitico. In particolare può indicare:
 
* "fratello" in senso proprio, figli degli stessi genitori: ad esempio i fratelli [[Giacomo il Maggiore|Giacomo]] e [[Giovanni apostolo ed evangelista|Giovanni]] sono figli di [[Zebedeo]] con la stessa madre ({{passo biblico2|Mt|4,21}} e {{passo biblico2|Mt|27,56}});
 
* "fratellastro", avendo un solo genitore in comune: ad esempio in {{passo biblico2|Mt|1,2}} [[Giacobbe]] è detto padre di [[Giuda (tribù)|Giuda]] e dei sui fratelli, alcuni dei quali (sei su tredici) erano figli di altre mogli di Giacobbe; [[Erode Antipa]] è detto fratello di [[Filippo]] ({{passo biblico2|Mt|14,3}};{{passo biblico2|Lc|3,1}}), ed entrambi erano figli di [[Erode il Grande]] ma con mogli diverse (rispettivamente con [[Maltace]] e [[Cleopatra di Gerusalemme]]);
 
* "parente" o "cugino": nel Nuovo Testamento non si trova alcun esempio che possa essere chiaramente ed esplicitamente ricondotto a tale significato, come avviene ad esempio nel caso di Abramo e Lot nella LXX che sono esplicitamente descritti come 'fratelli' ({{passo biblico2|Gen|13,8}} nonostante la parentela sia indiretta {{passo biblico2|Gen|11,27}}). Secondo l'interpretazione cattolica, nel [[Nuovo Testamento]] un esempio implicito è presente in {{passo biblico2|Gv|19,25}}, dove è menzionata la presenza sotto la croce della "madre di Gesù e la sorella (αδελφή) della madre di lui [[Maria di Cleofa]] e [[Maria Maddalena]]". Essendo improbabile che due sorelle si chiamassero entrambe Maria, per quanto il nome fosse diffusissimo all'epoca, ne deriverebbe che fossero appunto 'parenti' o 'cugine';
 
* "discepolo" diretto di [[Gesù]], tra cui anche gli [[apostoli]]: p.es. {{passo biblico2|Mt|23,8;25,40;28,10}};{{passo biblico2|Gv|20,17}}. In alcuni passi ({{passo biblico2|Gv|2,12;7,3}};{{passo biblico2|At|1,13-14}}) il termine 'fratelli' è chiaramente distinto dai 'discepoli' (μαθητάι, ''mathetài'');
 
* "credente" in generale: vedi ad esempio {{passo biblico2|Mt|5,22-24;7,3-5;12,48-50}};{{passo biblico2|At|15,23;17,6}};{{passo biblico2|Gal|6,18}};{{passo biblico2|Eb|2,17}};{{passo biblico2|1Pt|2,17;5,9}}.
 
Oltre al termine "fratelli" nel greco del Nuovo Testamento sono presenti anche altri termini indicanti legami di parentela di vario tipo:
 
* συγγεννής (''singhenès''), 12 volte nel Nuovo Testamento, letteralmente 'con-nato' (v. l'italiano 'cognato'), cioè della stessa stirpe, parente. Indica ad esempio la parentela tra [[Maria (madre di Gesù)|Maria]] ed [[Elisabetta (madre del Battista)|Elisabetta]] ({{passo biblico2|Lc|1,36}}). Quando [[San Giuseppe (padre putativo di Gesù)|Giuseppe]] e [[Maria (madre di Gesù)|Maria]] smarriscono [[Gesù]] a [[Gerusalemme]] e lo cercano tra i 'parenti' ({{passo biblico2|Lc|2,44}}). In senso più ampio è ad esempio usato da [[Paolo di Tarso|Paolo]] per indicare l'intero popolo d'Israele, suoi 'parenti' secondo la carne ({{passo biblico2|Rm|9,3}}). Il sostantivo astratto derivato ''singhèneia'' ricorre 3 volte, ad esempio quando [[Elisabetta (madre del Battista)|Elisabetta]] e [[San Zaccaria|Zaccaria]] volevano chiamare loro figlio [[San Giovanni Battista|Giovanni]] e i vicini e i parenti fecero notare loro che non c'era nessuno con quel nome nel 'parentado' ({{passo biblico2|Lc|1,61}}). In alcuni loci (ad esempio {{passo biblico2|Lc|21,16}}) il termine 'parenti' è chiaramente distinto da 'fratelli';
 
* ανεψιός (''anepsiós''), tradotto solitamente con "cugino" ma indicante una parentela più o meno remota non chiaramente definita. Compare tre volte nella [[Septuaginta|LXX]]. Nel [[Libro di Tobia]] ({{passo biblico2|Tb|7,2;9,6}}) indica la parentela tra [[Tobi]] e [[Gabael]]. Tale parentela, di grado appunto non definibile, era sicuramente lontana, almeno dal punto di vista geografico: [[Tobi]] risiedeva a [[Ninive]], in [[Mesopotamia]], mentre [[Gabael]] a [[Ecbatana]], nella [[Medi|Media]] (attuale [[Iran]]). In {{passo biblico2|Nm|36,11-12}} il termine 'cugini' indica generici appartenenti alla stessa tribù di Manasse. Notare come in {{passo biblico2|1Cr|23,22}} LXX, nel caso di veri e propri cugini di primo grado non viene usato ανεψιός ma αδελφόι. Nel Nuovo Testamento il termine è usato una sola volta in {{passo biblico2|Col|4,10}}, dove è indicata la parentela di [[San Marco Evangelista|Marco]] e [[San Barnaba|Barnaba]]. Anche in tale caso, come nel [[Libro di Tobia]], la parentela non è definita ma comunque lontana: [[San Marco Evangelista|Marco]] (suo nome latino) o Giovanni (suo nome ebraico) risiede a [[Gerusalemme]] ({{passo biblico2|At|12,12}}), mentre Barnaba (epiteto di Giuseppe) è originario di [[Cipro]] ({{passo biblico2|At|4,36}}).
 
===Le tre Marie===
Prima di esaminare i possibili passi impliciti relativi ai 'fratelli' di Gesù, è fondamentale affrontare una questione apparentemente marginale ma che si dimostra fondamentale nella delineazione di un quadro d'insieme: l'identificazione sinottica delle donne presenti al momento della crocifissione ({{passo biblico2|Mt|27,56}};{{passo biblico2|Mc|15,40}};{{passo biblico2|Gv|19,25}}, {{passo biblico2|Lc|23,49}} ne registra la presenza ma senza fornire nomi):
 
{| {{Prettytable|text-align=center|align=center}}
|-
! Matteo 27,56
! Marco 15,40
! Giovanni 19,25
|-
| tra le quali c'era(no)
| c'erano poi anche delle donne da lontano osservanti tra le quali anche
| stavano poi presso la croce di Gesù
|-
| Maria Maddalena
| Maria Maddalena
| sua madre
|-
| e Maria madre di Giacomo e di Giuseppe
| e Maria madre di Giacomo il Minore e di Ioses
| e la sorella di sua madre (che forse è) Maria di Cleofa
|-
| e la madre dei figli di Zebedeo
| e Salome
| e Maria Maddalena
|}
 
Il testo di {{passo biblico2|Gv|19,25}} indica che le discepole presenti al momento della crocifissione di Gesù sono tre donne, tutte di nome Maria. Può apparire strano che l'evangelista non citi [[Salomè (discepola di Gesù)|Salome]], identificabile con la madre dei figli di [[Zebedeo]]<ref>La Salome di Mc non può essere identificata con la "Maria madre di Giacomo e Giuseppe" di Matteo: in tal caso sarebbe madre di Giovanni (l'evangelista); Giacomo 'Maggiore' fratello di Giovanni; Giuseppe-Ioses; Giacomo 'Minore' fratello di Giuseppe-Ioses. Avrebbe dunque due figli di nome Giacomo.</ref>, cioè la madre dello stesso evangelista Giovanni. Tale 'dimenticanza' può essere intesa come una tacita accettazione dell'invito di Gesù a Giovanni a prendere con sé Maria come madre ({{passo biblico2|Gv|19,26-27}}): l'evangelista non testimonia la presenza di sua madre Salome perché in quel momento Maria era sua madre. Si deve anche notare che, ove fossero esistiti altri figli di Maria Madre di Gesù, costoro non avrebbero certamente accettato la reciproca adozione tra Maria come nuova Madre e Giovanni, un estraneo, come nuovo Figlio, ma avrebbero rivendicato di provvedere loro per diritto di nascita alla loro madre. Non lo fecero, perché non esistevano.
 
Stando a Giovanni dunque le tre Marie sono:
 
* [[Maria (madre di Gesù)|Maria madre di Gesù]]
* [[Maria Maddalena]]
* [[Maria di Cleofa]], che il testo dice 'sorella' di sua madre.<ref>L'assenza della congiunzione και tra 'sorella della madre di lui' e 'Maria di Cleofa' (Cfr. dal testo greco: ἡ μήτηρ αὐτοῦ καὶ ἡ ἀδελφὴ τῆς μητρὸς αὐτοῦ Μαρία ἡ τοῦ Κλωπᾶ καὶ Μαρία ἡ Μαγδαληνή) ne implica l'identificazione (negli antichi manoscritti greci, come anche ebraici, non esistevano segni di punteggiatura che potessero supplire a tale congiunzione paratattica).</ref> Secondo l'interpretazione cattolica, essendo impossibile che due sorelle si chiamassero entrambe Maria, il termine αδελφή va inteso come 'parente' o 'cugina'. Dal confronto con i passi paralleli Maria di Cleofa risulterebbe così essere madre di Giacomo il Minore (detto in {{passo biblico2|Mt|10,3}};{{passo biblico2|Mc|3,18}};{{passo biblico2|Lc|6,15}};{{passo biblico2|At|1,13}} 'figlio di Alfeo') e di Giuseppe-Ioses suo fratello ({{passo biblico2|Mt|27,56}};{{passo biblico2|Mc|15,40}}). Una identificazione sostenuta anche da [[Josè Miguel García]] della "[[scuola esegetica di Madrid|scuola di Madrid]]"<ref>Cfr. [[Josè Miguel García]], "La vita di Gesù: Nel testo aramaico dei Vangeli, Bur 2005</ref> {{Citazione necessaria|Questa identificazione tradizionale è ormai abbandonata}}, perché logicamente impossibile, dato che Giacomo fratello/parente di Gesù non può essere Giacomo di Alfeo (il figlio di questa Maria), dato che i fratelli/parenti di Gesù durante il suo ministero terreno non credevano in lui {{passo biblico2|Gv|7,5}} e lo consideravano instabile mentalmente {{passo biblico2|Mc|3,21}} mentre invece Giacomo di Alfeo era uno dei dodici apostoli.
 
L'identificazione di Alfeo con Cleofa si basa sul corrispettivo aramaico e consonantico del nome ''Hlpy'': può essere traslitterato fedelmente all'aramaico in '''Alfaios'' con spirito aspirato iniziale (non reso nella comune translitterazione latina), dittongo ''ai'' con valore fonetico 'e lunga', suffisso maschile greco ''os''; oppure può essere ellenizzato<ref>L'ellenizzazione dei nomi semiti era comune in epoca ellenista: vedi ad esempio. Sila = Silvano; Gesù-Giosuè = Giasone; Saulo = Paolo...</ref> nell'omoconsonantico ''Klopas'' che in italiano si traduce "Cleopatro". Il nome al maschile oggi è caduto in disuso mentre è più conosciuto, per motivi storici, il nome al femminile ''[[Cleopatra (nome)|Cleopatra]]''.
 
L'interpretazione delle tre donne viene contestata dagli esegeti protestanti e da diversi esegeti cattolici}}. Anche la cattolica "Bible de Jerusalem" la considera solo una delle tante possibili. {{Citazione necessaria|Secondo costoro, le donne di {{passo biblico2|Gv|19,25}} sono quattro: la "sorella di Maria" e "Maria di Cleofa" sono due persone diverse, poiché è impossibile che due sorelle abbiano lo stesso nome, ed è ancora meno probabile che l'autore sacro usi il termine sorella per indicare una parente, dato che altrove nel Nuovo Testamento si parla di un nipote o di un cugino non è usato il termine ''adelfòs'': per indicare Elisabetta "parente" (''singhené'') di Maria viene fatto esplicitamente ({{passo biblico2|Lc|1,36}}), in {{passo biblico2|Lc|21,16}} compaiono i termini ''syggenòs'' (parente, come un cugino) e ''adelfòs'' (fratello), a indicare che questi vocaboli non sono usati in modo vago o indiscriminato nelle Scritture Greche.
In {{passo biblico2|Colossesi|4:10}} Paolo chiama Marco “cugino di Barnaba”, il termine greco qui usato (''anepsiòs'') significa letteralmente “cugino di primo grado”. Tale termine ricorre anche nella Settanta in {{passo biblico2|Numeri|36:11}}, che traduce l’espressione ebraica del testo masoretico resa letteralmente “figli dei fratelli del loro padre”.
 
== Possibile quadro d'insieme ==
Per una corretta interpretazione della questione è fondamentale un esame comparato dei personaggi nominati nel Nuovo Testamento che possono essere implicitamente identificati con i 'fratelli' esplicitamente indicati (Giacomo, Ioses-Giuseppe, Giuda, Simone).
 
Tra parentesi occorre notare che varie informazioni attinenti alla questione potrebbero essere tratte dal testo apocrifo detto [[Protovangelo di Giacomo]]. Siccome tale opera però si dimostra palesemente errata in alcuni punti verificabili (ad esempio l<nowiki>'</nowiki>'asilo' femminile per bimbe meritevoli presente nel tempio di Gerusalemme), difficilmente le altre affermazioni non verificabili possono essere assunte come storicamente valide.
 
L'esame dei "fratelli" e degli omonimi presenti nel Nuovo Testamento non appare semplice per due motivi:
*il Nuovo Testamento non è interessato a fornire informazioni parentali circa Gesù, se non con limitati e disorganici accenni, ma a descrivere il suo ministero salvifico;
*i quattro nomi in questione erano diffusissimi nella Palestina di quel tempo, e lo stesso dicasi per il femminile Maria.
 
Venendo propriamente ai 'fratelli' di Gesù, gli omonimi personaggi del Nuovo Testamento sono:
 
===Giacomo===
*[[Giacomo il Giusto|Giacomo "fratello" di Gesù]] ({{passo biblico2|Mc|6,3-4}};{{passo biblico2|Mt|13,55-56}}), che secondo [[Eusebio di Cesarea]] ([http://www.ccel.org/ccel/schaff/npnf201.iii.vi.xii.html St. Eccl. 1,12,1;1,12,4 en]; [http://www.ccel.org/ccel/schaff/npnf201.iii.vii.xxiv.html St Eccl. 2,23,4 en])<ref>Il fatto che la lingua greca usata da Eusebio non sia di matrice semitica come quella della LXX e del Nuovo Testamento può portare a pensare che quando lo storico usa il termine αδελφός nel caso di Giacomo intenda un fratello in senso proprio, altrimenti adotterebbe ανεψιός, come infatti usa per Simone (v. dopo). Tuttavia è verosimile che applicando tale epiteto parentale abbia voluto riproporre il titolo neotestamentario che si è tramandato tradizionalmente: ad esempio quando indichiamo il santo di Assisi come Francesco, non significa che ignoriamo che il suo effettivo nome di battesimo era Giovanni, semplicemente lo indichiamo così perché da secoli è conosciuto in tale maniera.</ref> e [[Giuseppe Flavio]]<ref>"Anano […] convocò il sinedrio a giudizio e vi condusse il fratello di Gesù, detto il Cristo, di nome Giacomo, e alcuni altri, accusandoli di trasgressione della legge e condannandoli alla lapidazione" ([[Antichità Giudaiche]] 20,200).</ref> coincide con il Giacomo che guidò la comunità cristiana di Gerusalemme ({{passo biblico2|At|12,17;15,13;21,18}};{{passo biblico2|Gal|1,19;2,9}}). In {{passo biblico2|Gal|1,19}} è da Paolo definito 'apostolo'. Dalla tradizione successiva (v. [http://www.ccel.org/ccel/schaff/npnf201.iii.vii.xxiv.html St Eccl. 2,23,4 en], vedi anche il ''De Viris illustribus'' di [[San Girolamo|Girolamo]]<ref>"Giacomo, chiamato fratello del Signore, soprannominato il Giusto, alcuni ritengono che fosse figlio di Giuseppe con un'altra moglie ma a me pare piuttosto il figlio di Maria sorella della madre di nostro Signore di cui Giovanni fa menzione nel suo libro".</ref>) venne chiamato [[Giacomo il Giusto|Giusto]]. [[Eusebio di Cesarea]] lo identifica come il Giacomo autore dell'omonima lettera ([http://www.ccel.org/ccel/schaff/npnf201.iii.vii.xxiv.html St Eccl. 2,23,25 en]), dove nell'{{passo biblico|Gm1,1|incipit}} di tale scritto si autoidentifica come 'servo' di Gesù Cristo, non 'fratello'. Sempre [[Eusebio di Cesarea]] ([http://www.ccel.org/ccel/schaff/npnf201.iii.vii.ii.html St. Ecc. 2,1,2]) riporta che "era chiamato figlio di Giuseppe", facendosi portavoce dell'antica interpretazione degli αδελφόι come [[#Fratellastri|fratellastri]].
 
* [[Giacomo il Minore]] ({{passo biblico2|Mc|15,40}}), apostolo ({{passo biblico2|Mt|10,3}};{{passo biblico2|Mc|3,18}};{{passo biblico2|Lc|6,15}};{{passo biblico2|At|1,13}}), fratello di Giuseppe-Ioses ({{passo biblico2|Mc|15,40}};{{passo biblico2|Mt|27,56}}), figlio di Alfeo-Clèofa (varianti dell'aramaico ellenizzato ''halfay'') ({{passo biblico2|Mt|10,3}};{{passo biblico2|Mc|3,18}};{{passo biblico2|Lc|6,15}};{{passo biblico2|At|1,13}}) e di un'anonima Maria ({{passo biblico2|Mc|15,40}};{{passo biblico2|Mc|16,1}};{{passo biblico2|Mt|27,56}};{{passo biblico2|Lc|24,10}}) che nella tradizionale teoria delle 3 donne è identificata con la Maria moglie di Alfeo-Clèofa ({{passo biblico2|Gv|19,25}}).
 
* [[Giacomo il Maggiore]] (cosiddetto in opposizione al 'minore'), apostolo, fratello di Giovanni e figlio di Zebedeo e Salome. Fu fatto uccidere da [[Erode Agrippa]] nel [[42]] ({{passo biblico2|At|12,2}}).
 
===Giuseppe===
* Giuseppe-Ioses, "fratello" di Gesù ({{passo biblico2|Mc|6,3-4}};{{passo biblico2|Mt|13,55-56}})
* Giuseppe-Ioses, fratello di [[Giacomo il Minore]] ({{passo biblico2|Mc|15,40}};{{passo biblico2|Mt|27,56}}), figlio di un'anonima Maria ({{passo biblico2|Mc|15,40;15,47}};{{passo biblico2|Mt|27,56}}) che nella tradizionale teoria delle 3 donne è identificata con la Maria moglie di Alfeo-Clèofa ({{passo biblico2|Gv|19,25}}).
 
===Giuda Taddeo===
* Giuda "fratello" di Gesù ({{passo biblico2|Mc|6,3-4}};{{passo biblico2|Mt|13,55-56}}). [[Eusebio di Cesarea]] ne parla dicendo "che si dice (verbo ''kalèo'') fosse fratello (αδελφός) del Signore secondo la carne (κατὰ σάρκα)".<ref>[http://www.ccel.org/ccel/schaff/npnf201.iii.viii.xx.html ''Storia ecclesiastica'' 3,20,1 en]).</ref>
* [[Giuda Taddeo|Giuda Apostolo]], indicato nelle elencazioni degli apostoli come "Taddeo" ({{passo biblico2|Mt|10,2-4}};{{passo biblico2|Mc|3,16-19}}) e "Giuda di Giacomo" ({{passo biblico2|Lc|6,14-16}};{{passo biblico2|At|1,13}}). Il "di Giacomo" va inteso sicuramente come parentela. Solitamente il genitivo applicato a un nome proprio, sul calco delle lingue semitiche, indica la paternità (genitivo patronimico), dunque "Giuda (figlio) di Giacomo". Nel caso presente tuttavia è molto più sensato intendere che Lc abbia voluto esplicitare di un legame di parentela con il Giacomo 'fratello' del Signore di cui sopra, che godeva di un'ottima fama e autorità tra i cristiani, che non la segnalazione patronimica di un oscuro Giacomo sconosciuto ai cristiani di allora. Altri apostoli sono identificati non con epiteti patronimici ma con l'esplicitazione del legame fraterno: Andrea fratello di Pietro ({{passo biblico2|Mt|10,2}};{{passo biblico2|Lc|6,14}}), Giovanni fratello di Giacomo ({{passo biblico2|Mt|10,2}};{{passo biblico2|Mc|3,17}}), che è figlio di Zebedeo (notare come la parentela fraterna venga epiteticamente preferita a quella paterna). L'opzione "Giuda (fratello) di Giacomo" è preferibile anche perché in accordo con l'attribuzione a lui della neotestamentaria [[Lettera di Giuda]], nell'{{passo biblico|Gd1,1|incipit}} della quale si autoidentifica «Servo di Gesù Cristo, fratello di Giacomo».
* [[Giuda Iscariota]], il traditore.
 
===Simone===
* "Simone" 'fratello' di Gesù. [[Eusebio di Cesarea]] ne fornisce informazioni particolarmente utili: succedette a Giacomo nella guida della comunità di Gerusalemme; fu figlio di Klopa (=Alfeo-Clèofa); soprattutto, "fu cugino (ανεψιός), come dicono (verbo ''femì''), del Salvatore, infatti Egesippo ricorda che Clopa fu fratello di Giuseppe"([http://www.ccel.org/ccel/schaff/npnf201.iii.viii.xi.html St. Eccl. 3,11,2 en]). Le stesse informazioni sono contenute in [http://www.ccel.org/ccel/schaff/npnf201.iii.ix.xxii.html St. Eccl. 4,22,4 en] dove Eusebio cita ancora Egesippo, secondo il quale dopo il martirio di Giacomo il Giusto "Simone, il figlio dello zio del Signore, Klopa, fu nominato vescovo successore. Tutti lo proposero come secondo vescovo poiché era cugino (ανεψιός) del Signore". Secondo alcuni protestanti l'informazione di Eusebio circa questa parentela non è ritenuta attendibile, per altri protestanti invece si tratterebbe di un'omonimia tra parenti: c'era un Simone figlio di Clopa, ed un Simone figlio di Giuseppe e di Maria.
 
* [[Simone il Cananeo|Simone Apostolo]], indicato nelle elencazioni degli apostoli come "Cananeo" ({{passo biblico2|Mt|10,4}};{{passo biblico2|Mc|3,18}}) e "Zelota" ({{passo biblico2|Lc|6,15}};{{passo biblico2|At|1,13}}). Questi due epiteti sono il medesimo: 'Cananeo' non va inteso come 'abitante di Cana', come ritennero alcuni antichi autori come [[Girolamo]], ma è la traslitterazione ellenizzata dell'aramaico '' qen'ana' ''corrispondente al greco ''zeloten'', 'dotato di zelo', 'zelante'. Nelle elencazioni degli apostoli, escludendo [[Giuda Iscariota]] in ultima posizione, compare sempre associato a [[Giuda Taddeo]] e [[Giacomo il Minore]], cosa che potrebbe suggerire, senza però alcun indizio storicamente fondato, un particolare legame con loro (fratelli?).
 
* [[Pietro apostolo|Simone-Pietro]], capo degli Apostoli, fratello di Andrea.
 
==Possibili interpretazioni==
 
La questione dell'interpretazione degli αδελφόι di Gesù, data la frammentarietà e ambiguità delle fonti, è controversa e dunque motivo di discussione tra storici, biblisti e teologi delle varie confessioni e tali discussioni non possono muoversi che sul piano delle ipotesi.
 
Tre sono le ipotesi che circolavano già nei primi secoli della cristianità, secondo le quali il termine greco αδελφόι può corrispondere a:
* fratelli;
* fratellastri, cioè figli di Giuseppe con una prima moglie di cui sarebbe rimasto vedovo prima di risposarsi con Maria;
* cugini o parenti.
Una quarta ipotesi, contemporanea, è sostenuta recentemente dalla [[Scuola esegetica di Madrid]]:
* collaboratori nel ministero apostolico.
 
===Fratelli===
L'interpretazione esplicita di αδελφόι come fratelli carnali nella Chiesa compare, nei documenti a noi giunti, nel [[IV secolo]], ad opera di [[Elvidio]] vescovo [[arianesimo|ariano]] di [[arcidiocesi di Milano|Milano]] dal [[355]] al [[374]]. Egli entrò in contrasto con [[Sofronio Eusebio Girolamo|Girolamo]], criticando i voti monastici femminili e affermando la superiorità del matrimonio sul celibato. [[Elvidio]] sostenne che Maria era vissuta con Giuseppe e aveva avuto da lui dei figli, dopo la nascita verginale di Gesù Cristo.
 
====Sostenitori====
Quasi tutte le [[protestantesimo|Confessioni protestanti]] evangeliche e riformate attuali, i [[testimoni di Geova]] ed altri esegeti contemporanei di altre Confessioni, concordano con la tesi di [[Elvidio]], ritenendo che gli αδελφόι siano effettivi figli di Maria e quindi fratelli di Gesù. Pur non accettando la credenza tradizionale della verginità perpetua di Maria, non viene rifiutato il "concepimento" e la "nascita verginale" di Gesù, derivata in {{passo biblico2|Is|7,14}} e presente sia in {{passo biblico2|Mt|1,18-25}} sia in {{passo biblico2|Lc|1,26-38}}. Anche alcuni studiosi cattolici, in contrasto con il [[magistero della Chiesa]], (ad esempio lo statunitense [[John Paul Meier]]<ref>[[John Paul Meier]], ''Un ebreo marginale'', [[Queriniana (casa editrice)|]], (tr. it. di ''Jesus: a Marginal Jew'', Anchor Bible Reference Library, Doubleday), vol. 1, p. 324.</ref>) ritengono sicura, stando alla lettera del testo, l'interpretazione di αδελφόι come 'fratelli'. A loro avviso quando nel Nuovo Testamento troviamo scritto che "Giacomo è il fratello di Gesù" {{passo biblico2|Gal|1,19}} , non vi è necessità di interpretare "Giacomo cugino di Gesù" più di quanto sia necessario interpretare "Andrea cugino di Simon Pietro" quando troviamo scritto "Andrea fratello di Simon Pietro" {{passo biblico2|Mc|1,16}}. Secondo il principio protestante di "Sola Scriptura", che non ammette la validità della Tradizione, i credenti non devono interpretare in modo deformato il significato delle Scritture per adattarlo alle tradizioni ecclesiali, ma sono gli insegnamenti delle Chiese che devono essere sistematicamente riformati in base alle Scritture.
 
[[File:Fratelli di Gesù (protestanti).jpg|800px]]
 
I sostenitori di questa teoria notano come non si comprenda il senso e lo scopo di un "matrimonio bianco" quando la predicazione apostolica raccomandava vivamente i rapporti tra i coniugi {{passo biblico2|1Cor|7,5}}. Un evento raro come questo, sarebbe stato sicuramente esplicitato, come è avvenuto per il concepimento soprannaturale di Cristo.
Inoltre {{passo biblico2|Gv|7,5}} può essere visto come l'adempimento di {{passo biblico2|Sal|69,8}} dove si parla letteralmente di figli della Madre del Messia. Il salmo 69 è attribuito a Cristo da diversi [[padri della Chiesa]], in particolare {{passo biblico2|Sal|69,9}} può essere quello citato sia da {{passo biblico2|Gv|2,17}} sia da {{passo biblico2|Rom15,3}}, ma potrebbe anche trattarsi di una citazione del {{passo biblico2|Sal|119,139}}. La tradizione evangelica crede nell'ispirazione plenaria della Scrittura, pertanto è difficile pensare che Dio abbia ispirato il salmista a dire qualcosa di opposto alla verità. Diversamente il testo sarebbe "sono un estraneo per i figli di mia zia". Per gli evangelici ed i protestanti in genere, i credenti dovrebbero limitarsi ad insegnare le dottrine che le Scritture ci insegnano, senza aggiungere e togliere nulla ad esse.
 
====Analisi====
{{P|questo paragrafo non cita alcuna fonte e sembra un collage di POV personali|religione|gennaio 2013}}
L'ipotesi degli αδελφόι come fratelli appare più semplice e immediata: il significato del termine nel greco classico è sicuramente quello di 'fratelli' in senso proprio, che precluderebbe la verginità di Maria. E su questa immediatezza semantica del testo insistono appunto i sostenitori di tale teoria. A questa ipotesi semplificata viene obiettato che il greco della Bibbia, Settanta e Nuovo testamento, è il greco della Koiné scritto da una popolazione semitica, tanto è vero che il termine αδελφός è utilizzato nella traduzione greca dei Settanta in senso esteso per indicare una parentela tra le persone.
 
Secondo alcuni esegeti protestanti, l'unica difficoltà rimanente è quella dell'omonimia tra i Giacomo e Ioses di {{passo biblico2|Mc|6,3}} e quelli di {{passo biblico2|Mc|15,40}} (per i cattolici sono le stesse persone) ma essa può essere facilmente spiegata tenendo conto che nel mondo ebraico il numero di nomi era limitato e si possono trovare parecchi omonimi. La profezia messianica sui fratelli di Cristo {{passo biblico2|Sal|69,8}} lo presenta come "un estraneo per i figli di sua madre", non come un estraneo per i figli di sua zia o di suo zio. L'obiezione cattolica è che nulla richiede che l'applicazione della profezia messianica dell'Antico Testamento debba essere presa così alla lettera, mentre per i protestanti, che non hanno il dogma della verginità perpetua di Maria, è più adeguato seguire il testo profetico in modo letterale.
 
Tenendo conto dell'informazione di Egesippo, citato da Eusebio ([http://www.ccel.org/ccel/schaff/npnf201.iii.viii.xi.html St. Eccl. 3,11,2 en]; [http://www.ccel.org/ccel/schaff/npnf201.iii.ix.xxii.html St. Eccl. 4,22,4 en]),
secondo la quale Alfeo-Cleofa era zio di Gesù, aggiunta ai dati biblici ne deriva che, per i protestanti, Gesù avrebbe avuto quattro fratelli di nome Giacomo, Giuseppe-Ioses, Giuda e Simone, ed almeno due sorelle, che sarebbero distinti da altri tre personaggi, cioè Simone cugino di Gesù e figlio di Clopa, ed i fratelli Giacomo e Giuseppe-Ioses, figli di un altro Alfeo-Cleopa e sua moglie Maria.
 
Questa coincidenza nei nomi appare improbabile; tuttavia gli esegeti protestanti mettono in rilievo che nessuna testimonianza storica se non la singola di Egesippo, dice che il Cleofa/Alfeo del Vangelo fosse fratello di Giuseppe. Inoltre anche in questo caso, non sarebbe dimostrato che il Simone figlio di Clopa è il Simone di {{passo biblico2|Mc|6,3}}, ma soltanto che Simone fratello di Gesù (e Gesù stesso) avevano un cugino anch'egli di nome Simone. Eventuali schemi che colleghino Giuseppe ad Alfeo come se questo fosse un dato biblico, ed autentica Parola di Dio sono improponibili, per il concetto di Sola Scriptura. Nelle Scritture nessun versetto collega Alfeo-Cleofa con Giuseppe. L'omonimia pertanto riguarda solo i due Giacomo ed i due Ioses, come già detto, e bisogna anche considerare che molti allora portavano il nome di Giacomo, come dice sempre Egesippo: [http://www.ccel.org/ccel/schaff/npnf201.iii.vii.xxiv.html St. Eccl. 2,23,4 en]. Per correttezza, bisogna comunque differenziare il Simeone fratello di Gesù di {{passo biblico2|Mc|6,3}} con il Simeone cugino di Gesù di [http://www.ccel.org/ccel/schaff/npnf201.iii.viii.xi.html St. Eccl. 3,11,2 en].
Inoltre pur ammettendo che Egesippo dica il vero in tutta la sua opera, allora è necessario ritenere attendibili tutti i suoi testi, differenziandoli nello stesso mondo in cui fa lui. Pertanto quando si parla di Simeone cugino di Gesù va identificato come un cugino, ma quando si parla di Giacomo fratello di Gesù [http://www.ccel.org/ccel/schaff/npnf201.iii.vii.xxiv.html St. Eccl. 2,23,4 en] {{passo biblico2|Gal|1,19}} e "conosciuto come figlio di Giuseppe" [http://www.ccel.org/ccel/schaff/npnf201.iii.vii.ii.html St. Eccl. 2,1,2 en] , va considerato un fratello uterino del Signore Gesù Cristo, come anche Giuda [http://www.ccel.org/ccel/schaff/npnf201.iii.viii.xx.html St. Eccl. 3,20,1 en] e {{passo biblico2|Mc|6,3}}.
L'obiezione su questo punto è che comunque Egesippo costituisce una testimonianza e che questa è la condizione testimoniale per moltissimi episodi storici del passato; appare quindi azzardato non tenerne conto. Inoltre l'identificazione di cui sopra poggia anche su indicazioni interne (vedi analisi sopra). Per questo motivo la sua testimonianza di Giacomo figlio di Giuseppe, depone contro la teoria dei cugini, ed è a favore dell'ipotesi del primo matrimonio di Giuseppe o dei fratelli di Gesù quali figli di Giuseppe e Maria. Secondo gli studiosi protestanti non è corretto dal punto di vista epistemologico interpretare "fratello" come "cugino" soltanto per assecondare il dogma cattolico.
Anche [[Giuseppe Flavio]] parla di Giacomo fratello di Gesù nella sua opera principale, usando altrove nella sua opera il termine cugino:
"Anano convocò il sinedrio a giudizio e vi condusse il fratello (non cugino) di Gesù, detto il Cristo, di nome Giacomo, e alcuni altri, accusandoli di trasgressione della legge e condannandoli alla lapidazione."<ref>Giuseppe Flavio, Antichità Giudaiche 20, 200.</ref>. L'obiezione è che questa citazione di Giuseppe Flavio non aggiunge alcun indizio all'ipotesi fratelli perché è perfettamente normale che, dovendo riferirsi ad un personaggio da lui non conosciuto, Giuseppe Flavio utilizzasse lo stesso termine (αδελφός) utilizzato nell'ambito della comunità che si rifaceva a lui.
 
Le suddette interpretazioni, che si rifanno come detto all'originaria posizione del vescovo ariano Elvidio del IV secolo, rappresentano attualmente (e in antitesi con le posizioni dei riformatori del XVI secolo che, come detto, accettavano la lettura di αδελφός come cugino) l'interpretazione della stragrande maggioranza delle Chiese evangeliche. La risposta protestante a questa obiezione è che all'epoca il processo di purificazione della Chiesa era appena iniziato e che quindi sarebbe stato inevitabile che ci fossero ancora degli errori dovuti alla tradizione cattolica.
 
===Fratellastri===
L'ipotesi dei 'fratelli' di Gesù come fratellastri, cioè figli di Giuseppe avuti da un precedente matrimonio con Maria, è quella più antica: è attestata per la prima volta nel [[Protoevangelo di Giacomo]], risalente a circa il [[150]]. In esso viene descritta la miracolosa scelta di Giuseppe sposo di Maria tramite la fioritura del bastone, alla quale Giuseppe obietta: "Ho già figli e sono vecchio, mentre lei è giovane. Non voglio apparire ridicolo tra i figli di Israele" ([http://www.gospels.net/translations/infancyjamestranslation.html cap. 9,8en]).
 
====Sostenitori====
Oltre a tale opera apocrifa l'ipotesi compare in altri scrittori successivi: [[Eusebio di Cesarea]] ([http://www.ccel.org/ccel/schaff/npnf201.iii.vii.ii.html St. Ecc. 2,1,2 en] ); [[Clemente di Alessandria]]; [[Origene]]; [[Ilario di Poitiers]]; [[Ambrosiaster]]; [[Gregorio di Nissa]]; [[Epifanio di Salamina|Epifanio]]; [[Ambrogio]]; [[Cirillo di Alessandria]].
Attuali sostenitori di tale teoria sono gli esegeti di matrice ortodossa (vedi anche per esempio l'[[avventismo|avventista]] [http://www.adventistbiblicalresearch.org/Biblequestions/Jesusfamilyties.htm Ángel Manuel Rodríguez]).
 
====Analisi====
La principale obiezione che viene mossa a questa ipotesi è che in {{passo biblico2|Lc|2,1-6}} lo stesso Luca dice che Giuseppe si fece registrare al censimento con sua moglie Maria, senza fare alcun accenno ad altri figli. Il fatto che il Vangelo di Luca, una fonte più antica del protovangelo di Giacomo, non li nomini, {{Citazione necessaria|fa ritenere ai sostenitori di questa obiezione che non siano mai esistiti}}.
 
===Cugini paterni===
Secondo questa ipotesi i 4 ''fratelli'' possono essere identificati con i figli di Alfeo-Cleofa, zio paterno di Gesù, e sua moglie Maria di Cleofa. αδελφόι indicherebbe dunque cugini di primo grado.
 
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====Sostenitori====
Attuale principale sostenitrice della teoria dei fratelli-cugini è la [[Chiesa cattolica]] (vedi in particolare [[Catechismo della Chiesa Cattolica]] n. 500<ref>Nel paragrafo, che parla della verginità di Maria, si legge: "Giacomo e Giuseppe, 'fratelli di Gesù' (Mt13,55) sono i figli di una Maria discepola di Cristo, la quale è designata in modo significativo come 'l'altra Maria' ({{passo biblico2|Mt|28,1}})". Non accennando alla figliolanza di Simone e Giuda, il Catechismo della Chiesa Cattolica lascia aperta la possibilità dei cugini paterni e materni, secondo l'ipotesi avanzata da Josef Blinzler.</ref>).
 
Il più antico e sistematico enunciatore di tale teoria è [[san Girolamo|Girolamo]] che, rispondendo a [[Elvidio]] per cui i 'fratelli' erano fratelli carnali (vedi dopo), scrive nel suo ''[[De Viris illustribus]]'':
{{quote|Giacomo, chiamato fratello del Signore, soprannominato il Giusto, alcuni ritengono che fosse figlio di Giuseppe con un'altra moglie ma a me pare piuttosto il figlio di Maria sorella della madre di nostro Signore di cui Giovanni fa menzione nel suo libro.}}
 
La teoria di Girolamo è sostenuta anche da [[Martin Lutero]]: consapevole delle diverse possibilità per intendere l'espressione 'fratelli' di Gesù, non ritenne che si trattasse di fratelli carnali, né che Giuseppe avesse avuto figli da un matrimonio precedente, né che Giuseppe avesse simultaneamente due mogli.<ref name="Luther’s Works">Martin Luther, Luther's works, vol. 54, ed. J. J. Pelikan, H. C. Oswald & H. T. Lehmann (Philadelphia: Fortress Press, 1999)</ref> [[Lutero]] credeva alla verginità perpetua di Maria: "durante e dopo il parto, come era vergine prima del parto, così lei rimase".<ref name="Presentation">Martin Luther, “Sermon on the Presentation of Christ in the Temple,” Luthers Werke 52:688- 99,quoted in Jaroslav Pelikan, Mary Through The Ages</ref>
In particolare in una sua opera si legge:<ref>{{en}} [http://www.ntrmin.org/Luthers%20Theology%20of%20Mary.htm#V Martin Luther’s Theology of Mary]</ref>
{{quote|Cristo ... è stato l'unico figlio di Maria, e la vergine Maria non ha avuto altri figli oltre a lui ... "fratelli" significa in realtà cugini, poiché la sacra scrittura e gli ebrei chiamano sempre fratelli i cugini... Egli, Cristo, il nostro salvatore, fu il frutto reale e naturale del grembo verginale di Maria... Ciò avvenne senza cooperazione dell'uomo, ed ella rimase vergine anche dopo.|Martin Lutero. ''Sermone sopra Giovanni'', capitoli 1-4. [[1537]]-[[1539|39]]}}
 
Anche gli altri [[Riforma protestante|riformatori protestanti]] del [[XVI secolo]], tra cui [[Giovanni Calvino|Calvino]] e [[Zwingli]], mantennero questa posizione. In particolare, Calvino scrive:
{{quote|Secondo il costume ebraico si chiamano fratelli tutti i parenti. E tuttavia Elvidio si è mostrato troppo ignorante, nel dire che Maria ha avuto diversi figli perché in qualche punto si è fatta menzione di fratelli di Cristo|Calvino, Commento in Matteo 13,55}}
 
====Analisi====
{{Citazione necessaria|Secondo la tradizione cattolica, l'interpretazione di αδελφόι come 'cugini' riesce a ricondurre ad un quadro unitario, organico, coerente, non contraddittorio i molteplici indizi che sono rintracciabili nel [[Nuovo Testamento]] e nella tradizione successiva, testimoniata in particolare dal lavoro di [[Eusebio di Cesarea]]. Questa ipotesi non deriva da una sovralettura dogmatica, tesa a dimostrare la verginità di Maria, delle fonti bibliche e storiche, ma da una paziente ricostruzione del puzzle formato dai tanti e frammentari tasselli sparsi rinvenibili in tali fonti. In tale disegno complessivo, ogni dato viene a combaciare, senza lasciare fuori alcun tassello. Se la tradizione cristiana prima e cattolica poi ha adottato l'interpretazione dei 'fratelli' come cugini, in definitiva, non è per un'astratta esigenza teologica relativa alla verginità di Maria, ma sulla base di criteri storico-critici}}.
 
Nei confronti della secolare interpretazione dei 'fratelli' come cugini sono state mosse negli ultimi secoli molte obiezioni. Queste sono state avanzate soprattutto dall'ampia parte del mondo riformato che su questo punto si è scostato dall'insegnamento di Lutero, intendendo αδελφός come 'fratello' in senso proprio e non come 'cugino'.
 
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! Argomenti per l'interpretazione di αδελφός in senso proprio come 'fratello'
! Argomenti di risposta per l'interpretazione di αδελφός in senso lato come 'cugino'
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| Etimologicamente αδελφός significa '''co-uterino''', il che fa pensare a figli della stessa madre.
| Nel greco ellenistico, come già nel greco classico, il campo semantico del termine si è svincolato dall'originaria connotazione materna, indicando anche 'fratelli' o fratellastri paterni (stesso padre, madre diversa).
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| Secondo {{passo biblico2|Mt|1,25}} Giuseppe non 'conobbe' (sessualmente) Maria "'''finché partorì''' un figlio", il che esclude la perpetua verginità. La [[Bibbia TOB]] (usata come referenza) non è riconosciuta come ufficiale e liturgica da nessuna confessione cristiana.
| Il versetto vuole sottolineare il concepimento verginale prima del parto, senza alcun intervento umano, e non implica necessariamente che dopo Giuseppe 'conobbe' Maria<ref>V. [[Bibbia TOB]], nota a Mt1,25.</ref>; {{Quote necessaria|questo uso dell'avverbio in greco è molto comune}}
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| Secondo {{passo biblico2|Lc|2,7}} Maria diede alla luce il suo figlio '''primogenito'''. Se avesse voluto dire che Gesù è stato figlio unico, avrebbe evidentemente indicato Gesù come figlio unigenito. La parola "unigenito" è usata in {{passo biblico2|Ebrei 11,17}} in riferimento ad [[Isacco]], figlio di [[Abramo]], ed anche Gesù è indicato come unigenito figlio di Dio diverse volte nel vangelo di Giovanni, non si capisce dunque perché Luca non abbia indicato Gesù come unigenito, in luogo di primogenito.
| In tutte le lingue il primo nato è sempre detto primogenito, indipendentemente dal fatto che seguano altri figli o meno. Presso gli Ebrei in particolare il primo nato era sempre detto primogenito e tale rimaneva, perché al primo nato erano riservati particolari diritti di famiglia (vedi {{passo biblico2|Dt|21,15-17}}). Infine, particolarmente preziosa risulta la scoperta del [[1922]] di una lapide nella necropoli ebraica di Tell el-Jehudi, presso [[Leontopolis]] in Egitto, databile al [[5 a.C.]] In essa una certa Arsinoe ricorda: "Nei dolori del parto del mio primogenito la sorte mi condusse al termine della vita".<ref>Testo pubblicato da J.B. Frey, ''Biblica'', 11 (1930), pp. 369-390, cit. da [[Alain de Benoist]] [http://www.alaindebenoist.com/pdf/jesus_et_ses_freres.pdf].</ref> È palese che in tal caso 'primogenito' indica 'unigenito'.
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| In '''[[lingua greca|greco]]''', la lingua in cui il NT è stato scritto, il termine αδελφός indica inequivocabilmente '''fratello''' in senso proprio.
| Il NT è scritto in greco ellenistico da persone di madrelingua ebraico-aramaica che hanno interpretato, con lettere e morfologia greca, idiomi e costruzioni semantiche di tipo semitico, caratterizzando dunque il testo con continui [[semitismi]]. Un professore di greco classico che correggesse il NT lo riempirebbe di segni rossi. È ipotizzabile, non esistendo testi biblici scritti in ebraico-aramaico, che sia stato tradotto il proto-termine ebraico-aramaico 'ah, che soggiace al meta-termine greco αδελφός. Tale termine è caratterizzato da una polisemia così ampia da coprire non solo i legami familiari propriamente fraterni, ma più in generale tutti i rapporti paritari abbastanza stretti di tipo parentale (parenti, cugini), sociale (connazionale, amico, collega), religioso (compagno nella fede).
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| Nel caso dei fratelli di Gesù, se si fosse trattato di '''cugini''' gli scrittori del NT avrebbero usato il greco ανεψιός.
| {{chiarire|In greco classico ανεψιός rappresenta effettivamente i cugini, ma nell'uso che se ne fa nella LXX e nel NT indica una parentela non definibile ma più o meno lontana dal punto di vista geografico ed esistenziale. I 'cugini' di Gesù, a stretto contatto geografico ed esistenziale, non potevano essere definiti ανεψιόι, sebbene dal punto di vista del greco classico lo fossero.}} Si tenga conto che si tratta di persone presumibilmente ancora in vita al tempo di composizione dei vangeli e ben rispettate all'interno della comunità cristiana.
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| In {{passo biblico2|Mc|3,21}};{{passo biblico2|Gv|7,5}} è scritto che i 'fratelli' '''non avevano fede''' in Gesù, fede che maturarono solo dopo la resurrezione, come scritto in {{passo biblico2|At|1,14}}, quindi è ipotizzabile che abbia affidato la madre all'apostolo Giovanni per questo.
| Gesù morente in croce ({{passo biblico2|Gv|19,26-27}}) affida sua madre all'apostolo Giovanni, non ai 'fratelli'.
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| I 'fratelli' '''non avevano fede''' in Gesù (vedi {{passo biblico2|Mc|3,21}};{{passo biblico2|Gv|7,5}}), pertanto non possono essere identificati (seppure parzialmente) con alcuni apostoli.
| I 'fratelli' '''inizialmente''' non avevano fede in Gesù. Giacomo, l'unico 'fratello' di cui abbiamo esplicite notizie nel NT, divenne poi vescovo di Gerusalemme: questo fa ragionevolmente supporre che maturò una successiva fede in Gesù, al pari di molti altri che si convertirono a contatto con il ministero del Salvatore. In {{passo biblico2|At|1,14}} inoltre è testimoniata la presenza dei 'fratelli' nella comunità dei credenti post-pasquale, confermandone la maturazione della fede.
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| Sia ({{passo biblico2|Mc|3,16-19;3,31-35}}) sia ({{passo biblico2|Mt|10,2-4;12,46-50}}) presentano prima la lista degli apostoli, quindi l'episodio del 'rigetto' di Gesù verso i suoi fratelli. I 3 apostoli Giacomo, Giuda e Simone non possono quindi essere identificati con i fratelli di Gesù, che ancora non avevano fede in lui.
| Potrebbe trattarsi di un inserimento discronico della lista stereotipata dei 12 apostoli all'inizio del ministero di Gesù, quando in realtà i 3 fratelli-apostoli non ne facevano ancora parte (vedi un altro esempio di discronia in {{passo biblico2|At|5,36}}, che riporta come già avvenuta una rivolta non ancora verificatasi al tempo della narrazione). Rispettando la reale sequenza storica degli eventi, interesse non preponderante nei vangeli, Marco e Matteo avrebbero dovuto illustrare la chiamata dei primi (9?) apostoli, presentando una lista non tradizionale e incompleta, quindi descrivere l'episodio dei fratelli, quindi riportare il loro successivo ingresso tra gli apostoli. Storicamente corretto, ma redazionalmente ridondante (si noti in particolare il silenzio circa la conversione degli apostoli Giacomo, Simone e Giuda).
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| Ammettendo l'apostolicità di Giacomo, Giuda e Simone, in {{passo biblico2|At|1,13-14}} il plurale 'fratelli' indicherebbe al più il solo Giuseppe-Ioses.
| L'elencazione corretta da parte di Luca avrebbe dovuto in effetti distinguere i 9 apostoli, quindi i 3 fratelli-apostoli, quindi il fratello non apostolo più altri eventuali fratelli-parenti condiscepoli, tra cui le sorelle. Questa precisione sarebbe conforme alla nostra sensibilità moderna ma stonerebbe nel contesto della narrazione neotestamentaria.
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| In {{passo biblico2|Mc|6,3-4}};{{passo biblico2|Mt|13,55-56}} che importanza poteva avere l'elenco nominativo dei cugini di Gesù insieme alla madre? Parimenti, l'antitesi presentata in {{passo biblico2|Mc|3,31-34}};{{passo biblico2|Mt|12,46-50}};{{passo biblico2|Lc|8,19-21}} perderebbe la sua forza intendendo 'cugini' in luogo di 'fratelli'.
| I legami parentali ed esistenziali dei cugini all'interno della società rurale e patriarcale caratteristica della Palestina di Gesù erano infinitamente più prossimi di quelli tipici della nostra società, prevalentemente nucleare, frammentata e urbana.
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| In {{passo biblico2|Salmi|69,8}} (il salmo 69 è attribuito a Gesù secondo diversi [[padri della Chiesa]]<ref>[http://www.padrelinopedron.it/data/edicola/Padre%20Lino%20Pedron%20-%20Salmi/SALMO%20069.doc Commento dei padri della Chiesa al salmo 69]</ref>), si parla esplicitamente di figli della madre del messia.
| In realtà, in tutto il Nuovo Testamento non viene mai citato il versetto del {{passo biblico2|Salmi|69,8}} ma solo una parte del verso successivo citato dal Vangelo in {{passo biblico2|Giovanni|2,17}} (ma potrebbe anche trattarsi una citazione del {{passo biblico2|Salmo|119,139}}). È ipotizzabile che l'apostolo non abbia citato questo verso come conferma dell'adempimento delle profezie messianiche (nemmeno in {{passo biblico2|Giovanni|7,5}} dove sarebbe stato assolutamente adatto e conforme alla prassi di evidenziare l'avverarsi delle profezie del Vecchio Testamento) perché Gesù non aveva fratelli carnali.
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| [[Flavio Giuseppe]]<ref>[http://www.enciclopediacattolica.it/wiki/Antichit%C3%A0_Giudaiche_-_Libro_20#9 Antichità giudaiche XX, 200]</ref>, che usa nella sua opera (della quale il [[Testimonium Flavianum]] è una parte che non interessa questo specifico passo, ritenuto autentico da quasi tutti gli accademici<ref>Louis H. Feldman, "Josephus" Anchor Bible Dictionary, Vol. 3, pp. 990-1</ref>) i termini greci fratello e cugino distintamente, parla di Giacomo fratello di Gesù. Analogamente anche [[Quinto Settimio Fiorente Tertulliano|Tertulliano]]<ref>''Adversus Marcionem'', 4, 19 e ''De Virginibus velandis'', 6</ref> che scrive in latino (lingua che usa termini distinti per fratello e cugino) parla di fratelli carnali.
| Il [[Testimonium Flavianum]] è un testo a sua volta oggetto di indagine per la sua autenticità nei passi riguardanti la figura storica di Gesù. Comunque questo argomento sarebbe invalidato dal fatto che è perfettamente normale che, dovendo riferirsi ad un personaggio da lui non conosciuto, Giuseppe Flavio utilizzasse lo stesso termine (αδελφός) utilizzato nell'ambito della comunità che si rifaceva a lui.
Per quanto riguarda Tertulliano, che il termine αδελφός fosse usato nel senso semitico indicato dalla Chiesa Cattolica è ipotizzabile sia deivato dalla sua ortodossia per quel che concerne la cristologia.
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| Se in {{passo biblico2|Mc|6,3-4}};{{passo biblico2|Mt|13,55-56}} fossero elencati i cugini di Gesù, avrebbe dovuto essere presente [[Giovanni Battista]], vivente al tempo della crocifissione. È ipotizzabile che si parli di fratelli carnali data la sua assenza.
| I brani in questione si riferiscono ad un episodio avvenuto in Galilea, nella sinagoga di Nazareth, mentre è noto che Giovanni Battista era nato e vissuto in una città della Giudea (Vangelo di Luca). È quindi del tutto naturale che gli abitanti di Nazareth si riferissero ai cugini di Gesù da loro conosciuti; sarebbe piuttosto strano il contrario.
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| Se αδελφός significasse anche cugino oltre che fratello, avrebbero dovuto esserci dubbi circa la parentela tra [[Pietro apostolo|Simone detto Pietro]] ed [[Andrea apostolo|Andrea]], specificata in {{passo biblico2|Mt|4,18}}, la parentela tra i due invece è sempre stata interpretata, secondo la tradizione cattolica, come fratelli carnali
| Nel caso di Pietro e Andrea vi sono chiare indicazioni che fossero fratelli perché sono nominati, sia nelle liste degli apostoli sia nei fatti narrati, nello stesso modo di Giacomo e Giovanni, che erano entrambi figli di Zebedeo. In particolare, nella lista degli apostoli solo questi quattro sono citati con il riferimento ai rispettivi fratelli, cosa che invece non accade per Giacomo il Minore
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| [[Luca evangelista]] usò nel suo vangelo ({{passo biblico2|Lc|1,36}}), riferendosi alla parentela (cugine) tra [[Elisabetta (madre del Battista)|Elisabetta]] e [[Maria (madre di Gesù)|Maria]], il termine ''syggenòs'' (traducibile in ''parente'', quale appunto cugina); anche altrove ({{passo biblico2|Lc|1,58}}, {{passo biblico2|Lc|2,44}}, {{passo biblico2|Lc|14,12}}, {{passo biblico2|Lc|21,16}}) dimostrò di usare termini indipendenti per fratelli in senso proprio e altre parentele. Perché, dunque, avrebbe dovuto usare il termine ''adelfòs'' se non stesse dicendo fratelli carnali?
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|}
 
Contro lo schema sinottico sopra riportato, che rappresenta l'interpretazione della secolare tradizione cattolica, possono essere mosse osservazioni che non ledono lo 'zoccolo duro' dell'ipotesi (fratelli=cugini). In particolare:
 
* Giacomo 'fratello' (cugino) del Signore deve essere distinto dall'apostolo [[Giacomo il Minore]] figlio di Alfeo: il Giacomo fratello del Signore che si dichiara autore della neotestamentaria [[Lettera di Giacomo]] non si autoidentifica come 'apostolo', mentre se lo fosse stato lo avrebbe sicuramente indicato. Di contro, in {{passo biblico2|Gal|1,19}} Paolo indica Giacomo come apostolo (per la distinzione Giacomo Minore/fratello vedi ad esempio i cattolici Ugo Vanni,<ref>Nel commento a Gal 1,19 in ''La Bibbia Nuovissima versione dai testi originali'', Edizioni S. Paolo 1987, p. 1779.</ref> Pasquero Fedele<ref>Vedi introduzione alla lettera di Giacomo in ''La Bibbia Nuovissima versione dai testi originali'', Edizioni San Paolo 1987 p. 1847.</ref>; a favore invece dell'identificazione tradizionale Giacomo Minore = 'fratello', vedi ad esempio Giuseppe Ricciotti<ref>V. introduzione alla lettera di Gc in ''La Sacra Bibbia annotata da Giuseppe Ricciotti'', Ed. Salani 1993, p. 1719.</ref>).
 
* Similmente, anche Giuda fratello di Giacomo, e dunque fratello di Gesù, deve esse distinto dall'apostolo [[Giuda Taddeo]], poiché nell'incipit della [[Lettera di Giuda]] non si autoidentifica come 'apostolo' (v. i cattolici Pasquero Fedele,<ref>Vedi introduzione alla lettera di Gd in ''La Bibbia Nuovissima versione dai testi originali'', Edizioni San Paolo 1987 p. 1866.</ref> Salvatore Garofalo;<ref>Vedi introduzione alla lettera di Giuda in ''La Sacra Bibbia Edizione ufficiale della CEI'', ed. Paoline 1980, p. 1227</ref> a favore invece dell'identificazione tradizionale dei Giuda Taddeo e 'fratello', vedi ad esempio Giuseppe Ricciotti<ref>V. introduzione alla lettera di Giuda in ''La Sacra Bibbia annotata da Giuseppe Ricciotti'', ed. Salani 1993, p. 1757.</ref>).
 
Va fatto notare che tali scissioni (Giacomo fratello/Giacomo Minore; Giuda fratello/Giuda Taddeo) si basano sulla loro mancata autoidentificazione come apostoli, e la validità del ''silentium'' come ''argumentum'' non è molto solida.
 
===Cugini paterni e materni===
Lo studioso cattolico tedesco [[Josef Blinzler]] nel 1967<ref>''Die Brüder und Schwestern Jesu''. Stuttgarter Bibelstudien 21, Stuttgart 1967. Tr. it. ''I fratelli e le sorelle di Gesù'', Paideia, Brescia 1974.</ref> ha proposto un'ipotesi secondo la quale i 4 'fratelli' sono cugini di primo grado di Gesù, ma 2 per parte di madre e 2 per parte di padre.
 
[[File:Fratelli di Gesù (Blinzler).jpg|800px]]
 
L'argomentazione di Blinzer si fonda sull'ipotesi delle 4 donne in {{passo biblico2|Gv|19,25}}, distinguendo la 'sorella' di Maria (zia di Gesù, madre di Giacomo e Giuseppe-Ioses, cugini materni di Gesù) da Maria di Cleofa (Cleofa era fratello di Giuseppe, zio di Gesù, padre di Simone e Giuda, cugini paterni di Gesù). Altri presupposti di tale tesi sono la non apostolicità dei fratelli-cugini Giacomo e Giuda, derivante dalla loro mancata autoidentificazione come tali, e la scissione di Cleofa e Alfeo, essendo indimostrabile con assolutezza tale identità.
 
====Sostenitori====
Oltre a [[Josef Blinzler]] tale ipotesi è ripresa ad esempio da [[Rinaldo Fabris]] nel suo ''Gesù di Nazareth'' (p.&nbsp;398-399) e da [[Vittorio Messori]] nel suo ''Ipotesi su Maria'' (p.&nbsp;520).
 
====Analisi====
La proposta può apparire non del tutto convincente in quanto:
* soprattutto, nel testo greco di {{passo biblico2|Gv|19,25}} nulla autorizza a scindere le due donne;
* circa la non apostolicità delle lettere di Giacomo e Giuda e dei rispettivi autori, 'fratelli' di Gesù, non è storicamente corretto trarre conclusioni probanti da silenzi;
* il fatto che l'identificazione di Cleofa e Alfeo non sia dimostrabile con assolutezza non preclude a priori la verosimile eventualità che sia possibile.
 
=== Collaboratori ===
Una quarta ipotesi è stata di recente formulata dai biblisti della [[scuola esegetica di Madrid]]. Presupposto di partenza è che gli attuali testi evangelici si basino su fonti originali aramaiche (vedi teoria della [[Priorità aramaica]]), e sulla base di una dettagliata analisi dei passi in questione<ref>Un riassunto della quale si trova anche in un libro in italiano: "La vita di Gesù nel testo aramaico dei Vangeli, José Miguel García, Bur".</ref>, ritengono che l'espressione "fratelli di Gesù" venisse usata in realtà per designare i suoi collaboratori, cioè gli apostoli e gli altri discepoli che lo seguivano e aiutavano.
Allo stesso modo, la "sorella della madre di Gesù" sarebbe stata una donna che assisteva Maria.
Alcuni passi che, nel testo greco dei Vangeli, sembrano contraddire questa spiegazione ({{passo biblico2|Lc|8,19-21}};{{passo biblico2|Gv|7,5}}) secondo questi biblisti si spiegano con errori di traduzione da una fonte originale in [[lingua aramaica]].
 
== Note ==
{{references|2}}
 
== Bibliografia ==
* {{Cita libro |autore=[[Raymond E. Brown]] |autore2=Karl Paul Dibfried |autore3=[[Joseph A. Fitzmyer]] |autore4=John Reumann |titolo=Mary in the New Testament: A Collaborative Assessment by Protestant and Roman Catholic Scholars |url=https://books.google.it/books/about/Mary_in_the_New_Testament.html?id=6vvYAAAAMAAJ |città=Philadelphia |editore=Fortress Press |annooriginale=1978 |isbn=9780800613457 |lingua=en |cid=Brown, Dibfried, Fitzmyer, Reumann}}
{{vedi anche|Bibliografia su Gesù}}
* {{Cita pubblicazione |autore=[[Richard Bauckham]] |titolo=The Relatives of Jesus |url=https://www.biblicalstudies.org.uk/article_relatives_bauckham.html |rivista=Themelios |volume=21.2 |anno=1996 |pp=18-21 |lingua=en |cid=Bauckham 1996}}
*Josef Blinzler, ''I fratelli e le sorelle di Gesù'', Paideia, Brescia 1975. ISBN 8839407995
* {{Cita libro |autore=[[John Paul Meier]] |titolo=Un ebreo marginale. Ripensare il Gesù storico |urlcapitolo=https://www.biblio.units.it/SebinaOpac/resource/1-le-radici-del-problema-e-della-persona/TSA00446037 |città=Brescia |editore=Queriniana |volume=I |capitolo=Le radici del problema e della persona |isbn=978-8839904171 |anno=2001 |pp=302-324 |cid=Meier 2001}}
*Jean Gilles, ''I «fratelli e le sorelle» di Gesù. Per una lettura fedele dei Vangeli'', Torino, [[Claudiana]] 1985.
* {{Cita libro |autore=Armand Puig |titolo=: Jesús. Una biografía |url=https://books.google.it/books/about/Jes%C3%BAs.html?id=sbhRAAAACAAJ |città=Barcellona |editore=Destino |anno=2005 |isbn=84-233-3752-9 |pp=168-169 |lingua=es |cid=Puig 2005}}
*Roberto Nisbet, cap. XI ''I fratelli e le sorelle di Gesù'' in ''Ma il Vangelo non dice così'', Torino, [[Claudiana]].
*[[Renato Romizi]], ''Greco Antico - Seconda edizione - Vocabolario Greco/Italiano Etimologico e ragionato'', Zanichelli, ottobre 2005. ISBN 88-08-07695-4.
 
==Voci correlateAltri progetti ==
{{interprogetto}}
*[[Maria, madre di Gesù]]
*[[Ossario di Giacomo]]
*[[Sposa di Gesù]]
*[[Elvidio]]
*[[Giudeo-Cristianesimo]]
*[[Età Apostolica]]
 
== Collegamenti esterni ==
* Roberto Reggi, ''I "fratelli" di Gesù. Considerazioni filologiche, ermeneutiche, storiche, statistiche sulla verginità perpetua di Maria'', EDB, Bologna 2010, online su [https://www.slideshare.net/slideshow/i-fratelli-di-gesu-considerazioni-filologiche-ermeneutiche-storiche-statistiche-sulla-verginita-perpetua-di-maria/271417446 slideshare] e [https://www.academia.edu/123367249/I_fratelli_di_Ges%C3%B9_Considerazioni_filologiche_ermeneutiche_storiche_statistiche_sulla_verginit%C3%A0_perpetua_di_Maria academia]
Siti non confessionali:
* Roberto Reggi, "Le "sorelle" di Gesù", in ''[[Marianum]]'' 76 (2014), pp.&nbsp;199–208, online su [https://www.slideshare.net/slideshow/roberto-reggi-le-sorelle-di-gesu-marianum-2014-pdf/268168310 slideshare] e [https://www.academia.edu/112868512/Le_sorelle_di_Ges%C3%B9 academia]
*{{en}} [http://www.biblicalstudies.org.uk/article_relatives_bauckham.html Panoramica delle varie posizioni partendo da fonti antiche (sito evangelico di studi biblici)]
*{{en}} [http://www.religioustolerance.org/virgin_b0.htm Panoramica delle varie posizioni]
 
{{Controllo di autorità}}
Siti evangelici e protestanti:
{{portale|bibbia|Gesù}}
*Paolo Castellina, [http://www.riforma.net/cattolicesimo/cultomaria/fratelli_sorelle.htm I fratelli e le sorelle di Gesù], su [http://www.riforma.net/ www.riforma.net]
 
*{{en}} [http://www.adventistbiblicalresearch.org/Biblequestions/Jesusfamilyties.htm I legami familiari di Gesù - di Ángel Manuel Rodríguez]
*{{en}} [http://www.apologeticspress.org/articles/2318 Gesù ebbe fratellastri carnali?]
*{{en}} [http://www.hope.ie/structure/Auxillary%20pages/Mary.htm Sito battista]
*{{en}} [http://camcris.altervista.org/fratellicristo.html Sito pentecostale]
*{{en}} [http://philologos.org/__eb-jbl/brethren.htm I fratelli di Gesù] Datato (1865) ma ricchissimo e completo esame della situazione a cura del vescovo anglicano J. B. Lightfoot.
 
Siti cattolici:
* {{en}} [http://www.newadvent.org/cathen/02767a.htm Voce 'Fratelli di Gesù' su Catholic Encyclopedia]
 
{{portale|bibbia|cristianesimo|Gesù}}
 
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