Calosso: differenze tra le versioni

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{{Nota disambigua}}
<!-- Il testo commentato è SOLO UN ESEMPIO -->
{{F|centri abitati del Piemonte|settembre 2013}}
{{Template:Comune
{{Divisione amministrativa
|nomeComune = Calosso
|linkStemmaNome = Calosso-Stemma.png
|Panorama = Calosso from San Marzano Oliveto.jpg
|siglaRegione = PMN
|Didascalia =
|siglaProvincia = AT
|Bandiera = Flag of Calosso.png
|latitudineGradi = 44
|Voce bandiera =
|latitudineMinuti = 44
|Stemma = Calosso-Stemma.png
|latitudineSecondi = 27
|Voce stemma =
|longitudineGradi = 8
|Stato = ITA
|longitudineMinuti = 13
|Grado amministrativo = 3
|longitudineSecondi = 42
|Divisione amm grado 1 = Piemonte
|mappaX = 43
|Divisione amm grado 2 = Asti
|mappaY = 81
|Amministratore locale = Angelo Grasso
|altitudine = 399
|Partito = [[lista civica]] Vivere e migliorare insieme
|superficie = 15,73
|Data elezione = 22-5-2025
|abitanti = 1.305
|Data istituzione =
|anno = 2005
|densitaAltitudine = 82,96
|Sottodivisioni = Osteria, [[Piana del Salto]], Rodotiglia, Sant'Anna, San Bovo, Soria, Trinità
|frazioni = <!-- elenco delle frazioni, separate da virgola e spazio - senza ritorni a capo -->
|comuniLimitrofiDivisioni confinanti = [[Agliano Terme]], [[Canelli]], [[Castiglione Tinella]] (CN), [[Costigliole d'Asti]], [[Moasca]], [[Santo Stefano Belbo]] (CN)
|Zona sismica = 4
|cap = 14052
|Gradi giorno = 2817
|prefisso = 0141
|Nome abitanti = calossesi
|istat = 005015
|Patrono = [[sant'Alessandro Sauli]]
|fiscale = B425
|Festivo = 11 ottobre
|nomeAbitanti = calossesi
|PIL =
|patrono = [[Sant'Alessandro Sauli]]
|PIL procapite =
|festivo = [[11 ottobre]]
|Mappa = Map - IT - Asti - Municipality code 5015.svg
|sito = http://www.comune.calosso.at.it/
|Didascalia mappa = Mappa di localizzazione del comune di Calosso nella provincia di Asti
}} <!-- fine della tabella - per la compilazione vedi -> Aiuto:Comune -->
}}
'''Calosso''' è un comune di 1.305 abitanti della [[provincia di Asti]].
 
'''Calosso''' (''Calòss'' in [[Lingua piemontese|piemontese]]) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Asti]] nel territorio storico dell'[[Astesana]], in [[Piemonte]].
== La storia ==
 
Calosso sorgeSorge su un'alta collina il cui nome deriva dal ''[[gentilizio]] romano'' '''Callocius''' o '''Callucius''', come indicato dall'Olivieri nel [[1965]]. Calosso si trova poco lontano dai comuni di [[Canelli]] e [[Costigliole]], fra le valli del [[Nizza (fiume)|Nizza]] e del [[Tinella]].
 
Si trova poco lontano dai comuni di [[Canelli]] e [[Costigliole d'Asti]], fra le valli del [[Nizza (rio)|Nizza]] e del [[Tinella (Piemonte)|Tinella]]. Con i suoi 399 metri di altitudine sul livello del mare è il paese più alto della [[diocesi di Asti]], e costituisce un eccezionale belvedere su tutta l'[[Astesana]] e sulle vicine Langhe.
All'inizio del XII secolo Calosso entrò a far parte del [[consortile]] di [[Acquosana]] insieme ai signori di [[Agliano]], [[Vinchio]], [[Canelli]], [[San Marzano]] e [[Castelnuovo Calcea]].
 
== Storia ==
Nel [[1318]] il comune viene coinvolto nelle disatrose fasi della [[guerra civile]] scoppiata nel circondario di [[Asti]] tra i [[guelfi]] [[Solaro]] e i [[ghibellini]] [[De Castello]]. I guelfi, oltre al castello di [[Moasca]] distrussero anche il ''castrum'' di Calosso che venne immediatamente riscostruito per rientrare tra i possedimenti di [[Valentina Visconti d'Orlean]] nel [[1387]].
[[File:Calosso.ogg|thumb|left|Panorama dalla località Crevacuore, Calosso (ASTI), Italia]]
Il primo documento nel quale viene menzionato il paese è un atto del [[960]] che cita un certo Arimanno de Calocio in qualità di testimone di una permuta di terreni da parte di Brunengo, [[Vescovo]] di [[Asti]] tra il [[934]] e il [[964]].
 
All'inizio del [[XII secolo]] Calosso entrò a far parte del consortile di [[Acquosana]] insieme ai signori di [[Agliano Terme|Agliano]], [[Vinchio]], [[Canelli]], [[San Marzano Oliveto|San Marzano]] e [[Castelnuovo Calcea]]. Consorzio nato per tutelare i feudi minori dalle mire espansionistiche delle famiglie astensi (come gli [[Asinari]], i [[Roero (famiglia)|Roero]], i [[Solaro (famiglia)|Solaro]], i [[Natta (famiglia)|Natta]] ecc.).
All'inizio del XVII secolo Calosso venne assiedata dagli [[Spagna|spagnoli]] e in seguito recuperata dai [[Savoia]] anche grazie al [[capitano]] [[Catalano Alfieri]] che, a capo delle truppe [[Fracia|francesi]] fece cingere di enormi palizzate tutto il castello.
 
Nel [[1318]] il comune venne coinvolto nelle fasi della [[guerra civile]] scoppiata nel circondario di [[Asti]] tra i [[guelfi]] [[Solaro (Italia)|Solaro]] e i [[ghibellini]] [[De Castello]]. I guelfi, oltre al castello di [[Moasca]], distrussero anche il ''castrum'' di Calosso che venne immediatamente ricostruito. Verso la fine dell'indipendenza del Libero Comune di Asti e precisamente nel [[1377]], l'intero feudo di Calosso viene acquistato dal nobile banchiere astigiano Percivalle Roero. Dieci anni più tardi, nel [[1387]], troviamo Calosso tra i possedimenti della dote di [[Valentina Visconti]], andata in sposa a Luigi d'Orléans. In seguito al matrimonio la contea di Asti diventa interamente possedimento francese. Seguiranno centocinquant'anni di dominazione francese.
Il complesso fortificato venne dunque riscostruito diverse volte in seguito alle vicende belliche precedenti. A sud oltre alla torretta abbassata a base [[cilindro|cilindrica]] collegata al palazzo da un arco, si trova il cosidetto '''Castello vecchio''' dove è ubicata la '''Chiesa di San Martino''', già menzionata nel [[1203]], all'interno della cinta fortificata.
 
Nel [[1531]] Calosso, con la Contea di Asti, entra a far parte dei territori controllati dai Savoia e con l'inizio del Seicento e della [[Guerra di Successione del Monferrato]], viene coinvolto in una serie infinita di occupazioni da parte dei vari eserciti di passaggio. Difatti all'inizio del [[XVII secolo]] Calosso venne assediata dagli [[Spagna|spagnoli]] e in seguito recuperata dai [[Casa Savoia|Savoia]], grazie anche al capitano [[Catalano Alfieri]] che, a capo delle truppe [[Francia|francesi]], fece cingere di enormi palizzate tutto il castello.
== Il castello e la parrocchiale ==
 
Fortunatamente con la [[pace dei Pirenei]] del [[1659]], Calosso perde la sua importanza strategica e il suo castello, da imponente fortezza cinquecentesca, si trasforma in residenza di campagna della famiglia Roero.
Il '''Castello''', già di proprietà della famiglia [[Roero di Cortanze]] nel XIV secolo e da questa ristrutturato alla fine del [[Seicento]], ha perduto ormai la fisionomia originale per assumere l'aspetto di una elegante e signorile dimora di campagna.
 
Il complesso fortificato venne dunque ricostruito diverse volte in seguito alle vicende belliche precedenti. A sud, oltre alla torretta abbassata a base cilindrica collegata al palazzo da un arco, si trova il cosiddetto ''castello vecchio'', dove è ubicata la chiesa di San Martino, già menzionata nel [[1203]], all'interno della cinta fortificata.
Tuttavia sul lato nord la fortezza [[Cinquecento|cinquecentesca]] con le sue bocche da fuoco e le [[posterla|posterle]] delle [[casamatta|casematte]] è rimasta quasi intatta. Gli storici del luogo narrano che l'[[11 ottobre]] [[1592]] durante una visita [[pastorale]], il [[beato]] [[Alessandro Sauli]] vescovo di [[Pavia]] ( diocesi da cui dipendeva allora Calosso ), venne "sorpreso da una grave e pericolosa malattia nel castello di quel luogo, ove don Ercole Roero avealo alloggiato" ( Ref : G.S. [[De Canis]], [[1816]])
 
=== Simboli ===
La morte del beato suscitò una tale impressione che nel [[1683]] la camera del castello venne convertita in pubblico oratorio, e in suo onore ed in perenne ricordo, gli abitanti di Calosso nello stesso giorno indirono la festa patronale.
Lo stemma e il gonfalone del comune di Calosso sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 19 luglio 1999.<ref>{{cita web |url= http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/comuni.detail.html?6967 |titolo= Calosso, decreto 1999-07-19 DPR, concessione di stemma e gonfalone |accesso= 10 novembre 2021 |dataarchivio= 10 novembre 2021 |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20211110105700/http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/comuni.detail.html?6967 |urlmorto= sì }}</ref>
{{citazione|Di rosso, alla croce d'argento, accantonata nel canton destro del capo da una [[Ruota (araldica)|ruota]] del medesimo. Ornamenti esteriori da Comune.}}
Alla croce di Asti si accompagna una ruota, simbolo della [[Roero (famiglia)|famiglia Roero]].
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
Per quanto riguarda la '''Parrocchiale di San Martino''' vi sono scarse notizie documentali. Verso la fine dell'[[Ottocento]] la costruzione [[barocco|barocca]] venne profondamente rimaneggiata : nel [[1896]] infatti, l'edificio venne ampliato sui fianchi, a scapito delle [cappella|cappelle]] laterali. Fu evidente che allora vennero distrutti gli affreschi settecenteschi attribuiti al [[De Canis]] e al periodo giovanile del canellese [[Giovanni Carlo Alberti]], vissuto tra il [[1670]] ed il [[1727]].
=== Il castello di Calosso ===
Da più di un millennio la sua sagoma imponente vigila, dalla sommità della collina che si erge tra le valli del [[Nizza]] e del Tinella, sull'abitato di Calosso. Testimonianza longeva delle vicende occorse a questo piccolo borgo, il castello ne segna la storia attraverso le epoche, ripercorribili a ritroso, sino a perdersi nell'Alto Medioevo. Perché da qui, da prima dell'anno 1000, si suole dare inizio alla sua storia, in quanto questo periodo si ritrovano le prime tracce, seppur vaghe, della sua esistenza. Tracce che, benché confuse dai numerosi interventi apportati alla sua struttura originaria in seguito ad eventi bellici e a ristrutturazioni, consentono di fissare i punti salienti dell'evoluzione dell'antico maniero. Sappiamo infatti che nel [[1318]] il paese di Calosso viene coinvolto nel conflitto tra i guelfi della famiglia Solaro e la fazione ghibellina dei De Castello di Asti. I guelfi distruggono l'intero castrum di Calosso.
 
Nel [[1377]], l'intero feudo di Calosso viene acquistato da un nobile banchiere astigiano, il Marchese Percivalle Roero di Cortanze.
== L'Economia ==
 
Nel [[1387]] Calosso con il suo castello rientra tra i possedimenti della dote di Valentina Visconti, andata in sposa a Luigi d'Orléans.
Le aziende agricole del paese sono assai numerosi e fiorenti. Le coltivazioni maggiormente praticate sono i [[cereale|cereali]], fra cui il [[frumento]], il [[foraggio]], la [[vite]], e gli alberi da frutta. Numerosi sono i vini [[Doc]] tra i quali possiamo ricordare il [[Moscato]], la [[Freisa]] d'[[Asti]] e la [[Berbera (vino)|Barbera]] del [[Monferrato]].
 
L'11 ottobre [[1592]], durante una visita pastorale, [[sant'Alessandro Sauli]], vescovo di [[Pavia]] (diocesi da cui dipendeva allora Calosso), venne "sorpreso da una grave e pericolosa malattia nel castello di quel luogo, ove don Ercole Roero avealo alloggiato" (secondo G.S. [[De Canis]], 1816).
==Evoluzione demografica==
 
La morte del vescovo suscitò una tale impressione che nel [[1683]] la camera del castello venne convertita in pubblico oratorio e, in suo onore ed a perenne ricordo, gli abitanti di Calosso indissero nello stesso giorno la festa patronale.
 
Alle porte del [[1600]], troviamo Calosso assediato dagli spagnoli e in seguito recuperato dai Savoia, grazie anche al capitano Catalano Alfieri che, a capo delle truppe francesi, cinge di enormi palizzate tutto il castello.
 
Giungiamo quindi alla [[Pace dei Pirenei]] del [[1659]], data in cui la fortezza calossese perde la sua importanza strategica e viene trasformata dalla famiglia Roero di Cortanze, signori di Calosso, in un'elegante e signorile residenza di campagna, per assumere i connotati ancor oggi riscontrabili. In seguito a queste trasformazioni il castello perde la fisionomia originaria dell'imponente fortezza cinquecentesca che cingeva all'interno delle sue mura l'intero borgo storico, composto, tra gli altri edifici, dalla chiesa di San Martino. Resta la torretta cilindrica e l'arco d'accesso al ricetto. Attualmente di dimensioni ridotte rispetto a quello originale, la struttura è riconducibile ad una serie di corpi a forma di L, dominata dalla massiccia torre cilindrica ornata da archetti pensili e merli guelfi perfettamente intatti.
 
Di interesse particolare sono poi i bastioni cinquecenteschi, rimasti anch'essi inalterati, che caratterizzano il lato nord della fortezza. Le mura di questo segmento, prospiciente l'ampio parco, presenta ancora le [[feritoie]] e le aperture delle casse matte, struttura a prova di bomba, introdotte in seguito all'adozione delle artiglierie, di carattere sia offensivo - finalizzate ad ospitare bocche da fuoco&nbsp;– che difensivo, destinate a mettere al riparo uomini e materiali; inoltre è ancora possibile vedere una posterla, stretto e basso passaggio che attraversa le mura. L'accesso al cortile interno è presidiato da un portale tipicamente seicentesco che reca, ad ornamento della sezione superiore dello stipite, lo stemma della [[Roero (famiglia)|famiglia Roero]], raffigurante tre ruote, e della famiglia Gavigliani, raffigurante due rose divise da una fascia orizzontale.
 
Gli attuali proprietari sono i Conti Balladore Pallieri, diretti discendenti dei Roero di Cortanze.
 
== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
{{Demografia/Calosso}}
===Etnie e minoranze straniere===
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2009 la popolazione straniera residente era di 147 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:
 
*[[Repubblica di Macedonia]] 81 6,09%
*[[Bulgaria]] 21 1,58%
 
=== Religione ===
==== La parrocchia ====
Sulla parrocchia di San Martino vi sono scarse notizie documentali. Intitolata a San Martino, vescovo e confessore, innalzata negli ultimi decenni del '600, la chiesa si presenta con una facciata ricca di fregi nella sua parte centrale, alta e slanciata, composta da due corpi sovrapposti ripartiti con lesene e terminanti con un timpano. Verso la fine dell'[[XIX secolo|Ottocento]] la costruzione [[barocco|barocca]] venne profondamente rimaneggiata: nel [[1896]], infatti, l'edificio venne ampliato sui fianchi, a scapito delle [[cappella|cappelle]] laterali. Fu evidente che allora vennero distrutti gli affreschi settecenteschi attribuiti al De Canis e al periodo giovanile del canellese [[Giovanni Carlo Alberti]], vissuto tra il [[1670]] ed il [[1727]]. Tra il 1929 e il 1930 vennero realizzati, per espressa volontà di Monsignor Bosio, le decorazioni della volta e delle pareti. Sul fianco della vela svetta il campanile di 42 metri.
 
== Cultura ==
=== Eventi ===
 
==== La Fiera del Rapulé<ref name="FieraRapulé">{{cita web|url=http://fieradelrapule.it/?page_id=16|titolo=La Fiera|sito=fieradelrapule.it|accesso=October 17, 2016}}</ref>====
 
L'amministrazione comunale di Calosso organizza ogni anno la Fiera del Rapulé, che si svolge generalmente il terzo fine settimana di ottobre e prende il nome dall'operazione di raccolta dei "rapulìn", ovvero i grappoli più piccoli che restano dopo la raccolta dell'uva.
 
La sagra propone un percorso enogastronomico con degustazione di vini e piatti tipici tra i crotìn, le cantine scavate nel tufo che custodiscono il vino migliore.
 
Il borgo del paese viene per due giorni animato da musiche, mostre e manifestazioni teatrali. La Fiera del Rapulé è l'occasione ideale per visitare il Castello di Calosso, gentilmente aperto per l'occasione dai proprietari, la Chiesa barocca e il restaurato coro ligneo della Parrocchia di San Martino e le quattro antiche scalinate del centro storico.
 
== Economia ==
Le aziende agricole del paese sono assai numerose e fiorenti. La coltivazione maggiormente praticata è la [[Vitis|vite]], e gli alberi da frutta. Numerosi sono i vini [[Denominazione di Origine Controllata|DOC]], tra i quali possiamo ricordare il [[Moscato d'Asti]] e la [[Barbera d'Asti Superiore]].
 
== Amministrazione ==
[[File:Calosso-Gonfalone.png|thumb|Gonfalone civico]]
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
 
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Gualtiero De Michelis |Inizio = 10 giugno 1985 |Fine = 28 maggio 1990 |Partito = [[Democrazia Cristiana]] |Note = <ref name=interno>http://amministratori.interno.it/</ref>}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Gualtiero De Michelis |Inizio = 28 maggio 1990 |Fine = 24 aprile 1995 |Partito = [[Democrazia Cristiana]] |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Franca Serra |Inizio = 24 aprile 1995 |Fine = 14 giugno 1999 |Partito = [[centro-destra]] |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Franca Serra |Inizio = 14 giugno 1999 |Fine = 14 giugno 2004 |Partito = [[lista civica]] |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Francesca Dalcielo |Inizio = 14 giugno 2004 |Fine = 8 giugno 2009 |Partito = [[lista civica]] |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Giuseppe Ugonia |Inizio = 8 giugno 2009 |Fine = 26 maggio 2014 |Partito = [[lista civica]] |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Giuseppe Ugonia |Inizio = 26 maggio 2014 |Fine = 27 maggio 2019 |Partito = [[lista civica]] Persone idee impegno |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Pierfrancesco Migliardi |Inizio = 27 maggio 2019 |Fine = 22 maggio 2025 |Partito = [[lista civica]] Vivere e migliorare insieme |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
 
==Galleria d'immagini==
<gallery mode="packed" heights="150">
File:Calosso - Veduta aerea del paesaggio rurale.jpg|<div align="center">Veduta aerea del paesaggio rurale nei pressi di Calosso</div>
</gallery>
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
{{Provincia di Asti}}
* Piero Bussi, ''Gente di Calosso: dagli albori al ventesimo secolo. ''Editrice Minigraf, 2000.
* Autori vari, ''Io amo Calosso. ''Edizioni Estel, 2010.
* Don Romano Serra, ''Chiese e campanili: storia e storie di Calosso. ''Edizioni Parola Amica, 1998
* Piero Bussi, ''Guarda, sembra un giardino. Ed''. Comune di Calosso, 2024
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto| commons_etichetta=Calosso}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|https://www.piemonteitalia.eu/it/cultura/castelli/castello-di-calosso|Il castello di Calosso}}
* {{cita web|http://fieradelrapule.it|Sito ufficiale della Fiera del Rapulé}}
 
[[Categoria:{{Comuni della provincia di Asti]]}}
[[Categoria:Comuni del {{Portale|Piemonte]]}}
[[Categoria:Comuni italiani]]
 
[[deCategoria:Calosso| ]]
[[en:Calosso]]
[[eo:Calosso]]
[[fr:Calosso]]
[[nap:Calosso]]
[[nl:Calosso]]
[[pl:Calosso]]
[[pt:Calosso]]