Contrasto di interessi: differenze tra le versioni
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Con la locuzione '''contrasto di interessi''' ci si riferisce ad alcuni metodi, intesi a combattere l'[[evasione fiscale]], basati, per l'appunto, sull'instaurazione di un contrasto tra l'interesse di chi vende e di chi compra beni o servizi.
== Scaricare le spese sostenute ==
Di metodi per raggiungere questo scopo ne sono stati concepiti diversi, ma comunemente la locuzione fa riferimento alla possibilità per l'acquirente di “scaricare”, ovvero portare in [[detrazione]] [[Fisco|fiscale]], le spese sostenute e debitamente documentate. Si tratta di un tema molto popolare, riproposto di frequente sui diversi media sia dal pubblico che da personaggi autorevoli<ref name="[
== Esempi pratici di contrasto di interessi ==
Di seguito alcuni approfondimenti per comprendere in pratica cosa significhi contrasto d'interesse, al fine di individuare alcuni potenziali punti deboli.
=== Caso semplificato ===
Poniamo 100€ documentati (fattura o scontrino) di cui diciamo 20€ di IVA per semplicità. Su 100€ euro (cioè 80€ netto IVA<ref>Le tasse o i contributi si pagano sui ricavi al netto dell'IVA ma è un esempio molto semplificato per far capire a tutti il meccansimo complessivo.</ref>) il professionista dovrà pagare circa 30-40% di imposte su quel imponibile, poniamo 35€ (aliquota per reddito medio-basso). A questo punto è sufficiente praticare al cliente uno sconto di 10€ sull'importo senza IVA, facendogli pagare 70€ invece che 80€. È vero che il fornitore incassa 70€ invece che 80€, perdendo 10€ di profitto, ma se avesse documentata la transazione avrebbe dovuto pagare ben di più di imposte (35€).
Si comprende che maggiore è l'importo della transazione nonché l'aliquota reddituale del fornitore, il contrasto d'interesse è ancor meno vantaggioso.
=== Senza IVA deducibile ===
Si immagini l'esempio di un falegname che richieda 1.500€ + IVA per la realizzazione di una cucina e proponga uno sconto di 200€ per non emettere fattura.
Come ulteriore semplificazione ipotizziamo una tassazione IRPEF fissa del 25% che è la media tra i 2 scaglioni più diffusi.
Per facilità di calcolo usiamo l'IVA al 20%
Il cliente è un dipendente con uno stipendio lordo mensile di 2.000€ e netto di 1.500€
Nel seguente scenario simuleremo quanto metterebbero in tasca il cliente dipendente, il falegname e lo Stato nel caso si scegliesse il pagamento in nero scontato a 1.300 €
{| class="wikitable"
! senza fattura
! Cliente
! Falegname
! Stato
|-
| ricavo iniziale
| 2.000 €
|1.300 €
|
|-
| spese deducibili
|
|
|
|-
| lordo
| 2.000 €
|
|
|-
| IRPEF 25%
| -500 €
|
|500 €
|-
| netto
| 1.500 €
|1.300 €
|
|-
|spese indeducibili
| -1.300 €
|
|
|-
| mette in tasca
| 200 €
|1.300 €
|500 €
|}
Il cliente riceve dall'azienda uno stipendio lordo di 2.000 €. Avendo scelto il pagamento in nero, non può scaricare nulla, gli verranno trattenute in busta 500 € di IRPEF. Per cui riceve uno stipendio netto di 1.500€ con cui pagare il falegname 1.300 €.
In tasca rimarranno al cliente 200 €.
Il falegname, non avendo pagato alcuna tassa, riceverà 1.300 € puliti.
Lo Stato metterà in tasca 500 € di IRPEF.
Se il cliente chiedesse la fattura al falegname, quindi decidesse di pagare a prezzo pieno 1.500 + IVA, otterremmo:
{| class="wikitable"
! con fattura
! Cliente
! Falegname
! Stato
|-
| ricavo iniziale
| 2.000 €
|1.500 €
|
|-
| spese deducibili
| 1.500 €
|
|
|-
| lordo
| 500 €
|1.500 €
|
|-
| IRPEF 25%
| -125 €
|<nowiki>-375 €</nowiki>
|500 €
|-
| netto
| 375 €
|1.125 €
|
|-
|spese indeducibili
| -300 € di IVA
|
|300 €
|-
| mette in tasca
| 75 €
|1.125 €
|800 €
|}
Come possiamo vedere, richiedendo il pagamento con fattura, il cliente ha uno stipendio lordo di 2.000€. Scarica 1.500 € di spese del falegname. Ne rimangono 500€ su cui paga un IRPEF di 125€
Tuttavia deve ancora farsi carico dell'IVA, che di fatto annulla tutto il risparmio. Il cliente esce perdente e si ritrova in tasca solo 75€
Il falegname pagando l'IRPEF mette in tasca 1.125 €
Lo Stato ha guadagnato da entrambi, portando a casa ben 800 €
Apparentemente, numeri alla mano, sembra che il sistema non riesca nel suo intento, a causa dell'imposta sull'IVA.
=== Con IVA deducibile ===
I sostenitori del contrasto di interessi asseriscono che l'esempio sopra riportato è fuorviante, perché nel momento in cui l'IVA viene esclusa dalle spese deducibili, non può essere considerato contrasto di interessi, in quanto il sistema porta benefici, solo se è possibile scaricare tutto.
Riprendiamo l'esempio del falegname, in cui simuleremo ciò che i sostenitori definiscono il vero contrasto di interessi:
IVA 0% spostata all'interno dell'IRPEF
IRPEF 45% (ha assorbito l'IVA)
{| class="wikitable"
! senza fattura
! Cliente
! Falegname
! Stato
|-
| ricavo iniziale
| 2.000 €
|1.300 €
|
|-
| spese deducibili
|
|
|
|-
| lordo
| 2.000 €
|
|
|-
| IRPEF 45%
| -900 €
|
|900 €
|-
| netto
| 1.100 €
|1.300 €
|
|-
|spese indeducibili
| -1.300 €
|
|
|-
| mette in tasca
| -200 €
|1.300 €
|900 €
|}
Il cliente riceve dall'azienda uno stipendio lordo di 2.000 €. Avendo scelto il pagamento in nero, non può scaricare nulla, gli verranno trattenute in busta 900 € di IRPEF. Per cui riceve uno stipendio netto di 1.100€ con cui pagare il falegname 1.300 €.
Al cliente non rimarrà in tasca niente. Anzi dovrà prendere dai propri risparmi altri 200 €. Ecco che pagare in nero diventa costoso.
Il falegname, non avendo pagato alcuna tassa, riceverà 1.300 € pulite.
Lo Stato metterà in tasca 900 € di IRPEF.
Anche per lo Stato il vero contrasto d'interessi ha portato beneficio. Ha aumentato le sue entrate anche col pagamento senza fattura. Con l'IVA ne prendeva solo 500€ ora ne riceve 900€
Se il cliente chiedesse la fattura al falegname, quindi decidesse di pagare a prezzo pieno 1.500, otterremmo:
{| class="wikitable"
! con fattura
! Cliente
! Falegname
! Stato
|-
| ricavo iniziale
| 2.000 €
|1.500 €
|
|-
| spese deducibili
| 1.500 €
|
|
|-
| lordo
| 500 €
|1.500 €
|
|-
| IRPEF 45%
| -225 €
| -675 €
|900 €
|-
| netto
| 275 €
|825 €
|
|-
|spese indeducibili
|
|
|
|-
| mette in tasca
| 275 €
|825 €
|900 €
|}
Richiedendo la fattura, il cliente mette in tasca ben 275 € Pertanto ha interesse a richiederla, perché ha un beneficio.
Si noti come lo Stato, sia con fattura che senza, metta in tasca sempre 900 € In ogni caso ne esce vincitore.
Il falegname è costretto a pagare le tasse.
=== Fascia basso reddito ===
Esaminiamo come funzionerebbe il contrasto di interessi sulle fasce più deboli. Apparentemente un IRPEF così alto sembrerebbe esagerato per i più poveri.
Riprendiamo l'esempio del falegname, questa volta nei panni del povero. Ha ricavato 1.500€, ma per vivere li spende quasi tutti:
500 € per il mangiare
200 € di divertimento
500 € di affitto
per un totale di 1.200 €
IRPEF 45%
{| class="wikitable"
! con fattura
! Falegname
!mangiare
!divertimento
!affitto
! Stato
|-
| ricavo iniziale
| 1.500 €
|500 €
|200 €
|500 €
|
|-
| spese deducibili
| 1.200 €
|
|
|
|
|-
| lordo
| 300 €
|500 €
|200 €
|500 €
|
|-
| IRPEF 45%
| -135 €
| -225 €
| -90 €
| -225 €
|675 €
|-
| mette in tasca
| 165 €
|275 €
|110 €
|275 €
|675 €
|}
Dato che è possibile scaricare tutte le spese, il lordo su cui pagare le tasse è molto basso. Anche con un IRPEF così alto, le fasce più deboli vengono protette. Infatti il falegname riesce ancora a risparmiare, mettendo in tasca 165 €.
=== IVA vs IRPEF ===
IRPEF è un'imposta diretta: viene pagata dal fornitore (il falegname che vende un mobile)
IVA è un'imposta indiretta: viene pagata dal cliente (che acquista il mobile)
Sul piano dell'equità sono preferibili le imposte dirette (IRPEF) che, commisurandosi alla ricchezza posseduta, si adeguano meglio alla capacità contributiva del soggetto.
Al contrario le imposte indirette come l'IVA sono poco solidali, perché tassano tutti allo stesso modo, anche i poveri, gli anziani, i bambini e chi non ha un lavoro. Sono più facili da riscuotere, perché inglobate nel prezzo finale. Ad esempio, quando si acquista un prodotto al supermercato.
Quando avviene una compravendita, lo Stato tassa entrambi gli attori, sia il fornitore (falegname), che il cliente.
Nella seguente tabella, analizzeremo i vari tipi di pagamento, segnando "win", quando la parte ha un guadagno e "lose" quando ha una perdita. Otteniamo queste condizioni:
{| class="wikitable"
! pagamento
! fornitore (IRPEF)
!cliente (IVA)
!Stato
|-
| con fattura classica IVA + IRPEF
| lose
|lose
|win
|-
| in nero senza IVA e senza IRPEF
| win
|win
|lose
|-
| contrasto d'interessi senza IRPEF
| win
|lose
|win
|-
| contrasto d'interessi senza IVA
| lose
| win
| win
|}
Se il falegname non pagasse tasse (IRPEF), non avrebbe ragione per dimenticarsi la fattura, perché tanto a pagare le tasse sarebbe solo il cliente con l'IVA. Ma questo potrebbe comunque trovare un fornitore più clemente, che non fatturi, pur di prendere il lavoro. Questa logica non può funzionare
Viceversa se il cliente non fosse tassato durante l'acquisto (IVA) potrebbe richiedere la fattura con serenità, perché tanto a pagare le tasse sarebbe solo il fornitore. Inoltre, potendo detrarre la spesa, sarebbe incentivato a farlo.
Il contrasto di interessi senza IVA fa leva proprio su questo principio, lo Stato:
* diventa amico del cliente abolendo l'IVA
* spinge il cliente a richiedere fattura, consentendogli di scaricare la spesa
* stimola a spendere di più per abbassare il proprio imponibile, stimolando la crescita di nuovi posti di lavoro
Su quest'ultimo punto fautori e detrattori sono in contrasto. I detrattori sostengono che non sarebbe maggiormente tassato chi più guadagna, ma chi più risparmia e meno consuma, ovvero coloro che hanno stili di vita più sobri, e questo avrebbe anche conseguenze [[Etica|etiche]] ed ambientali inaccettabili.
I fautori invece sostengono che è molto meno etico tassare tutti indistintamente con l'IVA. Inoltre il 71% dell'[[Economia d'Italia|economia italiana]] è ricoperto dal terziario, come ad esempio i servizi offerti da banche, assicurazioni, massaggiatori, colf. Lavori che hanno un basso impatto sull'ambiente.
=== Vantaggio finanziario ===
Tutti gli esempi sopra non considerano che c'è, nel caso di transazione in nero, oltre alla componente econonomica, quella finanziaria rappresenta dal disporre immediatamente dello sconto (cliente) e/o dell'incasso pulito "a pronti" (fornitore), invece di sopportare il costo finanziario di avere risparmi proiettati nel futuro (cioè dopo la dichiarazione dei redditi e il relativo pagamento delle imposte al fisco) nel caso di transazione documentata e relativo procedimento contabile di deduzione. In pratica: subito liquidità certa '''oggi''' versus tasso d'interesse o inflazione o incertezza per cambiamenti di politica fiscale '''domani'''.
Inoltre, c'è un altro costo da rilevare: ambo le parti dovranno, dopo la transazione, sostenere l'onere burocratico connesso alle procedure di calcolo della deduzione in sede di dichiarazione dei redditi.
== È possibile eliminare l'IVA ? ==
Tutti i paesi dell’UE devono applicare a beni e servizi l'IVA non inferiore al 15 %.
La direttiva prevede alcune deroghe dalle norme standard sull'IVA per i paesi dell’UE, ad esempio per prevenire determinati tipi di evasione fiscale. Ci sono inoltre regimi speciali dell’IVA ideati per ridurre gli oneri burocratici, ad esempio per le piccole imprese e per gli agricoltori.
Detrattori e fautori sono in disaccordo anche su quest punto. I detrattori sostengono che la restituzione dell’Iva, non sembra compatibile con le regole europee, piuttosto rigide nel pretendere dagli Stati membri la esatta riscossione delle imposte dovute.
I fautori sostengono che è possibile invocare le deroghe previste dalla Direttiva per semplificare la riscossione (solo IRPEF al 45%) e/o per evitare evasioni o elusioni fiscali (contrasto d'interessi senza iva).
I detrattori sostengono che l’Amministrazione si troverebbe a dover controllare la documentazione sottostante a molti milioni di dichiarazioni presentate da contribuenti che potrebbero essere tentati di “fare la cresta” sugli acquisti effettuati. Come l’esperienza empirica insegna, poi, l’Agenzia non è riuscita in passato a controllare nemmeno le imprese edilizie di ristrutturazione che pure erano state pagate con bonifico bancario dal cliente che aveva chiesto la deduzione delle spese di ristrutturazione, figuriamoci se riuscirebbe a controllare analiticamente tutti coloro che hanno emesso un [[documento commerciale]] o una [[fattura]].
I fautori sostengono che bisogna concentrarsi su informatizzare la comunicazione tra chi emette scontrino / fattura con lo Stato. Si pensi ad esempio alle farmacie che richiedono il codice fiscale, prima di stampare lo scontrino. Lo Stato dovrebbe attingere a quei dati elettronicamente e inserirli automaticamente nel modello precompilato 730, senza che il cittadino debba preoccuparsi di conservarli o abbia la possibilità di fare la cresta.
== Prima bisogna informatizzare lo Stato ==
Il malfunzionamento della Pubblica amministrazione (Pa) italiana continua ad avere un impatto molto negativo sull’economia italiana, frenandone la ripresa.
E sebbene la comparazione presenti tutta una serie di limiti, possiamo in linea di massima affermare che l’incapacità, gli sprechi e la cattiva gestione della macchina dello Stato hanno una dimensione economica superiore al mancato gettito riconducibile all'evasione fiscale presente in Italia.
A ricordarlo è l’Ufficio studi della CGIA che, per prima cosa, ha raccolto ed elencato le principali inefficienze della nostra macchina pubblica e i conseguenti effetti economici che queste criticità producono sul sistema economico italiano.
[https://web.archive.org/web/20170824133707/http://www.cgiamestre.com/wp-content/uploads/2017/08/14-agosto.pdf QUI IL RAPPORTO COMPLETO]
== Critiche al contrasto d'interessi ==
Le critiche che portano alla conclusione che l'idea di "portare le spese in detrazione, <u>ad eccezione di IVA</u>", sarebbe una soluzione inefficace ed anche ingiusta sono le seguenti:
1) Esiste una facile contromossa. Il soggetto a cui l'acquirente deve chiedere il documento fiscale può sempre proporre uno sconto superiore al vantaggio che l'acquirente otterrebbe portando la spesa sostenuta e documentata in detrazione. Questo in quanto lo Stato, in una transazione economica tra due soggetti, fa da terzo incomodo. I due soggetti quindi, escludendolo, possono sempre accordarsi per una transazione più conveniente per entrambi. Questo vanifica quindi l'incentivo dato dalla possibilità di detrarre la spesa dall'imponibile. Pertanto, l'incentivo dato dalla detrazione dovrebbe essere tale da annullare l'imposta dovuta, o addirittura da portare a credito di imposta, per essere conveniente.
2) Supponendo di potere veramente detrarre tutte le spese che si fanno (cosa che aumenterebbe enormemente gli oneri di conservazione e contabilizzazione di tutti i documenti di spesa, fino a quando lo Stato non sarà informatizzato), la tassazione finale non potrebbe che essere su quello che non si è speso, ovvero sui risparmi. Riducendosi drasticamente la base imponibile, allo Stato non rimarrebbe che aumentare le [[aliquota|aliquote]] sulla parte tassabile del [[reddito]].
Si arriverebbe così all'assurdo che non sarebbe maggiormente tassato chi più guadagna, ma chi più risparmia e meno consuma, ovvero coloro che hanno stili di vita più sobri, e questo avrebbe anche conseguenze [[etica|etiche]] ed ambientali inaccettabili.
Tuttavia questa materia è oggetto di dibattito. C'è chi ritiene queste argomentazioni deboli (in particolare il ragionamento sulla situazione limite di cui al punto 2), chi invece le ritiene perfettamente logiche e giustificate. In base alle pubblicazioni cui si fa riferimento, quest'ultima pare essere la posizione prevalente. Ciononostante il meccanismo del contrasto di interessi può essere utilizzato, specie in via parziale e transitoria, anche senza un bilancio positivo per l'erario, al fine di incentivare settori di interesse strategico (come ad esempio si è fatto per le ristrutturazioni edilizie mirate al risparmio energetico, dove, specie con la deduzione al 55%, le condizioni erano tali da rendere praticamente non conveniente l'esecuzione dei lavori in nero, come comprovato dalla perdita netta di gettito per l'erario<ref name="[blitzquotidiano]">{{Cita web|url=http://www.blitzquotidiano.it/politica-italiana/scontrini-detraibili-50-milioni-di-evasori-1406283/|titolo=Scontrini detraibili: ok ma senza controlli 50 mln di evasori. E il gettito cala|editore=Blitz quotidiano|data=26 novembre 2012|accesso=26 giugno 2021|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20150923223109/http://www.blitzquotidiano.it/politica-italiana/scontrini-detraibili-50-milioni-di-evasori-1406283/|dataarchivio=23 settembre 2015|urlmorto=sì}}</ref>), oppure per far emergere il nero in alcuni settori particolarmente critici. Andava in questo senso la proposta di legge n. 3319, del Sen. [[Giuliano Barbolini|Barbolini]] ed altri parlamentari avente per oggetto: «Disposizioni per la deducibilità delle spese sostenute per l'acquisto di beni primari e per i lavori di manutenzione ordinaria della casa, dell'automobile, delle moto e per la cura della persona, nonché per la riduzione dell'aliquota IVA relativa a tali prestazioni»<ref name="[Barbolini]">{{Cita web|url=http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Ddlpres&leg=16&id=665232|titolo= Disegno di legge N. 3319, Legislatura 16ª, Senato della Repubblica|data=24 maggio 2012|formato=pdf|accesso=26 giugno 2021| urlarchivio= https://web.archive.org/web/20140224011415/http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/00665232.pdf|dataarchivio=24 febbraio 2014|urlmorto=sì}}</ref>, che avrebbe dovuto essere parte della “delega fiscale” che la 16ª legislatura non è riuscita ad approvare. Sulla norma relativa alla deducibilità di scontrini e ricevute, presentata con enfasi da diversi organi di informazione sul finire del 2012<ref name="[10]">[http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2012-11-22/scaricabili-scontrini-fiscali-064133.shtml?uuid=AbMsZH5G, ''Contro il «nero» arriva anche in Italia il contrasto d'interessi: gli scontrini fiscali saranno scaricabili''], IlSole24ore.com, 22/11/2012</ref><ref name="[11]">{{Cita web|url=http://www.repubblica.it/economia/2012/11/21/news/delega_fiscale_contrasto_interessi-47112213/|titolo=Fisco, inserito il contrasto di interessi chi chiede la ricevuta la potrà detrarre|sito=Repubblica.it |data=21 novembre 2012|accesso=26 giugno 2021|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20150924151153/http://www.repubblica.it/economia/2012/11/21/news/delega_fiscale_contrasto_interessi-47112213/|dataarchivio=24 settembre 2015|urlmorto=sì}}</ref><ref name="[12]">{{Cita web|url= http://www.ilgiornale.it/news/interni/scontare-scontrini-dalle-tasse-pagate-settimana-voto-859413.html|titolo=Scontare gli scontrini dalle tasse pagate: in settimana il voto|autore=Chiara Sarra|sito=il Giornale.it|data=26 novembre 2012|accesso=26 giugno 2021|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20150924124132/http://www.ilgiornale.it/news/interni/scontare-scontrini-dalle-tasse-pagate-settimana-voto-859413.html|dataarchivio=24 settembre 2015|urlmorto=sì}}</ref>, si erano comunque levate diverse voci critiche<ref name="[blitzquotidiano]" /><ref name="[14]">[http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2012-11-26/contrasto-interessi-occhio-illusioni-063746.shtml?uuid=AbDL0Q6G, ''Contrasto d'interessi, occhio alle illusioni''], IlSole24ore.com, 26/11/2012</ref>, ed il governo [[Mario Monti|Monti]] aveva espresso la sua contrarietà<ref name="[15]">[http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2012-11-26/bonus-scontrini-appeso-filo-143355.shtml?uuid=AbbtDY6G, ''Scontrini, detraibilità appesa a un filo. Problemi di copertura e incertezze politiche frenano il bonus''], IlSole24ore.com, 26/11/2012</ref><ref name="[16]">[http://www.professionefinanza.com/scheda.php?id=7322, ''Il no del governo al contrasto di interessi''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160304071914/http://www.professionefinanza.com/scheda.php?id=7322, |data=4 marzo 2016 }}, ProfessioneFinanza.com, 27/11/2012</ref>.
== Lotteria fiscale ==
Rimanendo in un ambito di contrasto di interessi questo si può concretizzare in altre forme che potrebbero risultare più efficaci. Una di queste è la “lotteria fiscale”, ovvero l'istituzione di una lotteria associata ai documenti fiscali emessi (scontrini, ricevute e fatture). I consumatori sarebbero così incentivati a chiedere il rilascio dei documenti fiscali, non solo per un senso del dovere, o per non incappare in sanzioni, come avviene normalmente, ma anche per la possibilità di vincere somme non trascurabili con la lotteria fiscale.
Rispetto alla deducibilità delle spese, il vantaggio dei consumatori sarebbe solo potenziale e non sicuro, ma potenzialmente ben più grande, mentre il costo per lo Stato potrebbe essere relativamente modesto, in dipendenza dal meccanismo premiale
Anche questo metodo quindi ha i suoi limiti, ma laddove esso è stato adottato, ad esempio in [[Cina]], dove è in vigore da anni, i risultati sono stati buoni
In [[Italia]] si discusse di
<br>L'iniziativa è stata poi effettivamente adottata, con inizio ufficiale nel febbraio [[2021]]. Altri Paesi dell'[[Unione europea]] in cui è stata messa in atto la lotteria fiscale sono [[Malta]], [[Portogallo]], [[Romania]] e [[Slovacchia]]<ref>{{Cita news|url=https://www.adnkronos.com/soldi/economia/2019/09/25/lotteria-scontrini-contro-evasione-malta-portogallo-come-funziona_cctN7WEteZLtUaJVpo1f2M.html|titolo=Lotteria degli scontrini, come funziona in Ue|pubblicazione=[[Adnkronos]]|data=25 settembre 2019|accesso=24 dicembre 2020}}</ref>.
== Sistema ibrido ==
In [[Brasile]], nello [[San Paolo (stato)|stato di
Il sistema adottato in Brasile potrebbe essere considerato un mix dei due sistemi descritti in precedenza, ma con alcune sostanziali differenze. In sintesi, gli esercenti dello Stato di San Paolo sono collegati via [[web]] ad un sistema informatico che contabilizza le transazioni effettuate dai clienti che aderiscono, su base volontaria, al programma. A questi è riconosciuto periodicamente un credito, proporzionale
== La ricerca di una soluzione definitiva ==
Un sistema premiale, del tipo di quelli descritti, non sarebbe comunque in grado di risolvere definitivamente il problema
=== Uso del contante ed evasione fiscale ===
Infatti basta che fornitore e cliente si mettano d'accordo per
procedere in nero (magari con uno sconto cospicuo) affinché la
transazione possa avvenire tranquillamente in contanti, anche oltre il
limite consentito.
In una situazione in cui il volume di
moneta liquida circolante è molto elevato (come in Italia) e a
disposizione di molti, poiché spesso non solo imprese e lavoratori
autonomi ricevono una parte di incassi in nero, ma anche i lavoratori
dipendenti hanno parte dello stipendio "fuori busta",
solitamente con il loro consenso, essendo un vantaggio fiscale, pare
non esserci convenienza ad utilizzare altri metodi di pagamento.
La diffusione della moneta elettronica, che nelle forme note è invece intrinsecamente tracciabile, ha aperto nuove prospettive. [[Milena Gabanelli]] ha proposto di contrastare ulteriormente l'impiego del contante attraverso la sua tassazione<ref name="[25]">Milena Gabanelli, [http://www.corriere.it/inchieste/reportime/economia/fine-contante-fine-sommerso/8f0d7468-0ba6-11e2-a626-17c468fbd3dd.shtml ''Fine del contante, fine del sommerso''], Corriere.it, 12/11/2011</ref>, ma, già qualche anno prima, c'è chi aveva proposto la sua abolizione<ref name="[26]">Glauco Masotti, [http://www.scribd.com/doc/72665699/Sulla-Moneta-Elettronica-e-l-Abolizione-del-Contante, ''Sulla moneta elettronica e l'abolizione del contante''], Scribd.com, Dicembre 2011</ref>, ovvero di effettuare tutte le transazioni esclusivamente con moneta elettronica. Questa idea quindi circola da tempo, inoltre viene periodicamente riproposta<ref name="[27]">{{collegamento interrotto|1=[http://qn.quotidiano.net/primo_piano/2011/12/06/632411-stop_contante_combattere_evasione.shtml2, ''Stop al contante per combattere l'evasione''] |data=febbraio 2018 |bot=InternetArchiveBot }}, qn.quotidiano.net, 06/12/2011/</ref><ref name="[28]">{{Cita web|url=http://www.peragendamonti.it/proposals/3|titolo=No cash! Solo denaro digitale da subito!|autore=Antonio Cibotti|sito=peragendamonti.it|data=3 dicembre 2012|accesso=27 giugno 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130104012150/http://www.peragendamonti.it/proposals/3|dataarchivio=4 gennaio 2013|urlmorto=sì}}</ref>, ma è anche fortemente avversata<ref name="[29]">{{Cita web|url=http://www.contantelibero.it/labolizione-del-contante-unaberrazione-per-il-controllo-sociale-levasione-fiscale-e-solo-una-scusa/408/|titolo=L'abolizione del contante? Un'aberrazione per il controllo sociale. L'evasione fiscale è solo una scusa|autore=Martino Dettori|sito=contantelibero.it|data=4 gennaio 2013|accesso=27 giugno 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170102235505/http://www.contantelibero.it/labolizione-del-contante-unaberrazione-per-il-controllo-sociale-levasione-fiscale-e-solo-una-scusa/408/|dataarchivio=2 gennaio 2017|urlmorto=sì }}</ref>. Tuttavia in molti paesi l'uso del contante è già molto ridotto, in particolare in Svezia la prospettiva di poterne fare definitivamente a meno si pone come concreta<ref name="[30]">{{Cita web|url= http://thechronicleherald.ca/business/74882-sweden-cashing-out-cash|titolo=Sweden cashing out on cash|editore=The Chronicle Herald|data=18 marzo 2012|lingua=en|accesso=27 giugno 2021|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20140911001754/http://thechronicleherald.ca/business/74882-sweden-cashing-out-cash| dataarchivio = 11 settembre 2014|urlmorto=sì}}</ref>.
== Note ==
== Voci correlate ==
* [[Evasione fiscale]]
* [[
* [[Economia sommersa]]
* [[Contante]]
== Collegamenti esterni ==
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{{Portale|diritto|economia}}
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