Polibio: differenze tra le versioni
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{{Bio
|Nome = Polibio
|Cognome = di Megalopoli
|PreData =
|Sesso = M
|LuogoNascita = Megalopoli
|LuogoNascitaLink = Megalopoli (Grecia)
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita =
|LuogoMorte = Grecia romana
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = 124 a.C.
|Epoca = -100
|Attività = storico
|Nazionalità = greco antico
|Immagine = Stele des Polybios.jpg
|Didascalia = Raffigurazione di Polibio nella stele di [[Kleitor]].<ref>{{Treccani|polibio_res-2932e5b7-8c61-11dc-8e9d-0016357eee51_(Enciclopedia-dell'-Arte-Antica)||autore=[[Piero Orlandini|P. Orlandini]]|accesso=7 gennaio 2017}}</ref>
}}
Studiò in modo particolare il sorgere della potenza della Repubblica romana, che attribuì all'onestà dei romani ed all'eccellenza delle loro istituzioni civiche e militari.<ref>Libro VI, ''passim''.</ref> Nelle sue ''[[Storie (Polibio)|Storie]]'', si rivela particolarmente importante il suo resoconto della [[Seconda guerra punica]] e della [[Terza guerra punica]] fra [[Repubblica romana|Roma]] e [[Cartagine]], nonché del periodo dell'espansionismo repubblicano.
== Biografia ==
=== Origini e carriera ===
Figlio di [[Licorta]], [[strategia|stratego]] della [[Lega achea]], Polibio era per tradizione familiare fra i più eminenti uomini di [[Megalopoli (Grecia)|Megalopoli]], capitale dell'[[Arcadia]], a sua volta importante componente della Lega achea. Se il padre fu uno stratego, cioè comandante in capo della Lega, Polibio ne fu [[ipparco (cavalleria)|ipparco]] ovvero capo della [[cavalleria]], secondo in grado delle forze armate.<ref>Polibio, XXVIII 6, 9.</ref>
La sua carriera politica in Grecia si conclude dopo la [[battaglia di Pidna]] ([[168 a.C.]]) con la quale il [[Console (storia romana)|console]] [[Lucio Emilio Paolo Macedonico|Lucio Emilio Paolo]], figlio del console caduto nella [[Battaglia di Canne]], cancellò la [[Regno di Macedonia|Macedonia]] di [[Perseo di Macedonia|Perseo]] dal novero delle potenze dell'epoca. Come dirigente del partito,
[[File:Perseus (1).jpg|upright=1.6|thumb|Moneta di [[Perseo di Macedonia]].]]
=== A Roma ===
A Roma, in ragione della sua vasta cultura, Polibio fu ammesso nei più rinomati salotti, in particolare quello di Paolo Emilio, amico e "rivale" degli Scipioni, che gli affidò l'educazione dei figli, uno dei quali fu poi adottato da Scipione e cambiò nome in Scipione Emiliano ([[Publio Cornelio Scipione Emiliano|Africano Minore]]).<ref>Polibio, XXXI 23, 3.</ref> L'amicizia degli Scipioni permise a Polibio frequenti uscite da Roma con viaggi in Italia, Gallia, Spagna. Fu anche in Spagna,<ref>[[Gaio Plinio Secondo|Plinio]], ''[[Naturalis historia]]'', V, 9.</ref> al seguito di Scipione nel [[134 a.C.]] nella guerra a [[Numanzia]].
=== La caduta di Cartagine ===
Per intercessione di Scipione, nel [[150 a.C.]] Polibio ottenne di ritornare in Grecia ma già nell'anno successivo era (come già detto) in Africa con il suo amico Scipione e nel [[146 a.C.]] assistette alla caduta di [[Cartagine]], che in seguito descrisse.<ref>In Appiano, ''Punica'', 132.</ref>
=== Il ritorno e gli ultimi anni ===
Dopo la distruzione di [[Corinto (città antica)|Corinto]], nello stesso anno ([[146 a.C.]]) Polibio ritornò in Grecia e usò le sue conoscenze a Roma per rendere meno gravose le condizioni della Grecia diventata una [[Provincia romana]]. Gli fu anche affidato il compito di riorganizzare le città greche sotto la nuova forma di governo e per quest'opera di legislatore ed interprete delle leggi si guadagnò le più alte considerazioni, tanto che gli furono erette statue.<ref>Polibio, XXXIX 16. Un basamento fu ritrovato a Olimpia nel 1877, con l'iscrizione: «{{lang|grc|ἡ πόλις ἡ Ήλείων Πολύβιον Λυκόρτα Μεγαλοπόλίτην}}».</ref>
Gli anni successivi li
Alla morte di Scipione ritornò in Grecia, dove morì, all'età di 82 anni, per una caduta da cavallo.<ref>Luciano, ''Macrob.'', 22.</ref>
== Opere ==
=== Opere minori ===
Si ha notizia di almeno tre opere di Polibio, però perdute, legate alla sua attività di politico: una ''Vita di [[Filopemene]]'' in tre libri,<ref>Polibio, X 24.</ref> un trattato di tattica<ref>Polibio, IX 20; [[Arriano]], ''Tactica'', 1.</ref> una storia della guerra di [[Numanzia]].<ref>Forse citata in Cicerone, ''Ad Fam.'', V 12.</ref> Quest'ultima è, tuttavia, non molto certa.
=== Le ''Storie'' ===
{{Vedi anche|Storie (Polibio)}}
L'opera principale di Polibio cercava di fornire una storia universale (la sua [[Storie (Polibio)|Pragmateia]]) del periodo fra il [[220 a.C.]] e il [[146 a.C.]], con un prologo concernente la storia romana a partire dal [[264 a.C.]] Dei quaranta libri in cui, sappiamo, si divideva l'opera, solo i primi cinque (che coprono il periodo fino al [[216 a.C.]]) ci sono giunti completi. Per il resto ci sono pervenuti solo lunghi frammenti ed epitomi. I due libri dell'introduzione raccontano gli eventi nel Mediterraneo a partire dal [[Sacco di Roma (390 a.C.)|Sacco di Roma]] da parte
Nei libri I
L'affermazione è un po' esagerata, anche
Anche se, in quanto amico degli Scipioni, non del tutto imparziale e piuttosto ammirativo delle capacità dei romani, Polibio non era romano e i suoi scritti erano intesi per lettori greci. [[Tito Livio]] lo utilizzò come fonte<ref>Cfr. {{cita web |url=http://www.oxfordscholarship.com/view/10.1093/acprof:oso/9780199608409.001.0001/acprof-9780199608409-chapter-5 |titolo=Chapter 5}}</ref> anche perché, a sua volta, Polibio poteva attingere a ottime fonti: almeno una delle più influenti e politicamente impegnate famiglie dell'aristocrazia romana. Anche in qualità di ostaggio, rimaneva membro della classe al governo con opportunità di accedere a informazioni di prima mano e di vedere nel profondo degli affari politici e militari.
In una classica storia del comportamento umano, Polibio ne coglie tutte le essenze: [[nazionalismo]], [[razzismo]], doppiezze politiche, orrende battaglie, brutalità assieme a lealtà, valore, intelligenza, ragione e risorse. Con il suo occhio per i dettagli ed il suo stile criticamente ragionato, Polibio ci dà una visione unificata di Storia piuttosto che una cronologia.
Polibio racconta di eventi di cui ha avuto diretta esperienza. È uno dei primi storici che cercano di presentare la storia come una sequenza di cause ed effetti, {{citazione|basata sull'attento esame della tradizione, proseguita con accorta critica, in parte anche su quanto egli stesso vide e con comunicazioni di testimoni oculari e di protagonisti del fatto. Racconta il corso degli avvenimenti con chiarezza e penetrazione, giudizio e amore per la verità ed, a seconda dei casi, pone una speciale attenzione alle condizioni geografiche. Appartiene, quindi, alla più grande tradizione di antichi storici anche se, per stile e linguaggio non si attiene alle caratteristiche tipiche della prosa attica. Il linguaggio spesso richiede più purezza e lo stile è rigido e disarmonico.|H. Thurston Peck, ''Polybius'', in ''“Harper’s Dictionary of Classical Antiquities”'', New York, Harper & Bros., 1898}}
I suoi scritti ebbero una grande influenza su [[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]], sui [[padri fondatori degli Stati Uniti d'America]] e su [[Montesquieu]], per la sua concezione della storia come "maestra" per il comportamento degli uomini i quali, non si stanca mai di ripetere, devono imparare da essa a non commettere gli stessi errori compiuti dai predecessori e riportati dagli storici.<ref>Si vedano le osservazioni nel proemio e in più punti dei libri IX e XII.</ref>
==== La ''scacchiera di Polibio'' ====
{{vedi anche|Scacchiera di Polibio}}
Polibio perfezionò in questi anni un utile strumento di telecomunicazione, inventato da Cleosseno e Democlito, che, attraverso [[segnali di fuoco]], permetteva la facile trasmissione di qualunque tipo di messaggio. Il sistema di telecomunicazione è descritto nei dettagli da Polibio stesso, che ne spiega preliminarmente i vantaggi rispetto ai sistemi precedenti, che consentivano solamente di trasmettere messaggi preimpostati, estratti da una lista concordata preventivamente tra mittente e destinatario, o, ancora più semplicemente, confermavano o smentivano un evento atteso. Lo storico considera l'utilizzo di questo sistema nel contesto di campagne militari, ma è ovvio che l'applicazione poteva essere generale.
Il mittente si colloca dietro un parapetto provvisto di cinque fiaccole a sinistra e cinque a destra, con una tavoletta distinta in cinque righe e cinque colonne riportante in ogni cella una lettera dell'alfabeto greco (composto da 24 lettere, di cui 7 vocali e 17 consonanti), secondo uno schema simile:
A
Z H Θ I K
Λ M N Ξ O
Π Ρ Σ T Υ
Φ Χ Ψ Ω
La comunicazione si svolge secondo le seguenti fasi:
# '''La comunicazione viene inoltrata''': viene trasmessa una lettera alla volta; il mittente alza un numero di torce a sinistra corrispondente al numero di riga e un numero di torce a destra corrispondente al numero di colonna, individuando così una lettera precisa
# '''La comunicazione termina''': il mittente alza due torce segnalando la fine della trasmissione
È da notare che questo metodo si prestava ottimamente alla trasmissione di messaggi crittografati; era sufficiente che trasmettitore e ricevitore concordassero uno stesso schema comune (diverso da quello banale alfabetico indicato sopra) con una disposizione particolare delle lettere in riga e colonne.
Ad esempio, se si vuole trasmettere la parola “Cretesi”, in greco KΡHTEΣ (cretès), si trasmetteranno le lettere nel modo seguente:
*Ρ 4 torce a sinistra, 2 torce a destra
*H 2 torce a sinistra, 2 torce a destra
*T 4 torce a sinistra, 4 torce a destra
*E 1 torcia a sinistra, 5 torce a destra
*Σ 4 torce a sinistra, 3 torce a destra
Il metodo di trasmissione richiede che il testo sia sintetico: non si sceglierà di comunicare la frase “circa mille soldati cretesi sono passati ai nemici”, si preferirà dire “mille
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
* {{Cita libro |autore=Polibio di Megalopoli |titolo=Storie |altri=interpretate in lingua italiana da Giovanni Battista Cardona |volume=2 voll. |città=Napoli |editore=[[Edizioni Scientifiche Italiane|ESI]] |anno=1948 |sbn=RCA0849322}}
* {{Cita libro |autore=Polibio |titolo=Storie |curatore=[[Domenico Musti]] |traduttore=Manuela Mari, note di John Thornton |città=Milano |editore=[[Biblioteca Universale Rizzoli|BUR]] |annooriginale=1993 |sbn=RAV0800816}}
* {{Cita libro |titolo=Polybius and his World: Essays in Memory of F.W. Walbank |curatore=B. Gibson |curatore2=T. Harrison |città=Oxford |editore=[[Oxford University Press|OUP]] |anno=2013 |isbn=978-0-19-960840-9}}
* {{Cita libro |autore=J. Thornton |titolo=Polibio. Il politico e lo storico |città=Roma |editore=[[Carocci Editore|Carocci]] |anno=2020 |isbn=978-88-290-0293-1}}
* {{Cita libro |autore=Luciano Canfora |titolo=Storia della letteratura greca |città=Bari |editore=[[Editori Laterza|Laterza]] |anno=2001 |isbn=88-420-6428-9}}
== Voci correlate ==
* [[Fustel
* [[Segnali di fuoco]]
* [[Scacchiera di Polibio]]
* [[Storiografia greca]]
* [[Storiografia romana]]
* [[Anaciclosi]]
* [[Demostene di Bitinia]]
== Altri progetti ==
{{
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{Cita web|url=http://mlloyd.org/mdl-indx/polybius/intro.htm|titolo=Polybius and the Founding Fathers|autore=M. Davies Lloyd|lingua=en}}
* {{Cita web|http://remacle.org/bloodwolf/historiens/polybe/un.htm|autore=Polybe|titolo=Histoire Générale|lingua=fr}}
{{Storici greci}}
{{CircoloScipioni}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|antica Grecia|antica Roma|biografie|letteratura}}
[[Categoria:Morti in Grecia]]
[[Categoria:Morti per incidente a cavallo]]
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