Irène Némirovsky: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Angelosante (discussione | contributi)
rb parziale: universalmente noto col nome tedesco, link al campo più preciso rispetto a quello generico alla località
 
(250 versioni intermedie di oltre 100 utenti non mostrate)
Riga 1:
{{T|lingua=francese|argomento=biografie|data=maggio 2024}}
{{F|scrittori francesi|maggio 2024}}
{{Bio
|Nome = Irène
|Cognome = Némirovsky
|ForzaOrdinamento = Nemirovsky, Irene
|Sesso = F
|LuogoNascita = Kiev
Riga 7 ⟶ 10:
|AnnoNascita = 1903
|LuogoMorte = Auschwitz
|LuogoMorteLink = Oświęcim
|GiornoMeseMorte = 17 agosto
|AnnoMorte = 1942
|Attività = scrittrice
|Epoca = 1900
|Attività = scrittrice
|Nazionalità = francese
|PostNazionalità = di origine [[ebraica]], [[vittima dell'Olocausto]]
|ForzaOrdinamento = Nemirovsky, Irene
|Immagine = Irene Nemirovsky 25yo.jpg
|Didascalia = Irène Némirovsky all'età di 25 anni.
}}
 
Nata in nell'[[Ucrainaimpero russo]], di [[religione ebraica]] e poi convertitasi poi al [[cattolicesimo]] nel 1939, ha vissuto e lavorato in [[Francia]]. Arrestata dai [[nazismo|nazisti]], in quanto [[ebrea]], Irène Némirovsky fu deportata nel luglio del 1942 ad Auschwitz, dove morì un mese più tardi di [[Tifo esantematico|tifo]]. Anche ilIl marito, Michel Epstein, chesi attivò avevaper cercatocercare di farlasalvare liberare,la verràmoglie gasatoinviando nelun novembretelegramma delloil stesso13 annoluglio al1942 a Robert Esménard (il suo arrivoeditore adal Auschwitz.momento Daldella 2005prigionia lapresso i campi) ed a André Sabatier presso Albin Michel, proprietario della casa editrice [[AdelphiÉditions Grasset & Fasquelle|Grasset]] hache iniziatopubblicò amolte pubblicareopere ledi sueIrene, opereper chiedere aiuto, citando testuali parole: ''"Irène partita oggi all'improvviso. Destinazione Pithiviers (Loiret)<ref>Campo di internamento</ref>. Spero che voi possiate intervenire urgenza stop Cerco invano telefonare"''
<ref>Jonathan Weiss, ''Irène Némirovsky biographie'', p. 191</ref>.
 
Anche il marito morì nel novembre dello stesso anno ad Auschwitz e, dal 2005, la casa editrice [[Adelphi]] ha iniziato a pubblicare le sue opere.
==Biografia==
Irène Némirovsky, figlia di un ricco banchiere [[ebreo]] [[ucraina|ucraino]], Leonid Borisovitch Némirovsky (1868-1932) e di Anna Margoulis (1887-1989) venne allevata dalla sua governante francese Zezelle, che fece del francese quasi la sua seconda lingua madre, dal momento che la madre di Irene non fu mai interessata alla sua educazione.
Imparerà poi sia il [[lingua russa|russo]] che l'[[Lingua inglese|inglese]].
Nel [[1913]] la famiglia ottenne il permesso di trasferirsi a [[San Pietroburgo]], che diventerà poi Pietrogrado. Nel gennaio del [[1918]] scapparono evitando la [[Rivoluzione Russa]] e trascorsero un anno in [[Finlandia]].
Nel luglio del [[1919]] si trasferirono in [[Francia]] dopo un breve soggiorno a [[Stoccolma]]. A Parigi, Irène Némirovsky risiede in un quartiere chic, nel XVI arrondissement. Una governante inglese si occupò della sua educazione. Superò l'esame di maturità nel [[1919]]. Cominciò a scrivere in francese sin da quando aveva 18 anni e, nell'agosto del [[1921]], pubblicò il suo primo testo sul bisettimanale ''Fantasio''. Nel [[1923]], la Némirovsky scrisse la sua prima novella ''l'Enfant génial'' (ripubblicata con il nome di ''Un enfant prodige'' nel 1992), che sarà pubblicata nel [[1927]]. Riprese quindi i suoi studi ottenendo nel 1924 la laurea in lettere alla Sorbonne. Nel 1926 pubblicò il suo primo romanzo ''Le Malentendu''.
 
== Biografia ==
Nel [[1926]], nel municipio del XVI arrondissement prima e poi alla sinagoga di Rue de Montevideo, Irène Némirovsky sposò Michel Epstein, un ingegnere russo emigrato, divenuto poi banchiere, da cui avrà due figlie: Denise nel [[1929]] ed Élisabeth nel [[1937]]. Il contratto matrimoniale stipulato le permetterà di ottenere i diritti d'autore fin dalla pubblicazione delle sue opere. La famiglia Epstein si trasferì a [[Parigi]], dove Irène scrisse dei dialoghi per ''Fantasio'' e pubblicò il suo primo romanzo ''Le malentendu''.
Irène (in [[lingua russa|russo]]: ''Ирина Леонидовна Немировская, Irina Leonidovna Nemirovskaja'') Némirovsky nacque a [[Kiev]], figlia unica di un ricco uomo d'affari e banchiere [[ebreo]] [[ucraina|ucraino]], Leonid Borisovič Némirovsky (1868-1932) e di Anna Margoulis, detta Fanny (1887-1989).
 
Trascurata dalla madre, Irène venne cresciuta dalla sua governante francese, soprannominata Zezelle, con la quale strinse un profondo legame e destinata ad avere un ruolo significativo nella sua formazione. Il francese, di cui apprese i rudimenti dalla governante, sarebbe divenuto la lingua dominante di Irène, ancora più del russo. Successivamente imparerà sia il [[lingua tedesca|tedesco]] che l'[[Lingua inglese|inglese]].
Irène Némirovsky divenne celebre nel [[1929]] con il suo romanzo ''David Golder''. Il suo editore [[Bernard Grasset]], la proiettò subito nei salotti e negli ambienti letterari francesi. Lì incontrò [[Paul Morand]], che pubblicherà presso Gallimard quattro delle sue novelle con il titolo ''Films parlés''. ''David Golder'' fu adattato nel [[1930]] per il teatro ed il cinema (David Golder è interpretato da [[Harry Baur]]).
 
Nel [[1913]] la famiglia ottenne il permesso di trasferirsi a [[San Pietroburgo]], che diventerà poi Pietrogrado. Nel gennaio del [[1918]] i soviet misero una taglia sulla testa del padre e, quindi, la famiglia fu costretta a scappare travestendosi da contadini. Trascorse poi un anno in [[Finlandia]] ed un anno in [[Svezia]].
Ne ''Le Bal'' [[1930]] narra il passaggio difficile di un'adolescente all'età adulta. L'adattamento al cinema di [[Julien Duvivier]] rivelerà [[Danielle Darrieux]]. Di successo in successo, Irène Némirovsky diventa una ninfa della letteratura, amica di [[Tristan Bernard]] e di [[Henri de Régnier]].
 
Nel luglio del [[1919]] i Némirovsky si trasferirono in [[Francia]] dopo un avventuroso viaggio su di una nave. A Parigi, Irène Némirovsky andò a vivere in un quartiere chic nel XVI arrondissement. Una governante inglese si occupò della sua educazione. Superò l'esame di maturità nel [[1919]], nel [[1921]] si iscrisse alla facoltà di lettere della Sorbona. Conosceva sette lingue e aveva iniziato a scrivere in francese sin dai 18 anni, nell'agosto del [[1921]], quando pubblicò il suo primo testo sul bisettimanale ''Fantasio''.
Nel [[1933]], abbandonò la casa editrice [[Éditions Grasset & Fasquelle|Grasset]] per [[Albin Michel]] e cominciò a pubblicare alcune novelle sul [[Gringoire]].
 
Nel [[1923]], Némirovsky scrisse la sua prima novella: ''l'Enfant génial'' (ripubblicata con il nome di ''Un enfant prodige'' nel 1992), che sarà pubblicata nel [[1927]] e che rivela una sorprendente fantasia e maturità di scrittura per un'autrice ventenne che non aveva ancora terminato gli studi. Irène riprese quindi a studiare ottenendo nel 1924 la laurea in lettere alla Sorbona. Nel [[1926]], nel municipio del XVI arrondissement prima, e poi alla sinagoga di Rue de Montevideo, sposò Michel Epstein, un ingegnere russo emigrato, divenuto poi banchiere, da cui avrà due figlie: Denise nel [[1929]] ed Élisabeth nel [[1937]]. Il contratto matrimoniale stipulato le permetterà di ottenere i diritti d'autore fin dalla pubblicazione delle sue opere. La famiglia Epstein si trasferì a [[Parigi]], dove Irène scrisse dei dialoghi per ''Fantasio'' e pubblicò il suo primo romanzo ''Le malentendu''.
Scrittrice francofona riconosciuta, membro totalmente integrato della società francese, ciò nonostante il governo francese le rifiuterà la nazionalità richiesta per la prima volta nel [[1935]].
 
Divenne celebre nel [[1929]] con il suo romanzo ''David Golder''. Il suo editore Bernard Grasset la introdusse subito nei salotti e negli ambienti letterari francesi. Lì incontrò [[Paul Morand]], che pubblicherà presso [[Gallimard]] quattro delle sue novelle con il titolo ''Films parlés''. ''David Golder'' fu adattato nel [[1930]] per il teatro e il cinema (David Golder fu interpretato da Harry Baur). Ne ''Le Bal'' [[1930]] descrisse il passaggio difficile di un'adolescente all'età adulta. L'adattamento al cinema di [[Wilhelm Thiele]] inoltre rivelerà [[Danielle Darrieux]].
Si convertì al cattolicesimo il 2 [[febbraio]] [[1939]] nella cappella dell'Abbazia di Sainte-Marie a Paris, scrisse per il settimanale di destra ''[[Candide]]'', con il quale interromperà la collaborazione quando venne pubblicato il primo Statuto degli ebrei, nell'ottobre del 1940, mentre ''[[Gringoire]]'', divenuto apertamente antisemita, continuerà a pubblicarla, ma sotto pseudonimo.
 
Di successo in successo, Irène Némirovsky diventò una promessa della letteratura, conoscendo altri autori con i quali stringerà delle particolari amicizie, tra cui [[Tristan Bernard]] e [[Henri de Régnier]].
Vittime delle leggi antisemite varate nell'ottobre del [[1940]] dal governo Vichy, Michel Epstein non poté più continuare a lavorare in banca e a Irène Némirovsky fu proibito pubblicare. Dopo la primavera i coniugi Epstein si trasferirono a [[Issy-l'Évêque]], nel [[Morvan]], dove avevano messo al riparo nel settembre del 1939, le loro figlie. Némirovsky scrisse ancora diversi manoscritti. Fu considerata un'ebrea per la legge e dovette applicare la stella gialla sui suoi abiti. Le sue opere non furono più pubblicate. Solo ''Carbuccia'', sfidando la censura, pubblicò le sue novelle fino al 1942. Il [[13 luglio]] [[1942]], Irène fu arrestata dalla guardia nazionale francese. Michel Epstein mandò un telegramma il 13 luglio del 1942 a Robert Esménard e André Sabatier presso Albin Michel per chiedere aiuto:
 
Nel [[1933]] abbandonò la casa editrice [[Éditions Grasset & Fasquelle|Grasset]] per Albin Michel e cominciò a pubblicare alcune novelle sul ''Gringoire''. Sebbene fosse una scrittrice francofona riconosciuta, membro totalmente integrato della società francese, il governo francese le rifiuterà la nazionalità, richiesta per la prima volta nel [[1935]]. Si convertì al cattolicesimo il 2 febbraio [[1939]] nella cappella dell'Abbazia di Sainte-Marie a Paris, anche se la figlia Denise dice: ''Non parlerei di conversione, ma di "farsi battezzare cattolici"''<ref>Denise Epstein ''Sopravvivere e vivere'' 2008</ref>. Scrisse poi per il settimanale di destra ''[[Candide]]'', con il quale interromperà la collaborazione quando venne pubblicato il primo statuto degli ebrei, nell'ottobre del 1940, mentre ''Gringoire'', divenuto apertamente antisemita, continuerà a pubblicarla, ma sotto pseudonimo.
{{quote|Irène partita oggi all'improvviso. Destinazione Pithiviers (Loiret). Spero che voi possiate intervenire urgenza stop Cerco invano telefonare|Jonathan Weiss, ''Irène Némirovsky biographie'', p.191}}
 
Vittime delle leggi antisemite varate nell'ottobre del [[1940]] dal [[governo di Vichy]], Michel Epstein non poté più continuare a lavorare in banca e a Irène Némirovsky fu proibito pubblicare. Dopo la primavera i coniugi Epstein si trasferirono a [[Issy-l'Évêque]], nel [[Morvan]], dove avevano messo al riparo nel settembre del 1939 le loro figlie. Némirovsky scrisse ancora diversi manoscritti. Fu considerata un'ebrea per la legge e dovette applicare la stella gialla sui suoi abiti, inoltre le sue opere non furono più pubblicate. Solo l'editore Horace de Carbuccia, sfidando la censura, pubblicò le sue novelle fino al 1942.
Fu subito trasferita a [[Toulon-sur-Arroux]], dove rimase imprigionata due notti. Il 15 luglio, fu trasportata al campo d'internamento di [[Pithiviers]]. Némirovsky fu autorizzata a scrivere e spedì una cartolina a suo marito, in cui non si lamenta delle condizioni difficili.
Fu deportata il giorno dopo a [[Auschwitz]], dove venne trasferita nel Rivier (l'infermeria di Aushwitz in cui venivano confinati i prigionieri troppo ammalati per lavorare) per essere poi uccisa il [[17 agosto]] [[1942]]. Suo marito (così come André Sabatier e Robert Esménard) intraprese numerosi procedimenti per farla liberare, ma fu arrestato lui stesso nell'ottobre del 1942, deportato ad Auschwitz assieme alla sorella e gasato al suo arrivo, il 6 novembre 1942.
 
Il 13 luglio [[1942]] Irène fu arrestata dalla guardia nazionale francese. Michel Epstein mandò un telegramma il 13 luglio del 1942 a Robert Esménard e André Sabatier presso Albin Michel per chiedere aiuto:
Le sue due figlie salvarono alcuni documenti, e finirono sotto la tutela di Albin Michel e Robert Esmenard (che dirigevano la casa editrice) fino alla loro maggiore età.
 
{{Citazione|Irène partita oggi all'improvviso. Destinazione Pithiviers (Loiret). Spero che voi possiate intervenire urgenza stop Cerco invano telefonare|Jonathan Weiss, ''Irène Némirovsky biographie'', p. 191}}
==Riscoperta di una scrittrice==
Dopo l'arresto dei loro genitori durante la guerra, Élisabeth e Denise Epstein si nascosero grazie all'aiuto di alcuni amici di famiglia, portando con loro i manoscritti inediti della loro madre, fra i quali ''[[Suite francese]]''. Si tratta dei due primi tomi di un romanzo incompiuto, che doveva contarne cinque, avendo come cornice l'esodo del giugno 1940 e l'occupazione tedesca della Francia. Viene pubblicato in Francia nel 2004 dall'Edizioni Denoël. Questo romanzo ricevette il [[Prix Renaudot]] a titolo postumo, facendo eccezione al regolamento del premio che prevede la premiazione di soli scrittori viventi.
 
Fu subito trasferita a [[Toulon-sur-Arroux]], dove rimase imprigionata due notti. Il 15 luglio fu trasportata al [[Campo di internamento di Pithiviers|campo d'internamento di Pithiviers]]. Némirovsky fu autorizzata a scrivere e spedì al marito una cartolina, in cui non si lamenta delle condizioni difficili. Fu deportata il giorno dopo a [[Auschwitz]], dove venne trasferita nel Rivier (l'infermeria di Auschwitz in cui venivano confinati i prigionieri troppo ammalati per lavorare) dove muore di tifo il 17 agosto [[1942]]. Suo marito (così come André Sabatier e Robert Esménard) intraprese numerosi procedimenti per farla liberare, ma fu arrestato a sua volta nell'ottobre del 1942, deportato ad Auschwitz assieme alla sorella e ucciso nelle camere a gas al suo arrivo, il 6 novembre 1942.
Le due figlie hanno conservato la memoria della loro madre, con diverse riedizioni. Nel 1992, sua figlia [[Élisabeth Gille]], che ha diretto per le Edizioni Denoël la collezione [[Présence du futur]], pubblica una biografia, ''Le Mirador''.
 
Le sue due figlie salvarono alcuni documenti e finirono sotto la tutela di Albin Michel e Robert Esmenard (che dirigevano la casa editrice) fino alla loro maggiore età. Denise conservò tali documenti in una valigia, la stessa in cui li aveva trovati e, per anni, non aprì neppure la valigia, forse per il rancore che nutriva nei confronti dei genitori che per salvarle le avevano affidate a un'amica francese, tale signora Dumas, di cui presero il cognome conservando il loro nome francese. Poi un giorno Denise aprì la valigia e vi scoprì un manoscritto della madre. Ne riconobbe la grafia, il colore azzurro dell'inchiostro preferito<ref>Irène scriveva solo con penne stilografiche di cui era una appassionata. Gliele regalava il marito. La sua penna preferita era di marca ''Bel Azur'' ed usava sempre l'inchiostro ''azzurro Mari del Sud''. Vedi Denise Epstein - ''Sopravvivere e vivere'' Conversazioni con Clémance Boulouque - 2010- Adelphi Edizioni - Milano - pag.39</ref>. Lo lesse, erano i primi due tomi di un'opera in cinque volumi che resterà incompiuta: "''Suite francese''". Tempo dopo Denise partecipò alla presentazione di un romanzo di una scrittrice francese. Le si avvicinò con in mano una copia del libro per chiederle un autografo. La scrittrice, come si usa per fare una dedica, le chiese: ''Come ti chiami?,'' "Denise Epstein", ''Curioso, hai il nome della più grande scrittrice francese del secolo''. "Era mia madre - disse subito Denise - posseggo anche un suo manoscritto inedito". Fu chiamato l'editore, che decise di pubblicarlo senza neppure leggerlo e così Irène Némirovsky Epstein, scrittrice del tutto dimenticata, tornò a vivere riguadagnando un posto nella storia della letteratura francese del '900.
 
== Riscoperta di una scrittrice ==
Dopo l'arresto dei loro genitori durante la guerra, Élisabeth e Denise Epstein si nascosero grazie all'aiuto di alcuni amici di famiglia, portando con loro i manoscritti inediti della loro madre, fra i quali ''[[Suite francese]]''. Si tratta dei due primi tomi di un romanzo incompiuto, che doveva contarne cinque, avendo come cornice l'esodo del giugno 1940 e l'occupazione tedesca della Francia. Venne pubblicato in Francia soltanto nel 2004 dalle Edizioni Denoël. Questo romanzo ricevette il [[Prix Renaudot]] a titolo postumo, facendo eccezione al regolamento del premio che prevede la premiazione di soli scrittori viventi. Le fu invece negato il [[Premio Goncourt]] per il fatto di non essere francese<ref>Denise Epstein - Sopravvivere e vivere - Conversazioni con Clémence Boulouque - 2010 Adelphi Edizioni - pag. 13</ref>.
 
Le due figlie hanno conservato la memoria della loro madre, con diverse riedizioni. Nel 1992, sua figlia [[Élisabeth Gille]], che ha diretto per le Edizioni Denoël la collezione Présence du futur, pubblica una biografia, ''Le Mirador''.
 
== Cronologia ==
=== 1868 - 1903 - La famiglia Némirovsky ===
Leon Némirovsky, padre di Irène, nasce nel [[1868]] a Elizavetgrad (oggi [[ElisabethgradKropyvnyc'kyj]]), città in cui si sonoerano susseguiti diversi [[pogrom]] contro gli ebrei, fino al 1881. Il cognome Némirovsky proviene da [[NémirovNemyriv]], in russo ''Nemirov'', cittadina ucraina che, durante il [[XVIII secolo]], era un importante centro del movimento ebraico [[Chassidismo|chassidico]]. La famiglia Némirovsky prospera nel commercio di cereali. Leon viaggia molto nelle province russe e ucraine, accumulando capitali che inizia a prestare e a far fruttare, fino a diventare un importante finanziere con una sua banca. Nel suo biglietto da visita scrive: "Némirovsky Leon, Presidente del Consiglio della Banca CommericialeCommerciale di [[VoronezhVoronež]], Amministratore della Banca dell'Unione di Mosca, Membro del Consiglio della Banca Commerciale di Pietrogrado. Quindi, nonostante l'appartenenza alla razza ebraica, i Némirovsky scalano il dislivello che li separa dall'aristocrazia russa e si mettono direttamente sotto la protezione dello Zar. Irène parla francese prima di conoscere il russo: è la lingua della tata cui è affidata. Come molti [[Cosmopolitismo|cosmopoliti]] (parola spregiativa, all'epoca), anche Irène è [[poliglotta]]: padroneggia il polacco, il finlandese, l'inglese, il basco e lo [[yiddish]]. La madre Fanny (Faïga, in [[ebraico]]) nasce a Odessa nel 1887. Nel 1903 - l'11 febbraio, nel quartiere yiddish, nel cuore di Kiev, nasce Irène. E' una bambina infelice e solitaria, nonostante gli sforzi dei precettori. Come spesso accadeva nelle famiglie ricche, i genitori facevano vita separata frequentando assai poco i figli, fino all'adolescenza. In questo caso Fanny rifiutò sempre di confrontarsi con la ragazza, che rischiava di oscurare la sua avvenenza. le due donne si odiano Irène lo dice ne "Il vino della solitudine", in "Jezebel" ma è forse ne "[[Il ballo]]" che, nel finale, si definisce con maggior chiarezza il rapporto tra le due donne: — ''Ah! ma pauvre fille...'' Elle la saisit dans ses bras. Comme elle collait contre ses perles le petit visage muet, elle ne le vit pas sourire. Elle dit: - ''Tu es une bonne fille, Antoinette...'' '''et l'une allait monter, et l'autre s'enfoncer dans l'ombre. Mais elles ne le savaient pas.''' Cependant Antoinette répéta doucement: - ''Ma pauvre maman..''. (''Ah, mia povera figlia...'' La strinse tra le braccia. Il piccolo viso schiacciato contro le perle della sua collana, non la vide sorridere. ''Sei una buona figlia Antoniette...'' '''mentre una stava per spiccare il volo, l'altra sprofondava nell'ombra. Ma non lo sapevano'''. Eppure Antoniette ripeteva con dolcezza: - ''Povera mamma.''...)<ref>Adelphi - Il ballo pg. 86</ref> In quel sorriso malizioso, reso ancor più perfido dallo scherzo crudele appena andato a segno c'è tutta l'ambiguità della relazione tra Irène e la madre<ref>Confronta l"autobiografia" della Nèmirovsky, scritta dalla figlia Élisabeth Gille - http://www.fazieditore.it/Data/Libri/Pdf/1159.pdf</ref>.
 
Quindi, nonostante siano ebrei, i Némirovsky scalano il dislivello che li separa dall'aristocrazia russa e si mettono direttamente sotto la protezione dello zar. Irène parla francese prima di conoscere il russo: è la lingua della tata cui è affidata. Come molti [[Cosmopolitismo|cosmopoliti]] (parola spregiativa, all'epoca), anche Irène è [[poliglotta]]: padroneggia il polacco, il finlandese, l'inglese, il basco e lo [[yiddish]]. La madre Fanny (Faïga, in [[ebraico]]) nasce a Odessa nel 1887. Nel 1903 - l'11 febbraio, nel quartiere yiddish, nel cuore di Kiev, nasce Irène. È una bambina infelice e solitaria, nonostante gli sforzi dei precettori. Come spesso accadeva nelle famiglie ricche, i genitori facevano vita separata frequentando assai poco i figli, fino all'adolescenza. In questo caso Fanny rifiutò sempre di confrontarsi con la ragazza, che rischiava di oscurare la sua avvenenza.
===1914 - 1919 - La fuga dal regime sovietico===
Anche il padre, un uomo d'affari dai natali incerti, grande [[viveur]], che accumula e scialacqua fortune, isolato e lontano dai figli, dedito ai giochi, alla finanza e al casinò, divenne il modello dei caratteri maschili di molti romanzi della scrittrice: il [[David Golder]] dell'omonimo romanzo. Mr. Kampf de "Il ballo". Gli zii di Harry ne "[[I cani e i lupi]]".
Mentre Irène è ancora piccola la famiglia viaggia molto: dall'Ucraina a [[Biarritz]], [[Saint-Jean-de-Luz]], [[Hendaye]] e la [[Costa Azzurra]]. Fanny occupa solitamente ville o grandi alberghi. La piccola viene confinata con la governante in qualche modesta pensioncina nei paraggi. Si usava così all'epoca. Nel 1914 i Némirovsky si installano in una vasta proprietà, situata in una strada tranquilla, circondato da giardini di limoni, nella zona alta della città di San Pietroburgo (sarà il modello della casa di Harry ne "Il ballo"<ref>Élisabeth Gille - Mirador</ref>. Nel 1917 muore la governante francese di Irene. La solitudine si intensifica, gli unici compagni sono i grandi scrittori russi che Irène cerca di imitare: Turgenev, Tolstoj, Čechov. Nel mese di ottobre del 1918, Leon subaffitta, da un ufficiale della Guardia imperiale, un appartamento a Mosca e vi trasferisce la famiglia. Irène - nella biblioteca di [[Des Esseintes]] - incontra [[Platone]], "[[À rebours]]" di [[Huysmans]], [[Maupassant]] e "[[Il ritratto di Dorian Gray]]" di [[Oscar Wilde]], che resterà uno dei suoi libri preferiti. Nel mese di dicembre i [[Soviet]] prendono il potere. Tutti i beni dei privati devono essere confiscati, i Némirovsky fuggono in Finlandia. Solo Leon rientra clandestinamente in Russia per cercare di salvare parte delle sue fortune. Fuggono di nuovo: questa volta in [[Svezia]], dove passano tre mesi a [[Stoccolma]]. Nel luglio del [[1919]], a causa di una tempesta, la nave che trasporta la famiglia Nèmirovsky, è costretta ad attraccare a [[Rouen]]. Da qui raggiungono [[Parigi]] dove si stabiliranno.
 
Le due donne si odiano, Irène lo dice ne "Il vino della solitudine", in "Jezabel", ma è forse ne "[[Il ballo]]" che, nel finale, si definisce con maggior chiarezza il rapporto tra le due donne: — ''Ah! ma pauvre fille...'' Elle la saisit dans ses bras. Comme elle collait contre ses perles le petit visage muet, elle ne le vit pas sourire. Elle dit: - ''Tu es une bonne fille, Antoinette...'' ''et l'une allait monter, et l'autre s'enfoncer dans l'ombre. Mais elles ne le savaient pas.'' Cependant Antoinette répéta doucement: - ''Ma pauvre maman..''. (''Ah, mia povera figlia...'' La strinse tra le braccia. Il piccolo viso schiacciato contro le perle della sua collana, non la vide sorridere. ''Sei una buona figlia Antoniette...'' ''mentre una stava per spiccare il volo, l'altra sprofondava nell'ombra. Ma non lo sapevano''. Eppure Antoniette ripeteva con dolcezza: - ''Povera mamma.''...)<ref>Adelphi - Il ballo pg. 86</ref> In quel sorriso malizioso, reso ancor più perfido dallo scherzo crudele appena andato a segno c'è tutta l'ambiguità della relazione tra Irène e la madre<ref>Confronta l"autobiografia" della Nèmirovsky, scritta dalla figlia Élisabeth Gille - {{cita web |url=http://www.fazieditore.it/Data/Libri/Pdf/1159.pdf |titolo=Copia archiviata |accesso=7 settembre 2012 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131102191419/http://www.fazieditore.it/Data/Libri/Pdf/1159.pdf }}</ref>.
* "L’estate per me è Kiev, se l’inverno è la Finlandia e l’autunno è San Pietroburgo nelle nebbie gialle delle sponde della [[Neva]]. Non eravamo ancora molto ricchi quando vivevamo lì: solo benestanti. Mio padre ancora limitava i suoi affari alla città e spariva soltanto per brevi soggiorni a [[Odessa]] o a [[Mosca]]. Era già l’epoca dei piagnistei e delle liti, quella in cui mia madre vedeva in continuazione, al collo di un’amica, una collana più bella della sua, sulle spalle di un’altra una pelliccia più sontuosa, l’epoca in cui la casa le sembrava troppo piccola e scomoda, troppo buia, la cameriera maldestra e la cuoca incapace. A me piaceva quella casa, soprattutto dopo l’arrivo della governante francese, Mademoiselle Rose, che si occupava solo di me e mi proteggeva dalle urla di mia madre, dalle sue recriminazioni, dai suoi scoppi d’ira, dalle sue crisi di pianto. ... "Quando cerco d’immaginarmi la mia prima infanzia, mi rivedo seduta su un seggiolone nella cucina annerita e piena di fumo in cui aleggiano gli effluvi di cavoli. All’estremità del lungo tavolo, la mia njanja discorre in una lingua incomprensibile con un uomo barbuto che indossa un camiciotto con la cinta di cuoio, forse il marito, venuto a trovarla. Il fuoco borbotta"<ref>da "MIRADOR - IRÈNE NÉMIROVSKY, MIA MADRE" di Élisabeth Gille</ref>.
 
=== 1914 - 1919 - La fuga dal regime sovietico ===
===Anni '20 - "[[Anni ruggenti|''The roaring twenties'']]"===
Anche il padre, un uomo d'affari dai natali incerti, grande [[viveur]], che accumula e scialacqua fortune, isolato e lontano dai figli, dedito ai giochi, alla finanza e al casinò, divenne il modello dei caratteri maschili di molti romanzi della scrittrice: il [[David Golder]] dell'omonimo romanzo. Mr. Kampf de "Il ballo". Gli zii di Harry ne "[[I cani e i lupi]]". Mentre Irène è ancora piccola la famiglia viaggia molto: dall'Ucraina a [[Biarritz]], [[Saint-Jean-de-Luz]], [[Hendaye]] e la [[Costa Azzurra]]. Fanny occupa solitamente ville o grandi alberghi. La piccola viene confinata con la governante in qualche modesta pensioncina nei paraggi. Si usava così all'epoca. Nel 1914 i Némirovsky si installano in una vasta proprietà, situata in una strada tranquilla, circondato da giardini di limoni, nella zona alta della città di San Pietroburgo (sarà il modello della casa di Harry ne "Il ballo"<ref>Élisabeth Gille - Mirador</ref>.
Leon Némirovsky riesce a recuperare parte delle proprietà e apre una ufficio della sua banca a Parigi. Da questo momento il processo di [[assimilazione]] ha inizio e i profughi ebrei ucraini, si trasformano in [[alto borghesi]] parigini. Mai completamente e e soprattutto mai irreversibilmente, sostiene Irène ne "[[I cani e i lupi]]": - "Che il tuo cadavere si fatto a pezzi! Non avrai pace né riposo né una morte serena! Sia maledetta la tua discendenza! Siano maledetti i tuoi figli!" - "La smetta!"'' esclamò con durezza Harry. ''"'''Non siamo in un ghetto dell'Ucraina qui!". "Eppure è da lì che che vieni, come me, come lei! Se sapessi quanto ti odio! Tu che ci guardi dall'alto in basso, che ci disprezzi, che non vuoi avere niente in comune con la marmaglia giudea! Lascia passare un po' di tempo! Presto ti confonderanno di nuovo con quell'ambiente! Tornerai a farne parte, tu che ne sei uscito, che hai creduto di liberartene!"'''<ref>"I cani e i lupi" - Adelphi pg. 168</ref>. Sono gli anni ruggenti: lusso, feste, viaggi a [[Biarritz]] e a [[Nizza]] all'[[Hotel Negresco]] naturalmente. [[Rolls]] che scorrazzano su è giù per la costa azzurra. Principi spiantati che fanno di mestiere i gigolò e giovani ereditiere (come Irène) che mettono in ombra le madri quarantenni e si scatenano. Così scrive da [[Nizza]]: ''«Mi agito come una pazza, che vergogna! Non faccio altro che ballare. Ogni giorno, nei vari alberghi, ci sono dei [[galà]] molto chic, e poiché ho la fortuna di poter disporre di qualche [[gigolo]], mi diverto moltissimo»''. Poi, di ritorno da quella città: ''«Non ho fatto la brava... tanto per cambiare... Il giorno prima della partenza, al nostro albergo, il [[Hôtel Negresco|Negresco]], c'era una festa. Ho ballato e mi sono scatenata fino alle due del mattino; dopo sono andata a flirtare bevendo champagne ghiacciato in mezzo a una corrente d'aria fredda»''<ref><"Lettere - 1936/1945"</ref>
 
Nel 1917 muore la governante francese di Irene. La solitudine si intensifica, gli unici compagni sono i grandi scrittori russi che Irène cerca di imitare: Turgenev, Tolstoj, Čechov. Nel mese di ottobre del 1918, Leon subaffitta, da un ufficiale della Guardia imperiale, un appartamento a Mosca e vi trasferisce la famiglia. Irène - nella biblioteca di Des Esseintes - incontra [[Platone]], "[[À rebours]]" di [[Huysmans]], [[Maupassant]] e "[[Il ritratto di Dorian Gray]]" di [[Oscar Wilde]], che resterà uno dei suoi libri preferiti. Nel mese di dicembre i [[Soviet]] prendono il potere. Tutti i beni dei privati devono essere confiscati, i Némirovsky fuggono in Finlandia. Solo Leon rientra clandestinamente in Russia per cercare di salvare parte delle sue fortune. Fuggono di nuovo: questa volta in [[Svezia]], dove passano tre mesi a [[Stoccolma]]. Nel luglio del [[1919]], a causa di una tempesta, la nave che trasporta la famiglia Némirovsky, è costretta ad attraccare a [[Rouen]]. Da qui raggiungono [[Parigi]] dove si stabiliranno.
===1926 - 1929 - I primi successi===
Durante questo periodo, Irene continua i suoi studi di lettere, presso l'Università della [[Sorbona]] (dove si laurea con menzione d'onore) e invia i suoi "Piccoliracconti divertenti" alla rivista bimestrale [[Fantasio]], che li pubblica e le paga 60 franchi al pezzo. Scrive anche su [[Matin]] e su [[Les Oeuvres libres]], dove pubblica la sua prima novella: "Le Malentendu". Ha diciotto anni.
Conosce Michel Epstein (Mikhail in russo): "un omino piccolo, e moro di carnagione scura<ref>Ibidem</ref>", ingegnere diplomato a San Pietroburgo e - come suo padre - ebreo e banchiere. Nel [[1925]] inizia a scrivere "David Golder" a Biarritz. Nel febbraio del [[1926]] pubblica su Oeuvres libres, "L’Enfant génial", che poi prenderà il titolo di "Un Enfant prodige". Irène e Michel Epstein si sposano e vanno a vivere al número 10 di via Constant-Coquelin. nel [[1929]] [[Bernard Grasset]] riceve i manoscritti di "David Golder". Entusiasta, l'editore Bernard Grasset lesse in una notte il manoscritto, mise un annuncio sul giornale per rintracciarne l'anonimo autore. Ma la Némirovsky non poté recarsi subito all'incontro perché, il 9 novembre, stava dando alla luce la sua prima figlia Denise. Quando finalmente Grasset si vide davanti Irène Némirovsky, sulle prime non volle credere che fosse stata quella giovane spigliata ed elegante, figlia dell'alta borghesia russa, rifugiatasi a Parigi dopo la rivoluzione, a scrivere una storia tanto audace, insieme crudele e brillante – un'opera in tutto e per tutto degna di un romanziere maturo"<ref>http://www.adelphi.it/libro/9788845920523</ref>. Pieno di ammirazione ma ancora dubbioso, l’editore la interrogò a lungo per assicurarsi che la Némirovsky non stesse facendo da prestanome a un qualche scrittore più noto, che voleva restare nell’ombra. Appena uscì, "David Golder" fu elogiato all’unanimità dalla critica, tanto che Irène Némirovsky divenne subito celebre e fu lodata da scrittori di diversa estrazione, come Joseph Kessel, un ebreo, e Robert Brasillach, un monarchico di estrema destra e antisemita. Brasillach elogiò in particolare la purezza della prosa di quella nuova arrivata nel mondo letterario parigino<ref>Myriam Anissimov - postfazione a Suite francese - Adelphi</ref>.
Il regista Julien Duvivier adatta "David Golder" per il teatro e quasi contemporaneamente esce la pellicola tratta dal libro: - La beffa della vita''<ref>http://www.imdb.com/title/tt0020814/</ref>" (1931), regia di [[Julien Duvivier]] con [[Harry Baur]] nel ruolo del protagonista.
 
{{Citazione|"L'estate per me è Kiev, se l'inverno è la Finlandia e l'autunno è San Pietroburgo nelle nebbie gialle delle sponde della [[Neva]]. Non eravamo ancora molto ricchi quando vivevamo lì: solo benestanti. Mio padre ancora limitava i suoi affari alla città e spariva soltanto per brevi soggiorni a [[Odessa]] o a [[Mosca (Russia)|Mosca]]. Era già l'epoca dei piagnistei e delle liti, quella in cui mia madre vedeva in continuazione, al collo di un'amica, una collana più bella della sua, sulle spalle di un'altra una pelliccia più sontuosa, l'epoca in cui la casa le sembrava troppo piccola e scomoda, troppo buia, la cameriera maldestra e la cuoca incapace. A me piaceva quella casa, soprattutto dopo l'arrivo della governante francese, Mademoiselle Rose, che si occupava solo di me e mi proteggeva dalle urla di mia madre, dalle sue recriminazioni, dai suoi scoppi d'ira, dalle sue crisi di pianto. ... "Quando cerco d'immaginarmi la mia prima infanzia, mi rivedo seduta su un seggiolone nella cucina annerita e piena di fumo in cui aleggiano gli effluvi di cavoli. All'estremità del lungo tavolo, la mia njanja discorre in una lingua incomprensibile con un uomo barbuto che indossa un camiciotto con la cinta di cuoio, forse il marito, venuto a trovarla. Il fuoco borbotta"<ref>da "MIRADOR - IRÈNE NÉMIROVSKY, MIA MADRE" di Élisabeth Gille</ref>}}
===1930 - 1940 - Successi editoriali, la guerra e i nazisti in Francia===
 
=== Anni '20 - "''Anni ruggenti''" ===
Leon Némirovsky riesce a recuperare parte delle proprietà e apre un ufficio della sua banca a Parigi. Da questo momento il processo di [[Assimilazione culturale|assimilazione]] ha inizio e i profughi ebrei ucraini, si trasformano in [[alto borghesi]] parigini. Mai completamente e soprattutto mai irreversibilmente, sostiene Irène ne "[[I cani e i lupi]]": - "Che il tuo cadavere sia fatto a pezzi! Non avrai pace né riposo né una morte serena! Sia maledetta la tua discendenza! Siano maledetti i tuoi figli!" - "La smetta!"'' esclamò con durezza Harry. ''"Non siamo in un ghetto dell'Ucraina qui!". "Eppure è da lì che vieni, come me, come lei! Se sapessi quanto ti odio! Tu che ci guardi dall'alto in basso, che ci disprezzi, che non vuoi avere niente in comune con la marmaglia giudea! Lascia passare un po' di tempo! Presto ti confonderanno di nuovo con quell'ambiente! Tornerai a farne parte, tu che ne sei uscito, che hai creduto di liberartene!"''<ref>"I cani e i lupi" - Adelphi pg. 168</ref>. Sono gli anni ruggenti: lusso, feste, viaggi a [[Biarritz]] e a [[Nizza]] all'[[Hôtel Négresco]] naturalmente. [[Rolls]] che scorrazzano su è giù per la costa azzurra. Principi spiantati che fanno di mestiere i gigolò e giovani ereditiere (come Irène) che mettono in ombra le madri quarantenni e si scatenano. Così scrive da [[Nizza]]: ''«Mi agito come una pazza, che vergogna! Non faccio altro che ballare. Ogni giorno, nei vari alberghi, ci sono dei [[galà]] molto chic, e poiché ho la fortuna di poter disporre di qualche [[gigolò]], mi diverto moltissimo»''. Poi, di ritorno da quella città: ''«Non ho fatto la brava... tanto per cambiare... Il giorno prima della partenza, al nostro albergo, il [[Hôtel Negresco|Negresco]], c'era una festa. Ho ballato e mi sono scatenata fino alle due del mattino; dopo sono andata a flirtare bevendo champagne ghiacciato in mezzo a una corrente d'aria fredda»<ref><"Lettere - 1936/1945"</ref>
 
=== 1926 - 1929 - I primi successi ===
Durante questo periodo, Irene continua i suoi studi di lettere, presso l'Università della [[Sorbona]] (dove si laurea con menzione d'onore) e invia i suoi "Piccoli racconti divertenti" alla rivista bimestrale [[Fantasio]], che li pubblica e le paga 60 franchi al pezzo. Scrive anche su [[Le Matin (Francia)|Le Matin]] e su [[Les Oeuvres libres]], dove pubblica la sua prima novella: "Le Malentendu". Ha diciotto anni.
Conosce Michel Epstein (Mikhail in russo): "un omino piccolo, e moro di carnagione scura<ref name=autogenerato1>Ibidem</ref>", ingegnere diplomato a San Pietroburgo e - come suo padre - ebreo e banchiere. Nel [[1925]] inizia a scrivere "David Golder" a Biarritz. Nel febbraio del [[1926]] pubblica su Oeuvres libres, "L'Enfant génial", che poi prenderà il titolo di "Un Enfant prodige". Irène e Michel Epstein si sposano e vanno a vivere al numero 10 di via Constant-Coquelin. Nel [[1929]] [[Bernard Grasset]] riceve i manoscritti di "David Golder". Entusiasta, l'editore Bernard Grasset lesse in una notte il manoscritto, mise un annuncio sul giornale per rintracciarne l'anonimo autore. Ma la Némirovsky non poté recarsi subito all'incontro perché, il 9 novembre, stava dando alla luce la sua prima figlia Denise.
 
Quando finalmente Grasset si vide davanti Irène Némirovsky, sulle prime non volle credere che fosse stata quella giovane spigliata ed elegante, figlia dell'alta borghesia russa, rifugiatasi a Parigi dopo la rivoluzione, a scrivere una storia tanto audace, insieme crudele e brillante – un'opera in tutto e per tutto degna di un romanziere maturo"<ref>{{cita testo|url=http://www.adelphi.it/libro/9788845920523|titolo=David Golder - Irène Némirovsky - Adelphi Edizioni<!-- Titolo generato automaticamente -->}}</ref>. Pieno di ammirazione ma ancora dubbioso, l'editore la interrogò a lungo per assicurarsi che la Némirovsky non stesse facendo da prestanome a un qualche scrittore più noto, che voleva restare nell'ombra. Appena uscì, "David Golder" fu elogiato all'unanimità dalla critica, tanto che Irène Némirovsky divenne subito celebre e fu lodata da scrittori di diversa estrazione, come Joseph Kessel, un ebreo, e Robert Brasillach, un monarchico di estrema destra e antisemita. Brasillach elogiò in particolare la purezza della prosa di quella nuova arrivata nel mondo letterario parigino<ref>Myriam Anissimov - postfazione a Suite francese - Adelphi</ref>.
Il regista Julien Duvivier adatta "David Golder" per il teatro e quasi contemporaneamente esce la pellicola tratta dal libro: - La beffa della vita<ref>{{cita testo|url=https://www.imdb.com/title/tt0020814/|titolo=David Golder (1931) - IMDb<!-- Titolo generato automaticamente -->}}</ref>" (1931), regia di [[Julien Duvivier]] con [[Harry Baur]] nel ruolo del protagonista.
 
=== 1930 - 1940 - Successi editoriali, la guerra e i nazisti in Francia ===
Finalmente è famosa e raccoglie i favori dei grandi dell'epoca: [[Morand]], [[Drieu de La Rochelle]], [[Cocteau]], [[Brasillach]] e [[Kessel]]. La sua vita si divide tra la figlia Denise e personaggi del gran mondo, come [[Tristan Bernard]], l'attrice [[Suzanne Devoyod]] o la principessa [[Obolensky]] con cui passa lunghi periodi alle terme per riprendersi dai suoi attacchi di asma.
Nel 1930 pubblica "Il ballo", adattato per il cinema nel [[1931]] da [[Wilhelm Thiele]] con una giovane e bellissima [[Danielle Darrieux]], che qui debuttava. Scritto da [[Curt Siodmak]], Ladislas Fodor and Henry Falk (dialoghi). Nel 1931 pubblica "Come le mosche d'autunno". Nel 1933, quando Hitler sale al potere, nel mese di gennaio, Irène dice alla sua infermiera: ''"Mia povera cara, entro poco saremo tutti morti"''<ref>Mirador - {{cita web |url=http://www.fazieditore.it/Data/Libri/Pdf/1159.pdf |titolo=Copia archiviata |accesso=7 settembre 2012 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131102191419/http://www.fazieditore.it/Data/Libri/Pdf/1159.pdf }}</ref>. Pubblica ''L'affare Kurilov''. Inizia la collaborazione con l'editore Albin Michel, pubblica anche ''Le Pion sur l’échiquierl'échiquier'' e ''Le Vin de solitude''. La [[Revue de Paris]] pubblica ''Dimanche''. Gringoire pubblica ''Les rivages hereux''. Nel [[1936]] La Revue des Deux Mondes pubblica ''Liens du sang''. Lo stesso anno esce ''[[JezebelJezabel]]''. Nel 1937 la rivista Gringoire pubblica ''Fraternité''. Il 20 marzo nasce Élisabeth, la seconda figlia degli Epstein. Nel 1938, [[Candide]] pubblica ''[[La femme de Don Juan]]''. Gli Epstein chiedono la cittadinanza francese, convinti che la Francia difenderà "gli ebrei e gli apolidi". Nel 1939 pubblica ''[[Due (romanzo Irène Némirovsky)|Deux]]''.
Il primo settembre, alla vigilia della dichiarazione di guerra, la famiglia decide di non fuggire in Svizzera, come alcuni amici avevano suggerito. Tuttavia, Irène e Michel portano le bambine dalla governante, Cécile Michaud a e Issy l’Evêque nel Saône-et-Loire. Irène rientra a Parigi, ma appena può va a trovare le figlie in provincia. A settembre tutta la famiglia si converte al cattolicesimo. Gringoire pubblica ''Le Spectateur''. Nel 1940 pubblica ''Le Sortilège''. Nel mese di giugno, Irene, in vista della pubblicazione di ''Suite francese'' scrive a margine del manoscritto: "Dio Mio! Cosa mi fa questo paese? Mi rifiuta e - diciamolo francamente - perde ai miei occhi l'onore e la vita. E cosa fanno gli altri Paesi? Cadono gli imperi. Nulla importa. Osservandolo da un punto di vista mistico o personale, tutto è lo stesso. Manteniamo la testa a posto. Speriamo"<ref>Olivier Philipponnat, Patrick Lienhardt et Eva Moldenhauer, ''La vie d'Irène Nemirovsky'', Paris, Grasset, 2007</ref>
Candide pubblica ''M. Rose''. Il tre ottobre, vengono promulgate le prime leggi razziali che definiscono lo status giuridico e sociale degli stranieri [[giudei]] in Francia. Perdono i diritti civili e vengono confinati in [[campi di concentramento]] o residenze coatte. L'editore collaborazionista Bernard Grasset, rifiuta di pubblicare ulteriori scritti della Némirovsky. Il marito Michel Epstein non può più lavorare presso la "''Banque des Pays du Nord"''. Pubblicazione di "''Les chiens et les loups''". La [[Revue des Deux Mondes]] pubblica "''Aïno''".
 
Il primo settembre, alla vigilia della dichiarazione di guerra, la famiglia decide di non fuggire in Svizzera, come alcuni amici avevano suggerito. Tuttavia, Irène e Michel portano le bambine dalla governante, Cécile Michaud a Issy l'Evêque nel Saône-et-Loire. Irène rientra a Parigi, ma appena può va a trovare le figlie in provincia. A settembre tutta la famiglia si converte al cattolicesimo. Vengono battezzati da monsignor [[Ghika]], vescovo appartenente alla famiglia reale rumena dei [[Ghika]] che morì nel 1954 a seguito delle torture subite nelle carceri comuniste<ref>Denise Epstein - Sopravvivere e vivere - Conversazioni con Clémence Boulouque - 2010 - Adelphi Edizioni - Milano - pag.56</ref>. Gringoire pubblica ''Le Spectateur''. Nel 1940 pubblica ''Le Sortilège''. Nel mese di giugno, Irene, in vista della pubblicazione di ''Suite francese'' scrive a margine del manoscritto: "Dio Mio! Cosa mi fa questo paese? Mi rifiuta e - diciamolo francamente - perde ai miei occhi l'onore e la vita. E cosa fanno gli altri Paesi? Cadono gli imperi. Nulla importa. Osservandolo da un punto di vista mistico o personale, tutto è lo stesso. Manteniamo la testa a posto. Speriamo"<ref name=autogenerato2>Olivier Philipponnat, Patrick Lienhardt et Eva Moldenhauer, ''La vie d'Irène Nemirovsky'', Paris, Grasset, 2007</ref>
===1941 - 1942 - Scrive i primi due capitoli di ''Suite francese'', si ritira in provincia===
Candide pubblica ''M. Rose''. Il 3 ottobre vengono promulgate le prime leggi razziali che definiscono lo status giuridico e sociale degli stranieri [[ebrei|giudei]] in Francia. Perdono i diritti civili e vengono confinati in [[campi di concentramento]] o residenze coatte. L'editore collaborazionista Bernard Grasset rifiuta di pubblicare ulteriori scritti della Némirovsky. Il marito Michel Epstein non può più lavorare presso la "''Banque des Pays du Nord"''. Pubblicazione di "''Les chiens et les loups''". La [[Revue des Deux Mondes]] pubblica "''Aïno''".
1941 Irène e Michel abbandonano Parigi e si ritirano con le figlie, Denise e Élisabeth, di tredici e cinque anni, all'Hôtel des Voyageurs di Issy-l’Evêque. Vivono sotto lo stesso tetto con i soldati e gli ufficiali della Wehrmacht, acquartierati nell'albergo. Michel fa da interprete e ci gioca a biliardo. Come nella seconda parte di ''Suite francese'' la presenza di questi giovani uomini, a volte ragazzi, che sono lontani da casa e devono partire per la guerra sul fronte russo, ispira alla famiglia Epstein più compassione che rancore. Irène pubblica due articoli su Gringoire con lo pseudonimo di Pierre Nérey: il 20 marzo ''La Confidente'' e il 30 maggio ''L’Honnête homme''. Il due giugno esce una nuova legge che prevede per gli ebrei francesi la deportazione nei campi di concentramento nazisti fuori dalla Francia. Quando vanno a iscriversi alle liste comunali, cercando di far valere i certificati di battesimo vengono obbligati a portare la stella gialla degli ebrei. Il ventiquattro ottobre Irène pubblica "''L’Ogresse''" con lo pseudonimo di Charles Blancat. Dopo un anno di albergo si trasferiscono in un appartamento in affitto. Irène non ha dubbi sull'esito tragico della sua vicenda personale. Legge, fa lunghe passeggiate. In quei giorni sta scrivendo ''Suite francese'' e fa dire a Maurice Michaud: ''«La certezza della mia libertà interiore, » disse lui dopo aver riflettuto «questo bene prezioso, inalterabile, e che dipende solo da me perdere o conservare. La convinzione che le passioni spinte al parossismo come capita ora finiscono poi per placarsi. Che '''tutto ciò che ha un inizio avrà una fine'''. In poche parole, che le catastrofi passano e che bisogna cercare di non andarsene prima di loro, ecco tutto. Perciò, prima di tutto vivere: Primum vivere. Giorno per giorno. Resistere, attendere, sperare»''<ref>''Suite_francese'' - Adelphi</ref>. In sintesi è il programma umano con cui Irène Némirovsky ha affrontato - con coraggio - fin l'ultimo brutale insulto che la storia le ha riservato. Senza però riuscire a sopravvivere alla catastrofe che l'ha travolta.
 
Alla fine della vita di Irène, ci troviamo in un paesaggio di tranquilla apocalisse, disabitato anche se apparentemente intatto, come dopo il passaggio di uno tsunami. Niente personaggi, ma una specie di organismo collettivo che reagisce a un’aggressione come un formicaio o un alveare: c’è una Parigi addormentata, in una calda giornata di giugno, un allarme, un bombardamento. Sempre da ''Suite francese'', durante il bombardamento di Parigi: "Il sole, ancora tutto rosso, saliva in un cielo senza nuvole. Partì una cannonata così vicina a Parigi che tutti gli uccelli volarono via dalla sommità dei monumenti. Più in alto si libravano grandi uccelli neri, di solito invisibili, spiegavano al sole le ali di un rosa argenteo, poi venivano i bei piccioni grassi che tubavano e le rondini, i passeri che saltellavano tranquillamente nelle strade deserte. Su ogni pioppo dei lungosenna c’era un nugolo di uccelletti scuri che cantavano frenetici. Nelle profondità dei rifugi arrivò infine un segnale remoto, attutito dalla distanza, sorta di fanfara a tre toni: il cessato allarme<ref>Il doppio esilio di Irène Némirovsky - Lina Zecchi</ref>" In questo bel paesaggio urbano, deserto di presenze umane, sembra naufragare la dolce Francia amata da Némirovsky. E, due anni dopo, la sua vita. 1941-1942 A Issy-l’Évêque, Irène scrive "''La vie de Tchekhov"'' pubblicata postuma nel 1946 e "Les Feux de l’automne" pubblicato nel 1948.
=== 1941 - 1942 - Scrive i primi due capitoli di ''Suite francese'', si ritira in provincia ===
1941 Irène e Michel abbandonano Parigi e si ritirano con le figlie, Denise e Élisabeth, di tredici e cinque anni, all'Hôtel des Voyageurs di Issy-l'Evêque. Vivono sotto lo stesso tetto con i soldati e gli ufficiali della Wehrmacht, acquartierati nell'albergo. Michel fa da interprete e ci gioca a biliardo. Come nella seconda parte di ''Suite francese'' la presenza di questi giovani uomini, a volte ragazzi, che sono lontani da casa e devono partire per la guerra sul fronte russo, ispira alla famiglia Epstein più compassione che rancore. Irène pubblica due articoli su Gringoire con lo pseudonimo di Pierre Nérey: il 20 marzo ''La Confidente'' e il 30 maggio ''L'Honnête homme''. Il 2 giugno esce una nuova legge che prevede per gli ebrei francesi la deportazione nei campi di concentramento nazisti fuori dalla Francia. Quando vanno a iscriversi alle liste comunali, cercando di far valere i certificati di battesimo vengono obbligati a portare la stella gialla. Il 24 ottobre Irène pubblica "''L'Ogresse''" con lo pseudonimo di Charles Blancat.
 
Dopo un anno di albergo si trasferiscono in un appartamento in affitto. Irène non ha dubbi sull'esito tragico della sua vicenda personale. Legge, fa lunghe passeggiate. In quei giorni sta scrivendo ''Suite francese'' e fa dire a Maurice Michaud: ''«La certezza della mia libertà interiore, » disse lui dopo aver riflettuto «questo bene prezioso, inalterabile, e che dipende solo da me perdere o conservare. La convinzione che le passioni spinte al parossismo come capita ora finiscono poi per placarsi. Che "tutto ciò che ha un inizio avrà una fine". In poche parole, che le catastrofi passano e che bisogna cercare di non andarsene prima di loro, ecco tutto. Perciò, prima di tutto vivere: Primum vivere. Giorno per giorno. Resistere, attendere, sperare»''<ref>''Suite_francese'' - Adelphi</ref>. In sintesi è il programma umano con cui Irène Némirovsky ha affrontato - con coraggio - fin l'ultimo brutale insulto che la storia le ha riservato. Senza però riuscire a sopravvivere alla catastrofe che l'ha travolta.
 
Alla fine della vita di Irène, ci troviamo in un paesaggio di tranquilla apocalisse, disabitato anche se apparentemente intatto, come dopo il passaggio di uno tsunami. Niente personaggi, ma una specie di organismo collettivo che reagisce a un'aggressione come un formicaio o un alveare: c'è una Parigi addormentata, in una calda giornata di giugno, un allarme, un bombardamento. Sempre da ''Suite francese'', durante il bombardamento di Parigi: "Il sole, ancora tutto rosso, saliva in un cielo senza nuvole. Partì una cannonata così vicina a Parigi che tutti gli uccelli volarono via dalla sommità dei monumenti. Più in alto si libravano grandi uccelli neri, di solito invisibili, spiegavano al sole le ali di un rosa argenteo, poi venivano i bei piccioni grassi che tubavano e le rondini, i passeri che saltellavano tranquillamente nelle strade deserte. Su ogni pioppo dei lungosenna c'era un nugolo di uccelletti scuri che cantavano frenetici. Nelle profondità dei rifugi arrivò infine un segnale remoto, attutito dalla distanza, sorta di fanfara a tre toni: il cessato allarme<ref>Il doppio esilio di Irène Némirovsky - Lina Zecchi</ref>" In questo bel paesaggio urbano, deserto di presenze umane, sembra naufragare la dolce Francia amata da Némirovsky. E, due anni dopo, la sua vita. 1941-1942 A Issy-l'Évêque, Irène scrive "''La vie de Tchekhov"'' pubblicata postuma nel 1946 e "Les Feux de l'automne" pubblicato nel 1948.
 
=== Gli ultimi giorni ===
L'undici11 luglio Irène lavora nel bosco a Issy-l’Evêquel'Evêque «in mezzo a un oceano di foglie morte, bagnate dalla tempesta della notte precedente, come se stessi seduta su una zattera con le gambe incrociate». «Sto scrivendo molto, immagino che saranno opere postume, però almeno mi fanno passare il tempo»<ref>Lettera a Albin Michel</ref>. Il tredici13 luglio arrivano i gendarmi per arrestarla. Michel cerca in tutti i modi di avere notizie dalla moglie, ma per quanto si adoperi non ottiene nulla. Si fa perfino firmare una lettera dai sottufficiali che aveva ospitato in casa: "Camerati! Abbiamo vissuto per qualche tempo con la famiglia Epstein e abbiamo avuto modo di conoscerla come una famiglia assai premurosa. Vi preghiamo pertanto di riservarle un trattamento adeguato. Heil Hitler!"<ref>Postfazione di Myriam Anissimov a ''Suite francese''</ref>. Scrive lettere in cui ripudia l'origine ebraica e afferma "(Irène) è una donna che, pur essendo di origine ebraica, non ha – come dimostrano tutti i suoi libri – alcuna simpatia né per il [[giudaismo]] né per il regime [[bolscevico]]... mia moglie è diventata una rinomata scrittrice.

In nessuno dei suoi libri (che del resto non sono stati messi al bando dalle autorità d’occupazioned'occupazione) troverà una parola contro la Germania, e benché sia di razza ebraica mia moglie scrive degli ebrei senza alcuna simpatia. I nonni di mia moglie, così come i miei, erano di religione israelita; i nostri genitori non professavano alcuna religione; quanto a noi, siamo cattolici come le nostre bambine, che sono nate a Parigi e sono francesi"<ref>Ibidem< name=autogenerato1 /ref>. Riceverà solo le ultime due lettere da Irène, poi non avrà più sue notizie: "Giovedì mattina – luglio ’42'42 – Pithiviers [scritta a matita e non obliterata] Mio amato, mie piccole adorate, credo che partiamo oggi. Coraggio e speranza. Siete nel mio cuore, miei diletti. Che Dio ci aiuti tutti"<ref>Ibidem< name=autogenerato1 /ref>. Il 17 luglio viene deportata a Auschwitz nel vagone numero 6. Viene assegnata al campo di Birkenau. debilitataDebilitata, la fanno passare al Revier («Infermeria», ildove passoi chemalati precedevenivano la [[camera a gas]]assistiti). 17 agosto: Irène Némirovsky vienemuore assassinataa daicausa [[nazisti]]di un'epidemia di tifo.
 
== Antisemitismo ==
Le accuse di antisemitismo hanno perseguitato la Némirovsky scrittrice almeno quanto il nazismo ha perseguitato l'ebrea apolide che - nonostante tutti i tentativi di mascheramento - Irène è stata e sarà. Un grande numero di appartenenti all'ebraismo, presenti nei suoi romanzi, sono pesantemente caricaturali. Repellenti nell'aspetto e ripugnanti nella mentalità e nei sentimenti. Tra tutti spicca il carattere orribile di [[David Golder]] - eroe eponimo del romanzo - sia per i valori che persegue - i soldi per i soldi, senza un progetto di lungo periodo<ref>Vedi il carattere contrapposto del protestante Tübingen</ref> - sia per il fisico repellente e la mente dominata dal risentimento e dall'avidità senza scrupoli. Il libro, in Francia, è stato accusato di essere anti-[[bolscevico]] e [[antisemitismo|antisemita]]. Anche se scrittori come [[Robert Brasillach]], [[Paul Morand]] o Jean-Pierre Maxence lo hanno apprezzato e difeso.<ref>Cf. . Philipponnat / Lienhardt [2006], pp 16-18</ref> Quando fu criticata come scrittrice antisemita, Irène Némirovsky dichiarò candidamente: "Perché i francesi [[Israeliti]] si vogliono riconoscere in David Golder?"<ref>Olivier Philipponnat, Patrick Lienhardt,'' La vie d'Irène Némirovsky'', Parigi (Grasset Denoël) 2007, pp 189, ISBN 2-246-68721-7.</ref>.
 
La figlia Gille nell'"autobiografia" di sua madre - Iréne Némirovsky, precisa che la scrittrice era un rampollo della borghesia ebraica russificata di Kiev e San Pietroburgo. La sua famiglia era riuscita a fuggire in Francia al tempo della rivoluzione bolscevica, mantenendo gran parte delle proprie ricchezze. Questo fatto, unito alla cultura e alle buone frequentazioni sociali, le permetteva di avere rapporti amichevoli con aristocratici impoveriti da cui, in Russia, sarebbe stata rifiutata. Data questa collocazione sociale e il desiderio di entrare a pieno titolo a far parte dell'alta borghesia parigina, attraverso un processo di [[Assimilazione culturale|assimilazione]] - molto diffuso tra gli ebrei del tempo<ref>MATTENKLOTT, Gert, Ebrei in Germania, postfazione di Claudia Sonino, Feltrinelli, Milano 1992 (titolo originale: Jüdische Intelligenz in deutschen Briefen 1619-1988, Frankfurt a.M. 1988 e in edizione riveduta e ampliata nel 1992 presso lo Jüdischer Verlag nel 1992 con il titolo Über Juden in Deutschland, 1992).</ref> - i Némirovsky erano orgogliosi della propria distanza dall'ebreo tradizionalista (o semplicemente meno assimilato). Fatto sta che i libri della Némirovsky sono popolati di figure ebraiche - nel migliore dei casi ambigue - nel peggiore, che meriterebbero un posto nella [[nosografia]] ebraica dell'[[Ebreo che odia sé stesso]] di [[Theodor Lessing]] o Sander L. Gilman<ref>Sander L. Gilman, Jewish Self-Hatred: Anti-Semitism and the Hidden Language of the Jews, Johns Hopkins University Press, 1990. ISBN 0-8018-4063-5.</ref>.
 
Nella "autobiografia" la figlia [[Élisabeth Gille]] immagina che sua madre, durante l'occupazione nazista, si penta dei propri ritratti al vetriolo di ebrei odiosi, in David Golder, e le fa dire: "Mi prende a volte una specie di vertigine, giacché mi pento di aver scritto quel libro. Mi chiedo se per condannare l'ambiente sociale da cui provenivo e che ho odiato così tanto, non abbia fornito ulteriori munizioni agli antisemiti. Temo di aver dato prova di leggerezza e di una volubilità suicida"<ref>([[Le Mirador]] 195)</ref>. D'altronde la stessa Némirovsky, in un'intervista (vera), rilasciata nel '35 ha detto: "Sono assolutamente certa che se Hitler fosse già stato al potere, avrei notevolmente ammorbidito David Golder. Ma penso che sarebbe stato sbagliato farlo, che sarebbe stata una debolezza indegna di un vero scrittore"<ref>(Citato in Auscher 670)</ref>. Il critico [[Paul La Farge]], nota: 'il "disagio" della Némirovsky nei confronti della sua stessa identità (ebraica) guasta il racconto della vita di David Golder<ref>Behind the Legend - http://www.tabletmag.com/jewish-arts-and-culture/books/880/behind-the-legend</ref>'. E continua: David Golder abbonda di caricature che non sarebbe ingiusto definire antisemite: Simon ha "gli occhi assonnati e pesanti di un orientale" la moglie di Simon denti "lastricati d'oro, che brillavano stranamente nell'ombra." ha un "viso magro con un naso grande e duro, a forma di becco ... collocato in un modo strano, molto in alto." E così via. Némirovsky difese queste caratterizzazioni dichiarando di averle tratte dalla propria esperienza. La stampa ebraica ha reagito al romanzo con sgomento, dichiarando che, se non proprio antisemita, (la posizione di) Némirovsky, "non era molto ebraica"<ref>http://www.tabletmag.com/scroll/32021/was-irene-nemirovsky-an-anti-semite</ref>.
 
== Mirador ==
Élisabeth Gille scrisse la biografia della madre Irène dopo i cinquant'anni. La scrisse in prima persona - come se a parlare fosse la madre stessa - morta a 39 anni lasciando un corpus di lettere tanto vasto quanto disordinato. Una decisione difficile: riprenderle in mano, leggerle (per molti anni erano rimaste chiuse in un baule trascinato qua e là dalle figlie) e collazionarle, trasformandole in un racconto coerente. Affrontare temi proibiti: Auschwitz, i rapporti con i nonni (la nonna Fanny in particolare), le origini ebraiche negate con un frettoloso quanto inutile battesimo. Quando uscì Mirador, fu accolto come un importante contributo alla conoscenza di una vita, quella di Irène, una scrittrice di talento e grazia, per quasi un trentennio dimenticata nel limbo della letteratura minore. Poco dopo Élisabeth Gille morì: sapeva di essere malata.
 
Il tono del libro, comico, acerbo, violento, che non dava spazio né alla compassione né alla lamentela stupì la critica. In fin dei conti era la vita della sua famiglia. Élisabeth si schermì sempre affermando di non essere una scrittrice: facendo così emergere il talento della madre. Nella scelta di usare la prima persona della madre per scrivere un'"autobiografia" c'è anche la volontà di nascondersi, lasciando la scena intera alla personalità letteraria della madre. Mirador ripercorre le tappe della carriera letteraria di Irène, puntualizzando le grandi accoglienze e il rapido oblio che ricevette dalla comunità di autori ed editori della Francia occupata, in parte costretti, in parte propensi, a una forma di asservimento all'invasore che - ad un certo punto, sotto la guida di Petain - prese la forma del collaborazionismo aperto: "Vi è un abisso fra la casta dei nostri attuali dirigenti e il resto della nazione. Gli altri francesi, avendo ben poco da perdere, hanno meno paura. Quando la vigliaccheria non soffoca più negli animi i buoni sentimenti, questi (patriottismo, amore per la libertà, ecc.) possono fiorire. Certo, negli ultimi tempi anche il popolo ha accumulato dei capitali, ma si tratta di denaro svalutato che è impossibile trasformare in beni reali, terre, gioielli, oro e così via... "Da qualche anno tutto quello che si fa in Francia nell'ambito di una certa classe sociale ha un solo movente: la paura. È stata la paura a provocare la guerra, la sconfitta e la pace attuale. Il francese di questa casta non odia nessuno; non nutre gelosia né ambizione delusa, né un vero desiderio di vendetta. Ha una fifa blu. Chi gli farà meno male (non nel futuro, non in senso astratto, ma subito e sotto forma di ceffoni e calci nel sedere)? I tedeschi? Gli inglesi? I russi? I tedeschi lo hanno sconfitto, ma la punizione è presto dimenticata e i tedeschi possono difenderlo"<ref>"Irène Némirovsky - Appunti"</ref>.
==Antisemitismo==
Le accuse di antisemitismo hanno perseguitato la Nèmirovsky scrittrice almeno quanto il nazismo ha perseguitato l'ebrea apolide che - nonostante tutti i tentativi di mascheramento - Irène è stata e sarà. Un grande numero di personaggi di razza ebraica, presenti nei suoi romanzi, sono pesantemente caricaturali. Repellenti nell'aspetto e ripugnanti nella mentalità e nei sentimenti. Tra tutti spicca il carattere orribile di [[David Golder]] - eroe eponimo del romanzo - sia per i valori che persegue - i soldi per i soldi, senza un progetto di lungo periodo<ref>Vedi il carattere contrapposto del protestante Tübingen</ref> - sia per il fisico repellente e la mente dominata dal risentimento e dall'avidità senza scrupoli. Il libro, in Francia, è stato accusato di essere anti-[[bolscevico]] e [[antisemitismo|antisemita]]. Anche se scrittori come [[Robert Brasillach]], [[Paul Morand]] o Jean-Pierre Maxence lo hanno apprezzato e difeso.<ref>Cf. . Philipponnat / Lienhardt [2006], pp 16-18</ref> Quando fu criticata come scrittrice antisemita, Irène Némirovsky dichiarò candidamente: "Perché i francesi [[Israeliti]] si vogliono riconoscere in David Golder?"<ref>Olivier Philipponnat, Patrick Lienhardt,'' La vie d'Irène Némirovsky'', Parigi (Grasset Denoël) 2007, pp 189, ISBN 2-246-68721-7.</ref>.
La figlia Gille nell'"autobiografia" di sua madre - Iréne Némirovsky, precisa che la scrittrice era un rampollo della borghesia ebraica russificata di Kiev e San Pietroburgo. La sua famiglia era riuscita a fuggire in Francia al tempo della rivoluzione bolscevica, mantenendo gran parte delle proprie ricchezze. Questo fatto, unito alla cultura e alle buone frequentazioni sociali, le permetteva di avere rapporti amichevoli con aristocratici impoveriti da cui, in Russia, sarebbe stata rifiutata. Data questa collocazione sociale e il desiderio di entrare a pieno titolo a far parte dell'alta borghesia parigina, attraverso un processo di [[Assimilazione culturale|assimilazione]] - molto diffuso tra gli ebrei del tempo<ref>MATTENKLOTT, Gert, Ebrei in Germania, postfazione di Claudia Sonino, Feltrinelli, Milano 1992 (titolo originale: Jüdische Intelligenz in deutschen Briefen 1619-1988, Frankfurt a.M. 1988 e in edizione riveduta e ampliata nel 1992 presso lo Jüdischer Verlag nel 1992 con il titolo Über Juden in Deutschland, 1992).</ref> - i Némirovsky erano orgogliosi della propria distanza dall'ebreo tradizionalista (o semplicemente meno assimilato). Fatto sta che i libri della Némirovsky sono popolati di figure ebraiche - nel migliore dei casi ambigue - nel peggiore, che meriterebbero un posto nella [[nosografia]] ebraica dell'[[Ebreo che odia se stesso]] di [[Theodor Lessing]] o Sander L. Gilman<ref>Sander L. Gilman, Jewish Self-Hatred: Anti-Semitism and the Hidden Language of the Jews, Johns Hopkins University Press, 1990. ISBN 0-8018-4063-5.</ref>. Nella "autobiografia" la figlia [[Élisabeth Gille]] immagina che sua madre, durante l'occupazione nazista, si penta dei propri ritratti al vetriolo di ebrei odiosi, in David Golder, e le fa dire: "Mi prende a volte una specie di vertigine, giacché mi pento di aver scritto quel libro. Mi chiedo se per condannare l'ambiente sociale da cui provenivo e che ho odiato così tanto, non abbia fornito ulteriori munizioni agli antisemiti. Temo di aver dato prova di leggerezza e di una volubilità suicida"<ref>([[Le Mirador]] 195)</ref>. D'altronde la stessa Némirovsky, in un'intervista (vera), rilasciata nel '35 ha detto: "Sono assolutamente certa che se Hitler fosse già stato al potere, avrei notevolmente ammorbidito David Golder. Ma penso che sarebbe stato sbagliato farlo, che sarebbe stata una debolezza indegna di un vero scrittore"<ref>(Citato in Auscher 670)</ref>. Il critico [[Paul La Farge]], nota: 'il "disagio" della Némirovsky nei confronti della sua stessa identità (ebraica) guasta il racconto della vita di David Golder<ref>Behind the Legend - http://www.tabletmag.com/jewish-arts-and-culture/books/880/behind-the-legend</ref>'. E continua: David Golder abbonda di caricature che non sarebbe ingiusto definire antisemite: Simon ha "gli occhi assonnati e pesanti di un orientale" la moglie di Simon denti "lastricati d'oro, che brillavano stranamente nell'ombra." ha un "viso magro con un naso grande e duro, a forma di becco ... collocato in un modo strano, molto in alto." E così via. Némirovsky difese queste caratterizzazioni dichiarando di averle tratte dalla propria esperienza. La stampa ebraica ha reagito al romanzo con sgomento, dichiarando che, se non proprio antisemita, (la posizione della) Némirovsky, "non era molto ebraica"<ref>http://www.tabletmag.com/scroll/32021/was-irene-nemirovsky-an-anti-semite</ref>.
 
Del resto la stessa Irène, commentando il successo di David Golder, che lei stessa definiva, senza falsa modestia, «un romanzetto», il 22 gennaio 1930 scriveva a un'amica: «Come puoi credere che possa dimenticare le mie vecchie amicizie a causa di un libro di cui ora si parla, ma che tra una quindicina di giorni sarà già finito nel dimenticatoio, come tutto a Parigi?»<ref>Myriam Anissimov - postfazione a ''Suite francese'' - Adelphi</ref>. Più recentemente, Rosetta Loy nei suoi saggi, racconti e romanzi ha tracciato un quadro sociale dell'Italia dell'anteguerra simile a quello che Élisabeth Gille mette in scena attraverso la madre. Una borghesia colta ma ingenua, ben presto irresponsabile a furia di non leggere i segni premonitori. Ma anche un ambiente intellettuale di un'inerzia enorme. Sicuramente Irène Némirovsky tardò a rendersene conto, poiché, come ricorda Élisabeth, non seppe mostrarsi abbastanza attenta all'evoluzione di un Paul Morand, di un Jean Cocteau e, cosa in un certo senso ancora più grave, alle incoerenze ingenue o cieche di un Daniel Halévy e di un Emmanuel Berl<ref>René de Ceccatty</ref>. Élisabeth Gille dovette affrontare un altro tema che la metteva di fronte al suo ruolo di figlia: il rapporto tra Irène e sua madre Fanny.
==Mirador - L"Autobiografia" di Irène Nèmirovsky scritta dalla figlia Élisabeth Gille==
Élisabeth Gille scrisse la biografia della madre Irène dopo i cinquant'anni. La scrisse in prima persona - come se a parlare fosse la madre stessa - morta a 39 anni lasciando un corpus di lettere tanto vasto quanto disordinato. Una decisione difficile: riprenderle in mano, leggerle (per molti anni erano rimaste chiuse in un baule trascinato qua e là dalle figlie) e collazionarle, trasformandole in un racconto coerente. Affrontare temi proibiti: Auschwitz, i rapporti non i nonni (la nonna Fanny in particolare), le origini ebraiche negate con un frettoloso quanto inutile battesimo. Quando uscì Mirador, fu accolto come un importante contributo alla conoscenza di una vita, quella di Irène, una scrittrice di talento e grazia, per quasi un trentennio dimenticata nel limbo della letteratura minore. Poco dopo Élisabeth Gille morì: sapeva di essere malata. Il tono del libro, comico, acerbo, violento, che non dava spazio né alla compassione né alla lamentela stupì la critica. In fin dei conti era la vita della sua famiglia. Élisabeth si schermì sempre affermando di non essere una scrittrice: facendo così emergere il talento della madre. Nella scelta di usare la prima persona della madre per scrivere un"autobiografia" c'è anche la volontà di nascondersi, lasciando la scena intera alla personalità letteraria della madre. Mirador ripercorre le tappe della carriera letteraria di Irène, puntualizzando le grandi accoglienze e il rapido oblio che ricevette dalla comunità di autori ed editori della Francia occupata, in parte costretti, in parte propensi a una forma di asservimento all'invasore che - ad un certo punto, sotto la guida di Petain - prese la forma del collaborazionismo aperto: "Vi è un abisso fra la casta dei nostri attuali dirigenti e il resto della nazione. Gli altri francesi, avendo ben poco da perdere, hanno meno paura. Quando la vigliaccheria non soffoca più negli animi i buoni sentimenti, questi (patriottismo, amore per la libertà, ecc.) possono fiorire. Certo, negli ultimi tempi anche il popolo ha accumulato dei capitali, ma si tratta di denaro svalutato che è impossibile trasformare in beni reali, terre, gioielli, oro e così via... "Da qualche anno tutto quello che si fa in Francia nell'ambito di una certa classe sociale ha un solo movente: la paura. È stata la paura a provocare la guerra, la sconfitta e la pace attuale. Il francese di questa casta non odia nessuno; non nutre gelosia né ambizione delusa, né un vero desiderio di vendetta. Ha una fifa blu. Chi gli farà meno male (non nel futuro, non in senso astratto, ma subito e sotto forma di ceffoni e calci nel sedere)? I tedeschi? Gli inglesi? I russi? I tedeschi lo hanno sconfitto, ma la punizione è presto dimenticata e i tedeschi possono difenderlo"<ref>"Irène Némirovsky - Appunti"</ref>. Del resto la stessa Irène, commentando il successo del "David Goldber" che lei stessa definiva, senza falsa modestia, «un romanzetto», il 22 gennaio 1930 scriveva a un’amica: «Come puoi credere che possa dimenticare le mie vecchie amicizie a causa di un libro di cui ora si parla, ma che tra una quindicina di giorni sarà già finito nel dimenticatoio, come tutto a Parigi?»<ref> Myriam Anissimov - postfazione a ''Suite francese'' - Adelphi</ref>. Più recentemente, Rosetta Loy nei suoi saggi, racconti e romanzi ha tracciato un quadro sociale dell’Italia dell’anteguerra simile a quello che Élisabeth Gille mette in scena attraverso la madre. Una borghesia colta ma ingenua, ben presto irresponsabile a furia di non leggere i segni premonitori. Ma anche un ambiente intellettuale di un’inerzia enorme. Sicuramente Irène Némirovsky tardò a rendersene conto, poiché, come ricorda Élisabeth, non seppe mostrarsi abbastanza attenta all’evoluzione di un Paul Morand, di un Jean Cocteau e, cosa in un certo senso ancora più grave, alle incoerenze ingenue o cieche di un Daniel Halévy e di un Emmanuel Berl<ref> René de Ceccatty</ref>.
Élisabeth Gille dovette affrontare un altro tema che la metteva di fronte al suo ruolo di figlia: il rapporto tra Irène e sua madre Fanny.
 
* "Oltre a quelli già citati, ovvero l’esordiol'esordio letterario, la fama e le sue illusioni, il giudaismo e la Shoah, c’erac'era il tema fondamentale della maternità e della filiazione. I grandi libri di Irène Némirovsky pongono l’accentol'accento su una figura materna detestata. La nonna di Élisabeth, che si rifiutò di riconoscere le nipoti sopravvissute allorché la donna che le aveva salvate gliele riportò, era un personaggio odioso sul quale Irène Némirovsky si dilungò parecchio e che le ispirò la maggior parte dei suoi personaggi femminili futili, venali ed egoisti, in particolare in David Golder, nel Ballo o in Jezabel, in cui è l’unicol'unico tema. Mirador richiama in più punti quel conflitto ossessivo nel quale Élisabeth, senza dubbio, vede uno degli impulsi della carriera della scrittrice. Una scena importante del libro riunisce madre e figlia riflesse in uno specchio e concentra l’opposizionel'opposizione delle due donne che non si troveranno mai d’accordod'accordo"<ref>Mirador - Prefazione e intervista di René de Ceccatty</ref>.
* "È stupefacente costatareconstatare come Irène Némirovsky descrivesse, nel cuore della bufera che l’avrebbel'avrebbe poi travolta, l’indifferenzal'indifferenza stessa che l’aveval'aveva resa possibile. La morte alla quale anche lei sarebbe andata incontro era stata preannunciata al mondo da segni molto chiari che nessuno aveva voluto leggere o che pochissimi avevano saputo leggere. Probabilmente, nelle ultime pagine di queste “Memorie sognate”, Élisabeth ha attribuito alla madre una consapevolezza più grande di quella che Irène aveva avuto. Ma i testi di Irène Némirovsky portano qua e là il marchio del terrore"<ref>Ibidem< name=autogenerato1 /ref>.
 
== Opere principali ==
Riga 98 ⟶ 122:
{{Vedi anche|Suite francese}}
''Suite francese'' è il titolo dei primi due "movimenti" di quello che avrebbe dovuto somigliare a un "Poema sinfonico" di Irène Némirovsky, composto da cinque parti, di cui solo le prime due sono state completate e pubblicate: Tempête en juin (Tempesta in giugno)- Dolce. Le altre: Captivité (Prigionia) - Batailles? (Battaglie) - La Paix? (La Pace) sono solo abbozzi.
E'È il romanzo della riscoperta della Némirovsky che, dopo circa cinquant'anni di oblio - grazie a ''Suite francese'' - viene ripubblicata in 38 lingue. La figlia maggiore, Denise, ha conservato il quaderno contenente il manoscritto di ''Suite française'', assieme ad altri scritti della madre, per cinquant'anni senza guardarlo, pensando che fosse un diario, che sarebbe stato troppo doloroso da leggere<ref>Olivier Philipponnat, Patrick Lienhardt, ''La vie d'Irène Némirovsky'', Parigi (Grasset Denoël) 2007, pp 189, ISBN 2-246-68721-7.</ref>. Alla fine del [[1990]], tuttavia, prende accordi per donare tutti gli scritti della Némirovsky ad un archivio francese. Dopo aver scoperto cosa contenevano i quaderni, ''Suite francese'' fu pubblicato in Francia nel 2004, e divenne presto un [[best- seller]]. Da allora è stato tradotto in 38 lingue e dal 2008 ha venduto due milioni e mezzo di copie.
 
* La prima parte ''"Temporale di giugno"'' racconta l'esodo di massa dei francesi che, all'arrivo delle truppe naziste, si sono spostati con figli, vecchi, malati e intere case caricate su veicoli di fortuna, rimasti poi senza benzina e abbandonati lungo il cammino. In questo grande affresco corale si distinguono quattro gruppi familiari: la '''Famigliafamiglia Péricand''', molto ricca, imparentata con altre famiglie altoborghesi di provincia. La casa è gestita dalla madre, Charlotte "La signora Péricand apparteneva a quel tipo di borghesi che hanno fiducia nel popolo. ''«Non sono cattivi, basta saperli prendere»'' diceva con il tono indulgente e un po' sconsolato che avrebbe usato per parlare di una bestia in gabbia"<ref name="Suite_francese_Adelphi">{{cita libro|titolo = Suite francese|autore = Irène Némirovsky|editore = Adelphi|curatore = Denise Epstein, Olivier Rubinstein|traduttore=Laura Frausin Guarino|p=415|isbn = 978-88-459-2016-5}}</ref>. '''Gabriel Corte''' scrittore, è un [[accademico di Francia]], quindi fa parte dei quaranta "immortali", come sono chiamati i membri a vita di quel sublime consesso. Deve prepararsi a lasciare Parigi per rifugiarsi a [[Vichy]], con la sua amante, Florence. La famiglia Michaud formata da una coppia piccolo-borghese: Maurice e Jeanne Michaud che lavorano presso la Banca del signor Corbin. Charlie Langelet, sessantenne, benestante, vecchio scapolo la cui grande passione è una collezione di porcellane. Si annovera tra gli "[[happy few]]". È molto [[snob]], evita l'eccessiva vicinanza del prossimo, per cui prova un generico disprezzo.
* Il secondo pezzo, ''"Dolce"'', è ambientato in una piccola città della campagna francese, Bussy (nella periferia ad est di Parigi), nei primi mesi, stranamente tranquilli, dell'occupazione tedesca. Qui vivono due donne: la vedova Angellier e Lucile sua nuora. Un ufficiale tedesco, Bruno von Falk, viene acquartierato in casa Angellier. Tra il giovane ufficiale ventiquattrenne e la sconsolata Lucile, scocca una scintilla di comprensione che presto diventa amore. I due non osano però incontrarsi e parlarsi. La suocera tiranneggia Lucile e la costringe a nascondersi, fino a che, un giorno che rientra inaspettata, coglie i due in atteggiamento affettuoso, coinvolti dalla dolcezza della musica suonata dall'ufficiale sul pianoforte di famiglia. È troppo: la vecchia si ritira nelle proprie stanze e dichiara di non volerne uscire più. Bruno mormora ''"Finalmente, sarà il paradiso"''<ref name="Suite_francese_Adelphi"/>. Lucile non ha ceduto ma, tutto intorno a lei, il paese ha finito per accogliere i soldati tedeschi come uomini, dimenticando che sono nemici - "Da lungo tempo il paese mancava di uomini, cosicché perfino questi, gli invasori, parevano al posto giusto. Loro lo intuivano e si crogiolavano beatamente al sole; vedendoli, le madri dei prigionieri e dei soldati uccisi in guerra invocavano sottovoce su di loro la maledizione del Cielo, ma le ragazze se li mangiavano con gli occhi... Nel cortile della scuola che hanno occupato prendono i pasti a torso e gambe nudi, solo con una specie di [[cache-sexe]]! Nella classe delle grandi che dà proprio su quel cortile siamo costretti a tenere le imposte chiuse per evitare che le bambine vedano..."<ref name="Suite_francese_Adelphi"/>.
|titolo = Suite francese
Il 12 giugno 1942, pochi giorni prima del suo arresto, dubita di avere il tempo necessario a concludere la grande opera intrapresa. Ha il presentimento che le resti poco da vivere, ma continua a redigere i suoi appunti, parallelamente alla stesura del libro. {{Citazione|''Il libro in sé deve dare l'impressione di essere semplicemente un episodio... com'è in realtà la nostra epoca, e indubbiamente tutte le epoche. La forma, dunque... ma dovrei dire piuttosto il ritmo: il ritmo in senso cinematografico... collegamenti delle parti fra loro. Tempête, Dolce, dolcezza e tragedia. Captivité? Qualcosa di smorzato, di soffocato, il più possibile cattivo. Dopo non so. L'importante – i rapporti fra le diverse parti dell'opera. Se conoscessi meglio la musica, credo che questo potrebbe aiutarmi. In mancanza della musica, quello che al cinema si chiama ritmo. Insomma, preoccuparsi da una parte della varietà e dall'altra dell'armonia. Nel cinema un film deve avere una unità, un tono, uno stile.''<ref>Lettere - 1936-1945</ref>}}
|autore = Irène Némirovsky
|editore = Adelphi
|curatore = Denise Epstein, Olivier Rubinstein
|altri = traduzione di Laura Frausin Guarino
|pagine = 415
|id = ISBN 9788845920165
}}</ref>. '''Gabriel Corte''' scrittore, è un [[Accademico di Francia]], quindi fa parte dei quaranta "immortali", come sono chiamati i membri a vita di quel sublime consesso. Deve prepararsi a lasciare Parigi per rifugiarsi a [[Vichy]], con la sua amante, Florence. La '''Famiglia Michaud''' formata da una coppia piccolo-borghese: Maurice e Jeanne Michaud che lavorano presso la Banca del signor Corbin. '''Charlie Langelet''', sessantenne, benestante, vecchio scapolo la cui grande passione è una collezione di porcellane. Si annovera tra gli "[[happy few]]". È molto [[snob]], evita l'eccessiva vicinanza del prossimo, per cui prova un generico disprezzo.
*Il secondo pezzo, ''"Dolce"'', è ambientato in una piccola città della campagna francese, [[Bussy]] (nella periferia ad est di Parigi), nei primi mesi, stranamente tranquilli, dell'occupazione tedesca. Qui vivono due donne: la vedova Angellier e Lucile sua nuora. Un ufficiale tedesco, Bruno von Frank, viene acquartierato in casa Angellier. Tra il giovane ufficiale ventiquattrenne e la sconsolata Lucile, scocca una scintilla di comprensione che presto diventa amore. I due non osano però incontrarsi e parlarsi. La suocera tiranneggia Lucile e la costringe a nascondersi, fino a che, un giorno che rientra inaspettata, coglie i due in atteggiamento affettuoso, coinvolti dalla dolcezza della musica suonata dall'ufficiale sul pianoforte di famiglia. È troppo: la vecchia si ritira nelle proprie stanze e dichiara di non volerne uscire più. Bruno mormora ''"Finalmente, sarà il paradiso"''<ref name="Suite_francese_Adelphi"/>. Lucile non ha ceduto ma, tutto intorno a lei, il paese ha finito per accogliere i soldati tedeschi come uomini, dimenticando che sono nemici - "Da lungo tempo il paese mancava di uomini, cosicché perfino questi, gli invasori, parevano al posto giusto. Loro lo intuivano e si crogiolavano beatamente al sole; vedendoli, le madri dei prigionieri e dei soldati uccisi in guerra invocavano sottovoce su di loro la maledizione del Cielo, ma le ragazze se li mangiavano con gli occhi... Nel cortile della scuola che hanno occupato prendono i pasti a torso e gambe nudi, solo con una specie di [[cache-sexe]]! Nella classe delle grandi che dà proprio su quel cortile siamo costretti a tenere le imposte chiuse per evitare che le bambine vedano..."<ref name="Suite_francese_Adelphi"/>.
Il 12 giugno 1942, pochi giorni prima del suo arresto, dubita di avere il tempo necessario a concludere la grande opera intrapresa. Ha il presentimento che le resti poco da vivere, ma continua a redigere i suoi appunti, parallelamente alla stesura del libro. {{quote|''Il libro in sé deve dare l'impressione di essere semplicemente un episodio... com'è in realtà la nostra epoca, e indubbiamente tutte le epoche. La forma, dunque... ma dovrei dire piuttosto il ritmo: il ritmo in senso cinematografico... collegamenti delle parti fra loro. Tempête, Dolce, dolcezza e tragedia. Captivité? Qualcosa di smorzato, di soffocato, il più possibile cattivo. Dopo non so. L'importante – i rapporti fra le diverse parti dell'opera. Se conoscessi meglio la musica, credo che questo potrebbe aiutarmi. In mancanza della musica, quello che al cinema si chiama ritmo. Insomma, preoccuparsi da una parte della varietà e dall'altra dell'armonia. Nel cinema un film deve avere una unità, un tono, uno stile.''<ref>Lettere - 1936-1945</ref>}}
 
=== ''David Golder'' ===
{{Vedi anche|David Golder}}
E'È il primo romanzo della Némirovsky: quello che le valse l'applauso di tutta la critica francese, una pesante accusa di antisemitismo e i commenti indignati della stampa ebraica. Venne pubblicato nel 1929 da Grasset, quando Irène aveva 26 anni. L'editore dubita che sia lei l'autrice e la interroga lungamente perché sospetta che stia coprendo uno scrittore famoso che vuole restare anonimo.
Il romanzo inizia con una conversazione tra Golder e il suo amico Simon Marcus, con il quale è in società da 26 anni. Assieme hanno fondato la ditta Golder & Marcus, "Golmar", con sedi a [[New York]], [[Londra]], [[Parigi]] e [[Berlino]]. Marcus ha fatto un investimento rischioso e ha perso. Ha tentato di imbrogliare Golder che però, comprando le informazioni dal segretario particolare di Marcus, lo ha scoperto e, anticipando le sue mosse, l'ha messo al tappeto. Ora Marcus chiede aiuto al vecchio amico ma, dopo l'ultimo diniego di Golder, se ne va. Quella notte stessa si suiciderà in un bordello, con grande scorno della moglie, cui non lascia nulla. Golder è malato ed ha frequenti attacchi di [[angina pectoris]] da cui si riprende a fatica. Il medico suggerisce alla moglie di avvertirlo che non potrà più affaticarsi. Ma Gloria - che lo vede solo come "una macchina per fare soldi - lo rassicura falsamente e lo incita a continuare, e a riprendere gli affari. Quando la figlia gli confessa di essersi venduta a un vecchio ebreo ricco e orribile, che vuole sposarla. Golder si ribella aall'idea di cedere unla sua proprietà a quello che per lui altro non è che un concorrente. In un soprassalto di vitalità decide di accettare la proposta del partner d'affari, il protestante Tübingen. Golder lascia Parigi e inizia un'estenuante trattativa con i sovietici, che lo porterà a [[Mosca (Russia)|Mosca]] e infine sul [[Mar Nero]]., Dovedove muore tra le braccia di un ragazzo ebreo, povero e sconosciuto, di cui "Osservavaosservava con sordo e doloroso piacere i movimenti delle mani, delle spalle... quei fremiti incessanti di tutto il corpo, quella voce impaziente, che mangiava le parole, quella smania di vita, quella giovane forza nervosa..."<ref>Irène Némirovsky - David Golder - Traduzione di Margherita Belardetti - Adelphi 2009, 4ª ediz., pp. 184 - isbn: 9788845923555</ref>.
 
=== ''I doni della vita'' ===
{{Vedi anche|I doni della vita}}
''"Les Biens de ce monde"'' è la saga degli Hardelot, cartai a [[Saint Elme]], piccola città nel Nord della Francia. La storia inizia nel [[1900]]. Gli Hardelot sono padroni della città. Il capofamiglia è il nonno, inflessibile e dispotico: quando il nipote Pierre decide di sposarsi con Agnès, che proviene da una famiglia della borghesia più minuta, l'intero paese è in subbuglio. Pierre ha scelto Agnes per amore, rompendo il fidanzamento con Simone, sua pari, erede di una cospicua fortuna su cui da tempo gli Hardelot avevano messo gli occhi. Adesso - per il nonno - Pierre è morto: espulso dalla fabbrica, bandito da Saint Elme, sua moglie Agnès non potrà mai varcare la soglia del "castello degli Hardelot". Poco male, perché nel 1914, l'intera città sarà distrutta dal passaggio dei soldati tedeschi.
E'È stato pubblicato postumo, nel [[1947]], dall'amico editore [[Albin Michel]]. Uno dei pochi a non aver voltato le spalle a Irène, durante gli anni più bui del [[collaborazionismo]] in [[Francia]]. A [[Issy-l'Évêque]], fra il [[1941]] e [[1942]] Irène Némirovsky, che come il marito porta la stella gialla, scrive "''La vie de Tchekhov''" e "''Les feux de l'automne''", che sarà pubblicato solo nella primavera del [[1957]], e pone mano a un'impresa ambiziosa, ''Suite française'', che non riuscirà a portare a termine. Nel frattempo scrive anche ''[[I doni della vita]]'': duecento pagine che costituiscono una sorta di antefatto al romanzo corale ''[[Suite francese]]''.
 
=== ''I cani e i lupi'' ===
{{Vedi anche|I cani e i lupi}}
'''''I cani e i lupi''''' viene pubblicato nel [[1940]] con il titolo francese ''Les chiens et les loups'' a [[Parigi]] ed è l'ultimo libro scritto da Irène Némirovsky. È stato ripubblicato in [[Germania]] nel [[2007]] dopo la riscoperta di ''[[Suite francese]]'' ([[2004]]). ''I cani e i lupi'' è la storia di Ada Sinner, nata all'inizio del XX Secolosecolo in Ucraina, in un [[ghetto]] ebraico, prima dello scoppio della prima guerra mondiale. Emigrata a Parigi viene nuovamente espulsa dalla [[Francia]] a causa delle malefatte del marito Ben.
Come la maggior parte dei romanzi di Irène Némirovsky, ''I Cani e lupi'' ([[1940]]) non è estraneo al vissuto personale della scrittrice. Racconta la storia di tre esuli sconsolati Ben, Harry e Ada. Il peso della società e l'ineluttabilità del destino sono al centro della narrazione, che evoca l'amore folle di due giovani ebrei uniti da un lontano ricordo.
A Parigi Ada e Harry si innamorano, Ben riesce a farsi affidare dagli zii gli affari della finanziaria. Sempre in viaggio come i suoi antenati, allarga a dismisura gli intressiinteressi della banca, facendosi coinvolgere in affari internazionali che finiscono per travolgerlo. L'unica possibilità di salvare gli affari della banca e il buon nome di Harry - che sarebbe coinvolto nel fallimento degli zii - è far intervenire la famiglia della moglie. Che accetta, a patto che Ada e Ben spariscano e Harry rientri nei ranghi.
Nel breve finale, Ben si è stabilito in Sud America, Ada trova un visto per un piccolo paese dell'Europa orientale, che è devastato dalla guerra civile e dagli scioperi. In un hotel, assistita da uno studente in medicina e da una levatrice improvvisata, Ada partorisce il figlio di Harry. Finalmente sente di poter dire "''noi''" - "''la pittura , il bambino, il coraggio. Con questòquesto si può vivere più che bene"'', disse Ada.<ref>Adelphi - "''I cani e i lupi''" - pg. 234</ref>
 
=== ''Il ballo'' ===
{{Vedi anche|Il ballo}}
Poco più che una novella (83 pagine) è considerata da molti critici un racconto perfetto<ref>Olivier Philipponnat, Patrick Lienhardt et Eva Moldenhauer, ''La vie d'Irène Nemirovsky'', Paris, Grasset,name=autogenerato2 2007</ref>. Fortemente autobiografico, racconta la storia di una giovane ragazza, Antoniette Kampf, che vive con i suoi genitori in un lussuoso appartamento di [[Parigi]]. Non è sempre stato così, il padre - che fa parte di quella galleria di personaggi ebraici per cui la Némirovsky è stata accusata di essere un'[[Ebreo che odia se stesso|ebrea che odia se stessa]] - ha dovuto lavorare sodo per accumulare una fortuna. La sua determinazione e mancanza di scrupoli lo ha portato al successo. La ragazzina ha quattordici anni. Non è più una bambina ma non è ancora un'adolescente. Ha un rapporto difficile con la madre, Rosine, che a sua volta ha avuto un passato piuttosto burrascoso, e - come il marito - è altrettanto determinata a farsi accettare dall'alta società parigina. A questo scopo invitano tutta la "gente che conta" ad un grande ballo che si terrà nella loro nuova casa, in occasione di una ricorrenza. Spendono liberamente per procurare ai propri ospiti cibi raffinati, champagne, un'orchestra per la musica della serata. Si prevede un ballo in grande stile. La figlia è entusiasta per la prospettiva, tuttavia, la madre non ha alcuna intenzione di lasciarla andare al ballo, anzi, le toglie anche la sua stanza - che verrà adibita a guardaroba - e la confina nello sgabuzzino. Vengono stampati e inviati (dovrebbe portarli proprio Antoniette), centinaia di inviti., Cheche la ragazzina getta nella [[Senna]], vendicandosi in questo modo del tradimento della madre, degli intrighi della governante Betty e della rozzezzarudezza del padre. Tutti gli inviti finiscono in acqua, tranne uno: quello della sua maestra di pianoforte. Che - insiemevecchia aparente una- parente povera,che invitata direttamente dalla madre -, sarà infatti l'unica a presentarsi, la sera del ballo. L'effetto comicodrammatico si ha nello sconcerto dei due padroni di casa che, non potendo indagare sulle ragioni di questa diserzione in massa, da parte di persone di cui non conoscono riti e costumi, congetturanofiniscono sulleper causelitigare delloduramente smaccotra eloro finisconorivelandosi peri rammaricarsireali soprattutto dello spreco delsentimenti ciboreciproci.
 
== Opere in italiano ==
Sono state inserite soltanto le opere conosciute pubblicate in italiano, per un elenco completo delle opere originali si rimanda alla consultazione della pagina wikipedia in lingua francese ed anche ai siti utilizzati come fonti.<ref>{{Cita web|url=http://www.sbn.it/opacsbn/opac/iccu/base.jsp|titolo=Opac nazionale italiano|accesso=13 febbraio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170616232729/http://www.sbn.it/opacsbn/opac/iccu/base.jsp|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita web|url= http://www.memorialdelashoah.org/upload/minisites/irene_nemirovsky/chronologie.html|titolo=Mémorial de la Shoah - Irène Némirovsky|accesso=13 febbraio 2018}}</ref>
 
=== Romanzi ===
== Opere letterarie apparse in Italia ==
*''Il malinteso'' ([[1923]]''Le Malentendu'', 1926) -<small> <br /> (trad. Marina Di Leo, [[Adelphi]], [[2010]]) <br /> trad. Marco Rinaldi, Newton Compton, 2013 </small>
*''La nemica'' (''L'Ennemie'', 1928) <small> pubblicato nel 1928 su una rivista letteraria con lo pseudonimo Pierre Nerey (ottenuto dall'anagramma di Irene: Nerey)<br /> trad. Monica Capuani, Elliot, 2013 <br /> trad. Cinzia Bigliosi, Astoria, 2013 <br /> trad. Maurizio Ferrara, Passigli, 2015 </small>
*''Un bambino prodigio'' ([[1926]]) - (trad. Vanna Lucattini Vogelmann, [[La Giuntina]], [[1995]])
*''[[David Golder]]'' ([[''David Golder'', 1929]]) -<small> <br /> (trad. Elena Piccolo, come ''Davide Golder'', Giuseppe Carabba, 1932; <br /> trad. Margherita Belardetti, [[Feltrinelli]], [[1992]]; [[poi Adelphi]], [[2006]]) <br /> trad. Alessandra Maestrini, Newton Compton, 2013 <br /> trad. Barbara Gambaccini, Edizioni Clandestine, 2017 </small>
*''[[Il ballo]]'' (''Le Bal'', 1930) <small> <br /> trad. Margherita Belardetti, Feltrinelli, 1989; poi Adelphi, 2005 e BUR, 2016 <br /> trad. Alessandra Di Lernia, Newton Compton, 2013 <br /> trad. Massimo De Pascale, EIR, 2014 <br/> trad. Annarita Tranfici, Montecovello, 2015 <br /> trad. Alessandro Fini, Fermento, 2015 <br /> trad. Lanfranco Binni, Garzanti, 2016 <br /> trad. Stefania Ricciardi, Mondadori, 2017 </small>
*''[[Il ballo]]'' ([[1930]]) - (trad. Margherita Belardetti, [[Feltrinelli]], [[1989]]; [[Adelphi]], [[2005]])
*''[[Come le mosche d'autunno]]'' ([[''Les Mouches d'automne'', 1931]]) -<small> <br /> (trad. [[Leonella Prato Caruso]], [[come ''Le mosche d'autunno'', Feltrinelli]], [[1989]]; <br /> trad. Graziella Cillario, [[Adelphi]], [[2007]]) <br /> trad. Alessandra di Lernia, Newton Compton, 2013 <br /> trad. Lanfranco Binni, Garzanti, 2017 </small>
*''L'affare Kurilov'' ([[''L'Affaire Courilof'', 1933]]) -<small> <br /> (trad. Lila Jahn, come ''L'affare Curilof'', Genio, 1934; <br /> trad. Marina Di Leo, [[Adelphi]], [[2009]]) </small>
*''Una pedina sulla scacchiera'' (''Le Pion sur l'échiquier'', 1934) <small> <br /> trad. Marina Di Leo, Adelphi, 2013 <br /> trad. Maurizio Mei, come ''La pedina sullo scacchiere'', EIR, 2013 <br /> trad. Maurizio Ferrara, come ''La pedina sulla scacchiera'', Passigli, 2016 <br /> trad. Fausta Cataldi Villari, come ''La pedina sulla scacchiera'', Newton Compton, 2016 <br /> trad. Antonia Dedda, Theoria, 2017 e Foschi, 2017 </small>
*''Il vino della solitudine'' ([[1935]]) - (trad. Fernanda Guzzoni, Elios, 1947; trad. Laura Frausin Guarino, [[Adelphi]], [[2011]])
*''Il vino della solitudine'' (''Le Vin de solitude'', 1935) <small> <br /> trad. Fernanda Guzzoni, Elios, 1947 <br /> trad. Laura Frausin Guarino, Adelphi, 2011 <br /> trad. Luisa Collodi, Newton Compton, 2013 </small>
*''Il signore delle anime'' ([[1939]]) - (trad. Marina Di Leo, [[Adelphi]], [[2011]])
*''[[Jezabel]]'' (''Jézabel'', 1936) <small> <br /> trad. Laura Frausin Guarino, Adelphi, 2007 <br /> trad. Alessandra Maestrini, Newton Compton, 2013 <br /> trad. Lanfranco Binni, Garzanti, 2014 </small>
*''Giorno d'estate'' ([[1935]]) - (trad. Antonio Castronuovo, [[Via del Vento edizioni|Via del Vento]], [[2009]])
*''[[Jezabel]]La preda'' ([[1936]]''La Proie'', 1938) -<small> <br /> (trad. Laura Frausin Guarino, [[Adelphi]], [[2007]])2012 <br /> trad. Maurizio Mei, EIR, 2013 <br /> trad. Marco Rinaldi, Newton Compton, 2013 </small>
*''[[Due (romanzo Irène Némirovsky)|''Due'']]'' ([[1936]]''Deux'', 1939) -<small> <br /> (trad. Laura Frausin Guarino, [[Adelphi]], [[2010]]) e BUR, 2016 <br /> trad. Tiziana Merani, Newton Compton, 2013 <br /> trad. Sara Amedei, Fermento, 2016 <br /> trad. Gabriella Mezzanotte, Mondadori, 2017 </small>
*''[[Il signore delle anime (Irène Némirovsky)|Il signore delle anime]]'' (''Les Échelles du Levant'', 1939; poi ''Le Maître des âmes'', post. 2005) <small> <br /> trad. Marina Di Leo, Adelphi, 2011 <br /> trad. Alessandra Maestrini, Newton Compton, 2013 </small>
*''[[La moglie di don Giovanni]]'' ([[1938]]) - (trad. Laura Frausin Guarino, [[Adelphi]], [[2006]])
*''[[I cani e i lupi]]'' (''Les Chiens et les Loups'', 1940) <small> <br /> trad. Marina Di Leo, Adelphi, 2008 <br /> trad. Luisa Collodi, Newton Compton, 2013 <br /> trad. Grazia Lettegri, Fermento, 2016 </small>
*''Notte in treno'' ([[1939]]) - (trad. Antonio Castronuovo, [[Via del Vento edizioni|Via del Vento]], [[2008]])
*''[[I doni della vita]]'' (''Les Biens de ce monde'', post. 1947, scritto 1940) <small> <br /> trad. Laura Frausin Guarino, Adelphi, 2009 <br /> trad. Alberto Gabrieli, come ''I beni di questo mondo'', EIR, 2013; poi Theoria, 2019 <br /> trad. Marisa Ferrarini, Newton Compton, 2013 <br /> trad. Adriana Latour, Fermento, 2015 <br /> trad. Lanfranco Binni, Garzanti, 2015 </small>
*''[[I cani e i lupi]]'' ([[1940]]) - (trad. Marina Di Leo, [[Adelphi]], [[2008]])
*''Il calore del sangue'' (''Chaleur du sang'', post. 2007, scritto 1941) <small> <br /> trad. Alessandra Berello, Adelphi, 2008 <br /> trad. Marco Rinaldi, Newton Compton, 2013 <br /> trad. Elisabetta Pellini, Edizioni Clandestine, 2018 </small>
*''[[I doni della vita]]'' (Scritto nel [[1941]]) - Prima edizione francese [[1947]] Ed. Albin Michel - (trad. Laura Frausin Guarino, [[Adelphi]], [[2009]])
*''I falò dell'autunno'' (''Les Feux de l'automne'', post. 1957, scritto 1941-1942) <small> <br /> trad. Laura Frausin Guarino, Adelphi, 2012 <br /> trad. Alessandra Mulas, come ''I fuochi dell'autunno'', Newton Compton, 2013 <br /> trad. Barbara Gambaccini, Edizioni Clandestine, 2016 </small>
* ''[[Suite francese]]'' (pubblicato postumo a cura di Denise Epstein e Olivier Rubinstein, nel [[2004]] dopo il ritrovamento del manoscritto) - (trad. Laura Frausin Guarino, [[Adelphi]], [[2005]])
*''[[Suite francese]]'' (''Suite française'', post. 2004, incompiuto) <small> <br /> trad. Laura Frausin Guarino, Adelphi, 2005 e BUR, 2016 <br /> trad. Fausta Cataldi Villari, Newton Compton, 2013 <br /> trad. A. Pavia, EIR, 2014 <br /> trad. Lanfranco Binni, Garzanti, 2014 <br /> trad. Cinzia Bigliosi, Feltrinelli, 2014 <br /> trad. Loredana Zagaglini, Fermento, 2015 <br /> trad. Gabriella Mezzanotte, Mondadori, 2016 <br /> trad. C. Alberti, Foschi, 2017 </small>
*''Il calore del sangue'' (pubblicato postumo a cura di Olivier Philipponnat e Patrick Lienhardt, nel [[2007]] dopo il ritrovamento del manoscritto) - (trad. Alessandra Berello, [[Adelphi]], [[2008]])
*''I falò dell'autunno'' (pubblicato postumo nella versione ritrovata da Teresa M. Lussone) - (trad. Laura Frausin Guarino, nota di Olivier Philipponnat, [[Adelphi]], [[2012]])
*''[[Nascita di una rivoluzione]]'' (tre racconti inediti, prefazione di Susanne Scholl, traduzione di Monica Capuani, [[Castelvecchi]], [[2012]])
*''[[La vita di Cechov]]'' (traduzione di Monica Capuani, [[Castelvecchi Editore, 2012]])
*''[[La sinfonia di Parigi e altri racconti]]'' (traduzione di Ilaria Piperno, [[Elliot Edizioni, 2012]])
 
=== Racconti ===
== Opere non ancora apparse in Italia ==
*''Nonoche dalla chiaroveggente'' (''Nonoche chez l'extra-lucide'', 1921) <small> <br /> trad. Maurizio Mei, EIR, 2013; poi Theoria, 2018 <br /> trad. Loretta Santini, Elliot, 2017 </small>
Presso le edizioni Le Livre de Poche nella collana "[[La Pochothèque]]" nel [[2011]] è uscita in due volumi la raccolta completa delle opere:
*''Nonoche al Louvre'' (''Nonoche au Louvre'', post. 2012, scritto 1921) <small> <br /> trad. Maurizio Mei, EIR, 2013; poi Theoria, 2018 <br /> trad. Loretta Santini, Elliot, 2017 <br /> trad. Alessandro Mola, Garzanti, 2021 </small>
*''Oeuvres complètes'', tome I, 1918 pp. ISBN 9782253088578
*''Nonoche in vacanza'' (''Nonoche au vert'', post. 2012, scritto 1921) <small> <br /> trad. Maurizio Mei, EIR, 2013; poi Theoria, 2018 <br /> trad. Loretta Santini, Elliot, 2017 </small>
*''Oeuvres complètes'', tome II, 2000 pp. ISBN 9782253088585
*''Nonoche al cinema'' (''Nonoche au ciné'', post. 2012, scritto 1921) <small> <br /> trad. Maurizio Mei, EIR, 2013; poi Theoria, 2018 <br /> trad. Loretta Santini, Elliot, 2017 </small>
*''La Njanja'' (''La Niania'', 1924) <small> <br /> trad. Maurizio Mei, EIR, 2013; poi Theoria, 2018 <br /> trad. Maurizio Ferrara, come ''La Niania'', Passigli, 2014 </small>
*''Un bambino prodigio'' (''L'Enfant génial'', 1927; poi ''Un Enfant prodige'', post. 1992) <small> <br /> trad. Vanna Lucattini Vogelmann, Giuntina, 1995 <br /> trad. Maurizio Ferrara, come ''Il bambino prodigio'', Passigli, 2014 </small>
*''La sinfonia di Parigi'' (''La Symphonie de Paris'', post. 2011, scritto 1931) <small> <br /> trad. Ilaria Piperno, Elliot, 2012 <br /> trad. Alessandro Mola, Garzanti, 2021 </small>
*''Natale'' (''Noël'', post. 2011, scritto 1931) <small> <br /> trad. Ilaria Piperno, Elliot, 2012 <br /> trad. Alessandro Mola, come ''Natale a Parigi'', Garzanti, 2021 </small>
*''Carnevale a Nizza'' (''Carnaval de Nice'', post. 2011, scritto 1931) <small> <br /> trad. Ilaria Piperno, Elliot, 2012 <br /> trad. Alessandro Mola, Garzanti, 2021 </small>
*''Film parlato'' (''Film parlé'', 1931) <small> <br /> trad. Marina Di Leo, Adelphi, 2013 <br /> trad. Monica Capuani, Elliot, 2013 <br /> trad. Massimo De Pascale, EIR, 2013; poi Theoria, 2018 </small>
*''La commedia borghese'' (''La Comédie bourgeoise'', 1932) <small> <br /> trad. Monica Capuani, Elliot, 2013 <br /> trad. Massimo De Pascale, EIR, 2013; poi Theoria, 2018 <br /> trad. Simona Mambrini, Adelphi, 2014 <br /> trad. Maurizio Ferrara, Passigli, 2018</small>
*''Un pranzo in settembre'' (''Un Déjeuner en Septembre'', 1933) <small> <br /> trad. Maurizio Ferrara e Gennaro Lauro, Passigli, 2013 <br /> trad. Antonio Castronuovo, come ''Un pranzo a settembre'', Stampa Alternativa, 2013 <br /> trad. Maurizio Mei, EIR, 2013; poi Theoria, 2018 </small>
*''Natività'' (''Nativité'', 1933) <small> <br /> trad. Maurizio Ferrara e Gennaro Lauro, Passigli, 2013 <br /> trad. Antonio Castronuovo, Stampa Alternativa, 2013 <br /> trad. Maurizio Mei, EIR, 2013; poi Theoria, 2018 </small>
*''Eco'' (''Écho'', 1934) <small> <br /> trad. Marina Di Leo, Adelphi, 2013 <br /> trad. Maurizio Ferrara e Gennaro Lauro, Passigli, 2013 <br /> trad. Maurizio Mei, EIR, 2013; poi Theoria, 2018 </small>
*''Le sponde felici'' (''Les Rivages heureux'', 1934) <small> <br /> trad. Maurizio Ferrara e Gennaro Lauro, Passigli, 2013 <br /> trad. Maurizio Mei, come ''Rive felici'', EIR, 2013; poi Theoria, 2018 <br /> trad. Stefania Ricciardi, Mondadori, 2017 </small>
*''I fumi del vino'' (''Les Fumées du vin'', 1934) <small> <br /> trad. Monica Capuani, Elliot, 2013 <br /> trad. Massimo De Pascale, EIR, 2013; poi Theoria, 2018 </small>
*''Ida'' (''Ida'', 1934) <small> <br /> trad. Monica Capuani, Elliot, 2013 <br /> trad. Massimo De Pascale, EIR, 2013; poi Theoria, 2018 <br /> trad. Simona Mambrini, Adelphi, 2014 <br /> trad. Stefania Ricciardi, Mondadori, 2017 <br /> trad. Maurizio Ferrara, Passigli, 2017 </small>
*''Domenica'' (''Dimanche'', 1934) <small> <br /> trad. Maurizio Ferrara e Gennaro Lauro, Passigli, 2013 <br /> trad. Antonio Castronuovo, Stampa Alternativa, 2013 <br /> trad. Maurizio Mei, EIR, 2013; poi Theoria, 2018 <br /> trad. Simona Mambrini, Adelphi, 2014 <br /> trad. Stefania Ricciardi, Mondadori, 2017 </small>
*''Giorno d'estate'' (''Jour d'été'', 1935) <small> <br /> trad. Antonio Castronuovo, Via del Vento, 2009 <br /> trad. Maurizio Ferrara e Gennaro Lauro, Passigli, 2013 <br /> trad. Antonio Castronuovo, Stampa Alternativa, 2013 <br /> trad. Monica Capuani, come ''Un giorno d'estate'', Elliot, 2013 <br /> trad. Massimo De Pascale, EIR, 2013; poi Theoria, 2018 <br /> trad. Alessandro Mola, Garzanti, 2021 </small>
*''L'inizio e la fine'' (''Le Commencement et la Fin'', 1935) <small> <br /> trad. Antonio Castronuovo, Via del Vento, 2013 <br /> trad. Maurizio Ferrara e Gennaro Lauro, Passigli, 2013 <br /> trad. Antonio Castronuovo, Stampa Alternativa, 2013 <br /> trad. Monica Capuani, Elliot, 2013 <br /> trad. Massimo De Pascale, come ''Il principio e la fine'', EIR, 2013; poi Theoria, 2018 <br /> trad. Simona Mambrini, Adelphi, 2014 </small>
*''Un amore in pericolo'' (''Un amour en danger'', 1936) <small> <br /> trad. Maurizio Ferrara e Gennaro Lauro, Passigli, 2013 <br /> trad. Monica Capuani, Elliot, 2013 <br /> trad. Massimo De Pascale, EIR, 2013; poi Theoria, 2018 </small>
*''Legami di sangue'' (''Les Liens du sang'', 1936) <small> <br /> trad. Maurizio Ferrara e Gennaro Lauro, come ''Vincoli di sangue'', Passigli, 2013 <br /> trad. Monica Capuani, Elliot, 2013 <br /> trad. Massimo De Pascale, EIR, 2013; poi Theoria, 2018 <br /> trad. Simona Mambrini, Adelphi, 2014 </small>
*''Fraternità'' (''Fraternité'', 1937) <small> <br /> trad. Antonio Castronuovo, Stampa Alternativa, 2013 <br /> trad. Stefania Ricciardi, Mondadori, 2017 <br /> trad. Massimo De Pascale, EIR, 2013; poi Theoria, 2018 <br /> trad. Maurizio Ferrara, Passigli, 2014 </small>
*''Epilogo'' (''Epilogue'', 1937) <small> <br /> trad. Maurizio Ferrara e Gennaro Lauro, Passigli, 2013 <br /> trad. Massimo De Pascale, EIR, 2013; poi Theoria, 2018 </small>
*''Nascita di una rivoluzione'' (''Naissance d'une révolution'', 1938) <small> <br /> trad. Monica Capuani, Castelvecchi, 2012 <br /> trad. Maurizio Ferrara, Passigli, 2014 </small>
*''Magia'' (''Magie'', 1938) <small> <br /> trad. Monica Capuani, Castelvecchi, 2012 <br /> trad. Marina Di Leo, Adelphi, 2013 <br /> trad. Massimo De Pascale, EIR, 2013; poi Theoria, 2018 <br /> trad. Maurizio Ferrara, Passigli, 2014 </small>
*''Siamo stati felici'' (''Nous avons été heureux'', 1938) <small> <br /> trad. Maurizio Ferrara e Gennaro Lauro, Passigli, 2013 <br /> trad. Massimo De Pascale, EIR, 2013; poi Theoria, 2018 </small>
*''Speranze'' (''Espoirs'', 1938) <small> <br /> trad. Massimo De Pascale, EIR, 2013; poi Theoria, 2018 <br /> trad. Maurizio Ferrara, Passigli, 2014 </small>
*''La confidenza'' (''La Confidence'', 1938) <small> <br /> trad. Antonio Castronuovo, Via del Vento, 2013 <br /> trad. Massimo De Pascale, EIR, 2013; poi Theoria, 2018 <br /> trad. Simona Mambrini, Adelphi, 2014 <br /> trad. Maurizio Ferrara, Passigli, 2014 </small>
*''[[La moglie di don Giovanni]]'' (''La Femme de Don Juan'', 1938) <small> <br /> trad. Massimo De Pascale, EIR, 2013; poi Theoria, 2018 <br /> trad. Maurizio Ferrara, Passigli, 2014 <br /> trad. Laura Frausin Guarino, Adelphi, 2006 <br /> trad. Stefania Ricciardi, Mondadori, 2017 </small>
*''Notte in treno'' (''La Nuit en wagon'', 1939) <small> <br /> trad. Antonio Castronuovo, Via del Vento, 2011; poi Stampa Alternativa, 2013 <br /> trad. Massimo De Pascale, EIR, 2013; poi Theoria, 2018 <br /> trad. Maurizio Ferrara, come ''La notte in vagone'', Passigli, 2014 </small>
*''Come grandi bambini'' (''Comme de grands enfants'', 1939) <small> <br /> trad. Maurizio Ferrara e Gennaro Lauro, Passigli, 2013 <br /> trad. Massimo De Pascale, EIR, 2013; poi Theoria, 2018 </small>
*''Emilie Plater'' (''Emilie Plater'', 1939) <small> <br /> trad. Monica Capuani, Castelvecchi, 2012 <br /> trad. Massimo De Pascale, come ''Emilia Plater'', EIR, 2013; poi Theoria, 2018 <br /> trad. Maurizio Ferrara, Passigli, 2014 </small>
*''Lo spettatore'' (''Le Spectateur'', 1939) <small> <br /> trad. Antonio Castronuovo, Stampa Alternativa, 2013 <br /> trad. Massimo De Pascale, EIR, 2013; poi Theoria, 2018 <br /> trad. Maurizio Ferrara, Passigli, 2014 </small>
*''A causa delle circostanze'' (''En raison des circonstances'', 2009, scritto 1940) <small> <br /> trad. Marina Di Leo, Adelphi, 2013 <br /> trad. Massimo De Pascale, EIR, 2013; poi Theoria, 2018 <br /> trad. Maurizio Ferrara, Passigli, 2014 </small>
*''Aino'' (''Aïno'', 1940) <small> <br /> trad. Alberto Gabrieli, EIR, 2013; poi Theoria, 2018 <br /> trad. Maurizio Ferrara, Passigli, 2014 <br /> trad. Stefania Ricciardi, Mondadori, 2017 </small>
*''Sortilegio'' (''Le Sortilège'', 1940) <small> <br /> trad. Maurizio Ferrara e Gennaro Lauro, Passigli, 2013 <br /> trad. Alberto Gabrieli, come ''Il sortilegio'', EIR, 2013; poi Theoria, 2018 </small>
*''… e lo amo ancora'' (''... et je l'aime encore'', 1940) <small> <br /> trad. Maurizio Ferrara e Gennaro Lauro, Passigli, 2013 <br /> trad. Antonio Castronuovo, come ''…E io l'amo ancora'', Stampa Alternativa, 2013 <br /> trad. Alberto Gabrieli, come ''… e l'amo ancora'', EIR, 2013; poi Theoria, 2018 </small>
*''La partenza per la festa'' (''Le Départ pour la fête'', 1940) <small> <br /> trad. Maurizio Ferrara e Gennaro Lauro, Passigli, 2013 <br /> trad. Antonio Castronuovo, Stampa Alternativa, 2013 <br /> trad. Alberto Gabrieli, EIR, 2013; poi Theoria, 2018 <br /> trad. Simona Mambrini, Adelphi, 2014 </small>
*''L'altra ragazza'' (''L'autre jeune fille'', 1940) <small> <br /> trad. Maurizio Ferrara e Gennaro Lauro, Passigli, 2013 <br /> trad. Alberto Gabrieli, EIR, 2013; poi Theoria, 2018 </small>
*''Il signor Rose'' (''Monsieur Rose'', 1940) <small> <br /> trad. Alberto Gabrieli, EIR, 2013; poi Theoria, 2018 <br /> trad. Maurizio Ferrara, Passigli, 2014 <br /> trad. Stefania Ricciardi, Mondadori, 2017 </small>
*''Le carte'' (''Les cartes'', 2009, scritto 1940) <small> <br /> trad. Marina Di Leo, Adelphi, 2013 <br /> trad. Alberto Gabrieli, EIR, 2013; poi Theoria, 2018 <br /> trad. Maurizio Ferrara, Passigli, 2014 </small>
*''La paura'' (''La peur'', 2009, scritto 1940) <small> <br /> trad. Marina Di Leo, Adelphi, 2013 <br /> trad. Alberto Gabrieli, EIR, 2013; poi Theoria, 2018 <br /> trad. Maurizio Ferrara, Passigli, 2014 </small>
*''Destini'' (''Destinées'', 1940) <small> <br /> trad. Antonio Castronuovo, Stampa Alternativa, 2013 <br /> trad. Alberto Gabrieli, EIR, 2013; poi Theoria, 2018 <br /> trad. Maurizio Ferrara, Passigli, 2014 </small>
*''La confidente'' (''La Confidente'', 1941) <small> <br /> trad. Maurizio Ferrara e Gennaro Lauro, Passigli, 2013 <br /> trad. Alberto Gabrieli, EIR, 2013; poi Theoria, 2018 <br /> trad. Simona Mambrini, Adelphi, 2014 <br /> trad. Antonio Castronuovo, La scuola di Pitagora, 2018 </small>
*''La sconosciuta'' (''L'inconnue'', 2009, scritto 1941?) <small> <br /> trad. Marina Di Leo, Adelphi, 2013 <br /> trad. Alberto Gabrieli, EIR, 2013; poi Theoria, 2018 <br /> trad. Maurizio Ferrara, Passigli, 2014 </small>
*''Il galantuomo'' (''L'Honnête homme'', 1941) <small> <br /> trad. Maurizio Ferrara e Gennaro Lauro, Passigli, 2013 <br /> trad. Alberto Gabrieli, EIR, 2013; poi Theoria, 2018 </small>
*''Lo sconosciuto'' (''L'Inconnu'', 1941) <small> <br /> trad. Maurizio Ferrara e Gennaro Lauro, Passigli, 2013 <br /> trad. Antonio Castronuovo, Stampa Alternativa, 2013 <br /> trad. Alberto Gabrieli, EIR, 2013; poi Theoria, 2018 <br /> trad. Giovanni Ibba, EDB, 2017 </small>
*''I fantasmi'' (''Les Revenants'', 1941) <small> <br /> trad. Marina Di Leo, Adelphi, 2013 <br /> trad. Maurizio Ferrara e Gennaro Lauro, come ''Gli spettri'', Passigli, 2013 <br /> trad. Alberto Gabrieli, come ''Gli spettri'', EIR, 2013; poi Theoria, 2018 </small>
*''L'Orchessa'' (''L'Ogresse'', 1941) <small> <br /> trad. Maurizio Ferrara e Gennaro Lauro, Passigli, 2013 <br /> trad. Alberto Gabrieli, come ''L'orchessa'', EIR, 2013; poi Theoria, 2018 <br /> trad. Simona Mambrini, Adelphi, 2014 <br /> trad. Stefania Ricciardi, Mondadori, 2017 </small>
*''Quella sera'' (''Ce soir-là'', 2011, scritto 1942) <small> <br /> trad. Alberto Gabrieli, EIR, 2013; poi Theoria, 2018 <br /> trad. Maurizio Ferrara, come ''Quella sera…'', Passigli, 2014 </small>
*''La ladra'' (''La voleuse'', 2009, scritto 1942) <small> <br /> trad. Marina Di Leo, Adelphi, 2013 <br /> trad. Alberto Gabrieli, EIR, 2013; poi Theoria, 2018 <br /> trad. Maurizio Ferrara, Passigli, 2014 </small>
*''L'amico e la moglie'' (''L'ami et la femme'', 2009, scritto 1942) <small> <br /> trad. Marina Di Leo, Adelphi, 2013 <br /> trad. Alberto Gabrieli, EIR, 2013; poi Theoria, 2018 <br /> trad. Maurizio Ferrara, Passigli, 2014 <br /> trad. Antonio Castronuovo, La scuola di Pitagora, 2018 </small>
*''L'incendio'' (''L'Incendie'', 1942) <small> <br /> trad. Maurizio Ferrara e Gennaro Lauro, Passigli, 2013 <br /> trad. Antonio Castronuovo, Stampa Alternativa, 2013 <br /> trad. Alberto Gabrieli, EIR, 2013; poi Theoria, 2018 </small>
*''La Grand Allée'' (''La Grande Allée'', 2009, scritto 1942) <small> <br /> trad. Marina Di Leo, Adelphi, 2013 <br /> trad. Alberto Gabrieli, come ''Il Grande Viale'', EIR, 2013; poi Theoria, 2018 <br /> trad. Maurizio Ferrara, come ''La Grande Allée'', Passigli, 2014 </small>
*''Le vergini'' (''Les vierges'', 1942) <small> <br /> trad. Marina Di Leo, Adelphi, 2013 <br /> trad. Maurizio Ferrara e Gennaro Lauro, Passigli, 2013 <br /> trad. Antonio Castronuovo, Stampa Alternativa, 2013 <br /> trad. Alberto Gabrieli, EIR, 2013; poi Theoria, 2018 <br /> trad. Stefania Ricciardi, Mondadori, 2017 </small>
*''Un bel matrimonio'' (''Un Beau mariage'', post. 1943, scritto 1942) <small> <br /> trad. Alberto Gabrieli, EIR, 2013; poi Theoria, 2018 <br /> trad. Maurizio Ferrara, Passigli, 2014 <br /> trad. Antonio Castronuovo, La scuola di Pitagora, 2018 </small>
 
=== Altro ===
*''Scritti sul teatro'' (recensioni teatrali apparse nel 1934 sul quotidiano francese “Aujourd'hui”) <small> <br /> trad. Marta Albertella, Il melangolo, 2015 </small>
*''La vita di Cechov'' (''La Vie de Tchekhov'', post. 1946, scritto 1940) <small> <br /> trad. Monica Capuani, Castelvecchi, 2012 </small>
 
=== Raccolte ===
*''La sinfonia di Parigi e altri racconti'', Roma, Elliot, 2012 <small> <br /> contiene ''La sinfonia di Parigi'', ''Natale'' e ''Carnevale a Nizza'' </small>
*''Nascita di una rivoluzione'', Roma, Castelvecchi, 2012 <small> <br /> contiene ''Nascita di una rivoluzione'', ''Magia'' e ''Emilie Plater'' </small>
*''Film parlato e altri racconti'', a cura e con un saggio di Olivier Philipponat, trad. di Marina Di Leo, Milano, Adelphi, 2013 <small> <br /> contiene ''Film parlato'', ''Eco'', ''Magia'', ''A causa delle circostanze'', ''Le carte'', ''La paura'', ''La sconosciuta'', ''La ladra'', ''I fantasmi'', ''L'amico e la moglie'', ''La Grand Allée'' e ''Le vergini'' </small>
*''Siamo stati felici'', Bagno a Ripoli, Passigli, 2013 <small> <br /> contiene ''Un pranzo in settembre'', ''Le sponde felici'', ''Un amore in pericolo'', ''Epilogo'', ''Siamo stati felici'', ''Come grandi bambini'', ''… e lo amo ancora'', ''Gli spettri'' e ''Le vergini'' </small>
*''Giorno d'estate'', Bagno a Ripoli, Passigli, 2013 <small> <br /> contiene ''Natività'', ''Domenica'', ''Giorno d’estate'', ''L'inizio e la fine'' e ''Vincoli di sangue'' </small>
*''Sortilegio'', Bagno a Ripoli, Passigli, 2013 <small> <br /> contiene ''Eco'', ''Sortilegio'', ''La partenza per la festa'', ''L'altra ragazza'', ''La confidente'', ''Il galantuomo'', ''Lo sconosciuto'', ''L'Orchessa'' e ''L'incendio''</small>
*''L'incendio e altri racconti'', Roma, Stampa Alternativa, 2013 <small> <br /> contiene ''Un pranzo a settembre'', ''Natività'', ''Domenica'', ''Giorno d'estate'', ''L'inizio e la fine'', ''Fraternità'', ''Notte in treno'', ''Lo spettatore'', ''Il sortilegio'', ''…E io l'amo ancora'', ''La partenza per la festa'', ''Destini'', ''Lo sconosciuto'', ''L'incendio'' e ''Le vergini'' </small>
*''Un amore in pericolo'', Roma, Elliot, 2013 <small> <br /> contiene ''Un giorno d'estate'', ''Un amore in pericolo'' e ''L'inizio e la fine'' </small>
*''La commedia borghese'', Roma, Elliot, 2013 <small> <br /> contiene ''I fumi del vino'', ''Film parlato'', ''Ida'', ''La commedia borghese'' </small>
*''Tutti i racconti (1921-1934)'', Roma, EIR, 2013; poi in ''Tutti i racconti (1921-1937)'', Theoria, 2018 <small> <br /> contiene ''Nonoche dalla chiaroveggente'', ''Nonoche al Louvre'', ''Nonoche in vacanza'', ''Nonoche al cinema'', ''La Njanja'', ''Un pranzo in settembre'', ''Natività'', ''Domenica'', ''Eco'', ''Rive felici'', ''I fumi del vino'', ''Film parlato'', ''Ida'' e ''La commedia borghese'' </small>
*''Tutti i racconti (1935-1939)'', Roma, EIR, 2013; poi in ''Tutti i racconti (1921-1937)'' e in ''Tutti i racconti (1938-1942)'', Theoria, 2018 <small> <br /> contiene ''Giorno d'estate'', ''Il principio e la fine'', ''Un amore in pericolo'', ''Legami di sangue'', ''Fraternità'', ''Epilogo'', ''Magia'', ''Siamo stati felici'', ''Speranze'', ''La confidenza'', ''La moglie di Don Giovanni'', ''Notte in treno'', ''Come dei bambini grandi'', ''A causa delle circostanze'', ''Emilia Plater'' e ''Lo spettatore'' </small>
*''Tutti i racconti (1940-1942)'', Roma, EIR, 2013; poi in ''Tutti i racconti (1938-1942)'', Theoria, 2018 <small> <br /> contiene ''Aino'', ''Il sortilegio'', ''… e l'amo ancora'', ''La partenza per la festa'', ''L’altra ragazza'', ''Il signor Rose'', ''La paura'', ''Le carte'', ''Destini'', ''La confidente'', ''La sconosciuta'', ''Il galantuomo'', ''Lo sconosciuto'', ''Gli spettri'', ''L'orchessa'', ''Quella sera'', ''L'amico e la moglie'', ''La ladra'', ''L'incendio'', ''Il Grande Viale'', ''Le vergini'' e ''Un bel matrimonio'' </small>
*''I capolavori'', Roma, Newton Compton, 2013 <small> <br /> contiene ''Il malinteso'', ''Il ballo'', ''David Golder'', ''Come le mosche d'autunno'', ''Il vino della solitudine'', ''Jezabel'', ''La preda'', ''Il calore del sangue'', ''Il signore delle anime'', ''Due'', ''I cani e i lupi'', ''I fuochi dell'autunno'', ''I doni della vita'' e ''Suite francese'' </small>
*''L'Orchessa e altri racconti'', trad. di Simona Mambrini, Milano, Adelphi, 2014 <small> <br /> contiene ''La commedia borghese'', ''Ida'', ''Domenica'', ''L'inizio e la fine'', ''Legami di sangue'', ''La confidenza'', ''La partenza per la festa'', ''La confidente'' e ''L'Orchessa'' </small>
*''Speranze e destini'', Bagno a Ripoli, Passigli, 2014 <small> <br /> contiene ''Fraternità'', ''Nascita di una rivoluzione'', ''Magia'', ''Speranze'', ''La confidenza'', ''La notte in vagone'', ''Lo spettatore'', ''Aino'', ''Il signor Rose'' e ''Destini'' </small>
*''La sconosciuta'', Bagno a Ripoli, Passigli, 2014 <small> <br /> contiene ''La Niania'', ''La moglie di don Giovanni'', ''A causa delle circostanze'', ''Emilie Plater'', ''La paura'', ''Le carte'', ''La sconosciuta'', ''Quella sera…'', ''L'amico e la moglie'', ''La ladra'', ''La Grande Allée'' e ''Un bel matrimonio'' </small>
*''Nonoche. Dialoghi comici'', Roma, Elliot, 2017 <small> <br /> contiene ''Nonoche dalla chiaroveggente'', ''Nonoche al Louvre'', ''Nonoche in vacanza'' e ''Nonoche al cinema'' </small>
*''Il ballo e altri racconti'', Milano, Mondadori, 2017 <small> <br /> contiene ''Il ballo'', ''Ida'', ''Domenica'', ''Le sponde felici'', ''Fraternità'', ''La moglie di don Giovanni'', ''Aino'', ''Il signor Rose'', ''L'Orchessa'' e ''Le vergini'' </small>
*''Storie di coppia'', Napoli, La scuola di Pitagora, 2018 <small> <br /> contiene ''La confidente'', ''Un bel matrimonio'' e ''L'amico e la moglie'' </small>
*''La sinfonia di Parigi'', Milano, Garzanti, 2021 <small> <br /> contiene ''La sinfonia di Parigi'', ''Nonoche al Louvre'' e ''Giorno d'estate'' </small>
*''Natale a Parigi'', Milano, Garzanti, 2021 <small> <br /> contiene ''Natale a Parigi'' e ''Il carnevale di Nizza'' </small>
*''Il Carnevale di Nizza e altri racconti'', trad. e cura di Teresa Lussone, Milano, Adelphi, 2025, ISBN 978-88-459-3838-2. [contiene 17 testi]
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* {{it}}Olivier Philipponnat, Patrick Lienhardt, ''La vita di Irène Némirovsky [Brossura] - Olivier Philipponnat (Autore)'', Patricktradotto Lienhardt (Autore),da G. Cillario (Traduttore) - Brossura: 515 pagine - Editore:, Adelphi (9 settembre, 2009) -, Collana: La collana dei casi, -pp.&nbsp;515. Lingua: ItalianoISBN 978- ISBN88-10: 8845924149 459- ISBN2414-13: 978-88459241499
* {{fr}} Olivier Philipponnat, Patrick Lienhardt et Eva Moldenhauer, ''La vie d'Irène Nemirovsky'', Paris, Grasset, 2007
* {{de}} Olivier Philipponnat, Patrick Lienhardt: ''Irène Némirovsky: die Biographie.'' Übersetzung Eva Moldenhauer. Knaus, München 2010, ISBN 978-3-8135-0341-8.
* http://www.laviedesidees.fr/Les-ambiguites-d-Irene-Nemirovsky.html?lang=fr
* http://www.unive.it/media/allegato/dep/n8-2008/ricerche-saggi/L_Zecchi.pdf {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20170329135806/http://www.unive.it/media/allegato/dep/n8-2008/ricerche-saggi/L_Zecchi.pdf |date=29 marzo 2017 }}
* Irène Némirovsky - Michèle Hecquet - Université de Lille - Nuit blanche, le magazine du livre, Numéro 84, automne 2001, p. &nbsp;58-61
* Myriam Anassimov, Postfazione di ''Suite francese'', Milano, Adelphi 2005
* Olivier Carpet: ''Irène Némirovsky, un destin en images.'' Éditions Denoël, Paris 2010, ISBN 978-2-207-10974-8.
* Alexandra König: ''„Pour redonner à la vie ce goût âpre et fort“. Irène Némirovsky. Autorin der dreißiger Jahre.'' In: Renate Kroll (Hrsg.): ''Gender studies in den romanischen Literaturen.'' Dipa, Frankfurt 1999, ISBN 3-7638-0526-5, S. 95-113. (Reihe: Siegener Frauenforschung 7)
* Martina Stemberger: ''Irène Némirovsky. Phantasmagorien der Fremdheit.'' Königshausen & Neumann, Würzburg, 2006, ISBN 3-8260-3313-2. (Reihe[[collana editoriale|Serie]]: ''Epistemata. Literaturwissenschaft'', BdVol. 566)
* Alexandra König: ''Littérature feminine? Französische Romanautorinnen der dreißiger Jahre.'' M-Press, München 2005, ISBN 3-89975-512-X. (Reihe: Forum Europäische Literatur 3)
* Wolfgang Schwarzer: ''Irène Némirovsky 1903 - 1942.'' In: Jan-Pieter Barbian (Red.): ''Vive la littérature! Französische Literatur in deutscher Übersetzung.'' Hg. & Verlag [[Stadtbibliothek Duisburg]], ISBN 978-3-89279-656-5, S. 24.
* [[Elke Schmitter]]: ''Irene Nemirowsky: Im Koffer ein Weltuntergang.'' In: ''Leidenschaften. 99 Autorinnen der Weltliteratur.'' München 2009, ISBN 978-3-570-01048-8, S. 395–399.
* ''Irène Némirovsky, biographie'', {{Lien|fr=Jonathan M. Weiss|lang=en|trad=Jonathan M. Weiss|texte=Jonathan Weiss}}, Paris, Éditions du Félin, 2005 - <small>ISBN 2-86645-599-1</small>
* «  Le grand portrait, Irène Némirovsky  », ''Le Monde 2'', supplément du ''[[Le Monde|Monde]]'' {{}} 19472, {{}} 185, {{1er}} septembre 2007.
*[ {{cita testo|url=http://www.laviedesidees.fr/Les-ambiguites-d-Irene-Nemirovsky.html |titolo=«  Les “ambiguïtés” d'Irène Némirovsky  »]}}, ''La Vie des idées'', 22 décembre 2009.
* Marina Caracciolo, E''sordio di una scrittrice: [[Il bambino prodigio]], di Iréne Némirovsky'', in ''Otto saggi brevi'', Genesi Editrice, Torino 2017
 
== Note ==
<references/>
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|q}}
{{Interprogetto|q|commons=Category:Irène Némirovsky}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* [http://perso.orange.fr/guillaumedelaby/in_index.htm Sito ufficiale di Irène Némirovsky]
* {{cita testo|url=http://perso.orange.fr/guillaumedelaby/in_index.htm|titolo=Sito web dedicato a Irène Némirovsky}}, realizzato da Guillaume Delaby, con il sostegno di Denise Epstein (figlia della Némirovsky) e dalle [[Éditions Denoël]].
* http://www.nybooks.com/books/imprints/classics/the-mirador/
* http://www.10righedailibri.it/prime-pagine/mirador-ir%C3%A8ne-n%C3%A9mirovsky-mia-madre
* httphttps://www.nytimes.com/2008/03/09/books/review/Mallon-t.html?pagewanted=all - New York Times - Sunday Book Review
* https://web.archive.org/web/20091008204528/http://blogcritics.org/books/article/book-review-david-golder-by-irene/ - Blog Critics
* http://jwa.org/encyclopedia/article/gille-elisabeth - ''La figlia di Irène''
* httphttps://wwwweb.archive.org/web/20110413074729/http://sienafree.it/arte-e-cultura/157-arte-e-cultura/20805-il-vino-della-solitudine-di-irene-nemirovsky
* https://web.archive.org/web/20160304132702/http://www.hardwaregame.it/images/guide/batik/NEMIROVSKY%20IL-VINO-DELLA-SOLITUDINE.pdf
* [[Daria Galateria]], {{cita testo|url=http://www.radio.rai.it/podcast/A42569191.mp3|titolo=Irène Némirovsky}}, da [[Wikiradio]] di [[Radio 3]], puntata dell'11 febbraio 2013 (podcast dal sito)
* Martina Stemberger, ''Irène Némirovsky. Phantasmagorien der Fremdheit'', Würzburg (Königshausen & Neumann) 2006. ISBN 978-3-8260-3313-1.
 
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|ebraismo|letteratura|Nazismo}}
{{Portale|biografie|ebraismo|letteratura|nazismo}}
 
[[Categoria:Ebrei russi]]
[[Categoria:Morti nel campo di concentramento di Auschwitz]]
[[Categoria:Vittime della Shoah]]
 
[[ca:Irène Némirovsky]]
[[da:Irène Némirovsky]]
[[de:Irène Némirovsky]]
[[en:Irène Némirovsky]]
[[es:Irène Némirovsky]]
[[eu:Irene Nemirovsky]]
[[fa:ایرن نمیروفسکی]]
[[fi:Irène Némirovsky]]
[[fr:Irène Némirovsky]]
[[ga:Irène Némirovsky]]
[[gl:Irène Némirovsky]]
[[he:אירן נמירובסקי]]
[[ja:イレーヌ・ネミロフスキー]]
[[mzn:ایرن نمیروفسکی]]
[[nl:Irène Némirovsky]]
[[no:Irène Némirovsky]]
[[pl:Irène Némirovsky]]
[[pms:Irène Némirovsky]]
[[pt:Irène Némirovsky]]
[[ru:Немировская, Ирина Львовна]]
[[sv:Irène Némirovsky]]
[[uk:Немировська Ірен]]
[[zh:依蕾娜·內米洛夫斯基]]