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'''Iuventas''' (parola in [[lingua latina|latino]] che significa "Giovinezzagiovinezza") era una divinità della [[mitologia romana]].
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'''Iuventas''' ("Giovinezza") era una divinità della [[mitologia romana]].
 
Fu associata alla dea greca [[Ebe]] e proteggeva gli adolescenti che le offrivano sacrifici (istituiti dal re [[Servio Tullio]]) nel momento in cui, indossando la [[toga]] virile, cessavano di essere ragazzi per diventare uomini. Proteggeva inoltre le associazioni giovanili.
 
Ebbe un culto sul [[Campidoglio]], più tardi inglobato nel [[tempio di Giove Ottimo Massimo]] al momento della costruzione di quest'ultimo, alla fine del [[VI secolo a.C.]]:<ref>[[Tito Livio|Livio]], ''Periochae [[ab Urbe condita libri]]'', 1.28.</ref> secondo il resoconto di [[Tito Livio]] erano infatti state interpellate dall'augure [[Atto Navio]]<ref>[[Tito Livio|Livio]], ''Periochae [[ab Urbe condita libri]]'', 1.34.</ref> le varie divinità che venivano onorate sul [[Campidoglio]] per conoscere il loro volere in merito alla cessione del luogo a [[Giove (divinità)|Giove]]. Avendo Iuventas rifiutato, le fu conservato un sacello (''aedicula'') all'interno della cella dedicata a [[Minerva]].
 
Nel [[207 a.C.]] [[Marco Livio Salinatore]] votò un tempio alla Iuventas durante la [[battaglia del Metauro]]. I lavori, iniziati mentre rivestiva la carica di [[censore (storia romana)|censore]], furono completati nel [[191 a.C.]] da [[Gaio Licinio Lucullo]] (''duovir aedis dedicandae'') duoviro preposto all'inaugurazione dei templi. La collocazione dell'edificio è riferita "''in Circo Maximo'', ossia presso il [[Circo Massimo]], probabilmente sulle pendici dell'[[Aventino]].
 
Dopo un incendio nel [[16 a.C.]] il tempio (o forse solo l'edicola nel [[tempio di Giove Ottimo Massimo]]) fu ricostruito da [[Augusto (imperatore romano)|Augusto]].
 
Nel poema dei "''Fasti''" di [[Ovidio]] la dea, assimilata con [[Ebe]], figlia di [[Giove (divinità)|Giove]] e di [[Giunone]] e sposa di [[Ercole]] , spiega come il nome del mese di [[giugno]] (''Iunius'') derivi dal suo nome, e non da '"'Iuno''" ("''Giunone"'') o da "''iungere''" (''unificare'').
 
La dea è raffigurata sul rovescio di un [[denario]] del [[140]] DCd.C., che commemora l'assunzione della toga virile da parte di [[Marco Aurelio]].
 
==Note==
<references/>
 
== Bibliografia ==
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*[[Floro]], ''Epitome de T. Livio Bellorum omnium annorum DCC Libri duo'', I, 1
* [[Cicerone]] ''De natura deorum'' I,112
* [[Publio Ovidio Nasone|Ovidio]], ''Fasti'' IVVI,65 e ''Epistulae ex Ponto'' I,10
* [[Sant'Agostino d'Ippona]], ''[[La città di Dio|De Civitate Dei]]'' VI,23
 
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