Caggiano: differenze tra le versioni
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{{nota disambigua}}
{{F|centri abitati della Campania|novembre 2009}} {{Divisione amministrativa
|Nome = Caggiano
|Panorama =
|Didascalia =
|Bandiera = Caggiano-Gonfalone.png
|Voce bandiera =
|Stemma = Caggiano-Stemma.png
|Voce stemma =
|Stato = ITA
|Grado amministrativo = 3
|Divisione amm grado 1 = Campania
|Divisione amm grado 2 = Salerno
|Amministratore locale =
|Partito = [[
|Data elezione =
|Data
|Data istituzione =
|Altitudine =
|Sottodivisioni = Calabri, Fontana Caggiano I, Mattina, Mattina V, Piedi L'Arma.
|Divisioni confinanti = [[Auletta]], [[Pertosa]], [[Polla]], [[Salvitelle]], [[Sant'Angelo Le Fratte]] (PZ), [[Savoia di Lucania]] (PZ), [[Vietri di Potenza]] (PZ)
|Zona sismica = 1
|Gradi giorno = 1772
|Nome abitanti = caggianesi
|Patrono = [[sant'Antonio di Padova]]<ref>{{cita web|https://comune.caggiano.sa.it/vivere-il-comune/territorio/eventi|Eventi|15 maggio 2025}}</ref>
|Festivo = 13 giugno
|PIL =
|PIL procapite =
|Mappa = Map of Caggiano (Province of Salerno, region Campania, Italy 2024).svg
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Caggiano all'interno della provincia di Salerno
}}
'''Caggiano''' è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di
== Geografia fisica ==
Il paese è collocato su un rilievo dell'[[Geografia della Basilicata|Appennino lucano]], al confine del [[
È il secondo comune più alto della provincia di Salerno (il primo è [[Montesano sulla Marcellana]])
Secondo un racconto [[Mitologia|mitologico]] i monti Alburni (nella parlata locale ''
Il settore meridionale del comune è caratterizzato da una topografia prevalentemente montana, con una quota media sul livello del mare al di sopra dei {{formatnum:1000}} metri.
Il territorio montano di Caggiano, tuttavia, non presenta forme del rilievo accidentate, ma è strutturato a formare un altopiano dolcemente ondulato, intervallato, di tanto in tanto da versanti ripidi e scoscesi specialmente in corrispondenza dei pojie carsici, come ai piedi della Tempa del Vento. Qui sono localizzate le cime più elevate del territorio: Monte Sierio ({{M|1286|ul=m slm}}), Monte Moschiglione ({{M|1199|u=m slm}}), Pietra dei Monaci ({{M|1194|u=m slm}}), Fosse di Salinas ({{M|1190|u=m slm}}), Tempa del Vento ({{M|1174|u=m slm}}), Monte Sarcone ({{M|1173|u=m slm}}).
A nord - ovest dell'altopiano si erge il [[Monte Capo la Serra]] ({{M|1141|u=m slm}}), che domina con la sua mole l'abitato di Caggiano e la valle sottostante.
La contrada "Marevicino", posta ad ovest del centro abitato, raggiunge la quota di {{M|828|u=m slm}}. Ai piedi del rilievo su cui sorge l'abitato, la zona pianeggiante, è denominata "Lago". Nel fondovalle scorrono i fiumi [[Melandro]] e [[Tanagro]]. In tutto il territorio sono presenti oltre venti sorgenti, ben distribuite tra le diverse contrade.
Il comune confina ad est con i comuni di [[Vietri di Potenza]] e [[Sant'Angelo Le Fratte]], della [[provincia di Potenza]], in [[Basilicata]], a nord con [[Salvitelle]] e a sud-est con [[Polla]], [[Auletta]] e [[Pertosa]], che appartengono invece alla stessa provincia di Salerno.
*[[Classificazione sismica]]: zona 1 (sismicità alta), Ordinanza PCM. 3274 del 20 marzo 2003.
*[[Classificazione climatica]]: zona D, 1772 [[Gradi giorno|GG]].
== Origini del nome ==
Il [[toponimo]] ''Caianus'' si originò - come quello di altri paesi vicini, quali ''Colliano'' da ''Lucullus'', ''Sicignano'' da ''Sicinius'', ''Ricigliano'' da ''Ricilius'', ''Romagnano'' da ''Romanius'', ''Balvano'' da ''Balbius'', ecc. - dal comunissimo ''praenomen'' ''Caius'', portato da qualche patrizio romano, che ne dovette possedere il ''fundus'': nella lingua latina l'aggiunta del suffisso ''anus'' alla radice del nome proprio denota appunto appartenenza. Da tale ''[[Convenzione dei nomi romani|praenomen]]'' deriva infatti anche il nome di un altro ''fundus Caianus'', nell'attuale provincia di Roma, e più precisamente nel comune di Labico, di cui ci è pervenuta notizia dal cosiddetto ''Elenco Costantiniano'' e quello infine del comune di ''Caianello'', in provincia di Caserta.
Sappiamo ancora – a riprova di quanto detto – che l'aggettivo ''Caianus'' era assai in voga al tempo di Caligola: egli siccome in via ordinaria, era chiamato col prenome ''Caius'', tale aggettivo venne a indicare tutto ciò che si riferiva all'imperatore, tanto che i suoi sostenitori erano detti appunto ''Caiani''. Stesso nome fu successivamente dato da Tertulliano ai seguaci della montanista Quintilla, che egli però confuse con un'altra Quintilla, seguace appunto dello gnostico ''Caius''.<ref>Giovanni Salimbene, ''Le famiglie di Caggiano e Pertosa negli anni 1740 e 1754'', Salerno, Lavegliacarlone Editore, 2008, pp. 11-12</ref>
== Storia ==
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Nel territorio sono stati rinvenuti resti preistorici, in particolare nelle "[[grotte dello Zachito]]" ai piedi del monte sulla cui cima si trova oggi il paese, luogo particolarmente favorevole per la vicinanza del fiume [[Melandro]].
Nell'[[VIII secolo a.C.|VIII]]-[[VII secolo a.C.]], l'area entrò probabilmente in contatto con le [[Colonie nell'antichità|colonie]] [[Grecia antica|greche]] sulla costa. Il territorio doveva essere abitato da popolazioni di stirpe [[sanniti|sabellica]]: le vallate erano percorse da genti nomadi dedite alla pastorizia, armate di frecce di pietra ed archi e con scudi di vimini, mentre sulle alture sorgevano villaggi protetti da mura. Senza particolari prove, la contrada di ''Veteranuso'', a causa del suo nome, è stata ritenuta il sito di un'antica città (''Ursentum'' o ''Urseo''), capitale del popolo degli [[Ursentini]], che sarebbe sorta nella località di "Tempa dei Tiesti", dove alcuni ruderi furono interpretati come resti di un centro abitato {{
=== Epoca romana ===
Il territorio entrò a far parte dei domini [[Roma (città antica)|romani]] dopo le tre [[guerre sannitiche]] ([[343 a.C.|343]] - [[290 a.C.]]). Durante la [[seconda guerra punica]] [[Annibale]] vi tese un agguato al console romano [[Marco Claudio Marcello]] e non lontano [[Spartaco]] fu definitivamente sconfitto presso ''Dianum'' (l'antico centro da cui prende il nome il [[Vallo di Diano]]) {{
Sotto il dominio dei Romani il territorio faceva parte dell{{'}}''ager Volceianus'', territorio della città di ''Volcei'', attuale [[Buccino]] e i suoi abitanti fecero parte della "tribus Pomptina". Sono attestate numerose [[Epigrafe|epigrafi]] e la famiglia degli ''Instei'' costruì una tomba monumentale nella località San Stasio. Con la riorganizzazione [[Diocleziano|dioclezianea]] il territorio di Caggiano fece parte della nuova
=== Epoca alto-medioevale ===
Durante il periodo delle [[invasioni barbariche]] il territorio fu percorso da [[Vandali]] e [[Visigoti]] e fu interessato nel [[VI secolo]] dalle guerre tra [[Goti]] e [[Impero romano d'Oriente|Bizantini]].
Il territorio passò quindi sotto il dominio dei [[Longobardi]], a cui si deve probabilmente un rafforzamento delle fortificazioni, databile tra l'[[VIII secolo|VIII]] e il [[IX secolo]]. Da alcuni importanti centri sulla costa rimasti in potere dei Bizantini si rifugiarono verso l'interno preti e monaci, per lo più di rito greco, perseguitati dagli [[iconoclastia|iconoclasti]].
Con l'indebolimento dei Longobardi, nel [[X secolo|X]]-[[XI secolo]] si ebbe una nuova espansione bizantina verso l'interno, e questo rinnovato legame con il mondo greco è testimoniato a Caggiano dall'edificazione di chiese di rito greco, come Santa Caterina e Santa Maria dei Greci.
Nell'[[XI secolo]] l'[[Italia meridionale]] venne conquistata dai [[Normanni]] guidati da [[Roberto il Guiscardo]]. A Caggiano, il loro arrivo, intorno al [[1070]] fu segnato dal rafforzamento delle fortificazioni preesistenti e dalla costruzione di un [[castello]], sul sito di precedenti opere fortificate. Il luogo aveva infatti notevole importanza a controllo delle vie verso la [[Calabria]] e la [[Puglia]], percorse dai pellegrini diretti in [[Terra
[[File:Panorama di Caggiano 01.JPG|thumb
Intorno al castello si sviluppò quindi un piccolo borgo, primo nucleo dell'attuale abitato, con alcune dimore ed altri edifici che ben presto ottenne il titolo di [[università feudale]]. Nel [[XII secolo]] i [[Ordine dei Templari|Templari]] vi eressero una ''[[mansio]]'' in contrada "Sant'Agata", mentre l'[[Sovrano Militare Ordine di Malta|ordine degli Ospitalieri]] (il futuro [[Sovrano Militare Ordine di Malta|Ordine di Malta]]) gestiva l'ospedale dedicato a San Giovanni. Con la soppressione dei Templari nel [[1312]] anche la ''mansio'' di Caggiano fu ceduta agli Ospitalieri.
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Il nuovo signore di Caggiano si mantenne fedele agli [[Angioini]]: nel [[1284]] fu nominato da Carlo I "Giustiziere della Basilicata" e quattro anni dopo fu nominato cavaliere da [[Carlo II d'Angiò|Carlo II]]. Espanse inoltre i suoi domini, acquisendo anche [[Pertosa]], Castiglione e [[Paterno (comune)|Paterno]]. Nel [[1330]] gli successe il primogenito Niccolò e a questi prima il figlio Giovanni e poi l'altro figlio Mattia, che acquistò la signoria di [[Pescopagano]] e fu ciambellano di [[Roberto d'Angiò]] e della regina [[Giovanna d'Angiò|Giovanna]].
Luigi Gesualdo partecipò alla [[congiura dei baroni]] contro [[
Nel corso del [[XV secolo]] Caggiano aveva anche dato i natali agli umanisti [[Gabriele Altilio]] e [[Crisostomo Colonna]].
Nel [[1674]] la signoria dei [[Gesualdo (famiglia)|Gesualdo]] ebbe termine con [[Gianbattista Ludovisio]], principe di [[Venosa]] e di [[Piombino]] e signore di Caggiano, che vendette il feudo
=== XVII-XIX secolo: i Parisani ===
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L'ordinamento delle amministrazioni locali istituito durante l'occupazione francese e i regni di [[Giuseppe Bonaparte]] e di [[Gioacchino Murat]] ([[1809]]-[[1810]]), con il consiglio comunale ([[decurionato]]) che eleggeva il [[sindaco]], sopravvisse alla [[Restaurazione]]
I Caggianesi presero parte ai moti del [[1820]]-[[1821]] e del [[1831]]. Il paese venne inoltre colpito da una notevole crisi economica e si sollevò ancora nel [[1848]], In seguito alla nuova suddivisione amministrativa del [[regno di Napoli]], il paese fece parte del [[distretto di Sala]] nel [[Principato
Nella notte tra il
Dal [[1860]] al [[1927]], durante il [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] divenne capoluogo dell'omonimo [[mandamento (diritto)|mandamento]] appartenente al [[Circondario di Sala Consilina]].
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=== XX secolo: primo e secondo dopoguerra ===
Soprattutto a partire dal secondo dopoguerra, il paese si è sviluppato ed esteso a valle delle vecchie mura di cinta ed il centro storico si è progressivamente spopolato. Oggi
La popolazione ha accusato sensibili flessioni demografiche in corrispondenza di 3 ondate migratorie verso le [[Americhe]] (essenzialmente [[Stati Uniti d'America|USA]]) all'inizio del [[XX secolo]] e tra le due guerre mondiali, ed ancora le [[Americhe]] (oltre che verso gli USA anche in direzione di [[Venezuela]] ed [[Argentina]]) ma progressivamente sempre più spesso l'[[Europa]] (essenzialmente la [[Germania Occidentale]]) ed il [[nord Italia]] nel secondo dopoguerra. In particolare,
* tra il [[1921]] ed il [[1936]] la popolazione è passata da {{formatnum:3516}} abitanti a {{formatnum:3061}}, perdendo 455 unità (13% ovvero una media di 30 persone l'anno);
* nel ventennio [[1951]]-[[1971]] si è passati da {{formatnum:3817}} abitanti a {{formatnum:3397}}, perdendo 420 unità (11% pari a 21 persone annue).
Oggi la popolazione si è attestata poco sopra le {{formatnum:3000}} unità.
La [[prima guerra mondiale]] causò diverse vittime tra i paesani (38 morti in combattimento, 7 dispersi, 9 in prigionia ed altri 10 per malattie contratte in guerra) e altre ne fece la [[seconda guerra mondiale]] (18 morti in combattimento, 4 dispersi e 7 per malattia).
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Sono, inoltre, presenti alcune piccole aziende manifatturiere, meccaniche e di trasformazione alimentare.
Il [[Terremoto dell'Irpinia del 1980|terremoto
=== Stemma ===
[[File:Caggiano-Stemma.png|100 px|left]]
L'attuale stemma del comune è sormontato da una corona turrita e contornato da due rami, uno di quercia ed uno di ulivo (emblema della repubblica italiana) uniti alla base con un nastro. in esso è raffigurato non un imponente maniero con due alte torri ed un torrione merlati, che si erge su un rigoglioso prato verde.<br />
Quello riprodotto sui documenti ufficiali del Settecento reca invece la sagoma di una figura umana non abbastanza decifrabile. Un breve studio del prof. Carmine Paolo Carucci dal titolo ''Illustrazioni dell'antico stemma civico di Caggiano'' ne spiega il mistero:<br />
«Sullo stemma civico di Caggiano rinvenuto nel R(eale) Grande Archivio di Napoli – scrive il Carucci – è effigiato un personaggio di aspetto giovanile in atto di chi cammina, coverto di giaco, con fascia a tracolla che finisce con due svolazzi al fianco sinistro, col petto fregiato di una croce, con corona marchionale sulla testa, e con la mano destra poggiata su d'un speciale bastone, sulla cui estremità superiore vedesi disegnato un edificio, che termina in alto con cupola con base circolare, circondata da fortilizi.<br />
La mano sinistra ha l'indice piegato verso il suddetto edificio, indicando la meta da raggiungere ed in basso dallo stesso lato, ad una certa distanza osservasi una mezzaluna: il tutto circondato da una corona ovale di foglie di lauro.<br />
La concessione di tale stemma all'Università di Caggiano evidentemente allude al memorabile fatto storico al quale prese parte Alberedo, signore di Caggiano, nella spedizione della [[prima crociata]]. […] L'edificio figurato sull'estremità del bastone rappresenta la [[Basilica del Santo Sepolcro]] di Cristo […] volendo significare che i Caggianesi, sotto il comando del loro signore, vanno alla conquista del S(anto) Sepolcro per riscattarlo dal dominio islamico».
=== Caggiano nelle mappe antiche ===
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* come ''Cangiano''
** 1704, ''Des Königreichs Napoli Nord-Theil'' di [[G. Bodenuer]]<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://cartweb.geography.ua.edu:9001/StyleServer/calcrgn?cat=Europe&item=Southern%20Europe/Europe1704h.sid&wid=500&hei=400&props=item(Name,Description),cat(Name,Description)&style=simple/view-dhtml.xsl
** 1704, ''Des Königreichs Napoli Sud-Theil'' di [[G. Bodenuer]]<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://cartweb.geography.ua.edu:9001/StyleServer/calcrgn?cat=Europe&item=Southern%20Europe/Europe1704i.sid&wid=500&hei=400&props=item(Name,Description),cat(Name,Description)&style=simple/view-dhtml.xsl
** 1721, ''Italy:
** 1745, ''Neapolis Regnum Quo Continentur Aprutium Ulterius et Citerius, Comitatus Molisius Terra Laboris, Capitaniata Principot'' di [[Matthäus Seutter]] (1678-1757, tedesco)<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://cartweb.geography.ua.edu:9001/StyleServer/calcrgn?cat=Europe&item=Southern%20Europe/Europe1745m.sid&wid=500&hei=400&props=item(Name,Description),cat(Name,Description)&style=simple/view-dhtml.xsl
* come ''Cagiano''
** 1771, ''L'Italie Divisée en ses Différens États Divisée'' di [[Giovanni Antonio Rizzi Zannoni]] (1736-1814)<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://cartweb.geography.ua.edu:9001/StyleServer/calcrgn?cat=Europe&item=Southern%20Europe/Europe1771j.sid&wid=500&hei=400&style=simple/view-dhtml.xsl
** 1783, ''CARTE D'ITALIE Assujettie aux Observations Astronomiques et Aux
== Monumenti e luoghi
=== Architetture militari ===
[[File:Castello in Caggiano.JPG|thumb
Il castello di Caggiano, si trova sul lato orientale del paese, l'unico non difeso naturalmente e consiste in tre torri unite da un muro, con due porte d'accesso (dette, nel dialetto locale, "''ncap' lu pont''" e ''"'mmocca lu pont"'', ovvero "bocca del ponte"). Nei pressi delle due porte era la cappella dedicata a san Luca, conosciuta anche come "Cappella della Guardia". I primi apprestamenti difensivi risalgono forse al [[IX secolo|IX]]-[[X secolo]], mentre i resti attualmente più evidenti risalto all'
Le mura cittadine, sottoposte
=== Architetture religiose ===
[[File:Chiesa del SS Salvatore di Caggiano.JPG|thumb|
* Chiesa madre del Santissimo Salvatore ([[XI secolo|XI]]-[[XII secolo]]), presenta la facciata in stile [[Architettura romanica|romanico]] e l'interno ad una sola navata e con volta affrescata. Nel [[XV secolo]] svolse di fatto il ruolo di [[cattedrale]], avendo ospitato i [[Vescovo|vescovi]] della soppressa [[diocesi di Satriano]] ([[Satriano di Lucania]]), distrutta dalla regina [[Giovanna II di Napoli]]. Subì diversi rifacimenti e il campanile moderno, in [[cemento armato]], è opera dell'ingegnere Salvatore Ruiz degli inizi del [[XX secolo]]. Ospita un altar maggiore [[XVII secolo|seicentesco]] con trono in legno dorato, altri dieci altari, nove dei quali furono sotto il patronato delle principali famiglie del paese, diversi dipinti e un pergamo ligneo scolpito da Fortunato Cafaro. Nella chiesa vi sono 9 altari che ancora riportano il nome delle famiglie del paese che ne rivestirono il patronato: [[Immacolata Concezione]] ai Colonna; [[Annunciazione]] ai Solimena; [[Arcangelo Michele]] agli Altilio; ''Maria del Soccorso'' agli Oliva;
[[File:Chiesa di Santa Caterina di Caggiano 1.jpg|thumb|upright|La navata interna della chiesa di S.Caterina.]]
[[File:Chiesa di Santa Maria dei Greci di Caggiano.JPG|thumb|upright|Chiesa di Santa Maria dei Greci]]
[[File:Chiesa Santa Venere di Caggiano.jpg.JPG|thumb|Ruderi della chiesa di Santa Veneranda]]
* La chiesa di Santa Caterina fu in origine ([[XI secolo]]) dedicata al culto greco-[[Chiesa ortodossa|ortodosso]] e presenta pianta a croce greca. Fu danneggiata dal [[terremoto della Basilicata del 1857|terremoto del 1857]]. La parte ancora conservata dell'edificio venne ripulita internamente agli inizi del [[XX secolo]] e vi furono aggiunti gli affreschi sulla volta del [[presbiterio]]. Conserva nel soffitto a cassettoni della navata tre tele di [[Nicola Peccheneda]] raffiguranti il ''Corpo di Cristo'', il ''Martirio di santa Caterina'', e il ''San Carlo Borromeo'', mentre altri due dipinti si trovano sulla parete, uno con ''Cristo che assolve l'adultera'', un altro con la ''Conversione della Samaritana'' ed un'ultima con ''Maria Santissima del Carmine e san Simone'' nel braccio sinistro del [[transetto]]. I dipinti furono eseguiti tra 1769 e 1770. Un dipinto di [[Muccioli di Salvitelle]] del [[1604]] e raffigurante "''San Mattia''" si trova sopra l'altare del santo. Sopra l'[[altare maggiore]] in [[marmo]] si trova una statua lignea di "''Santa Caterina''" con diadema in argento.
* La chiesa di Santa Maria dei Greci ([[XI secolo]]) fu forse la prima chiesa eretta nel paese, con un'originaria pianta a croce greca. Risalirebbe secondo la tradizione locale, alla metà del [[VI secolo]] ed era inizialmente affidata ai monaci [[basiliani]] e fu in seguito [[chiesa ortodossa]] fino al [[1570]]. La chiesa Nel [[1770]] fu rimaneggiata con pianta a croce latina. Vi si conservano l'altar maggiore in marmo e un altare in legno dedicato a san Bartolomeo. In abbandono, ne crollò il tetto, ma è attualmente in via di recupero. Vi è sepolto Andrea Raguseo "''de Venetiis'', ultimo vescovo della diocesi di Satriano, morto nel [[1439]].
* Fuori dal paese, su una roccia sono presenti i ruderi della cappella di Santa Veneranda, risalente probabilmente all'[[XI secolo]], a navata unica e con abside semicircolare, distrutta da un terremoto nel [[XVIII secolo|Settecento]].
* La cappella di San Luca Evangelista, sorta ai piedi del castello nel [[XIII secolo]], si presenta a navata unica e con un'edicola in pietra al di sopra del portale in facciata.
* Il colle di Sant'Agata, fuori dal centro abitato, in direzione nord, conserva i ruderi di una ''mansio'' dei [[Templari]] del [[XIII secolo]], con una chiesa a navata unica racchiusa in un recinto fortificato con torri, dedicata a Sant'Agata, risalente al [[XII secolo]]. Dopo la soppressione dell'ordine nel [[1312]] le sue proprietà passarono al [[Sovrano Militare Ordine di Malta|ordine degli Ospitalieri]] (oggi ordine di Malta), che gestiva già l'ospizio di San Giovanni. Secondo un erudito locale del [[XIX secolo]], don Alessio Lupo, sacerdote nel paese, un manoscritto del [[1572]] riportava gli edifici templari come ancora esistenti e i loro ruderi erano ancora ben visibili nel [[XVIII secolo]]. Il nome della chiesa è passato alla denominazione dell'attuale contrada e una leggenda popolare narra dell'esistenza di un tesoro in una grotta sovrastante, che sarebbe stato nascosto dai Templari prima della loro fuga, ma che sarebbe stato custodito da un mostro.
* Il [[convento]] dei [[Ordine francescano|Padri Minori]] sorse al di fuori del centro storico, sulla cima di un'altura nel [[1634]] e si articola intorno al chiostro a due piani. Il terreno, con una preesistente cappella dedicata a Santa Sofia, venne donato dall'[[Università del Regno|università (comunità) di Caggiano]] nel [[1635]]. La chiesa, completata nel [[1717]] con il contributo dei cittadini, fu dedicata al [[santo patrono]] del paese, [[sant'Antonio di Padova]] e rifatta ancora nel [[1749]]. Conserva due delle tre navate originarie, dopo la distruzione della navata destra per far posto al convento e vi sono custodite tele di [[Nicola Peccheneda]]. Il convento venne soppresso nel [[1866]] e in seguito ospitò un [[osservatorio meteorologico]] geodinamico e attualmente è occupato dalla [[canonica]] della chiesa e dalla biblioteca comunale, con un antiquarium che conserva i materiali archeologici provenienti dal monumento funerario degli ''Insteii''.
* Altre cappelle presenti nel paese sono:
** Cappella di San Biagio, nella contrada omonima.
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=== Altro ===
* Il monumento funerario degli ''Insteii e dei Gresii'', di epoca [[Gaio Giulio Cesare Ottaviano|augustea]], aveva forma di tempietto su podio. Gli elementi architettonici che appartenevano al sepolcro sono in esposizione presso la biblioteca nell'ex convento dei Padri Riformati.
* Presso la località di Santo Stasio si conservano i resti pertinenti probabilmente ad una villa rustica di epoca tardo-imperiale ([[Fregio|fregi]] dorici, una statua in calcare, un nucleo di iscrizioni e resti murari).
* I portali del centro storico del paese, in particolare in via Marvicino, presentano il "[[picchiotto]]" (''truzzulatùr''), usato per bussare, semplice ad anello, oppure decorato con vari motivi, da quelli antropomorfi a quelli animalistici. Sono inoltre spesso presenti serrature con ghiere ornate, e stipiti, archi e chiavi con decorazioni scolpite.
*Presso la biblioteca comunale è possibile visitare il Museo della Polizia di Stato all'interno della sede del A.N.P.S. dedicata a Giovanni Palatucci.
== Società ==
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{{Demografia/Caggiano}}
=== Etnie e minoranze straniere ===
Al
=== Religione ===
La maggioranza della popolazione<ref>[http://www.diocesisalerno.it/ Arcidiocesi di Salerno - Campagna - Acerno<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> è di religione [[Cristianesimo|cristiana]] di rito [[Chiesa
* S. Maria dei Greci in S. Antonio
* SS. Salvatore e S. Caterina
=== Dialetto ===
La parlata locale, tuttora diffusa a livello familiare, ha affinità con quelle lucane della [[Basilicata]] e come molte altre dell'Italia meridionale presenta influssi dal [[Lingua greca|greco]].
== Cultura ==
=== Cucina ===
{{C|La sezione contiene inserimenti non enciclopedici nei contenuti e nel linguaggio, non ammessi da [[Wikipedia:Modello di voce/Centro abitato#Cucina]]. Vanno riportate esclusivamente le pietanze e le bevande tipiche del comune, senza ripetere quelle già indicate nella voce sulla cucina regionale della regione di appartenenza, è inoltre priva di fonti attendibili e verificabili.|cucina|agosto 2015}}
La cucina tradizionale di Caggiano è tipicamente contadina in quanto i suoi ingredienti fondamentali e condimenti sono tutti frutto dei suoi campi e dell'allevamento, ad eccezione del [[sale da cucina]], dello [[zucchero]] e di [[spezie]] come il [[Piper nigrum|pepe]]. Inoltre, sviluppatasi in un'epoca in cui l'autoproduzione era la norma, per la distanza che separa l'abitato dal mare quasi assente è il pesce, ad eccezione di quello conservato (e quindi commercializzato) sotto sale: [[engraulis encrasicolus|alici]] e [[baccalà]].
La fertilità e varietà del territorio ha comunque permesso lo sviluppo di una cucina molto ricca. Il comune, infatti, si estende dai 300-400 metri fino ai 1200–1300 m [[s.l.m.]] sostenendo un gran numero di coltivazioni: [[Frumento|grano]], [[Hordeum vulgare|orzo]], [[granturco]], [[Vitis|vite]], [[Olea europaea|ulivo]], [[Juglans|noce]], [[castagno]], [[patate]], [[lupinus albus|lupini]], [[pomodoro|pomodori]], [[lattuga]], [[Brassica rapa rapa|rapa]], [[cavolfiore]], [[zucca]], [[malus domestica|meli]], [[pyrus|peri]], [[Diospyros kaki|cachi]], [[cicer arietinum|ceci]], [[
Da notare che alcuni prodotti un tempo erano acquistati sempre dai paesi vicini perché inspiegabilmente si era convinti che non potessero crescere a Caggiano. Era il caso dell'[[aglio]] da [[Polla]], delle [[cipolla|cipolle]] da [[Sant'Arsenio (Italia)|Sant'Arsenio]] o delle [[Brassica oleracea sabauda|verze]] da [[Sant'Angelo Le Fratte]]. Lo scambio spesso avveniva in occasione di fiere e mercati che periodicamente si tenevano nei diversi comuni.
==== I primi piatti ====
===== La pasta =====
[[File:Formati di paste 01.JPG|thumb|
L'impasto per la preparazione della pasta è molto povero, essendo normalmente costituito di sola [[farina]] ed [[acqua]] (circa 850[[
Il tipo di pasta fatta in casa più diffuso, perché di più semplice preparazione, è il ''cavatìedd'' o ''cru-sìcchi'' (cavatello) preparato in diversi formati a seconda del tipo di condimento:
* se cavato con un dito è ottimo con salsa di pomodoro e, in generale, condimenti da mangiare con il cucchiaio: [[patata (alimento)|patate]], [[fagiolo|fagioli]], [[
* se cavato con due o più dita si sposa bene soprattutto con le [[verdura|verdure]] ([[Brassica oleracea sabauda|verza]], [[broccolo|broccoli]],...)
Riga 293 ⟶ 218:
Da notare che in dialetto caggianese solo usata al plurale la parola ''là-a-na'' individua il tipo di pasta appena descritto mentre al singolare indica la sfoglia. ''La-anatù-r'' è invece il mattarello utilizzato per stendere la sfoglia.
[[File:Caggiano Zucaredd.gif|thumb|
Le ''zucuarèdd'' sono la versione caggianese e casalinga degli [[spaghetti]]. Preparato con un impasto di sola farina ed acqua, tradizionalmente ciascuna ''zucuarèdda'' è ordinata in spirale per essere più semplicemente prelevate per buttarla nell'acqua bollente. Si condiscono con la salsa di pomodoro.
Riga 300 ⟶ 225:
I formati di pasta più ricchi ed importanti, sia per gli ingredienti sia per i tempi di preparazione, sono certamente ''fusì-dd'' ([[fusillo]]) e ''graviù-ol'' ([[raviolo]]). In entrambi i casi l'impasto prevede l'aggiunta di uova.
[[File:Caggiano Fusilli.gif|thumb|left|
I ''fusì-dd'' sono un tipo di pasta lunga. Di forma irregolare, è lavorato intorno ad un ferro angolato e sottile una volta ricavato dagli stecchetti degli ombrelli. La sua preparazione è particolarmente lunga perché deve essere lasciato a ''ngru-sc-scuà'' o ''assucuà'' (cioè ad asciugare o disseccare) per alcune ore altrimenti maneggiandolo quando è ancora fresco (anche solo per buttarlo nell'acqua bollente) si schiaccia o si ostruiscono le estremità, impedendone una cottura uniforme.
[[File:Caggiano Graviù-ol.gif|thumb|
Il ''graviù-ol'' è il classico raviolo preparato a partire da una sfoglia. Il ripieno è costituito da un impasto di [[ricotta]], uova, formaggio e prezzemolo tagliato a pezzetti. Sono conditi sempre con salsa di pomodoro e formaggio.
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Il ''parmarìedd'' è la variante del cavatello da mangiare, per tradizione, la [[domenica delle Palme]]. Il suo impasto prevede l'aggiunta di uova ed è cavato a tre o quattro dita per farlo rassomigliare ad una foglia di ulivo. Lo si condisce con salsa di pomodoro.
I ''tagliulì-n'' sono una variante della ''là-a-na'' preparata per l'[[Ascensione (festività)|Ascensione]]. Il suo impasto prevede uova e si differenzia dalla ''là-a-na'' perché la sfoglia arrotolata è tagliata ancora più sottilmente: ''fìn cò-m nu capèdd'' (sottile come un capello). Anche la preparazione è particolare: prima di aver raggiunto la cottura completa in acqua, sono scolati e quindi versati nel latte bollente per terminarla. Sono quindi serviti nello stesso latte in cui hanno completato la cottura. Una volta il latte era quello fresco di pecora, oggi ci si accontenta di latte intero a lunga conservazione.
La pasta preconfezionata, infine, ancora fino agli [[Anni 1960|anni sessanta]] del [[XX secolo|secolo scorso]] era acquistata sfusa e consumata solo nelle giornate di festa come il pranzo della [[vigilia di Natale]]: chi poteva acquistava un po' di spaghetti che condiva con il baccalà al sugo o, per chi non poteva permetterselo, con le alici salate. Queste ultimi sono i due unici primi a base di pesce della tradizione caggianese.
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==== Piatti a base di carne ====
Per motivi prettamente economici, la dieta di una volta era povera di carne ed uova.
La carne, infatti, era un bene che anche i più ricchi si concedevano raramente: i più allevavano gli animali per venderli così da pagare le tasse, prima fra tutte la ''funduaria'' (la [[patrimoniale]]), o comprare scarpe ed abiti. Quando però vendevano la carne già macellata, conservavano per sé le parti meno pregiate che poi sfruttavano inventando piatti poveri, ma capaci di dare soddisfazione a tutta la famiglia.
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Il lardo era particolarmente apprezzato perché, messo sotto sale e riposto in un luogo fresco, può essere conservato per diversi mesi. La sua [[salamoia]], inoltre, era recuperata per condire la pasta risparmiando, così, sul sale, un condimento indispensable quanto costoso.
[[File:Caggiano Frittl.gif|thumb|
Sciogliendolo in una pentola, dal lardo si ricava lo [[strutto]]. Se fritto a pezzetti, la parte che si scioglie raffreddandosi diventa ancora strutto, il resto delle bontà croccanti da mangiare caldi: ''frìtt-le'' (cigole). Un pugno di frìtt-le può anche essere utilizzato per condire l'impasto per preparare il pane.
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*[[Patate]]
** ''Patan a la sandàngi-lesa'' (patate alla santangelesa, dal nome del [[Sant'Angelo Le Fratte|comune confinante]] con Caggiano): patate novelle e piccole, prima bollite e poi pelate, quindi fritte con diversi sapori (origano, rosmarino).
** ''
*[[Brassica oleracea|Broccoli]]
** ''
* [[Scarola]]
** con le polpettine: la scarola è bollita in un brodo di carne; da parte si preparano polpettine molto piccole con un impasto di mollica di pane, carne, uova e formaggio che sono bollite da parte; la scarola è quindi servita con sopra le polpettine.
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==== Rustici ====
* ''[[Pasticcio caggianese|Pasticc caggià-nes]]'': pizza con vari formaggi, carne tritata, uova e salame e cotta in forno, da mangiare calda
* ''
==== Dolci ====
* ''
==== Pane ====
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==Pane e pizze==
A [[Pasqua]], inoltre, era preparato il ''tòrta-n'', pane a forma di ciambella con l'aggiunta nell'impasto delle ''frìtt-le''.
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==I pranzi di matrimonio==
Una occasione di festa molto sentita
# bocconcini di fiordilatte con fette di capocollo e sedano impanato e fritto
# ''ziti'' (un formato di pasta) al sugo
Oggi, purtroppo, è sempre più contaminato da piatti
sotto'olio, sott'aceti
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formaggio, ricotta
Elenco di piatti tipici e del loro nome dialettale:
====Primi====
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====Rustici====
* ''[[pasticcio caggianese|Pasticc caggià-nes]]'': pizza con vari formaggi, carne tritata, uova e salame e cotta in forno, da mangiare calda;
* ''pìzza-chièna'': pizza farcita di formaggio fresco, uova e pezzi di sopressata e poi cotta in forno.
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* ''Pan cùott'': pane raffermo, bollito e condito.
-->
== Geografia antropica ==
=== Frazioni ===
Lo statuto comunale di Caggiano non menziona alcuna frazione. In base al 14º Censimento Generale della Popolazione e delle Abitazioni<ref>
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== Economia ==
{{...|centri abitati d'Italia}}
== Infrastrutture e trasporti ==
=== Strade ===
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== Amministrazione ==
{{Vedi anche|Sindaci di Caggiano}}
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== Sport ==
A.S. Caggianese è l'associazione sportiva comunale sorta nel 2004. Dal 2004 al 2009 ha militato nel calcio a 5. Nel campionato
=== Impianti sportivi ===
* Campo di calcio in loc. Ciotte
* Campo calcetto via Enrico Quaranta
== Note ==
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* Gaetano Lamattina, ''Caggiano e il suo Casale di Pertosa''. Acerronia, 1975.
* Gaetano Lamattina, ''Caggiano ed i Casali di Pertosa e Salvitelle'', G. Greco Editori, Napoli, 1991.
* [[Vittorio Bracco]], ''Volcei'', Firenze, [[Leo S. Olschki Editore]], 1978.
== Voci correlate ==
* [[Comunità montana Tanagro - Alto e Medio Sele]]
* [[Monte Capo la Serra]]
* [[Pasticcio caggianese]]
* [[Sedi templari]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto|
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
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* {{cita web|lingua=es|url=http://www.geocities.com/tuttocaggiano|titolo=Información sobre Caggiano en español|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060206132156/http://www.geocities.com/tuttocaggiano/|accesso=7 novembre 2006|urlmorto=sì}}
* {{cita web |1=http://marcheo.napolibeniculturali.it/percorso/tematismi.2006-09-19.8722800506/P_RA20 |2=Descrizione dei reperti esposti nel Museo Archeologico |accesso=31 gennaio 2007 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070929092647/http://marcheo.napolibeniculturali.it/percorso/tematismi.2006-09-19.8722800506/P_RA20 |urlmorto=sì }}
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