Codex diplomaticus cajetanus: differenze tra le versioni
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==Forma e contenuto==
Il ''Codex'' nasce all'interno delle mura dell'[[abbazia di Montecassino]], per secoli il massimo centro monastico d'[[Civiltà occidentale|Occidente]], con rapporti con le maggiori potenze. Nonostante le distruzioni subite dal monastero, ci sono giunti 648 antichi documenti concernenti la città di Gaeta ed il vasto territorio politicamente e amministrativamente ad essa legato.
Le ''
Il codice è stato allestito da una lunga opera di studi iniziata dal gaetano [[Erasmo Gattola]], storico ed archivista del monastero, nel [[XVIII secolo]]. Fu lo stesso Gattola a scoprire il celebre ''[[Placito capuano]]''. Altri illustri studiosi che contribuirono alla redazione e alla pubblicazione del codice furono [[Giovanni Battista Federici]], [[Giuseppe Quandel]], [[Pietro Fedele]] e [[Tommaso Leccisotti]].
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La lingua è il [[latino medioevale]], lontano da quello di [[Cicerone]], perché costruito con una struttura e con termini derivati dal linguaggio popolare. Essendo i documenti atti pubblici, sono scritti nella rigida struttura che assumevano nel medioevo.
L'area descritta nel codice è quella ricoperta dal Ducato di Gaeta nel [[X secolo]] che andava da [[Fondi]] al [[Garigliano]] e le aree attigue: si può quindi considerare il ''Codex'' come un'opera storica fondamentale per un territorio racchiuso tra [[Terracina]], [[Aquino]], [[Cassino]], il [[Garigliano]] e
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▲*[[Salvatore Riciniello]], ''Codice Diplomatico Gaetano Vol I, II, III, IV, V, VI'', La Poligrafica 1987
* [[Codice diplomatico]]
{{portale|medioevo}}
[[Categoria:Storia di Gaeta]]
[[Categoria:Ducato di Gaeta]]
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