Remain in Light: differenze tra le versioni
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{{Album
|titolo = Remain in Light
|artista = Talking Heads
|tipo
|giornomese = 8 ottobre
|anno = 1980
|postdata =
|durata = 40:10
|numero di dischi = 1
|numero di tracce = 8
|genere = New wave
|genere2 = Post-punk
|genere3 = Funk rock
|nota genere = <ref name=Allmusic>{{Allmusic|autore=William Ruhlmann|album|mw0000192118|accesso=26 giugno 2014}}</ref><ref name=musicreview>{{cita web|lingua=en|autore=Eddie Gibson|url=http://www.musicreviewdatabase.co.uk/2014/04/talking-heads-remain-in-light.html|editore=Music Review Database|titolo=Talking Heads - Remain in Light|data=1º aprile 2014|accesso=18 luglio 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140811220231/http://www.musicreviewdatabase.co.uk/2014/04/talking-heads-remain-in-light.html|dataarchivio=11 agosto 2014|urlmorto=sì}}</ref>
|nota genere2 = <ref name=Allmusic/><ref name="vibe"/>
|nota genere3 = <ref name=Allmusic/><ref name=musicreview/><ref name=latimes/>
|etichetta = [[Sire Records]]
|produttore = [[Brian Eno]]
|registrato = [[Compass Point Studios]] e [[Sigma Sound Studios]] dal luglio all'agosto [[1980]]
|note =
|numero dischi d'oro = {{Certificazione disco|CAN|oro|album|50000|{{Music Canada|Remain in Light|accesso = 5 ottobre 2019}}}}{{Certificazione disco|GBR|oro|album|100000|{{BPI|5447-2108-2|accesso = 5 ottobre 2019}}}}{{Certificazione disco|USA|oro|album|500000|{{RIAA|Talking Heads|opera = Remain in Light|accesso = 5 ottobre 2019}}}}
|numero dischi di platino =
|precedente = [[Fear of Music]]
|anno precedente =
|successivo = [[The Name of This Band Is Talking Heads]]
|anno |logo = Remain In Light.jpg
|singolo1 = [[Once in a Lifetime (singolo Talking Heads)|Once in a Lifetime]]
|data singolo1 = 2 febbraio 1981
|singolo2 = [[Houses in Motion]]
|data singolo2 = 5 maggio 1981 <small>(alternate mix)</small>
}}
'''''Remain in Light''''' è il quarto [[album in studio]] dei [[Talking Heads]], pubblicato l'8 ottobre [[1980]] dalla [[Sire Records]]. Fu registrato in varie località delle [[Bahamas]] e degli [[Stati Uniti]] tra il luglio e l'agosto 1980 e prodotto da [[Brian Eno]], da tempo collaboratore del [[Gruppo musicale|gruppo]]. L'album raggiunse la diciannovesima posizione della classifica [[Billboard 200]] negli Stati Uniti e la ventunesima della [[Official Albums Chart]]. Furono distribuiti due singoli, ''Once in a Lifetime'' e ''Houses in Motion'', e il promo ''Crosseyed and Painless''. Venne inoltre certificato [[disco d'oro]] negli Stati Uniti e in Canada nel corso degli [[anni 1980|anni ottanta]].
Dopo l'uscita di ''[[Fear of Music]]'' nel 1979, i Talking Heads desideravano realizzare un album in grado di smentire l'idea che il ''[[frontman]]'' e [[paroliere]] [[David Byrne (musicista)|David Byrne]] fosse l'unico membro creativo del gruppo e lavorasse con una semplice band di supporto. Ricorrendo all'influenza del musicista [[nigeriano]] [[Fela Kuti]], decisero allora di sperimentare con la [[poliritmia]] africana, il [[funk]] e la [[musica elettronica]] e insieme a Eno registrarono le tracce strumentali come una serie di ripetizioni e ''[[Loop (musica)|loop]]'', un'idea innovativa per l'epoca. Numerosi [[Turnista|musicisti addizionali]] collaborarono con il gruppo lungo tutta la fase di registrazione, tra cui il chitarrista [[Adrian Belew]], la cantante [[Nona Hendryx]], e il trombettista [[Jon Hassell]]. La stesura dei testi rallentò il completamento dell'album, ma fu conclusa quando Byrne adotto un metodo di scrittura simile al [[flusso di coscienza]] e trovò ispirazione dalla cultura africana. La [[copertina]], ideata dalla bassista [[Tina Weymouth]] e dal batterista [[Chris Frantz]], fu realizzata con l'aiuto della M&Co, la compagnia di design e ingegneria informatica del [[Massachusetts Institute of Technology]]. Completato l'album, i Talking Heads estesero la formazione a nove membri per i [[Concerto (evento musicale)|concerti]] promozionali.
''Remain in Light'' fu ben accolto dalla critica, che lodò la fusione coerente di diversi generi e la sperimentazione sonora. È presente in diverse classifiche dei migliori album degli anni ottanta e dei migliori album di sempre, e viene spesso considerata il [[capolavoro]] della band. Nel [[2006]] è stato [[rimasterizzazione|rimasterizzato]] e ridistribuito con l'aggiunta di quattro [[tracce bonus]]. Nel 2017, la [[Biblioteca del Congresso]] ha giudicato l'album "culturalmente, storicamente o esteticamente significativo" e lo ha inserito nel National Recording Registry.<ref>{{cita web|url=https://www.loc.gov/item/prn-17-029/|titolo=National Recording Registry Picks Are "Over the Rainbow"|pubblicazione= Library of Congress|data= 29 marzo 2016|accesso= 29 marzo 2016}}</ref>
== Origine ==
Nel gennaio [[1980]] i Talking Heads rientrarono a [[New York]] dopo i tour di supporto al disco ''[[Fear of Music]]'' ([[1979]]) e decisero di mettere il gruppo in pausa per dedicarsi a progetti personali: [[David Byrne (musicista)|David Byrne]] lavorò con [[Brian Eno]] a un album di [[musica sperimentale]], ''[[My Life in the Bush of Ghosts]]'' ([[1981]]),<ref name=shakers/> mentre [[Jerry Harrison]] produsse un album per la cantante [[soul]] [[Nona Hendryx]] ai Sigma Sound Studios di New York; la cantante e gli studi sarebbe poi stati usati per ''Remain in Light'' dietro consiglio di Harrison.<ref name=bowman165>{{Cita|Bowman, 2001|p. 165}}.</ref> Chris Frantz e Tina Weymouth, marito e moglie, discussero la possibilità di lasciare il gruppo dopo che la seconda aveva lamentato l'eccessivo controllo di Byrne sulle scelte musicali;<ref>{{Cita|Bowman, 2001|p. 164}}.</ref> Frantz non era d'accordo, così i due decisero di fare una lunga vacanza ai [[Caraibi]] per valutare lo stato del gruppo e del loro matrimonio. Durante il viaggio, la coppia venne coinvolta in numerose cerimonie [[Vudù|voodoo]] haitiane e fece pratica con numerosi strumenti a percussione del luogo. In [[Giamaica]] conobbero il duo di turnisti ritmici [[Sly & Robbie]].<ref name=bowman165/>
Alla fine delle vacanze, Frantz e Weymouth acquistarono un appartamento sopra i Compass Point Studios a [[Nassau]], dove la band aveva registrato il secondo album, ''[[More Songs About Buildings and Food]]'' ([[1978]]).<ref name=bowman165/> Byrne raggiunse i due e Harrison nella primavera del [[1980]].<ref name=bowman167>{{Cita|Bowman, 2001|p. 167}}.</ref> I musicisti si accorsero che la parte creativa della composizione fino ad allora era stata svolta quasi esclusivamente da Byrne, anche se le canzoni erano suonate in quartetto. L'idea di ''Remain in Light'' arrivò anche per sfatare l'idea di un cantante con un gruppo di solo supporto; quello che volevano fare, secondo Byrne, era «sacrificare il nostro ego per la cooperazione reciproca».<ref name=paredes38>{{Cita news|lingua=en|autore=Jon Pareles|titolo=Talking Heads Talk|pubblicazione=Mother Jones|data=maggio 1982|pp=36-39}}</ref> Invece di limitarsi a scrivere la musica per i testi di Byrne, i Talking Heads eseguirono [[Jam session|jam]] strumentali senza canto, usando la canzone ''I Zimbra'' (da ''Fear of Music'') come punto di partenza.<ref name=bowman167/>
Eno arrivò alle Bahamas tre settimane dopo Byrne. Inizialmente era riluttante all'idea di lavorare di nuovo con il gruppo dopo aver collaborato ai due album precedenti, ma cambiò idea dopo aver ascoltato i [[demo]] strumentali.<ref name=bowman167/> Insieme al gruppo decise di sperimentare con il modo di fare musica tipico delle comunità africane, in cui le parti individuali si uniscono in [[poliritmia]] per creare un insieme coeso.<ref name=paredes38/> ''Afrodisiac'' ([[1973]]), il disco [[afrobeat]] di [[Fela Kuti]], divenne il punto di riferimento per l'album.<ref name=TGINT>{{Cita news|lingua=en|autore=Edward Helmore|titolo=The Business Is an Exciting Mess|pubblicazione=The Guardian|data=27 marzo 2009}}</ref> Tina Weymouth dichiarò in seguito che gli [[anni 1980|anni ottanta]] segnarono l'inizio della musica [[hip-hop]], il che fece capire ai Talking Heads che il contesto musicale stava cambiando.<ref name="NPR">{{Cita web|lingua=en|autore=Rick Karr|url=http://www.npr.org/templates/story/story.php?storyId=1072131|titolo=Once in a Lifetime|pubblicazione=[[National Public Radio]]|data=27 marzo 2000|accesso=26 giugno 2014}}</ref> Prima delle sessioni di registrazione, David Gans disse al gruppo che «le cose che non si capiscono sono i semi di un futuro più interessante» e li incoraggiò a sperimentare con improvvisazioni in studio.<ref name=brog167>{{cita pubblicazione|lingua=en | nome=Michael A.| cognome=Brog |titolo="Living Turned Inside Out": The Musical Expression of Psychotic and Schizoid Experience in Talking Heads' Remain in Light |url=https://archive.org/details/sim_american-journal-of-psychoanalysis_2002-06_62_2/page/163 |rivista=The American Journal of Psychoanalysis |volume=62 |numero=2 |anno=2002 |pp=163-184}}</ref>
== Registrazione e produzione ==
[[File:B.eno.PNG|thumb|Brian Eno, qui in una fotografia del 2007, produsse ''Remain in Light'' con un ampio uso di tecniche sperimentali]]
Le sessioni di registrazione iniziarono agli studi Compass Point nel luglio 1980. La creazione dell'album richiese numerosi musicisti addizionali, in particolare [[percussionisti]].<ref name="inlay">Si vedano le note di copertina della prima edizione su LP, 1980.</ref> I Talking Heads scelsero di usare il titolo di lavorazione ''Melody Attack'' durante il processo di registrazione dopo aver visto un programma televisivo giapponese dello stesso titolo.<ref name=bowman169>{{Cita|Bowman, 2001|p. 169}}.</ref> Harrison ha dichiarato che l'obiettivo era fondere la musica rock con i generi africani, invece di limitarsi a imitare la [[musica africana]].<ref name="paredes38"/> Le tecniche produttive di Eno furono fondamentali per l'ideazione dell'album. Gli strumenti vennero registrati uno per volta in un processo discontinuo.<ref name="RSLIST">{{Cita news|lingua=en|titolo=The 500 Greatest Albums of All Time|pubblicazione=[[Rolling Stone]]|data=12 novembre 2003|p=126}}</ref> I loop e le ripetizioni di battute ebbero un ruolo fondamentale, in un periodo in cui i computer non potevano ancora svolgere adeguatamente queste funzioni.<ref name="NPR"/>
Dopo alcune sessioni alle Bahamas, l'[[ingegnere del suono]] Rhett Davies lasciò il lavoro in seguito a una discussione col produttore riguardo alla velocità di registrazione. Steve Stanley, che dall'età di 17 anni aveva lavorato con musicisti come [[Bob Marley]], si fece avanti per completare il lavoro<ref name=bowman168>{{Cita|Bowman, 2001|p. 168}}.</ref> e, secondo Frantz, ebbe un ruolo importante nella creazione del primo singolo, ''[[Once in a Lifetime (singolo Talking Heads)|Once in a Lifetime]].''<ref name=quiet/> Venne usata anche un'unità per il riverbero artificiale della Lexicon, ottenuta dall'ingegnere del suono Dave Jerden.<ref>{{Cita|Droney, 2003|p. 51}}.</ref><ref>{{Cita news|lingua=en|url=http://mixonline.com/TECnology-Hall-of-Fame/lexicon-digital-reverb-090106/|titolo=1978 Lexicon 224 Digital Reverb|pubblicazione=Mix|data=1º settembre 2006|accesso=26 giugno 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090707030551/http://mixonline.com/TECnology-Hall-of-Fame/lexicon-digital-reverb-090106/|dataarchivio=7 luglio 2009}}</ref> Come Davies, Jerden non era contento del ritmo veloce con cui Eno voleva registrare delle composizioni musicalmente così complesse, ma non si lamentò. Le tracce base erano semplici guide ritmiche composte da un solo [[accordo (musica)|accordo]]. Ciascuna sezione fu registrata come un lungo loop per permettere la creazione di composizioni più complesse attraverso il cambio di posizione o la fusione dei loop.<ref name=bowman168/>
Le tracce spinsero Byrne a ripensare il suo modo di cantare. Poche sezioni vocali vennero registrate alle Bahamas.<ref name=bowman169/> Gran parte della stesura dei testi iniziò quando il gruppo fece ritorno negli Stati Uniti e si divise tra New York e la California.<ref name=bowman374>{{Cita|Bowman, 2001|p. 374}}.</ref> Harrison prenotò gli studi Sigma Sound, specializzati in musica [[R&B]], dopo aver convinto i proprietari che il lavoro del gruppo avrebbe potuto portare loro un nuovo tipo di clientela. Nel frattempo, a New York Byrne stava lottando con il blocco dello scrittore.<ref name=bowman169/> Harrison e Eno passavano il tempo a perfezionare le composizioni registrate alle Bahamas, mentre Frantz e Weymouth spesso non si presentavano in studio. Cominciarono a emergere dei dubbi sulla possibilità di terminare l'album. Le sessioni di registrazione presero ritmo solo dopo l'ingaggio del chitarrista [[Adrian Belew]] dietro richiesta di Byrne, Harrison e Eno. A Belew venne chiesto di aggiungere degli assoli alle tracce registrate negli studi Compass Point, usando una chitarra con sintetizzatore [[Roland Corporation|Roland]].<ref name=bowman170>{{Cita|Bowman, 2001|p. 170}}.</ref>
Byrne registrò tutte le tracce su [[audiocassetta]], così com'erano dopo i contributi di Belew, e andò in Africa per tentare di vincere il blocco dello scrittore. Si accorse che, quando i musicisti africani dimenticavano le parole, improvvisavano e spesso ne inventavano di nuove. Il cantante usò un registratore portatile e cercò di creare [[rima|rime]] [[onomatopea|onomatopeiche]] nello stile di Eno, che non considerava il testo il punto centrale del significato di una canzone. Byrne ascoltava ripetutamente le registrazioni dei suoi [[scat]] fino a convincersi che non stava più ascoltando suoni senza senso, e re-incideva sostituendo i vocalizzi con parole autentiche.<ref name=bowman171>{{Cita|Bowman, 2001|p. 171}}.</ref> Quando Byrne fu soddisfatto, Harrison invitò Nona Hendryx agli studi Sigma Sound per la registrazione dei cori. La cantante seguì le indicazioni date da Byrne, Frantz e Weymouth, e spesso cantava in trio con Byrne e Eno.<ref name=bowman175>{{Cita|Bowman, 2001|p. 175}}.</ref> Dopo aver registrato le voci, il gruppo passò alle sovraincisioni. Il trombettista [[Jon Hassell]], che aveva già lavorato con Byrne e Eno su parte di ''[[My Life in the Bush of Ghosts]]'', eseguì le parti per corno e tromba. Nell'agosto 1980 metà dell'album fu [[mixaggio|mixato]] da Eno e dall'ingegnere John Potoker a New York, con l'assistenza di Harrison, mentre l'altra metà venne mixata da Byrne e Jerden agli Eldorado Studios di [[Los Angeles]].<ref name=bowman179>{{Cita|Bowman, 2001|p. 179}}.</ref>
== Grafica e titolo ==
[[File:Grummannavy.PNG|thumb|upright|I [[Grumman TBF Avenger|Grumman Avengers]], usati dalla Marina degli Stati Uniti, ispirarono la copertina iniziale, in seguito usata come retro dopo il cambio di titolo]]
La copertina fu concepita da Tina Weymouth e Chris Frantz con l'aiuto del ricercatore del [[Massachusetts Institute of Technology]] Walter Bender e il suo gruppo del Media Lab.<ref name=bowman176/><ref name=kalman415>{{Cita|Kalman-Hall-Beirut, 1998|p. 415}}.</ref> Prendendo ispirazione da ''Melody Attack'', la coppia creò un collage di aerei da guerra rossi in formazione militare sull'[[Himalaya]].<ref name=bowman176/> Gli aerei raffigurati sono [[Grumman Avenger]], in onore del padre di Tina Weymouth, ex ammiraglio.<ref name=bowman183/> L'idea per il retro di copertina era di inserire semplicemente i ritratti dei quattro Talking Heads. Weymouth frequentò spesso il MIT durante l'estate del 1980 e lavorò con Scott Fisher, un collega di Bender, alla realizzazione al computer delle idee. Il processo fu complesso perché la potenza dei computer negli anni ottanta era limitata: solo il [[mainframe]] richiese l'impiego di numerose stanze.<ref name=bowman176>{{Cita|Bowman, 2001|p. 176}}.</ref> Weymouth e Fisher erano entrambi appassionati di maschere e usarono il concetto per sperimentare con i ritratti. I volti furono cancellati con blocchi di colore [[rosso]], tranne che per gli occhi, i nasi e le bocche. Tina Weymouth pensò di sovrapporre il volto di Eno sui quattro ritratti per evocare il suo egocentrismo (il produttore aveva chiesto di essere raffigurato in copertina insieme ai quattro membri del gruppo), ma alla fine cambiò idea.<ref name=bowman177>{{Cita|Bowman, 2001|p. 177}}.</ref>
[[File:Remain in Light logo.jpg|thumb|left|La caratteristica grafica del nome della band così come appare in testa alla copertina]]
Il resto dell'artwork e le note di copertina furono disegnate dal designer grafico Tibor Kalman e dalla sua compagnia M&Co.<ref name=kalman415/><ref name=bowman177/> Kalman era molto critico verso il formalismo e il [[Esercizio di stile|design]] professionale nell'arte e nella [[pubblicità]].<ref name=bowman174>{{Cita|Bowman, 2001|p. 174}}.</ref> Offrì gratuitamente il suo lavoro e discusse la possibilità di usare materiali anticonvenzionali come la carta smerigliata e il veltro per la busta dell'LP. Scettica all'idea di ingaggiare una compagnia di design, Weymouth rifiutò le proposte di Kalman e preferì le immagini computerizzate fatte al MIT. La creazione del design fece notare alla band che il titolo ''Melody Attack'' era troppo frivolo per la musica prodotta; decisero quindi per ''Remain in Light.''<ref name=bowman177/> David Byrne ha dichiarato: «Oltre a non essere così melodica, la musica aveva da dire qualcosa che al tempo sembrava nuovo, trascendente e forse anche rivoluzionario, almeno per le canzoni funk-rock». L'immagine degli aerei fu relegata sul retro e i ritratti modificati divennero la copertina principale. Kalman dichiarò poi che gli aerei non furono rimossi del tutto perché sembravano un riferimento alla [[crisi degli ostaggi in Iran]] del 1979-1981.<ref name=bowman178/>
Tina Weymouth consigliò a Kalman di usare un [[carattere tipografico|carattere]] semplice, [[caratteri tipografici senza grazie|senza grazie]]. La M&Co. seguì le istruzioni ed ebbe l'idea di rovesciare le "A" in "Talking Heads". Weymouth e Frantz decisero di usare l'acronimo "C/T" per l'artwork, mentre Bender e Fisher usarono le iniziali e nomi in codice perché il progetto non era ufficialmente legato al MIT.<ref name=bowman178>{{Cita|Bowman, 2001|p. 178}}.</ref> I crediti sono quindi: "HCL, JPT, DDD, WALTER GP, PAUL, C/T".<ref name=bowman183/> La versione definitiva dell'opera ha perciò uno dei primi artwork disegnati al computer nella storia della musica.<ref name="NPR"/> Lo psicanalista Michael A. Brog l'ha definita «un'immagine disarmante, che suggerisce sia la divisione sia la cancellazione dell'identità» e che introduce l'ascoltatore a uno dei temi ricorrenti dell'album, il [[Disturbo di personalità|disturbo di identità]]. «L'immagine è in contrasto con il titolo, perché le immagini oscurate dei membri del gruppo non possono restare alla luce».<ref name=brog167/>
== Uscita e tour ==
[[File:Talking Heads band1.jpg|thumb|I Talking Heads ingaggiarono cinque musicisti addizionali per il tour di ''Remain in Light'']]
Brian Eno avvertì i Talking Heads che la musica di ''Remain in Light'' era troppo complessa per essere eseguita dal vivo da un quartetto.<ref name=bowman179/> Il gruppo si allargò quindi a nove musicisti per il [[tour]] di supporto. I membri addizionali reclutati da Harrison erano il chitarrista [[Adrian Belew]], il tastierista dei [[Funkadelic]] [[Bernie Worrell]], il bassista [[Busta Jones]], il percussionista Steven Scales e la corista Dolette MacDonald.<ref name=shakers>{{Cita|Rees-Crampton, 1991|p. 519}}.</ref> La formazione estesa faceva i [[soundcheck]] nel loft di Frantz e Weymouth seguendo i ritmi creati da Worrell (che aveva studiato al conservatorio del New England e alla [[Juilliard School]]).<ref name=bowman180>{{Cita|Bowman, 2001|p. 180}}.</ref> La prima esibizione avvenne il 23 agosto [[1980]] all'Heatwave Festival in Canada, di fronte a 70.000 spettatori. Robert Hilburn del ''[[Los Angeles Times]]'' definì la musica del gruppo "rock-funk con una forza drammatica".<ref name=latimes>{{Cita news|lingua=en|autore=Robert Hilburn|titolo=Heatwave Rock Festival in Canada|pubblicazione=Los Angeles Times|data=25 agosto 1980}}</ref> Il 27 agosto la formazione estesa si esibì davanti a un pubblico di 125.000 persone al Wollman Rink, nel [[Central Park]] di New York.<ref name=bowman181>{{Cita|Bowman, 2001|p. 181}}.</ref>
I concerti in Canada e a New York erano gli unici in programma, ma la [[Sire Records]] decise di organizzare un tour completo.<ref name=shakers/> Il gruppo arrivò in Italia alla fine del 1980 e il concerto al [[PalaLottomatica|Palazzo dello Sport]] di [[Roma]] del 18 dicembre fu registrato e trasmesso dalla [[RAI]].
''Remain in Light'' uscì in tutto il mondo l'8 ottobre 1980. I Talking Heads e Eno erano inizialmente d'accordo ad accreditare ogni canzone a "David Byrne, Brian Eno, Chris Frantz, Jerry Harrison, Tina Weymouth" (in ordine alfabetico), non essendo stati in grado di stabilire una formula precisa per la divisione dei crediti,<ref name="bowman177"/> ma l'album fu poi distribuito con i crediti "David Byrne, Brian Eno, Talking Heads".<ref name=inlay/> Frantz, Harrison e Weymouth contestarono il tentativo di Byrne e Eno di ottenere i crediti esclusivi.<ref name="quiet">{{Cita news|lingua=en|autore=Julian Marszalek|titolo=Tom Tom Club's Chris Frantz on David Byrne, Brian Eno and Lee 'Scratch' Perry|url=http://thequietus.com/articles/01782-tom-tom-club-chris-frantz-talking-heads-interview|pubblicazione=The Quietus|data=3 giugno 2009|accesso=26 giugno 2014}}</ref> Secondo Tina Weymouth, Byrne aveva detto a Kalman di stabilire i crediti secondo le indicazioni di Eno.<ref name=bowman183>{{Cita|Bowman, 2001|p. 183}}.</ref> Le edizioni successive corressero l'errore.<ref name="inlay2006">Si vedano le note di copertina dell'edizione su CD, 2006.</ref> ''Remain in Light'' fu trasmesso per la prima volta nella sua interezza il 10 ottobre 1980 dalla radio WDFM.<ref name="AIR">{{Cita news|lingua=en|titolo=WDFM to Air Premiere of Talking Heads' Newest|pubblicazione=The Daily Collegian|data=10 ottobre 1980|p=18}}</ref> Fu certificato disco d'oro dalla Canadian Recording Industry Association nel febbraio 1981, dopo aver venduto 50.000 copie,<ref>Si veda il database on-line della [http://www.cria.ca/cert_db_search.php Canadian Recording Industry Association] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160111074458/http://www.cria.ca/cert_db_search.php |date=11 gennaio 2016 }}.</ref> e dalla Recording Industry Association of America nel settembre 1985, quando superò le 500.000.<ref>Si veda il database on-line {{Cita web|lingua=en|url=https://www.riaa.com/goldandplatinumdata.php|titolo=RIAA: Gold & Platinum|editore=[[Recording Industry Association of America]]}}</ref> L'album ha venduto oltre un milione di copie in tutto il mondo.<ref>{{Cita news|lingua=en|autore=Lisa Robinson|titolo=Ronstadt Will Return to Broadway Stage|pubblicazione=The Gazette|data=18 giugno 1981|p=45}}</ref>
== Contenuto ==
=== Testi ===
[[File:Dean 30-0124a.gif|alt=|thumb|upright|La deposizione di John Dean, coinvolto nello scandalo Watergate, fu una delle numerose ispirazioni per i testi dell'album]]
''Remain in Light'' contiene otto canzoni che, secondo lo psicanalista Michael A. Brog, sarebbero basate sul principio della libera associazione, prive cioè del pensiero coerente rintracciabile nei testi scritti in [[flusso di coscienza]]. David Gans spiegò a Byrne come essere più libero con il contenuto dei testi, avvertendolo che «il pensiero coerente ha i suoi limiti».<ref name=brog167/> Il cantante incluse una [[bibliografia]] nel press kit dell'album con una dichiarazione che spiegava in quale modo ''Remain in Light'' era stato ispirato dalla mitologia e dai ritmi africani. L'influenza principale per i testi viene da ''African Rhythm and African Sensibility'' di John Miller Chernoff,<ref>{{Cita|Bowman, 2001|p. 182}}.</ref> che descrive il ruolo della musica nelle comunità rurali del continente.<ref name=bowman183/> L'[[etnomusicologo]] viaggiò in Ghana nel 1970 per studiare i percussionisti locali e descrisse le complicate relazioni tra gli schemi ritmici.<ref name=bowman173>{{Cita|Bowman, 2001|p. 173}}.</ref> Una delle canzoni, ''The Great Curve'', rende espliciti i temi africani nel passaggio "''The world moves on a woman's hips''", che Byrne inserì dopo aver letto ''African Art in Motion'' di Robert Farris Thompson.<ref name=bowman374/> Studiò anche l'[[eloquenza]] di alcuni casi specifici, come la testimonianza di John Dean sullo [[scandalo Watergate]] e i racconti di ex schiavi.<ref name=bowman172/>
Come le altre canzoni, il brano d'apertura ''Born Under Punches (The Heat Goes On)'' trae ispirazione da «preghiere, grida e declamazioni».<ref name=TGINT/> L'espressione "''And the Heat Goes On''", usata nel titolo e ripetuta nel ritornello, è presa dalla [[testata giornalistica|testata]] di un articolo del ''[[New York Post]]'' letto da Eno nel 1980. Il canto di ''Once in a Lifetime'' è influenzato invece dai sermoni dei predicatori.<ref name=bowman172>{{Cita|Bowman, 2001|p. 172}}.</ref> Alcuni critici hanno notato che la canzone «è una sorta di stoccata anticipatrice agli eccessi degli anni ottanta» ma Byrne non è mai stato d'accordo con questa interpretazione e ha commentato che il testo deve essere interpretato alla lettera. «Siamo per la maggior parte inconsci. Sai, operiamo mezzi svegli o col pilota automatico e ci riduciamo con una casa, una famiglia, un lavoro e tutto il resto, e non ci siamo mai fermati per chiederci 'come ci sono arrivato qui?'».<ref name=NPR/>
=== Musica ===
Byrne ha descritto l'album come un lavoro «spirituale», «gioioso ed estatico, eppure è serio»; ha fatto notare che, alla fine, c'era «meno africanismo in ''Remain in Light'' di quanto intendevamo [...] ma le idee africane erano molto più importanti da ottenere dei ritmi specifici».<ref name=paredes38/> Secondo Eno il disco fonde in maniera unica il [[funk]] con il [[punk rock]] o la [[new wave (musica)|new wave]].<ref name=TGINT/> Nessuna delle composizioni contiene cambi di accordo, basandosi piuttosto sull'uso di diversi [[armonia|armonici]] e [[nota musicale|note]].<ref name=bowman171/> [[Riff]] intricati e strati sovrapposti di bassi e percussioni sono usati frequentemente in tutto l'album.<ref name=bowman169/>
Il primo lato contiene le canzoni più ritmate, con lunghi intermezzi strumentali: ''Born Under Punches (The Heat Goes On)'', ''Crosseyed and Painless'' e ''The Great Curve.''<ref name=bowman170/> Il lato B è composto da canzoni più introspettive, con sonorità che di brano in brano si fanno sempre più rarefatte.<ref name=bowman178/> ''Once in a Lifetime'' contiene una citazione da ''What Goes On'' dei [[Velvet Underground]]. La canzone era in origine intitolata ''Weird Guitar Riff Song'' per la sua particolare composizione.<ref name=bowman172/> Fu concepita come un singolo riff prima che il gruppo ne sovrapponesse un altro; Eno alternò otto battute di ciascun riff con le corrispondenti [[battuta (musica)|battute]] della controparte.<ref name=bowman169/> ''Houses in Motion'' include una lunga esibizione alla tromba e ai corni di Jon Hassell. ''Seen and Not Seen'' alterna un testo recitato da Byrne con un sottofondo ritmato a un ritornello più evocativo, mentre ''Listening Wind'' presenta elementi tipici della tradizione musicale araba. Il brano finale, ''The Overload'', fu il tentativo da parte dei Talking Heads di emulare il sound dei [[Joy Division]]. La canzone fu composta nonostante nessun membro della band avesse mai ascoltato nulla dei Joy Division: i musicisti si basarono piuttosto su come la musica del gruppo inglese era descritta nelle recensioni. Il brano è costituito da battiti tribali simil-[[industrial]] eseguiti principalmente da Harrison e Byrne.<ref name=bowman178/>
== Accoglienza ==
{{Recensioni album
| recensione1 = [[AllMusic]]<ref name=Allmusic/>
| giudizio1 = {{giudizio|5|5}}
| recensione2 = [[Rolling Stone]]<ref>{{cita web|url=https://www.rollingstone.com/artists/talkingheads/albums/album/300989/review/5942524/remain_in_light|titolo=Talking Heads: Remain In Light|editore=[[Rolling Stone]]|data=13 novembre 2003|accesso=9 ottobre 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071102225010/http://www.rollingstone.com/artists/talkingheads/albums/album/300989/review/5942524/remain_in_light|dataarchivio=2 novembre 2007|urlmorto=sì}}</ref>
| giudizio2 = {{giudizio|5|5}}
| recensione3 = [[The Irish Times]]<ref>{{cita web|url=https://www.irishtimes.com/culture/pop-rock-1.1001461|titolo=Talking Heads: 77/More Songs About Buildings and Food/Fear of Music/Remain in Light|editore=[[The Irish Times]]|data=13 gennaio 2006|accesso=8 novembre 2015}}</ref>
| giudizio3 = {{giudizio|5|5}}
| recensione4 = ''[[Uncut]]''<ref>{{cita giornale|titolo=The Geeks Shall Inherit the Earth|editore=[[Uncut]]|data= febbraio 2006|cognome= Shapiro|nome= Peter|pagina= 82}}</ref>
| giudizio4 = {{giudizio|5|5}}
| recensione5 = [[Ondarock]]<ref name=Ondarock>{{Cita web|autore=Nello Giovane|url=http://www.ondarock.it/pietremiliari/talkingheads_remain.htm|titolo=Talking Heads - Remain In Light|editore=[[Ondarock]]|data=12 novembre 2006|accesso=26 giugno 2014}}</ref>
| giudizio5 = Pietra miliare
}}
=== Giudizio della critica ===
Il disco è stato accolto da numerose critiche positive. Ken Tucker del magazine ''Rolling Stone'' ha lodato il tentativo coraggioso e coinvolgente di individuare un terreno comune, nei primi anni [[1980]], fra [[generi musicali]] spesso ostili e divergenti, concludendo che ''Remain in Light'' raccoglie musica spaventosa e divertente, che fa «ballare e pensare, pensare e ballare, ballare e pensare, ''ad infinitum.''»<ref>{{cita web|autore=Ken Tucker|lingua=en|url=https://www.rollingstone.com/music/artists/talking-heads/albumguide|titolo=Talking Heads|editore=[[Rolling Stone]]|accesso=26 giugno 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140714115425/http://www.rollingstone.com/music/artists/talking-heads/albumguide|dataarchivio=14 luglio 2014|urlmorto=sì}}</ref> [[Robert Christgau]], scrivendo per ''[[The Village Voice]]'', lo ha descritto come l'opera «in cui David Byrne è riuscito a vincere la sua [[Fear of Music|paura della musica]] in una visionaria ottica [[Afrobeat|Afrofunk]], chiara, distaccata, quasi misticamente ottimistica.»<ref name="christg">{{cita news|lingua=en|url=http://www.robertchristgau.com/get_artist.php?name=talking+heads|titolo=Talking Heads|pubblicazione=[[The Village Voice]]|autore=[[Robert Christgau]]|accesso=25 giugno 2014}}</ref> Michael Kulp del ''The Daily Collegian'' ha scritto che ''Remain in Light'' non deve essere etichettato sotto il genere "rock classico" come i suoi tre predecessori,<ref name="DCPS">{{Cita news|lingua=en|autore=Michael Kulp|titolo=Talking Heads: new mixture of pop styles|pubblicazione=The Daily Collegian|p=12|data=12 novembre 1980}}</ref> mentre John Rockwell, in una [[recensione]] per il ''[[The New York Times|New York Times]]'', si dice convinto che la band, con la pubblicazione di questo lavoro, può essere definitivamente annoverata fra i «gruppi più avventurosi d'America».<ref name="NYT">{{Cita news|lingua=en|autore=John Rockwell|titolo=New Territory for The Talking Heads|pubblicazione=[[The New York Times]]|p=D24|data=5 ottobre 1980}}</ref> A Sandy Robertson del ''[[Sounds (rivista)|Sounds]]'' piacque soprattutto la natura innovativa e sperimentale dell'album,<ref name="smag">{{Cita news|lingua=en|autore=Sandy Robertson|titolo=Talking Heads: Remain In Light|pubblicazione=Sounds|p=27|data=11 ottobre 1980}}</ref> così come a ''[[Billboard]]'' che scrisse: «Quasi ogni album dei Talking Heads uscito negli ultimi quattro anni alla fine è rientrato nella lista di quelli preferiti dalla critica. ''Remain in Light'' non fa eccezione.»<ref name="bill">{{Cita news|lingua=en|titolo=Top Album Picks: Talking Heads–Remain In Light|pubblicazione=[[Billboard]]|p=66|data=18 ottobre 1980}}</ref>
William Ruhlmann di [[AllMusic]] ritiene che il disco rappresenti per il gruppo la transizione definitiva, appena accennata nel precedente ''[[Fear of Music]]'', verso una musica più completa e matura: «I Talking Heads si sono connessi con un pubblico pronto a seguire la loro evoluzione musicale e l'album è stato molto inventivo e influente.»<ref name="AMG">{{Allmusic|class=album|id=r19634|tab=|etichetta=Remain in Light – Talking Heads |first=William |last=Ruhlmann |accesso=25 giugno 2014}}</ref> Nel [[1995]] Eric Weisbard, in una recensione per la ''[[Spin (rivista)|Spin]] Alternative Record Guide'', ha elogiato lo sforzo della produzione di Eno, che ha permesso di integrare senza eccessi lo stile della musica africana nei brani del gruppo.<ref name="spin">{{cita libro|lingua=en|cognome=Weisbard|nome=Eric|titolo= Spin Alternative Record Guide|url=https://archive.org/details/spinalternativer00weis|editore=Vintage Books|p=394|anno= 1995|isbn= 0-679-75574-8}}</ref> Nel [[2004]] Barry Walsh di ''[[Slant Magazine|Slant]]'' ha descritto l'album come «semplicemente magico», capace di trasformare il rock della band in un'entità più globale in termini di portata musicale.<ref name="SM">{{cita web|lingua=en|cognome=Walsh|nome=Barry|url=http://www.slantmagazine.com/music/music_review.asp?ID=523|titolo=Talking Heads: Remain In Light|editore=[[Slant]]|data=6 novembre 2004|accesso=26 giugno 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140714220837/http://www.slantmagazine.com/music/music_review.asp?ID=523|dataarchivio=14 luglio 2014}}</ref> Nel [[2008]] Sean Fennessey di ''Vibe'' ha scritto: «I Talking Heads hanno portato i poliritmi africani a New York e hanno fatto il viaggio di ritorno con un [[post-punk]] elegante e alieno in valigia.»<ref name="vibe">{{Cita news|lingua=en|autore=Sean Fennessey|titolo=Talking Heads: Remain In Light|pubblicazione=Vibe|p=104|data=settembre 2008}}</ref>
=== Riconoscimenti ===
''Remain in Light'' è stato nominato il miglior album degli anni ottanta dalla ''Sounds'', davanti a ''The Absolute Game'' (1980) degli [[The Skids]], e da ''[[Melody Maker]],''<ref>{{Cita news|lingua=en|titolo=The Best of 1980|pubblicazione=Sounds|p=31|data=13 dicembre 1980}}</ref><ref>{{Cita news|lingua=en|titolo=1980 Melody Maker Albums|pubblicazione=[[Melody Maker]]|data=13 dicembre 1980}}</ref> mentre il ''New York Times'' lo ha incluso nella sua rosa dei dieci migliori album di quell'anno.<ref>{{Cita news|lingua=en|titolo=The Pop Life: The 10 best of the albums issued in 1980|autore=Robert Palmer|pubblicazione=[[The New York Times]]|p=C19|data=19 dicembre 1980}}</ref>
''Remain in Light'' figura fra i primi posti anche in molte altre classifiche, come quella di Robert Christgau, che lo pone al secondo posto, dietro ''[[London Calling]]'' dei [[The Clash]],<ref>{{cita web|lingua=en|autore=Robert Christgau|url=http://www.robertchristgau.com/xg/pnj/deans80.php|titolo=Pazz & Jop 1980: Dean's List|pubblicazione=[[The Village Voice]]|accesso=25 giugno 2014}}</ref> oppure quella della ''[[New Musical Express|NME]]'', nella quale si trova alla sesta posizione.<ref>{{Cita news|lingua=en|titolo=Best Albums of 1980|pubblicazione=[[New Musical Express|NME]]|data=13 dicembre 1980}}</ref> Inoltre occupa il podio (al numero 3, preceduto da ''[[The River (album Bruce Springsteen)|The River]]'' di [[Bruce Springsteen]] e ancora ''London Calling'' dei Clash) della lista di ''Pazz & Jop'', filiale di ''The Village Voice'', che ha aggregato i giudizi di più di un centinaio di recensioni.<ref>{{cita news|lingua=en|autore=[[Robert Christgau]]|url=http://www.robertchristgau.com/xg/pnj/pjres80.php|titolo=The 1980 Pazz & Jop Critics Poll|pubblicazione=[[The Village Voice]]|accesso=26 giugno 2014}}</ref>
{{citazione
|Allora si sono riuniti in uno studio di Nassau con Brian Eno e hanno creato un album senza precedenti... Allo stesso tempo audacemente sperimentale e orecchiabile, ''Remain in Light'' potrebbe essere il momento definitivo dei Talking Heads.
|Ryan Schreiber, Nella recensione del 2002 per Pitchfork Media
|So they congregated in a Nassau studio with Brian Eno and created a record without precedent... Both daringly experimental and pop-accessible, ''Remain in Light'' may be the Talking Heads' defining moment
|lingua=en
}}
Nel [[1989]], ''Rolling Stone'' ha definito ''Remain in Light'' il quarto miglior album del decennio e il centoventiseiesimo di tutti i tempi.<ref name="RSLIST"/><ref>{{cita libro|lingua=en|cognome=Irwin|nome=Jim|titolo=The Mojo Collection: The Greatest Albums of All Time|anno=2001 |editore=Canongate Books|isbn=1-84195-067-X |p=507}}</ref> Nel [[1993]] è stato inserito all'undicesimo posto della classifica della ''NME'' dei 50 migliori dischi degli anni ottanta<ref>{{Cita news|lingua=en|titolo=The 50 Greatest Albums Of The '80s|pubblicazione=[[New Musical Express|NME]]|p=19|data=25 settembre 1993}}</ref> e al sessantottesimo di quella dei migliori album di sempre.<ref>{{Cita news|lingua=en|titolo=Greatest Albums Of All Time|pubblicazione=[[New Musical Express|NME]]|p=29|data=2 ottobre 1993}}</ref> Nel [[1997]] ''[[The Guardian]]'', raccolti i pareri e le opinioni di numerosi critici, artisti e [[DJ]] di tutto il mondo, ha deciso di metterlo alla posizione numero 43 della lista "100 Best Albums Ever".<ref>{{Cita news|lingua=en|titolo=100 Best Albums Ever|pubblicazione=[[The Guardian]]|data=19 settembre 1997}}</ref> Nel [[1999]] è stato incluso dalla ''[[Vibe (rivista)|Vibe]]'' nella centuria dei migliori album del ventesimo secolo.<ref>{{Cita news|lingua=en|titolo=100 Essential Albums of the 20th Century|pubblicazione=[[Vibe (rivista)|Vibe]]|p=162|data=dicembre 1999}}</ref> Nel [[2002]] [[Pitchfork (sito web)|Pitchfork]] lo ha collocato al secondo posto, dietro ''[[Daydream Nation]]'' ([[1988]]) dei [[Sonic Youth]], nella sua "Top 100" dei migliori dischi degli anni ottanta.<ref name=pitch>{{cita web|lingua=en|url=http://pitchfork.com/features/staff-lists/5882-top-100-albums-of-the-1980s/10/|titolo=Top 100 Albums of the 1980s|editore=[[Pitchfork (sito web)|Pitchfork]]|data=20 novembre 2002|accesso=26 giugno 2014|dataarchivio=19 agosto 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130819051004/http://pitchfork.com/features/staff-lists/5882-top-100-albums-of-the-1980s/10/|urlmorto=sì}}</ref> Un anno dopo [[VH1]] lo ha posizionato al numero 88 della sua personale classifica dei migliori album di tutti i tempi<ref>{{cita libro|lingua=en|cognome=Hoye|nome=Jacob|titolo=VH1: 100 Greatest Albums|anno=2003|editore=Simon & Schuster|isbn=0-7434-4876-6 |p=194}}</ref> e ''Slant'' in quelle dei 50 dischi pop più importanti e dei migliori lavori degli anni ottanta (nel [[2012]] al sesto posto).<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.slantmagazine.com/music/features/vitalpop.asp|titolo=Vitalpop!|editore=[[Slant Magazine|Slant]]|anno=2003|accesso=15 settembre 2009}}</ref><ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.slantmagazine.com/music/feature/best-albums-of-the-1980s/308/page_10|titolo=The 100 Best Albums of the 1980s|editore=[[Slant Magazine|Slant]]|data= 5 marzo 2012|accesso=26 giugno 2014}}</ref> Nel [[2006]] il magazine ''[[Q magazine|Q]]'' lo ha inserito alla posizione 27 della classifica "40 Best Albums of the 80s".<ref>{{Cita news|lingua=en|titolo=40 Best Albums of the 80s|pubblicazione=[[Q magazine|Q]]|data=agosto 2006}}</ref>
== Tracce ==
;Lato A
{{Tracce
|Visualizza durata totale = 41:51
|Titolo1 = Born Under Punches (The Heat Goes On)
|Durata1 = 5:46
|Autore testo1 = [[David Byrne|Byrne]], [[Brian Eno|Eno]]
|Autore musica1 = Byrne, Eno, [[Chris Frantz|Franz]], [[Jerry Harrison|Harrison]], [[Tina Weymouth|Weymouth]]
|Titolo2 = Crosseyed and Painless
|Durata2 = 4:45
|Autore testo2 = Byrne, Eno
|Autore musica2 = Byrne, Eno, Frantz, Harrison, Weymouth
|Titolo3 = The Great Curve
|Durata3 = 6:26
|Autore testo3 = Byrne
|Autore musica3 = Byrne, Eno, Frantz, Harrison, Weymouth
}}
;Lato B
{{Tracce
|Titolo4 = [[Once in a Lifetime (singolo Talking Heads)|Once in a Lifetime]]
|Durata4 = 4:19
|Autore testo4 = Byrne
|Autore musica4 = Byrne, Eno, Frantz, Harrison, Weymouth
|Titolo5 = [[Houses in Motion]]
|Durata5 = 4:30
|Autore testo5 = Byrne
|Autore musica5 = Byrne, Eno, Frantz, Harrison, Weymouth
|Titolo6 = Seen and Not Seen
|Durata6 = 3:20
|Autore testo6 = Byrne
|Autore musica6 = Byrne, Eno, Frantz, Harrison, Weymouth
|Titolo7 = Listening Wind
|Durata7 = 4:42
|Autore testo7 = Byrne
|Autore musica7 = Byrne, Eno, Frantz, Harrison, Weymouth
|Titolo8 = The Overload
|Durata8 = 6:00
|Autore testo8 = Byrne
|Autore musica8 = Byrne, Eno, Frantz, Harrison, Weymouth
}}
;Tracce bonus (2006)
{{Tracce
|Titolo9 = Fela's Riff
|Note9 = Unfinished Outtake
|Durata9 = 5:19
|Autore testo9 = Byrne
|Autore musica9 = Byrne, Eno, Frantz, Harrison, Weymouth
|Titolo10 = Unison
|Note10 = Unfinished Outtake
|Durata10 = 4:49
|Autore testo10 = Byrne
|Autore musica10 = Byrne, Eno, Frantz, Harrison, Weymouth
|Titolo11 = Double Groove
|Note11 = Unfinished Outtake
|Durata11 = 4:27
|Autore testo11 = Byrne
|Autore musica11 = Byrne, Eno, Frantz, Harrison, Weymouth
|Titolo12 = Right Start
|Note12 = Unfinished Outtake
|Durata12 = 4:07
|Autore testo12 = Byrne
|Autore musica12 = Byrne, Eno, Frantz, Harrison, Weymouth
}}
La riedizione del 2006 indica che tutte le canzoni sono composte da David Byrne, Brian Eno, Chris Frantz, Jerry Harrison e Tina Weymouth.<ref name=RiL2006>{{cita album|artista=Talking Heads|titolo=Remain in Light|anno=2006|formato=CD|etichetta=Sire Records|distributore=Rhino Records|catalogo=8122 73300 2}}</ref> L'inserto del [[Disco in vinile|vinile]] del 1980 attribuisce invece i brani a David Byrne, Brian Eno e Talking Heads, con testi di David Byrne a eccezione di ''Crosseyed and Painless'' e ''Born Under Punches (The Heat Goes On)'', i cui testi sono attribuiti a Byrne e Eno. Le etichette poste sul disco in vinile della stessa edizione attribuiscono i brani a Byrne e Eno a eccezione di ''Houses in Motion'' e ''The Overload'', in cui Harrison è indicato come coautore.<ref name=RiL1980>{{cita album|artista=Talking Heads|titolo=Remain in Light|anno=1980|formato=LP|etichetta=Sire Records|catalogo=SRK 6095}}</ref>
== Crediti ==
{{colonne}}
;Formazione
* [[Talking Heads]]
** [[David Byrne (musicista)|David Byrne]] – [[canto|voce]], [[chitarra elettrica|chitarra]], [[basso elettrico|basso]], [[Tastiera elettronica|tastiera]], [[strumento a percussione|percussioni]]
** [[Jerry Harrison]] – chitarra, tastiera, voce
** [[Tina Weymouth]] – basso, tastiera, percussioni, voce
** [[Chris Frantz]] – [[Batteria (strumento musicale)|batteria]], tastiera, percussioni, voce
;Musicisti aggiuntivi
* [[Brian Eno]] – basso, tastiera, percussioni, voce
* [[Nona Hendryx]] – voce
* [[Adrian Belew]] – chitarra
* [[Robert Palmer]] – percussioni
*
* [[Jon Hassell]] – [[tromba]], [[corno (strumento musicale)|corno]]
{{
;Produzione
* Brian Eno – [[produttore discografico|produttore]], [[mixaggio]]
Riga 126 ⟶ 218:
* Carol Bokuniewicz – artwork
* MIT Architecture Machine Group – computer rendering
{{
== Edizioni ==
* {{cita disco|anno=1980|formato=LP|etichetta=Sire Records|catalogo=SRK 6095}}
* {{cita disco|anno=1984|formato=CD|etichetta=Sire Records|catalogo=6095-2}}
* {{cita disco|anno=2006|formato=CD|etichetta=Sire Records|distributore=Rhino Records|catalogo=8122 73300 2|note=edizione rimasterizzata con tracce aggiuntive e allegato DVD-A in formato multicanale 5.1}}
== Classifiche ==
{{colonne}}
=== Classifiche settimanali ===
{|class="wikitable"
!Classifica (1980/81)
!Posizione<br />massima
|-
|[[Kent Music Report|Australia]]<ref>{{Cita libro|lingua = en|autore = [[David Kent (storico)|David Kent]]|titolo = Australian Chart Book 1970–1992|editore = Australian Chart Book|città = St Ives, N.S.W.|anno = 1993|isbn = 0-646-11917-6}}</ref>
|align="center"|25
|-
|[[Billboard Canadian Albums|Canada]]<ref>{{Cita web|lingua = en|url = http://www.bac-lac.gc.ca/eng/discover/films-videos-sound-recordings/rpm/Pages/image.aspx?Image=nlc008388.0298&URLjpg=http%3a%2f%2fwww.collectionscanada.gc.ca%2fobj%2f028020%2ff4%2fnlc008388.0298.gif&Ecopy=nlc008388.0298|titolo = Top Albums - February 21, 1981|sito = [[Library and Archives Canada]]|accesso = 17 marzo 2020}}</ref>
|align="center"|6
|-
|[[Syndicat national de l'édition phonographique|Francia]]<ref>{{Cita web|lingua = fr|url = http://www.infodisc.fr/Album_Liste_Selection2.php?Lettre=T|titolo = Le Détail des Albums de chaque Artiste|sito = InfoDisc|accesso = 17 marzo 2020}} Selezionare "TALKING HEADS" e premere "OK".</ref>
|align="center"|4
|-
|[[VG-lista|Norvegia]]<ref name="Charts">{{Cita web|lingua = nl|url = https://www.ultratop.be/nl/album/612f/Talking-Heads-Remain-In-Light|titolo = Talking Heads - Remain In Light|sito = [[Ultratop]]|accesso = 17 marzo 2020}}</ref>
|align="center"|26
|-
|[[The Official NZ Music Charts|Nuova Zelanda]]<ref name="Charts"/>
|align="center"|8
|-
|[[Dutch Charts|Paesi Bassi]]<ref name="Charts"/>
|align="center"|22
|-
|[[Official Albums Chart|Regno Unito]]<ref>{{Cita web|lingua = en|url = https://www.officialcharts.com/charts/albums-chart/19810315/7502/|titolo = Official Albums Chart: 15 March 1981 - 21 March 1981|sito = [[Official Charts Company]]|accesso = 17 marzo 2020}}</ref>
|align="center"|21
|-
|[[Billboard 200|Stati Uniti]]<ref>{{Billboard|talking-heads|Talking Heads|accesso = 17 marzo 2020}}</ref>
|align="center"|19
|-
|[[Sverigetopplistan|Svezia]]<ref name="Charts"/>
|align="center"|28
|}
{{colonne spezza}}
=== Classifiche di fine anno ===
{|class="wikitable"
!Classifica (1981)
!Posizione
|-
|Canada<ref>{{Cita web|lingua = en|url = http://www.bac-lac.gc.ca/eng/discover/films-videos-sound-recordings/rpm/Pages/image.aspx?Image=nlc008388.4687&URLjpg=http%3a%2f%2fwww.collectionscanada.gc.ca%2fobj%2f028020%2ff4%2fnlc008388.4687.gif&Ecopy=nlc008388.4687|titolo = Top 100 Albums of 1981|sito = [[Library and Archives Canada]]|accesso = 17 marzo 2020}}</ref>
|align="center"|26
|-
|Stati Uniti<ref>{{Cita web|lingua = en|url = http://www.billboard.biz/bbbiz/charts/archivesearch/article_display/855414?imw=Y|titolo = Top Pop Albums of 1981|accesso = 17 marzo 2020|urlarchivio = https://archive.is/20121231080641/http://www.billboard.biz/bbbiz/charts/archivesearch/article_display/855414?imw=Y|urlmorto = sì}}</ref>
|align="center"|87
|}
{{colonne fine}}
== Note ==
<references/>
==
* {{cita libro|autore=David Bowman|titolo=This Must Be the Place: The Adventures of Talking Heads in the Twentieth Century|url=https://archive.org/details/thismustbeplacea00bowm|editore=HarperCollins|città=New York|lingua=en|anno=2001|isbn=0-380-97846-6|cid=Bowman, 2001}}
* {{cita libro|autore=Maureen Droney|titolo=Mix Masters Platinum: Engeneers Reveal Their Secrets to Success|editore=Berklee Press|città=Boston|lingua=en|anno=2003|isbn=0-87639-019-X|cid=Droney, 2003}}
* {{cita libro|autore=Tibor Kalman|autore2=Peter Hall|autore3=Michael Bierut|titolo=Tibor Kalman: Perverse Optimist|editore=Princeton Architectural Press|lingua=en|anno=1998|isbn=978-1-56898-150-5|cid=Kalman-Hall-Beirut, 1998}}
* {{cita libro|autore=Dafydd Rees|autore2=Luke Crampton|titolo=Rock Movers & Shakers|url=https://archive.org/details/rockmoversshaker0000rees|editore=Billboard Books|città=New York|lingua=en|anno=1991|isbn=0-8230-7609-1|cid=Rees-Crampton, 1991}}
* {{cita libro|autore=Joel Whitburn|titolo=Bubbling Under: Singles & Albums|editore=Hal Leonard Corporation|lingua=en|anno=1998|isbn=0-89820-128-4|cid=Withburn, 1998}}
== Voci correlate ==
* ''[[My Life in the Bush of Ghosts]]''
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* [
{{
{{Portale|musica}}
[[Categoria:Album prodotti da Brian Eno]]
|