Joni Mitchell: differenze tra le versioni
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{{Artista musicale
|nome = Joni Mitchell
|nazione = CAN
|genere = Folk
|genere2 = Folk pop
|genere3 = Jazz
|nota genere = <ref>{{Cita|Hinton|p. 33}}.</ref>
|nota genere2 = <ref name="RS">{{Cita|George-Warren e Romanowski|p. 657}}.</ref>
|nota genere3 = <ref>{{Cita|McKenna|p. 107}}.</ref>
|anno inizio attività = 1963
|anno fine attività = 2002
|anno inizio attività 2 = 2006
|anno fine attività 2 = 2007
|anno inizio attività 3 = 2022
|anno fine attività 3 = in attività
|note periodo attività =
|etichetta = [[Reprise]], [[Asylum Records]], [[Geffen Records]], [[Nonesuch Records]], [[Hear Music]]
|tipo artista = cantautore
|immagine = Joni Mitchell 1983.jpg
|didascalia = Joni Mitchell nel 1983
|strumento = [[Canto|Voce]], [[chitarra]], [[pianoforte]], [[Dulcimer appalachiano|dulcimer]]
|band attuale =
|band precedenti =
|totale album = 51
|album studio = 19
|album live = 7
|raccolte = 25
}}
{{Bio
|Nome = Roberta Joan
|Cognome = Anderson
|Pseudonimo = Joni Mitchell
|ForzaOrdinamento = Mitchell, Joni
|Sesso = F
|LuogoNascita = Fort Macleod
|GiornoMeseNascita = 7 novembre
|AnnoNascita = 1943
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte =
|Epoca = XX
|Epoca2 = XXI
|Attività = cantautrice
|Attività2 = pittrice
|Nazionalità = canadese
}}
[[File:Joni Mitchell Signature.svg|thumb|Firma di Joni Mitchell]]
Dopo gli esordi tra café canadesi e locali statunitensi in cui germogliava una nuova generazione di musicisti [[folk]], ottenne il successo commerciale alla fine degli [[Anni 1960|anni sessanta]], definendo uno stile che avrebbe fatto epoca e sarebbe stato fonte d'ispirazione per tutte le [[cantautore|cantautrici]] dei decenni successivi.<ref>{{allmusic|artist|mn0000270491#biography|Joni Mitchell}}</ref> Il suo impatto sulla canzone d'autore americana, di cui è considerata una delle grandi capostipiti femminili assieme a [[Carole King]] e [[Laura Nyro]], è parallelo a quello di artisti come [[Neil Young]] ed [[Eric Andersen]].<ref>{{Cita web|url=https://www.ondarock.it/songwriter/jonimitchell.htm|titolo=Joni Mitchell – Confessioni in blue|editore=''Ondarock''|data=|accesso=12 luglio 2024|autore=Francesco Serini}}</ref><ref>{{Cita web|lingua=en|url=https://www.rollingstone.com/music/music-lists/100-greatest-artists-147446/joni-mitchell-4-87579/|titolo=62 – Joni Mitchell|editore=Rolling Stone''|data=|accesso=12 luglio 2024|autore=}}</ref>
Con il trascorrere del tempo, il folk è stato sempre più relegato al passato, per dare spazio a nuove sonorità vicine al [[blues]] e al [[jazz]] che l'hanno portata a collaborazioni prestigiose con artisti come [[Pat Metheny]], [[Jaco Pastorius]], [[Herbie Hancock]], [[Michael Brecker]] e [[Charles Mingus]].
Joni Mitchell è nota anche per la sua passione e per il suo talento per le arti pittoriche – è lei stessa infatti a dire: «Sono prima di tutto una pittrice, poi una musicista»<ref>{{Cita|McKenna|p. 152}}.</ref> – e cura personalmente la grafica e le copertine dei propri album, utilizzando, nella maggior parte delle volte, propri quadri, ma spesso anche elaborazioni fotografiche.
==Biografia==
===I primi anni===
[[File:Saskatoon in Winter.jpg|thumb|left|Panorama invernale di Saskatoon]]
Joan Anderson nacque da William “Bill” Anderson, istruttore presso l’Accademia canadese di Aviazione e in seguito dirigente di una catena di negozi alimentari, e da Myrtle “Mickey” Marguerite McKee, ex impiegata di banca e poi maestra elementare.<ref>{{Cita|Hinton|pp. 11-12}}.</ref> La musica era di casa: il padre suonava la tromba in una banda musicale, il nonno paterno era un liutaio norvegese immigrato in Canada, la nonna materna, dalle origini franco scozzesi, oltre a scrivere poesie amava ascoltare dischi di musica classica e suonava l’organo.<ref>{{Cita|Hinton|pp. 14-15}}.</ref>{{#tag:ref|La provenienza scandinava del ramo paterno e l’alta posizione dei propri zigomi destarono sempre in Joni Mitchell il sospetto che nelle sue vene scorresse sangue lappone.<ref>{{Cita|Yaffe|pp. 6 e 358}}.</ref>|group=E}}
Nel 1946 la famiglia si spostò dapprima a Maidstone, poi a [[North Battleford]] e nel 1954 a [[Saskatoon]].<ref>{{Cita|Yaffe|pp. 12-14}}.</ref> All’età di sette anni, dopo aver ascoltato ''[[Les Trois Cloches]]'' di [[Édith Piaf]], chiese di poter prendere lezioni di pianoforte, ma presto abbandonò lo strumento a causa della rigidità dell’insegnante<ref>{{Cita|Mercer|p. 59}}.</ref> e della propria irrequietezza a fronte di uno studio sistematico, preferendo affidarsi alla creatività che le permise di comporre la sua prima canzone, ''Robin Walk'', quando aveva soltanto sette anni. In tenera età dovette anche combattere contro una salute fragile: oltre a frequenti tonsilliti, si susseguirono l’appendicite a tre anni, il morbillo, la scarlattina, la rosolia e la varicella.<ref>{{Cita|Smith|p. 7}}.</ref> Nel 1953 un’ondata di poliomielite si abbatté sul Canada, e, non ancora decenne, la piccola Joan venne colpita dalla malattia infiammatoria che la costrinse all’infermità e all’isolamento sociale, oltre che a trattamenti dolorosi in una corsia d’ospedale. Malgrado ciò, la bambina per mesi affrontò il male con risolutezza, approfittando del riposo forzato per dipingere e scrivere poesie e facendo del canto una terapia che nel tempo la portò alla guarigione a cui seguì un severo, autoimposto percorso di riabilitazione.<ref>{{Cita|Hinton|pp. 21-23}}.</ref><ref>{{Cita|Yaffe|pp. 20-21}}.</ref> Per un intero anno la madre si prese cura della sua formazione scolastica, finché Joan non fu in grado di frequentare la Queen Elizabeth Public School e successivamente gli istituti secondari Nutana e Aden Bowman. Poco incline alle materie scientifiche, studiava invece con interesse arte astratta e realismo figurativo. Un suo docente, Arthur Kratzmann, congratulandosi con lei per i suoi disegni, la spinse alla composizione poetica.{{#tag:ref|Sul retro della copertina del primo LP della cantautrice si può leggere «This album is dedicated to Mr. Kratzman ''[sic]'', who taught me to love words.»<ref>{{Cita|Morbiducci e Scarafoni|p. 39}}.</ref>|group=E}} e inoltre la giovane Joan prese lo spunto dal pittore Henry Bonli per cambiare il proprio nome in “Joni”.<ref>{{Cita|Smith|p. 9}}.</ref> Contemporaneamente alla frequenza scolastica, la ragazza iniziò a sviluppare i propri gusti musicali: tralasciando il folk ritenuto noioso e intellettualistico, si volse al jazz e si appassionò al rock and roll di Chuck Berry<ref>{{Cita|Smith|p. 11}}.</ref> perché le dava l’occasione di danzare,<ref>{{Cita|Hinton|p. 25}}.</ref> attività che a quindici anni praticava regolarmente nelle sale da ballo.<ref>{{Cita|Yaffe|p. 21}}.</ref> Quanto alla sua formazione musicale, dopo gli scarsi risultati del pianoforte passò all’ukulele con il quale si esibì in qualche concerto locale,<ref>{{Cita|Hinton|pp. 28-30}}.</ref> e anche con i soldi guadagnati foggiando abiti per alcuni negozi di abbigliamento locali poté comprarsi la sua prima chitarra<ref>{{Cita|Bego|p. 29}}.</ref> che imparò a suonare da autodidatta con un manuale di [[Pete Seeger]].<ref>{{Cita|Monk|p. 67}}.</ref>
===Gli inizi===
[[File:Judy Collins Hootenanny 1963.jpg|thumb|Judy Collins nel 1963]]
Nel 1963 Joan Anderson si trasferì a [[Calgary]] e si iscrisse all’Alberta College of Art. Durante i primi mesi del corso di studi seguì anche la musica folk in voga in quel momento, e cominciò a esibirsi in un locale folk appena aperto in città chiamato “The Depression!”. Delusa dall’impostazione formativa del College, dopo un anno decise di spostarsi a [[Toronto]] per intraprendere la carriera di folksinger,<ref>{{Cita|Hinton|pp. 29-31}}.</ref><ref>{{Cita web|lingua=en|url=https://www.jonimitchell.com/chronology/byyear.cfm?year=1963|titolo=A Chronology of Appearances - 1963|editore=''Joni Mitchell Official Website''|data=|accesso=10 giugno 2024|autore=}}</ref> stimolata anche dalla programmata esibizione di [[Buffy Sainte-Marie]] – folksinger di cui era appassionata – al Folk Festival di Mariposa; l’evento le diede anche l’occasione di venire a contatto con altri musicisti e di conoscere la vivacità artistica della metropoli canadese.<ref>{{Cita|Morbiducci e Scarafoni|p. 12}}.</ref><ref name="Bego1">{{Cita|Bego|p. 31}}.</ref> Durante il viaggio da Calgary a Toronto scrisse la sua seconda canzone, ''Day After Day'',<ref>{{Cita|Smith|p. 12}}.</ref> e giunta a destinazione si stabilì nel rione di Yorktown, quartiere bohémien nei cui coffee shop erano transitati musicisti come [[Gordon Lightfoot]], [[Phil Ochs]], [[Dave Van Ronk]], [[Eric Andersen]], [[Tom Rush]], [[Odetta]], [[David Clayton-Thomas]], Buffy Sainte-Marie, [[Robbie Robertson]], [[Denny Doherty]] (futuro componente dei [[The Mamas & the Papas|Mamas and Papas]]).<ref>{{Cita|Hinton|pp. 33-36}}.</ref> Nella città canadese, oltre a un vivace panorama folk e a molte opportunità per chi volesse avviarsi alla carriera di musicista, Yonge Street offriva una scena jazz che attirava musicisti di prestigio fra i quali [[Charles Mingus]], [[Cannonball Adderley]] e [[Oscar Peterson]].<ref name="Bego1"/> La giovane folksinger conobbe anche il cantante statunitense Chuck Mitchell quando entrambi si esibivano al club musicale Penny Farthing. Con Chuck si unì in matrimonio assumendone così il cognome{{#tag:ref|La giovane aveva avuto una figlia da una relazione precedente, e considerava Chuck Mitchell un possibile padre della bambina, oltre che un visto sul passaporto che le permetteva di muoversi in USA. La piccola fu data in adozione dopo il loro trasferimento nel Michigan.<ref>{{Cita|Yaffe|p. 36}}.</ref><ref>{{Cita|Hinton|p. 40}}.</ref>|group=E}} e la coppia andò ad abitare a Detroit; presentandosi al pubblico come duo folk, si muovevano fra Detroit, Toronto e Philadelphia, e fecero anche una puntata a New York, lasciando poi Detroit e spostandosi nelle Carolina del Sud e del Nord. Ma Joni Mitchell era sempre più insoddisfatta del matrimonio e del rapporto artistico con il marito, e dopo due anni dalle nozze i due divorziarono.<ref>{{Cita|Hinton|pp. 40-41, 44-46}}.</ref>{{#tag:ref|L’inquietudine e la voglia di fuga erano testimoniate dai titoli e dai testi delle sue prime composizioni: ''Born to Take the Highway'' e ''Urge for Going''.<ref>{{Cita|Yaffe|p. 39}}.</ref>|group=E}} Intanto la folksinger era entrata nel giro di amicizie che comprendeva fra gli altri Neil Young, Buffy Sainte-Marie, Gordon Lightfoot, [[Ramblin' Jack Elliott]], Dave Van Ronk, Tom Rush ed Eric Andersen – quest’ultimo le insegnò le accordature aperte<ref>{{Cita|Hinton|pp. 43-47}}.</ref> che facilitarono la giovane chitarrista la cui mano sinistra era rimasta indebolita a causa della poliomielite.<ref name="Mercer">{{Cita|Mercer|p. 62}}.</ref>
Dopo la separazione dal marito, Joni Mitchell si trasferì a New York nel quartiere di [[Chelsea (Manhattan)|Chelsea]], e nella metropoli statunitense ebbe modo di raggiungere la popolarità nei locali folk di Bleecker Street, tra cui il Folk City e il Bitter End nei quali Joni Mitchell presentò le proprie composizioni.<ref>{{Cita|Bego|p. 44}}.</ref> Nel biennio 1966-67 si fece conoscere al largo pubblico di appassionati attraverso le esibizioni nei suoi tour, città dopo città, dapprima da sola e poi con a fianco il nuovo manager Elliot Roberts.<ref>{{Cita|Yaffe|p. 66}}.</ref>{{#tag:ref|La cantautrice aveva considerato dapprima di avvalersi dell’esperienza di [[Albert Grossman]], manager di [[Bob Dylan]], ma l’operazione non andò in porto.<ref>{{Cita|Smith|p. 14}}.</ref>|group=E}} Nel luglio del 1967 prese parte per la prima volta al [[Newport Folk Festival]], invitata insieme a [[Leonard Cohen]] alla manifestazione da [[Judy Collins]],<ref>{{Cita web|lingua=en|url=https://www.npr.org/2022/07/25/1113351769/joni-mitchell-brandi-carlile-newport-folk-festival-2022|titolo=Joni Mitchell sings, steals show with surprise Newport Folk Festival concert|editore=''npr''|data=25 luglio 2022|accesso=21 maggio 2024|autore=Ann Powers}}</ref> e tre mesi dopo conobbe [[David Crosby]] al Gaslight South di Miami.<ref>{{Cita|Mercer|p. 84}}.</ref><ref>{{Cita web|lingua=en|url=https://www.miaminewtimes.com/music/things-to-do-fort-lauderdale-david-crosby-at-parker-playhouse-may-21-11167661|titolo=David Crosby Remembers Coconut Grove as a Folk-Rock Mecca|editore=''Miami New Times''|data=15 maggio 2019|accesso=19 luglio 2024|autore=David Rolland}}</ref> Fu un periodo di grande fertilità compositiva: durante quelle tournée, Mitchell scrisse canzoni che sarebbero apparse nei suoi primi quattro LP.<ref>{{Cita|Whitesell|p. 16}}.</ref> Ad accrescere la notorietà della folksinger canadese contribuirono le interpretazioni di sue composizioni da parte di altri musicisti: [[Tom Rush]] eseguiva regolarmente ''Urge for Going'' nei suoi spettacoli,<ref>{{Cita|Mercer|p. 82}}.</ref> Buffy Sainte-Marie incise ''[[The Circle Game]]'' e ''Song to a Seagull'', Dave Van Ronk registrò ''[[Both Sides, Now]]'', Judy Collins interpretò ''Michael from Mountains'' e riscosse un grande successo con ''Both Sides, Now''.{{#tag:ref|Il trionfo fu tale che Judy Collins con ''Both Sides, Now'' conquistò il Grammy Award per la migliore interpretazione folk.<ref>{{Cita web|lingua=en|url=https://www.grammy.com/artists/judy-collins/12213|titolo=11th Grammy Awards - Best Folk Performance: Both Sides Now|editore=Grammy Awards|data=|accesso=9 luglio 2024|autore=}}</ref><ref>{{Cita|Yaffe|p. 101}}.</ref>|group=E}} Dall’altra sponda dell’Atlantico, i [[Fairport Convention]] inclusero nel loro [[Fairport Convention (album)|primo album]] ''Chelsea Morning'' e ''I Don’t Know Where I Stand'', e avevano nel loro repertorio dal vivo ''Marcie'', ''Night in the City'' e ''Both Sides, Now''.<ref>{{Cita|Hinton|pp. 53-57}}.</ref>
=== Il successo
[[File:CSNY 8-1974 (1).jpg|thumb|[[Stephen Stills|Stills]], [[David Crosby|Crosby]] e [[Graham Nash|Nash]] (1974)]]
Grazie anche alla popolarità indiretta il suo disco di esordio, ''[[Song to a Seagull]]'', coprodotto da David Crosby per l’etichetta [[Reprise Records]] e immesso sul mercato nel 1968, ebbe un buon riscontro di vendite<ref name="RS"/>{{#tag:ref|Il disco vendette {{formatnum:70000}} copie nonostante la sua qualità modesta causata da un problema tecnico: al fine di cancellare l’eccessivo rumore lasciato filtrare nella registrazione originaria, nelle fasi finali le frequenze più alte vennero rimosse e il suono risultò ovattato.<ref>{{Cita|Yaffe|p. 77}}.</ref> Secondo Judy Collins, sembrava che l’incisione fosse stata effettuata “sotto una campana di vetro”.<ref> In {{Cita|Monk|p. 79}}.</ref>|group=E}} e anche la critica formulò giudizi molto positivi.<ref>{{Cita|Hinton|p. 79}}.</ref>
L’album era stato inciso agli studi Sunset Sound di Hollywood,<ref>{{Cita|Monk|p. 77}}.</ref> a Los Angeles, dove Mitchell si era trasferita insieme a Crosby e al proprio manager, andando ad abitare in un bungalow nel leggendario [[Laurel Canyon]],<ref>{{Cita|Hinton|pp. 62-63}}.</ref> l’area nella quale in quegli anni si erano insediati molti musicisti della [[West Coast (rock)|West Coast]]: fra gli altri, [[Stephen Stills]], [[Graham Nash]], [[Cass Elliot|Mama Cass]], [[Frank Zappa]], [[John Mayall]], [[Jackson Browne]], [[Carole King]], Judy Collins, [[Jimmy Webb]], [[Chris Hillman]] e [[Roger McGuinn]] dei [[The Byrds|Byrds]], [[Glenn Frey]] e [[Don Henley]] degli [[Eagles]], [[Arthur Lee (musicista)|Arthur Lee]] dei [[Love (gruppo musicale)|Love]], Nick St. Nicholas degli [[Steppenwolf (gruppo musicale)|Steppenwolf]], [[Micky Dolenz]] dei [[The Monkees|Monkees]], [[Mark Volman]] dei [[The Turtles|Turtles]], [[John Densmore]] e [[Robby Krieger]] dei [[The Doors|Doors]].<ref>{{Cita|Walker|pp. xi-xiii}}.</ref> Nel 1968, mantenendo il legame affettivo con Crosby, Joni Mitchell iniziò una relazione anche con Nash, decidendo infine di legarsi stabilmente con quest’ultimo, e questi incroci sentimentali si riscontrano nella canzone della folksinger ''Willy''{{#tag:ref|C’è chi considera indirizzato a Nash anche il brano ''Blue Boy''.<ref>{{Cita|Weller|p. 297}}.</ref>|group=E}} e in quelle di Crosby e di Nash, rispettivamente ''Guinnevere'' e ''[[Our House (Crosby, Stills, Nash & Young)|Our House]]''.<ref>{{Cita|Hinton|pp. 74 e 80-81}}.</ref> Il gruppo restò comunque unito, fu anzi la folksinger a creare le condizioni perché si formasse il trio composto da [[Crosby, Stills, Nash & Young|Crosby, Stills e Nash]].<ref>{{Cita|Yaffe|p. 104}}.</ref>
Nel dicembre 1968 Mitchell partecipò al Miami Pop Festival, insieme a [[Fleetwood Mac]], [[Marvin Gaye]], [[Three Dog Night]] e [[Canned Heat (gruppo musicale)|Canned Heat]]; nel febbraio dell’anno seguente si esibì in un memorabile concerto alla [[Carnegie Hall]] di New York e poi intervenne a diversi festival folk/pop: Mississippi River, Uncola, Schaefer Music, [[Newport Folk Festival|Newport]], Mariposa, Vancouver, Atlantic City e Big Sur, esperienze che arricchirono il suo bagaglio musicale facendola venire a contatto fra i tanti con [[Arlo Guthrie]], [[Tim Hardin]], la [[James Cotton (musicista)|James Cotton]] Blues Band, [[James Taylor]], la [[Paul Butterfield]] Blues Band, [[Doc Watson]], [[Bruce Cockburn]], [[Doug Kershaw]], [[John Sebastian]] e [[Joan Baez]].<ref>{{Cita|Hinton|p. 80}}.</ref><ref>{{Cita web|lingua=en|url=https://www.jonimitchell.com/chronology/byyear.cfm?year=1969|titolo=A Chronology of Appearances - 1969|editore=''Joni Mitchell Official Website''|data=|accesso=5 luglio 2024|autore=}}</ref> Nel maggio 1969 uscì ''[[Clouds (Joni Mitchell)|Clouds]]'', l’LP che restituiva alla folksinger canadese la paternità di molte sue composizioni già portate al successo da altri colleghi, motivi fra i quali spiccavano ''Chelsea Morning'' e ''Both Sides, Now''; le canzoni erano già conosciute, ma il suono era nuovo e brillante a paragone con quello dell’album precedente,<ref>{{Cita|Yaffe|pp. 77 e 90}}.</ref> e con il disco la cantante si assicurò un Grammy Award per la migliore esecuzione folk.<ref>{{Cita|Yaffe|p. 93}}.</ref>
In agosto avrebbe dovuto partecipare al [[festival di Woodstock]]; era attesa nella giornata che vedeva in programma altri nomi famosi – [[Jeff Beck]], [[The Band]], [[Blood, Sweat & Tears]], [[Iron Butterfly]], [[Joe Cocker]], [[Crosby, Stills, Nash & Young]] e [[Jimi Hendrix]] – ma il management della cantante (di cui faceva parte anche [[David Geffen]]<ref>{{Cita|Monk|pp. 107-108}}.</ref>) reputò più vantaggioso per la sua popolarità prendere parte a uno show televisivo già programmato. Così la cantautrice dovette limitarsi a guardare il festival alla TV dell’albergo, e seguendo le immagini compose il brano ''[[Woodstock (brano musicale)|Woodstock]]'' che, ripreso e inciso quasi subito dal gruppo californiano [[Crosby, Stills, Nash & Young|CSNY]] e pubblicato sul loro LP ''[[Déjà vu (Crosby, Stills, Nash & Young)|Déjà vu]]'', sarebbe diventato un inno della [[Summer of Love]] e un classico che interpretava i costumi di un’intera generazione.<ref>{{Cita|Monk|pp. 90-93 e 98-99}}.</ref> La canzone apparve anche nel successivo LP della folksinger, ''[[Ladies of the Canyon]]'', pubblicato nell’aprile del 1970. Disco di platino, il primo nel quale l’artista si accompagnava anche con il pianoforte, conteneva brani che la fecero emergere come pop star: fra tutti ''[[Big Yellow Taxi]]'', che con i versi di taglio ambientalista divenne subito popolare tanto da essere ripresa da [[Bob Dylan]], e che il ''[[The New York Times|New York Times]]'' etichettò come la prima composizione Ecology-folk.<ref>{{Cita|Yaffe|pp. 114-119}}.</ref>{{#tag:ref|A testimonianza del suo interesse per le tematiche ambientali, in quell’anno avrebbe dato un concerto ad [[Amchitka]], Alaska, a supporto della protesta di [[Greenpeace]] contro gli esperimenti statunitensi di armi nucleari in atto nell’isola, condividendo il palco con un ventiduenne [[James Taylor]].<ref>{{Cita|Yaffe|p. 127}}.</ref>|group=E}}
[[File:Footsteps along the beach (Unsplash).jpg|thumb|left|Una spiaggia di Matala al tramonto]]
Nel 1970 – eletta in un sondaggio dai lettori di ''[[Melody Maker]]'' la migliore cantante del mondo, superando figure ben più affermate come [[Grace Slick]], [[Sandy Denny]], [[Janis Joplin]], [[Aretha Franklin]], [[Christine McVie|Christine Perfect]], [[Laura Nyro]], Judy Collins, [[Julie Driscoll]] e [[Joan Baez]]<ref>{{Cita|Bego|p. 88}}.</ref> – Joni Mitchell fu in concerto alla [[Royal Festival Hall]] di Londra, poi tornò in USA per completare l’incisione di ''Ladies of the Canyon''.<ref>{{Cita|Mercer|p. 18}}.</ref> Infine decise di staccare dai ritmi logoranti imposti dalle tournée e dagli spettacoli ''live'' e partì in compagnia di Penelope, un’amica canadese, alla ricerca di dimensioni rilassanti. Finì per trovarle in Grecia, nel piccolo villaggio cretese di [[Matala (Grecia)|Matala]]. Qui visse vicende a contatto con luoghi e persone che le fecero elaborare suggestioni emotive per la composizione del successivo album.<ref>{{Cita|Monk|pp. 126-131}}.</ref>{{#tag:ref|Alcuni motivi erano già stati creati nella sua casa di Laurel Canyon.<ref>{{Cita|Mercer|p. 85}}.</ref>|group=E}} Le sue uniche apparizioni avvennero al Mariposa Folk Festival e al [[Festival dell'Isola di Wight 1970|raduno dell'isola di Wight]].<ref>{{Cita web|lingua=en|url=https://www.jonimitchell.com/chronology/byyear.cfm?year=1970|titolo=A Chronology of Appearances - 1970|editore=''Joni Mitchell Official Website''|data=|accesso=29 giugno 2024|autore=}}</ref>
Acclamato dalla critica,<ref name="RS"/>{{#tag:ref|Il periodico ''Rolling Stone'' lo considera il capolavoro assoluto della Mitchell.<ref>{{Cita web|lingua=en|url=https://www.rollingstone.com/music/music-lists/best-albums-of-all-time-1062063/joni-mitchell-blue-3-1063230/|titolo=Joni Mitchell, Blue|editore=''Rolling Stone''|data=|accesso=29 maggio 2024|autore=}}</ref> Dello stesso parere è Katherine Monk.<ref>{{Cita|Monk|p. 131}}.</ref>|group=E}} venduto in dieci milioni di copie nei soli Stati Uniti, considerato dalla cantautrice stessa “un punto di svolta”, il successivo LP ''[[Blue (Joni Mitchell)|Blue]]'' mostra una vena di intensa malinconia per passate esperienze e di disincanto per il presente, mettendo a nudo tutta la vulnerabilità della folksinger. L’album, pubblicato nel giugno del 1971, vede la musicista avvicendare chitarra, pianoforte e [[Dulcimer appalachiano|dulcimer]], coadiuvata da Stephen Stills al basso, [[James Taylor]] alla chitarra e Russ Kunkel alle percussioni; e, oltre a richiamare un’esperienza greca in ''Carey'', molte composizioni sono scritte avendo in mente figure che avevano segnato la sua vita fino ad allora: Graham Nash (''My Old Man''), Leonard Cohen, (''[[A Case of You]]''{{#tag:ref|La cantante rievoca due frasi dettele da Cohen: «I am as constant as the Northern Star» e «Love is touching souls», entrambe fra i versi del brano.<ref>{{Cita|Yaffe|pp. 62-63}}.</ref>|group=E}} e ''The Flight Tonight''), Chuck Mitchell (''[[The Last Time I Saw Richard]]'');<ref>{{Cita|Hinton|pp. 119-124}}.</ref><ref>{{Cita|Yaffe|pp. 128-138}}.</ref>{{#tag:ref|Joni Mitchell avrebbe in seguito smentito, affermando che l’attenzione alla persona avrebbe ridotto l’importanza della composizione all’orecchio dell’ascoltatore. «Non importa chi sia la persona, si tratta di un mio amico, e non di un amore.»<ref>In {{Cita|Mercer|p. 112}}.</ref>|group=E}} oltre a ''[[Little Green]]'', composta nel 1966 e dedicata a Kelly Dale, la figlia avuta da giovane e data in adozione.<ref>{{Cita|Yaffe|p. 40}}.</ref> Per il tratto autobiografico e per la natura introspettiva dei brani contenuti, quasi che l’artista lasciasse l’ascoltatore penetrare i propri intimi segreti, l’album viene considerato il vertice della composizione confessionale degli anni settanta.<ref>{{Cita|Murphy|p. 13}}.</ref>
La stima acquisita nell’ambiente musicale era ormai consolidata: nel 1970 era fra le voci di sottofondo del singolo ''[[Tapestry (Carole King)|Tapestry]]'' di [[Carole King]], e James Taylor – con il quale Joni Mitchell aveva intrapreso una relazione sentimentale<ref>{{Cita|Bego|p. 85}}.</ref> – la volle nel coro del singolo ''Mud Slide Slim''<ref>{{Cita|Hinton|p. 109}}.</ref> e in alcune tracce dell’album ''[[Mud Slide Slim and the Blue Horizon]]'', in particolare nel brano ''Close Your Eyes''.<ref>{{Cita|Yaffe|p. 128}}.</ref> La sua voce è anche in ''[[If I Could Only Remember My Name]]'', album del 1971 nel quale David Crosby si circondò di musicisti della West Coast.<ref>{{Cita|Morbiducci e Scarafoni|p. 15}}.</ref>
[[File:Tom Scott 1974 press photo.jpg|thumb|[[Tom Scott]] (1974)]]
Dopo le sofferenze viscerali espresse in ''Blue'' in uno stile intimo e colloquiale come mai prima nel ''[[Cantautorato|songwriting]]'',<ref>{{Cita|Mercer|p. 33}}.</ref> Joni Mitchell sentì la necessità di riacquistare le energie emozionali. Trovò rifugio in un ambiente tranquillo e isolato poco più a nord di [[Vancouver]], il Pender Hamlet nella Sunshine Coast canadese<ref>{{Cita|Monk|p. 132}}.</ref> che le permise anche di allontanarsi dal cinismo dell’industria discografica. Durante il suo esilio volontario, la solitudine e la quiete del luogo – che la musicista definì il proprio “Eden privato” – favorirono la composizione dei brani che sarebbero confluiti nell’album seguente. Uscì dal suo ritiro nel settembre 1971, unendosi a Crosby e Nash in un concerto tenutosi a Vancouver e poi facendo ritorno a Los Angeles, alla ricerca di strumentisti necessari per le sue nuove composizioni che richiedevano arrangiamenti più elaborati.<ref>{{Cita|Mercer|pp. 134-135 e 145}}.</ref> L’anno successivo, insieme a [[Jackson Browne]] la folksinger fu dapprima in una tournée invernale nel Nord America, poi nel maggio il tour europeo toccò Manchester, Londra, Francoforte, Amsterdam e Parigi, concludendo il 1972 con quattro concerti al [[Troubadour]] di Los Angeles<ref>{{Cita web|lingua=en|url=https://www.jonimitchell.com/chronology/byyear.cfm?year=1972|titolo=A Chronology of Appearances - 1972|editore=''Joni Mitchell Official Website''|data=|accesso=29 maggio 2024|autore=}}</ref> che registrarono il tutto esaurito.<ref>{{Cita|Hinton|p. 144}}.</ref>
''[[For the Roses]]'' fu pubblicato nel 1972<ref name="RS"/> per l’etichetta [[Asylum Records|Asylum]], da poco fondata da Geffen.<ref>{{Cita|Bego|p. 106}}.</ref> A differenza dei precedenti, l’album ha una sezione ritmica stabile,<ref>{{Cita|Hinton|p. 139}}.</ref> dotazioni strumentali più ricche e arrangiamenti più elaborati, anche in virtù dell’intervento in molte tracce del sassofonista [[Tom Scott]]<ref name="Morbiducci e Scarafoni">{{Cita|Morbiducci e Scarafoni|p. 16}}.</ref> che con i suoi assolo dalle forti inflessioni jazzistiche in ''Cold Blue Steel and Sweet Fire'' e in ''Barangrill'' contribuisce a rendere il lavoro un disco di transizione.<ref name="WS">{{Cita|Whitesell|p. 21}}.</ref> Inoltre l’album rende evidente nella cantautrice il cambiamento nella qualità della propria voce, divenuta più profonda e sensuale.<ref>{{Cita|Yaffe|p. 158}}.</ref> I brani ''For the Roses'', ''Cold Blue Steel and Sweet Fire'', ''Electricity'', ''The Blonde in the Bleacher'', ''Woman of Heart and Mind'' e ''See You Sometimes'' sono dedicati a James Taylor,<ref>{{Cita|Bego|p. 105}}.</ref> alle sue fragilità di tossicodipendente e ai modi sprezzanti con i quali veniva trattato dalla critica.<ref>{{Cita|Mercer|pp. 135-137}}.</ref>
=== Verso nuove sonorità ===
[[File:Joni Mitchell in 1974.jpg|thumb|left|upright=0.9|Joni Mitchell in concerto nel 1974]]
Il 1973 costituì un anno di pausa nel quale Joni Mitchell osservò il mondo musicale e, oltre a coltivare la sua passione per il disegno, la pittura e la fotografia, assimilò nuovi stili musicali e sonorità innovative. Tutte queste riflessioni sbocciarono nell’album ''[[Court and Spark]]'',<ref name="Morbiducci e Scarafoni" /> disco che, secondo la periodizzazione del critico Lloyd Whitesell, inaugura il secondo ciclo della produzione della cantautrice canadese.<ref name="White">{{Cita|Whitesell|p. 12}}.</ref>{{#tag:ref|Secondo Michelle Mercer, invece, l’album fa parte del “Periodo Blue” che inizia dall’omonimo album per giungere a ''Hejira''.<ref>{{Cita|Mercer|p. 4}}.</ref>|group=E}} Per la sua realizzazione, Joni Mitchell ebbe bisogno di un gruppo di supporto che trovò nella L.A. Express, formazione jazz-rock guidata da [[Tom Scott]] – musicista già presente in ''For the Roses''<ref name="Cita|Weller|pp. 412-413">{{Cita|Weller|pp. 412-413}}.</ref> – a cui si aggiunsero in tracce sparse Robbie Robertson, Wayne Perkins, [[José Feliciano]], [[The Crusaders]], Crosby, Stills e Nash.<ref>{{Cita|Hinton|p. 146}}.</ref> La crescita musicale della cantautrice era in quel periodo fortemente influenzata dall’ascolto dei lavori di [[Miles Davis]] e di [[John Coltrane]], e dalle atmosfere musicali che circolavano in California grazie anche alla presenza di grandi strumentisti jazz – [[Gerry Mulligan]], [[Chet Baker]], [[Stan Getz]] – e all’afflusso a Los Angeles di [[Herbie Hancock]] e [[Wayne Shorter]] provenienti da New York,<ref>{{Cita|Yaffe|pp. 172-173}}.</ref>
In contrasto con quello precedente, l’anno 1974 fu per Joni Mitchell molto produttivo. A gennaio fu messo in commercio ''[[Court and Spark]]'', nel quale la musicista dismise i panni della donna vulnerabile per produrre un disco ricco di modulazioni jazz che riscosse ampio successo commerciale e di critica<ref>{{Cita|Mercer|pp. 158-160}}.</ref> e nel quale l’iniziale, semplice voce sostenuta dalla chitarra acustica si era trasformata in un intreccio di strumentazioni elettriche e fiati, con arrangiamenti e sovraincisioni vocali di accompagnamento composti dalla cantautrice stessa.<ref name="RS"/>{{#tag:ref|Nel marzo del 1975 ''Down to You'', una traccia di ''Court and Spark'', sarebbe stata premiata con un Grammy per migliore arrangiamento dell’accompagnamento vocale.<ref>{{Cita|Hinton|p. 161}}.</ref>|group=E}} Subito dopo la pubblicazione, la cantante e la L.A. Express (Tom Scott ai fiati, [[Robben Ford]] alla chitarra, Larry Nash alle tastiere, [[Max Bennett]] al basso e John Guerin alle percussioni<ref>{{Cita|Hinton|p. 158}}.</ref>) partirono per settantacinque concerti che li videro impegnati principalmente negli USA con puntate in Canada, esibizioni che richiamarono un pubblico numericamente mai visto prima. Da alcuni di quei concerti – al Berkeley Community Theater, al Music Center e allo [[Universal Amphitheatre]] di Los Angeles – venne ricavato il doppio ''[[Album dal vivo|live]]'' intitolato ''[[Miles of Aisles]]''. Inoltre, a metà di settembre Joni Mitchell tenne uno storico concerto al [[Stadio di Wembley (1923)|Wembley Stadium]] di Londra a cui parteciparono anche [[Jesse Colin Young]], [[The Band]], gruppo che suonava a supporto di Dylan, e, riunitisi per l’occasione, [[Crosby, Stills, Nash & Young|Crosby, Stills, Nash e Young]].<ref>{{Cita|Yaffe|pp. 190-193}}.</ref><ref>{{Cita web|lingua=en|url=https://www.jonimitchell.com/chronology/byyear.cfm?year=1974|titolo=A Chronology of Appearances - 1974|editore=''Joni Mitchell Official Website''|data=|accesso=31 maggio 2024|autore=}}</ref> All'evento, che si svolse da mezzogiorno alle dieci di sera, assistettero novantamila spettatori.<ref>{{Cita|Morbiducci e Scarafoni|pp. 16-17}}.</ref>
[[File:Joni Mitchell (1975).png|thumb|Joni Mitchell (1975)]]
Nel frattempo l’artista continuava nella sua ricerca musicale. Il risultato fu l’album ''[[The Hissing of Summer Lawns]]'', pubblicato nel 1975, nel quale la cantante abbandonò gli schemi pop/folk per virare verso ritmi sincopati e moduli jazz;<ref name="WS"/><ref>{{Cita|Monk|p. 12}}.</ref> precursore della tecnica del campionamento e della musica etnica,<ref>{{Cita|Hinton|pp. 167-168}}.</ref> l’LP, che evidenziava l’ossessione della natura selvaggia sotto la superficie suburbana, contiene alcune composizioni che costituivano dei ritratti in terza persona, soluzione lirica che avrebbe ispirato [[Elvis Costello]] e [[Prince]].<ref>{{Cita|Yaffe|pp. 195-196}}.</ref> Il brano di apertura, ''In France They Kiss on Main Street'', pare essere il trait d’union con il precedente album, in particolare con la traccia ''Free Man in Paris'';<ref>{{Cita|Bego|p. 135}}.</ref> ad essa segue ''The Jungle Line'', che presenta la campionatura di veri tamburi di guerra Burundi.<ref>{{Cita|Bego|p. 136}}.</ref> Prima di intraprendere il tour promozionale per il nuovo lavoro, a fine ’75 Joni Mitchell si unì al [[Rolling Thunder Revue]], una carovana di musicisti – oltre alla cantante canadese ne facevano parte fra gli altri Bob Dylan, [[Ramblin' Jack Elliott]], [[Roger McGuinn]], Joan Baez, [[T-Bone Burnett]], [[Ronee Blakley]] – nei concerti dal 13 novembre al 12 dicembre.<ref>{{Cita|Yaffe|pp. 198-199}}.</ref><ref>{{Cita web|lingua=en|url=https://www.jonimitchell.com/chronology/byyear.cfm?year=1975|titolo=A Chronology of Appearances - 1975|editore=''Joni Mitchell Official Website''|data=|accesso=29 maggio 2024|autore=}}</ref> A fine febbraio del 1976, interrotta la tournée promozionale, insieme a due amici la cantante partì in macchina da Los Angeles. I tre sostarono in Colorado e poi ripartirono verso il nord est facendo tappa a Toronto e raggiungendo il New England. Qui il gruppo si separò e Joni Mitchell si fermò qualche giorno a New York, poi ripartì per la Florida e da lì fece rotta verso Los Angeles, attraversando in incognito gli Stati meridionali.<ref>{{Cita|Mercer|pp. 187, 193, 196, 199}}.</ref> Durante quelle settimane ''on the road'' per le strade degli Stati Uniti compose – spesso mentre guidava – i brani contenuti in ''[[Hejira]]'',<ref>{{Cita|Hinton|pp. 181-188}}.</ref>{{#tag:ref|Il disco viene definito “un ''road movie'' messo in musica”. Michael Watts, critico del ''Melody Maker'', spiegò il significato di ‘hejira’, termine arabo che definisce [[Egira|l’esodo di Maometto]] dalla Mecca.<ref>{{Cita|Hinton|p. 183}}.</ref>|group=E}} album pubblicato nel novembre del 1976 e nel quale le influenze jazzistiche, ormai divenute strutturali nella sensibilità musicale di Mitchell, vengono esaltate dagli interventi del bassista [[Jaco Pastorius]], membro dei [[Weather Report]], alla prima collaborazione con la cantautrice.<ref>{{Cita|Morbiducci e Scarafoni|p. 18}}.</ref> È un lavoro ricco di emozioni, e come l’aviatrice protagonista di ''Amelia'' Joni Mitchell non di rado si librava in volo solitaria. Nel viaggio incontrò a Memphis il mitico bluesman [[Furry Lewis]] che la ispirò per il brano ''Furry Sings the Blues''.<ref>{{Cita|Bego|p. 150}}.</ref> Il brano d’apertura, ''Coyote'', e quello seguente, ''Amelia'', sono rivolti rispettivamente a [[Sam Shepard]] e ad [[Amelia Earhart]], la terza traccia, ''Furry Sings the Blues'', è arricchita dall’armonica a bocca suonata da [[Neil Young]].<ref>{{Cita|Hinton|p. 185}}.</ref> In quel viaggio estenuante, la cocaina le fu di aiuto per stimolare la creatività compositiva.<ref>{{Cita|Yaffe|p. 223}}.</ref>{{#tag:ref|In seguito avrebbe affermato: «Ho scritto alcune canzoni sotto l’effetto della cocaina, perché all’inizio può essere uno stimolo creativo. Ma alla fine ti brucia il cervello, ti uccide il cuore [...]».<ref>In {{Cita|Bego|p. 161}}.</ref>|group=E}}
Nel 1976 Joni Mitchell risultò di nuovo al primo posto in un sondaggio proposto da ''Melody Maker'', precedendo nell’ordine [[Kiki Dee]], [[Diana Ross]], [[Grace Slick]], [[Sonja Kristina]], [[Emmylou Harris]], [[Patty Smith]], [[Maggie Bell]], [[Linda Ronstadt]] e [[Karen Carpenter]].<ref>{{Cita|Hinton|p. 179}}.</ref> A novembre di quell'anno partecipò al concerto d’addio del gruppo The Band che ebbe luogo al [[Winterland Ballroom|Winterland]] di San Francisco; l’evento fu filmato da [[Martin Scorsese]] e uscì nelle sale con il titolo ''[[L'ultimo valzer (film 1978)|The Last Waltz]]''. L’anno successivo la cantante canadese andò a Rio de Janeiro in occasione del Carnevale, e alle sonorità catturate in Brasile si ispirò per il successivo doppio album dal titolo ''[[Don Juan's Reckless Daughter]]'', al quale parteciparono anche [[Glenn Frey]], [[Chaka Khan]] e [[J. D. Souther|John David Souther]] ai cori; e soprattutto il sassofonista [[Wayne Shorter]].<ref>{{Cita|Hinton|pp. 188-192}}.</ref> La sezione delle percussioni della traccia ''Dreamland'' radunava [[Don Alias]] al [[rullante]], [[Alex Acuña|Alejandro Acuña]] agli [[Shaker (strumento musicale)|shaker]], Manolo Badrena alle [[conga]], e nell’occasione Pastorius suonava il [[campanaccio]].<ref>{{Cita|Yaffe|p. 255}}.</ref> Nel nuovo lavoro ricorrono improvvisazioni e temi onirici (''Paprika Plains''),<ref>{{Cita|Yaffe|pp. 248-249}}.</ref> fantasie in stile calipso con riferimenti testuali alla tradizione centro- e sudamericana (''Dreamland'')<ref>{{Cita|Bego|p. 163}}.</ref> ma anche melodie in tono con produzioni precedenti.<ref name="RS658">{{Cita|George-Warren e Romanowski|p. 658}}.</ref> Pubblicato a dicembre 1977 negli USA e ai primi di gennaio del 1978 in Gran Bretagna, il disco ricevette recensioni assai tiepide.<ref>{{Cita|Hinton|p. 194}}.</ref>
[[File:Charles Mingus 1976 cropped.jpg|thumb|upright=0.9|left|[[Charles Mingus]] (1976)]]
Dopo ''Don Juan’s Reckless Daughter'' Joni Mitchell fu impegnata per un anno nel progetto voluto da [[Charles Mingus]]. Venne contattata dal contrabbassista nell’aprile del 1978 e le fu chiesto di collaborare ai testi per dare forma musicale ai ''[[Quattro quartetti]]'', opera del poeta [[T. S. Eliot]].{{#tag:ref|La musicista canadese si trovò a dover scegliere fra due opposte sollecitazioni: da una parte Guerin la esortava a non lasciarsi sfuggire un’occasione imperdibile, dall’altra i due manager Elliott e Geffen la imploravano di non avventurarsi su quella strada.<ref>{{Cita|Yaffe|p. 267}}.</ref>|group=E}} Con la morte del grande contrabbassista agli inizi del 1979, Mitchell trovò lo stimolo per affrettare la composizione di un album-tributo in onore di Mingus; insieme a lei erano presenti Don Alias, Wayne Shorter, Jaco Pastorius, [[Herbie Hancock]] e [[Peter Erskine]]. Ciascuna traccia venne registrata più volte da strumentisti diversi: [[Tony Williams (batterista)|Tony Williams]], [[Stanley Clarke]], [[Gerry Mulligan]], [[John McLaughlin]], [[Jan Hammer]], su nastri non utilizzati e andati perduti. Terminata l’incisione nella tarda primavera, ''[[Mingus (album)|Mingus]]'' venne pubblicato a luglio.<ref>{{Cita|Hinton|pp. 198-201}}.</ref> Come per il lavoro immediatamente precedente, le recensioni dei critici si divisero.<ref name="RS658"/>
Joni Mitchell era ormai entrata nel circuito jazz e aveva fatto la conoscenza di molti musicisti di quel genere musicale, in particolare quelli orientati anche al jazz rock. Ebbe l’idea di farsi supportare dall’intera formazione dei [[Weather Report]] – com’era accaduto precedentemente con la L.A. Express – trovando però la sprezzante opposizione del co-leader [[Joe Zawinul]] che rifiutava il paragone fra i due gruppi. Radunò allora attorno a sé il chitarrista [[Pat Metheny]], il tastierista [[Lyle Mays]], il sassofonista [[Michael Brecker]] che prese il posto di Shorter, insieme a Pastorius e a Don Alias promosso a batterista; era presente anche il gruppo vocale The Persuasions.{{#tag:ref|Si creavano poche occasioni per assolo dei vari strumentisti, e in seguito Metheny avrebbe affermato che formare un gruppo con musicisti di quel calibro era come comprare una Ferrari per girare attorno all’isolato.<ref>{{Cita|Yaffe|p. 282}}.</ref>|group=E}}<ref>{{Cita|Yaffe|pp. 280-281}}.</ref> Questa formazione, dopo una tournée negli USA, si presentò nel settembre 1979 al Santa Barbara County Bowl per un concerto da cui fu tratto il doppio disco dal vivo ''[[Shadows and Light]]'' pubblicato nel settembre 1980, a cui fece seguito l’uscita di un video.<ref name="Yaffe282">{{Cita|Yaffe|p. 282}}.</ref><ref>{{Cita web|lingua=en|url=https://www.jonimitchell.com/chronology/byyear.cfm?year=1979|titolo=A Chronology of Appearances - 1979|editore=''Joni Mitchell Official Website''|data=|accesso=29 maggio 2024|autore=}}</ref> Fu anche pubblicato un bootleg dal titolo ''California'' ricavato dalle esibizioni del 12-16 settembre 1979, con materiale registrato al Greek Theatre di Berkeley. Nel quadro del Bread and Roses Festival of Music lo stesso luogo ospitò a ottobre 1980 la performance della musicista sul palco insieme al bluesman [[Albert King]].<ref>{{Cita|Hinton|pp. 212 e 215}}.</ref> Si chiudeva così per Joni Mitchell un decennio di successi, di sperimentazioni, di tentativi e di rischi.<ref name="Yaffe282"/>
===Le sperimentazioni elettroniche===
[[File:Joni Mitchell Star on Canada's Walk of Fame.jpg|thumb|La stella di Joni Mitchell nella Walk of Fame del Canada]]
Il 5 febbraio 1981 Joni Mitchell venne inserita nella Canadian Hall of Fame.<ref>{{Cita|Yaffe|p. 284}}.</ref> Ma la sua stella, così brillante negli anni settanta, si stava offuscando: attraversati con soddisfazioni umane e artistiche gli anni sessanta e settanta, si apprestava ora ad affrontare con disagio il decennio seguente.{{#tag:ref|Come disse Joni Mitchell, «Iniziai gli anni Ottanta andando a una festa il cui tema era: “Sii buono con gli anni Ottanta e gli anni Ottanta saranno buoni con te”. Fin dall’inizio tutti si resero conto che sarebbe stata un’epoca odiosa.»<ref>In {{Cita|Hinton|p. 215}}.</ref>|group=E}} Per i quindici anni successivi i concerti dal vivo della musicista canadese si diradarono, l’interesse dei giornali e dei palinsesti radiotelevisivi declinò in confronto all’attenzione che le era stata dedicata nel decennio precedente e l’artista si trovò solitaria, con un ristretto gruppo di ammiratori che non smise di seguirne i passi,<ref>{{Cita|Hinton|pp. 208 e 215}}.</ref>{{#tag:ref|La musicista avrebbe chiamato gli anni ottanta “The lost years”. In risposta a chi le rimproverava di essere fuori sincrono nel nuovo decennio, rispose che essere sincronizzati con quella fase storica e culturale significava «essere sulla via della degenerazione, sia moralmente che artisticamente.»<ref>In {{Cita|Yaffe|p. 262}}.</ref>|group=E}} e la produzione della musicista negli anni ottanta – un pop intrecciato all’elettronica, con una presa di coscienza politica – sarebbe stata la meno fortunata dal punto di vista commerciale e di critica.<ref name="White"/> Anche a causa del suo disdegno per [[MTV]] si considerava ostracizzata dalle onde radio e si ritenne persino inclusa in una lista di persone indesiderate da parte della prestigiosa rivista ''[[Rolling Stone]]'' a causa di una lite con il suo fondatore [[Jann Wenner]].<ref>{{Cita|Weller|pp. 484-485}}.</ref>
Gli scenari cambiavano, iniziava l’epoca del digitale, le strumentazioni acustiche sembravano appartenere al passato, MTV creava video star, i sogni di Woodstock si andavano affievolendo. Dopo un sodalizio umano e professionale che aveva attraversato più di dieci anni, Mitchell lasciò l’agenzia del manager Elliot Roberts – al suo posto subentrò [[Peter Asher]] – e si separò dall’ingegnere del suono Henry Lewy.<ref>{{Cita|Yaffe|pp. 288-291}}.</ref> Il 21 novembre 1982 si sposò con [[Larry Klein]], bassista della formazione con cui la musicista aveva lavorato a ''[[Wild Things Run Fast]]'', in uscita in quel momento. Il nuovo LP esplora il tema della relazione amorosa inserendo anche spunti di nostalgia e di rammarico – i versi di ''Chinese Café'' contengono un mesto accenno alla bimba partorita e data poi in adozione. La sezione strumentale comprendeva – oltre a Klein al basso – John Guerin alla batteria, [[Larry Carlton]] alla chitarra, Wayne Shorter al sax soprano, [[Steve Lukather]] alla chitarra elettrica, Russell Ferrante e [[Larry Williams (musicista jazz)|Larry Williams]] alle tastiere. Il disco venne pubblicizzato con un tour mondiale che durò da febbraio a luglio 1983 e che toccò Giappone, Australia, Nuova Zelanda, Gran Bretagna, Irlanda, Belgio, Olanda, Svizzera, Francia, Germania, Italia, Svezia, Norvegia, Danimarca, Stati Uniti e Canada. I critici musicali, ritenendo le composizioni “facili” e fuori moda, stroncarono l’album.<ref>{{Cita|Hinton|pp. 216-218}}.</ref><ref>{{Cita web|lingua=en|url=https://www.jonimitchell.com/chronology/byyear.cfm?year=1983|titolo=A Chronology of Appearances - 1983|editore=''Joni Mitchell Official Website''|data=|accesso=10 giugno 2024|autore=}}</ref>{{#tag:ref|Avrebbe commentato amaramente Joni Mitchell: «Cantavo canzoni d’amore quando era di moda il cinismo. [...] l’industria discografica è qualcosa di doloroso [...] E quello che ha fatto grande l’America sono l’ingenuità e le idee nuove. Ma uccide; cannibalizza i suoi giovani, e anche i vecchi e quelli di mezza età. Cannibalizza le idee nuove. Ora l’America è tutta come Las Vegas.»<ref>In {{Cita|Hinton|p. 221}}.</ref>|group=E}}
[[File:Larry Klein at Pori 1978.jpg|thumb|[[Larry Klein]] (1978)]]
Quel decennio fu per l’artista canadese un periodo difficile. Il trascorrere degli anni era per lei fonte di scoraggiamento e di depressione; le fu accanto Larry Klein che cercò anche di aiutarla a superare la dipendenza dal fumo, ma senza successo. Scoprì di essere incinta e dovette affrontare da sola un aborto spontaneo soffrendone le conseguenze fisiche e psicologiche, oltre alla momentanea assenza del marito che fu per lei motivo di delusione e che incrinò la relazione matrimoniale.<ref>{{Cita|Weller|pp. 484-486}}.</ref> Nell’estate del 1985, mentre era alla guida dell’auto venne investita da un'altra macchina condotta da un guidatore ubriaco e fu a un passo dalla morte; e insorsero le prime manifestazioni della [[sindrome da post-poliomielite]].<ref>{{Cita|Yaffe|pp. 306-307}}.</ref>
I cambiamenti dal punto di vista strumentale e artistico la portarono a sperimentare nuove vie, con risultati non sempre valorizzati. Altri colleghi si trovarono a fronteggiare i tempi in evoluzione: [[Linda Ronstadt]] intraprese la strada della [[New wave (musica)|New wave]], [[Paul Simon]] andò incontro a un fallimento con l'album ''[[Hearts and Bones]]'', James Taylor e Jackson Browne misero a segno un paio di successi prima di scomparire dalla scena musicale. Joni Mitchell si giovò dell'aiuto di Klein – che aveva imparato a suonare il sintetizzatore [[Fairlight CMI]] – e della consulenza di [[Thomas Dolby]] che diventò così coproduttore dei lavori futuri,<ref>{{Cita|Yaffe|pp. 308-309}}.</ref> ma il rapporto professionale fra la musicista e Dolby si rivelò problematico e conflittuale in diverse circostanze.<ref>{{Cita|Yaffe|pp. 310-315}}.</ref> Fu Dolby nel 1985 a produrre ''[[Dog Eat Dog (Joni Mitchell)|Dog Eat Dog]]'', a cui contribuì con il sintetizzatore; il lavoro fu registrato agli studi Galaxy, delle precedenti formazioni rimanevano Shorter, Klein e [[Vinnie Colaiuta]], e vi predominano le percussioni elettroniche, il Fairlight e il sintetizzatore; e per questo l’LP è caratterizzato da un sound metallico. Fra i versi spiccano le invettive contro i predicatori evangelici che per televisione andavano all'assalto delle coscienze, il tramonto del pensiero critico, la denuncia di uno sviluppo distorto del pianeta in nome del profitto e di un’iniqua distribuzione della ricchezza che creava un mondo diviso fra pochi ricchi e una moltitudine di poveri.<ref>{{Cita|Hinton|pp. 226-232}}.</ref> Un album in cui molti fan faticarono a riconoscere la musicista canadese.<ref>{{Cita|Bego|p. 209}}.</ref>
Nel 1986 Mitchell partecipò a un concerto in favore di [[Amnesty International]] dividendo il palco con gli [[U2]] e i [[The Police|Police]] e poi si ritirò temporaneamente dalle scene ''live''.<ref>{{Cita|Hinton|p. 237}}.</ref> A fine agosto 1987 apparve in uno show televisivo accompagnata da Herbie Hancock, Wayne Shorter e [[Bobby McFerrin]], e cantò due brani tratti da ''[[Hejira]]'': la ''[[title track]]'' e ''Furry Sings the Blues''.<ref>{{Cita|Yaffe|pp. 329-330}}.</ref> Attraverso il marito fece la conoscenza di [[Peter Gabriel]] con cui Klein aveva finito di incidere l’album ''[[So (Peter Gabriel)|So]]'' ad Ashcombe House, negli studi di registrazione dell’ex [[vocalist]] dei [[Genesis]] situati a Bath. Fu qui che la musicista incise ''[[Chalk Mark in a Rain Storm]]'', pubblicato nell'aprile del 1988, il cui titolo è il penultimo verso del brano ''The Beat of Black Wings'' che si ispira al [[Operazione El Dorado Canyon|bombardamento]] aereo compiuto nel 1986 dagli Stati Uniti ai danni della Libia e ai traumi causati ai soldati americani, album composto in un periodo nel quale i media veicolavano immagini di guerra e distruzione.<ref>{{Cita|Yaffe|pp. 326-328, 332}}.</ref> Il lavoro contiene fra gli altri brani ''Tea Leaf Prophecy'', che mescola l’antimilitarismo con una leggenda di famiglia secondo la quale una zingara, attraverso la lettura delle foglie di tè rimaste nella tazza di Mickey McKee, le avrebbe predetto un matrimonio entro un mese e un parto nel giro di un anno, circostanze che si verificarono puntualmente.<ref>{{Cita|Smith|pp. 5-6 e 82}}.</ref>
===Il ritorno all’acustica===
Nel 1990 l'artista canadese prese parte alla riedizione di ''[[The Wall - Live in Berlin|The Wall]]'' assieme al suo creatore [[Roger Waters]] e a fianco di altri musicisti fra i quali [[Sinéad O'Connor]], alcuni componenti della formazione [[The Band]], [[Bryan Adams]], [[Van Morrison]], [[Cyndi Lauper]] e il gruppo [[The Scorpions]], trovando un ambiente musicale freddo e colleghi distaccati ai limiti dell'ostilità.<ref>{{Cita|Yaffe|pp. 333-334}}.</ref> Quell'esperienza segnò l'inizio di un decennio decisivo per la carriera musicale di Joni Mitchell che ricevette prestigiosi riconoscimenti: il Polar Music Prize assegnato dalla Svezia, l'introduzione nella Rock Hall of Fame e il Grammy of the Year per ''[[Turbulent Indigo]]'', il Canada's Gemini Award<ref>{{Cita|Yaffe|pp. 336 e 345}}.</ref> e il Billboard Century Award.<ref>{{Cita|Monk|p. 93}}.</ref>{{#tag:ref|Joni Mitchell è stata la quarta artista a essere insignita del Billboard Century Award, dopo [[George Harrison]], [[Billy Joel]] e [[Buddy Guy]].<ref name="RS659">{{Cita|George-Warren e Romanowski|p. 659}}.</ref>|group=E}} Nel 1991 fu la volta dell’LP ''[[Night Ride Home]]'', definito dalla compositrice «una raccolta di canzoni d’amore di mezz’età»;<ref>{{Cita|Smith|p. 83}}.</ref> alla tavolozza strumentale la musicista canadese aveva introdotto l'oboe, il billatron e l'[[omnichord]]. L'album ebbe recensioni positive da parte della stampa specializzata che vide nel lavoro un ritorno dell’artista alle proprie radici musicali e culturali.<ref>{{Cita|Hinton|p. 241}}.</ref> Nel brano ''Cherokee Louise'' Mitchell rievoca i propri ricordi di ragazza a Saskatoon e di un'amica indiana costretta a subire violenze sessuali dal padre adottivo.<ref>{{Cita|Yaffe|p. 341}}.</ref> Non altrettanta fortuna ebbe il video associato all'album dal titolo ''Come In from the Cold'', che dalla stessa stampa venne invece stroncato.<ref>{{Cita|Hinton|p. 245}}.</ref> A giugno del 1993 si esibì da sola dopo ventun’anni, in un concerto al [[Drake Stadium]] di [[Westwood (Los Angeles)|Westwood]] nel quale sfilarono fra i tanti [[Arlo Guthrie]], [[Judy Collins]], i [[Jefferson Starship]], [[Roger McGuinn]], [[John Prine]] ed [[Eric Andersen]].<ref>{{Cita web|lingua=en|url=https://www.jonimitchell.com/chronology/byyear.cfm?year=1993|titolo=A Chronology of Appearances - 1993|editore=''Joni Mitchell Official Website''|data=|accesso=29 giugno 2024|autore=}}</ref>
[[File:Roland VG-8 V-Guitar System.jpg|thumb|left|Sintetizzatore per chitarra Roland VG-8]]
''[[Turbulent Indigo]]'' venne messo in commercio alla fine del 1994, quando Joni Mitchell si era appena separata da Klein. Dal nuovo album traspariva malinconia e stanchezza, e questo taglio intercettava il sentire di una generazione. Secondo la musicista voleva essere il disco di addio: un cerchio si chiudeva, come agli inizi ritornava a incidere per la [[Reprise Records]], e David Crosby rispuntava in qualità di coautore di un brano.<ref>{{Cita|Hinton|pp. 251-252}}.</ref> Era una Mitchell distopica e scoraggiata nel vedere con tristezza il degrado umano e la diffusa violenza, con spirito lontano dalle illusioni degli anni settanta.<ref>{{Cita|Yaffe|pp. 342-343}}.</ref> L’album ricevette due Grammy Awards, uno per il disco e l’altro per la copertina in stile Van Gogh.<ref>{{Cita|Bego|p. 257}}.</ref> Anche lo show televisivo ''Intimate and Interactive'', trasmesso da Canadian TV nello stesso anno, segnò il recupero delle radici musicali dell’artista che affondavano nei coffee shop canadesi. Mitchell si presentò con la sola chitarra acustica, e fra gli altri pezzi cantò ''The Magdalena Laundries'', composizione che narrava del ritrovamento dei corpi di centinaia di donne che la morale cattolica considerava depravate o deviate e che perciò venivano uccise e sepolte, una barbara consuetudine che si protrasse per quasi due secoli con l’avallo del clero.<ref>{{Cita|Yaffe|pp. 345-346}}.</ref>
Il 1995 fu un anno chiave. Il 6 maggio si esibì al [[New Orleans Jazz & Heritage Festival]], supportata dalla batteria di [[Brian Blade]].<ref>{{Cita|Yaffe|p. 349}}.</ref> Aveva programmato di ritirarsi dalle scene musicali dopo quella performance, ma il nuovo modello di [[Sintetizzatore|synth]] per chitarra Roland VG-8, programmato per permetterle di cambiare l'accordatura senza perdere tempo con le meccaniche la fece desistere dal proposito.<ref>{{Cita|Hinton|pp. 272-273}}.</ref> Nel 1997 si ricongiunse fortunosamente con la figlia trentunenne Kilauren Gibb, data in adozione alla nascita, scoprendo anche di avere un nipote, figlio di Kilauren. Questa riunione la portò a rinunziare alla cerimonia di inserimento nella Rock and Roll of Fame per stare con la ritrovata famiglia.<ref name="RS659"/> Dopo qualche momento emotivamente complicato, dal 2000 madre, figlia e i nipoti Marlin e Daisy si incontrano periodicamente a Toronto o nelle abitazioni di Mitchell a [[Bel Air (Los Angeles)|Bel Air]] o nei pressi di Vancouver.<ref>{{Cita|Weller|p. 496}}.</ref>
[[File:2013 Joni Mitchell (cropped).jpg|thumb|Joni Mitchell nel 2013]]
Giunse così nel 1998 il suo successivo lavoro originale, ''[[Taming the Tiger]]'' (dove la tigre simboleggiava lo show business che la musicista canadese era riuscita a domare<ref>{{Cita|Hinton|pp. 272 e 274}}.</ref>). Vi figuravano anche Blade, Shorter e Klein. Alla pubblicazione dell'album fece seguito una tournée promozionale.<ref>{{Cita|Yaffe|pp. 351-352}}.</ref> Un altro tour la vide sui palchi insieme a Hancock e [[Wallace Roney]], con orchestre diverse in ciascuna città toccata; seppur breve, questa fatica la ridusse in uno stato di estrema fragilità fisica.<ref>{{Cita|Yaffe|pp. 353-354}}.</ref> Nel 2000 Joni Mitchell incise un album che intendeva ripercorrere la propria carriera attraverso alcuni brani standard, e ne nacque ''[[Both Sides Now]]''.<ref>{{Cita|Bego|p. 304}}.</ref> Due anni dopo registrò un album doppio, una ricostruzione delle proprie composizioni, che intitolò ''[[Travelogue (Joni Mitchell)|Travelogue]]''. Entrambi i lavori vedevano un’orchestra di supporto.<ref>{{Cita|Bego|p. 309}}.</ref> E per finire, nel 2007 fu la volta di ''[[Shine (Joni Mitchell)|Shine]]''. Negli anni Joni Mitchell aveva interiorizzato l'importanza per l'ambiente e aveva criticato la [[guerra in Iraq]] con maggiore violenza di quanto avesse fatto con il [[Guerra del Vietnam|Vietnam]], e queste tematiche trovarono posto nell’ultimo disco che la folksinger iniziò a comporre nel 2006. Il lavoro conteneva la ''title track'' dallo spirito ecumenico, e fra gli altri brani ''One Week Last Summer'', che ricalcava la tradizione del ''[[Das Lied von der Erde]]'' di [[Gustav Mahler]] e che si aggiudicò un Grammy per il miglior pezzo strumentale.<ref>{{Cita|Yaffe|pp. 368-369}}.</ref>
Dopo anni di lontananza dal palco, Joni Mitchell venne coinvolta in un progetto coreografico che la riportò alla sua passione giovanile per la danza. Lo spettacolo, con le sue musiche, si intitolava ''The Fiddle and the Drum'':{{#tag:ref|''The Fiddle and the Drum'' è il titolo di una composizione antimilitarista [[a cappella]] di Joni Mitchell contenuta nell’album ''[[Clouds (Joni Mitchell)|Clouds]]''.<ref>{{Cita|Yaffe|p. 371}}.</ref>|group=E}} messo in scena nel febbraio del 2007 a Calgary, ottenne grande successo e Mitchell, presente con discrezione sul palco, chiamata alla ribalta al termine dello show fu omaggiata calorosamente dal pubblico entusiasta.<ref>{{Cita|Yaffe|pp. 370-373}}.</ref>
Il 31 marzo 2015 la musicista venne ritrovata sul pavimento della sua cucina in stato di incoscienza da tre giorni. Immediatamente ricoverata in ospedale e sottoposta a operazione chirurgica, le fu diagnosticato un trauma cerebrale causato da un aneurisma. Si riprese molto lentamente, circondata dall’affetto di Klein e dell'amico [[Daniel Levitin]], dopo un periodo di immobilità a letto e continui interventi di fisioterapia.<ref>{{Cita|Yaffe|pp. 374-375}}.</ref>
===
[[File:Joni Mitchell 1143 05.jpg|thumb|left|upright=1.3|Cerimonia di consegna del Gershwin Prize: da sinistra Jess Wolfe, Holly Laessig, [[Brandi Carlile]], [[Sara Bareilles]] e Joni Mitchell (2023)]]
Il 24 luglio 2022 Joni Mitchell è riapparsa a sorpresa al Newport Folk Festival, lo stesso palcoscenico che l’aveva vista esordire nel 1967. In quest’occasione ha fatto da supporto alla musicista canadese un gruppo guidato da [[Brandi Carlile]] nel quale figuravano Phil e Tim Hanseroth, [[Wynonna Judd]], [[Marcus Mumford]], Celisse, Jess Wolfe e Holly Laessig dei [[Lucius (gruppo musicale)|Lucius]] e Taylor Goldsmith dei [[Dawes (gruppo musicale)|Dawes]]. Da questa esibizione sono stati tratti per la [[Rhino Entertainment|Rhino records]] un CD e due dischi di vinile. Nel febbraio dell’anno successivo, la cantautrice ha ricevuto il premio [[Premio Gershwin|Library of Congress Gershwin Prize for Popular Song]], e in quell’occasione è stata festeggiata da uno spettacolo a cui hanno preso parte anche James Taylor, Graham Nash, [[Annie Lennox]], Herbie Hancock, Cyndi Lauper, [[Angélique Kidjo]], [[Ledisi]] e [[Diana Krall]], e altri artisti presenti a Newport. Il 10 giugno si è esibita al [[The Gorge Amphitheatre|Gorge Amphitheatre]] di [[Quincy (Washington)|Quincy]], nello stato di Washington, in un concerto a pagamento – l'ultimo era stato vent'anni prima. Insieme a lei erano Carlile in qualità di ospite d’onore, [[Annie Lennox]], [[Mark Isham]], [[Wendy & Lisa]], [[Lucius (gruppo musicale)|Lucius]], [[Sarah McLachlan]], Marcus Mumford. A febbraio 2024 ha ricevuto il Grammy Award per il miglior album folk, e nell’occasione si è esibita insieme a Brandi Carlile, [[Jacob Collier]], Blake Mills, Allison Russell e SistaStrings; e il mese dopo, per celebrare [[Elton John]] e [[Bernie Taupin]], anch’essi insigniti del Library of Congress Gershwin Prize for Popular Song, ha partecipato a un concerto insieme a [[Garth Brooks]], Brandi Carlile, Annie Lennox, i [[Metallica]], [[Maren Morris]], [[Billy Porter]] e [[Charlie Puth]].<ref>{{Cita web|lingua=en|url=https://downbeat.com/news/detail/live-album-spotlights-joni-mitchells-surprise-return-to-the-stage|titolo=At Newport’ Spotlights Joni Mitchell’s Surprise Return to the Stage|editore=''DownBeat''|data=13 giugno 2023|accesso=2 luglio 2024|autore=}}</ref><ref>{{Cita web|lingua=en|url=https://www.jonimitchell.com/chronology/byyear.cfm?year=2023|titolo=A Chronology of Appearances - 2023|editore=''Joni Mitchell Official Website''|data=|accesso=10 giugno 2024|autore=}}</ref><ref>{{Cita web|lingua=en|url=https://www.jonimitchell.com/chronology/byyear.cfm?year=2024|titolo=A Chronology of Appearances - 2024|editore=''Joni Mitchell Official Website''|data=|accesso=10 giugno 2024|autore=}}</ref>
Il 19 e il 20 ottobre 2024, Joni Mitchell si è esibita all’[[Hollywood Bowl]] in due concerti che hanno registrato il tutto esaurito. In quella occasione era supportata da Brandi Carlile e affiancata da Annie Lennox, [[Jon Batiste]], Jacob Collier, Blake Mills, Marcus Mumford, [[Rita Wilson]] e Robin Pecknold. Oltre a ''[[Summertime (brano musicale)|Summertime]]'' di George Gershwin e ''[[I'm Still Standing]]'' di Elton John, lo show di tre ore ha visto la cantautrice canadese ripercorrere alcuni dei suoi brani più celebri.<ref>{{Cita web|lingua=en|url=https://www.latimes.com/entertainment-arts/music/story/2024-10-20/joni-mitchell-hollywood-bowl-brandi-carlile-joni-jam-review|titolo=Joni Mitchell rouses the Hollywood Bowl with an epic 3-hour Joni Jam (and F-bomb Trump diss)|editore=''Los Angeles Times''|data=20 ottobre 2024|accesso=4 marzo 2025|autore=Mikael Wood}}</ref>
Le devastazioni dovute agli incendi nel sud della California sono state oggetto di alcuni concerti di beneficenza, uno dei quali si è tenuto il 30 gennaio 2025 al [[Kia Forum]] di Los Angeles. In quella circostanza, la cantante ha condiviso il palco con altri musicisti: [[Alanis Morissette]], [[Anderson Paak]], [[John Mayer]], [[Dawes (gruppo musicale)|Dawes]], Graham Nash, [[Green Day]], [[John Fogerty]], [[No Doubt]], [[P!nk]], [[Red Hot Chili Peppers]], Stephen Stills, [[Stevie Nicks]] e [[The Black Crowes]].<ref>{{Cita web|lingua=en|url=https://abcnews.go.com/GMA/Culture/billie-eilish-lady-gaga-olivia-rodrigo-stars-fireaid/story?id=118301176|titolo=FireAid estimates over $100 million raised for LA after star-studded concert|editore=''ABC News''|data=4 febbraio 2025|accesso=4 marzo 2025|autore=Angeline Jane Bernabe e Mason Leib}}</ref> La raccolta fondi per i disastri dovuti al fuoco, tenutasi in occasione del [[Clive Davis]] Pre-Grammy Gala al Beverly Hills Hotel, ha di nuovo visto Joni Mitchell fra i protagonisti dello spettacolo. Era insieme ad altri sette cantanti – [[Barry Manilow]], [[Michael Bublé]] e [[Chris Robinson (cantante)|Chris Robinson]] in rappresentanza della vecchia guardia, opposti ai “giovani” [[Post Malone]], [[Shaboozey]], [[Teddy Swims]] e [[Doechii]].<ref>{{Cita web|lingua=en|url=https://variety.com/2025/music/news/post-malone-joni-mitchell-clive-davis-pre-grammy-1236293946/|titolo=Joni Mitchell, Post Malone, Doechii and More Brighten a Subdued Clive Davis 50th Anniversary Pre-Grammy Benefit for Wildfire Relief|editore=''Variety''|data=2 febbraio 2025|accesso=4 marzo 2025|autore=Cynthia Littleton, Jem Aswad}}</ref>
In una cerimonia svoltasi nel suggestivo scenario naturale del [[Parco nazionale Banff|Banff National Park]] nella [[Columbia Britannica|British Columbia]], il [[Festa del Canada|1º luglio]] 2025 Joni Mitchell ha ricevuto la medaglia d'oro da parte della [[Royal Canadian Geographical Society]] che ha voluto così riconoscere e premiare gli eccezionali contributi forniti dalla cantautrice alla cultura canadese e internazionale.<ref>{{Cita web|lingua=en|url=https://rcgs.org/about/news-releases/joni-mitchell-is-awarded-the-gold-medal-by-royal-canadian-geographical-society/|titolo=On Canada Day Joni Mitchell is Awarded the Gold Medal by Royal Canadian Geographical Society|sito=Royal Canadian Geographical Society|data=2 agosto 2025|accesso=11 agosto 2025|autore=}}</ref>
== Stile musicale ==
Joni Mitchell ha iniziato la carriera sulla scia dei più titolati folksinger canadesi<ref>{{Cita|Hinton|pp. 36-37}}.</ref> divenendo successivamente parte del panorama musicale [[folk]] della West Coast statunitense.<ref>{{Cita|Monk|p. 11}}.</ref> La musicista è partita dallo schema disadorno della sua voce accompagnata dalla chitarra<ref name="RS"/> – adoperando sulla tastiera accordi aperti che le facilitavano l’uso della mano sinistra indebolita dalla poliomielite<ref name="Mercer" /> – in seguito alternandola al pianoforte.<ref>{{Cita|Yaffe|p. 114}}.</ref> Nel tempo il suo stile si è evoluto; oltre a ricorrere a soluzioni [[folk-pop]],<ref name="RS"/> Joni Mitchell ha ricercato sviluppi armonici elaborati: ha amalgamato il suo tratto personale con ingredienti [[blues]]<ref>{{Cita|Yaffe|p. 45}}.</ref> e soprattutto [[jazz]]<ref>{{Cita|Mercer|p. 160}}.</ref> introducendo con originalità spunti di [[world music]] e di [[synth-pop]]<ref>{{Cita|Whitesell|p. 15}}.</ref> e virando infine verso linguaggi musicali di impronta jazzistica che sono diventati parte integrante del suo architrave stilistico.<ref>{{Cita|Morbiducci e Scarafoni |p. 114}}.</ref> Questo sviluppo ha reso necessari dapprima il ricorso a strumentisti di supporto individuati in formazioni [[Fusion (genere musicale)|jazz-rock]]<ref name="Cita|Weller|pp. 412-413"/> e successivamente l’intervento di autorevoli musicisti jazz.<ref>{{Cita|Hinton|p. 201}}.</ref>
== Discografia ==
===Album in studio===
*1968 - ''[[Song to a Seagull]]'' (noto anche come ''Joni Mitchell'')
*1969 - ''[[Clouds (Joni Mitchell)|Clouds]]''
*1970 - ''[[Ladies of the Canyon]]''
*1971 - ''[[Blue (Joni Mitchell)|Blue]]''
*1972 - ''[[For the Roses]]''
*1974 - ''[[Court and Spark]]''
*1975 - ''[[The Hissing of Summer Lawns]]''
*1976 - ''[[Hejira]]''
*1977 - ''[[Don Juan's Reckless Daughter]]''
*1979 - ''[[Mingus (album)|Mingus]]''
*1982 - ''[[Wild Things Run Fast]]''
*1985 - ''[[Dog Eat Dog (Joni Mitchell)|Dog Eat Dog]]''
*1988 - ''[[Chalk Mark in a Rainstorm]]''
*1991 - ''[[Night Ride Home]]''
*1994 - ''[[Turbulent Indigo]]''
*1998 - ''[[Taming the Tiger]]''
*2000 - ''[[Both Sides Now]]''
*2002 - ''[[Travelogue (Joni Mitchell)|Travelogue]]''
*2007 - ''[[Shine (Joni Mitchell)|Shine]]''
===Live===
*1975 – ''[[Miles of Aisles]]''
*1980 - ''[[Shadows and Light]]''
*2009 – ''Amchitka'' (con James Taylor e Phil Ochs, registrato nel 1970)
*2020 - ''Live at Canterbury House''
*2021 – ''Live at Carnegie Hall'' (registrato nel 1969)
*2022 - ''[[The Circle Game (album)|The Circle Game]]'' (registrato nel 1967)
*2023 – ''[[Joni Mitchell At Newport|Joni Mitchell at Newport]]''
===Raccolte===
* 1971 – ''The World of Joni Mitchell''
* 1996 – ''Hits''
* 1996 – ''Misses''
* 2003 – ''The Complete Geffen Recordings''
* 2004 – ''The Beginning of Survival''
* 2004 – ''Dreamland''
* 2005 – ''Artist’s Choice, Music That Matters to Her''
* 2005 – ''Songs of a Prairie Girl''
* 2005 - ''Songs Chosen by Her Friends & Fellow Musicians''
* 2008 – ''The Fiddle and the Drum – Ballet Soundtrack''
* 2012 – ''The Studio Albums 1968-1979''
* 2014 – ''Love Has Many Faces: A Quartet, a Ballet, Waiting to Be Danced''
* 2020 – ''Early Joni - 1963''
* 2020 – ''Archives – Volume One: The Early Years (1963-1967)''
* 2021 – ''Archives – Volume One: The Early Years (1963-1967) Highlights''
* 2021 – ''Blue at 50 – Demos & Outtakes''
* 2021 – ''The Reprise Albums (1968-1971)
* 2021 – ''Archives – Volume Two: The Reprise Years (1968-1971)''
* 2022 – ''Blue Highlights''
* 2022 – ''The Asylum Albums (1972-1975)''
* 2023 – ''Archives – Volume Three: The Asylum Years (1972-1975)''
* 2023 – ''Court and Spark Demos''
* 2024 – ''The Asylum Albums (1976-1980)''
* 2024 – ''Archives – Volume Four: The Asylum Years (1976-1980)''
* 2025 – ''Joni’s Jazz''
== Filmografia ==
=== Concerti pubblicati in VHS / DVD ===
*1979 - ''[[Shadows and Light]]''
*1984 - ''[[Refuge of the Roads]]''
*1998 - ''[[Painting with Words and Music]]''
=== Documentari ===
*2003 - ''[[Woman of Heart and Mind]]''
==Riconoscimenti==
* [[Grammy_Award|Grammy Awards]]
** [[Grammy_Awards_1970|1970]] – Miglior interpretazione folk per ''[[Clouds (Joni Mitchell)|Clouds]]''
** [[Grammy_Awards_1975|1975]] – Miglior arrangiamento vocale per ''Down to You''
** [[Grammy_Awards_1996|1996]] – Miglior album pop per ''[[Turbulent Indigo]]''
** [[Grammy_Awards_1996|1996]] – Miglior packaging discografico per ''Turbulent Indigo''
** [[Grammy_Awards_2001|2001]] – Miglior album vocale pop tradizionale per ''[[Both Sides Now]]''
** [[Grammy_Awards_2002|2002]] – Premio alla carriera
** [[Grammy_Awards_2008|2008]] – Miglior interpretazione strumentale per ''One Week Last Summer''
** [[Grammy_Awards_2008|2008]] – Miglior contributo vocale nell’album dell’anno ''[[River: The Joni Letters]]''
** [[Grammy_Awards_2016|2016]] – Migliori annotazioni su un album per ''Love Has Many Faces''
** [[Grammy_Awards_2022|2022]] – Miglior album storico per ''Joni Mitchell Archives – Vol. 1 ''
** [[Grammy_Awards_2024|2024]] – Miglior album folk per ''[[Joni Mitchell At Newport|At Newport]]''
* [[Juno Award|Juno Awards]]
** 1976 – Miglior voce femminile dell’anno
** 1981 – Inserimento nella [[Canadian Music Hall of Fame]]
** [[Juno_Awards_2001|2001]] – Miglior disco jazz vocale per ''[[Both Sides Now]]''
** [[Juno_Awards_2008|2008]] – Miglior produttore per ''Hana'' e ''Bad Dreams''
* Altri riconoscimenti
** 1975 – Rock Music Award per la miglior cantante femminile
** 1988 – [[Premio Tenco]]
** 1993 – Premio alla carriera dalla Saskatchewan Recording Industry Association
** 1995 – Billboard Century Award
** 1996 – Orville Gibson Award per la miglior chitarrista acustica
** 1996 – [[Gemini Awards|Gemini Award]] per il programma TV ''Joni Mitchell: Intimate & Interactive''
** 1996 – Governor-General’s Performing Arts Award
** 1996 – Premio alla carriera dalla National Academy of Songwriters
** 1996 – [[Polar Music Prize]]
** 1997 – Inserimento nella [[Rock and Roll Hall of Fame]]
** 1999 – ASCAP Founders Award dalla [[American Society of Composers, Authors and Publishers]]
** 2001 – World Leaders: A Festival of Creative Genius
** 2001 – Stella nella [[Canada's Walk of Fame]]
** 2002 – William Harold Moon Award
** 2004 – [[Laurea honoris causa|Laurea ad honorem]] in Musica dalla [[Università McGill|McGill University]]
** 2005 – ASCAP Pop Award per la canzone più eseguita per ''[[Big Yellow Taxi]]''
** 2007 – Inserimento nella Canadian Songwriters Hall of Fame
** 2008 – Alberta Arts Day Award
** 2015 – Premio alla carriera dal SFJazz Center
** 2018 – Laurea ad honorem dalla University of Saskatchewan
** 2019 – Elaine Weissman Award alla carriera
** 2020 – Les Paul Innovation Award
** 2021 – Laurea ad honorem in Musica dalla [[Università del Connecticut|University of Connecticut]]
** 2022 – Personaggio dell’anno dalla MusiCares Foundation
** 2022 – Elezione a membro onorario della [[American Academy of Arts and Letters]]
** 2022 – Laurea ad honorem dal [[Berklee College of Music]]
** 2023 – [[Premio Gershwin|Gershwin Prize for Popular Song]]
** 2023 – Inserimento nella Folk, Americana, and Roots Hall of Fame
** 2025 – Medaglia d'oro dalla [[Royal Canadian Geographical Society]]
== Onorificenze ==
{{Onorificenze
|immagine=CAN Order of Canada Companion ribbon.svg
|nome_onorificenza=Compagna dell'Ordine del Canada
|collegamento_onorificenza=Ordine del Canada
|motivazione=Joni Mitchell è una delle più autorevoli cantautrici della sua generazione. Folk, pop, rock, jazz e world beat: li ha abbracciati tutti e fatti propri. Dalle caffetterie di Yorkville alle tappe internazionali e agli album d'oro, Junos, Grammys e Hall of Fame, ha impegnato e ispirato pubblico e musicisti per circa 40 anni. Ha oltrepassato i confini musicali e ne ha creati di nuovi da attraversare. Il suo stile indipendente è stato emulato da molti artisti famosi e ha aperto la strada alle giovani cantanti di oggi. La sua musica e i suoi testi sono diventati parte della nostra memoria collettiva. Ampiamente rispettata anche come artista visiva e poetessa, continua ad aggiungere all'eredità creativa intrecciata indelebilmente nel nostro mosaico culturale.
|luogo=nominata il 1º maggio 2002, investita il 30 ottobre 2004<ref>{{en}}[http://archive.gg.ca/honours/search-recherche/honours-desc.asp?lang=e&TypeID=orc&id=7676 Sito web del Governatore Generale del Canada: dettaglio decorato.]</ref>
}}
{{Onorificenze
|immagine = Kennedy Center Ribbon.png
|nome_onorificenza = Kennedy Center Honors
|collegamento_onorificenza = Kennedy Center Honors
|motivazione =
|data = 5 dicembre 2021
}}
==Note==
;Annotazioni
<references group=E />
;Fonti
{{note strette}}
== Bibliografia ==
* {{Cita libro|lingua=en|autore=Mark Bego|titolo=Joni Mitchell|url=https://archive.org/details/jonimitchell0000bego|città=New York|editore=Taylor trade Publishing|anno=2005|cid=Bego|isbn=978-1-58979-134-3}}
*{{cita libro|lingua=en|curatore=Holly George-Warren e Patricia Romanowski|titolo=The Rolling Stone Encyclopedia of Rock & Roll|url=https://archive.org/details/rollingstoneency00holl|editore=Simon & Schuster|città=New York|edizione=3|anno=2001|cid=George-Warren e Romanowski|ISBN=0-7432-0120-5}}
* {{Cita libro|autore=Brian Hinton|titolo=Joni Mitchell – La signora del canyon|città=Padova|editore=Arcana editrice|anno=1998|cid=Hinton|isbn=88-7966-168-X}} (''Both Sides Now'', Sanctuary Publishing Limited)
* {{Cita libro|lingua=en|autore=Kristine McKenna|titolo=Talk to Her - Interviews|url=https://archive.org/details/talktoher00kris|città=Seattle|editore=Fantagraphics|anno=2004|cid=McKenna|isbn=9781560975700}}
* {{Cita libro|lingua=en|autore=Michelle Mercer|titolo=Will You Take Me As I Am – Joni Mitchell’s ''Blue'' Period|url=https://archive.org/details/willyoutakemeasi0000merc|città=New York|editore=Free Press|anno=2009|cid=Mercer|isbn=978-1-4165-5929-0}}
* {{Cita libro|lingua=en|autore=Katherine Monk|titolo=Joni: The Creative Odyssey of Joni Mitchell|url=https://archive.org/details/jonicreativeodys0000monk|editore=Greystone Books|città=Vancouver|anno=2012|cid=Monk|isbn=978-1-55365-837-5}}
* {{Cita libro|autore=Marina Morbiducci e Massimo Scarafoni|titolo=Joni Mitchell|città=Roma|editore=Lato Side Editori|anno=1981|cid=Morbiducci e Scarafoni |isbn=no}}
*{{Cita libro|lingua=en|autore=Nancy Murphy|titolo=Times A-Changin’|editore=Oxford University Press|città=New York|anno=2013|isbn=9780197635216|cid=Murphy}}
* {{Cita libro|lingua=en|autore=Larry David Smith|titolo=Elvis Costello, Joni Mitchell, and the Torch Song Tradition|città=London|editore=Bloomsbury Publishing|anno=2004|cid=Smith|isbn=9780313067877}}
* {{Cita libro|lingua=en|autore=Michael Walker|titolo=Laurel Canyon: The Inside Story of Rock-and-Roll's Legendary Neighborhood|url=https://archive.org/details/laurelcanyoninsi0000walk|città=New York|editore=Faber & Faber, Inc.|anno=2007|cid=Walker|isbn=978-0-86547-966-1}}
* {{Cita libro|lingua=en|autore=Sheila Weller|titolo=Girls Like Us|editore=Simon & Schuster, Inc.|città=New York|anno=2008|cid=Weller|isbn=978-0-7434-9147-1}}
* {{Cita libro|lingua=en|autore=Lloyd Whitesell|titolo=The Music of Joni Mitchell|url=https://archive.org/details/musicofjonimitch0000whit|editore=Oxford University Press|città=New York|anno=2008|cid=Whitesell|isbn=978-0-19-530757-3}}
* {{Cita libro|lingua=en|autore=David Yaffe|titolo=Reckless Daughter – A Portrait of Joni Mitchell|città=New York|editore=Sarah Crichton Books|anno=2017|cid=Yaffe|isbn=978-0-374-53806-4}}
== Voci correlate ==
* [[Celebrità della Canada's Walk of Fame]]
== Altri progetti ==
{{Interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Joni Mitchell}}
{{Premio Grammy alla carriera}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|musica}}
[[Categoria:Cantanti folk canadesi]]
[[Categoria:Compagni dell'Ordine del Canada]]
[[Categoria:Vincitori di Grammy]]
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