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|GiornoMeseMorte = 14 settembre
|AnnoMorte = 1916
|Attività = filosofo
▲|Secolo = XIX
▲|Secolo2 = XX
|Nazionalità = statunitense
▲|Immagine = Josiah_Royce.jpg
}}
== Biografia ==
Royce, nato a Grass Valley, crebbe nella California dei pionieri subito dopo l'inizio del periodo della [[corsa all'oro]]. Nel 1875 conseguì il [[Bachelor of Arts|B.A.]] dall'[[Università della California a Berkeley]] dove svolse anche lezioni di lingua e letteratura inglese e di retorica. Dopo qualche tempo si recò in Germania, dove seguì le lezioni di [[Hermann Lotze]]. Nel 1878 la nuova [[Johns Hopkins University]] gli conferì il dottorato in filosofia. Royce tenne corsi di storia della filosofia tedesca, che fu «uno dei suoi principali interessi», perché era in grado di tenere in alta considerazione la filosofia della storia.<ref>{{cita|Pomeroy|pag. 6}}.</ref>
Royce, fra tutti i grandi filosofi americani fu l'unico a trascorrere un significativo periodo della sua vita studiando e scrivendo di storia, in particolare del West americano
Durante i primi tre anni ad Harvard, Royce insegnò ad altri professori diverse materie come la stesura di scritti, l'argomentazione giuridica, la psicologia e la filosofia. Nel 1892 fu nominato professore ordinario. Durante questo periodo soffrì di un esaurimento nervoso che lo costrinse a ritirarsi per un semestre in cui, però, compose la maggior parte dei suoi scritti storici.<ref name="cita|Pomeroy|pag. 3">{{cita|Pomeroy|pag. 3}}.</ref>
Nel 1883 Royce fu contattato da una casa editrice che gli chiese di scrivere la storia dello Stato della California, “In considerazione della precaria situazione ad Harvard e del suo desiderio di proseguire la ricerca filosofica per cui era venuto negli Stati della costa orientale, Royce trovò la prospettiva attraente […]. Egli scrisse ad un amico che era "tentato dal denaro"(Pomeroy 3). Royce considerò questo impegno come un progetto parallelo che avrebbe potuto usare per sfruttare il suo tempo libero. Royce trascorse un considerevole periodo di tempo a scrivere storie della California, e trovò la cosa così piacevole che iniziò a scrivere romanzi ambientati in California, nei quali riusciva a includere le sue idee fiulosofiche. Tali opere vennero considerate come "la controparte romanzesca della sua storia, in cui sviluppò temi filosofici" (Pomeroy, 5). Nel 1891 la sua carriera di storico ebbe fine, ma non prima di aver pubblicato diversi romanzi, recensioni di volumi di storia della California ed articoli per riviste.▼
[[File:GrassValley CARoyceLibarary.JPG|thumb|right|220px|Royce Library in Grass Valley, California]]▼
Nel 1883 Royce fu contattato da una casa editrice che gli chiese di scrivere la storia dello Stato della California. «In considerazione della precaria situazione ad Harvard e del suo desiderio di proseguire la ricerca filosofica per cui era venuto negli Stati della costa orientale, Royce trovò la prospettiva attraente […]. Egli scrisse ad un amico che era ''"tentato dal denaro"''».<ref name="cita|Pomeroy|pag. 3"/>
Fautore di una fusione fra la tradizione del [[soggettivismo]] berkeleiano e la problematica delle filosofie dello spirito post-kantiane, egli non fu tuttavia immune dall'influsso del pragmatismo, come si vede per esempio dall'interpretazione che dà del [[Cristianesimo]], inteso e spiegato nella sua funzione di vincolo etico-sociale della comunità dei credenti.▼
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▲[[File:GrassValley CARoyceLibarary.JPG|thumb
▲Fautore di una fusione fra la tradizione del [[soggettivismo]] [[George Berkeley|berkeleiano]] e la problematica delle [[spiritualismo (filosofia)|filosofie dello spirito]] [[kantismo|post-kantiane]] e [[neo-hegelismo|neo-hegeliane]], egli non fu tuttavia immune dall'influsso del [[pragmatismo]], come si vede per esempio dall'interpretazione che dà del [[Cristianesimo]], inteso e spiegato nella sua funzione di vincolo etico-sociale della comunità dei credenti.
== Il pensiero e le opere ==
Le due opere basilari del pensiero di Royce sono ''The World and the Individual'' (1899-1901) e ''The Problem of Christianity'' (1913). In entrambe queste opere sono riportati cicli di lezioni conosciute rispettivamente come le "Gifford Lectures" tenute presso la [[Università di Aberdeen]] e le "Hibbert Lectures" tenute presso la Hibbert Trust fondata dal [[Unitarianismo|Unitarianista]] Robert Hibbert .
Il cuore della
Il filosofo inizia il suo percorso di indagine dal significato delle [[idee]], distinguendo fra il fine ed il riferimento con la realtà. Un'idea non è solo un processo dell'[[intelletto]], bensì è frutto di un processo di [[volontà]]. L'idea, compresa quella scientifica, è la manifestazione di uno sforzo della volontà che cerca la propria definizione, la propria determinazione, tendendo a trovare nel proprio oggetto il suo stesso fine.
▲Il filosofo inizia il suo percorso di indagine dal significato delle idee, distinguendo fra il fine ed il riferimento con la realtà. Un'idea non è solo un processo dell'intelletto, bensì è frutto di un processo di volontà. L'idea, compresa quella scientifica, è la manifestazione di uno sforzo della volontà che cerca la propria definizione, la propria determinazione, tendendo a trovare nel proprio oggetto il suo stesso fine.<br />
Ma ciò che l'individuo cerca di conoscere, attimo dopo attimo, deve avere una sua esistenza all'interno di una Coscienza collettiva assoluta.
In questa dimensione assoluta Royce rileva la presenza dei limiti del mondo, come l'ignoranza e l'errore, ma anche la soluzione per correggerli.<br />
Quindi ogni coscienza finisce per identificarsi con l'Assoluto, senza annichilirsi, ma, anzi completandosi.
Nella seconda parte dell'opera, Royce fa sua la teoria dei numeri elaborata da [[Cantor]] per dimostrare che, così come i numeri e una perfetta carta geografica, sono sistemi autorappresentativi, in cui le singole parti rappresentato il tutto, anche la Coscienza assoluta lo è.<br />▼
L'Assoluto conserva, in modo intatto, la molteplicità delle relazioni fra l'uno e i molti ed ecco perché è autorappresentativo.▼
▲Nella seconda parte dell'opera, Royce fa sua la teoria dei numeri elaborata da [[Georg Cantor|Cantor]] per dimostrare che, così come i numeri e una perfetta [[carta geografica
▲L'Assoluto conserva, in modo intatto, la molteplicità delle relazioni fra l'uno e i molti ed ecco perché è autorappresentativo.
Il pensiero di Royce si sviluppa nella opere successive per approdare ad un punto di arrivo nel
In
Royce sostiene che il singolo cristiano non può da solo raggiungere la verità, perciò il [[regno dei cieli]] si realizza solo nella chiesa, cioè nella comunità dei fedeli.
Il concetto di comunità, di «Grande Comunità» ritorna nelle ultime sue opere, associato al nucleo costituente l'ordine morale che rappresenta il punto di riferimento per l'essere umano.
Ne ''Lo spirito della filosofia moderna'' (1932) Royce mira a dimostrare che solo la filosofia idealista può risolvere i problemi più impellenti della società contemporanea: l'unica verità è il ''[[Logos]]'' universale, l'[[Io (filosofia)|Io]] unitario che pensa il mondo, e del quale noi siamo parte organica: tutti gli io finiti esistono nell'Io infinito, che ne è l'essenza, e, pur dentro la loro finitezza, lo realizzano e lo esprimono. Il ''Logos'' è condizione assoluta dell'intelligibilità del mondo e insieme della possibilità di un ordine morale. Le coscienze individuali si organizzano nell'unità della Vita divina, dell'Io sovrapersonale che le integra tutte.<ref>[[Giuseppe Faggin]], ''Storia della filosofia'', ed. Principato, Milano, 1979, vol. 3, pag. 258.</ref>
== Opere principali ==
* ''The Spirit of Modern Philosophy'' - Lo spirito della filosofia moderna, del 1892.
* ''The World and the Individual'' - Il mondo e l'individuo, in due volumi, del 1900-1901.
* ''Philosophy of
* ''The Problem of Christianity'' - Il problema del cristianesimo, del 1913.
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<references/>
== Bibliografia ==
* Abbagnano, Nicola. ''Storia della Filosofia (dallo Spiritualismo all'Esistenzialismo)'', Torino, UTET, 1993
* Albeggiani, Ferdinando. ''Il sistema filosofico di Royce'', Palermo, 1929.
* Auxier, Randall. ''Critical Responses to Josiah Royce, 1885-1916'', New York, Thoemmes Continuum, 2000
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* Hine, Robert V. ''Josiah Royce: from Grass Valley to Harvard'', Norman: University of Oklahoma Press, 1992.
* Kuklick, Bruce. ''J.Royce An Intellectual Biography'', Indianapolis, Hackett Pub. Co., 1972
* Marcel, Gabriel. ''La Métaphysique de Royce'', Parigi, Editions Montaigne, 1945.
* Oppenheim, M. Frank. ''Royce's Voyage Down Under: A Journey of the Mind'', Lexington, University of Kentucky Press, 1980
* Oppenheim, M. Frank. ''Reverence for the Relations of Life: Re-Imaging Pragmatism via Josiah Royce's Interactions with Peirce, James, and Dewey'', Notre Dame, IN: University of Notre Dame Press, 2005
*
* Rock, Dominic. ''The Principles of Loyalty in the Ethics of Josiah Royce'', Città del Vaticano, Urbaniana
== Altri progetti ==
{{Interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
▲* Pomeroy, Earl. "Josiah Royce, Historian in Quest of Community." The Pacific Historical Review 40 (1971): 1-20. JSTOR. IUPUI University Library, Indianapolis. 15 Apr. 2008
*{{Collegamenti esterni}}
* [http://www.roycesociety.org The Josiah Royce Society].
* [https://web.archive.org/web/20120203125020/http://liberalarts.iupui.edu/iat/index.php/editions/royce The Josiah Royce Papers], edizione critica.
* {{cita web | url = http://www.josiahroycecentrostudi.it/ | titolo = Centro Studi Josiah Royce | accesso = 31 marzo 2013 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20130622033037/http://josiahroycecentrostudi.it/ | dataarchivio = 22 giugno 2013 | urlmorto = sì }}
* {{SEP|royce|Josiah Royce|Kelly A. Parker, Scott Pratt}}
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[[Categoria:Idealisti]]
▲* Rock, Dominic. ''The Principles of Loyalty in the Ethics of Josiah Royce'', Città del Vaticano, Urbaniana Univ. Press, 1995
[[Categoria:Neohegelismo]]
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