Urbino: differenze tra le versioni

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Architetture di De Carlo: Aggiunta testuale
 
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{{nd}}
{{Divisione amministrativa
|Nome = Urbino
|Panorama =PanoramaUrbino Palazzo Ducale, Urbino (Marche) 02.JPG
|Didascalia =
|Bandiera = Urbino-Gonfalone.png
|Voce bandiera =
|Voce stemma = Stemma= di Urbino-Stemma.png
|Stato = ITA
|Voce stemma=
|Grado amministrativo = 3
|Stato=ITA
|Divisione amm grado 1 = Marche
|Grado amministrativo=3
|Divisione amm grado 12 =Marche Pesaro e Urbino
|Amministratore locale = [[Maurizio Gambini]]
|Divisione amm grado 2=Pesaro e Urbino
|Partito = [[centro-destra]]
|Amministratore locale=Franco Corbucci
|Data elezione = 9-6-2014
|Partito=[[centrosinistra]]
|Data elezionerielezione=825-6-20092024
|Mandato=3
|Data istituzione=
|Data istituzione = [[XII secolo]]
|Latitudine gradi=43
|Sottodivisioni = vedi [[#Frazioni|elenco]]
|Latitudine minuti=43
|Divisioni confinanti = [[Acqualagna]], [[Fermignano]], [[Fossombrone]], [[Isola del Piano]], [[Lunano]], [[Mondaino]] ([[Provincia di Rimini|RN]]), [[Montecalvo in Foglia]], [[Montefelcino]], [[Montelabbate]], [[Peglio (Marche)|Peglio]], [[Pesaro]], [[Petriano]], [[Piandimeleto]], [[Sant'Angelo in Vado]], [[Sassocorvaro Auditore]], [[Tavoleto]], [[Urbania]], [[Vallefoglia]]
|Latitudine secondi=30.86
|Zona sismica = 2
|Latitudine NS=N
|Gradi giorno = 2545
|Longitudine gradi=12
|Nome abitanti = urbinati
|Longitudine minuti=38
|Patrono = [[Crescentino di Città di Castello|san Crescentino]]
|Longitudine secondi=13.92
|Festivo = 1º giugno
|Longitudine EW=E
|PIL =
|Altitudine=485
|PIL procapite = {{formatnum:21.433}} [[Euro|€]] <small>(2023)</small><ref name="PIL">{{Cita news|url=https://tg24.sky.it/economia/2024/04/23/dichiarazione-redditi-2023-mappa-comuni-italia|titolo=Le città più ricche in Italia: la mappa dei redditi comune per comune|pubblicazione=Sky TG24|data=23 aprile 2024}}</ref>
|Superficie=228.07
|Mappa = Map of comune of Urbino (province of Pesaro and Urbino, region Marche, Italy).svg
|Note superficie=
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Urbino nella provincia di Pesaro e Urbino
|Abitanti=15627
|Note abitanti=[http://demo.istat.it/bil2010/index.html Dato Istat] - Popolazione residente al 31 dicembre 2010.
|Aggiornamento abitanti=31-12-2010
|Sottodivisioni=vedi [[#Frazioni|elenco]]
|Divisioni confinanti=[[Acqualagna]], [[Auditore]], [[Colbordolo]], [[Fermignano]], [[Fossombrone]], [[Isola del Piano]], [[Lunano]], [[Mondaino]] ([[Provincia di Rimini|RN]]), [[Montecalvo in Foglia]], [[Monteciccardo]], [[Montefelcino]], [[Montelabbate]], [[Peglio (Marche)|Peglio]], [[Petriano]], [[Piandimeleto]], [[Piobbico]], [[Sant'Angelo in Vado]], [[Sassocorvaro]], [[Tavoleto]], [[Urbania]]
|Codice postale=61029
|Prefisso=[[0722]]
|Fuso orario=+1
|Codice statistico=041067
|Codice catastale=L500
|Targa=PU
|Zona sismica=2
|Gradi giorno=2545
|Diffusività=
|Nome abitanti=urbinati
|Patrono=[[Crescentino di Città di Castello|San Crescentino]] <small>Co-Patroni: Beato Mainardo (vescovo urbinate), [[Assunzione di Maria|Vergine Assunta in Cielo]] e [[Celestino V|San Pietro Celestino V]] Papa </small>
|Festivo=[[1º giugno]]
|PIL=
|PIL procapite=
|Mappa=Map of comune of Urbino (province of Pesaro and Urbino, region Marche, Italy).svg
|Didascalia mappa=Posizione del comune di Urbino nella provincia di Pesaro e Urbino
|Sito=http://www.comune.urbino.ps.it/
}}
{{quote|Urbino.....in cima a un monte di media altezza, ma adagiantesi da ciascun lato secondo ogni piega del pendio, di modo che non ha nulla su un medesimo piano e dovunque si deve salire e scendere|[[Michel de Montaigne]], ''Journal de Voyage en Italie'' / ''Giornale di Viaggio in Italia'', [[1581]]|Urbin.....sur le haut d’une montaigne de moïene hautur, mais se couchant de toutes parts selon les pantes du lieu, de façon qu’elle n’a rien d’esgal, e partout il y a à monter e à descendre. |lingua=fr}}
 
'''Urbino''' ({{audio|It-Urbino.ogg}}; ''Urbìn'' in [[dialetto gallo-italico marchigianopiceno]]<ref>{{cita libro|curatore=Fucili Simonetta |titolo=Sò d'Urbin e fac el brav. Poesie in dialetto urbinate |anno=2007 |editore=Argalia |città=Urbino |idisbn=ISBN 88-89731-09-5 }}</ref>, ''Urvinum Mataurense'' in [[lingua latina|latino]]) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di 15.627{{Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" />, capoluogo con [[PesaroCapoluogo di provincia|capoluogo]]<ref>{{Cita web |url = https://www.provincia.pu.it/fileadmin/grpmnt/1050/STATUTO_COORDINATO_2022.pdf |titolo = Statuto della provincia di Pesaro e Urbino – articolo 4, comma 1 |accesso = 24-08-2023 |data=23-02-2022}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2024/01/29/24G00017/SG|titolo=Art. 3 co. 3, DECRETO-LEGGE 29 gennaio 2024, n. 7|sito=gazzettaufficiale.it|editore =Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 23|data=29-01-2024|accesso=2 febbraio 2024}}</ref> della [[provincia di Pesaro e Urbino]] nelle [[Marche]].<ref>{{Treccani||}}</ref>
 
Fu uno dei centri più importanti del [[Rinascimento]] italiano]], di cui ancora oggi conserva appieno l'eredità architettonica,. dalDal [[1998]] il suo centro storico è [[patrimonio dell'umanità]] [[UNESCO]]. Data la sua importanza artistica, la città è ricordata nella serie di sculture del [[Vittoriano]], dedicate alle quattordici città nobili dell'Italia unita.<ref>{{cita web|1=https://www.quirinale.it/page/vittoriano|titolo=I Simboli della Repubblica - Il Vittoriano|editore=https://www.quirinale.it|data=|accesso=17 gennaio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190117070135/https://www.quirinale.it/page/vittoriano|dataarchivio=17 gennaio 2019|urlmorto=no}}</ref>
 
== Geografia fisica ==
=== Territorio ===
 
{{Citazione|Urbino.....in cima a un monte di media altezza, ma adagiantesi da ciascun lato secondo ogni piega del pendio, di modo che non ha nulla su un medesimo piano e dovunque si deve salire e scendere.|[[Michel de Montaigne]], ''Journal de Voyage en Italie'' / ''Giornale di Viaggio in Italia'', [[1581]]|Urbin.....sur le haut d'une montaigne de moïene hautur, mais se couchant de toutes parts selon les pantes du lieu, de façon qu'elle n'a rien d'esgal, e partout il y a à monter e à descendre. |lingua=fr}}
Il territorio comunale si estende prevalentemente in area collinare, sulle ultime propaggini dell'[[Appennino settentrionale]], [[Appennino tosco-romagnolo]], nella zona meridionale del [[Montefeltro]], in un'area classificata a rischio sismico medio-alto. Nel database dei terremoti elaborato dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, sono segnalati ben 65 eventi sismici che hanno interessato il comune di Urbino tra il [[26 marzo]] [[1511]] e il [[26 marzo]] [[1998]]. Tra essi, le scosse più forti sono state quella dell'VIII grado della [[Scala Mercalli]] del [[24 aprile]] [[1741]] che ebbe l'[[epicentro]] nel [[Fabriano|Fabrianese]] (dove raggiunse i 6.08 della [[Scala Richter]] e il IX grado della Mercalli), quella del VII grado della [[Scala Mercalli]] del [[23 giugno]] [[1781]] che ebbe l'[[epicentro]] nel [[Cagli]]ese (dove raggiunse i 6.23 della [[Scala Richter]] ed il IX-X grado della Mercalli), quella del VII grado della [[Scala Mercalli]] del [[21 settembre]] [[1897]] che ebbe l'[[epicentro]] in mare nell'[[Adriatico]] centrale e quella del VI-VII grado della [[Scala Mercalli]] del [[12 marzo]] [[1873]] che ebbe l'[[epicentro]] nelle [[Marche]] meridionali (dove raggiunse i 5,88 della [[Scala Richter]] e l'VIII grado della Mercalli); sono state inoltre registrate nello stesso periodo analizzato ben nove diverse scosse telluriche che ad Urbino hanno raggiunto il VI grado della [[Scala Mercalli]].<ref>http://emidius.mi.ingv.it/DBMI04/consultazione/terremoto.php?visualizzazione=svg Stucchi et al. (2007). DBMI04, il database delle osservazioni macrosismiche dei terremoti italiani utilizzate per la compilazione del catalogo parametrico CPTI04. Quaderni di Geofisica, INGV.</ref>
Il territorio si estende in area collinare, sulle ultime propaggini dell'[[Appennino settentrionale]], nella zona meridionale del [[Montefeltro]]. Il territorio comunale, il [[Comuni d'Italia per superficie|secondo più esteso]] della regione [[Marche]] dopo [[Fabriano]], include anche un'[[isola amministrativa]], identificabile nella via Fosso del Razzo, compresa tra i comuni di [[Vallefoglia]], [[Pesaro]], [[Montefelcino]], [[Petriano]] e l'exclave di [[Montelabbate]].
* [[Classificazione sismica]]: zona 2 (sismicità medio-alta), Ordinanza PCM 3274 del 20/03/2003
Il territorio comunale include anche un'[[exclave]], identificabile nella Via Fosso del Razzo, compresa tra i comuni di [[Colbordolo]], [[Monteciccardo]], [[Montefelcino]], [[Petriano]] e l'exclave di [[Montelabbate]].
 
=== Clima ===
 
{{vedi anche|Stazione meteorologica di Urbino Osservatorio "Serpieri"}}
{{ClimaAnnuale
| nome = URBINOUrbino
<!-- Temperature massime mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in °C), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| tempmax01 = 6.6
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| intensità12 = 5.1
}}
 
=== Sismicità ===
L'intero territorio comunale di Urbino si sviluppa in un'area classificata a rischio sismico medio-alto. Nel database dei terremoti elaborato dall'[[Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia]], sono segnalati ben 65 eventi sismici che hanno interessato il comune di Urbino tra il 26 marzo 1511 e il 26 marzo 1998. Tra essi, le scosse più forti sono state quella dell'VIII grado della [[Scala Mercalli]] del 24 aprile 1741 che ebbe l'[[epicentro]] nel [[Fabriano|fabrianese]] (dove raggiunse i 6,08 della [[Scala Richter]] e il IX grado della Mercalli), quella del VII grado della Scala Mercalli del 23 giugno 1781 che ebbe l'epicentro nel [[Cagli|cagliese]] (dove raggiunse i 6,23 della Scala Richter e il IX-X grado della Mercalli), quella del VII grado della Scala Mercalli del 21 settembre 1897 che ebbe l'epicentro in mare nell'[[Adriatico]] centrale e quella del VI-VII grado della Scala Mercalli del 12 marzo 1873 che ebbe l'epicentro nelle Marche meridionali (dove raggiunse i 5,88 della Scala Richter e l'VIII grado della Mercalli); sono state inoltre registrate nello stesso periodo analizzato ben nove diverse scosse telluriche che a Urbino hanno raggiunto il VI grado della Scala Mercalli.<ref>http://emidius.mi.ingv.it/DBMI04/consultazione/terremoto.php?visualizzazione=svg {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090417220941/http://emidius.mi.ingv.it/DBMI04/consultazione/terremoto.php?visualizzazione=svg |data=17 aprile 2009 }} Stucchi et al., ''DBMI04, il database delle osservazioni macrosismiche dei terremoti italiani utilizzate per la compilazione del catalogo parametrico CPTI04'', Quaderni di Geofisica, INGV, 2007</ref>
* [[Classificazione sismica]]: zona 2 (sismicità medio-alta), Ordinanza PCM 3274 del 20/03/2003.
 
== Origini del nome ==
Il nome Urbino (''Urvinum Metaurense'' o ''Mataurense'' in latino) è d'incerta origine: secondo alcuni<ref>Mazzini, 2000, 9-10.</ref><ref>Luni, 2003, p. 195.</ref> ''Urvinum'' (o ''Urbinum'') deriverebbe dal sostantivo ''Urvum'' (o ''Urbum''), che designava il manico dell'aratro, alla cui forma assomigliava la collina del Poggio (sulla quale vi era il primitivo nucleo della città)<ref>{{Cita libro|nome=June|cognome=Osborne|titolo=Urbino: The Story of a Renaissance City|url=https://books.google.ch/books?id=VTV4XavCQRMC&lpg=PA22&ots=5poXwPX6-X&dq=urvinum%20latin&hl=it&pg=PA22#v=onepage&q=urvinum%20latin&f=false|accesso=28 maggio 2024|data=1º ottobre 2003|editore=frances lincoln ltd|lingua=en|ISBN=978-0-7112-2086-7}}</ref>; mentre il termine ''Metaurense'' deriva ovviamente dal fiume ''[[Metauro|Metaurus]]'' (o ''Mataurus''), per distinguerla da un'altra città omonima nella [[Regio VI Umbria|medesima regione augustea]], ''[[Collemancio|Urvinum Hortense]]'', il cui nome pare che derivasse anch'esso dalla conformazione del terreno su cui era stata eretta quest'ultima città. Secondo un'ipotesi alternativa il toponimo Urbino deriverebbe invece dal latino ''urbs-urbis'' ('città') e farebbe riferimento alla sua natura di città doppia (''urbs bina''), perché sviluppatasi su due colli. Un'altra ipotesi sostiene che il nome abbia un'origine preindoeuropea.<ref>{{Cita libro|nome=Ulrico|cognome=Agnati|titolo=Per la storia romana della provincia di Pesaro e Urbino|url=https://books.google.it/books?id=N-rXca0BiSUC&pg=PA21&lpg=PA21&dq=etimologia+urbino&source=bl&ots=tjGCF7hsBD&sig=ACfU3U3Qs07RGs1dSpajP812i99wg1wRFw&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiUoKT5nILgAhVE2OAKHREuCuQQ6AEwBnoECAIQAQ#v=onepage&q=etimologia%20urbino&f=false|accesso=28 maggio 2024|data=1999|editore=L'ERMA di BRETSCHNEIDER|lingua=it|ISBN=978-88-8265-070-4}}</ref>
 
== Storia ==
=== Antichità e Medioevo ===
{{Nota
[[File:Urbino Mura Romane.JPG|thumb|I resti delle mura romane in via F. Budassi]]
|titolo=Le origini del nome
Nel [[90 a.C.]] la ''[[lex Iulia de civitate|lex Julia]]'' concesse la cittadinanza romana agli [[Umbri]], uno tra i pochi [[Socii e foederati|popoli alleati]] a non aver aderito alla [[Guerra sociale|Lega italica]]; fu in quel periodo che, per consentire ai nuovi cittadini di poter beneficiare dei diritti acquisiti, i principali centri umbri al di qua degli Appennini vennero trasformati in ''[[municipia]]'': ''Urvinum Metaurense'' venne aggregato alla cittadinanza con l'iscrizione alla [[tribù (storia romana)|tribù Stellatina]]<ref name="Urvinum_1">[http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus%3Atext%3A1999.04.0006%3Aalphabetic+letter%3DU%3Aentry+group%3D1%3Aentry%3Durvinum-metaurense The Princeton Encyclopedia of Classical Sites] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20170107193045/http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus%3Atext%3A1999.04.0006%3Aalphabetic+letter%3DU%3Aentry+group%3D1%3Aentry%3Durvinum-metaurense |data=7 gennaio 2017 }} URVINUM METAURENSE (Urbino) Marche, Italy</ref>. Pur citata da diversi autori latini, la città non è stata protagonista di alcun episodio storico importante nell'età antica (se si esclude l'esecuzione di [[Fabio Valente]] nel [[69 d.C.]], che contribuì a indebolire ulteriormente il [[Guerra civile romana (68-69)|fronte vitelliano]]). Il primo avvenimento storicamente rilevante risale a dopo la caduta dell'[[Impero romano d'Occidente]], quando, durante la [[Guerra gotica (535-553)|guerra gotica]] del [[VI secolo]], venne conquistata dalle truppe imperiali comandate da [[Belisario]] nell'inverno del [[538]], costringendo alla resa la guarnigione ostrogota guidata da un certo Moras. Nel [[542]] la città fu però riconquistata dai Goti, che con il re [[Totila]] erano passati alla riscossa, salvo poi tornare in mani imperiali con la definitiva sconfitta gota.
|contenuto=
Secondo la tradizione latina il nome Urbino deriva da ''Urvinum Mataurense''.
Urvinum (o Urbinum) deriverebbe dal sostantivo Urvum (o Urbum), che designava il manico dell'aratro, alla cui forma assomigliava la collina del Poggio (sulla quale vi era il primitivo nucleo della città).
Mentre il termine Mataurense (Metaurense) deriva dalla vicinanza geografica al fiume Mataurus (Metaurus), l'attuale [[Metauro]].
}}
 
In età bizantina (dal [[VI secolo|VI]] all'[[VIII secolo]]) fece parte della [[Pentapoli bizantina|Pentapoli annonaria (o montana)]], suddivisione dell'[[Esarcato d'Italia]]. Dovette diventare sede vescovile molto presto, ma il primo vescovo di cui conosciamo il nome (Leonzio) visse all'epoca di Gregorio Magno. Fu brevemente occupata dal re longobardo [[Liutprando]] e poi nuovamente da [[Astolfo (re)|Astolfo]]; il re dei Franchi [[Pipino III|Pipino il Breve]] incluse Urbino fra i territori sottratti ai Longobardi da lui ceduti nel [[754]] al [[Stato della Chiesa|Patrimonio ecclesiastico]] (''[[Promissio Carisiaca]]''). Comunque, il dominio pontificio fu per diversi secoli puramente formale e non effettivo, e per di più fu contrastato dall'[[Sacro Romano Impero|Impero]], anch'esso rivendicante (e detenente) il controllo della zona (malgrado gli imperatori avessero più volte riconfermato - nel [[781]], [[817]], [[962]] - la donazione dell'area alla Chiesa). Nel corso del [[XII secolo]] le tradizioni indipendenti e autonome dell'antico municipio si espressero nell'istituzione della forma di governo comunale, come avvenuto nel resto dell'Italia centro-settentrionale. Secondo alcune fonti, nel [[1155]] il [[Federico I Barbarossa|Barbarossa]] concesse brevemente Urbino in vicariato imperiale al conte Antonio di Montefeltro; tuttavia, gli storici attuali ritengono che tale Antonio non sia mai esistito e che la sua figura sia stata inventata nel [[XIV secolo]] (durante il governo di Antonio da Montefeltro) per dare un fondatore alla casata e giustificare il dominio feretrano su Urbino (proiettandolo quasi un secolo prima del suo effettivo inizio).<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/montefeltrano_(Dizionario-Biografico)/,%20https://www.treccani.it/enciclopedia/montefeltrano_(Dizionario-Biografico)/|titolo=MONTEFELTRANO - Treccani|sito=Treccani|lingua=it|accesso=28 maggio 2024}}</ref><ref name="treccani.it_B">{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/urbino_(Enciclopedia-Italiana)/,%20https://www.treccani.it/enciclopedia/urbino_(Enciclopedia-Italiana)/|titolo=URBINO - Treccani|sito=Treccani|lingua=it|accesso=28 maggio 2024}}</ref>
=== Stemma ===
[[Immagine:Urbino-Stemma.png|150 px]]
[[Immagine:Urbino-Gonfalone.png|100 px]]
''D'azzurro a tre bande d'oro, caricata la prima di un'aquila ad ali spiegate, di nero. Lo scudo sarà sormontato dalla corona ducale''
 
=== La signoria dei conti di Montefeltro ===
R.D. del 9 ottobre 1940
Nel 1202 il comune cadde sotto l'influenza di Rimini, che perseguiva una politica di espansione e di egemonia nella zona; prova di questa dipendenza è che Urbino mandò milizie in aiuto dei Riminesi nella loro guerra contro Cesena (1216). Nel 1226 (ma secondo alcune fonti già nel 1213<ref name="treccani.it_B" />) l'imperatore [[Federico II di Svevia|Federico II]] concesse Urbino in vicariato ai conti di Montefeltro (Buonconte e Taddeo) ma, vista l'ostilità degli Urbinati, tale ingiunzione imperiale rimase momentaneamente lettera morta. Per sbloccare la situazione, i due feretrani si sottomisero, coi loro feudi, al comune di Rimini, ottenendone la cittadinanza (1228); con ciò speravano di ottenere l'appoggio riminese nelle loro pretese su Urbino. Quest'ultima, già sottomessa all'egemonia di Rimini, doveva contemporaneamente affrontare (oltre ai conti di Montefeltro) anche l'espansione [[Città di Castello|tifernate]] nella Valmetauro, che gradualmente stava annettendo parti del contado urbinate. L'impotenza e la scarsa importanza di Urbino in quest'epoca è provata dal fatto che Rimini e Città di Castello siglarono un accordo con cui si spartivano il contado urbinate in aree di egemonia. Nel 1234 i Riminesi e i Montefeltro riuscirono a ottenere l'appoggio del rettore imperiale di Romagna, Carnevalario di Pavia, costringendo Urbino ad accettare finalmente la signoria feltresca. Salvo alcune interruzioni (nel 1285-1294, 1322-1324, 1368-1375 e 1502-1503) tale signoria sarebbe durata fino all'estinzione della dinastia (nel 1508).
 
Nei secoli XIII e XIV i Montefeltro continuarono a mostrarsi fedeli alleati della parte imperiale. Il conte [[Guido da Montefeltro|Guido]] fu capo dei ghibellini di Romagna (e in questo periodo comincia la secolare lotta coi Malatesta), diede a due dei suoi figli nomi in omaggio agli imperatori [[Hohenstaufen]] (Federico e Corrado), fu vicario regio nella Marca per conto di re [[Manfredi di Sicilia|Manfredi]] (anche se si ritirò a Urbino al momento della discesa angioina in Italia), sostenne la spedizione in Italia di [[Corradino di Svevia|Corradino]] (di cui fu vicario a Roma) e poi quella aragonese in Sicilia contro Carlo I d'Angiò (in quest'occasione [[battaglia di Forlì|sconfisse gli angioini]] a Forlì, nel 1282). Per tale motivo fallì il tentativo di pacificazione della Romagna voluto da [[Niccolò III]] e il nuovo papa [[Martino IV]] si decise a farla finita col conte di Montefeltro: Guido dovette affrontare le milizie papali e guelfe, che assediarono Urbino nel 1284. La città si arrese e Guido perse perciò il controllo di Urbino nel 1285 (la città per punizione fu privata del suo contado), venendo esiliato. Nel 1289 il conte Corrado di Pietrarubbia (capo di un ramo guelfo della famiglia feltresca, rivale di quello principale ghibellino), deluso per il fatto che dopo la cacciata di Guido non fosse stato nominato signore della città, cambiò schieramento e occupò per breve tempo Urbino, prima di essere rapidamente sconfitto dal rettore pontificio della Marca. Nel 1294 Guido riuscì a riottenere la signoria sulla città, sfruttando una ribellione scoppiata quattro anni prima contro il rappresentante papale e sventando un successivo assalto malatestiano; l'anno successivo ebbe dal nuovo pontefice [[Bonifacio VIII]] il riconoscimento del fatto compiuto, istituendo in città una sorta di codominio tra il potere papale e quello comitale.
Gonfalone:
 
Malgrado questa riconciliazione con la Santa Sede, la politica ghibellina fu ben presto ripresa dal figlio di Guido, [[Federico I da Montefeltro|Federico]] (uno dei principali capi della lega ghibellina degli ''Amici della Marca''), tanto che papa [[Giovanni XXII]] bandì una crociata contro di lui; nel 1322 gli Urbinati (esasperati dalle distruzioni e dalle difficoltà causate dalla politica del loro signore) si ribellarono e uccisero il conte. L'anno seguente [[Nolfo da Montefeltro|Nolfo]], figlio di Federico, riprese però la lotta e nel 1324 riuscì a recuperare il controllo della città con un colpo di mano e a sconfiggere sanguinosamente le truppe guelfe malatestiane. Nel 1334 Nolfo fece espellere da Urbino Speranza da Montefeltro, accordatosi segretamente coi Malatesta per divenire signore della città e passare dalla loro parte; sei anni dopo fallì un tentativo malatestiano di porre Speranza a Urbino come signore.
''drappo partito di azzurro e di giallo…''
 
Nel 1355 i fratelli Nolfo ed Enrico (dopo aver assistito alla sconfitta inflitta alla ben più potente signoria malatestiana dal cardinal legato [[Egidio Albornoz]]) fecero atto di sottomissione a quest'ultimo, a Gubbio. Ricevettero in cambio la conferma della signoria feltresca su Urbino e Cagli (non in forma di vicariato, ma di "custodia", il che dava al legato pontificio un ampio potere nell'amministrazione cittadina, tra cui il diritto di nominare il podestà), ma dovettero rinunciare al castello di [[San Marino]] (di cui il legato riconobbe l'autonomia comunale dai conti di Montefeltro) troppo importante strategicamente. Impossibilitati a condurre una politica autonoma come all'inizio del secolo per via della presenza di un solido potere, i Montefeltro si mantennero fedeli al legato, conducendo anche, per conto di questo, alcune campagne contro dei riottosi signorotti dell'entroterra alto-marchigiano. Ma appena qualche anno dopo, ormai morto Albornoz, il nuovo legato [[Anglico de Grimoard]] soppresse la ''custodia civitatis'' feltresca, tramite il podestà da lui nominato, Enrico da Sessa. A nulla servirono le lamentele dei Montefeltro, che col conte Paolo si erano mantenuti sempre fedeli e che ora si vedevano sottrarre il potere. Scoppiata una nuova rivolta nell'Italia centrale ([[Urbano V]] aveva nel frattempo posto nuovamente la sede pontificia a Roma), alcuni nipoti di Nolfo (tra cui Antonio) tentarono di recuperare Urbino nel 1369, senza successo. Riuscirono in ogni modo a ottenere il perdono del nuovo papa [[Gregorio XI]].
 
L'opera albornoziana (che era consistita nella restaurazione del dominio pontificio nell'Italia centrale e nelle Romagne in vista di un ritorno della sede papale a Roma) andò in gran parte distrutta negli anni seguenti, quando molti signori spodestati rientrarono in possesso dei loro vecchi domini. Le ribellioni e i disordini nei territori pontifici furono causate dall'esoso malgoverno ecclesiastico e favorite dai Fiorentini e da Bernabò Visconti, timorosi di un potere troppo forte del papa in Italia che avrebbe sconvolto gli equilibri ([[guerra degli Otto Santi]]).<ref name="treccani.it_B" />
=== Origini e medioevo ===
[[File:Urbino-walls02.jpg|thumb|left|300px|Le Mura e la Porta di Lavagine]]
La città romana di ''Urvinum Metaurense'' divenne un centro importante durante le Guerre gotiche nel VI secolo. Venne poi presa nel [[538]] dal bizantino [[Belisario]], togliendola ai [[Goti]], e venne frequentemente nominata dallo storico bizantino [[Procopio di Cesarea|Procopio]].
Passò quindi nel dominio dei [[Longobardi]] e poi dei [[Franchi]].
Il re dei Franchi [[Pipino III|Pipino]] offrì Urbino allo Stato della Chiesa. Comunque, le tradizioni indipendenti e autonome si espressero nella forma di governo del Comune finché, intorno al [[1200]], cadde sotto il dominio dei nobili che combattevano tra loro nel vicino [[Montefeltro]]. Questi nobili non avevano diretta autorità sul comune, ma esercitavano pressioni per la loro elezione a [[podestà]], titolo che Bonconte di [[Da Montefeltro|Montefeltro]] riuscì a ottenere nel [[1213]], con il risultato che gli urbinati si ribellarono, formarono un'alleanza con il comune indipendente di [[Rimini]] ([[1228]]) e nel [[1234]] si rimpossessarono del controllo della loro città.
Successivamente, però, i Montefeltro riuscirono a riprendere le redini della città che controllarono poi fino al [[1508]]. Durante questo periodo, Urbino prese l'aspetto che in parte ancora oggi ha, con le sue cinta murarie.
Nelle battaglie tra [[guelfi e ghibellini]], i signori di Urbino del [[XIII secolo|XIII]] e del [[XVI secolo]] erano capi dei [[ghibellini]] delle [[Marche]] e della [[Romagna]], e si associavano con famiglie o città ghibelline.
Il 24 dicembre 1375 il conte [[Antonio II da Montefeltro|Antonio da Montefeltro]], con le armi della lega fiorentino-viscontea rientrava in Urbino e n'era "gridato" signore. Ma, scrive Gino Franceschini (''Documenti e Regesti'', Urbino, 1982, pp.&nbsp;IV-V), "non bastava essere 'gridato' signore, bisognava avere la capacità di divenirlo [...]. Nell'alleanza del febbraio 1376 le città di Urbino e di [[Cagli]] partecipavano al patto col Signore su piede di uguaglianza come compartecipi agli impegni ed agli oneri stipulati da lui, mentr'egli agiva a nome delle terre che gli ubbidivano quale 'dominus' e capo delle milizie". Era nato lo Stato di Urbino che registra una rilevante svolta politica a seguito del considerevole accrescimento territoriale generato dall'acquisizione di [[Gubbio]] del 1384.<ref name="ReferenceA">Franco Mazzini, i Mattoni e le Pietre d'Urbino, Argalia, Urbino, 1982</ref>
 
Il 24 dicembre 1375 il conte [[Antonio II da Montefeltro|Antonio da Montefeltro]] (nipote di Nolfo) con le armi della lega fiorentino-viscontea rientrò in Urbino (da cui era fuggito il vicario Filippo Corsini), venendone acclamato signore. Qualche tempo dopo occupò anche Cagli, venendo anche qui acclamato signore. Nell'alleanza del febbraio 1376 le città di Urbino e di [[Cagli]] partecipavano al patto col signore su piede di uguaglianza come compartecipi agli impegni e agli oneri stipulati da lui, mentre egli agiva a nome delle terre che gli ubbidivano quale ''dominus'' e capo delle milizie. Il conte Antonio inflisse una serie di sconfitte a Galeotto Malatesta, alleato del papa, riuscendo, nel 1379, a ottenere il riconoscimento da parte di [[Urbano VI]] della sua signoria su Urbino e Cagli, in forma nuovamente di vicariato e perciò con una sostanziale indipendenza. Negli anni successivi aggiunse al suo dominio anche Gubbio (1384) e Cantiano (1393), sempre a prezzo di scontri con i Malatesta e anche con la [[Repubblica fiorentina]], ma potendo contare sul sostegno di Gian Galeazzo Visconti, poi duca di Milano. Con il governo di Antonio può ormai dirsi pienamente nato lo Stato di Urbino, attore importante nello scenario italiano del secolo successivo.<ref name="ReferenceA">Franco Mazzini, ''I mattoni e le pietre d'Urbino'', Urbino, Argalia, 1982</ref>
=== Il periodo di Federico di Montefeltro ===
 
Alla morte di Antonio nel 1404, il figlio [[Guidantonio da Montefeltro|Guidantonio]] (ormai da diversi anni reggente in vece del padre, residente stabilmente alla corte viscontea) gli subentrò nello Stato urbinate ([[Bonifacio IX]] gli confermò il vicariato) e nel consiglio di reggenza milanese. Essendo crollato momentaneamente il potere visconteo (dopo la morte di Gian Galeazzo nel 1402), Guidantonio si alleò con l'emergente re di Napoli [[Ladislao d'Angiò-Durazzo]], da cui fu fatto connestabile; poi, caduto anche Ladislao (ed egli aveva contribuito alla sua caduta, passando allo [[Concilio di Pisa|schieramento pisano]] avverso), instaurò buoni rapporti con papa [[Martino V]], di cui sposò la nipote [[Caterina Colonna]]. Dal papa colonnese Guidantonio fu fatto duca di Spoleto e ottenne il vicariato su [[Urbania|Casteldurante]] e la concessione della [[rosa d'oro]] (onorificenza solitamente concessa solo ai re). Nel 1434 Urbino fu visitata da [[Sigismondo di Lussemburgo|Sigismondo]], [[imperatore dei Romani]], re d'Ungheria e di Boemia, che creò cavalieri Guidantonio e suo figlio.<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/guidantonio-di-montefeltro_(Dizionario-Biografico)/,%20https://www.treccani.it/enciclopedia/guidantonio-di-montefeltro_(Dizionario-Biografico)/|titolo=MONTEFELTRO, Guidantonio di - Treccani|sito=Treccani|lingua=it|accesso=28 maggio 2024}}</ref>
 
=== Il periodo di Federico da Montefeltro ===
{{vedi anche|Rinascimento urbinate}}
[[File:PiantaIMG7403 Urbino (Tommaso Luci 1689).jpg|thumb|leftcenter|200px|Antica pianta di Urbino<br />(Tommaso Luci, 1689)upright=3.5]]
 
Guidantonio ebbe due figli maschi: uno naturale ([[Federico da Montefeltro|Federico]]) e uno legittimo ([[Oddantonio II da Montefeltro|Oddantonio]]); fu quest'ultimo che succedette al padre dopo la sua morte nel 1443. Nello stesso anno [[papa Eugenio IV]] gli concesse il titolo di [[duca d'Urbino]], mentre Federico otteneva il riconoscimento pontificio della contea dei Brancaleoni (da lui ottenuta tramite il suo matrimonio con l'ultima erede di tale casata, [[Gentile Brancaleoni|Gentile]]). Entrambi i feltreschi in questo periodo sostenevano (continuando l'atteggiamento del padre Guidantonio negli ultimi anni) la politica di Eugenio IV, rivolta contro [[Francesco Sforza]] (che dieci anni prima era riuscito ad impadronirsi delle Marche, strappandole al papa) alleato dei Veneziani, dei Fiorentini e di [[Sigismondo Pandolfo Malatesta]], mentre il duca di Milano [[Filippo Maria Visconti]], il re di Napoli [[Alfonso V d'Aragona|Alfonso V]] e il papa costituivano la coalizione antisforzesca. Mentre Federico si trovava a [[Pesaro]] (governata da un ramo cadetto dei Malatesta nemico di quello riminese) per difenderla da Sigismondo Pandolfo, a Urbino il giovanissimo fratellastro Oddantonio cadeva vittima di una congiura (21 luglio 1444) causata dal suo malgoverno e dalle sue stranezze. Non è chiaro se Federico fosse a conoscenza di tale congiura, ma in ogni caso ne ricavò un grande beneficio immediato, visto che gli Urbinati lo proclamarono nuovo signore (dopo avergli fatto firmare alcune clausole, le quali tra l'altro prevedevano l'impunità per i congiurati).<ref name="treccani.it">{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/federico-da-montefeltro-duca-di-urbino_(Enciclopedia-Italiana)/,%20https://www.treccani.it/enciclopedia/federico-da-montefeltro-duca-di-urbino_(Enciclopedia-Italiana)/|titolo=FEDERICO da Montefeltro, duca di Urbino - Treccani|sito=Treccani|lingua=it|accesso=28 maggio 2024}}</ref>
L'esponente più famoso dei Montefeltro fu [[Federico da Montefeltro|Federico]], signore di Urbino dal [[1444]] al [[1482]], condottiero di successo, diplomatico abilissimo e patrono entusiasta di arti e letteratura. Nel [[1444]] prese il potere come figlio naturale di [[Guidantonio da Montefeltro|Guidantonio]], dopo la congiura e l'assassinio del legittimo [[Oddantonio II da Montefeltro|Oddantonio]], inviso per la "smodata lussuria" e l'eccessivo fiscalismo esercitato durante i suoi diciassette mesi di governo.
 
Giunto al potere (senza il titolo ducale) Federico operò una decisiva svolta nella politica feltresca: approfittando del fatto che tra lo Sforza e Sigismondo Pandolfo i rapporti fossero tesi, abbandonò la coalizione antisforzesca per passare dalla parte dello Sforza (e il Malatesta di conseguenza passò all'altro schieramento). Grazie a questa svolta Federico riuscì subito (1445) a ottenere un importante guadagno territoriale per lo Stato urbinate, la città di Fossombrone (ceduta dal Malatesta di Pesaro). In questo periodo Urbino fu sicuro rifugio di Francesco Sforza, mentre i suoi domini marchigiani erano invasi dalle milizie nemiche. Nel marzo 1446 fu sventata una congiura contro Federico (i saccheggi posti in atto dalle milizie antisforzesche avevano infatti esasperato la popolazione).
Federico mise mano ai problemi politici impellenti ed iniziò una riorganizzazione dello Stato, che prevedeva anche una ristrutturazione della città secondo un'impronta moderna, confortevole, razionale e bella. Tutti i suoi sforzi, nei quasi quarant'anni di governo, furono tesi a questo scopo che, grazie alle sue straordinarie doti unite a una notevole fortuna, arrivò a un soffio dalla piena realizzazione.
 
Gli anni successivi videro nuovi intricati avvenimenti e ribaltamenti delle alleanze nella politica italiana (con lo Sforza che riuscì a ottenere il Ducato di Milano), ma in ogni caso Federico (militante sempre dalla parte sforzesca e per i Fiorentini) riuscì a ottenere dal nuovo papa [[Niccolò V]] (più incline alla pace d'Italia rispetto al predecessore) il riconoscimento del suo dominio come vicario pontificio (1447). Con la [[pace di Lodi|pace generale di Lodi]] nel 1454 Federico aveva notevolmente rafforzato la sua posizione e la sua reputazione nello scenario italiano, cui faceva da contraltare l'isolamento diplomatico in cui si era ritrovato l'avversario Sigismondo Pandolfo, inimicatosi il re di Napoli.<ref name="treccani.it" />
Alla sua corte, [[Piero della Francesca]] scrisse sulla scienza della [[prospettiva]], [[Francesco di Giorgio Martini]] scrisse il suo ''Trattato di architettura'' (concludendo i lavori di ristrutturazione del [[Palazzo Ducale (Urbino)|Palazzo Ducale]] avviati da [[Luciano Laurana]]), e il padre di [[Raffaello]], [[Giovanni Santi]], scrisse il suo resoconto poetico dei principali artisti del periodo. La corte brillante di [[Federico da Montefeltro|Federico]], attraverso le descrizioni di Baldassarre Castiglione ne ''[[Il Cortegiano]]'', introdusse i caratteri del cosiddetto "gentiluomo" in [[Europa]], che rimasero pienamente in voga fino al XX secolo.<ref>Walter Tommasoli, La vita di Federico da Montefeltro 1422-1482, Argalia, Urbino, 1975 ,Riedizione 1995</ref>
 
Fu proprio a quest'ultimo che Federico si rivolse per tentare di distruggere per sempre la potenza dell'odiato nemico. Fu stipulata un'alleanza e nel 1457-1459 le milizie urbinati e napoletane attaccarono con successo il dominio malatestiano; malgrado la guerra sembrasse sul punto di concludersi con la vittoria dei feltresco-aragonesi il nuovo [[papa Pio II]] si intromise come mediatore, riuscendo a imporre una tregua stipulata a Mantova. Ma Sigismondo Pandolfo mandò a monte anche questo tentativo di pacificazione, intervenendo a fianco di [[Giovanni d'Angiò]] nella sua spedizione in Italia contro il re [[Ferrante d'Aragona]]. In tal modo si inimicò definitivamente tutti gli Stati italiani (favorevoli a Ferrante) e il papa nel 1460 lo scomunicò e lo dichiarò decaduto da tutti i suoi domini (che erano pur sempre sotto la formale autorità della Chiesa). Tale guerra di successione napoletana si concluse, per ciò che concerne Urbino, con la vittoria di Federico (vincitore nella [[battaglia del Cesano (1462)|battaglia della Marotta]] e nell'assedio di Fano), l'ulteriore ampliamento del suo Stato (che inglobò la Valle del [[Cesano (fiume)|Cesano]] e altri territori di confine) e la riduzione del dominio malatestiano alla sola Rimini (1463). Si concludeva così la lotta, durata due secoli, tra lo Stato di Urbino a guida feretrana e la casa malatestiana.<ref name="treccani.it" />
=== Cesare Borgia e gli anni del ducato Della Rovere ===
 
Nel 1474 Federico ottenne da [[papa Sisto IV]] il titolo ducale (già concesso un trentennio prima al fratellastro Oddantonio) e continuò a rimanere un attore importante delle vicende italiane: infatti Urbino intervenne stabilmente in tutti i conflitti della Penisola dal 1463 in poi (la [[battaglia della Molinella]], la battaglia di Mulazzano, la ribellione di Volterra, la [[Guerra dei Pazzi|guerra seguita alla Congiura dei Pazzi]] e quella [[guerra di Ferrara (1482-1484)|di Ferrara]]), sempre col proposito di mantenere l'equilibrio e di evitare l'ingerenza di potenze transalpine. Desiderio di Federico negli ultimi anni di vita fu di poter condurre le forze della [[Lega Italica (1454)|Lega Italica]] in una crociata contro i Turchi.
[[Cesare Borgia]] spodestò [[Guidobaldo da Montefeltro]], duca di Urbino, ed [[Elisabetta Gonzaga]] nel [[1502]], con la complicità del padre [[Papa Alessandro VI]]. Dopo il tentativo di Papa [[De' Medici|Medici]], [[Leone X]], di nominare un giovane [[De' Medici|Medici]] come duca, Urbino rimase parte dello [[Stato Pontificio]], sotto la dinastia dei duchi [[Della Rovere]] ([[1508]] - [[1631]]). Costoro trasferirono nel [[1523]] la corte nella città di [[Pesaro]] e Urbino iniziò un lento declino che si sarebbe protratto fino agli ultimi decenni del [[XVII secolo]].<ref name="ReferenceA"/>
 
Il periodo di governo di Federico segna l'apice della città di Urbino. Egli mise mano ai problemi politici impellenti e incominciò una riorganizzazione dello Stato, che prevedeva anche una ristrutturazione della città secondo un'impronta moderna, confortevole, razionale e bella. Tutti i suoi sforzi, nei quasi quarant'anni di governo, furono tesi a questo scopo che, grazie alle sue straordinarie doti unite a una notevole fortuna, arrivò a un soffio dalla piena realizzazione. Alla sua corte, [[Piero della Francesca]] scrisse sulla scienza della [[prospettiva]], [[Francesco di Giorgio Martini]] scrisse il suo ''Trattato di architettura'' (concludendo i lavori di ristrutturazione del [[Palazzo Ducale (Urbino)|Palazzo Ducale]] avviati da [[Luciano Laurana]]), e il padre di [[Raffaello]], [[Giovanni Santi]], scrisse il suo resoconto poetico dei principali artisti del periodo. La corte brillante di [[Federico da Montefeltro|Federico]], attraverso le descrizioni di Baldassarre Castiglione ne ''[[Il Cortegiano]]'', introdusse i caratteri del cosiddetto "gentiluomo" in [[Europa]], che rimasero pienamente in voga fino al XX secolo.<ref>Walter Tommasoli, ''La vita di Federico da Montefeltro 1422-1482'', Urbino, Argalia, 1975, Riedizione 1995</ref>
=== Annessione allo Stato Pontificio ===
 
=== L'ultimo Montefeltro e la parentesi borgiana ===
A seguito dell'estinzione della dinastia dei [[Della Rovere]] ([[1631]]), [[Papa Urbano VIII]] incorporò il ducato di Urbino nei territori papali, seguendo le volontà dell'ultimo duca, [[Francesco Maria II della Rovere|Francesco Maria II]], che, rimasto senza eredi, aveva designato la Santa Sede a succedergli fin dal [[1625]] (la successione divenne però esecutiva solo alla morte del duca, sei anni più tardi). Lo Stato fu governato, da allora, da un [[Delegazione apostolica di Urbino e Pesaro|legato pontificio]], generalmente appartenente all'alta gerarchia ecclesiastica.
In seguito alla devoluzione del Ducato allo Stato Pontificio, il ricco patrimonio artistico (compresi i mobili) del Palazzo Ducale andò a costituire, in massima parte, la dote dell'ultima discendente diretta dei Della Rovere, [[Vittoria Della Rovere|Vittoria]], andata in sposa a [[Ferdinando II de' Medici]]; successivamente queste opere costituiranno il nucleo della futura [[Galleria degli Uffizi]]. Tra le opere andate a [[Firenze]] c'è il [[Doppio ritratto dei duchi d'Urbino|dittico dei duchi d'Urbino]] di [[Piero della Francesca]].
Altre opere del Palazzo Ducale verranno portate a [[Roma]], come le [[Presentazione della Vergine al Tempio (Fra Carnevale)|Tavole Ex Barberini]] di [[Fra Carnevale]] o la celebre biblioteca, assorbita interamente dalla [[Biblioteca Vaticana]] nel [[1657]].
 
Dalla seconda moglie [[Battista Sforza]] (figlia di [[Alessandro Sforza|Alessandro]], signore di Pesaro e fratello del duca di Milano) Federico aveva avuto [[Guidobaldo da Montefeltro|Guidobaldo]], che gli succedette alla sua morte nel 1482. La politica urbinate continua in questo periodo ad appoggiare quella pontificia e Guidobaldo I partecipò alle varie guerre in cui si ritrovò coinvolto [[papa Alessandro VI]] (nella battaglia di Soriano del 1497, contro gli Orsini, fu anche fatto prigioniero).
=== Gli Albani e l'occupazione francese ===
Il [[XVIII secolo]] si aprì con l'elezione al soglio pontificio ([[1701]]) del cardinale urbinate Giovanfrancesco Albani, col nome di [[Clemente XI]].
Per la città si aprì l'ultima grande stagione di splendore, soprattutto sotto il profilo artistico-culturale; grazie al finanziamento, da parte di Papa Albani e dei suoi familiari, di importanti lavori di ristrutturazione di vari palazzi, chiese e monasteri della città; come : Palazzo Albani, parte della facciata del Palazzo Comunale, il Palazzo dell'Arcivescovado, la Cappella Albani (all'interno del convento di San Francesco), l'Oratorio di San Giuseppe, la ristrutturazione interna delle chiese di San Francesco, [[Chiesa di San Domenico (Urbino)|San Domenico]] e Sant'Agostino. Mentre furono costruiti nuovi edifici (Palazzo del Collegio Raffaello) e fu promossa la nascita di una rinomata manifattura artigiana (Fabbrica delle Spille). Inoltre il mecenatismo del Papa e della sua famiglia, si rifletté in ricche donazioni alla [[Duomo di Urbino|Cattedrale]] (come il nuovo altare) e agli altri enti religiosi della città. Questa nuova età di splendore per la città, terminò con la morte di Clemente XI ([[1721]]), riavviando la città ad un lungo declino che si è esteso fino ai nostri giorni.
Dopo la morte del Papa, la famiglia [[Albani]] rimarrà la principale committente delle opere più significative, fino alla prima metà del [[XIX secolo]], soprattutto nelle persone del cardinale [[Annibale Albani]] e del nobile [[Orazio Albani]], quest'ultimo affiderà all'architetto [[Pietro Ghinelli]] la realizzazione del Palazzo Nuovo degli Albani (sull'attuale piazza della Repubblica).
 
Ciò non impedì comunque al figlio di Alessandro VI, [[Cesare Borgia]], nel corso delle sue campagne di conquista (1499-1503) per ritagliarsi un proprio Stato con l'appoggio pontificio e francese, di occupare anche il Ducato di Urbino. Dopo aver chiesto rinforzi al duca per le sue imprese, fece rapidamente occupare dalle sue truppe Cagli e Fossombrone, costringendo Guidobaldo a fuggire da Urbino (giugno 1502). Il Borgia assunse il titolo ducale (e Urbino in quest'occasione subì la prima delle sue numerose spoliazioni), ma la sua nuova conquista fu subito messa in pericolo da una rivolta dei suoi condottieri (i "congiurati della Magione"), la quale permise a Guidobaldo di rientrare brevemente in possesso di Urbino (ottobre-dicembre 1502). Dopo aver liquidato i capitani ribelli (uccisi a tradimento a Senigallia), Cesare Borgia poté riottenere il Ducato; questo andrà perduto, insieme a tutte le sue conquiste, con la morte del padre pontefice e la successiva fine della sua fortuna (estate-autunno 1503). Il nuovo [[papa Giulio II]] confermò il ducato a Guidobaldo (ritornato a Urbino nell'agosto 1503), lo fece gonfaloniere della Chiesa e lo ebbe a fianco nelle campagne di sottomissione di Perugia e Bologna (1506).<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/guidubaldo-i-da-montefeltro-duca-di-urbino_(Dizionario-Biografico)/,%20https://www.treccani.it/enciclopedia/guidubaldo-i-da-montefeltro-duca-di-urbino_(Dizionario-Biografico)/|titolo=GUIDUBALDO I da Montefeltro, duca di Urbino - Treccani|sito=Treccani|lingua=it|accesso=28 maggio 2024}}</ref>
Nel [[1789]], a seguito del forte terremoto che aveva colpito Urbino, si verificò il crollo della cupola della Cattedrale, evento che portò al totale rifacimento della chiesa.
 
Dalla moglie [[Elisabetta Gonzaga]] Guidobaldo non ebbe figli: alla sua morte nel 1508 a ereditare il Ducato fu perciò suo nipote (figlio della sorella [[Giovanna da Montefeltro|Giovanna]]) [[Francesco Maria I della Rovere]], già signore di Senigallia.
Invece tra il [[1797]] e il [[1800]] la città venne occupata dalle truppe francesi, come gran parte dell'Italia centro-settentrionale. Durante l'occupazione francese Urbino e il suo territorio subirono le requisizioni di importanti opere d'arte, con il loro spostamento verso [[Parigi]] o [[Milano]], nelle nascenti gallerie del [[Louvre]] o di [[Pinacoteca di Brera|Brera]]. Questo evento fu un ulteriore fattore che impoverì il patrimonio artistico locale, già provato dalla perdita delle opere a seguito della devoluzione del Ducato nel XVII secolo.<ref>{{cita libro|curatore=Giuseppe Cucco |titolo=Papa Albani e le arti a Urbino e a Roma 1700 - 1721 |anno=2007 |editore=Marsilio |città=Venezia |id=ISBN 88-317-7862-5}}</ref>
 
=== IlI rinnovamentoDella urbanisticoRovere dele XIXla secoloparentesi medicea ===
 
Il giovane signore ereditò il Ducato di Urbino proprio nel periodo in cui era pontefice suo zio Giuliano della Rovere (Giulio II). Ciò indubbiamente costituiva un grande vantaggio sia per lui sia per lo Stato: il duca fu infatti nominato capitano generale delle milizie pontificie durante la [[Guerre d'Italia|guerra d'Italia scoppiata nel 1509]], mentre lo Stato urbinate nel 1513 otteneva dal papa la cessione di Pesaro (il locale ramo sforzesco si era infatti estinto l'anno prima). Nel 1511, inoltre, il duca si macchiò dell'omicidio di un cardinale, [[Francesco Alidosi]], con cui aveva litigato, ma grazie all'appoggio dello zio poté momentaneamente scampare alle gravi conseguenze del suo atto.<ref name="treccani.it_A">{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/francesco-maria-i-della-rovere-duca-di-urbino_(Dizionario-Biografico)/,%20https://www.treccani.it/enciclopedia/francesco-maria-i-della-rovere-duca-di-urbino_(Dizionario-Biografico)/|titolo=FRANCESCO MARIA I Della Rovere, duca di Urbino - Treccani|sito=Treccani|lingua=it|accesso=28 maggio 2024}}</ref>
[[File:Corso Garibaldi Urbino.JPG|thumb|right|300p|Veduta di Corso Garibaldi verso piazza della Repubblica]]
Il secolo si aprì con la consacrazione nel [[1809]] della nuova [[Duomo di Urbino|Cattedrale]], secondo il progetto dell'architetto [[Giuseppe Valadier]].
Un'importante ruolo, in questa prima metà del secolo, lo avrà il nobile urbinate Fulvio Corboli, definito successivamente Padre della Patria, nell'ideare un primo progetto di rinnovamento urbanistico e ad intuire la necessità di risolvere l'isolamento della città rispetto alla zona costiera.
In seguito alla costruzione del Palazzo Nuovo degli Albani ([[1831]]), progettato dall'architetto [[Pietro Ghinelli]], che diede origine all'attuale piazza della Repubblica, si andò a costituire il primo tratto del futuro Corso Garibaldi; da questo momento avranno inizio una serie di interventi urbanistici destinati a cambiare il volto della città.
Partendo dalla costruzione del Teatro Sanzio ([[1845]] - [[1853]]), alla realizzazione di Corso Garibaldi porticato sul lato a valle, per garantire ai frequentatori del teatro un passaggio coperto e diretto dall'attuale piazza della Repubblica, costruzione che si protrasse fino ai primi anni del [[XX secolo]]. Inoltre un'altra importante innovazione urbanistica fu l'abbattimento, nel [[1868]], di un tratto delle mura per realizzare una barriera daziaria, denominata Porta Nuova o Barriera Margherita (in onore alla principessa [[Margherita di Savoia]]) da cui si sviluppava una nuova strada che correva lungo un tratto delle mura e si congiungeva a Corso Garibaldi; conseguente a questa nuova disposizione urbanistica si ebbe la sistemazione dell'ampio terreno sottostante il Palazzo Ducale (sul lato a valle verso la Data), che verrà denominato Pincio.
Queste ultime trasformazioni urbanistiche determinarono un cambiamento nell'accesso alla città, perché se prima si doveva passare per strette e tortuose stradine, tramite le porte della cinta muraria, ora si attraversava la più agevole Porta Nuova e la comoda strada delle mura per giungere nell'attuale piazza della Repubblica o al Palazzo Ducale (il centro della città).
Questo rinnovamento urbanistico rispecchiava molte delle idee di Fulvio Corboli ma la sua progettazione fu curata in gran parte dall'architetto Vincenzo Ghinelli.<ref name="ReferenceA"/>
 
Con la morte di Giulio II e l'elezione di [[Leone X]] (figlio di [[Lorenzo il Magnifico]]), fortemente nepotista, Francesco Maria I si ritrovò però in una situazione molto difficile. Prendendo a pretesto l'uccisione del cardinale Alidosi, nel 1516 Leone X citò il duca a giudizio e, vista la sua renitenza a presentarsi a Roma, lo dichiarò decaduto dal Ducato, presto occupato dalle milizie papali. Dopo la fuga di Francesco Maria, Leone X nominò nello stesso 1516 duca di Urbino suo nipote [[Lorenzo de' Medici duca di Urbino|Lorenzo de' Medici]] (figlio di [[Piero il Fatuo]]). Dal gennaio al settembre 1517 Francesco Maria tentò la riconquista del suo Stato con una composita armata e per mesi nel Ducato infuriò una feroce guerra. Questa sembrò inizialmente favorevole ai rovereschi (che riuscirono a recuperare quasi tutto il territorio, compresa Urbino), ma alla fine entrambi gli schieramenti (prostrati dalle spese belliche) addivennero a un accordo, con cui il Ducato rimaneva al Medici mentre Francesco Maria poteva ritirarsi con la libreria feltresca, l'artiglieria e le sue truppe (stipendiate dal papa) presso il [[Francesco II Gonzaga|suocero marchese di Mantova]].<ref name="treccani.it_A" />
=== L'annessione al Regno d'Italia ===
L'[[8 settembre]] [[1860]] le truppe piemontesi entrarono in Urbino da Porta Santa Lucia, costringendo alla resa le ultime resistenze dell'esercito pontificio sotto il porticato del Collegio Raffaello. Ma si dovrà attendere il [[29 settembre]], con la presa di [[Ancona]], per la totale conquista della regione [[Marche]], ad opera dell'esercito [[Regno di Sardegna|piemontese]].
Tra il [[4 novembre|4]] e il [[5 novembre]] si tenne il plebiscito per l'annessione delle Marche al [[Regno di Sardegna]], conclusosi con 133.783 voti favorevoli, 1.212 voti contrari e 260 voti nulli; in particolare nella provincia di Urbino (escludendo il territorio di Pesaro) i si furono 21.111 contro 365 No e con 29 voti nulli. Successivamente, il [[10 novembre]], fu esteso anche alle Marche lo [[Statuto Albertino]], per poi ,il [[17 dicembre]], rendere ufficiale l'annessione della regione al Regno di Sardegna con l'emanazione di un'regio decreto<ref>Raffele Molinelli, ''Urbino 1860'', catalogo della mostra ''il Contributo urbinate al Risorgimento'', STEU - Urbino, 1961</ref>.
Il nuovo governo attuò la confisca di vari beni ecclesiastici, tra cui buon parte del convento di San Francesco (dove in una parte venne realizzato un orto botanico, su progetto di Vincenzo Ghinelli), il monastero di santa Chiara, quello di san Girolamo e tanti altri.
 
Alla morte senza eredi maschi del duca Lorenzo (che del resto aveva visitato il suo Stato pochissime volte, risiedendo altrove) nel maggio 1519 il Ducato di Urbino fu annesso direttamente allo Stato Pontificio. Ma fu un'annessione breve: Francesco Maria tentò infatti nel dicembre 1521 (alla morte di Leone X) una nuova spedizione per riconquistare il Ducato dopo che Urbino si era ribellata e stavolta ebbe pieno successo. Il nuovo papa, l'olandese [[Adriano VI]] (ostile alle politiche nepotistiche del suo predecessore mediceo), gli restituì ufficialmente nel 1523 tutto lo Stato.<ref name="treccani.it_A" />
=== La prima metà del XX secolo ===
Il secolo iniziò come si era svolto quello precedente, e perdurò così per quasi tutta la prima metà, senza particolari eventi significativi. In questo periodo è da segnalarsi la piena fioritura dell'attività artistica della [[Scuola del Libro]] (Istituto per la Decorazione e l'Illustrazione del Libro) che espresse notevoli talenti in ambito nazionale e internazionale.
Oltre al grande sviluppo conosciuto dalla Scuola del Libro, in questo periodo si assiste alla crescita dell'ateneo cittadino, con l'elevazione a facoltà universitaria della ottocentesca Scuola di Farmacia e alla nascita della Facoltà di Magistero ([[1934]] ca); conseguente all'evoluzione dell'Università si ha un incremento della popolazione studentesca, evidenziando lo stato di totale impreparazione della città (scarsità di alloggi), tant'è che per i primi tempi molti studenti furono ospitati nelle case di privati cittadini. Il problema fu in parte risolto con l'istituzione del Convitto maschile ''"Raffaello"'', agl'inizi del secolo, e del Convitto femminile ''"Laura Battiferri"'', nel [[1926]] ca.
 
Un nuovo pericolo si profilò per Francesco Maria qualche anno dopo, con l'elezione al soglio pontificio di un altro Medici ([[Clemente VII]]): questi nel 1525 investì del Ducato di Urbino [[Ascanio I Colonna|Ascanio Colonna]] (figlio di [[Agnese di Montefeltro]]), ma alla fine preferì lasciar perdere, riconoscendo Francesco Maria. Nel 1530 il duca, in qualità di ''praefectus Urbi'', fu responsabile della [[incoronazione di Carlo V|cerimonia d'incoronazione imperiale]] di Carlo V e nel 1538 lo stesso imperatore lo nominò comandante supremo delle milizie che si apprestavano a una crociata (mai effettuata) contro il sultano ottomano.<ref name="treccani.it_A" />
Questo periodo fu dominato dai grandi eventi della storia nazionale e internazionale, che inevitabilmente coinvolsero Urbino; ma tra questi il periodo della dittatura fascista ha lasciato il segno maggiore in città, soprattutto dal punto di vista architettonico, con: la Scuola Elementare "Giovanni Pascoli" ([[1932]]), eretta sull'antico Giardino di Santa Lucia (giardino delle delizie dei duchi), il restauro di palazzo Mauruzi-Gherardi, allora sede del tribunale, la Casa dello Studente, per sopperire alla scarsità di alloggi a seguito della grande crescita della popolazione universitaria, e le case popolari per i mutilati e gl'invalidi civili.
 
Alla morte di Francesco Maria I nel 1538 gli subentrò il figlio avuto da [[Eleonora Gonzaga Della Rovere|Eleonora Gonzaga]], [[Guidobaldo II]]. L'inizio del regno di questi fu turbato dalla questione del Ducato di Camerino, su cui egli affermava di avere diritti per via del matrimonio con Giulia da Varano; [[papa Paolo III]] per tutta risposta lo scomunicò e lo dichiarò decaduto dallo Stato urbinate, per cui Guidobaldo alla fine preferì sottomettersi, rinunciando alla successione camerte. Nel 1548 il duca sposò una nipote del papa, [[Vittoria Farnese]], e Paolo III estese l'investitura ducale di Urbino (che fino ad allora aveva compreso soltanto la città col suo contado) a tutto il territorio amministrato dal duca (fino ad allora gestito in forma di vicariato): con ciò fu portata a compimento l'unificazione amministrativa e statuale del territorio.
Nel [[1938]], la città venne designata come sede per la neonata Soprintendenza alle Gallerie e alle Opere d'Arte delle Marche.
 
Il lungo ducato di Guidobaldo II trascorse sostanzialmente tranquillo e la pace fu turbata solo da una sedizione scoppiata a Urbino nel 1573: gravati da troppe imposte e gabelle e offesi per il fatto che la corte roveresca fosse ormai stabilmente situata a Pesaro, gli Urbinati inviarono ripetutamente ambascerie al duca, trattate con sufficienza da quest'ultimo. Gli Urbinati quindi si risolsero a chiedere aiuto al papa (di cui Guidobaldo II era pur sempre vassallo) o addirittura al granduca di Toscana, per deporre il duca; tutti i tentativi andarono male e nel marzo 1573 sulla città si abbatte l'ira del duca infuriato per la sedizione. La città fu sottoposta a un regime di "occupazione militare", fu privata di privilegi e furono arrestati e condannati i capi della rivolta.
Con lo scoppio della [[Seconda Guerra Mondiale]] la città non subì alcun bombardamento, grazie alla grande croce rossa dipinta sul tetto del Palazzo Ducale e al tacito accordo tra tedeschi e alleati; solo verso la fine del conflitto bellico, le truppe tedesche in ritirata fecero minare tutti i bastioni delle mura, ma fortunatamente le mine vennero manomesse dagli operai urbinati che erano stati assoldati.
Sempre, durante la ritirata, l'esercito tedesco isolò la città, con la distruzione dei collegamenti ferroviari e stradali. Tra i danni apportati alla rete ferroviaria vi fu: la distruzione della galleria, allora in costruzione, tra Urbino e la frazione di Schieti, utilizzata dai tedeschi come deposito di armi, ed a causa della sua posizione ai piedi del colle, sulla cui cima sorge parte del centro storico, si temette che la sua esplosione portasse alla distruzione del soprastante abitato, ma fortunatamente ciò non avvenne.
Durante il conflitto mondiale è, da sottolineare l'importante operazione messa in atto, dall'allora Soprintendente alle Gallerie e alle Opere d'Arte delle Marche a Urbino [[Pasquale Rotondi]]<ref>[http://www.arcaarte.it/index.html Arca dell'Arte - Il museo e il Premio Rotondi]</ref>, che mise in salvo circa 10.000 opere (tra cui quelle di [[Giorgione]], [[Piero della Francesca]], [[Paolo Uccello]], [[Tiziano]], [[Mantegna]], [[Raffaello Sanzio|Raffaello]] e tanti altri, da tutti i più grandi musei d'Italia) dalle requisizioni naziste e dalle distruzioni della guerra. Queste opere furono inizialmente nascoste all'interno del Palazzo dei Principi di [[Carpegna]] per poi essere spostate nella [[Rocca di Sassocorvaro]].
 
L'anno successivo Guidobaldo II morì e gli succedette il figlio [[Francesco Maria II]] (veterano della [[battaglia di Lepanto]]), che aveva sempre avuto un rapporto teso col padre per via del matrimonio che quello gli aveva imposto con [[Lucrezia d'Este]].
Urbino sarà liberata dall'occupazione nazista il [[28 agosto]] [[1944]], per merito del V Corpo d'armata inglese, delle truppe polacche e grazie all'azione dei gruppi partigiani della zona.
 
Il nuovo duca intraprese subito un'opera di risanamento finanziario (il padre aveva sperperato le risorse dello Stato e lasciato un ingente debito) e allontanò da corte alcuni dei più influenti membri dell{{'}}''entourage'' di Guidobaldo II, a lui avversi. Il Ducato si trovava comunque in una situazione economica difficile, aggravata dalle periodiche carestie e dalla piaga del brigantaggio, e fu perciò un sollievo per Francesco Maria il trattato stipulato con la Spagna (grazie al quale numerose compagnie urbinati poterono combattere al soldo iberico nei [[Paesi Bassi spagnoli|Paesi Bassi]]).
=== Urbino e De Carlo ===
[[File:FacoltàLegge.JPG|thumb|right|300p|Ingresso principale della Facoltà di Legge (Giurisprudenza)]]
La seconda metà del [[XX secolo]] si caratterizzò in Urbino per la collaborazione dei principali enti cittadini (Università e Comune) con l'architetto [[Giancarlo De Carlo]].
Questo rapporto iniziò nel [[1956]] quando [[Carlo Bo]], l'allora rettore del Università, commissionò a De Carlo il progetto di ristrutturazione interna di palazzo Montefeltro - Bonaventura, sede centrale dell'Ateneo.
Subito dopo l'architetto genovese fu incaricato dal Comune di redigere il Piano Regolatore Generale ([[1958]] - [[1964]]) mirato al recupero del centro storico; che versava ormai da tempo in pessime condizioni e rischiava di perdere diversi quartieri tra cui lo stesso [[Palazzo Ducale (Urbino)|Palazzo Ducale]] per il cedimento del terreno sottostante, composto da pietra tufacea e da alte concentrazioni d'acqua; tale problema fu risolto grazie ai finanziamenti statali derivati da due leggi speciali varate per la città (nel [[1968]] e nel [[1982]]).
Successivamente De Carlo realizzerà vari progetti per l'ateneo cittadino tra cui i Collegi, nei pressi della chiesa dei Cappuccini fuori dal centro, un'interessante esempio di architettura che dialoga con il paesaggio circostante; mentre i progetti di costruzione: della Facoltà di Legge ([[1966]] - [[1968]]), della Facoltà di Magistero ([[1968]] - [[1976]]) e della ristrutturazione di palazzo Battiferri ([[1986]] - [[1999]]), sede della Facoltà di Economia, sono tre considerevoli esempi riguardanti l'inserimento di una architettura contemporanea in un tessuto antico.
Mentre gli anni settanta saranno contrassegnati dalla collaborazione col Comune, per la realizzazione del progetto denominato Operazione Mercatale ([[1969]] - [[1972]]) che comprendeva la realizzazione di un parcheggio sotterraneo multipiano nel piazzale del Mercatale (sotto i celebri Torricini del Palazzo Ducale) e il restauro della Rampa Elicoidale di [[Francesco di Giorgio Martini]] ([[1971]] - [[1975]]); sempre dalla collaborazione col Comune si svilupperà il progetto di ristrutturazione del Teatro Sanzio ([[1977]] - [[1982]]) e il progetto di recupero, molto discusso, delle antiche Stalle Ducali (i cui lavori sono ancora in corso).
Inoltre, grazie allo stretto rapporto con De Carlo, la città ha ospitato, per due volte ([[1976]] - [[1981]], [[1992]] - [[1993]]), i laboratori del [[ILAUD]], fondati e diretti dallo stesso architetto genovese.
Uno degli ultimi interventi decarliani sarà la redazione, tra il [[1989]] e il [[1994]], del Nuovo Piano Regolatore Generale.<ref>Giancarlo De Carlo, ''Urbino - la storia di una città e il piano della sua evoluzione urbanistica'', Marsilio Editore</ref>
 
Ma ancor più che dalle difficoltà finanziarie, Francesco Maria era preoccupato dalla questione della successione: dalla non amata Lucrezia d'Este (morta nel 1598 e da cui si era separato già da vent'anni) il duca non aveva avuto eredi e pertanto cominciava a profilarsi il rischio dell'annessione diretta allo Stato Pontificio. La questione preoccupava soprattutto i sudditi e perciò il duca si risolse di chiedere al popolo il decidere sul da farsi: i consigli comunali deliberarono di chiedere al duca di risposarsi. Forte di quest'appoggio popolare, Francesco Maria nel 1599 si sposò con [[Livia della Rovere|Livia]], figlia di suo cugino [[Ippolito Della Rovere]] (che a sua volta era figlio naturale del cardinale [[Giulio Della Rovere|Giulio Feltrio]], fratello di Guidobaldo II): da questa ebbe il sospirato erede, [[Federico Ubaldo]].
==Principali Monumenti e luoghi d'interesse==
 
Quest'ultimo si sposò con [[Claudia de' Medici]] ed ebbe una figlia, [[Vittoria Della Rovere|Vittoria]], ma la sua vita sregolata e dissoluta lo portò alla morte precoce, nel 1623 (era stato duca per due anni a partire dal 1621, dopo l'abdicazione del padre). Ormai l'annessione non era più evitabile e il vecchio Francesco Maria II, tornato sovrano, dovette rassegnarsi a raggiungere un accordo con la Santa Sede per far sì che il passaggio di governo avvenisse senza incidenti. Nel 1624 fu stipulato un trattato, con cui Francesco Maria rimaneva duca ma si ritirava a vita privata, mentre il governo passava a un legato pontificio.
{{UNESCO
|tipoBene = patrimonio
|nome = Centro storico di Urbino
|nomeInglese = Historic Centre of Urbino
|immagine = Torricini-Urbino.jpg
|anno = 1998
|tipologia = Architettonico
|criterio = C (ii) (iv)
|pericolo = Nessuna indicazione
|link = 828
}}
Si riportano qui i motivi che giustificano l'inserimento di Urbino tra i [[Patrimoni dell'Umanità]]<ref>[http://whc.unesco.org/en/list/828 Urbino, dal sito dell'UNESCO]</ref>:
{{quote|Criterio II: Durante la sua breve preminenza culturale, Urbino ha attratto alcuni dei più insigni umanisti e artisti del Rinascimento, che crearono un eccezionale complesso urbano di notevole omogeneità, la cui influenza in Europa arrivò lontano.</br>Criterio IV: Urbino rappresenta un vertice dell'arte e dell'architettura rinascimentali, è armoniosamente adattata al paesaggio e si fonde in maniera eccezionale con le preesistenze medievali.|Motivazioni per l'iscrizione del centro storico di Urbino nei beni patrimonio dell'Umanità dell'<small>UNESCO</small>}}
 
==== IlAnnessione Palazzoallo DucaleStato Pontificio ====
[[File:Pianta Urbino (Tommaso Luci 1689).jpg|thumb|left|Antica pianta di Urbino<br />(Tommaso Luci, 1689)]]
{{Vedi anche|Palazzo Ducale (Urbino)}}
A seguito della morte di [[Francesco Maria II della Rovere|Francesco Maria II]] nel 1631, [[papa Urbano VIII]] incorporò ufficialmente il Ducato di Urbino ai domini pontifici. Lo Stato fu governato, da allora, da un [[Delegazione apostolica di Urbino e Pesaro|legato pontificio]], generalmente appartenente all'alta gerarchia ecclesiastica. In seguito alla devoluzione del Ducato allo Stato Pontificio, il ricco patrimonio artistico (compresi i mobili) del Palazzo Ducale andò a costituire, in massima parte, la dote dell'ultima discendente diretta dei Della Rovere, [[Vittoria Della Rovere|Vittoria]], andata in sposa a [[Ferdinando II de' Medici]]; successivamente queste opere costituiranno il nucleo della futura [[Galleria degli Uffizi]]. Tra le opere che furono portate a [[Firenze]], vi fu il [[Doppio ritratto dei duchi d'Urbino|Dittico dei duchi d'Urbino]] di [[Piero della Francesca]]. Invece la celebre biblioteca fu assorbita interamente dalla [[Biblioteca Vaticana]] nel 1657. Inoltre a Roma vennero portate anche le [[Presentazione della Vergine al Tempio (Fra Carnevale)|Tavole Ex Barberini]] di [[Fra Carnevale]], prelevandole dalla chiesa di Santa Maria della Bella.
Molto conosciuto e visitato, è uno dei più interessanti esempi architettonici ed artistici dell'intero [[Rinascimento italiano]]. Il palazzo è sede della [[Galleria nazionale delle Marche]], ed è caratteristico per i ''torricini'' che ne delimitano la parte posteriore.
 
==== LaGli CasaAlbani die Raffaellol'occupazione francese ====
Il [[XVIII secolo]] si aprì con l'elezione al soglio pontificio (1701) del cardinale urbinate Giovanfrancesco Albani, col nome di [[Clemente XI]]. Per la città si aprì l'ultima grande stagione di splendore, soprattutto sotto il profilo artistico-culturale; grazie al finanziamento, da parte di papa Albani e dei suoi familiari, di importanti lavori di ristrutturazione di vari palazzi, chiese e monasteri della città; come: [[Palazzo Albani]], parte della facciata del [[Palazzo Comunale (Urbino)|Palazzo Comunale]], il Palazzo dell'Arcivescovado, la Cappella Albani (all'interno del convento di San Francesco), l'[[Oratorio di San Giuseppe (Urbino)|Oratorio di San Giuseppe]], la ristrutturazione interna delle chiese di [[Convento di San Francesco (Urbino)|San Francesco]], [[Chiesa di San Domenico (Urbino)|San Domenico]] e [[Ex convento di Sant'Agostino|Sant'Agostino]]. Mentre furono costruiti nuovi edifici ([[Palazzo del Collegio Raffaello]]) e fu promossa la nascita di una rinomata manifattura artigiana (Fabbrica delle Spille). Inoltre il mecenatismo del Papa e della sua famiglia, si rifletté in ricche donazioni alla [[Duomo di Urbino|Cattedrale]] (come il nuovo altare) e agli altri enti religiosi della città. Questa nuova età di splendore per la città, terminò con la morte di Clemente XI (1721), riavviando la città a un lungo declino che si è esteso fino ai nostri giorni. Dopo la morte del papa, la famiglia [[Albani (famiglia romana)|Albani]] rimarrà la principale committente delle opere più significative, fino alla prima metà del [[XIX secolo]], soprattutto nelle persone del cardinale [[Annibale Albani]] e del nobile Orazio Albani, quest'ultimo affiderà all'architetto [[Pietro Ghinelli]] la realizzazione del Palazzo Nuovo (sull'attuale piazza della Repubblica).
{{Vedi anche|Casa Santi}}
Si trova nell'omonima via, al civico 57. Qui si può ammirare un affresco di un giovane Raffaello, oltre che dipinti del padre [[Giovanni Santi]], gli ambienti e gli arredi della casa dove visse il celebre pittore.
 
Nel 1789, a seguito del forte terremoto che aveva colpito Urbino, si verificò il crollo della cupola della Cattedrale, evento che portò al totale rifacimento della chiesa.
==== Il Duomo ====
{{Vedi anche|Duomo di Urbino}}
Realizzato in stile [[neoclassico]] (architetto [[Giuseppe Valadier]]) a cavallo tra il XVIII e il [[XIX secolo]], contiene alcune tele di [[Federico Barocci]].
 
Nel 1798 quello che rimaneva dello Stato Pontificio dopo il [[trattato di Tolentino]] dell'anno precedente venne occupato dalle truppe francesi, che lo trasformarono in repubblica (la [[Repubblica Romana (1798-1799)|Repubblica Romana]]). Nel 1799, col ritiro francese dovuto al formarsi della Seconda Coalizione, la città tornò al restaurato Stato Pontificio. Nel 1808 quest'ultimo fu tuttavia nuovamente occupato dai francesi per ordine di Napoleone; le Marche furono di conseguenza annesse al [[Regno d'Italia (1805-1814)|Regno d'Italia napoleonico]]. Nel corso di questo periodo Urbino e il suo territorio subirono le requisizioni di importanti opere d'arte, con il loro spostamento verso [[Milano]], nella nascente galleria di [[Pinacoteca di Brera|Brera]]. Questo evento fu un'ulteriore causa che impoverì il patrimonio artistico locale, già provato dalla perdita delle opere, a seguito della devoluzione del Ducato nel XVII secolo.<ref>{{cita libro|curatore=Giuseppe Cucco |titolo=Papa Albani e le arti a Urbino e a Roma 1700 - 1721 |anno=2007 |editore=Marsilio |città=Venezia |isbn=88-317-7862-5 }}</ref> Nel 1814 lo Stato Pontificio fu nuovamente restaurato; nella primavera del 1815 Urbino e tutta la restante parte dello Stato furono brevemente occupate dalle truppe napoletane, durante la [[guerra austro-napoletana|fallimentare campagna]] del re [[Gioacchino Murat]].
==== L'ex Monastero di Santa Chiara ====
{{Vedi anche|Monastero di Santa Chiara (Urbino)}}
Si tratta di uno dei monumenti più importanti della città.
Eretto, nella forma attuale, verso la fine del [[XV secolo]], su progetto dell'architetto senese [[Francesco di Giorgio Martini]].
La chiesa conventuale divenne Mausoleo ducale, dalla prima metà del [[XVI secolo]], con la sepoltura, in questa chiesa, di vari membri della dinastia [[Della Rovere|roveresca]].
Dagli anni settanta del [[XX secolo]] questo edificio è sede dell'Istituto Superiore per le Industrie Artistiche (ISIA)<ref>[http://www.urbinoeprovincia.com/chiese_monschiara.htm Monastero di Santa Chiara - Chiese - URBINO E PROVINCIA .com - IL Portale di Pesaro Urbino Fano, provincia e Montefeltro<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
==== LaIl Datarinnovamento eurbanistico ladel RampaXIX elicoidalesecolo ====
[[File:RampaCorso eGaribaldi DataUrbino.JPG|thumb|right|180px|laVeduta Rampadi elicoidaleCorso (aGaribaldi sinistra)verso epiazza ladella DataRepubblica]]
Il secolo si aprì con la consacrazione nel 1809 della nuova [[Duomo di Urbino|Cattedrale]], secondo il progetto dell'architetto [[Giuseppe Valadier]]; che nella città feltresca restaurò importanti palazzi, come l'antico Seminario, adiacente alla [[Chiesa di San Sergio (Urbino)|chiesa di San Sergio]], parzialmente occupato dal ''Hotel Raffaello''. Un importante ruolo, in questa prima metà del secolo, lo avrà il nobile urbinate Fulvio Corboli, definito successivamente Padre della Patria, nell'ideare un primo progetto di rinnovamento urbanistico e a intuire la necessità di risolvere l'isolamento della città rispetto alla zona costiera.
[[File:Monumento a Raffaello Sanzio - Urbino.jpg|thumb|right|150px|Monumento a Raffaello]]
La Data (o Stalle Ducali) poteva contenere fino a 300 cavalli e assieme alla vicina Rampa elicoidale è opera dell'architetto [[Francesco di Giorgio Martini]]; volute entrambe dal duca [[Federico III da Montefeltro]] nella seconda metà del [[XV secolo]], come parti collegate al complesso del nascente Palazzo Ducale.
La Rampa Elicoidale è un'imponente struttura architettonica che si erge sul lato nord della Data.
La sua funzione era quella di garantire il passaggio, al Duca e alla sua corte, dal Palazzo alle Stalle Ducali e viceversa.
Nel [[XIX secolo]] fu eretto, sulla parte superiore della Rampa, il Teatro Sanzio, su progetto dell'architetto [[Vincenzo Ghinelli]].
Dopo un lungo periodo di abbandono, seguito soprattutto al declino della città dalla seconda metà del [[XVI secolo]], la Rampa e la Data furono soggette ad un progetto di recupero curato dall'architetto [[Giancarlo De Carlo]].
Questo progetto portò al completo restauro della Rampa Elicoidale nel [[1977]], nell'intervento urbanistico di recupero dell'intera zona del Mercatale, e al recentissimo avvio dei lavori di restauro, molto discussi, delle Stalle Ducali.<ref>[http://www.turismo.pesarourbino.it/elenco/mura-porte-torrioni/urbino-rampa-elicoidale-di-f-di-giorgio-martini.html Rampa Elicoidale di F. di Giorgio Martini<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
 
In seguito alla costruzione del Palazzo Nuovo degli Albani (1831), progettato dall'architetto [[Pietro Ghinelli]], che diede origine all'attuale piazza della Repubblica, si andò a costituire il primo tratto del futuro Corso Garibaldi; da questo momento avranno inizio una serie di interventi urbanistici destinati a cambiare il volto della città. Partendo dalla costruzione del [[Teatro Sanzio]] (1845 - 1853); alla realizzazione di Corso Garibaldi, porticato sul lato a valle, per garantire ai frequentatori del teatro un passaggio coperto e diretto dall'attuale piazza della Repubblica, costruzione che si protrasse fino ai primi anni del [[XX secolo]]. Inoltre un'altra importante innovazione urbanistica fu l'abbattimento, nel 1868, di un tratto delle mura per realizzare una barriera daziaria, denominata Porta Nuova o Barriera Margherita (in onore della principessa [[Margherita di Savoia]]), da cui si sviluppava una nuova strada che correva lungo un tratto delle mura e si congiungeva a Corso Garibaldi; conseguente a questa nuova disposizione urbanistica si ebbe la sistemazione dell'ampio terreno sottostante il Palazzo Ducale (sul lato a valle verso la Data), che verrà denominato [[Pincio]].
==== Il Monumento a Raffaello ====
Realizzato dallo scultore [[Luigi Belli]] tra il [[1883]] e il [[1894]].
Fu inaugurato il [[22 agosto]] [[1897]] in piazza Duca Federico, davanti all'ingresso principale del [[Palazzo Ducale (Urbino)|Palazzo Ducale]]; successivamente, nel [[1947]], venne trasferito in cima a via Raffaello, dove si trova tuttora.<ref>Antonello Nave, ''Un monumento a Raffaello - le vicende di un progetto e l'opera di Luigi Belli per Urbino'', Accademia Raffaello - Urbino, 2007</ref><ref>[http://www.urbino.com/Prodotti/SchedaProdotto.asp?PathID=1317.1540.1546&IDDB=1&Lan=IT Urbino.com : Monumento di Raffaello<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
 
Queste ultime trasformazioni urbanistiche determinarono un cambiamento nell'accesso alla città, perché se prima si doveva passare per strette e tortuose stradine, tramite le porte della cinta muraria, ora si attraversava la più agevole Porta Nuova e la comoda strada delle mura per giungere nell'attuale piazza della Repubblica o al Palazzo Ducale (il centro della città).
==== Il Mausoleo dei Duchi ====
[[File:Chiesa San Bernardino (Urbino).jpg|thumb|right|180px|Il mausoleo dei Duchi]]
{{Vedi anche|Chiesa di San Bernardino (Urbino)}}
Questa chiesa è anche detta di San Bernardino e fa parte di un complesso conventuale a cui è annesso il cimitero cittadino. Situata poco fuori della cinta muraria della città, venne realizzata, probabilmente, da [[Francesco di Giorgio Martini]] nella seconda metà del [[XV secolo]] per volere del duca [[Federico III da Montefeltro]], per ospitare la propria tomba e quelle dei suoi successori; ovvero [[Guidobaldo da Montefeltro|Guidobaldo I]] [[Da Montefeltro]] ultimo duca della dinastia. In origine vi era conservata, sull'altare maggiore, la celebre pala d'altare di [[Piero della Francesca]], raffigurante la Madonna, Federico III e alcuni santi, ora alla [[Pinacoteca di Brera]] a [[Milano]] (essendo stata trafugata dalle truppe napoleoniche nel [[1797]]).<ref>Bramante Ligi, ''Le chiese monumentali di Urbino'', Scuola Tipografica "Bramante", Urbania, 1968</ref><ref>[http://www.comune.urbino.ps.it/id/416/1857.aspx Comune di Urbino | www.comune.urbino.ps.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
 
Questo rinnovamento urbanistico rispecchiava molte delle idee di Fulvio Corboli, ma la sua progettazione fu curata in gran parte dall'architetto Vincenzo Ghinelli.<ref name="ReferenceA"/>
==== Il Teatro Sanzio ====
{{Vedi anche|Teatro Sanzio}}
Si tratta del principale Teatro della città; sorto verso la metà del [[XIX secolo]], sul bastione della Rampa elicoidale. Il teatro ha subito una radicale ristrutturazione tra gli anni settanta e ottanta del [[XX secolo]], ad opera dell'architetto [[Giancarlo De Carlo|De Carlo]].
 
=== L'annessione al Regno d'Italia ===
===Edifici Religiosi===
[[File:Lapide Entrata Piemontesi Urbino.JPG|thumb|Epigrafe dedicata all'ingresso dei piemontesi, nei pressi della Porta di Santa Lucia]]
Il giorno 8 settembre 1860 le truppe piemontesi entrarono in Urbino da Porta Santa Lucia, costringendo alla resa le ultime resistenze dell'esercito pontificio sotto il porticato del Collegio Raffaello. Ma si dovrà attendere il 29 settembre, con la presa di [[Ancona]], per la totale conquista della regione [[Marche]], per opera dell'esercito [[Regno di Sardegna|piemontese]].
 
Tra il 4 e il 5 novembre si tenne il plebiscito per l'annessione delle Marche al [[Regno di Sardegna]], conclusosi con 133&nbsp;783 voti favorevoli, 1&nbsp;212 voti contrari e 260 voti nulli; in particolare nella provincia di Urbino (escludendo il territorio di Pesaro) i sì furono 21&nbsp;111 contro 365 no e con 29 voti nulli. Successivamente, il 10 novembre, fu esteso anche alle Marche lo [[Statuto Albertino]], per poi, il 17 dicembre, rendere ufficiale l'annessione della regione al Regno di Sardegna con l'emanazione di un regio decreto<ref>Raffaele Molinelli, ''Urbino 1860'', catalogo della mostra ''il Contributo urbinate al Risorgimento'', Urbino, STEU, 1961</ref>.
'''le Chiese''' :
* '''la chiesa e il convento di San Francesco'''
[[File:Urbino-chiesa01.jpg|thumb|right|180px|la chiesa di San Francesco]]
Si tratta della chiesa e del convento dei [[Frati Minori Conventuali]]; fortemente ridimensionato, dopo le confische subite a seguito dell'annessione al Regno d'Italia.
La chiesa risale al [[XIII secolo]] ma fu sistemata nella forma attuale nel [[1742]] dall'architetto [[Luigi Vanvitelli]].
Ha mantenuto della preesistente chiesa gotica: il campanile con la sottostante cappella, il nartece (il portico sulla facciata) e una parte di un affresco, raffigurante la crocifissione di Cristo, opera dei fratelli [[Lorenzo Salimbeni|Salimbeni]].
La chiesa attuale è il "Pantheon" urbinate, perché vi sono sepolti: [[Federico Barocci]], [[Giovanni Santi]] (pittore) e la moglie Magia Ciarla (genitori di [[Raffaello Sanzio]]) , il Beato Pelingotto, il Conte [[Antonio II da Montefeltro]], [[Timoteo Viti]] (pittore urbinate), [[Federico Comandino]] (matematico), [[Bernardino Baldi]] (letterato), Antonio Galli (poeta), Marco Montano (poeta), [[Muzio Oddi]] (architetto) e tanti altri. Inoltre la chiesa conserva un bel quadro di Federico Barocci, intitolato "il Perdono di Assisi", collocato sull'altare maggiore.<ref>Bramante Ligi, ''le Chiese Monumentali di Urbino'', Scuola Tipografica "Bramante", Urbania, 1968</ref><ref>[http://www.urbinoeprovincia.com/chiese_sfrancesco.htm San Francesco - Chiese - URBINO E PROVINCIA .com - IL Portale di Pesaro Urbino Fano, provincia e Montefeltro<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
 
Il nuovo governo attuò la confisca di vari beni ecclesiastici, tra cui buon parte del [[Convento di San Francesco (Urbino)|convento di San Francesco]] (dove in una parte venne realizzato un orto botanico, su progetto di Vincenzo Ghinelli), il [[Ex monastero di Santa Chiara (Urbino)|monastero di santa Chiara]], quello di san Girolamo e tanti altri.
* '''la chiesa di San Domenico'''
{{Vedi anche|Chiesa di San Domenico (Urbino)}}
Risalente al [[XIV secolo]] ma rifatta internamente nel [[1729]].
Ha mantenuto sull'esterno i resti della chiesa gotica e un notevole portale rinascimentale con la lunetta opera di [[Luca della Robbia]], realizzata nel [[1450]].
 
=== La prima metà del XX secolo ===
* '''la chiesa di Santo spirito''',
Il secolo incominciò come si era svolto quello precedente, e perdurò così per quasi tutta la prima metà, senza particolari eventi significativi. In questo periodo è da segnalarsi la piena fioritura dell'attività artistica della [[Scuola del Libro]] (Istituto per la Decorazione e l'Illustrazione del Libro) che espresse notevoli talenti in ambito nazionale e internazionale. Oltre al grande sviluppo conosciuto dalla Scuola del Libro, in questo periodo si assiste alla crescita dell'ateneo cittadino, con l'elevazione a facoltà universitaria dell'ottocentesca Scuola di Farmacia e alla nascita della Facoltà di Magistero (1934 circa). In conseguenza dell'evoluzione dell'università, si ha un incremento della popolazione studentesca, evidenziando lo stato di totale impreparazione della città (scarsità di alloggi), tant'è che per i primi tempi molti studenti furono ospitati nelle case di privati cittadini. Il problema fu in parte risolto con l'istituzione del Convitto maschile "Raffaello", agli inizi del secolo, e del Convitto femminile "Laura Battiferri", nel 1926 circa.
* '''la chiesa di San Sergio''',
* '''l'ex convento dei Carmelitani Scalzi''',
* '''l'ex convento di San Girolamo''',
* '''l'ex convento di Sant'Agostino''',
* '''il monastero di Santa Caterina''',
* '''la chiesa di Santa Maria degli Angeli''',
* '''la chiesa di Santa Maria della Torre''',
* '''la chiesa di San Bartolo o Bartolomeo''',
* '''la chiesa di Sant'Andrea Apostolo''',
Le chiese extra muros:
* '''il nuovo monastero di Santa Chiara''',
* '''la chiesa della Santissima Annunziata''',
* '''la chiesa della Madonna dell'Homo''',
* '''la chiesa della Madonna di Loreto''',
* '''il santuario del Sacro Cuore di Gesù''' (in costruzione),
* '''la chiesa e l'ex convento dei frati Cappuccini''',
* '''la chiesa di Santa Maria de Cruce''' (Mazzaferro),
* '''la chiesa del Cristo Re''' (Trasanni),
* '''la pieve di San Cassiano''' (Castelcavallino),
* '''la chiesa di San Cipriano''',
* '''la chiesa di San Donato''',
* '''la chiesa di San Giovanni Battista''' (Pieve di Cagna),
* '''la chiesa di Santa Apollinare in Girfalco''' (Pieve di Cagna),
* '''la chiesa di San Giovanni in Pozzuolo''',
* '''la chiesa di San Giovanni Battista''' (Schieti),
* '''la chiesa di San Tommaso''' (Torre),
* '''la chiesa di Santa Maria Assunta''' (Canavaccio),
* '''la chiesa di Santo Stefano di Gaifa''',
* '''la chiesa di Santa Maria Assunta''' (Gadana),
* '''la chiesa di Santa Maria delle Selve''',
* '''la chiesa di San Giovanni Battista di Crocicchia,
* '''la chiesa di Sant'Eufemia''',
* '''la chiesa di San Marino''',
* '''la chiesa di San Paterniano''' (Ca' Mazzasette),
* '''la chiesa di Santa Barbara in Campitelli''',
* '''la chiesa di San Martino''' (Pallino),
 
Questo periodo fu dominato dai grandi eventi della storia nazionale e internazionale, che inevitabilmente coinvolsero Urbino. Tra questi il periodo fascista ha lasciato il segno maggiore in città, soprattutto dal punto di vista architettonico, con la scuola elementare "Giovanni Pascoli" (1932-34 circa); il restauro di palazzo Mauruzi-Gherardi, allora sede del tribunale; la Casa dello Studente, per sopperire alla scarsità di alloggi a seguito della grande crescita della popolazione universitaria; le case popolari per i mutilati e gl'invalidi civili nelle odierne vie Virgili e del Popolo; e infine il rinnovamento dell'acquedotto comunale.
 
Nel 1938, la città venne designata come sede per la neonata Soprintendenza alle Gallerie e alle Opere d'Arte delle Marche.
'''Gli Oratori''':
 
Con lo scoppio della [[seconda guerra mondiale]] la città non subì alcun bombardamento, grazie a un segnale convenzionale dipinto sul tetto del Palazzo Ducale e al tacito accordo tra tedeschi e alleati. Anche se la città corse un grave pericolo, perché la [[Progetto di ferrovia Subappennina#Caratteristiche|galleria]] tra la stazione ferroviaria e la frazione di Trasanni (che passa sotto a una consistente parte della città) fu trasformata in un deposito di armamenti del distaccamento dell'aeronautica di stanza in Urbino. Durante la ritirata, l'esercito tedesco volle minare l'intera cinta muraria, ma gli urbinati assoldati per compiere tale lavoro, riuscirono a sabotare le mine. Furono però distrutti i collegamenti ferroviari e stradali.
* '''l'Oratorio di San Giovanni'''
{{galleria
|larghezza=120px
|titolo=Oratori di S.Giovanni e di S.Giuseppe
|File:Oratori San Giovanni e San Giuseppe.JPG|l'Oratorio di San Giuseppe (a destra) e quello di San Giovanni (a sinistra)
|File:Urbino San Giovanni - by Salimbeni 01.jpg|affresco all'interno dell'oratorio di s.Giovanni
|File:Urbino, san giovanni battista 01.JPG|facciata dell'oratorio di S.Giovanni
}}
{{vedi anche|Oratorio di San Giovanni Battista (Urbino)}}
Fu sede dell'omonima confraternita, a cui fu unita, agli inizi del [[XX secolo]], anche quella di [[Sant'Antonio Abate]] per l'abbattimento dell'Oratorio della medesima confraternita situato presso borgo Mercatale. All'interno è possibile ammirare un imponente ciclo d'affreschi rappresentante la [[Crocifissione di Cristo]], nella parete dietro l'altare maggiore, e la Storia della Vita di [[San Giovanni Battista]], lungo le pareti laterali, considerato uno dei più importanti esempi dello stile gotico internazionale. Gli affreschi sono stati realizzati dai fratelli [[Lorenzo Salimbeni|Lorenzo]] e [[Jacopo Salimbeni]] da [[San Severino Marche]] tra il [[1415]] e il [[1416]].<ref name="ReferenceC">Giuseppe Cucco e Anna Rita Nanni, ''Oratori e Confraternite di Urbino'', Comune di Urbino assessorato alla cultura, Urbino 1995</ref><ref>[http://www.provincia.pu.it/cultura/musei/oratorio-di-san-giovanni-urbino/ Oratorio di San Giovanni<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
 
Durante il conflitto mondiale è da sottolineare l'importante operazione messa in atto dall'allora Soprintendente alle Gallerie e alle Opere d'Arte delle Marche a Urbino [[Pasquale Rotondi]], che mise in salvo circa 10&nbsp;000 opere (tra cui quelle di [[Giorgione]], [[Piero della Francesca]], [[Paolo Uccello]], [[Tiziano]], [[Mantegna]], [[Raffaello Sanzio|Raffaello]] da tutti i più grandi musei d'Italia) dalle requisizioni naziste e dalle distruzioni della guerra. Queste opere furono nascoste tra la [[Rocca di Sassocorvaro]]<ref>{{cita web|1=http://www.themarcheexperience.com/2014/09/la-storia-dellarca-dellarte.html|titolo=LA STORIA DELL'ARCA DELL'ARTE - Sassocorvaro -Montefeltro (PU)|editore=http://www.themarcheexperience.com|data=|accesso=17 gennaio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190117070120/http://www.themarcheexperience.com/2014/09/la-storia-dellarca-dellarte.html|dataarchivio=17 gennaio 2019|urlmorto=no}}</ref>, il Palazzo dei Principi di [[Carpegna]], i sotterranei della [[Grotte del Duomo|Cattedrale]] e del [[Palazzo ducale (Urbino)|Palazzo Ducale]] di Urbino.
* '''l'Oratorio di San Giuseppe'''
È sede dell'omonima confraternita, nata agli inizi del [[XVI secolo]] ad opera del padre francescano Gerolamo Recalchi da [[Verona]].
I primi confratelli si riunivano all'interno di alcuni ambienti del vicino Oratorio di San Giovanni; poi verso il [[1503]] si sentì l'esigenza da parte della Confraternita di dotarsi di una propria sede.
Quindi con la licenza del vescovo Giampietro Arrivabene e i finanziamenti del duca [[Guidobaldo I da Montefeltro]] e della moglie [[Elisabetta Gonzaga]], si poterono avviare i lavori per la costruzione dell'oratorio, che durarono dal [[1503]] al [[1515]].
La chiesa venne riedificata tra il [[1682]] e il [[1689]], a spese del Orazio [[Albani]], a causa della forte umidità che affliggeva l'altare maggiore, spostandolo sulla parete a valle, dove vi era l'ingresso.
Il nuovo altare, in marmi pregevoli, fu consacrato nel [[1729]], dono del cardinal [[Annibale Albani]].
Gli statuti della confraternita vennero stilati nel 1503 e rifatti nel [[1553]], con l'approvazione del vescovo [[Felice Tiranni]].
La principale opera caritatevole svolta dai confratelli consisteva nell'assistere i condannati a morte.
Molto legati a questa confraternita, fu la nobile famiglia degli Albani, in particolare Papa [[Clemente XI]] e il cardinale Annibale Albani, che contribuirono a renderla tra le più ricche di Urbino, sia economicamente che artisticamente.
Questa confraternita era aggregata alla [[Confraternita di San Giovanni Decollato]] di [[Roma]].
All'interno dell'oratorio, è attualmente conservato una pregevole opera plastica dello scultore urbinate [[Federico Brandani]], raffigurante la [[natività]] di [[Gesù Cristo]], realizzata tra il [[1545]] e il [[1550]] in [[tufo]] e [[pietra pomice]]; la particolarità dell'opera deriva dal fatto che l'intera cappella, in cui è conservata, è interamente rivestita di tufo per ricreare il più possibile l'ambiente di una grotta.
La chiesa vera e propria è ad aula unica, in forma rettangolare, è riccamente affrescata sulle pareti, sulla volta e nel catino absidale, dal pittore urbinate Carlo Roncalli, autore delle quattro grandi tele, sulle pareti laterali, raffiguranti i principali fatti della vita di San Giuseppe: lo Sposalizio con Maria Vergine, la Nascita di Gesù Cristo, la fuga in [[Egitto]] e il Transito (Morte) di [[San Giuseppe]].
Sopra l'altare domina una grande edicola marmorea, donato da Papa Clemente XI nel [[1732]], con due colonne in porfido rosso, provenienti dal [[Pantheon]], e al centro è collocata una statua in marmo bianco raffigurante San Giuseppe, opera del comasco [[Giuseppe Lironi]], proveniente dalla basilica di [[San Giovanni in Laterano]].
Nella sagrestia si può ammirare, oltre ai ritratti settecenteschi di illustri confratelli, anche un armadio in legno arricchito da vedute di paesaggio del pittore [[Alessio De Marchis]], splendido esempio di mobile da sagrestia del settecento marchigiano.<ref name="ReferenceC"/><ref>[http://www.kontrotempo.it/2009/10/oratorio-san-giuseppe-urbino/ Oratorio San Giuseppe - Urbino | Cultura Pesaro e Urbino<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
 
La città fu sottratta alla [[Repubblica Sociale Italiana|RSI]] il 27 agosto 1944, grazie all'azione delle bande partigiane delle campagne (soprattutto dalla frazione di [[Schieti]]) che, sull'avvicinarsi delle truppe alleate, decisero di convergere su Urbino. Il giorno successivo entrò in città il V Corpo dell'[[Eighth Army (British Army)|VIII armata inglese]] e il [[Corpo Italiano di Liberazione]] (l'esercito del cosiddetto [[Regno del Sud]]).<ref>{{cita libro| nome=Ruggero | cognome=Giacomini | titolo=Urbino 1943-44 | città=Urbino | editore=Argalia editore| anno=1970 | p=159 | ISBN=}}</ref>
* '''l'Oratorio del Santissimo Crocifisso della Grotta'''
{{Vedi anche|Grotte del Duomo}}
Si trova sotto la [[Basilica]] [[Cattedrale]], risalente al [[XVI secolo]], composto da quattro cappelle, un tempo sede dell'omonima Confraternita; da segnalarsi la mirabile "Pietà" opera di Giovanni Bandini detto dell'Opera.
 
=== Urbino e De Carlo ===
* '''l'Oratorio del Corpus Domini''',
[[File:Università di Urbino - facoltà di Giurisprudenza.jpg|thumb|Ingresso principale della Facoltà di Legge (Giurisprudenza)]]
* '''l'Oratorio della Buona Morte''',
La seconda metà del [[XX secolo]] si caratterizzò in Urbino per la collaborazione dei principali enti cittadini (Università e Comune) con l'architetto [[Giancarlo De Carlo]]. Questo rapporto ebbe inizio nel 1951 quando [[Carlo Bo]], allora rettore dell'Università, commissionò a De Carlo il progetto di ristrutturazione interna di [[Palazzo Bonaventura|Palazzo Montefeltro - Bonaventura]], sede centrale dell'Ateneo. Subito dopo l'architetto genovese fu incaricato dal Comune di redigere il Piano Regolatore Generale (1958 - 1964) mirato al recupero del centro storico, che versava ormai da tempo in pessime condizioni e rischiava di perdere diversi quartieri, tra cui lo stesso [[Palazzo Ducale (Urbino)|Palazzo Ducale]] per il cedimento del terreno sottostante, composto da pietra tufacea e da alte concentrazioni d'acqua; tale problema fu risolto grazie ai finanziamenti statali derivati da due leggi speciali varate per la città (nel 1968 e nel 1982).
* '''l'Oratorio di San Gregorio''',
* '''l'Oratorio delle Cinque Piaghe''',
* '''l'Oratorio della Visitazione''',
* '''l'Oratorio di Sant'Andrea Avellino e San Sebastiano''',
* '''l'Oratorio di Santa Croce''',
* '''l'ex Oratorio di San Luigi''',
 
Successivamente De Carlo realizzò vari progetti per l'ateneo cittadino tra cui i Collegi, nei pressi della chiesa dei Cappuccini fuori dal centro, un interessante esempio di come un'architettura si possa fondere col paesaggio circostante; mentre i progetti: di costruzione della Facoltà di Magistero (1968 - 1976), di ristrutturazione della [[Ex convento di Sant'Agostino|Facoltà di Legge]] (1966 - 1968) e di palazzo Battiferri (1986 - 1999), sede della Facoltà di Economia, sono tre considerevoli esempi riguardanti l'inserimento di un'architettura contemporanea in un tessuto antico.
'''Edifici dedicati al culto di altre religioni''':
 
Gli anni settanta furono contrassegnati dalla collaborazione col Comune per la realizzazione del progetto denominato Operazione Mercatale (1969 - 1972), che comprendeva la realizzazione di un parcheggio sotterraneo multipiano nel piazzale del Mercatale (sotto i celebri Torricini del Palazzo Ducale) e il restauro della Rampa Elicoidale di [[Francesco di Giorgio Martini]] (1971 - 1975); sempre dalla collaborazione col Comune si sviluppò il progetto di ristrutturazione del [[Teatro Sanzio]] (1977 - 1982) e il progetto di recupero, molto discusso, delle antiche Stalle Ducali (i cui lavori sono ancora in corso). Inoltre, grazie allo stretto rapporto con De Carlo, la città ha ospitato un meeting del Team X (nel 1966) e per due periodi (1976 - 1981, 1992 - 1993) l'[[ILAUD]] (International Laboratory of Architecture and Urban Design), scuola internazionale di progettazione fondata e diretta dallo stesso architetto genovese.
* '''la Sinagoga''',
 
Uno degli ultimi interventi decarliani è stata la redazione, tra il 1989 e il 1994, del Nuovo Piano Regolatore Generale.<ref>Giancarlo De Carlo, ''Urbino - la storia di una città e il piano della sua evoluzione urbanistica'', Marsilio Editore</ref>
===Palazzi Storici e Residenze Signorili===
{{galleria
|larghezza=120px
|titolo=Palazzi Storici e Residenze Signorili
|File:CollegioRaffaello.jpg|particolare della facciata del palazzo dell'ex collegio Raffaello
|File:Palast Corboli Urbino Kirchenstaat.jpg|Palazzo Corboli-Aquilini
|File:Arcivescovado-Urbino.jpg|Palazzo Arcivescovile
|File:Collegio Raffaello Urbino.JPG|il palazzo dell'ex collegio Raffaello
|File:Urbino, piazza della repubblica.JPG|Palazzo Nuovo Albani
|File:Urbino, piazza rinascimento 3.JPG|Palazzo Montefeltro-Bonaventura
}}
* '''Palazzo dell'ex Collegio Raffaello'''
Il Collegio Raffaello fu istituito per volere di [[papa Clemente XI]] agli inizi del [[XVIII secolo]]; era retto dai [[Chierici Regolari Poveri della Madre di Dio delle Scuole Pie|padri Scolopi]] e aveva la sua sede in Piazza della Repubblica, nel palazzo progettato appositamente dall'architetto [[Alessandro Specchi]]. In questo collegio vi studiò ed alloggiò, fino all'età di 12 anni, [[Giovanni Pascoli]].
Attualmente questo palazzo ospita la sala del consiglio comunale e alcuni uffici della Prefettura; inoltre negl'ambienti al pianterreno, affacciati sul cortile, vi sono varie attività commerciali. Mentre in alcune sale al secondo piano sono stati allestiti: il museo del Gabinetto di Fisica dell'Università e il museo dell'Incisione Urbinate.
<ref>[http://www.comune.urbino.ps.it/id/413/1889.aspx Comune di Urbino | www.comune.urbino.ps.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
 
=== Stemma ===
* '''Palazzo Nuovo Albani''',
{{vedi anche|Stemma di Urbino}}
* '''Palazzo Corboli-Aquilini''',
* '''Palazzo Comunale''',
* '''Palazzo Arcivescovile''',
* '''Palazzo Albani''',
* '''Palazzo Montefeltro-Bonaventura''',
* '''Palazzo Odasi''',
* '''Casa Barocci''',
* '''Palazzo Passionei-Paciotti''',
* '''Palazzo Veterani''',
* '''Palazzo Peroli''',
* '''Palazzo Battiferri''',
* '''Palazzo Galli-Palma''',
* '''Palazzo Giovannini-Luminati''',
* '''Ex Palazzo di Giustizia''', (già Palazzo Mauruzi della Stacciola-Gherardi)
* '''Palazzo Riviera-Ubaldini''',
* '''Palazzo Biancalana-Leoni-Luminati''',
'''le Ville''':
* '''Villa Paciotti''' (anche detta Ca' il Paciotto o Cal Paciotto) ,
* '''Ca'Condi''',
* '''Villa dell'Orologio''',
* '''Cal Duca''',
* '''il Padiglione''',
* '''Villa Maria''',
* '''Villa Tortorina''',
* '''il Montale''',
* '''Palazzo del Collegio''',
* '''Villa Giunchi''',
 
=== Onorificenze ===
===Vie e Piazze principali===
{{Onorificenze
{{galleria
|immagine = Corona di Città Italiana.svg
|larghezza=150px
|nome_onorificenza = Titolo di Città
|titolo=Vie e Piazze principali
|collegamento_onorificenza = Titolo di città in Italia
|File:Urbino, piazza rinascimento 2.JPG|Piazza Rinascimento
|motivazione =
|File:PiazzaRepubblica-Urbino.jpg|piazza della Repubblica
|luogo = dal [[1357]]
|File:Urbino, verso porta santa lucia.JPG|via Bramante verso porta s.Lucia
|File:005UrbinoViaRaffaello.jpg|via Raffaello
|File:006UrbinoViaMazzini.jpg|via Mazzini verso porta Valbona
|File:Urbino, via vittorio veneto 01.JPG|via Vittorio Veneto
}}
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
* '''Piazza Duca Federico''' (già piazza Maggiore),
{{UNESCO
Si tratta di una piccola piazza, di forma quadrilatera, situata sulla sommità del colle del Poggio. Tramite tale piazza si accede all'ingresso principale del [[Palazzo Ducale (Urbino)|Palazzo Ducale]], la cui mole domina il lato meridionale e occidentale. Mentre il lato settentrionale è dominato dalla [[Duomo di Urbino|cattedrale]], il cui lato lungo, che si affaccia sulla piazza, è adornato dalla Loggia del Grano, che garantisce l'accesso all'[[Grotte del Duomo|Oratorio della Grotta]]. Infine sul lato orientale la piazza confina con l'adiacente via Puccinotti. Questa piazza si può considerare il ''"cuore"'' di Urbino, in quanto essa ha rappresentato il fulcro attorno al quale è nata e si è sviluppata la città; rappresentandone, per secoli, il centro politico, amministrativo e religioso.
|tipoBene = patrimonio
Inoltre, dal [[1897]] al [[1947]], questa piazza ospitò il monumento a [[Raffaello Sanzio]], di [[Luigi Belli]], ora collocato in cima a via Raffaello.
|nome = Centro storico di Urbino
|nomeInglese = Historic Centre of Urbino
|tipologia = Culturale
|criterio = (ii) (iv)
|anno = 1998
|immagine = Tramontourbino.jpg
|pericolo = non in pericolo
|link = 828
}}
Si riportano qui i motivi che giustificano l'inserimento del Centro storico di Urbino tra i [[Patrimoni dell'Umanità]]<ref>{{Cita web |url=http://whc.unesco.org/en/list/828 |titolo=Urbino, dal sito dell'UNESCO |accesso=21 gennaio 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130119121157/http://whc.unesco.org/en/list/828 |dataarchivio=19 gennaio 2013 |urlmorto=no }}</ref>:
 
{{Citazione|Criterio II: Durante la sua breve preminenza culturale, Urbino ha attratto alcuni dei più insigni umanisti e artisti del Rinascimento, che crearono un eccezionale complesso urbano di notevole omogeneità, la cui influenza in Europa arrivò lontano.<br />Criterio IV: Urbino rappresenta un vertice dell'arte e dell'architettura rinascimentali, è armoniosamente adattata al paesaggio e si fonde in maniera eccezionale con le preesistenze medievali.|Motivazioni per l'iscrizione del centro storico di Urbino nei beni patrimonio dell'Umanità dell'{{maiuscoletto|[[unesco]]}}}}
* '''Piazza della Repubblica''' (già piazza 8 settembre, già Pian di Mercato),
L'attuale piazza, di forma trapezoidale, è nata nel [[XIX secolo]], con l'ampliamento sul lato meridionale dovuto alla realizzazione del Palazzo Nuovo degli Albani e poi all'apertura di Corso Garibaldi. Sulla piazza confluiscono cinque vie (via Raffaello, via Battisti, via Veneto, via Mazzini e Corso Garibaldi) ed il suo centro è dominato da una fontana, progettata da [[Diomede Catalucci]] nel [[1908]], eliminata nel [[1927]], e reintrodotta negl'anni novanta.
La piazza, prima dell'ampliamento ottocentesco, era più stretta (una sorta di lieve ampliamento della confinante via Raffaello) ed era denominata ''Pian di Mercato'', in quanto tale toponimo rispecchiava il ruolo che la piazza aveva come sede del mercato cittadino, che conserverà fino al [[XVIII secolo]].
Manterrà il ruolo sociale, ovvero quello di punto d'incontro per la popolazione urbinate, essendo favorita, in questo, dalla posizione; in quanto la piazza si trova sul punto più agevole, un piccolo pianoro, per spostarsi da uno dei due colli (''il Poggio'' e ''il Monte'') su cui poggia la città. Inoltre sulla piazza convergono quasi tutte le principali vie provenienti dalle maggiori Porte urbiche, contribuendo così a renderla il vero Centro della città.
 
=== Architetture religiose ===
* '''Piazza Rinascimento''' (già piazza Vittorio Emanuele, già del Poggio),
==== Chiese urbane ====
Questa piazza nacque nel [[1563]], per volontà del duca [[Guidobaldo II della Rovere]].
* Il [[duomo di Urbino]]. Realizzato in stile [[neoclassico]] (architetto [[Giuseppe Valadier]]) a cavallo tra il XVIII e il [[XIX secolo]], contiene alcune tele di [[Federico Barocci]]. Chiuso per restauro nel 2016 e riaperto nel 2020<ref>{{cita web|url=https://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cronaca/il-sisma-%C3%A8-ormai-un-ricordo-riapre-la-basilica-1.5608649|titolo=Il sisma è ormai un ricordo, riapre la basilica|autore=Chronicle|editore=ilrestodelcarlino.it|data=14 ottobre 2020|accesso=28 novembre 2020}}</ref>.
La piazza si presenta come un lungo rettangolo in pendenza; il cui lato occidentale (lato lungo) è occupato per l'intera sua lunghezza dal prospetto del Palazzo Ducale. Mentre il lato opposto è occupato dalla chiesa di [[chiesa di San Domenico (Urbino)|San Domenico]], dall'edificio dell'ex seminario e da palazzo Petrangolini. Invece il lato meridionale è chiuso da via Saffi, affiancata dai palazzi Vecchiotti-Antaldi e Montefeltro-Bonaventura; mentre, dalla parte opposta, quello meridionale confina con via Puccinotti.
* L'[[Ex monastero di Santa Chiara (Urbino)|ex monastero di Santa Chiara]]. Si tratta di uno dei monumenti più importanti della città. Eretto, nella forma attuale, verso la fine del [[XV secolo]], su progetto dell'architetto senese [[Francesco di Giorgio Martini]]. La chiesa conventuale divenne Mausoleo ducale, dalla prima metà del [[XVI secolo]], con la sepoltura di vari membri della dinastia [[Della Rovere|roveresca]]. Dagli anni settanta del [[XX secolo]] questo edificio è sede dell'Istituto Superiore per le Industrie Artistiche (ISIA).
La piazza corrisponde parzialmente al tracciato del [[Cardo maximus|Cardo Massimo]], dell'antico Municipio romano.
* La chiesa e il [[Convento di San Francesco (Urbino)|convento di San Francesco]]. Si tratta della chiesa e del convento dei [[frati minori conventuali]]; quest'ultimo è stato fortemente ridimensionato, dalle confische subite a seguito dell'annessione al Regno d'Italia. La chiesa risale al [[XIII secolo]], ma fu sistemata nella forma attuale nel 1742 dall'architetto [[Luigi Vanvitelli]].<ref>{{cita libro | Bramante | Ligi | le Chiese Monumentali di Urbino | 1968 | | Urbania}}</ref>
Dal [[XVI secolo]] questa piazza ospitava ''"il gioco del pallone"'' (da cui la piazza prese il suo nome originario), che era inizialmente identificabile col [[calcio fiorentino]] e col gioco dell'[[Aita]]; poi tra [[XVIII secolo|XVIII]] e [[XIX secolo]], passò ad identificarsi col gioco del [[Pallone col bracciale]]. Le partite di palla col bracciale vennero praticate, nella suddetta piazza, fino al [[18 agosto]] [[1813]]; quando furono, inizialmente, proibite dal vice-prefetto del dipartimento del Metauro; anche se la pratica del gioco proseguì fino all'ordinanza della polizia municipale, del [[15 luglio]] [[1875]]. Dopo tale ordinanza il gioco fu spostato nel piazzale del Mercatale.
* La [[Chiesa di San Domenico (Urbino)|chiesa di San Domenico]]. Risalente al [[XIV secolo]], ma rifatta internamente nel 1729. Ha mantenuto sull'esterno i resti della chiesa gotica e un notevole portale rinascimentale con la lunetta opera di [[Luca della Robbia]], realizzata nel 1450. In origine, alla chiesa era annesso anche il convento dei [[Ordine dei frati predicatori|padri domenicani]], entrambe le strutture avevano il proprio ingresso principale sull'attuale piazza Rinascimento (davanti al lato orientale del Palazzo Ducale). Nella seconda metà del [[XIX secolo]] il convento venne demolito per costruirvi il Seminario diocesano; sono però sopravvissute alcune parti dell'antico edificio, sul lato posteriore, verso via Santa Chiara e la piazza Pompeo Gherardi. Ha svolto le funzioni di cattedrale dal 2016 al 2020.
Tra [[XIX secolo|XIX]] e parte del [[XX secolo]], si svolse in questa piazza il consueto mercato cittadino.
* La [[Chiesa di San Sergio (Urbino)|chiesa di San Sergio]]. Situata in via Raffaello a circa metà della salita del ''Monte''. Fu la prima cattedrale cittadina.
Nella piazza è presente, verso il lato settentrionale, un [[Obelisco di Urbino|obelisco egizio]], dono di [[Papa Clemente XI]].
* L'[[ex convento dei Carmelitani Scalzi]] e la [[Chiesa della Santissima Annunziata intra muros (Urbino)|chiesa della Santissima Annunziata ''intra muros'']]. Si trova in cima alla collina del ''Monte''. L'edificio risale al [[XIV secolo]], ma fu ricostruito nel [[XVII secolo]]; ospita la sede principale dell'Accademia di belle arti.
* L'[[ex convento di San Girolamo]]. Si trova nella via omonima, in contrada di San Polo, sul versante sud-orientale del ''Poggio''; confina a nord con l'ex monastero di Santa Chiara. È una struttura di notevoli dimensioni, la cui forma attuale risale alla prima metà del [[XVIII secolo]]. La chiesa è ad aula unica con tre altari (il maggiore e due laterali, uno per lato), inframezzati da paraste che sorreggono un cornicione su cui poggia la volta a botte. Il presbiterio è chiuso da un'abside circolare. L'esterno della chiesa e del convento è in laterizio. Durante il [[XX secolo]] è stato usato come carcere, poi dopo un lungo periodo di abbandono, ora sono in corso i lavori di restauro, per sistemarvi le biblioteche del Polo umanistico dell'Università.
* L'[[ex convento di Sant'Agostino]]. È situato sul versante sud-occidentale del colle del Poggio, tra le vie Saffi e Matteotti. Risale al [[XIII secolo]], ma fu radicalmente ristrutturato nella prima metà del [[XVIII secolo]].
* Il [[Monastero di Santa Caterina d'Alessandria (Urbino)|monastero di Santa Caterina d'Alessandria]]. Si tratta dell'unico monastero di clausura attualmente presente nel centro storico urbinate. Si trova sulla cima del colle del Poggio (uno dei due colli su cui sorge il centro storico di Urbino), in una delle parti più antiche della città, nella contrada di San Polo.
* La chiesa di Santa Maria della Torre. Si trova in via Francesco Budassi, sul versante orientale del colle del Poggio. Fu costruita nella prima metà del [[XIV secolo]] assieme all'adiacente convento, per ospitare le [[monache agostiniane]]; sopra a un torrione, appartenente probabilmente all'antica cinta muraria medievale, da cui prese parte del nome. Fu consacrata nel 1518, l'epoca in cui forse fu realizzato il bel portale in pietra del [[Furlo]], riportante gli stemmi della famiglia Guidalotti, che allora abitava in una casa vicina<ref>F. Negroni, ''Appunti su alcuni palazzi e case di Urbino'', Urbino, Accademia Raffaello, 2005, pp. 96-97</ref>. La chiesa fu ristrutturata internamente nel XVIII secolo. L'interno è ad aula unica rettangolare, coperta da una volta a botte. Nel convento si conservava una piccola vetrata istoriata di [[Timoteo Viti]], raffigurante un{{'}}''Annunciazione'' con gli stemmi dei Guidalotti, oggi conservata nella [[Galleria Nazionale delle Marche]].<ref>F. Mazzini, ''I mattoni e le pietre di Urbino'', Urbino, Argalia editore, 1982, p. 500</ref> Il convento fu abbastanza esteso ma, dopo esser stato requisito dallo Stato (assieme alla chiesa) in seguito all'Unità italiana, fu demolito negli [[Anni 1930|anni trenta del XX secolo]]. È aperta al pubblico.
* La chiesa di Sant'Andrea Apostolo. Situata sull'angolo tra la via e la piola eponime, in contrada Lavagine. Si sviluppa sull'asse est-ovest ed è ad aula unica. È legata al vicino palazzo Rossi De Pretis, tramite un passaggio soprelevato e coperto che scavalca le scalette della piola. Fu eretta nella prima metà del [[XVII secolo]], risulta alquanto anonima dal punto di vista architettonico. Si può segnalare nell'interno la grande pala dell'altare maggiore, ''Cristo e Sant'Andrea'', opera di incerta attribuzione tra i pittori urbinati Gian Ortensio Bertuzzi e Giovan Battista Urbinelli<ref>''Nel segno di Barocci'', Federico Motta editore, 2005</ref>, entrambi profondamente influenzati dallo stile del [[Federico Barocci|Barocci]], a cominciare dal soggetto del quadro, ripreso parzialmente da un originale baroccesco, dipinto, nel 1583, per l'omonima confraternita di [[Pesaro]].<ref>F. Mazzini, ''I mattoni e le pietre di Urbino'', Urbino, Argalia editore, 1982, p. 494</ref> Attualmente è chiusa al pubblico e inutilizzata.
* La chiesa di San Bartolo o Bartolomeo. Situata sulle pendici orientali del colle del Poggio, in fondo al rione eponimo e vicino alla [[Mura di Urbino|cinta muraria]]. Fu una chiesa parrocchiale fin verso la metà del XX secolo. Risalente probabilmente al XV secolo. La struttura originaria era però diversa, più piccola, a tre navate e a [[croce greca]], e orientata nel senso opposto (ingresso a est e altare a ovest) a quello odierno. I resti della chiesa medievale si possono vedere sulla facciata posteriore, l'antica facciata principale, con un oculo centrale e due finestroni laterali tamponati, i lati di questi ultimi sono decorati da semicolonne in laterizi con capitelli in pietra; invece l'antico ingresso principale non è più visibile perché coperto dalla sopraelevazione del terreno del giardino dell'ex canonica. Proprio in quest'ultimo giardino si trova un altro resto della chiesa originaria, la base in pietra di un pilastro polistilo, simile al semipilastro ancora visibile nella prima campata dell'attuale chiesa. L'interno e la facciata principale sono frutto di una ristrutturazione [[XIX secolo|ottocentesca]], che portò anche alla chiusura del portico sul lato occidentale a monte, per ampliare l'interno; un pilastro del portico è ancora visibile vicino alla chiesa nella facciata dell'adiacente ex canonica. L'interno attuale si presenta ad aula unica con tre altari (il maggiore e due laterali). La chiesa ha ospitato due importanti opere d'arte, il ''Martirio di San Sebastiano'' di Giovanni Santi e il polittico della ''Madonna del Latte con scene della vita di San Bartolomeo e di Cristo'' (inizio XV secolo) di un anonimo artista marchigiano, ora entrambe conservate nella Galleria Nazionale delle Marche.
* La chiesa di Santo Spirito. Situata sul versante sud-orientale del colle del Monte, sull'angolo tra largo Clemente XI (facciata principale) e le scalette eponime, in contrada Santa Lucia. Fu una chiesa parrocchiale, tanto che a destra della chiesa si trova l'edificio dell'antica canonica. L'interno è ad aula unica rettangolare con tre altari (il maggiore e due laterali). La chiesa fu eretta verso la metà del [[XVI secolo]], a cui dovrebbe risalire il portale, mentre il resto dell'edificio fu rifatto nel [[XVII secolo|secolo successivo]], inclusa la decorazione intorno alla finestra sul portale principale. L'interno è adornato da un ricco apparato decorativo [[XVII secolo|seicentesco]], a partire dalla volta a specchio abbellita dagli affreschi dell'urbinate [[Girolamo Cialdieri]] e della sua bottega, che ha realizzato, entro riquadri dalle cornici elaborate, i ''Sette doni dello Spirito Santo'' alternati con scene tratte dalle [[Sacre Scritture]] e negli angoli quattro ''Profeti''. Le pareti invece sono scandite da una serrata serie di paraste doriche dipinte, sostenenti una trabeazione dipinta lungo il margine superiore dei muri. Tra le paraste oltre a inserirsi delle finestre lunghe e strette chiuse da archi a tutto sesto, sei sul lato sinistro (divise in due blocchi da tre, ai lati dell'altare laterale) e tre sul lato destro (a sinistra dell'altare laterale), sotto di esse vi sono una serie di tele raffiguranti la ''Vergine'', la ''Maddalena'' e gli ''Apostoli'', sempre opera del Cialdieri e della sua bottega. Sull'altare maggiore si trova una pala raffigurante la ''Pentecoste'', attribuita a [[Federico Zuccari]]; in origine ai lati di questa vi erano anche due tele di [[Luca Signorelli]], una ''Crocifissione'' e una ''Pentecoste'', poi trasferite nel [[Palazzo Ducale (Urbino)|Palazzo Ducale]], dagli [[Anni 1860|anni sessanta del XIX secolo]]. Le tele del Signorelli costituivano un unico stendardo processionale, commissionato alla fine del [[XV secolo]] dall'urbinate Filippo Gueroli per la Fraternita dello Spirito Santo, all'epoca ospitata nella vicina chiesa di Santa Lucia. Le tele signorelliane furono divise nel [[XVIII secolo]]; al posto di esse nella chiesa vi sono due tele dai depositi della Galleria Nazionale delle Marche, una ''Madonna del Velo'', attribuita al [[Girolamo Siciolante da Sermoneta|Sermoneta]], e un ''Cristo deposto'' dello [[Hans Leonhard Schäufelein|Schaufelein]]. Sugli altari laterali si trovano due quadri di [[Claudio Ridolfi]], la ''Presentazione di Maria al Tempio'' (a destra) e ''San Carlo Borromeo tentato mentre adora il Crocifisso'' (a sinistra). La chiesa è sempre aperta, in quanto vi si tiene l'[[Adorazione eucaristica|adorazione perpetua]].
* L'ex chiesa di Santa Maria della Bella. Si trova a metà di via Saffi, in contrada San Polo, sul versante meridionale del colle del Poggio. Si sviluppa sull'asse est-ovest, sull'angolo a valle con via San Girolamo. La chiesa risale a un oratorio eretto nel sito nei primi anni del XV secolo, divenendo fin dall'inizio uno degli edifici religiosi più importanti della città, come comprovano le committenze artistiche, a partire dall'affresco del ferrarese Antonio Alberti, raffigurante una ''Crocifissione'', alcuni frammenti furono distaccati agli inizi del XX secolo e trasferiti nella Galleria Nazionale delle Marche. Inoltre l'oratorio originario aveva un [[soffitto a carena di nave]]. Verso la seconda metà del XV secolo l'interno fu arricchito dalla pala dell'altare maggiore, realizzata da [[Fra Carnevale]] e rappresentante la ''[[Presentazione della Vergine al Tempio (Fra Carnevale)|Presentazione della Vergine al Tempio]]'', che dopo la devoluzione del Ducato, fu rimossa e spostata a Roma nella collezione del cardinal [[Antonio Barberini (cardinale 1627)|Antonio Barberini]]; quest'ultimo si premurò di sostituire questa tavola nell'oratorio con una tela di Claudio Ridolfi, poi trafugata dalle truppe francesi agli inizi del XIX secolo, spostata nella Pinacoteca di Brera e infine data in deposito alla chiesa parrocchiale di [[Groppello d'Adda]]. Verso la metà del XVI secolo, nella chiesa e nell'attiguo ospedale s'insediò una comunità conventuale, grazie al sostegno [[Ducato di Urbino|ducale]]. Il convento subì una profonda ristrutturazione nel XVIII secolo, che conferì alla chiesa l'aspetto odierno. Alla metà del XIX secolo il convento fu soppresso e sostituito da un orfanotrofio femminile, che perdurò fin oltre la metà del XX secolo. Tra gli anni sessanta e settanta, passò all'Università cittadina, che decise di sistemarvi la facoltà di magistero, affidando il progetto di ristrutturazione all'architetto [[Giancarlo De Carlo|De Carlo]]. L'intervento comportò la demolizione di gran parte del convento, solo la parte prospiciente su via Saffi sopravvisse (seppur profondamente ristrutturata), inclusa l'ex chiesa, riconvertita e frazionata all'interno con soppalchi metallici, per ospitare un'aula magna e la biblioteca.
* L'ex chiesa di San Polo o Paolo. Sorge con la sua alta mole sull'angolo a monte tra via Saffi e via San Girolamo, sulla parte alta del versante meridionale del colle del Poggio; ma la facciata principale è rivolta a monte (sull'estremità opposta) su una piccola piazzetta rientrante, affacciata su via Saffi. Si sviluppa sull'asse nord-sud, ad aula unica voltata a botte. Fu una chiesa parrocchiale (che diede nome all'intera contrada in cui si trova), risalente al XIV secolo, che sorse su un tratto della cinta muraria romana prossima alla Porta Minor (l'estremità meridionale del cardo massimo), di cui si conservano alcuni resti nei sotterranei e sulle murature esterne. Per quanto riguarda l'apparato decorativo originario, resta solo una tavola cuspidata raffigurante una ''Madonna del Latte'', attribuita ad [[Andrea da Bologna]], oggi conservata nel [[Museo diocesano Albani]]. La chiesa fu ricostruita ''ex novo'' nella prima metà del XVII secolo, ma il suo aspetto fu modificato da una ristrutturazione sul finire del XIX secolo, che comportò il rifacimento della facciata principale e l'alterazione dell'interno con pesanti ridipinture. Verso la metà del XX secolo fu sconsacrata e destinata ad altri usi, fino all'odierno, ovvero come laboratorio di restauro. Nessuna tela dell'apparato decorativo seicentesco è rimasta nella chiesa, che conservò una serie di dipinti a monocromo di Girolamo Cialdieri e Claudio Ridolfi, raffiguranti sei storie legate alla vita di ''San Paolo'' e dieci medaglioni con busti di ''Apostoli'' e i ''Santi Pietro'' e ''Paolo'', trasferiti nella Galleria Nazionale delle Marche. Sull'altare maggiore vi era una pala raffigurante ''San Paolo'', spostata su un altare laterale nella vicina [[Ex convento di Sant'Agostino|ex chiesa di Sant'Agostino]]. Mentre altre due tele con ''Sant'Andrea'' e ''San Pietro'' sono state spostate nel Museo diocesano Albani.
* L'ex convento di San Pietro Celestino. Quel che resta dell'edificio si trova nella parte alta di via Saffi (San Polo), tra [[palazzo Bonaventura]] e il monastero di Santa Caterina. Il culto cittadino per il [[Papa Celestino V|Santo]] è molto antico, addirittura fin dai suoi ultimi anni di vita; tanto che un convento nel sito odierno doveva risalire alla fine del XIII secolo. Alla metà del XVI secolo, i Bonaventura, residenti nel palazzo vicino, decisero di sistemare nella chiesa le proprie sepolture. Il convento fu soppresso verso la metà del XVII secolo e nel secolo successivo la chiesa fu ristrutturata, ospitando altre congregazioni, da quella di San Venanzio, poi quella di San Liborio e infine quella dei Santi Angeli Custodi. Ma il complesso fu gradualmente abbandonato fino alla sconsacrazione. Resta ben poco del convento, per i tanti interventi successivi, ma sono sopravvissuti il portale in pietra e un'epigrafe commemorativa sulla facciata dell'ex chiesa, oltre, sulla facciata verso via Saffi, a tracce di finestroni trilobati tamponati, risalenti probabilmente al XIV secolo e riportanti sulle cornici in pietra le iniziali ''F C'' (''Fratrum Coelestinorum''). Nella seconda metà del XX secolo fu attuata un'ultima importante ristrutturazione, per sistemarvi alcuni uffici tecnico-amministrativi dell'Università.
* La chiesa di Santa Maria degli Angeli. Si tratta di una piccola chiesa, in fondo a via Cesare Battisti, a ridosso della Porta di Lavagine.
 
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* '''Piazzale del Mercatale''',
File:Chiesa Sant'Andrea Apostolo Urbino.JPG|La chiesa di Sant'Andrea apostolo
{{Vedi anche|Piazza del Mercatale}}
File:Interno Chiesa S.Maria della Torre Urbino.JPG|Interno della chiesa di S. Maria della Torre
Il piazzale, dalla forma quadrilatera, fu costruito a fine [[Quattrocento]] da [[Francesco di Giorgio Martini]].
File:Chiesa di San Bartolo (Urbino) 01.jpg|La chiesa di San Bartolo
Tale piazza ricopre la funzione di principale punto d'accesso alla città, insieme a [[Porta Valbona]]. Venne chiamata così perché in origine vi si teneva il mercato del bestiame, ma veniva utilizzata anche per altri usi.
File:Urbino 01 043.JPG|La chiesa di Santo Spirito
Verso la fine del [[Novecento]], la piazza fu riprogettata da [[Giancarlo De Carlo]].
File:Chiesa S.Maria degli Angeli Urbino.JPG|La chiesa di Santa Maria degli angeli
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==== Oratori ====
* '''Via Vittorio Veneto''',
[[File:Marche - 252.jpg|thumb|upright=1.3|La volta dell'[[Oratorio di San Giuseppe (Urbino)|Oratorio di San Giuseppe]]]]
È una delle principali vie del centro storico e riveste un importante ruolo nella città, in quanto mette in comunicazione i due centri, quello politico-religioso-amministrativo (piazza Duca Federico) e quello socio-commerciale (piazza della Repubblica). Inoltre questa via corrisponde approssimativamente e parzialmente ad un estremo del Cardo massimo; come testimonia, su un lato della via, addossato al muro di una casa, un piccolo masso di pietra, ultimo resto di Porta Maia, uno dei quattro accessi all'antico municipio romano.
* L'[[Oratorio di San Giovanni Battista (Urbino)|oratorio di San Giovanni]]. Fu sede dell'omonima confraternita, a cui fu unita, agli inizi del [[XX secolo]], anche quella di [[Sant'Antonio Abate]] per l'abbattimento dell'Oratorio della medesima confraternita situato presso borgo Mercatale. All'interno è possibile ammirare un imponente ciclo d'affreschi rappresentante la [[Crocifissione di Cristo]], nella parete dietro l'altare maggiore, e la Storia della Vita di [[San Giovanni Battista]], lungo le pareti laterali, considerato uno dei più importanti esempi dello stile gotico internazionale. Gli affreschi sono stati realizzati dai fratelli [[Lorenzo Salimbeni|Lorenzo]] e [[Jacopo Salimbeni]] da [[san Severino Marche]] tra il 1415 e il 1416.<ref name="ReferenceC">Giuseppe Cucco e Anna Rita Nanni, ''Oratori e Confraternite di Urbino'', Urbino, Comune di Urbino assessorato alla cultura, 1995</ref>
Poco prima della congiunzione di tale strada con via Puccinotti, si apre una piccola piazzetta in decisa pendenza, chiamata in origine Piazza Farina e ribattezzata, nel [[2009]], Largo [[San Crescentino]]; per il piccolo monumento al Santo Patrono presente nel sito, composto da un'ara e una colonna in pietra che sostengono una piccola statua settecentesca del Santo. Sempre su largo San Crescentino si erge la facciata settecentesca del Palazzo Comunale.
* L'[[Oratorio di San Giuseppe (Urbino)|oratorio di San Giuseppe]]. È uno degli oratori più importanti della città, soprattutto dal punto di vista storico - artistico; in quanto fu arricchito di pregevoli decorazioni e opere d'arte nella prima metà del [[XVIII secolo]], grazie alle committenze e alle donazioni di vari membri della famiglia [[Albani (famiglia romana)|Albani]], esponenti dell'omonima confraternita. In questo oratorio è conservato il complesso scultoreo raffigurante la Natività di Cristo, opera di [[Federico Brandani]].
* L'oratorio di Santa Croce. L'oratorio dei Disciplinati è situato in via Santa Chiara sulla cima del colle del Poggio, ed è dotato di due ingressi, uno su quest'ultima via e un altro più antico, con portale a sesto acuto, su un breve tratto di ciò che resta della via eponima (chiusa in gran parte a fine XIX secolo). Si tratta un importante edificio religioso, che diede nome all'antico quartiere medievale (Quadra) e che, prima delle spoliazioni napoleoniche, era particolarmente ricco di opere d'arte, alcune purtroppo ancora conservate alla [[Pinacoteca di Brera]], come l'''Ecce Homo'' dipinto nel 1612 da [[Federico Barocci]] e completato dopo la sua morte, l'anno successivo, da [[Ventura Mazza]].<ref>Federica Bianchii, ''Federico Barocci e Ventura Mazza, Ecce Homo'', in ''Federico Barocci 1535-1612. L'incanto del colore. Una lezione per due secoli'', catalogo di mostra a cura di A. Giannotti e C. Pizzorusso, Milano 2009, pagg. 297 - 298.</ref> L'interno presenta all'altare una copia della cinquecentesca ''Deposizione'' di Francesco Menzocchi ancora nel citato museo milanese. Nell'ambiente sono alcune statue barocche, in stucco, realizzate nel 1657 dal celebre [[Tommaso Amantini]]. Nel 2022 è divenuto sede della delegazione [[Arcidiocesi di Urbino-Urbania-Sant'Angelo in Vado|diocesana]] dell'[[Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme]]<ref>{{cita news|Redazione di Urbino|https://www.ilnuovoamico.it/2022/10/nuova-sede-per-il-santo-sepolcro/|Nuova sede per il “Santo Sepolcro”|ilnuovoamico.it|12-10-2022|29-12-2022}}</ref>.
* L'oratorio del Santissimo Crocifisso della Grotta. Si trova sotto la [[Basilica minore|basilica]] [[cattedrale]], risalente al [[XVI secolo]], composto da quattro cappelle, un tempo sede dell'omonima Confraternita; da segnalarsi la mirabile ''Pietà'', opera di [[Giovanni Bandini|Giovanni Bandini detto dell'Opera]].
{{Vedi anche|Grotte del Duomo}}
* L'oratorio del Corpus Domini o chiesa di San Francesco di Paola. Sede dell'omonima confraternita ancora esistente. Si trova nella contrada di Valbona, sull'angolo tra le vie Giuseppe Mazzini (facciata principale) e delle Stallacce. L'interno è ad aula unica rettangolare, con l'altare maggiore entro un'abside quadrilatera e due altari laterali. Fu eretta dalla comunità cittadina per onorare un voto fatto a Dio, affinché concedesse al duca [[Francesco Maria II della Rovere|Francesco Maria II]] il tanto agognato [[Federico Ubaldo della Rovere|erede]]. La confraternita si trasferì in questa chiesa agli inizi del XVIII secolo, quando dovette lasciare la sua sede in Pian di Mercato per la costruzione del [[Palazzo del Collegio Raffaello]].
* L'[[Oratorio della Morte (Urbino)|Oratorio della Morte]]. Sede dell'omonima confraternita. È situato sulla cima del colle del Poggio, in via Porta Maia, vicino al [[Palazzo Arcivescovile (Urbino)|Palazzo Arcivescovile]]. L'interno è ad aula unica rettangolare con un altare entro un'abside semicircolare. Sull'altare si trova la pala di [[Federico Barocci]] raffigurante una ''Crocifissione''.
* L'oratorio delle Cinque Piaghe. Fu sede dell'omonima confraternita, accorpata a quella di San Giuseppe. Si trova in via Federico Barocci ed è ad aula unica rettangolare con tre altari (il maggiore e due laterali).
* L'oratorio della Visitazione. Fu sede di un'omonima confraternita, ora aggregata a quella di San Giuseppe. È situato in via Pozzo Nuovo, sul versante orientale del colle del Poggio, in contrada Lavagine. L'interno ha una struttura ad aula unica rettangolare con un solo altare.
* L'oratorio di Sant'Andrea Avellino e San Sebastiano. Fu sede dell'omonima confraternita, ora aggregata anch'essa a quella di San Giuseppe. La facciata principale si affaccia su un piccolo largo in via Francesco Budassi, sull'angolo con via San Bartolo, sul versante orientale del colle del Poggio. L'interno ha una pianta ottagonale ad aula unica con tre altari (il maggiore e due laterali).
* L'ex oratorio di Santa Margherita d'Antiochia. Situato a metà della via eponima, sul versante sud-occidentale del colle del Monte. L'oratorio aveva una struttura interna ad aula unica rettangolare, sull'asse nord-sud, con un solo altare. L'oratorio risale alla prima metà del XIV secolo e fu la prima sede della confraternita del Corpus Domini, poi dopo il trasferimento di questa in Pian di Mercato (l'odierna piazza della Repubblica), durante i secoli XVII e XVIII ospitò altre congregazioni, subendo diverse ristrutturazioni, come il portale che fu rifatto nel [[XVII secolo|Seicento]]. A partire dal XIX secolo fu usata dalla nobile famiglia dei Venezianelli, che abitavano nel palazzo attiguo. Nella seconda metà del XX secolo fu sconsacrata e riconvertita in abitazione privata.
* L'ex oratorio di San Gregorio Magno. Si tratta di un piccolo oratorio in contrada Valbona, prospettante su via Giuseppe Mazzini, sull'angolo con la Piola di San Giovanni. Risalente agli inizi del XVII secolo. L'oratorio conservava all'interno una ricca decorazione barocca, con un sedile ligneo che rivestiva la base delle pareti laterali, sopra di esso vi erano due tele oblunghe (una per lato), raffiguranti due episodi della vita del [[Papa Gregorio I|Santo titolare]], opera del senigalliese [[Giovanni Anastasi]]. Mentre sull'altare ligneo si trovava la pala della ''Madonna con Bambino e i santi Gregorio e Antonio abate'' di [[Girolamo Cialdieri]]; ai lati di questa vi erano due tele (una per lato), una ''Vergine Annunciata'' e l{{'}}''arcangelo Gabriele'', speculari a quest'ultime, ai lati dell'ingresso, vi erano altre due tele, ''San Pietro'' e ''San Paolo'', opere anch'esse dell'Anastasi. Ora i dipinti e l'altare ligneo sono conservati nel [[Museo diocesano Albani]].
* L'ex oratorio di San Luigi Gonzaga. È situato sulla cima del colle del Poggio, in via Federico Veterani. Risalente al XVIII secolo. Nel corso del XX secolo è stato riconvertito in sala cinematografica.
 
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* '''Via Francesco Puccinotti''',
File:Oratori San Giovanni e San Giuseppe.JPG|L'oratorio di San Giuseppe (a destra) e quello di San Giovanni (a sinistra)
Questa via sembra quasi una sorta di prolungamento di piazza Duca Federico, in quanto su di essa si affacciano con i rispettivi ingressi: il palazzo Comunale, la Cattedrale e, tramite piazza Giovanni Pascoli, il palazzo Arcivescovile. Anch'essa coincide, all'incirca, con un segmento dell'antico Cardo massimo.
File:Urbino San Giovanni - by Salimbeni 01.jpg|Affresco all'interno dell'oratorio di San Giovanni
File:Urbino, san giovanni battista 01.JPG|La facciata dell'oratorio di San Giovanni
File:Portale Oratorio Morte Urbino.jpg|Il portale dell'oratorio della Morte
File:Portale Oratorio 5 Piaghe Urbino.jpg|Il portale dell'oratorio delle Cinque Piaghe
File:Oratorio Visitazione Urbino.JPG|Il portale dell'oratorio della Visitazione
File:Oratorio San Gregorio Urbino.JPG| La facciata dell'ex oratorio di San Gregorio (dopo il restauro)
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==== Chiese extra muros ====
* '''Via Giuseppe Mazzini''' (già Valbona),
* Il [[Convento di San Bernardino (Urbino)|Mausoleo dei Duchi]] ed il [[Cimitero monumentale di San Bernardino (Urbino)|Cimitero Monumentale]]. Si trovano a poco più di 1 km fuori della cinta muraria della città. Il convento fu realizzato, probabilmente, da [[Francesco di Giorgio Martini]] nella seconda metà del [[XV secolo]] per volere del duca [[Federico III da Montefeltro]], per ospitare la propria tomba e quelle dei suoi successori; ovvero [[Guidobaldo da Montefeltro|Guidobaldo I]] [[Da Montefeltro]] ultimo duca della dinastia. In origine vi era conservata, sull'altare maggiore, la celebre pala d'altare di [[Piero della Francesca]], raffigurante la Madonna, Federico III e alcuni santi, ora alla [[Pinacoteca di Brera]] a [[Milano]] (essendo stata trafugata dalle truppe napoleoniche nel 1797).<ref>Bramante Ligi, ''Le chiese monumentali di Urbino'', Urbania, Scuola Tipografica "Bramante", 1968</ref>
Popolarmente chiamata ''Valbona'', nome che è stato esteso all'intera contrada, comprendente i vicoli adiacenti, e alla porta urbica, che chiude a meridione la strada. Mentre a settentrione la via confluisce in piazza della Repubblica. La strada è segnata da una decisa pendenza.
* Il nuovo monastero di Santa Chiara. Ospita le [[monache clarisse]] e si tratta di uno dei due monasteri femminili di clausura della città. Fu realizzato agli inizi del [[XX secolo]], sul podere di Ca' Grillotto, donato dal conte Filippo Viviani<ref>F. Negroni, ''Appunti su alcuni palazzi e case di Urbino'', Urbino, 2005, p. 74</ref>. Si trova di fronte a Porta Nuova / Barriera Margherita, sul lato meridionale della strada statale 73 bis.
Questa via rappresentava, assieme alla Porta, l'ingresso d'onore della città, non a caso tutte le facciate degl'edifici, che vi si affacciano, sono tra le più belle di Urbino. Secondo la tradizione tutti i nuovi arcivescovi urbinati entrano in città mediante questa via.
* La [[Chiesa della Santissima Annunziata (Urbino)|Chiesa della Santissima Annunziata]]. Situata fuori dal centro storico, in via Ottaviano Nelli, si tratta di una chiesa ad aula unica, con il solo altare maggiore, edificata nel 1957. In questo sito si trovava già una chiesa molto più antica, risalente al 1389, che sostituiva un precedente cappella all'aperto. Risale a quest'epoca, anche l'affresco raffigurante ''l'Annunciazione'', realizzata tra il [[XIV secolo|XIV]] e il [[XV secolo]], la cui attribuzione è incerta tra [[Ottaviano Nelli]] e Antonio Alberti da Ferrara; tale affresco è importante, non solo per il valore storico-artistico, ma soprattutto perché è stato oggetto di una grande devozione popolare. Tale chiesa fu ceduta nel 1456 alla Fraternita di Santa Maria in Piandimercato la quale, dal 1514 al 1571, la concesse in uso alla compagnia dei Serviti, guidati da Antonio Cotignola. Costui fondò in questa chiesa nel 1577 la Compagnia della Morte, che si trasferì, successivamente, all'interno della città, nell'omonimo [[Oratorio della Morte (Urbino)|Oratorio]]. Fu questa Compagnia a commissionare nel 1581 la decorazione e stucchi e affreschi ancora esistente, nella piccola cappella che rappresenta l'unico resto sopravvissuto della precedente chiesa, situata al di sotto di quella attuale, e utilizzata dall'adiacente Casa del Clero costruita negli anni novanta del XX secolo. La decorazione ad affresco rappresentante ''Storie della Vergine'' è opera di [[Antonio Viviani]], con la collaborazione di altri pittori, tra i quali [[Filippo Bellini]].<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Anna Maria Ambrosini Massari|anno=2017|titolo=Urbino, oratorio della Santissima Annunziata|rivista=Capriccio e Natura. Arte nelle Marche del secondo Cinquecento. Percorsi di rinascita.|città=Macerata|volume=catalogo di Mostra|p=212}}</ref> Nel 1796 si trasferì in questa chiesa la parrocchia che faceva capo alla scomparsa chiesa di Santa Maria in cella di pietra.
Lungo questa strada si trova l'Oratorio del [[Corpus Domini]] (o chiesa di [[San Francesco di Paola]]), i palazzi Lucciarini-Luminati (la cui architettura ha evidenti richiami allo stile di Francesco di Giorgio Martini) e Galli-Palma.
* La chiesa della Madonna dell'Homo. È una piccola chiesa situata nella periferia della città, in via Luca Pacioli, a 2&nbsp;km circa, a nord-ovest, dal centro storico. È ad aula unica con un solo altare; esternamente le superfici murarie non sono intonacate, ma lasciano in evidenza i laterizi. Originariamente era una cappella all'aperto, poi è stata trasformata in chiesa nel 1557. Conserva un notevole ciclo pittorico del 1417, di [[Ottaviano Nelli]] o Antonio Alberti da Ferrara. È stata restaurata nel 2003, ma non è visitabile.
* La chiesa della Madonna di Loreto. Si trova sulla cima di un colle a 1&nbsp;km circa, a nord-ovest, dal centro storico, in via Federico Comandino. È ad aula unica con un unico altare e presenta un [[pronao]] sulla facciata, aperto ai lati; sia internamente sia esternamente non è intonacata, lasciando in vista il [[laterizio]]. Fu eretta nel 1720 per volontà di Fulvio Corboli-Aquilini e della sua famiglia, nelle stesse dimensioni della [[Santa Casa]] di [[Loreto]]. Dopo un lungo periodo di abbandono, venne donata nel 1934 alla città, perché fosse restaurata e dedicata alla memoria dei caduti della [[prima guerra mondiale]], assieme al versante orientale del colle, ribattezzato ''Parco della Rimembranza''. È visitabile solo in rare occasioni, mentre il vicino Parco è aperto tutti i giorni, secondo un preciso orario.
* La chiesa e l'ex convento dei frati Cappuccini. Situati sulla cima di un colle a sud-ovest del centro storico, sulla [[Strada statale 73 bis di Bocca Trabaria|strada]] che da Urbino va verso Urbania e la Toscana. Nelle immediate vicinanze dell'ex convento, sorge il vasto complesso architettonico dei Collegi universitari di Giancarlo De Carlo. Chiesa e convento risalgono al 1588, mentre l'attuale chiesa fu consacrata nel 1690. Il convento ospitò i padri [[cappuccini]] fino al 1869, quando fu ceduto al comune, che adibì l'edificio a casa di riposo per anziani; tale destinazione fu mantenuta fino al 1996. Parte dell'ex convento è stata oggetto di un recente restauro, che ha consentito anche il ripristino della copertura in muratura della chiesa, crollata in seguito all'eccezionale nevicata del febbraio 2012, divenendo sede della Caritas [[Arcidiocesi di Urbino-Urbania-Sant'Angelo in Vado|diocesana]]<ref>{{cita news|G. Volponi|https://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cronaca/i-cappuccini-sono-davvero-risorti-1.8367800|I Cappuccini sono davvero risorti|Il Resto del Carlino|9-12-2022|28-12-2022}}</ref>. Il resto dell'edificio è proprietà dell'[[Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo"|Università cittadina]].
* Il santuario del Sacro Cuore di Gesù. Sorge su un colle, in località Ca' Staccolo, ed è nato dalla visione di don Elia Bellebono, sul finire degli anni sessanta del [[XX secolo]], durante un soggiorno in Urbino. I lavori di costruzione sono iniziati verso la fine degli anni novanta e sono terminati con la solenne consacrazione dell'edificio, avvenuta il 4 settembre 2021, con una messa presieduta dal cardinale [[Gualtiero Bassetti]]. L'edificio è stato progettato dall'architetto giapponese Yasuo Watanabe e dall'artista [[Walter Valentini]], in particolare quest'ultimo ha realizzato l'altare, il tabernacolo, il fonte battesimale, l'[[ambone]], la seduta per il celebrante e le porte principali<ref>{{cita web|url=https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/nuovo-santuario-del-sacro-cuore-a-urbino|titolo=A Urbino il nuovo santuario del Sacro Cuore. Ecco la sua storia|editore=avvenire.it|data=2 settembre 2021|accesso=6 settembre 2021}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.famigliacristiana.it/articolo/a-urbino-il-nuovo-santuario-dedicato-al-sacro-cuore.aspx|titolo=A Urbino il nuovo santuario dedicato al Sacro Cuore|editore=famigliacristiana.it|data=2 settembre 2021|accesso=6 settembre 2021}}</ref>. All'interno, si conserva anche un frammento di affresco risalente alla prima metà del [[XVI secolo]]<ref>{{Cita web|url=https://www.beweb.chiesacattolica.it/benistorici/bene/1000215193/Viti+T.+sec.+XVI%2C+Madonna+con+Ges%C3%B9+Bambino#action=ricerca%2Frisultati&view=griglia&locale=it&ordine=&liberadescr=&liberaluogo=urbino&ambito=CEIOA|titolo=Viti T. sec. XVI, Madonna con Gesù Bambino|accesso=25 maggio 2023}}</ref>, raffigurante una ''Madonna con Bambino'' e attribuita a [[Timoteo Viti]], prelevata a massello dalla casa natale del pittore e concessa al santuario dalla Confraternita del Corpus Domini (proprietaria dell'opera). È anche una chiesa parrocchiale.
* La chiesa parrocchiale ed il cimitero di San Cipriano. Si trovano sull'eponimo colle, a poca distanza dal centro storico, lungo il tratto della [[Strada statale 73 bis di Bocca Trabaria|S.S. 73 bis]] (detta strada delle ''Capute'') che da Urbino scende verso Urbania. Risale al XIII secolo<ref>{{Cita web|url=https://www.beweb.chiesacattolica.it/edificidiculto/edificio/50738/Chiesa+di+San+Cipriano#action=ricerca%2Frisultati&view=griglia&locale=it&ordine=&liberadescr=san+cipriano&liberaluogo=urbino&dominio=2&ambito=CEIA&highlight=San&highlight=Cipriano|titolo=Chiesa di San Cipriano - Urbino|editore =C.E.I. - Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l'edilizia di culto|data =3 ottobre 2024|accesso=10 giugno 2025}}</ref>, ma fu ricostruita ad inizio XIX secolo, in posizione più ad est del sito originario. L'esterno si presenta con murature in pietre e mattoni a vista, mentre sul lato destro si sviluppa l'antica canonica. La facciata principale è delimitata da due paraste su alto basamento terminanti in capitelli [[ordine tuscanico|tuscanici]], su cui vi è una trabeazione ed un frontone; al centro vi sono l'ingresso principale e una finestra sopra di esso, architravati e con cornice lapidea. L'interno è ad aula unica rettangolare, con una serie di lesene ioniche che scandiscono le pareti laterali e che sorreggono una trabeazione da cui si sviluppa la volta a botte a sesto ribassato. L'abside è semicircolare con una calotta semisferica, decorata da un motivo a [[Cassettone|cassettoni]]. Il presbiterio è rialzato su di un gradino e delimitato da una balaustra in marmo e pietra. Nel 1974, in ossequio alle nuove norme [[Concilio Vaticano II|conciliari]], è stato aggiunto un altare mobile, composto da un tronco d'albero lucidato. Nelle vicinanze della chiesa si trova anche il piccolo cimitero di questa località, in cui sono sepolti lo scrittore [[Paolo Volponi]], l'artista [[Carlo Ceci]] ed il latinista [[Cesare Questa]].
* La chiesa di San Donato
* La [[Gadana|chiesa di Santa Maria Assunta]] (Gadana)
* La [[Mazzaferro (Urbino)#Chiesa di Santa Maria Annunziata de Cruce o Santa Maria della Croce|chiesa di Santa Maria de Cruce]] (Mazzaferro)
* La chiesa di San Giovanni Battista di Crocicchia
* La chiesa di Sant'Eufemia
* La chiesa di San Marino
* La [[Trasanni|chiesa del Cristo Re]] (Trasanni)
* La [[Chiesa di San Cassiano (Urbino)|pieve di San Cassiano]] (Castelcavallino)
* La [[Castelcavallino#Monumenti e luoghi d'interesse|chiesa di San Michele Arcangelo]] (Montecalende)
* La [[Chiesa di San Giovanni Battista (Urbino)|chiesa di San Giovanni Battista]] (Pieve di Cagna)
* La [[Pieve di Cagna#Monumenti|chiesa di Santa Apollinare in Girfalco]] (Pieve di Cagna)
* La chiesa di San Giovanni in Pozzuolo
* La [[Schieti#Monumenti e luoghi d'interesse|chiesa di San Giovanni Battista]] (Schieti)
* La [[Torre San Tommaso#Monumenti e luoghi d'interesse|chiesa di San Tommaso]] (Torre)
* La [[Canavaccio#Monumenti e luoghi d'interesse|chiesa di Santa Maria Assunta]] (Canavaccio)
* La [[Canavaccio#Monumenti e luoghi d'interesse|chiesa di Santo Stefano di Gaifa]] (Canavaccio)
* La [[Torre San Tommaso#Monumenti e luoghi d'interesse|chiesa di Santa Maria delle Selve]] (Torre)
* La [[Ca' Mazzasette|chiesa di San Paterniano]] (Ca' Mazzasette)
* La [[Pieve di Cagna#Monumenti|chiesa di Santa Barbara in Campitelli]] (Pieve di Cagna)
* La [[Schieti#Monumenti e luoghi d'interesse|chiesa di San Martino]] (Pallino)
 
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* '''Via Raffaello''' (già il Monte),
File:Chiesa San Bernardino (Urbino).jpg|Il mausoleo dei Duchi
La via si caratterizza in Urbino come una delle più ripide, forse anche per questo è popolarmente denominata ''il Monte''. La strada era chiusa in cima dal bastione e dalla Porta urbica omonimi, demoliti nel [[XIX secolo]]; ora vi è, in posizione più avanzata rispetto alle mura, un parco al cui centro si staglia il monumento a Raffaello. Mentre in fondo, la via termina in piazza della Repubblica. Su tale strada si trovano la [[Casa Santi|Casa Natale di Raffaello]], il palazzo di Giustizia, le chiese di San Francesco e di San Sergio (la prima cattedrale); inoltre da essa si raggiunge il parco della Fortezza Albornoz. Il nome del Monte si è poi esteso ad indicare l'intera contrada.
File:Nuovo Monastero S.Chiara Urbino.jpg|Il nuovo monastero di Santa Chiara
File:Chiesa Madonna dell'Homo Urbino.JPG|La chiesa della Madonna dell'Homo
File:Chiesa Madonna Loreto Urbino.jpg|La chiesa della Madonna di Loreto
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==== Altri edifici di culto ====
* '''Via Cesare Battisti''' (già Lavagine),
* La [[Sinagoga di Urbino|sinagoga]]
Popolarmente chiamata ''Lavagine'', anch'essa è segnata da una decisa pendenza, chiusa a oriente dalla Porta omonima, mentre a meridione confluisce in piazza della Repubblica.
Anche per questa strada il nome più antico e popolare, si è esteso all'intera contrada e alla porta urbica corrispondente. In origine tale via era l'accesso diretto in città, per chi proveniva da [[Pesaro]].
Su questa via si trovano: la sede principale dell'[[Accademia Raffaello]], all'interno di palazzo Viviani (a poco distanza dalla Porta urbica), e l'antica fonte del Leone, a metà della strada sulla biforcazione con la piola di Sant'Andrea; si tratta di una fonte di notevoli dimensioni ricavata a ridosso di un tratto del muro di contenimento dell'Orto Botanico. Inoltre, addossata sulla parte interna della Porta urbica, si trova la piccola chiesa di Santa Maria degli Angeli. La via, alla sua confluenza in piazza della Repubblica, è fiancheggiata da un lato, dalla chiesa di San Francesco e dall'altro dal palazzo dell'ex Collegio Raffaello.
 
=== Architetture civili ===
* '''Via Bramante''' (già Santa Lucia),
Il tratto in lieve pendenza di questa via, è chiamato popolarmente Santa Lucia, come la Porta urbica che ne delimita l'estremità settentrionale; l'altra estremità segna la confluenza in via Raffaello.
Il nome Santa Lucia, deriva dall'antico monastero dedicato all'omonima Santa, che si trovava sul lato a monte del Largo Clemente XI; attualmente la chiesa e il monastero non sono più esistenti.
Su tale via si trovano: la chiesa di Santo Spirito, che ha il proprio ingresso su Largo Clemente XI nel quale si trova la statua di Papa [[Celestino V]] (compatrono della città) e un piccolo monumento, formato da una colonna di origine romana, dono del cardinale [[Annibale Albani]] nel [[1739]]; da questo Largo si forma una biforcazione, a sinistra la via sale fino alla Porta urbica mentre a destra si arriva davanti alla scuola elementare "''Giovanni Pascoli''", che sorge sul luogo dove, fino al [[1932]], vi era ''il Giardino delle Delizie dei Duchi'' o ''Giardino di Santa Lucia''.
Poco distante da Largo Clemente XI hanno si trovano: Palazzo Albani, l'Orto Botanico e la sede distaccata del [[Scuola del Libro|Liceo Artistico ''Scuola del Libro'']].
 
==== Palazzi ====
* '''Via Aurelio Saffi''' (già San Polo),
* Il [[Palazzo Ducale (Urbino)|Palazzo Ducale]]. Molto conosciuto, è un esempio dell'architettura e dell'arte [[Rinascimento italiano|rinascimentale italiana]]. Il palazzo è sede della [[Galleria nazionale delle Marche]], ed è caratteristico per i ''torricini'' che ne delimitano la parte posteriore.
Popolarmente chiamata ''San Polo'', dalla ex chiesa di San Paolo, che si trova nella parte alta della via, di proprietà dell'[[Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo"|Università]] che l'ha trasformata in laboratorio di restauro.
* La Data e la Rampa elicoidale. Le [[Stalla|Stalle]] ducali (o Data) potevano contenere fino a 300 cavalli e assieme al vicino [[torre|torrione]] della [[Rampa elicoidale]] sono opera dell'architetto [[Francesco di Giorgio Martini]]; volute entrambe dal duca [[Federico III da Montefeltro]] nella seconda metà del [[XV secolo]], come parti collegate al complesso del nascente Palazzo Ducale. Il torrione della Rampa elicoidale è un'imponente struttura architettonica che si erge sul lato nord della Data, sull'angolo tra quest'ultima e le mura di [[Porta Valbona]]. La sua funzione era quella di garantire il passaggio, al Duca e alla sua corte, dal Palazzo alle Stalle Ducali e viceversa. Nella seconda metà del [[XIX secolo]] fu eretto, sulla parte superiore della Rampa, il [[Teatro Sanzio]], su progetto dell'architetto Vincenzo Ghinelli. Dalla seconda metà del [[XVI secolo]], a causa dell'abbandono seguito al declino della città, si verificò il crollo della copertura delle ex Stalle ducali. Da quel momento furono adibite a orto, di proprietà della famiglia [[Albani (famiglia romana)|Albani]], e le vicine strutture, nella parte superiore della Rampa, a granai cittadini, infatti vennero denominate ''Magazzino dell'abbondanza'', queste ultime furono demolite nella seconda metà del [[XIX secolo]], durante la costruzione del [[Teatro Sanzio|teatro]]. Per estensione anche la Data acquisì il nome di ''Orto dell'Abbondanza''. Solamente nella seconda metà del [[XX secolo]] la Rampa e la Data furono soggette (in tempi diversi) a un progetto di recupero curato dall'architetto [[Giancarlo De Carlo]]. Questo progetto portò al completo restauro della Rampa Elicoidale nel 1977, nell'intervento urbanistico di recupero dell'intera zona del [[Piazza del Mercatale|Mercatale]], e all'avvio negli anni novanta dei lavori di restauro, molto discussi, delle ex Stalle Ducali.<ref>{{cita web|1=http://www.turismo.pesarourbino.it/elenco/mura-porte-torrioni/urbino-rampa-elicoidale-di-f-di-giorgio-martini.html|titolo=Rampa Elicoidale di F. di Giorgio Martini|editore=http://www.turismo.pesarourbino.it|data=|accesso=29 gennaio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180129141333/http://www.turismo.pesarourbino.it/elenco/mura-porte-torrioni/urbino-rampa-elicoidale-di-f-di-giorgio-martini.html|dataarchivio=29 gennaio 2018|urlmorto=no}}</ref>
La via si caratterizza in città come una delle più ripide, assieme al ''Monte''; si sviluppa lungo il versante meridionale del colle del Poggio, scendendo da nord verso sud.
* La casa di Raffaello. Si trova nell'omonima via, al civico 57. Qui si può ammirare un affresco di un giovane Raffaello, oltre che dipinti del padre [[Giovanni Santi]], gli ambienti e gli arredi della casa dove visse il celebre pittore.
La strada è chiusa a meridione dal Bastione omonimo, mentre a settentrione confluisce in piazza Rinascimento.
{{Vedi anche|Casa Santi}}
La parte più alta, situata sulla sommità del Poggio, rappresenta una delle più antiche zone del centro storico; in essa si trovano: palazzo Montefeltro-Bonaventura (primo palazzo dei Montefeltro), la chiesa e il monastero di Santa Caterina; mentre all'inizio della discesa, si trovano l'ex convento di San Benedetto - palazzo Battiferri (ora Facoltà di Economia) e la sopracitata ex chiesa di San Paolo.
La via corrisponde, approssimativamente, all'estremità meridionale dell'antico [[Cardo maximus|Cardo massimo]] della città romana; come testimonianza rimangono, a metà della via, all'altezza della confluenza con via San Girolamo, i resti della Porta urbica.
Altri monumenti di questa via sono: l'edificio decarliano dell'ex Facoltà di Magistero (ora Facoltà di Sociologia), nato dall'abbattimento del convento di Santa Maria della Bella, la cui chiesa sconsacrata è stata incorporata nel nuovo edificio; altro monumento è la chiesa di Sant'Agostino, che presenta all'esterno una facciata gotica mentre l'interno è frutto del rinnovamento settecentesco voluto da [[Papa Clemente XI|Papa Albani]], per le principali chiese cittadine; legato a tale chiesa vi è anche l'ex convento (ora Facoltà di Giurisprudenza), che ha il proprio ingresso sul retro, verso le mura.
Alla fine della via, in fondo alla discesa, vi è la casa dove abitò lo scrittore e poeta [[Paolo Volponi]]; proprio sul luogo dove sorge tale casa, vi era il passaggio che collegava ''San Polo'' all'omonima Porta urbica, attualmente non più fruibile ma ancora esistente.
Questo passaggio venne chiuso nel [[XIX secolo]], l'epoca in cui fu eretta Casa Volponi, a seguito dell'apertura della Barriera Margherita e della nuova strada lungo le mura.
 
* [[Palazzo del Collegio Raffaello]]. Il collegio Raffaello fu istituito per volere di [[papa Clemente XI]] agli inizi del [[XVIII secolo]]; era retto dai [[Chierici regolari poveri della Madre di Dio delle scuole pie|padri scolopi]] e aveva la sua sede in Piazza della Repubblica, nel palazzo progettato appositamente dall'architetto [[Alessandro Specchi]]. In questo collegio vi studiò e alloggiò, fino all'età di 12 anni, [[Giovanni Pascoli]]. Questo palazzo ospita la sala del consiglio comunale e alcuni uffici della Prefettura; inoltre negli ambienti al pianterreno, affacciati sul cortile, vi sono varie attività commerciali. Mentre in alcune sale al secondo piano sono stati allestiti: il museo del Gabinetto di Fisica dell'Università e il museo dell'Incisione Urbinate.
* '''Corso Garibaldi''',
* [[Palazzo Nuovo Albani]]
* [[Palazzo Comunale (Urbino)|Palazzo comunale]]
* [[Palazzo Arcivescovile (Urbino)|Palazzo arcivescovile]]
* [[Palazzo Albani]]
* [[Palazzo Bonaventura|Palazzo Montefeltro Bonaventura]]
* [[Palazzo Corboli Aquilini]]
* [[Palazzo Bonaventura Odasi]]
* [[Palazzo Passionei Paciotti]]
* [[Palazzo di Giustizia (Urbino)|Palazzo di Giustizia]]
* [[Palazzo Veterani]]
* [[Palazzo Giovannini Luminati]]
* [[Palazzo Galli Palma]]
* Casa Barocci
* Palazzo Peroli
* Palazzo Battiferri
* Palazzo Sanfreoli Mauruzi Gherardi (ex tribunale)
* Palazzo Riviera Ubaldini
* Palazzo Biancalana Leoni Luminati
 
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File:Rampa e Data.JPG|La Rampa elicoidale (a sinistra) e la Data
File:Palast Corboli Urbino Kirchenstaat.jpg|Palazzo Corboli-Aquilini
File:Arcivescovado-Urbino.jpg|Palazzo arcivescovile
File:Collegio Raffaello Urbino.JPG|Il palazzo dell'ex collegio Raffaello
File:Urbino, piazza della repubblica.JPG|Palazzo Nuovo Albani
</gallery>
 
====Teatri storici====
'''Decoro urbano''':
* Il [[teatro Sanzio]]. Si tratta del principale teatro della città; sorto verso la metà del [[XIX secolo]], sul bastione della Rampa elicoidale. Nel 1897 fu decorato dal pittore e ornatista ferrarese. [[Diomede Catalucci]].<ref name="ref_A">Antonello Nave, ''Notizie su Diomede Catalucci, pittore e decoratore ferrarese ad Urbino tra ‘800 e ‘900'', in «Bollettino della Ferrariae Decus», 20, 31 dicembre 2003 [2004], pp. 139-145</ref> Il teatro ha subito una radicale ristrutturazione tra gli anni settanta e ottanta del [[XX secolo]], per opera dell'architetto [[Giancarlo De Carlo|De Carlo]].
* '''l'Obelisco egizio'''
{{Vedi anche|Obelisco di Urbino}}
Uno dei dodici obelischi egizi originali in Italia, si trova in piazza Rinascimento, di fronte al lato orientale del Palazzo Ducale e davanti alla chiesa di San Domenico. Formato da quattro blocchi sovrapposti e con una croce in bronzo sulla sommità, risale all'epoca di Hofra o Apries. Arrivò a Urbino nel 1737, portato da Annibale Albani, cardinale parente di Clemente XI.
 
===la= CintaVille Muraria====
* [[Mazzaferro (Urbino)#Villa Ca' Paciotti o Ca' il Paciotto o Cal Paciotto|Villa Paciotti]] (anche detta Ca' il Paciotto o Cal Paciotto)
{{galleria
* Ca' Condi. Situata lungo la via Francesco di Giorgio Martini ([[Strada statale 73 bis di Bocca Trabaria|SS 73 bis]]), tra il piazzale del Mercatale e l'incrocio per la chiesa dei Cappuccini; sul versante sud-occidentale del colle delle Vigne.
|larghezza=150px
* Villa Quattroventi. Sorge su un poggio tra le vie F. Commandino e Y. Gagarin.
|titolo=la Cinta Muraria
* Villa dei bambini del popolo. L'antico casino nobile ospita la Scuola d'Infanzia "Villa del popolo", facente parte dell'Istituto Comprensivo "P. Volponi-G. Pascoli"<ref>{{Cita web|url=https://icurbino.edu.it/struttura/urbino-volponi-villa-del-popolo/|titolo=Scuola dell'Infanzia Villa del Popolo|accesso=16 ottobre 2024}}</ref>. La villa fu lasciata in eredità all'Asilo "Lorenzo Valerio" da Giuseppe Fiocchi Nicolai, nel 1912, affinché fosse destinata ai bambini del popolo, ovvero ai bambini delle famiglie più povere e più bisognosi di cure, in particolare dell'aria salubre e della luce solare. L'Asilo entrò in possesso di tale lascito solo nel 1924 e nell'estate di due anni dopo ospitò i primi bambini, che furono una quarantina nei primi tempi<ref>{{cita libro | autore-capitolo=G. Antonelli | capitolo=Asilo d'infanzia "Lorenzo Valerio" | autore=O. T. Locchi | titolo=La provincia di Pesaro ed Urbino | anno=1934 | editore=Latina Gens | città=Roma | p=420 }}</ref>. È situata su un poggio, a ridosso dello stadio Montefeltro, tra le vie Santissima Annunziata, Y. Gagarin e G. Rossini.
|File:Urbino, porta valbona 01.JPG|Porta Valbona
* Villa Padiglione. Il casino nobile è stato demolito nel 2015<ref>{{cita web|1=https://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cultura/urbino-storia-villa-il-padiglione-demolita-1.1271291|titolo=Le vecchie zie aspettavano l’ora del thè. Al Padiglione il tempo era fermo all’Ottocento|editore=https://www.ilrestodelcarlino.it|data=6 settembre 2015|accesso=29 gennaio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190117070153/https://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cultura/urbino-storia-villa-il-padiglione-demolita-1.1271291|dataarchivio=17 gennaio 2019|urlmorto=no}}</ref> e si trovava dietro all'[[Ospedale Santa Maria della Misericordia (Urbino)|ospedale cittadino]]. Restano il portale e la chiesa della Madonna di Loreto.
|File:Urbino-fortezza04.jpg|la Fortezza Albornoz
* Villa Maria. Si trova su un poggio e l'area della villa si affaccia su via Bonconte da Montefeltro. L'antico casino nobile (di proprietà privata) è stato separato dal portale, in seguito alla costruzione della sede del [[Scuola del Libro|Liceo artistico "Scuola del Libro"]]. Il portale è attribuito a [[Bartolomeo Ammannati]].
|File:Urbino-fortezza01.jpg|la Fortezza Albornoz
* Villa Tortorina. Sorge su un poggio, stretto tra le vie Bonconte da Montefeltro, E. Bernini e O. Petrucci, sovrastante la contrada della Piantata.
}}
* Villa dell'Orologio. Situata su un poggio lungo la strada (Strada Provinciale 9) che da Urbino conduce a [[Gadana]] e alla valle del [[Foglia (fiume)|Foglia]]. Eretta nel XVIII secolo come residenza di campagna degli arcivescovi urbinati. Il portale è ormai in avanzato stato di abbandono, sulla Strada Provinciale 9, da esso si sviluppava un viale che conduceva al casino nobile, ma ormai il viale è scomparso, fagocitato dai campi vicini.
* Cal Duca
* Il Montale
* Palazzo del Collegio
* Villa Giunchi
 
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'''le Porte Urbiche''':
File:Villa Maria Urbino.JPG|L'antico portale di Villa Maria
File:Portale Il Padiglione Urbino.jpg|L'antico portale di Villa Padiglione
File:Il Padiglione lato sud Urbino.JPG|Casino nobile di villa Padiglione (lato sud)
File:Il Padiglione lato est Urbino.JPG|Casino nobile di villa Padiglione (lato est)
File:Il Padiglione lato nord e ovest Urbino.JPG|Casino nobile di villa Padiglione (lato nord-ovest)
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=== Architetture militari ===
* '''Porta Valbona'''
==== Mura e porte ====
{{Vedi anche|Porta Valbona}}
Le [[mura di Urbino]] sono l'antica cerchia difensiva della città. Create con la città stessa, si sono contati quattro tracciati diversi, l'ultimo dei quali risale alla prima metà del [[XVI secolo]].
Si tratta della principale porta d'accesso alla città. Eretta nella forma attuale nel [[1621]] in occasione delle nozze del futuro duca [[Federico Ubaldo Della Rovere]] con [[Claudia de' Medici]].<ref>[http://www.comune.urbino.ps.it/id/517/1900.aspx Comune di Urbino | www.comune.urbino.ps.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
 
* [[Porta Valbona]]. Si tratta della principale porta d'accesso alla città. Sistemata nella forma attuale nel 1621, in occasione delle nozze del futuro duca [[Federico Ubaldo Della Rovere]] con [[Claudia de' Medici]].
* '''Porta Santa Lucia''',
* '''Porta Lavagine''',Santa Lucia
* '''Porta del Monte''' (demolita),Lavagine
* '''Porta Sandel Bartolo''',Monte (demolita)
* '''Porta NuovaSan o Barriera Margherita''',Bartolo
* '''Porta SantaNuova Maria''',o Barriera Margherita
* '''Porta SanSanta Polo''',Maria
* Porta San Polo
 
'''i ====Bastioni''':====
* Bastione di Santa Lucia
* Bastione del Monte (semi-distrutto)
* Bastione di San Bartolo
* Bastione di Santa Chiara
* Bastione di Belisario
* Bastione di San Polo
* Bastione di Sant'Agostino
* Bastione di Santa Caterina
* Bastione della Santissima Trinità
* Bastione dei Frati
* Fortezza Albornoz. Venne eretta dal cardinale [[Anglico de Grimoard]], tra il 1367 e il 1371, sul sito in cui sorgeva una delle residenze dei [[Montefeltro]]. La costruzione della fortezza era dovuta alla necessità di controllare meglio la città, dopo che in essa si erano verificati alcuni tumulti. Fu rafforzata nello stesso secolo dal cardinale spagnolo [[Egidio Albornoz]]. Infine venne ristrutturata, in forme attuali, nella seconda metà del [[XVI secolo]]. Nel 2010 l'edificio è divenuto sede di un museo sulle armi e armature del [[XV secolo]], denominato Armeria Ducale - Bella Gerit. Dalla parte superiore dell'edificio si può godere di un bel panorama sulla città e sulle colline circostanti.<ref>{{Cita web |url=http://www.urbinoeprovincia.com/monumenti_albornoz.htm |titolo=Fortezza Albornoz Urbino |accesso=27 settembre 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100507104036/http://www.urbinoeprovincia.com/monumenti_albornoz.htm |dataarchivio=7 maggio 2010 |urlmorto=no }}</ref>
 
<gallery>
* '''Bastione di Santa Lucia''',
File:Urbino, porta valbona 01.JPG|Porta Valbona
* '''Bastione del Monte''' (demolito),
File:Urbino-walls02.jpg|Porta Lavagine
* '''Bastione di San Bartolo''',
File:Porta S.Lucia Interno Urbino.JPG|Porta Santa Lucia verso la città
* '''Bastione di Santa Chiara''',
File:Porta S.Lucia Esterno Urbino.jpg|Porta Santa Lucia verso l'esterno
* '''Bastione di San Polo''',
File:Porta S.Bartolo Interno Urbino.JPG|Porta San Bartolo
* '''Bastione di Sant'Agostino''',
File:Porta S.Maria Urbino.jpg|Porta Santa Maria
* '''Bastione di Santa Caterina''',
File:Urbino Fortezza Albornoz.JPG|La Fortezza Albornoz
* '''Bastione della Santissima Trinità''',
File:Urbino-fortezza01.jpg|La Fortezza Albornoz
* '''Bastione dei Frati''',
</gallery>
 
===Altro===
* '''Fortezza Albornoz'''
* [[Torre Cotogna]] sita a [[Ca' Mazzasette]] una frazione del Comune. Massiccia [[torre]] di guardia a pianta quadrata di epoca [[medioevale]].
Venne eretta dal cardinale [[Anglico Grimoard]] nel [[XIV secolo]], per poter controllare meglio la città, dopo che si erano verificati alcuni tumulti; fu rafforzata nello stesso secolo dal cardinale spagnolo [[Egidio Albornoz]].
Infine venne ristrutturata in forme attuali nel [[XVI secolo]].
Nel [[2010]] l'edificio è divenuto sede di un museo sulle armi e armature del [[XV secolo]], denominato Armeria Ducale - Bella Gerit.
Dalla parte superiore dell'edificio si può godere di un bel panorama sulla città e sulle colline circostanti.<ref>[http://www.urbinoeprovincia.com/monumenti_albornoz.htm Fortezza Albornoz Urbino - Monumenti - URBINO E PROVINCIA .com - IL Portale di Pesaro Urbino Fano, Provincia e Montefeltro<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
 
===le=Piazze Architetturee di De Carlostrade====
* Piazza Duca Federico (già piazza Maggiore).
{{galleria
Si tratta di una piccola piazza, di forma quadrilatera, situata sulla sommità del colle del Poggio. Tramite tale piazza si accede all'ingresso principale del [[Palazzo Ducale (Urbino)|Palazzo Ducale]], la cui mole domina i lati meridionale e occidentale. Mentre il lato settentrionale è dominato dalla [[Duomo di Urbino|cattedrale]], il cui lato, che si affaccia sulla piazza, è adornato dalla Loggia del Grano, che garantisce l'accesso all'[[Grotte del Duomo|Oratorio della Grotta]]. Infine sul lato orientale la piazza confina con l'adiacente via Puccinotti. Questa piazza si può considerare il "cuore" di Urbino, in quanto essa ha rappresentato il fulcro attorno al quale è nata e si è sviluppata la città; rappresentandone, per secoli, il centro politico e religioso; fin dall'[[Storia romana|età romana]], quando nell'area vi doveva sorgere il [[Foro (urbanistica)|foro]]. Questa piazza ospitò, dal 1897 al 1947, il monumento a [[Raffaello Sanzio]], di [[Luigi Belli]], poi spostato in cima a via Raffaello (''Monte'').<ref name="ref_B">Antonello Nave, ''Un monumento a Raffaello. Le vicende di un progetto e l’opera di Luigi Belli per Urbino'', Urbino, Accademia Raffaello, 2007; Id., ''Luigi Belli (1848-1919) e il Monumento a Raffaello per Urbino'', in «Studi Piemontesi», dicembre 2008, XXXVII, 2, pp. 461-467.</ref>
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|titolo=le Architetture di De Carlo
|File:MagisteroUrbino.JPG|il Nuovo Magistero
|File:Palazzo Battiferri Urbino.JPG|particolare di Palazzo Battiferri
|File:Collegi Urbino.JPG|i Collegi Univesitari
}}
* '''Il nuovo Magistero (Facoltà di Sociologia) e Palazzo Battiferri (Facoltà di Economia)'''
Sono esempi di interventi architettonici moderni equilibrati in un tessuto urbano antico, senza creare anacronismi o falsi storici. Il cui progettò fu curato dall'architetto [[Giancarlo De Carlo]].<ref>[http://www.comune.urbino.ps.it/id/413/1877.aspx Comune di Urbino | www.comune.urbino.ps.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>[http://www.comune.urbino.ps.it/id/413/1879.aspx Comune di Urbino | www.comune.urbino.ps.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
 
* Piazza della Repubblica (già piazza 8 Settembre, già piazza Nuova, già Pian di Mercato).
* '''i Collegi universitari'''
L'attuale piazza, di forma trapezoidale, è nata nel [[XIX secolo]], con l'ampliamento sul lato meridionale, dovuto alla realizzazione del Palazzo Nuovo degli Albani e poi all'apertura di corso Garibaldi. Sulla piazza confluiscono cinque vie (via Raffaello, via Battisti, via Veneto, via Mazzini e corso Garibaldi) e il suo centro è dominato da una fontana, progettata da [[Diomede Catalucci]]<ref name="ref_A" /> nel 1908, eliminata nel 1927, e reintrodotta negli anni novanta. L'attuale denominazione risale al 1946, mentre la precedente commemorava l'ingresso in città dei primi soldati del [[Regno di Sardegna]], nel 1860. La piazza, prima dell'ampliamento ottocentesco, era più stretta (una sorta di lieve ampliamento della confinante via Raffaello) ed era denominata ''Pian di Mercato'', in quanto tale toponimo rispecchiava il ruolo che la piazza aveva come sede del mercato cittadino, che conserverà fino al [[XVIII secolo]]. Manterrà il ruolo sociale, ovvero quello di punto d'incontro per la popolazione urbinate, essendo favorita, in questo, dalla posizione; in quanto la piazza si trova sul punto più agevole, un piccolo pianoro, per spostarsi su uno dei due colli (''il Poggio'' e ''il Monte'') su cui poggia la città. Inoltre sulla piazza convergono quasi tutte le principali vie provenienti dalle maggiori Porte urbiche, contribuendo così a renderla il vero Centro della città.
Situati sul colle dei Cappuccini, sono a livello mondiale considerati capolavori dell'architettura degli anni settanta, per la densità di significati che contengono (architetto [[Giancarlo De Carlo]]).<ref>[http://www.uniurb.it/Uni/Collegi.html Collegi<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
 
* [[Piazza del Rinascimento]] (già piazza Vittorio Emanuele, già del Poggio o del gioca pallone).
===Aree Verdi===
Questa piazza nacque nel 1563, per volontà del duca [[Guidobaldo II della Rovere]]. La piazza si presenta come un lungo rettangolo in pendenza; il cui lato occidentale (lato lungo) è occupato per l'intera sua lunghezza dal prospetto del Palazzo Ducale. Mentre il lato opposto è occupato dalla [[chiesa di San Domenico (Urbino)|chiesa di San Domenico]], dall'edificio dell'ex seminario e da palazzo Petrangolini. Invece il lato meridionale è chiuso da via Saffi, affiancata dai palazzi Vecchiotti-Antaldi e Montefeltro-Bonaventura; mentre, dalla parte opposta, quello meridionale confina con via Puccinotti. La piazza corrisponde parzialmente al tracciato del [[Cardo maximus|Cardo Massimo]], dell'antico Municipio romano. Dal [[XVI secolo]] questa piazza ospitava ''"il gioco del pallone"'' (da cui la piazza prese il suo nome originario), che era inizialmente identificabile col [[Calcio fiorentino]] e col [[Aita (gioco)|gioco dell'Aita]]; poi, tra [[XVIII secolo|XVIII]] e [[XIX secolo]], passò a identificarsi col gioco del [[Pallone col bracciale]]. Le partite di palla col bracciale vennero inizialmente proibite, nella suddetta piazza, il 18 agosto 1813, dal viceprefetto del dipartimento del Metauro. Anche se la pratica del gioco proseguì fino all'ordinanza della polizia municipale del 15 luglio 1875. Tali limitazioni (atte a proibire tale pratica entro le mura cittadine) furono dovute per rispondere ai numerosi reclami della cittadinanza, che lamentavano danni alle persone e agli edifici. Dopo l'ultima ordinanza, il gioco fu spostato nel piazzale del Mercatale. Tra [[XIX secolo|XIX]] e parte del [[XX secolo]], si svolse in questa piazza il consueto mercato cittadino. Nella piazza è presente, verso il lato settentrionale, un [[Obelisco di Urbino|obelisco egizio]], dono di [[papa Clemente XI]].
* Parco della Resistenza
* Parco della Rimembranza
* Parco naturale delle Cesane
 
* Piazzale del Mercatale
== Società ==
{{Vedi anche|Piazza del Mercatale}}
=== Evoluzione demografica ===
Il piazzale, dalla forma quadrilatera, fu costruito a fine [[Quattrocento]] da [[Francesco di Giorgio Martini]]. Tale piazza ricopre la funzione di principale punto d'accesso alla città, insieme a [[Porta Valbona]]. Venne chiamata così perché in origine vi si teneva il mercato del bestiame, ma veniva utilizzata anche per altri usi. Verso la fine del [[Novecento]], la piazza fu riprogettata da [[Giancarlo De Carlo]].
{{Demografia/Urbino}}
* Via Vittorio Veneto (già Francesco Puccinotti, già strada del Duomo).
È una delle principali vie del centro storico e riveste un importante ruolo nella città, in quanto mette in comunicazione i due centri, quello politico-religioso (piazza Duca Federico) e quello socio-commerciale (piazza della Repubblica). Inoltre questa via corrisponde approssimativamente e parzialmente a un estremo del Cardo massimo; come testimonia, su un lato della via, addossato al muro di una casa, un piccolo masso di pietra, ultimo resto di Porta Maia (molto probabilmente derivante dal latino Mayor), uno dei quattro accessi all'antico municipio romano. Questa via, dalla fine del [[XIX secolo]] fino al 1922, fu intitolata al medico urbinate [[Francesco Puccinotti]]; poi dal 1922 tale denominazione si è mantenuta solo per il tratto compreso tra piazza Rinascimento e il Municipio, in quanto il tratto restante è stato intitolato alla città di [[Vittorio Veneto]], per commemorare la [[Battaglia di Vittorio Veneto|decisiva battaglia]] della [[prima guerra mondiale]]. Poco prima della congiunzione di tale strada con via Puccinotti, si apre una piccola piazzetta in decisa pendenza, chiamata in origine Piazza Farina e ribattezzata, nel 2009, Largo [[Crescentino di Città di Castello|San Crescentino]]; per il piccolo monumento al Santo Patrono presente nel sito, composto da un'ara e una colonna in pietra che sostengono una piccola statua settecentesca del Santo. Sempre su largo San Crescentino si erge la facciata settecentesca del palazzo Comunale.
 
* Via Francesco Puccinotti (già piazza del Duomo).
=== La comunità ebraica di Urbino ===
Questa via sembra quasi una sorta di prolungamento di piazza Duca Federico, in quanto su di essa si affacciano con i rispettivi ingressi: il palazzo Comunale, la cattedrale e, tramite piazza Giovanni Pascoli, il palazzo Arcivescovile. Anch'essa coincide, all'incirca, con un segmento dell'antico Cardo massimo.
{{Vedi anche|Comunità ebraica di Urbino}}
Urbino è sede di una delle più antiche comunità ebraiche d'Italia, che prosperò grazie alla protezione accordatale da [[Federico da Montefeltro]]. Il ghetto fu stabilito solo agli inizi del [[XVII secolo]] quando Urbino passò sotto lo Stato Pontificio. A testimonianza della storia e della vitalità della comunità rimangono le due sinagoghe (di cui una ancora integra) e l'antico cimitero a Gadana.<ref>Annie Sacerdoti, ''Guida all'Italia ebraica'', Marietti, Genova 1986</ref>
 
* [[Via Mazzini (Urbino)|Via Giuseppe Mazzini]] (già Valbona).
== Cultura ==
Popolarmente chiamata ''Valbona'', dato che si tratta della strada principale dell'omonima contrada. Mentre a settentrione la via confluisce in piazza della Repubblica. La strada è segnata da una decisa pendenza. Ha assunto l'attuale denominazione agli inizi del [[XX secolo]]. Questa via rappresentava, assieme alla Porta, l'ingresso d'onore della città, non a caso tutte le facciate degli edifici, che vi si affacciano, sono tra le più eleganti di Urbino. Secondo la tradizione tutti i nuovi arcivescovi urbinati entrano in città mediante questa via. Anticamente questa strada era la via d'accesso in città, per chi proveniva da occidente, in particolare dalla strada della Toscana. Lungo questa strada si trova l'oratorio del [[Corpus Domini]] (o chiesa di [[San Francesco di Paola]]), i palazzi Lucciarini-Luminati (la cui architettura ha evidenti richiami allo stile di Francesco di Giorgio Martini) e Galli-Palma.
Dal 1998 il centro storico di Urbino è [[patrimonio dell'umanità]] [[UNESCO]].
 
* Via Raffaello (già il Monte).
===Candidatura a "Capitale Europea della Cultura 2019"===
La via si caratterizza in Urbino come una delle più ripide, forse anche per questo è popolarmente denominata ''il Monte''. Si sviluppa sul versante meridionale della collina eponima. La strada era chiusa in cima dal bastione e dalla Porta urbica omonimi, demoliti agl'inizi del [[XX secolo]]; ora vi è, in posizione più avanzata rispetto alle mura, un parco al cui centro si staglia il monumento a Raffaello. Mentre in fondo, la via termina in piazza della Repubblica. Su tale strada si trovano la [[casa Santi|Casa natale di Raffaello]], il palazzo di Giustizia, le chiese di San Francesco e di San Sergio (la prima cattedrale); inoltre da essa si raggiunge il parco della Fortezza Albornoz. Si tratta della via principale della contrada del Monte.
La città è candidata a [[Capitale europea della cultura|Capitale europea della Cultura]] per il [[2019]]. Oltre alla città il progetto coinvolgerà l'intero territorio regionale, infatti il principale ente promotore è la [[Regione Marche]]. Il comitato promotore di tale candidatura è presieduto da [[Jack Lang]], ex ministro della cultura francese.<ref>{{cita web|url=http://www.marchenotizie.net/wordpress/urbino-capitale-europea-della-cultura-2019-alla-bit-di-milano.html|titolo=Urbino capitale europea della cultura 2019|editore=marchenotizie.net|data=15 febbraio 2013|accesso=15 febbraio 2013}}</ref>
<ref>{{cita web|url=http://www.cronacheanconetane.it/2013/urbino-capitale-europea-della-cultura-2019-cardogna-orgoglio-per-tutte-le-marche/|titolo=Urbino capitale europea della cultura 2019|editore=cronacheanconetane.it|data=15 febbraio 2013|accesso=15 febbraio 2013}}</ref>
<ref>{{cita web|url=http://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/politica/2011/04/04/484823-ricci_spacca_visione_strategica.shtml|titolo=Urbino capitale europea della cultura 2019|editore=ilrestodelcarlino.it|data=2011|accesso=15 febbraio 2013}}</ref>
 
* Via Cesare Battisti (già Lavagine).
=== Musei ===
Popolarmente chiamata ''Lavagine'', anch'essa è segnata da una decisa pendenza, chiusa a oriente dalla porta omonima, mentre a meridione confluisce in piazza della Repubblica. Si tratta della via principale della contrada di Lavagine. In origine tale via era l'accesso diretto in città, per chi proveniva da [[Pesaro]]. Nel 1919 circa, è stata intitolata all'irredentista [[Cesare Battisti]]. Su questa via si trovano la sede principale dell'[[Accademia Raffaello]], all'interno di palazzo Viviani (a poca distanza dalla Porta urbica), e l'antica fonte del Leone, a metà della strada sulla biforcazione con via Sant'Andrea; si tratta di una fonte di notevoli dimensioni ricavata a ridosso di un tratto del muro di contenimento dell'Orto botanico. Inoltre, addossata sulla parte interna della Porta urbica, si trova la piccola chiesa di Santa Maria degli Angeli. La via, alla sua confluenza in piazza della Repubblica, è fiancheggiata da un lato, dalla chiesa di San Francesco e dall'altro dal palazzo dell'ex collegio Raffaello.
==== Galleria nazionale delle Marche ====
{{Vedi anche|Galleria nazionale delle Marche}}
È il principale museo cittadino e uno dei più noti a livello nazionale.
Istituito il [[7 marzo]] [[1912]], negl'ambienti del [[Palazzo Ducale (Urbino)|Palazzo Ducale]]. Conserva un'importante patrimonio storico artistico, composto dalle opere d'arte medievale fino quelle barocche, ma la collezione più consistente è quella rinascimentale.
 
* Via Donato Bramante (già Santa Lucia).
==== Casa di Raffaello ====
Il tratto in lieve pendenza di questa via, è chiamato popolarmente Santa Lucia, come la Porta urbica che ne delimita l'estremità settentrionale; l'altra estremità segna la confluenza in via Raffaello. Anticamente questa strada, garantiva l'accesso diretto in città, per coloro che provenivano da settentrione. Infatti, nel 1860, le prime truppe piemontesi entrarono in città, proprio attraverso la Porta e la via suddette. Il nome Santa Lucia deriva dall'antico monastero dedicato all'omonima Santa, che si trovava sull'angolo tra Largo Clemente XI e Via Viti; la chiesa e il monastero non sono più esistenti. Su tale via si trova la chiesa di Santo Spirito, che ha il proprio ingresso su Largo Clemente XI nel quale vi è la statua di [[papa Celestino V]] (compatrono della città) e un piccolo monumento, formato da una colonna di origine romana, dono del cardinale [[Annibale Albani]] nel 1739; da questo Largo si forma una biforcazione, a sinistra la via sale fino alla Porta urbica mentre a destra si arriva davanti alla scuola elementare "Giovanni Pascoli", che sorge sul luogo dove, fino al 1932, vi era il giardino di Santa Lucia. Lungo la strada, poco distante da Largo Clemente XI, si trovano Palazzo Albani, l'Orto Botanico e la sede centrale del [[Scuola del Libro|Liceo Artistico ''Scuola del Libro'']].
{{Vedi anche|Casa Santi}}
 
* Via Aurelio Saffi (già San Polo).
==== Museo archeologico Lapidario ====
Popolarmente chiamata ''San Polo'', dall'ex chiesa di San Paolo, che si trova nella parte alta della via, di proprietà dell'[[Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo"|Università]] che l'ha trasformata in laboratorio di restauro. L'attuale denominazione risale agli inizi del [[XX secolo]]. Rappresenta la principale strada della contrada di San Polo. La via si caratterizza in città come una delle più ripide, assieme al ''Monte''; si sviluppa lungo il versante meridionale del colle del Poggio, scendendo da nord verso sud. La strada è chiusa a meridione dal bastione omonimo, mentre a settentrione confluisce in piazza del Rinascimento. La parte più alta, situata sulla sommità del Poggio, rappresenta una delle più antiche zone del centro storico; in essa si trovano: [[Palazzo Bonaventura|palazzo Montefeltro-Bonaventura]], il monastero di Santa Caterina e l'ex chiesa di San Pietro Celestino V; mentre all'inizio della discesa, si trovano l'ex convento di San Benedetto - palazzo Battiferri (ora Facoltà di Economia) e la sopraccitata ex chiesa di San Paolo. La via corrisponde, approssimativamente, all'estremità meridionale dell'antico [[Cardo maximus|Cardo massimo]] della città romana. A metà della via, all'altezza della confluenza con via San Girolamo, si possono vedere i resti della Porta di Belisario, antico accesso meridionale della cinta muraria medievale. Altri monumenti di questa via sono l'edificio decarliano dell'ex Facoltà di Magistero, nato dall'abbattimento del convento di Santa Maria della Bella, la cui chiesa sconsacrata è stata incorporata nel nuovo edificio; altro monumento è la chiesa di Sant'Agostino, che presenta all'esterno una facciata gotica mentre l'interno è frutto del rinnovamento settecentesco voluto da [[Papa Clemente XI|papa Albani]], per le principali chiese cittadine; legato a tale chiesa vi è anche l'ex convento (ora Facoltà di Giurisprudenza), che ha il proprio ingresso sul retro, verso le mura. A un estremo della via, in fondo alla discesa, vi è la casa dove abitò lo scrittore e poeta [[Paolo Volponi]]; proprio sul luogo dove sorge tale casa, vi era il passaggio che collegava ''San Polo'' all'omonima Porta urbica, non più fruibile ma ancora esistente. Questo passaggio venne chiuso nel [[XIX secolo]], a seguito della costruzione della barriera daziaria e della nuova strada lungo le mura.
È ospitato all'interno di alcuni ambienti nel pianterreno del Palazzo Ducale.
Conserva diversi reperti lapidei di epoca romana, provenienti da Urbino, e il lascito di epigrafi dell'archeologo urbinate [[Raffaele Fabretti]].<ref>[http://www.comune.urbino.ps.it/id/417/1846.aspx Comune di Urbino | www.comune.urbino.ps.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
 
* Via Federico Barocci (già San Giovanni).
==== Museo diocesano Albani ====
Popolarmente detta di ''San Giovanni''. La via si sviluppa trasversalmente, sul versante sud-occidentale della collina del ''Monte'', in posizione intermedia tra l'area soprastante della fortezza Albornoz e la sottostante via Mazzini (''Valbona''). Per la sua posizione, ha un andamento pianeggiante, caratterizzato solo da lievi pendenze. Il nome attuale risale agli inizi del [[XX secolo]]. Questa via riveste un'importanza storico-artistica per la città, in quanto, lungo tale strada sono nati e vissuti molti uomini illustri, tra cui lo stesso [[Federico Barocci]] e i suoi fratelli, celebri costruttori di orologi (Simone, Giovanni Battista e Giovanni Maria); ma non solo: Giovan Battista Comandino (architetto militare) e suo figlio Federico (matematico), Lorenzo Vagnarelli (costruttore di strumenti matematici) e il fratello Pietro (architetto militare), Pompilio Bruni (costruttore di strumenti matematici), Marco Montano (letterato) e Pier Girolamo Vernaccia (storico). Inoltre su questa via si trova l'[[Oratorio di San Giovanni Battista (Urbino)|oratorio di San Giovanni]], quello di [[Oratorio di San Giuseppe (Urbino)|San Giuseppe]] e quello delle Cinque Piaghe. Da questa strada si può godere di un'ampia veduta del Palazzo Ducale, con i suoi celebri ''Torricini'', e della cattedrale.
E' ospitato all'interno di alcuni ambienti al pianterreno dell'Episcopio, tra questi vi sono le antiche sacrestie della cattedrale, una risalente al [[XVI secolo|XVI]] e l'altra al [[XVIII secolo]].
Il museo fu istituito nel [[1964]], per conservare meglio il tesoro della cattedrale urbinate e raccogliere le opere d'arte della diocesi, soprattutto quelle presenti nelle chiese di campagna più sperdute.
Inoltre contiene opere pregevoli (paramenti sacri, arredo liturgico, codici miniati, ecc.) del tesoro della cattedrale cittadina, costituito in gran parte dalle cospicue donazioni di [[papa Clemente XI]], nella prima metà del XVIII secolo, e di altri membri di Casa [[Albani (famiglia romana)|Albani]]. Negli ultimi anni è stato soggetto ad una radicale ristrutturazione, terminata con la riapertura del museo il [[20 marzo]] [[2010]].<ref>[http://www.museodiocesanourbino.it/ Museo Diocesano Albani / Urbino<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
 
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==== Museo della Città ====
File:Urbino, piazza rinascimento 2.JPG|Piazza Rinascimento
Si tratta di un museo di recente istituzione, realizzato all'interno delle sale nel piano seminterrato di palazzo Odasi. Il percorso museale è mirato ad illustrare la storia e le peculiarità della città attraverso un allestimento moderno e coinvolgente.<ref>[http://www.museodelmetauro.it/?q=it/node/22 Urbino | Museo del Metauro<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
File:PiazzaRepubblica-Urbino.jpg|Piazza della Repubblica
File:Urbino, verso porta santa lucia.JPG|Via Bramante verso porta S. Lucia
File:005UrbinoViaRaffaello.jpg|Via Raffaello (Il Monte)
File:Urbino Strada Valbona.JPG|Via Mazzini (Valbona) verso la Porta
File:Urbino, via vittorio veneto 01.JPG|Via Vittorio Veneto
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====Piole e Volte====
==== Orto Botanico "''Pierina Scaramella''" ====
[[File:Urbino002.jpg|thumb|upright=0.7|Piola San Bartolo con Volta sullo sfondo]]
Ha il suo ingresso principale in via Bramante, davanti a palazzo Albani.
La Piola è un tipico vicolo della città, caratterizzato da rampe particolari, scandite da file di mattoni in rilievo, parallele tra loro e perpendicolari od oblique al canale di scolo dell'acqua piovana, simili a una scala a pioli. Questi particolari gradini fungono da appoggio ai piedi sia per salire, dando la spinta necessaria, sia per scendere, perchè frenano il piede, soprattutto qualora la pavimentazione risulti particolarmente scivolosa per via delle precipitazioni piovose o nevose. Questa particolare tipologia di rampe si ritrova nei vicoli più stretti, praticabili solo a piedi o troppo ripidi, o sui lati di alcune vie principali, nei punti più ripidi, affiancata da corrimano metallici. La Volta invece è un vicolo in parte o totalmente coperto tra gli edifici, spesso con soffitti a volta di botte (da cui il nome) o anche architravati. In molti casi le Volte hanno la pavimentazione a Piola.
L'edificio che contrassegna l'entrata principale è formato da un unico piano ed è di piccole dimensioni, progettato nel [[1846]] dall'architetto [[Vincenzo Ghinelli]].
L'Orto si sviluppa per la maggior parte su un grande terrapieno, che in origine era proprietà dell'adiacente convento di San Francesco; poi nel [[1798]], durante l'occupazione francese, venne trasformato in Orto Botanico, ad opera del Comune per la locale [[Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo"|Università]].
Successivamente, dopo complesse vicende ([[1834]] - [[1846]]), i francescani lo cedettero in enfiteusi perpetua al Comune.
 
====Decoro urbano====
==== Museo dell'Incisione urbinate ====
* [[Obelisco di Urbino|Obelisco egizio]]. Uno dei dodici obelischi egizi originali in Italia, si trova in piazza Rinascimento, di fronte al lato orientale del Palazzo Ducale e davanti alla chiesa di San Domenico. Formato da quattro blocchi sovrapposti e con una croce in bronzo sulla sommità, risale all'epoca di Hofra o Apries. Arrivò a Urbino nel 1737, portato da Annibale Albani, cardinale parente di Clemente XI.
Si tratta di un museo d'arte contemporanea, in quanto conserva le incisioni dei più grandi maestri urbinati che fecero grande il nome dell'Istituto per l'Illustrazione e la Decorazione del Libro ([[Scuola del Libro]]) nella prima metà del [[XX secolo]]. È ospitato al secondo piano del palazzo dell'ex Collegio Raffaello.<ref>[http://www.comune.urbino.ps.it/id/417/1853.aspx Comune di Urbino | www.comune.urbino.ps.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
* Il ''Monumento a Raffaello''. Realizzato dallo scultore [[Luigi Belli]] tra il 1883 e il 1894. Fu inaugurato il 22 agosto 1897 in piazza Duca Federico, davanti all'ingresso principale del [[Palazzo Ducale (Urbino)|Palazzo Ducale]]. Nel 1947 venne trasferito in cima a via Raffaello, dove si trova tuttora.<ref name="ref_B" />
* Statua di San Pietro Celestino ([[Papa Celestino V]]). Il monumento si trova in Largo Clemente XI, vicino alla chiesa di Santo Spirito. La statua, opera dell'artista romano Bartolomeo Bincillotti, fu eretta nel 1737. In origine doveva rappresentare il [[papa|pontefice]] [[Alessandro VIII]], come omaggio del cardinale [[Annibale Albani]], per ringraziarlo delle opere benemerite compiute in favore della città. Però, durante l'occupazione francese (1797-1801), l'allora arcivescovo [[Spiridione Berioli]] per paura che la statua fosse distrutta, dato che rappresentava un pontefice, decise di farla modificare e di dedicarla al compatrono cittadino [[Celestino V|San Pietro Celestino V]].
* Fonte del Leone o Barberina. Rappresenta il terminale di una condotta sotterranea dell'antico acquedotto, di origine romana. Si tratta della principale fontana cittadina, usata verso il [[XV secolo]] anche come lavatoio, secondo le ultime ricerche<ref>{{cita libro | autore1=E. M. Sacchi | autore2=F. Venturini | autore3=M. Betti | titolo=La città segreta. Urbino ipogea | anno=2013 | editore=Monacchi editore | città=Urbino | p=12 |ISBN =978-88-904688-4-1}}</ref>. Il monumentale prospetto fu realizzato agl'inizi del [[XVIII secolo]], per volontà del cardinal [[Annibale Albani]], a ridosso del muro di contenimento dell'Orto Botanico, antico orto del [[Convento di San Francesco (Urbino)|convento francescano]]. Fu restaurata alla fine degli [[Anni 1990|anni novanta]] del [[XX secolo]], in quell'occasione venne collocata nella nicchia centrale, una copia della statua popolarmente detta ''Barberina'', donata dalla [[Società di mutuo soccorso|Società del Soldo]], raffigurante una figura allegorica del [[Metauro]] o una Ninfa<ref>{{cita libro | autore-capitolo=M. Luni | capitolo=Gli Albani e la cultura antiquaria a Urbino nel XVIII secolo | curatore=G. Cucco | titolo=Papa Albani e le arti a Urbino e a Roma 1700-1721 | anno=2001 | editore=Marsilio | città=Venezia | p=78 | ISBN=88-317-7862-5}}</ref>; l'originale di epoca romana, ivi collocato dopo la ristrutturazione voluta dall'Albani, era stato rimosso verso la metà del [[XX secolo]] e ora si conserva presso l'Istituto universitario di Archeologia di [[Palazzo Albani]]. Il termine ''Barberina'' è di origine popolare, probabilmente per le treccine che adornano i capelli della statua e rieccheggianti le capigliature di alcune popolazioni africane<ref>{{Cita web|url=https://www.prourbino.it/SocietaDelSoldo/1998-DonoBarberina.htm|titolo= Urbino, 01 giugno 1998 Dono alla Città da parte della Società del soldo|editore=prourbino.it|accesso=11 ottobre 2024}}</ref>.
* Monumento a San Crescentino. Situato nell'antica piazza Farina (ora Largo San Crescentino), davanti alla facciata settecentesca del palazzo comunale. Fu eretto nel 1737 e si compone di un'ara e di una colonna in pietra, provenienti dalla [[Basilica dei Santi XII Apostoli|chiesa dei Santi Apostoli di Roma]], dono del cardinale [[Annibale Albani]]. Sulla sommità del monumento, fu collocata una piccola statua bronzea del Santo, realizzata da [[Camillo Mariani]]. Tale scultura fu poi rimossa e, per proteggerla meglio dagli agenti atmosferici, spostata all'interno della [[Galleria nazionale delle Marche]]. Dal 2009, una copia della statua è stata ricollocata sulla sommità del monumento, che dal 2010 è stato restaurato; nel medesimo anno il luogo nel quale si trova, è stato intitolato all'omonimo [[Crescentino di Città di Castello|santo]].
* Fontana di Papa Benedetto XIII. Si trova in via Bramante, davanti all'ingresso principale di palazzo Albani. Fu realizzata nel 1729, da parte della comunità cittadina, come ringraziamento al pontefice per le opere benemerite compiute in favore della città. Attingeva l'acqua dalla condotta sotterranea di Santa Lucia dell'antico acquedotto cittadino<ref>{{cita libro | autore1=E. M. Sacchi | autore2=F. Venturini | autore3=M. Betti | titolo=La città segreta. Urbino ipogea | anno=2013 | editore=Monacchi editore | città=Urbino | pp=9-10 |ISBN =978-88-904688-4-1}}</ref>.
* Fontana di piazza della Repubblica. È situata al centro di piazza della Repubblica. Venne realizzata nel 1908, su progetto di [[Diomede Catalucci]]. Fu rimossa nel 1927 e reintrodotta nella seconda metà degli anni novanta.
* Esedra di Corso Garibaldi. Fu costruita in concomitanza con l'erezione del prospiciente [[Teatro Sanzio]], nell'ambito degli interventi architettonico-urbanistici di sistemazione dell'area circostante, su progetto di Vincenzo Ghinelli. L'esedra in particolare fu realizzata per agevolare le manovre delle carrozze delle persone che si recavano a teatro.<ref>{{Cita web|url=https://weraigo.it/|titolo=Weraigo - Esperienze e itinerari intelligenti|data=13 febbraio 2022|lingua=it|accesso=30 aprile 2022}}</ref>
 
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==== Museo dei Gessi (Gipsoteca) ====
File:Urbino - Piazzale Roma statua di Raffaello.jpg|Monumento a Raffaello
È una testimonianza dell'antico Istituto per l'Illustrazione e la Decorazione del Libro, perché conserva una collezione di calchi in gesso di sculture antiche, utilizzati per gli scopi didattici della Scuola. È allestito all'interno dell'Istituto di Archeologia in alcuni ambienti di palazzo Albani.<ref>[http://www.comune.urbino.ps.it/id/417/1845.aspx Comune di Urbino | www.comune.urbino.ps.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
File:Statua S.Pietro Celestino V Papa Urbino.JPG|Statua di San Pietro Celestino V Papa
File:Fontana Benedetto XIII Urbino.jpg|Fontana di Papa Benedetto XIII
File:Monumento San Crescentino Urbino.jpg|Monumento a San Crescentino
File:Fonte Leone o Barberina Urbino.JPG|Fonte del Leone o Barberina
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===Architetture di De Carlo===
==== Museo del Gabinetto di Fisica dell'Università ====
*'''Ex Magistero''' o '''Polo scientifico-didattico "Paolo Volponi"'''
Si tratta di un museo che conserva gli antichi strumenti scientifici dell'Università.
Situato a metà della ripida salita di via A. Saffi (San Polo), tra le traverse di via San Girolamo (a monte) e Santa Maria (a valle). L'intervento di De Carlo, iniziato verso il 1967 (fino al 1976)<ref>{{Cita web|url=https://censimentoarchitetturecontemporanee.cultura.gov.it/scheda-opera?id=2889|titolo=Trasformazione Ex Orfanotrofio in Facoltà di Magistero Libera Università di Urbino|sito =censimentoarchitetturecontemporanee.cultura.gov.it|editore =Mi.C. - Direzione Generale Creatività Contemporanea|data =24 gennaio 2025 |accesso=16 ottobre 2025}}</ref>, fu mirato al recupero della struttura dell'antico convento di Santa Maria della Bella, in abbandono da molti decenni. Dato che gli antichi ambienti conventuali non erano abbastanza funzionali, furono in gran parte demoliti, mantenendo solo l'ex chiesa e le strutture verso la strada di San Polo. Costituisce uno degli interventi architettonici moderni più equilibrati in un tessuto urbano antico, senza creare anacronismi o [[falso storico|falsi storici]]. L'edificio fu pensato esternamente per inserirsi armoniosamente nel contesto del centro storico, con murature esterne nel tipico mattone urbinate ed una copertura piana rivestita da un manto erboso. Invece l'interno espresse più chiaramente lo stile dell'architetto genovese, con la struttura in cemento armato lasciato parzialmente a vista. Gli ambienti interni furono divisi tra quelli meno bisognosi di luce naturale (come ambienti di servizio e vani scale principali), che furono posti sul lato a monte. Invece le aule, gli studi dei docenti e la sala studio furono sistemati sul lato a valle, tra cui la grande vetrata semicircolare inclinata sopra all'aula magna, con le terrazze-giardino, posta all'estremità posteriore.
È situato all'interno di alcuni ambienti al secondo piano del palazzo dell'ex Collegio Raffaello.
<ref>[http://www.provincia.pu.it/cultura/musei/gabinetto-di-fisica-urbino/ Gabinetto di Fisica<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
 
*'''Palazzo Brandani Battiferri - Ex convento di San Benedetto'''
==== Aula didattica ''Bella Gerit'' ====
Si trattò dell'ultimo intervento di De Carlo in città, mirato al recupero di una struttura abbandonata per adibirla a sede della Facoltà di Economia. L'edificio si trova lungo via A. Saffi (San Polo), all'inizio del tratto più ripido, mentre a valle è delimitato da via Piave (lato sud-ovest), invece a monte confina col monastero di Santa Caterina (lato nord). I lavori di ristrutturazione si svolsero tra il [[1986]] ed il [[1999|'99]]<ref>{{Cita web|url=https://censimentoarchitetturecontemporanee.cultura.gov.it/scheda-opera?id=2818|titolo=Facoltà di Economia - Recupero e riconversione di Palazzo Battiferri| sito=censimentoarchitetturecontemporanee.cultura.gov.it| editore=Mi.C. - Direzione Generale Creatività Contemporanea| data=24 gennaio 2025 | accesso=16 ottobre 2025}}</ref>. Come in altri interventi analoghi nel centro storico urbinate, come nel vicino Ex Magistero, anche qui le murature esterne furono mantenute rispettando le forme ed i materiali tradizionali.
È stata aperta nel [[2010]] all'interno della fortezza Albornoz. In essa sono esposti vari tipi di armi e armature del [[XV secolo]].<ref>[http://www.comune.urbino.ps.it/id/417/4960.aspx Comune di Urbino | www.comune.urbino.ps.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
 
* '''Collegi universitari'''
=== Istituzioni Culturali ===
Sono situati sul colle dell'ex convento dei Cappuccini, furono realizzati in due tempi, una prima parte (il ''Colle'') fu realizzata tra il [[1962]] fino agli inizi degli [[Anni 1970|anni settanta]]<ref>{{Cita web|url=https://censimentoarchitetturecontemporanee.cultura.gov.it/scheda-opera?id=2878|titolo=Collegi universitari - I nucleo|sito =censimentoarchitetturecontemporanee.cultura.gov.it|editore =Mi.C. - Direzione Generale Creatività Contemporanea|data =24 gennaio 2025 |accesso=16 ottobre 2025}}</ref>. Appena terminato il collegio del ''Colle'', furono avviati i lavori per la costruzione degli altri quattro (''Tridente'', ''Aquilone'', ''Serpentine'' e ''Vela''), che terminò verso il 1983<ref>{{Cita web|url=https://censimentoarchitetturecontemporanee.cultura.gov.it/scheda-opera?id=2664|titolo=Collegi universitari - II nucleo|sito =censimentoarchitetturecontemporanee.cultura.gov.it|editore =Mi.C. - Direzione Generale Creatività Contemporanea|data =24 gennaio 2025 |accesso=16 ottobre 2025}}</ref>. I collegi non comprendono solo camere per studenti, ma anche spazi comuni pensati per essere punti di aggregazione o per la didattica, oltre alla presenza di una mensa. Hanno una struttura in cemento armato, che in parte è a vista (nelle strutture orizzontali) e in parte è coperto da rivestimenti in mattoni. Sono considerati a livello mondiale capolavori dell'architettura degli anni settanta, per la densità di significati che contengono. I tre collegi universitari portano nomi che li identificano per la forma, ''Tridente'', ''Aquilone'', ''Serpentine'' e ''Vela'', ed uno per la posizione, ''Colle''. Il loro aspetto combina in modo ben riconoscibile calcestruzzo a vista e mattone. Il ''Tridente'', posto all'estremità nord-orientale, si compone di cinque blocchi, due blocchi centrali sulla cima del colle, in cui vi sono gli spazi comuni (aule, bar, sale studio e teatro), da cui si sviluppano i tre blocchi trasversali che digradano seguendo il pendio collinare, in cui si trovano le camere. Vi sono poi le Serpentine e l'Aquilone, al centro del complesso. Il collegio delle ''Serpentine'' può ospitare 152 studenti, in camere singole organizzate in gruppi da otto che condividono cucina e bagno. Il collegio dell'Aquilone può ospitare fino a 256 studenti, in camere doppie con bagno in camera e cucina indipendente; oltre ad avere nell'estremità meridionale, alcuni spazi ricreativi (come una biblioteca). L'ultimo ad essere realizzato, posto all'estremità meridionale, fu il collegio della ''Vela'', può ospitare fino a 444 studenti, in camere doppie con bagno, cucina ed un affaccio su un giardino pensile; oltre ad avere anche un teatro con 300 posti.
In città sono nate diverse accademie, ma tutt'oggi l'unica esistente è l'Accademia Raffaello; eccole elencate in ordine cronologico<ref>Bramante Ligi, ''Uomini illustri e benemeriti di Urbino - attraverso le iscrizioni della città - Frammenti di Storia urbinate'', Scuola Tipografica "Bramante" - Urbania 1968</ref>:
 
*'''Ca' Romanino''' o '''Casa Sichirollo''', situata vicino alla frazione di [[Castelcavallino]], sopra alla strada provinciale 9 che scende verso la vallata del Foglia.
'''Accademia degli Assorditi'''
 
====Edifici residenziali nella zona nuova====
Nata sotto il ducato di [[Guidobaldo I da Montefeltro]], aveva come emblema la nave di [[Ulisse]] con le sirene, col motto ''"Canite surdis"''.
* '''Case per i dipendenti dell'Università'''
Quest'accademia vanta di avere nei suoi registri i nomi di importanti letterati italiani, come [[Torquato Tasso]], [[Ludovico Ariosto]], [[Pietro Bembo]], [[Pietro Aretino]], i sommi pontefici [[Clemente XI]] e [[Benedetto XIV]] e tanti altri.
Si trovano lungo via Santissima Annunziata, tra lo stadio "Montefeltro", il poggio della Villa del Popolo e la chiesa parrocchiale della SS. Annunziata. Si tratta di [[Casa a schiera|case a schiera]] suddivise in sei gruppi, con una disposizione semicircolare, dato che seguono le curve di livello del terreno, con il lato concavo verso la strada pubblica a monte ed il lato convesso a valle. In ogni gruppo vi sono due appartamenti, che si sviluppano su quattro livelli; un piano seminterrato, garage e cantina, il pianterreno, con la zona giorno rivolta verso il lato a valle sul giardino privato, ed un piano superiore, zona notte. Hanno una struttura in cemento armato con un rivestimento esterno in mattoni. Furono realizzate tra il [[1954]] ed il [[1957|'57]]<ref>{{Cita web|url=https://censimentoarchitetturecontemporanee.cultura.gov.it/scheda-opera?id=3498|titolo=Case per dipendenti dell'Università|sito =censimentoarchitetturecontemporanee.cultura.gov.it|editore =Mi.C. - Direzione Generale Creatività Contemporanea|data =24 gennaio 2025 |accesso=15 ottobre 2025}}</ref>.
 
* '''AccademiaCondomini deidetti Pascolini"Samurai"'''
Sono situati lungo viale F. Comandino, tra la villa dei Quattroventi ed il colle della chiesa della Madonna di Loreto, lungo il crinale collinare. Sono quattro condomini disposti intorno ad una area centrale comune, ogni condominio si sviluppa su tre piani con due appartamenti speculari per piano, oltre ad un appartamento unico nel sottotetto. Hanno una struttura in cemento armato ed un rivestimento esterno in mattoni, con una copertura che ricorda l'elmo di un [[samurai]]<ref>{{Cita web|url=https://censimentoarchitetturecontemporanee.cultura.gov.it/scheda-opera?id=2996|titolo=Edificio residenziale |sito =censimentoarchitetturecontemporanee.cultura.gov.it|editore =Mi.C. - Direzione Generale Creatività Contemporanea|data =24 gennaio 2025 |accesso=15 ottobre 2025}}</ref>. Furono realizzati tra il [[1957]] ed il [[1959|'59]], per le Cooperative Cedas e Santi, costituendo il primo nucleo del quartiere di Piansevero.
 
* '''Condomini "Pineta"'''
Nata nel [[1659]] per volontà del cardinal legato [[Scipione Delci]]; il suo stemma raffigurava un prato, sovrastato dal motto ''"Vernant Pasqua"'' collocato in un cartiglio volante. Lo statuto di tale accademia fu approvato nel [[1688]].
Si trovano all'inizio di via Bonconte da Montefeltro, a nord-ovest del centro storico, oltre l'ospedale. Si compongono di tre blocchi di case a schiera su [[pilotis]], che seguono le curve di livello del terreno e sono paralleli alla strada di crinale (l'odierna via Bonconte). Invece ci sono tre blocchi trasversali alla strada di crinale, che allungandosi verso la conca sottostante e sfruttando la pendenza collinare, arrivano a svilupparsi su dieci piani, nel punto più a valle. Gli ingressi si collocano sul tetto degli edifici, più alto di circa due piani rispetto al livello terreno. Il tetto costituisce un grande terrazzo su cui spuntano quattro volumi corrispondenti agli ingressi per i vani scale ed ascensori. I condomini di questo complesso si caratterizzano sia nella pianta rettangolare che nelle linee architettoniche per linee rettilinee e per il cemento armato a vista. Nell'ambito del Piano Regolatore di De Carlo del 1968 questo complesso doveva rappresentare il limite di sviluppo dei nuovi insediamenti ''extra muros''. Furono realizzati tra il [[1967]] ed il [[1972|'72]]<ref>{{Cita web|url=https://censimentoarchitetturecontemporanee.cultura.gov.it/scheda-opera?id=3526|titolo=Residenze |sito =censimentoarchitetturecontemporanee.cultura.gov.it|editore =Mi.C. - Direzione Generale Creatività Contemporanea|data =24 gennaio 2025 |accesso=15 ottobre 2025}}</ref> e fu pensato come un quartiere autonomo, in grado di ospitare fino a 750 abitanti.
L'Accademia sceglieva le compagnie comiche e di musica per i pubblici festeggiamenti del [[Carnevale]].
<gallery>
Inoltre possedeva un proprio teatro all'interno del [[Palazzo Ducale (Urbino)|Palazzo Ducale]], che fu anche l'unico della città fino all'inaugurazione dell'ottocentesco Teatro Sanzio. All'interno del teatro, l'accademia metteva in scena commedie e tragedie realizzate da autori urbinati.
File:MagisteroUrbino.JPG|Il nuovo Magistero
File:Palazzo Battiferri Urbino.JPG|Particolare di Palazzo Battiferri
File:Collegi Urbino.JPG|I Collegi universitari
</gallery>
 
===Siti archeologici===
'''Accademia dei Nascenti'''
* Teatro romano di Urvinum Mataurense.<ref>{{cita web|url=https://www.theatrum.de/448.html|titolo=Urvinum Mataurense, Urbino (Regio VI)|editore=http://www.theatrum.de|data= |accesso=16 dicembre 2023|urlmorto=no}}</ref>
* Domus romana di via Santa Chiara.<ref>{{cita web|url=https://www.laltrogiornale.it/2018/03/24/a-urbino-non-si-possono-compromettere-progetti-capaci-di-riqualificare-la-citta/|titolo=“A Urbino non si possono compromettere progetti capaci di riqualificare la città”|editore=http://www.laltrogiornale.it|data= 24 Marzo 2018|accesso=16 dicembre 2023|urlmorto=no}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.ilducato.it/2021/10/20/domus-romana-in-via-santa-chiara-gambini-a-breve-riprenderanno-i-lavori/|titolo=Domus romana in via Santa Chiara, Gambini: “A breve riprenderanno i lavori”|editore=http://www.ilducato.it|data= 20 Ottobre 2021|accesso=16 dicembre 2023|urlmorto=no}}</ref>
 
==== Siti di archeologia industriale ====
Nata nel [[1699]], tra i suoi fondatori si annoverano Giuseppe e [[Raffaele Fabretti]]. Il suo stemma rappresentava un anonimo ed ospitale giardino adornato da fiori e fontane, con il motto ''"Favente dilucula"''.
* Ex fornace Volponi. Si tratta di una [[fornace]] di tipo [[Forno Hoffmann|Hoffmann]]<ref>{{cita web|url=https://www.regione.marche.it/Regione-Utile/Cultura/Catalogo-beni-culturali/RicercaCatalogoBeni/ids/79382|titolo=Fornace Volponi|sito=regione.marche.it|editore=Catalogo dei beni culturali delle Marche|accesso=27 gennaio 2025}}</ref>, situata sul fondo della valle tra il versante orientale del centro storico e le colline delle Cesane, lungo la strada che scende verso Fermignano e la valle del Metauro. Fu eretta verso il 1908 e rimase in attività fin verso il 1974, per poi venire abbandonata. In origine fu proprietà della famiglia dello scrittore [[Paolo Volponi]]. Nel 2024 i ruderi dell'edificio sono stati acquistati dal Comune<ref>{{cita news|url=https://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cronaca/acquistata-la-fornace-volponi-per-290mila-euro-ora-pulizia-e-sistemazione-della-ciminiera-cbd7225a|titolo=Acquistata la fornace Volponi per 290mila euro. Ora pulizia e sistemazione della ciminiera|pubblicazione=ilrestodelcarlino.it|data=21 febbraio 2024|accesso=6 febbraio 2025}}</ref>.
 
===Aree naturali===
'''Accademia o Colonia Metaurica'''
* Parco della Resistenza, è situato sulla cima del colle del Monte, sotto alla Fortezza Albornoz, con un ingresso principale in via dei Maceri ed uno, attraverso la [[Mura di Urbino|cinta muraria]], nella sottostante via B. Buozzi. Fu istituito nel 1973; ma per la sua estensione pianeggiante e per la sua posizione vicina al centro e panoramica, ha ospitato, dalla metà del XX secolo, svariate manifestazioni, come la gara principale della [[Festa dell'aquilone]], dalle origini (1955) fino al 1990. In passato l'area fu usata come orto dal vicino [[Ex convento dei Carmelitani Scalzi|convento degli Scalzi]], dalla seconda metà del XVII fino alla metà del XX secolo.
* Parco della Rimembranza, si trova sul colle, dietro alla chiesa della Madonna di Loreto, a nord-ovest della città, ad 1&nbsp;km circa dal centro storico, lungo via F. Comandino. Fu istituito nel 1935, grazie alla donazione di quest'area da parte di Angelo Moscati. Nel parco vi sono dei cippi lapidei con incisi i nomi dei 371 caduti urbinati nella [[prima guerra mondiale]].
* Parco delle Vigne, si tratta di una grande area verde situata sulla cima del colle eponimo, ove predomina un'ampia [[pineta]], come prosecuzione oltre le mura del vicino Parco della Resistenza, tra il piazzale del Mercatale ed i nuovi insediamenti delle vie del Popolo e del Giro dei debitori. Per la sua posizione offre, come l'adiacente Parco della Resistenza, un suggestivo panorama sul centro storico. L'area è attraversata da via Fratelli Rosselli, da una via pedonale eponima e dal sentiero B. Bernardini. Il fulcro dell'area è rappresentato da un'antica casa colonica, che ospita la Biblioteca "Lilliput" per bambini e un centro per anziani.
* Parco delle Cesane
 
====Alberi monumentali====
Fu fondata nel [[1701]] dal conte Carlo Silvestro Palma.
Nel territorio comunale si trovano tre alberi inseriti, dal ''[[Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali|Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali]]'', nell'elenco nazionale degli alberi monumentali secondo quanto stabilito dalla [[Legge 14 gennaio 2013, n. 10|legge 10/2013]]<ref>{{cita web|url=http://ifg.uniurb.it/2018/01/22/ducato-online/cronaca-ducato-online/alberi-monumentali-ditalia-ce-anche-lorto-botanico-di-urbino/236749/|titolo=Alberi monumentali d’Italia, c’è anche l’orto botanico di Urbino|editore=http://ifg.uniurb.it|data=29 gennaio 2018|accesso=29 gennaio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180201043936/http://ifg.uniurb.it/2018/01/22/ducato-online/cronaca-ducato-online/alberi-monumentali-ditalia-ce-anche-lorto-botanico-di-urbino/236749/|dataarchivio=1º febbraio 2018|urlmorto=no}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/11260|titolo=Elenco nazionale alberi monumentali d'Italia ai sensi della Legge n. 10/2013 e del Decreto 23 ottobre 2014|editore=https://www.politicheagricole.it|data=29 gennaio 2018|accesso=29 gennaio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171227235337/https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/11260|dataarchivio=27 dicembre 2017|urlmorto=no}}</ref>:
* Un [[ginco]] nell'[[Orto botanico Pierina Scaramella|Orto Botanico cittadino]], alto 28 metri e con una circonferenza del fusto di 314 centimetri. Inoltre vi è anche un [[faggio]], risalente al 1809.
* Il [[Platanus occidentalis|platano]] della [[Palazzo Bonaventura Odasi|Scuola dell'Infanzia "Lorenzo Valerio"]], risalente al 1700 circa, alto 28 metri e con una circonferenza del fusto di 500 centimetri.
* La [[Torre San Tommaso|roverella di Palazzo del Piano]].
 
== Società ==
====Accademia Raffaello====
=== Evoluzione demografica ===
{{Vedi anche|Accademia Raffaello}}
{{Demografia/Urbino}}
Nacque nel [[1869]] per iniziativa del conte Pompeo Gherardi.
Si tratta di un'istituzione senza scopo di lucro, impegnata nella ricerca e nella divulgazione dell'opera di Raffaello Sanzio e di altri uomini illustri e benemeriti della città; oltre ad effettuare e promuovere ricerche sulla storia cittadina.
 
=== IstruzioneEtnie e minoranze straniere ===
Secondo i dati [[ISTAT]] al 1º gennaio 2023 la popolazione straniera residente era di 1.216<ref>[https://demo.istat.it/app/?l=it&a=2023&i=STR Dato Istat al 1º gennaio 2023]</ref> persone e rappresentava il 8,8% della popolazione residente. Le comunità straniere più numerose sono:<ref>[https://www.tuttitalia.it/marche/12-urbino/statistiche/cittadini-stranieri-2023/ Dati Istat su tuttitalia.it]</ref>
==== Università degli Studi ''"Carlo Bo"'' ====
{{Vedi anche|Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo"}}
[[File:Rettorato Università a Urbino.jpg|180px|thumb|right|La sede centrale dell'Università a palazzo Montefeltro-Bonaventura]]
Sede di una delle più antiche (fondata nel [[1506]]) ed importanti università d'Europa. La città di Urbino conta più iscritti alla sua università che abitanti, infatti gli iscritti erano 17.731 nel 2006. Nel 2006 si sono celebrati i festeggiamenti per il suo cinquecentenario, con l'emissione anche di un francobollo commemorativo speciale.<ref>[http://anagrafe.miur.it/cerca.php?misure%5B%5D=iscr&filtra-anno-accademico=2006&filtra-tipo-laurea=&filtra-area=&filtra-classe=&filtra-regione-univ=11&filtra-universita=63&filtra-facolta=&filtra-regione-sede=&filtra-provincia-sede=&filtra-comune-sede=&filtra-cittadinanza=&filtra-tipo-nazionalita=&filtra-regione-res=&filtra-provincia-res=&filtra-tipo-diploma=&filtra-fascia-voto-diploma=&filtra-anno-diploma=&filtra-fascia-eta=&filtra-sesso=&filtra-anno-corso=&filtra-parola-chiave=&module=Anagrafe&action=Risultati&gruppo%5B%5D=anno-accademico&gruppo%5B%5D=universita&gruppo%5B%5D=classe&gruppi_js=anno-accademico%3Auniversita%3Aclasse Dati dell'ufficio di statistica] dell'[[Anagrafe Nazionale Studenti]] del [[Ministero dell'Università e della Ricerca|MIUR]] nell'anno accademico [[2006]]/[[2007]]</ref>
 
# [[Marocco]], 284 (23,36%)
==== Accademia di Belle Arti ====
# [[Romania]], 208 (17,11%)
{{Vedi anche|Accademia di belle arti di Urbino}}
# [[Moldavia]], 71 (5,84%)
Urbino è anche sede di una prestigiosa [[Accademia di Belle Arti]], fondata nel 1967, in cui la carica di Presidente del Consiglio di Amministrazione è ricoperta dal 2003 da [[Vittorio Sgarbi]].
# [[Kosovo]], 66 (5,43%)
# [[Macedonia del Nord]], 58 (4,77%)
# [[Albania]], 55 (4,52%)
# [[Nigeria]], 44 (3,62%)
# [[Polonia]], 39 (3,21%)
# [[Ucraina]], 36 (2,96%)
# [[Cina]], 24 (1,97%)
 
==== La comunità giudaica ====
L'Accademia ha la sua sede principale all'interno dell'ex convento dei [[Ordine dei Carmelitani Scalzi|Carmelitani Scalzi]], in cima a via Raffaello.
{{Vedi anche|Comunità ebraica di Urbino}}
[http://www.accademiadiurbino.it/aabb/]
Urbino è sede di una delle più antiche comunità ebraiche d'Italia, che prosperò grazie alla protezione accordatale da [[Federico da Montefeltro]]. Il ghetto fu stabilito solo agli inizi del [[XVII secolo]] quando Urbino passò sotto lo Stato Pontificio. A testimonianza della storia e della vitalità della comunità rimangono le due sinagoghe (di cui una ancora integra) e l'antico cimitero a Gadana.<ref>Annie Sacerdoti, ''Guida all'Italia ebraica'', Genova, Marietti, 1986</ref>
 
==== ISIATradizioni e folclore ====
* [[Festa del santo patrono|Festa patronale]] di [[Crescentino di Città di Castello|San Crescentino]], è una processione per le vie del centro, che si svolge il 1º giugno.<ref>{{cita web|1=https://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cronaca/un-cardinale-per-san-crescentino-e-alla-processione-e-mare-di-folla-992aae10|titolo=Un cardinale per San Crescentino. E alla processione è mare di folla|editore=ilrestodelcarlino.it|data=2 giugno 2024|accesso=10 ottobre 2024}}</ref>
Acronimo di [[Istituto superiore per le industrie artistiche]].
* Festa di Carnevale, consiste in una sfilata, a cura delle contrade cittadine, di gruppi mascherati per le vie del centro storico, che si svolge a febbraio.<ref>{{cita web|1=https://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cronaca/esplode-il-carnevale-tre-giorni-di-allegria-con-maschere-e-sorprese-3b6febfd|titolo=Esplode il Carnevale. Tre giorni di allegria con maschere e sorprese|editore=ilrestodelcarlino.it|data=8 febbraio 2024|accesso=10 ottobre 2024}}</ref>
È nato negli anni sessanta del [[XX secolo]] dal Corso Superiore di Arte Grafica (CSAG), della [[Scuola del Libro]], un corso triennale da frequentare dopo il diploma di Maestro d'Arte, ed attualmente molto rinomato in [[Italia]] nel campo della grafica. Il diploma che si consegue alla fine ha lo stesso valore della laurea.
* Festa dei Cappuccini, si svolge, dal [[1861]], nel mese di agosto. È organizzata dalla [[Società di mutuo soccorso|Società del Soldo]]<ref>{{cita web|1=https://www.prourbino.it/SocietaDelSoldo/SoldoSocieta_home.htm|titolo=Società del Soldo homepage|editore=prourbino.it|accesso=11 ottobre 2024}}</ref> e si sviluppa intorno all'ex convento dei Cappuccini, con aree dedicate alla gastronomia, ai concerti ed ai balli ma anche a conferenze culturali. Il ricavato della festa viene devoluto in beneficenza.<ref>{{cita web|1=https://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cronaca/societa-del-soldo-ai-cappuccini-per-la-163a-volta-0a0fc471?live|titolo=Società del Soldo, ai Cappuccini per la 163ª volta|editore=ilrestodelcarlino.it|data=13 agosto 2024|accesso=11 ottobre 2024}}</ref>
* [[Festa dell'aquilone]], è una storica gara tra le contrade cittadine, che si svolge il primo fine settimana di settembre, dal [[1955]].<ref>{{cita web|1=https://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cronaca/festa-dellaquilone-oggi-la-gara-ecco-chi-ha-vinto-le-sfide-in-fortezza-0e831e3a|titolo=Festa dell’aquilone, oggi la gara. Ecco chi ha vinto le sfide in Fortezza|editore=ilrestodelcarlino.it|data=1 settembre 2024|accesso=10 ottobre 2024}}</ref><ref>{{cita web|1=https://www.youtube.com/watch?v=uqqNVMxd9jg&t=2s|titolo=La Sagra dell'Aquilone a Urbino - Archivio Storico Luce - La settimana INCOM 00637 del 30/08/1951|editore=youtube.com|data=|accesso=10 ottobre 2024}}</ref>
* Festa della Madonna del Giro, è un'antica usanza popolare diffusa nel territorio della [[Arcidiocesi di Urbino-Urbania-Sant'Angelo in Vado|diocesi urbinate]], risalente al [[XV secolo]]<ref>{{cita web|1=https://www.famigliacristiana.it/articolo/il-santuario-itinerante-delle-marche.aspx|titolo=Il "santuario itinerante" delle Marche|editore=famigliacristiana.it|data=17 luglio 2013|accesso=11 ottobre 2024}}</ref>. Consiste nella permanenza in ognuna delle parrocchie della diocesi di un quadro della Vergine per un anno. All'arrivo della tela in una parrocchia, viene accolta naturalmente da una celebrazione e da una processione, ma anche da una vera e propria festa. Inoltre l'itinerario percorso dalla processione viene abbellito da decorazioni, realizzate dalla popolazione locale.
 
=== Istituzioni, enti e associazioni ===
L'istituto ha sede nel prestigioso [[Monastero di Santa Chiara (Urbino)|ex Monastero di Santa Chiara]], opera di [[Francesco di Giorgio Martini]].
In quanto [[capoluogo di provincia]], in città hanno sede diverse istituzioni pubbliche, come la sede distaccata della Prefettura, il Tribunale, l'Agenzia delle Entrate e quella del Territorio. Inoltre, data la sua importanza culturale, la città è stata sede, prima della Soprintendenza storico-artistica regionale ([[1939]]-[[2014]]), e ora della [[Musei nazionali italiani#Polo museale delle Marche|Direzione regionale dei Musei]]<ref>{{cita web|1=https://www.musei.marche.beniculturali.it/|titolo=Polo Museale delle Marche|editore=musei.marche.beniculturali.it|data=|accesso=26 agosto 2023|dataarchivio=13 dicembre 2023|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20231213122824/https://www.musei.marche.beniculturali.it/|urlmorto=sì}}</ref> (dal 2014). È sede [[Arcidiocesi di Urbino-Urbania-Sant'Angelo in Vado|vescovile]], l'istituzione cittadina più antica ancora esistente. Oltre a queste istituzioni, bisogna aggiungere anche il folto numero di istituzioni scolastiche e universitarie, che caratterizzano da secoli la città. Infatti, proprio per la presenza dell'università, la città ospita anche una sede dell'Ente Regionale per il Diritto allo Studio universitario (ERDIS)<ref>{{cita web|1=http://erdis.it/1-chi-siamo_sedi-principali/|titolo=Presidi Erdis|editore=erdis.it|data=|accesso=3 febbraio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190204014341/http://erdis.it/1-chi-siamo_sedi-principali/|dataarchivio=4 febbraio 2019|urlmorto=no}}</ref>.
[[File:Urbino Hospital and Nursing home.jpg|thumb|upright=1.3|L'Ospedale e la R.S.A. Montefeltro]]
==== Settore sanitario ====
In città hanno sede alcuni uffici dell'Azienda Sanitaria Territoriale (A.S.T.) Pesaro - Urbino, una delle cinque della [[Marche|Regione]]<ref>{{cita web|1=http://www.asurzona3.marche.it/home.asp|titolo=Homepage del sito ufficiale dell'ASUR area vasta 1|editore=http://www.asurzona3.marche.it|data=|accesso=17 gennaio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180702104114/http://www.asurzona3.marche.it/home.asp|dataarchivio=2 luglio 2018|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita web |url=http://slideplayer.it/slide/3671589/ |titolo=Copia archiviata |accesso=5 febbraio 2018 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180205185006/http://slideplayer.it/slide/3671589/ |dataarchivio=5 febbraio 2018 |urlmorto=no }}</ref>.
 
Strutture sanitarie:
==== Scuola del Libro ====
* [[Ospedale Santa Maria della Misericordia (Urbino)|Ospedale "Santa Maria della Misericordia"]]
{{Vedi anche|Scuola del Libro}}
* [[Residenza sanitaria assistenziale|R.S.A.]] "Montefeltro"
[[File:Scuola del Libro Urbino.JPG|190px|thumb|right|La sede del L.A.''Scuola del Libro'', progettata dall'architetto De Carlo]]
* Residenza Protetta "Urbino Solidale"
Nata nel [[1861]] per volere del regio commissario straordinario per le [[Marche]] Lorenzo Valerio, si è subito affermata nell'[[Incisione]] ([[Calcografia]], [[Litografia (arte)|Litografia]] e [[Xilografia]]) e nell'Illustrazione del Libro, formando artisti di grande fama nel campo delle Arti Grafiche, come [[Francesco Carnevali]] e [[Leonardo Castellani]]; dopo di loro: [[Carlo Ceci]], [[Renato Bruscaglia]], [[Pietro Sanchini]] e tanti altri.
 
Ora è un [[Liceo artistico]] di istruzione superiore ed è composto da cinque sezioni: Incisione (suddivisa in: Calcografia, Litografia e Xilografia), Disegno Animato e Cinema d'Animazione (nata nel [[1951]]), Grafica Pubblicitaria e [[Fotografia]] (nata agli inizi degli anni sessanta), Grafica Editoriale e Restauro del Libro e infine Fotografia Artistica.
== Cultura ==
In origine l'Istituto è ospitato in alcuni ambienti del Palazzo Ducale poi verso gli anni settanta fu avviata la costruzione di una nuova sede, nella periferia della città, su progetto dell'architetto [[Giancarlo De Carlo]], ma per carenza di fondi i lavori si protrassero per tutti gli anni ottanta, col trasferimento di gran parte della scuola (in quanto l'edificio decarliano è rimasto incompiuto) nella nuova sede sul finire degli anni novanta; mentre la sezione di Disegno Animato e Cinema d'Animazione, gli uffici amministrativi (Presidenza e segreteria) e la Biblioteca sono state sistemate in una parte degli ambienti dell'ex convento di San Francesco.
;Candidatura a "Capitale europea della cultura 2019"
La città si è candidata a [[Capitale europea della cultura]] per il [[2019]]. Oltre alla città, il progetto avrebbe coinvolto l'intero territorio regionale, infatti il principale ente promotore era la [[Regione Marche]]. Il comitato promotore di tale candidatura era presieduto da [[Jack Lang]], ex ministro della cultura francese.<ref>{{cita web|url=http://www.urbino2019.eu/|titolo=Sito web ufficiale per la candidatura a capitale europea della Cultura|editore=urbino2019.eu|data=2013|accesso=13 maggio 2013|urlarchivio =https://web.archive.org/web/20151026113742/http://www.urbino2019.eu/|dataarchivio = 26 ottobre 2015|urlmorto = sì}}</ref> Il 12 giugno [[2013]] venne presentata ufficialmente, a [[Roma]] nella sede del [[Pio Sodalizio dei Piceni]], la candidatura della città. In questa occasione fu siglato anche un protocollo d'intesa tra la città di Urbino e quella di [[Sofia]], anch'essa candidata, per la [[Bulgaria]], a capitale europea della cultura 2019.<ref>{{Cita web |url=http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/marche/2013/06/12/Urbino-candida-capitale-cultura-2019_8860433.html |titolo=Urbino si candida capitale cultura 2019 - Marche - ANSA.it |accesso=17 giugno 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130619161653/http://ansa.it/web/notizie/regioni/marche/2013/06/12/Urbino-candida-capitale-cultura-2019_8860433.html |dataarchivio=19 giugno 2013 |urlmorto=no }}</ref> Il 15 novembre 2013 la città è stata esclusa dalla competizione in seguito alla decisione della giuria europea che doveva operare una selezione tra le varie città che avevano presentato la candidatura. Oltre a Urbino, tra le tante, vengono escluse [[Aosta]], [[Caserta]], [[Palermo]], [[Pisa]], [[Reggio Calabria]], [[Siracusa]], [[Taranto]] e [[Venezia]].<ref>{{Cita news|titolo = Capitale europea della cultura: Urbino esclusa dalla giuria|pubblicazione = [[Corriere Adriatico]]|url = http://www.corriereadriatico.it/PESARO/capitale_europea_2019_cultura_urbino_esclusa/notizie/359597.shtml|accesso = 15 novembre 2013|urlarchivio = https://archive.is/20131115190640/http://www.corriereadriatico.it/PESARO/capitale_europea_2019_cultura_urbino_esclusa/notizie/359597.shtml|dataarchivio = 15 novembre 2013|urlmorto = no|data = 15 novembre 2013}}</ref><ref>{{Cita news|titolo = Capitale europea della cultura: doccia fredda per Urbino|pubblicazione = [[il Messaggero]]|url = http://www.ilmessaggero.it/marche/urbino_esclusa_capitali_europea_cultura/notizie/359608.shtml|data = 15 novembre 2013|accesso = 15 novembre 2013|urlarchivio = https://archive.is/20131115190812/http://www.ilmessaggero.it/marche/urbino_esclusa_capitali_europea_cultura/notizie/359608.shtml|dataarchivio = 15 novembre 2013|urlmorto = no}}</ref><ref>{{Cita news|titolo = Capitale cultura: Comm. Europea, 6 le città italiane candidate per il 2019|pubblicazione = [[AgenParl]]|url = http://www.agenparl.it/articoli/news/politica/20131115-capitale-cultura-comm-europea-6-le-citta-italiane-candidate-per-il-2019|data = 15 novembre 2013|accesso = 15 novembre 2013|urlarchivio = https://archive.is/20131115191314/http://www.agenparl.it/articoli/news/politica/20131115-capitale-cultura-comm-europea-6-le-citta-italiane-candidate-per-il-2019|dataarchivio = 15 novembre 2013|urlmorto = sì}}</ref>
 
=== Istruzione ===
==== Archivi e biblioteche ====
* Sottosezione dell'Archivio di Stato di Pesaro. Situato nel piano seminterrato del Palazzo Scolastico "Giovanni Pascoli" (Istituto Comprensivo "Volponi-Pascoli"), dal [[2007]], quando fu trasferito dal secondo piano di [[palazzo Corboli Aquilini]]. Conserva, oltre ai documenti d'archivio, anche una biblioteca.
* Archivio del comune. È diviso tra due sedi, i documenti antecedenti ai primi anni del [[XIX secolo]] sono custoditi presso l'archivio dell'Università cittadina, mentre i documenti successivi a quel periodo sono conservati in alcuni ambienti della Scuola secondaria di primo grado "P. Volponi" (Istituto Comprensivo "Volponi-Pascoli"), nella periferia della città, e fanno parte, assieme all'archivio sanitario, della sottosezione dell'archivio di stato; nell'ottica di costituire un unico polo archivistico territoriale<ref>{{cita web|url=http://pau.beniculturali.it/?p=72|titolo=Apre l’archivio in via Oddi: accessibili documenti del Comune dall’800|editore=http://pau.beniculturali.it|data=29 aprile 2012|accesso=16 gennaio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190117013444/http://pau.beniculturali.it/?p=72|dataarchivio=17 gennaio 2019|urlmorto=no}}</ref>. L'archivio storico del comune possiede anche gli archivi di alcune importanti famiglie nobili urbinati, con l'eccezione delle più importanti, ovvero quelle dei [[Da Montefeltro|Montefeltro]] - [[Della Rovere]] (suddiviso tra l'Archivio di Stato di Pesaro, quello di Firenze e l'[[Archivio apostolico vaticano|Archivio Vaticano]]) e degli [[Albani (famiglia romana)|Albani]], trasferito fuori Urbino nel 1915, presso la [[Villa Imperiale (Pesaro)|Villa Imperiale]] di Pesaro (residenza dei [[Castelbarco|discendenti]] della famiglia).
* Archivio e biblioteca diocesani. L'archivio si trova al piano terra del [[Palazzo Arcivescovile (Urbino)|palazzo arcivescovile]]<ref>{{Cita web|url=https://www.beweb.chiesacattolica.it/istituticulturali/istituto/1515/Archivio+diocesano+di+Urbino|titolo=Archivio diocesano di Urbino|sito=beweb.chiesacattolica.it|editore=CEI - Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l'edilizia di culto|data=11 novembre 2022|accesso=29 maggio 2023}}</ref>. Invece la biblioteca è suddivisa tra tre sedi, l'ex seminario attiguo alla [[Chiesa di San Sergio (Urbino)|chiesa di San Sergio]]<ref>{{Cita web|url=https://www.beweb.chiesacattolica.it/istituticulturali/istituto/697/Biblioteca+diocesana|titolo=Biblioteca diocesana - Urbino|sito=beweb.chiesacattolica.it|editore=CEI - Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l'edilizia di culto|data=21 ottobre 2022|accesso=29 maggio 2023}}</ref>, l'ex chiesa di San Donato ''extra muros'' ed il piano terra di palazzo Petrangolini (lato posteriore, verso via Santa Chiara)<ref>{{Cita web|url=https://www.beweb.chiesacattolica.it/istituticulturali/istituto/2763/Biblioteca+diocesana+di+Urbino+-+sez.+Petrangolini|titolo=Biblioteca diocesana di Urbino - sez. Petrangolini|sito=beweb.chiesacattolica.it|editore=CEI - Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l'edilizia di culto|data=24 ottobre 2022|accesso=29 maggio 2023}}</ref>.
* Archivio della Confraternita del Corpus Domini. È situato nei locali attigui all'oratorio della confraternita, in via G. Mazzini (Valbona)<ref>{{Cita web|url=https://www.beweb.chiesacattolica.it/istituticulturali/istituto/3536/Archivio+della+Confraternita+del+Corpus+Domini|titolo=
Archivio della Confraternita del Corpus Domini - Urbino|sito=beweb.chiesacattolica.it|editore=CEI - Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l'edilizia di culto|data=10 novembre 2020|accesso=29 maggio 2023}}</ref>.
* Archivio della Confraternita della Morte. È situato nei locali attigui all'oratorio della confraternita, in via Porta Maia<ref>{{Cita web|url=https://www.beweb.chiesacattolica.it/istituticulturali/istituto/3539/Archivio+della+Compagnia+della+Morte|titolo=
Archivio della Compagnia della Morte - Urbino|sito=beweb.chiesacattolica.it|editore=CEI - Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l'edilizia di culto|data=28 aprile 2013|accesso=29 maggio 2023}}</ref>.
* Archivio della cappella musicale del Santissimo Sacramento.
* Archivi e [[Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo"#Sistema bibliotecario di ateneo|biblioteche dell'Università]]. L'archivio si trova nella sede centrale di [[palazzo Bonaventura]], assieme alla biblioteca di area umanistica. Mentre tra le biblioteche bisogna segnalare quella della Fondazione Carlo e Marise Bo, che conserva e gestisce la donazione di libri e oggetti del [[Carlo Bo|critico letterario]], situata all'interno di [[palazzo Passionei Paciotti]].
* [[Accademia Raffaello|Biblioteca dell'Accademia Raffaello]]. Situata al piano terra di palazzo Viviani, sede dell'accademia.
* Biblioteca comunale "Lilliput", è una biblioteca per bambini, nata nel [[2012]] e conserva un patrimonio di 1000 documenti, tra libri e [[DVD]]<ref>{{Cita web|url=https://bibliomarchenord.it/SebinaOpac/library/URBINO%20-%20Biblioteca%20'Lilliput'/URBUB|titolo=URBINO - Biblioteca 'Lilliput'|sito=bibliomarchenord.it|accesso=23 ottobre 2024}}</ref>. È ospitata nella Casa delle Vigne<ref>{{Cita web|url=https://www.comune.urbino.pu.it/area-stampa/news/sala-di-lettura-per-bambini-lilliput|titolo=Sala di lettura per bambini "Lilliput"|sito=comune.urbino.pu.it|accesso=23 ottobre 2024}}</ref>, sopra il piazzale del Mercatale.
 
==== Istituzioni culturali ====
In città sono nate diverse accademie, ma l'unica esistente è l'Accademia Raffaello; eccole elencate in ordine cronologico<ref>{{cita libro | autore= Bramante Ligi | titolo=Uomini illustri e benemeriti di Urbino - attraverso le iscrizioni della città. Frammenti di Storia urbinate | anno= 1968 | editore=Scuola Tipografica ''Bramante'' | città=Urbania |p = 160}}</ref>:
*Accademia degli Assorditi, nata sotto il ducato di [[Guidobaldo I da Montefeltro]], aveva come emblema la nave di [[Ulisse]] con le sirene, col motto ''Canite surdis''. Quest'accademia vanta di avere nei suoi registri i nomi di importanti letterati italiani, come [[Torquato Tasso]], [[Ludovico Ariosto]], [[Pietro Bembo]], [[Pietro Aretino]], i sommi pontefici [[Clemente XI]] e [[Benedetto XIV]] e tanti altri.
*Accademia dei Pascolini, nata nel [[1659]] per volontà del cardinal legato [[Scipione Pannocchieschi|Scipione Delci]]; il suo stemma raffigurava un prato, sovrastato dal motto ''Vernant Pasqua'' collocato in un cartiglio volante. Lo statuto di tale accademia fu approvato nel [[1688]]. L'Accademia sceglieva le compagnie comiche e di musica per i pubblici festeggiamenti del [[Carnevale]]. Inoltre possedeva un proprio teatro all'interno del [[Palazzo Ducale (Urbino)|Palazzo Ducale]], che fu anche l'unico della città fino all'inaugurazione dell'ottocentesco Teatro Sanzio. All'interno del teatro, l'accademia metteva in scena commedie e tragedie realizzate da autori urbinati.
*Accademia dei Nascenti, nata nel [[1699]], tra i suoi fondatori si annoverano Giuseppe e [[Raffaele Fabretti]]. Il suo stemma rappresentava un anonimo e ospitale giardino adornato da fiori e fontane, con il motto ''Favente dilucula''.
*Accademia o Colonia Metaurica, fondata nel [[1701]] dal conte Carlo Silvestro Palma<ref>Bramante Ligi, op. cit., 1968</ref>. Legata alla romana [[Accademia dell'Arcadia]]<ref>{{cita libro| nome=Nando | cognome=Cecini | capitolo=La cultura accademico-letteraria e il culto delle patrie memorie nei secoli XVII e XVIII | titolo=Arte e cultura nella provincia di Pesaro e Urbino dalle origini a oggi | curatore=Franco Battistelli | anno=1986 | editore=Marsilio editori | città=Venezia | p=410 | ISBN=88-317-4868-8 }}</ref>.
*Accademia di Scienze, Lettere ed Arti, fondata nel [[1862]] da [[Francesco Puccinotti]]. Istituzione dal carattere prevalentemente scientifico, con sede nel [[Palazzo Bonaventura|Palazzo dell'Università]]. Ne fece parte anche [[Alessandro Serpieri (1823-1885)|Alessandro Serpieri]], assieme al Puccinotti, i membri più attivi; tant'è che dopo la morte di quest'ultimo e la partenza da Urbino del Serpieri, l'Accademia, stretta da problemi economici, cessò di esistere.<ref>{{cita libro | autore= Anna Fucili | titolo=L'Accademia Raffaello 1869-1969 | anno= 2003 | editore=Accademia Raffaello | città=Urbino |p = 15 | ISBN=88-87573-10-7}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|titolo=Urbino dell'Ottocento |autore=Luigi Renzetti |rivista=Urbinum |anno = XVII (1942) |p=46}}</ref>
*Accademia Raffaello, nacque nel [[1869]] per iniziativa del conte Pompeo Gherardi. Si tratta di un'istituzione senza scopo di lucro, impegnata nella ricerca e nella divulgazione dell'opera di Raffaello Sanzio e di altri uomini illustri e benemeriti della città; oltre a effettuare e promuovere ricerche sulla storia cittadina.
{{Vedi anche|Accademia Raffaello}}
 
==== Scuole ====
[[File:Itis Mattei Urbino.JPG|thumb|rightupright|95px|lL'ITISI.T.I.S. "Enrico ''Mattei", opera dell''architetto [[Edoardo Detti]]]]
* Istituto d'Istruzione Superiore "Raffaello". L'istituto, che comprende quattro indirizzi (liceo classico, linguistico, turistico e tecnico-economico), è una delle istituzioni scolastiche più antiche della città. Le sue origini più lontane risalgono a quel "[[Palazzo del Collegio Raffaello|Collegio dei Nobili]]" fondato in Urbino nel 1699 per volontà dell'urbinate Gianfrancesco Albani diventato poi [[papa Clemente XI]] e che, nel 1884, fu trasformato nel Regio Liceo-Ginnasio “Raffaello”, da cui discende direttamente la scuola. Per secoli la scuola è stata punto di riferimento per la gioventù di tutto un territorio al di qua e al di là dell'[[Appennino]], annoverando tra i propri alunni persone che hanno lasciato un segno tangibile nella storia d'Italia. Il poeta [[Giovanni Pascoli]] (1855 – 1912) ne è l'esempio più illustre.<ref>{{cita web|1=http://www.iisraffaello.edu.it/la-scuola/la-storia-dell-i-i-s-raffaello/|titolo=La storia dell’ I.I.S. Raffaello|editore=iisraffaello.edu.it|data=|accesso=17 gennaio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181220230407/http://www.iisraffaello.gov.it/la-scuola/la-storia-dell-i-i-s-raffaello-di-urbino/|dataarchivio=20 dicembre 2018|urlmorto=no}}</ref>
* Scuole dell'Infanzia (materna) : 6
* Liceo artistico "Scuola del Libro". Nata nel [[1861]] come ''Istituto di Belle Arti delle Marche'', dal [[1923]] ha assunto la denominazione di ''Istituto per la Decorazione e l'Illustrazione del Libro'' per poi diventare ''Istituto d'Arte Scuola del Libro'' e infine la trasformazione in [[Liceo Artistico]]. La scuola è stata molto rinomata nel campo dell'illustrazione e decorazione del libro, verso la prima metà del [[XX secolo]]. Dalla seconda metà del [[XX secolo|secolo]] si è imposta nel campo delle arti grafiche, soprattutto nell'incisione.
* Scuole Primarie (elementari) : 8
{{Vedi anche|Scuola del Libro}}
* Scuole Secondarie di I Grado (scuole medie) : 2 Istituti Comprensivi (comprendenti: materna,elementare e media)
* Istituto Tecnico Industriale Statale "Enrico Mattei"<ref>{{cita web|1=https://www.itisurbino.edu.it/|titolo=Sito ufficiale|editore=itisurbino.edu.it|accesso=16 ottobre 2024}}</ref>. L'edificio, in cui ha sede la scuola, è stato progettato da [[Edoardo Detti]] e realizzato tra il [[1961]] e il [[1981]]<ref>{{Cita web|url=https://censimentoarchitetturecontemporanee.cultura.gov.it/scheda-opera?id=2873|titolo=Istituto Tecnico Industriale |sito =censimentoarchitetturecontemporanee.cultura.gov.it|editore =Mi.C. - Direzione Generale Creatività Contemporanea|data =24 gennaio 2025 |accesso=6 giugno 2025}}</ref>; si tratta del maggior complesso architettonico contemporaneo della città, dopo i Collegi universitari di De Carlo. Conta oltre 1&nbsp;100 studenti. Si compone di quattro indirizzi, dopo un biennio comune, e sono: chimica, materiali e biotecnologie; elettronica, elettrotecnica e robotica; informatica e telecomunicazioni; meccanica, meccatronica ed energia.
* Scuole Secondarie di II Grado (Scuole Superiori) :
* Liceo scientifico e delle scienze umane "Luciano Laurana - Bernardino Baldi"<ref>{{cita web|1=https://www.liceolaurana.edu.it/wp-laurana/|titolo=Sito ufficiale|editore=liceolaurana.edu.it|accesso=16 ottobre 2024}}</ref>. Si compone di quattro indirizzi: liceo scientifico nuovo ordinamento, liceo scientifico delle scienze applicate, liceo delle scienze umane, liceo delle scienze umane economico-sociale.
**Liceo Classico ''Raffaello''
* Istituto Comprensivo "Paolo Volponi - Giovanni Pascoli"<ref>{{cita web|url=https://icurbino.edu.it/|titolo=ISTITUTO COMPRENSIVO VOLPONI-PASCOLI}}</ref>. Nel 2024 gli istituti "P. Volponi" e "G. Pascoli" sono stati fusi in un unico istituto. Comprende otto scuole dell'infanzia (due nel comune di Petriano e tre nelle frazioni di Canavaccio, Castelcavallino e Trasanni), sei primarie (una nel comune di Petriano e una nella frazione di Canavaccio) e tre secondarie di primo grado (una nel comune di Petriano). Gli edifici principali dell'Istituto sono la Scuola secondaria di primo grado "Paolo Volponi", in via Muzio Oddi nella zona nuova della città, ed il Palazzo scolastico "Giovanni Pascoli", che ospita sia una scuola primaria che una secondaria di primo grado, situato nel centro storico in via Piano Santa Lucia. Quest'ultimo palazzo fu eretto tra il 1932 ed il '34, sull'antico Giardino di Santa Lucia, in piena epoca fascista come denuncia l'architettura dell'edificio, per ospitare le scuole elementari.
**Liceo Scientifico ''Luciano Laurana''
**Liceo delle Scienze Umane ''Bernardino Baldi''
**Liceo Artistico ''Scuola del Libro''
**Istituto Tecnico Industriale Statale ''Enrico Mattei''
* Scuole Private: 3 Scuole dell'Infanzia
 
==== Università ====
==Media==
* [[Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo"|Università degli Studi "Carlo Bo"]]. Si tratta di una delle più antiche (fondata nel 1506) università d'Europa. La città di Urbino conta più iscritti alla sua università che abitanti, infatti gli iscritti erano {{formatnum:17731}} nel 2006. Nel 2006 si sono celebrati i festeggiamenti per il suo cinquecentenario, con l'emissione anche di un francobollo commemorativo speciale.<ref>[http://anagrafe.miur.it/cerca.php?misure%5B%5D=iscr&filtra-anno-accademico=2006&filtra-tipo-laurea=&filtra-area=&filtra-classe=&filtra-regione-univ=11&filtra-universita=63&filtra-facolta=&filtra-regione-sede=&filtra-provincia-sede=&filtra-comune-sede=&filtra-cittadinanza=&filtra-tipo-nazionalita=&filtra-regione-res=&filtra-provincia-res=&filtra-tipo-diploma=&filtra-fascia-voto-diploma=&filtra-anno-diploma=&filtra-fascia-eta=&filtra-sesso=&filtra-anno-corso=&filtra-parola-chiave=&module=Anagrafe&action=Risultati&gruppo%5B%5D=anno-accademico&gruppo%5B%5D=universita&gruppo%5B%5D=classe&gruppi_js=anno-accademico%3Auniversita%3Aclasse Dati dell'ufficio di statistica] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20190319091327/http://anagrafe.miur.it/cerca.php?misure%5B%5D=iscr&filtra-anno-accademico=2006&filtra-tipo-laurea=&filtra-area=&filtra-classe=&filtra-regione-univ=11&filtra-universita=63&filtra-facolta=&filtra-regione-sede=&filtra-provincia-sede=&filtra-comune-sede=&filtra-cittadinanza=&filtra-tipo-nazionalita=&filtra-regione-res=&filtra-provincia-res=&filtra-tipo-diploma=&filtra-fascia-voto-diploma=&filtra-anno-diploma=&filtra-fascia-eta=&filtra-sesso=&filtra-anno-corso=&filtra-parola-chiave=&module=Anagrafe&action=Risultati&gruppo%5B%5D=anno-accademico&gruppo%5B%5D=universita&gruppo%5B%5D=classe&gruppi_js=anno-accademico%3Auniversita%3Aclasse |data=19 marzo 2019 }} dell'[[Anagrafe Nazionale Studenti]] del [[Ministero dell'università e della ricerca|MIUR]] nell'anno accademico [[2006]]/[[2007]]</ref>
===Cinema===
* [[Accademia di belle arti di Urbino|Accademia di belle arti]]. L'istituzione fu fondata nel 1967. La carica di presidente del consiglio di amministrazione è stata ricoperta, dal 2003 al 2013, da [[Vittorio Sgarbi]]. L'Accademia ha la sua sede principale all'interno dell'[[ex convento dei Carmelitani Scalzi]], in cima a via Raffaello.
* [[Istituto superiore per le industrie artistiche (Urbino)|ISIA]]. Acronimo di [[Istituto superiore per le industrie artistiche]]. È nato negli anni sessanta del [[XX secolo]] dal Corso Superiore di Arte Grafica (CSAG) della [[Scuola del Libro]], un corso triennale da frequentare dopo il diploma di Maestro d'Arte. Il diploma che si consegue alla fine ha lo stesso valore della laurea. L'istituto ha sede nell'[[Ex monastero di Santa Chiara (Urbino)|ex monastero di Santa Chiara]], opera di [[Francesco di Giorgio Martini]].
 
==== Musei ====
'''Film girati in Urbino'''
* [[Galleria nazionale delle Marche]]. È il principale museo cittadino e uno dei più noti a livello nazionale. Istituito il 7 marzo [[1912]], negli ambienti del [[Palazzo Ducale (Urbino)|Palazzo Ducale]]. Conserva un importante patrimonio storico artistico, composto dalle opere d'arte medievale fino a quelle barocche, ma la collezione più consistente è quella rinascimentale.
* Casa di Raffaello.
{{Vedi anche|Casa Santi}}
 
* [[Museo del lapidario|Museo archeologico Lapidario]]. È ospitato all'interno di alcuni ambienti nel pianterreno del Palazzo Ducale. Conserva diversi reperti lapidei di epoca romana, provenienti da Urbino, e il lascito di epigrafi dell'archeologo urbinate [[Raffaele Fabretti]].<ref>{{cita web|url=https://cultura.gov.it/luogo/museo-del-lapidario-di-urbino|titolo=Museo archeologico lapidario|editore=cultura.gov.it|data=20 luglio 2023|accesso=13 agosto 2024}}</ref>
* ''[[La mandragola (film)|La mandragola]]''
* [[Museo diocesano Albani]]. È ospitato all'interno di alcuni ambienti al pianterreno dell'[[Palazzo Arcivescovile (Urbino)|Episcopio]], tra questi vi sono le antiche sacrestie della cattedrale, una risalente al [[XVI secolo|XVI]] e l'altra al [[XVIII secolo]]. Il museo fu istituito nel [[1964]], per conservare meglio il tesoro della cattedrale urbinate e raccogliere le opere d'arte della diocesi, soprattutto quelle presenti nelle chiese di campagna più sperdute. Inoltre contiene opere pregevoli (paramenti sacri, arredi liturgici, codici miniati, ecc.) del tesoro della cattedrale cittadina, costituito in gran parte dalle cospicue donazioni di [[papa Clemente XI]], nella prima metà del XVIII secolo, e di altri membri di Casa [[Albani (famiglia romana)|Albani]]. Negli ultimi anni è stato sottoposto a una radicale ristrutturazione, terminata con la riapertura del museo il 20 marzo [[2010]].
Nel [[1965]] vennero girate all'interno di un convento alcune scene del film, in clandestinità e molto velocemente, in quanto l'[[arcivescovo]] di Urbino, appena saputo delle riprese del film, ha intimato alla produzione di stare alla larga dal convento e di limitare il loro campo di azione alla città ed alla campagna.
* [[Museo della Città (Urbino)|Museo della Città]]. È stato un museo di recente istituzione, realizzato all'interno delle sale nel piano seminterrato di [[palazzo Bonaventura Odasi]]. Il percorso museale era mirato a illustrare la storia e le peculiarità della città attraverso un allestimento moderno e coinvolgente<ref>{{cita web|url=http://www.museionline.info/musei/museo-della-citta-di-urbino|titolo=Museo della Città di Urbino|editore=http://www.museionline.info|data=24 giugno 2014|accesso=16 gennaio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190319091327/http://www.museionline.info/musei/museo-della-citta-di-urbino|dataarchivio=19 marzo 2019|urlmorto=no}}</ref>. Dal [[2015]] è stato sostituito dalla ''Casa della Poesia'', inaugurata ufficialmente il 27 marzo<ref>{{cita web|url=https://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cultura/urbino-casa-poesia-sgarbi-pound-1.804993|titolo=Urbino, la Casa della Poesia restituirà le voci dei grandi della letteratura|editore=https://www.ilrestodelcarlino.it|data=29 marzo 2015|accesso=16 gennaio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180718030822/https://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cultura/urbino-casa-poesia-sgarbi-pound-1.804993|dataarchivio=18 luglio 2018|urlmorto=no}}</ref>.
 
[[File:Orto Botanico Urbino.jpg|upright=0.8|thumb|L'Orto Botanico]]
* ''[[Una vergine per il principe]]''
* [[Orto botanico Pierina Scaramella|Orto botanico "Pierina Scaramella"]]. Ha il suo ingresso principale in via Bramante. L'edificio che contrassegna l'entrata principale è formato da un unico piano ed è di piccole dimensioni, progettato nel [[1846]] dall'architetto Vincenzo Ghinelli. L'Orto si sviluppa, per la maggior parte, su un grande terrapieno, che in origine era proprietà dell'adiacente [[Convento di San Francesco (Urbino)|convento di San Francesco]]. Nel [[1798]], durante l'occupazione francese, il comune confiscò il terzo orto del convento, per istituirvi, nel [[1809]], un orto botanico; finalizzato agli scopi didattici, legati agli insegnamenti di [[botanica]] e [[agraria]], del liceo Convitto (sostituto della soppressa università). A tal fine la sistemazione e l'organizzazione dell'orto fu curata da [[Giovanni de' Brignoli di Brünnhoff]], docente di botanica e agraria. Nel [[1813]] l'orto fu arricchito da una serra per le piante esotiche. Con la restaurazione del governo pontificio e la rinascita dell'[[Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo"|università]] il De Brignoli lasciò Urbino e la gestione dell'orto tornò ai [[padri Francescani]], ai quali fu imposto da [[papa Pio VII]] di mantenere la coltura botanica. Però, nel [[1844]], per gli eccessivi costi di mantenimento i padri dovettero cedere, in enfiteusi perpetua, l'orto all'università.
* Museo dei Gessi (Gipsoteca). È una testimonianza dell'antico Istituto per l'Illustrazione e la Decorazione del Libro, perché conserva una collezione di calchi in gesso di sculture antiche, utilizzati per gli scopi didattici della Scuola. È allestito all'interno dell'Istituto di Archeologia in alcuni ambienti di [[palazzo Albani]].<ref>{{cita web|url=https://www.uniurb.it/terzamissione/iniziative-di-natura-sociale-educativa-e-culturale/poli-museali/museo-dei-gessi|titolo=Museo dei Gessi|editore=https://www.uniurb.it|data=2019|accesso=16 gennaio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190319091327/https://www.uniurb.it/terzamissione/iniziative-di-natura-sociale-educativa-e-culturale/poli-museali/museo-dei-gessi|dataarchivio=19 marzo 2019|urlmorto=no}}</ref>
* Museo del Gabinetto di Fisica dell'Università. Si tratta di un museo che conserva gli antichi strumenti scientifici dell'Università. È situato all'interno di alcuni ambienti al secondo piano del [[Palazzo del Collegio Raffaello|palazzo dell'ex Collegio Raffaello]].<ref>{{cita web|url=http://physlab.uniurb.it/Museum.html|titolo=Sito ufficiale del Gabinetto di Fisica dell'Università|editore=http://physlab.uniurb.it|data=23 maggio 2018|accesso=16 gennaio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190117070116/http://physlab.uniurb.it/Museum.html|dataarchivio=17 gennaio 2019|urlmorto=sì}}</ref>
* Aula didattica "Bella Gerit". È stata aperta nel [[2010]] all'interno della Fortezza Albornoz. In essa sono esposti vari tipi di armi e armature del [[XV secolo]]<ref>{{cita web|1=http://www.urbinoservizi.it/fortezza-albornoz/|titolo=FORTEZZA ALBORNOZ|editore=urbinoservizi.it|data=|accesso=17 gennaio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180626001837/http://www.urbinoservizi.it/fortezza-albornoz/|dataarchivio=26 giugno 2018|urlmorto=no}}</ref>.
* Museum Graphía - Museo Internazionale della Stampa<ref>{{Cita web|url=https://www.museionline.info/marche-musei-monumenti/museum-graphia-museo-internazionale-della-stampa|titolo=Museum Graphía - Museo Internazionale della Stampa}}</ref>
* Lapidario di Urbino<ref>{{Cita web|url=https://www.museionline.info/marche-musei-monumenti/lapidario-di-urbino|titolo=Lapidario di Urbino}}</ref>
* Collezioni mineralogiche e raccolte naturalistiche del'univeristà<ref>{{Cita web|url=https://hello.uniurb.it/musei/home/collezioni-mineralogiche/|titolo=COLLEZIONI MINERALOGICHE E RACCOLTE GEONATURALISTICHE}}</ref>
 
== Media ==
* ''[[Un amore americano]]''
 
==== Stampa ====
* ''[[Rossini! Rossini!]]'' (una sola scena, nel parco della Fortezza Albornoz)
* Il Ducato, giornale a cura dell'Istituto per la formazione al Giornalismo, della locale [[Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo"|Università]]<ref>{{cita web|1=https://ifg.uniurb.it/|titolo=Il sito dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo|editore=https://ifg.uniurb.it|data=11 luglio 2018|accesso=17 gennaio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190219185510/https://ifg.uniurb.it/|dataarchivio=19 febbraio 2019|urlmorto=no}}</ref>.
* Redazione locale de Il Nuovo Amico, settimanale interdiocesano di Pesaro, Urbino e Fano e relativo territorio diocesano<ref>{{cita web|1=http://www.ilnuovoamico.it/category/urbino/|titolo=Sito ufficiale de Il nuovo amico|editore=http://www.ilnuovoamico.it|data=20 dicembre 2018|accesso=17 gennaio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180924190525/http://www.ilnuovoamico.it/category/urbino/|dataarchivio=24 settembre 2018|urlmorto=no}}</ref>.
 
==== Televisione ====
Nel territorio comunale ha sede l'emittente privata TELE 2000; che trasmette, fin dal [[1981]], su tutto il territorio della provincia di Pesaro e Urbino, diffondendo le notizie relative a quest'area.<ref>{{cita web|1=http://www.tele2000.it/|titolo=Sito ufficiale di Tele2000|editore=http://www.tele2000.it|data=16 gennaio 2019|accesso=17 gennaio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181119194327/http://www.tele2000.it/|dataarchivio=19 novembre 2018|urlmorto=no}}</ref>
 
=== Cinema ===
'''Film girati in Urbino'''
* ''Due selvaggi a corte'' ([[1958]]), con [[Leonora Ruffo]].
* ''[[La mandragola (film 1965)|La mandragola]]'', nel [[1965]] vennero girate all'interno di un convento alcune scene del film, in clandestinità e molto velocemente, in quanto l'arcivescovo [[Anacleto Cazzaniga]], appena saputo delle riprese del film, aveva intimato alla produzione di stare alla larga dal convento e di limitare il loro campo di azione alla città e alla campagna.
* ''[[Una vergine per il principe]]'' ([[1965]]).
* ''[[Rossini! Rossini!]]'' ([[1991]]), una scena nel parco della Fortezza Albornoz.
* ''[[Raffaello - Il principe delle arti in 3D]]'' ([[2017]]).
* ''[[La banda Grossi - Una storia vera quasi dimenticata]]''<ref>{{cita web|1=http://www.ansa.it/marche/notizie/2018/09/11/la-banda-grossi-in-sala-il-20-settembre_7200b200-caee-4dc9-b8af-a5c0fbd710ab.html|titolo=La Banda Grossi in sala il 20 settembre|editore=ansa.it|data=12 settembre 2018|accesso=23 settembre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180923200818/http://www.ansa.it/marche/notizie/2018/09/11/la-banda-grossi-in-sala-il-20-settembre_7200b200-caee-4dc9-b8af-a5c0fbd710ab.html|dataarchivio=23 settembre 2018|urlmorto=no}}</ref><ref>{{cita web|1=https://cine-studio.it/labandagrossi/|titolo=La Banda Grossi|editore=cine-studio.it|data=|accesso=23 settembre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190319091328/https://cine-studio.it/labandagrossi/|dataarchivio=19 marzo 2019|urlmorto=sì}}</ref> ([[2018]]).
* ''[[A Chiara]]'' (2021)<ref>{{Cita web|url = https://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cronaca/a-chiara-girato-a-urbino-proiezione-col-regista-1.6902140|titolo = 'A Chiara' girato a Urbino. Proiezione col regista |accesso = 12 novembre 2021}}</ref>.
 
'''Film TV girati in Urbino'''
* ''[[Un amore americano]]'' ([[1994]])
* ''Qualcuno da amare''<ref>{{cita web|1=http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2000/12/15/Spettacolo/RAIUNO-QUALCUNO-DA-AMARE_215500.php|titolo=RAIUNO: ''QUALCUNO DA AMARE''|editore=http://www1.adnkronos.com|data=15 dicembre 2000|accesso=17 gennaio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190117070127/http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2000/12/15/Spettacolo/RAIUNO-QUALCUNO-DA-AMARE_215500.php|dataarchivio=17 gennaio 2019|urlmorto=no}}</ref> (2000), miniserie [[Rai]] con [[Veronica Pivetti]].
* ''Datteri Dolci'' (''süße Datteln''), film tedesco del [[2010]] prodotto da TVfilm60 per il canale pubblico [[ARD]].
* ''Il giallo di Urbino'' (''Der Urbino krimi''), miniserie tedesca di due puntate, girata in città nell'estate del [[2015]] e trasmessa per la prima volta il 17 marzo [[2016]] (prima puntata) sul canale [[Das Erste]]<ref>{{cita web|1=https://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/spettacoli/tv/der-urbino-krimi-ard-tv-in-onda-a-marzo-1.1658607|titolo=A marzo la tv tedesca lancia “Il Giallo d’Urbino”|editore=https://www.ilrestodelcarlino.it|data=19 gennaio 2016|accesso=16 gennaio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180725214558/https://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/spettacoli/tv/der-urbino-krimi-ard-tv-in-onda-a-marzo-1.1658607|dataarchivio=25 luglio 2018|urlmorto=no}}</ref>.
* ''[[Io ci sono]]'' ([[2016]]).
 
=== Musica ===
* Qualcuno da amare [http://www.raipremium.rai.it/dl/RaiPremium/programma.html?ContentItem-e9ac3b19-8f71-41a3-b3c0-2d3b47c5993b] (2000), miniserie [[Rai]] con [[Veronica Pivetti]].
Urbino è sede da più di 40 anni del ''Festival internazionale di musica antica'', che raccoglie ogni anno d'estate appassionati da tutto il mondo. Inoltre la città ospita, nella prima settimana di agosto di ogni anno, il festival ''Urbino Plays Jazz'', organizzato dall'associazione Urbino Jazz Club e promosso dal Comune di Urbino. La città è attiva anche per ciò che concerne la musica contemporanea e la nuova scena musicale internazionale, avendo ospitato per diversi anni il Festival internazionale di musica indipendente ''Frequenze Disturbate''.
 
Il 30 gennaio 2014 è stato girato presso il [[Teatro Sanzio|teatro cittadino]], il video della canzone ''[[Trattengo il fiato]]'' di [[Emma Marrone|Emma]]<ref>{{cita web|1=https://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/spettacoli/musica/2014/02/12/1024772-video-emma-marrone-urbino.shtml#1|titolo=Emma, il video girato a Urbino: come una diva in "Trattengo il fiato"|editore=https://www.ilrestodelcarlino.it|data=12 febbraio 2014|accesso=16 gennaio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180925025518/https://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/spettacoli/musica/2014/02/12/1024772-video-emma-marrone-urbino.shtml#1|dataarchivio=25 settembre 2018|urlmorto=no}}</ref>.
* Datteri Dolci (süße Datteln), film tedesco del 2010 prodotto da TVfilm60 per il canale pubblico [[ARD]].
 
==== Cappella Musicale del Santissimo Sacramento ====
===Televisione===
{{Vedi anche|Cappella Musicale del Santissimo Sacramento}}
Nel territorio comunale ha sede l'emittente privata [[TELE 2000]]; che trasmette, fin dal [[1981]], su tutto il territorio della provincia di Pesaro e Urbino, diffondendo le notizie relative a quest'area.<ref>http://www.tele2000.it/</ref>
La Cappella nacque nel [[1507]] ed è sede di scuole di musica, dove è possibile frequentare corsi di canto e di vari strumenti musicali. Inoltre organizza stagioni concertistiche in autunno e in primavera. Ha la sua sede in via Lorenzo Valerio 7, all'interno dell'antico palazzo Cerioni, in cui vi risiede fin dal [[1867]]; ma lo ha acquistato dal Comune solo nel [[1936]].<ref>Franco Negroni, ''Appunti su alcuni palazzi e case di Urbino'', Urbino, Accademia Raffaello, 2005, ISBN 88-87573-22-0</ref><ref>{{cita web|1=http://www.cappellamusicaleurbino.it/|titolo=Sito ufficiale della Cappella Musicale del Santissimo Sacramento|editore=cappellamusicaleurbino.it|data=2019|accesso=16 gennaio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181127084609/http://www.cappellamusicaleurbino.it/|dataarchivio=27 novembre 2018|urlmorto=no}}</ref>.
 
===Stampa Cucina ===
Prodotto gastronomico tipico della zona è la [[casciotta d'Urbino]], antica varietà di formaggio che vanta l'inserimento del prodotto nell'Atlante dei prodotti tipici e la denominazione di origine, nonché il riconoscimento della DOP ([[Denominazione di origine protetta]]) da parte dell'Unione europea. Un'altra specialità tipica è la [[Crescia|crescia sfogliata]] di Urbino, specie di [[piadina]] dalla quale però si differenzia perché arricchita con [[strutto]], uova e latte.
* Il Ducato, giornale a cura dell'Istituto per la formazione al Giornalismo, della locale [[Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo"|Università]].<ref>http://ifg.uniurb.it/</ref>
Altra specialità, propria delle festività pasquali, è la crescia di Pasqua, prodotto da forno che ricorda per la forma il [[panettone]], ma è salata, con la presenza di formaggio e un po' di pepe; esiste anche nella versione dolce, con canditi e uvetta sultanina.
 
===Musica Eventi ===
* Luglio: Festival Internazionale di Musica Antica<ref>{{cita web|1=https://www.urbinomusicaantica.com/|titolo=Sito ufficiale|editore=urbinomusicaantica.com|data=|accesso=10 ottobre 2024}}</ref>, si compone di una serie di concerti e di corsi in vari luoghi del centro storico, dal [[1969]].<ref>{{cita web|1=https://www.artribune.com/arti-performative/musica/2021/08/cremona-parma-urbino-festival/|titolo=Cremona, Parma, Urbino. Così riparte la musica antica|editore=artribune.com|data=17 agosto 2021|accesso=10 ottobre 2024}}</ref>
Urbino è sede da più di 40 anni del [[Festival internazionale di musica antica]], che raccoglie ogni anno d'estate appassionati da tutto il mondo. Attiva città anche per ciò che concerne la musica contemporanea e la nuova scena musicale internazionale, da anni ospita infatti il Festival internazionale di musica indipendente [[Frequenze Disturbate]].
* Agosto: Conversazioni d'Agosto a Palazzo Petrangolini, ciclo di conferenze e seminari, dal [[1985]].
Dal 1507 è presente ad Urbino la Cappella Musicale, che è la sede di scuole di musica, dove è possibile frequentare corsi di vari strumenti musicali e canto, ed organizza stagioni concertistiche in Autunno e in Primavera.
* Metà di agosto: Festa del Duca<ref>{{cita web|1=https://www.urbinofestadelduca.it/|titolo=Sito ufficiale|editore=urbinofestadelduca.it|data=|accesso=10 ottobre 2024}}</ref>, rievocazione storica rinascimentale, dal [[1982]].<ref>{{cita web|1=https://www.rainews.it/tgr/marche/articoli/2023/11/la-festa-del-duca-sul-podio-italia-delle-manifestazioni-storiche-urbino-bf067820-bf66-4a74-9f12-80119fb99c69.html|titolo=La Festa del Duca sul podio d'Italia delle manifestazioni storiche|editore=rainews.it|data=9 novembre 2023|accesso=10 ottobre 2024}}</ref>
* Primo fine settimana di ottobre: Biosalus - Festival Nazionale del Biologico e del Benessere Olistico<ref>{{cita web|1=https://www.biosalusfestival.it/|titolo=Sito ufficiale|editore=biosalusfestival.it|data=|accesso=10 ottobre 2024}}</ref>, organizzato dall'Istituto di Medicina Naturale in collaborazione con il Comune di Urbino, dal [[2007]].<ref>{{cita web|1=https://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cronaca/biosalus-il-festival-del-benessere-ledizione-2024-e-internazionale-274fd62b|titolo=Biosalus, il Festival del benessere. L’edizione 2024 è internazionale|editore=ilrestodelcarlino.it|data=2 ottobre 2024|accesso=10 ottobre 2024}}</ref>
* Primo fine settimana di ottobre: Festival del Giornalismo Culturale<ref>{{Cita web |url=https://www.festivalgiornalismoculturale.it/ |titolo=Sito ufficiale |accesso=19 ottobre 2024}}</ref>, organizzato dall'Istituto per la Formazione al Giornalismo dell'[[Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo"|Università cittadina]], nelle sale del Palazzo Ducale e in altri luoghi del centro storico, dal 2013.<ref>{{Cita web |url=https://www.raicultura.it/raicultura/eventi/Festival-del-Giornalismo-Culturale-2024-e69cbee7-d116-4329-80ac-51c275a8d183.html |titolo=Festival del Giornalismo Culturale 2024. XII edizione |accesso=19 ottobre 2024}}</ref><ref>{{Cita web |url=
https://www.corriere.it/cultura/16_settembre_16/torna-a-urbino-il-festival-di-giornalismo-culturale-d5ccec76-7c45-11e6-a2aa-53284309e943.shtml|titolo=Urbino, il festival che celebra il nostro patrimonio nell’era del web|editore=corriere.it|data=17 settembre 2016|accesso=10 ottobre 2024}}</ref><ref>{{cita web|1=https://www.repubblica.it/cultura/2022/10/07/news/il_giornalismo_culturale_nellera_dei_social_network_al_via_il_festival_di_urbino-368512710/|titolo=Il giornalismo culturale nell'era dei Social network: al via il Festival di Urbino|editore=repubblica.it|data=7 ottobre 2022|accesso=10 ottobre 2024}}</ref>
* Tra dicembre e gennaio: Le Vie dei Presepi, prevede l'esposizione in varie parti della città di svariati tipi di presepi, opera sia di artisti locali che stranieri, dal [[2001]].<ref>{{cita web|1=https://www.repubblica.it/viaggi/2008/12/19/news/i_presepi_di_urbino-117039162/|titolo=I presepi di Urbino|editore=repubblica.it|data=19 dicembre 2008|accesso=10 ottobre 2024}}</ref><ref>{{cita web|1=https://viaggi.corriere.it/eventi/natale-mostre-arte-mercatini-e-presepi-marche-native-adv/|titolo=Natale nelle Marche tra mostre d’arte, mercatini e presepi viventi|editore=viaggi.corriere.it|data=18 dicembre 2017|accesso=10 ottobre 2024}}</ref>
* 28 marzo - 6 aprile: Settimana Raffaellesca, incontri, conferenze, mostre per celebrare il concittadino Raffaello a cura dell'omonima [[Accademia Raffaello|Accademia]].<ref>{{cita web|1=http://www.accademiaraffaello.it/leattivita.html|titolo=Accademia Raffaello - Le attività|editore=accademiaraffaello.it|data=2019|accesso=17 gennaio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190119121240/http://www.accademiaraffaello.it/leattivita.html|dataarchivio=19 gennaio 2019|urlmorto=no}}</ref><ref>{{cita web|1=http://www.librari.beniculturali.it/it/notizie/notizia/Settimana-Raffaellesca-00001/|titolo=Settimana Raffaellesca|editore=librari.beniculturali.it|data=2007|accesso=17 gennaio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190119121154/http://www.librari.beniculturali.it/it/notizie/notizia/Settimana-Raffaellesca-00001/|dataarchivio=19 gennaio 2019|urlmorto=no}}</ref>
 
== CucinaGeografia antropica ==
=== Suddivisioni storiche ===
Prodotto gastronomico tipico della zona è la [[casciotta d'Urbino]], antica varietà di formaggio che vanta l’inserimento del prodotto nell’Atlante dei prodotti tipici e la denominazione di origine, nonché il riconoscimento della DOP ([[Denominazione di origine protetta]]) da parte della Comunità Europea. Un'altra specialità tipica è la [[Crescia|crescia sfogliata]] di Urbino, specie di [[piadina]] dalla quale però si differenzia perché arricchita con [[strutto]].
A cominciare dall'età medievale, la città ed il contado furono suddivisi, seguendo le delimitazioni topografiche del municipio romano, in quattro settori denominati ''Quadre'':
Altra specialità, propria delle festività pasquali, è la crescia di Pasqua, prodotto da forno che ricorda per la forma il [[panettone]], ma è salata, con la presenza di formaggio e un po' di pepe; esiste anche nella versione dolce, con canditi ed uvetta sultanina.
*Quadra del Vescovado, delimitata a est dall'estremità settentrionale del Cardo massimo, a sud dal tratto occidentale del Decumano massimo e sui lati ovest e nord dalla cinta muraria. La denominazione risaliva alla presenza in tale quartiere dell'episcopio.
*Quadra di Porta Nuova, confinante a nord con l'estremità occidentale del Decumano massimo, a est con l'estremità meridionale del Cardo massimo mentre sui lati occidentale e meridionale con le mura cittadine. La quadra era così denominata per la presenza di uno degli accessi nella cinta muraria, Porta Nuova; in età romana e tardoromana corrispondeva alla Porta decumana occidentale, posta probabilmente tra le odierne moli del Palazzo Ducale e della Cattedrale. In età medievale la Porta urbica fu spostata più a sud, posta approssimativamente all'imbocco dell'odierna via Ferdinando Salvalai da piazza Rinascimento.
*Quadra di Posterula, delimitata tra l'estremità settentrionale del Cardo massimo, il tratto orientale del Decumano massimo e la cerchia muraria.
*Quadra di Santa Croce, situata tra il tratto meridionale del Cardo massimo, l'estremità orientale del Decumano massimo e le mura urbiche. Deriva il proprio nome dall'Oratorio di Santa Croce, ovviamente posto in questo quartiere, ancora oggi esistente e posto in via Santa Chiara.
 
La divisione in ''Quadre'' si è mantenuta per tutta l'[[età moderna]], soprattutto in ambito amministrativo; ma progressivamente, soprattutto in ambito socio-culturale, si è affermata la divisione in contrade della città, maggiormente rispondente all'espansione urbana, anche durante il [[XX secolo]], con la costruzione dei nuovi quartieri ''extra moenia''.
== Personalità legate ad Urbino ==
Le contrade della città antica corrispondono alle vie principali e ai vicoli vicini, risalenti in buona parte ai borghi sorti nel Medioevo fuori dalla cinta muraria romano-medievale, soprattutto a ridosso dei quattro accessi alla città presenti sulla cinta muraria. Le contrade del centro storico sono le seguenti:
[[File:Sanzio 00.jpg|thumb|200px|Raffaello Sanzio, [[autoritratto (Raffaello)|autoritratto]] (1506 circa), [[Galleria degli Uffizi]], [[Firenze]]]]
*Duomo, circoscrive in gran parte l'area dell'antica città romano-medievale, attualmente definibile anche come area monumentale, dal momento che in essa si trovano i principali edifici cittadini (il Palazzo Ducale, la Cattedrale, la chiesa di San Domenico, il monastero di Santa Chiara), oltre alle sedi dei principali enti civici (Comune, Università, Arcivescovado, Polo Museale).
Urbino ha dato i natali a:
*Valbona, situata sul lato sud-occidentale della città, in un terreno discendente dal pianoro di piazza della Repubblica, stretto tra i colli del Poggio e del Monte. L'assetto definitivo della contrada risale al [[XVI secolo]], con la realizzazione del terrapieno del [[Piazza del Mercatale|Mercatale]], con il quale la contrada confina a sud e a cui è collegata tramite una [[Porta Valbona|porta urbica]].
* [[Polidoro Virgili]], umanista e storico ([[1470]]-[[1555]]).
*Il Monte (Monte di San Sergio o delle Vigne), si tratta della contrada che comprende gran parte dell'abitato situato sul colle omonimo, a nord-ovest del centro storico. Questa contrada si sviluppò a partire dall'età medievale, ma già in epoca romana vi erano delle strutture, come una cisterna sotterranea per la raccolta delle acque e alcuni canali ipogei dell'acquedotto; inoltre proprio in tale contrada sorse la [[Chiesa di San Sergio (Urbino)|prima cattedrale cittadina]].
* [[Raffaello Sanzio]], pittore ([[1483]]-[[1520]])
*Santa Lucia, si tratta di una contrada situata sul versante sud-orientale del colle del Monte. Caratterizzata da una via principale (via Bramante), dalle vie adiacenti ad essa e dalla porta urbica omonima che delimita l'estremità settentrionale della via principale.
* [[Fra Carnevale]], al secolo Bartolomeo di Giovanni Corradini, pittore ([[1420]]/[[1425]] circa – [[1484]])
*Lavagine, è situata sul versante orientale, discendente dal pianoro di piazza della Repubblica, sulle pendici dei colli del Poggio e del Monte. La contrada è definita dalla via principale (via Cesare Battisti), dalle vie ad essa adiacenti e dalla porta urbica che delimita l'estremità orientale di via Battisti.
* [[Timoteo Viti]], pittore ([[1469]]–[[1523]])
*San Paolo o Polo, si trova sul versante meridionale e sulla cima del colle del Poggio, su quest'ultima parte comprende una porzione dell'antica città romano-medievale. Anch'essa si caratterizza per la presenza di una strada principale (via Aurelio Saffi), delle vie adiacenti e dalla cinta muraria, che tramite il bastione omonimo ne delimita il confine meridionale. La contrada prende nome dall'ex chiesa di San Paolo, oggi laboratorio di restauro dell'Università.
* [[Girolamo Genga]], architetto e pittore ([[1476]]–[[1551]])
*San Bartolo, è una piccola contrada, originata dal borgo medievale sorto fuori dalle mura di allora, ma lungo la strada che discendeva dall'antica porta decumana orientale. Sorge su una piccola parte delle pendici orientali del colle del Poggio. Viene identificata dalla via omonima, da alcuni vicoli confluenti e nella parte bassa dalla chiesa e dal bastione omonimi.
* [[Alessandro Servici]], conte e cavaliere ([[1517]]-[[1590]])
*Borgo Mercatale, si tratta di una contrada fuori ma vicina alle mura di Porta Valbona. È costituita da un piccolo nucleo di case nate a ridosso della base del colle delle Vigne, davanti al [[Piazza del Mercatale|grande piazzale omonimo]], da cui la contrada prende nome, e ad un tratto della Strada Nazionale 73bis.
* [[Francesco Paciotti]], architetto ([[1521]]–[[1591]])
* [[Federico Barocci]], pittore ([[1535]]-[[1612]])
* [[Bernardino Baldi]], poeta e letterato ([[1553]]–[[1617]])
* [[Benedetto da Urbino]], beato cappuccino ([[1560]]-[[1625]])
* [[Guidobaldo Bonarelli]], conte, letterato ([[1563]]-[[1608]])
* [[Raffaele Fabretti]], archeologo ([[1618]]–[[1700]])
* [[papa Clemente XI]], nato Giovanni Francesco Albani ([[1649]]-[[1721]])
* [[Domenico Riviera]], cardinale ([[1671]]-[[1752]])
* [[Annibale Albani]], cardinale ([[1682]]-[[1751]])
* [[Clorinda Corradi]], contralto ([[1804]]-[[1877]])
* [[Nestore Corradi]], artista, miniaturista ([[1811]]-[[1891]])
* [[Raffaello Carboni]], patriota che contribuì all'indipendenza dell'Australia ([[1817]]-[[1875]])
* [[Coriolano Biacchi]], musicista e direttore d'Orchestra della Cappella Musicale di Urbino ([[1834]]-[[1914]])
* [[Francesco Budassi]], politico ([[1852]]–[[1912]])
* [[Leonardo Tarantini]], patriota e letterato ([[1920]]–[[2009]])
* [[Paolo Volponi]], poeta e scrittore ([[1924]]-[[1994]])
* [[Italo Mancini]], presbitero e filosofo ([[1925]]-[[1993]])
* [[Francesca Benedetti]], attrice ([[1935])
* [[Umberto Piersanti]], poeta e scrittore ([[1941]])
* [[Valentino Rossi]], motociclista ([[1979]])
* [[Raphael Gualazzi]], cantautore ([[1981]])
Per Urbino sono passati anche:
* [[Paolo Uccello]], pittore ([[1397]]–[[1475]])
* [[Piero Della Francesca]], pittore ([[1416]]/[[1417]] circa – [[1492]])
* [[Luciano Laurana]], architetto e pittore ([[1420]]–[[1479]])
* [[Giusto di Gand]], pittore ([[1430]] circa – [[1480]] circa]])
* [[Francesco di Giorgio Martini]], architetto ([[1439]]–[[1501]])
* [[Pietro Bembo]],letterato ([[1470]]–[[1547]])
* [[Francesco Luci]], umanista e letterato (fine XV secolo – metà XVI secolo)
* [[Bramante]], pittore e architetto, nato nelle campagne di Urbino, ma in comune di Fermignano ([[1444]]–[[1514]])
* [[Torquato Tasso]], poeta e letterato ([[1544]]–[[1595]])
* [[Giovanni Pascoli]], poeta ([[1855]]–[[1912]])
* [[Ettore Ximenes]], scultore ([[1855]]–[[1926]])
* [[Luciano Nezzo]], pittore ([[1856]]–[[1903]])
* [[Luigi De Luca]], scultore ([[1857]]–[[1938]])
* [[Diomede Catalucci]], pittore ([[1859]]–[[1943]])
* [[Giuseppe Brega]], decoratore ([[1877]]–[[1960]])
* [[Raffaello Giovanelli]], pittore ([[1877]]–[[1911]])
* [[Antonio Banfi]], filosofo ([[1886]]–[[1957]])
* [[Carlo Bo]], critico letterario e per anni rettore dell'Università ora a lui dedicata ([[1911]]-[[2001]])
* [[Giuliano Vassalli]], giurista, Presidente emerito della Corte costituzionale ([[1915]]–[[2009]])
* [[Giancarlo De Carlo]], architetto ([[1919]]-[[2005]])
* [[Trento Cionini]], incisore ([[1919]]–[[2005]])
* [[Tonino Guerra]], scrittore ([[1920]]-[[2012]])
* [[Giovanni Conso]], giurista, Presidente emerito della Corte costituzionale ([[1922]])
* [[Beniamino Andreatta]], economista ([[1928]]–[[2007]])
* [[Walter Valentini]], artista ([[1928]])
* [[Andrea Emiliani]], storico dell'arte ([[1931]])
* [[Vittorio Emiliani]], giornalista ([[1935]])
* [[Franco Pacini]], astrofisico ([[1939]]–[[2012]])
* [[Domenico Losurdo]], filosofo ([[1941]])
* [[Ivan Graziani]], cantautore ([[1945]]–[[1997]])
* [[Ilvo Diamanti]], giornalista ([[1952]])
* [[Lucio Dalla]], cantautore ([[1943]]–[[2012]])
 
La suddivisione in contrade permane ancora, ma solo con valore culturale e in occasione della Festa dell'aquilone, estendendosi anche agl'insediamenti nati al di fuori dell'antica cinta muraria. Alle contrade del centro storico, alcune non più esistenti (San Bartolo, Santa Lucia, Borgo Mercatale), in seguito allo spopolamento che ha interessato la zona dalla seconda metà del [[XX secolo]], si sono aggiunte: Piansevero, San Bernardino, Hong Kong, [[Mazzaferro (Urbino)|Mazzaferro]] e la Piantata.
== Eventi ==
*Festival Internazionale di Musica Antica, nel mese di luglio.
*Festa di San Crescentino, festa del santo patrono con la processione per le vie del centro, 1 giugno.
*Festa del Duca, rievocazione storica rinascimentale, nel weekend della terza settimana di agosto.
*[[Festa dell'aquilone]], storica gara tra le contrade di Urbino, prima domenica di settembre.
*Biosalus - ''Festival Nazionale del Biologico e del Benessere Olistico'', nel primo fine settimana del mese di ottobre, organizzato dall'Istituto di Medicina Naturale in collaborazione con il Comune di Urbino - (sito ufficiale: http://www.biosalusfestival.it).
*Terra di Biodiversità - Voglie d'Autunno, fiera dei prodotti di stagione, nel mese di ottobre - dal 2007 si svolge in concomitanza con Biosalus Festival.
*Le Vie dei Presepi, dai primi di dicembre all'Epifania, che porta in varie parti della città presepi provenienti da tutto il mondo e degli artisti locali.
*Urbino fu anche sede della finale dell'edizione [[1982]] di [[Giochi senza frontiere]].
 
== Geografia antropica ==
=== Frazioni ===
Il territorio comunale è suddiviso in 14 frazioni: Urbino, [[Canavaccio]], [[Ca' Mazzasette]], [[Castelcavallino|Cavallino]], [[Pieve di Cagna]], [[Torre San Tommaso|La Torre]], [[Trasanni]], [[Schieti]], Forcuini, La Marcella, Pozzuolo, Paganico, Coldelce, Repuglie e Scotaneto<ref name=":0">{{Cita web|url=http://urbino.qmap.cloud/cs/|titolo=Sistema Informativo Territoriale Comune di Urbino (SIT)|autore=Comune di Urbino|curatore=Settore Urbanista di Urbino|accesso=25 giugno 2024}}</ref>.
Ca' Mazzasette, Canavaccio, [[Castelcavallino]], Gadana, Mazzaferro, Pallino, Pieve di Cagna, San Marino, Schieti, Scotaneto, Torre San Tommaso, Trasanni.
 
==== Castelcavallino ====
Si trova sulla cima di una collina, a 7&nbsp;km circa dal centro di Urbino, ed è costituita da un abitato di origine antica, risalente ad un antico borgo fortificato (tuttora esistente); eretto in quel sito per la felice posizione strategica, in quanto da esso si aveva e si ha una buona visuale sulla valle del Foglia e sulle colline circostanti.
Peraltro questa frazione vanta un'interessante pieve romanica, intitolata a [[San Cassiano]], dove il poeta [[Giovanni Pascoli]] scrisse la poesia ''l'Aquilone''.
 
==== Schieti e Ca'Mazzasette ====
Sono due frazioni, tra loro molto vicine (4,2&nbsp;km), che si trovano in una pianura nella media valle del [[Foglia (fiume)|Foglia]]. Tra le due, Schieti è la più popolosa.
Schieti è la frazione più popolosa tra le due ed ha una forte concentrazione di attività industriali, tra le maggiori dell'intero territorio comunale, conserva anche un piccolo borgo antico. Ha dato i natali al filosofo [[Italo Mancini]], al quale è stato intitolato un centro studi che ha sede in questa frazione. Inoltre qui ha sede l'azienda di [[Piero Guidi]]<ref>[http://www.pieroguidi.com/ Piero Guidi<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, azienda di abbigliamento e pelletteria famosa a livello internazionale.
Ogni anno a Schieti si tiene una tradizionale gara sui trampoli, denominata appunto Palio dei Trampoli.
 
==== Canavaccio ====
{{Vedi anche|Canavaccio}}
Situata in una pianura circondata dalle colline tipiche dei dipinti di Raffaello, confina a Sud con il [[Gola del Furlo|Furlo]], a est con [[Fermignano]], e a nord con Urbino. È la più grande frazione del comune di Urbino e si trova lungo la valle del [[Metauro]]. Sede archeologica di valore, con tracce di insediamenti piceni. Inoltre in questa frazione, precisamente in località Pian di Lodovico, si trovano i resti di una villa (cappella, portale e viale alberato), demolita nel [[1926]], appartenuta alla nobile famiglia urbinate dei Mauruzi della Stacciola.
Situata in una pianura circondata dalle colline tipiche dei dipinti di Raffaello, confina a sud con il [[Gola del Furlo|Furlo]], a ovest con [[Fermignano]], e a nord con Urbino. È la più grande frazione del comune di Urbino e si trova lungo la [[valle del Metauro]]. Sede archeologica di valore, con tracce di insediamenti piceni. Inoltre in questa frazione, precisamente in località Pian di Lodovico, si trovano i resti di una villa (cappella, portale e viale alberato), demolita nel [[1926]], appartenuta alla nobile famiglia urbinate dei Mauruzi della Stacciola.
Canavaccio è ricca oggi di aziende produttive, ma anche ristorantini tipici, locande, bed and breakfast. Numerosissimi i sentieri che si inerpicano dal paese per le colline circostanti fino a raggiungere Urbino. È sede ogni anno di una gara nazionale di mountain bike che richiama centinaia di atleti da tutta Italia.
Canavaccio è ricca di aziende produttive, ma anche ristorantini tipici, locande, bed and breakfast. Numerosissimi i sentieri che si inerpicano dal paese per le colline circostanti fino a raggiungere Urbino. È sede ogni anno di una gara nazionale di mountain bike che richiama centinaia di atleti da tutta Italia.
Sulle colline soprastanti questa frazione, si trova un'antica torre di guardia, denominata ''"Brombolona"''; tale toponimo deriva dai ghiaccioli (''bromboli'' nel dialetto locale) che si formavano, nei mesi invernali, sulla campana posta un tempo sulla cima della torre. Da molti anni versa in condizioni di totale abbandono.
 
==Economia= Località ===
Tutte le frazioni sono anche località secondo il Sistema Informativo Territoriale di Urbino (SIT)<ref name=":0" />, con l'eccezione di Paganico, Coldelce, La Marcella, Repuglie e Scotaneto. Ogni frazione infatti è suddivisa in più località e tra esse vi è la località che attribuisce il nome alla frazione. Per una migliore comprensione si riportano di seguito le frazioni e tra parentesi le relative località:
 
Urbino (Capoluogo, [[Gadana]], Sasso, SS. Annunziata, Maciolla, Tufo, Montesoffio, Ghiaiolo, San Marino, Crocicchia, San Donato); Ca' Mazzasette (Ca' Mazzasette, Fornace); Canavaccio (Canavaccio, Monte Polo, Cavaticci, Villa Croce); Cavallino (Cavallino, Montecalende); [[Pieve di Cagna]] (Pieve di Cagna, Cerqueto bono, Girfalco, Miniera, Rancitella); La Torre (Torre, Viapiana, Palazzo del Piano, Santa Maria delle Selve); Trasanni (Trasanni, Castelboccione, Colonna); Schieti (Schieti, Pallino); Scotaneto; Forcuini (Forcuini, Pantiere); Pozzuolo (Pozzuolo, Monte Avorio, Monte Olivo)<ref name=":0" />;
===Agricoltura===
Questo settore è stato quello prevalente fino agl'anni cinquanta del [[XX secolo]], poi con lo spopolamento delle campagne si è determinata una crisi in questo settore. Ultimamente le campagne sono tornate a ripopolarsi grazie alla nascita di aziende e cooperative di agricoltura biologica.
[[File:BenelliUrbino.JPG|thumb|right|150px|la fabbrica della Benelli Armi]]
 
==== San Marino di Urbino ====
===Industria===
È una piccolissima località situata a sud-est di Urbino. Si sviluppa totalmente sulla [[Strada statale 73 bis di Bocca Trabaria|Strada statale 73 Bis]] ([[Strada europea E78|E78]]), a metà strada tra [[Fermignano]] e Canavaccio, ai piedi di una serie di colline e ai margini di un'area pianeggiante, attraversata dal fiume [[Metauro]]. In posizione più elevata, rispetto all'abitato, e più internamente tra le colline, si trova la chiesa omonima. La località dista 7&nbsp;km da Urbino.
Tra [[XIX secolo]] e prima metà del [[XX secolo|XX]], nel capoluogo comunale furono presenti piccole attività, come la filanda, le varie attività connesse al Consorzio Agrario (come la lavorazione dei bachi da seta) e una fornace (proprietà della famiglia dello scrittore [[Paolo Volponi]]). Mentre nelle frazioni di Pieve di Cagna e Schieti-Ca'Mazzasette vi erano impiantate attività estrative (miniere) dello zolfo.
 
== Economia ==
Attualmente si tratta di un settore non particolarmente diffuso nel capoluogo del comune, eccetto per la presenza della [[Benelli Armi]] (metalmeccanica di precisione). Mentre le frazioni con un'alta concentrazione industriale sono quelle di Canavaccio e Schieti - Ca'Mazzasette. Invece Urbino è circondata da molti comuni a vocazione artigianale e industriale, e in particolare [[Fermignano]], che, insieme alla frazione di Canavaccio, costituisce la "zona industriale" della città feltresca e che - pur separata sul piano amministrativo - è piuttosto integrata su quello economico, al punto che la Banca d'Italia identifica un'unica "piazza" quella formata dalle agenzie bancarie dei due comuni limitrofi.<br />Particolarmente rilevanti, fra le aziende di questo sistema economico, la Imab Group (legno-arredamento) e la TVS (pentole) a Fermignano.
 
=== Agricoltura ===
Ma è significativo che siano sorte proprio in un luogo così periferico, quasi a segnare un timido tentativo di "nuovo Rinascimento", due realtà ad alta tecnologia: prima, a partire dagli anni settanta la Sogesta (SOcietà GEStione Tecnologie Avanzate, del gruppo [[ENI]]), si occupava di alta formazione manageriale e tecnologica e software di intelligenza artificiale, liquidata alla fine degli anni ottanta, ha "lasciato in eredità" la propria moderna sede immersa nel verde alle facoltà scientifiche dell'Università di Urbino; e in seguito, dopo il 2000, si è manifestato il fenomeno it Consult, l'azienda leader in Italia nel software aziendale per il [[Knowledge Management]] (gestione della conoscenza organizzativa) e il [[Business Process Management]] (gestione e automazione dei processi) che proprio qui ha la sua sede e il laboratorio di sviluppo.
Questo settore è stato quello prevalente fino agli anni cinquanta del [[XX secolo]], poi con lo spopolamento delle campagne si è determinata una crisi del settore. Tuttavia, tra la fine degli anni novanta e i primi anni duemila, le campagne sono tornate a ripopolarsi grazie alla nascita di aziende e cooperative di agricoltura biologica.
[[File:BenelliUrbino.JPG|thumb|upright=0.7|La fabbrica della Benelli Armi]]
 
===Artigianato Industria ===
Tra [[XIX secolo]] e prima metà del [[XX secolo|XX]], nel capoluogo comunale furono presenti piccole attività, come la filanda, le varie attività connesse al Consorzio Agrario (come la lavorazione dei bachi da seta) e una fornace (proprietà della famiglia dello scrittore [[Paolo Volponi]]). Mentre nel territorio della frazione di [[Pieve di Cagna]] vi erano impiantate attività estrattive (miniere) dello zolfo.
 
Si tratta di un settore non particolarmente diffuso nel capoluogo del comune, eccetto per la presenza della [[Benelli Armi]] (metalmeccanica di precisione). Mentre le frazioni con un'alta concentrazione industriale sono quelle di Canavaccio e Schieti - Ca' Mazzasette. Invece Urbino è circondata da molti comuni a vocazione artigianale e industriale, e in particolare [[Fermignano]], che, insieme alla frazione di Canavaccio, costituisce la "zona industriale" della città feltresca e che – pur separata sul piano amministrativo – è piuttosto integrata su quello economico, al punto che la Banca d'Italia identifica un'unica "piazza" quella formata dalle agenzie bancarie dei due comuni limitrofi.
 
=== Artigianato ===
[[File:Stella Ducale Urbino.JPG|thumb|upright=0.7|La Stella Ducale di Urbino]]
Questo è stato un settore abbastanza fiorente, nel capoluogo comunale, fino alla prima metà del [[XX secolo]]; grazie a piccole attività con una solida tradizione.
Dal [[XV secolo|XV]], fino al [[XVII secolo]], in città prosperarono importanti botteghe dedite alla lavorazione della ceramica[[Ceramica (maiolica)di Urbino|ceramica]]; facendo di Urbino, assieme a [[Urbania|Casteldurante]] e a [[Pesaro]], uno dei principali centri di produzione della maiolica dell'antico [[Ducato di Urbino|ducato]], ed uno dei più noti a livello nazionale.
Nel [[XVIII secolo]], grazie alla munificenza di Papa [[Clemente XI|Albani]], nacque in Urbino la fabbrica delle Spille, le cui produzioni furono di notevole qualità.
Infine, con la nascita della [[Scuola del Libro]] ([[1861]]) e della Scuola di d'Arte e Mestieri (anni venti del XX secolo), si ebbe un miglioramento e un rafforzamento di alcune attività artigiane, portandole ad avere un'ultima grande stagione di splendore e di rinomanza internazionale. Queste attività, connesse con l'attività delle due scuole, sono: la [[legatoria]], la [[lavorazione dei metalli]], la ceramica, la [[Ebanisteria|lavorazione del legno]], l'[[Illustrazione|illustrazione e la decorazione dei libri]]. Molto importante infine la ''Stella Ducale di Urbino'', un oggetto divenuto vero e proprio simbolo della città, realizzata artigianalmente su disegno di Leonardo unicamente nella Bottega d'Arte Vittoria Gulini Sorini della città.
Attualmente permangono alcune di queste ultime attività, con l'aggiunta del restauro di opere d'arte(quadri, libri, ecc.); ma il settore è in forte declino per la mancanza di un ricambio generazionale.
 
Permangono alcune di quest'ultime attività, con l'aggiunta del [[Restauro|restauro di opere d'arte]] (quadri, [[Restauro del libro|libri]], ecc.); ma il settore è in forte declino per la mancanza di un ricambio generazionale.
===Terziario===
Questo è divenuto, soprattutto nella seconda metà del [[XX secolo]], il principale settore della città, con la crescita quantitativa dell'Università e del turismo di massa. Urbino è fortemente caratterizzata dalle pubbliche amministrazioni, e non solo:
* Università degli studi "Carlo Bo" e ERSU (Ente Regionale agli Studi Universitari)
* Comune
* Provincia (sede distaccata)
* Prefettura (sede distaccata)
* Tribunale
* Agenzia delle Entrate
* Agenzia del Territorio
* Soprintendenza ai Beni Storico Artistici ed Entoantropologici delle Marche
* [[Arcidiocesi di Urbino-Urbania-Sant'Angelo in Vado|Arcidiocesi]]
* Archivio di Stato
* Istituti scolastici
* Istituzioni museali
[[File:OspedaleUrbino.JPG|thumb|right|150px|l'Ospedale]]
 
Inoltre, sono ancora diffuse e attive le antiche arti del [[ricamo]] e della [[tessitura]], finalizzate alla realizzazione di [[tappeti]] e di coperte di [[lana]], che sono impreziositi da temi e da motivi richiamanti il mondo pastorale.<ref name=Aci>{{cita libro | titolo=Atlante cartografico dell'artigianato | editore=A.C.I. | città=Roma | anno=1985 | volume=2 | p=10}}</ref>
====Settore sanitario====
In città ha sede l'[[ASUR]] (Azienda Sanitaria Unica Regionale) area vasta 1, una delle tre della provincia.<ref>http://www.asurzona2.marche.it/home.asp</ref>
 
=== Servizi ===
Strutture sanitarie:
[[File:Urbino Casa Studente.jpg|thumb|upright=0.7|Il Collegio Internazionale (ex Casa dello Studente)]]
* Ospedale "Santa Maria della Misericordia"
Questo è divenuto, soprattutto nella seconda metà del [[XX secolo]], il principale settore della città, con la crescita quantitativa dell'[[Università degli Studi di Urbino|Università]] e del turismo di massa. Urbino è fortemente caratterizzata dalle pubbliche amministrazioni e non solo. Sono presenti anche diverse attività commerciali legate all'esigenze ed ai bisogni della popolazione universitaria ([[affittacamere]], copisterie, abbigliamento, bar, pub, agenzie immobiliari, ecc.), maggioritaria rispetto alla popolazione dell'intero Comune. Inoltre in città sono presenti i servizi erogati, per la popolazione universitaria, dall'ERDIS; come gli alloggi e la mensa, sia nel centro storico (Collegio Internazionale e Casa della Studentessa) che fuori (Collegi universitari). Nel centro storico vi sono anche due pensionati universitari, retti da ordini religiosi, ovvero l'Istituto [[Maestre pie Venerini]] e l'[[Suore della carità di Santa Giovanna Antida Thouret|Istituto "Santa Felicita"]]. Nella periferia vi sono tre supermercati. Tra il [[2012]] ed il [[2014]] sono stati aperti, in prossimità del centro storico, due centri commerciali; prima il Consorzio poi Porta Santa Lucia, entrambi dotati di un supermercato e di altre attività commerciali legate alla grande distribuzione.
* Residenza per anziani "Montefeltro"
 
=== Turismo ===
Urbino, essendo una [[città d'arte]], si rivolge a un [[turismo culturale]].
 
== Infrastrutture e trasporti ==
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=== Strade ===
Anticamente la strada più agevole per raggiungere Urbino era la [[via Flaminia]], che passa a poca distanza dalla città, costruita dai [[Civiltà romana|Romani]] per collegare [[Roma]] con l'antica [[Ariminum]] (l'attuale [[Rimini]]) il cui tracciato è perdurato nei secoli, con necessarie modifiche, fino ai giorni nostri. Attualmente leLe strade migliori per raggiungere la città sono: la [[Strada Statatalestatale 423 Urbinate|SS 423]] da [[Pesaro]] o la Superstrada [[Strada europea E78|E78]] da [[Fano]]. Altrimenti si può arrivare ad Urbino da sud ([[Roma]]) seguendo la [[Strada statale 3 Via Flaminia|SS n.3 Flaminia]] (E78) e da ovest ([[Firenze]]) passando per la [[Strada europea E45|E45]] fino all'uscita di [[San Giustino (Italia)|San Giustino]] per continuare sulla SS[[strada statale 73 bis attraversandodi il [[Bocca Trabaria|passoSS appenninico73 di Bocca Trabariabis]].
attraversando il passo [[appennini]]co di [[Bocca Trabaria]].
 
[[File:Ex Stazione FS Urbino.jpg|thumb|upright=0.7|[[Stazione di Urbino|L'ex stazione ferroviaria]]]]
==== Autostrade ====
Il casello autostradale più vicino, quello di [[Pesaro]]-Urbino sull'[[Autostrada A14 (Italia)|A14]], dista 31&nbsp;km dalla città di Urbino.
I caselli autostradali più vicini a Urbino sono:
* [[Autostrada A14 (Italia)|Autostrada]] [[Immagine:Autostrada A14 Italia.svg|23px]], casello di [[Pesaro]]-Urbino, km 37, per chi proviene da Nord.
* [[Autostrada A14 (Italia)|Autostrada]] [[Immagine:Autostrada A14 Italia.svg|23px]], casello di [[Fano]], km 50, per chi proviene da Sud.
 
=== Ferrovie ===
{{Vedi anche|Progetto di ferrovia Subappennina|Ferrovia Fano-Urbino|Ferrovia Urbino-Fabriano|Stazione di Urbino}}
[[File:Ex Stazione FS Urbino.jpg|thumb|right|150px|l'ex stazione ferroviaria]]
La città è stata raggiunta da una linea ferroviaria diretta nel [[1898]], mediante il prolungamento del tratto [[Fabriano]] - [[Pergola (Italia)|Pergola]]; successivamente, il tratto ferroviario sarebbe dovuto proseguire fino a [[Santarcangelo di Romagna]], ma i lavori rimasero incompiuti. Nel [[1915]] venne realizzato il collegamento con [[Fano]]. La tratta ferroviariaNel [[Ferrovia Fano-Urbino|Urbino - Fano1944]], comefu chiuso il collegamento con [[Pergola (Italia)|Pergola]],. rimaseroLa tratta ferroviaria Urbino - Fano rimase in funzione fino al [[1987]].
 
=== Mobilità urbana ===
Attualmente, le stazioni ferroviarie più vicine sono quelle di:
Il servizio di trasporto pubblico nel Comune è espletato tramite autobus e taxi. È presente anche un ascensore pubblico dal [[Piazza del Mercatale|Piazzale del Mercatale]] a Via Giacomo Matteotti, all'interno dell'edificio della Rampa elicoidale.
* [[Pesaro]] (37&nbsp;km) e [[Fano]] (50&nbsp;km), stazioni di transito per la [[Ferrovia Adriatica|linea ferroviaria Adriatica]].
* [[Fossato di Vico]] (73&nbsp;km) e [[Gubbio]] (68&nbsp;km) per chi proviene da sud (direzione [[Roma]]).
Arrivati in queste città per raggiungere Urbino è necessario usufruire del trasporto pubblico (autobus).
 
=== Aeroporti ===
Gli aeroporti internazionali più vicini a Urbino sono i seguenti:
* [[Aeroporto di Rimini-Miramare]] 65,2&nbsp;km
* [[Aeroporto di Ancona-Falconara]] 89,7&nbsp;km
* [[Aeroporto di Forlì]] 115&nbsp;km
* [[Aeroporto di Bologna-Borgo Panigale]] 181&nbsp;km
 
== Amministrazione ==
{{vedi anche|Sindaci di Urbino}}
[[File:MunicipioUrbino.jpg|thumb|right|170px|La residenza municipale]]
Fa parte dell'[[Unione montana Alta valle del Metauro]].
 
Il 30 novembre 2010, ha aderito al [[Patto dei sindaci]]<ref>{{cita web|https://eu-mayors.ec.europa.eu/en/signatory/14226|titolo=Scheda del Comune aderente|editore=eu-mayors.ec.europa.eu|data=30 novembre 2010|accesso=23 dicembre 2022}}</ref>.
Fa parte della [[Comunità Montana Alto e Medio Metauro]].
 
=== Amministrazioni precedenti ===
 
{{vedi anche|Sindaci di Urbino|Elezioni comunali ad Urbino}}
 
=== Gemellaggi ===
Urbino è gemellata con:
* {{Gemellaggio|Francia|Blois}}, protocollo d'amicizia, dal 1999<ref>[{{cita web|1=http://it.blois.fr/405-relazioni-internazionali.htm]|titolo=Relazioni internazionali - Blois, la città|editore=http://it.blois.fr|data=|accesso=17 gennaio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190117070056/http://it.blois.fr/405-relazioni-internazionali.htm|dataarchivio=17 gennaio 2019|urlmorto=sì}}</ref>
* {{Gemellaggio|Svizzera|Locarno|1976}}<ref>{{cita web|url=http://www.locarno.ch/it/gemellaggi|titolo=Gemellaggi|autore=Città di Locarno|accesso=10 gennaio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180110174243/http://www.locarno.ch/it/gemellaggi|dataarchivio=10 gennaio 2018|urlmorto=no}}</ref>
 
=== Cittadinanze Onorarie ===
* Lorenzo Valerio ([[1871]]), regio commissario straordinario per le Marche
* [[Luigi Belli]] ([[1894]]), scultore
* [[Pasquale Rotondi]] ([[1986]]), storico dell'arte
* [[Giancarlo De Carlo]] ([[1989]]), architetto
* [[Rita Levi-Montalcini]] ([[2002]]), scienziata
* [[Antonio Paolucci]] ([[2008]]), storico dell'arte
* Francesco Marinelli ([[2011]]), [[Arcidiocesi di Urbino-Urbania-Sant'Angelo in Vado|arcivescovo emerito di Urbino, Urbania e Sant'Angelo in Vado]]
 
== Sport ==
 
=== Calcio ===
[[File:StadioMontefeltroUrbino.JPG|thumb|Lo stadio "Montefeltro"]]
[[File:PiscinaMondolceUrbino.JPG|thumb|La piscina "Mondolce"]]
Già nel [[XVI secolo]] si praticava il [[calcio fiorentino]] nell'attuale piazza Rinascimento. Per quanto riguarda il calcio moderno, la principale squadra di calcio della città è l'[[Associazione Sportiva Dilettantistica LMV Urbino 1921|A.S.D. LMV Urbino 1921]], nata nel [[1921]], che milita in [[Eccellenza (calcio)|Eccellenza]].
 
Diverse sono le realtà minori: Schieti e Vis Canavaccio militano in Seconda Categoria mentre Pieve di Cagna e Torre disputano la Terza Categoria.
'''Calcio a 11'''
 
Nel calcio a 5 è presente la squadra Urbino calcio a 5, che milita nel campionato di serie D.
Già nel [[XVI secolo]] si praticava il [[calcio fiorentino]] nell'attuale piazza Rinascimento. Per quanto riguarda il calcio moderno, la principale squadra di calcio della città è l' ''[[Associazione Sportiva Urbino|A.S.D. Urbino Pieve]]'', nata nel [[1921]], che vanta alcuni anni di permanenza in [[Serie C]].
 
Nella stagione 2012/2013 milita nel girone A [[Marche|marchigiano]] di [[Prima Categoria]].
 
* Torre Calcio
'''Calcio a 5'''
 
Il Futsal Urbino, squadra professionale di calcio a 5, è nato nel [[2001]] ed {{chiarire|attualmente|quando?}} milita nel campionato di serie B nazionale.
 
=== Ciclismo ===
;Giro d'Italia
Urbino è stata per sei volte sede di una tappa del [[Giro d'Italia]] di [[ciclismo]]:
Urbino è stata sede della cosiddetta [[Grande Partenza del Giro d'Italia|"Grande Partenza"]] del [[Giro d'Italia]] nell'edizione del [[Giro d'Italia 1988|1988]], con il via ufficiale della corsa dato il {{Data|23|05}} da corso Garibaldi per effettuare un prologo tra le strade cittadine, che si concluse con la vittoria del francese [[Jean-François Bernard]].<ref name="GIRO">{{cita web|url=http://www.sitodelciclismo.net/wedstrijdfiche.php?wedstrijdid=22|titolo=Giro d'Italia}}</ref> In totale, la città è stata [[Sedi di tappa del Giro d'Italia|sede di tappa]] della "Corsa Rosa" in sette occasioni (quattro partenze e tre arrivi).<ref name=GIRO/>
 
Tappe con arrivo ad Urbino:
{| {{prettytable|font-size=95%|width=700px}}
|+Tappe del* [[Giro d'Italia con1982|1982]] arrivo14ª adtappa [[Pescara]] → Urbino, vinta da [[Guido Bontempi]];
* [[Giro d'Italia 1988|1988]] 1ª tappa Urbino (cron. individuale), vinta da [[Jean-François Bernard]]
!Anno
* [[Giro d'Italia 2008|2008]] 10ª tappa [[Pesaro]] → Urbino (cron. individuale), vinta da [[Marzio Bruseghin]]
!Tappa
!Percorso
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!Vincitore di tappa
!Maglia rosa
|-
| align="center" | [[Giro d'Italia 1982|1982]]|| align=center|14ª ([[29 maggio]]) || [[Pescara]] > Urbino || align=center | 248 || {{bandiera|ITA}} [[Guido Bontempi]] || {{bandiera|FRA}} [[Bernard Hinault]]
|-
| align="center" | [[Giro d'Italia 1988|1988]] || align=center|1ª ([[23 maggio]]) || Urbino ''(cron. individuale)'' || align=center | 9 || {{bandiera|FRA}} [[Jean-François Bernard]] || {{bandiera|FRA}} [[Jean-François Bernard]]
|-
| align="center" | [[Giro d'Italia 2008|2008]] || align="center" | [[Giro d'Italia 2008#10ª tappa|10ª]] ([[20 maggio]]) || [[Pesaro]] > Urbino ''(cron. individuale)'' || align=center | 39,4 || {{Bandiera|ITA}} [[Marzio Bruseghin]] ||{{Bandiera|ITA}} [[Giovanni Visconti (ciclista)|Giovanni Visconti]]
|-
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Tappe con partenza da Urbino:
{| {{prettytable|font-size=95%|width=700px}}
|+Tappe del* [[Giro d'Italia con1982|1982]] partenza15ª datappa Urbino → [[Comacchio]], vinta da [[Silvestro Milani]];
* [[Giro d'Italia 1988|1988]] 1ª tappa Urbino (cron. individuale), vinta da [[Jean-François Bernard]]
!Anno
* [[Giro d'Italia 1988|1988]] 2ª tappa Urbino → [[Ascoli Piceno]], vinta da [[Guido Bontempi]];
!Tappa
* [[Giro d'Italia 2012|2012]] 6ª tappa Urbino → [[Porto Sant'Elpidio]], vinta da [[Miguel Ángel Rubiano]].
!Percorso
!km
!Vincitore di tappa
!Maglia rosa
|-
| align="center" | [[Giro d'Italia 1982|1982]]|| align=center|15ª ([[30 maggio]]) || Urbino > [[Comacchio]] || align=center | 190 || {{bandiera|ITA}} [[Silvestro Milani]] || {{bandiera|FRA}} [[Bernard Hinault]]
|-
| align="center" | [[Giro d'Italia 1988|1988]] || align=center|2ª ([[24 maggio]]) || Urbino > [[Ascoli Piceno]] || align=center | 230 || {{bandiera|ITA}} [[Guido Bontempi]] || {{bandiera|FRA}} [[Jean-François Bernard]]
|-
| align="center" | [[Giro d'Italia 2012|2012]] ||align=center|6ª ([[11 maggio]])||Urbino > [[Porto Sant'Elpidio]]||align=center|210||{{bandiera|COL}} [[Miguel Ángel Rubiano]]||{{bandiera|ITA}} [[Adriano Malori]]
|-
|}
 
;Giro d'Italia Women
[[File:PalaMondolceUrbino.JPG|thumb|right|140px|il ''PalaMondolce'']]
Inoltre nel [[2024]] ha ospitato l'arrivo della 4ª tappa, da [[Imola]], dell'[[Giro d'Italia Women 2024|Giro d'Italia femminile]], vinta dalla canadese [[Clara Emond]].
 
=== Pallavolo ===
[[File:PalaMondolceUrbino.JPG|thumb|Il "PalaCarneroli"]]
Aveva sede nel Comune la [[Robur Tiboni Urbino Volley]], era una società [[pallavolo|pallavolistica]] femminile che militava nel [[Campionato italiano femminile di pallavolo|campionato]] di [[Serie A1 (pallavolo femminile)|Serie A1]].
Fra i maggiori risultati ottenuti si cita la [[Coppa CEV 2011 (pallavolo femminile)|Coppa CEV]].
 
Nella stagione 2014-15, a seguito dell'ultimo posto in classifica, retrocede in Serie A2; in seguito la società cessa di esistere.
Fin dagli anni '70 esiste ad Urbino una buona tradizione pallavolistica, che in campo femminile ha condotto la [[Robur Tiboni Volley Urbino|Robur Tiboni Volley]] alla [[serie A1]], campionato in cui milita dal [[2009]]. Nel [[2011]] ha conquistato il primo alloro importante, con la [[Coppa CEV di pallavolo femminile|Coppa CEV]].
 
=== StruttureImpianti sportivesportivi ===
* [[File:StadioMontefeltroUrbino.JPG|thumb|right|140px|loStadio Montefeltro|Stadio ''comunale "Montefeltro''"]]
* Piscina comunale "Fratelli Cervi" (con annesso un campo coperto da pallavolo)
[[File:PiscinaMondolceUrbino.JPG|thumb|right|140px|la Piscina ''Mondolce'']]
* Piscina "Mondolce" (di proprietà dell'Università)
* [[Stadio Montefeltro|Stadio Comunale ''Montefeltro'']]
* [[Palazzetto dello sport Alberto Carneroli|Palazzetto dello sport "Alberto Carneroli"]]
* Piscina Comunale ''Fratelli Cervi'' con annesso un campo coperto da pallavolo.
* Campi da tennis in località Varea
* Piscina ''Mondolce'' (di proprietà dell'Università)
* Campi da tennis in località Mondolce
* [[PalaMondolce|Palazzetto dello Sport ''Mondolce'']]
* Bocciodromo comunale "Raffaele Zampolini"
* Campi da Tennis in località Varea
* CampiCampo da Tennistiro a volo in località Mondolce
* Campo di calcio "Sandro De Crescentini"<ref>{{Cita web|url=https://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cronaca/stadio-per-ricordare-sandro-de-crescentini-2a55d225|titolo=Stadio per ricordare. Sandro De Crescentini|data=14-9-2023|accesso=26-9-2023}}</ref> (in sintetico)
* Bocciodromo Comunale ''Raffaelle Zampolini''
* Campo dadi Tirocalcio a"La Volo, in località MondolceBuca".
* [[Mazzaferro (Urbino)#Strutture sportive|Palestra "Palaferro"]]
* [[Gadana#Strutture sportive|Palestra "PalaGadana"]]
 
nelleNelle frazioni:
* Campo Sportivosportivo di Canavaccio
* Campo Sportivosportivo di Trasanni
* Campo sportivo di Pieve di Cagna
* Palestra ''Palaferro'' di Mazzaferro
* Campo Sportivosportivo di Schieti
* Campo Sportivosportivo di TorreCa' San TommasoMazzasette
* Campo sportivo di Torre San Tommaso
* Palestra ''PalaGadana'' di Gadana
* Campo sportivo di Castel Cavallino<ref>{{cita web|1=http://www.ersurb.it/servizi/altri-servizi/impianti-sportivi/campi-sportivi.html|2=Strutture sportive|editore=http://www.ersurb.it|data=2008|accesso=17 gennaio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190117070245/http://www.ersurb.it/servizi/altri-servizi/impianti-sportivi/campi-sportivi.html|dataarchivio=17 gennaio 2019|urlmorto=no}}</ref>
* Campo Sportivo di Castel Cavallino<ref>[http://www.comune.urbino.ps.it/id/593/2264.aspx Comune di Urbino | www.comune.urbino.ps.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
 
== Note ==
{{<references|2}}/>
 
== Bibliografia ==
*{{cita libro| nome=Giancarlo | cognome=De Carlo |wkautore = Giancarlo De Carlo | titolo=Urbino. La storia di una città e il piano della sua evoluzione urbanistica | anno=1966 | editore=Marsilio Editori | città=Padova | ISBN=}}
*Franco Mazzini, ''i Mattoni e le Pietre di Urbino'', Argalia Editore, Urbino 1982
*Ulrico Agnati, ''Per la storia romana della provincia di Pesaro e Urbino'', L'ERMA di BRETSCHNEIDER, 1999, [[ISBN]] [[Speciale:RicercaISBN/978-88-8265-070-4|978-88-8265-070-4]]. <small>URL consultato il 28 maggio 2024</small>.
*Giuseppe Cucco, ''Urbino - percorso iconografico dal XV al XIX secolo'', Accademia Raffaello , 1994
*{{cita libro| nome=Bramante | cognome=Ligi | titolo=Le chiese monumentali di Urbino | anno=1968 | editore= | città=Urbania | ISBN=}}
*Giuseppe Cucco, ''Papa Albani e le arti a Urbino e a Roma (1700-1721)'', Marsilio Editore, Venezia 2001, ISBN 88-317-7862-5
*{{cita libro| nome=Bramante | cognome=Ligi | titolo=Uomini illustri e benemeriti di Urbino - attraverso le iscrizioni della città. Frammenti di Storia urbinate | anno=1968 | editore= | città=Urbania | ISBN=}}
*Leonardo Benevolo Paolo Boninsegna, ''le Città nella Storia d'Italia - Urbino'', Editori Laterza 1986
*{{cita libro| nome=Franco | cognome=Mazzini |wkautore = Franco Mazzini | titolo=I mattoni e le pietre di Urbino | anno=1982 | editore=Argalia editore | città=Urbino | ISBN=}}
*Giancarlo De Carlo, ''Urbino - la storia di una città e il piano della sua evoluzione urbanistica'', Marsilio Editore
*{{cita libro| nome=Leonardo | cognome=Benevolo | nome2=Paolo | cognome2=Boninsegna |wkautore = Leonardo Benevolo | titolo=Le città nella storia d'Italia - Urbino | url=https://archive.org/details/urbino00bene | anno=1986 | editore=Editori Laterza | città=Bari | ISBN=88-420-2738-3}}
*''Una Guida Settecentesca d'Urbino'', a cura di Fert Sangiorgi, Accademia Raffaello, Urbino 1992
*{{cita libro | titolo=Una guida settecentesca d'Urbino | curatore=Fert Sangiorgi | anno=1992 | editore=Accademia Raffaello | città=Urbino | ISBN=}}
*Bramante Ligi, ''le Chiese Monumentali di Urbino'', Scuola Tipografica "Bramante" - Urbania 1968
*{{cita libro| nome=Giuseppe | cognome=Cucco | titolo=Urbino - percorso iconografico dal XV al XIX secolo | anno=1994 | editore=Accademia Raffaello | città=Urbino | ISBN=}}
*Bramante Ligi, ''Uomini illustri e benemeriti di Urbino - attraverso le iscrizioni della città - Frammenti di Storia urbinate'', Scuola Tipografica "Bramante" - Urbania 1968
*{{cita libro| nome=Franco | cognome=Mazzini |wkautore = Franco Mazzini | titolo=Urbino - i mattoni e le pietre | anno=2000 | editore=Argalia editore | città=Urbino | ISBN=88-392-0538-1}}
*{{cita libro | titolo=Papa Albani e le arti a Urbino e a Roma (1700-1721) | curatore=Giuseppe Cucco | anno=2001 | editore=Marsilio Editore | città=Venezia | ISBN=88-317-7862-5}}
*{{cita libro| nome=Mario | cognome=Luni | titolo=Archeologia nelle Marche dalla preistoria all'età tardoantica | anno=2003 | editore=Nardini editore | città=Firenze | ISBN=9788840411750}}
*{{cita libro| nome=Franco | cognome=Negroni | titolo=Appunti su alcuni palazzi e case di Urbino | anno=2005 | editore=Accademia Raffaello | città=Urbino | ISBN=88-87573-22-0}}
 
== Voci correlate ==
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* [[Delegazione apostolica di Urbino e Pesaro]]
* [[Galleria Nazionale delle Marche]]
* [[Provincia di Pesaro e Urbino]]
* [[Rinascimento urbinate]]
* [[Università degli studi di Urbino "Carlo Bo"]]
* [[Biblioteca universitaria San Girolamo]]
* [[Accademia Raffaello]]
* [[Accademia di belle arti di Urbino]]
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* [[Istituto superiore per le industrie artistiche]]
* [[Ferrovia Fano-Urbino]]
* [[ComunitàUnione Montanamontana AltoAlta evalle Mediodel Metauro]]
* [[Arcidiocesi di Urbino-Urbania-Sant'Angelo in Vado]]
* [[Robur Tiboni Volley Urbino Volley]]
* [[Urbino Calcio]]
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* [http://www.arcidiocesiurbino.it Sito ufficiale] dell'arcidiocesi
{{Comuni della provincia di Pesaro e Urbino}}
* [http://www.urbinomultimedia.it/ Sito di Urbino Multimedia]
* [http://www.artimarche.beniculturali.it Sito istituzionale] della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici delle Marche
* {{en}} [http://romeartlover.tripod.com/Urbino.html papa Clemente XI e Urbino]
* [http://www.arte.rai.it/articolo.aspx?ID=15949&utm_source=twitterfeed&utm_medium=facebook La città ideale nella pittura rinascimentale, sul portale RAI Arte]
 
{{Provincia di Pesaro e Urbino}}
{{Comunità montana Alto e Medio Metauro}}
{{Capoluoghi di provincia italiani}}
{{Unione montana Alta valle del Metauro}}
{{Stati italiani dal 1156 al 1454}}
{{Città romane della Regio VI Umbria}}
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