Life Racing Engines: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Addbot (discussione | contributi)
m migrazione di 13 interwiki links su Wikidata - d:q171972
 
(83 versioni intermedie di 36 utenti non mostrate)
Riga 1:
{{F|automobilismo|ottobre 2023}}{{Scuderia motoristica
|nome=Life
|logo=Life logo F1.png
|sede={{ITA}}<br />[[Formigine]] ([[provincia di Modena|MO]])
|sede=
|serie1=Formula 1
|serie2=
|serie3=
|fondazione=19901989
|chiusura=1990
|fondatore={{Bandiera|ITA}} [[Ernesto Vita]]
|direttore=
|anni1=[[Campionato mondiale di Formula 1 1990|1990]]
|migliore1=-
|disputati1=0
|vittorie1=0
|aggiornamento1=
|anno dati1=
Riga 32:
|note=
}}
 
'''Life Racing Engines''' (comunemente e semplicemente nota come '''Life''') è stata una scuderia italiana di [[Formula 1]]. Fondata da [[Ernesto Vita]] nel [[1989]], siprese iscrisseparte al campionato [[Campionato mondiale di Formula 1 1990|1990]].
 
Carente di mezzi e preparazione, il team sopravvisse per un'unica stagione, in cui non riuscì mai a presentare la propria vettura nella griglia di partenza di un Gran Premio: non superò infatti mai le prequalifiche e rimase assai lontano da una pur minima competitività.
 
== Storia ==
===Nascita della scuderia===
[[File:1990 Life 190.jpg|thumb|right|230pxleft|La [[Life F190]], vettura con cui illa teamsquadra corse la sua unica stagione in [[Formula 1]].]]
Nel [[Campionato mondiale di Formula 1 1989|1989]] la Formula 1 fu interessata da un importante cambiamento regolamentare, con il divieto di utilizzare motori [[turbocompressore|turbo]], che avevano dominato la scena nelle stagioni precedenti. Questo portò alla nascita di diversi nuovi progetti di motori aspirati, tra i quali un particolare [[Motore a W|W12]]<ref>[http://www.f1rejects.com/teams/life/profile.html Profilo della scuderia su F1rejects.com]</ref> ideato dall'ex tecnico della [[Scuderia Ferrari|Ferrari]] Franco Rocchi, i cui diritti furono acquistati dall'italiano Ernesto Vita, il quale intendeva vendere il motore ad un team di Formula 1 per la stagione 1989. Non trovando acquirenti, Vita decise di fondare una propria scuderia per dimostrare le qualità del propulsore, iscrivendola al campionato successivo.
Nel [[Campionato mondiale di Formula 1 1989|1989]] la [[Formula 1]] fu interessata da un importante cambiamento regolamentare: il divieto di utilizzare la [[turbocompressore|sovralimentazione]] (che aveva dominato la scena nelle stagioni precedenti) e il ritorno ai motori aspirati stimolò vari ingegneri a progettare nuove unità motrici da impiegare sulle monoposto da competizione.
 
Già attorno al [[1966]], nel passaggio regolamentare alla cilindrata di 3000 c³, la Ferrari aveva provato al banco un prototipo di [[motore radiale]] da 16 cilindri "a doppia V", con quattro bancate a 60° da 4 cilindri l'una e un imbiellaggio di tipo aeronautico. L'idea ed il progetto erano del tecnico [[Franco Rocchi]], che aveva una profonda esperienza nel settore dell'aviazione, avendo lavorato per anni alle [[Officine Meccaniche Reggiane]]. Prendendo le mosse dall'esperienza di dieci anni prima della [[British Racing Motors|BRM]] col [[BRM P15 (motore)|motore P15]] da 16 cilindri a V (due bancate da 8 cilindri ciascuna), Rocchi si era convinto che riconfigurando l'architettura a W, in modo da dimezzare la lunghezza del propulsore, si sarebbe generato un guadagno in termini di peso e momento polare. Il motore così concepito palesò debolezza strutturale a una delle testate e, complice un'ulteriore restrizione regolamentare, fu infine accantonato: la Scuderia di Maranello scelse pertanto la più convenzionale configurazione a 12 cilindri contrapposti.
Acquistò quindi il telaio ideato dal progettista brasiliano Richard Divila per l'abortito team First, che avrebbe dovuto competere nel 1989, e vi fece adattare il motore W12, ingaggiando come pilota l'australiano [[Gary Brabham]], figlio dell'ex campione del mondo [[Jack Brabham|Jack]]. La vettura, definita pericolosa dallo stesso Divila a causa di diversi difetti di produzione, esisteva in un solo esemplare e il team, con sede a [[Formigine]], disponeva di due soli motori W12 e di ben pochi ricambi. Questa situazione tecnica così precaria non poteva che portare a risultati disastrosi: nelle prequalifiche del primo Gran Premio della stagione, disputato sul circuito di Phoenix, Brabham rimase ad oltre trenta secondi di distacco da [[Claudio Langes]] con la [[EuroBrun]], mentre nelle prequalifiche della gara successiva percorse solo quattrocento metri prima di fermarsi per un guasto.
 
La notizia dell'esistenza di tale prototipo giunse all'orecchio dell'imprenditore [[Ernesto Vita]], che ne rimase affascinato e contattò Rocchi (non più attivo dagli [[anni 1970]] per motivi di salute) perché riprendesse in mano il progetto e gliene cedesse i diritti, così da inserirsi nel giro della Formula 1 come fornitore di motori. Il progettista accondiscese e dal suo lavoro nacque l'F35, un [[Motore plurifrazionato|propulsore plurifrazionato]] a dodici cilindri, disposti non nella consueta architettura [[motore a V|a V]], bensì [[motore a W|a W]] (tre bancate, ognuna delle quali ospitava quattro cilindri); fatta salva la cilindrata (3500 [[centimetro cubo|cm³]]), esso ricalcava l'architettura dello storico propulsore [[Napier Lion]], che dall'iniziale uso aeronautico era presto passato a impieghi agonistici su autovetture. Rispetto a un tradizionale [[motore V12|V12]], quello sviluppato da Rocchi era più corto, potendo consentire sulla carta di costruirvi attorno una vettura compatta e dunque (a parità di potenza e cilindrata) ben più agile rispetto alle macchine dotate di un comune propulsore a due bancate.
A questo punto il pilota australiano decise di abbandonare la scuderia; al suo posto fu ingaggiato l'esperto [[Bruno Giacomelli]], che però non gareggiava dal [[Campionato mondiale di Formula 1 1983|1983]]. I risultati, tuttavia, non migliorarono; la vettura si rompeva sempre dopo pochissime tornate e quando Giacomelli riusciva a portare a termine qualche giro lanciato subiva regolarmente distacchi di oltre dieci secondi dall'ultimo dei piloti ammessi alle qualifiche. Dopo il [[Gran Premio d'Italia 1990|Gran Premio d'Italia]] la Life decise di abbandonare il motore W12 in favore di un più convenzionale V8 fornito dalla [[Judd]]. Al Gran Premio successivo, tuttavia, Giacomelli non riuscì neanche a scendere in pista, perché il cofano motore non si adattava al nuovo propulsore. Dopo un ultimo, disastroso, tentativo nel [[Gran Premio di Spagna 1990|Gran Premio di Spagna]], il team si ritirò dal campionato, rinunciando alle ultime due gare in programma e sparendo definitivamente dalla Formula 1.
 
Vita era fermamente convinto della validità del "progetto W12": un motore così innovativo, realizzato da un tecnico esperto e qualificato, sarebbe a suo avviso risultato appetibile agli occhi degli sponsor e degli investitori. Allo scopo creò, insieme al direttore sportivo e responsabile acquisti Gianpiero Lauro, il marchio ''Life Racing Engines'' (laddove la parola inglese ''Life'' è una traduzione letterale del cognome del patron), col quale propose a diversi team del massimo campionato automobilistico (tra gli altri la [[Tyrrell]]) la fornitura della sua innovativa unità motrice, che venne presentata ufficialmente alla cerimonia dei caschi d'oro 1988 a [[Milano]].
== Vetture ==
 
La aspettative furono tuttavia deluse: la maggior parte degli addetti ai lavori e dei finanziatori delle scuderie di Formula 1 si dimostrarono abbastanza indifferenti all'iniziativa e scettici sulle possibilità di successo. Il motore del resto era poco potente (soli 480 [[cavallo vapore|cavalli]], mentre a titolo d'esempio un V8 della Judd - uno dei meno performanti al tempo adottati nella categoria - ne sviluppava 600) e la sua architettura peculiare ne rendeva arduo, e dunque costoso, l'eventuale sviluppo. Nondimeno, agli alti regimi di rotazione, l'iniezione [[Magneti Marelli]] andava in crisi e i tecnici dovettero pertanto limitare i giri e ripiegare su un altro fornitore.
 
Desiderando comunque portare tale motore alla prova della pista e pur di non rendere vani i propri investimenti, verso il [[1990]] Vita decise quindi di "scendere in campo" in prima persona e trasformò la Life in una vera e propria scuderia da competizione: grazie ad alcune sponsorizzazioni (tra le quali spiccava PIC, un misconosciuto [[conglomerato (finanza)|conglomerato]] [[URSS|sovietico]] attivo nel ramo [[industria bellica|bellico]], che stando a quanto dichiarato dal patron - peraltro sposato con una donna russa - era in affari con lui per convertirsi a produzioni civili e collaborare allo sviluppo della scuderia) poté iscriversi al campionato di F1 per l'anno 1990.
 
===La Life in pista===
====Le premesse====
{{vedi anche|Life F190}}{{Fornitore di Formula 1|nome=Life Racing Engines|fornitura=Motori|anni=1990|disputati=12|vinti=0|pole=0|giri veloci=0}}
Vita acquistò da [[Lamberto Leoni]] un telaio ideato da Gianni Marelli (ex dipendente Ferrari) e Richard Divila per il team First, che aveva vanamente tentato di entrare in Formula 1 nel 1989 con una monoposto denominata F189, spinta da un motore 8 cilindri Judd. Il telaio venne modificato per adattarlo al motore W12 e ai regolamenti per la stagione [[Campionato mondiale di Formula 1 1990|1990]]; si intervenne quindi sull'area del cofano, che al di sotto della presa ''[[Hood scoop|airscoop]]'' assunse un aspetto tondeggiante e voluminoso, con prese d'aria supplementari ai lati del poggiatesta, a somiglianza (tra l'altro) delle vetture costruite dalla [[Benetton F1|Benetton]] tra il [[Campionato mondiale di Formula 1 1987|1987]] e il [[Campionato mondiale di Formula 1 1989|1989]]. L'operazione di adattamento fu comunque agevolata dal fatto che Rocchi aveva previsto l'impiego di flange d'attacco del motore W12 al telaio e al cambio del tutto analoghe a quelle adottate per i propulsori V8.
 
Al motore Life venne affiancato un [[cambio manuale]] [[Hewland]] a 6 marce prodotto dall'omonima azienda inglese. Per il carburante ci si accordò con l'[[Agip]], mentre per la scelta degli pneumatici si andò sui [[Goodyear Tire & Rubber Company|Goodyear]]. La carrozzeria venne colorata in [[rosso corsa]], mentre gli alettoni erano [[nero|neri]].
 
Per dimostrare le proprie ambizioni di competitività, Vita ingaggiò come pilota un giovane debuttante di buon talento: l'australiano [[Gary Brabham]] (figlio dell'ex campione del mondo [[Jack Brabham|Jack]]) fresco vincitore al primo tentativo della prestigiosa [[Formula 3000 inglese]], affiancato dal collaudatore [[Franco Scapini]], che nel 1989 aveva guidato la [[Lancia LC2]] nel [[Campionato mondiale sportprototipi|mondiale prototipi]]. Non venne ingaggiata una seconda guida in quanto il modesto budget a disposizione del team aveva consentito di allestire la macchina in un singolo esemplare.
 
La vettura nei comunicati ufficiali del team fu descritta come comoda da guidare e versatile nella messa a punto; si sottolineava altresì come alla progettazione avessero lavorato ingegneri e tecnici con un passato in Ferrari o nel [[Reparto Corse Alfa Romeo]]: oltre a Rocchi e Marelli c'era anche Walter Salvarani, progettista del cambio montato sulle [[Ferrari 312 T]] e [[Ferrari 312 T2|312 T2]] campioni del mondo 1975 e 1977, il quale aveva progettato per la Life una soluzione ad hoc.
 
La sede della squadra, nel comune [[provincia di Modena|modenese]] di [[Formigine]], fu descritta dal collaudatore Scapini, intervistato a distanza di anni, come «adeguata alla categoria e alla squadra»; stando alla sua testimonianza, era dotata di un banco prova motore Borghi e Severi con impianto di acquisizione dati AVL, di un reparto di montaggio motori, di un reparto di controllo temperatura sui componenti meccanici, di un ufficio tecnico con tre tavoli da disegno dotati di programmi [[McDonnell Douglas]], più anche gli uffici dirigenziali. La squadra di Vita intendeva così proporsi come un attore ambizioso in vista del debutto nel campionato 1990 di Formula 1.
 
A dispetto di proclami e intenzioni, la squadra non si rivelò all'altezza della situazione. I materiali e le risorse a disposizione erano infatti limitati: vi erano soli due telai e quattro unità motrici W12, sicché, per evitare di incappare in guasti o incidenti, la cui riparazione avrebbe potuto essere difficile e costosa, la Life venne scarsamente collaudata nella fase pre-stagionale. In aggiunta, diverse idee messe in progetto (come il cambio di Salvarani) non vennero costruite.
 
====L’esperienza in pista====
La situazione tecnico-organizzativa precaria ebbe il suo riscontro nei risultati: nelle prequalifiche del primo Gran Premio della stagione, disputato sul circuito di Phoenix, Brabham poté effettuare soli quattro giri e rimase ad oltre trenta secondi di distacco da [[Claudio Langes]], penultimo al volante della [[EuroBrun]]. Nella gara successiva a [[Interlagos]], dopo una sessione di prove libere incoraggiante, in cui complice il maltempo riuscì a stare sotto il limite del 107% dal miglior tempo (imposto per accedere alla griglia di partenza), l'australiano non riuscì nemmeno a partecipare alle prequalifiche, percorrendo soli quattrocento metri nella pit lane prima che la vettura si guastasse.
 
A questo punto il pilota australiano decise di abbandonare la scuderia; al suo posto fu ingaggiato l'esperto [[Bruno Giacomelli]], che però non gareggiava in Formula 1 dal [[Campionato mondiale di Formula 1 1983|1983]]. I risultati, tuttavia, non migliorarono;: la vettura si rompeva sempre dopo pochissime tornate e quando Giacomelli riusciva a portare a termine qualche giro lanciato subiva regolarmente distacchi di oltre dieci secondi dall'ultimo dei piloti ammessi alle qualifiche. Dopo il [[Gran Premio d'Italia 1990|Gran Premio d'Italia]] la Life decise di abbandonare il motore W12 (rivelatosi anche fragile, con frequenti rotture alle bielle secondarie che comandavano uno dei pistoni) in favore di un più convenzionale V8 fornito dalla [[Judd]]., Alma ciò non risollevò le sorti della scuderia: al Gran Premio successivo, tuttaviasul circuito dell'Estoril, Giacomelli non riuscì neanche a scendere in pista, perchécompiendo ilun cofanosolo motoregiro, nondurante siil adattavaquale alperdette nuovoil propulsorecofano motore. Dopo un ultimo, disastroso,infruttuoso tentativo di prequalificarsi nel [[Gran Premio di Spagna 1990|Gran Premio di Spagna]], illa teamsquadra si ritirò dal campionato, rinunciando alle ultime due gare in programma e sparendocessando definitivamentele dalla Formula 1attività.
 
A dispetto delle assicurazioni del patron, che annunciò l'intenzione di riorganizzare il team e proseguire lo sviluppo della macchina per l'anno successivo, l'esistenza della Life terminò di lì a poco; Vita continuò la propria attività in altre categorie motoristiche.
 
Diversi anni dopo la sola Life F190 costruita, passata nelle mani del collezionista Lorenzo Prandina, venne restaurata dall'ex capo meccanico della scuderia Oliver Piazzi (che la riequipaggiò con l'originario W12) e nuovamente mostrata al pubblico al [[festival di Goodwood]] del 2007 (in cui venne pilotata dal proprietario e da [[Arturo Merzario]]) e del 2009 (con al volante [[Derek Bell (pilota automobilistico)|Derek Bell]]).
 
== Vetture ==
* [[Life F190]]
 
== Piloti ==
* [[BrunoGary GiacomelliBrabham]] - {{ITAAUS}} - n°º39
 
* [[GaryBruno BrabhamGiacomelli]] - {{AUSITA}} - n°º39
* [[Bruno Giacomelli]] - {{ITA}} - n°39
 
== Risultati completi in Formula 1 ==
{{RisF1Team|2|Anno=1990|Ritiro=1990|Vettura=[[Life F190|F190]]|Motore=Life F35 e<br />[[Judd]] CV|Gomme={{Goodyear}}|P1=[[Gary Brabham]]|P2=[[Bruno Giacomelli]]
|A1=NPQ|A2=NPQ|B3=NPQ|B4=NPQ|B5=NPQ|B6=NPQ|B7=NPQ|B8=NPQ|B9=NPQ|B10=NPQ|B11=NPQ|B12=NPQ|B13=NPQ|B14=NPQ|B15|B16|Punti=0|LEG=1}}
 
== Note Bibliografia==
* {{Cita web | titolo = F1rejects.com | url = http://www.f1rejects.com/teams/life/profile.html | accesso = 5 novembre 2009 | urlmorto = sì | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20110926220936/http://f1rejects.com/teams/life/profile.html | dataarchivio = 26 settembre 2011 }}
<references/>
 
== FontiAltri progetti ==
{{interprogetto|commons=Life}}
* {{Cita web| titolo = F1rejects.com | url = http://www.f1rejects.com/teams/life/profile.html | accesso=5 novembre 2009}}
 
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Formula 1}}
 
[[Categoria:Scuderie di Formula 1]]
[[Categoria:Squadre automobilistiche italiane]]
 
{{Link FA|fr}}