Pablo Picasso: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Annullata la modifica di ~2025-30809-55 (discussione), riportata alla versione precedente di Dr Zimbu Etichetta: Rollback  | 
				|||
Riga 1: 
{{ 
{{nd|il singolo del gruppo The Modern Lovers|Pablo Picasso (singolo)}} 
{{Bio 
|Nome = Pablo 
|Cognome = Ruiz y 
|PostCognome =  
|ForzaOrdinamento = Picasso, Pablo 
|Sesso = M 
|LuogoNascita =  
|GiornoMeseNascita = 25 ottobre 
|AnnoNascita = 1881 
Riga 14 ⟶ 13: 
|GiornoMeseMorte = 8 aprile 
|AnnoMorte = 1973 
|Epoca =  
|Epoca2 = 1900 
|Attività = pittore 
|Attività2 = scultore 
| 
|Nazionalità = spagnolo 
|PostNazionalità =  
|Immagine = Pablo picasso 1.jpg 
|Didascalia = Pablo Picasso nel 
|Didascalia2 = {{Premio|Premio Stalin per la pace|1950|}}<br/> 
{{Premio|Premio Lenin per la pace|1962|}} 
[[File:Picasso Signatur.jpg|200px]] 
}} 
Snodo cruciale tra la tradizione ottocentesca e l'[[arte contemporanea]], Picasso è stato un artista innovativo e poliedrico, che ha lasciato un segno indelebile nella [[storia dell'arte]] per esser stato il fondatore, insieme a [[Georges Braque]], del [[Cubismo]]. Dopo aver trascorso una gioventù tempestosa, ben espressa nei quadri dei cosiddetti periodi [[Periodo blu|blu]] e [[Periodo rosa|rosa]], a partire dagli anni venti del Novecento conobbe una rapidissima fama; tra le sue opere universalmente conosciute vi sono ''[[Les demoiselles d'Avignon]]'' (1907) e ''[[Guernica (Picasso)|Guernica]]'' (1937). 
Con oltre 13.000 dipinti e disegni, detiene il primato mondiale della [[produttività]] artistica.<ref>{{Cita web|lingua=it-IT|url=https://www.esquire.com/it/cultura/a63139775/pittore-dipinto-piu-quadri/|titolo=Lui è il pittore che ha dipinto più quadri al mondo, in assoluto|sito=Esquire|data=2024-12-31|accesso=2025-01-01}}</ref> 
== Biografia == 
=== Giovinezza e adolescenza === 
==== Origini familiari e primissimi anni ==== 
{{dx|[[File:Pablo-Picasso-Birthplace.jpg|min|sinistra|La casa natale di Pablo Picasso, a Malaga in Plaza de la Merced]]}} 
Pablo Picasso nacque a [[Malaga]], nel sud dell'[[Andalusia]], il 25 ottobre del [[1881]], in Plaza de la Merced.<ref>{{cita|Penrose|pp. 2-3|RP}}.</ref> Era il primogenito di Don [[José Ruiz y Blasco]] (1838-1913), pittore di modesta levatura che lavorava come insegnante di disegno alla Scuola delle Belle Arti e conservatore del Museo della città, e di Maria Picasso y López de Oñate (1855-1939), di origini [[italia]]ne per parte paterna (il bisnonno materno del futuro artista, Tommaso Picasso, era originario del [[Provincia di Genova|comune genovese]] di [[Sori]] e si stabilì in [[Spagna]] nel [[1807]]<ref>{{Cita web |url=http://fundacionpicasso.malaga.eu/export/sites/default/cultura/fpicasso/portal/menu/seccion_0008/documentos/LOS_PICASSO.pdf |titolo=Antepasados y familiares de Picasso, Fundación Picasso Málaga }}</ref>). Al giovane Pablo furono dati, come tradizione spagnola vuole, numerosissimi nomi, tutti in onore di vari santi e parenti: ''Pablo Diego José Francisco de Paula Juan Nepomuceno Maria de los Remedios Cipriano de la Santísima Trinidad Ruiz y Picasso'', dei quali gli ultimi due tratti dal padre e dalla madre, ai sensi della regola del "doppio cognome" vigente in Spagna ed in molti paesi latinoamericani. 
La scrittrice [[Gertrude Stein]] ricorda la famiglia di Picasso con queste parole:<ref>{{cita|Lemaire|p. 5|GGL}}.</ref> 
{{citazione|In antico, venendo probabilmente da Genova, la famiglia Picasso passò in Spagna attraverso Palma de Mallorca. La famiglia della madre era una famiglia di argentini. La madre, come Picasso, è fisicamente piccola e robusta, con un corpo vigoroso, pelle scura, capelli quasi neri, lisci e forti: suo padre, come Picasso diceva sempre, somigliava a un inglese, cosa di cui Picasso e suo padre andavano fieri. Era alto, con capelli ricci e un modo di imporsi quasi all'inglese}} 
==== A Malaga e La Coruña ==== 
[[File:Pablo Picasso with his sister Lola, 1889.jpg|min|verticale|Un giovane Picasso con la sorella Dolores, detta Lola, in una foto scattata nel 1889.]] 
Picasso rivelò precocemente uno spiccato talento artistico: secondo la madre, le sue prime parole furono «piz, piz», abbreviazione di ''lápiz'', che in spagnolo significa «matita».<ref>{{cita|Wertenbaker|p. 9|LTW}}.</ref> La formazione del giovane Pablo avvenne sotto la guida del padre Don José, che valorizzò il precoce talento del figlio introducendolo all'esercizio della pittura e allo studio dei grandi maestri. Picasso si avviò al mestiere di pittore durante il proprio apprendistato presso il padre, realizzando già nel 1888-89 il suo primo dipinto, ''El picador'': ne seguirono molti altri, tutti caratterizzati da un'eccezionale abilità tecnica che si dice abbia spinto uno sbalordito Don José, ormai superato dal giovane allievo, a rinunciare alla tavolozza e ai pennelli.<ref name=GGL6/><ref>{{cita|Charles|p. 144|VC}}.</ref> 
Nel 1891 la famiglia di Picasso si trasferì a [[La Coruña]], in [[Galizia (Spagna)|Galizia]], dove Don José aveva accettato l'impiego più redditizio di insegnante nella scuola d'arte locale, l'Istituto da Guarda.<ref>{{cita|Penrose|p. 16|RP}}.</ref> «Sebbene mio padre fosse disperato, per me il viaggio a La Coruña era come una festa»: Pablo, a differenza del padre, ricorderà con molta gioia il soggiorno quadriennale nella città galiziana, dove ebbe modo di perfezionare le proprie doti artistiche frequentando, a partire dal 1892, i corsi di disegno della Scuola di Belle Arti.<ref name=GGL6>{{cita|Lemaire|p. 6|GGL}}.</ref> Picasso, in questo stesso periodo, diede prova del suo talento anche attraverso l'ideazione e la raffigurazione di riviste con nomi puramente di fantasia, quali ''La torre de Hercules'', ''La Coruna'', e ''Azul y Blanco''. 
[[File:Ramon Casas - Retrat de Pablo Picasso.jpg|min|sinistra|verticale|[[Ramon Casas]], ''Ritratto di Pablo Picasso'' (1900); olio su tela, 69 × 44,5 cm, Museu Nacional d'Art de Catalunya.]] 
====  
Intanto, la madre María ebbe altre due figlie: Dolores (detta Lola) nel 1884, e Concepción (detta Conchita) nel 1887, destinata a morire nel 1895 di [[tubercolosi]], a soli sette anni di età.<ref>{{cita|Walther|p. 90|IFW}}.</ref> Nell'ottobre dello stesso anno,<ref>{{cita|Penrose|p. 27|RP}}.</ref> inoltre, Don José venne nominato professore a [[Escuela de la Lonja|La Llotja,]] e la famiglia Ruiz si trasferì a [[Barcellona]], proprio nello stesso periodo nel quale l'ingegner [[Ildefons Cerdà]] stava realizzando l'[[Eixample]]. Pablo approdò insomma in una metropoli ricca di suggestioni culturali, animata dai nuovi fermenti del [[Arte modernista|Modernismo]] catalano e da una sostanziale «indipendenza politica, stabilità economica e prosperità artistica». 
Nel 1896, riconoscendo il suo talento, con l'aiuto del padre Picasso aprì un ''atelier'' a Calle de la Plata. Da questo studio, condiviso con l'amico [[Manuel Pallarès]], uscirono diversi quadri che conobbero tutti una calda accoglienza: ''L'enfant de choeur'' (1896), ''[[La prima comunione]]'' (1895-96) e ''[[Scienza e carità]]'' (1897), guadagnandosi con quest'ultima tela anche una menzione d'onore alla mostra nazionale di Belle Arti a Madrid e, successivamente, un premio a Malaga. Incoraggiato sia dal successo ottenuto, sia soprattutto dai crescenti attriti con il padre, che lo voleva a [[Monaco di Baviera]] (a suo giudizio, «città dove si studia seriamente la pittura senza occuparsi delle mode come il ''pointillisme'' e tutto il resto»), Picasso decise di imprimere un più decisivo impulso alla propria formazione artistica trasferendosi a [[Madrid]].<ref name=GGL8/> Nella città madrilena il giovane pittore venne rapidamente ammesso ai corsi dell'Accademia Reale San Fernando, e visitò assiduamente il [[museo del Prado]], dove venne a contatto con le opere di [[Velázquez]], [[El Greco]], [[Zurbarán]] e [[Goya]]. 
La permanenza madrilena di Picasso, tuttavia, si protrasse per un solo, duro inverno, dopo il quale venne colto da un feroce attacco di [[scarlattina]] che lo costrinse, nella primavera del 1898, a trascorrere ben otto mesi a [[Horta de Sant Joan|Horta de Ebro]] presso i genitori di Pallarès, per poi finalmente fare ritorno a Barcellona. 
====  
[[File:Sombras, cartell realitzat per Ramon Casas i Miquel Utrillo..JPG|min|Manifesto pubblicitario per ''Els Quatre Gats''.]] 
L'[[Els Quatre Gats]] («i quattro gatti») era un locale aperto nel 1897 nella modernista [[Casa Martí]], sul modello dei ''cabaret'' parigini. Il gestore della taverna era [[Pere Romeu]] che, sedotto dall'atmosfera di ''[[Le Chat noir]]'' a Parigi, decise di imitarne il tema di birreria al contempo frequentata da artisti e intellettuali. La sua idea fu vincente, tanto che ''Els Quatre Gats'' divenne rapidamente uno dei ritrovi preferiti della «Rinascenza catalana», ospitando un cospicuo numero di artisti, politicanti, poeti e vagabondi che diffondevano la musica di [[Wagner]], il pensiero di [[Nietzsche]], l'arte dello [[Jugendstil]] e dei [[Preraffaelliti]] inglesi. 
Tra la scapigliata ''[[Bohème (movimento artistico)|bohème]]'' barcellonese che bazzicava per ''Els Quatre Gats'' vi era anche un giovane Picasso che, nel pieno delle sue tendenze ribelli, a partire dal 1897 cominciò a frequentare assiduamente la taverna, divenendo rapidamente uno dei membri maggiormente in vista. Qui, oltre ad ascoltare le lunghe riunioni di artisti come [[Ramon Casas]], [[Miquel Utrillo]] e [[Santiago Rusiñol]], si legò di stretta amicizia con [[Carlos Casagemas]], un poeta e buon pittore figlio di un diplomatico;<ref>{{cita|Riu|capitolo ''«Els Quatre Gats»''|FDR}}.</ref> nella sala delle rappresentazioni teatrali della taverna, addirittura, si inaugurò nel febbraio 1900 la sua prima mostra personale, con l'esposizione di diversi suoi disegni (perlopiù ritratti di amici). Come riferito da Sabartés, la generazione artistica catalana voleva «che il pubblico sapesse che un altro artista oltre a Casas disegnava, che Casas non era il ritrattista di tutti e che le sue mostre non rappresentavano la sola arte esistente [...]». «Noi volevamo soprattutto [...] far arrabbiare il pubblico», avrebbe poi aggiunto.<ref>{{cita|Lemaire|p. 11|GGL}}.</ref> 
[[File:Picasso, Angel Fernández de Soto y Casagemas.jpg|min|sinistra|verticale=.9|Pablo Picasso con l'amico Carlos Casagemas (a destra).]] 
=== La  
==== Primo viaggio a Parigi ==== 
Frattanto, Picasso maturò il desiderio di andare a Parigi, incoraggiato dal contagioso entusiasmo dei suoi amici dell{{'}}''Els Quatre Gats'' che ne decantavano lo ''status'' di capitale delle arti e delle mode. Fu per questo motivo che, malgrado un iniziale interesse a visitare [[Londra]] per studiare i [[Preraffaelliti]], Pablo nel 1900 si recò nella ''Ville Lumière'', nel pieno del fermento per l'appena inaugurata [[Esposizione di Parigi (1900)|Esposizione Universale]], dove tra l'altro era esposto un suo dipinto, nelle collezioni del padiglione della Spagna. 
Il giovane Pablo, in compagnia dell'amico Carlos Casagemas, arrivò nella capitale francese in una brumosa mattina d'autunno di fine settembre 1900, alla [[Gare de Paris Musée d'Orsay|Gare d'Orsay]], indossando grosse scarpe e un feltro da [[moschettiere]] e trasportando con sé un cavalletto, una tavolozza e una scatola di colori. Picasso fu entusiasta di Parigi, non frequentata da «pittori locali» che dipingono «quadri idioti» (a differenza di [[Barcellona]]), bensì segnata da una grandiosa abbondanza di stimoli artistici, animati dalle mostre retrospettive su [[Eugène Delacroix|Delacroix]], [[Courbet]] e [[Ingres]], dalla gigantesca collezione del [[museo del Louvre]], e dalle strade brulicanti di botteghe e gallerie. In una lettera datata 25 ottobre 1900, data del suo diciannovesimo compleanno, Picasso descrive a un suo amico catalano la vita che conduce nella capitale francese, le sue intenzioni di esporre al ''Salon'', la vita notturna trascorsa tra i caffè-concerto e i teatri:<ref>{{cita|Charles|p. 20|VC}}.</ref> 
{{citazione|Se vedi Opisso, digli di venire, perché gioverà alla salvezza della sua anima; e digli anche di mandare al diavolo Gaudì e la Sagrada Familia ... Qui ci sono veri maestri dappertutto}} 
==== ''Arte Joven'' ==== 
[[File:TranvíaMadrid(-1906).jpeg|min|Fotografia di Madrid al principio del Novecento.]] 
Il soggiorno francese di Picasso, tuttavia, non fu di lunga durata. L'amico Casagemas, infatti, aveva vissuto un amore tragico e non ricambiato con [[Germaine Gargallo]], una bella ragazza in cerca di fortuna, e Pablo si affrettò a ritornare insieme con lui a Malaga, sperando che la mitezza del clima iberico potesse giovargli; i due arrivarono in Andalusia il 30 dicembre del 1900.<ref>{{cita|Penrose|p. 59|RP}}.</ref> 
Picasso fu totalmente deluso dall'infelice esito del Capodanno a Malaga: nessuno dei suoi parenti, dallo zio Salvador a don José, parve felice di rivederlo, e soprattutto Casagemas non trovò ristoro nei caldi raggi del sole mediterraneo, affogando la propria disperazione negli alcolici, per poi fare nuovamente ritorno a Parigi. Fu per questo motivo che Picasso, in un accesso di scoraggiamento, decise nel 1901 di recarsi per una seconda volta a [[Madrid]], dove ebbe l'idea di fondare insieme all'amico anarchico [[Francisco de Asís Soler]] una rivista intitolata ''Arte Joven'' (''Arte giovane''). Il primo numero di questa pubblicazione, che si proponeva di instaurare a Madrid il movimento modernista catalano, venne pubblicato il 10 marzo 1901 ma la rivista morì dopo cinque numeri: per questo motivo Picasso ritornò nuovamente a Barcellona. Dai primi anni del Novecento, iniziò anche a dedicarsi alla scultura, con ''Donna seduta'' (1901).<ref>{{Cita libro|autore=Mario De Micheli|titolo=Picasso|editore=Sadea Editore|città=Firenze|anno=1967|p=33}}</ref> 
Fu proprio in questo periodo, inoltre, che Pablo decise di adottare il cognome materno - Picasso - come nome d'arte, forse perché era meno comune di Ruiz ma soprattutto per ribadire la propria indipendenza artistica nei confronti del padre.<ref>{{cita|Beardsley|p. 25|JB}}.</ref> In ogni caso, egli spiegò la propria scelta in questi termini:<ref name=GGL8>{{cita|Lemaire|p. 8|GGL}}.</ref> 
{{citazione|I miei amici di Barcellona mi chiamavano Picasso perché questo nome era più strano, più sonoro di Ruiz. È probabilmente per questa ragione che l'ho adottato}} 
[[File:Ambroise Vollard, standing in front of Picasso's Evocación. El entierro de Casagemas.jpg|min|sinistra|verticale|[[Ambroise Vollard]] fotografato davanti all'opera ''Evocación'', realizzata da Picasso nel 1901.]] 
==== Nel segno del periodo blu ==== 
Quand'era ancora in Spagna, Picasso fu colto da un grave lutto: l'amico Casagemas, reso folle dalla consapevolezza dei tradimenti messi in atto dall'amata Germaine, proprio il 17 febbraio 1901 si uccise con un colpo di pistola alla tempia destra, mentre stava cenando a Parigi in un ristorante di [[Boulevard de Clichy]]. Pablo, rimanendo profondamente scosso dalla tragica notizia, incominciò a tormentarsi e per colmare il proprio vuoto tornò ossessivamente sul dramma di Carlos, in quadri malinconici e inquieti che fanno ricorso a un impianto monocromatico azzurro. È l'inizio del cosiddetto [[periodo blu]], che si protrasse dal 1901 al 1904. 
Dopo il trapasso di Carlos, Picasso si recò di nuovo a Parigi, stavolta in compagnia di [[Jaume Andreu Bonsons]], altro ''habitué'' dell'Els Quatre Gats.<ref>{{cita|Richardson|p. 193|JR}}.</ref> In quest'occasione il giovanissimo Pablo venne prontamente notato da un disinvolto mercante d'arte, [[Ambroise Vollard]], già amico di [[Degas]], [[Alfred Sisley|Sisley]], [[Pissarro]] e [[Cézanne]]; fu nella galleria di Vollard, al civico 37 di rue Laffitte, che il ventenne Picasso ebbe la soddisfazione di esporre ben sessantaquattro suoi dipinti, tra raffigurazioni di corride, scene di costume e di vita notturna.<ref>{{cita|Lemaire|p. 13|GGL}}.</ref> 
La mostra, tuttavia, non fu un successo («non vi fu nel pubblico accoglienza migliore per l'artista», affermò Vollard), e Picasso - segnato da sofferenze e dalle pressanti condizioni economiche - da questo momento in poi fece continuamente la spola tra Parigi e Barcellona. Si trattò di un lasso di tempo di afflizione e depressione nel quale Picasso approfondì e sviluppò i temi del periodo blu, che culminarono nella primavera del 1903 con la realizzazione de ''[[La vita (Picasso)|La Vita]]'', opera di difficile interpretazione (per via della simbologia lasciata volutamente oscura) che pare alluda all'impotenza creativa che affliggeva l'artista in quel periodo. 
==== Montmartre e il Bateau-Lavoir: il periodo rosa ==== 
{{Doppia immagine|destra|Bateau Lavoir Autumn 2006.jpg|272|Au Lapin Agile, Paris 8 March 2015.jpg|136|L'ingresso del Bateau-Lavoir, al civico 13 di rue Ravignan, in una foto dell'autunno 2006.|Targa della taverna ''Au Lapin Agile'', frequentata con regolarità da Picasso e i suoi amici.}} 
Nell'aprile 1904 Picasso si recò per la quarta volta a Parigi e vi si stabilì definitivamente, affittando per quindici franchi mensili una vecchia fabbrica di [[Montmartre]] riconvertita nel 1889 in ''atelier'' per artisti: era il [[Bateau-Lavoir]] al civico 13 di rue Ravignan (soprannome coniato da [[Max Jacob]] in riferimento alla curiosa sagoma della costruzione, mentre tra i locali era nota come la «casa del Cacciatore di pellicce»).<ref>{{cita|Richardson|pp. 295-96|JR}}.</ref> 
Grazie alla carismatica presenza di Picasso, lo studio di rue Ravignan fu frequentato assiduamente da diverse personalità di spicco. Di là dai vari esponenti della colonia catalana a Parigi, al Bateau-Lavoir l'artista incontrò [[Fernande Olivier]], una giovane fanciulla di proverbiale bellezza che stette al suo fianco per i sette anni successivi; ma della pittoresca ''bande à Picasso'', come venne rapidamente soprannominata, facevano parte anche [[André Derain]], [[Maurice Denis]], [[Max Jacob]], [[André Salmon]] e l'inseparabile [[Guillaume Apollinaire]], del quale godette l'amicizia per il comune interesse nella [[poesia]] (tanto che Picasso scrisse sulla porta dello studio «qui si incontrano i poeti»).<ref>{{cita|Galluzzi|p. 34|FG}}.</ref> 
Nonostante la cronica carenza di soldi, e il perenne stato di indigenza, questo fu per Picasso un periodo assai felice. Insieme con gli altri componenti della ''bande'' l'artista andaluso si dilettava a frequentare i ''cabaret'' di Montmartre, con una speciale predilezione per ''Au Lapin Agile'', che accettava anche quadri come forma di pagamento; si dilettavano a «fare Degas» (cercando di imitare il suo temperamento collerico) e si abbandonavano occasionalmente ai folli piaceri dell'[[oppio]]. Si respirava, in ogni caso, un'aria di allegria e di spensieratezza: fu per questo motivo che i blu di Picasso incominciarono gradualmente a perdere d'intensità, sino a divenire di una tenue tonalità rosata. Questo periodo è definito ''[[periodo rosa]]'' dagli storici dell'arte.<ref>{{cita web|url=http://elapsus.it/2009/06/picasso-al-bateau-lavoir.html|accesso=31 gennaio 2017|data=22 giugno 2009|autore=Davide Mauro|editore=Elapsus|titolo=Picasso al Bateau-Lavoir|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170425031304/http://www.elapsus.it/2009/06/picasso-al-bateau-lavoir.html|dataarchivio=25 aprile 2017}}</ref> 
=== La svolta cubista === 
==== ''Les demoiselles d'Avignon'' ==== 
Nel frattempo, Picasso si recò nell'estate 1905 nei [[Paesi Bassi]], per fare visita all'amico Schilperoort che viveva a Schooredam.<ref>{{cita|Penrose|p. 113|RP}}.</ref> Esattamente un anno dopo, in compagnia di Fernande, visitò un villaggio spagnolo incastonato lungo i [[Pirenei]], [[Gósol]],<ref>{{cita|Penrose|pp. 116-17|RP}}.</ref> dove venne a contatto con la statuaria iberica preromana, che non badava né alle proporzioni, né alla prospettiva e all'armonia; si trattò di una scoperta assai feconda, in quanto presagì la nascita di un nuovo concetto estetico, il [[cubismo]].<ref>{{cita|Penrose|pp. 119-20|RP}}.</ref> 
Fu così che, nella primavera del 1907, nacque un'opera colossale, destinata a inaugurare la stagione cubista di Picasso: si tratta de ''[[Les demoiselles d'Avignon]]''. Il soggetto dell'opera è l'interno di un bordello barcellonese nel quale figurano cinque donne nude, realizzate però con un linguaggio clamorosamente innovativo: le forme e i volumi del dipinto, infatti, sono scomposti, e le singole figure sono costruite secondo il criterio della visione simultanea da più lati, presentando in questo modo un aspetto che ignora qualsiasi legge anatomica. 
''Les demoiselles d'Avignon'' suscitò scandalo ed espose l'artista all'incomprensione: nessuno, da [[Leo Stein (critico d'arte)|Leo Stein]] e [[Matisse]] all'amico Apollinaire, riusciva a comprendere il senso della nuova strada intrapresa da Picasso.<ref>{{cita|Penrose|p. 125|RP}}.</ref> 
==== Il Doganiere Rousseau ==== 
[[File:Henri Rousseau - Self-portrait of the Artist with a Lamp.jpg|min|verticale|Henri Rousseau, ''Autoritratto'', 1903.]] 
Era da qualche anno che al ''[[Salon des Indépendants|Salon des Independants]]'' venivano esposti i dipinti di un piccolo uomo di nome [[Henri Rousseau]], soprannominato da Apollinaire «il Doganiere» per via del suo precedente lavoro di impiegato del dazio. Picasso conosceva e apprezzava le opere di Rousseau dal 1906, rimanendone affascinato per la pregnante tensione onirica e per l'[[Arte naïf|ingenuismo]] quasi folclorico.<ref name=gf1/> Fu per questo motivo che, nel novembre 1909, Picasso decise di organizzare al Bateau-Lavoir un leggendario banchetto in onore del Doganiere, invitando oltre alla ''bande à Picasso'' anche Leo e Gertrude Stein. La festa, in un clima di bonaria allegria e sfrenata convivialità, culminò quando Apollinaire in preda ai fumi dell'alcol recitò una poesia-burla teoricamente improvvisata (ma in realtà accuratamente preparata):{{citazione|Ricordi, Rousseau, quel paesaggio azteco / le foreste dove spuntano il mango e l'ananas, / le scimmie che spandevano tutto il sangue delle angurie / e il biondo imperatore fucilato laggiù./ I quadri che dipingi li vedesti in Messico / dove un sole rosso ornava la fronte degli alberi di banano, / e tu, valoroso soldato, scambiasti la giacca militare / contro il dolman blu dei bravi doganieri}} 
Rousseau ne fu estremamente lusingato, tanto che alla fine della serata - con immenso candore e orgoglio - confidò a Picasso: «Tu e io siamo i due più grandi pittori del mondo, tu nel genere egiziano e io in quello moderno».<ref>{{cita|Penrose|p. 138|RP}}.</ref> Quest'evento fu di grande importanza sia per il Doganiere sia per Picasso: se Rousseau vide finalmente consacrata la propria fama, per Picasso si chiuse definitivamente tutto un periodo di vita. 
Altri due eventi, infine, segnarono in questo periodo la carriera artistica di Picasso: innanzitutto il breve soggiorno presso La Rue-des-Bois, un paesino tra la foresta di Hallatte e il fiume Hoise, dove eseguì dipinti dal sapore cezanniano,<ref>{{cita|Penrose|pp. 141-43|RP}}.</ref> e poi il sodalizio con [[Georges Braque]]. I paesaggi di Braque, infatti, presentavano notevoli affinità con le opere picassiane, tanto che Matisse li stigmatizzò in quanto «composte da piccoli cubi»; successivamente, anche il critico [[Louis Vauxcelles]] - riprendendo il tagliente commento matissiano - parlò di «bizzarrie cubiste». Fu così che venne coniato il termine «cubismo», a indicare quella corrente pittorica della quale Picasso sarà uno dei principali animatori. 
[[File:Juan Gris 001.jpg|min|sinistra|verticale|[[Juan Gris]], ''La tenda del sole'', 1914.]] 
====  
Dopo un'ulteriore vacanza a Horta de Ebro nell'estate 1909,<ref>{{cita|Penrose|p. 143|RP}}.</ref> Picasso una volta ritornato a Parigi decise di allontanarsi dal pur pittoresco squallore di Montmartre e di affittare - insieme con Fernarde e il loro gatto siamese - un appartamento al numero 11 di boulevard de Clichy, nei pressi di place Pigalle. Qui si dedicò con assoluta e piena dedizione ai propri quadri cubisti, dando vita a opere quali ''La femme assise'' (1909) e ''Ragazza con mandolino'' (1910) e i ritratti effigianti Georges Braque (1909), Ambroise Vollard (1909-10) e [[Daniel-Heinrich Kahnweiler]] (1910). Con queste tele Picasso, meditando sulla lezione di Cézanne, intendeva studiare il rapporto tra forma e spazio mediante il trattamento schematico dei piani e la scomposizione dei volumi: da queste premesse prese forma una fase che i critici d'arte definiranno «[[cubismo analitico]]».<ref>{{cita|Penrose|pp. 153-55|RP}}.</ref> 
Nel frattempo, nonostante i dissidi iniziali, il cubismo incominciò a riscuotere consensi, soprattutto grazie alla pubblicazione di diversi saggi (''Du Cubisme'' e ''Les peintres cubistes'' fra tutti) e all'azione divulgatrice di Kahnweiler, fiero sostenitore dell'arte d'avanguardia che organizzò mostre internazionali a Monaco, Colonia, e Berlino. Picasso, insomma, vide finalmente la propria fama consolidarsi, ma malgrado ciò questi non furono anni assai felici: ai sospetti che volevano l'artista essere l'autore del [[Gioconda#Il furto|furto della ''Gioconda'']] nell'agosto 1911, si aggiunsero dei gravi problemi di salute e alcuni contrasti con Fernande, che lo lasciò nel 1912. Picasso avrebbe poi intrecciato un'altra relazione sentimentale con [[Eva Gouel]], destinata a morire precocemente di [[tubercolosi]] nel 1915, lasciando il pittore nello sconforto. 
Ma se le vicende private di Picasso erano piuttosto burrascose, lo stesso non si può dire per quelle artistiche. Picasso e Braque, infatti, scettici dei primi esiti cubisti, approdarono al cosiddetto [[cubismo sintetico]], caratterizzato da un ammorbidimento del rigore geometrico delle forme del cubismo analitico, e dall'impiego pressoché sistematico dei ''[[papier collé]]'' e dei ''[[collage]]''. 
==== I ''Balletti russi'' ==== 
[[File:Olga Khokhlova.jpg|min|verticale|Ol'ga Khochlova in una fotografia del 1916 circa. Picasso la sposò nel 1918.]] 
La [[prima guerra mondiale]] colse Picasso mentre era in vacanza ad [[Avignone]]; furono anni difficili, in quanto egli dovette separarsi dai suoi numerosissimi amici francesi, tutti mobilitati per lo scoppio del conflitto. Fu così che i vari componenti della ''bande à Picasso'' si smembrarono: se Braque e Derain vennero entrambi arruolati sotto le armi, Apollinaire partì volontariamente per il fronte (morirà nel 1918), mentre Gertrude Stein e Kahnweiler, appena sorpresi dalla tragedia bellica, si rifugiarono rispettivamente in [[Inghilterra]] e in [[Italia]].<ref>{{cita|Galluzzi|p. 66|FG}}.</ref> 
Picasso, essendo cittadino spagnolo, rimase invece a Parigi: fu qui che conobbe un giovane [[Jean Cocteau]], che coinvolse l'artista nella realizzazione di sipari, scene e costumi per ''Parade'', il balletto che stava realizzando per la famosa compagnia dei [[Balletti russi]] di [[Sergej Pavlovič Djagilev]]. Il 17 febbraio 1917 i due partirono alla volta di [[Roma]], dove la compagnia stava dando le prove per il balletto; nell'Urbe Picasso ebbe l'opportunità di conoscere i futuristi e gli artisti della Secessione e di venire a contatto con l'arte rinascimentale e classica, e fu anche a [[Napoli]] (dove si accostò all'arte pompeiana e alla tradizione iconografica della maschera di Pulcinella), [[Firenze]] e [[Milano]].<ref>{{cita|Penrose|pp. 196-97|RP}}.</ref> Nel frattempo, si invaghì di una delle ballerine del Balletto, [[Ol'ga Chochlova|Ol'ga Khochlova]], figlia di un colonnello dell'esercito imperiale russo, con la quale si sposò. Il matrimonio, celebrato il 17 luglio 1918 nella chiesa russa di [[Parigi]],<ref>{{cita|Penrose|p. 204|RP}}.</ref> fu anche coronato nel febbraio 1921 dalla nascita di un figlio maschio, Paulo.<ref>{{cita|Penrose|p. 221|RP}}.</ref> 
La [[commedia dell'arte]] e la pittura italiana avvicinarono Picasso a una nuova svolta stilistica, verso il cosiddetto «periodo neoclassico»: echi di quest'esperienza sono riscontrabili nei quadri della prima metà degli anni venti, caratterizzati da immagini sintetiche, rese volumetriche monumentali e composizioni molto equilibrate (degni di nota, in tal senso, ''La lettura della lettera'' e ''Il flauto di Pan''). 
===  
==== Picasso Furioso ==== 
===== ''Sogni e menzogne di Franco'' ===== 
Negli anni successivi, Picasso incominciò a godere di una solidissima notorietà: numerosissime furono le esposizioni tra il 1930 e il 1939 (quando, sotto il regime di Hitler, l'artista cominciò a essere denigrato come fautore di un'«[[arte degenerata]]»). Tra le esposizioni degne di nota, vi furono quelle a [[New York]], [[Parigi]], e in [[Inghilterra]] e [[Spagna]].<ref>{{cita|Penrose|p. 244|RP}}.</ref> 
Nel frattempo, nel 1934, Picasso fece ritorno in [[Spagna]], e questo nuovo contatto con la terra nativa vivificò in lui le sue vecchie passioni, quali la corrida, la lotta coi galli e le tradizioni popolari. Il clima politico che si respirava in Spagna, tuttavia, non era più quello della sua gioventù: dal luglio del 1936 al marzo del 1939, infatti, la [[Spagna]] fu teatro di una [[Guerra civile spagnola|sanguinosa guerra civile]] che vide scontrarsi le truppe fedeli al governo repubblicano con le milizie nazionaliste di [[Francisco Franco]], il quale sarebbe riuscito a imporre alla Spagna un regime dittatoriale ispirato al fascismo, durato fino al 1975. 
Picasso, che per un periodo fu anche direttore, in absentia, del [[Museo del Prado]] (dal 1936 al 1939), fu intimamente scosso dalla tragedia patria, e denunciò spietatamente la sollevazione militare di Franco nel 1937 incidendo un pamphlet intitolato ''Sogni e menzogne di Franco'' (''Sueños y mentiras de Franco''), dove il generale diventa un mostro senza vita e umanità che compie azioni grottesche e raccapriccianti.<ref>{{cita|Penrose|pp. 266-68|RP}}.</ref> 
===== ''Guernica'' ===== 
{{Doppia immagine|destra|Bundesarchiv Bild 183-H25224, Guernica, Ruinen.jpg|246|Mural del Gernika.jpg|340|Rovine di Guernica, devastata in un [[bombardamento di Guernica|bombardamento]] del 1937.|Riproduzione del dipinto ''[[Guernica (Picasso)|Guernica]]''.}} 
Fuggito prudentemente dalla Spagna nel 1936 a causa della [[Guerra civile spagnola|guerra civile]], ritornò in Francia dove venne incaricato, nel 1937, della realizzazione di una sua grande opera per rappresentare la [[Seconda Repubblica Spagnola]] al posto di onore del Padiglione Spagnolo nell'[[Expo 1937|Esposizione Universale di Parigi del 1937]]. L'ispirazione per l'opera arrivò nell'aprile del 1937 quando venne colto dalla notizia dello sterminio della popolazione della città di [[Bombardamento di Guernica|Guernica]], cinicamente rasa al suolo dalla furia distruttrice di un bombardamento aereo nazista, inteso come un semplice esperimento terroristico.<ref>{{cita|Penrose|p. 270|RP}}.</ref> 
Picasso non volle mai entrare nella disputa della guerra civile allora combattuta in Spagna da [[Francisco Franco]] anche se la sua arte era considerata dal fascismo come "arte degenerata", ma venne drammaticamente turbato dal feroce crimine verso l'umanità e assorbito nella volontà di denunciare le atrocità belliche a tutto il mondo, così che velocemente stese ''[[Guernica (Picasso)|Guernica]]'', un'opera presentata al mondo nell'Esposizione Universale di Parigi e destinata a diventare un'icona del '900. Ricorrendo a un monocromo giocato esclusivamente sui toni del grigio, eco delle foto in bianco e nero che documentavano la tragedia, Picasso racconta la drammaticità del bombardamento raffigurando una stanza nella quale figurano volti deformi, corpi sfatti e [[Cavalli nell'arte|cavalli moribondi]], restituendoci una delle opere che meglio incarnano il suo impegno morale e civile. 
==== La seconda guerra mondiale ==== 
I mesi successivi alla redazione di ''Guernica'' furono assai intensi: nell'autunno 1937 Picasso visitò a [[Berna]] [[Paul Klee]], e l'anno successivo stette per qualche mese a [[Mougins]] in compagnia del poeta surrealista [[Paul Éluard]], che si guadagnò le simpatie del maestro andaluso con la pubblicazione della lirica ''Vittoria di Guernica''.<ref>{{cita|Penrose|p. 284|RP}}.</ref> 
Nel frattempo, Picasso incominciò a essere afflitto sia dai numerosi attacchi di [[sciatica]]<ref>{{cita|Penrose|p. 287|RP}}.</ref> sia dall'imminenza della [[seconda guerra mondiale]]: giudicando ormai inutile rimanere a [[Parigi]], città dove non si faceva che parlare del conflitto incombente, decise di trasferirsi a [[Royan]], cittadina situata nel dipartimento della [[Charente Marittima]] che venne poi occupata dall'esercito nazista. Picasso decise di allontanarsi da Royan quando si seppe della stipula del [[secondo armistizio di Compiègne]]: non trovando altri motivi per proseguire quello che sostanzialmente era un esilio volontario, l'artista fece ritorno nella Parigi occupata.<ref>{{cita|Penrose|p. 297|RP}}.</ref> Le milizie naziste non infastidirono né molestarono Picasso, malgrado fosse «il più degenerato degli artisti»; l'unico divieto che gli venne imposto fu quello di esporre le sue opere al pubblico.<ref>{{cita|Penrose|pp. 297-98|RP}}.</ref> 
====  
[[File:Directional sign of Museu Picasso (01).jpg|min|verticale|Segnaletica direzionale al [[Museo Picasso di Barcellona]], istituito nel 1963.]] 
Nel 1945, quando finalmente terminò il conflitto, Picasso sentì l'improvviso bisogno di evadere da Parigi, dove si sentiva oppresso, e di lasciarsi la guerra alle spalle: fu così che si ritrovò ad [[Antibes]], rinomato centro turistico delle [[Alpi Marittime]] francesi. In questa cittadina l'artista, si sentì pervaso da un arcadico senso di ''joie de vivre'', che si riflette pure nelle opere realizzate in questo periodo: degna di nota è ''Pastorale'', dove un fauno e una ninfa danzanti, realizzati con colori festosi e solari, diventano emblemi del desiderio di vita, libertà, e amore. Successivamente, Picasso si trasferì nella città di [[Vallauris]] dove venne avviato alla modellazione della ceramica, coltivando una fruttuosa collaborazione con il laboratorio di Suzanne Ramié. 
Ciò malgrado, Picasso non trascurò affatto l'arte grafica: tra le opere di maggiore respiro realizzate a [[Vallauris]] vi è infatti il monumentale quadro ''La Guerra e la Pace'', sempre per accusare la guerra e la violenza. 
=== Ultimi anni e morte === 
Rimase inoltre distante dal [[Indipendentismo catalano|movimento indipendentista catalano]], benché durante gli anni giovanili esprimesse un generale supporto e amicizia a numerosi dei suoi attivisti. Nessun movimento politico sembrava coinvolgerlo in grande misura, ciò nonostante si iscrisse al partito comunista francese. Dopo la seconda guerra mondiale Picasso si reiscrisse al partito comunista francese e partecipò a una conferenza internazionale per la pace in Polonia. Le critiche del partito rivolte a un suo ritratto di [[Stalin]] ritenuto insufficientemente realistico raffreddarono tuttavia il suo impegno politico, anche se rimase membro del partito fino alla sua morte. 
Nel 1949, recandosi a Roma per l'assemblea della presidenza mondiale del movimento dei [[Partigiani della pace]], in una celebre colazione ritrasse con uno schizzo a matita il volto "splendente" di [[Rita Pisano]] (anch'ella presente in quell'occasione, e componente di spicco del comitato dei pacifisti), e lo intitolò ''La jeune fille de Calabre''. L'opera è oggi conservata nella collezione privata che apparteneva a Carlo Muscetta. 
Durante i suoi soggiorni romani frequenta l'[[Osteria Fratelli Menghi]], intorno alla quale si ritrovano tutti gli artisti di Roma, pittori, poeti, ma anche attori, registi e sceneggiatori<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Teledurruti|data=14 maggio 2017|titolo=Teledurruti - Lucio Manisco racconta Picasso a Roma al tempo della trattoria "Menghi"|accesso=5 dicembre 2017|url=https://www.youtube.com/watch?v=ime_KzVC0w0}}</ref>. 
In seguito, Picasso si dedicò con assoluta dedizione alla rivisitazione dell'immenso patrimonio artistico dell'Occidente; fu così che nacquero ''Las Meninas'', esplicitamente desunto dal celebre [[Las Meninas (Velázquez)|dipinto di Velázquez]], ''Le donne di Algeri'' (in un confronto diretto con la tela di [[Eugène Delacroix|Delacroix]]), e personali interpretazioni di opere di diversi altri artisti tra i quali Cranach, Poussin, Rembrandt, David, e Courbet. Serbò in particolare una speciale predilezione per la ''Colazione sull'erba'' di [[Manet]], sulla quale plasmò diversi disegni e varianti dipinte.<ref>{{cita web|url=http://www.musee-orsay.fr/it/eventi/mostre/al-museo-dorsay/mostre-al-museo-dorsay-maggiori-informazioni/article/picasso-manet-le-dejeuner-sur-lherbe-20437.html?tx_ttnews%5BbackPid%5D=649&cHash=80defb64bd|editore=Musée d'Orsay|titolo=Picasso / Manet : Colazione sull'erba|anno=2008|accesso=21 agosto 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160829000846/http://www.musee-orsay.fr/it/eventi/mostre/al-museo-dorsay/mostre-al-museo-dorsay-maggiori-informazioni/article/picasso-manet-le-dejeuner-sur-lherbe-20437.html?tx_ttnews%5BbackPid%5D=649&cHash=80defb64bd|dataarchivio=29 agosto 2016|urlmorto=sì}}</ref> A testimonianza del suo valore artistico, nel 1963 venne istituito a Barcellona il Museo Picasso, con dipinti, sculture e opere grafiche picassiane donate da [[Jaime Sabartés]]; lo stesso artista donerà poi alla città catalana circa mille opere tra disegni, incisioni e dipinti. 
Pablo Picasso muore a [[Mougins]] l'8 aprile 1973, stroncato da un [[edema polmonare acuto]], alla veneranda età di 91 anni.<ref>{{cita web|url=https://www.nytimes.com/learning/general/onthisday/big/0408.html|titolo=Picasso is Dead in France at 91|editore=The New York Times|anno=1973}}</ref> Fu sepolto nel parco del castello di [[Vauvenargues]], nel sud della Francia. 
Nel 2003 viene inaugurato a Malaga, sua città natale, il [[Museo Picasso (Malaga)|Museo Picasso]], che raccoglie in esposizione permanente oltre 200 opere dell'artista spagnolo.<ref>{{cita web|url=https://www.arte.it/notizie/italia/apre-il-museo-picasso-malaga-2671|titolo=Apre il Museo Picasso Malaga|data=6 novembre 2003|accesso=2 settembre 2024}}</ref> 
== Produzione artistica == 
=== Periodo Blu === 
{{vedi anche|Periodo blu}} 
Partendo dal 1901 lo stile pittorico di Picasso incominciò a presentare tratti originali e nuove soluzioni artistiche; in quell'anno, infatti, ha inizio il cosiddetto «periodo blu», che si protrae sino alla primavera del 1904. Questa fase artistica picassiana, come già accennato, scaturì in seguito alla morte suicida dell'amico Carlos Casagemas, come affermato dallo stesso maestro andaluso: 
{{citazione|Quando mi resi conto che Casagemas era morto, incominciai a dipingere in blu|Pablo Picasso<ref name=restaurars/>}} 
I dipinti appartenenti al periodo blu sono dominati da toni freddi e spenti, affidati all'utilizzo monocromatico del colore blu, in tutte le sue sfumature possibili: Picasso scelse il blu, colore allo stesso tempo bello e spietato, in ragione della sua forza espressiva, ma soprattutto per la sua pregnante valenza psicologica, che consente di trascendere dalle naturalistiche descrizioni. È in questo modo che Picasso, colorando le proprie opere di blu e riducendo al minimo gli elementi decorativi, denuncia la progressiva decadenza del mondo intorno a sé, trattando temi quali la miseria, la malattia, la vecchiaia, e l'infermità. 
Le opere del periodo blu «rivelano una malinconia sottile e poetica e una malcelata inquietudine personale» (RestaurArs) e sono popolate da personaggi senza speranza, perlopiù poveri ed emarginati: esiliati, disperati, arlecchini, detenuti e mendicanti sono figure che Picasso indaga impietosamente, caricandole di una matrice patetica e di un alone di mistero e di tristezza.<ref name=restaurars>{{cita web|url=http://restaurars.altervista.org/picasso-quando-il-colore-fa-rima-con-dolore-il-periodo-blu-nato-dopo-il-suicidio-di-un-amico/|editore=RestaurArs|titolo=Picasso: quando il colore fa rima con dolore. Il ‘periodo blu’ nato dopo il suicidio di un amico|autore=Laura Corchia|data=11 luglio 2015|accesso=18 agosto 2016}}</ref> 
=== Periodo Rosa === 
{{vedi anche|Periodo rosa}} 
A partire dalla tarda primavera del 1904 fino al 1906, Picasso smise di usare il blu, considerandolo freddo e impersonale, e adottò una tavolozza composta da gradazioni più calde e delicate, dando così inizio a quello che i critici definiscono [[periodo rosa]]. Il colore qui impiegato, come si può facilmente dedurre, è il rosa nelle sue sfumature più tenere e chiare, che danno vita a un'atmosfera ingenua, fanciullesca, quasi dolcificata, enfatizzata dalla morbidezza e dall'eleganza del disegno.<ref name=gf1>{{cita web|url=http://www.geometriefluide.com/pagina.asp?cat=picasso&prod=periodorosa|editore=Geometrie fluide|titolo=Il periodo rosa|accesso=18 agosto 2016|autore=A. Cocchi|dataarchivio=5 agosto 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160805192424/http://www.geometriefluide.com/pagina.asp?cat=picasso&prod=periodorosa|urlmorto=sì}}</ref> 
Il passaggio dal periodo blu a quello rosa non interessa solo l'apparato cromatico, reso con tinte pastello, diafane, sospese, ma coinvolge anche i motivi. L'atmosfera decadente del periodo blu, infatti, qui cede il posto al mondo del circo, popolato da agili acrobati, bambini, pagliacci corpulenti, equilibristi vestiti in guaina arlecchina e fragili ballerine; si viene così a creare un mondo dall'atmosfera idilliaca, sospesa tra realtà e fantasia, in linea con la tensione onirica delle opere naïf di [[Henri Rousseau]], che Picasso avrebbe poi conosciuto e apprezzato. Il maestro andaluso, in questo modo, intendeva esprimere una visione maggiormente ottimistica del mondo, libera della componente tragica del periodo blu, ma ancora carica di un senso di infinita malinconia,<ref name=gf1/> come notato dalla [[Gertrude Stein|Stein]]: 
{{citazione|Quando dico che il periodo rosa è lieve e felice, questo è relativo: i soggetti felici erano un po' malinconici [...] tuttavia, dal punto di vista di Picasso, fu un periodo lieve, felice, gioioso, un periodo in cui si contentò di vedere le cose come le vedeva chiunque|Gertrude Stein<ref name=gf1/>}} 
[[File:Vincenzo Carrerese Paolo Monti - Servizio fotografico (Milano, 1953) - BEIC 6356204.jpg|min|verticale=.8|Pablo Picasso in una foto di [[Paolo Monti]] del 1953 in occasione della mostra organizzata a [[Palazzo Reale (Milano)|Palazzo Reale a Milano]].]] 
=== Cubismo === 
{{vedi anche|Cubismo|Cubismo analitico|Cubismo sintetico}} 
Per superare ogni forma tradizionale di rappresentazione del mondo, sino ad allora ritratto rispettando le dinamiche della visione ottica umana, al principio del Novecento, Picasso - meditando sulle ricerche artistiche di [[Cézanne]], [[Gauguin]], [[Van Gogh]] e [[Manet]], che pure tentarono di abbandonare le norme accademiche, ideò un nuovo modo di dipingere, cristallizzato nella definizione di «[[cubismo]]».<ref name=cb>{{cita web|editore=Treccani|opera=Enciclopedia dei ragazzi|autore=Manuela Annibali|anno=2005|titolo=cubismo|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/cubismo_(Enciclopedia-dei-ragazzi)/}}</ref> 
Quello cubista è stato un modo di dipingere totalmente inedito e originale. Picasso e [[Braque]], infatti, dipingono oggetti della realtà quotidiana (chitarre, violini, boccali, frutta) frammentandoli in diverse schegge di realtà, viste tutte da angolazioni diverse, e poi finalmente sovrapposte in un nuovo ordine. Questo per mostrare lo scorrere del tempo e le diverse sensazioni e percezioni che si hanno di fronte a uno stesso oggetto in due momenti diversi, facendo riferimento alle teorie del filosofo francese [[Henri Bergson]].<ref>{{Cita web|url=https://www.bta.it/txt/a0/03/bta00328.html|titolo=L'influenza di Bergson su Picasso e sull'arte cubista.}}</ref> 
In questo modo si giunge a una rappresentazione delle cose nella loro interezza, in profonda antitesi con la pittura tradizionale, che avrebbe dipinto lo stesso oggetto frontalmente, trattando in questo modo una sola dimensione.<ref name="cb" /> 
Nel 1954 Picasso espose nella ''Mostra del disegno e dell'incisione contemporanea'' insieme con [[Ibrahim Kodra]], [[Amedeo Modigliani|Modigliani]], [[Georges Rouault|Rouault]] e [[Dufy]] a [[Chiavari]]<ref> 
Alda Pollastri, Ibrahim Kodra, in Raffaele De Grada (a cura di), "Il Novecento a Palazzo Isimbardi", Fabbri Editori, 1988, p. 80-81</ref>. 
== L'impegno politico == 
A partire dagli ultimi anni della [[seconda guerra mondiale]], a seguito della [[liberazione di Parigi]] in particolare, Picasso non nascose la sua vicinanza ideologica al [[comunismo]]. 
Il 24 ottobre 1944 annuncia la sua adesione al [[Partito Comunista Francese]]. 
Nel 1953, alla morte di [[Stalin]], il poeta [[Louis Aragon]] chiese all'artista un disegno per la prima pagina delle ''[[Les Lettres françaises|Lettres françaises]]'' e Picasso gli consegnò lo schizzo “Alla tua salute Stalin!”, realizzato nel 1949 in occasione del compleanno del leader comunista; il disegno scatenerà una polemica in seno al Partito Comunista e segnerà il distacco definitivo di Picasso dal partito. 
Importante è l'impegno di Picasso per il movimento [[pacifista]]: è infatti dovuta a lui la diffusione della [[Columbidae|colomba]] come simbolo internazionale della pace<ref>{{cita web|url=http://www.youanimal.it/la-colomba-di-picasso|titolo=La Colomba della Pace di Picasso|sito=Youanimal.it|data=15 aprile 2017|accesso=16 ottobre 2017}}</ref>, già presente con questo stesso significato nel dipinto di ''[[Guernica (Picasso)|Guernica]]'' del 1937. 
== Alcune opere == 
{{div col|3}} 
* ''[[Moulin de la Galette (Picasso)|Moulin de la Galette]]'' (1900) 
* ''[[Autoritratto (Picasso  
* ''[[Evocazione (Picasso)|Evocazione]]'' (1901) 
* ''[[Arlecchino pensoso]]'' (1901) 
* ''[[ 
* ''[[Margot (Picasso)|La espera (Margot)]]'' (1901) 
* ''[[Donna in blu]]'' (1901) 
* ''[[I due saltimbanchi]]'' (1901) 
Riga 166 ⟶ 215: 
* ''[[Poveri in riva al mare]]'' (1903) 
* ''[[La famiglia Soler]]'' (1903) 
* ''[[La vita (Picasso)|La Vita]]'' (1903) 
* ''[[Madre con bambino malato]]'' (1903) 
* ''[[Ritratto di Benet Soler]]'' (1903) 
Riga 176 ⟶ 225: 
* ''[[Due acrobati con cane]]'' (1905) 
* ''[[Famiglia di acrobati con scimmia]]'' (1905) 
* ''[[Famiglia di saltimbanchi]]'' (1905) 
* ''[[Ragazza di Maiorca]]'' (1905) 
* ''[[Ragazzo con pipa]]'' (1905) 
* ''[[Ragazzo che conduce un cavallo]]'' (1905-06) 
* ''[[Ritratto di Gertrude Stein]]'' (1905-06) 
* ''[[Autoritratto con tavolozza]]'' (1906) 
* ''[[Due fratelli (Picasso)|Due fratelli]]'' (1906) 
* ''[[Autoritratto (Picasso 1907)|Autoritratto]]'' (1907) 
* ''[[Les demoiselles d'Avignon]]'' (1907) 
* ''[[Donna con ventaglio (Picasso 1908)|Donna con ventaglio]]'' (1908) 
* ''[[ 
* ''[[La contadina (Picasso)|La contadina]]'' (1908) 
* ''[[La driade]]'' (1908) 
* ''[[Amicizia (Picasso)|Amicizia]]'' (1908) 
* ''[[Tre donne (Picasso)|Tre donne]]'' (1908-09) 
* ''[[Serbatoio a Horta de Ebro (Picasso)|Serbatoio a Horta de Ebro]]'' (1909) 
Riga 197 ⟶ 249: 
* ''[[Ritratto di Ambroise Vollard (Picasso)|Ritratto di Ambroise Vollard]]'' (1909-10) 
* ''[[Ma Jolie]]'' (1911-12) 
* ''[[Le pigeon aux petit pois]]'' (1911) 
* ''[[Chitarra (Picasso 1912-1913)|Chitarra]]'' (1912-1913) 
* ''[[ 
* ''[[Violino, bicchiere di vino, pipa e calamaio]]'' (1912) 
* ''[[Chitarra (Picasso 1913)|Chitarra]]'' (1913) 
Riga 205 ⟶ 257: 
* ''[[Violino e fruttiera]]'' (1913) 
* ''[[Bottiglia di Bass, clarinetto, chitarra, violino]]'' (1914) 
* ''[[ 
* ''[[Natura morta verde]]'' (1914) 
* ''[[Ritratto di ragazza]]'' (1914) 
Riga 228 ⟶ 280: 
* ''[[La nuotatrice]]'' (1929) 
* ''[[Bagnante seduta]]'' (1930) 
* ''[[ 
* ''[[Donna nuda su una poltrona rossa]]'' (1932) 
* ''[[Il sogno ( 
* ''[[Ragazza davanti allo specchio]]'' (1932) 
* ''[[Studio per la copertina di Minotaure]]'' (1933) 
* ''[[Corrida (Picasso)|Corrida]]'' (1934) 
Riga 237 ⟶ 290: 
* ''[[La Musa (Picasso)|La Musa]]'' (1935) 
* ''[[Minotauromachia]]'' (1935) 
* ''[[Jeune fille endormie]]'' (1935) 
* ''[[Donna che piange]]'' (1937) 
* ''[[Ritratto di Marie-Thérèse]]'' (1937) 
Riga 243 ⟶ 297: 
* ''[[Dora Maar seduta]]'' (1937) 
* ''[[Ritratto di Nush Eluard]]'' (1937) 
* ''[[Donna con cappello e colletto di pelliccia]]'' (1937) 
* ''[[Donna seduta (Picasso 1938)|Donna seduta]]'' (1938) 
* ''[[Maya con la bambola]]'' (1938) 
* ''[[Il maglione giallo]]'' (1939) 
* ''[[Natura morta con testa di toro]]'' (1942) 
* ''[[Serenata al mattino|Serenata al mattino o L'aubade]]'' (1942) 
* ''[[Le tre età dell'uomo (Picasso)|Le tre età dell'uomo]]'' (1942) 
Riga 259 ⟶ 315: 
* ''[[Jacqueline au ruban jaune]]'' (1961-62) 
* ''[[Femme assise - Jacqueline]]'' (1962) 
* ''[[Femme sur un fauteuil]]'' (1962) 
* ''[[Il pittore e la modella]]'' (1963) 
* ''[[Ragazzo con aquila e cavaliere]]'' (1967) 
* ''[[Visage (Picasso)|Visage]]'' (1970) 
* ''[[Donna sul divano I]]'' (1970-1971) 
* ''[[Nu Debout à la Coupe et Homme assise]]'' (1968) 
{{div col end}} 
=== Sculture === 
{{div col|3}} 
* ''Donna seduta'', 1901 
* ''Cantante cieco'', 1903 
* ''Testa di Picador dal naso rotto'', 1903 
* ''Il folle'', 1905, bronzo, 40x35 
* ''Testa di donna'', 1909, bronzo, h 41 
* ''Testa'', 1931, bronzo, 84x40x36 
* ''Il gallo'', 1932, bronzo, 66x61x33 
* ''L'uomo con l'agnello'', 1944, bronzo, 220x78x72 
* ''Il teschio'', 1944, bronzo, 29x22x26 
* ''La capra'', 1950, bronzo, 121x73x149 
* ''La scimmia e il suo piccolo'', 1952, bronzo, h 56. 
{{div col end}} 
== Esposizioni (lista parziale) == 
* ''Picasso e dintorni - «I Quattro Gatti» ~ Il Modernismo catalano - Picasso erotico (1901-1902)'', Firenze, [[Palazzo Medici Riccardi]], 08/09-07/10/1979. 
== Nella cultura di massa == 
=== Opere Audiovisive === 
==== Documentari ==== 
* ''[[Van Renoir tot Picasso]]'', regia di Paul Haesaerts (1948) 
* ''[[Bezoek aan Picasso]]'', regia di Paul Haesaerts (1949) 
* ''[[Picasso (film 1954)|Picasso]]'', regia di [[Luciano Emmer]] (1954) 
* ''[[Il mistero Picasso]]'' (''Le Mystère Picasso''), regia di [[Henri-Georges Clouzot]] (1960) 
* ''[[Picasso (film 1967)|Picasso]]'', regia di [[Charles Eames]] e Ray Eames (1967) 
* ''[[Picasso (film 1969)|Picasso]]'', regia di Edward Quinn (1969) 
* ''[[Picasso: The Man and His Work]]'', regia di Edward Quinn (1976) 
* ''[[Picasso: A Painter's Diary]]'', regia di Perry Miller Adato (1980) 
* ''[[Guernica - Pablo Picasso und die Politik]]'', regia di Klaus Figge e Gert Kairat (1981) 
* ''[[Le Cantique des créature: Pablo Picasso pintor]]'', regia di [[Frédéric Rossif]] (1982) 
* ''[[Picasso (film 1985)|Picasso]]'', regia di Didier Baussy (1985) 
* ''[[O Picasso]]'', regia di Gilles Carle e Camille Coudari (1985) 
* ''[[Pablo Picasso: Réminiscences]]'', regia di Fabienne Strouve (1989) 
* ''[[Yo Picasso]]'', regia di [[Sharon Maguire]] (1994) 
* ''[[Matisse-Picasso]]'', regia di Philippe Kohly (2002) 
==== Cortometraggi ==== 
* ''[[Málaga y Picasso]]'', regia di Miguel Alcobendas (1976) 
* ''[[Matisse & Picasso: A Gentle Rivalry]]'', regia di Ginny Martin e Rob Tranchin (2001) 
==== Lungometraggi ==== 
* ''[[Le avventure di Picasso]]'' (''Picassos äventyr''), regia di Tage Danielsson (1978) 
* ''[[Surviving Picasso]]'', regia di [[James Ivory]] (1996) 
==== Televisione ==== 
* ''[[El Joven Picasso]]'', regia di [[Juan Antonio Bardem]] - film TV (1993) 
* ''[[Genius (serie televisiva)|Genius]]'', serie TV, seconda stagione (2018) 
=== Aziende automobilistiche === 
* Nel 1998 l'azienda automobilistica francese [[Citroën]] sottoscrive un accordo con gli eredi del pittore per l'utilizzo del suo cognome nella denominazione delle automobili e per l'incisione della sua firma su di esse<ref>[https://www.formulapassion.it/automoto/mondoauto/citroen-addio-alla-firma-picasso#google_vignette Citroen, addio alla firma Picasso]</ref>. Il sodalizio si conclude nel 2018. 
== Note == 
<references/> 
== Bibliografia == 
* {{cita libro|autore=Victoria Charles|cid=VC|titolo=Pablo Picasso|anno=2014|editore=Parkstone International|opera=Great Masters|isbn=1-78042-265-2}} 
* {{cita libro|titolo=Piccola storia di Picasso|autore=Fina Duran Riu|cid=FDR|editore=Editorial Mediterrània|anno=2011|isbn=84-9979-292-8}} 
* {{cita libro|collana=Vita d'artista|titolo=Picasso|editore=Giunti|autore=Francesco Galluzzi|cid=FG|anno=2002|isbn=88-09-02840-6}} 
* {{cita libro|autore=Ingo F. Walther|titolo=Picasso|url=https://archive.org/details/pablopicasso18810000walt_t0o5|anno=2000|editore=Taschen|isbn=3-8228-5970-2|cid=IFW}} 
* {{cita libro|autore=John Beardsley|cid=JB|titolo=Pablo Picasso|url=https://archive.org/details/pablopicasso00bear|editore=Harry N. Abrams|collana=First Impressions|anno=1991|isbn=978-0-8109-3713-0}} 
* {{cita libro|autore=John Richardson|cid=JR|titolo=A life of Picasso|volume=1|anno=1991|ISBN=0-394-53192-2}} 
* {{cita libro|autore=Pier Carlo Santini|cid=LTW|titolo=Forme per il cemento - Sculture dal 1920 a oggi|url=https://books.google.it/books?id=2xlVAAAAMAAJ|anno=1988|editore=Istituto Nazionale di Studi Romani con [[Jean Arp]], [[Jean Dubuffet]], Marco Fioramanti e [[Joan Miró]]}} 
* {{cita libro|autore=Gérard-Georges Lemaire|editore=Giunti|anno=1987|cid=GGL|titolo=Picasso|opera=Art Dossier|volume=19|isbn=88-09-76036-0}} 
* {{cita libro|cid=RP|autore=Roland Penrose|titolo=Picasso, His Life and Work|editore=University of California Press|anno=1981|url=https://books.google.it/books?id=carMd_8ii2kC&dq=PICASSO+Plaza+de+la+Merced&hl=it&source=gbs_navlinks_s|isbn=0-520-04207-7}} 
* {{cita libro|nome=Christian|cognome=Zervos|wkautore=Christian Zervos|titolo=Catalogue raisonné des œuvres de Pablo Picasso|città= Parigi|editore=[[Cahiers d'Art]]|anno=1978|lingua=fr}} 
* {{cita libro|autore=Lael Tucker Wertenbaker|cid=LTW|titolo=The world of Picasso (1881– )|url=https://books.google.com/books?id=vNbqAAAAMAAJ|anno=1967|editore=Time-Life Books}} 
* {{cita libro|nome=Christian|cognome=Zervos|wkautore=Christian Zervos|titolo=Dessins de Picasso 1892-1948|città=Parigi|editore=éditions Cahiers d'art|anno=1949|lingua=fr}} 
* {{Cita libro|autore=Mario De Micheli|titolo=Picasso|editore=Sadea Editore|città=Firenze|anno=1967|pp=33-39}} 
== Voci correlate == 
* [[Fernande Olivier]] 
* [[Ol'ga Chochlova|Olga Picasso]] 
* [[Marie-Thérèse Walter]] 
* [[Dora Maar]] 
* [[Françoise Gilot]] 
* [[Jacqueline Roque]] 
* [[Maya Picasso]] 
* [[Claude Picasso]] 
* [[Choi Seung-hee]] 
== Altri progetti == 
{{interprogetto 
{{Interprogetto/notizia|Vendute tre opere di Picasso per 48 milioni di euro|data=22 giugno 2011}} 
== Collegamenti esterni == 
* {{Collegamenti esterni}} 
* {{ 
* [[Costantino D'Orazio]], ''[http://www.radio.rai.it/podcast/A41354531.mp3 Pablo Picasso]'' (da [[Wikiradio]] di [[Radio3]], in onda il 25/10/2011) 
* {{cita web|autore=E. Marianini |titolo=Guernica di Picasso Analisi dell'opera |url= https://www.youtube.com/watch?v=X8lNRQWQqmc&t=426s}}, prodotto da Curiosità d'arte di [http://www.elisamarianini.it/ Elisa Marianini] 
{{Controllo di autorità 
{{Portale|biografie|pittura|scultura 
[[Categoria:Pablo Picasso| ]] 
[[Categoria: 
[[Categoria:Pacifisti]] 
[[Categoria:Dissidenti spagnoli]] 
[[Categoria:Antifranchisti spagnoli]] 
[[Categoria:Bambini prodigio]] 
[[Categoria:Vincitori del Premio Lenin per la  
[[Categoria:Ceramisti spagnoli]] 
[[Categoria:Italo-spagnoli]] 
 | |||