Argonautica: differenze tra le versioni

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{{Nota disambigua|il poema di [[Apollonio Rodio]]|Le Argonautiche}}
{{S|letteratura}}
{{libro
'''"Le Argonautiche"''' sono un [[poema]] [[Epica|epico]] di [[Gaio Valerio Flacco]], tratto dal omonimo poema di [[Apollonio Rodio]] già famoso presso i Romani nella versione di [[Publio Terenzio Varrone Atacino]], in otto libri sulla conquista del [[Vello d'oro]].
|titolo = Le Argonautiche
Il poema è giunto a noi in modo frammentato,e probabilmente incompleto, perchè finisce bruscamente con la richiesta di [[Medea]] di accompagnare [[Giasone]] nel suo viaggio verso casa.
|titoloorig = Argonautica
|immagine = C Valerij Flacci Setini Balbi Argonautic22.jpg
|didascalia = Illustrazione dell'opera in un'edizione del 1519
|annoorig = 70-79 d.C.
|forza_cat_anno = 50
|genere = [[poema epico]]
|lingua = lat
|editioprinceps = [[Bologna]], 1474
}}
 
Gli '''''Argonautica''''' (''Argonautiche'') sono un [[poema epico]] in otto libri, opera del poeta [[epica latina|epico]] di [[età flavia]] [[Gaio Valerio Flacco (poeta)|Gaio Valerio Flacco]], ispirato all'[[Le Argonautiche (Apollonio Rodio)|omonimo poema]] di [[Apollonio Rodio]] già famoso presso i Romani nella versione di [[Publio Terenzio Varrone Atacino]]. L'opera di Valerio Flacco si inscrive perfettamente all'interno del clima culturale dell'[[età flavia]], segnato dalla reazione classicistica alla letteratura epica di [[Nerone|età neroniana]], e dunque dall'abbandono del modello di [[Marco Anneo Lucano|Lucano]] e dalla ripresa delle tematiche [[mito|mitiche]] di stampo [[Virgilio|virgiliano]].
 
Il mutato gusto letterario, di cui gli ''Argonautica'' sono espressione, si spiega con il carattere cortigiano delle opere letterarie, che, com'era avvenuto in [[alessandrinismo|età alessandrina]] per la [[letteratura greca]], non di rado contengono elogi rivolti ai principi. Attraverso la narrazione di racconti mitici, peraltro, gli autori possono anche evitare di affrontare tematiche storiche, quali l'affermazione del [[Impero romano|sistema imperiale]] su quello [[Repubblica romana|repubblicano]], che costituiva invece il nucleo dell'opera di Lucano.
 
==Collegamenti esterniTrama ==
[[File:Lorenzo_Costa_001.jpg|thumb|upright=1.4|[[Lorenzo Costa]], ''La partenza degli Argonauti'']]
vedi anche
Come nell'opera di [[Apollonio Rodio]], il poema ricalca il viaggio dell'eroe [[Giasone (mitologia)|Giasone]] e dei suoi compagni [[Argonauti]] dalla [[Grecia]], alla ricerca del [[Vello d'oro]] verso la [[Colchide]].<br />Giasone viene mandato lì dal crudele zio [[Pelia]] che spera muoia affinché il nipote non possa spodestarlo dal trono, che è di Giasone per diritto. Dopo aver approdato presso l'[[isola di Lemno]], famosa perché presieduta soltanto da donne guerriere (le [[amazzoni]]), Giasone riprende il viaggio con i compagni e giunge nella terra dell'indovino cieco [[Fineo (figlio di Agenore)|Fineo]], perseguitato dalle [[Arpie]], che gli impediscono di mangiare a seguito di una punizione divina. Giasone lo libera, e prosegue il viaggio nella terra del tiranno Amico, che sconfiggerà grazie ad una gara di pugilato con i campioni [[Dioscuri|Castore e Polluce]], che lo uccidono.
*[[Le Argonautiche (Apollonio Rodio)]]
 
*[[Medea (Euripide)]]
Giunti nella terra della Colchide, governata da [[Eete]], Giasone scopre che deve affrontare dure prove per poter accedere al bosco sacro dove è conservato il Vello d'Oro. Visto che le sfide sono quasi impossibili da vincere, la principessa [[Medea]], che è una maga, perdutamente innamorata del giovane eroe grazie all'intervento della dea [[Giunone]], fa in modo che Giasone vinca tutte le prove. Con le sue magie fa sconfiggere a Giasone tutti i mostri, e addormenta il drago sputa fuoco che è posto a custodia del Vello. Dopo che però Giasone e Medea rubano il vello, sono costretti a scappare, perché il re Eete vuole uccidere entrambi, intendendo vendicarsi dell'offesa che i due hanno recato al dio [[Marte (divinità)|Marte]], depositario del vello. Medea riesce a salvare tutta la flotta degli [[Argonauti]] grazie ad un crudele espediente: uccidere il fratellino Apsirto che è fuggito con il gruppo, e tranciarne i pezzi del corpo, gettandoli man mano nel mare, di modo che Eete sia costretto a fermarsi ogni volta per raccogliere i brandelli della cadavere per rendere al ragazzo una degna sepoltura.<br />In sostanza Medea, Giasone e gli Argonauti si salvano con il Vello, ma nuove sciagure minacciano la flotta.
*[[Letteratura greca]]
 
Qui s'interrompe bruscamente il racconto del poema.
 
== Cronologia e pubblicazione dell'opera ==
Il proemio, dedicato a [[Vespasiano]], lascerebbe intendere che la pubblicazione dell'opera sia anteriore al [[79]], anno della morte dello stesso Vespasiano, e successiva al [[70]], anno della conquista di [[Gerusalemme]] da parte di [[Tito (imperatore)|Tito]], cui si fa riferimento. Tuttavia, non si può affermare con certezza che l'opera non sia stata composta dopo la morte di Vespasiano, sotto l'impero di uno dei due figli, Tito e [[Domiziano]], con l'intento di celebrare l'imperatore defunto, fondatore della dinastia dei [[Flavi]] nonché nume tutelare di Valerio Flacco. Peraltro, il riferimento ai versi con cui Domiziano celebra le imprese del padre e del fratello in Palestina sembrerebbe suggerire che Flacco abbia lavorato all'opera fino alla fine della sua vita, e che essa sia dunque stata pubblicata, forse postuma, sotto lo stesso Domiziano.<ref name="Fedeli" />
 
L'opera sembra incompiuta, ma non è noto se la condizione in cui ci è giunta sia dovuta a un guasto della [[tradizione]] manoscritta o alla morte improvvisa dell'autore. Avvalora la prima ipotesi il confronto con il modello di Apollonio Rodio, in cui il racconto del ritorno degli Argonauti occupa il IV libro: si è dunque pensato che l'intento di Valerio Flacco fosse quello di raddoppiare il numero di libri del modello. Tuttavia, la presenza di numerose incongruenze all'interno dell'opera lascia pensare che essa sia rimasta incompleta e priva della revisione finale che l'autore avrebbe voluto darle.<ref name="Fedeli">{{Cita|Fedeli|pp. 408-412|Fedeli}}.</ref>
 
== I modelli ==
[[File:Virgilio.png|thumb|left|[[Virgilio]], (stampa da Des Fontaines (trad.), ''Oeuvres de Virgile'', vol. I, [[Parigi]], Billois, [[1802]]) fu tra i principali modelli dell'opera di Valerio Flacco.]]
 
Se il modello principale di Valerio Flacco nella narrazione del mito argonautico, peraltro antichissimo e notissimo, fu di certo l'opera di Apollonio Rodio, ripresa in ambito latino da Varrone Atacino nel [[I secolo a.C.]], egli poté giovarsi, in particolare per la costruzione e l'analisi psicologica del personaggio di [[Medea]], della [[Medea (Euripide)|tragedia]] di [[Euripide]], che aveva a sua volta ispirato, a Roma, le opere di [[Ovidio]], [[Seneca]] e [[Marco Anneo Lucano|Lucano]].<ref name="Fedeli" />
 
Se la narrazione di Flacco segue quella apolloniana - cui egli, peraltro, apporta modifiche marginali e aggiunge il racconto del suicidio dei genitori di [[Giasone (mitologia)|Giasone]] e della guerra combattuta dal re della [[Colchide]], [[Eeta]], con il fratello Perse - è tuttavia evidente, nella struttura e nello stile, l'influsso dell{{'}}''[[Eneide]]'' di [[Virgilio]]: come nell{{'}}''Eneide'' la prima esade è dedicata al racconto del viaggio di [[Enea]] verso [[Roma]], e la seconda alla guerra contro [[Turno]], così anche gli ''Argonautica'' sono nettamente divisi tra una prima parte, in cui si parla del viaggio degli Argonauti fino alla Colchide, e la seconda, incentrata sulle vicende belliche e sul superamento della prova imposta da Eeta a Giasone. A partire da questi dati, alcuni hanno pensato che l'opera dovesse originariamente constare, secondo il progetto dell'autore, di dodici libri.<ref name="Fedeli" /> Dall'opera di Flacco, peraltro, risultano completamente assenti gli elementi del gusto [[alessandrinismo|alessandrino]] caratteristici di Apollonio, quali l'erudizione geografica ed etnografica e le digressioni [[eziologia|eziologiche]].
 
In linea con la politica culturale dei Flavi, l'opera di Valerio Flacco si allontana dalla caratteristica dell'epica [[Marco Anneo Lucano|lucanea]], per tornare a contenuti di argomento [[mito|mitico]] e al modello virgiliano: come Virgilio rispetto ad Enea, dunque, Flacco si preoccupa di attribuire un significato straordinario all'impresa di Giasone, e celebra la costruzione di [[Argo (nave)|Argo]] e il viaggio degli Argonauti come l'inizio della navigazione. Le gesta degli eroi greci sono inoltre affiancate alla [[conquista della Britannia|spedizione]] di [[Claudio]] in [[Britannia]], cui aveva partecipato lo stesso Vespasiano, che ha avuto come frutto la conquista di nuove terre al dominio romano e l'apertura di una nuova rotta nell'[[Oceano]]. Nel I libro, inoltre, per bocca di [[Giove (divinità)|Giove]], Valerio Flacco inserisce un riferimento alla gloria e alla grandezza futura di Roma: parlando dell'impresa argonautica come del momento in cui i Greci assumono il ruolo di popolo guida nei confronti di tutta l'umanità, egli non manca di profetizzare il successivo avvento del popolo romano, che avrà in sorte di dominare il mondo intero.<ref name="Fedeli" />
 
Rispetto all'originale di Apollonio Rodio, inoltre, Valerio Flacco tende a enfatizzare l'importanza dell'intervento divino, che svolge un ruolo determinante tanto in occasione dell'innamoramento di Medea per Giasone quanto nello svolgimento delle vicende militari. Gli ''Argonautica'', infine, rispetto al modello greco, vedono la presenza particolarmente accentuata di espedienti [[retorica|retorici]], come avviene quando, in occasione dell'addio di Eracle alla spedizione, nel III libro, gli Argonauti pronunciano discorsi contrapposti sull'opportunità di continuare o meno l'impresa anche senza il più forte degli eroi.<ref name="Fedeli" />
 
== Lo stile ==
[[File:Medea by William Wetmore Story 01.jpg|thumb| Medea di [[William Wetmore Story]] - 1868 ([[Metropolitan Museum of Art|Met]])]]
Lo stile degli ''Argonautica'' risente della tendenza neoclassica d'età flavia, e quindi prevede la ripresa del modello virgiliano - di cui Valerio Flacco impiega, talvolta, intere ''iuncturae'' - e l'accantonamento degli elementi enfatici propri dello stile lucaneo, nonché delle tragedie di Seneca. L'intento di Valerio Flacco, dunque, è quello di ricercare la compostezza del dettato; tuttavia, nonostante il programmatico rifiuto dell'epos d'[[Nerone|età neroniana]], di esso egli riprende, con fini di ''[[variatio]]'', lo stile oscuro, complesso e artificioso, talvolta cupo ed esasperato, che, secondo il giudizio di [[Michael von Albrecht]], costituisce il diretto antecedente dello stile di [[Tacito]].<ref name="Fedeli" />
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* {{cita libro|cognome=Fedeli|nome=Paolo|titolo=Il sapere letterario. 3A|città=Napoli|editore=Fratelli Ferraro Editori|anno=2003|cid=Fedeli}}
 
== Voci correlate ==
* ''[[Le Argonautiche (Apollonio Rodio)|Argonautiche]] ''
* [[Medea (Euripide)]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|url=http://books.google.it/books?id=NgZbAAAAQAAJ&pg=PT203&dq=l%27argonautica+valerio+flacco+pindemonte&hl=it&sa=X&ei=hZlGUoyjGIKctQbuiIDoAw&ved=0CEAQ6wEwAg#v=onepage&q=l%27argonautica%20valerio%20flacco%20pindemonte&f=false|titolo=L'Argonautica di C. Valerio Flacco, volgarizzata da Pindemonte, Venezia 1851}}
 
{{Controllo di autorità}}
{{portale|antica Roma|letteratura|lingua latina}}
 
[[Categoria:Poemi epici]]
[[Categoria:Componimenti poetici in latino]]
[[Categoria:Le Argonautiche]]