Panzer III: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Piccole correzioni |
Nessun oggetto della modifica |
||
(390 versioni intermedie di 68 utenti non mostrate) | |||
Riga 1:
{{Veicolo militare
|Veicolo = carro_armato
|Nome = Panzer III<br />Sd.Kfz. 141
|Immagine = PzKpfwIIIF.Saumur.000a1y8q.jpg
|Didascalia = Panzer III Ausf. H in esposizione al Museo dei Corazzati di [[Saumur]]
<!-- Descrizione -->|Tipo = [[Carro armato medio]]
|Equipaggio = 5 (comandante, cannoniere, caricatore, pilota, operatore radio/mitragliere)
|Progettista = [[Daimler-Benz]]
|Costruttore = [[Henschel & Sohn]]<br />[[MAN (azienda)|MAN AG]]<br />[[Altmaerkische Kettenwerk GmbH|Alkett]]<br />[[Waggonfabrik Wegmann]]<br />[[Mühlenbau und Industrie AG|MIAG]]
|Data_impostazione = [[1935]]
|Data_primo_collaudo = [[1936]]
|
|
|Utilizzatore_principale = {{Bandiera|DEU 1933-1945}} [[Germania nazista]]
|Altri_utilizzatori = Vedi [[#Altri utilizzatori|qui]]
|Esemplari = ~ {{formatnum:5700}}
|Costo_unitario = 96 183 [[Reichsmark]]<ref>{{Cita|Senger und Etterlin 1973|p. 45}}.</ref>
|Sviluppato_dal =
|Altre_varianti = Vedi [[#Versioni modificate|qui]] e [[#Varianti|qui]]
<!-- Dimensioni e pesi -->|Tavole_prospettiche =
|Lunghezza = 5,52 [[Metro|m]]
|Larghezza = 2,95 m
|Altezza = 2,50 m
|
|Capacità = 99 colpi per il cannone<br />{{formatnum:3750}} cartucce per le mitragliatrici
|Capacità_combustibile = 320 [[Litro|l]]
<!--Propulsione e tecnica-->|Motore = [[Maybach HL 120 TRM]] a 12 [[Cilindro (meccanica)|cilindri]] a V, alimentato a benzina
|Potenza = 300 [[Cavallo vapore britannico|hp]] (224 [[Watt|kW]])
|Trazione = A [[Cingolo (trasporti)|cingoli]]
|Sospensioni = A [[Sospensione (meccanica)#Sospensioni a barre di torsione|barre di torsione]]
<!-- Prestazioni -->|Velocità_max =
|Velocità_su_strada = 40 [[chilometro orario|km/h]]
|Velocità_fuori_strada = 20 km/h
|Autonomia = 155 [[chilometro|km]] su strada<br />105 km fuoristrada
|Pendenza_max = 30° (58%)
|Armamento e corazzatura =
|Apparati_di_tiro = Collimatore a cannocchiale TZF 5
|Armamento_primario = 1 cannone [[5 cm KwK 38 L/42|KwK 38]] da 50 mm
|Armamento_secondario = 2 mitragliatrici [[MG 34]] da [[7,92 × 57 mm Mauser|7,92 mm]]
|Corazzatura_frontale = 50 mm a 9° e 21°
|Corazzatura_laterale = 30 mm a 0°
|Corazzatura_posteriore = 50 mm a 15° e 10°
|Corazzatura_superiore = 16 mm a 75° e 90°
|Altro_campo = Corazzatura inferiore
|
|Note = I dati, eccetto la descrizione, sono riferiti alla prima versione J
|Ref = Fonti citate nel corpo del testo
}}
Il '''Panzer III''', abbreviazione del nome completo '''Panzerkampfwagen III''', il cui [[Numeri Sd.Kfz.|numero d'identificazione]] dell'[[Heer (Wehrmacht)|esercito tedesco]] era '''Sd.Kfz. 141''',
Fu progettato alla luce delle esperienze raccolte con l'impiego dei [[Panzer I]] e [[Panzer II|II]] e, secondo i piani dello [[
Tuttavia a partire dal
{{TOClimit|
== Storia ==
=== Sviluppo
Dopo la decisione del governo tedesco di riprendere la costruzione di mezzi corazzati, nella primavera del
Le specifiche
* peso massimo di 15 tonnellate;
* trazione cingolata;
* velocità massima di 40 km/h;
* equipaggio di cinque uomini;
* corazzatura più spessa sul lato anteriore;
* cannone da 37 mm in torretta rotante quale armamento principale, [[mitragliatrice leggera]] come armamento secondario;
* dotazione di radio per comunicazioni a media distanza
Per mantenere segreto il nuovo progetto, in quanto il [[
===
Le ditte preposte alla costruzione dei Panzer III in tutte le sue versioni erano la [[Altmärkische Kettenwerke|Alkett]], la Daimler-Benz, la [[Fahrzeug und Motorenbau AG|FAMO]], la [[Henschel & Sohn]], la MAN AG, la [[Mühlenbau und Industrie AG|MIAG]], la [[Waggonfabrik Wegmann]] e la [[Hanomag|MNH]]: la fabbricazione durò dalla fine del 1936 all'agosto 1943 e totalizzò {{formatnum:5733}} esemplari<ref name="www.achtungpanzer.com"/> o {{formatnum:5691}} esemplari.<ref name="www.historyofwar.org">{{cita web|lingua= en|url= http://www.historyofwar.org/articles/weapons_panzer_III.html|autore= Antill|autore2=Dugdale-Pointon|autore3=Rickard|titolo= Panzer III Medium Tank|accesso= 4 febbraio 2012}}</ref>
=== Impiego operativo ===
I vari modelli di Panzer III furono utilizzati in combattimento in gran numero fino alla seconda metà del 1943, quando il progetto era già stato ampiamente superato dai carri armati alleati e sovietici; diversi esemplari sopravvissuti continuarono comunque a prestare servizio anche nell'ultimo anno e mezzo di guerra, spesso con compiti nelle retrovie. Tra gli Alleati era noto come ''Mark III'' o Mk ''III'' nella forma abbreviata ("modello III"), termine coniato dai britannici.<ref name=rottman17/>
==== Polonia e Norvegia ====
Al 20 gennaio 1938 l'[[Heer (Wehrmacht)|esercito tedesco]] aveva in carico un totale di ventitré Panzer III di tutte le versioni fino ad allora uscite dalle fabbriche. Alla fine del marzo dello stesso anno i Panzer III in servizio erano aumentati a quarantadue.<ref name="Chamberlain, Doyle p. 59">{{cita|Chamberlain, Doyle, Jentz 1993|p. 59}}.</ref> L'organizzazione teorica dei Panzer III prevedeva di assegnarne sei a ogni reggimento corazzato, cioè un plotone di tre carri per ogni compagnia.<ref>{{cita|Chamberlain, Doyle, Jentz 1993|p. 60}}.</ref>
Il 1º settembre 1939, con l'[[Campagna di Polonia|invasione tedesca della Polonia]], ebbe inizio la [[seconda guerra mondiale]]. A questa data le Panzer-Division potevano contare solo su novantotto Panzer III di tutti i modelli fino ad allora concepiti:<ref>{{cita|Forty 1995|p. 65}}.</ref> il loro impatto non fu dunque decisivo, tanto più che non sempre erano presenti nei reggimenti corazzati, dotati per la maggior parte di [[Panzer I]] e [[Panzer II]]. Nel frattempo, l'aumento della produzione aveva permesso di elevare i Panzer III per ogni compagnia da tre a cinque.<ref>{{cita|Chamberlain, Doyle, Jentz 1993|p. 61}}.</ref> Qualche Panzer III della versione D partecipò poi alla [[Operazione Weserübung|campagna scandinava]] tra aprile e maggio del 1940 come parte del ''Panzer Abteilung z.b.V. 40'' ("Distaccamento corazzato per impieghi speciali 40"). Essi rimasero in Norvegia con le truppe d'occupazione fino alla resa incondizionata della Germania, inquadrati nella Panzerbrigade "Norwegen".<ref name="www.historyofwar.org"/>
====
Al momento dell'attacco contro la Francia, l'esercito tedesco disponeva di 349 Panzer III (principalmente Ausf. E ed F) in organico a sette [[Panzer-Division]]<ref name=cdj62/> e di trenta-quaranta ''Panzerbefehlswagen'', carri-comando ricavati da Panzer III e assegnati ai comandanti tattici delle formazioni corazzate per guidare i reparti direttamente sul campo di battaglia<ref>{{Cita|Perrett 1999|p. 22}}.</ref>. All'inizio dell'attacco sul fronte occidentale ([[Fall Gelb]]) le Panzer-Division apparivano inferiori, numericamente e tecnicamente, alle forze corazzate anglo-francesi, equipaggiate con una maggiore quantità di mezzi medi e pesanti. Negli scontri diretti tra carri armati i tedeschi potevano in pratica disporre solo dei Panzer III, tutti armati del cannone anticarro KwK 36 da 37 mm lungo 45 o 46,5 calibri (L/45 - L/46,5) anche se durante la [[campagna di Francia]] apparvero per la prima volta i primi esemplari della versione F, armata con il cannone da 50 mm lungo 42 calibri (L/42)<ref>{{Cita|Biagi 1995 I|p. 255}}.</ref>; questi mezzi si dimostrarono più efficaci sia dei carri medi (di origine ceca), sia degli altri veicoli leggeri in servizio che non erano in grado di affrontare una battaglia contro i carri alleati<ref>{{Cita|Perrett 1999|p. 23}}.</ref>.
[[File:Bundesarchiv Bild 146-1981-084-34, Maastricht, Panzer III in Marschpause.jpg|thumb|left|Un Panzer III in sosta a Maastricht, durante la vittoriosa [[Campagna di Francia|campagna a ovest]] del 1940]]
Nonostante la limitatezza numerica e l'apparente inferiorità tecnica, il Panzer III ottenne rilevanti successi durante la [[campagna di Francia]]: gli equipaggi dei Panzer tedeschi, addestrati ed esperti nelle nuove tattiche combinate tra carri armati, cannoni anticarro e [[bombardamento in picchiata|bombardieri in picchiata]], furono in grado di sfruttare i vantaggi del Panzer III, in particolare il moderno sistema di comunicazioni radio e la dislocazione di tre uomini nella torretta con conseguente maggiore efficienza sul campo. Queste caratteristiche permisero alle Panzer-Division equipaggiate con un numero consistente di Panzer III di vincere una serie di scontri manovrati contro i reparti blindati francesi, dimostrando maggiore mobilità, disciplina e rapidità di tiro. La [[battaglia di Hannut]] e la [[battaglia della Mosa]] furono gli scontri tra blindati più importanti della campagna e i tedeschi ebbero facilmente la meglio sui più potenti ma impacciati carri armati francesi<ref>{{Cita|Perrett 1999|pp. 23-33}}.</ref>.
I Panzer III registrarono comunque difficoltà contro i carri pesanti britannici e francesi, le cui corazzature erano quasi impenetrabili frontalmente per i cannoni anticarro da 37 mm, e subirono localmente perdite significative, ma nel complesso la campagna di Francia si concluse con un trionfo delle Panzer-Division e il Panzer III raggiunse il maggior successo della sua carriera, dando prova operativamente della validità del progetto di "carro da battaglia principale" pianificato dai tecnici tedeschi<ref>{{Cita|Perrett 1999|pp. 34-35}}.</ref>. Nel complesso la campagna in Europa occidentale costò la perdita di 135 Panzer III<ref name="www.achtungpanzer.com"/>.
====
[[File:Bundesarchiv Bild 101I-783-0150-28, Nordafrika, Panzer III.jpg|thumb|Un Panzer III Ausf. J con il cannone 5 cm KwK 38 L/42 in Africa settentrionale nell'aprile del 1941<ref>{{Cita libro|cognome= Quarrie|nome= Bruce|titolo= Panzers in the desert|editore= Patrick Stephens Ltd.|città= Cambridge|anno= 1978|ISBN= 0-85059-315-8|p=72}}</ref>]]
L'[[Deutsches Afrikakorps|Afrikakorps]] del generale [[Erwin Rommel]] entrò in combattimento nella primavera 1941 con una forza corazzata principale costituita da Panzer III, equipaggiati appositamente per il teatro africano, sia del tipo originario con il cannone anticarro da 37 mm L/45 o L/46,5 sia di quello con il più efficace cannone da 50 mm L/42. Pur mostrando la consueta superiorità tattica e una notevole capacità di manovrare sul terreno desertico in combinazione con abili schieramenti di cannoni anticarro, gli equipaggi dei Panzer III, soprattutto dei modelli più vecchi, si trovarono in difficoltà negli scontri diretti contro i carri pesanti britannici [[Mk II Matilda]]. In alcune occasioni questi scontri costarono dure perdite ai reparti corazzati tedeschi, in particolare durante l'[[assedio di Tobruch]], in aprile, e la [[Operazione Battleaxe|battaglia di Halfaya]], il 15 maggio 1941, dovute alla superiorità delle corazzature dei Matilda e alla pericolosità del loro cannone anticarro da 40 mm<ref>{{Cita|Perrett 1999|pp. 35-37}}.</ref>.
[[File:Bundesarchiv Bild 146-1976-091-06, Nordafrika, Panzer III.jpg|thumb|left|Un Panzer III Ausf. H dell'Afrikakorps durante una battaglia nel deserto]]
Le due Panzer-Division dell'Afrikakorps furono impegnate nel dicembre 1941 nelle durissime e confuse battaglie nel deserto contro le numerose forze corazzate britanniche durante l'[[operazione Crusader]]; dopo una serie di scontri dall'esito alterno il generale Rommel dovette battere in ritirata dopo aver perso circa 300 carri. I Panzer III subirono perdite pesanti anche per i gravi problemi meccanici causati dall'impiego nel deserto e dalla mancanza di un numero sufficiente di filtri per i motori; inoltre, impiegati in alcune occasioni in attacchi in massa, furono messi in difficoltà dagli obici britannici [[Ordnance QF 25 lb|da 25 libbre]] usati in funzione anticarro.<ref>{{Cita|Perrett 1999|pp. 38-39}}.</ref>
Nella [[battaglia di Ain el-Gazala]] l'Afrikakorps mise in campo 223 Panzer III Ausf. G o H armati con il cannone da 50 mm L/42 e diciannove Ausf. J o L equipaggiati con il più efficace cannone 50 mm da 60 calibri; le forze corazzate britanniche, più numerose, erano oltretutto dotate di nuovi carri pesanti di produzione statunitense ma sul campo si dimostrarono tatticamente inferiori alle Panzer-Division. Iniziata il 27 maggio 1942, la battaglia si concluse dopo circa un mese di scontri con una grande vittoria del generale Rommel: i Panzer III, abilmente impiegati dagli esperti equipaggi tedeschi e supportati dalle formazioni anticarro, raggiunsero i risultati più brillanti della loro carriera in Africa, nonostante alcune difficoltà contro i corazzati pesanti alleati. Le forze blindate britanniche, al contrario, furono quasi completamente distrutte.<ref>{{Cita|Perrett 1999|p. 39}}.</ref>
Durante la stasi precedente la [[Seconda battaglia di El Alamein|disfatta di el-Alamein]] Rommel ricevette i primi [[Panzer IV]] con cannone da 75 mm L/43, cosa che segnò la fine del Panzer III come carro da battaglia. Ciononostante, ancora dopo la battaglia di el-Alamein l'[[Potenze dell'Asse|Asse]] disponeva in [[Libia italiana|Libia]] di novantatré Panzer III con cannone da 50 mm L/42 e settantuno con il pezzo da 50 mm L/60, mentre i Panzer IV erano a malapena una trentina. Prima di venir catturati o distrutti dalle soverchianti forze alleate i Panzer III della [[10. Panzer-Division (Wehrmacht)|10.]] e [[21. Panzer-Division]] schierati in [[Tunisia]] (in gran parte Ausf. J e L)<ref>{{cita|Rottman 2008|p. 38}}.</ref> riuscirono a ottenere un'ultima vittoria nella [[battaglia del passo di Kasserine]] (febbraio 1943).<ref name="www.historyofwar.org"/>
====
[[File:Bundesarchiv Bild 101I-185-0139-20, Polen, Russland, Panzer in Bereitstellung.jpg|thumb|Panzer III e semicingolati di una Panzer-Division in avanzata sul fronte orientale]]
Al 22 giugno 1941 undici delle diciassette<ref name=cdj64/> Panzer-Division tedesche schierate a est per l'[[operazione Barbarossa]] disponevano di {{formatnum:1449}} Panzer III,<ref>{{cita|Zaloga, Kinnear, Aksenov, Koshchavtsev 1997|p. 3}}.</ref> circa 950 dei quali erano delle versioni equipaggiate con il cannone da 50 mm L/42, che costituivano la principale forza anticarro della Wehrmacht. Infatti i 500 Panzer IV dispiegati erano dotati del cannone da 75 mm L/24, poco efficace contro i mezzi corazzati e più adatto al supporto della fanteria<ref>{{Cita|Perrett 1999|p. 42}}.</ref>. All'inizio della guerra l'[[Armata Rossa]] disponeva invece di quasi {{formatnum:20000}} carri armati, ma questo impressionante parco corazzato era principalmente costituito da carri leggeri e medi di mediocre efficienza e tecnicamente superati. Erano però disponibili anche un migliaio di [[T-34]] e circa 500 [[Kliment Vorošilov (carro armato)|KV-1]], superiori a tutti i veicoli tedeschi per protezione e armamento<ref>{{Cita|Perrett 1999|pp. 40-43}}.</ref>.
Nonostante la preponderanza numerica le forze corazzate sovietiche vennero quasi completamente annientate durante i primi mesi di campagna dalle Panzer-Division tedesche, che si dimostrarono molto più esperte ed efficienti: oltre {{formatnum:17000}} carri sovietici furono distrutti o abbandonati. Essi accusarono serie carenze meccaniche e difetti di progettazione; gli equipaggi erano inesperti e i supporti logistici insufficienti; sul campo i Panzer III con il cannone da 50 mm furono in grado di affrontare i T-34 e alle distanze tipiche di combattimento (fra i 500 e i 1.000 metri) il carro tedesco non si dimostrò inferiore. Fu più difficile per i Panzer III contrastare i KV-1 dotati di una corazzatura quasi impenetrabile frontalmente<ref>{{Cita|Michulec 1998|pp. 3-4}}. L'autore afferma che il cannone del T-34 poteva penetrare a 500 metri circa 60-70 mm di corazzatura frontale, mentre il cannone da 50 mm L/42 del Panzer III perforava 50 mm di corazzatura. Anche la corazzatura inclinata del T-34, spessa 45 mm, non era molto superiore alla corazzatura verticale spessa 50 mm dei carri tedeschi.</ref>.
[[File:Bundesarchiv Bild 101I-219-0562A-06, Russland, Kolonne mit Panzer III.jpg|thumb|left|Colonna di Panzer III M in marcia durante la [[battaglia di Kursk]] ]]
L'incontro con i nuovi carri sovietici portò al riarmo di molti Panzer III con cannoni da 50/60, mentre i Panzer IV cominciarono a montare cannoni da 7,5 cm KwK 40 L/43 e a sostituirsi ai primi nella lotta tra corazzati. Ciononostante durante il 1942 furono costruiti quasi {{formatnum:2000}} Panzer III: a giugno, sul [[Fronte orientale (1941-1945)|fronte orientale]], ne erano presenti 500 con il cannone da 50 mm L/42<ref name=cdj65/> e 600 montavano quello da 60 calibri. Ancora una volta furono questi che costituirono la gran parte della massa di blindati che condusse le prime vittoriose fasi dell'[[operazione Blu]], fino alla [[Battaglia di Stalingrado|catastrofe di Stalingrado]].
Nel quadro della riorganizzazione della Panzerwaffe avvenuta tra il 1942 e il 1943, fu pianificata una nuova versione del Panzer III equipaggiata con il cannone 7,5 cm KwK 37 L/24<ref>{{Cita|Guderian 2008|p. 273}}.</ref>. Nei primi mesi del 1943 i Panzer III ebbero una parte importante nel frenare i corpi corazzati sovietici che dilagavano verso ovest, tuttavia stavano rapidamente diventando troppo obsoleti. L'ultima grande battaglia cui partecipò in considerevole quantità (432 unità, di cui 141 con cannone da 50 mm L/42)<ref name=cdj65/> fu la [[battaglia di Kursk]] nel luglio 1943; ad agosto la produzione terminò e i vari modelli del Panzer III sopravvissuti furono ritirati dal fronte e usati in zone di guerra di secondaria importanza o reimpiegati per la costruzione di [[Semovente d'artiglieria|semoventi]], [[Cannone d'assalto|cannoni d'assalto]] e simili.<ref name="www.historyofwar.org"/> A ottobre 1943 soltanto cinque Panzer-Division contavano una o più compagnie con Panzer III; nel tardo 1944 solo settantanove esemplari erano ancora in azione sul fronte orientale.<ref name="www.achtungpanzer.com"/>
== Tecnica ==
Il Panzer III era costruito secondo uno schema modulare basato su quattro elementi che venivano assemblati dopo essere stati completati separatamente: scafo, torretta, sovrastruttura anteriore e sovrastruttura posteriore.<ref>{{Cita|Miglia 1974|p. 6 vol. 1}}.</ref>
[[File:Panzer III LW.svg|thumb|left|Rappresentazione dei vari tipi di treno di rotolamento adottati nel tempo dal Panzer III]]
Entrambe le parti della sovrastruttura erano realizzate tramite [[saldatura]] di lamiere di acciaio opportunamente sagomate e unite in via provvisoria mediante [[rivettatura]]: quella anteriore fungeva da supporto per la torre, inserita in un'apertura circolare con l'anello di rotolamento, e chiudeva la camera di combattimento; quella posteriore copriva il vano motore provvisto di portelloni corazzati per la manutenzione del propulsore.<ref name="Miglia 1974-9">{{Cita|Miglia 1974|p. 9 vol. 1}}.</ref><ref name="Miglia 1974-10">{{Cita|Miglia 1974|p. 10 vol. 1}}.</ref> Nella parte anteriore dello scafo trovavano posto il pilota, fornito di opportuni sistemi di visione esterna, e un mitragliere che aveva anche la funzione di marconista.<ref name="Miglia 1974-9"/>
La torretta della prima versione (Ausf. A) fu costruita assemblando le piastre mediante chiodatura, ma già nel modello successivo venne utilizzata la saldatura delle lamiere. Sul tetto era sistemata una cupola d'osservazione per il capocarro, che si evolse notevolmente nel corso della produzione passando da una semplice sovrastruttura cilindrica a una cupola con cinque visori che praticamente coprivano l'intero orizzonte (Ausf. G). La torretta era la postazione, oltre che del comandante, anche del cannoniere e del servente del cannone.
Lo scafo era in lamiere d'acciaio saldate, i cui spessori furono continuamente incrementati nel corso dell'evoluzione del carro; internamente una piastra corazzata di 7 mm separava la camera di combattimento dal vano motore.<ref name="Miglia 1974-8">{{Cita|Miglia 1974|p. 8 vol. 1}}.</ref> L'apparato propulsore rimase sempre un [[Maybach-Motorenbau|Maybach]] a benzina, che dal 108TR dei primi modelli passò al 108TRM Ausf. A degli ultimi. Il sistema di rotolamento subì notevoli variazioni nel corso del tempo, così come l'armamento, aspetti che verranno trattati nei singoli paragrafi delle versioni.
== Versioni ==
=== Preserie ===
I primi quattro modelli del Panzer III, cioè gli Ausf. A, B, C e D (dove Ausf. è l'abbreviazione di ''Ausführung'', cioè "modello", "versione" in tedesco), furono prodotti dalla Daimler-Benz nell'arco di tempo che va dalla fine del 1936 al 1939.<ref name="Miglia 1974-10"/>
L'armamento principale era costituito da un cannone [[3,7 cm KwK 36]]<ref name="Tanks">{{Cita libro|cognome= Jackson|nome= Robert|titolo= Tanks and armored fighting vehicles visual encyclopedia|editore= Amber Books|anno= 2010|ISBN= 978-1-906626-70-9}}</ref>, nient'altro che un [[3,7 cm PaK 36|PaK 36]] modificato per l'uso su veicoli corazzati. Sulla lunghezza della canna di quest'arma non c'è accordo tra le fonti: per qualcuna sarebbe stata lunga 45 volte il calibro (L/45, 1665 mm),<ref>{{Cita libro|cognome= Foss|nome= Christopher|titolo= Tanks|url= https://archive.org/details/tankstanksofworl0000foss|editore= Crestline|anno= 2003|ISBN= 0-7603-1500-0}}</ref><ref name=rottman20/> per altre 46,5 (L/46,5, ossia 1720,5 mm).<ref name=forty83/><ref name=green>{{cita|Greenwood 1991|note storiche a inizio libro}}.</ref><ref name=cdj58>{{cita|Chamberlain, Doyle, Jentz 1993|p. 58}}.</ref> In ogni caso, quest'arma rimase la stessa fino a qualche esemplare Ausf. G. Il munizionamento di 120 colpi di pronto impiego si suddivideva tra ''Sprenggranate'' (proiettile esplosivo dal peso di 890 [[Grammo|g]]) e ''Panzergranate'' (proiettile perforante dal peso di 675 g).<ref name="Miglia 1974-10"/> Come armamento secondario erano presenti tre mitragliatrici [[MG 34]] con munizionamento [[7,92 × 57 mm Mauser]]: due coassiali in torretta e la terza sistemata nello scafo e brandeggiabile dal marconista.<ref name=forty83>{{cita|Forty 1995|p. 83}}.</ref>
L'apparato motore consisteva in un [[Maybach-Motorenbau|Maybach]] HL 108 TR a 12 cilindri a V da {{formatnum:10838}} litri di cilindrata, per una potenza massima di 250 [[Cavallo vapore|hp]] a {{formatnum:3000}} [[giri al minuto]], che consentiva di raggiungere una velocità massima di 40 [[Chilometro orario|km/h]] (tranne l'Ausf. A che raggiungeva i 35 km/h).<ref name=rottman20/> Il motore era montato nella parte posteriore in posizione longitudinale; su ognuno dei due lati del motore erano sistemati un serbatoio della benzina, una batteria e un radiatore. La ventola di raffreddamento posta dietro al motore occupava l'intera larghezza del vano e consentiva un efficace raffreddamento fino a temperature ambientali di 30 °C: l'aria veniva aspirata dalle aperture laterali e veniva scaricata posteriormente. Il motore trasferiva la potenza attraverso un albero al gruppo frizione/cambio sistemato nella parte anteriore dello scafo.<ref name="Forty">{{Cita libro|cognome= Forty|nome= George|titolo= Die deutsche Panzerwaffe im Zweiten Weltkrieg|editore= Bechtermünz Verlag|p=62|ISBN= 3-8289-5327-1}}</ref><ref name="Senger">{{Cita|Senger und Etterlin 1973|p. 44}}.</ref> La trasmissione aveva sei marce avanti e una indietro.<ref name="Miglia 1974-8"/><ref name=cdj58/> L'alimentazione del carburante (benzina a 74 [[Numero di ottano|ottani]]) avveniva tramite due carburatori Solex 40 JFF II e l'autonomia delle prime versioni era di 165 chilometri. Il carburante per le versioni A, B e C era contenuto in due serbatoi per un totale di 125 litri, mentre dalla versione D in poi i serbatoi aumentarono a quattro portando la capacità totale a 320 litri di benzina.<ref name=rottman20>{{cita|Rottman 2008|p. 20}}.</ref>
La [[Radio (apparecchio)|radio]] di bordo era una Funkgerät 2 composta da due ricevitori e un trasmettitore e con [[antenna a stilo]] alta 2 metri montata sul lato destro della struttura. La radio era collegata a un commutatore che poteva trasferire direttamente le comunicazioni sull'interfono del carro;<ref name="Miglia 1974-9"/> poiché però solo l'operatore radio poteva gestire il commutatore, poteva accadere che il comandante e l'operatore radio fossero collegati su linee differenti; per ovviare all'inconveniente ambedue avevano nel proprio campo visivo una lampadina rossa e una verde la cui accensione secondo una sequenza predefinita permetteva al comandante di comunicare all'operatore radio la necessità di collegarsi sull'altra linea. Solo il comandante, il pilota e l'operatore radio disponevano di microfono e cuffia, per cui il comandante comunicava col cannoniere e il servente del cannone a voce.
La protezione per lo scafo e la torretta arrivava a 15 mm di spessore su fronte, fianchi e retro, 10 mm sulla parte superiore e 5 mm sulla parte inferiore, ed era costituita da più piastre saldate insieme che non fornivano una resistenza ottimale. Il peso vide un lento e continuo incremento dalle 15,4 [[Tonnellata|tonnellate]] dell'Ausf. A, alle 15,9 dell'Ausf. B fino alle 16 dell'Ausf. C e D. Le dimensioni erano le seguenti: lunghezza 5,67 - 5,92 [[Metro|metri]]; altezza 2,34 - 2,42 metri; larghezza 2,81 metri.<ref name="www.historyofwar.org"/>
Al loro ritiro furono per lo più trasferiti all'[[NSKK]] per compiti di addestramento.<ref name="www.achtungpanzer.com"/>
====
[[File:Panzer III Ausf A in Berlin c1938.jpg|thumb|Un Ausf. A durante una parata a [[Berlino]] nel 1938. Sullo sfondo la [[Staatsbibliothek zu Berlin (Haus Unter den Linden)|Staatsbibliothek]] ([[Unter den Linden]]).]]
I primi dieci esemplari del Panzer III (Ausf. A o 1/ZW) furono prodotti fra la fine del 1936 e il 1937 in un primo tempo con torretta chiodata, in seguito sostituita da una saldata;<ref name="Miglia 1974-10"/> avevano un equipaggio (''Panzerbesatzung'') di cinque uomini, una costante anche nelle serie a venire. L'Ausf. A poggiava su cinque grandi ruote con assi indipendenti e [[Sospensione (meccanica)#Sospensioni a molle elicoidali|sospensioni a molla elicoidale]] con [[Ammortizzatore|ammortizzatori]]; i cingoli erano sostenuti superiormente da quattro doppi rulli di rinvio montati negli intervalli fra le ruote portanti. Il treno di rotolamento era completato da due ruote motrici anteriori a doppia corona dentata e da due ruote posteriori demandate al controllo della tensione dei cingoli.<ref name="Miglia 1974-8"/> Degli esemplari prodotti, due privi di torretta furono impiegati per altri test, i restanti otto andarono a completare i ranghi dei reggimenti Panzer dalla primavera del 1937<ref name=cdj58/> fino a quando non furono ritirati nel febbraio 1940, dopo aver [[Campagna di Polonia|combattuto in Polonia]]<ref name="Miglia 1974-10"/> con esiti insoddisfacenti, anche per via della corazza, spessa al massimo 15 mm.<ref name=forty83/>
==== Ausführung B ====
Il Panzer III Ausf. B (2/ZW), sostanzialmente simile dell'Ausf. A, introduceva, oltre a una cupola dal nuovo disegno,<ref name="Chamberlain, Doyle p. 59"/> una diversa meccanica: due grandi sospensioni a balestra erano state dotate a ogni estremità di un carrello a due ruote, cosicché per ogni lato il carro presentava otto ruote portanti di piccolo diametro e tre rulli tendicingolo. Questa impostazione tuttavia si dimostrò poco funzionale, così solo quindici esemplari furono prodotti dallo stabilimento Daimler-Benz di [[Berlino]]-[[Marienfeld]].<ref name="www.historyofwar.org"/> Entrati in servizio nel corso della primavera del 1937, dieci mezzi rimasero in organico alle truppe combattenti fino a che non vennero ritirati nel febbraio 1940, mentre gli altri cinque funsero da base per la progettazione dello [[Sturmgeschütz III]].<ref>{{Cita|Miglia 1974|p. 11 vol. 1}}.</ref>
====
Con il Panzer III Ausf. C (3a/ZW) si continuarono a esplorare miglioramenti del treno d'appoggio, ancora difettoso: la prima e l'ultima coppia di ruote furono rese indipendenti, ognuna con una propria sospensione a balestra orizzontale, mentre i carrelli centrali furono vincolati a una terza balestra; vennero inoltre ridisegnate la ruota motrice e quella di rinvio. I risultati ottenuti da tali cambiamenti, comunque, non furono decisivi. Altre migliorie furono l'aggiunta di un servocomando per la frizione e il perfezionamento del sistema di sterzatura. Prodotto tra il 1937 e il gennaio 1938 per un totale di quindici veicoli, il Panzer III C subì il medesimo destino operativo delle versioni precedenti.<ref name="www.historyofwar.org"/>
==== Ausführung D ====
[[File:Bundesarchiv Bild 101I-318-0083-32, Polen, Panzer III mit Panzersoldaten.jpg|thumb|Panzer III Ausf. D durante le operazioni in Polonia]]
Il Panzer III Ausf. D (3b/ZW, poi cambiato con il numero identificativo [[Numeri Sd.Kfz.|Sd.Kfz.]] 141) fu l'ultimo modello sperimentale con il quale si cercò di venire a capo di tutte le noie tecniche e avviare così il mezzo alla produzione di massa. Furono riprese le sospensioni dell'Ausf. C, però inclinando le balestre della prima e ultima coppia di ruote in modo da ottenere un incremento di supporto per il carro, ma anche questo treno di rotolamento fu poco apprezzato dagli equipaggi.<ref name="www.historyofwar.org"/> Il modello D presentava inoltre la riprogettazione delle prese d'aria del vano motore, ora coperte da portelli, e piccole modifiche alla trasmissione, alla ruota motrice e a quella di rinvio. La cupola del capocarro fu sostituita con un modello più funzionale, corazzato con 30 mm d'acciaio e dotato di cinque portelli scorrevoli: essa rimarrà in utilizzo fino alla versione F del Panzer III. Infine, lo spessore massimo della corazzatura fu portato per lo scafo da 15 a 30 mm e per la torretta da 10 a 17 mm. A causa di questi interventi il peso aumentò a 16 tonnellate: la velocità del carro rimase invariata ma l'accelerazione diminuì.<ref>{{Cita|Miglia 1974|pp. 11-12 vol. 1}}.</ref> La serie D fu prodotta da gennaio a giugno 1938 in cinquantacinque unità, ma solo su due lotti da quindici veicoli ciascuno fu montato l'armamento. Come tutti i modelli precedenti venne ritirata nel febbraio del 1940, però a differenza dei primi partecipò con qualche esemplare alla [[campagna di Norvegia]] come parte del ''Panzer Abteilung z.b.V. 40'', con il quale tra il 1941 e il 1942 prestò servizio anche in [[Finlandia]].<ref name="www.achtungpanzer.com"/>
=== Modelli prodotti in serie ===
==== Ausführung E ====
Fu il primo modello di serie del Panzer III ma non conobbe una grande diffusione, poiché ne furono realizzate solo quaranta unità<ref>{{Cita|Miglia 1974|p. 60 vol. 2}}.</ref> tra il dicembre 1938 e l'ottobre 1939 da parte della Henschel, della MAN AG e della Daimler. Altre fonti alzano questo numero a novantasei unità.<ref name=rottman20/><ref name=green/> L'Ausf. E, rispetto ai precedenti modelli, era fornito di una corazza più spessa (30 mm su tutti i lati dello scafo e della torretta) e sui fianchi era costruita con una singola piastra. Per ovviare al peso salito a 19,5 tonnellate fu adottato un più potente Maybach HL 120 TR sempre a 12 cilindri a V, con cilindrata portata a {{formatnum:11867}} litri per una potenza di 300 hp a {{formatnum:3000}} giri al minuto.<ref name="Miglia 1974-16">{{Cita|Miglia 1974|p. 16 vol. 1}}.</ref> Inoltre fu modernizzata la scatola del cambio, prima manuale, con un preselettore Maybach SRG 32 8 145 "Variorex" a dieci marce avanti e una retromarcia,<ref name="Miglia 1974-16"/> la cui installazione rallentò la produzione dell'Ausf E. Con questo tipo di trasmissione il pilota preselezionava la marcia da inserire, dopo di che gli bastava premere il pedale della frizione per far scattare l'operazione di commutazione automatica della marcia. Ulteriori migliorie riguardarono l'aggiunta di portelli per la fuga su entrambi i lati dello scafo e l'apertura di una [[feritoia]] per l'operatore radio. L'Ausf. E misurava 5,38 metri in lunghezza, era largo 2,91 metri e alto 2,44.<ref name="www.historyofwar.org"/>
[[File:Pz III-Maybach-Variorex.png|thumb|Schema dell'installazione del motore e del cambio Maybach-Variorex]]
Il vero salto di qualità era stato compiuto però con il sistema di sospensioni, ora composto da sei ruote di medio diametro per ognuno dei due lati e con [[Sospensione (meccanica)#Sospensioni a barre di torsione|molle a barra di torsione]] collocate trasversalmente. Il funzionamento del nuovo apparato era semplice: un'estremità della barra era vincolata al fianco del carro, l'altra a una ruota mediante un braccio incernierato longitudinale; quando la ruota si alzava, la barra si torceva, assorbendo così gli urti e rendendo il mezzo più stabile con ovvi vantaggi per il combattimento; tale sistema fu molto apprezzato sia dagli equipaggi che dal personale tecnico per la robustezza e la relativa facilità di manutenzione. Le prime due barre anteriori e le ultime due posteriori furono altresì dotate di [[Ammortizzatore|ammortizzatori]] oleopneumatici.<ref name="Miglia 1974-16"/>
Consegnato alle Panzertruppen a partire dal gennaio 1940, l'Ausf. E partecipò a numerose operazioni belliche fino al 1943, operando nei ranghi della [[1. Panzer-Division (Wehrmacht)|1.]] e [[2. Panzer-Division]]. Inquadrato in queste divisioni combatté durante la [[campagna di Francia]], nella [[campagna dei Balcani]] (solo con la seconda unità) e infine nell'[[operazione Barbarossa]].<ref name="Miglia 1974-19">{{Cita|Miglia 1974|p. 19 vol. 1}}.</ref> Dall'agosto 1940 e fino al 1942, diversi esemplari furono riarmati con un cannone [[5 cm KwK 38 L/42]] e piastre supplementari da 30 mm furono imbullonate alla corazza; alcuni furono poi riconvertiti in carri da osservazione per l'artiglieria, altri portati allo standard F.<ref name="www.achtungpanzer.com"/>
==== Ausführung F ====
Primo tipo di Panzer III a essere prodotto in gran numero, era quasi identico al suo predecessore e aveva le stesse dimensioni: le ditte Alkett, FAMO, Daimler-Benz, Henschel, MAN ne costruirono 435<ref name=forty85>{{cita|Forty 1995|p. 85}}.</ref> (numero di scafo da 61001 a 61650) dall'ottobre 1939 al giugno 1940, sostituendolo senza soluzione di continuità all'Ausf. E.<ref name="Miglia 1974-19"/> In questa versione fu impiegato il motore Maybach HL 120TRM, di caratteristiche analoghe al TR ma costruito dalla Norddeutschen Motorenbau [[Gesellschaft mit beschränkter Haftung|GmbH]] (o Nordbau).<ref name="Miglia 1974-21">{{Cita|Miglia 1974|p. 21 vol. 1}}.</ref> Nelle piastre superiori dello scafo furono aggiunte prese d'aria per ventilare più efficacemente freni e trasmissione.<ref name=cdj62>{{cita|Chamberlain, Doyle, Jentz 1993|p. 62}}.</ref> Inoltre nel pieno della produzione fu potenziato l'armamento principale, che per l'ultimo centinaio di Ausf. F passò a un [[5 cm KwK 38 L/42]] con [[Mantelletto (corazzatura)|mantelletto]] esterno; dall'agosto 1940 tale modifica fu estesa a tutti gli Ausf. E ed F: per accogliere questa nuova arma, la torretta fu riprogettata e notevolmente allargata nella parte posteriore<ref name=Tanks/>. Alcuni Ausf. F ebbero il cannone [[5 cm KwK 39 L/60]].<ref name="www.achtungpanzer.com"/>
Il cannone KwK 38 L/42 sparava due tipi di proiettili: lo ''Sprenggranate 38'' era caricato ad alto esplosivo, pesava 1.960 grammi e aveva una velocità iniziale di 549 m/s; il [[Panzergranate 39]] era [[Proiettile perforante|perforante]] con [[Proiettile perforante#Solido|capsula morbida e cappuccio tagliavento]], pesava {{formatnum:2250}} grammi, aveva una velocità iniziale di 823 m/s ed era in grado di penetrare una piastra d'acciaio omogeneo spessa 50 mm e inclinata di 30° alla distanza di {{formatnum:1000}} metri.<ref name="Miglia 1974-26">{{Cita|Miglia 1974|p. 26 vol. 1}}.</ref> Le maggiori dimensioni di questi proiettili limitarono però la dotazione a 99 colpi invece degli iniziali 120. L'apparato di mira da 2,5 ingrandimenti era un ''Turm Zielfernrohr TZF 5a vorl. 5 cm'' ("congegno di mira a cannocchiale da torretta TZF 5a modello 5 cm").<ref>{{Cita|Miglia 1974|p. 25 vol. 1}}.</ref> L'alzo manuale del cannone era compreso fra -10° e +20°, mentre il brandeggio era ottenuto ruotando la torretta.<ref name="Miglia 1974-26"/>
Combatté in Francia, Nordafrica (solo gli esemplari equipaggiati del 5 cm L/42),<ref name="Miglia 1974-21"/> Balcani e Unione Sovietica. Nel giugno del 1944, quando ormai il progetto dell Ausf. F era sorpassato, erano ancora in servizio alcuni modelli; uno di questi, appartenente alla [[116. Panzer-Division]] schierata in Normandia,<ref name="www.achtungpanzer.com"/> è oggi esposto al [[General George Patton Museum of Leadership|Patton Museum]] di [[Fort Knox]].<ref name=cdj62/>
==== Ausführung G ====
[[File:Bundesarchiv Bild 101I-187-230-06A, Russland, Panzer III.jpg|thumb|Due Panzer III Ausf. G si fanno strada nel terreno fangoso della steppa sovietica nell'autunno del 1941]]
Molto simile all'Ausf. F e appena più lunga (5,41 metri) e larga (2,95 metri), tale versione fu prodotta in 600 esemplari<ref>Secondo {{Cita|Miglia 1974|pp. 61, 66 vol. 2}} in questa cifra devono essere compresi anche gli Ausf. F con cannone da 50 mm L/42.</ref> dall'aprile al novembre 1940<ref name="Miglia 1974-30">{{Cita|Miglia 1974|p. 30 vol. 1}}.</ref> a fronte di un ordine iniziale di {{formatnum:1200}} unità, poi ridotto a causa dell'arrivo dei [[Panzer 38(t)]] di origine cecoslovacca.<ref name=forty85/> I primi cinquanta erano armati con il cannone da 3,7 cm a mantelletto interno e andarono a ripianare le perdite subite durante la [[campagna di Francia]]: si differenziavano dagli altri modelli per la corazza posteriore dello scafo spessa 30 mm e per il mantelletto da 37 mm, protezioni che aumentarono il peso a 20,3 tonnellate. Nel frattempo si era deciso di armare l'Ausf. G con il più potente 5 cm KwK 38 L/42 a mantelletto esterno, che andò a equipaggiare le restanti 550 unità prodotte a partire dal luglio 1940. L'installazione del nuovo pezzo impose la rimozione di una mitragliatrice dalla torretta e l'aggiunta di un aspiratore per liberare dal fumo dello sparo l'interno del carro. Da agosto anche le prime cinquanta unità furono dotate dello stesso pezzo d'artiglieria. Altre modifiche videro l'aggiunta di una nuova [[Cupola (guerra)|cupola]] (uguale a quella dei Panzer IV Ausf. E, F e G) e del visore ''Fahrersehklappe 30'' con portello su cardini per il pilota; le unità di tarda produzione montarono cingoli larghi 400 mm. La serie fu la prima a essere equipaggiata con le ''Rommelkiste'' ("scatole di Rommel"), dei contenitori per trasporto di materiali fissati al retro delle torrette.<ref name="www.achtungpanzer.com"/>
All'inizio del 1940 la FAMO costruì un prototipo con un treno di rotolamento a ruote sfalsate partendo dalla torretta di un Ausf. H e dallo scafo di un Ausf. G, detto "Panzer III G/H Schachtellaufwerk" e la cui meccanica s'ispirava ai carri studiati negli [[Stati Uniti d'America]] da [[J. Walter Christie]] (simile alla tecnica dei semicingolati della stessa ditta). Il sistema si basava su ruote di grande diametro senza rulli di rinvio e sospensioni a barre di torsione, ma sia il peso proibitivo, sia il maggior impiego di materie prime pregiate provocarono il rifiuto del prototipo.<ref>{{Cita|Miglia 1974|p. 35 vol. 1}}.</ref> Qualsiasi ulteriore sviluppo fu poi bloccato e il prototipo fu utilizzato come carro per l'addestramento.<ref>{{cita|Chamberlain, Doyle, Jentz 1993|p. 77}}.</ref>
La versione G fu impiegata a partire dalla primavera del 1940 in tutti i principali teatri bellici dove combatterono i tedeschi. I primi reggimenti ad avere questi carri furono l'8. in forza alla [[15. Panzer-Division]], il 5. della [[21. Panzer-Division]] e il 35. della [[4. Panzer-Division]].<ref name="Miglia 1974-30"/> Le unità inviate in Africa montarono [[Raffreddamento a liquido|radiatori]] più larghi e un filtro dell'aria supplementare. Nel settembre 1944 erano segnalati ancora in servizio cinquantaquattro Ausf. G.<ref>{{cita|Chamberlain, Doyle, Jentz 1993|p. 63}}.</ref>
==== Ausführung H ====
[[File:Bundesarchiv Bild 101I-783-0109-11, Nordafrika, Panzer III in Fahrt.jpg|thumb|left|Una colonna di Ausf. H in Libia nell'aprile 1941]]
La continua evoluzione del Panzer III aveva fatto progressivamente aumentare il peso del carro e quindi la pressione specifica al suolo, passata da 0,65 kg/cm² (6,5 [[Pascal (unità di misura)|MPa]]) a 0,96 kg/cm² (9,6 MPa); perciò sin dall'inizio del 1940 la Daimler-Benz, in accordo con l'Ufficio armamenti dell'esercito, prese in esame la possibilità di modificare il treno di rotolamento conservando la formula già adottata sull'Ausf. E.<ref name="Miglia 1974-43">{{Cita|Miglia 1974|p. 43 vol. 1}}.</ref> Il progetto portò all'adozione permanente di cingoli da 40 cm al posto di quelli da 36 cm precedentemente montati, accorgimento che ridusse la pressione specifica a 0,94 kg/cm²;<ref>{{Cita|Miglia 1974|p. 62 vol. 2}}.</ref> vennero modificate, di conseguenza, le ruote motrici e tendicingolo, mentre quelle del primo carrello furono spostate in avanti.<ref>{{Cita|Miglia 1974|p. 44 vol. 1}}.</ref> S'intervenne anche sulle sospensioni: le sei barre a torsione posteriori ebbero il diametro aumentato da 42 mm a 55 mm<ref name="Miglia 1974-64">{{Cita|Miglia 1974|p. 64 vol. 2}}.</ref> e furono montati nuovi ammortizzatori.<ref>{{Cita|Miglia 1974|p. 45 vol. 1}}.</ref> Il cambio a preselettore, fonte di continui problemi di manutenzione, fu sostituito da un più convenzionale Maybach SSG 77 a sei velocità sincronizzate.<ref name="www.achtungpanzer.com"/><ref name="Miglia 1974-64"/> Fu mantenuto il cannone 5 cm KwK 38 L/42 e la corazzatura fu sensibilmente migliorata con piastre supplementari da 30 mm giungendo a 60 mm su fronte e retro dello scafo e sulla sovrastruttura anteriore; la parte posteriore della torretta fu completamente ridisegnata e dotata di una singola lastra da 30 mm. L'ispessimento delle protezioni comportò l'aumento del peso a 21,8 tonnellate ma le dimensioni rimasero immutate: il nuovo modello fu ordinato in 759 unità a gennaio 1939 ma l'imminente entrata in servizio della versione J e il largo impiego del KwK 38 L/42 sull'Ausf. G ridussero la richiesta di oltre la metà.<ref name="www.historyofwar.org"/> La produzione dell'Ausf. H iniziò alla fine dell'estate 1940 e fu interrotta nel marzo 1941 per un totale di 308÷450 mezzi.<ref name="www.historyofwar.org"/><ref name=cdj64>{{cita|Chamberlain, Doyle, Jentz 1993|p. 64}}.</ref><ref name="Miglia 1974-49">{{Cita|Miglia 1974|p. 49 vol. 1}}.</ref>
Fu utilizzato a partire dal dicembre 1940 nei Balcani in forza alla [[2. Panzer-Division]], in Unione Sovietica e in Nordafrica a partire dalla tarda primavera del 1941,<ref name="Miglia 1974-49"/> dove un singolo esemplare rimasto danneggiato in battaglia fu privato della torretta e armato con un [[cannone d'accompagnamento]] [[15 cm sIG 33|sIG 33]] da 150 mm, adoperando materiali (come il pezzo stesso, lo scudo o le rastrelliere per le granate) recuperate da semoventi [[Sturmpanzer II]] avariati.<ref name="www.achtungpanzer.com"/> L'Ausf. H si dimostrò particolarmente resistente alle armi anticarro coeve degli Alleati, quali l'[[Ordnance QF 2 lb]] britannico, il [[37 mm Gun M3|37 mm M5]] statunitense e il [[45 mm M1937 (53-K)|45 mm M1937]] sovietico.<ref name=cdj64/>
==== Ausführung J ====
[[File:Bundesarchiv Bild 101I-217-0492-22, Russland, Panzer III in Dorf.jpg|thumb|Un esemplare di Ausf. J dotato del KwK 38 trasporta un nucleo di fanteria attraverso un villaggio delle steppe meridionali sovietiche]]
Con una lunghezza di 5,52 metri e un'altezza aumentata a 2,50 metri, l'Ausf. J ebbe per primo la corazzatura aumentata di serie a 50 mm sul fronte e sul retro dello scafo e sulle sovrastrutture,<ref name=cdj65>{{cita|Chamberlain, Doyle, Jentz 1993|p. 65}}.</ref> cosa che portò all'adozione di un portello per il visore (''Fahrersehklappe 50'') e di un supporto a sfera (''Kugelblende 50'') per la mitragliatrice coassiale dello stesso spessore; inoltre furono installate nuovi tipi di prese d'aria e di portelli d'accesso sul muso dello scafo.<ref name="www.achtungpanzer.com"/> Il motore utilizzato fu il Maybach HL 120TRM Ausf. A, simile a quello precedente ma con filtri dell'aria a bagno d'olio.<ref name="Miglia 1974-59">{{Cita|Miglia 1974|p. 59 vol. 2}}.</ref> Mostrata ad [[Adolf Hitler]] il 18 aprile 1941, la versione J fu messa subito in produzione totalizzando a fine anno {{formatnum:1549}} unità; a partire dall'aprile 1942, furono montate in fabbrica protezioni supplementari da 20 mm sulla sovrastruttura o sul mantelletto.<ref name="www.achtungpanzer.com"/><ref name="Miglia 1974-54">{{Cita|Miglia 1974|p. 54 vol. 1}}.</ref><ref>L'autore Miglia, però, indica chiaramente che la prima e la seconda serie dell'Ausf. J totalizzarono {{formatnum:1800}} unità costruite; cfr. {{Cita|Miglia 1974|p. 54 vol. 1}}</ref> Questa prima serie ebbe però vita relativamente breve, sia per le riconversioni effettuate, sia per le pesanti perdite subite in azione, ma soprattutto perché Hitler aveva ordinato di concentrare le risorse sulla serie di Panzer III J armata del più efficace [[5 cm KwK 39 L/60]].<ref name="www.historyofwar.org"/>
Tale modello aveva tardato a essere sviluppato a causa delle soddisfacenti prestazioni di cui aveva dato prova il cannone KwK 38; inoltre, i primi prototipi del KwK 39 cominciarono a essere consegnati solo durante l'autunno 1941.<ref name="Miglia 1974-54"/> Dopo i collaudi, la nuova arma entrò in servizio e si poté iniziare, a dicembre, la produzione della variante, per il resto identica al predecessore. La fabbricazione durò fino al luglio 1942 e fu portata avanti da tutte le ditte che produssero il Panzer III; in totale gli esemplari completati furono {{formatnum:1067}}, cui fu assegnata la designazione Sd.Kfz. 141/1 a indicare il cambio d'arma.<ref name="www.achtungpanzer.com"/>
Il cannone KwK 39 L/60 aveva un munizionamento su tre tipi di proiettile. La ''Sprenggranate 38'' era una granata esplosiva da {{formatnum:1960}} grammi e con [[velocità alla volata]] di 549 m/s. La ''Panzergranate 39'' era perforante con [[Proiettile perforante#Solido|capsula tenera e cappuccio tagliavento]], con un peso di {{formatnum:2250}} grammi e velocità alla volata di 823 m/s: poteva penetrare a {{formatnum:1000}} metri di distanza una piastra d'acciaio da 50 mm inclinata di 30° e da 61 mm dalla metà della distanza. La ''Panzergranate 40'', infine, era una munizione perforante decalibrata, dal contenuto peso di 975 grammi ma con una velocità alla volata di ben {{formatnum:1198}} m/s: con gli stessi valori di distanza e inclinazione adottati per la ''PzG 39'', riusciva a penetrare 55 mm di acciaio e trapassava 86 mm a 500 metri.<ref name="Miglia 1974-52">{{Cita|Miglia 1974|p. 52 vol. 1}}.</ref> Il cambio d'armamento e la maggiore lunghezza della ''Panzergranate 40'' limitarono lo stivaggio delle munizioni a 84 proiettili, rispetto ai precedenti 99. Inoltre l'eliminazione del [[freno di bocca]], presente sull'analogo cannone controcarro trainato, costrinse al potenziamento dei freni di recupero del KwK 39.<ref>{{Cita|Miglia 1974|p. 51 vol. 1}}.</ref>
[[File:Bundesarchiv Bild 101I-218-0528-06, Russland-Süd (Don, Stalingrad), Panzer III.jpg|thumb|left|Due Panzer III J armati del KwK 39 poco prima dell'inizio dell'[[Operazione Blu|offensiva nell'Unione Sovietica meridionale]], durante l'estate 1942]]
I Panzer III J con cannone da 50 mm L/42 operarono sul fronte sovietico a partire dal settembre 1941<ref name=cdj65/> continuando a combattervi fino alla fine della guerra. La [[7. Panzer-Division (Wehrmacht)|7. Panzer-Division]] figura tra le prime unità che li ricevettero assieme alla [[2. Panzer-Division|2.]] e alla [[5. Panzer-Division (Wehrmacht)|5. Panzer-Division]]; i mezzi con cannone da 50 mm L/60 andarono inizialmente in carico a cinque distaccamenti corazzati facenti parte, rispettivamente, della [[3. Infanterie-Division (mot.)|3.]], [[16. Infanterie-Division (mot.) (Wehrmacht)|16.]], [[29. Infanterie-Division (mot.)|29.]] e [[60. Infanterie-Division (Wehrmacht)|60. Infanterie-Division (mot.)]] e della [[5. SS-Panzer-Division "Wiking"]].<ref name=cdj66>{{cita|Chamberlain, Doyle, Jentz 1993|p. 66}}.</ref> In seguito entrambi i modelli furono distribuiti a tutte le divisioni corazzate presenti.<ref name="Miglia 1974-54"/> Dal settembre 1941 furono inviati anche in Nord Africa e presero servizio nella 21. Panzer-Division: fu in questo teatro che gli Ausf. J con l'L/60 raccolsero i maggiori successi operando contro i mezzi angloamericani ([[M3 Lee/Grant]] e [[Mk III Valentine]]), tanto che i britannici li ribattezzarono "Mark 3 Special", anche perché più temuti del [[Panzer IV]], all'epoca armato ancora di un [[obice]] da 75 mm a bassa velocità iniziale. Questi risultati spinsero i progettisti tedeschi a equipaggiare i carri armati con cannoni che avessero velocità alla volata quanto più alte possibili per perforare le corazze sempre più spesse dei veicoli avversari. L'Ausf. J dimostrò invece difficoltà nell'affrontare i carri sovietici T-34 e KV-1, più pesantemente corazzati rispetto ai mezzi alleati.<ref name=COR>Il T-34 aveva una corazzatura frontale di 45 mm inclinata a 60°, il KV-1 di 106 mm ma verticale; cfr. {{Cita libro|cognome= Milton|nome= John|coautore= Steven Zaloga|titolo= Russian tanks of World War 2|editore= Patrick Stephens Ltd.|città= Cambridge|anno= 1997|pp=58, 60}}. Gli [[M3 Lee/Grant]] e gli [[M4 Sherman]], i carri medi standard alleati, avevano rispettivamente una corazzatura frontale di 51 mm e 38 mm; cfr. {{Cita libro|cognome= Gander|nome= Terry|coautore= Peter Chamberlain|titolo= American tanks of World War 2|editore= Patrick Stephens Ltd.|città= Cambridge|anno= 1997|pp=40, 52}}</ref>
Un numero imprecisato di Ausf. J della prima serie fu successivamente ricondizionato con il KwK 39 L/60 mentre numerosi esemplari furono portati agli standard di protezione dell'Ausf. L. Tra il 1941 e il 1942 la Krupp tentò una nuova versione, la Ausf. K, unendo allo scafo della serie J la torretta del Panzer IV, ma l'esperimento non andò oltre lo stadio di prototipo.<ref name="www.achtungpanzer.com"/>
==== Ausführung L ====
[[File:Bundesarchiv Bild 101III-Altstadt-055-37, Russland, Panzer III, Waffen-SS-Division "Wiking".jpg|thumb|upright|Un Ausf. L della [[5. SS-Panzer-Division "Wiking"|SS-Panzergrenadier-Division "Wiking"]] (notare il simbolo divisionale sopra il cingolo destro del carro) avanza nelle steppe sovietiche nel giugno 1942]]
Proprio mentre i tedeschi adottavano i KwK 38 da 50 mm come arma principale del Panzer III, l'innovativa corazzatura inclinata dei carri dell'[[Armata Rossa]] imponeva battaglie a distanze più basse rispetto a quelle combattute contro i mezzi americani: infatti i T-34 potevano essere impegnati dal KwK 39 con la ''Panzergranate 39'' da {{formatnum:1250}} metri,<ref name="Miglia 1974-52"/> quando l'[[M4 Sherman]] era ingaggiabile dallo stesso proiettile alla massima distanza consentita.<ref name="Miglia 1974-54"/> Data questa situazione tattica, divenne necessario aumentare la corazzatura del Panzer III per consentire un ingaggio più ravvicinato e più suscettibile di successo dei T-34 sovietici. La produzione del nuovo modello cominciò alla fine del 1941 e terminò nell'estate del 1942, per una produzione totale di circa {{formatnum:1300}} esemplari;<ref name="Miglia 1974-56">{{Cita|Miglia 1974|p. 56 vol. 1}}.</ref> altre fonti riportano invece la fabbricazione di 653 esemplari, avvenuta tra giugno e dicembre 1942.<ref name="www.achtungpanzer.com"/><ref name=cdj66/> La nuova versione presentava corazzature da 57 mm sul frontale della torretta, 50 mm più piastre supplementari da 20 mm su sovrastruttura e spesso sul mantelletto, un poco distanziate dalle superfici: il peso aumentò a 22,3 tonnellate.
Furono eliminate feritoia del caricatore e portelli per la fuga, ma la prima serie presentava ancora alcune parti costruite per gli Ausf. J, quali il portello di accesso al vano di combattimento sul lato destro dello scafo e i visori corazzati sui lati della torre, almeno fino a quando le scorte non si esaurirono.<ref name="Miglia 1974-56"/> Nell'inverno del 1942 furono distribuiti gli ''Ostketten'' ("cingoli per l'est"), cioè cingoli allargati con un "becco" esterno che diminuiva l'aumentata pressione specifica del carro, permettendogli di muoversi più agilmente su neve o terreni fangosi e riducendo i rischi di impantanamento.<ref name="Miglia 1974-59"/> Gli esemplari utilizzati in Nord Africa, indicati talvolta come Ausf. L (''Tp'') - dal tedesco ''tropisch'', tropicale - furono invece equipaggiati con filtri dell'aria e dell'olio più grandi, con presa d'aria del motore modificata, e godevano di una migliore ventilazione interna.<ref>{{cita|Rottman 2008|p. 39}}.</ref>
[[File:Panzertruppen, operazione Urano.jpg|thumb|left|Truppe corazzate tedesche si preparano a entrare in azione con un Panzer III Ausf. L all'inizio dell'[[operazione Urano]] ]]
Sull'Ausf. L furono testate alcune migliorie che divennero standard per la successiva Ausf. M.<ref name="Miglia 1974-56"/> Sulla cupola del comandante fu installato un supporto con due bracci snodati, atto ad accogliere una [[MG 34]] in configurazione antiaerea (''Fliegerbeschussgerät 42'', cioè "congegno di difesa contraerei"); il capocarro doveva però sporgersi dalla torretta per impiegarla.<ref name="Miglia 1974-58">{{Cita|Miglia 1974|p. 58 vol. 1}}.</ref> A ogni lato della torretta fu assicurato un complesso trinato di ''Nebelkerzen Wurfgeräten'' ("congegni per il lancio di candele nebbiogene"), sorta di piccoli mortai ognuno con proprio brandeggio e alzo non regolabile, che sparavano granate fumogene a circa 30 metri dal carro.<ref name="Miglia 1974-58"/> Infine vennero sperimentate le ''Schürzen'', i cosiddetti "grembiuli": erano protezioni aggiuntive dello spessore di 5–10 mm distanziate dal carro, che venivano montate su entrambi i fianchi (''Seitenschürzen'') e tutt'intorno la torretta per minimizzare gli effetti delle armi anticarro a [[carica cava]] quali il [[bazooka]], la cui diffusione come armamento portatile rappresentava un grave pericolo per gli equipaggi dei mezzi blindati.<ref name="Miglia 1974-59"/>
Un singolo esemplare fu ritirato e armato per collaudi sperimentali con un [[cannone decalibrato]] "Waffe 0725" o 75/55 mm KwK 0725:<ref>Quest'ultima denominazione, riportata da [http://www.achtungpanzer.com/panzerkampfwagen-iii.htm achtungpanzer.com] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110807042341/http://www.achtungpanzer.com/panzerkampfwagen-iii.htm |data=7 agosto 2011 }}, appare anomala, perché nella Wehrmacht i calibri delle artiglierie erano misurati solo in centimetri.</ref> tuttavia non ne fu mai avviata la produzione perché il munizionamento del pezzo, richiedendo grandi quantità di [[molibdeno]], metallo raro e necessario anche per l'uso in acciai speciali, non avrebbe potuto essere prodotto e distribuito massicciamente.<ref name="Miglia 1974-61">{{Cita|Miglia 1974|p. 61 vol. 1}}.</ref>
Gli Ausf. L andarono a equipaggiare i reggimenti corazzati della [[1. SS-Panzer-Division "Leibstandarte SS Adolf Hitler"]], della [[2. SS-Panzer-Division "Das Reich"]], della [[3. SS-Panzerdivision "Totenkopf"]] e della [[Panzergrenadier-Division Großdeutschland]], ma vennero distribuiti anche alle divisioni corazzate dell'esercito.<ref name=cdj67>{{cita|Chamberlain, Doyle, Jentz 1993|p. 67}}.</ref>
==== Ausführung M ====
Ultima versione del Panzer III a montare il KwK 39 L/60 mentre si cercavano ancora soluzioni per migliorare l'armamento del mezzo, l'Ausf. M fu prodotto dall'autunno 1942 al febbraio 1943 in {{formatnum:1150}} esemplari.<ref name="Miglia 1974-61"/> Questo numero cambia radicalmente in altre fonti, che riportano come effettivamente costruiti, a fronte degli oltre {{formatnum:1000}} Ausf. M ordinati, solo 250 esemplari.<ref name=green/><ref name=cdj67/> Gran parte dei telai già ultimati infatti vennero usati come base per gli StuG, gli Ausf. N o i Flammpanzer III.<ref name=cdj67/> Le innovazioni furono mirate soprattutto a migliorare l'operatività del carro sul fronte orientale, sebbene sia stato utilizzato anche in [[Tunisia]] e in [[Sicilia]]. Per facilitarne l'avviamento in condizioni di bassa temperatura, il motore fu dotato di un manicotto attraverso il quale poteva essere collegato all'impianto di raffreddamento di un altro carro, col motore già caldo, consentendo di riscaldare il motore freddo col fluido di raffreddamento del motore caldo e permettendo così l'avviamento fino a temperature di -30 °C.<ref name="Miglia 1974-61"/> Le capacità di guado furono incrementate a 1,30 metri sigillando tutte le aperture che potevano lasciar entrare acqua, mentre lo scarico venne equipaggiato con una valvola di chiusura e montato in alto sul pianale posteriore dello scafo: quando il mezzo attraversava distese d'acqua, l'aria necessaria all'equipaggio e al motore veniva fatta entrare dalla torretta. Il classico lanciafumogeni con cinque tubi di lancio venne rimpiazzato con uno più piccolo, a tre tubi, spostato dalla parte laterale posteriore della torretta a quella laterale anteriore.<ref name=cdj67/> Questa versione era leggermente più lunga (5,65 metri) e larga (3,27 metri) del modello L e pesava 22,7 tonnellate.<ref name="www.historyofwar.org"/><ref name=cdj67/>
Il Panzer III Ausf. M ebbe il battesimo del fuoco [[Campagna di Tunisia|in Tunisia]] con la [[10. Panzer-Division (Wehrmacht)|10. Panzer-Division]] e continuò il servizio fino al termine della guerra<ref>{{Cita|Miglia 1974|p. 63 vol. 1}}.</ref> partecipando alla [[battaglia di Kursk]] e alla difesa della Sicilia [[Sbarco in Sicilia|attaccata dagli angloamericani]], spesso dotato delle ''Schürzen''.<ref name="www.achtungpanzer.com"/>
==== Ausführung N ====
[[File:Bundesarchiv Bild 101I-308-0799Q-30A, Italien, Panzer III, Panzersoldat.jpg|thumb|Un Ausf. N in Italia, nel 1943; è ben visibile il cannone corto (obice secondo la nomenclatura italiana) da 75 mm]]
Fu l'ultima serie del Panzer III e la prima a montare un [[7,5 cm KwK 37 L/24]], armamento delle prime versioni del [[Panzer IV]] che si rese disponibile in grandi quantità quando quest'ultimo fu riconvertito al [[7,5 cm KwK 40]] per la lotta anticarro. L'utilizzo di quest'arma sull'Ausf. N comportò un declassamento del Panzer III a livello tattico, perché il KwK 37 era sì utile per contrastare la fanteria, ma l'insufficiente [[velocità alla volata]] (385 m/s) non lo rendeva in grado di perforare le corazze dei carri alleati e sovietici a distanza di combattimento anche brevissima:<ref>{{Cita|Miglia 1974|p. 65 vol. 1}}.</ref> non era più un carro da combattimento, ma un veicolo d'appoggio (un [[cannone d'assalto]]) adatto a contenere gli attacchi della fanteria avversaria; la sua denominazione fu infatti cambiata in Sd.Kfz. 141/2. La produzione durò da giugno 1942 all'agosto 1943 totalizzando 700 Ausf. N, tutti su scafo di vecchi modelli: furono riutilizzati 447 Ausf. L, 213 Ausf. M e 3 Ausf. J, più ulteriori trentasette carri ritirati dal fronte e riequipaggiati secondo i nuovi standard. Questa diversità fece sì che gli Ausf. N potessero caricare cinquantasei [[Granata (arma)|granate]] se basati sulla versione L o sessantaquattro se derivati dalla M. Gli esemplari prodotti a partire dal marzo all'agosto 1943 furono dotati delle ''Seitenschürzen'' e della pasta antimagnetica ''[[Zimmerit]]'', ma a causa del peso elevato del KwK 37 non ebbero una corazzatura supplementare spaziata. Diversi esemplari realizzati nell'ultima parte del ciclo di fabbricazione ebbero la cupola dei Panzer IV Ausf. G, oppure venne modificata quella già installata mediante l'aggiunta di un portellone ad anta singola.<ref name=cdj68>{{cita|Chamberlain, Doyle, Jentz 1993|p. 68}}.</ref>
Il mezzo, noto anche come Sturmpanzer III, oltre a servire nei reggimenti Panzer, costituì speciali reparti di dieci unità per proteggere dalla fanteria i nove [[Panzer VI Tiger I]] che componevano gli [[schwere Panzerabteilung]], i battaglioni di carri pesanti preposti alla distruzione delle forze corazzate avversarie. Alla vigilia della battaglia di Kursk (luglio 1943) l'[[Heeresgruppe Mitte]] e l'[[Heeresgruppe Süd]] potevano dispiegare 155 Panzer III Ausf. N.<ref name=cdj68/>
Pare siano stati fatti studi e progetti per un'ipotetica Ausf. O, ma non vi sono prove dell'esistenza di una simile versione del Panzer III.<ref name="www.achtungpanzer.com"/>
=== Versioni modificate ===
==== Flammpanzer III (Sd. Kfz. 141/3) ====
Il tipo di lotta che si stava svolgendo [[Battaglia di Stalingrado|a Stalingrado]] nell'autunno 1942 indusse i progettisti tedeschi a ideare un carro lanciafiamme (''Flammpanzer'') basato sul Panzer III per snidare i difensori sovietici dagli edifici; la produzione di un simile mezzo iniziò solo nei mesi iniziali del 1943, quando il grande scontro era ormai perso. Ciononostante cento Panzer III Ausf. M (matricole 77609-77708), costruiti dalla MIAG di [[Braunschweig]], furono riarmati dalla [[Waggonfabrik Wegmann]] di Kassel con un [[lanciafiamme]] da 14 cm alimentato da due distinti serbatoi interni allo scafo che in totale contenevano {{formatnum:1020}} litri di carburante.<ref>{{cita|Jentz, Doyle, Sarson 1995|pp. 17-18}}.</ref> Il progetto del lanciafiamme era ripreso da quello utilizzato, dalla fine del maggio 1941, per trasformare i carri francesi di preda bellica [[Char B1|Char B1 bis]] in veicoli lanciafiamme e che usava come propellente [[azoto]] compresso.<ref>{{cita|Jentz, Doyle, Sarson 1995|p. 13}}.</ref> La lancia, lunga 1,50 metri, copriva un alzo che andava da -8º o -10° a +20º<ref name=jds17>{{cita|Jentz, Doyle, Sarson 1995|p. 17}}.</ref> e poteva sparare ottanta fiammate della durata di due o tre o secondi efficaci entro i 36 metri (la gittata massima di circa 55 metri, raggiungibile con una pressione dell'azoto dalle 15 alle 17 [[Atmosfera (unità di misura)|atmosfere]],<ref name=jds17/> provocava un'eccessiva dispersione). Il liquido infiammabile era pompato nella lancia a una velocità di 7,8 l/s da una pompa Koebe azionata da un motorino ausiliario a due tempi ZW 1101 della potenza di 28 [[Cavallo vapore#Cavallo vapore europeo (DIN)|CV]], prodotto dalla [[Auto Union]].<ref name=jds17/> L'accensione del liquido infiammabile avveniva attraverso [[Candeletta|candelette]].<ref name=jds17/>
La parte frontale dello scafo fu rinforzata da una piastra spessa 30 mm per garantirgli ulteriore resistenza in fase di avvicinamento al bersaglio. Il Flammpanzer III era operato da un equipaggio di soli tre uomini (il comandante si occupava dell'azionamento del lanciafiamme e dell'MG 34 in torretta, mentre l'altra mitragliatrice veniva azionata dal marconista come consueto) e pesava 23,8 tonnellate.<ref name=jds17/>
[[File:Bundesarchiv Bild 101I-732-0114-16, Russland - Mitte, Flammenwerfer-Panzer.jpg|thumb|left|Un Panzer III della [[Panzergrenadier-Division Großdeutschland]] dotato di [[lanciafiamme]] impiega il suo armamento in Unione Sovietica. A sinistra del numero identificativo "411" sono ben visibili gli apparati lanciafumogeni, conservati durante il riarmo del carro.]]
I piani produttivi prevedevano il completamento di venti Panzer III lanciafiamme nel gennaio 1943, quarantacinque in febbraio e trentacinque a marzo. A causa di alcuni ritardi tuttavia i primi esemplari arrivarono a febbraio, mese in cui ne furono prodotti sessantacinque, seguiti da altri trentaquattro in marzo e dall'ultimo esemplare in aprile. Solo più tardi venne ufficializzata la denominazione di Panzerkampfwagen III (F1), numero Sd. Kfz. 141/3.<ref name=jds18>{{cita|Jentz, Doyle, Sarson 1995|p. 18}}.</ref> Tra il marzo e il dicembre del 1943 i nuovi mezzi lanciafiamme operarono in Unione Sovietica nei ranghi della [[6. Panzer-Division]] e della Großdeutschland, in aprile arrivarono anche alla [[11. Panzer-Division]] e in ottobre alle [[1. Panzer-Division (Wehrmacht)|1.]], [[14. Panzer-Division|14.]] e [[24. Panzer-Division|24. Panzer-division]]; in [[Italia]] vennero consegnati in aprile alla [[16. Panzer-Division]] e in luglio alla [[26. Panzer-Division]]. Un esemplare servì anche nella scuola di [[Zossen|Wünsdorf]].<ref name=jds18/> I Flammpanzer già in servizio con l'esercito tedesco erano stati organizzati in battaglioni indipendenti sottoposti direttamente agli alti comandi, ma per i Panzerkampfwagen III (F1) si procedette a inserirli, in numero di sette unità, come normale plotone all'interno della compagnia comando dei battaglioni corazzati. Detti plotoni erano chiamati ''Panzer-Flamm-Zug'' ("plotone corazzato lanciafiamme").<ref name=jds18/>
Nel luglio del 1943 quarantuno esemplari presero parte alla [[battaglia di Kursk]], ma i risultati insoddisfacenti ne fecero riconvertire trentacinque danneggiati in StuG o altri mezzi.<ref name="www.achtungpanzer.com"/> Alla fine del gennaio 1944 il comando della 14. Panzer-Division inviò al generale Guderian una relazione sull'impiego dei propri Flammpanzer III nella zona meridionale del fronte orientale in cui era dislocata: il 36. Panzerregiment lamentava di averli potuti impiegare proficuamente in azione solo due volte, a causa delle elevate perdite dovute al terreno aperto che non offriva coperture e all'alto numero di [[Fucile anticarro|fucili anticarro]] in possesso dei soldati sovietici; il fatto di doversi avvicinare molto alle posizioni nemiche prima di poter azionare il lanciafiamme aveva inoltre obbligato i reparti ad aggiungere le ''Schürzen'' per aumentare le possibilità di sopravvivenza del carro. Per questi motivi la 14. Panzer-Division assegnò i Flammpanzer III alla sorveglianza delle città, affiancati da normali carri armati dotati di cannone. A questo rapporto il comando del [[XXXXVII Panzerkorps (Wehrmacht)|XXXXVII Panzerkorps]] ("XXXXVII Corpo corazzato, di cui la 14. Panzer-Division era parte) aggiunse di suo la conclusione che in definitiva i Panzer-Flamm-Zug non potevano essere impiegati col resto del reggimento corazzato.<ref>{{cita|Jentz, Doyle, Sarson 1995|pp. 23-24}}.</ref> L'unico caso noto di un reggimento in cui il Panzer-Flamm-Zug venne elevato a livello di compagnia è quello del 26. Panzerregiment della 26. Panzer-Division, grazie all'aggiunta di semoventi d'artiglieria e di cannoni d'assalto requisiti agli italiani dopo l'8 settembre 1943.<ref>{{cita|Jentz, Doyle, Sarson 1995|p. 19}}.</ref> Un raro rapporto operativo di quest'unità riporta che la 1. Flamm-Kompanie entrò per la prima volta in azione il 27 novembre a [[Mozzagrogna]], in [[Abruzzo]], per togliere la città agli Alleati che l'avevano occupata da poco. Per l'occasione la compagnia contava cinque Flammpanzer III ed era stata rinforzata da carri convenzionali provenienti dalla 7. Panzer-Kompanie; attaccò la cittadina abruzzese alle 06:00 con il supporto di un reparto di fanteria da ricognizione, completando l'operazione in un'ora e mezza. Dopo aver lasciato la fanteria a Mozzagrogna la 1. Flamm-Kompanie si ritirò, ma nel tragitto di ritorno venne attaccata da aerei alleati che colpirono, tra gli altri, anche quattro Flammpanzer III, poi trainati lontano dalla prima linea.<ref>{{cita|Jentz, Doyle, Sarson 1995|pp. 20-22}}.</ref> Della 2. Flamm-Kompanie del 26. Panzerregiment si sa invece che il 16 dicembre entrò in linea tra [[Ortona]] e [[Orsogna]] con cinque Flammpanzer III e due cannoni d'assalto. I carri armati fornirono l'appoggio ai [[Fallschirmjäger|paracadutisti tedeschi]] contro i nidi di mitragliatrici e un Flammpanzer III riuscì anche a distruggere un carro armato alleato mentre due Flammpanzer vennero danneggiati e dovettero essere portati via per la riparazione.<ref>{{cita|Jentz, Doyle, Sarson 1995|pp. 22-23}}.</ref> Al 1º giugno 1944 risultavano operativi solo sei Flammpanzer III della 26. Panzer-Division, di cui quattro vennero poi trasformati in StuG III. In seguito a un ordine di Hitler del 27 novembre 1944 in cui si chiedeva di rendere operativi almeno venti o trenta Flammpanzer, vennero convertiti a tale scopo dieci Panzer III, inquadrati nella nuova Panzer-Flamm-Kompanie 351. Il 6 gennaio 1945, Guderian chiese al comando dell'[[Heeresgruppe Süd]] di aggregare la Panzer-Flamm-Kompanie 351 a un reggimento o battaglione corazzato e di tenerla pronta a partire per combattere a [[Budapest]]. Il 10 aprile seguente la Panzer-Flamm-Kompanie 351, ancora con l'Heeresgruppe Süd, contava quattro Flammpanzer III operativi e un altro in attesa di essere riparato.<ref>{{cita|Jentz, Doyle, Sarson 1995|p. 24}}.</ref>
==== Tauchpanzer ====
[[File:Bundesarchiv Bild 101II-MW-5674-33, Kanalküste, Verladen von Tauchpanzer III.jpg|thumb|Un esemplare di Panzer III Tauchpanzer durante il collaudo sulle coste francesi della Manica nell'estate del 1940]]
Il ''Tauchpanzer'' ("carro sommergibile") fu progettato in previsione dell'[[operazione Leone marino]], lo sbarco in [[Inghilterra]] che nell'estate 1940 sembrava possibile. Diversamente da quel che faranno gli Alleati, i tedeschi predisposero un carro capace di percorrere 4 chilometri alla profondità di 5-8 metri e alla velocità di 4–6 km/h.<ref>{{Cita|Miglia 1974|p. 38 vol. 1}}.</ref> I ''Sonder-Panzerabteilung'' ("reparti corazzati speciali") dovevano essere forniti di Panzer II, III e IV immergibili (''tauchfähig'' in tedesco); a tale fine furono prodotti kit di trasformazione per i tre tipi di carro sotto la supervisione dell'Ufficio armamenti.<ref>{{Cita|Miglia 1974|p. 39 vol. 1}}.</ref> Per rendere possibile la marcia subacquea lo spazio tra la torretta e lo scafo fu sigillato attraverso un anello gonfiabile in gomma; la cupola del comandante, la feritoia della mitragliatrice e gli spazi necessari al brandeggio del cannone furono sigillati con guarnizioni di gomma e chiusure ermetiche dello stesso materiale furono applicate alle prese d'aria del motore; gli scarichi furono dotati di [[Valvola di ritegno|valvole di non ritorno]]. In caso di infiltrazioni d'acqua era comunque disponibile una pompa. L'aria necessaria all'equipaggio e all'apparato motore era fornita da un tubo flessibile lungo 18 metri, assicurato a una [[Boa (nautica)|boa]] in superficie sormontata da un tubo alto 1,50 metri. Il motore del Tauchpanzer poteva funzionare sott'acqua fino a venti minuti.<ref name=forty88>{{cita|Forty 1995|p. 88}}.</ref> La Daimler-Benz modificò non più di ottanta esemplari tra Ausf. F e G,<ref>{{Cita|Miglia 1974|p. 40 con nota 1 vol. 1}}.</ref> anche se per un'altra fonte i Panzer III convertiti provenivano anche dagli Ausf. H.<ref name=forty88/>
Fu pianificato di caricarli su appositi pontoni che li avrebbero calati in acqua a circa 2 chilometri dall'obiettivo, lasciando che arrivassero alle spiagge muovendosi sul fondale; sarebbero stati diretti via radio da un osservatore, le cui comunicazioni sarebbero state ricevute attraverso un'antenna a stilo ausiliaria installata sulla boa. Non era stato tuttavia previsto un sistema di allagamento nel caso in cui il carro si fosse bloccato per un guasto mentre si trovava in immersione, quindi la [[pressione idrostatica]] avrebbe impedito di aprire i portelli e condannato gli uomini all'interno: questa deficienza rese il mezzo estremamente impopolare fra gli equipaggi, che pure erano costituiti da volontari scelti.<ref>{{Cita|Miglia 1974|p. 41 vol. 1}}.</ref> Quattro sezioni di questi speciali carri, formate con volontari provenienti dai reggimenti corazzati convenzionali, si addestrarono nell'isola di [[Sylt]] a partire dal luglio 1940, ma quando divenne chiaro che l'invasione non sarebbe mai avvenuta quasi tutti i Tauchpanzer furono dotati a [[Milovice (Boemia centrale)|Milowitz]] (Cecoslovacchia) di uno [[snorkel]] lungo 3,5 metri per il guado di fiumi;<ref>{{cita|Chamberlain, Doyle, Jentz 1993|p. 70}}.</ref> alcuni andarono alla 2ª compagnia del 35. Panzerregiment ([[4. Panzer-Division]]) e la maggior parte fu assegnata al 18. Panzerregiment ([[18. Panzer-Division]]), che li utilizzò all'inizio dell'operazione Barbarossa per l'attraversamento del fiume [[Bug Occidentale|Bug]], dopo di che furono usati come normali carri armati.<ref name="www.historyofwar.org"/><ref name="Miglia 1974-43"/>
==== Bergepanzer ====
Fin dal 1939 alcuni Panzer III erano stati convertiti in carri soccorso (''Bergepanzer''), una pratica che continuò durante il conflitto adoperando gli scafi di carri radiati dalla prima linea; in totale le conversioni furono 271.<ref name="Miglia 1974-52"/> Il mezzo, privo della torretta e della parte anteriore della sovrastruttura, al cui posto si trovava ora una struttura in legno a forma di scatola, era abilitato al traino di mezzi pesanti meno di 25 tonnellate ma la [[gru derrick]] di scarsa potenza di cui era dotato gli permetteva di compiere limitate operazioni di manutenzione.<ref name="Miglia 1974-52"/> Nel febbraio 1945 erano efficienti ancora 130 Bergepanzer III.<ref>{{cita|Chamberlain, Doyle, Jentz 1993|p. 76}}.</ref>
==== Fahrschulwanne ====
Alcuni Ausf. F furono trasformati in carri-scuola (''Fahrschulwanne'') sostituendo la torretta con una struttura vetrata che permetteva di tenere lezioni collettive di scuola guida.<ref name="Miglia 1974-52"/>
==== Minenräumpanzer ====
Con componenti dell'Ausf. F furono costruiti alcuni esemplari di un carro spazzamine (''Minenräumpanzer''): il veicolo presentava un treno di rotolamento rinforzato e un notevole aumento sia delle corazzature inferiori dello scafo, sia di quelle laterali. La torretta era invece stata rimossa e sul lato anteriore del carro era stato fissato un congegno spazzamine a rulli.<ref>{{Cita|Miglia 1974|pp. 52-53 vol. 2}}.</ref>
==== Transportpanzerkampfwagen ====
Intervenendo su Panzer III dei primi modelli, tra il 1943 e 1944<ref name="www.achtungpanzer.com"/> furono prodotti tre tipi di carri armati da trasporto (''Transportpanzerkampfwagen'') eliminando la torretta e montando sopra lo scafo una sovrastruttura in legno. Essi erano lo Schlepper III (traino artiglierie), il Munitionspanzer III (trasporto munizioni) e il Pionierpanzerwagen III (utilizzato dal genio militare): differivano fra loro solo per la sistemazione interna della camera di combattimento e della struttura per il trasporto.<ref name="Miglia 1974-53">{{Cita|Miglia 1974|p. 53 vol. 2}}.</ref> Lo Schlepper III era attrezzato con un cassone in legno sovrapposto allo scafo di 2250 x 1950 mm fornito di angolari.<ref name="Miglia 1974-53"/> Il Munitionspanzer III presentava il vano di combattimento attrezzato per sistemare munizioni sul piano di carico ed era usato principalmente per trasportare proiettili da 88 mm in supporto ai battaglioni pesanti equipaggiati con i [[Panzer VI Tiger I]].<ref name="Miglia 1974-54"/> Il Pionierpanzerwagen III era attrezzato per trasportare rampe e altri materiali per la costruzione di ponti fino alla classe 60<ref>In riferimento al sistema di suddivisione dei ponti (e dei veicoli) a uso militare in classi in base al massimo peso dei veicoli ammessi al transito espresso in tonnellate, che però tiene conto anche di altri fattori, che per i ponti comprendono i necessari coefficienti di sicurezza, la distanza fra due veicoli successivi, gli urti e gli effetti dinamici provocati dal transito; mentre per i veicoli si fa riferimento, oltre al peso, anche alla distanza fra gli assi, al carico su ogni asse, alla spaziatura e alla superficie dell'area di contatto col suolo. Quando la classe del veicolo è minore o uguale a quella del ponte, il veicolo stesso è ammesso al transito. Cfr. {{cita web|url= http://www.thinkdefence.co.uk/2011/12/uk-military-bridging-load-classification/|titolo= UK Military Bridging – Load Classification|lingua= en|accesso= 12 agosto 2013}} e {{cita web|url= http://www.globalsecurity.org/military/library/policy/army/fm/5-170/appb.htm|titolo= Bridge Classification|lingua= en|accesso= 12 agosto 2013}}</ref>, ma non disponeva di attrezzature specifiche per la loro messa in opera.<ref name="Miglia 1974-54"/>
In totale furono convertiti circa 150 carri di tutti e tre i tipi,<ref name="Miglia 1974-54"/> il cui utilizzo fu limitato al solo [[Fronte orientale (1941-1945)|fronte orientale]].<ref name="Miglia 1974-53"/>
Fu inoltre fabbricato, in un numero molto limitato di esemplari, lo ''Schützenpanzerwagen'' ("veicolo corazzato per fanteria"), impiegato nel 1943 unicamente sul fronte orientale forse per collaudi e sperimentazioni sul campo.<ref name="Miglia 1974-55">{{Cita|Miglia 1974|p. 55 vol. 2}}.</ref> Il mezzo, privo della torretta, poteva portare in battaglia una squadra di [[Panzergrenadier]] e rappresenta l'unico esempio di Panzer adattato al trasporto tattico della fanteria nel corso della seconda guerra mondiale.<ref name="Miglia 1974-55"/>
==== Eisenbahnwagen ====
Una variante particolare del Panzer III fu lo ''Schienen-Kettenfahrzeug SK 1'' ("veicolo su rotaia e cingoli SK 1"), costruito in due o tre unità nel tardo 1942 dalla [[Adolph Saurer|Saurer]] di [[Vienna]] utilizzando gli scafi degli Ausf. N: gli furono aggiunte ruote ferroviarie, modificando il carrello e utilizzando i cingoli per il movimento delle ruote;<ref>{{Cita|Miglia 1974|pp. 55-56 vol. 2}}.</ref> la velocità su rotaie poteva raggiungere i 100 km/h. La prima dimostrazione del prototipo avvenne il 20 ottobre 1943.<ref>{{cita|Chamberlain, Doyle, Jentz 1993|p. 78}}.</ref>
=== Varianti ===
==== StuG III e StuIG 33B ====
{{vedi anche|Sturmgeschütz III|Sturminfanteriegeschütz 33B}}
Il Panzer III di tutte le serie fu la base per la creazione di diversi nuovi mezzi, il più famoso dei quali fu lo Sturmgeschütz III (Sd.Kfz. 142): un cannone d'assalto semovente inizialmente pensato come supporto per la fanteria, poi evolutosi in un veicolo di contrasto dei carri armati grazie all'installazione di un 7,5 cm StuK 40 da 48 calibri (L/48); fu prodotto in circa {{formatnum:10000}} unità. Sugli scafi di ventiquattro Panzer III di vari modelli fu invece montato un obice [[15 cm sIG 33|sIG 33]] da 150 mm nel tentativo di costruire un mezzo per appoggiare direttamente le fanterie durante i combattimenti urbani: il nuovo veicolo, denominato StuIG 33B, non ottenne molti consensi e il progetto venne bloccato.<ref name="www.historyofwar.org"/>
==== Panzerbeobachtungswagen (Sd.Kfz. 143) ====
[[File:PzBeobWg III.jpg|thumb|Un carro d'osservazione per l'artiglieria in Unione Sovietica: la torretta è protetta dalle ''Schürzen'']]
Altra variante fu il ''Panzerbeobachtungswagen'' (PzBeobWg III - "veicolo corazzato da osservazione") con numero Sd.Kfz. 143, destinato alla direzione del tiro dell'[[artiglieria]] motorizzata che ebbe un certo sviluppo a partire dal 1943. Per fabbricarlo vennero riutilizzati scafi degli Ausf. E, F, G e H perché non erano richieste caratteristiche tecniche particolarmente avanzate.<ref>{{Cita|Miglia 1974|p. 75 vol. 1}}.</ref> I veicoli vennero privati del cannone originale e del meccanismo di brandeggio della torretta; una finto cannone fu sistemato, in posizione decentrata a destra, in sostituzione dell'MG 34 coassiale e una MG 34 da 7,92 mm, per la difesa ravvicinata, fu montata su un supporto a sfera al centro della torretta, dove prima trovavano posto il cannone e il mantelletto esterno.<ref>{{cita|Perrett 1999|pp. 11-12}}.</ref> La parte anteriore e posteriore dello scafo venne rinforzata con una piastra aggiuntiva da 30 mm.<ref name=cdj75>{{cita|Chamberlain, Doyle, Jentz 1993|p. 75}}.</ref> All'interno era stata invece fissata una tavola per carteggiare e contenere le apparecchiature di osservazione. Per la comunicazioni erano disponibili una radio trasmittente FuG 8 e una ricevente FuG 4, coadiuvate da un apparato portatile Tronisfunkgerät G utilizzabile da un osservatore fuori dal carro.<ref>{{Cita|Miglia 1974|p. 76 vol. 1}}.</ref> L'equipaggio era formato da cinque uomini: capocarro/osservatore, aiuto osservatore, pilota, marconista e aiuto marconista.<ref name="Miglia 1974-77">{{Cita|Miglia 1974|p. 77 vol. 1}}.</ref> Il Panzerbeobachtungswagen fu prodotto in circa 100/262 unità<ref name="Miglia 1974-77"/><ref>{{Cita|Spielberger, Wiener 1968|p. 28}}.</ref> e rimase in servizio dagli inizi del 1943 fino alla fine della guerra, operando nelle unità dotate di semoventi [[Hummel (semovente)|Hummel]] e [[Wespe]]. L'organico teorico di ogni batteria di Hummel e Wespe prevedeva due PzBeobWg III.<ref name=cdj75/>
==== Panzerbefehlswagen (Sd.Kfz. 266, 267, 268) ====
Resisi conto che il [[carro comando]] (''Panzerbefehlswagen'') ricavato dal Panzer I era inadatto al compito che gli era stato assegnato, i tedeschi riutilizzarono gli scafi di vari modelli del Panzer III e svilupparono diversi tipi di mezzi, tutti costruiti dalla Daimler-Benz.<ref name="www.historyofwar.org"/> Il numero Sd.Kfz. loro assegnato ne indicava la strumentazione e il ruolo tattico:<ref name="Miglia 1974-68">{{Cita|Miglia 1974|p. 68 vol. 1}}.</ref>
* Sd.Kfz. 266: apparato radio Funkgerät 6 per le comunicazioni a lunga distanza, usato per collegare il comando di battaglione con il comando di reggimento; per le comunicazioni a breve distanza adoperava una Funkgerät 2 con due antenne a filo, utilizzata per mettere in contatto il comando battaglione con quelli delle [[Compagnia (unità militare)|compagnie]] dipendenti;
* Sd.Kfz. 267: radio FuG 6 e FuG 8 (o Fug 12) con una portata di 50 chilometri, facevano sì che i comandi di reggimento potessero comunicare con quelli di divisione;
* Sd.Kfz. 268: radio FuG 6 e FuG 7 con una portata di 50 chilometri e destinato specificamente all'aerocooperazione.
[[File:Bundesarchiv Bild 101I-185-0137-14A, Jugoslawien, Panzer III in Fahrt.jpg|thumb|left|Un carro comando delle versioni più aggiornate E o H in [[Jugoslavia]] nel 1941]]
La prima serie di carri comando era basata sullo scafo dell'Ausf. D e ricevette la nuova denominazione Panzerbefehlswagen III Ausf. D1. Rispetto al mezzo originario era stata rimossa ogni attrezzatura interna per far posto all'equipaggiamento radio supplementare, la torretta venne bloccata longitudinalmente allo scafo e dotata sia di una mitragliatrice che di un finto cannone da 37 mm. L'antenna radio FuG 6 fu sistemata sulla copertura del motore con la tipica strumentazione "a ringhiera" e le due antenne a stilo furono montate sui fianchi della sovrastruttura.<ref name="Miglia 1974-68"/> Il motore stesso era stato sostituito con il Maybach HL 120TR che sarebbe stato usato sull'Ausf. E; l'equipaggio era di cinque uomini: capocarro, pilota, marconista, aiuto marconista, ufficiale di collegamento o osservatore.<ref name="Miglia 1974-69">{{Cita|Miglia 1974|p. 69 vol. 1}}.</ref> Vennero prodotti in trentotto unità dal giugno 1938 al marzo 1939, numero insufficiente a soddisfare la necessità teorica di un mezzo in ogni centro di comando a livello di distaccamento, reggimento e brigata corazzata.<ref>{{cita|Chamberlain, Doyle, Jentz 1993|p. 71}}.</ref> Operarono comunque in Francia e forse anche in Polonia,<ref name="Miglia 1974-69"/> ma vennero ritirati agli inizi del 1941 per problemi con le sospensioni<ref name="www.historyofwar.org"/>.
Successivamente venne concepito l'Ausf. E che, basato sull'omonima versione<ref name="Chamberlain, Doyle p. 72">{{cita|Chamberlain, Doyle, Jentz 1993|p. 72}}.</ref>, o su quella F,<ref name="Miglia 1974-69"/> e modificato allo stesso modo dell'Ausf. D1, fu costruito tra il luglio 1939 e il febbraio 1940 in quarantacinque esemplari. Entrati in servizio nel 1940, trovarono impiego fino alla fine della guerra.<ref name="www.historyofwar.org"/> Pochi mesi dopo venne introdotto l'Ausf. H, derivato dall'omonima versione: l'unica differenza con i precedenti mezzi risiedeva nel simulacro del cannone, che richiamava il KwK 38 da 50 mm. La fabbricazione avvenne in due lotti distinti: il primo tra l'estate 1940 e il settembre 1941 (145 esemplari),<ref>{{Cita|Miglia 1974|p. 71}}.</ref> il secondo tra dicembre e gennaio 1942 (trenta esemplari).<ref name="www.historyofwar.org"/> Grazie all'aumento della produzione fu possibile inviare a ogni comando di distaccamento e reggimento due carri comando e i distaccamenti corazzati addetti alle comunicazioni (''Panzernachrichten-Abteilung'') vennero riorganizzati su sette Sd.Kfz. 267 e Sd.Kfz. 268. Per l'operazione Barbarossa l'esercito tedesco poteva avvalersi di 120 carri comando tra Ausf. E e H, mentre i veicoli del secondo lotto dell'Ausf. H rinforzarono principalmente i ranghi della [[25. Panzer-Division]], della SS-Division "Das Reich" e della Großdeutschland.<ref name="Chamberlain, Doyle p. 72"/> Alcuni di questi carri furono trasformati in Tauchpanzer per l'invasione dell'Inghilterra, ma poiché l'operazione venne rimandata indefinitamente furono assegnati al 18. Panzerregiment che li impiegò sul fronte orientale<ref name="Miglia 1974-72">{{Cita|Miglia 1974|p. 72 vol. 1}}.</ref>.
[[File:Digital Museum MG 34 Right.jpg|thumb|Il Panzer III aveva in dotazione per la difesa ravvicinata le mitragliatrici [[MG 34]] calibro [[7,92 × 57 mm Mauser|7,92 mm]], installate in un numero variabile a seconda delle versioni e delle varianti del carro]]
Le perdite sofferte tra il 1939 e il 1941 furono molto elevate in confronto al numero di esemplari usati, quindi il programma Panzerbefehlswagen subì una modifica sostanziale: fu richiesto un carro comando in grado di operare alla bisogna come mezzo da combattimento<ref name="Miglia 1974-72"/>. Il PzBefWg III Ausf. J fu il primo modello ad aderire alle nuove esigenze: ottenuto dall'omonima versione armata del KwK 38 senza però la mitragliatrice nello scafo,<ref name=cdj73>{{cita|Chamberlain, Doyle, Jentz 1993|p. 73}}.</ref> montava le apparecchiature radio supplementari al posto di alcune riservette di munizioni. L'apparecchiatura radio installata su tutti i carri fu la FuG 5 per i contatti a breve distanza, la stessa in dotazione ai carri del comando di battaglione (Sd.Kfz. 266). La più potente FuG 12, superiore anche alla FuG 8, era impiegata per i mezzi del comando reggimento (Sd.Kfz. 267) grazie alla portata di 80 chilometri, mentre la FuG 7 era l'equipaggiamento standard dei carri preposti all'aerocooperazione (Sd.Kfz. 268)<ref>{{Cita|Miglia 1974|pp. 73-74 vol. 1}}.</ref>. Tra agosto e novembre 1942 vennero fabbricati ottantuno esemplari, poi nel gennaio 1943 l'Ufficio armamenti dispose che non si producesse più nessun nuovo Panzerbefehlswagen, cosicché da marzo fino a settembre riprese la pratica di riconvertire i mezzi danneggiati, cosa che coinvolse 104 Ausf. J di entrambe le serie: ciò spiega perché i carri comando Ausf. J potevano avere l'uno o l'altro cannone da 50 mm. Il PzBefWg III Ausf. J andò a equipaggiare numerosi distaccamenti corazzati addetti alle comunicazioni, inclusi quelli delle nuove [[1. SS-Panzer-Division "Leibstandarte SS Adolf Hitler"]], [[2. SS-Panzer-Division "Das Reich"]], [[3. SS-Panzerdivision "Totenkopf"]] e [[5. SS-Panzer-Division "Wiking"]].<ref name=cdj73/> L'ultimo carro comando fu l'Ausf. K, derivato dal modello M e costruito in cinquanta esemplari tra dicembre 1942 e febbraio 1943, sebbene la Daimler avesse dovuto posporne e limitarne la produzione in favore degli Ausf. H e J. Dotato di numerosi visori aggiuntivi, con un mantelletto più piccolo e privo della mitragliatrice coassiale, mantenne il cannone KwK 39 L/60 e restò in servizio fino alla metà del 1944.<ref>{{cita|Chamberlain, Doyle, Jentz 1993|p. 74}}.</ref>
È infine documentato anche un carro centro radio ricavato da un Ausf. N<ref>{{Cita|Miglia 1974|pp. 74-75 vol. 1}}.</ref>.
==== Panzer III/IV ====
Il progetto del [[Panzer III/IV]] nacque dalla considerazione che Panzer III e Panzer IV presentavano forti analogie costruttive, per cui nel settembre 1941 le autorità militari naziste incominciarono a valutare la possibilità di mettere in produzione un carro che partendo da una base comune potesse essere adattato ai diversi ruoli con minimi cambiamenti. Ci si aspettava in tal modo di realizzare notevoli economie nella produzione, nella manutenzione e nell'addestramento degli equipaggi. I mezzi derivati, il carro Panzer III nA (''neuer Art'') e il cacciacarri Panzerkampfwagen IV nA, dovevano differire solo per l'armamento principale e dovevano essere dotati di una corazza da 50 mm e una torretta ad azionamento idraulico. Furono costruiti alcuni prototipi utilizzando la torretta del Panzer III e un cannone da 50 mm. Il progetto venne abbandonato poiché non era stato impostato secondo i requisiti per la corazzatura e l'armamento, considerati ormai indispensabili sulla base dell'esperienza maturata sul fronte orientale.<ref>{{Cita|Spielberger, Wiener 1968|p. 40}}.</ref>
== Altri utilizzatori ==
{{BGR 1908-1946}} - [[Suhopătni vojski na Bălgarija]]
* Ricevette dieci Ausf. N messi in forza alla [[Bronirana brigada]].
{{Bandiera|CSK}} [[Repubblica Socialista Cecoslovacca|Cecoslovacchia]] - [[Československá lidová armáda]]
* Nel dopoguerra adoperò una piccola aliquota di Panzer III, tra i quali quattro mezzi lanciafiamme ricostruiti.
{{HRV 1941-1945}} - [[Hrvatsko domobranstvo]]
* Comprò alcuni Ausf. L e Ausf. N.
{{ITA 1861-1946}} - [[Regio Esercito]]
* Ricevette dalla Germania nel 1943 una dozzina di Ausf. N (oltre ad altrettanti [[Sturmgeschütz III|StuG III]] Ausf. G) per equipaggiare la [[1ª Divisione corazzata "M"]]; i mezzi non entrarono mai in azione con le forze italiane e dopo l'[[armistizio di Cassibile]] tornarono alle unità tedesche.
[[File:NORWEGIAN PZKPFW III.JPG|thumb|Due Panzer III norvegesi, ridenominati localmente Stridsvogn KM-III]]
{{NOR}} - [[Hæren (Norvegia)|Hæren]]
* Nel dopoguerra fece uso di circa trentadue esemplari ex-tedeschi (''Stridsvogn KM-III'' nella nomenclatura norvegese) assieme ad alcuni Sturmgeschütz III; la maggior parte dei mezzi fu radiata dal servizio attivo a partire dal 1951.<ref>{{cita web|url= http://www.achtungpanzer.com/norwegian-panzers.htm|titolo= Norwegian Panzers|accesso= 16 maggio 2013|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20130520071415/http://www.achtungpanzer.com/norwegian-panzers.htm|urlmorto= sì}}</ref>
{{Bandiera|ROU}} [[Regno di Romania|Romania]] - [[Forțele Terestre Române]]
* Ricevette undici Ausf. N dati in forza alla [[Divizia 1 Blindată]].
{{SVK 1939-1945}} - [[Pozemné sily Slovenskej republiky]]
* I tedeschi le cedettero sette Ausf. N.
{{TUR}} - [[Türk Kara Kuvvetleri]]
* Ordinò un lotto di cinquantasei veicoli ma la guerra in corso impedì la transazione, anche se forse tra le venti e le ventidue unità furono consegnate.
[[File:Flag of Hungary 1940.svg|20px|border]] [[Regno d'Ungheria (1920-1946)|Ungheria]] - [[Magyar királyi honvédség (1922-1945)|Magyar királyi honvédség]]
* Fu il primo tra gli Stati alleati o ideologicamente vicini al Terzo Reich a ricevere i Panzer III, in numero di dieci, dati in forza alla [[1. magyar páncéloshadosztály]] schierata sul fronte orientale.<ref name="www.achtungpanzer.com"/>
{{Bandiera|URS}} [[Unione Sovietica]] - [[Armata Rossa]]
* Due Panzer III furono venduti ai sovietici nel 1940, durante il periodo di alleanza tra URSS e Germania (a seguito del [[patto Molotov-Ribbentrop]]), e furono impiegati dai sovietici per test comparativi con i primi esemplari di [[T-34]]: le prove rivelarono che il Panzer III aveva una velocità superiore, era più silenzioso, aveva un abitacolo più ampio e comodo e una manutenzione più semplice; di contro il T-34 poteva vantare un armamento migliore e la maggiore protezione offerta dalla corazza frontale inclinata. Dopo l'attacco tedesco contro l'Unione Sovietica le elevate perdite in carri armati portarono l'Armata Rossa a utilizzare alcuni Panzer III catturati sotto il nome di T-3: nel luglio 1945 vi erano ancora trentuno unità in servizio e sessantasette in riparazione.<ref>{{Cita libro|lingua=ru|nome=Michail N.|cognome=Svirin|titolo=Bronevoj ščit Stalina: istorija sovetskogo tanka, 1937-1943|pp=71, 179|ISBN=5-699-16243-7}}</ref><ref>{{cita web|url= http://armor.kiev.ua/Battle/WWII/fromfire.php|titolo= Взятые из-под огня|lingua= ru|accesso= 28 giugno 2017}}</ref> Dopo la [[battaglia di Stalingrado]] l'Armata Rossa si impadronì di un gran numero di Panzer III che, non potendo più essere utilizzati come veicoli da combattimento per la corazzatura e l'armamento ormai inadeguati, furono rimessi in servizio come [[cacciacarri]] leggeri sotto il nominativo di SU-76i, rimuovendo la torretta e sostituendola con una casamatta corazzata di 60 mm di spessore armata con il [[76,2 mm M1936|cannone anticarro sovietico da 76,2 mm]]. In tal modo furono realizzati, presso l'impianto numero 37 di Mosca, circa 201 SU-76i partendo dagli scafi di Panzer III, IV e StuG III, che presero parte alle battaglie contro le forze dell'Asse. L'unico SU-76i sopravvissuto è oggi usato come monumento a [[Sarny]], in Ucraina.<ref>{{cita web|url= http://www.achtungpanzer.com/sturmgeschutz-iii-sturmgeschutz-iv.htm#su|titolo= Sturmgeschutz III/IV|lingua= en|accesso= 17 maggio 2013|urlmorto= sì|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20130518044615/http://www.achtungpanzer.com/sturmgeschutz-iii-sturmgeschutz-iv.htm#su}}</ref>
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
* {{
* {{cita libro|autore= Peter Chamberlain|autore2=Hilary Doyle|autore3=Thomas L. Jentz|titolo=Encyclopedia of German Tanks of World War Two - Revised edition|editore= Arms & Armour Press|città= Londra|lingua= inglese|anno= 1993|cid= Chamberlain, Doyle, Jentz 1993|isbn= 1-85409-214-6}}
* {{cita libro|autore= George Forty|titolo= World War Two Tanks|url= https://archive.org/details/worldwartwotanks0000fort|editore= Osprey|anno= 1995|lingua= inglese|cid= Forty 1995|isbn= 978-1-85532-532-6}}
* {{cita libro|autore= Philip Greenwood|titolo= Achtung Panzer, No.2, Panzerkampfwagen III|editore= Dai Nippon Kaiga|anno= 1991|lingua= inglese, giapponese|cid= Greenwood 1991|isbn= 4-499-20578-6}}
* {{cita libro|autore= Heinz Guderian|wkautore= Heinz Guderian|titolo= Panzer General - Memorie di un soldato|anno= 2008|editore= Milano|cid= Guderian 2008|isbn= 88-89660-06-6}}
* {{cita libro|autore= Thomas L. Jentz|autore2=Hilary Doyle|autore3=Peter Sarson|titolo= Flammpanzer - German Flamethrowers 1941-1945|lingua= inglese|anno= 1995|editore= Osprey Publishing|cid= Jentz, Doyle, Sarson 1995|isbn= 1-85532-547-0}}
* {{Cita libro|autore= Robert Michulec|titolo= Armor battles on the Eastern Front (1)|lingua= inglese|editore= Concord publications company|città= Hong Kong|anno= 1998|cid= Michulec 1998|isbn=no}}
* {{Cita libro|autore= Fulvio Miglia|titolo= Le armi del Terzo Reich, il Panzerkampfwagen III|editore= Bizzarri|città= Roma|anno= 1974|cid= Miglia 1974|isbn=no}}
* {{Cita libro|autore= Bryan Perrett|titolo= Panzerkampfwagen III. Medium Tank 1936-44|lingua= inglese|editore= Osprey publishing|città= Oxford|anno= 1999|cid= Perrett 1999|isbn= 0-85045-362-3}}
* {{cita libro|autore= Gordon L. Rottman|titolo= M3 Medium Tank vs Panzer III - Kasserine Pass 1943|lingua= inglese|editore= Osprey Publishing|anno= 2008|città= Oxford|cid= Rottman 2008|isbn= 978-1-84603-261-5}}
* {{Cita libro|autore= Frido Maria von Senger und Etterlin|titolo= Die deutschen Panzer 1926-1945|editore= Bernard & Graefe Verlag|anno= 1973|ISBN= 3-7637-0185-0|cid= Senger und Etterlin 1973}}
* {{Cita libro|cognome= Spielberger|nome= Walter Spielberger|coautore= Friedrich Wiener|titolo= Die deutschen Panzerkampfwagen III und IV mit ihren Abarten|editore= Lehmanns Verlag|città= Monaco|anno= 1968|p=40|isbn=no|cid= Spielberger, Wiener 1968}}
* {{cita libro|autore= Steven J. Zaloga|autore2=Jim Kinnear|autore3=Andrey Aksenov|autore4=Aleksandr Koshchavtsev |titolo= Soviet tanks in combat, 1941-1945 |lingua= inglese|editore= Concord Publications |anno= 1997|città= Hong Kong|cid= Zaloga, Kinnear, Aksenov, Koshchavtsev 1997|isbn= 962-361-615-5}}
=== Sitografia ===
*
*
== Voci correlate ==
* [[Type 97 Chi-Ha]]
* [[SOMUA S35]]
* [[
* [[40M Turán I]]
* [[Mk VI Crusader]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto|
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
*
*
*
* {{cita web|url=http://www.achtungpanzer.com/panzerkampfwagen-iii.htm|titolo=Panzer III su achtungpanzer.com|lingua=en|accesso=21 febbraio 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110807042341/http://www.achtungpanzer.com/panzerkampfwagen-iii.htm|urlmorto=sì}}
* {{cita web|url=http://ww2db.com/vehicle_spec.php?q=T242|titolo=Panzer III su WWII Database|lingua=en}}
{{Veicoli corazzati della Germania nazista durante la seconda guerra mondiale}}
Riga 272 ⟶ 371:
{{Carri armati nella IIGM}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale {{vetrina|20|settembre|2013|Wikipedia:Vetrina/Segnalazioni/Panzer III|guerra}}
[[Categoria:Veicoli militari tedeschi della seconda guerra mondiale]]
[[Categoria:Carri armati medi]]
|