Tony Bennett: differenze tra le versioni
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{{nota disambigua
{{Artista musicale
|nome = Tony Bennett
|tipo artista = cantante
|immagine = Tony Bennett 2002.jpg
|didascalia = Tony Bennett nel 2002
|nazione = USA
|genere =
|genere2 = Jazz
|genere3 = Swing
|genere4 = Easy listening
|genere5 = Big band
|anno inizio attività = 1949
|anno fine attività = 2021
|url = http://www.tonybennett.com
|
|etichetta = [[Columbia Records|Columbia]], [[MGM Records|MGM]], [[Verve Records|Verve]], [[Legacy Recordings|Legacy]]
|band attuale =
|band precedenti =
|
|
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{{Premio|Grammy||20 volte vincitore ai Grammy awards| }}
}}
{{Bio
|Nome =
|Cognome =
|Pseudonimo = Tony Bennett
|ForzaOrdinamento = Bennett, Tony
|Sesso = M
|LuogoNascita = New York
|GiornoMeseNascita = 3 agosto
|AnnoNascita = 1926
|LuogoMorte = New York
|GiornoMeseMorte = 21 luglio
|AnnoMorte = 2023
|NoteMorte = <ref>{{Cita web|url= https://variety.com/2023/music/news/tony-bennett-dead-dies-pop-vocalist-1235676390/|titolo= Tony Bennett, Master Pop Vocalist, Dies at 96|sito=Variety|lingua=en|accesso=21 luglio 2023}}</ref>
|Epoca = 1900
|Attività = cantante
|Nazionalità = statunitense
|PostNazionalità = , considerato
}}
Bennett vanta una carriera di oltre settanta anni ed è vincitore, tra gli altri, di 20 [[Grammy Award]]s (di cui uno alla carriera nel 2001) e di 2 [[Premio Emmy|Emmy Awards]]. Con oltre 100 album all'attivo, è stato nominato NEA Jazz Master ed è entrato a far parte del [[Kennedy Center Honors]].<ref>{{cita web|url=https://www.loc.gov/item/prn-17-172/tony-bennett-honored-in-star-studded-gershwin-prize-tribute/2017-11-15/|titolo=Tony Bennett Honored in Star-Studded Gershwin Prize Tribute|autore=Gayle Osterberg, Sheryl Cannady|editore=Library of Congress|data=15 novembre 2017|accesso=7 gennaio 2021}}</ref>
== Biografia ==
Anthony Benedetto
Nel
Ritornato negli
=== Professionista ===
Nel
Il suo primo successo commerciale
Ormai divenuta star di prima grandezza, Bennett soddisfò la moltitudine di fans accorsi a New York, al Paramount Theatre, con sette spettacoli al giorno, dalle 10:30 del mattino alle 3 di notte.
[[File:Irv Kupcinet and Tony Bennett circa 1950s.JPG|miniatura|Tony Bennett (a destra) negli [[anni '50]]]]
Dopo altri successi come ''[[Rags to Riches (singolo)|Rags to Riches]]'' e ''[[In the Middle of an Island]]'', a partire dal 1955 la sua carriera musicale subì una svolta, dovuta sia alla nascita del [[Rock]] sia alla sua passione per la musica [[jazz]].
Realizzò un ottimo album come ''The Beat of My Heart'' nel quale si avvalse della collaborazione di musicisti come [[Herbie Mann]] e [[Nat Adderley]]; la sonorità era profondamente cambiata rispetto ai lavori precedenti, basti pensare all'utilizzo delle percussioni nello stile di [[Art Blakey]]. Il progetto ottenne un buon consenso sia di critica sia di pubblico.
In seguito ebbe l'onore di lavorare con la ''[[Count Basie Orchestra]]'', con la quale pubblicò due album nel biennio 1958-1959. Riuscì nell'impresa, analogamente a [[Frank Sinatra]], di costruirsi la fama di cantante di qualità, dividendosi con disinvoltura tra la [[musica leggera]] e il [[jazz]].
Nel 1956 si esibì in televisione nel ''Tony Bennett Show'', in onda d'estate, facendo staffetta con il ''Perry Como Show''.
Nella prima metà degli [[Anni 1960|anni sessanta]] Bennett intensificò i concerti, tra i quali spicca quello alla [[Carnegie Hall]] del 1962. Nello stesso anno incise la canzone che probabilmente più di ogni altra lo rappresenta: ''[[I Left My Heart in San Francisco]]'', che gli valse ben due [[Grammy Award]]s. Nonostante i numerosi impegni, si occupò anche di temi sociali, schierandosi contro il regime dell'[[apartheid]] in [[Sudafrica]].
=== Gli anni settanta ed ottanta e la tossicodipendenza ===
Nel frattempo l'attività divenne ancora più frenetica: cantò con [[Lena Horne]] e [[Barbra Streisand]], si separò artisticamente dalla Columbia e approdò alla [[Metro-Goldwyn-Mayer|MGM]], dove inspiegabilmente non sembrava essere molto considerato. Nel 1975 e nel 1976, in collaborazione con il grande pianista [[jazz]] [[Bill Evans]], realizzò due album, il ''Tony Bennett/Bill Evans album'' e ''Together Again''. Alla fine degli [[Anni 1970|anni settanta]] si esibì solo a [[Las Vegas]], e incominciò ad avere problemi di [[Tossicodipendenza|dipendenza dalla droga]], culminati nel 1979, quando rischiò la vita per un'[[Sovradosaggio|overdose]] di [[cocaina]], dalla quale, però, si riprese anche grazie all'aiuto dei figli. Danny, il maggiore, per aiutare il padre decise di prendere il controllo delle sue spese, di allontanarlo da Las Vegas e di trasferirlo a New York. Danny organizzò per Bennett piccole apparizioni in spettacoli tv affinché anche il pubblico più giovane avesse la possibilità di ascoltare la sua musica. Nel dicembre 1979 Bennett apparve in perfetta forma come ospite d'onore alla cerimonia per i quarant'anni di carriera di [[Frank Sinatra]], esibendosi in alcune delle sue canzoni più celebri.
Durante gli [[Anni 1980|anni ottanta]] si tolse l'etichetta di cantante dei casinò. Si riunì con vecchi collaboratori e siglò un nuovo contratto con la [[Columbia Records]], pubblicando un nuovo album dopo più di dieci anni, ''[[The Art of Excellence]]'', nel 1986.
===
[[File:Tony Bennett National Italian American Gala.jpg|miniatura|Tony Bennett nel 2001]]
All'inizio degli [[Anni 1990|anni novanta]], gli eccessi della disco, della [[New wave (musica)|new wave]] e del [[punk rock]] favorirono un ritorno alle canzoni classiche americane e ai loro interpreti, tra i quali lo stesso Bennett. Il figlio Danny gli fece da [[manager]] e lo accompagnò come direttore d'orchestra nei numerosi show televisivi nei quali il padre apparve come guest-star, come il [[David Letterman Show]], il ''Late night with Conan O'Brien'', diversi spettacoli di [[MTV]] e un episodio del cartone animato ''[[I Simpson]]''. Nel 1990 uscì ''Astoria: Portrait of the Artist'', nel 1992 ''Perfectly Frank'', dove cantò i più grandi successi di [[Frank Sinatra|The Voice]] e nel 1993 omaggiò [[Fred Astaire]] con ''Steppin' Out'', che gli valse l'ennesimo Grammy.
Intanto si avvicinò a nuovi stili e duettò con numerosi cantanti e gruppi, come i [[Red Hot Chili Peppers]], [[Elvis Costello]] e [[Plácido Domingo]]. Moltiplicò i concerti e nel 1998 pubblicò un'autobiografia, ''The Good Life: The Autobiography of Tony Bennett''. Nel 1997 venne iscritto nella [[Hall of Fame]] degli interpreti jazz e nel 2001 gli fu consegnato il [[Grammy Award alla carriera]].
Nello stesso anno fondò la ''[[Frank Sinatra School of the Arts]]'', un liceo pubblico dedicato all'insegnamento delle arti dello spettacolo, inaugurato nel 2001, voluta dallo stesso Sinatra ma che non poté vedere realizzato perché morì nel 1998. Bennett volle esaudire il desiderio del collega, ricambiandolo di un elogio ricevuto durante un'intervista (1965) alla rivista ''[[Life (periodico)|Life]]'' nella quale [[Sinatra]] affermò di considerare Tony Bennett il più grande cantante dello show business e di restarne incantato ogni volta che lo guardava esibirsi.
=== Gli anni 2000 ===
[[File:Tony Bennett by Peter Chiapperino.jpg|thumb|left|Tony Bennett nel [[2013]] alla Blaisdell Concert Hall, [[Honolulu]], [[Hawaii]]|224x224px]]
Nell'agosto 2006 compì 80 anni e, come nell'occasione del compleanno di Sinatra, tutto il mondo dello spettacolo gli rese omaggio. In cambio lui apparve in molte cerimonie e show televisivi. Duettò con [[Christina Aguilera]] al ''[[Saturday Night Live]]'' e pubblicò l'album ''[[Duets: An American Classic]]'' (2006) che vinse due Grammy Awards e ''[[Duets II (Tony Bennett)|Duets II]]'' (2011) dove cantò, tra gli altri, con [[Aretha Franklin]], [[Amy Winehouse]], [[Lady Gaga]], [[Paul McCartney]], [[Barbra Streisand]], [[Stevie Wonder]], [[Judy Garland]], [[Michael Bublé]], [[Elton John]], [[Elvis Costello]], [[Céline Dion]]. Il regista Rob Marshall realizzò per l'occasione un documentario su di lui, ''Tony Bennett: An American Classic'', in onda sulla [[NBC]].
Il 28 luglio 2012 si esibì in concerto con [[Giorgia (cantante 1971)|Giorgia]] al [[Lucca Summer Festival]]; al concerto, trasmesso in diretta da [[Rai Radio 2]], partecipò anche Antonia, la figlia di Bennett.
Bennett impersonò sé stesso nel film con [[Jim Carrey]] ''[[Una settimana da Dio]],'' in ''[[Terapia e pallottole]]'' con [[Robert De Niro]] e [[Billy Crystal]] e nella serie TV Blue Bloods (Stag.2-Ep.1) con Tom Selleck
[[File:Tony Bennett & Lady GaGa, Cheek to Cheek Tour 11.jpg|miniatura|Tony Bennett con [[Lady Gaga]] durante il loro ''[[Cheek to Cheek Tour]]'' nel 2015]]
Il 29 luglio 2014 venne distribuita la cover del singolo ''[[Anything Goes (Tony Bennett e Lady Gaga)|Anything Goes]],'' di [[Cole Porter]], in duetto con [[Lady Gaga]] che anticipò l'album jazz di collaborazioni tra i due artisti, ''[[Cheek to Cheek]]'', uscito a settembre. L'album raggiunse il primo posto della [[Billboard 200]], e la seconda posizione della classifica ufficiale italiana [[FIMI]].
Per la seconda volta Tony Bennett (che a 88 anni era l'artista più anziano ad aver ottenuto un primo posto) fu in vetta alla classifica degli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] con un disco al debutto; ''Cheek to Cheek'' vinse anche un [[Grammy Award]] come "Best Traditional Pop Vocal Album". Il 25 settembre 2015 pubblicò un album di canzoni composte da [[Jerome Kern]], con Bill Charlap al piano, chiamato ''[[The Silver Lining: The Songs of Jerome Kern]].''
=== I 90 anni e la malattia di Alzheimer ===
Il 3 agosto 2016 Tony Bennett compì 90 anni e l'evento venne celebrato con una festa a cui presero parte vari cantanti e attori, tra cui [[Lady Gaga]], [[Stevie Wonder]], [[John Travolta]] e [[Bruce Willis]]. Il successivo 19 agosto, di fronte al Fairmont Hotel di San Francisco, Bennett partecipò all'inaugurazione di una statua alta otto metri che lo raffigura, accolto da un coro che cantò ''I Left My Heart in San Francisco'', motivo che Bennett aveva cantato per la prima volta nell'albergo nel 1961.
Nel novembre 2016 Bennett annunciò anche l'uscita di un album live celebrativo dei suoi 90 anni, dal titolo ''[[Tony Bennett Celebrates 90]],'' che vide la partecipazione di numerosi cantanti tra cui [[Michael Bublé]], Lady Gaga, [[Diana Krall]], [[k.d. lang]], [[Andrea Bocelli]], [[Rufus Wainwright]], [[Leslie Odom Jr.]], Stevie Wonder.<ref>{{Cita web|url=https://pagesix.com/2016/08/04/tony-bennett-has-the-coolest-90th-birthday-party-ever/|titolo=Tony Bennett has the coolest 90th birthday party ever|autore=Mara Siegler, Post Wires|sito=Page Six|data=4 agosto 2016|accesso=17 novembre 2016 |lingua=en}}</ref> L'album vinse un Grammy Award nella categoria "miglior album vocale pop tradizionale".
Nel 2021 venne rivelato che al cantante qualche anno prima era stata diagnosticata la [[malattia di Alzheimer]].<ref>{{Cita web|url=https://www.corriere.it/spettacoli/21_febbraio_01/tony-bennett-rivela-avere-l-alzheimer-la-vita-dono-anche-cosi-47e069c6-649c-11eb-aad7-ece6884524fa.shtml|titolo=Tony Bennett rivela di avere l’Alzheimer: «La vita è un dono anche così»|autore=Barbara Visentin|sito=Corriere della Sera|data=2021-01-02|lingua=it|accesso=2021-02-05}}</ref> Congiuntamente, vennero annunciati anche un nuovo album jazz in collaborazione con Lady Gaga e due serate di concerti al [[Radio City Music Hall]] di [[New York]], denominate ''[[One Last Time: An Evening with Tony Bennett and Lady Gaga]]'', che saranno le ultime esibizioni dal vivo del cantante.<ref>{{Cita web|url=https://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2021/07/20/news/lady_gaga_e_tony_bennett_sul_palco_insieme_per_un_ultima_volta_-310962935/|titolo=Tony Bennett sul palco per "un'ultima volta" insieme a Lady Gaga|sito=la Repubblica|data=2021-07-20|lingua=it|accesso=2021-07-27}}</ref> Il figlio e manager di Bennett, Danny, verso la metà di agosto annunciò il ritiro del padre dalle scene.<ref>{{Cita web|url=https://news.fidelityhouse.eu/musica/il-leggendario-crooner-tony-bennett-si-ritira-dalle-scene-520250.html|titolo=Il leggendario crooner Tony Bennett si ritira dalle scene
|sito=FidelityNews|data=2021-08-14|lingua=it|accesso=2021-09-12}}</ref> Il 1 ottobre 2021 uscì il suo 103º ed ultimo album in studio intitolato ''[[Love for Sale (Tony Bennett e Lady Gaga)|Love for Sale]]'', inciso insieme a Lady Gaga.
È deceduto il 21 luglio 2023 a 96 anni nella sua abitazione a [[New York]] a causa di un malore.<ref>{{Cita web|url=https://www.bbc.com/news/entertainment-arts-66271090.amp|titolo=Tony Bennett: Legendary singer dies aged 96|sito=[[BBC]]|data=21 luglio 2023|lingua=en|accesso=21 luglio 2023}}</ref>
== Vita privata ==
Nel 1952 sposò a [[Manhattan]] Patricia Beech, giovane jazzista dell'[[Ohio]] conosciuta dopo una serata in cui si era esibito in un locale di [[Cleveland]]. Dall'unione nacquero due figli: il primogenito D'Andrea (detto Danny) nel 1954 e Daegal (detto Dae) l'anno successivo.
Il matrimonio con la Beech si concluse con il divorzio nel 1971, dopo una grave crisi coniugale. Nello stesso anno, Bennett sposò l'attrice [[Sandra Grant]], dalla quale avrà due figlie: Joanna (nata nel 1970) e Antonia (nata nel 1974).
Divorziò dalla seconda moglie nel 2007 e, nello stesso anno, passò a nuove nozze con Susan Crow, di quarant'anni più giovane.<ref>{{Cita web|url=https://people.com/music/who-is-susan-benedetto-tony-bennett-wife/|titolo=Who Is Tony Bennett's Wife? All About Susan Benedetto|autore=Jaqueline Weiss|sito=[[People (rivista)|People]]|lingua=en|accesso=21 luglio 2023}}</ref>
== Discografia ==
{{vedi anche|Discografia di Tony Bennett}}
== Opere letterarie ==
* {{Cita libro |autore=Tony Bennett |titolo=Tony Bennett. What My Heart Has Seen |url=https://archive.org/details/tonybennettwhatm00benn |editore=Rizzoli |anno=1996 |isbn=0-8478-1972-8}}
* {{Cita libro |autore=Tony Bennett |autore2=Will Friedwald |titolo=The Good Life. The Autobiography Of Tony Bennett |editore=Pocket Books |anno=1998 |isbn=0-671-02469-8 |lingua=en}}
* {{Cita libro |autore=Tony Bennett |autore2=Robert Sullivan |titolo=Tony Bennett in the Studio. A Life of Art & Music |url=https://archive.org/details/isbn_9781402747670 |editore=Sterling |anno=2007 |isbn=1-4027-4767-5 |lingua=en}}
== Onorificenze ==
{{Onorificenze
|immagine = Kennedy Center Ribbon.png
|nome_onorificenza = Kennedy Center Honors
|collegamento_onorificenza = Kennedy Center Honors
|motivazione =
|data = 4 dicembre 2005
}}
== Note ==
<references />
== Bibliografia ==
* {{Cita libro |autore-capitolo=Gomy Smeraldi |capitolo=Tony Bennett |titolo=Italian Americans of the Twentieth Century |curatore=George Carpetto |curatore2=Diane M. Evanac |città=Tampa |editore=Loggia Press |anno=1999 |pp=40-41 |lingua=en}}
* Brooks, Tim; Marsh, Earle F., ''The Complete Directory to Prime Time Network and Cable TV Shows, 1946–Present'' (9th ed.). Ballantine Books, 2007
== Voci correlate ==
*[[Celebrità della Hollywood Walk of Fame]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Premio Grammy alla carriera}}
{{Vincitori Premio Gershwin}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|jazz|musica}}
[[Categoria:Attivisti contro il razzismo]]
[[Categoria:Gruppi e musicisti della Columbia Records]]
[[Categoria:Gruppi nella Long Island Music Hall Of Fame]]
[[Categoria:Musicisti italoamericani]]
[[Categoria:
[[Categoria:Vincitori di premi Emmy]]
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