Populorum progressio: differenze tra le versioni
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{{F|documenti della Chiesa cattolica|settembre 2017}}
{{S|Documenti della Chiesa Cattolica}}La '''Populorum Progressio''' (''"Lo sviluppo dei popoli"'') è una famosa [[enciclica]] scritta da papa [[Paolo VI]] e pubblicata il [[26 marzo]] [[1967]].▼
{{Documento papale
|titolo_documento= ''Populorum progressio''
|tipologia = enciclica
|nome_Pontefice= [[Papa Paolo VI]]
|stemma= Coat of Arms of Pope Paul VI.svg
|anno= [[26 marzo]] [[1967]]
|anno_pontificato= IV
|titolo_italiano= ''Lo sviluppo dei popoli''
|argomenti= [[Dottrina sociale]] e [[sottosviluppo]]
|num_pag=
|n_doc_Papa= V di VII
|n_doc=
|doc_precedente= ''[[Christi Matri]]''
|doc_successivo= ''[[Sacerdotalis caelibatus]]''
}}
{{Citazione|Lo sviluppo dei popoli, in modo particolare di quelli che lottano per liberarsi dal giogo della fame, della miseria, delle malattie endemiche, dell'ignoranza; che cercano una partecipazione più larga ai frutti della civiltà, una più attiva valorizzazione delle loro qualità umane; che si muovono con decisione verso la meta di un loro pieno rigoglio, è oggetto di attenta osservazione da parte della chiesa|[[Incipit]] dell'enciclica ''Populorum progressio''}}
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== Storia ==
[[Categoria:Encicliche]]▼
[[File:Pope Paul VI Travels.svg|thumb|left|[[Paolo VI]] fu il primo papa dell'epoca contemporanea a viaggiare oltre i confini dell'[[Italia]] e nel [[terzo mondo]]. Nella cartina sono mostrati i paesi visitati dal pontefice]]
I primi contatti di Montini con i paesi allora considerati del [[terzo mondo]] (e successivamente del [[Quarto mondo|quarto]]) e i [[paesi in via di sviluppo]] risalgono ai primi [[anni 1960|anni sessanta]] quando, ancora [[diocesi di Milano|arcivescovo di Milano]], compie viaggi in [[America Latina]] ([[1960]]) e in [[Africa]] ([[1962]]). Diventato pontefice, nel [[1964]] si reca in [[Terra santa]] e in [[India]], dove poté «vedere [...] e quasi toccar con mano le gravissime difficoltà che assalgono popoli di antica civiltà alle prese con il problema dello sviluppo» (§ 4).
Nella stessa enciclica, il pontefice spiegò che la [[questione sociale]] avesse negli ultimi anni acquistato una dimensione mondiale, così come insegnato dal suo predecessore [[Giovanni XXIII]] e ribadito nella Costituzione conciliare ''[[Gaudium et Spes|Gaudium et spes]]'' promulgata nel [[1965]]. Da questi l'esigenza di affrontare in modo completo i problemi del [[sottosviluppo]]:
{{Citazione|Si tratta di un insegnamento di particolare gravità che esige un'applicazione urgente, I popoli della fame interpellano oggi in maniera drammatica i popoli dell'opulenza. La chiesa trasale davanti a questo grido d'angoscia e chiama ognuno a rispondere con amore al proprio fratello.|§ 3}}
== Contenuti ==
L'enciclica è dedicata alla [[cooperazione]] tra i popoli e al problema dei [[paesi in via di sviluppo]]. In essa vi è la denuncia dell'aggravarsi dello squilibrio tra paesi ricchi e paesi poveri, la critica al [[neocolonialismo]] e il diritto di tutti i popoli al [[benessere]]. È inoltre presente una critica al [[capitalismo]] e al [[collettivismo]] [[marxismo|marxista]]. L'enciclica propone infine la creazione di un fondo mondiale per gli aiuti ai paesi in via di sviluppo.
Fondamentale è il concetto di [[vocazione]] come causa e senso dello sviluppo: esiste quindi un legame inscindibile tra lo sviluppo e la promozione dell'uomo e della famiglia umana:
{{Citazione| Lo sviluppo non si riduce alla semplice crescita economica. Per essere sviluppo autentico, dev'essere integrale, il che vuol dire volto alla promozione di ogni uomo e di tutto l'uomo. [...] Nel disegno di Dio, ogni uomo è chiamato a uno sviluppo, perché ogni vita è vocazione.|§ 14-15}}
== Reazioni ==
L'enciclica è una delle più famose e importanti della storia della Chiesa anche se contiene punti che sono stati oggetto di dibattiti (come il diritto dei popoli a ribellarsi anche con la forza contro un regime oppressore) e di feroci critiche negli ambienti più conservatori.
In alcuni ambienti tradizionalisti questo documento venne tacciato infatti di essere vicino ad una [[dottrina sociale]] troppo clemente verso la [[socialismo|sinistra]] e il suo pensiero. All'indomani della sua pubblicazione, il periodico di [[Destra (politica)|destra]] [[il Borghese]] titolò in tono polemico: "Avanti Populorum!".
Rimase ad esempio famoso il passo in cui Montini afferma:
{{Citazione|[...] La [[proprietà privata]] non costituisce per alcuno un diritto incondizionato e assoluto. Nessuno è autorizzato a riservare a suo uso esclusivo ciò che supera il suo bisogno, quando gli altri mancano del necessario.|§ 23}}
La fama del passo in realtà fu dovuta anche alla citazione da parte di [[Giovanni Paolo I]], nell'Udienza Generale del 27 settembre [[1978]] (l'ultima del suo breve pontificato), in cui il papa ripropose il concetto espresso da Montini nella ''Populorum progressio'', prediligendo un lessico un po' più semplice, ma lasciando inalterato il significato:
{{Citazione|La proprietà privata per nessuno è un diritto inalienabile ed assoluto: nessuno ha la prerogativa di poter usare esclusivamente dei beni in suo vantaggio, oltre il bisogno, quando ci sono quelli che muoiono per non avere niente. }}
== Bibliografia ==
* ''Il magistero di Paolo VI nell'enciclica «Populorum progressio». Giornata di Studio dell'Istituto Paolo VI'', Edizioni Studium, Roma 1989
== Altri progetti ==
{{Interprogetto|q=Populorum progressio|q_preposizione=dalla|etichetta=''Populorum progressio''}}
== Collegamenti esterni ==
*{{cita web|http://www.vatican.va/holy_father/paul_vi/encyclicals/documents/hf_p-vi_enc_26031967_populorum_it.html|Il testo dell'enciclica in lingua italiana}}
*{{cita web|http://www.vatican.va/holy_father/paul_vi/encyclicals/documents/hf_p-vi_enc_26031967_populorum_lt.html|Il testo dell'enciclica in lingua latina}}
{{Dottrina sociale cattolica}}
{{Documenti della Chiesa cattolica}}
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▲[[Categoria:Encicliche di Paolo VI]]
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