Quercus pyrenaica: differenze tra le versioni

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{{Tassobox
| nome = Quercia dei Pirenei
| immagine = [[Image:Melojar soto.JPG|230px]]
| didascalia = ''Quercus pyrenaica''
| statocons = LC
| statocons_ref=<ref>{{IUCN|summ=78972170|autore=Gorener, V., Harvey-Brown, Y. & Barstow, M. 2017.}}</ref>
<!-- CLASSIFICAZIONE FILOGENETICA -->
|FIL?=x
|regnoFIL=[[Plantae]]
|clade1=[[Angiosperme]]
|clade2=[[Mesangiosperme]]
|clade3=[[Eudicotiledoni]]
|clade4=[[Eudicotiledoni centrali]]
|clade5=[[Superrosidi]]
|clade6=[[Rosidi]]
|clade7=[[Eurosidi]]
|clade8=[[Eurosidi I]]
|ordineFIL=[[Fagales]]
|famigliaFIL=[[Fagaceae]]
|sottofamigliaFIL=[[Quercoideae]]
|genereFIL=[[Quercus]]
|specieFIL='''Q. pyrenaica'''
| regno = [[Plantae]]
| sottoregno = [[Tracheobionta]]
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| binome = Quercus pyrenaica
| biautore = [[Carl Ludwig Willdenow|Willd.]]
|suddivisione=
|mappa_distribuzione=Quercus pyrenaica range.svg
| sinonimi =
*''Quercus toza proles pyrenaica''<br /><small>([[Carl Ludwig Willdenow|Willdenow]]Willd.) [[Georges C.Chr. Rouy|Rouy]] [[1910]]</small>
*<br />''Quercus tavaresii''<br /><small>[[Gonçalo António da Silva Ferreira Sampaio|Sampaio]]</small>
*<br />''Quercus subandegavensis''<br /><small>[[Aimée Antoinette Camus|A.Camus]]</small>
*<br />''Quercus stolonifera''<br /><small>[[Philippe-Isidore Picot de Lapeyrouse|Lapeyr.]] [[1813]]</small>
*<br />''pubescensQuercus pedemontana''<br /><small>[[Félix de Avelar Brotero|Brotero]] [[1804]]Colla</small>
*<br />''pedemontanaQuercus nigra''<br /><small>[[Luigi Aloysius Colla|Colla]]J. [[1836]]Thore</small>
*<br />''nigraQuercus brossa''<br /><small>[[Jean Thore|J. Thore]] [[1803]]Bosc</small>
*<br />''brossaQuercus toza'' var. ''pyrenaica''<br /><small>[[Bosc]](Willd.) T. [[1807]]Wenzig</small>
*<br />''tozaQuercus var. pyrenaicatauzini''<br /><small>(Willd.) [[Theodor Wenzig|T. Wenzig]]Bubani</small>
*<br />''tauziniQuercus tauzin''<br /><small>[[Pietro Bubani|Bubani]] [[1897]]Pers.</small>
*<br />''tauzinQuercus toza''<br /><small>[[Christian Hendrik Persoon|Pers.]] [[1807]]Bosc</small>
*''toza'' <small>[[Louis-Augustin Bosc d'Antic|Bosc]] [[1792]]</small>
}}
 
La '''quercia dei Pirenei''' ('''''Quercus pyrenaica''''' <small>[[Carl Ludwig Willdenow|Willd.]]</small>), detta in [[lingua spagnola|spagnolo]] '''melojo'''<ref name=RAE>{{Es}}{{cita libro |Dizionario della Lingua Spagnola |cognome=RAE |nomautore=Real Academia Española | wkautore= Real Academia Española | titolo=Dizionario della Lingua Spagnola | anno=2001 | editore=Rodesa | città=Madrid | isbn=84-239-6824-3 | lingua=es}}</ref>, è una piccoloun [[albero]] della [[famiglia (tassonomia)|famiglia]] delle [[Fagaceae|Fagacee]].<ref name=POWO>{{cita web |titolo=''Quercus pyrenaica'' |opera=The Plant List |url=http://www.theplantlistplantsoftheworldonline.org/tpltaxon/record/kewurn:lsid:ipni.org:names:296652-1746371|titolo=Quercus pyrenaica Willd.|lingua=en|sito=Plants of the World Online|accesso=1819 maggiogennaio 2021|editore=Royal Botanic Gardens, 2013Kew}}</ref>
 
L'epitetoLa denominazione specificospecifica ''pyrenaica'', che si deve al [[botanico]] [[Germania|tedesco]] [[Carl Ludwig Willdenow|Carl Ludwig von Willdenow]] (1765-1812), è in realtà molto poco appropriatoappropriata, in quanto la sua presenza sui [[Pirenei]] eè scarsa ede il suo [[areale]] si estende a tutta la [[penisola iberica]], alla [[Francia]] e al [[Marocco]] settentrionale.<ref name="López Gónzalez">{{Es}}{{cita libro |cognome=López González |nome=Ginés A. |linkautore=|titolo=Guida per gli alberi e arbusti della Penisola Iberica e Baleari |anno=2004 |editore=Mundi-Prensa |città=Madrid |isbn=84-8476-210-6}}</ref> von Willdenow basò la sua descrizione di questa specie su campioni di un [[erbario]] che gli giunsero con un'[[etichetta di identificazione|etichetta]] che attribuiva erroneamente proprio questa provenienza, e tale denominazione resta tuttora valida in base alle regole di [[Nomenclatura (biologia)|nomenclatura]] botanica.
 
== Descrizione ==
La sua [[Morfologia (biologia)|morfologia]] è ampiamente colonnare, non arriva a raggiungere i 25 [[metro|metri]] e il suo sviluppo è lento, sopporta bene la [[siccità]], come pure le gelate ed è poco [[Longevità|longeva]]. Nei suoli poveri si trova frequentemente sotto forma di alberello.<ref name=Fischesser>{{cita libro |cognome=Fischesser |nome=Bernard |linkautore=|titolo=Il libro dell'albero|anno=2004 |editore=El Drac |città=Madrid |isbn=84-88893-80-9}}</ref>
 
Come tutte le specie del genere ''[[Quercus]]'' si [[ibridazioneibrido|ibrida]] facilmente con altre specie congeneri, il [[Quercus ilex|leccio]] e la [[Quercus suber|sughera]], dando individui con caratteri intermedi.
 
Il suo [[fustoFusto (botanica)|tronco]], diritto o tortuoso, solitamente ha una forma molto irregolare, ramificandosi dalla base, sebbene dopo perda i rami più bassi. La [[Corteccia (botanica)|corteccia]] è liscia e di colore verde grigiastro fino ai due o tre [[anno|anni]], poi cambia in un grigio più scuro e a partire dai 25 anni diventando grossa, incomincia a screpolarsi longitudinalmente prendendo una colorazione bruna-grigiastra.<br/>
 
L'[[Radice (botanica)|apparato radicale]] è formato da una potente radice principale dalla quale crescono numerose radici laterali prossime alla superficie del suolo. Questi [[stolone|stoloni]] producono lievi germogli con sviluppo diseguale. Se il tronco principale viene abbattuto, questi germogli si sviluppano abbondantemente coprendo ampie superfici.<br/>
 
Di chioma lobulata o semisferica, tortuosa e chiara, ha [[foglia|foglie]] con un corto [[picciolo]] (fino a 25 &nbsp;mm) e un [[Lembo fogliare|lembo]] [[pennatifido]] o [[pennatipartito]] attraversato da 4-8 paia di lobi laterali profondi, stretti e irregolari, che arrivano molto vicino alla nervatura media. Misurano da 7 a 16 &nbsp;cm di lunghezza, e al nascere hanno un attraente colore [[cremisi]]; sono coperte da ambo i lati di abbondanti peli stellati che nella faccia superiore tendono a perdersi, dandole un color cenerognolo al rovescio e più verde sul lato superiore (talvolta si confonde il melojo con la [[Quercus pubescens|roverella]] dovuto al fatto che le foglie di quest'ultima possono essere un po' pelose nella faccia superiore quando sono adulte, ma sono meno profondamente lobate di quelle della ''Quercus pyrenaica''); sono [[marcescenza|marcescenti]], per cui restano all'albero una volta morte fino all'apparizione delle nuove in [[primavera]], dando un aspetto caratteristico ai boschi di ''melojo'' [[inverno|invernali]].
 
I [[fiore|fiori]] [[MaschileMaschio|maschili]] e [[FemminileFemmina|femminili]] nascono nello stesso albero, in [[aprile]], [[maggio]] o ai primi di [[giugno]]; i fiori maschili sono giallognoli e minuti, con numero variabile di [[stame|stami]] e raggruppati in [[amento|amenti]] penduli, e i fiori femminili solitari o in gruppi di tre o quattro nelle [[ascella (botanica)|ascelle]] dei rametti dell'ultimo anno.<br/>
 
I suoi [[frutto|frutti]] sono [[ghiande]] grosse, con [[peduncolo (botanica)|pedunculo]] corto e tozzo, di circa 3-4 3–4&nbsp;cm di [[lunghezza]], ricoperte per 1/3-1/2 da una cupola emisferica, a forma di ditale, villosa, con numerose squame cadenti. Nascono sole o raggruppate a due o tre e maturano in [[ottobre]] o [[novembre]]. La polpa è di sapore amaro.
 
Non bisogna confondere il frutto con delle escrescenze (protuberanze sferiche) denominate ''cecidi'' o [[galla (botanica)|galle]] molto frequenti in esemplari adulti. Questi "tumori" sono malformazioni dovute alla proliferazione delle cellule vegetali della pianta stessa, prodotti come autodifesa dall'albero verso le larve depositate dalda diverse specie di [[Hymenoptera|imenotteri]] neisu suoifoglie, rametti e gemme di queste polloniquerce. La galla sviluppa dei tessuti vegetali a strati, che danno alimento e protezione alle [[Larva|larve]].
<gallery>
Image:Rebollo.jpg|Ghianda
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== Distribuzione e habitat ==
[[ImageFile:Melojar Herrería.jpg|thumb|left|300px|Bosco di ''Q. pyrenaica'' in estate]]
[[ImageFile:Rebollar del atardecer.jpg|thumb|left|300px|Bosco di ''Q. pyrenaica'' in autunno]]
[[ImageFile:Rebollar en invierno2.jpg|thumb|left|300px|Bosco di ''Q. pyrenaica'' in inverno.]]
Vive intorno al [[Mediterraneo occidentale]]. Dal nord arriva fin nelle zone [[Ovest|occidentali]] della [[Francia]] (dal livello del mare fino ai 500 metri), mentre verso sud esiste soltanto nel nord-ovest dell'[[Africa]], nel nord del [[Marocco]], raggiungendo la sua frontiera meridionale nel massiccio del [[Rif]]. In [[Italia]] la si trova allo stato spontaneo solo nella [[Val di Susa]], in [[provincia di Torino]].
Specie di esposizione soleggiata o di media luce e temperamento robusto<!-- silicícola e basífugo//-->, attecchisce su terreni di varia natura ([[quarzite|quarziti]], [[arenaria (roccia)|arenarie]], [[ardesia]], [[micascisti]], gneiss, [[graniti]] e sabbie più o meno argillose; rara in terreni calcarei decalcificati o [[dolomite|dolomitici]]).
 
Nella maggior parte della sua zona di distribuzione si hanno precipitazioni che vanno dai 650 ai 1.200&nbsp;mm annuali. Il suo periodo vegetativo coincide con la mancanza di piogge in estate.
Vive intorno al [[Mediterraneo occidentale]]. Dal nord arriva fin nelle zone [[Ovest|occidentali]] della [[Francia]] (dal livello del mare fino ai 500 metri), mentre verso sud esiste soltanto nel nord-ovest dell'[[Africa]], nel nord del [[Marocco]], raggiungendo la sua frontiera meridionale nel massiccio del [[Rif]].
 
Specie di esposizione soleggiata o di media luce e temperamento robusto<!-- silicícola e basífugo//-->, attecchisce su terreni di varia natura ([[quarzite|quarziti]], [[arenaria (roccia)Arenaria|arenarie]], [[ardesia]], [[micascisti]], gneiss, [[graniti]] e sabbie più o meno argillose; rara in terreni calcarei decalcificati o [[dolomite|dolomitici]]).
Nella [[Penisola Iberica]] è più o meno frequente in tutte le regioni interne, specialmente nelle montagne del centro e il quadrante nordoccidentale, principalmente alle falde delle montagne silicee, tra i 400 e i 1600 metri di altitudine e qualcosa in più in Andalusia, (2000 metri nella [[Parco Naturale della Sierra Nevada|Sierra Nevada]]).
 
Nella [[Penisolapenisola Iberica]] è più o meno frequente in tutte le regioni interne, specialmente nelle montagne del centro e il quadrante nordoccidentale, principalmente alle falde delle montagne silicee, tra i 400 e i 1600 metri di altitudine e qualcosa in più in Andalusia, (2000 metri nella [[Parco Naturale della Sierra Nevada|Sierra Nevada]]).
Indicatore della provincia Carpetano-Iberico-Leonesa ([[Oriol de Bolòs i Capdevila|Bolòs]] la denomina territorio Carpetano-atlantico; secondo questo botanico, le popolazioni di melojo nei monti di Toledo, Guadalupe-Villuercas e la sierra di San Mamed sono isole eurosiberiane nell'[[Penisola iberica|Iberia]] meridionale), tollera meglio un clima più continentale, con inverni più freddi rispetto ad altri roveri. Nella maggior parte della sua zona di distribuzione si hanno precipitazioni che vanno dai 650 ai 1.200 mm annuali. Il suo periodo vegetativo coincide con la mancanza di piogge in estate.
 
Manca nelle [[Baleari]] e nel sud-est è molto scarso a causa dei terreni calcarei e il clima secco, sebbene si estenda fino alle provincie di [[Provincia di Cadice|Cadice]], [[Provincia di Malaga|Malaga]] e [[Provincia di Granada|Granada]] nel sud, e raggiunge la Sierra di [[Prades (Spagna)|Prades]] in [[Provincia di Tarragona|Tarragona]], verso est.<br/>
Incominciano i ''melojo'' ad altitudini dove terminano i [[Quercus ilex|lecci]] e sughereti, e sono soliti entrare in contatto con le [[Pinus|pinete]], per cui talvolta vengono distrutti onde favorire i pini mediterranei.
 
Bisogna mettere in risalto la presenza, sebbene possa sembrare strana, di esemplari isolati o piccole zone circoscritte vicino alla costa [[Mar Cantabrico|cantabrica]] e [[galizia (Spagna)|galiziana]], dove il ''melojo'' viene a mescolarsi con illa farnia (''[[Quercus robur|carballo]]'') formando [[Bosco misto atlantico|boschi misti]] aal largo della costa [[Francia|francese]], arrivando fino in [[Bretagna]], sebbene in aree [[Penisolare|penisolari]] [[Oceano Atlantico|atlantiche]] si mostrino molto più [[Principio di esclusione competitiva|competitivi]] illa [[Quercus robur|carballo]]farnia e illa rovere (''[[Quercus petraea|rovere bianco]]'').<br/>
La ''Quercus pyrenaica'' è un eccellente ''creatore'' di suoli, conosciuti come «tierras de melojar» (''terre dei boschi di melojo''), che nella nomenclatura [[pedologia|edafologica]] si considerano [[cambisoles húmicos|campi umiferi]] e appartengono alla famiglia delle terre scure.
 
== Avversità ==
Si trova la presenza represenza del melojo nelle Asturie a [[cabo de Peñas]], [[Cudillero]] e prossime al faro di [[faro de San Emeterio|San Emeterio]].<br/>In [[Álava]] si estende lungo il Parco Naturale di [[Parco Naturale di Izki|Izki]], nella provincia di [[Vizcaya]] lungo il monte Lucero e in quella di [[Guipúzcoa]] si trova a [[Jaizkibel]], monte [[Igueldo]] e Itziar.<br/>In [[Cantabria]] sono comuni i cerri nel versante nord della [[Cordigliera Cantabrica]], tra i 700 e 1400 metri di altitudine, soprattutto nelle zone più secche delle valli dove faggi e rovereti non crescono a causa della loro maggiore dipendenza idrica, sui pendii del [[Peña Sagra]], (Valderrodíes, [[Aniezo]] e [[Bárago]]). Ci sono anche melojo a [[Liencres]] e capo Guintres.<br/>Nella [[provincia di León]] abbonda nella [[Cordigliera Cantabrica]] e nel [[Páramo Leonés|Páramo]]. Nella [[provincia di Zamora|Zamora]] nella [[Lago di Sanabria|Sanabria]] e [[La Carballeda]]. Nella [[provincia di Salamanca]], nella ''penillanura'' <ref>Secondo il Dizionario della lingua spagnola (RAE) la ''penillanura'' è un terreno quasi piano, con lievi ondulazioni, la cui formazione e caratteristiche sono il risultato dell'erosione di una zona montagnosa.</ref> del NW, nella [[Peña di Francia]], nelle sierre di [[Sierra de Gata|Gata]] e [[Sierra de Béjar|Béjar]]. Nella [[provincia di Ávila|Ávila]] nella [[Sierra de Gredos]] ([[Candeleda]], [[Arenas de San Pedro]]), e nelle sierre di [[Sierra de Villafranca|Villafranca]] e nella [[La Serrota|Serrota]] nei corsi alti dei fiumi [[Río Corneja|Corneja]] e [[Adaja]]. Nella [[Provincia di Segovia|Segovia]] nelle zone confinanti con [[Riaza]] e [[Sepúlveda]]. Nella [[provincia di Burgos]] lungo le sierre di [[Montes de Oca (comarca)|Oca]] e della [[Sierra de la Demanda|Demanda]]. Nella [[provincia di Soria]] a [[Vinuesa]] e nel [[Moncayo]].<ref name = Oria>{{cita libro |cognome= Oria de Rueda|nome=Juan Andrés|linkautore= |titolo= Guida per gli alberi e arbusti di Castilla y León|anno=2003 |editore= Cálamo|città= Palencia|id= ISBN 84-95018-46-2 }}</ref><br/>Nella [[provincia di Cáceres]], abita le valli del [[Tiétar]], [[La Vera]] ([[Garganta la Olla]], [[Cuacos de Yuste]], [[Villanueva de la Vera]]), [[río Alagón|Alagón]] e [[Valle del Jerte|Jerte]] e sui pendii di [[Villuercas]] (Pozzo della Neve), incluso nella Sierra di [[Guadalupe (Spagna)|Guadalupe]].<br/>Nella [[Madrid (comunità autonoma)|provincia di Madrid]] viene a distribuirsi verso ovest, nord-ovest ([[Parco Regionale dell'Alto Bacino Manzanares]]) e a nord ([[Bustarviejo]]) formando boschi sui bassi declivi delle sierre di [[Sierra di Guadarrama|Guadarrama]] e [[Sierra di Ayllón|Ayllón]], tra gli 800 e i 1.500 metri di altitudine aprossimadamente.<br/>Nella [[provincia di Castellón|Castellón]] a [[Peñagolosa]].<br/>Nella [[provincia di Guadalajara]] lo troviamo a Navalpotro, [[La Fuensaviñán]], [[Laranueva]] e nei villaggi negri ([[Cantalojas]], [[Campillo de Ranas]]) delle sierre di [[Sierra di Ayllón|Ayllón]] e [[Pico Ocejón|Ocejón]]. Nella [[provincia di Toledo]], nella [[Sierra di San Vicente]] ([[Navamorcuende]], [[Hinojosa de San Vicente|Hinojosa di San Vicenzo]], [[El Real de San Vicente]]), accompagnato da abbondantissimi [[Castanea sativa|castagni]], così come nei [[Monti di Toledo]] ([[Navas de Estena]], Rocigalgo, sierra della Majana) e il nord-ovest della provincia della [[Provincia di Ciudad Real|Città Reale]], nel cuore del [[Parco Nazionale di Cabañeros]] (zona avicola protetta, [[Zona di speciale di protezione per gli uccelli|ZEPA]]).<br/> Nell'Andalusia in [[Sierra Morena]] e Sierra Nevada. I boschi di melojo più meridionali nella [[Penísola Iberica]] si situano nel [[Parco Naturale dei Sughereti]] nella [[provincia di Cadice]], nella [[Sierra dell'Aljibe]] e nella Sierra di Ojén.
 
La quercia dei Pirenei ha sofferto più di chiunque altro rappresentante del suo genere l'epidemia di [[oidio]],<ref name=Abella>{{cita libro |La magia degli alberi |cognome=Abella |nome=Ignacio |linkautore=|titolo=La magia degli alberi |anno=2003 |editore=integral |città=Barcellona |isbn=84-7901-190-4}}</ref> che lo decimo ai principi del [[XX secolo]]. Le continue potature favorirono la propagazione del [[fungo]] e la degenerazione e debilitamentoil deperimento della specie. In alcune zone si incontrano individui malconciin cattivo stato o isolati; in altre resistono in gruppi di esemplari contorti, o vengono recuperati fra altre specie, accompagnandosi al [[Fagus sylvatica|faggio]] o alalla [[Quercus petraea|rovere]]. Sfortunatamente, anche moltemolti pendii, prima popolati,boscati e ora dissodati o [[Deforestazione|deforestati]], soffrono di un'[[erosione]] irreversibile; perciò bisogna sottolineare l'importante ruolo che gioca il melojo fissando con le sue estese radici i terreni più sciolti e pompando nutrienti e basi dal [[sottosuolo]] per rilasciarli in superficie.<br/>
==Avversità==
 
La marcescenzapermanenza delle foglie secche sulla chioma o ritardo della caduta delle foglie, è un [[fenomeno]] che non si conosce completamente, sebbene è chiaro che èsia una variante delle [[Caducifoglia|caducifoglie]], dove la separazione delle foglie non si produce fino alla spinta delle gemme fogliari nella seguente [[stagione]].<br/>
La quercia dei Pirenei ha sofferto più di chiunque altro rappresentante del suo genere l'epidemia di [[oidio]],<ref name=Abella>{{cita libro |La magia degli alberi |cognome=Abella |nome=Ignacio |linkautore=|titolo=La magia degli alberi |anno=2003 |editore=integral |città=Barcellona |isbn=84-7901-190-4}}</ref> che lo decimo ai principi del [[XX secolo]]. Le continue potature favorirono la propagazione del [[fungo]] e la degenerazione e debilitamento della specie. In alcune zone si incontrano individui malconci o isolati; in altre resistono in gruppi di esemplari contorti, o vengono recuperati fra altre specie, accompagnandosi al [[Fagus sylvatica|faggio]] o al [[Quercus petraea|rovere]]. Sfortunatamente, anche molte pendii prima popolati, e ora dissodati o [[Deforestazione|deforestati]], soffrono un'[[erosione]] irreversibile; perciò bisogna sottolineare l'importante ruolo che gioca il melojo fissando con le sue estese radici i terreni più sciolti e pompando nutrienti e basi dal [[sottosuolo]] per rilasciarli in superficie.<br/>
Con l'accorciamento autunnale del [[fotoperiodo]], le piante riassorbono i [[Nutrimento|nutrienti]] e l'[[acqua]] delle foglie, chiudono automaticamente i vasi conduttori e lasciano uniti i piccioli ai rami. Se il [[vento]] non lo impedisce, questa leggera legatura è sufficiente perché l'albero conservi le foglie secche fino all'arrivo della primavera. Il comportamento degli individui della stessa [[specie]] non è interamente identico. I germogli di ceppi, individui giovani, o rami inferiori dei tronchi adulti, conservano un maggior numero di foglie marcesecche che i rami elevati, i quali frequentemente perdono la loro copertura.<br/> In qualunque caso, la relazione fra la marcescenza e il temperamento intermedio del melojo, a cavallo tra il mondo mediterraneo (perennifoglio) e l'atlantico (caducifoglio), costituisce un mistero. No è chiaro se conservare le foglie possa somministrare vantaggi, sebbene forse supponga maggior grado di protezione per le gemme fogliari.
 
In qualunque caso, la relazione fra la permanenza delle foglie secche e il temperamento intermedio del ''melojo'', a cavallo tra il mondo mediterraneo (perennifoglio) e l'atlantico (caducifoglio), costituisce un mistero. Non è chiaro se il fatto di conservare le foglie possa garantire vantaggi, sebbene forse permetta un maggior grado di protezione per le gemme fogliari.
La marcescenza o ritardo della caduta delle foglie, è un [[fenomeno]] che non si conosce completamente, sebbene è chiaro che è una variante delle [[Caducifoglia|caducifoglie]], dove la separazione delle foglie non si produce fino alla spinta delle gemme fogliari nella seguente [[stagione]].<br/>
Con l'accorciamento autunnale del [[fotoperiodo]], le piante riassorbono i [[Nutrimento|nutrienti]] e l'[[acqua]] delle foglie, chiudono automaticamente i vasi conduttori e lasciano uniti i piccioli ai rami. Se il [[vento]] non lo impedisce, questa leggera legatura è sufficiente perché l'albero conservi le foglie secche fino all'arrivo della primavera. Il comportamento degli individui della stessa [[specie]] non è interamente identico. I germogli di ceppi, individui giovani, o rami inferiori dei tronchi adulti, conservano un maggior numero di foglie marce che i rami elevati, i quali frequentemente perdono la loro copertura.<br/> In qualunque caso, la relazione fra la marcescenza e il temperamento intermedio del melojo, a cavallo tra il mondo mediterraneo (perennifoglio) e l'atlantico (caducifoglio), costituisce un mistero. No è chiaro se conservare le foglie possa somministrare vantaggi, sebbene forse supponga maggior grado di protezione per le gemme fogliari.
 
== Usi ==
 
Avendo un legno deformabile, di peggiore qualità rispetto alle altre specie dide gruppo rovere''robur'', a causa dei suoi tronchi meno grossi e più irregolari (risulta difficile trovare pezzi sufficientemente dritti e con unaun formato adeguato per lavori di falegnaneriafalegnameria), viene usato soprattutto per le [[traversina|traversine]] delle rotaie ferroviarie, [[trave|travi]] per edificazioni rurali o pali per il telefono, così come per porte e finestre e finestre. Ma per la sua facilità a rinascere dalla radice è molto adatto a fornire legna e [[carbone (minerale)|carbone]] di eccellente qualità, utilizzando i suoi ramoscelli ([[monte bajo]]).<br/>
 
Come in altri alberi del suo genere, la corteccia possiede una grande quantità di [[tannino|tannini]], per cui lo si impiega nella concia delle pelli, essendo preferita a quella della farnia (''Quercus robur'') e altre roveri.
 
Come in altri alberi del suo genere, la corteccia possiede una grande quantità di [[tannino|tannini]], per cui lo si impiega nella concia delle pelli, essendo preferita a quella del [[Quercus robur|carballo]] (''Quercus robur'') e altri roveri.<br/> Le [[ghiande]] sono utilizzate per alimentare il bestiame in [[autunno]] e [[inverno]], sebbene siano migliori quelle di altre specie con foglie [[Pianta sempreverde|perenni]], soprattutto il [[Quercus ilex|leccio]]; e in [[primavera]] vengono spuntati i germogli teneri, sia dall'[[albero]] che dalle radici, aiutando così a ''sgrossare'' il terreno e mantenerlo fertile e adatto a pascoli eccellenti.
 
I luoghi popolati da questo tipo di quercia (melojo) sono un buon ambiente dove poter praticare il [[trekking]], l'escursionismo e la caccia. La forza del suo sistema radicale permette la formazione e conservazione di un suolo ottimo che regola il regime idrologico.
 
== NomeNomi comunecomuni ==
 
*'''Castigliano'''In [[lingua castigliana|castigliano]]: abogalla, agallarones, agallones, barda, bardal, bellota, cajiga, cajigo, carrasco, carvalho negral, carvallo, carvallo negro, cerqueiro, cerquiño, chaparro, chaporro, corcabo, corco, cuerco, curco villano, gallaras, malojo, manoplas blancas, marojo, mata de robles (cespuglio di roveri), matorra, matorro, melojo, negral, quejigo (lamento), rachizo, reboll, rebolla, rebollar, rebollera, rebolleta, rebollo, rebollo gordo, rebolo, rebotsu, roble (''rovere''), roble borne (''rovere a punta''), roble cepillo (''rovere a spazzola''), roble común de Castilla (''rovere comune di Castiglia''), robleda, robleda doble, roble dulce, roble matorrizo, roble melojo, roble montaraz, roble negral, roble negro (rovere nero), roble que lleva las nueces de agallas (''rovere che porta le noci delle agalla''s), roble serrano (''rovere serrano''), roble tocio (''rovere tozzo''), roble tocorno (''rovere mal potato''), roble tozo (''rovere tozzo''), roble turco (rovere turco), roble villano (rovere villano), robre (=''roble''), sapiego, talaya, tocio (tozzo), tocío, tocorno (''mal potato''), tozo (tozzo), turco.<ref>{{Es}}Nomi nel [http://www.anthos.es/v21/index.php?page=intro Giardino Botanico Reale] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20071024192320/http://www.anthos.es/v21/index.php?page=intro |data=24 ottobre 2007 }}</ref>
Anche conosciuta comunemente in [[Galizia (Spagna)|Galizia]] come ''cerquiño'', nelle [[Asturie]] ''tociu'', nei [[Paesi Baschi]] ''tocorno'', in [[Catalogna]] ''reboll'', in [[Portogallo]] ''carvallo negro'', in [[Francia]] ''tauzin''.
 
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== Bibliografia ==
 
* {{Es}} López González, Ginés A. (2004). Guuida degli alberi e arbusti della Penisola Iberica e Baleari. Madrid. Ed. Mundi-Prensa. ISBN 84-8476-210-6
* {{Es}} Varios autores (2005). I Boschi Iberici. Un'interpretazione geobotanica. Barcellona. Ed. Planeta. ISBN 84-08-05820-7
* {{Es}} J. Coombes, Allen (2003). Alberi. Barcellona. Ediciones Omega. ISBN 84-282-0942-1
* {{Es}} Fischesser, Bernard (2004). Il libro dell'albero. Madrid. Ed. El Drac. ISBN 84-88893-80-9
* {{Es}} Abella, Ignacio (2003). La Magia degli alberi. Barcellona. integral. ISBN 84-7901-190-4
<!--
== Voci correlate ==
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//-->
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=:Quercus pyrenaica|wikispecies}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|autore=|titolo=Quercus pyrenaica|sito=Oaks of the World|url=http://oaks.of.the.world.free.fr/quercus_pyrenaica.htm|accesso=}}
*{{Es}} [[Tela Botanica]][http://www.tela-botanica.org/eflore/BDNFF/4.02/nn/54540 ''': Quercus pyrenaica''' Willd]
*{{Es}} [http://www.apinguela.com/Plantas/Q/Quercus-pyrenaica/Quercus%20pyrenaica%206.jpg '''Quercus pyrenaica'''], [http://www.apinguela.com/Plantas/Q/Quercus-pyrenaica/Quercus%20pyrenaica%205.jpg], [http://www.apinguela.com/Plantas/Q/Quercus-pyrenaica/Quercus%20pyrenaica%201.jpg]
 
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|botanica}}