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{{Bio
|Nome = Michel de
|Cognome = La Barre
|PostCognome = [[alfabeto fonetico internazionale{{IPA|/mi'ʃɛl də la'baʁ/]]}}
|Sesso = M
|LuogoNascita = Parigi
|LuogoNascitaLink =
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = ca. [[1675]]
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte = 15 marzo
|AnnoMorte = 1745
|Epoca = XVIII
|Epoca2 =
|Attività = flautista
|Attività2 = compositore
|Nazionalità = francese
|Immagine = Michel de La Barre (gr. anonyme).jpg
|PostNazionalità =
|Didascalia = Presunto ritratto di Michel de La Barre
|Immagine =
}}
</nowiki>
 
Il '''trio per organo''' è un tipo di pezzo in cui vengono usati più tipi di timbri sonori, cioè due manuali (le tastiere) e [[pedaliera|pedale]]. In questo modo si ha la possibilità di mettere particolarmente in rilievo una voce, solitamente il solista. Questa tecnica è quindi applicabile o prestabilita nell'accompagnamento dei [[corali]], nella letteratura coralistica o anche nell'improvvisazione su [[cantus firmus]]<ref>Su questo vedi Kelletat, ''Improvisationslehre für Orgel'', 1976, pp. 14–27.</ref>.
Michel de La Barre è il primo dei grandi flautisti francesi conosciuti. Grazie alle suo composizioni, da semplice esecutore, fondò probabilmente la prima scuola di [[flauto traverso]] francese.
 
==Concetto di ''trio per organo''==
==Elementi biografici==
L'espressione "trio" è in un certo senso fuorviante e indefinita, perché indica l'effettivo utilizzo di tre parti dell'organo. Sebbene tre reali parti dell'organo siano utilizzate, di massima il pedale (se non è voce solista) e la parte d'accompagnamento di entrambe le tastiere hanno un'importanza sonora subordinata e sono di regola registrati in modo simile e con discrezione<ref>Klotz, ''Über die Orgelkunst'', 1986, pag. 50 e segg., riporta antichi esempi di trio o forme di trio del XV secolo.</ref>. La base di questo conto è il fatto che anche un pezzo a un manuale e pedale è una "forma di duo". Un pezzo che prescrive due manuali e pedale è perciò una "forma di trio".
===Versailles===
All'inizio collaboratore dei due flautisti "d'allemand"<ref>Il flauto traverso era detto "fluste d’allemand" nel XVII secolo in Francia, per differenziarlo dal più comune e utilizzato flauto dolce.</ref> preferiti da [[Jean-Baptiste Lully]] e da [[Luigi XIV]], [http://poirierjm.free.fr/pignon.htm René Pignon Descoteaux] e Philibert Rebillé detto ''Philbert'' (ca. 1650-1712), Michel de La Barre prestò presto servizio nei saloni di [[Reggia di Versailles|Versailles]] al fianco di [[François Couperin]], [[Antoine Forqueray]] e dei fratelli Hotteterre in occasione di quei concerti da camera tanto graditi al re.
 
Non bisogna però pensare che "forma in trio" significhi automaticamente tre voci. Soltanto la voce solista e il basso suonato al pedale sono di regola monodici, mentre sulla "tastiera d'accompagnamento" si suona a più voci: se ad esempio la voce solista è il soprano, in un corale a quattro voci sulla tastiera di accompagnamento si suoneranno di conseguenza il contralto e il tenore. Poiché quindi viene indicato l'utilizzo simultaneo di tre corpi d'organo, e non per forza una condotta a tre voci, solo l'espressione "in trio" è del tutto corretta, mentre il diffuso sinonimo "trio" suggerisce erroneamente l'utilizzo di sole tre voci. Tuttavia, la presenza della voce solista non implica per forza la forma in trio. Un'altra inesattezza si verifica allora quando la melodia solista, che può in teoria trovarsi in ogni voce, è al basso: in questo caso, le voci di accompagnamento no devono per forza trovarsi su due manuali diversi (un esempio di questo tipo di divisione delle voci è ''Vom Himmel hoch'' di [[Johann Pachelbel]]: le due voci superiori possono e dovrebbero essere suonate su due manuali, ma non è strettamente necessario che lo siano).
Figlio di un mercante di vini del quartiere Saint-Paul di Parigi, de La Barre sviluppò una predilezione particolare per la formazione in trio (due strumenti concertanti e basso continuo) che illustrava a meraviglia il gusto nobile e fastoso del monarca e introdotto a Versailles da Lully per i celebri "coucher du Roy" (coricamento del re per la notte). Imitando [[Marin Marais]], che già si era accostato al genere nel [[1682]], non è sorprendente che la prima opera di Michel de La Barre, pubblicata da [[Christophe Ballard]] nel [[1694]], sia stata un libro di trii sul cui frontespizio egli si qualifica "flûte de la Chambre du Roy". Dedicata a un'oscura "Mademoiselle G. L. C.", la raccolta privilegia i movimenti teneri e sensibili che spesso hanno fatto dire che de La Barre avesse un talento particolare per commuovere le dame della corte:
 
{{quote
|Mademoiselle, non è né l'ambizione di apparire, né il desiderio di acquisire reputazione che mi hanno spinto a scrivere i trii che vi presento: sebbene l'uno o l'altro motivo siano gloriosi, e che si possa, senza arrossire, lasciarsi andare a una passione così dolce, avrei tuttavia potuto restare a lungo insensibile alle loro dolcezze, se non fossi stato spinto dal desiderio che avevo di fare qualcosa che potesse piacervi e divertirvi. È questo il solo scopo che mi sono proposto nella mia impresa, ed è anche in questa veduta che mi prendo la libertà di offrirvela: avrò sempre ben riuscito, se la vostra delicatezza può esserne contenta, e se posso con ciò persuadervi che sono, con tutto il rispetto possibile, Mademoiselle, il vostro umilissimo ed obbedientissimo servitore,/De La Barre.
|
|Mademoiselle, Ce n’est ni l’ambition de paroître, ni le désir d’acquérir de la réputation, qui m’ont engagé à faire les Trio que je vous présente : Quoyque l’un & l’autre motifs soient glorieux, & que l’on puisse, sans rougir, se laisser aller à un penchant si doux ; Cependant j’aurois peut-être été long-temps insensible à leurs douceurs, si je n’y eusse été poussé par le désir que j’avois de faire quelque chose qui pût vous plaire & vous divertir. C’est le seul but que je me suis proposé dans mon entreprise, & c’est aussi dans cette vûë que je prends la liberté de vous les offrir : j’auray toujours assez bien reüssi, si vôtre délicatesse peut s’en contenter, & si je puis par-là vous persuader que je suis avec tout le respect possible, Mademoiselle, Vôtre très-humble & très-Obeïssant Serviteur,/De La Barre.
|lingua=fr
|lingua2=it
}}
 
Nel [[1703]], entra ufficialmente nella "Musique de l’Écurie et de la Chambre du Roy" e vi resta fino al [[1730]]. In quel momento era già impiegato da Lully come rinforzo nei suoi ''divertissement'' e non tarda, nel [[1700]], a integrarsi nell'orchestra dell'Opéra dimostrandosi uno dei migliori solisti del "petit chœur", come veniva descritto nel [[1703]].
 
==Note==