Gigantopithecus: differenze tra le versioni

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|nome=''Gigantopithecus''
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|immagine= [[File:Gigantopithecus blackimandible.JPG|200px]]jpg
|didascalia=Ricostruzione della [[mandibola]] di ''Gigantopithecus'', al Cleveland Museum of Natural History, Ohio
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|superordine=[[Euarchontoglires]]{{Tassobox gruppo generico|titolo=<small>([[clade]])</small>|nome=[[Euarchonta]]}}
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|binome=† Gigantopithecus blacki
|bidata=1935<ref name=Koenigswald1935>{{cita pubblicazione|cognome1=von Koenigswald|nome1=G. H. R.|titolo=Eine fossile Säugetierfauna mit Simia aus Südchina|rivista=Proceedings of the Koninklijke Akademie van Wetenschappen te Amsterdam|data=1935|volume=38|numero=8|pp=874-879|url=http://www.dwc.knaw.nl/DL/publications/PU00016780.pdf}}</ref>
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*''†[[Gigantopithecus blacki]]''
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'''''Gigantopithecus''''' ({{lang-grc|γίγας|gígas|gigante|t2=πίθηκος|t2'=píthēkos|t2"=scimmia|p=no|pp=no|da=si}}) è un [[Genere (tassonomia)|genere]] estinto di scimmie di enormi dimensioni vissuto nel [[Pleistocene inferiore]]-[[Pleistocene Medio|medio]], circa 2-0,3 milioni di anni fa, in quella che oggi è la [[Cina|Cina meridionale]]. Il genere conta una singola [[Specie tipo|specie]], ''Gigantopithecus blacki'', che detiene il primato di più grande scimmia conosciuta. Potenziali resti aggiuntivi sono stati ritrovati anche in [[Thailandia]], [[Vietnam]] e [[Indonesia]]. I primi resti di ''Gigantopithecus'', due [[Molare|terzi molari]], furono identificati in una farmacia cinese dall'[[antropologo]] [[Gustav Heinrich Ralph von Koenigswald|Gustav H. R. von Koenigswald]], nel 1935, che in seguito descrisse l'animale. Nel 1956, a [[Contea di Liucheng|Liucheng]] vennero trovati la prima mandibola e oltre 1&nbsp;000 denti; da allora sono stati trovati numerosi altri resti in almeno 16 siti. Attualmente l'animale è noto solo da denti e quattro mandibole, mentre altri possibili elementi scheletrici sono stati probabilmente consumati da [[Hystricidae|istrici]] prima che potessero fossilizzarsi.<ref name=ZhangHarrison2017/> Originariamente, si credeva che il ''Gigantopithecus'' fosse un [[Hominina|ominina]], un membro della linea umana, ma le più recenti analisi cladistiche indicherebbero che si trattasse di un parente stretto degli [[Pongo (zoologia)|oranghi]], classificati nella [[sottofamiglia]] [[Ponginae]].
Il '''gigantopiteco''' (gen. '''''Gigantopithecus''''' dal greco: gigas γίγας "gigante", pithecos πίθηκος "scimmia") era un animale preistorico appartenente all'[[ordine (tassonomia)|ordine]] dei [[primates|primati]], vissuto nel [[Pleistocene]]. Apparve all'incirca 1 milione di anni fa e si estinse all'incirca 300&nbsp;000 anni fa <ref>[http://dailynews.mcmaster.ca/story.cfm?id=3637 Giant ape lived alongside humans]</ref>. Si pensa che condivise con l'[[Homo erectus]] l'ambiente nel quale visse, dove oggi si colloca il sudest [[asia]]tico.<br>
I reperti fossili sembrano dimostrare che fu l'[[Hominidae|ominide]] più grande che abbia mai abitato il pianeta.<br>
Probabilmente era [[quadrupede]] ed [[erbivoro]], con una dieta simile a quella dell'attuale [[panda gigante]], basata sulle foglie di [[bambù]] e integrata magari con frutta di stagione.<br>
Anche se si ignora la causa della sua [[estinzione]], si suppone che questa sia stata dovuta a cambiamenti climatici ed alla competizione con specie meglio adattatesi, come uomini primitivi e panda.
[[File:Gigantopithecus bilaspurensis mandible.JPG|thumb|200px|left|Mandibola di ''Gigantopithecus bilaspurensis'']]
Basandosi sugli scarsi reperti trovati (denti di 2,5&nbsp;cm di lato), si può pensare che i gigantopitechi arrivassero a misurare fino a 3 metri di altezza e fino a 500&nbsp;kg di peso, queste stime si basano sui paragoni che si fanno con i loro parenti più prossimi ancora esistenti, rappresentati dagli [[Orango|oranghi]].
 
Sebbene il ''Gigantopithecus'' venga tradizionalmente ricostruito come un'enorme scimmia simile a un [[gorilla]], raggiungendo, potenzialmente, anche 2-3 tonnellate di peso, la scarsità dei resti di questo animale rende le stime delle dimensioni totali altamente speculative. La specie potrebbe essere stata [[Dimorfismo sessuale|sessualmente dimorfica]], con maschi molto più grandi delle femmine. Gli incisivi sono ridotti e i canini sembrano aver avuto la stessa funzione dei denti posteriori ([[Premolare|premolari]] e molari). I premolari sono a [[Corona (odontoiatria)|corona]] alta e il quarto premolare è molto simile a un molare. I molari sono i più grandi tra tutte le scimmie conosciute e hanno una superficie relativamente piatta. ''Gigantopithecus'' aveva lo [[Smalto (odontoiatria)|smalto]] più spesso per misura assoluta di ogni altra scimmia conosciuta, fino a 6 millimetri in alcune aree, sebbene fosse solo abbastanza spesso quando si tiene conto delle dimensioni dei denti.
Fu il [[Paleontologia|paleontologo]] tedesco [[Gustav Heinrich Ralph von Koenigswald|Ralph von Koenigswald]] che trovò i molari appartentenenti all'animale nella zona di [[Hong Kong]] nel [[1935]]. Subito riconobbe che si trattava di un gigantesco primate, le sue ricerche proseguirono per quattro anni finché allo scoppio della [[seconda guerra mondiale]] fu fatto prigioniero, dovendo ovviamente interrompere gli studi.
 
Nonostante le enormi dimensioni stimate, l'analisi dei denti e delle mandibole di ''Gigantopithecus'' sembrano indicare un [[erbivoro]] generalista che si nutriva soprattutto di [[piante C3]], dotato di fauci atte alla macinazione, frantumazione e taglio di piante fibrose dure, e smalto spesso atto a resistere a cibi con particelle abrasive come steli, radici e tuberi con sporcizia. Alcuni denti presentano tracce di frutti della famiglia dei [[Moraceae|fichi]], che potrebbero essere stati importanti componenti della dieta dell'animale. Viveva principalmente nelle foreste subtropicali e tropicali, e si estinse circa 300&nbsp;000 anni fa, probabilmente, a causa del ritiro del suo habitat preferito per via dei cambiamenti climatici e dell'attività umana. ''Gigantopithecus'' è diventato piuttosto popolare nei circoli di [[criptozoologia]], in quanto visto come la fonte dietro le leggende dello [[yeti]] [[tibet]]ano e del [[bigfoot]] [[America del Nord|americano]], creature simili a grandi uomini pelosi nel folklore locale.
Gran parte dei fossili di questa creatura andarono perduti a causa del loro utilizzo nella [[medicina tradizionale cinese]], la quale dava loro grande valore, anche per la denominazione che gli diede: quella di ''ossa di drago''.
 
== Descrizione ==
La [[criptozoologia]] ha ipotizzato che alcune creature leggendarie, come lo [[Yeti]] ed il [[Bigfoot]], non siano altro che varianti del gigantopiteco sopravvissute fino ad oggi.
[[File:Gigantopithecus.png|thumb|left|Ricostruzione di un esemplare di ''Gigantopithecus'' di costituzione robusta e con una postura simile al [[gorilla]]]]
=== Dimensioni ===
Le stime sulle dimensioni totali di questo animale sono altamente speculative poiché gli unici elementi scheletrici noti sono denti e mandibole, e le dimensioni dei molari e il peso corporeo totale non sempre sono correlati, come nel caso dei post-canini degli ominidi megadonti, che hanno una corporatura piccola rispetto allo spesso smalto dei molari.<ref name="Olejniczak2008">{{Cita pubblicazione |cognome1=Olejniczak |nome1=A.J. |autore2=''et at'' |anno=2008 |titolo=Molar enamel thickness and dentine horn height in ''Gigantopithecus blacki'' |rivista=[[American Journal of Physical Anthropology]] |volume=135 |pp=85-91 |doi=10.1002/ajpa.20711 |pmid=17941103 |url=http://www.anthonyolejniczak.com/PDF/olejniczak_et_al_2008_AJPA_Gigantopithecus.pdf |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160303233645/http://www.anthonyolejniczak.com/PDF/olejniczak_et_al_2008_AJPA_Gigantopithecus.pdf |dataarchivio=3 marzo 2016 }}</ref> Nel 1946, Weidenreich ipotizzò che il ''Gigantopithecus'' avesse dimensioni doppie rispetto a un maschio di gorilla.<ref name=Weidenreich1946/> Nel 1957, Pei stimò un'altezza totale di circa 3,7 metri (12 piedi). Nel 1970, Simons e il paleontologo americano Peter Ettel raggiunsero un'altezza di quasi 2,7 metri (9 piedi) e un peso massimo di 270&nbsp;kg (600 libbre), che è circa il 42% più pesante del peso medio di un maschio di gorilla. Nel 1979, l'antropologo americano Alfred E. Johnson Jr. utilizzò le dimensioni dei gorilla per stimare una lunghezza del [[femore]] di 54,4 centimetri, e una lunghezza dell'[[Omero (anatomia)|omero]] di 62,7 centimetri, circa il 20-25% più lunghi di quelli di un gorilla.<ref>{{cita pubblicazione|nome=A. E.|cognome=Johnson Jr.|anno=1979|titolo=Skeletal Estimates of ''Gigantopithecus'' Based on a Gorilla Analogy|rivista=Journal of Human Evolution|volume=8|numero=6|pp=585-587|doi=10.1016/0047-2484(79)90111-8}}</ref> Nel 2017, il paleoantropologo cinese Yingqi Zhang e l'antropologo americano Terry Harrison hanno suggerito una massa corporea di 200–300&nbsp;kg, anche se hanno ammesso che questa era probabilmente una sopravvalutazione ed è impossibile ottenere una stima affidabile della massa corporea senza resti più completi.<ref name=ZhangHarrison2017/>
 
La lunghezza massima media dei [[Canino|canini superiori]] per i presunti maschi e femmine è, rispettivamente, di 21,1 millimetri e 15,4 millimetri, e l'esemplare fossile Mandible III (un presunto maschio) è del 40% più grande dell'esemplare Mandible I (una presunta femmina). Questo implica la presenza di un [[dimorfismo sessuale]], con i maschi più grandi delle femmine. Un grado così alto di dimorfismo è superato solo dai gorilla, tra le scimmie moderne per dimensioni dei canini, ma non è superato da nessun altro primate per la disparità mandibolare.<ref name=ZhangHarrison2017/>
==Cultura popolare==
 
Capitan Sbudella, l'antagonista del film [[L'era glaciale 4 - Continenti alla deriva]], è un Gigantopiteco.
=== Denti e mandibola ===
''Gigantopithecus'' aveva una [[formula dentaria]], simile a quella dell'[[Homo sapiens|uomo]], ovvero:
{| style="margin: 0 0 0.5em 1em; border-collapse:collapse; text-align:center;" border="1" cellpadding="0"
|-
| '''2.1.2.3'''
|-
| '''2.1.2.3'''
|}
[[File:Giganthopithecus blacki, molar.jpeg|thumb|Molare di ''Gigantopithecus'']]
Con 2 [[incisivi]], 1 [[canino (anatomia)|canino]], 2 [[premolari]] e 3 [[molari]] in ogni metà della [[mandibola]] per entrambe le mandibole.<ref name=ZhangHarrison2017>{{cita pubblicazione|autore1= Y. Zhang|autore2= T. Harrison|titolo= ''Gigantopithecus blacki'': a giant ape from the Pleistocene of Asia revisited|rivista= American Journal of Physical Anthropology|volume= 162|numero= S63|anno= 2017|pp=153-177|doi=10.1002/ajpa.23150|pmid= 28105715}}</ref> È stato suggerito che i canini, a causa della mancanza di sfaccettature di levigatura (che li mantengono affilati) e della loro complessiva robustezza, avessero la stessa funzione dei premolari e dei molari. Come altre scimmie con molari ingranditi, gli incisivi di ''Gigantopithecus'' erano piuttosto ridotti.<ref name=Dean2003/><ref name=Ciochon1996>{{cita pubblicazione|cognome1=Ciochon |nome1=R. |wkautore=Russell Ciochon |anno=1996 |titolo=Dated Co-Occurrence of ''Homo erectus'' and ''Gigantopithecus'' from Tham Khuyen Cave, Vietnam |rivista=Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America |volume=93 |numero=7 |pp=3016-3020 |doi=10.1073/pnas.93.7.3016 |pmid=8610161 |pmc=39753}}</ref> Il lato linguale degli incisivi (la faccia linguale), che può estendersi fino alla [[Radice (odontoiatria)|radice]] del dente, suggerisce un [[Malocclusione|underbite]].<ref name=ZhangHarrison2017/> L'anatomia mandibolare complessiva e l'usura dei denti suggeriscono un movimento laterale della mascella durante la masticazione (escursione laterale).<ref name=Kono2014/> Gli incisivi e i canini hanno radici estremamente lunghe, almeno il doppio della lunghezza della [[Corona (odontoiatria)|corona]] (la parte visibile del dente). Questi denti erano strettamente collocati insieme.<ref name=ZhangHarrison2017/>
 
Nella mascella superiore, il terzo premolare ha una superficie media di 20,3&nbsp;mm × 15,2&nbsp;mm, il quarto premolare 15,2–16,4&nbsp;mm, il primo e/o il secondo molare (che sono difficili da distinguere) 19,8&nbsp;mm × 17,5&nbsp;mm e il terzo molare 20,3&nbsp;mm × 17,3&nbsp;mm. Nella mascella inferiore, il terzo premolare ha una media di 15,1&nbsp;mm × 20,3&nbsp;mm, il quarto premolare 13,7&nbsp;mm × 20,3&nbsp;mm, il primo/secondo molare 18,1&nbsp;mm × 20,8&nbsp;mm e il terzo molare 16,9&nbsp;mm × 19,6&nbsp;mm. I molari di ''Gigantopithecus'' sono i più grandi di tutte le scimmie conosciute.<ref name=ZhangHarrison2017/> I denti sembrano aumentare di dimensioni nel tempo.<ref name=Shao2017/> I premolari hanno una corona alta e quelli inferiori hanno due radici, mentre quelli superiori ne hanno tre. I molari inferiori hanno una corona più bassa, sono lunghi e stretti e hanno la vita sulla linea mediana che è più pronunciata nei molari inferiori, con cuspidi basse e bulbose e creste arrotondate.<ref name=ZhangHarrison2017/>
 
Lo smalto sui molari è in assoluto il più spesso tra tutte le scimmie conosciute, con una media di 2,5–2,9 millimetri in tre diversi molari e oltre 6 millimetri sulle cuspidi del lato linguale di un molare superiore.<ref name=Kono2014/> Ciò ha portato ad un confronto con l'[[Hominidae|hominide]] ''[[Paranthropus]]'', che aveva molari estremamente grandi e smalto spesso per le sue dimensioni.<ref name=Dean2003/><ref name=Kono2014>{{cita pubblicazione|nome1=R. T.|cognome1=Kono|nome2=Y.|cognome2=Zhang|nome3=C.|cognome3=Jin|nome4=M.|cognome4=Takai|nome5=G.|cognome5=Suwa|anno=2014|titolo=A 3-dimensional assessment of molar enamel thickness and distribution pattern in ''Gigantopithecus blacki''|rivista=Quaternary International|volume=354|pp=46-51|doi=10.1016/j.quaint.2014.02.012}}</ref> Tuttavia, in relazione alle dimensioni del dente, lo spessore dello smalto del ''Gigantopithecus'' si sovrappone a quello di molte altre scimmie viventi ed estinte. Come gli oranghi e potenzialmente tutti i [[Ponginae|pongini]] (sebbene a differenza delle scimmie africane) i molari di ''Gigantopithecus'' avevano una superficie di molatura ampia e piatta (tabulare), con una superficie di smalto uniforme e brevi corni di dentina (le aree dello strato di dentina che sporgono verso l'alto nello strato di smalto superiore).<ref name="Olejniczak2008"/> I molari sono i più [[Ipsodonte|ipsodonti]] (dove lo smalto si estende oltre le gengive) di qualsiasi altra scimmia conosciuta.<ref name=ZhangHarrison2017/>
 
== Tassonomia ==
=== Storia della ricerca ===
[[File:F. Schrenk mit Gigantopithecus-Molar 2005.jpg|thumb|left|Friedemann Schrenk con l'[[olotipo]] di ''G. blacki'': un [[molare]]]]
''Gigantopithecus blacki'' venne nominato dall'antropologo ''von Koenigswald'' nel 1935, sulla base di due [[Molare|terzi molari inferiori]], descritti da von Koenigswald come di notevoli dimensioni (il primo era "''Ein gewaltig grosser'' (...) ''Molar''", mentre il secondo venne descritto come "''der enorme Grösse besitzt''"), misurando 20&nbsp;mm × 22&nbsp;mm.<ref name=Koenigswald1935/> Il nome specifico, ''blacki'', venne dato in onore del paleoantropologo canadese [[Davidson Black]], che aveva studiato l'evoluzione umana in Cina ed era morto l'anno precedente. Von Koenigswald, che lavorava per la [[Indie orientali olandesi|Dutch East Indies]] Mineralogical Survey a [[Giava|Java]], aveva trovato i denti in una farmacia tradizionale a [[Hong Kong]] dove venivano venduti come "ossa di drago" per essere utilizzati nella [[medicina tradizionale cinese]]. Nel 1939, dopo aver acquistato più denti, von Koenigswald determinò che dovevano venire da qualche parte nel [[Guangdong]] o nel [[Guangxi]]. Non poté descrivere formalmente l'esemplare tipo fino al 1952 a causa del suo internamento da parte delle forze giapponesi durante la [[Seconda Guerra Mondiale]]. I denti originariamente scoperti fanno parte della collezione dell'[[Università di Utrecht]].<ref name=ZhangHarrison2017/><ref name=Hartwig2002/>
 
Nel 1955, un gruppo di ricerca guidato dal paleontologo cinese [[Pei Wenzhong]] fu incaricato dall'Istituto cinese di Paleontologia e Paleoantropologia dei Vertebrati (IVPP) di trovare la località originale da cui erano stati recuperati i denti di ''Gigantopithecus''. La sua spedizione recuperò ben 47 denti spacciati per "ossa di drago" nel Guangdong e nel Guangxi. Nel 1956, il team scoprì i primi resti ''in situ'', un terzo molare e un [[premolare]], in una grotta (in seguito denominata "Grotta del ''Gigantopithecus''") nel monte Niusui, Guangxi. Sempre nel 1956, un agricoltore di [[Contea di Liucheng|Liucheng]], Xiuhuai Qin, scoprì più denti e la prima mandibola nel suo campo. Dal 1957 al 1963, la squadra di ricognizione IVPP ha effettuato scavi in quest'area e ha recuperato altre due mandibole e più di 1&nbsp;000 denti.<ref name=ZhangHarrison2017/><ref name=Hartwig2002/><ref name="Poirier1999">{{cita libro|nome1=F.E. |cognome1=Poirier |nome2=J.K. |cognome2=McKee | titolo=Understanding Human Evolution |url=https://archive.org/details/understandinghum0000poir |edizione= fourth | editore=Prentice Hall |città=Upper Saddle River, New Jersey |anno=1999| pp=[https://archive.org/details/understandinghum0000poir/page/119 119] |isbn=0130961523}}</ref><ref name="Coichon1991">{{cita pubblicazione|cognome1=Coichon |nome1=R. |anno=1991 |titolo=The ape that was – Asian fossils reveal humanity's giant cousin |rivista=Natural History |volume=100 |pp=54-62 |issn=0028-0712 |url=http://www.uiowa.edu/~bioanth/giganto.html |urlmorto=unfit |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150525202625/http://www.uiowa.edu/~bioanth/giganto.html |dataarchivio=25 maggio 2015 }}</ref>
 
Da allora, resti confermati di ''Gigantopithecus'' sono stati ritrovati in 16 diversi siti nel sud della Cina. I siti più settentrionali sono Longgupo e Longgudong, appena a sud del [[fiume Azzurro]], e più a sud sull'isola di Hainan nel [[Mar Cinese Meridionale]]. Un canino isolato dalla grotta di Thẩm Khuyên, [[Vietnam]], e un quarto premolare da Pha Bong, [[Thailandia]], potrebbero essere assegnati a ''Gigantopithecus'', sebbene questi potrebbero anche rappresentare l'estinto [[Pongo (zoologia)|orango]] ''[[Pongo weidenreichi]]''.<ref name=ZhangHarrison2017/> Due frammenti mandibolari che conservano ciascuno gli ultimi due molari, rinvenuti a Semono, [[Giava]], descritti nel 2016 potrebbe appartenere a ''Gigantopithecus''.<ref name=Sofwan2016>{{cita pubblicazione |cognome1=Sofwan |nome1=N. |anno=2016 |titolo=Primata Besar di Jawa: Spesimen Baru ''Gigantopithecus'' dari Semedo|titolotradotto=Giant Primate of Java: A new ''Gigantopithecus'' specimen from Semedo|rivista=Berkala Arkeologi |volume=36 |numero=2 |pp=141-160 |doi=10.30883/jba.v36i2.241 |url=https://www.researchgate.net/publication/323630558 }}</ref> I resti più antichi risalgono a 2 milioni di anni fa dalla grotta di Baikong e i più giovani a 380&nbsp;000-310&nbsp;000 anni fa dalla grotta di Hei.<ref name=ZhangHarrison2017/> Nel 2014 venne scoperta una quarta mandibola confermata a [[Distretto di Yanliang|Yanliang]], nella Cina centrale.<ref name=Zhang2014>{{cita pubblicazione|nome1=Y.|cognome1=Zhang|nome2=C.|cognome2=Jin|anno=2015|titolo=A fourth mandible and associated dental remains of ''Gigantopithecus blacki'' from the Early Pleistocene Yanliang Cave, Fusui, Guangxi, South China|rivista=Historical Biology|volume=28|numero=1–2|pp=95-104|doi=10.1080/08912963.2015.1024115}}</ref> La maggior parte delle ossa recuperate mostrano chiari segni di morsi di [[roditori]], e la grande quantità di denti rinvenuti nelle caverne è probabilmente opera degli [[Hystricidae|istrici]]. Gli istrici rosicchiano le ossa per ottenere i nutrienti necessari per la crescita degli aculei e possono trasportare grandi ossa nelle loro tane sotterranee e consumarle interamente, tranne le corone dei denti ricoperte di smalto. Questo potrebbe spiegare perché i denti si trovano in genere in grande quantità e perché i resti scheletrici siano così rari.<ref name=ZhangHarrison2017/>
 
=== Classificazione ===
[[File:Orang Utan, Semenggok Forest Reserve, Sarawak, Borneo, Malaysia.JPG|thumb|''Gigantopithecus'' è strettamente imparentato con gli oranghi (sopra, un maschio di [[orango del Borneo]])]]
Nel 1935, von Koenigswald considerava ''Gigantopithecus'' come uno stretto parente del ''[[Sivapithecus]]'', del [[Miocene|Miocene superiore]] [[india]]no.<ref name=Koenigswald1935/> Nel 1939, il paleontologo sudafricano [[Robert Broom]] ipotizzò che fosse strettamente imparentato con ''[[Australopithecus]]'' e l'[[ultimo antenato comune]] dell'uomo e delle altre scimmie.<ref>{{cita pubblicazione|cognome=Broom|nome=R.|wkautore=Robert Broom|anno=1939|titolo=The dentition of the Transvaal Pleistocene anthropoids, ''Plesianthropus'' and ''Paranthropus''|rivista=Annals of the Transvaal Museum|volume=19|numero=3|pp=303-314|url=https://journals.co.za/docserver/fulltext/nfi_annalstm/19/3/484.pdf?expires=1587575563&id=id&accname=guest&checksum=2AB75E7DD6F91D015A8D2145BD8137F9}}</ref> Nel 1946, l'antropologo ebreo tedesco Franz Weidenreich descrisse ''Gigantopithecus'' come un antenato umano sotto il nome di "''Gigantanthropus''", credendo che la stirpe umana avesse attraversato una fase di [[gigantismo]]. Weidenreich affermò che i denti dell'animale erano più simili a quelli dell'uomo moderno e a quelli di ''[[Homo erectus]]'' (all'epoca "''Pithecanthropus''" per i [[Uomo di Giava|primi esemplari di Giava]]), e prevedeva un lignaggio da ''Gigantopithecus'', alla scimmia di Giava ''[[Meganthropus]]'' (allora considerata un antenato dell'uomo), a "''Pithecanthropus''", a "''[[Homo erectus soloensis|Javanthropus]]''", e infine agli [[aborigeni australiani]]. Questo faceva parte della sua [[ipotesi multiregionale]], secondo cui tutte le razze e le etnie moderne si sono evolute indipendentemente da una specie umana arcaica locale, piuttosto che condividere un antenato comune più recente e completamente moderno.<ref name=Weidenreich1946>{{cita libro|url=https://archive.org/details/in.ernet.dli.2015.531106|nome=F.|cognome=Weidenreich|wkautore=Franz Weidenreich|anno=1946|titolo=Apes, Giants, and Man|editore=University of Chicago Press|pp=[https://archive.org/details/in.ernet.dli.2015.531106/page/n68 58]–66}}</ref> Nel 1952, von Koenigswald concordò che ''Gigantopithecus'' fosse un [[ominide]], ma credeva che fosse un animale a parte piuttosto che un antenato dell'uomo.<ref>{{cita pubblicazione|cognome=von Koenigswald|nome=G. H. R.|wkautore=Gustav Heinrich Ralph von Koenigswald|anno=1952|titolo=''Gigantopithecus blacki'' von Koenigswald, a giant fossil hominoid from the Pleistocene of southern China|url=https://archive.org/details/gigantopithecusb0043koen|rivista=Anthropological Papers of the American Museum of Natural History|volume=43|pp=292-325}}</ref> Per tre decenni seguirono diversi dibattiti se ''Gigantopithecus'' fosse un ominide o meno, fino a quando l'ipotesi [[Out of Africa I|Fuori dall'Africa]] capovolse le ipotesi Fuori dall'Asia e multiregionali, ponendo fermamente le origini dell'umanità in Africa.<ref name=ZhangHarrison2017/><ref name=Hartwig2002/>
 
Nel 1969, una mandibola di 8,6 milioni di anni dalle colline [[Shivalik]], nell'India settentrionale, venne classificata come una nuova specie di ''Gigantopithecus'', "''G. bilaspurensis''", dai paleontologi Elwyn L. Simons e Shiv Raj Kumar Chopra, che credevano che questa specie rappresentasse l'antenato di ''G. blacki''.<ref name=ZhangHarrison2017/><ref name=Hartwig2002>{{cita libro|nome=W. C.|cognome=Hartwig|anno=2002|titolo=The Primate Fossil Record|editore=Cambridge University Press|pp=371-372|isbn=978-0-521-66315-1|url= https://books.google.it/books?id=Ezm1OA_s6isC&pg=PA371&redir_esc=y#v=onepage&q&f=false |lingua= en}}</ref> Questa mandibola conteneva dei molari simili a uno scoperto nel 1915 nell'[[Altopiano di Pothohar|altopiano pakistano di Pothohar]], poi classificato come ''[[Dryopithecus]] giganteus''. Nel 1950, Von Koenigswald riclassificò ''D. giganteus'' in un proprio genere, ''[[Indopithecus]]'', ma ciò venne nuovamente cambiato nel 1979 in ''Gigantopithecus giganteus'' dagli antropologi americani Frederick Szalay ed Eric Delson<ref>{{cita libro|nome1=F.|cognome1=Szalay|nome2=E.|cognome2=Delson|anno=1979|titolo=Evolutionary History of the Primates|editore=Academic Press|pp=493-494|isbn=978-1-4832-8925-0|url= https://books.google.it/books?id=jE7gBAAAQBAJ&pg=PA493&redir_esc=y#v=onepage&q&f=false |lingua= en }}</ref> fino a quando ''Indopithecus'' non fu resuscitato come genere nel 2003 dall'antropologo australiano David W. Cameron.<ref name=ZhangHarrison2017/><ref>{{cita pubblicazione|cognome=Cameron|nome=D.|anno=2003|titolo=A functional and phylogenetic interpretation of the late Miocene Siwalik hominid ''Indopithecus'' and the Chinese Pleistocene hominid ''Gigantopithecus''|rivista=Himalayan Geology|volume=24|pp=19-28}}</ref> "''G. bilaspurensis''" è oggi considerato [[Sinonimo (tassonomia)|sinonimo]] di ''Indopithecus giganteus'', e l'unica specie di ''Gigantopithecus'' rimane ''G. blacki''.<ref name=ZhangHarrison2017/><ref>{{cita pubblicazione|cognome=Cameron|nome=D.|anno=2001|titolo=The taxonomic status of the Siwalik late Miocene hominid Indopithecus (= Gigantopithecus)|rivista=Himalayan Geology|volume=22|pp=29-34}}</ref>
 
''Gigantopithecus'' è oggi classificato nella [[sottofamiglia]] [[Ponginae]], strettamente affine a ''[[Sivapithecus]]'' e ''[[Indopithecus]]''. Ciò renderebbe i suoi parenti viventi più stretti gli [[Pongo (zoologia)|oranghi]]. Tuttavia, i due condividono pochi tratti ([[Sinapomorfia|sinapomorfie]]) dettati dai resti frammentari di ''Gigantopithecus'', e la sua classificazione all'interno della stessa sottofamiglia è dettata principalmente dalla sua affinità con ''Sivapithecus'', dai resti più completi che consentono di posizionarlo all'interno di Ponginae con più sicurezza, sulla base delle caratteristiche del cranio. Nel 2017, il paleoantropologo cinese Yingqi Zhang e l'antropologo americano Terry Harrison hanno suggerito che ''Gigantopithecus'' fosse più strettamente imparentato con il genere cinese ''[[Lufengpithecus]]'', estintosi 4 milioni di anni prima di ''Gigantopithecus''.<ref name=ZhangHarrison2017/>
 
Nel 2019, il sequenziamento peptidico delle proteine della [[dentina]] e dello [[Smalto (odontoiatria)|smalto]] di un molare ''Gigantopithecus'' dalla grotta di Chuifeng indica che il ''Gigantopithecus'' era effettivamente strettamente imparentato con gli oranghi e, supponendo che l'attuale [[tasso di mutazione]] negli oranghi sia rimasto costante, condividevano un antenato comune vissuto circa 12-10 milioni di anni fa nel [[Miocene|Miocene medio]]-[[Miocene|superiore]]. Il loro ultimo antenato comune sarebbe stato una parte della [[Radiazione adattativa|radiazione]] miocenica delle scimmie. Lo stesso studio ha calcolato un tempo di divergenza tra le Ponginae e le grandi scimmie africane di circa 26-17,7 milioni di anni fa.<ref name= "Welker2019">{{cita pubblicazione|autore=Welker F., Ramos-Madrigal J., Kuhlwilm M., Liao W., Gutenbrunner P., de Manuel M., Samodova D., Mackie M., Allentoft M. E., Bacon A.-M., Collins M. J., Cox J., Lalueza-Fox C., Olsen J. V., Demeter F., Wang W., Marques-Bonet T., Cappellini E.|titolo= Enamel proteome shows that ''Gigantopithecus'' was an early diverging pongine|rivista= Nature|anno= 2019|doi=10.1038/s41586-019-1728-8|pmc= 6908745|pmid= 31723270|volume= 576|numero= 7786|pp= 262-265}}</ref>
 
[[Cladogramma]] basato sugli studi di Zhang & Harrison (2017):<ref name=ZhangHarrison2017/>
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|label1=[[Hominoidea]] (grandi scimmie)
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|1=''[[Hylobates]]'' (gibboni) [[File:Le gibbon (white background).jpg|40 px]]
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|1=''[[Oreopithecus]]''
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|1=''[[Gorilla]]'' (gorilla) [[File:Gorila de llanura occidental. Gorilla gorilla - Blanca Martí de Ahumada (white background).jpg|50 px]]
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|1=''[[Pan (zoologia)|Pan]]'' (scimpanzé) [[File:PanTroglodytesSmit (white background).jpg|50 px]]
|2=''[[Australopithecus]]'' e ''[[Homo]]'' (uomo) [[File:Bechuana of Distinction-1841 (white background).jpg|60 px]]
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|1='''''Gigantopithecus''''' [[File:Gigantopithecus.png|80 px]]
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== Paleobiologia ==
=== Dieta ===
[[File:Gigantopithecus blacki mandible 010112.jpg|thumb|left|Mandibola di ''Gigantopithecus'', in vista dorsale]]
Nonostante le enormi dimensioni stimate, l'analisi dei denti e delle mandibole di ''Gigantopithecus'' sembrano indicare un [[erbivoro]] generalista. Le analisi degli [[Isotopi del carbonio|isotopi del carbonio-13]] suggeriscono che l'animale consumasse una grande quantità di [[piante C3]], come frutti, foglie e altre piante forestali.<ref name= "Bocherens2017"/> La mandibola del ''Gigantopithecus'' era molto profonda e spessa, indicando che era in grado di resistere a sforzi elevati mentre masticava cibi duri e resistenti. Tuttavia, la stessa anatomia mandibolare è tipicamente osservata anche nelle scimmie moderne che si nutrono principalmente di foglie morbide ([[Folivoro|folivori]]) e semi (granivori). I denti del ''Gigantopithecus'' mostrano un tasso di vaiolatura nettamente inferiore (causato dal consumo di oggetti piccoli e duri) rispetto a quelli degli [[Pongo (zoologia)|oranghi]], più simile al tasso osservato negli [[Pan (zoologia)|scimpanzé]], il che potrebbe indicare una dieta altrettanto generalista.<ref name=ZhangHarrison2017/>
 
I premolari simili a molari, i grandi molari, e le lunghe e robuste radici dei denti masticatori potrebbero indicare che le fauci dell'animale erano atte alla masticazione, frantumazione e macinazione di cibi voluminosi e fibrosi.<ref>{{cita pubblicazione|cognome1=Kupczik|nome1=K.|cognome2=Dean|nome2=M. C.|anno=2008|titolo=Comparative observations on the tooth root morphology of ''Gigantopithecus blacki''|rivista=Journal of Human Evolution|volume=54|numero=2|pp=196-204|doi=10.1016/j.jhevol.2007.09.013|pmid=18045651}}</ref><ref name="Ciochon1991"/> Lo spesso smalto suggerirebbe una dieta a base di cibi abrasivi, come le particelle di sporco sul cibo raccolto vicino o sul terreno (come i germogli di bambù).<ref name=Kono2014/> Allo stesso modo, l'analisi degli isotopi dell'ossigeno suggerisce che ''Gigantopithecus'' consumasse perlopiù piante basse, come steli, radici ed erbe, rispetto agli oranghi. Il [[Tartaro (medicina)|tartaro dentale]] indica anche un consumo di [[tuberi]].<ref>{{cita pubblicazione|nome1=Y.|cognome1=Qu|nome2=C.|cognome2=Jin|nome3=Y.|cognome3=Zhang|anno=2014|titolo=Preservation assessments and carbon and oxygen isotopes analysis of tooth enamel of ''Gigantopithecus blacki'' and contemporary animals from Sanhe Cave, Chongzuo, South China during the Early Pleistocene|rivista=Quaternary International|volume=354|pp=52-58|doi=10.1016/j.quaint.2013.10.053}}</ref> Inoltre, non sembra che ''Gigantopithecus'' consumasse le comuni erbe delle savane ([[piante C4]]).<ref name= "Bocherens2017">{{cita pubblicazione|cognome1=Bocherens |nome1=H. |cognome2=Schrenk |nome2=F. |cognome3=Chaimanee |nome3=Y. |cognome4=Kullmer |nome4=O. |cognome5=Mörike |nome5=D. |cognome6=Pushkina |nome6=D. |cognome7=Jaeger |nome7= J.-J. |titolo=Flexibility of diet and habitat in Pleistocene South Asian mammals: Implications for the fate of the giant fossil ape ''Gigantopithecus'' |rivista=Quaternary International |volume=434 |anno=2017 |pp=148-155 |doi=10.1016/j.quaint.2015.11.059}}</ref> Tuttavia, nel 1990, alcuni [[fitoliti]] di opale attaccati a quattro denti provenienti dalla Grotta del ''Gigantopithecus'' furono identificati come di origine [[graminacee]]; tuttavia, la maggior parte dei fitoliti assomiglia ai peli dei frutti della famiglia dei [[Moraceae|fichi]], che includono [[Ficus carica|fichi]], [[Morus (botanica)|gelsi]], [[Artocarpus altilis|alberi del pane]] e [[Ficus benghalensis|banyan]]. Ciò suggerisce che la frutta fosse una componente dietetica significativa almeno per questa popolazione di ''Gigantopithecus''.<ref name="Ciochon1991">{{cita pubblicazione|cognome1=Ciochon |nome1=R. |wkautore=Russell Ciochon |cognome2= Piperno|nome2=D. R.|cognome3=Thompson|nome3=R. G.|anno=1990|titolo=Opal phytoliths found on the teeth of the extinct ape ''Gigantopithecus blacki'': implications for paleodietary studies|rivista=Proceedings of the National Academy of Sciences|volume=87|numero=20|pp=8120-8124|doi=10.1073/pnas.87.20.8120 }}</ref>
 
I denti risalenti al [[Pleistocene medio]], di 400&nbsp;000-320&nbsp;000 anni, ritrovati nella grotta di [[Contea di Hejiang|Hejiang]], nel sud-est della Cina (periodo vicino all'estinzione dell'animale) mostrano alcune differenze dal materiale del [[Pleistocene inferiore]] da altri siti, il che potrebbe potenzialmente indicare che la popolazione di ''Gigantopithecus'' dello Hejiang fosse una forma specializzata che si stava adattando a un ambiente mutevole con diverse risorse alimentari. I denti di Hejiang mostrano una superficie esterna dello smalto meno livellata (più crenulata) a causa della presenza di creste secondarie che emanano dal [[Cuspide (odontoiatria)|paracono]] e dal [[Cuspide (odontoiatria)|protocono]] sul lato del molare più vicino alla linea mediana (medialmente), così come creste maggiori più affilate, rendendo il dente meno piatto di quello degli altri esemplari.<ref name=Zhang2014/><ref>{{cita pubblicazione|cognome1=Zhang|nome1=Y.|cognome2=Kono|nome2=R. T.|cognome3=Jin|nome3=C.|cognome4=Wang|nome4=W.|cognome5=Harrison|nome5=T.|anno=2014|titolo=Possible change in dental morphology in ''Gigantopithecus blacki'' just prior to its extinction: evidence from the upper premolar enamel–dentine junction|rivista=Journal of Human Evolution|volume=75|pp=166-171|doi=10.1016/j.jhevol.2014.06.010|pmid=25063565}}</ref><ref name=ZhangKono2014>{{cita pubblicazione|cognome1=Zhang|nome1=Y.|cognome2=Kono|nome2=R. T.|cognome3=Jin|nome3=C.|cognome4=Wang|nome4=W.|anno=2014|titolo=New 400–320 ka ''Gigantopithecus blacki'' remains from Hejiang Cave, Chongzuo City, Guangxi, South China|rivista=Quaternary International|volume=354|pp=35-45|doi=10.1016/j.quaint.2013.12.008}}</ref>
 
Nel 1957, la scoperta di resti di ungulati in una grotta situata in una montagna apparentemente inaccessibile, portò all'ipotesi che ''Gigantopithecus'' fosse un predatore che abitava nelle caverne e trasportasse le sue prede nelle caverne per cibarsene.<ref>{{cita pubblicazione|nome=W.|cognome=Pei|anno=1957|titolo=Giant ape's jaw bone discovered in China|url=https://archive.org/details/sim_american-anthropologist_1957-10_59_5/page/834|rivista=American Anthropologist|pp=834-838|doi=10.1525/aa.1957.59.5.02a00080|volume=59|numero=5}}</ref> Tuttavia, questa ipotesi non è più considerata possibile poiché la sua anatomia dentale è coerente con quella di un erbivoro.<ref name= "Bocherens2017"/> Nel 1975, il paleoantropologo americano Tim D. White notò delle somiglianze tra le fauci e la dentatura di ''Gigantopithecus'' e quelle del [[Ailuropoda melanoleuca|panda gigante]], e suggerì che entrambi occupavano la stessa [[nicchia ecologica]], essendosi specializzati nel nutrirsi di [[bambù]].<ref>{{cita pubblicazione|nome=T. D.|cognome=White|anno=1975|titolo=Geomorphology to paleoecology: ''Gigantopithecus'' reappraised|rivista=Journal of Human Evolution|volume=4|numero=3|pp=219-233|doi=10.1016/0047-2484(75)90009-3}}</ref> Questa ipotesi ha ottenuto il supporto di alcuni ricercatori successivi, ma lo smalto più spesso e l'ipsodontia di ''Gigantopithecus'' potrebbero suggerire una funzionalità diversa per questi denti.<ref name=Kono2014/>
 
=== Crescita ===
Si stima che un terzo molare permanente di ''Gigantopithecus'', basato su circa 600-800 giorni necessari per la formazione dello smalto delle [[Cuspide (odontoiatria)|cuspidi]] (che è piuttosto lungo), impiegasse quattro anni per formarsi, che è all'interno dell'intervallo (anche se nella gamma molto superiore) dei tempi di formazione dello smalto negli umani e negli scimpanzé. Come in molte altre scimmie fossili, è stato stimato che il tasso di formazione dello smalto vicino alla giunzione smalto-dentina (la dentina è lo strato pieno di nervi sotto lo smalto) inizi a circa quattro μm al giorno; questo è visto solo nei denti da latte delle scimmie moderne.<ref name=Dean2003>{{cita pubblicazione|nome1=M. C.|cognome1=Dean|nome2=F.|cognome2=Schrenk|anno=2003|titolo=Enamel thickness and development in a third permanent molar of ''Gigantopithecus blacki''|rivista=Journal of Human Evolution|volume=45|numero=5|pp=381-388|doi=10.1016/j.jhevol.2003.08.009|pmid=14624748}}</ref>
 
Il sequenziamento delle proteine dello smalto di ''Gigantopithecus'' ha identificato l'alfa-2-HS-glicoproteina (AHSG), che, nelle scimmie moderne, è importante nella mineralizzazione dell'osso e della dentina. Poiché è stato trovato nello smalto e non nella dentina, l'AHSG potrebbe essere stato un componente aggiuntivo in ''Gigantopithecus'' che facilitava la biomineralizzazione dello smalto durante la prolungata [[amelogenesi]] (crescita dello smalto).<ref name= "Welker2019"/>
 
=== Comportamento sociale ===
Gli alti livelli di [[dimorfismo sessuale]] potrebbero indicare una competizione tra maschi relativamente intensa, sebbene, considerando i canini superiori proiettati solo leggermente più in avanti dei denti guanciali, l'esibizione canina non era probabilmente molto importante nel [[comportamento agonistico]], a differenza delle scimmie moderne.<ref name=ZhangHarrison2017/>
 
=== Locomozione ===
Il metodo di locomozione del ''Gigantopithecus'' è tuttora incerto, in quanto non è mai stato trovato un [[Bacino (anatomia)|osso pelvico]] o un osso delle gambe. L'ipotesi più accreditata dai paleontologi è la locomozione [[quadrupede]], in modo simile a quella degli odierni [[gorilla]] e [[scimpanzé]], poggiando a terra solo le nocche degli arti anteriori; tuttavia, una minoranza di paleontologi sostiene che l'animale fosse in grado di una locomozione [[bipede]]. Tale ipotesi è stata proposta sulla base della forma della mandibola dell'animale che presenta una conformazione a U, come quella umana. Questa conformazione lascia spazio per la [[trachea]] all'interno della mascella, permettendo al cranio di posizionarsi esattamente su una spina dorsale completamente eretta come nell'uomo moderno, piuttosto che di fronte a essa come nelle altre grandi scimmie moderne.<ref name=ZhangHarrison2017/>
 
Tuttavia, l'opinione della maggioranza è che il peso di un così grande animale avrebbe messo in enorme stress gli arti posteriori, specie se la creatura avesse camminato continuamente in locomozione bipede; una locomozione quadrupede, invece, permetteva all'animale di distribuire tutto il suo peso equamente, come i moderni [[gorilla]].<ref name=ZhangHarrison2017/>
 
=== Paleopatologie ===
I molari di ''Gigantopithecus'' presentano un alto tasso di [[Carie dentaria|carie]] dell'11%, il che potrebbe significare che la frutta era comunemente inclusa nella loro dieta.<ref name=ZhangHarrison2017/><ref name="Ciochon1991"/> I molari della Grotta del ''Gigantopithecus'' presentano frequentemente ipoplasia dello smalto puntiforme, dove lo smalto si forma impropriamente con fossette e solchi. Ciò può essere causato dalla malnutrizione durante gli anni di crescita, che potrebbe indicare periodiche carenze di cibo, sebbene possa essere indotta anche da altri fattori.<ref name="Ciochon1991"/> L'esemplare PA1601-1 della grotta di Yanliang mostra segni di perdita dei denti del secondo molare destro prima dell'eruzione del terzo molare vicino (che è cresciuto obliquamente), il che suggerisce che questo individuo è stato in grado di sopravvivere a lungo nonostante le ridotte capacità masticatorie.<ref name=Zhang2014/>
 
== Paleoecologia ==
[[File:鼎湖山-鼎湖 - panoramio.jpg|thumb|Dinghu Mountain (sopra) potrebbe essere un analogo moderno agli habitat in cui viveva ''Gigantopithecus'', nel [[Pleistocene inferiore]]<ref name=ZhangHarrison2017/>]]
I resti di ''Gigantopithecus'' sono stati ritrovati generalmente in quella che un tempo era una foresta di latifoglie sempreverdi subtropicale nel sud della [[Cina]], con l'eccezione di [[Hainan]] che presentava un habitat di [[foresta pluviale tropicale]]. L'analisi degli isotopi del carbonio e dell'ossigeno dello smalto dei denti risalenti al Pleistocene inferiore, suggerisce che ''Gigantopithecus'' abitasse nelle dense foreste pluviali, umide e chiuse. Il sito della caverna di Queque presentava una foresta mista di latifoglie e sempreverdi dominata da [[Betula|betulle]], [[Quercus|querce]] e [[Castanopsis|chinkapin]], oltre a diverse [[erbe]] e [[felci]] basse.<ref name=ZhangHarrison2017/>
 
La "[[fauna]] ''Gigantopithecus''" è uno dei più importanti gruppi faunistici di mammiferi del Pleistocene inferiore della [[Cina|Cina meridionale]], e comprende specie forestali tropicali o subtropicali. Questo gruppo è stato suddiviso in tre fasi che coprono 2,6-1,8 milioni di anni fa, 1,8-1,2 milioni di anni fa e 1,2-0,8 milioni di anni fa. La fase iniziale è caratterizzata da animali [[Neogene|neogenici]] più antichi come l'[[Proboscidea|elefante]] ''[[Sinomastodon]]'', il [[Chalicotheria|chalicotherio]] ''[[Hesperotherium]]'', il [[Suinae|suino]] ''[[Dicoryphochoerus]]'', il [[Tragulidae|cervo-topo]] ''[[Dorcabune]]'' e il [[cervo]] ''[[Cervavitus]]''. Lo stadio intermedio è indicato dalla comparsa del [[Ailuropodinae|panda]] ''[[Ailuropoda wulingshanensis]]'', il [[Cuon (zoologia)|dhole]] ''[[Cuon antiquus]]'' e il [[Tapiridae|tapiro]] ''[[Tapirus sinensis]]''. La fase avanzata presenta animali più tipici del Pleistocene medio come il panda ''[[Ailuropoda baconi]]'' e l'elefante ''[[Stegodon]]''.<ref name=Jin2014>{{cita pubblicazione|nome1=C.|cognome1=Jin|nome2=Y.|cognome2=Wang|anno=2014|titolo=Chronological sequence of the early Pleistocene ''Gigantopithecus'' faunas from cave sites in the Chongzuo, Zuojiang River area,South China|rivista=Quaternary International|volume=354|pp=4-14|doi=10.1016/j.quaint.2013.12.051}}</ref> Altri animali classici di questa fauna includono tipicamente [[Pongo (zoologia)|oranghi]], [[Macaca|macachi]], [[rinoceronti]], i suini estinti ''[[Sus xiaozhu]]'' e ''[[Sus peii]]'', [[Muntiacus|muntjac]], [[Cervus|cervi]], [[Bos gaurus|gaur]], l'[[Caprinae|antilope capra]] ''[[Megalovis]]'', e più raramente il grande [[Machairodontinae|felino dai denti a sciabola]] ''[[Megantereon]]''.<ref>{{cita pubblicazione|nome1=M.|cognome1=Zhu|nome2=B. W.|cognome2=Schubert|nome3=J.|cognome3=Liu|nome4=S. C.|cognome4=Wallace|anno=2014|titolo=A new record of the saber-toothed cat ''Megantereon'' (Felidae, Machairodontinae) from an Early Pleistocene ''Gigantopithecus'' fauna, Yanliang Cave, Fusui, Guangxi, South China|rivista=Quaternary International|volume=354|pp=100-109|doi=10.1016/j.quaint.2014.06.052}}</ref> Nel 2009, il paleoantropologo americano Russel Ciochon ipotizzò che una scimmia delle dimensioni di uno scimpanzé ancora non descritta, identificata da alcuni denti, sarebbe coesistita con ''Gigantopithecus''.<ref name=Ciochon2009/> La grotta di Longgudong potrebbe aver rappresentato una zona di transizione tra i regni [[Ecozona paleartica|paleartico]] e [[Ecozona indomalese|orientale]], con la presenza, accanto alla tipica fauna ''Gigantopithecus'', di animali più boreali come [[Erinaceus|ricci]], [[Hyaenidae|iene]], [[Equus|cavalli]], il bovino ''[[Leptobos]]'' e i [[Ochotonidae|pika]]. Grazie alla sua mole, ''Gigantopithecus'' non era una preda facile e i maschi adulti, probabilmente, non avevano nemici naturali. Tuttavia, i cuccioli o gli esemplari più deboli potevano divenire preda di carnivori come [[Panthera tigris|tigri]], [[pitoni]], [[coccodrilli]], [[Machairodontinae|machairodonti]], [[iene]], [[Orso|orsi]] e forse addirittura dell{{'}}''[[Homo erectus]]''.<ref name=Jin2014/>
 
''Gigantopithecus'' sembra essersi estinto tra 295&nbsp;000 e 215&nbsp;000 anni fa<ref name = Natu2024>{{cita pubblicazione |autore1=Yingqi Zhang et al. |titolo=The demise of the giant ape Gigantopithecus blacki |rivista= Nature|volume=625 |numero=7995 |anno=2024 |mese=Jan |pp=535-539 |id= |doi= 10.1038/s41586-023-06900-0 |pmid=38200315 |url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC10794149/ |lingua=en }}</ref>, probabilmente a causa della sparizione verso sud della foresta e del suo habitat principale durante il Pleistocene medio causato dall'aumento della stagionalità, dalle forze monsoniche e da una tendenza al raffreddamento.<ref name=Shao2017>{{cita pubblicazione|nome1=Q.|cognome1=Shao|nome2=Y.|cognome2=Wang|anno=2017|titolo=U-series and ESR/U-series dating of the Stegodon–Ailuropoda fauna at Black Cave, Guangxi, southern China with implications for the timing of the extinction of ''Gigantopithecus blacki''|rivista=Quaternary International|volume=434|pp=65-74|doi=10.1016/j.quaint.2015.12.016}}</ref> La savana sarebbe rimasta l'habitat dominante del sud-est asiatico fino al [[Pleistocene superiore]].<ref name=Louys2020>{{cita pubblicazione|cognome=Louys|cognome2=Roberts|nome=J.|nome2=P. |anno=2020|titolo=Environmental Drivers of Megafauna and Hominin Extinction in South East Asia|rivista=Nature|volume=586|pp=402-406}}</ref> È stato ipotizzato che anche l'immigrazione di ''Homo erectus'' abbia contribuito alla loro estinzione.<ref>{{Cita pubblicazione |data=12 febbraio 2013|titolo=New fossil evidence and diet analysis of ''Gigantopithecus blacki'' and its distribution and extinction in South China |rivista=Quaternary International |lingua=en |volume=286 |pp=69-74 |doi=10.1016/j.quaint.2011.12.016 |issn=1040-6182 |cognome1= Zhao |nome1=L.X. |cognome2= Zhang |nome2=L.Z.}}</ref> L'attività umana nella Cina meridionale è nota già da 800&nbsp;000 anni fa, ma non divenne prevalente fino a dopo l'estinzione del ''Gigantopithecus'', quindi non è chiaro se le pressioni come la concorrenza sulle risorse o la caccia eccessiva siano stati fattori determinanti nell'estinzione di questa grande scimmia.<ref name=Shao2017/> Nel 2009, Ciochon suggerì che ''Gigantopithecus'' fosse il primate dominante che abitava le foreste tropicali a sud dei [[monti Qinling]], mentre ''H. erectus'' sarebbe rimasto nelle savane.<ref name=Ciochon2009>{{cita pubblicazione|nome=R.|cognome=Ciochon|anno=2009|titolo=The mystery ape of Pleistocene Asia|rivista=Nature|volume=459|numero=7249|pp=910-911|doi=10.1038/459910a}}</ref>
 
== Criptozoologia ==
Il ''Gigantopithecus'' deve gran parte della sua fama, oltre che alle eccezionali dimensioni, alla [[criptozoologia]] che ha ipotizzato che alcune creature leggendarie, come lo [[yeti]] e il [[bigfoot]], siano discendenti del ''Gigantopithecus'' sopravvissute fino ai giorni nostri. Tuttavia ancora oggi non ci sono prove che questi animali esistano e siano effettivamente imparentati con il ''Gigantopithecus''; inoltre, gli avvistamenti di creature come [[Bigfoot]] e [[Sasquatch]] avvengono solo in Nord America mentre ''Gigantopithecus'' era un animale asiatico.
 
Tutto iniziò nel 1960 con lo zoologo Wladimir Tschernezky, che descrisse brevemente sulla rivista ''[[Nature]]'' una fotografia del [[1951]] di presunte tracce di [[yeti]] scattate dagli alpinisti himalayani Michael Ward ed Eric Shipton. Tschernezky concluse che lo yeti era una creatura bipede che camminava come un uomo e aveva un aspetto simile al ''Gigantopithecus''. Successivamente, il caso mediatico dello yeti attirò l'attenzione scientifica, con molti altri autori che pubblicarono su ''Nature'' e ''[[Science]]'' le loro teorie e studi, ma questo ha anche incitato un popolare seguito di caccia ai mostri sia per lo yeti sia per il simile bigfoot americano che è persistita fino ai giorni nostri. L'unico scienziato che ha continuato a provare a dimostrare l'esistenza di tali mostri è stato l'[[Antropologia|antropologo]] Grover Krantz, specialista di [[evoluzione umana]], dell'[[Università di Stato di Washington]], che spinse molto sulla connessione tra ''Gigantopithecus'' e bigfoot dal 1970 sino alla sua morte nel 2002. Insieme al [[Primatologia|primatologo]] Geoffrey Howard Bourne, Krantz ipotizzò che il bigfoot americano fosse una [[specie relitta]] di ''Gigantopithecus'' evoluto, il quale avrebbe attraversato un [[Beringia|ponte di ghiaccio tra l'Asia settentrionale e l'America del Nord]] come fecero diversi animali, [[Popolamento delle Americhe|incluso l'uomo]].<ref>{{cita libro|titolo=The Gentle Giants: The Gorilla Story |url=https://archive.org/details/gentlegiantsg00bour |autore1=Geoffrey Howard Bourne |autore2=Maury Cohen|anno=1975 |editore=G.P. Putnam's Sons |isbn=978-0-399-11528-8 |p=296 }}</ref><ref name="Tassi">{{Cita libro|autore=[[Franco Tassi]]|titolo=Animali misteriosi: viaggio tra gli enigmi della criptozoologia|anno=2019|isbn=9788899462598|pp=72-76}}</ref> ''Gigantopithecus'' visse effettivamente in [[Asia orientale]] estinguendosi oltre 200&nbsp;000 anni fa<ref name = Natu2024/>, mentre il ponte terrestre di Bering fu attivo da 135&nbsp;000 a 70&nbsp;000 [[Before Present|anni fa]].<ref name=Christmas>{{Cita web |cognome=Christmas |nome=Jane |url=http://dailynews.mcmaster.ca/story.cfm?id=3637 |titolo=Giant Ape lived alongside humans |editore=McMaster University |data=7 novembre 2005 |accesso=6 dicembre 2007 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120206215219/http://dailynews.mcmaster.ca/story.cfm?id=3637 |dataarchivio=6 febbraio 2012 }}</ref>
 
Tra i nomi binomiali inventati da Krantz per il bigfoot vi era "Gigantopithecus canadensis".<ref name="Tassi"/><ref name="Meldrum2007">{{cita pubblicazione|autore=D. Jeffrey Meldrum|nome1=|titolo=Ichnotaxonomy of giant hominid tracks in North America|rivista=Bulletin of the New Mexico Museum of Natural History|data=2007|numero=42, Cenozoic Vertebrate Tracks and Traces|pp=225-232|url=https://econtent.unm.edu/cdm/compoundobject/collection/bulletins/id/377/rec/46}}</ref><ref name="Regal2008">{{cita pubblicazione|autore=Brian Regal |data=giugno 2008 |titolo=Amateur versus professional: the search for Bigfoot |rivista=Endeavour |volume=32 |numero=2 |pp=53-7 |doi=10.1016/j.endeavour.2008.04.005 |url=http://www.kean.edu/~bregal/docs/Bigfoot%20article.Endeavour.pdf |accesso=11 settembre 2009 |pmid=18514914 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100528021504/http://www.kean.edu/~bregal/docs/Bigfoot%20article.Endeavour.pdf |dataarchivio=28 maggio 2010 }}</ref> Tuttavia, gli studi di Krantz non hanno incontrato il sostegno né della scienza ufficiale né dei dilettanti che hanno affermato di aver prontamente accettato prove chiaramente false.<ref>{{cita pubblicazione|nome=B.|cognome=Regal|anno=2008|titolo=Amateur versus professional: the search for Bigfoot|rivista=Endeavour|volume=32|numero=2|pp=53-57|doi=10.1016/j.endeavour.2008.04.005}}</ref>
 
Secondo alcune ipotesi anche gli [[yeti]] sarebbero discendenti del ''Gigantopithecus'', che non si sarebbe estinto ma si sarebbe rifugiato nelle montagne dell'[[Himalaya]].<ref name="Barloy"/> Con il passare dei millenni, la [[statura]] sarebbe diminuita e sarebbe lui il famoso "uomo delle nevi".<ref name="Barloy">{{Cita libro|autore=Jean-Jacques Barloy|curatore=Rosaria Naso|titolo=Gli animali misteriosi|città=Roma|editore=Lucarini|anno=1989|isbn=88-85767-65-6|p=160}}</ref>
 
== Nella cultura di massa ==
Il ''Gigantopithecus'' appare anche in film, serie TV e videogiochi come:
* Il personaggio di [[Personaggi de L'era glaciale#Capitan Sbudella|Capitan Sbudella]], l'antagonista del film ''[[L'era glaciale 4 - Continenti alla deriva]]'', è un ''Gigantopithecus''.
* Nel film in live action del 2016 [[Il libro della giungla (film 2016)|''Il libro della giungla'']], diretto da [[Jon Favreau]], il personaggio di [[Re Luigi]] è stato cambiato in un ''Gigantopithecus'' dalle sembianze di un [[Pongo pygmaeus|orango del Borneo]] (nel [[Il libro della giungla (film 1967)|film del 1967]] era solamente un orango di Sumatra, riconoscibile per la sua lunghezza di braccia e il ventre meno gonfio), con la voce originale di [[Christopher Walken]] e in italiano di [[Giancarlo Magalli]].<ref>https://www.yahoo.com/movies/jon-favreau-breaks-down-disneys-live-action-129130133927.html</ref>
* Il ''Gigantopithecus'' è una delle trasformazioni del protagonista nella serie animata ''[[Dinofroz]]''.
* Il ''Gigantopithecus'' è anche una creatura addestrabile nel videogioco survival ''[[Ark: Survival Evolved]]'', sebbene in gioco abbia le fattezze del mitologico [[bigfoot]].<ref>http://ark.wiki.gg/Gigantopithecus</ref>
* Nel libro ''[[The world of Kong: a natural history of Skull Island|The world of Kong: A Natural History of Skull Island]]'', libro sulle creature del [[King Kong (film 2005)|remake del 2005 di King Kong]], viene spiegato come la specie di Kong, chiamata ''Megaprimatus kong'', discenderebbe proprio dal ''Gigantopithecus,'' forse arrivato sull'[[Isola del Teschio]] quando essa era ancora collegata all'[[Asia]] o forse importato dai primi nativi.
 
==Note==
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==Altri progetti==
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== Collegamenti esterni ==
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{{Controllo di autorità}}
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