Rockets: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
un |
|||
| (313 versioni intermedie di oltre 100 utenti non mostrate) | |||
Riga 1:
{{nota disambigua
{{F|gruppi musicali francesi|aprile 2012}}
{{Artista musicale
|nome = Rockets
|tipo artista =
|immagine = Rockets 30 maggio 1980.jpg
|didascalia = I Rockets nel 1980, nella formazione storica. Da sinistra verso destra: Fabrice Quagliotti, Alain Maratrat, [[Christian Le Bartz]], Alain Groetzinger e Gerard L'Her
|nazione = FRA
|genere = Synth rock
|genere2 = Space Rock
|genere3 =
|anno inizio attività = 1974
|anno fine attività = 1986
|
|anno fine attività 2 = 1992
|anno inizio attività 3 = 1999
|anno fine attività 3 = in attività
|etichetta =
|
|
|album live = 1
|raccolte = 10
|logo =
}}
I '''Rockets''' sono un gruppo musicale [[Francia|francese]], formatosi a [[Parigi]] nel 1974.
Il gruppo ottenne il maggior successo in Italia a cavallo tra la fine degli [[anni 1970|anni settanta]] e i primi [[anni 1980|anni ottanta]] con brani quali ''Future Woman'', ''Space Rock'', ''One More Mission'', ''Electric Delight'' e soprattutto la reinterpretazione di ''On the Road Again'', e ''Galactica'', vero e proprio tormentone del [[1980]] che ha permesso loro di vincere il [[Telegatto]] come miglior gruppo straniero in Italia. Il loro genere fu definito dalla stampa "[[space rock]]" per le venature fantascientifiche dei testi, per le sonorità elettroniche e per l'aspetto scenico. Più avanti venne invece associato alla [[Disco music|Disco Music]] e infine al [[synth pop|Synth Pop]].
== Storia ==
=== Le origini: il grande successo del "periodo argentato" ===
Il gruppo nasce nei primi anni '70 quando il cantante [[Christian Le Bartz]] (all'epoca anche batterista di una band locale) conosce il bassista e cantautore Gerard L'Her, e i due iniziano a suonare insieme. Successivamente si uniscono a loro i due chitarristi Alain Maratrat e suo fratello maggiore Guy, poi (dopo una breve esperienza con un altro membro) il batterista Alain Groetzinger.
A metà degli [[anni 1970|anni settanta]], il produttore francese Claude Lemoine entrò in contatto con un gruppo di giovani e giovanissimi (all'epoca tra i 15 e i 20 anni) che avevano iniziato a sperimentare sonorità congruenti al [[blues rock]] sulla falsariga dei [[Led Zeppelin]]. Su scelta di Lemoine, il gruppo, che fino al 1975 aveva cambiato nome più volte, fece un drastico cambio di immagine e sonorità.<ref name="AA" /><ref name="AM" /> Ora rinominati Les Rockets, iniziarono ad adottare la loro caratteristica estetica spaziale, fatta di tute in lamé, strumenti musicali dalla forma che richiama gli astri e i volti dipinti in argento. Pur non sfruttando ancora il [[vocoder]], le voci del gruppo erano fortemente elaborate in modo da sembrare provenienti da altri mondi. Già durante i loro primi concerti, il gruppo faceva uso di coreografie eccentriche ed elaborate, ad esempio "atterrando" sul palco da piccole astronavi, utilizzando fumogeni e laser.<ref name="RA" />
Il primo [[Rockets (Rockets)|omonimo album]] dei Rockets, uscì in Francia nel 1976 e nel resto d'Europa l'anno seguente. {{senza fonte|Il disco è conosciuto familiarmente come ''Future Woman'', dal nome del brano-guida, presente in due versioni differenti che aprono e chiudono il disco, o come "Disco verde", dal cromatismo prevalente in copertina.}} Le uniche tracce trasmesse nelle radio sono la sopracitata ''Future Woman'' e lo strumentale ''Apache'', una cover degli inglesi [[The Shadows|Shadows]] del 1962. Non mancano partecipazioni a programmi televisivi come ''[[Stryx]]''<ref name="AA">{{cita libro|titolo=La storia della disco music|autore=Andrea Angeli Bufalini, Giovanni Savastano|editore=Hoepli|anno=2019|pp=128-130}}</ref> e ''Arrivano i mostri''. Nel frattempo Guy Maratrat era stato sostituito da Bernard Torelli e alla tastiera si era aggiunto Michel Goubet, ma entrambi lasciano il gruppo dopo la prima tournè.
I Rockets non ebbero mai un significativo successo all'estero, tranne in pochi paesi come l'Italia.<ref name=AM>{{cita web|url=https://www.allmusic.com/artist/mn0000241724|titolo=Rockets|accesso=26 settembre 2024|lingua=en}}</ref> Principale responsabile del successo della band nella Penisola è il produttore Maurizio Cannici, manager della [[Compagnia Generale del Disco|CGD-Messaggerie Musicali]], che, nel 1978, dopo aver assistito a una loro esibizione in una discoteca di [[Cannes]], riuscì a renderli delle celebrità in tale paese.<ref name=AA/><ref name=RA>{{cita web|url=https://www.70-80.it/1978-i-rockets-atterrano-in-italia-fabrice-quagliotti-ci-racconta-la-mitica-band-e-una-sua-novita-in-esclusiva/|titolo=1978. I Rockets atterrano in Italia! Fabrice Quagliotti ci racconta la mitica band e una sua novità in esclusiva|accesso=26 settembre 2024}}</ref> Nello stesso anno, il gruppo tenne il suo primo concerto in Italia, in occasione del Pesaro Summer Show. A contribuire maggiormente alla loro popolarità in Italia fu l'esibizione che fecero, poco più tardi, al [[Teatro Lirico di Milano]].<ref name=AA/>
Sempre nel 1978 uscì il secondo album ''[[On the Road Again (Rockets)|On the Road Again]]'', {{senza fonte|pubblicato in un periodo in cui si assistette alla consolidazione del gruppo, ora composto da Le Bartz, L'Her, Maratrat, Groetzinger e il nuovo arrivato tastierista Fabrice Quagliotti.}} L'album contiene l'[[On the Road Again (Canned Heat)|omonima cover]] degli statunitensi [[Canned Heat]]. Il singolo stazionò nella [[Hit Parade Italia]] per cinque mesi, divenne un disco d'oro.<ref name=AA/> {{senza fonte|Entrò anche nelle classifiche centro-europee e venne trasmesso nelle discoteche durante quell'estate.}}
Nel 1979 uscì ''[[Plasteroid]]''. L'album scritto dal bassista Gerard L'Her e il chitarrista Alain Maratrat, venne registrato sfruttando una più ampia gamma di strumenti e, rispetto ai dischi precedenti, è più ricercato, meglio curato nella produzione; in termini stilistici, lo stile si fa più elettronico, percussivo e viene concesso meno spazio agli strumentali. ''Plasteroid'' è unanimemente considerato il loro lavoro migliore, {{non chiaro| il più rappresentativo in senso globale}} ed è quello di maggior successo commerciale fino a quel momento grazie alle sue 200.000 copie vendute in Italia.<ref name=AM/>
Le ardite scenografie del gruppo portarono in qualche caso a episodi controversi. Nel corso di una puntata di ''[[Discoring]]'' dell'aprile 1979, durante l'esecuzione della loro ''Electric Delight'', il cantante Christian Le Bartz, sparò petardi incendiari sul pubblico con un finto bazooka, colpendo inavvertitamente al volto una ragazza e bruciando i vestiti del pubblico (ciò si saprà più avanti). Similmente, durante la primavera dello stesso anno, le coreografie della band portarono ad alcuni feriti tra il pubblico durante una sua performance in una discoteca di Riccione.<ref name="AA" />
Tra il 1979 e il 1980 escono in Italia anche un album dal vivo, ''[[Live (Rockets)|Live]]'', ed una compilation con un paio di brani inediti, ''[[Sound of the Future]]''.
{{senza fonte|Nel 1979 i Rockets si presentarono in scena con i costumi adottati nel 1978 durante l'ultima fase del tour di ''On the Road Again'' (Settembre/novembre) e lo show dal vivo cresce a misura di stadio.}}
Nella primavera 1980 uscì ''[[Galaxy (album)|Galaxy]]'', [[concept album]] ambizioso e considerato una delle loro prove migliori. Il successo commerciale rimane costante anche per questo disco soprattutto grazie al singolo ''Galactica'' che ottenne un buon successo nelle discoteche e in radio.<ref name=AA/> L'album vendette oltre un milione di copie in Italia.<ref name=AM/> La tournée che ne seguì ebbe un grande successo, contando oltre 200 date. La scenografia di questo tour rimase celebre : oltre ai consueti effetti speciali, laser, fumi, vocoder, sul palco erano montate due grandi cupole bianche che si aprivano ad inizio concerto, contenenti tastiere e batteria e i rispettivi musicisti, Fabrice Quagliotti e Alain Groetzinger.
Nello stesso anno, dopo l'esibizione al [[Festivalbar 1980|Festivalbar]], vinsero il [[Telegatto]] nella categoria "miglior artista straniero".<ref name=AA/>
[[File:RocketsLiveMacerata.png|left|upright=1.4|thumb|Rockets - Macerata 1980 (archivi www.lesrockets.com)]]
Il successivo disco dei Rockets ''[[π 3,14]]'', viene rifiutato dalla casa discografica e il gruppo viene forzato a rimettere in discussione look e sound per adeguarsi alle nuove tendenze. Questo creerà grosse diversità di vedute tra i Rockets e il loro management, infatti dopo varie questioni ed incomprensioni con i produttori, la situazione si assesta in una forma ibrida: molte nuove canzoni portano la firma del produttore Lemoine e di altri collaboratori e vengono letteralmente svestiti anche dei loro caratteristici costumi argentei da extra terrestre. ''π 3,14'' uscì nel 1981. Nonostante il tentativo di aggiornare le sonorità del gruppo a un ''sound'' più scarno e dove figurano una produzione più moderna, l'intervento di altri musicisti e voci femminili, l'album non sconvolse le classifiche e gli show dal vivo si restringono parecchio in dimensioni e in affluenza di pubblico.
Il successivo ''[[Atomic (Rockets)|Atomic]]'' (autunno 1982), è l'ultimo album registrato in collaborazione con Claude Lemoine, in cui c'è un ritorno alle sonorità e al look "spaziale", caratteristica imprescindibile della band: ottiene un certo successo di classifica anche grazie all'ottima hit ''Radio Station'' che lo precede in primavera ma, nonostante l'evidente maturità anche a livello di produzione, ormai l'attenzione del pubblico è rivolta altrove: anche i live purtroppo risentono delle grandi difficoltà tecniche e di alcuni sfortunati intoppi. Nel frattempo Christian Le Bartz lascia i Rockets, seguendoli per un periodo come road manager e, l'anno successivo, anche Alain Groetzinger.
Ufficialmente è la fine del "periodo argentato" e in seguito la band rischiò di finire nel dimenticatoio.
=== Da metà anni '80 fino ad "Another Future" ===
Nel 1984, per la prima volta senza Claude Lemoine, i Rockets, quasi irriconoscibili
Per il successivo ''[[One Way]]'' (1986) addirittura adottano un ''look'' "new romantic" con pizzi e ciuffi laccati e il nome modificato in "Rok-etz". Segue un tour che
Dopo un lungo silenzio, nel 1992 il produttore Claude Lemoine
=== Rockets N.D.P
Nel 2000
Nel giugno 2007 venne pubblicato da Quagliotti in tiratura limitata il cofanetto ''[[The Silver Years]]'', che ripropone per la prima volta su CD i primi 7 album dei Rockets, dall'[[Rockets (Rockets)|omonimo]] LP del 1976 fino ad ''[[Atomic (Rockets)|Atomic]]'' uscito nel 1982, comprendendo anche ''[[Live (Rockets)|Live]]'' uscito solo in Italia nel 1980 e alcune bonus track, tra cui due brani inediti del 1980 che avrebbero fatto parte del "disco fantasma", mai uscito dopo ''[[Galaxy (album)|Galaxy]]''. Il 3 aprile 2009 venne pubblicato un secondo cofanetto: ''A Long Journey'', contenente per la prima volta i video storici, alcune parti di concerti e 5 CD di rarità/live/demo. A causa di tale scelta esso risulta più indirizzato ai fan che al grande pubblico. Rimane tuttavia, grazie ai 2 DVD.
All'inizio di ottobre 2012 uscì il singolo ''[[World on Fire (Rockets)|World on Fire]]''. La band si esibì in Russia con live e showcase con grande successo.
=== Nuova formazione ===
Dopo l'uscita nel 2014 del nuovo disco dei [[Duck Sauce]], che include un remix di ''Space Rock'' intitolato ''Chariot of the Gods (Featuring Rockets)'', dopo un accordo con Fabrice Quagliotti durato 1 anno, un altro album, ''[[Kaos (album)|Kaos]]'', uscì il 30 settembre 2014 distribuito dalla Warner con etichetta affidata a Roby Benvenuto e Smilax, dove spiccano ancora le sonorità space/electropop. L'album contiene 12 brani inediti di cui 3 strumentali. Esce anche il videoclip del nuovo singolo ''Party Queen'' featuring [[Kaos Rock|Muciaccia]].
Nel 2019 esce un nuovo album "Wonderland", il quale verrà anticipato da tre singoli con tre videoclips. Il filo conduttore per questo nuovo lavoro è "i bambini, il futuro e la salvezza del nostro pianeta".
Il 2 novembre 2019 la formazione tiene un concerto al [[Lucca Comics & Games]].<ref>{{Cita web|url=https://www.luccacomicsandgames.com/it/2019/music/news/i-rockets-sono-pronti-a-farci-ballare/|titolo=I ROCKETS SONO PRONTI A FARCI BALLARE}}</ref>
=== Alienation e scomparsa di Christian Le Bartz e Alain Maratrat ===
Nel 2021 venne pubblicato ''[[Alienation (album)|Alienation]]'', il mitologico album fantasma che i Rockets nella formazione storica registrarono sulla scia del successo di ''Galaxy'' tra il 1980 ed il 1981 e rifiutato dalla casa discografica dell'epoca che pubblicò al suo posto il controverso ''[[π 3,14]]'' {{non chiaro|facendo così di fatto terminare i cosiddetti ''Silver Years''}}.
Nel 2023 esce l'album di cover ''Time Machine''. Contiene riproposizioni storiche (''[[On the Road Again (Rockets)|On the road again]]'' dall'omonimo album del 1978, ''[[Rebel Yell (singolo)|Rebel Yell]]'' già singolo nel 2005 e ''[[Doot-Doot|Doot Doot]]'', cover dei ''[[Freur]]'' già presente col titolo leggermente modificato in Dootdoot in [[Wonderland (Rockets)|''Wonderland'']] del 2019) e rivisitazioni inedite tra le quali una versione di ''[[Piccola Katy]]'' dei ''[[Pooh]]'' ed una versione in inglese di ''[[Rock 'n' roll robot/Miele|Rock 'n Roll Robot]]'' cantata insieme a [[Alberto Camerini]].
Nel 2024 esce il nuovo album The Final Frontier. Per la sua promozione, nei mesi di Gennaio e Febbraio 2025 si è svolta una tournée nei maggiori teatri italiani.
Il 4 febbraio 2025, durante la tournée della band, scompare in Francia l'ex frontman [[Christian Le Bartz]], aveva 74 anni.
Appena 3 mesi dopo, il 6 maggio 2025, scompare anche il chitarrista Alain Maratrat all'età di 69 anni.<ref>{{Cita web|url=https://www.facebook.com/share/19PVkFMUrw/|titolo=Morto Alain Maratrat dei Rockets}}</ref><ref>{{Cita web|lingua=it|autore=Sky TG24|url=https://tg24.sky.it/spettacolo/musica/2025/05/06/alain-maratrat-morto|titolo=Addio ad Alain Maratrat, storico chitarrista dei Rockets|sito=tg24.sky.it|data=2025-05-06|accesso=2025-05-06}}</ref>Da qualche anno lottava contro un tumore.
== Stile musicale ==
i Rockets hanno proposto un [[pop-rock]] [[Musica elettronica|elettronico]] e [[Space rock|spaziale]] che anticipa di molti anni la [[New wave (musica)|new wave]] dei [[Devo]].<ref name=AA/><ref name=AM/> Le sonorità della band sono ispirate al [[rock progressivo]],<ref name=RA/> alla [[disco music]]<ref name=AA/> e richiamano quella dei contemporanei [[Kraftwerk]] per la presenza del [[vocoder]] nelle loro tracce.<ref name=AM/>
Benché vengano spesso classificati come gruppo space rock, Fabrice Quagliotti dei Rockets non apprezza tale etichetta: {{citazione|Ci hanno definito “space rock”. Io odio le definizioni del genere musicale fatte dalla stampa. La nostra musica è impossibile da catalogare, non è né rock né electro… è un genere Rockets, punto. Il fatto di chiamarci “space rock” penso che fosse dovuto più che altro alla nostra immagine spaziale.|Fabrice Quagliotti}}
I testi, nella stragrande maggioranza, parlano di visioni di un mondo futuro, di possibilità tecnologiche e umane, di desiderio di altri mondi su cui ricominciare. Non ci sono testi d'amore, di introspezione, di denuncia, o altro; {{senza fonte|una ragione per la quale parte del pubblico li considera, in ogni caso, un gruppo "leggero"}}. Un'altra nota va fatta sui numerosi brani strumentali presenti nei loro dischi. {{senza fonte|È raro che un gruppo di nascita "rock" si dilunghi in brani strumentali, a meno che non siano code o "jam-session" alla fine di brani cantati.}}
== Formazione ==
=== Formazione attuale ===
*Fabri Kiarelli – [[Canto|voce]] (2023-presente)
*Gianluca Martino – [[chitarra]] (2004-presente)
*Rosaire Riccobono – [[Basso elettrico|basso]] (2004-presente; 1981 e 1984 musicista di supporto)
*Fabrice Quagliotti – [[Tastiera elettronica|tastiere]] (1977-presente)
*Eugenio Mori – [[Batteria (strumento musicale)|batteria]], percussioni (2005-presente)
=== Formazione storica ===
* [[Christian Le Bartz]] - voce, vocoder, sintetizzatore ([[Montreuil (Senna-Saint-Denis)|Montreuil]], 25 aprile 1951 - Sens, 4 febbraio 2025)
* [[Gérard L'Her|"Little" Gérard L'Her]] – voce, basso, tastiere ([[Parigi]], 25 settembre 1952)
*[[Alain Maratrat]] – chitarra, tastiere, voce ([[Tonnerre]], 19 aprile 1956 - 6 maggio 2025)
*[[Alain Groetzinger]] – batteria, [[percussioni]] ([[Auxerre]], 18 maggio 1955)
*[[Fabrice Quagliotti]] – [[Tastiera elettronica|tastiere]] (1977-presente) ([[Rosny-sous-Bois]], 12 febbraio 1961)
=== Ex componenti ===
*Patrick Mallet – batteria (1974)
*Guy Maratrat – chitarra (1974-1975)
*André Thus – tastiere (1974-1975)
*[[Christian Le Bartz]] – voce, vocoder, sintetizzatore (1974-1983) ([[Montreuil (Senna-Saint-Denis)|Montreuil]], 25 aprile 1951 - Sens, 4 febbraio 2025)
*Alain Groetzinger – batteria, [[percussioni]] (1974-1983) ([[Auxerre]], 18 maggio 1955)
*"Little" Gérard L'Her – basso, tastiere, voce (1974-1984) ([[Parigi]], 25 settembre 1952)
*Alain Maratrat – chitarra, tastiere, voce (1974-1992) ([[Tonnerre]], 19 aprile 1956 - 6 maggio 2025)
*Michel Goubet – tastiere (1976)
*Bernard Torelli – chitarra (1976-1977)
*Louis François Bertin "Loulou" Hugault – tastiere (1977)<ref>{{cita web|url=http://www.lesrockets.com/i_hugault.asp|titolo=IL 'ROCKET' COL CASCO|editore=|accesso=20 gennaio 2022}}</ref>
*[[Sal Solo]] – voce (1984-1992)
*LBM. Luca Bestetti - voce (2000-2005)
*Little B. Bruno Durazzi – batteria (2000-2005)
*John Biancale – voce (2005-2023)
=== Musicisti di supporto ===
*Chantal Ricci – voce (1981)
*Phil Gould – batteria (1986)
*Andrew Paresi – batteria (1986)
*Bruce Nockles – [[tromba]] (1986)
*Alison Lee
*Paul McClements
*Carole Cook
*Nick Beggs
*Herve Koster
*Mike "Clip" Payne
*Matt Rossato
=== Cronologia ===
{{Timeline Rockets}}
== Discografia ==
=== Album
* 1976 – ''[[Rockets (Rockets)|Rockets]]''
* 1978 – ''[[On the Road Again (Rockets)|On The Road Again]]''
* 1979 – ''[[Plasteroid]]''
* 1980 – ''[[Galaxy (album)|Galaxy]]''
* 1982 – ''[[Atomic (Rockets)|Atomic]]''
* 1984 – ''[[Imperception]]''
* 1986 – ''[[One Way]]''
* 2003 – ''[[Don't Stop (Rockets)|Don't Stop]]''
* 2019 – ''[[Wonderland (Rockets)|Wonderland]]''
* 2023 – ''[[Time machine (Rockets)|Time Machine]]''
=== Album
* 1980 – ''[[Live (Rockets)|Live]]''
=== Raccolte ===
* 1979 – ''[[Sound of the Future]]''
* 1992 – ''[[Galactica (album)|Galactica]]''
* 1996 – ''[[Greatest Hits (Rockets)|Greatest Hits]]''
* 1996 – ''[[Hits & Remixes]]''
* 2000 – ''[[Definitive Collection (Rockets)|Definitive Collection]]''
* 2003 – ''[[Original Greatest Hits]]''
* 2007 – ''[[The Silver Years]]''
* 2010 – ''[[The Story (Rockets)|The Story]]''
=== Singoli ===
* 1974 – ''[[Rocket Man (Rockets)|Rocket Man]]''
* 1975 – ''[[Future Woman]]''
* 1975 – ''[[Samourai]]''
* 1977 – ''[[Space Rock (singolo)|Space Rock]]''
* 1978 – ''[[Fils Du Ciel]]''
* 1978 – ''[[On the Road Again (Canned Heat)|On The Road Again]]''
* 1979 – ''[[Electric Delight]]''
* 1979 – ''[[Astral Word]]''
* 1980 – ''[[Galactica (singolo)|Galactica]]''
* 1980 – ''[[Synthetic Man]]''
* 1981 – ''[[Ideomatic]]''
* 1981 – ''[[Radiate (Rockets)|Radiate]]''
* 1982 – ''[[Radio Station (Rockets)|Radio Station]]''
* 1984 – ''[[Under the Sun (Rockets)|Under the Sun]] ''
* 1986 – ''[[Don't Give Up (Rockets)|Don't Give Up]]''
* 1992 – ''[[On The Road Again (Canned Heat)|On The Road Again]]''
* 2000 – ''[[Gamastasis]]''
* 2005 – ''[[Rebel Yell (singolo dei Rockets)|Rebel Yell]]''
* 2006 – ''[[Back To Woad]]''
* 2009 – ''[[World on Fire (Rockets)|World on Fire]]''
* 2012 – ''[[On the Road Again (Rockets)|On the Road Again]]''
* 2014 – ''[[Party Queen (Rockets)|Party Queen]]''
* 2019 – ''[[Kids from Mars]]''
== Note ==
<references/>
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Rockets}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|francia|rock}}
[[Categoria:Vincitori di Vota la voce]]
| |||