Rockets: differenze tra le versioni

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{{nota disambigua|la squadra [[National Basketball Association|NBA]]|[[Houston Rockets]]}}
{{P|toni da fanzine|gruppi musicali|febbraio 2010}}
{{F|gruppi musicali francesi|aprile 2012}}
{{Artista musicale
|nome = Rockets
|tipo artista = gruppoGruppo
|immagine = Rockets 30 maggio 1980.jpg
|nazione = Francia
|didascalia = I Rockets nel 1980, nella formazione storica. Da sinistra verso destra: Fabrice Quagliotti, Alain Maratrat, [[Christian Le Bartz]], Alain Groetzinger e Gerard L'Her
|nazione = FRA
|genere = Synth rock
|genere2 = Space Rock
|genere3 = ElettronicaSpace disco
|anno inizio attività = 1974
|anno fine attività = 1986
|noteanno periodoinizio attività 2 =<br />[[1992]]<br />[[2000]] - [[2009]]
|anno fine attività 2 = 1992
|immagine = Rockets.jpg
|anno inizio attività 3 = 1999
|didascalia = I cinque membri originali della prima line-up dei Rockets nel 1980.
|anno fine attività 3 = in attività
|numero totale album pubblicati = 16
|etichetta =
|numero album studio = 10
|numerototale album live = 125
|numeroalbum raccoltestudio = 514
|album live = 1
|url = http://www.rocketsland.net
|raccolte = 10
|logo =
}}
 
I '''Rockets''' sono un gruppo musicale [[Francia|francese]], formatosi a [[Parigi]] nel 1974.
I '''Rockets''' sono stati un gruppo musicale [[Francia|francese]] che ottenne il maggior successo in Italia tra gli [[anni 1970|anni settanta]] e gli [[anni 1980|ottanta]] con brani quali ''Future Woman'', ''Space Rock'', ''One More Mission'', ''Electric Delight'' e soprattutto la reinterpretazione ''On the Road Again'', ancor oggi talvolta trasmesso per radio, e ''Galactica'', vero e proprio tormentone del [[1980]] che ha permesso loro di vincere il [[Telegatto]] come miglior gruppo straniero. Il loro genere iniziale era rock, definito subito dalla stampa "space-rock" per le venature fantascientifiche dei testi e dell'aspetto scenico, e per le sonorità elettroniche ed "aliene". Più avanti venne invece associato alla disco, e infine al pop elettronico (synthpop), anche se in quest'ultimo caso probabilmente a torto.
 
Il gruppo ottenne il maggior successo in Italia a cavallo tra la fine degli [[anni 1970|anni settanta]] e i primi [[anni 1980|anni ottanta]] con brani quali ''Future Woman'', ''Space Rock'', ''One More Mission'', ''Electric Delight'' e soprattutto la reinterpretazione di ''On the Road Again'', e ''Galactica'', vero e proprio tormentone del [[1980]] che ha permesso loro di vincere il [[Telegatto]] come miglior gruppo straniero in Italia. Il loro genere fu definito dalla stampa "[[space rock]]" per le venature fantascientifiche dei testi, per le sonorità elettroniche e per l'aspetto scenico. Più avanti venne invece associato alla [[Disco music|Disco Music]] e infine al [[synth pop|Synth Pop]].
La formazione del gruppo nel periodo di maggiore attività (1977-1982) era costituita dal frontman/cantante [[Christian Le Bartz]], dal chitarrista [[Alain Maratrat]], dal bassista e cantante [[Gerard L'Her]], dal tastierista [[Fabrice Quagliotti]] e dal batterista [[Alain Groetzinger]]. Sesto elemento può essere considerato il produttore francese [[Claude Lemoine]], che li creò e contribuì sostanzialmente a definirne il "sound".
 
I Rockets sono ricordati per vari motivi:
*Si presentavano alle loro esibizioni come dei veri e propri extraterrestri, ricoprendosi il viso con una speciale crema argentea e vestendosi con delle tute in tessuto argenteo dal design fantascientifico;
*Il loro suono faceva larghissimo uso di elettronica, pur includendo anche basso, chitarra e batteria tradizionali.
*I loro concerti erano caratterizzati dall'utilizzo di spettacolari effetti visivi (raggio laser e fumi), artifizi pirotecnici, come bombe e bazooka spara fiamme (succedeva spesso che qualche spettatore si ferisse) e particolari effetti sonori, tra cui [[talk box]], [[vocoder]] e grande utilizzo di [[tastiere]]. Furono fra i primi, nel dicembre [[1977]], ad inserire l'effetto delle luci laser nei loro concerti (insieme ai [[Pink Floyd]] e ai [[Genesis]]);
*Assumevano movenze e sembianze da [[robot]], e per questo accade spesso che vengano accomunati al gruppo tedesco dei [[Kraftwerk]] (anche se nel loro caso parliamo di [[musica elettronica]] e di uno stile a larghi tratti differente). Un altro motivo di confusione tra i Rockets ed i Kraftwerk è che ''On the Road Again'' del gruppo francese e ''The Robots'' di quello tedesco erano usciti entrambi nel [[1978]], entrambi con voce modificata con il [[vocoder]].
 
== Storia ==
=== Le origini: il grande successo del "periodo argentato" ===
Il gruppo nasce nei primi anni '70 quando il cantante [[Christian Le Bartz]] (all'epoca anche batterista di una band locale) conosce il bassista e cantautore Gerard L'Her, e i due iniziano a suonare insieme. Successivamente si uniscono a loro i due chitarristi Alain Maratrat e suo fratello maggiore Guy, poi (dopo una breve esperienza con un altro membro) il batterista Alain Groetzinger.
Come spesso succede nella genesi di alcuni dei maggiori o più influenti gruppi sulla scena mondiale, gli inizi sono legati a una sorta di "comune", una cerchia allargata di musicisti che vanno, vengono, collaborano, cambiano idea, tutti accomunati da una similare idea o intuizione musicale. Il produttore francese Claude Lemoine entrò in contatto con un gruppo di giovani e giovanissimi (all'epoca tra i 15 e i 20 anni) che, già stanchi del rock-blues "alla Led Zeppelin" in gran voga nella metà degli anni '70 in Europa, avevano iniziato a sperimentare altre sonorità. Il gruppo, dopo gli inevitabili assestamenti e cambi di formazione e di nome avvenuti tra il 1974 e il 1976, si consoliderà a partire dal secondo LP (1978) nella formazione "storica" sopracitata, composta da Le Bartz, L'Her, Quagliotti, Maratrat e Groetzinger.
 
A metà degli [[anni 1970|anni settanta]], il produttore francese Claude Lemoine entrò in contatto con un gruppo di giovani e giovanissimi (all'epoca tra i 15 e i 20 anni) che avevano iniziato a sperimentare sonorità congruenti al [[blues rock]] sulla falsariga dei [[Led Zeppelin]]. Su scelta di Lemoine, il gruppo, che fino al 1975 aveva cambiato nome più volte, fece un drastico cambio di immagine e sonorità.<ref name="AA" /><ref name="AM" /> Ora rinominati Les Rockets, iniziarono ad adottare la loro caratteristica estetica spaziale, fatta di tute in lamé, strumenti musicali dalla forma che richiama gli astri e i volti dipinti in argento. Pur non sfruttando ancora il [[vocoder]], le voci del gruppo erano fortemente elaborate in modo da sembrare provenienti da altri mondi. Già durante i loro primi concerti, il gruppo faceva uso di coreografie eccentriche ed elaborate, ad esempio "atterrando" sul palco da piccole astronavi, utilizzando fumogeni e laser.<ref name="RA" />
Il primo album dei Rockets è [[Rockets (album)|l'omonimo lavoro]] del 1976 (uscito l'anno seguente nel resto d'Europa). Il disco è anche conosciuto familiarmente come ''Future Woman'' dal nome del brano-guida, presente in due versioni differenti che aprono e chiudono il disco.
È anche conosciuto come il "Disco Verde", dal cromatismo prevalente in copertina.
Già in quell'anno il loro ''look'' spaziale, argenteo e alieno, è completo: usano costumi in lamé di taglio assolutamente fantascientifico, chitarre e bassi fatti costruire in forma di stella, sole o altri simboli arcani; l'uso del vocoder non è ancora arrivato ma le voci sono già fortemente elaborate da sembrare provenienti da altri mondi; negli spettacoli fanno uso di fumi, luci e pirotecniche non comuni in gruppi di piccolo calibro. L'unico pezzo che crea un certo movimento in radio è il sopracitato ''Future Woman'', ma anche lo strumentale ''Apache'', remake di un classico degli inglesi Shadows del 1962 si fa notare. Il resto dell'album è ricco di paesaggi sonori alieni ed anche rockeggianti, ma nessuno degli altri pezzi lascia il segno.
 
Il primo [[Rockets (Rockets)|omonimo album]] dei Rockets, uscì in Francia nel 1976 e nel resto d'Europa l'anno seguente. {{senza fonte|Il disco è conosciuto familiarmente come ''Future Woman'', dal nome del brano-guida, presente in due versioni differenti che aprono e chiudono il disco, o come "Disco verde", dal cromatismo prevalente in copertina.}} Le uniche tracce trasmesse nelle radio sono la sopracitata ''Future Woman'' e lo strumentale ''Apache'', una cover degli inglesi [[The Shadows|Shadows]] del 1962. Non mancano partecipazioni a programmi televisivi come ''[[Stryx]]''<ref name="AA">{{cita libro|titolo=La storia della disco music|autore=Andrea Angeli Bufalini, Giovanni Savastano|editore=Hoepli|anno=2019|pp=128-130}}</ref> e ''Arrivano i mostri''. Nel frattempo Guy Maratrat era stato sostituito da Bernard Torelli e alla tastiera si era aggiunto Michel Goubet, ma entrambi lasciano il gruppo dopo la prima tournè.
Il secondo album (1978) porta il nome del brano che a tutti gli effetti li lancerà come pezzi da novanta delle classifiche centro-europee: ''[[On the Road Again (Rockets)|On the Road Again]]''. La base è un vecchio pezzo blues dei [[Canned Heat (gruppo musicale)|Canned Heat]], blues band del Sud degli USA, pezzo che i Rockets interpretano secondo il loro caratteristico stile, facendone un tormentone disco-psichedelico che vende un gran numero di copie ed è ballato in tutte le discoteche nell'estate 1978. Il resto dell'album è della stessa caratura; i pezzi sono omogenei tra loro sia in stile che in sonorità, si sente che vengono dalle stesse menti, e mantengono, per così dire, l'atmosfera costante per tutta la durata dell'LP. Inoltre, la quantità e l'uso degli strumenti elettronici (vocoder e sintetizzatori, ma anche percussioni elettroniche e effetti per chitarra) è onnipresente e per giunta molto avveniristico.
Nel 1978 i Rockets, si può dire, "emigrano" in Italia. Il produttore Maurizio Cànnici, boss della CGD-Messaggerie Musicali, storica etichetta italiana, si "innamora" di loro e riesce quasi a trapiantarli, con l'effetto che dall'estate 1978 in poi i Rockets saranno presenti in pianta stabile sul nostro territorio molto più di quanto non lo siano nella stessa Francia o nel resto d'Europa. L'operazione commerciale di Cannici sortisce ottimi risultati: i Rockets in Italia arrivano subito in TV, e le vendite dei dischi, le presenze ai concerti e sulle riviste sono pari a quelle dei più grandi calibri della musica internazionale.
 
I Rockets non ebbero mai un significativo successo all'estero, tranne in pochi paesi come l'Italia.<ref name=AM>{{cita web|url=https://www.allmusic.com/artist/mn0000241724|titolo=Rockets|accesso=26 settembre 2024|lingua=en}}</ref> Principale responsabile del successo della band nella Penisola è il produttore Maurizio Cannici, manager della [[Compagnia Generale del Disco|CGD-Messaggerie Musicali]], che, nel 1978, dopo aver assistito a una loro esibizione in una discoteca di [[Cannes]], riuscì a renderli delle celebrità in tale paese.<ref name=AA/><ref name=RA>{{cita web|url=https://www.70-80.it/1978-i-rockets-atterrano-in-italia-fabrice-quagliotti-ci-racconta-la-mitica-band-e-una-sua-novita-in-esclusiva/|titolo=1978. I Rockets atterrano in Italia! Fabrice Quagliotti ci racconta la mitica band e una sua novità in esclusiva|accesso=26 settembre 2024}}</ref> Nello stesso anno, il gruppo tenne il suo primo concerto in Italia, in occasione del Pesaro Summer Show. A contribuire maggiormente alla loro popolarità in Italia fu l'esibizione che fecero, poco più tardi, al [[Teatro Lirico di Milano]].<ref name=AA/>
I Rockets, per nulla intontiti dal successo, lavorano molto bene, velocemente e in maniera molto competente: nel 1979 esce il loro disco di maggior successo, ''[[Plasteroid]]'', che aumenta ed espande il lavoro fatto sul disco precedente. Qui la produzione è ancora più decisa; i suoni più ricercati e percussivi; gli strumenti sono di più, meglio suonati e meglio registrati; l'elettronica è quanto di meglio offrisse la tecnologia analogica di quel tempo(gli strumenti digitali non erano ancora disponibili e si lavorava solo in analogico), ma è anche ben calibrata e non ossessiva. Ma è soprattutto il materiale musicale a fare la differenza: poca concessione ai pezzi strumentali rispetto ai vecchi album, ma le canzoni hanno molte colorazioni, sonorità accattivanti e preponderanti melodie, rimangono facilmente in testa e contribuiscono a far vendere l'album ben oltre il disco d'oro e di platino (oltre 1 milione di copie).
''Plasteroid'' è unanimemente considerato il loro lavoro migliore, e il più rappresentativo in senso globale; le canzoni sono scritte quasi tutte a quattro mani: dal bassista Gerard L'Her, che di solito le canta anche tutte, e dal chitarrista Alain Maratrat. .Il loro successo è dovuto ad un mix di 4 musicisti ricercatori di suoni nuovi che lavorano in perfetta simbiosi insieme al sesto Rockets: Claude Lemoine Il cantante Christian Le Bartz ha una posizione un po' particolare: è sicuramente il frontman dal vivo, dove catalizza l'attenzione del pubblico "interpretando" le canzoni anche con le movenze sul palco, ma in realtà canta molto poco (solo alcuni interventi col vocoder e alcune strofe qua e là). Il cantante principale di tutti gli album dei Rockets dal '77 all'84 è infatti il bassista L'Her.
I testi, nella stragrande maggioranza, parlano di visioni di un mondo futuro, di possibilità tecnologiche e umane, di desiderio di altri mondi su cui ricominciare. Non ci sono testi d'amore, di introspezione, di denuncia, o altro; una ragione per la quale parte del pubblico li considera, in ogni caso, un gruppo "leggero".
Un'altra nota va fatta sui numerosi brani strumentali presenti nei loro dischi. È raro che un gruppo di nascita "rock" si dilunghi in brani strumentali, a meno che non siano code o "jam-sessions" alla fine di brani cantati. I Rockets in 5 dischi ne inseriscono addirittura 8 (10 se non consideriamo alcune voci di sottofondo presenti in un paio di brani), un vero record.
 
Sempre nel 1978 uscì il secondo album ''[[On the Road Again (Rockets)|On the Road Again]]'', {{senza fonte|pubblicato in un periodo in cui si assistette alla consolidazione del gruppo, ora composto da Le Bartz, L'Her, Maratrat, Groetzinger e il nuovo arrivato tastierista Fabrice Quagliotti.}} L'album contiene l'[[On the Road Again (Canned Heat)|omonima cover]] degli statunitensi [[Canned Heat]]. Il singolo stazionò nella [[Hit Parade Italia]] per cinque mesi, divenne un disco d'oro.<ref name=AA/> {{senza fonte|Entrò anche nelle classifiche centro-europee e venne trasmesso nelle discoteche durante quell'estate.}}
Tra il 1979 e il 1980 escono anche un album dal vivo, ''[[Live (Rockets)|Live]]'', ed una compilation con un paio di brani inediti, ''[[Sound of the Future]]''; essi nulla aggiungono e nulla tolgono alla loro fama e sono destinati solo ai fans più fedeli e ai collezionisti.
 
Nel 1979 uscì ''[[Plasteroid]]''. L'album scritto dal bassista Gerard L'Her e il chitarrista Alain Maratrat, venne registrato sfruttando una più ampia gamma di strumenti e, rispetto ai dischi precedenti, è più ricercato, meglio curato nella produzione; in termini stilistici, lo stile si fa più elettronico, percussivo e viene concesso meno spazio agli strumentali. ''Plasteroid'' è unanimemente considerato il loro lavoro migliore, {{non chiaro| il più rappresentativo in senso globale}} ed è quello di maggior successo commerciale fino a quel momento grazie alle sue 200.000 copie vendute in Italia.<ref name=AM/>
Nel 1979 i Rockets si presentano in scena con i costumi adottati nel 1978 durante l'ultima fase del tour di "On The Road Again" (Settembre/novembre) e lo show dal vivo cresce a misura di stadio: il laser è il medesimo adottato l'anno prima e gli artifici tecnici di scena si sprecano. Ma il culmine viene raggiunto nella primavera del 1980, quando inizia il tour italiano; il palco deve ora ospitare due enormi "cupole" contenenti le intere postazioni di tastiere e batteria, e due "uova" dalle quali, all'inizio del concerto fuoriescono il chitarrista e il bassista: queste quattro grosse e complesse macchine scenografiche si aprono ad inizio spettacolo in un tripudio di fumo, luci e laser sulle note della prima canzone.
 
Le ardite scenografie del gruppo portarono in qualche caso a episodi controversi. Nel corso di una puntata di ''[[Discoring]]'' dell'aprile 1979, durante l'esecuzione della loro ''Electric Delight'', il cantante Christian Le Bartz, sparò petardi incendiari sul pubblico con un finto bazooka, colpendo inavvertitamente al volto una ragazza e bruciando i vestiti del pubblico (ciò si saprà più avanti). Similmente, durante la primavera dello stesso anno, le coreografie della band portarono ad alcuni feriti tra il pubblico durante una sua performance in una discoteca di Riccione.<ref name="AA" />
Nella primavera 1980 esce il loro lavoro-culmine, ''[[Galaxy (album)|Galaxy]]'', un disco molto ambizioso e a tratti eccessivo, dove il gruppo riversa tutte le sue energie e potenzialità, quasi a voler fare una sorta di monumento musicale a sé stessi. Il livello del materiale musicale è paragonabile al lavoro precedente, quindi molto buono, ma è certamente meno spontaneo, più incostante ed eccessivamente tecnologico. La registrazione è a livelli di perfezione mai raggiunti prima, la produzione precisissima, gli strumenti sembrano suonati da robot tale è l'assenza di sbavature, impressionismi, incertezze. Il "tiro" dei brani è aggressivo, il tempo molto scandito, e si intravede il primo accenno della tecnologia digitale che permette la replicazione infinita di segmenti di musica senza che il musicista fisicamente li riesegua; tutto questo contribuisce a creare un album potente e molto maschio, preciso e cristallino, che però si chiude con una nota malinconica: un "medley", cioè un pasticcio di brani di loro vecchie canzoni mixate un po' alla rinfusa, quasi a ricordare il tempo che passa, e a voler vedere una differente strada più avanti.
 
Tra il 1979 e il 1980 escono in Italia anche un album dal vivo, ''[[Live (Rockets)|Live]]'', ed una compilation con un paio di brani inediti, ''[[Sound of the Future]]''.
Il successo commerciale rimane abbastanza costante anche per questo disco, nonostante però sia quasi chiaro a tutti come il periodo d'oro della band sia ormai passato e questo album rappresenti la fine di un'era.
Del resto anche il clima musicale nel mondo è ormai cambiato: finiti i fasti degli anni '70 dove si poteva tentare di tutto e finiti anche i tempi della disco, è iniziata la grande riscossa della musica indipendente, iniziata con il [[punk rock|punk]] e la [[New wave (musica)|New Wave]] in Inghilterra già nel '77-'78, e giunta ormai a maturità commerciale nel 1980. L'elettronica non è più appannaggio di pochi eletti, e le sonorità in auge diventano più moderniste, più scarne, più "dark". In una parola, più "''fashion''".
 
{{senza fonte|Nel 1979 i Rockets si presentarono in scena con i costumi adottati nel 1978 durante l'ultima fase del tour di ''On the Road Again'' (Settembre/novembre) e lo show dal vivo cresce a misura di stadio.}}
A causa di ciò il nuovo disco dei Rockets per il 1981, quasi pronto, viene rifiutato dalla casa discografica CGD e il gruppo viene forzato a rimettere in discussione se stesso e il proprio sound, e non ultimo l'aspetto scenico per adeguarsi alle nuove tendenze. Questo creerà grosse tensioni tra i musicisti e il loro management, infatti dopo varie questioni ed incomprensioni con i loro produttori, la situazione si assesta in una forma ibrida: le nuove canzoni non sono più scritte prevalentemente da l'Her e Maratrat, bensì molte portano la firma del produttore Lemoine o di autori esterni. Entrano a suonare sul disco anche musicisti che avevano collaborato coi Rockets a inizio carriera; circolano servizi fotografici in cui i costumi argentei da alieni sono sostituiti da abbigliamento informale o da lavoro.
 
Nella primavera 1980 uscì ''[[Galaxy (album)|Galaxy]]'', [[concept album]] ambizioso e considerato una delle loro prove migliori. Il successo commerciale rimane costante anche per questo disco soprattutto grazie al singolo ''Galactica'' che ottenne un buon successo nelle discoteche e in radio.<ref name=AA/> L'album vendette oltre un milione di copie in Italia.<ref name=AM/> La tournée che ne seguì ebbe un grande successo, contando oltre 200 date. La scenografia di questo tour rimase celebre : oltre ai consueti effetti speciali, laser, fumi, vocoder, sul palco erano montate due grandi cupole bianche che si aprivano ad inizio concerto, contenenti tastiere e batteria e i rispettivi musicisti, Fabrice Quagliotti e Alain Groetzinger.
L'album che esce nel 1981, ''[[P 3,14|π 3,14]]'' un disco pieno di sorprese; ma se si pensa che il grande pubblico ha ormai spostato l'attenzione sulle produzioni new wave inglesi, non può reggerne il confronto. I suoni più scarni, la produzione più moderna, l'intervento di altri musicisti e le voci di donna non ottengono i risultati sperati. . Nel complesso l'album non disturba troppo le classifiche e gli show dal vivo si restringono parecchio in dimensioni e in affluenza di pubblico.
 
A seguito di questo calo di popolarità avviene la rottura definitiva fra il gruppo e il produttore storico Claude Lemoine. Il successivo ''[[Atomic (Rockets)|Atomic]]'' (autunno 1982), proseguimento stilistico di ''π 3,14'', pur mantenendo in copertina i credits a Lemoine viene in realtà autoprodotto dal gruppo. Vede un ritorno alle sonorità "spaziali" e un rinnovato ''look'' argentato con nuovi costumi e ottiene nuovamente un certo successo di classifica, anche grazie all'ottima hit che lo precede in primavera: ''Radio Station''. Nonostante tutto però il disco sancisce ufficialmente la fine del "periodo argentato" e in seguito la band rischierà di finire nel dimenticatoio.
Nello stesso anno, dopo l'esibizione al [[Festivalbar 1980|Festivalbar]], vinsero il [[Telegatto]] nella categoria "miglior artista straniero".<ref name=AA/>
 
[[File:RocketsLiveMacerata.png|left|upright=1.4|thumb|Rockets - Macerata 1980 (archivi www.lesrockets.com)]]
Il successivo disco dei Rockets ''[[π 3,14]]'', viene rifiutato dalla casa discografica e il gruppo viene forzato a rimettere in discussione look e sound per adeguarsi alle nuove tendenze. Questo creerà grosse diversità di vedute tra i Rockets e il loro management, infatti dopo varie questioni ed incomprensioni con i produttori, la situazione si assesta in una forma ibrida: molte nuove canzoni portano la firma del produttore Lemoine e di altri collaboratori e vengono letteralmente svestiti anche dei loro caratteristici costumi argentei da extra terrestre. ''π 3,14'' uscì nel 1981. Nonostante il tentativo di aggiornare le sonorità del gruppo a un ''sound'' più scarno e dove figurano una produzione più moderna, l'intervento di altri musicisti e voci femminili, l'album non sconvolse le classifiche e gli show dal vivo si restringono parecchio in dimensioni e in affluenza di pubblico.
 
Il successivo ''[[Atomic (Rockets)|Atomic]]'' (autunno 1982), è l'ultimo album registrato in collaborazione con Claude Lemoine, in cui c'è un ritorno alle sonorità e al look "spaziale", caratteristica imprescindibile della band: ottiene un certo successo di classifica anche grazie all'ottima hit ''Radio Station'' che lo precede in primavera ma, nonostante l'evidente maturità anche a livello di produzione, ormai l'attenzione del pubblico è rivolta altrove: anche i live purtroppo risentono delle grandi difficoltà tecniche e di alcuni sfortunati intoppi. Nel frattempo Christian Le Bartz lascia i Rockets, seguendoli per un periodo come road manager e, l'anno successivo, anche Alain Groetzinger.
 
Ufficialmente è la fine del "periodo argentato" e in seguito la band rischiò di finire nel dimenticatoio.
 
=== Da metà anni '80 fino ad "Another Future" ===
Nel 1984, per la prima volta senza Claude Lemoine, i Rockets, quasi irriconoscibili, con meno idee è già piuttosto divisi - (Christian Le Bartz è stato sostituito dal pur bravoda [[Sal Solo]], (inglese, ex new-waver, già cantante dei [[Classix Nouveaux]] ed oggi interprete di musica cristiana negli USA) e pure Gerard L'Her verrà rimpiazzato a breve -, si presentanopresentarono ancora rapati a zerocalvi, però struccati, con gilet gialli hi-tech che poco hannoavevano a che fare con il ''look'' "spaziale", e propongono ''[[Imperception]]'', album di buon riscontro, il cui singolo ''[[Under Thethe Sun (Rockets)|Under the Sun]]'' divienedivenne la sigla di chiusura del festival[[Festival di SanSanremo Remo1984|festival di Sanremo]] di quell'anno.
 
Per il successivo ''[[One Way]]'' (1986) addirittura adottano un ''look'' "new romantic" con pizzi e ciuffi laccati e il nome modificato in "Rok-etz". Segue un tour che haebbe un discreto successo, {{non chiaro|ma ormai i continuiil abbandonicambiamento dei componenti storici, stanchi di suonare dal vivo e troppo affezionati al passato, hannoha fatto perdere ai Rockets/Rok-etz una parte della loro originalità e della loro forza.}} eIl dopogruppo ilsi toursciolse ilalla gruppofine sidel scioglietour.
 
Dopo un lungo silenzio, nel 1992 il produttore Claude Lemoine ha un rigurgito e richiamarichiamò il tastierista Quagliotti, il chitarrista Maratrat e il cantante Sal Solo per assemblare un album sfruttando la nuova tecnologia digitale e il sampling, affiancandogli i nomi di alcuni musicisti di studio, tra cui [[Nick Beggs]], ex bassista dei [[Kajagoogoo]], [[Mike "Clip" Payne]], cantante e percussionista che collaborò, tra gli altri, assieme cona [[Prince]], e altri. VieneVenne realizzato così ''[[Another Future]]'' che però non vende granché, non venendo affattovenne promosso da stampa e tvTV e non entrò nelle classifiche.
 
=== Rockets N.D.P e il "nuovo corso" ===
Nel 2000, grazie all'impegno del tastierista [[Fabrice Quagliotti]] (legale titolare del nome "Rockets") nonché proprietario dei master, vienevenne creato il progetto Rockets N.D.P, con una ''[[lineformazione up]]''cambiata completamente differente:con Fabrice Quagliotti (alle tastiere) (Luca Bestetti "LBM" alla voce, [[Bruno Durazzi]] "Little B" alla batteria, e [[Matt Rossato]] alla chitarra) e Luca Bestetti voce. Nel 2003 esceuscì un nuovo album comea marchio Rockets, ''[[Don't Stop (Rockets)|Don't Stop]]'', cheprodotto peròda deludeFabrice Quagliotti per i dati di vendita (inferiori al periodo argentato). In particolare viene criticata la presenza di 4 remix di vecchi successi, oltre a una produzione non all'altezza, curatae dal DJ [[Joe T Vannelli]], e un ''look'' "ibrido" con pochi richiami ai costumi alieni del periodo argentatodiverso. La neonata band subisce inoltresubì ulteriori cambi di formazione: nel 2004 arrivano [[Gianluca Martino]] (chitarra) e [[Rosaire Riccobono (amico d'infanzia di fabrice Quagliotti),]] (basso), già bassista dei Visitors e già presente con i Rockets sia nel disco ''π 3,14'' che nei live del 1984. Nel 2005 "Little B" lascia il gruppo e vienevenne sostituito da [[Eugenio Mori|Eugenio "UG" Mori]]. Nel 2006 esce il singolo ''[[Back to Woad]]'' che però viene snobbato dalle radio.Dopo , per incompatibilitå artistica con Quagliotti, Lbm viene ringraziato e lascia la band. Al suo posto viene scelto il bravissimo canadese [[John Biancale]]. A soli 3 anni di distanza da Don't Stop la band ha quindi già cambiato completamente formazione (tranne Fabrice Quagliotti), fatica a trovare stabilità , ma torna comunque in studio per rivedere i brani che erano pronti per uscire nel 2007 e che invece slitteranno ulteriormente, dopo 4 anni ancora a data da destinarsi.
Nel giugno 2007 è stato pubblicato in tiratura limitata il cofanetto ''[[The Silver Years]]'' dedicato in parte ai fans e ai collezionisti, il quale ripropone per la prima volta su CD i primi 7 album dei Rockets, dall'omonimo LP del 1976 fino ad ''[[Atomic (Rockets)|Atomic]]'' uscito nel 1982, comprendendo anche ''[[Live (Rockets)|Live]]'' uscito solo in Italia nel 1980 e alcune bonus track, tra cui due brani inediti del 1980 che avrebbero fatto parte del "disco fantasma", mai uscito dopo il clamoroso successo di ''[[Galaxy (album)|Galaxy]]''.
Attualmente è possibile scaricare su [[iTunes]] la discografia del periodo argentato dei Rockets.
Il 3 aprile 2009 è stato pubblicato un secondo cofanetto: "A Long Journey", contenente per la prima volta i video storici, alcune parti di concerti e 5 CD di rarità/live/demo. A causa di tale scelta esso risulta più indirizzato ai fans che al grande pubblico. Rimane tuttavia, grazie ai 2 DVD non venduti separatamente, un'occasione unica di vedere i Rockets "storici".
Con la pubblicazione di questo secondo cofanetto risulta "ufficializzata" la pubblicazione della maggior parte del materiale del gruppo. Restano "non ufficialmente pubblicati" due album ("Imperception" e "One Way"), una parte del "disco fantasma" ed alcune rarità.
All'inizio di ottobre è uscito il singolo "World On Fire", che però non ha ottenuto i risultati sperati a causa di una mancata distribuzione e promozione dello stesso, tema centrale e dominante della storia del gruppo dal 1992 ad oggi.
 
Nel giugno 2007 venne pubblicato da Quagliotti in tiratura limitata il cofanetto ''[[The Silver Years]]'', che ripropone per la prima volta su CD i primi 7 album dei Rockets, dall'[[Rockets (Rockets)|omonimo]] LP del 1976 fino ad ''[[Atomic (Rockets)|Atomic]]'' uscito nel 1982, comprendendo anche ''[[Live (Rockets)|Live]]'' uscito solo in Italia nel 1980 e alcune bonus track, tra cui due brani inediti del 1980 che avrebbero fatto parte del "disco fantasma", mai uscito dopo ''[[Galaxy (album)|Galaxy]]''. Il 3 aprile 2009 venne pubblicato un secondo cofanetto: ''A Long Journey'', contenente per la prima volta i video storici, alcune parti di concerti e 5 CD di rarità/live/demo. A causa di tale scelta esso risulta più indirizzato ai fan che al grande pubblico. Rimane tuttavia, grazie ai 2 DVD.
== Ex-componenti ==
Per quanto riguarda gli ex componenti della formazione storica degli [[anni 1970|anni settanta]] e [[anni 1980|ottanta]], circolano numerose leggende e storie, ma in realtà, dismessi i panni degli alieni, tutti hanno ripreso una loro vita normale lontano dalla ribalta.
'Little' [[Gerard L'Her]], bassista, cantante e autore con i Rockets degli anni '70 e '80, vive nel sud della Francia e nel 2009 - dopo 25 anni di assenza dal mondo dello show business - ha pubblicato un disco solista dal titolo [[Un mondo perfetto (album)|A Perfect World]], distribuito da Audioglobe.
[[Alain Groetzinger|Alain 'Grotzo' Groetzinger]], batterista della formazione argentata, ha preparato una biografia sulla sua vita da Rockets che potrebbe venire pubblicata in un prossimo futuro, mentre [[Alain Maratrat]], chitarrista e compositore storico del gruppo, dopo il grande successo ottenuto con la produzione di [[Jordy]], il bambino terribile della discografia [[Anni 1990|anni novanta]] e figlio del loro ex produttore [[Claude Lemoine]], resta nel mondo della musica insegnando chitarra e dilettandosi a suonare blues con alcune band francesi.
Lontano dalla musica invece il frontman, l'uomo immagine dei Rockets argentati: [[Christian Le Bartz]] che, con l'abbandono dei Rockets nel 1983, ha lasciato definitivamente la scena musicale, ma che nonostante tutto continua ad essere un mito per tutti i fans che lo hanno visto dal vivo negli anni '80, lo ricordano e continuano ad alimentare leggende su di lui e su quello che faceva durante gli show in assoluto più belli e spettacolari di quegli anni. Vive in Normandia, gestisce allevamenti di cani e distribuzione di mangimi per animali.
 
All'inizio di ottobre 2012 uscì il singolo ''[[World on Fire (Rockets)|World on Fire]]''. La band si esibì in Russia con live e showcase con grande successo.
==Membri==
 
;Ultima formazione
=== Nuova formazione ===
*John Biancale – voce, ([[2006]]–presente)
Dopo l'uscita nel 2014 del nuovo disco dei [[Duck Sauce]], che include un remix di ''Space Rock'' intitolato ''Chariot of the Gods (Featuring Rockets)'', dopo un accordo con Fabrice Quagliotti durato 1 anno, un altro album, ''[[Kaos (album)|Kaos]]'', uscì il 30 settembre 2014 distribuito dalla Warner con etichetta affidata a Roby Benvenuto e Smilax, dove spiccano ancora le sonorità space/electropop. L'album contiene 12 brani inediti di cui 3 strumentali. Esce anche il videoclip del nuovo singolo ''Party Queen'' featuring [[Kaos Rock|Muciaccia]].
*Gianluca Martino – [[chitarra]], ([[2004]]–presente)
 
*Rosaire Riccobono – [[basso]], (2004–presente)
Nel 2019 esce un nuovo album "Wonderland", il quale verrà anticipato da tre singoli con tre videoclips. Il filo conduttore per questo nuovo lavoro è "i bambini, il futuro e la salvezza del nostro pianeta".
*Fabrice Quagliotti – [[tastiere]], ([[1977]]–presente)
 
*Eugenio Mori – [[batteria (strumento musicale)|batteria]], percussioni ([[2005]]–presente)
Il 2 novembre 2019 la formazione tiene un concerto al [[Lucca Comics & Games]].<ref>{{Cita web|url=https://www.luccacomicsandgames.com/it/2019/music/news/i-rockets-sono-pronti-a-farci-ballare/|titolo=I ROCKETS SONO PRONTI A FARCI BALLARE}}</ref>
;Ex membri
 
*Patrick Mallet – batteria ([[1974]])
=== Alienation e scomparsa di Christian Le Bartz e Alain Maratrat ===
*Guy Maratrat – chitarra (1974–[[1975]])
Nel 2021 venne pubblicato ''[[Alienation (album)|Alienation]]'', il mitologico album fantasma che i Rockets nella formazione storica registrarono sulla scia del successo di ''Galaxy'' tra il 1980 ed il 1981 e rifiutato dalla casa discografica dell'epoca che pubblicò al suo posto il controverso ''[[π 3,14]]'' {{non chiaro|facendo così di fatto terminare i cosiddetti ''Silver Years''}}.
*André Thus – tastiere (1974–1975)
 
*[[Christian Le Bartz]] – voce (1974–[[1983]])
Nel 2023 esce l'album di cover ''Time Machine''. Contiene riproposizioni storiche (''[[On the Road Again (Rockets)|On the road again]]'' dall'omonimo album del 1978, ''[[Rebel Yell (singolo)|Rebel Yell]]'' già singolo nel 2005 e ''[[Doot-Doot|Doot Doot]]'', cover dei ''[[Freur]]'' già presente col titolo leggermente modificato in Dootdoot in [[Wonderland (Rockets)|''Wonderland'']] del 2019) e rivisitazioni inedite tra le quali una versione di ''[[Piccola Katy]]'' dei ''[[Pooh]]'' ed una versione in inglese di ''[[Rock 'n' roll robot/Miele|Rock 'n Roll Robot]]'' cantata insieme a [[Alberto Camerini]].
*Alain Groetzinger – [[percussioni]] (1974–1983)
 
*"Little" Gérard L'Her – basso, voce (1974–[[1984]])
Nel 2024 esce il nuovo album The Final Frontier. Per la sua promozione, nei mesi di Gennaio e Febbraio 2025 si è svolta una tournée nei maggiori teatri italiani.
*Alain Maratrat – chitarra, tastiere (1974–[[1992]])
 
*Michel Goubet – tastiere ([[1976]]–[[1977]])
Il 4 febbraio 2025, durante la tournée della band, scompare in Francia l'ex frontman [[Christian Le Bartz]], aveva 74 anni.
*Bernard Torelli – chitarra (1976–1977)
 
*Bertin Hugo – tastiere (1977)
Appena 3 mesi dopo, il 6 maggio 2025, scompare anche il chitarrista Alain Maratrat all'età di 69 anni.<ref>{{Cita web|url=https://www.facebook.com/share/19PVkFMUrw/|titolo=Morto Alain Maratrat dei Rockets}}</ref><ref>{{Cita web|lingua=it|autore=Sky TG24|url=https://tg24.sky.it/spettacolo/musica/2025/05/06/alain-maratrat-morto|titolo=Addio ad Alain Maratrat, storico chitarrista dei Rockets|sito=tg24.sky.it|data=2025-05-06|accesso=2025-05-06}}</ref>Da qualche anno lottava contro un tumore.
*Sal Solo – voce ([[1984]]–1992)
 
*L.B.M. – vocals ([[2003]]–2006)
== Stile musicale ==
*Little B. – drums ([[2003]]–[[2005]])
i Rockets hanno proposto un [[pop-rock]] [[Musica elettronica|elettronico]] e [[Space rock|spaziale]] che anticipa di molti anni la [[New wave (musica)|new wave]] dei [[Devo]].<ref name=AA/><ref name=AM/> Le sonorità della band sono ispirate al [[rock progressivo]],<ref name=RA/> alla [[disco music]]<ref name=AA/> e richiamano quella dei contemporanei [[Kraftwerk]] per la presenza del [[vocoder]] nelle loro tracce.<ref name=AM/>
;Musicisti di supporto
 
*Phil Gould – batteria ([[1986]])
Benché vengano spesso classificati come gruppo space rock, Fabrice Quagliotti dei Rockets non apprezza tale etichetta: {{citazione|Ci hanno definito “space rock”. Io odio le definizioni del genere musicale fatte dalla stampa. La nostra musica è impossibile da catalogare, non è né rock né electro… è un genere Rockets, punto. Il fatto di chiamarci “space rock” penso che fosse dovuto più che altro alla nostra immagine spaziale.|Fabrice Quagliotti}}
*Andrew Paresi – batteria (1986)
 
I testi, nella stragrande maggioranza, parlano di visioni di un mondo futuro, di possibilità tecnologiche e umane, di desiderio di altri mondi su cui ricominciare. Non ci sono testi d'amore, di introspezione, di denuncia, o altro; {{senza fonte|una ragione per la quale parte del pubblico li considera, in ogni caso, un gruppo "leggero"}}. Un'altra nota va fatta sui numerosi brani strumentali presenti nei loro dischi. {{senza fonte|È raro che un gruppo di nascita "rock" si dilunghi in brani strumentali, a meno che non siano code o "jam-session" alla fine di brani cantati.}}
 
== Formazione ==
 
=== Formazione attuale ===
*Fabri Kiarelli – [[Canto|voce]] (2023-presente)
*Gianluca Martino – [[chitarra]] (2004-presente)
*Rosaire Riccobono – [[Basso elettrico|basso]] (2004-presente; 1981 e 1984 musicista di supporto)
*Fabrice Quagliotti – [[Tastiera elettronica|tastiere]] (1977-presente)
*Eugenio Mori – [[Batteria (strumento musicale)|batteria]], percussioni (2005-presente)
 
=== Formazione storica ===
 
* [[Christian Le Bartz]] - voce, vocoder, sintetizzatore ([[Montreuil (Senna-Saint-Denis)|Montreuil]], 25 aprile 1951 - Sens, 4 febbraio 2025)
* [[Gérard L'Her|"Little" Gérard L'Her]] – voce, basso, tastiere ([[Parigi]], 25 settembre 1952)
*[[Alain Maratrat]] – chitarra, tastiere, voce ([[Tonnerre]], 19 aprile 1956 - 6 maggio 2025)
*[[Alain Groetzinger]] – batteria, [[percussioni]] ([[Auxerre]], 18 maggio 1955)
*[[Fabrice Quagliotti]] – [[Tastiera elettronica|tastiere]] (1977-presente) ([[Rosny-sous-Bois]], 12 febbraio 1961)
 
=== Ex componenti ===
*Patrick Mallet – batteria (1974)
*Guy Maratrat – chitarra (1974-1975)
*André Thus – tastiere (1974-1975)
*[[Christian Le Bartz]] – voce, vocoder, sintetizzatore (1974-1983) ([[Montreuil (Senna-Saint-Denis)|Montreuil]], 25 aprile 1951 - Sens, 4 febbraio 2025)
*Alain Groetzinger – batteria, [[percussioni]] (1974-1983) ([[Auxerre]], 18 maggio 1955)
*"Little" Gérard L'Her – basso, tastiere, voce (1974-1984) ([[Parigi]], 25 settembre 1952)
*Alain Maratrat – chitarra, tastiere, voce (1974-1992) ([[Tonnerre]], 19 aprile 1956 - 6 maggio 2025)
*Michel Goubet – tastiere (1976)
*Bernard Torelli – chitarra (1976-1977)
*Louis François Bertin "Loulou" Hugault – tastiere (1977)<ref>{{cita web|url=http://www.lesrockets.com/i_hugault.asp|titolo=IL 'ROCKET' COL CASCO|editore=|accesso=20 gennaio 2022}}</ref>
*[[Sal Solo]] – voce (1984-1992)
*LBM. Luca Bestetti - voce (2000-2005)
*Little B. Bruno Durazzi – batteria (2000-2005)
*John Biancale – voce (2005-2023)
 
=== Musicisti di supporto ===
*Chantal Ricci&nbsp;– voce (1981)
*Phil Gould&nbsp;– batteria (1986)
*Andrew Paresi&nbsp;– batteria (1986)
*Bruce Nockles – [[tromba]] (1986)
*Alison Lee &nbsp;– voce (1986)
*Paul McClements &nbsp;– voce (1986)
*Carole Cook &nbsp;– voce (1986)
*Nick Beggs &nbsp;– basso (1992)
*Herve Koster &nbsp;– batteria (1992)
*Mike "Clip" Payne &nbsp;– percussioni, voce (1992)
*Matt Rossato &nbsp;– chitarra ([[2003]]–[[-2004]])
 
=== Cronologia ===
{{Timeline Rockets}}
 
== Discografia ==
=== Album Studioin studio ===
* 1976 – ''[[Rockets (Rockets)|Rockets]]''
{| class="wikitable sortable"
* 1978 – ''[[On the Road Again (Rockets)|On The Road Again]]''
|-
* 1979 – ''[[Plasteroid]]''
| '''Anno''' || '''Titolo'''
* 1980 – ''[[Galaxy (album)|Galaxy]]''
|-align=center bgcolor=#FFFFFF
|* [[1976]]1981 || ''[[Rocketsπ (album)|Rockets3,14]]''
* 1982 – ''[[Atomic (Rockets)|Atomic]]''
|-align=center bgcolor=#FFFFFF
* 1984 – ''[[Imperception]]''
| [[1978]] || ''[[On the Road Again (Rockets)|On The Road Again]]''
* 1986 – ''[[One Way]]''
|-align=center bgcolor=#FFFFFF
|* [[1979]]1992 || ''[[PlasteroidAnother Future]]''
* 2003 – ''[[Don't Stop (Rockets)|Don't Stop]]''
|-align=center bgcolor=#FFFFFF
|* [[1980]]2014 || ''[[GalaxyKaos (album)|GalaxyKaos]]''
* 2019 – ''[[Wonderland (Rockets)|Wonderland]]''
|-align=center bgcolor=#FFFFFF
|* [[1981]]2021 || ''[[PAlienation 3,14(album)|π 3,14Alienation]]''
* 2023 – ''[[Time machine (Rockets)|Time Machine]]''
|-align=center bgcolor=#FFFFFF
|* [[1982]]2024 || ''[[AtomicThe Final Frontier (Rockets)|AtomicThe Final Frontier]]''
|-align=center bgcolor=#FFFFFF
| [[1984]] || ''[[Imperception]]''
|-align=center bgcolor=#FFFFFF
| [[1986]] || ''[[One Way]]''
|-align=center bgcolor=#FFFFFF
| [[1992]] || ''[[Another Future]]''
|-align=center bgcolor=#FFFFFF
| [[2003]] || ''[[Don't Stop (Rockets)|Don't Stop]]''
|}
 
=== Album Livedal vivo ===
* 1980 – ''[[Live (Rockets)|Live]]''
{| class="wikitable sortable"
|-
| '''Anno''' || '''Titolo'''
|-align=center bgcolor=#FFFFFF
| [[1980]] || ''[[Live (Rockets)|Live]]''
|}
 
=== Singoli ===
{| class="wikitable sortable"
|-
| '''Anno''' || '''Titolo'''
|-align=center bgcolor=#FFFFFF
| [[1974]] || ''[[Rocket Man]]''
|-align=center bgcolor=#FFFFFF
| [[1975]] || ''[[Future Woman]]''
|-align=center bgcolor=#FFFFFF
| [[1975]] || ''[[Samourai]]''
|-align=center bgcolor=#FFFFFF
| [[1977]] || ''[[Space Rock (singolo)|Space Rock]]''
|-align=center bgcolor=#FFFFFF
| [[1978]] || ''[[Fils Du Ciel]]''
|-align=center bgcolor=#FFFFFF
| [[1978]] || ''[[On The Road Again (Canned Heat)|On The Road Again]]''
|-align=center bgcolor=#FFFFFF
| [[1979]] || ''[[Electric Delight]]''
|-align=center bgcolor=#FFFFFF
| [[1979]] || ''[[Astral Word]]''
|-align=center bgcolor=#FFFFFF
| [[1980]] || ''[[Galactica (singolo)|Galactica]]''
|-align=center bgcolor=#FFFFFF
| [[1980]] || ''[[Synthetic Man]]''
|-align=center bgcolor=#FFFFFF
| [[1981]] || ''[[Ideomatic]]''
|-align=center bgcolor=#FFFFFF
| [[1981]] || ''[[Radiate]]''
|-align=center bgcolor=#FFFFFF
| [[1982]] || ''[[Radio Station (Rockets)|Radio Station]]''
|-align=center bgcolor=#FFFFFF
| [[1984]] || ''[[Under The Sun]] ''
|-align=center bgcolor=#FFFFFF
| [[1986]] || ''[[Don't Give Up (Rockets)|Don't Give Up]]''
|-align=center bgcolor=#FFFFFF
| [[1992]] || ''[[On The Road Again (Canned Heat)|On The Road Again]]''
|-align=center bgcolor=#FFFFFF
| [[2000]] || ''[[Gamastasis]]''
|-align=center bgcolor=#FFFFFF
| [[2006]] || ''[[Back To Woad]]''
|-align=center bgcolor=#FFFFFF
| [[2009]] || ''[[World On Fire]]''
|}
 
=== Raccolte ===
* 1979 – ''[[Sound of the Future]]''
{| class="wikitable sortable"
* 1992 – ''[[Galactica (album)|Galactica]]''
|-
* 1996 – ''[[Greatest Hits (Rockets)|Greatest Hits]]''
| '''Anno''' || '''Titolo'''
* 1996 – ''[[Hits & Remixes]]''
|-align=center bgcolor=#FFFFFF
* 2000 – ''[[Definitive Collection (Rockets)|Definitive Collection]]''
| [[1979]] || ''[[Sound of the Future]]''
* 2003 – ''[[Original Greatest Hits]]''
|-align=center bgcolor=#FFFFFF
|* [[1992]]2007 || ''[[GalacticaOuter (album)|GalacticaWorld]]''
* 2007 – ''[[The Silver Years]]''
|-align=center bgcolor=#FFFFFF
|* [[1996]]2009 || ''[[Greatest HitsA (Rockets)|GreatestLong HitsJourney]]''
* 2010 – ''[[The Story (Rockets)|The Story]]''
|-align=center bgcolor=#FFFFFF
| [[1996]] || ''[[Hits & Remixes]]''
|-align=center bgcolor=#FFFFFF
| [[2000]] || ''[[Definitive Collection (Rockets)|Definitive Collection]]''
|-align=center bgcolor=#FFFFFF
| [[2003]] || ''[[Original Greatest Hits]]''
|-align=center bgcolor=#FFFFFF
| [[2007]] || ''[[Outer World]]''
|-align=center bgcolor=#FFFFFF
|[[2007]] || ''[[The Silver Years]]'' (Boxset)
|-align=center bgcolor=#FFFFFF
|[[2009]] || ''[[A Long Journey]]'' (Boxset)
|-align=center bgcolor=#FFFFFF
|[[2010]] || ''[[The Story (Rockets)|The Story]]'' (Boxset)
|}
 
=== Singoli ===
== [[Festival di Sanremo 1996]] ==
* 1974 – ''[[Rocket Man (Rockets)|Rocket Man]]''
Nel [[1996]] [[Elio e le Storie Tese]] hanno tributato una sorta di omaggio al gruppo francese nel corso del [[Festival di Sanremo]] di quell'anno: per una delle loro esibizioni si sono presentati sul palco con costumi e trucchi inequivocabilmente ispirati ai Rockets anni '80.
* 1975 – ''[[Future Woman]]''
* 1975 – ''[[Samourai]]''
* 1977 – ''[[Space Rock (singolo)|Space Rock]]''
* 1978 – ''[[Fils Du Ciel]]''
* 1978 – ''[[On the Road Again (Canned Heat)|On The Road Again]]''
* 1979 – ''[[Electric Delight]]''
* 1979 – ''[[Astral Word]]''
* 1980 – ''[[Galactica (singolo)|Galactica]]''
* 1980 – ''[[Synthetic Man]]''
* 1981 – ''[[Ideomatic]]''
* 1981 – ''[[Radiate (Rockets)|Radiate]]''
* 1982 – ''[[Radio Station (Rockets)|Radio Station]]''
* 1984 – ''[[Under the Sun (Rockets)|Under the Sun]] ''
* 1986 – ''[[Don't Give Up (Rockets)|Don't Give Up]]''
* 1992 – ''[[On The Road Again (Canned Heat)|On The Road Again]]''
* 2000 – ''[[Gamastasis]]''
* 2005 – ''[[Rebel Yell (singolo dei Rockets)|Rebel Yell]]''
* 2006 – ''[[Back To Woad]]''
* 2009 – ''[[World on Fire (Rockets)|World on Fire]]''
* 2012 – ''[[On the Road Again (Rockets)|On the Road Again]]''
* 2014 – ''[[Party Queen (Rockets)|Party Queen]]''
* 2019 – ''[[Kids from Mars]]''
 
== Note ==
<references/>
 
==Voci correlate==
*[[Christian Le Bartz]]
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
*[http://www.rocketsland.net rocketsland.net - Il sito ufficiale dei Rockets]
 
{{Rockets}}
{{Controllo di autorità}}
 
{{Portale|francia|rock}}
 
[[Categoria:Vincitori di Vota la voce]]