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==Appunti per la voce [[de' Bianchi]]==
'''Bonacasa Bianchi''', detto ''Cosa'', visse a Firenze nel 1082
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'''Cosa Bianchi''' (XIII secolo) capostipite familiare a Bologna nel 1223
└─'''Bianco Bianchi''' <small>si distinse particolarmente nelle lotte fra i Geremei ed i Lambertazzi. Bianco prese parte attivamente alla vita politica della città, fu fra gli Anziani della città, ed era tra i Savi della compagnia de' Toschi quando, nel 1295, il pontefice Bonifacio VIII, inviando un suo Cardinal Legato nella città, intimò la consegna di alcuni ostaggi a garanzia dell'accordo stabilito fra il Papa e Bologna. Sposò Serena Gozzadini, di Roncisvalle.</small>
└─'''Bianco Bianchi'''
├─'''Filippo'''<small>, detto ''Lippo'', nel 1303 è fra gli anziani della Repubblica, ma viene confinato a Milano per essersi opposto alla politica espansionistica del Pontefice</small>
├─'''Bonifacio'''<small>, nel 1333 fece parte dei Savi della città. Entrò con il fratello Bartolomeo in società con gli Acciaroli. Sposò Caterina Orsi figlia di Giacomo</small>
├─'''Bonifacio'''
├─'''Brunino'''<small>, nel 1295 fa parte degli Anziani. Nel 1305 fu bandito dalla città insieme a suo figlio e ai suoi nipoti dai 14 anni in sù, molto probabilmente per gli stessi motivi che confinarono il fratello Filippo a Milanoma nello stesso anno viene richiamato a Bologna e reintegrato in tutti i suoi diritti. Nel 1307 viene nominato Depositario del Comune. Ebbe due mogli: Bella Areosti e Filippa Pratesi</small>
├─'''Brunino'''
│ └─'''Giordano'''<small>, o ''Zordino'', nel 1305 fa parte degli Anziani e nel 1316 venne inviato come Ambasciatore a Treviso per incontrare Giovanni, figlio del Re di Sicilia, e la nipote dello stesso Caterina Duchessa di Calabria. Nel 1320 fu esiliato per aver aiutato, con altri nobili, Romeo Pepoli nell'infruttuosa impresa d'impadronirsi della Signoria di Bologna. Taddeo, figlio di Romeo Pepoli, nel 1337 riuscì però a farsi eleggere Signore di Bologna e, per ricompensare dell'esilio e delle sofferenze sofferte, nominò Cavaliere Giordano Bianchi e lo ammise fra i Savi di Bologna e nel Consiglio Generale. Ebbe due mogli: Vezzosa Foscarari e Caterina Boccadiferri</small>
│ └─'''Giordano''', o ''Zordino''
│ └─'''Bagarotto I'''<small>, fece parte dell'Ordine dei cavalieri Gaudenti. Sposò Caterina Caccianemici</small>
│ ├─'''Zordino'''<small>nel 1376 entrò a far parte del Consiglio dei Quattrocento, e Giacomo I Bentivoglio lo nominò cavaliere</small>
│ └─'''Vandino'''
│ └─'''Bagarotto II'''
│ ├─'''Filippo'''<small>, Senatore nel 1479. Sposò Anna Malvezzi, del Conte Carlo. Con essa eresse la chiesa di S.Michele in Mesolara</small>
│ └─'''Bornino'''<small>, dottore in legge nel 1461, Gonfaloniere di giustizia (suprema magistratura del Comune Bolognese), venne eletto Senatore a vita da Paolo III nel 1466.</small>
│ └─'''Bornino'''
│ ├─'''Annibale'''<small>, sposò Pina, figlia del Conte Sforza Manzoli</small>
│ │ └─'''Filippo'''<small>, nel 1518, durante il Gonfalonierato di Gasparo d'Armi, ricoprì la carica di Anziano</small>
│ ├─'''Ludovico'''<small>o ''Lodovico'', nominato Cavaliere, divenne Senatore nel 1492. Sposò Violante Volta</small>
│ │ └─'''Alessandro'''
│ │ └─'''Francesco'''<small>, nel 1° bimestre del 1550 entrò a far parte degli Anziani col Gonfaloniere Cornelio Albergati</small>
│ └─'''Romeo'''
│ └─'''Bagarotto III'''
│ └─'''Cesare'''
│ └─'''Bagarotto IV'''
│ (?) ─'''Cesare de' Bianchi'''
│ └─'''Francesco'''<small>, nato a Molinella (BO) nel 1885, con Decreto del 6 marzo 1927 si vide riconosciuto il titolo di Patrizio di Bologna, trasmissibile in linea maschile</small>
└─'''Bartolomeo'''
└─'''Bartolomeo'''<small>, entrò in società con i famosi banchieri fiorentini: gli Acciaroli (Acciaiuoli). Sposò in prime nozze Costanza Garisendi ed in seconde Francesca Artemisi</small>
├─'''Cosa'''
├─'''Giacomino'''
└─'''Bianco'''<small>, nominato Cavaliere dal Delfino di Vienna, nel 1340 venne ammesso nel Consiglio Generale della città. Nel 1345 viene nominato Depositario della città e nel 1350 entra a far parte degli Anziani. Fu lui che istituì a Bologna la Dogana (stabilendo il criterio che tutte le mercanzie prima di entrare in città, dovevano essere tassate di un soldo per ogni lira di valore e che il frumento da macinare pagasse due soldi per corba). Sposò prima Gesia Delfini, figlia di Niccolò, ed in seconde nozze Avola Galuzzi, figlia di Pietro.</small>
├─'''Pietro'''<small>, detto ''Pietruccio'' fu nel 1376, uno degli animatori della rivolta di Bologna contro il governo Pontificio. Scacciato il Legato Pontificio, Bologna si costituì in Repubblica indipendente ed inviò Pietro come ambasciatore a Firenze per stringere un patto d'alleanza. Ma il potere sulla città ritornò al Pontefice e Pietro, mantenendo fede ai suoi impegni presi, dette corpo ad un complotto per restituire ai Pepoli la Signoria di Bologna. Ma la congiura venne scoperta e Pietro venne esiliato. Dopo due anni di esilio, nel 1379 fece ritorno in Bologna e la città, quando riacquistò la libertà, non si dimenticò dei sacrifici fatti da Pietro, e per dimostrargli fiducia, lo inviò nel 1389 ad invocare soccorsi presso Carlo VI Re di Francia. La diplomazia di Pietro Bianchi fruttò la promessa di protezione, ricevendo inoltre in dono un orifiamma azzurro con gigli d'oro e il privilegio per tutte le famiglie Bolognesi, di inquartare i propri stemmi con i gigli d'oro degli Angiò, tramezzati dal lambello. Per premiarlo dei risultati ottenuti, ottenne l'investitura perpetua del Castello di Piano nell'alto appennino. Nel 1400 fu nominato Senatore.</small>
└─'''Bianco'''
│ └─'''Antonio'''<small>, nominato castellano della Rocca Grande di Fossignano</small>
├─'''Giacomo'''<small>, Venne esiliato assieme al fratello Pietro, e poi richiamato a Bologna e reintegrato nei suoi diritti per intercessione dei più importanti nobili della città. In occasione della visita del Delfino di Vienna, venne nominato Cavaliere. Sposò Caterina Pepoli.</small>
└─'''Niccolò'''<small>, fu Capitano generale delle montagne Bolognesi. Sposò Giacoma Oretti ed ebbe due figli: Antonio e Ludovico</small>
├─'''Antonio'''
│ ├─'''Bagarotto'''
│ │ └─'''Emilio'''<small>nel 1513 gli venne attribuito il titolo di Conte. Fu cameriere segreto di Papa Leone X (che nel 1513 gli conferì il titolo di Conte), di Clemente VII (che per i suoi meriti che elevò Piano a Contea e autorizzò i de' Bianchi ad inquartare il loro stemma con quello de' Medici), e di Paolo III. Fu inoltre Protonotario Apostolico</small>
│ └─'''Giovan Battista'''<small>, ricevuto il titolo di Conte, nel 1469 fece parte degli Anziani. Venne eletto Senatore Giovanni Bentivoglio</small>
│ ├─'''Gasparo'''<small>, fu senatore nel 1528. Sposò Orsetta, figlia del Conte Sansonetto Bardi di Firenze</small>
│ │ └─'''Gualtierotto'''<small>, Senatore. Sposò Taddea Gessi, sorellastra di Papa Gregorio XIII</small>
│ │ └─'''Annibale'''<small>, membro degli Anziani nel 1572, e Gonfaloniere nel 1573, 1579, 1585, 1591 e 1598</small>
│ │ └─'''Giovanni Taddeo'''
│ │ ├─'''Annibale'''
│ │ ├─'''Niccolò'''
│ │ └─'''Giuseppe Carlo'''<small>, sposò Virginia di Mancinella, figlia di Costantino</small>
│ │ ├─'''Alessandro'''
│ │ ├─'''Antonio'''
│ │ ├─'''Giovanni'''
│ │ ├─'''Gasparo'''
│ │ └─'''Pietro'''
│ └─'''Alemanno'''
│ └─'''Marc'Antonio'''<small>, sposò Filippa Bolognini, figlia di Giovanni</small>
│ └─'''Annibale'''
│ └─'''Giovan Battista'''<small>, sposò Contessa Bianchi, figlia del Conte Cambise </small>
│ └─'''Cambise'''
│ └─'''Dondedio'''
└─'''Ludovico'''<small>, fu nel 1440 nel Consiglio dei 120, e nel 1446 venne nominato Gonfaloniere di Giustizia</small>
 
 
Ritorniamo ora all'altro ramo di questa famiglia, cioè ai figli di Bartolomeo, fratello di Brunino della cui discendenza abbiamo parlato fin'ora.
 
Come abbiamo già detto in precedenza, Bartolomeo Bianchi ( ritorniamo nel 1300) ebbe tre figli: Cosa, Giacomino e Bianco.
 
Di Cosa e di Giacomino non si hanno ( salvo ritrovamento di altra documentazione ) altre notizie, mentre sembra che solo Bianco sia stato il continuatore di questo secondo ramo della casata.
 
Nominato Cavaliere dal Delfino di Vienna, nel 1340 venne ammesso nel Consiglio Generale della città. Nel 1345 viene nominato Depositario della città e nel 1350 entra a far parte degli Anziani. Fu lui che istituì a Bologna la Dogana, stabilendo il criterio che tutte le mercanzie prima di entrare in città, dovevano essere tassate di un soldo per ogni lira (??) di valore e che il frumento da macinare pagasse due soldi per corba.
 
Sembra che la vedovanza sia stata una caratteristica di alcuni dei Bianchi e Bianco, rimasto vedovo della prima moglie Gesia, figlia di Niccolò Delfini, sposò in seconde nozze Avola, figlia di Pietro Galuzzi.
 
Dalle due mogli ebbe diversi figli, ma quelli di cui abbiamo trovato riferimenti sono : Pietro detto Pietruccio, Niccolò e Giacomo.
 
Pietro fu nel 1376, uno degli animatori della rivolta di Bologna contro il governo Pontificio. Scacciato il Legato Pontificio, Bologna si costituì in Repubblica indipendente ed inviò Pietro come ambasciatore a Firenze per stringere un patto d'alleanza. Ma il potere sulla città ritornò al Pontefice e Pietro, mantenendo fede ai suoi impegni presi, dette corpo ad un complotto per restituire ai Pepoli la Signoria di Bologna. Ma la congiura venne scoperta e Pietro venne esiliato. Dopo due anni di esilio, nel 1379 fece ritorno in Bologna e la città, quando riacquistò la libertà, non si dimenticò dei sacrifici fatti da Pietro, e per dimostrargli fiducia, lo inviò nel 1389 ad invocare soccorsi presso Carlo VI Re di Francia.. La diplomazia di Pietro Bianchi fruttò la promessa di protezione, ricevendo inoltre in dono un orifiamma (stendardo) azzurro con gigli d'oro e il privilegio per tutte le famiglie Bolognesi, di inquartare (Termine araldico che vuol significare l'inserimento nei quarti dello stemma.) i propri stemmi con i gigli d'oro degli Angiò, tramezzati dal lambello (Lambello o limbello : termine araldico consistente in un ritaglio di panno che pende dalla testa di uno stemmadi rosso) .
Per premiarlo dei risultati ottenuti, ottenne l'investitura (L'investitura era un atto solenne per il conferimento di un feudo, di un titolo o del possesso di un grado o funzione eminente) perpetua del Castello di Piano nell'Alto Apennino, che in seguito Papa Clemente VII elevò a contea.
 
Nel 1400 fu nominato Senatore.
 
Pietro ebbe un solo figlio, Antonio, che venne nominato castellano della Rocca Grande di Fossignano.
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Annibale generò Giovanni Taddeo, di cui troviamo menzione nel 1620, che fu padre di Annibale, Niccolòe Giuseppe Carlo.
 
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Da Giuseppe Carlo e da Virginia di Costantino di Mancinella nacquero Alessandro, Antonio, Giovanni, Gasparo, Pietro, che originarono altrettanti rami i cui discendenti erano ancor vivi nel 1671 con il titolo di Conte.
 
In questa carellata di personaggi abbiamo spesso citato che alcuni ricoprirono la carica di Senatore. A questa carica però salirono altri rami di Bianchi, che non appartenevano ai rami fin'ora citati, e dei quali non sono state tramandate notizie ed essi sono:
 
Pandolfo Bianchi (1410)
Bornino Bianchi (1466)
Filippo Bianchi ( 1479)
Lodovico Bianchi (1492)
Ghinolfo Bianchi (1497)
Annibale Bianchi (1506)
Bornino II Bianchi (1514)
Bornino III Bianchi (1525)
Gaspero e Gualterotto Bianchi (1528)
Gaspero II Bianchi (1562)
Annibale Bianchi (1572)
 
Altri Bianchi, personaggi illustri Bolognesi
 
1450 circa Ghinolfo Bianchi legato per tradizione famigliare ai Bentivoglio coprì importanti incarichi cittadini. Nel novembre del 1488 ebbe, in modo occasionale, notizia del complotto che Giovanni Malvezzi stava organizzando contro Giovanni II Bentivoglio. Del fatto ne informò il Bentivoglio il quale affidò a Ghinolfo Bianchi il comando della guardia al palazzo dei Signori, mentre nella città si consumava una delle più cruente stragi. Successivamente entrò a far parte del rinnovato magistero dei Sedici Riformatori. Nel 1497 fu chiamato ad occupare il posto di Senatore lasciato dal defunto Lodovico Bianchi e nel 1506, con la cacciata da Bologna dei Bentivoglio, Ghinolfo condivise l'esilio con questa famiglia e nel 1507, con apposito provvedimento, Giulio II lo confinò a 50 miglia dalla città, nel territorio ecclesiastico. (Ghirardacci G. : Della historia di Bologna))
 
1450 circa Pandolfo Bianchi, figlio di Bornino, laureato in giurisprudenza Canonica il 14 luglio 1490 ed ammesso al Collegio di tale facoltà. Fu professore di diritto canonico dal 1490 al 1505.
 
1550 circa Don Filippo de' Bianchi sacerdote, scrittore e buon letterato. Sotto lo pseudonimo di D.Luigi Sarti da Piano scrisse Il tesoro delle Indulgenze e Origine e fondazione di tutte le chiese di Bologna,(1588). Sotto un altro pseudonimo, quello di Bartolomeo Galeotto scrisse Trattato degli Homini illustri di Bologna, stampato a Ferrara nel 1590. Morì il 29 giugno 1591.
 
1590 circa Virgilio Bianchi, figlio di Giovanni Battista, laureato in Filosofia e Medicina il 26-6-1612, fece parte del Collegio Filosofico il 5 settembre 1614 e del medico il 30-6-1622. Ottenne nel 1613 una Cattedra di Logica e nel 1616 passò a quella di Chirurgia sino al 1622, quindi insegnò Medicina Teorica e Anatomia fino al 1630. Morì a Bologna di contagio nel 1631.
 
1600 circaConte Bagarotto Bianchi, dottore civilista e penalista , fu professore di Leggi Civili dal 1625 al 1635 e di Leggi Canoniche dal 1636 per tutto il 1644-45.
 
1614 circa Baldassarre Bianchi detto Bianchini organista e scenografo fu avviato all'arte del disegno dall'incisore G.B.Coriolano, dal quale si distaccò per seguire le sue inclinazioni pittoriche sotto la guida di G.Paderna. Sposò la figlia di Agostino Mitelli, celebre artista, che gli procurò il primo incarico di un certo rilievo: la realizzazione di affreschi del palazzo Ducale di Sassuolo che realizzò assieme a Michelangelo Colonna. L'influenza del Mitelli caratterizzò il Bianchi, che ottenne dal cognato Giuseppe, tutti i libri dei disegni del maestro. Ebbe incarichi di allestimenti teatrali da Francesco I duca di Modena e dal successore Alfonso IV. Nel 1662, alla morte di Alfonso IV, fu incaricato delle solenni esequie che si svolsero nella chiesa di S.Agostino, dove il Bianchi dipinse il coro e il presbiterio tutt'ora esistenti. Baldassarre Bianchi morì il 18 dicembre 1678 e fu sepolto nella chiesa dei Teatini.
 
1620 circaConte Annibale Bianchi, nobile di Bologna, dottore civilista e penalista , Canonico della Metropolitana ed ascritto al Collegio Civile. Fu lettore di Decretali dal 1653 sino al 1676. Morì il 14 dicembre 1676.
 
1630 circa Francesco Bianchi scrittore. Tra le sue opere rammentiamo Scelta de' più bei fiori del giardino degli esempi, da' quali può l'anima cristiana cavar il mele della vita spirituale. Stampato in Bologna per Antonio Peri
 
davvero complimenti per il sito che ha sviluppato.
 
Ho pensato le potesse far piacere avere qualche notizia aggiuntiva sui de'Bianchi di Bologna: