Molfetta: differenze tra le versioni

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{{nd|il taekwondoka italiano|Carlo Molfetta}}
{{W|Puglia|aprile 2011}}{{Avvisounicode}}
{{immagine grande|Panoramica porto.jpg|<center>Panoramica del porto e di parte del ''borgo antico''.</center>}}
{{Divisione amministrativa
|Nome = Molfetta
|Panorama = Molfetta - panoramaMolfetta del- 2024-09-26 13-02-02 porto001.JPG
|Didascalia =
|Bandiera = Flag of Molfetta.png
|Voce bandiera =
|Voce stemma =
|Stemma=Molfetta-Stemma.png
|Stato = ITA
|Voce stemma=
|Grado amministrativo = 3
|Stato=ITA
|Divisione amm grado 1 = Puglia
|Grado amministrativo=3
|Divisione amm grado 12 =Puglia Bari
|Amministratore locale = Armando Gradone
|Divisione amm grado 2=Bari
|Partito = commissario prefettizio
|Amministratore locale=Paola Natalicchio
|Data elezione = 20-10-2025
|Partito=[[Partito Democratico]],[[Rifondazione Comunista]], Lista Civica Signora Molfetta, Centro Democratico, [[SEL]],
|Data elezioneistituzione =10/06/2013
|Altitudine = 15
|Data istituzione=
|Sottodivisioni = Gavetone, Località Via Terlizzi, Madonna della Rosa-Carrare, Piscina Rossa
|Latitudine gradi=41
|Divisioni confinanti = [[Bisceglie]] (BT), [[Giovinazzo]], [[Terlizzi]]
|Latitudine minuti=12
|Zona sismica = 3
|Latitudine secondi=0
|Gradi giorno = 1202
|Latitudine NS=N
|Nome abitanti = molfettesi
|Longitudine gradi=16
|Patrono = [[Corrado di Baviera]] [[Madonna dei Martiri]]
|Longitudine minuti=36
|Festivo = 9 febbraio
|Longitudine secondi=0
|Motto = {{Maiuscoletto|Senatus Populusque Melphictiensis}}
|Longitudine EW=E
|PIL =
|Altitudine=15
|PIL procapite =
|Superficie=58.32
|Mappa = Map of comune of Molfetta (metropolitan city of Bari, region Apulia, Italy).svg
|Note superficie=
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Molfetta all'interno della città metropolitana di Bari
|Abitanti=60542
|Note abitanti=[http://demo.istat.it/bil2010/index.html Dato Istat] - Popolazione residente al 31 dicembre 2011.
|Aggiornamento abitanti=31-12-2011
|Sottodivisioni=<small>nessuna</small>
|Divisioni confinanti=[[Bisceglie]] (BT), [[Giovinazzo]], [[Terlizzi]], [[Ruvo di Puglia]], [[Bitonto]]
|Codice postale=70056
|Prefisso=[[080 (prefisso)|080]]
|Fuso orario=+1
|Codice statistico=072029
|Codice catastale=F284
|Targa=BA
|Zona sismica=3
|Gradi giorno=1202
|Diffusività=
|Nome abitanti=molfettesi
|Patrono=[[San Corrado di Baviera]] [[Madonna (madre di Gesù)|Madonna dei Martiri]]
|Festivo=[[9 febbraio]]<br />[[8 settembre]]
|PIL=
|PIL procapite=
|Mappa=Map of comune of Molfetta (province of Bari, region Apulia, Italy).svg
|Didascalia mappa=Posizione del comune di Molfetta all'interno della provincia di Bari
|Sito=http://www.comune.molfetta.ba.it
}}
'''Molfetta''' (<small>[[Alfabeto fonetico internazionale|AFI]]</small>: {{IPA|[molˈfetta]}}<ref>{{Cita web|url=http://www.dizionario.rai.it/poplemma.aspx?lid=41276&r=4330|titolo=Dizionario d'ortografia e di pronunzia|autore=Progetto informatico, realizzazione tecnica, sistemi di backoffice, hosting: Andrea D'Aquino - ad_NOSPAM_@_NOSPAM_netadcom.com|accesso=28 aprile 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180428181757/http://www.dizionario.rai.it/poplemma.aspx?lid=41276&r=4330|urlmorto=sì}}</ref>, ''Melfétte'' in [[dialetti della Puglia centrale|dialetto locale]]<ref>{{cita libro |autore1=Teresa Cappello|autore2=Carlo Tagliavini|titolo=Dizionario degli etnici e dei toponimi italiani|città=Bologna|editore=Pàtron|anno=1981}}</ref>) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[città metropolitana di Bari]] in [[Puglia]].
 
== Geografia fisica ==
=== Territorio ===
[[File:Porto di Molfetta.jpg|miniatura|Scorcio del porto e del ''[[Duomo di San Corrado]]''.]]
Molfetta, che si affaccia sul [[Mar Adriatico]], si trova, a 25 chilometri (distanza ''ferroviaria'' tra le stazioni centrali) a nord ovest di [[Bari]], stretta tra [[Bisceglie]] a nord-ovest e [[Giovinazzo]] a sud-est, in posizione praticamente baricentrica rispetto all'andamento della costa adriatica della [[Puglia]].
Sorta anticamente sull'isoletta di ''Sant'Andrea'', l'area urbanizzata ha un fronte mare di circa 3,5 chilometri a levante e altrettanti a ponente rispetto al nucleo antico e al [[Porto di Molfetta|porto]].
 
Il territorio si estende verso l'entroterra [[murgia]]no e confina anche con il comune di [[Terlizzi]], a sud. Dal punto di vista geomorfologico, esso è costituito dalle bancate calcaree del [[Cretaceo inferiore]], piuttosto profondamente carsificate come dimostrato dal sito naturalistico-archeologico del [[Pulo di Molfetta|Pulo]] e dalle profonde voragini carsiche in cui ci si imbatte molto spesso durante gli scavi per la realizzazione dei piani di fondazione dei nuovi edifici, concentrate in particolare lungo i margini delle ''[[Lama (corso d'acqua)|lame]]'' che lo solcano in direzione mediamente perpendicolare alla costa. Le lame stesse costituiscono di per sé una delle forme macroscopiche di ''[[carsismo]] epigeo'' e rappresentano un forte indizio di presenza di forme carsificate ipogee.<ref>{{Cita pubblicazione|data=15 giugno 2002|titolo=Holocene coastal dune development and environmental changes in Apulia (southern Italy)|rivista=Sedimentary Geology|volume=150|numero=1-2|pp=139-152|lingua=en|doi=10.1016/S0037-0738(01)00272-X| issn = 0037-0738 }}</ref>
 
'''Molfetta''' (''Melfètte'' in dialetto locale) è un [[comune italiano]] di 60.542 abitanti [http://dati.istat.it/Index.aspx?DataSetCode=DICA_POPALED&Lang=it|Dato Istat] della [[provincia di Bari]], in [[Puglia]]. È il comune non capoluogo più popoloso a nord di [[Bari]]. La città, che sorge 25&nbsp;km a nord-ovest di [[Bari]], sulla costa del [[mare Adriatico]], ha sempre avuto un rapporto simbiotico con il mare.<br/>
Tuttavia il territorio, pur non molto esteso, ha avuto una vocazione prevalentemente agricola, almeno fino al termine del [[XX secolo]], prima cioè che vi trovasse insediamento una vasta zona industriale (ASI), ancora in fase di ampliamento.
 
=== Clima ===
La campagna, infatti, prevalentemente coltivata a uliveto spesso misto a [[Prunus dulcis|mandorleto]] e con rari appezzamenti in cui fino agli anni sessanta si coltivava la [[Vitis|vite]], si è lentamente trasformata. Da alcuni decenni si sono diffuse la [[floricoltura]] (in serre) e la coltivazione in serra anche degli ortaggi mentre vaste aree costiere, specialmente verso [[Bisceglie]], da oltre un secolo coltivate a orto, stanno inesorabilmente mutando la propria destinazione, sia sotto la enorme pressione che l'imprenditoria edile esercita sul territorio, sia alla luce delle inevitabili trasformazioni che il piano per il nuovo porto, avviato nella primavera del 2008, comporterà.
Il diretto contatto col mare e la mancanza di alture rilevanti sono alla base del clima particolarmente mite e scarso di precipitazioni della città di Molfetta. Tuttavia gli sbalzi di temperatura sono repentini e notevoli, a causa dell'afflusso dei venti freddi balcanici e per gli improvvisi acquazzoni, solitamente di breve durata, che periodicamente colpiscono la cittadina, dando un qualche respiro all'economia rurale, storicamente assetata di acqua. Tipica la terminologia che indica, nell'idioma locale, l'effetto che questi acquazzoni, così come le piogge di notevole durata (più giorni), rare per il vero, producono sul terreno agrario, cioè la cosiddetta ''mena'', che descrive l'effetto ''strisciante'' del ruscellamento (erosione del suolo) e che non ha, nella lingua italiana, un corrispettivo altrettanto pregnante.
 
A causa della barriera orografica dei monti del Gargano in lontananza a nord ovest, e sempre per via della mancanza di alture nelle immediate vicinanze, Molfetta si presenta spesso riparata, nonostante la posizione costiera, anche dalle ventilazioni marittime rispetto alle restanti coste adriatiche pugliesi; ne segue di conseguenza un ulteriore aumento del tasso di umidità, dell’afa d’estate. Questa è la principale caratteristica che da sempre contraddistingue il clima locale.
Riconosciuta e popolare per la cittadinanza molfettese è la festa patronale della ''Madonna dei Martiri'' che si tiene l'[[8 settembre]] con la tradizionale [[sagra (festa)|sagra]] a mare e anche le suggestive processioni pasquali che ripercorrono le tappe simboliche della [[quaresima]] e della [[Settimana Santa|passione]] di [[Gesù Cristo]].<br/>
Il primato di ''vento regnante'' tuttavia è conteso dal [[maestrale]] e dal [[grecale]] (con una prevalenza per il primo), che sono gli altri venti che spirano dai quadranti settentrionali. Periodicamente poi, specie in autunno, Molfetta è battuta da raffiche (che possono risultare forti, anche se di breve durata) di venti di [[scirocco]] (da sud-est), d'[[ostro (vento)|ostro]] (da sud) e di [[libeccio]], localmente detto ''[[favonio]]'' (da sud-ovest).
I luoghi di maggiore attrazione in occasione delle festività religiose sono il ''Duomo vecchio'', il centro storico, la ''Cattedrale'', la ''Basilica della Madonna dei Martiri'', le chiese di ''San Pietro'', del ''Purgatorio'' e di ''Santo Stefano'', mentre mete di rilassanti e tonificanti passeggiate sono lo storico porto e infine il [[Pulo di Molfetta]], dolina carsica al cui interno e nei cui pressi sono stati trovati, sin dai primi scavi condotti dal [[1900]] in poi, reperti archeologici che testimoniano di una presenza antropica risalente al [[neolitico]].<br/>
Tali reperti sono raccolti nel Museo Archeologico del Pulo, che attende da tempo di essere aperto al pubblico, nella nuova sede dell'ex ''Lazzaretto''.
 
* [[Classificazione climatica dei comuni italiani|Classificazione climatica]]: zona C, 1202 [[Grado giorno|GG]]<ref name=":1">{{Cita web|url=http://www.comuni-italiani.it/072/029/|titolo=Comune di Molfetta|sito=Comuni-Italiani.it|accesso=16 marzo 2018}}</ref>
==Geografia fisica==
{{ClimaAnnuale
[[Immagine:Molfetta - Porto.jpg|thumb|316px|Scorcio del porto e del ''Duomo di San Corrado''.]]
| nome = Dati meteo
Molfetta, che si affaccia sul [[Mar Adriatico]], si trova, a 25 chilometri (distanza ''ferroviaria'' tra le stazioni centrali) a nord ovest di [[Bari]], stretta tra [[Bisceglie]] a nord-ovest e [[Giovinazzo]] a sud-est, in posizione praticamente baricentrica rispetto all'andamento della costa adriatica della [[Puglia]].
| tempmax = 12, 13, 15, 18, 22, 26, 28, 28, 25, 21, 17, 14
Sorta anticamente sull'isoletta di ''Sant'Andrea'', l'area urbanizzata ha un fronte mare di circa 3,5 chilometri a levante e altrettanti a ponente rispetto al nucleo antico e al porto.
| tempmin = 5, 5, 7, 9, 13, 17, 19, 19, 17, 13, 9, 6
| pioggia = 51, 57, 52, 47, 37, 32, 27, 39, 62, 65, 54, 63
| umido = 77, 74, 72, 68, 68, 65, 64, 65, 68, 72, 76, 78
| vento = NNW, NNW, E, E, E, E, E, E, E, NNE, S, WNW
| intensità = 16, 16, 16, 16, 16, 16, 16, 16, 16, 9, 9, 16
|fonte=<ref>https://www.ilmeteo.it/portale/medie-climatiche/Molfetta?refresh_cens</ref>}}
 
{{immagine grande|Panoramica porto.jpg|842px|Panoramica del porto e di parte del ''borgo antico''.}}
Il territorio si estende verso l'entroterra [[murgia]]no e confina anche con il comune di [[Terlizzi]], a sud. Dal punto di vista geomorfologico, esso è costituito dalle bancate calcaree del [[Cretaceo inferiore]], piuttosto profondamente carsificate come dimostrato dal sito naturalistico-archeologico del [[Pulo di Molfetta|Pulo]] e dalle profonde voragini carsiche in cui ci si imbatte molto spesso durante gli scavi per la realizzazione dei piani di fondazione dei nuovi edifici, concentrate in particolare lungo i margini delle ''[[Lama (corso d'acqua)|lame]]'' che lo solcano in direzione mediamente perpendicolare alla costa. Le lame stesse costituiscono di per sé una delle forme macroscopiche di ''[[carsismo]] epigeo'' e rappresentano un forte indizio di presenza di forme carsificate ipogee.
 
== Origini del nome ==
===Clima===
L'origine del toponimo è, ancora oggi, incerta. Si sa che fino al [[XII secolo]] era conosciuta con il nome ''Melfi'', poi divenuto ''Melphicta''<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/molfetta/|titolo=Molfetta nell'Enciclopedia Treccani|accesso=16 marzo 2018}}</ref>.
Il diretto contatto col mare e la mancanza di alture rilevanti sono alla base del clima particolarmente mite e scarso di precipitazioni della città di Molfetta. Tuttavia gli sbalzi di temperatura sono repentini e notevoli, a causa dell'afflusso dei venti freddi balcanici e per gli improvvisi acquazzoni, solitamente di breve durata, che periodicamente colpiscono la cittadina, dando un qualche respiro all'economia rurale, storicamente assetata di acqua. Tipica la terminologia che indica, nell'idioma locale, l'effetto che questi acquazzoni, così come le piogge di notevole durata (più giorni), rare per il vero, producono sul terreno agrario, cioè la cosiddetta ''mena'', che descrive l'effetto ''strisciante'' del ruscellamento (erosione del suolo) e che non ha, nella lingua italiana, un corrispettivo altrettanto pregnante.
 
Un'altra teoria afferma invece che il nome Molfetta derivi da alcuni esuli originari di [[Sebenico]] e [[Ragusa (Croazia)|Ragusa]] che, data la dolcezza del clima e la piacevolezza del territorio, dettero al borgo il nome ''Melphacta'' (fatta di miele).
Vento dominante (cioè di intensità maggiore in assoluto) è la [[tramontana]], mentre il primato di ''vento regnante'' è conteso dal [[maestrale]] e dal [[grecale]] (con una prevalenza per il primo), che sono gli altri venti che spirano dai quadranti settentrionali. Periodicamente, poi, Molfetta è battuta da improvvisi e forti (anche se di breve durata) venti di [[scirocco]] (da sud-est), d'[[ostro (vento)|ostro]] (da sud) e di [[libeccio]], localmente detto ''[[favonio]]'' (da sud-ovest).
 
== Storia ==
Il clima "percepito", come quello delle città viciniori che affacciano al mare Adriatico, è caratterizzato da una notevole umidità che lo rende particolarmente afoso, nella stagione estiva, e poco ideale (tutto l'anno) per chi soffre di dolori articolari.
=== Origini della città ===
Il territorio molfettese risulta abitato sin dalla [[Preistoria]]. A questa fase risalgono, infatti, gli insediamenti più antichi, necropoli e tracce di capanne, rinvenuti nell'area circostante alla città (fondo Azzollini e viciniori) e presso il sito archeologico-naturalistico del [[Pulo di Molfetta|Pulo]], dolina carsica "di crollo" a circa un chilometro e mezzo dal centro urbano.<ref>{{Cita web|url=http://www.pulodimolfetta.it/index.php/neolitico?layout=blog|titolo=neolitico|accesso=26 marzo 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171111120550/http://www.pulodimolfetta.it/index.php/neolitico?layout=blog|urlmorto=sì}}</ref>
 
Si ritiene che Molfetta sia stata fondata dai [[Antica Grecia|Greci]] attorno al [[IV secolo a.C.]] Successivamente il villaggio passò sotto il dominio dei [[Impero romano|Romani]], che le diedero il nome ''Respa''<ref name=":5">{{Cita web|url=http://web.tiscali.it/pasca/storia.htm|titolo=Storia di Molfetta|accesso=21 maggio 2019}}</ref>. La prima indicazione dell'esistenza di un villaggio tra ''Turenum'' ([[Trani]]) e ''Natiolum'' ([[Giovinazzo]]) è piuttosto tarda e si ritrova nell{{'}}''[[Itinerario antonino|Itinerarium Provinciarum Antonini Augusti]]'', il registro delle stazioni e delle distanze tra le località poste lungo le diverse strade dell'[[Impero romano|impero]]<ref name=":2">{{Cita libro|autore=Michele Romano|titolo=Saggio sulla storia di Molfetta dall'epoca dell'antica Respa sino al 1840}}</ref>. Fin dalla sua fondazione nel [[III secolo a.C.|III secolo a.C]]. fino alla caduta dell'Impero romano d'occidente, il villaggio di Molfetta faceva parte del territorio della vicina [[Ruvo di Puglia]], all'epoca florida [[Polis|polis greca]] e poi [[Municipio (storia romana)|''municipium'' romano]], in epoca greca era conosciuta come Ρυψ (''Rhyps'', pron: Rüps), poi ''Rubi'', in età romana. Respa era strategicamente importante per Ruvo, poiché rappresentava il suo principale porto commerciale e la prima via di comunicazione diretta con la Grecia.<ref>{{Cita libro|autore=Francesco di Palo|titolo=Museo Archeologico Jatta|anno=1993|città=Ruvo di Puglia|p=8}}</ref>
==Storia==
{{W|storia|maggio 2013}}{{D|sacco di Molfetta}}
{{Nota
|allineamento = destra
|larghezza = 300px
|titolo = ''Il sacco di Molfetta''
|contenuto = [[Immagine:Strada del borgo antico di Molfetta.JPG|150px|thumb|right|Strada del borgo antico.]] La mattina del [[18 luglio]] [[1529]], [[Galea|galere]] veneziane con a bordo il principe Caracciolo e i soldati al comando del ''Barone di Macchia'', insieme a truppe terrestri comandate da ''Federico Carafa'', si diressero alla volta di Molfetta per impossessarsene. Intanto in città si sparse subito la voce dell'attacco imminente, tuttavia la popolazione non si curò di allestire le dovute difese, sicura delle proprie mura.
 
=== Medioevo ===
Il Capitano di guerra del governo imperiale ''[[Ferdinando di Capua]]'' (incaricato di capeggiare le operazioni di difesa), all'udire il suono di una tromba - segno di richiesta di resa da parte dei nemici - giungere da una galera approdata nel porto molfettese, si attivò nell'organizzazione della difesa per cui fu respinto l'[[ultimatum]].
In seguito alla [[Caduta dell'Impero romano d'Occidente|caduta dell'Impero romano]], Molfetta passò sotto il controllo dei [[Goti]]. Durante questo periodo furono rinforzate le mura della città, in risposta alle frequenti scorribande dei [[Pirateria|pirati]] [[saraceni]]<ref>{{Cita news|url=https://www.molfettaviva.it/rubriche/viva-la-storia-di-molfetta-1/m-oabab/|titolo=Le mura di Molfetta e le origini della Muraglia|pubblicazione=MolfettaViva|accesso=23 aprile 2018}}</ref>, e fu parzialmente coperto il piccolo canale che separava il borgo, dalla terraferma. Nel primo documento ufficiale che attesta l'esistenza di Molfetta, infatti,si fa riferimento ad una "civitas" denominata Melfi, situato su una penisola chiamata Sant'Andrea<ref>{{Cita web|url=https://www.radiocorriere.tv/puglia/Molfetta_ba.html|titolo=Molfetta - BA|accesso=20 aprile 2018}}</ref>. Questo primo documento è datato [[925]]. L'antico villaggio si sviluppò ulteriormente sotto l'alterno dominio dei [[Impero bizantino|Bizantini]] e dei [[Longobardi]]. Nel [[988]] i saraceni distrussero alcuni casali situati nell'entroterra molfettese<ref>{{Cita libro|nome=Lorenzo|cognome=Giustiniani|titolo=Dizionario geografica-ragionato del Regno di Napoli|url=https://books.google.it/books?id=c9o4wNmu4OcC&pg=PA39&lpg=PA39&dq=molfetta+casali+988&source=bl&ots=UaVDKGJi1Q&sig=uzAW9iROHFMKyIEwpsiZAlA6mVs&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjP-IHCtNDaAhXEWxQKHVKyAGEQ6AEIVjAJ#v=onepage&q=molfetta%20casali%20988&f=false|accesso=23 aprile 2018|data=1803|editore=Forni}}</ref>. Passata sotto il dominio dei [[Normanni]]<ref>{{Cita web|url=http://whc.unesco.org/en/tentativelists/1160/|titolo=Romanesque Cathedrals in Puglia - UNESCO World Heritage Centre|autore=UNESCO World Heritage Centre|sito=whc.unesco.org|lingua=en|accesso=20 aprile 2018}}</ref>, la città fu occupata, forse nel [[1057]], da [[Pietro di Trani|Pietro]], figlio di [[Amico di Giovinazzo|Amico]] Conte di [[Giovinazzo]], avversario di [[Roberto il Guiscardo|Roberto d'Altavilla]] detto “il Guiscardo”. Fu lo stesso Guiscardo a cacciare Pietro e occupare Molfetta fra il 1057 e il [[1058]]. Nel [[1066]] Conte di Molfetta era Gocelino (de la Blace o de Harenc), suocero di Amico II. Nel periodo [[1073]]-[[1093]] Amico II fu signore di Molfetta, anche se ancora per diverso tempo (sino al [[1100]]) la città restò sotto l'influenza bizantina. Nell'ottobre del 1100 Goffredo, figlio di Amico II, era ''dominus'' (signore) di Molfetta.<ref name=:0>{{Cita web|url=http://web.tiscali.it/pasca/storia.htm|titolo=storia di Molfetta|sito=web.tiscali.it|accesso=18 marzo 2018}}</ref>
 
Con il consolidamento del dominio normanno, città come Molfetta, [[Bari]], [[Brindisi]] e [[Otranto]] divennero importanti punti di partenza durante il periodo delle [[Crociata|crociate]]. A questo periodo risale la costruzione dell{{'}}''Ospedale dei crociati'', struttura adibita a ospizio per coloro che erano diretti in [[Terra santa|Terrasanta]], edificato nei pressi della [[Basilica della Madonna dei Martiri]].<ref>{{Cita web|url=http://www.madonnadeimartiri.it/ospedale.asp|titolo=Madonna Dei Martiri - Basilica Pontificia Minore|accesso=6 aprile 2018}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.medievale.it/articoli/itinerari-crociati-a-nord-di-bari/|titolo=Itinerari Crociati a Nord di Bari|autore=Gian Luca Todini|accesso=23 aprile 2018}}</ref>
L'attacco iniziò, dopo varie ore spese in sberleffi vicendevoli, per mano veneziana quando i medesimi decisero, chi scavalcando le fortificazioni, chi intrufolandosi di nascosto attraverso il canale di scolo nei pressi del [[Duomo]], di irrompere in città.
Nonostante la valorosa e strenue resistenza opposta da ''Ferdinando di [[Capua]]'' assieme a pochi animosi popolani, la città fu invasa dai [[Francia|francesi]]. Quantunque Caracciolo avesse ormai preso possesso del luogo, nelle ore successive continuarono intrepidi a combattere alcuni irriducibili molfettesi che arrivarono a eliminare svariati soldati occupanti.
 
Tra la fine del [[1133]] e la primavera del [[1134]], Molfetta fu concessa da re [[Ruggero II di Sicilia|Ruggero II]] a Roberto I di Basunvilla, suo cognato. Alla morte di quest'ultimo, avvenuta prima del [[1142]], Roberto II di Basunvilla, figlio di Roberto I e di Giuditta, sorella di Ruggero II, divenne il nuovo signore di Molfetta.<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/roberto-basunvilla_(Dizionario-Biografico)/|titolo=BASUNVILLA, Roberto in "Dizionario Biografico"|accesso=23 aprile 2018}}</ref> A Roberto II, morto il [[15 settembre]] del [[1182]], subentrò (sino al [[1187]]) sua sorella Adelasia. Successivamente, Molfetta, appartenente alla contea di [[Conversano]], entrò a far parte del demanio fino al [[1190]], anno in cui la stessa contea fu concessa a [[Ugo Lupino]]. Dopo la sua morte, avvenuta intorno al [[1197]]-[[1198]], non lasciando eredi diretti, l'imperatrice [[Costanza d'Altavilla|Costanza]], durante la sua reggenza del regno (dal [[28 settembre]] 1197 al [[27 novembre]] 1198, giorno della sua morte), ascrisse Molfetta nel regio demanio. La scomparsa dell'imperatrice e la minore età di [[Federico II di Svevia|Federico II]] crearono una situazione che ricondusse Molfetta nella contea di Conversano, allora amministrata (dal 1207) ''[[ad interim]]'' da Ruggero de Piscina, nipote del defunto Berardo I di Celano già Conte di Conversano. Solo dopo il dicembre del [[1220]] Federico II si riprese Molfetta, già dichiarata [[Città regia (Italia)|città regia]] da sua madre Costanza<ref>{{Cita web|url=http://www.arimolfetta.it/pagina-di-esempio/|titolo=La nostra città – ARI Sezione di Molfetta|accesso=23 aprile 2018}}</ref>.
Queste uccisioni provocarono le ire dei conquistatori che per tre giorni misero a ferro e fuoco la città, dal [[18 luglio|18]] al [[20 luglio]] [[1529]]. Molti rivoluzionari furono arsi vivi e le strade erano intasate dai cadaveri. I danni per la città furono incalcolabili. Su una popolazione di 5000 residenti si contarono almeno 1000 morti.
}}
Il territorio molfettese risulta abitato sin dalla [[Preistoria]]. A questa fase risalgono, infatti, gli insediamenti più antichi, necropoli e tracce di capanne, rinvenuti nell'area circostante alla città (''fondo Azzollini'' e viciniori) e presso il sito archeologico-naturalistico del ''Pulo'', dolina carsica ''di crollo'' a circa un chilometro e mezzo dal centro urbano.
 
=== XIV e XV secolo ===
L'origine della città vera e propria risale presumibilmente all'[[Antica Roma|era romana]]. Alcuni ritrovamenti fanno pensare all'esistenza di un villaggio di pescatori già intorno al [[IV secolo a.C.]] Questa ipotesi sembra essere plausibile, dato che, per la sua posizione, il villaggio offriva un ottimo approdo per il commercio di ''Rubo'' ([[Ruvo di Puglia]]). La prima indicazione dell'esistenza di un villaggio tra ''Turenum'' ([[Trani]]) e ''Natiolum'' ([[Giovinazzo]]) è piuttosto tarda e si ritrova nell'''Itinerarium Provinciarum Antonini Augusti'', iniziato nel [[217 d.C.]]. Questo luogo era denominato ''Respa'', probabilmente un'erronea trascrizione del toponimo ''Melpha''.
[[File:Ladislao d'Angiò re di Napoli.jpg|miniatura|Ladislao I.]]
Nel periodo [[1348]]-[[1352]] la città appartenne a Giovanni Pipino, nobile [[barletta]]no, conte di [[Minervino Murge|Minervino]] e palatino di [[Altamura]].<ref>{{DBI|giovanni-pipino|PIPINO, Giovanni|accesso=23 aprile 2018}}</ref> Successivamente la città passò sotto il dominio degli [[Angioini]], con [[Giovanna I di Napoli|Giovanna di Napoli]] e [[Roberto d'Angiò]].<ref>{{Cita web|url=http://www.quindici-molfetta.it/citta.aspx|titolo=Quindici Molfetta - Città|accesso=23 aprile 2018}}</ref> Con la scomparsa di [[Luigi di Taranto]] e di Roberto d'Angiò, grazie a una [[Bolla pontificia|bolla]] di papa [[Papa Urbano V|Urbano V]], in data [[25 aprile]] [[1365]], Molfetta ritornò città demaniale. Nel [[1383]], [[Carlo III di Napoli|Carlo III di Durazzo]], divenuto [[Sovrani di Napoli|re di Napoli]] dopo la morte di [[Giovanna I di Napoli|Giovanna I]], donò la signoria di Molfetta a [[Giacomo del Balzo]], principe di Taranto<ref name=":3">{{Cita web|url=http://www.viaggioadriatico.it/rete_interadriatica/pagina-di-descrizione-citta/molfetta|titolo=Molfetta. La città dei maestri d'ascia
ViaggiADR|accesso=20 aprile 2018}}</ref>. L'anno successivo, Giacomo morì e non avendo ricevuto figli, il Principato di Taranto passò a suo nipote [[Raimondo Orsini del Balzo|Raimondo del Balzo Orsini]]. In questo periodo la Puglia era teatro di lotta tra i due rami della famiglia angioina, il durazzesco (Carlo III di Durazzo) e il provenzale ([[Luigi I d'Angiò]]). Molti signori locali approfittarono di questa situazione. Uno di questi fu il principe di Taranto ''[[Raimondo Orsini del Balzo|Raimundus de Baucio de Ursinis dictus dominus Raimundus]]''. Raimondo parteggiò prima per Carlo III di Durazzo, ma poi passò sotto la bandiera di Luigi I d'Angiò<ref name=":4">{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/orsini-del-balzo-raimondo_(Dizionario-Biografico)/|titolo=ORSINI DEL BALZO, Raimondo in "Dizionario Biografico"|accesso=23 aprile 2018}}</ref>. Alla morte di Luigi I d'Angiò ([[15 settembre]] [[1384]]), Carlo III rimase il legittimo re di Napoli, ma anch'egli, all'inizio del [[1386]], mori assassinato<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/carlo-iii-di-durazzo_(Dizionario-di-Storia)/|titolo=Carlo III di Durazzo in "Dizionario di Storia"|accesso=23 aprile 2018}}</ref>. La lotta per la successione al trono che ne seguì indusse Raimondo ad approfittare di questa ennesima confusione, tanto che egli, o nel medesimo anno (1386) o nel successivo, poté fregiarsi del titolo di signore di Molfetta<ref name=":4" />.
 
Il [[24 aprile]] del [[1399]], re [[Ladislao I di Napoli|Ladislao]] concesse alla città l'istituzione di una fiera franca da tenersi dall'8 al 15 settembre di ogni anno<ref>{{Cita news|url=https://www.molfettaviva.it/rubriche/viva-la-storia-di-molfetta-1/la-fiera-di-molfetta-e-la-sua-antichissima-storia/|titolo=La fiera di Molfetta e la sua antichissima storia|pubblicazione=MolfettaViva|accesso=23 aprile 2018}}</ref>.
Il primo documento ufficiale che attesta l'esistenza di Molfetta risale al 925. Questo atto riferisce di una "civitas" denominata Melfi. L'iniziale borgo era situato su una penisola chiamata Sant'Andrea. L'antico villaggio si sviluppò ulteriormente sotto l'alterno dominio dei Bizantini e dei Longobardi. Nel 988 i saraceni distrussero alcuni casali situati nell'entroterra molfettese. Passata sotto il dominio dei Normanni, la città fu occupata, forse nel 1057, da [[Pietro_di_Trani|Pietro]], figlio di [[Amico_di_Trani|Amico (I)]] Conte di Trani, avversario di [[Roberto_il_Guiscardo|Roberto d'Altavilla]] detto “il Guiscardo”. Fu lo stesso Guiscardo a cacciare Pietro e occupare Molfetta fra il 1057 e il 1058. Nel 1066 Conte di Molfetta era Gozzulino (de la Blace o de Harenc), suocero di Amico (II). Nel periodo 1073-93 Amico (II) fu signore di Molfetta, anche se ancora per diverso tempo (sino al 1100) la città restò sotto l'influenza bizantina. Nell'ottobre del 1100 Goffredo, figlio di Amico (II), era dominus (= signore) di Molfetta.
 
Il [[17 gennaio]] [[1406]] Raimondo del Balzo Orsini morì<ref name=":4" />. Un anno dopo, il [[23 aprile]] del [[1407]], re Ladislao si unì in matrimonio con [[Maria d'Enghien]], vedova del predetto Raimondo, e incamerò tutti i beni del principato di Taranto.<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/ladislao-d-angio-durazzo-re-di-sicilia_(Dizionario-Biografico)/|titolo=LADISLAO d'Angiò Durazzo, re di Sicilia in "Dizionario Biografico"|accesso=23 aprile 2018}}</ref>
Tra la fine del 1133 e la primavera del 1134, Molfetta fu concessa da re Ruggero II a Roberto (I) di Basunvilla, suo cognato. Alla morte di quest'ultimo, avvenuta prima del 1142, Roberto (II) di Basunvilla, figlio di Roberto (I) e di Giuditta, sorella di Ruggero II, divenne il nuovo signore di Molfetta. A Roberto (II), morto il 15 settembre del 1182, subentrò (sino al 1187) sua sorella Adelasia. Successivamente, Molfetta, appartenente alla contea di Conversano, entrò a far parte del demanio fino al 1190, anno in cui la stessa (contea) fu concessa a Ugo Lupino. Dopo la sua morte, avvenuta intorno al 1197-98, non lasciando eredi diretti, l'imperatrice Costanza, durante la sua reggenza del regno (dal 29 settembre 1197 al 28 novembre 1198, giorno della sua morte), infeudò Molfetta nel regio demanio. La scomparsa dell'imperatrice e la minore età di Federico II crearono una situazione che, artatamente, ricondusse Molfetta nella contea di Conversano, allora amministrata (dal 1207) “[[ad interim]]” da Ruggero de Piscina, nipote del defunto Berardo (I) di Celano già Conte di Conversano. Solo dopo il dicembre del 1220 Federico II si riprese Molfetta, già dichiarata città regia o demaniale da sua madre Costanza.
 
Per diploma del [[4 maggio]] [[1416]], nel quale fu riassunto il privilegio concesso dall'imperatrice Costanza e da suo figlio Federico II, la regina [[Giovanna II di Napoli|Giovanna II]] confermò Molfetta [[città demaniale]].<ref>{{Cita web|url=http://rilievo.stereofot.it/studenti/aa00/farinola/cennistorici/cenni.html|titolo=Cenni storici|accesso=23 aprile 2018}}</ref>
Nel periodo 1348-52 la città appartenne a Giovanni Pipino, nobile barlettano, conte di Minervino e palatino di Altamura. Nel 1353 Luigi di Taranto concesse Molfetta a suo fratello Roberto d'Angiò, principe di Taranto. Con la scomparsa di Luigi di Taranto e di Roberto d'Angiò, grazie a una bolla di papa Urbano V, in data 25 aprile 1365, Molfetta ritornò città demaniale. Nel 1383, Carlo III di Durazzo, divenuto re di Napoli dopo la morte di Giovanna I, donò la signoria di Molfetta a Giacomo del Balzo, principe di Taranto. L'anno successivo, Giacomo morì e non avendo ricevuto figli, il Principato di Taranto passò a suo nipote Raimondo del Balzo Orsini. In questo periodo la Puglia era teatro di lotta tra i due rami della famiglia angioina, il durazzesco (Carlo III di Durazzo) e il provenzale (Luigi I d'Angiò). Molti signori locali approfittarono di questa situazione. Uno di questi fu il principe di Taranto «Raimundus de Baucio de Ursinis dictus dominus Raimundus». Raimondo parteggiò prima per Carlo III di Durazzo, ma poi passò sotto la bandiera di Luigi I d'Angiò. Alla morte di Luigi I d'Angiò (15 settembre 1384), Carlo III rimase il legittimo re di Napoli, ma anch'egli, all'inizio del 1386, mori assassinato. La lotta per la successione al trono che ne seguì indusse Raimondo ad approfittare di questa ennesima confusione, tanto che egli, o nel medesimo anno (1386) o nel successivo 1387, poté fregiarsi del titolo di "Signore" di Molfetta.
 
Nel 1484 Giambattista Cybo, vescovo di Molfetta, divenne [[papa]] col nome di [[Papa Innocenzo VIII|Innocenzo VIII]].<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/innocenzo-viii_(Enciclopedia-dei-Papi)/|titolo=INNOCENZO VIII in "Enciclopedia dei Papi"|accesso=20 aprile 2018}}</ref>
Il 24 aprile del 1399, re Ladislao concesse alla città l'istituzione di una fiera franca da tenersi dall'8 al 15 settembre di ogni anno. L'8 settembre dello stesso anno (1399) il Signore di Molfetta (Raimondo) e il Vescovo di Molfetta (Simon Alopa) presenziarono, forse, alla prima fiera cittadina (avvenimento non documentato, ma che trova conferma, pur in maniera indiretta, grazie alla presenza degli stemmi delle due eminenti personalità, affissi su una parete dell'atrio della Basilica della Madonna dei Martiri). Il 17 gennaio 1406 Raimondo del Balzo Orsini morì. Un anno dopo, il 23 aprile del 1407, re Ladislao si unì in matrimonio con Maria d'Enghien, vedova del predetto Raimondo, e incamerò tutti i beni del principato di Taranto.
 
=== XVI e XVII secolo ===
Per diploma del 4 maggio 1416, nel quale fu riassunto il privilegio concesso dall'imperatrice Costanza e da suo figlio Federico II, la regina Giovanna II confermò Molfetta città demaniale.
Molfetta ebbe commerci con altri mercati del [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo]], tra cui [[Venezia]], [[Alessandria d'Egitto]], [[Costantinopoli]], [[Amalfi]] e [[Ragusa (Croazia)]]<ref name=":3" /><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Marco Ignazio de|cognome=Santis|titolo=I beni dei Templari a Molfetta dal XII al XIV secolo|lingua=en|accesso=20 aprile 2018|url=https://www.academia.edu/33631569/I_beni_dei_Templari_a_Molfetta_dal_XII_al_XIV_secolo}}</ref>. Nel [[XII secolo]], durante le [[Crociata|Crociate]], il passaggio dei pellegrini diretti verso la [[Terra santa]] avevano dato alla città una certa rinomanza. Uno di questi pellegrini, [[Corrado di Baviera]], divenne poi il [[santo patrono]] della città.<ref>{{Cita web|url=http://www.molfetta.net/storia/san_corrado.php|titolo=molfetta.net :: San Corrado|autore=artemedia - www.artemedia.it|accesso=20 aprile 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180421030957/http://www.molfetta.net/storia/san_corrado.php|urlmorto=sì}}</ref>
Molfetta dall'[[XI secolo]] è sede vescovile. Ebbe commerci con altri mercati del [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo]], tra cui [[Venezia]], [[Alessandria d'Egitto]], [[Costantinopoli]], [[Amalfi]] e [[Ragusa (Croazia)]]. Nel secolo XII, durante le Crociate, il passaggio dei pellegrini diretti verso la [[Terra Santa]] diedero alla città una certa rinomanza. Uno di questi pellegrini, ''Corrado di Baviera'', divenne poi il [[patrono]] della città.
 
Con il passaggio del potere della città dai ''[[Durazzo]]'' agli [[Aragonesi]], la situazione precipitò, in conseguenza dei difficili rapporti e dei contrasti tra francesi, spagnoli e italiani. Questa situazione portò a guerre e devastazioni in tutto il [[sud Italia]], tra cui il ''"[[sacco di Molfetta'']]" da parte dei francesi tra il [[18 luglio|18]] e il [[19 luglio]] [[1529]].<ref>{{Cita Questoweb|url=http://www.molfetta.net/storia/ilsacco.php|titolo=molfetta.net episodio:: marcòIl notevolmentesacco ladi città,Molfetta|autore=artemedia ostacolandone- lawww.artemedia.it|accesso=20 rinascitaaprile per lungo tempo2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120626054344/http://www.molfetta.net/storia/ilsacco.php|urlmorto=sì}}</ref>
 
Anni prima, il [[15 aprile]] del [[1522]], nella città di [[Bruxelles]], l'imperatore [[Carlo V]] aveva ratificato la vendita delle città di [[Giovinazzo]] e Molfetta (essa venne quindi nuovamente [[Feudalesimo|infeudata]]), concordata per il prezzo di 50.000 [[Ducato (moneta)|ducati]] d'oro (per diploma del 5 aprile 1522) in favore di [[Ferrante di Capua|Ferdinando di Capua d'Altavilla]]<ref name=":2" />. Il 3 ottobre del medesimo anno, Carlo V aveva eretto in [[Principato (diritto)|principato]] la città di Molfetta e concesso a Ferdinando di Capua il titolo di [[principe]].<ref name=":0" /><ref name=":3" /> Il [[29 novembre]] [[1523]] Ferdinando di Capua era morto a [[Milano]]. Per testamento del 20 novembre Ferdinando aveva disposto erede universale sua figlia [[Isabella di Capua|Isabella]], che portò in dote il principato di Molfetta a suo marito [[Ferrante I Gonzaga]], [[Contea di Guastalla|conte di Guastalla]].
Con il [[trattato di Utrecht]] del [[1714]], che pose fine alla guerra tra [[Filippo V di Spagna|Filippo V]] e gli stati d'Europa, il [[Regno di Napoli]] cessò di essere dominio spagnolo e divenne dominio austriaco. Iniziò così l'occupazione austriaca di Molfetta.
[[File:"Molfetta" (22263612712).jpg|thumb|upright=1.3|Molfetta in un disegno risalente alla seconda metà del XVII secolo.]]
Alla morte di Ferrante I, il [[principato di Molfetta]] (come pure la [[contea di Guastalla]]) passò a suo figlio [[Cesare I Gonzaga|Cesare I]] che, nell'aprile del [[1560]], si unì in matrimonio con [[Camilla Borromeo]]<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/cesare-i-gonzaga-conte-di-guastalla/|titolo=Césare I Gonzaga conte di Guastalla nell'Enciclopedia Treccani|accesso=20 aprile 2018}}</ref>, sorella del cardinale [[Carlo Borromeo]] e del Conte [[Federico Borromeo]]. Cesare I ebbe {{Senza fonte|quattro figli: due (Carlo e Ippolita) nati, forse, da relazioni antecedenti al matrimonio}} e due da Camilla, [[Margherita Gonzaga (1562-1618)|Margherita]] e [[Ferrante II Gonzaga|Ferrante II]], che nel [[1575]] successe al padre nella [[contea di Guastalla]] sotto la tutela della madre.
 
Ferrante II nel [[1587]] sposò [[Vittoria Doria]], figlia di [[Gianandrea Doria|Gian Andrea (di Giannettino) Doria]] e [[Zanobia Del Carretto Doria|Zenobia di Marc'Antonio Dei Carretto]] (o del Caretto)<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/ferrante-ii-gonzaga-conte-poi-duca-di-guastalla/|titolo=Ferrante II Gonzaga conte poi duca di Guastalla nell'Enciclopedia Treccani|accesso=20 aprile 2018}}</ref>. Il 10 settembre [[1580]] il principe di Melfi, Gian Andrea Doria, e Ferrante II sottoscrissero i capitoli per il matrimonio. La dote fu stabilita in 100.000 ducati. Il [[22 giugno]] [[1618]] Vittoria Doria fece il suo testamento con il quale dispose erede universale tutti i suoi figli. Alla sua morte Ferrante II lasciò dieci figli, sei maschi e quattro femmine, avuti dal matrimonio con Vittoria Doria<ref>{{Cita web|url=http://genealogy.euweb.cz/gonzaga/gonzaga3.html#F1G|titolo=Gonzaga 3|sito=genealogy.euweb.cz|accesso=20 aprile 2018}}</ref>. Suo successore fu [[Cesare II Gonzaga|Cesare II]]. Nel [[1612]] sposò Isabella, figlia di [[Paolo Giordano I Orsini|Paolo Giordano Orsini]] duca di [[Bracciano]], morta nel [[1623]] all'età di 25 anni. Quest'ultima diede alla luce due figli: Vespasiano e [[Ferrante III Gonzaga|Ferrante III]] che nel [[1647]] sposò [[Margherita d'Este]], figlia di [[Alfonso III d'Este]], duca di [[Modena]]. Per testamento del [[3 gennaio]] [[1632]] Cesare II istituì erede il primogenito [[Ferrante III Gonzaga|Ferrante III]].
Dopo un avvicendamento di potere tra francesi e austriaci, la località seguì le vicissitudini dell'Italia unita. Nell'ottobre del [[1860]] infatti si tenne nella ''Piazza Municipio'' di Molfetta, il plebiscito per l'annessione del [[Regno delle due Sicilie]] al governo di [[Vittorio Emanuele II]], il cui scontato esito decretò l'annessione del regno all'Italia unificata.
 
Il 28 giugno [[1635]] comparve nella [[Gran Corte della Vicaria]] il principe [[Ferrante III Gonzaga|Ferrante III]], ove presentò istanza di voler ritenere la città di Molfetta, in virtù del credito riveniente da due doti matrimoniali: quella di sua madre, Isabella Orsini, e quella di Vittoria Doria, sua avola, del valore di 100.000 ducati ciascuna, per un totale di 200.000 ducati. Somma che apparteneva interamente a Ferrante III, per la sua quota e come cessionario dei suoi zii Carlo, Vincenzo, Andrea, Giovanni e Francesco, figli di Vittoria Doria''.'' Per&nbsp; decreto del successivo 13 luglio dello stesso anno, il Tribunale della Gran Corte concesse a Ferrante III la facoltà di ritenere la città di Molfetta dopo l'esecuzione di una perizia estimativa della stessa. In esecuzione di questo decreto si procedette all'apprezzo della città di Molfetta, operazione eseguita a cura del ''[[Tavolario]]'', signor Felice di Riso, il quale, con sua relazione dell'8 agosto 1635, stimò il valore della città pari a 102.971 ducati. Valore definitivo certificato e convalidato per altro decreto del 23 agosto 1635.
Assai grande fu il tributo di vite umane che la città pugliese dové subire durante la [[prima guerra mondiale]] offrendo alla patria il sacrificio di 500 concittadini, tra cui quello del maggiore ''Domenico Picca''. Dopo alcuni mesi dall'inizio della guerra, la città subì un cannoneggiamento da parte di una unità della marina austriaca e successivamente subì un attacco aereo, che produsse alcune vittime fra la popolazione civile.
 
Il 2 aprile del [[1640]] per atto rogato dal notaio Giovanni Francesco Poggio di [[Genova]], il nobile Giacinto Biaggio, procuratore di [[Ferrante III Gonzaga]], vendette a Gian Stefano Doria, il quale nello stesso atto nominò suo nipote Luca [[Spinola]]<ref>{{Cita web|url=http://www.artemaestra.it/alessandro/f001/storia.php|titolo=Gaspar Hovich - breve storia di Molfetta|autore=Florinda Sasso|accesso=20 aprile 2018}}</ref>, la città di Molfetta per 170.000 ducati, di questa cifra 161.219 ducati costituivano il debito del Gonzaga nei confronti del Doria. Il successivo 4 maggio 1640 Ferrante III Gonzaga ratificò l'atto di compra-vendita. In realtà, la vendita della città non trovò piena e immediata esecuzione perché il Regio Consiglio Collaterale in data 11 luglio 1640 sospese a Luca Spinola il possesso della stessa. Questa situazione fu risolta nel biennio [[1643]]-[[1644]] ossia dopo l'impetrazione dell'assenso reale e la concessione dell{{'}}''[[Delibazione|exequatur]]'' al regio assenso.<ref name=":2" />. Il feudo sarebbe poi passato per successione degli Spinola alla famiglia milanese dei [[Gallarati Scotti (famiglia)|Gallarati Scotti]] fino al [[1798]], quando tornò demaniale<ref>{{cita testo|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/molfetta/|titolo=Molfetta su Enciclopedia Treccani online}}</ref>.
===Stemma===
[[Immagine:Molfetta-Stemma.png|90px|left]]
Lo stemma della città di Molfetta è costituito da una banda di colore bianco o argento in cui sono incise le lettere '''S. P. Q. M.''', il cui significato è '''''S'''enatus - '''P'''opulus - '''Q'''ue - '''M'''elphictiensis'', il tutto inserito in un campo rosso sostenuto da due ramoscelli (l'ulivo a destra e l'alloro a sinistra). Nell'estremità superiore, c'è la corona della città rappresentata da una cinta muraria e da otto [[torre|torri]], di cui cinque visibili.
 
Sette anni dopo l'acquisto della città, il 20 aprile dell'anno [[1647]], i coniugi Luca, figlio di Gaspare Spinola, e Pellina, figlia di Giovanni Battista Spinola, si recarono in visita a Molfetta.<ref>{{Cita web|url=http://www.sanpierdarena.net/SPINOLA%20di%20san%20Pietro%20via.htm|titolo=SPINOLA via Spinola di san Pietro|accesso=20 aprile 2018}}</ref>
La definizione di SPQM si conforma all'omologo "[[SPQR]]" proprio dell'emblema della città di [[Roma]] e fu aggiunto allo stemma nel [[1911]] su ordinanza dell'amministrazione comunale capeggiata dal sindaco Felice Fiore.
 
=== Dal XVIII secolo al primo conflitto mondiale ===
==Monumenti e luoghi di interesse==
Nel [[XVIII secolo|'700]] la città vive un periodo di fioritura, soprattutto nelle arti. In questo periodo opera il [[Corrado Giaquinto]], pittore di fama mondiale<ref>{{Cita web|url=http://www.museodiocesanomolfetta.it/02_Pittura_2.html|titolo=Museo Diocesano Molfetta|accesso=6 aprile 2018}}</ref>, le cui opere sono oggi esposte in numerosi musei, in [[Italia]] e all'estero.<ref>{{Cita web|url=http://www.pinacotecabari.it/index.php/patrimonio-museale/opere/catalogo-generale?option=com_content&view=article&lang=&Itemid=134&id=28&sala=&abc_page_size=10&abc_sort_field=&abc_sort_field_by=&abc_sort_field_type=&abc_sort_type=&abc__ff_inventario_ord_id_sezione_operator==&abc__ff_inventario_ord_id_sezione=&abc__ff_inventario_ord_oggetto_operator=%25like%25&abc__ff_inventario_ord_oggetto=&abc__ff_inventario_ord_soggetto_operator=%25like%25&abc__ff_inventario_ord_soggetto=&abc__ff_inventario_ord_datazione_operator=%25like%25&abc__ff_inventario_ord_datazione=&abc__ff_inventario_ord_materia_tecnica_operator=%25like%25&abc__ff_inventario_ord_materia_tecnica=&abc__ff_inventario_ord_id_autore_new_operator==&abc__ff_inventario_ord_id_autore_new=117&abc__ff_selSearchType=0&abc__ff_onSUBMIT_FILTER=Cerca|titolo=Pinacoteca "C. Giaquinto" di Bari - Catalogo generale|accesso=20 aprile 2018}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.museodelprado.es/aprende/enciclopedia/voz/giaquinto-corrado/bb430501-d842-4ca7-89f7-e8e5eb96f463|titolo=Giaquinto, Corrado - Museo Nacional del Prado|accesso=20 aprile 2018}}</ref>
[[Immagine:Cattedrale di Molfetta.jpg|thumb|300px|Il ''Duomo di San Corrado''.]]
[[Immagine:Porto di Molfetta.jpg|thumb|right|300px|Panorama del porto e del ''Duomo''.]]
Fra le bellezze naturalistiche da ammirare nella cittadina pugliese, è sicuramente il ''[[Pulo di Molfetta|Pulo]]'', sprofondamento carsico a pianta sub-circolare, con diametro variabile tra un minimo di 170 a un massimo di circa 180 metri, un perimetro che supera i 500 metri e una profondità intorno ai 30 metri nel punto di maggior dislivello. Sul bordo superiore sono stati ritrovati i resti di un villaggio neolitico: da questa località provengono reperti, soprattutto vasi e strumenti rudimentali neolitici (denominati ''tipo Molfetta'' e presenti in tutto il [[Mar Mediterraneo]]) e anche resti umani risalenti a [[età della pietra]] precedenti, e anche alla (successiva) [[età del bronzo]].
 
Con il [[trattato di Utrecht]] del [[1714]], che pose fine alla [[Guerra di successione spagnola|guerra]] tra [[Filippo V di Spagna|Filippo V]] e gli Stati d'Europa, il [[Regno di Napoli]] cessò di essere dominio spagnolo e divenne dominio austriaco.<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/utrecht/#trattatidiu-1|titolo=Utrecht nell'Enciclopedia Treccani|accesso=20 aprile 2018}}</ref> Iniziò così l'occupazione austriaca di Molfetta. Tra il [[1734]] e il [[1735]] Molfetta subì lo stesso destino del resto del [[sud Italia]] e della [[Sicilia]], entrando a far parte dei [[Conquista borbonica delle Due Sicilie|domini borbonici di Carlo I]].
Il nucleo antico detto ''Isola di Sant'Andrea'' forma il primo nucleo urbano attorno al [[III secolo]] ed è caratterizzato da una singolare pianta a spina di pesce: qui sorge il ''Duomo di San Corrado'', la più grande chiesa a (tre) cupole in asse del [[romanico pugliese]] coronate da due torri campanarie, edificato tra [[XI secolo|XI]] e [[XII secolo]]. Sempre nel centro antico è situata la [[Barocco|barocca]] ''Chiesa di [[San Pietro]]'' eretta su una precedente chiesa romanica. Da notare le mura verso terra rimaste nel loro tracciato. Subito fuori dalle mura sorge la grandiosa Cattedrale intitolata all'''Assunta'', ex convento dei [[Gesuiti]], dove sono poste le ossa del patrono della città [[San Corrado di Baviera]], con busto in argento e oro di scuola napoletana. Di particolare attenzione è un grande quadro del celeberrimo [[Corrado Giaquinto]], pittore molfettese del [[XVII secolo|seicento]], a cui è intitolata la [[Pinacoteca Provinciale di Bari]].
 
In [[età napoleonica]], precisamente il [[5 febbraio]] [[1799]], la città fu teatro di sanguinosi tumulti, in parte causati dal comune sentimento anti-francese (il Regno di Napoli era stato conquistato da Napoleone), in parte dovuti a motivazioni socio-economiche.<ref name=:0 />
Nei pressi della cattedrale sorge la chiesa del ''Purgatorio'', e, sempre lungo lo stesso asse viario del cosiddetto "borgo" (oggi Via Dante), ma più spostate verso la antica Porta principale del centro storico (quella che si apriva su Via Piazza) sono quelle dedicate alla ''[[#Chiese minori|Santissima Trinità, detta Sant'Anna]]'' e al protomartire ''[[Santo Stefano]]'', luoghi di profonda religiosità in particolari periodi dell'anno. Poco più distante da queste, in direzione di uscita, verso Bisceglie, dalla '''''Molfetta storica''''', sorge la chiesa di ''[[San Domenico]]'', con annesso convento, oggi riadattato a contenitore culturale (biblioteca, museo e sala conferenze) col nome, ripreso dai documenti d'archivio, di ''Fabbrica di San Domenico''.
 
Nel [[1815]], con il [[Congresso di Vienna]], [[Ferdinando I delle Due Sicilie|Ferdinando I]] riconquistò il potere e divenne sovrano del [[Regno delle Due Sicilie]], restaurando il dominio dei [[Borbone]] nel sud Italia. Di conseguenza sorsero, anche a Molfetta, alcune società segrete come quella dei [[Filadelfi]], in lotta per la libertà.<ref>{{Cita libro|autore=Giuseppe de Ninno|titolo=Filadelfi e carbonari in Carbonara di Bari negli albori del risorgimento italiano|editore=}}</ref>
Altro luogo interessante è il cosiddetto ''Calvario'', un tempietto [[Gotico (arte)|gotico]] in pietra calcarea, costruito nel [[1856]] su progetto dell'architetto De Judicibus. Esso si erge a tre livelli su pianta ottagonale, con ciascun piano coronato da una selva di cuspidi e pinnacoli. Alto 20 metri, possiede una guglia sommitale che desta ammirazione e lo rende unico per davvero rispetto agli altri tempietti ad analoga destinazione presenti nei comuni limitrofi, sia per la soluzione scenografica che per la sua leggiadria strutturale.
 
Dopo un avvicendamento di potere tra francesi e austriaci, la località seguì le vicissitudini dell'Italia unita<ref name=":3" />. Nell'ottobre del [[1860]] infatti si tenne nella Piazza Municipio di Molfetta, il plebiscito per l'annessione del [[Regno delle due Sicilie]] al governo di [[Vittorio Emanuele II]], il cui esito decretò l'annessione del regno all'Italia unificata.<ref>{{Cita news|url=http://www.quindici-molfetta.it/btra-reazione-e-rivoluzione-i-parteb_16802.aspx|titolo=''Tra reazione e rivoluzione - I parte''|accesso=20 aprile 2018}}</ref>
A circa 2&nbsp;km dalla città, in direzione di [[Bisceglie]] si trova la [[basilica]]-[[santuario]] della ''Madonna dei Martiri''. L'impianto attuale della chiesa insiste parzialmente sulla vecchia chiesa dell'[[XI secolo]], di cui resta solo una cupola e la struttura sottostante, dove oggi sorge l'altare. Su un fianco della chiesa è addossato l'''Ospedaletto dei [[Crociato|Crociati]]'', sempre dell'XI secolo, unico superstite dei due presenti nel complesso della Madonna dei Martiri dopo le ristrutturazioni ottocentesche.
 
Nel [[1910]] Molfetta fu colpita da un'epidemia di [[colera]], che decimò la popolazione.<ref>{{Cita web|url=http://www.giramolfetta.it/content_/molfetta_uomini_illustri_exe.asp?id_news=34&lan=ita|titolo=Giramolfetta - giramolfetta.it|autore=MediaLab05.it|accesso=6 aprile 2018}}</ref>
Sulle provinciale per Ruvo, c'è l'area dei Dinosauri di Molfetta, dove alcuni studiosi, hanno trovato orme di dinosauri, Un'area destinata alle visite nel futuro.
 
Durante la [[prima guerra mondiale]] furono 500 i concittadini che persero la vita nel conflitto, tra i quali il maggiore [[Domenico Picca]]. Dopo alcuni mesi dall'inizio della guerra, la città subì un cannoneggiamento da parte di una unità della [[K.u.k. Kriegsmarine|marina austriaca]] e successivamente subì un attacco aereo; al termine del conflitto più di 500 morti tra la popolazione.<ref>{{Cita news|url=https://www.molfettaviva.it/notizie/molfetta-nella-grande-guerra/|titolo=Molfetta nella Grande Guerra: storie di eroi, bombardamenti e 500 morti in città|pubblicazione=MolfettaViva|accesso=18 marzo 2018}}</ref>
===Architetture religiose===
====Duomo di San Corrado====
{{vedi anche|Duomo di San Corrado}}
[[Immagine:Duomo1.jpg|thumb|right|300px|Il ''Duomo di San Corrado'', lato mare.]]
[[Immagine:Duomo di Molfetta.JPG|300px|thumb|Facciata del ''Duomo di San Corrado''.]]
Il ''Duomo di San Corrado'', originariamente dedicato a ''Maria SS. Assunta in Cielo'', è situato ai margini dell'antico borgo di Molfetta, di fronte al porto. Costruito fra il [[1150]] e la fine del Duecento, costituisce un singolare esempio dell'architettura [[Romanico pugliese|romanico-pugliese]]. Essa è infatti la maggiore delle chiese romaniche con la navata centrale coperta a cupole in asse (tre, nel caso specifico) impostate su [[tamburo]] a pianta esagonale, rispetto alle altre (comprese le quattro [[Romanico pugliese|Basiliche Palatine]]) aventi la copertura del tipo a [[capriata|capriate]] e [[tegole]] sovrapposte.
 
Negli [[Anni 1930|anni 30]] del [[XX secolo|Novecento]] furono completate la biblioteca e l'ospedale, successivamente intitolato a [[Antonio Bello|don Tonino Bello]].
La costruzione, a pianta basilicale asimmetrica, è diviso in tre navate da pilastri cruciformi con colonne addossate e la navata centrale presenta una copertura a tre cupole in asse, come già riportato, di altezza variabile (quella centrale è considerevolmente più alta delle due di estremità), mentre le navate laterali sono coperte con tetti spioventi, a una falda ciascuna, con tegole costituite da [[chiancarelle]] della stessa tipologia della copertura dei famosi [[trulli]] della ''valle d'Itria''. Stesso tipo di ''chiancarelle'', assemblate ''a punta di diamante'' con sei falde convergenti al centro verso l'alto per ciascuna cupola (allo scopo di assecondare la pianta esagonale dei tamburi di base), ricopre le tre cupole centrali.
 
Anche durante la [[seconda guerra mondiale]] Molfetta pagò il suo tributo di vite umane. Il 6 novembre [[1943]] un aereo tedesco, scambiata la scuola elementare "Cesare Battisti" per una caserma, sganciò una bomba che fece crollare l'angolo di una palazzina, causando delle vittime.<ref name=":0" />
La facciata rivolta a occidente, che oggi appare quella principale, è spoglia, a differenza di quella di mezzogiorno, che presenta tre finestre tardo rinascimentali, stemmi di alti prelati, un'immagine di [[papa Innocenzo VIII]] e le statue di [[San Corrado di Baviera|San Corrado]] e [[San Nicola di Myra|San Nicola]]. Ciò si spiega col fatto che all'epoca della costruzione e fino al [[1882]] quella facciata, così come tutto il prospetto occidentale della città vecchia erano a picco sul mare, così come testimoniato dalle rare fotografie antecedenti alla costruzione della ''Banchina Seminario'', in coincidenza con la costituzione della prima ''tranche'' del ''nuovo porto'', cioè quello attuale (2007), conclusasi intorno al [[1882]], appunto.
 
=== Dal secondo dopoguerra ad oggi ===
Il complesso strutturale è serrato tra due, maestose e leggiadre allo stesso tempo, torri campanarie. Queste (quella di mezzogiorno detta campanaria perché ''sede fisica'' del campanile, l'altra, più prossima al lato mare, di vedetta perché utilizzata a tale scopo per il preventivo avvistamento di eventuali incursioni saracene) sono gemelle, di base quadrata, a tre ripiani, alte 39 metri, aperte sui quattro lati da finestre bifore e monofore.
Dopo la seconda guerra mondiale la fisionomia della città venne profondamente modificata, con la costruzione di nuovi quartieri. In seguito al crollo di una palazzina, nel 1964, iniziò un lento abbandono del centro storico<ref name=:0 />, che solo negli ultimi anni sta vedendo dei primi segni di rinascita.<ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2004/05/14/la-rinascita-della-terra-il-centro-storico.html|titolo=La rinascita della 'Terra' il centro storico di Molfetta - la Repubblica.it|pubblicazione=Archivio - la Repubblica.it|accesso=6 aprile 2018}}</ref>
 
La città è una delle tappe del viaggio di [[Carlo, principe del Galles]], e della [[Diana Spencer|principessa Diana]], nel loro viaggio in Italia. Il 2 maggio [[1985]] la coppia visita l'Istituto Apicella, adibito all'educazione dei bambini [[Sordomutismo|sordomuti]].<ref>{{Cita news|url=https://www.molfettaviva.it/notizie/lady-diana-e-carlo-a-molfetta-il-filmato-della-visita-storica/|titolo=Lady Diana e Carlo in visita a Molfetta: il filmato che diventa virale|pubblicazione=MolfettaViva|accesso=6 aprile 2018}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/05/03/in-piedi-all-alba-per-amore-di.html|titolo=In piedi all'alba per amore di Diana così tenera e sexy |pubblicazione=Archivio - la Repubblica.it|accesso=6 aprile 2018}}</ref>
Nell'interno il corredo artistico è scarno ma essenziale; un fonte battesimale del [[1518]], un prezioso paliotto con bassorilievo del [[XIV secolo]], un pluteo in pietra del [[XII secolo]] che rappresenta una cerimonia pontificale e il Redentore del [[XIII secolo]]. Caratteristica è l'acquasantiera raffigurante un uomo, probabilmente saraceno, che regge un bacile in cui nuota un pesce, simbolo ricorrente nell'iconografia religiosa.
 
Il 7 luglio [[1992]] viene assassinato il sindaco di Molfetta, [[Giovanni Carnicella]], con un colpo di fucile a canne mozze. L'assassino, tale [[Cristoforo Brattoli]], è un impresario che si era visto negare dal Comune il permesso per organizzare in città un concerto del cantante [[Nino D'Angelo]].<ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/07/08/spara-al-sindaco-che-gli-nega-lo.html|titolo=Spara al sindaco che gli nega lo stadio |pubblicazione=Archivio - la Repubblica.it|accesso=6 aprile 2018}}</ref> Alla memoria del sindaco Carnicella è stata conferita la medaglia d'oro al merito civile il 1 aprile 2019.
In origine il Duomo fu dedicato a ''Maria SS. Assunta'' e fu l'unica parrocchia esistente a Molfetta fino al [[1671]]. Nel [[1785]] la sede della Cattedrale fu trasferita all'attuale ''Cattedrale di Maria SS. Assunta in Cielo'' e da allora il ''Duomo Vecchio'' prese il nome del patrono San Corrado.
 
Nel [[2005]] uno studente molfettese scopre, nei pressi della dolina carsica del Pulo, delle orme appartenenti a diverse specie di dinosauri. In particolare vengono ritrovate impronte di [[Ornithopoda|Ornitopodi]], [[Sauropoda|Sauropodi]] e [[Theropoda|Teropodi]].<ref>{{Cita news|url=https://www.molfettaviva.it/rubriche/viva-la-storia-di-molfetta-1/la-storia-delle-orme-di-dinosauro/|titolo=La storia delle orme di dinosauro|pubblicazione=MolfettaViva|accesso=6 aprile 2018}}</ref><ref>{{Cita news|url=https://www.molfettaviva.it/notizie/orme-dei-dinosauri-al-vaglio-la-riqualificazione-del-parco/|titolo=Orme dei dinosauri, al vaglio la riqualificazione del parco|pubblicazione=MolfettaViva|accesso=6 aprile 2018}}</ref>
====[[Cattedrale di Santa Maria Assunta (Molfetta)|Cattedrale di Santa Maria Assunta]]====
[[Immagine:Molfetta - Cattedrale di Santa Maria Assunta.JPG|thumb|200px|left|Facciata della ''Cattedrale di Santa Maria Assunta''.]]
La ''Cattedrale di Maria SS. Assunta'' - la cui maestosa facciata ultimata nel [[1744]], dopo anni di lavori avviati nel periodo compreso tra aprile del 1610 e luglio del 1611 e proseguiti nel [[XVIII secolo]] - fu edificata unitamente al collegio dei [[Compagnia di Gesù|Gesuiti]].
 
Il 7 ottobre [[2013]] viene indagato, insieme ad altri 60 tra funzionari comunali, ex amministratori e politici, l'ex sindaco [[Antonio Azzollini]] in una maxi truffa da 150 milioni di euro legata alla costruzione del nuovo porto commerciale, appaltata nel 2007 e mai terminata.<ref>{{Cita web|url=http://www.corriere.it/cronache/13_ottobre_07/truffa-sequestrato-porto-molfetta-2-arresti-f563812a-2f19-11e3-bfe9-e2443a6320c1.shtml|titolo=Truffa, sequestrato porto di Molfetta: 2 arresti|sito=Corriere della Sera|data=7 ottobre 2013|lingua=it|accesso=13 maggio 2019}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://bari.repubblica.it/cronaca/2013/10/07/news/porto_molfetta-68060612/|titolo=Truffa da 150 milioni per il porto fantasma: sequestrata l'area, due arresti e 60 indagati. Coinvolto anche il senatore Pdl Azzollini - Bari - Repubblica.it|sito=Bari - La Repubblica|data=7 ottobre 2013|accesso=13 maggio 2019}}</ref>
Sulla suddetta facciata, in alto, è collocata una grande statua marmorea di [[Sant'Ignazio di Loyola]], fondatore della Compagnia di Gesù. Responsabili della costruzione dell'edificio furono i padri Gesuiti fino al [[1773]]; successivamente fu sottoposta a lunghi restauri durante i quali fu ampliata l'abside, furono rifatti la pavimentazione, la sagrestia e il battistero e fu eretto il campanile.
 
Il 20 aprile [[2018]], in occasione del 25º anniversario della morte del vescovo [[Antonio Bello|don Tonino Bello]], Molfetta riceve la visita di [[papa Francesco]] che celebra la messa alla presenza di circa {{formatnum:40000}} persone.<ref>{{Cita news|url=http://bari.repubblica.it/cronaca/2018/04/20/news/papa_francesco_a_molfetta_e_alessano_nel_nome_di_don_tonino_bello-194357707/|titolo=Papa Francesco ad Alessano e Molfetta nel nome di don Tonino Bello, "Profeta di speranza"|pubblicazione=Repubblica.it|data=20 aprile 2018|accesso=20 aprile 2018}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.lastampa.it/2018/04/20/vaticaninsider/il-papa-ad-alessanola-guerra-genera-povert-ma-la-povert-genera-guerra-3eJe06WXuHvmJvLrmJoDML/pagina.html|titolo=Il Papa: “La guerra genera povertà, ma la povertà genera guerra”|pubblicazione=LaStampa.it|accesso=20 aprile 2018}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/video/lecce/1005478/papa-giunto-ad-alessano-tappa-su-luoghi-tonino-bello.html|titolo=Papa Francesco alla volta di Molfetta 2ª tappa su luoghi di don Tonino Bello|accesso=20 aprile 2018}}</ref> Quasi un anno dopo, il 7 aprile [[2019]], viene inaugurato un monumento in piazza Garibaldi per ricordare la venuta del Santo Padre; si tratta di una riproduzione della croce pastorale di Don Tonino, realizzata in [[Acciaio Corten|acciaio COR-TEN]], accanto alla quale viene collocato l'[[Olea europaea|albero di ulivo]] già posizionato sul palco sul quale il papa aveva celebrato la messa.<ref>{{Cita web|url=http://www.quindici-molfetta.it/inaugurato-a-molfetta-il-monumento-che-ricorda-la-visita-di-papa-francesco-per-don-tonino_44572.aspx|titolo=Inaugurato a Molfetta il monumento che ricorda la visita di Papa Francesco per don Tonino|accesso=2 maggio 2019}}</ref>
Divenuta Cattedrale nel [[1785]], essendo ormai il ''Duomo di San Corrado'' divenuto insufficiente alle esigenze di culto dell'aumentata popolazione, in essa si conservano, in un'urna d'argento, le spoglie del patrono san Corrado di Baviera.
 
=== Simboli ===
Fra le altre opere custodite nella Cattedrale ricordiamo la ''Dormitio Mariae'' attribuita allo ''Scacco'' ([[XVI secolo]]), il monumento sepolcrale del naturalista e storico molfettese Giuseppe Maria Giovene, posto a sinistra dell'altare dedicato a San Corrado e su questo la magnifica tela del [[Corrado Giaquinto|Giaquinto]] raffigurante l'[[Assunzione di Maria|Assunzione]] della Madonna in cielo.
[[File:Molfetta-Stemma.svg|90px|left]]{{Citazione|Senatus Populusque Melphictiensis|Motto inciso sullo stemma}}
Lo stemma e il gonfalone della città di Molfetta sono stati riconosciuti con decreto del Capo del Governo del 26 marzo 1935<ref>{{Cita web|url=http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/comuni.printDetail.html?2218|titolo=Molfetta|accesso=6 giugno 2025|sito=Archivio Centrale dello Stato}}</ref> trascritto nei registri della Consulta Araldica della Presidenza del Consiglio dei Ministri il 28 marzo 1935 e successivamente iscritto al numero 1682 della Tabella per l'Iscrizione nel Libro Araldico degli Enti Morali, fascicolo 11702 busta 159.<ref>{{Cita web|autore=Città di Molfetta|url=https://www.comune.molfetta.ba.it/vivere-il-comune/territorio/stemma|titolo=Stemma|accesso=6 giugno 2025}}</ref>
 
; Stemma
In uno degli Altari laterali della Cattedrale, si conservano, alla venerazione dei fedeli, la Mitria e il Pastorale appartenuti al Servo di Dio don Tonino Bello, in odore di Santità.
{{Citazione|Di rosso, alla banda d'argento, caricata delle sigle "S.P.Q.M." [Capo del Littorio.] Ornamenti esteriori da Città.|DCG del 26.03.1935<ref name="DCG">{{cita testo|url= https://www.comune.molfetta.ba.it/documenti/territorio/decreto_presidente_consiglio_dei_minisri_26_marzo_1934.pdf |titolo= Decreto presidente consiglio dei ministri del 26 marzo 1934}}</ref>}}
 
Lo stemma è costituito da una banda di colore bianco o argento in cui sono incise le lettere S. P. Q. M., il cui significato è ''Senatus Populusque Melphictiensis'', il tutto in campo rosso e circondato da due ramoscelli (la [[Olea europaea|quercia]] a destra e l'[[Laurus nobilis|alloro]] a sinistra). Lo scudo è sormontato dalla [[corona muraria]] di città formata da una cinta muraria e da otto [[torre|torri]], di cui cinque visibili.
====Basilica della Madonna dei Martiri====
La sigla SPQM si conforma all'omologo "[[SPQR]]" proprio dell'emblema della città di [[Roma]] e fu aggiunto allo stemma nel [[1911]] (?) su ordinanza dell'amministrazione comunale capeggiata dal sindaco [[Felice Fiore]].<ref>{{Cita web|url=http://www.molfetta.net/araldica/stemma_molfetta.php|titolo= Uno stemma per Molfetta |curatore= Dario R. Uva |accesso=16 marzo 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160718233628/http://www.molfetta.net/araldica/stemma_molfetta.php|urlmorto=sì}}</ref>
{{Vedi anche|Basilica della Madonna dei Martiri}}
[[Immagine:Basilica della Madonna dei Martiri a Molfetta.JPG|thumb|300px|Basilica della ''Madonna dei Martiri''.]]
La costruzione del nucleo primitivo della chiesa (corrispondente, nell'assetto odierno, alla sola area occupata dall'altare maggiore) ebbe inizio nel [[1162]]. Tuttavia la chiesa attuale non coincide con quella originaria perché intorno al 1830 l'edificio sacro subì rilevanti modifiche.
 
;Gonfalone
La Chiesa, proclamata ''Basilica Pontificia Minore'' nel [[1987]], accoglie al suo interno pregevoli dipinti tra i quali encomiabile un'immagine della ''Madonna dei Martiri'', trasportata dai Crociati nel [[1188]], particolarmente cara ai molfettesi, in special modo ai marinai.
{{Citazione|Drappo di colore rosso, riccamente ornato di ricami in oro, caricato dello stemma comunale sopra descritto con l'iscrizione centrata in oro "{{maiuscoletto|comune di molfetta}}". L'asta verticale sarà ricoperta di velluto rosso con bullette dorate poste a spirale; nella freccia sarà rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome, nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d'oro.|DCG del 26.03.1935<ref name="DCG"/>}}
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
====Chiesa del Purgatorio====
[[File:Cattedrale di Molfetta.jpg|thumb|upright=1.1|Il duomo di San Corrado.]]
La chiesa del Purgatorio, dedicata a [[Santa Maria Consolatrice degli Afflitti]], fu edificata a partire dal [[15 agosto]] [[1643]] per volontà del sacerdote Vespasiano Vulpicella, su un terreno comunale denominato '''delli Torrionj''', acquistato l'anno prima (22 agosto 1642). Costruita in pietra locale fino al [[1655]] e consacrata il 6 dicembre del [[1667]], presenta una magnifica facciata in stile tardo-[[Rinascimento|rinascimentale]], su cui si apre un unico portale di ingresso, fiancheggiato da quattro statue collocate in nicchie dei Santi: Pietro, Stefano, Paolo e Lorenzo. All'interno del tempio sono custodite tele di Bernardo Cavallino ([[XVII secolo]]) e di [[Corrado Giaquinto]] oltre che la statua dell'[[Maria Addolorata|Addolorata]] (che viene recata in processione il venerdì di [[Passione di Gesù|Passione]]) e le sei statue in cartapesta, tutte opere dello scultore cittadino Giulio Cozzoli, culminanti nello struggente gruppo della cosiddetta "[[Pietà (arte)|Pietà]]", che vanno in processione il [[Sabato Santo]].<br/> Questa chiesa, che esercita un fascino indiscutibile su gran parte della popolazione molfettese, è fatta oggetto di un culto intenso da devoti provenienti anche dagli stati esteri verso i quali sono emigrate molte famiglie nei tempi passati e la devozione si è tramandata di padre in figlio. Ciò è dovuto sicuramente al culto particolarmente partecipato che ispira la presenza delle statue dell'Addolorata e soprattutto della Pietà (ispirata da quella più famosa del [[Michelangelo]]) che è il fulcro della processione in cui culminano, il Sabato Santo, le celebrazioni della [[Settimana Santa]], prima della [[Veglia Pasquale]].
Fra le bellezze naturalistiche da ammirare nella cittadina pugliese, è sicuramente il ''[[Pulo di Molfetta|Pulo]]'', sprofondamento carsico a pianta sub-circolare, con diametro variabile tra un minimo di 170 a un massimo di circa 180 metri, un perimetro che supera i 500 metri e una profondità intorno ai 30 metri nel punto di maggior dislivello. Sul bordo superiore sono stati ritrovati i resti di un villaggio neolitico: da questa località provengono reperti, soprattutto vasi e strumenti rudimentali neolitici (denominati "tipo Molfetta" e presenti in tutto il [[Mar Mediterraneo]]) e anche resti umani risalenti a [[età della pietra]] precedenti, e anche alla (successiva) [[età del bronzo]].
[[File:Molfetta San Corraddo Towers.jpg|miniatura|verticale|Le due torri del duomo viste da Largo Chiesa Vecchia.]]
Il nucleo antico detto "Isola di Sant'Andrea" forma il primo nucleo urbano attorno al [[III secolo]] ed è caratterizzato da una singolare pianta a spina di pesce: qui sorge il duomo di San Corrado, la più grande chiesa a (tre) cupole in asse del [[romanico pugliese]] coronate da due torri (una campanaria, l'altra d'avvistamento) edificato tra [[XI secolo|XI]] e [[XII secolo]]. Sempre nel centro antico è situata la [[Barocco|barocca]] chiesa di San Pietro, eretta su una precedente chiesa romanica. Da notare le mura verso terra rimaste nel loro tracciato. Subito fuori dalle mura sorge la grandiosa cattedrale intitolata all'Assunta, ex convento dei [[gesuiti]], dove sono poste le ossa del patrono della città [[San Corrado di Baviera]], con busto in argento e oro di scuola napoletana. Di particolare attenzione è un grande quadro del celeberrimo [[Corrado Giaquinto]], pittore molfettese del [[XVIII secolo|Settecento]], a cui è intitolata la [[Pinacoteca metropolitana di Bari]].
 
Nei pressi della cattedrale sorge la chiesa del Purgatorio, e, sempre lungo lo stesso asse viario del cosiddetto "borgo" (oggi Via Dante), ma più spostate verso la antica Porta principale del centro storico (quella che si apriva su Via Piazza) sono quelle dedicate alla [[#Chiese minori|Santissima Trinità, detta Sant'Anna]] e al protomartire [[Santo Stefano]], luoghi di profonda religiosità in particolari periodi dell'anno. Poco più distante da queste, in direzione di uscita, verso Bisceglie, dalla Molfetta storica, sorge la chiesa di [[San Domenico]], con annesso convento, oggi riadattato a contenitore culturale (biblioteca, museo e sala conferenze) col nome, ripreso dai documenti d'archivio, di "Fabbrica di San Domenico".
Questa chiesa ha la particolarità, non essendo una "parrocchia", che è l'unica nella quale possono essere celebrate le esequie di domenica, poiché nelle altre non si possono interrompere le funzioni domenicali.
 
A circa 2&nbsp;km dalla città, in direzione di [[Bisceglie]] si trova la [[basilica della Madonna dei Martiri]]. L'impianto attuale della chiesa insiste parzialmente sulla vecchia chiesa dell'[[XI secolo]], di cui resta solo una cupola e la struttura sottostante, dove oggi sorge l'altare. Su un fianco della chiesa è addossato l'Ospedaletto dei [[Crociato|Crociati]], sempre dell'XI secolo, unico superstite dei due presenti nel complesso della Madonna dei Martiri dopo le ristrutturazioni ottocentesche.
====Chiese minori====
[[Immagine:Cattedrale Molfetta.jpg|thumb|300px|Suggestiva inquadratura del ''Duomo''.]]
 
A pochi km dal Pulo si trova un importante geosito dove, nel 2005, Cesare Davide Andriani, allora studente di geologia all'Università di Bari, scoprì le prime orme di dinosauri. L'area è stata oggetto di studio da parte dei ricercatori della stessa Università e sarà destinata alle visite in futuro.
;Chiesa della [[Trinità (cristianesimo)|Santissima Trinità]]:La ''Chiesa della SS. Trinità'' è formata da un'unica navata ed è completata da un piccolo campanile a vela. Situata lungo il ''Corso Dante'', accanto a quella dedicata a Santo Stefano, è meglio conosciuta come chiesa di [[Sant'Anna]]. Le prime notizie risalgono al [[1154]], epoca in cui apparteneva ai Padri [[Benedettini]] della Santissima Trinità di [[Venosa]].
 
I luoghi di maggiore attrazione in occasione delle festività religiose sono il ''duomo vecchio'', il centro storico, la ''cattedrale'', la ''basilica della Madonna dei Martiri'', le chiese di ''San Pietro'', del ''Purgatorio'' e di ''Santo Stefano'', mentre mete di rilassanti e tonificanti passeggiate sono lo storico porto e infine il [[Pulo di Molfetta]], dolina carsica al cui interno e nei cui pressi sono stati trovati, sin dai primi scavi condotti dal [[1900]] in poi, reperti archeologici che testimoniano di una presenza antropica risalente al [[neolitico]].<br />Tali reperti sono raccolti nel [[Museo civico archeologico del Pulo|Museo archeologico del Pulo]], nella nuova sede dell'ex lazzaretto.
;Chiesa del Sacro Cuore di [[Gesù]]:La ''Chiesa del Sacro Cuore'' fu edificata dall'architetto piemontese [[Giuseppe Momo]] sul suolo del vescovo molfettese Pasquale Gioia, il quale pose la prima pietra della chiesa nel [[1926]]. Nell'anno successivo la chiesa fu aperta al culto e consacrata. Il robusto complesso ecclesiale, a tre navate, è accompagnato dal maestoso campanile in pietra con cuspide terminale, alto 41 m.
 
=== Architetture religiose ===
;Chiesa di [[San Domenico]]:La costruzione della chiesa fu iniziata nel [[1636]] e ultimata dopo circa mezzo secolo. La consacrazione risale al [[1699]]. La facciata principale, in [[stile barocco]], è preceduta da un pronao con tre archi a tutto sesto; nelle nicchie laterali sono collocate le statue di [[Santa Caterina d'Alessandria]] e di [[Santa Maria Maddalena]], protettrici dell'[[Ordine Domenicano|ordine domenicano]]. Nella chiesa sono conservati due pregevoli esempi di [[arte barocca]] locale tra cui una tela di [[Corrado Giaquinto]] ([[XVIII secolo]]) raffigurante la [[Madonna del Rosario]].
 
==== Chiese ====
;Chiesa dell'[[Maria (madre di Gesù)|Immacolata]]:La costruzione della ''Chiesa dell'Immacolata'' fu iniziata nel [[1874]] e successivamente i lavori, sospesi per mancanza di fondi, furono portati a termine grazie ai finanziamenti di munifici benefattori. La chiesa fu aperta al culto nel [[1892]] ed elevata a parrocchia nel [[1895]]. L'interno, in [[stile neoclassico]] come la facciata, è diviso in tre navate da imponenti [[colonne]] di [[granito]] scuro sormontate da [[capitelli ionici]]. Il campanile, che si eleva maestoso alle spalle della chiesa, è alto 34 m ed è caratterizzato nella parte terminale da elementi ornamentali che ricordano lo stile barocco.
{{Vedi anche|Chiese di Molfetta}}
{{...|chiese}}
 
==== Palazzo del Seminario ====
;Chiesa di [[San Gennaro]]:La costruzione della chiesa, iniziata nel [[1788]], fu ultimata nel [[1820]] e la sua consacrazione avvenne il 17 giugno del successivo anno (1821). Fu la prima chiesa eretta ''extra moenia'', cioè fuori della cinta muraria della città vecchia. Essa porta il nome del suo fondatore, Monsignor Gennaro Antonucci, che nel [[1785]] la elevò a parrocchia. Presenta una [[pianta a croce latina]] ed è comunemente denominata "la Parrocchia".
{{Vedi anche|Pontificio Seminario Regionale Pugliese "Pio XI"}}
Lo scoppio del [[primo conflitto mondiale]] obbligò nel [[1915]] lo spostamento della sede del ''Seminario Regionale'', fondato nel [[1908]] da [[Papa Pio X]], da [[Lecce]] a Molfetta. Dopo un ulteriore e breve spostamento di sede a [[Terlizzi]], il Seminario Regionale fece ritorno a Molfetta nel [[1918]] nei locali del Seminario Vescovile, dove rimase fino al [[1925]]. Tuttavia esigenze di spazi più ampi costrinsero a pensare a un edificio totalmente nuovo, per la cui progettazione ci si rivolse all'architetto [[Giuseppe Momo]], da anni impegnato in quello specifico genere di costruzioni. I lavori, iniziati nel [[1925]], si protrassero per un anno e mezzo; l'inaugurazione del nuovo Seminario Regionale, intitolato a [[Pio XI]] avvenne il 4 novembre [[1926]].
 
Dotato di una facciata sobria e dignitosa, il Palazzo del Seminario Regionale presenta un interno molto spazioso, da cui si diparte un massiccio scalone centrale, lateralmente al quale si accede a un porticato che introduce in un chiostro delimitato da colonne di [[stile romanico]]. Al centro di una delle quattro sezioni di questo è collocata una fontana in ferro fuso costituita da due vasche sovrapposte.
;Chiesa di [[Santo Stefano]]:La ''Chiesa di Santo Stefano'', le cui prime notizie risalgono al [[XIII secolo]], fu ricostruita nel [[1586]]. All'interno della chiesa sono conservati il dipinto raffigurante la [[Maria (madre di Gesù)|Madonna]] con l'[[Arcangelo]], il ''Tobiolo'' di [[Corrado Giaquinto]], una statua lignea di San Liborio alta 1,60 m di autore sconosciuto del [[XVII secolo]] e la statua di Santo Stefano protomartire, in cartapesta, opera di [[Giulio Cozzoli]]. Nella chiesa inoltre sono custoditi i 5 [[Passione del Cristo|Misteri]] che vengono portati in processione il [[Venerdì Santo]].
 
Il Seminario, in cui i giovani di tutta la [[Puglia]] vengono formati in vista dell'[[Ordine sacro]] del [[presbiterato]], ospita al suo interno, dal [[1957]], anche una biblioteca e una ricca raccolta museale.
;Chiesa di [[San Bernardino da Siena]]:La ''Chiesa di San Bernardino'' è tra le più antiche di Molfetta. Essa fu edificata nel [[1451]] e restaurata e ampliata nel [[1585]] in seguito ai danni riportati durante il ''sacco di Molfetta'' del [[1529]]. Fra le rilevanti testimonianze artistiche conservate nel suo interno si ricordano le tele "l'Adorazione dei pastori" e il "San Michele Arcangelo", realizzate nel periodo 1596-97, dal pittore [[Fiamminghi|fiammingo]] Gaspar Hovic e un Polittico della Visitazione realizzato, forse, da un anonimo maestro dei Santi Severino e Sossio (1483).
All'interno della Chiesa, si può ammirare la Cappella Passari, in pietra bianca leccese detta "pietra di seta" per la sua grande duttilità e fragilità. Recentemente restaurata, la Cappella Passari si sviluppa in altezza ed ha una struttura prospettica di grande impatto. Al suo interno, sono collocati due dipinti di Francesco Cozza: la Madonna del Cucito e la Fuga in Egitto.
 
==== Il Calvario ====
;Chiesa di [[Sant'Andrea Apostolo]]:La ''Chiesetta di Sant'Andrea'', collocata in ''Via Piazza'', nell'antico borgo, esisteva già nel [[1126]]. Rifatta nel [[XVI secolo]], come si deduce dalle iscrizioni poste sul cornicione esterno della facciata, nella chiesa si venera [[Sant'Antonio di Padova]].
[[File:Monumento al Calvario.jpg|miniatura|verticale|Il Calvario.]]
Il Calvario è un piccolo tempio edificato nel [[1856]], progettato dall'architetto Corrado De Judicibus. Il fenomeno della costruzione dei Calvari rientra tra le manifestazioni della pietas religiosa realizzatesi in occasione della missione popolare dei Padri Redentoristi. A Molfetta, e nelle limitrofe Giovinazzo, Terlizzi e Bisceglie, i Calvari vennero realizzati quasi contemporaneamente, tra il 1854 e il 1856. Il Calvario di Molfetta è costruito in pietra locale da taglio. Venne edificato in stile [[neogotico]], su pianta ottagonale e articolato su tre piani per un totale di 20 metri<ref>{{Cita web|url=http://www.viaggioadriatico.it/ViaggiADR/rete_interadriatica/beni/calvario|titolo=Calvario (Molfetta)
ViaggiADR|accesso=22 marzo 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180323030748/http://www.viaggioadriatico.it/ViaggiADR/rete_interadriatica/beni/calvario|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.italiavirtualtour.it/dettaglio.php?id=95105|titolo=Chiesa del Calvario - Molfetta|lingua=en|accesso=22 marzo 2018}}</ref>
 
Ogni anno, nella notte tra il 30 e il 31 marzo, alcuni molfettesi si ritrovano sulla scalinata del Calvario per recitare l{{'}}''Ave Maria alla Madonna''.<ref>{{Cita web|url=http://www.pugliadigitallibrary.it/item.jsp?id=1620&locale=it_IT|titolo=Puglia Digital Library|accesso=22 marzo 2018}}</ref>
[[Immagine:Molfetta - Chiesa di San Pietro.JPG|thumb|300px|scorcio della facciata barocca e ingresso della Chiesa di ''San Pietro''.]]
;Chiesa di "[[San Pietro]]":L'antichissima ''Chiesa di San Pietro Apostolo'' risale a epoca anteriore al [[1174]]. Situata nella città vecchia, nel 1571, fu riedificata e ampliata con l'edificazione dell'annesso monastero di monache. Subì un primo restauro nel 1731, per riparare i danni subiti dal terremoto del 20 marzo del medesimo anno. Nel periodo 1750-56 fu ricostruita dalle fondamenta con una facciata barocca. Nell'interno della chiesa si custodisce la statua lignea di ''Maria SS. del Carmelo'', opera dello scultore napoletano Giuseppe Verzella.
 
=== Architetture civili ===
;Chiesa del SS. Crocifisso o dei [[Ordine francescano|Padri Cappuccini]]:La chiesa, situata nell'attuale Piazza [[Margherita di Savoia]], è attigua al monastero eretto a opera dei [[Ordine Francescano|Padri Cappuccini]]. Il convento fu edificato nel periodo che va dal [[1571]] al [[1575]], seppur i lavori proseguirono sino al 1617. La chiesa alla data del 27 dicembre 1586(85) non era ancora stata completata. All'interno, sull'altare maggiore, si può ammirare un crocifisso in legno di scuola veneziana donato nel 1682 dal sacerdote don Francesco Antonio Cucumazzo (o Cucomazzo). Il Crocefisso ha per sfondo una pala d'altare rappresentante il Calvario. Alla base della tela, realizzata nel medesimo anno [[1682]] dal chierico-pittore bitontino Nicola Gliri (1634-1687), si trovano due stemmi gentilizi. Uno appartiene alla famiglia del committente/donatario. L'arma, infatti, rappresenta uno scudo diviso in due parti uguali: a destra è dipinto il blasone del padre, Giovanni Leonardo Cucumazzo di Ruvo; a sinistra quello della madre, C(hi)ara Donata di Simone Esperti.
==== Palazzo Giovene ====
[[File:Molfetta - Entrata al palzzo Giovene.JPG|thumb|Entrata al ''Palazzo Giovene''.|221x221px]]{{Vedi anche|Palazzo Giovene}}
 
==== Palazzo delde Dato Seminario====
{{vedi anche|Palazzo de Dato}}
Lo scoppio del [[primo conflitto mondiale]] obbligò nel [[1915]] lo spostamento della sede del ''Seminario Regionale'', fondato nel [[1908]] da [[Papa Pio X]], da [[Lecce]] a Molfetta.<br/>
Dopo un ulteriore e breve spostamento di sede a [[Terlizzi]], il Seminario Regionale fece ritorno a Molfetta nel [[1918]] nei locali del Seminario Vescovile, dove rimase fino al [[1925]]. Tuttavia esigenze di spazi più ampi costrinsero a pensare a un edificio totalmente nuovo, per la cui progettazione ci si rivolse all'architetto [[Giuseppe Momo]], da anni impegnato in quello specifico genere di costruzioni. I lavori, iniziati nel [[1925]], si protrassero per un anno e mezzo; l'inaugurazione del nuovo Seminario Regionale, intitolato a [[Pio XI]] avvenne il [[4 novembre]] [[1926]].
 
Palazzo de Dato (ex Palazzo Cavalletti) sorge a Molfetta, in piazza Vittorio Emanuele II, intitolata al Re alla fine del secolo scorso, in seguito all'avvenuta Unità d'Italia, e dove tuttora fa mostra di sé il monumento dell'antico sovrano. Oggi la zona è centrale nell'insediamento molfettese, mentre alla fine del ‘700, epoca a cui risale il palazzo, costituiva la zona di nuova espansione della città, tanto che nel 1790 venne sistemata la strada nuova che andava dal Pozzo dei Cani al palazzo Cavalletti. Quest'opera si rese necessaria perché nel 1789 erano stati completati i lavori di costruzione della Strada Consolare di Puglia (poi S.S. 16), da Bisceglie a Molfetta.
Dotato di una facciata sobria e dignitosa, il '''Palazzo del Seminario Regionale''' presenta un interno molto spazioso, da cui si diparte un massiccio scalone centrale, lateralmente al quale si accede a un porticato che introduce in un chiostro delimitato da colonne di [[stile romanico]]. Al centro di questo è collocata una fontana in ferro fuso costituita da due vasche sovrapposte.<br/>
[[File:Molfetta Old City Walls2.jpg|miniatura|''Palazzo Dogana'', lato occidentale.]]
Il Seminario, in cui i giovani di tutta la [[Puglia]] vengono formati in vista dell'[[Ordine sacro]] del [[presbiterato]], ospita al suo interno, dal [[1957]], anche una biblioteca e una ricca raccolta museale.
 
==== Palazzo Dogana ====
===Architetture civili===
===={{Vedi anche|Palazzo GioveneDogana ====(Molfetta)}}
Palazzo Dogana sorge ai margini del borgo antico, di fronte al porto. Nel corso del tempo è stato sede del Seminario Vescovile, poi trasferitosi nella sede attuale, e della dogana. Dopo diversi anni di abbandono è stato avviato, nel [[2017]], il cantiere che ha trasformato l'edificio in un hotel di lusso.<ref>{{Cita news|url=https://www.molfettaviva.it/notizie/inaugurato-il-cantiere-di-palazzo-dogana-sara-un-hotel-extra-lusso-nel-le-foto/|titolo=Inaugurato il cantiere di "Palazzo Dogana": sarà un hotel extra lusso e un contenitore culturale|pubblicazione=MolfettaViva|accesso=28 agosto 2017}}</ref>
[[Immagine:Molfetta - Entrata al palzzo Giovene.JPG|thumb|300px|Entrata al ''Palazzo Giovene''.]]
 
''Palazzo Giovene'', [[XVI secolo|cinquecentesco]] edificio oggi sede dell'amministrazione comunale. Edificato dalla famiglia "de Luca" passò poi al casato degli "Esperti" che nel [[1772]] lo cedette ai "Giovene".<br/>
=== Architetture militari ===
La facciata [[Rinascimento|rinascimentale]] è caratterizzata da un importante portale costituito da una struttura in bassorilievo, munita di architrave, con effetto di "''[[trompe l'oeil]]''", terminante alla quota del [[particolari architettonici|marcadavanzale]] del piano superiore, con il portone inserito in un [[arco a tutto sesto]]; questo è incorniciato, lateralmente, da due piedistalli che reggono due colonne ioniche, sopra i quali si distinguono la statua di un guerriero e quella di un musico, rispettivamente alla destra e alla sinistra di chi entra. <br/>
Nel [[XIX secolo]] era stato dotato di un terzo piano fuori terra che costituì una delle principali cause del dissesto strutturale che lo rese inutilizzabile per buona parte del [[XX secolo]]. Tale inutile, anzi dannosa, sopraelevazione fu demolita nel [[1965]], quindi il palazzo ha subito profondi interventi di restauro tra il [[1976]] e il [[1981]]. <br/>
Il palazzo ospita, oltre la sede del Consiglio Comunale, anche, nel piano interrato, una '''Galleria di Arte Contemporanea''' dove sono conservate opere di importanti artisti locali, e al piano terra la ''sala stampa'' annessa alla "sala Giunta", nonché una collezione di modelli in scala medio-grande dei più caratteristici mezzi da trasporto trainati da cavalli che erano tipici del territorio prima della diffusione dell'[[automobile]] e dei mezzi consimili, oltre all'Ufficio per le Relazioni col Pubblico.<br/>
Nella sala del Consiglio hanno trovato posto, lungo le pareti, i ritratti della Galleria degli Uomini illustri Molfettesi che prima del restauro di questo edificio erano esposti, stretti uno accanto all'altro, alla quota di imposta della volta a padiglione nella ''sala degli specchi'' del vecchio palazzo del Municipio, all'isolato accanto a questa ultima sede.
 
==== Le Torritorri di avvistamento ====
Di grande rilevanza storica, culturale ed economica dell'hinterland molfettese, sono state nel [[Medioevo]] e all'incirca fino al [[XVIII secolo]] le [[torre|torri]] disseminate nel territorio rurale di Molfetta e raggruppate lungo tre immaginarie direttrici che sono Molfetta-[[Bitonto]], Molfetta-[[Terlizzi]] e Molfetta-[[Ruvo di Puglia|Ruvo]]-[[Corato]].
 
Verso [[Bisceglie]] e in prossimità del confine con il suo territorio, si erge a picco sul mare (su uno spuntone di costa rocciosa oggi in erosione) l'unica torre di avvistamento chiamata, sin dal 1569, '''"Torre Calderina'''" o '''"Torre del Porto di San Giacomo'''", [[torre|''torre costiera'']] del [[XVI secolo]], particolarmente importante in quanto posizionata in un luogo strategico poiché da essa era possibile il collegamento visivo con il [[Castel del Monte]] e quindi comunicare per tempo anche agli abitati non rivieraschi più interni (verso [[Andria]] e oltre ancora, sino all'[[Murgia|altopiano murgiano]]) il sopraggiungere di eventuali incursioni dal mare.<ref>{{Cita news|lingua=fr|url=https://www.viaggiareinpuglia.it/at/134/parco/5100/fr/Torre-Calderina-29-(BA)|titolo=Torre Calderina|pubblicazione=viaggiareinpuglia.it|accesso=4 aprile 2018}}</ref> Essa faceva parte del complesso sistema di [[Torre|torri di d'avvistamento]] del [[Regno di Napoli]]. La sua posizione permetteva la difesa del porto di San Giacomo, approdo medievale di Molfetta. Oggi, questa torre si trova al centro dell'omonima area protetta, proposta come ''SIC'' (cioè [[Sito di Importanza Comunitaria]]) dalla [[Unione europea]].<ref>{{Cita web|url=http://www.villaggiolidonettuno.it/|titolo=Oasi Naturale di Torre Calderina – Villaggio Lido Nettuno – Molfetta (BA)|accesso=4 aprile 2018}}</ref> Sulla [[Strada statale 16 Adriatica|SS. 16]] è collocata la struttura conosciuta con il nome di '''"Torre della Cera'''", realizzata nel [[1770]] per conto del nobile Pietro Gadaleta ''alias'' "della Cera" (nonno materno di Pietro Colletti, poi Colletta). Altre strutture adibite a posti di osservazione (avvistamento), inserite nel tessuto urbano, erano: una delle due torri del Duomo (Vecchia Cattedrale) e il '''Torrione''' detto '''"del mare che passa'''", noto come '''Torrione Passari'''. Il Torrione Passari, in realtà, era un elemento della cintura difensiva della città.<ref>{{Cita web|url=http://rete.comuni-italiani.it/wiki/Molfetta/Torrione_Passari|titolo=Torrione Passari - Guida Molfetta Wiki|sito=rete.comuni-italiani.it|accesso=4 aprile 2018}}</ref>
[[File:TORRIONE PASSARI.jpg|miniatura|Torrione Passari]]
[[File:Torre Calderina.jpg|miniatura|Torre Calderina]]
 
Le torri dell'agro rurale, utilizzate per villeggiatura o per supporto delle attività agricole, erano caratterizzate da arredo di tipo difensivo (es.: la presenza di caditoie). Delle oltre venticinque strutture ricordiamo '''Torre Gavetone''', situata presso il confine con [[Giovinazzo]], di essa resta solo il toponimo che indica una delle più apprezzate spiagge libere superstiti lungo la costa molfettese.<ref>{{Cita web|url=http://www.giramolfetta.it/content_/molfetta_vetrina_zoom.asp?lan=ita&id_vetrina=17&id_categoria_vetrina=37|titolo=Giramolfetta - giramolfetta.it|autore=MediaLab05.it|accesso=4 aprile 2018}}</ref> Sulla stessa direttrice, ma in posizione arretrata verso l'interno si trova '''Torre Rotonda della Molinara''' ([[1538]]) il cui nome deriva da Antonio e Bartolomeo, padre e figlio de Molinario, che possedevano un fondo rurale in contrada Venere (prossima al confine con [[Giovinazzo]]).<ref>{{Cita web|url=http://www.giramolfetta.it/content_/molfetta_vetrina_zoom.asp?lan=ita&id_vetrina=21&id_categoria_vetrina=37|titolo=Giramolfetta - giramolfetta.it|autore=MediaLab05.it|accesso=4 aprile 2018}}</ref> Sulla via per Bitonto incontriamo la '''torre''' dell'antica chiesa della '''Madonna della Rosa'''. Lungo l'asse viario del Mino abbiamo: '''Torre Cicaloria''', il cui nome deriva dal nome e cognome di uno dei suoi proprietari Francesco (Cicco) Loria di [[Ruvo di Puglia|Ruvo]]<ref>{{Cita web|url=http://www.giramolfetta.it/content_/molfetta_vetrina_zoom.asp?lan=ita&id_vetrina=22&id_categoria_vetrina=37|titolo=Giramolfetta - giramolfetta.it|autore=MediaLab05.it|accesso=4 aprile 2018}}</ref>; Torre Panunzio che coincide con l'antica struttura chiamata''' Torre di don Marcello Passari''' ([[1556]]); '''Torre Cascione''', nome derivato da quello di un proprietario di un fondo rurale prossimo alla torre, tale Joan Francesco de Urbano ''alias'' de mastro Leonardo Pappagallo soprannominato Cascione; '''Torre del Mino''', edificata verosimilmente nel periodo [[1561]]-72[[1572]]<ref>{{Cita web|url=http://www.giramolfetta.it/content_/molfetta_vetrina_zoom.asp?lan=ita&id_vetrina=25&id_categoria_vetrina=37|titolo=Giramolfetta - giramolfetta.it|autore=MediaLab05.it|accesso=4 aprile 2018}}</ref>; '''Villafranca''' (in territorio di [[Terlizzi]]), risalente al [[1631]] e il cui nome indica il riscatto dalla tassa catastale detta "bonatenenza". Per ultima l'ormai diroccata '''Torre dell'Alfiere''', nome derivato dal titolo militare di uno dei suoi proprietari ovvero l'alfiere Francesco Paolo Tottola.
 
Leggermente più spostate a ovest verso la direttrice per Terlizzi della ''strada [[Santa Lucia]] s'' si incontrano: '''Torre del Gallo''', nome derivato dal soprannome della famiglia "de la Sparatella" che la fece edificare, forse, connesso o alla nazione di provenienza (Francia) della famiglia o a un semplice [[Onomastica romana#Agnomen|agnome]]<ref>{{Cita web|url=http://www.giramolfetta.it/content_/molfetta_vetrina_zoom.asp?lan=ita&id_vetrina=32&id_categoria_vetrina=37|titolo=Giramolfetta - giramolfetta.it|autore=MediaLab05.it|accesso=4 aprile 2018}}</ref>; '''Torre Villotta''', struttura già esistente agli inizi del Quattrocento<ref>{{Cita news|url=https://www.molfettaviva.it/rubriche/viva-la-storia-di-molfetta-1/torre-villotta-dove-si-rifugiarono-i-molfettesi-per-scampare-al-sacco-del-1529/|titolo=Torre Villotta: dove si rifugiarono i molfettesi per scampare al Sacco del 1529|pubblicazione=MolfettaViva|accesso=22 marzo 2018}}</ref>; '''Torre Falcone''', nome derivato dalla famiglia de Falconibus, originaria di Andria; '''Cappavecchia''' registrata sin dal 1526, epoca in cui apparteneva alla famiglia de Vulpicellis; '''Torre Sgammirra''', quest'ultima cosiddetta dal soprannome del suo primo proprietario, Antonio di Nicola de Tamburro alias Scambirro (= asino). Di essa non rimane che il rudere costituito da un'intera parete rimasta in piedi e sostenuta lateralmente dai soli monconi angolari.
 
A ponente, lungo l'asse della ''strada comunale Coppe'' (antica strada per [[Corato]]), troviamo i resti di '''Chiuso della Torre'''<ref>{{Cita news|url=https://www.molfettaviva.it/rubriche/viva-la-storia-di-molfetta-1/la-storia-di-chiuso-della-torre/|titolo=La storia di Chiuso della Torre|pubblicazione=MolfettaViva|accesso=22 marzo 2018}}</ref>, che dà il nome alla omonima contrada, inglobati tra i capannoni industriali della zona ASI (Area Sviluppo Industriale); '''il Casale''', ristrutturato nel [[1719]] dalla famiglia Passari sul sito dove sorgeva l'antico '''Casale di San Primo''' (ottobre 1135); '''Torre di Claps''', con annessa chiesa di San Martino ([[1083]]), donata nel [[1731]] alla famiglia Claps (originaria di Potenza).<ref>{{Cita web|url=http://www.giramolfetta.it/content_/molfetta_vetrina_zoom.asp?lan=ita&id_vetrina=36&id_categoria_vetrina=37|titolo=Giramolfetta - giramolfetta.it|autore=MediaLab05.it|accesso=4 aprile 2018}}</ref> In prossimità della direttrice della vicinale di ''Fondo Favale'', si ergono: '''Torre del Capitano''', nome derivato dal titolo militare del proprietario (nel periodo [[1781]]-84[[1784]]) ossia dal capitano Vincenzo Brayda. Questa torre è collocata in prossimità del tracciato autostradale della [[Autostrada A14 (Italia)|A14]]. Altre strutture di questo versante sono: '''Torre di Pettine''', nome derivato dal soprannome di Giuseppe Fontana alias Pettine, figlio del maestro sartore Tommaso Fontana<ref>{{Cita news|url=https://www.molfettaviva.it/rubriche/viva-la-storia-di-molfetta-1/torre-pettine-storia-di-sarti-pirati-peste-epidemie-e-nobili-famiglie/|titolo=Torre Pettine: storia di sarti, pirati, peste, epidemie e nobili famiglie - LE FOTO|pubblicazione=MolfettaViva|accesso=22 marzo 2018}}</ref>; la masseria fortificata denominata '''Casale Navarrino o Torre di Navarino''', nei pressi del confine sud-occidentale dell'agro, alla confluenza con i territori dei comuni di [[Terlizzi]] e [[Bisceglie]]. Questa torre, il cui primo nucleo risale alla metà del [[XVI secolo]] e che fu ampliata nel [[1598]] da Cesare Gadaleta, prende il nome della contrada in cui è collocata. Il toponimo '''"Navarino'''", quasi certamente, ricorda la regione [[Navarra]] della [[Spagna]] della quale, forse, doveva essere oriundo don Ferrando Briones Yspanus, marito di Costanza Gadaleta, proprietario di un fondo rurale ubicato in questa zona.
 
===Piazze ePiazza Garibaldi strade===
[[ImmagineFile:Molfetta - Villa Garibaldi.JPG|thumb|300pxupright=1.4|Villa comunale ''Giuseppe Garibaldi''.]]
Uno dei luoghi più frequentati del centro cittadino è l'ampia ''Piazzapiazza [[Garibaldi]]'',: riaperta al pubblico nel [[2007]] dopo un restauro durato parecchi anni. Didi forma sub-trapezoidale, è connotatacomposta da unaree variegato connubio di vegetazione e diverdi, percorsi pedonali e zone riservate ai bambini, con numerose specie arboree che forniscono un confortante sfondo verde all'attivo, caotico e spesso congestionato centro cittadino. Il lato meridionale della piazza è sottolineatocaratterizzato dall'[[XIX secolo|ottocentesca]] edicola in stile [[gotico]] del ''Calvario'' con alle spalle la l'antica ''Chiesachiesa di San Bernardino'', risalente al [[1451]], mentre a ponente essa è chiusa dal monumentalepprospetto prospetto [[XIX secolo|ottocentesco]] (opera, così come il già citato ''Calvario'', dell'Architettoarchitetto ''De Judicibus'' molto attivo a Molfetta nel [[XIX secolo]]) del [[XVIII secolo|settecentesco]] Seminarioseminario Vescovilevescovile adiacente alla coeva Cattedralecattedrale. Da non dimenticare, alAl centro della ''Villavilla Comunale'',comunale losorge splendidoil ''Monumentomonumento ai Caduti''caduti della [[prima guerra mondiale]], opera mirabile del celebredello scultore cittadino Giulio Cozzoli, costituito da un gruppo bronzeo che rappresenta la ''Vittoria Alata''alata nell'atto di sorreggere un fante caduto sul campo di battaglia, che si erge su un basamento in marmo sui cui prospetti laterali e posteriore sono inseriti i [[bassorilievi]] bronzei che recano scolpite scene di guerra con protagoniste le diverse forze armate che presero parte a quel conflitto.
 
=== Il Pulo ===
Altre piazze di Molfetta sono: ''Piazza Vittorio Emanuele II'', ''Piazza Margherita di Savoia'', ''Piazza Aldo Moro'' (già ''Piazza Stazione''), ''Piazza Principe di Napoli'' e ''Piazza delle Erbe'' (già sedi di storici mercati rionali smantellati nel primo lustro del Terzo Millennio), ''Piazza Roma'', ''Piazza Paradiso'', ''Piazzetta San Michele'', ''Piazza Immacolata'', ''Piazza Mentana'' e le minori ''Largo S.Angelo'' e ''Largo Domenico Picca'' nel ''nucleo sei-settecentesco'' della città; ''Piazzetta Giovene'', ''Piazza Baccarini'', ''Largo Fornari'' nelle espansioni di fine [[XIX secolo|ottocento]] - prima metà del [[XX secolo|novecento]] e, nelle zone di più recente urbanizzazione ([[Anni 1970|anni settanta]] - [[Anni 1980|ottanta]]): ''Piazza 1º maggio'', ''Piazza Gramsci'' (sede di un mercato rionale).
{{Vedi anche|Pulo di Molfetta}}
 
Il cosiddetto pulo è uno sprofondamento di origine carsica localizzato a non più di due chilometri dal centro urbano di Molfetta.
Le principali strade cittadine sono ''Corso [[Umberto I]]'', l'''isola pedonale'' meta privilegiata dello ''shopping'' cittadino e dello ''struscio'' domenicale assieme al ''Corso [[Dante]]'' (già ''Borgo'') e a tutta l'area circostante il porto (le ''Banchine'' [[San Domenico]] e ''Seminario'', nonché, soprattutto nelle belle giornate, i bracci stessi del porto, in particolare dalla ''Capitaneria'' (sede della ''Guardia Costiera'') al faro e, sul lato prospiciente il Santuario della Madonna dei Martiri, il ''molo Pennello'') e poi ''Corso [[Margherita di Savoia]]'', ''Via Sergio Pansini'', ''Via [[Roma]]'', ''Via [[Baccarini]]'', ''Via Tenente Fiorino'', ''Via De Luca'', ''Via [[Massimo D'Azeglio]]'', ''Via [[Galileo Galilei]]'', ''Corso Fornari'' e il ''Lungomare [[Marcantonio Colonna]]'' da cui si può ammirare il panorama sul mare verso [[Giovinazzo]] e uno dei più suggestivi scorci del centro storico, vale a dire il suo prospetto a picco sul mare chiuso dalla tondeggiante sagoma del ''torrione Passari''.
Altre vie ''nodali'' della città sono: ''Via Madonna dei Martiri'', ''Via G. Mameli'', ''Via [[Guglielmo Marconi]]'', ''Via [[Felice Cavallotti]]'', ''Via [[Alessandro Volta]]'', ''Via [[Bari]]'', ''Via Domenico Picca'', ''Via Annunziata'', ''Via Paniscotti'', ''Viale [[Pio XI]]'', ''Viale [[Don Minzoni]]'', ''Viale Martiri della Resistenza''.
 
A seguito del [[terremoto dell'Irpinia del 1980|terremoto in Irpinia]], del 23 novembre del 1980, la cavità carsica appena fuori dall'abitato, e che da diversi anni veniva utilizzato nel periodo natalizio per la messa in scena del locale "presepio vivente", fu dichiarata inagibile e chiusa alla pubblica fruizione per motivi di sicurezza fino al 1995, quando iniziarono i lavori di recupero culminati con la restituzione al pubblico delle fabbriche della nitriera borbonica.
===Il Pulo===
[[File:Molfetta - insediamenti rupestri presso il pulo.JPG|thumb|upright=1.4|Elementi di archeologia industriale sul fondo e su un fianco del ''Pulo di Molfetta''.]]
Di particolare interesse è a Molfetta il cosiddetto ''[[polje|Pulo]]'', grande sprofondamento di origine carsica localizzato a non più di due chilometri dal centro urbano di Molfetta.
Con il termine pulo si indicano generalmente doline carsiche di grandi dimensioni, generalmente munite di almeno un inghiottitoio, che può essere palese o occulto.
 
In particolare il pulo di Molfetta si differenzia dagli altri per essere una dolina a pozzo a causa delle pareti strapiombanti su praticamente tutto il contorno, e di crollo, in relazione al fatto di essersi originata dal collasso o della volta di un'unica grande grotta sotterranea<ref>vedere la [[Grotta di Putignano]]</ref> o, come più probabile, di più cunicoli e cavità facenti parte di più pozzi carsici contigui (detti polje), con crolli che si sono succeduti scaglionandosi nel tempo.
A seguito del [[Terremoto dell'Irpinia|terremoto in Irpinia]], del 23 novembre del [[1980]], la cavità carsica appena fuori l'abitato, e che da diversi anni veniva utilizzato nel periodo natalizio come cornice scenografica per la messa in scena del locale "presepio vivente", fu dichiarata inagibile e chiusa alla pubblica fruizione per motivi di sicurezza. Finalmente nel [[1995]] si sono potuti iniziare i lavori di recupero culminati con la restituzione al pubblico delle fabbriche della nitriera borbonica.<br/>
[[Immagine:Molfetta - insediamenti rupestri presso il pulo.JPG|thumb|300px||Elementi di archeologia industriale sul fondo e su un fianco del ''Pulo di Molfetta''.]]
Con il termine ''Pulo'' si indicano generalmente doline carsiche di grandi dimensioni, generalmente munite di almeno un ''[[inghiottitoio]]'', che può essere ''palese'' o ''occulto''.
 
Le pareti del pulo sono costellate da numerose grotte, che si sviluppano anche su più livelli (fino a quattro come nella "grotta del Pilastro"), e cunicoli spesso intercomunicanti che denotano l'intensa attività carsica di cui sono state protagoniste insieme al potente acquifero di cui verosimilmente facevano parte.
In particolare il '''[[Pulo di Molfetta]]''' si differenzia dagli altri per essere una dolina ''a pozzo'' a causa delle pareti strapiombanti su praticamente tutto il contorno, e ''di crollo'', in relazione al fatto di essersi originata dal collasso o della volta di un'unica grande grotta sotterranea<ref>vedere la [[Grotta di Putignano]]</ref> o, come più probabile, di più cunicoli e cavità facenti parte di più pozzi carsici contigui (detti ''polje''), con crolli che si sono succeduti scaglionandosi nel tempo.
 
In tutte le cavità, però, essendo assente lo stillicidio delle acque, non si rinvengono formazioni di stalattiti e stalagmiti.
Le pareti del Pulo sono costellate da numerose grotte, che si sviluppano anche su più livelli (fino a quattro come nella ''"grotta del Pilastro"''), e cunicoli spesso intercomunicanti che denotano l'intensa attività carsica di cui sono state protagoniste insieme al potente [[acquifero]] di cui verosimilmente facevano parte.
 
Il salnitro che si rinviene nelle grotte sotto forma di incrostazioni ed efflorescenze biancastre, che rivestono vaste superfici all'interno delle stesse, ne fece per pochi decenni, tra il 1785 e i primi del XIX secolo, una miniera di questo materiale che le contemporanee ricerche nel mondo della chimica avevano individuato come componente essenziale della polvere da sparo.
In tutte le cavità, però, essendo assente lo stillicidio delle acque, non si rinvengono formazioni di [[stalattiti]] e [[stalagmiti]].
Pertanto, su regio decreto del sovrano Borbone dell'epoca, fu autorizzata la costruzione "in loco" di una nitriera, cioè di una fabbrica di polvere da sparo, proprio a pochi passi dal luogo di estrazione, poiché era particolarmente idoneo sia per motivi di sicurezza delle lavorazioni (lontano dal centro abitato), sia per motivi militari, essendo il sito sufficientemente occultato alla vista dei più. A causa dell'interesse militare del sito, al suo ingresso fu costruito un corpo di guardia, dove alloggiava il personale posto a sentinella delle attività estrattive che vi si svolgevano.
 
Il pulo inoltre è caratterizzato da vegetazione spontanea comune nel territorio accanto a specie esclusive di questo habitat, secondo classificazioni avvenute in tempi diversi a opera di vari studiosi, tra cui il botanico molfettese G. Muscati e in tempi più recenti da Lucia Camporeale, che nel 1953 individuò nel Pulo 136 diverse specie vegetali spontanee, tra cui la rara Micromeria nervosa. Tra queste, si trovano piante introdotte dall'uomo nel corso dei millenni, sia alberi (fichi, fichi d'India, nespoli, azzeruoli, ecc.) che specie erbacee aromatiche (melissa, camedrio bianco, mente varie) accanto ad alberi e cespugli tipici della macchia mediterranea (lentisco, biancospino, alloro, melograno, viburno, carrubo, ecc.).
Il [[salnitro]] che si rinviene nelle grotte sotto forma di incrostazioni ed efflorescenze biancastre, che rivestono vaste superfici all'interno delle stesse, ne fece per pochi decenni, tra il [[1785]] e i primi del [[XIX secolo]], una ''miniera'' di questo materiale che le contemporanee ricerche nel mondo della [[Chimica|Chimica degli Elementi]] avevano individuato come componente essenziale della [[polvere da sparo]].
Pertanto, su Regio decreto del sovrano Borbone dell'epoca, fu autorizzata la costruzione "in loco" di una ''nitriera'', cioè di una fabbrica di polvere da sparo, proprio a pochi passi dal luogo di estrazione, poiché era particolarmente idoneo sia per motivi di sicurezza delle lavorazioni (lontano dal centro abitato), sia per motivi militari, essendo il sito sufficientemente occultato alla vista dei più.<br/>
A causa dell'interesse militare del sito, al suo ingresso fu costruito un "Corpo di Guardia" dove alloggiava il personale posto a sentinella delle attività estrattive che vi si svolgevano.
 
== Società ==
Il ''Pulo'' inoltre è caratterizzato da vegetazione spontanea comune nel territorio accanto a specie esclusive di questo [[habitat]], secondo classificazioni avvenute in tempi diversi a opera di vari studiosi, tra cui il botanico molfettese G. Muscati e in tempi più recenti dalla dott.ssa Lucia Camporeale che nel suo lavoro di tesi (1953) individuò nel Pulo 136 diverse specie vegetali spontanee, tra cui la rara [[Micromeria nervosa]]. Tra queste, si trovano piante introdotte dall'uomo nel corso dei millenni, sia alberi ([[fichi]], fichi d'India, [[nespolo|nespoli]], [[azzeruoli]], ecc.) che specie erbacee aromatiche ([[melissa officinalis|melissa]], [[camedrio bianco]], [[mente]] varie) accanto ad alberi e cespugli tipici della macchia mediterranea ([[lentisco]], [[biancospino]], [[alloro]], [[melograno]], [[viburno]], [[carrubo]], ecc.).
=== Evoluzione demografica ===
 
==Società==
===Evoluzione demografica===
{{Demografia/Molfetta}}
 
Il comune di Molfetta ha fatto registrare nel censimento del [[1991]] una popolazione pari a 66.839 abitanti. Nel censimento del [[2001]] ha fatto registrare una popolazione pari a 62.546 abitanti, mostrando quindi nel decennio [[1991]] - [[2001]] una variazione percentuale di abitanti pari al -6%.
 
Gli abitanti, in base ai dati di quel censimento, sono distribuiti in 21.859 nuclei familiari con una media per nucleo familiare di 2,86 componenti.
 
A partire dal [[2001]] il Comune di Molfetta ha aderito alalla ''[[ProgettoRete Città Sane]]'' dell'[[Organizzazione mondiale della sanità]] (OMS), dando inizio a una serie di monitoraggi costanti sugli ''indicatori'' designati dalla stessa [[Organizzazione Mondiale della Sanità]], periodicamente raccolti e pubblicati nel ''Profilo di Salute della Città'' (il primo dei quali è stato edito nel [[2003]]), nei quali il fattore demografico è di fondamentale importanza.
 
===Lingue Etnie e dialettiminoranze straniere ===
Al 31 dicembre 2023 gli stranieri residenti sono 1.546, pari al 2,66% della popolazione.<ref>{{cita web|url=https://demo.istat.it/app/?i=P03&l=it}}</ref>
Il [[dialetto]] molfettese si distingue dalle caratteristiche linguistiche della provincia di [[Bari]] per l'utilizzo di tutte le "''e''".<br />Lo scioglilingua utilizzato per testare la "pugliesità" di un soggetto trova la sua variante nel molfettese "''Ci nge n'ame a sciaje scimeninne, ci nen ge n'ame a sciaje nen ge ne sime scenne''" (se dobbiamo andarcene, andiamocene, se non ce ne dobbiamo andare, non ce ne andiamo).
A differenza del [[dialetto barese]], quello parlato a Molfetta un'aggiunta costante della "''a''", soprattutto, prima della vocale "''u''". <br />
Ad esempio: sciute ⇒ sciAute (andato); june ⇒ Aune (uno); pajure ⇒ pagAure (paura).
 
=== Lingue e dialetti ===
====Espressioni idiomatiche tipiche di Molfetta====
Il [[dialetto]] molfettese si distingue dalle caratteristiche linguistiche della [[città metropolitana di Bari]] per l'utilizzo di tutte le "''e''".<br />Lo scioglilingua utilizzato per testare la "pugliesità" di un soggetto trova la sua variante nel molfettese "''Ci nge n'ame a sciaje scimeninne, ci nen ge n'ame a sciaje nen ge ne sime scenne''" (se dobbiamo andarcene, andiamocene, se non ce ne dobbiamo andare, non ce ne andiamo). A differenza del [[dialetto barese]], quello parlato a Molfetta è caratterizzato da un'aggiunta costante della "''a''", soprattutto, prima della vocale "''u''".<br />Ad esempio: ''sciute'' ⇒ ''sciAute'' (andato); ''june'' ⇒ ''Aune'' (uno); ''pajure'' ⇒ ''pagAure'' (paura).
* ''Vatte a fà nu giaire mmezze a ò vurghe!'' = vai a farti un giro al ''borgo'', cioè verso il porto (vai via, togliti dai piedi!);
* ''Vaite ci te ne vé alle ngraosche'' = potresti cadere (usato quando qualcuno si dondola sulla sedia);
* ''Addò te si' fatte l'estate, fatte u' vìrne'' = dove hai trascorso l'estate, passa anche l'inverno (usato per chi usa farsi vivo solo nei bei momenti);
* ''Te la vite tawe e u mese de mesce = veditela tu e il mese di maggio (cerca da solo una soluzione al tuo problema);
* ''Sì arremeste come a la zaite de Cegghje'' = sei rimasto come la sposa di Ceglie (donna abbandonata all'altare da suo marito);
* ''Scitte nu graite e scappatinne'' = urla e scappatene (usato quando ci si trova davanti a una situazione da cui è meglio andar via o comunque tenersi fuori);
* ''Vé discherrénne sule sàule'' = va parlando solo solo;
* ''La fatàighe se chiéme chécozze e ao Mimme ne le 'ngozze'' = la fatica è dura come una zucca e a Mimmo non garba faticare tanto (Mimmo nome immaginario).
* ''Mele meste sò, mele file tenghe e e'mmesce picche m'engozze'' = sono un cattivo maestro (sarto), non ho un filo adatto e non ho neanche voglia (non so fare una determinata cosa, non ho gli strumenti per farla e non voglio neanche farla);
* ''Aiìre ha tirate la mena'' = ieri ha piovuto tanto che in campagna si è formata la ''mena'' (dal termine sopra descritto in ''Clima''), sostivantizzazione dal verbo '''''menare''''' (''ha menàte, l'acqu(a)'' = ne ha menata, di acqua! ...si dice quando piove tantissimo, al punto che in campagna si formano dei piccoli corsi d'acqua temporanei).
*''Tawe si fatte come a Senda Chiare ca prime fu arrebbate e pò mettaje u portòne de fìrre.'' (Hai seguito lo stesso comportamento di S. Chiara che prima ha subito il furto e poi ha messo un cancello in ferro).
 
=== Religione ===
Molfetta è sede vescovile della [[diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi|diocesi cattolica di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi]]. Vi ha sede il [[Pontificio Seminario Regionale Pugliese "Pio XI"|Pontificio Seminario Regionale "Pio XI"]], unico seminario maggiore della Puglia.<ref>[{{cita testo|url=http://www.seminariomolfetta.org/home.htm |titolo=''Pontificio Seminario Regionale "Pio XI"'' Sito del seminario di Molfetta|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070701045902/http://www.seminariomolfetta.org/home.htm }}.</ref> e seminario più numeroso d'[[Europa]] come numero di alunni. Ha anche sede la Facoltà teologica della Puglia, con due sedi a Bari e una a Molfetta presso l'Istituto Regina Apuliae. A Molfetta ha anche sede l'Istituto Pastorale Pugliese.<ref>{{Cita web|url=https://www.istitutopastoralepugliese.org/|titolo=HOME - Istituto Pastorale Pugliese|sito=Istituto Pastorale Pugliese|accesso=4 aprile 2018}}</ref>
=== Tradizioni e folclore ===
Ha anche sede a Molfetta la Facoltà teologica della Puglia, con due sedi a Bari e una a Molfetta presso l'Istituto Regina Apuliae.
A Molfetta ha anche sede l'Istituto di Pastorale Pugliese.
 
===Qualità= dellaLa vitaQuaresima ====
La [[Quaresima]] è ricca di momenti di celebrazione, che si concentrano nelle chiese di Santo Stefano<ref>{{cita testo|url=http://www.arciconfraternitasantostefano.it|titolo=Arciconfraternita di Santo Stefano<!-- Titolo generato automaticamente -->}}</ref>, e del Purgatorio, a cura dell'[[Arciconfraternita della Morte dal Sacco Nero|Arciconfraternita della Morte]].
La città si è trovata a dover fronteggiare tre principali questioni che ne minavano lo sviluppo e l'espansione. La prima era costituita dalla carenza di alloggi: a partire dagli anni novanta, infatti, la popolazione si è ridotta quasi del 10% in conseguenza dello spostamento di numerose famiglie molfettesi, trasferitesi nei paesi limitrofi dove hanno trovato dimora a prezzi più modici di quelli praticati a livello cittadino. Altra problematica è la carenza di posti di lavoro: molti giovani sono costretti a emigrare al nord Italia per trovare lavoro nel campo dell'edilizia e dell'industria. Infine la pericolosa fuga dei cervelli: molti laureati, ricercatori, architetti e medici sono costretti al trasferimento nel nord Europa e negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], non riuscendo nella loro città a soddisfare le proprie aspettative professionali.
 
Le processioni pasquali si svolgono il venerdì di passione, quando alle ore 16,00 viene portata a spalla la statua dell'Addolorata dall'[[Arciconfraternita della Morte dal Sacco Nero|Arciconfraternita della Morte]]. Il venerdì della successiva settimana tra la notte del Giovedì Santo e del Venerdì Santo, alle ore 03,30, si svolge la processione dei Misteri amministrata dell'Arciconfraternita di Santo Stefano. Il Sabato Santo, invece, alle ore 11,30 inizia la processione dei Sette Misteri Dolorosi (comunemente denominata "della Pietà").<ref>{{Cita news|url=http://www.molfettalive.it/news/attualita/469979/le-marce-funebri-musiche-di-passione|titolo=Le marce funebri, musiche di Passione|pubblicazione=MolfettaLive.it|accesso=16 marzo 2018}}</ref>
==Cultura==
 
==== Festa patronale della Madonna dei Martiri ====
===Eventi culturali a Molfetta===
Sin dalla prima metà del XIX secolo i marinai hanno eletto la [[Madonna dei Martiri]], venerata nell'omonimo santuario, a loro protettrice. <br />L'8 settembre 1846 la statua della [[Maria (madre di Gesù)|Vergine]], opera dello scultore napoletano Giuseppe Verzella, fu posta su due bilancelle a vela e trasportata fino alla banchina dell'antico Seminario, accanto al "Duomo vecchio".[[File:La Madonna dei Martiri di Molfetta disposta sulle navi del porto.jpg|thumb|La statua della Madonna disposta sulle barche, qui tre, accostate tra di loro, nel porto.]]Da questa iniziale consuetudine prese piede la tradizione della Sagra a mare, che si ripete annualmente coincidendo con la fiera di Molfetta, accordata il 24 aprile 1399 da [[Ladislao di Durazzo]].<ref>{{Cita news|url=https://www.molfettaviva.it/rubriche/viva-la-storia-di-molfetta-1/la-fiera-di-molfetta-e-la-sua-antichissima-storia/|titolo=La fiera di Molfetta e la sua antichissima storia|pubblicazione=MolfettaViva|accesso=16 marzo 2018}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.gopuglia.it/it/guida-turistica/bari/molfetta/eventi/fiera-madonna-dei-martiri-519.html|titolo=Fiera Madonna dei Martiri Molfetta - Appuntamenti in Puglia|autore=Gosystem - http://www.gosystem.it|accesso=22 marzo 2018}}</ref>
Tantissimi sono gli eventi culturali che Molfetta ospita nel corso dell'anno tra concerti, presentazione di libri, conferenze e convegni. Tra i tanti, il Premio Nazionale dedicato al giornalista Leonardo Azzarita, che si svolge a maggio di ogni anno e giunto alla decima edizione. Tra i tanti premiati giornalisti di spessore nazionale con Francesco Giorgino del Tg1, Daniele Rotondo del Tg2, Antonio Caprarica inviato del Tg1 da Londra, Mingo di "Striscia La Notizia" ed altri anche del mondo delle istituzioni e delle professioni.
===Istruzione===
Molfetta è ricca di ogni tipo di scuola superiore, dal Liceo scientifico, al classico, al linguistico, scienze sociali, all'istituto tecnico industriale, commerciale, turistico, geometra, professionale marittimo, alberghiero, marittimo, grafico pubblicitario. A Molfetta ha sede il dipartimento di chimica dell'Università di Bari e la scuola universitaria infermieristica.
Inoltre, ci sono a Molfetta, due licei musicali, due Seminari e molte scuole private.
====Biblioteche====
La ''Biblioteca Comunale'', intitolata al suo fondatore l'arcidiacono ''Giovanni Panunzio'' ([[1828]] - [[1913]]), promotore dell'istruzione pubblica a Molfetta e primo preside del locale Liceo Classico.
 
=== Qualità della vita ===
Panunzio donò la propria biblioteca al Comune che, con atto dell'[[8 aprile]] [[1922]], la acquisì aggiungendovi i circa 1500 volumi appartenuti alle case religiose soppresse e le destinò, come sede provvisoria, alcune aule del Liceo con l'impegno di costruire una sede apposita.
La città si è trovata a dover fronteggiare tre principali questioni che ne minavano lo sviluppo e l'espansione. La prima era costituita dalla carenza di alloggi: a partire dagli anni novanta, infatti, la popolazione si è ridotta quasi del 10% in conseguenza dello spostamento di numerose famiglie molfettesi, trasferitesi nei paesi limitrofi dove hanno trovato dimora a prezzi più modici di quelli praticati a livello cittadino. Altra problematica è la carenza di posti di lavoro, che spinge molti giovani a emigrare all'estero o in altre aree del Paese.
 
== Cultura ==
Ordinato e catalogato il patrimonio librario, la biblioteca fu aperta al pubblico nel [[1927]]. A causa degli eventi bellici, nel [[1944]] fu trasferita in un seminterrato di via Vittorio Emanuele.
 
=== Eventi culturali a Molfetta ===
Ripresa l'attività nel [[1951]], la biblioteca da allora continua a operare e ad adempiere al tuo ruolo di depositaria della cultura locale. Essa infatti è l'unica regolarmente e continuativamente aperta al pubblico e costituisce il principale punto di riferimento per la documentazione e l'informazione non solo nel proprio ambito territoriale.<br/>
==== Premio Leonardo Azzarita ====
Quella comunale è una biblioteca a indirizzo prevalentemente umanistico caratterizzata dalla stratificazione di fondi librari eterogenei, provenienti dalle varie donazioni susseguitesi nel tempo.
Il premio dedicato al giornalista [[Leonardo Azzarita]] si svolge annualmente a maggio presso il museo diocesano.<ref>{{Cita web|url=http://www.premioleonardoazzarita.it/home/albo-doro/|titolo=Albo d’oro – Premio Giornalistico "Leonardo Azzarita"|accesso=22 marzo 2018}}</ref>
Oltre alla Biblioteca Comunale, Molfetta è sede della Biblioteca del Seminario Regionale (teologica unica in Puglia), di quella del Seminario Vescovile (umanistica- filosofica) e delle Biblioteche di quartiere V Zagami (Parr. S Domenico) don Mario Favuzzi (san Pio X) e don Tonino Bello (Cappuccini).
 
===Musei Istruzione ===
Sono presenti nella cittadina diversi istituti scolastici, dal Liceo scientifico, con opzione scienze applicate, al classico, al linguistico, scienze umane, all'istituto tecnico industriale, commerciale, turistico, geometra, professionale marittimo, alberghiero, marittimo, grafico pubblicitario, nautico e, negli ultimi anni, anche il Liceo Artistico. A Molfetta ha sede il laboratorio olfattometrico del dipartimento di chimica dell'Università di Bari e la scuola universitaria infermieristica. Inoltre, ci sono a Molfetta due seminari e molte scuole private.<ref>{{Cita web|url=http://molfetta.corriere.it/pubblica-utilita/scuole-superiori.shtml|titolo=Scuole superiori a Molfetta|sito=molfetta.corriere.it|accesso=4 aprile 2018}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.tuttitalia.it/puglia/15-molfetta/52-scuole/|titolo=Scuole Molfetta (BA) - pubbliche e private|sito=Tuttitalia.it|accesso=4 aprile 2018}}</ref>
 
==== Biblioteche ====
====Civica Siloteca del Centro Studi Molfettesi====
La biblioteca comunale, intitolata al suo fondatore l'arcidiacono Giovanni Panunzio (1828 - 1913), promotore dell'istruzione pubblica a Molfetta e primo preside del locale Liceo Classico.
Intitolata in onore di Raffaele Cormio, si tratta di un museo dedicato al legno, ai suoi pregi e ai suoi difetti, unico in Italia del sud. Conserva oggetti in legno, tra i quali la bacchetta di direzione d'orchestra del Maestro Riccardo Muti, insetti del legno e altro materiale come pennini, blocchi in legno, la poesia dell'albero all'uomo dello xilologo di Raffele Cormio.
 
Panunzio donò la propria biblioteca al Comune che, con atto dell'8 aprile 1922, l'acquisì aggiungendovi i circa 1500 volumi appartenuti alle case religiose soppresse e le destinò, come sede provvisoria, alcune aule del Liceo con l'impegno di costruire una sede apposita.
====Museo Diocesano di Molfetta====
{{D|Museo diocesano di Molfetta}}
[[Immagine:Molfetta - Piazza Municipio.JPG|thumb|300px|''Piazza Municipio'', su cui prospetta il ''Palazzo Comunale'', sede della sala d'arte contemporanea ''Leonardo Minervini''.]]
Il ''Museo-Pinacoteca di Molfetta'' è situato nei locali del ''Seminario Vescovile'', nel centro storico della città.
Il primo nucleo museale è da ricondurre all'operato dell'ecclesiastico molfettese, [[Giuseppe Maria Giovene]], il quale accumulò il materiale archeologico proveniente dal Pulo. In seguito nei primi anni del [[XIX secolo]] il [[vescovo]] Mons. Filippo Giudice Caracciolo, insieme all'arciprete Giovene, riorganizzò il patrimonio diocesano costituendo il primo nucleo del Museo.<br/>
Il museo ospita reperti provenienti da varie campagne di scavo effettuate sull'onda degli "''entusiasmi ottocenteschi''", nel ''[[Pulo di Molfetta]]'' e in altri siti archeologici circostanti.<br/>
Il secondo nucleo del Museo è legato al nome di un altro insigne sacerdote, Francesco Samarelli, che tra il [[1908]] e il [[1910]] scandagliò alcune località nell'agro di Molfetta rinvenendo manufatti litici e ceramici cronologicamente e culturalmente assimilabili a quelli del Pulo e oggi esposti nel Museo.<br/>
Dopo un lungo periodo di stasi, il [[23 ottobre]] [[1976]] si istituì con decreto vescovile il ''Museo Diocesano'', aperto al pubblico dal [[1980]].
Nel giugno 2009 si sono conclusi i lunghi lavori di restauro che hanno adeguato il museo alle più moderne teorie museografiche e museotecniche, hanno permesso l'ampliamento dei locali (su una superficie di circa 1500 m<sup>2</sup>) ospitando le oltre 200 opere provenienti da molte chiese dei quattro paesi della diocesi (Molfetta, Giovinazzo, Terlizzi, Ruvo) e la monumentale biblioteca dell'inizio del XIX secolo con oltre 47.000 volumi del XV - XVIII secolo.<br/>
Al piano terra la possibilità di ammirare la sezione archeologica che raccoglie sia materiale preistorico di Età Neolitica che di Età preromana; la galleria dei paramenti liturgici che rivelano l'evolversi del gusto e delle tipologie tessili e decorative dal XVII alla fine del XIX secolo; il lapidarium che custodisce i frammenti erratici provenienti dall'antico Duomo di Molfetta, dalle chiese e dall'arredo urbano; le due sale della statuaria che ospitano le antiche statue della Settimana Santa molfettese e una raccolta di reliquiari “a busto” in legno dipinto, risalenti al Seicento.<br/>
Al primo piano s'impone la monumentale Biblioteca del Seminario Vescovile, realizzata tra il 1837 e il 1844, che attualmente custodisce circa 47&nbsp;000 opere, compresi manoscritti, incunaboli e cinquecentine e alcuni testi a stampa risalenti al Seicento e Settecento.<br/>
A completare il percorso è la Pinacoteca nella quale sono esposte opere comprese tra il XVI e XVIII secolo, a firma di grandi artisti quali [[Marco Cardisco]], Francesco Cozza, [[Bernardo Cavallino]], [[Corrado Giaquinto]], Nicola Porta e altri della “scuola napoletana”.<br/>
Di non poco interesse sono anche la Sala del Tesoro che espone apparati e vasi sacri per la liturgia; la sezione della Scultura contemporanea dell'artista molfettese Vito Zaza; l'antica Cappella del Collegio dei Gesuiti, oggi Auditorium, riprogettata nell'Ottocento dall'arch. de Judicibus e arricchita dai dipinti murali di Michele Romano.
 
Ordinato e catalogato il patrimonio librario, la biblioteca fu aperta al pubblico nel 1927. A causa degli eventi bellici, nel 1944 fu trasferita in un seminterrato di via Vittorio Emanuele.<ref>{{Cita web|url=http://www.internetculturale.it/opencms/opencms/it/main/partner/istituto_0050.html|titolo=Biblioteca comunale Giovanni Panunzio - Molfetta|accesso=16 marzo 2018}}</ref>
====Raccolta d'arte contemporanea sala "''Leonardo Minervini''"====
Allestita nel [[1996]] nel Palazzo Comunale, la raccolta comprende circa 60 opere di artisti, molti provenienti da Molfetta. Accanto a Maestri di fama internazionale, come [[Renato Guttuso]], l'esposizione comprende opere di artisti molfettesi a cominciare da Michele e Liborio Romano, Franco d'Ingeo, Natale Addamiano, Franco Valente, Michele Paloscia e Anna Rita Spezzacatena. Un'intera sala è dedicata a ''Leonardo Minervini'' dove sono esposti 11 dipinti tra cui il "''Ritratto di Minervini''" realizzato dal suo maestro Carlo Siviero nel [[1936]].
 
Ripresa l'attività nel 1951, la biblioteca da allora continua a operare e ad adempiere al tuo ruolo di depositaria della cultura locale. Essa infatti è l'unica regolarmente e continuativamente aperta al pubblico e costituisce il principale punto di riferimento per la documentazione e l'informazione non solo nel proprio ambito territoriale.<br />Quella comunale è una biblioteca a indirizzo prevalentemente umanistico caratterizzata dalla stratificazione di fondi librari eterogenei, provenienti dalle varie donazioni susseguitesi nel tempo.
====Mostra Etnografica Permanente del Mare====
Nei locali sotterranei della Fabbrica di San Domenico, la suggestiva "Neviera", si può visitare la Mostra Etnografica Permanente del Mare, inaugurata nel 2005, curata e gestita dalla sede locale dell'Archeoclub d'Italia. La mostra ricostruisce l'antico rapporto di Molfetta con il mare tra Medioevo ed età contemporanea. Una relazione che si fece particolarmente vitale nell'Ottocento, quando la cantieristica navale locale acquistò importanza con lo sviluppo del porto mercantile e con l'amplificarsi dell'attività peschereccia. L'abilità dei maestri d'ascia molfettesi, che producevano trabaccoli e bilancelle, era riconosciuta anche fuori regione. La collezione mette in mostra numerosissimi utensili da lavoro dei maestri d'ascia, disegni e modelli delle imbarcazioni antiche e attuali, strumenti di segnalazione,documenti per la navigazione, reti di piccolo e grosso cabotaggio e oggetti di uso quotidiano a bordo delle navi.
 
==== Università ====
====Museo della basilica di Santa Maria dei Martiri====
A Molfetta hanno sede l'[[Università popolare|Università Popolare]]<ref>{{Cita news|url=http://www.molfettalive.it/news/cultura/160880/al-via-lanno-accademico-delluniversita-popolare-molfettese|titolo=Al via l'anno accademico dell'Università Popolare Molfettese|pubblicazione=MolfettaLive.it|accesso=4 aprile 2018}}</ref> e la Facoltà teologica della Puglia, quest'ultima situata presso l'Istituto Regina Apuliae.<ref>{{Cita web|url=http://www.facoltateologica.it/page.php?id_cat=10&titolo=Dove%20Siamo|titolo=DOVE SIAMO - Facoltà Teologica Pugliese|accesso=4 aprile 2018}}</ref>
Include una notevole raccolta di [[ex voto]] e di molteplici altri oggetti derivanti da donazioni di privati cittadini.Presenti statue e quadri, presepi provenienti da ogni parte del mondo. Vi sono anche i paramenti e i messali delle celebrazioni per la elevazione a [[Basilica minore|Basilica pontificia]] dal Cardinale Mayer e dal Servo di Dio don Tonino Bello.
 
===Cucina Musei ===
La gastronomia molfettese è molto vasta, comprende piatti semplici, rustici, e piatti più raffinati, atti a conquistare l'interesse e il piacere dei buongustai.
Essendo Molfetta una città marittima, i piatti tradizionali Molfettesi non possono che essere a base di pesce; tra questi ricordiamo il famoso "''ci(e)mbott(e)''" che consiste in una zuppa di pesce fresco di scoglio lesso insieme ad un soffritto di pomodori freschi, [[aglio]] e [[prezzemolo]] in [[olio extravergine d'oliva]].
Consuetudine alimentare dei molfettesi, tranne che nel periodo in cui vige il ''fermo biologico'', è mangiare sia frutti di mare (dai '''ricci''' alle '''cozze''', dalle '''capesante''' alle '''ostriche''', dai '''taratuffi''' alle '''''cozze pelose''''', ecc.) che pesce crudo. Alici crude intere (quelle più minuscole) o spinate (talvolta marinate mettendole a macerare in olio e limone), le "am(e)rosche" (piccolissimi pesciolini, poco più che avannotti), le "agh(e)stenèdde" (triglie di piccolissima taglia, dette così perché si pescavano tra la fine di agosto e la metà di settembre), "al(e)cedd(e)" e "sarachedd(e)" (alici e salacchine), "pulp' a' tenèri(e)dde" (piccoli polpi che vengono inteneriti ''arricciandoli'' a mano) e infine "salìp(e)ce" (piccoli gamberetti) sono tutti usualmente consumati senza cottura.
 
==== Civica siloteca centro studi molfettesi ====
Tra i primi piatti caratteristici troviamo gli "''strascenète''" (orecchiette), pasta a base di [[semola]], che vengono principalmente preparate con [[Rapa|cime di rapa]] o al [[ragù]] di [[maiale]].<br/>
Realizzata nel 1998 in memoria di Raffaele Cormìo (1883-1952)<ref>{{Cita libro|autore=S.Camporeale, R.Chiapperini|curatore=Marco I. de Santis|titolo=Nell'affascinante mondo del legno: da Raffaele Cormìo alla Siloteca Centro Studi Molfettesi|dataoriginale=1992|annooriginale=1992|data=|editore=Mezzina|città=Molfetta|opera=Molfetta: spicchi di storia}}</ref>, xilologo di origine molfettese, è un museo, unico nell'Italia meridionale, dedicato all'[[albero]] e al [[legno]] nelle sue caratteristiche fisiche e tecnologiche, nelle alterazioni e nei difetti. In quattro sale a piano terra del Palazzo Comunale in Piazza Municipio, sono esposti tronchetti e rotelle di alberi europei ed extraeuropei; campioni dei principali legnami da lavoro; oggetti in legno, tra i quali la bacchetta di direzione d'orchestra del Maestro [[Riccardo Muti]]; un pannello con insetti [[xilofagi]] e teche dedicate alle varie utilizzazioni e lavorazioni del legno (come la fabbricazione della matita e del pennino); la ''Poesia dell'albero all'uomo'' composta da Raffaele Cormìo.<ref>{{Cita news|url=http://www.barinedita.it/storie-e-curiosita/n2635-a-molfetta-c%E2%80%99e-un-museo-del-legno--si-tratta-dell%E2%80%99unica-%E2%80%9Csiloteca%E2%80%9D-del-sud-italia|titolo=A Molfetta c'è un museo del legno: si tratta dell'unica “siloteca” del Sud Italia|pubblicazione=BariReport|accesso=16 marzo 2018}}</ref> La Civica Siloteca è completata da strumenti didattico-scientifici riguardanti il legno, da una biblioteca tematica e dall'archivio documentario sul Cormìo che negli anni trenta del secolo scorso realizzò a Milano la prima Siloteca europea.
Troviamo anche "u' tridde", una pasta per brodo fatta a mano con semola, uova, prezzemolo e formaggio, che si presenta in sfoglie sottili spezzettate a mano. Le altre specialità molfettesi vengono preparate in occasione delle festività.
 
==== Museo Diocesano di Molfetta ====
Un piatto che si ritrova esclusivamente nella tradizione molfettese, quasi totalmente sconosciuto persino nei paesi viciniori è "''u' calzòene''". La sua preparazione è particolarmente lunga e va fatta con ingredienti ben precisi, per rispettare l'originale ricetta. Consiste sostanzialmente in una focaccia ripiena. Al suo interno si trova di solito: merluzzo fritto e sbriciolato (il merluzzo usato è di taglia più grande di quello solitamente consumato, ed è detto in gergo "''nùzze stùbete''"), cipolle bianche tagliate molto sottili e stufate assieme a cavolfiori, olive denocciolate (solitamente si usano le cosiddette "''pasòele''") e un cucchiaino di ricotta forte (in gergo chiamata "''recòtt'a'scquènde''"). Una variante prevede anche l'uso del pomodoro nello stufato di cipolla. Affinché esso assuma un sapore inconfondibile e unico al palato, molti molfettesi usano portarlo a cuocere nei pochi forni a legna rimasti (detti "''fùrne nostrène''"), di cui la città era disseminata fino a una trentina di anni or sono.
{{vedi anche|Museo diocesano di Molfetta}}
Il piatto si accompagna bene a frutti di mare e vino, e costituisce anche un piatto unico.
[[File:Molfetta - Piazza Municipio.JPG|thumb|upright=1.4|''Piazza Municipio'', su cui prospetta il ''Palazzo Comunale'' (a sinistra), sede della sala d'arte contemporanea ''Leonardo Minervini'' e della ''Civica Siloteca Centro Studi Molfettesi''.]]
Si usa preparare questa pietanza specialmente nel periodo quaresimale, specialmente di venerdì (in cui si pratica l'astinenza dalle carni). Antica consuetudine vuole che esso venga consumato il giorno di mezzaquaresima (Giovedì della quarta settimana di Quaresima).
Una tradizione gastronomica che si rinnova ogni anno il [[Venerdì Santo]] è mangiare "''u pizzari(e)dde''", filoncino farcito con tonno e capperi.<br/>
Per la [[Pasqua]] troviamo "''la scarcèdd(e)''", un dolce cui si danno le forme più varie (sempre attinenti al periodo pasquale) fatto di pasta frolla farcito con marmellate (di fichi, di ciliegie o di uva) rigorosamente fatte in casa e pasta di mandorle e ricoperto di zucchero fondente, decorato con confetti di vari colori, ovetti di cioccolato o anche uova sode.
 
==== Raccolta d'arte contemporanea sala "''Leonardo Minervini''" ====
Per la vigilia del [[Natale|Santo Natale]] il menù tradizionale comprende: rape bollite condite con olio e limone, frittelle (piccoli panzerotti ripieni)e l'immancabile capitone.<br/>
Allestita nel [[1996]] nel Palazzo Comunale, la raccolta comprende circa 60 opere di artisti, molti provenienti da Molfetta. Accanto a Maestri di fama internazionale, come [[Renato Guttuso]], l'esposizione comprende opere di artisti molfettesi a cominciare da Michele e Liborio Romano, Franco d'Ingeo, Natale Addamiano, Franco Valente, Michele Paloscia e Anna Rita Spezzacatena. Un'intera sala è dedicata a Leonardo Minervini dove sono esposti 11 dipinti tra cui il "Ritratto di Minervini" realizzato dal suo maestro Carlo Siviero nel [[1936]].<ref>{{Cita web|url=http://www.beniculturali.it/mibac/opencms/MiBAC/sito-MiBAC/Luogo/MibacUnif/Luoghi-della-Cultura/visualizza_asset.html?id=152679&pagename=57|titolo=Raccolta civica d'arte contemporanea di Molfetta|autore=System|accesso=4 aprile 2018}}</ref>
Durante i vari periodi dell'anno, secondo le stagioni, le massaie molfettesi usano preparare delle conserve sott'olio con pomodori, peperoni (chiamata nel gergo pric-o-prac), melanzane e carciofi.
Per il [[Natale|periodo natalizio]] vengono preparati diverse varietà di dolci, principalmente a base di pasta di mandorle e pasta frolla tra cui "cart(e)ddate", "calz(e)ngicchie", "ses(e)mi(e)dde", "spume di mandorla", "occhi di Santa Lucia", "mestazzul(e)", "canigliate" e piccole imitazioni di frutti a base di "pasta reale".<br/>
Non ultimo l'ottimo, raffinatissimo, "latte di mandorle".
 
==== Mostra Etnografica Permanente del Mare ====
===Personalità legate a Molfetta===
Nei locali sotterranei della Fabbrica di San Domenico, la suggestiva "Neviera", si può visitare la Mostra Etnografica Permanente del Mare, inaugurata nel 2005, curata e gestita dalla sede locale dell'Archeoclub d'Italia. La mostra ricostruisce l'antico rapporto di Molfetta con il mare tra Medioevo ed età contemporanea. Una relazione che si fece particolarmente vitale nell'Ottocento, quando la cantieristica navale locale acquistò importanza con lo sviluppo del porto mercantile e con l'amplificarsi dell'attività peschereccia. L'abilità dei maestri d'ascia molfettesi, che producevano trabaccoli e bilancelle, era riconosciuta anche fuori regione. La collezione mette in mostra numerosissimi utensili da lavoro dei maestri d'ascia, disegni e modelli delle imbarcazioni antiche e attuali, strumenti di segnalazione, documenti per la navigazione, reti di piccolo e grosso cabotaggio e oggetti di uso quotidiano a bordo delle navi.<ref>{{Cita web|url=http://www.archeoclubmolfetta.it/|titolo=la sede locale: archeoclub Molfetta|autore=Super User|accesso=16 marzo 2018}}</ref>
*[[Innocenzo VIII]] ([[Genova]], [[1432]] - [[Roma]], [[1492]]), vescovo di Molfetta dal [[1473]] al [[1484]], anno in cui fu eletto [[papa]]
*[[Bartolomeo Maranta]] ([[Venosa]], 1500 - Molfetta o [[Melfi]], 1571), fisico e botanico.
*[[Antonio Lupis]] (Molfetta, [[1649]] - [[Bergamo]], [[1701]]), [[storico]], attivo a [[Venezia]].
*[[Giovanni Battista De Bonis]] ([[Pietragalla]], [[1699]] - Molfetta, [[1772]]), medico e insegnante presso il collegio gesuita di Molfetta.
*[[Corrado Giaquinto]] (Molfetta, [[1703]] - [[Napoli]], [[1766]]), [[Pittura|pittore]].
*[[Giuseppe Saverio Poli]] (Molfetta, [[1746]] - [[Napoli]], [[1825]]), [[fisico]], [[biologo]] e [[naturalista]].
*[[Vito Fornari]] (Molfetta, [[1821]] -[[Napoli]], [[1900]]), sacerdote, filosofo e teologo.
*[[Vito Cesare Boccardi]] (Molfetta, [[1835]] - Molfetta, [[1888]]), intellettuale e imprenditore.
*[[Filippo Cifariello]] (Molfetta, [[1864]] - [[Napoli]], [[1936]]), scultore, autore del monumento a [[Giuseppe Mazzini]] a Molfetta.
*[[Gaetano Salvemini]] (Molfetta, [[1873]] - [[Sorrento]], [[1957]]), storico, politico e antifascista.
*[[Sergio Panunzio]] (Molfetta, [[1886]] – [[Roma]], [[1944]]), giurista, politologo, filosofo e giornalista.
* [[Leonardo Azzarita]], (Molfetta, [[1888]] – [[Roma]], [[1976]]), giornalista.
*[[Mario Almirante]] (Molfetta, [[1890]] – [[Roma]], [[1964]]) regista e attore.
*[[Girolamo Minervini]] (Molfetta, [[1919]] – [[Roma]], [[1980]]) magistrato, vittima delle [[Brigate Rosse]].
*[[Domenico Leccisi]] (Molfetta, [[1920]] - [[Milano]], [[2008]]), giornalista e politico.
*[[Angelo Amato]] (Molfetta, [[1938]]), cardinale della [[Chiesa cattolica]].
*[[Beniamino Finocchiaro]] ([[Barletta]], [[1923]] - Molfetta, [[2003]]), politico.
*[[Antonio Bello]] ([[Alessano]], [[1935]] - Molfetta, [[1993]]), vescovo cattolico della [[diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi]].
*[[Livia Pomodoro]] (Molfetta, [[1940]]), giurista.
*[[Riccardo Muti]] ([[Napoli]], [[1941]]) [[direttore d'orchestra]] di origini molfettesi, vissuto a Molfetta fino a 17 anni.
*[[Gaetano Salvemini (calciatore)|Gaetano Salvemini]] (Molfetta, [[1942]]), calciatore e allenatore.
*[[Donato Altomare]] (Molfetta, [[1951]]) scrittore di fantascienza.
*[[Ignazio Gadaleta]] (Molfetta, [[1958]]), pittore e docente presso l'[[Accademia di belle arti di Brera]].
*[[Nicola Ayroldi]] (Molfetta, [[1965]]), [[arbitro di calcio|arbitro]] internazionale di calcio.
*[[Caparezza]], nato Michele Salvemini (Molfetta, [[1973]]), cantautore e rapper.
*[[Sergio Altamura]], (Molfetta, 25 dicembre [[1970]]), chitarrista acustico.
[[Immagine:Vicolo di Molfetta.jpg|thumb|300px|Via Amente, ''borgo antico''.]]
 
==== Museo della basilica di Santa Maria dei Martiri ====
===La Quaresima a Molfetta===
Include una notevole raccolta di [[ex voto]] e di molteplici altri oggetti derivanti da donazioni di privati cittadini.Presenti statue e quadri, presepi provenienti da ogni parte del mondo. Vi sono anche i paramenti e i messali delle celebrazioni per la elevazione a [[Basilica minore|Basilica pontificia]] dal Cardinale Mayer e dal Servo di Dio [[Antonio Bello|don Tonino Bello]].<ref>{{Cita web|url=http://www.madonnadeimartiri.it/museo.asp|titolo=Madonna Dei Martiri - Basilica Pontificia Minore|accesso=4 aprile 2018}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.beniculturali.it/mibac/opencms/MiBAC/sito-MiBAC/Luogo/MibacUnif/Luoghi-della-Cultura/visualizza_asset.html?id=150448&pagename=57|titolo=Museo della pietà popolare|autore=System|accesso=4 aprile 2018}}</ref>
I molfettesi attribuiscono un'attenzione tutta particolare al culto delle [[pasqua|tradizioni pasquali]], adeguatamente celebrate e che portano in paese un clima di [[preghiera]] e riflessione. La [[Quaresima]] è ricca di momenti di celebrazione, che si concentrano nelle chiese di ''Santo Stefano'', a cura dell'omonima Arciconfraternita <ref>[http://www.arciconfraternitasantostefano.it Arciconfraternita di Santo Stefano<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> , e del ''Purgatorio'', a cura dell'''Arciconfraternita della Morte''.
 
==== Museo civico archeologico del Pulo ====
I primi quattro venerdì di Quaresima, nella chiesa di ''Santo Stefano'', a cura dell'Arciconfraternita omonima, si contemplano i misteri del dolore: [[Gesù]] che prega nell'[[orto degli ulivi]], Gesù flagellato, Gesù coronato di spine, Gesù sale al Calvario carico della [[Croce]]. In queste celebrazioni, viene proposto l'ascolto di meditazioni cantate e recitate su questi misteri.
{{Vedi anche|Museo civico archeologico del Pulo}}
 
=== Media ===
Le prime quattro domeniche di Quaresima, presso la chiesa del ''Purgatorio'' si tiene, invece, il ''Pio Esercizio'' in onore della Pietà. Anche in questa occasione viene proposto l'ascolto di meditazioni cantate e recitate.<br/>
Durante il corso della Quaresima, la banda cittadina esegue, presso la sua sede, le prove delle [[Funerale|marce funebri]] che faranno da accompagnamento alle tre [[Processione|processioni]] della [[Settimana Santa di Molfetta]]. In gergo queste prove sono chiamate "i concerti delle marce funebri" e richiamano sempre un cospicuo numero di affezionati spettatori, che si ritrovano per scambiarsi aneddoti, ricordare le annate trascorse e il gusto di cose belle e perdute<br/>
Le marce funebri sono in parte di autori locali (Valente, Calò, Peruzzi e Inglese tra i più noti, tutti di fine [[XIX secolo|Ottocento]]) - inizio [[XX secolo|Novecento]] e in parte di autori di fama internazionale come [[Fryderyk Chopin|Chopin]], [[Giuseppe Verdi]], [[Gioachino Rossini]], Raffaele Caravaglios, Amodeo Vella, [[Petrella]].
Hanno un andamento molto orecchiabile e conciliano sia col clima di preghiera e di [[devozione]], sia col passo ondeggiante e molto corto dei portatori dei simulacri.<br/>
 
==== Stampa ====
I riti della '''[[Settimana Santa di Molfetta]]''' sono, assieme alla festa patronale della 'Madonna dei Martiri', indubbiamente i più sentiti dalla popolazione.
A Molfetta sono presenti le sedi di alcune piccole case editrici, nonché di alcuni periodici quali:
* L'altra Molfetta
* ilFatto
* Quindici Molfetta
* Molfettafree
 
==== Radio ====
====Fiera, festa e sagra della "''Madonna dei Martiri''"====
A Molfetta ha sede Radio Idea, emittente radiofonica locale fondata nel 1984. La sua zona di copertura comprende la [[città metropolitana di Bari]] e la [[Provincia di Barletta-Andria-Trani]]<ref>{{Cita web|url=https://www.radiospeaker.it/radio/radio-idea/|titolo=Radio Idea|accesso=16 marzo 2018}}</ref>.
[[Immagine:La Madonna dei Martiri di Molfetta disposta sulle navi del porto.jpg|thumb|300px|La statua della Madonna disposta sulle barche, qui tre, accostate tra di loro, nel porto.]]
La città di Molfetta ha un antico e forte legame con il mare e sin dalla prima metà del XIX secolo i marinai hanno eletto la ''Madonna dei Martiri'', venerata nell'omonimo santuario, a loro protettrice. Quello molfettese è infatti un popolo marinaio: migliaia erano i molfettesi impiegati nella flotta peschereccia locale che comprendeva centinaia di battelli.<br/>
L'[[8 settembre]] [[1846]] la statua della [[Maria (madre di Gesù)|Vergine]], opera dello scultore napoletano Giuseppe Verzella, fu posta su due bilancelle a vela e trasportata fino alla banchina dell'antico Seminario, accanto al "Duomo vecchio".
 
=== Cinema ===
Da questa iniziale consuetudine prese piede la tradizione della ''[[Sagra]] a mare'', che si ripete annualmente con grandissimo concorso di popolo, compreso un numero considerevole di emigrati, che per l'occasione tornano da tutto il mondo nel paese natio.<br/>
A Molfetta sono state girate alcune scene del film ''La ragazza dei miei sogni'', diretto da Saverio Di Biagio, con [[Primo Reggiani]], [[Nicolas Vaporidis]] e [[Miriam Giovanelli]].<ref>{{Cita news|url=https://www.molfettaviva.it/notizie/la-ragazza-dei-miei-sogni-nelle-sale-il-film-ambientato-a-molfetta/|titolo="La ragazza dei miei sogni": nelle sale il film ambientato a Molfetta|pubblicazione=MolfettaViva|accesso=16 marzo 2018}}</ref>
Anche oggi che, con la crisi, il numero dei pescherecci si è paurosamente assottigliato, il privilegio di essere scelti per il percorso a mare della processione costituisce motivo di orgoglio, ma anche di grande responsabilità, per gli equipaggi delle barche prescelte.<br/>
La festa della Madonna, come da quel lontano 1846, si esplica in tre giorni della prima decade di settembre (7, 8, 9) e coincide con la ''Fiera di Molfetta'', accordata nel [[1399]] da [[Ladislao di Durazzo]]. <br/>
Occasione per secoli di proficui scambi commerciali, la ''Fiera della Madonna dei Martiri'' si è trasformata, negli anni del "''benessere''", in una variopinta e gioiosa festa cittadina che culmina, nelle serate principali, con un appassionante concorso di [[fuochi pirotecnici]] tra i migliori maestri artigiani del settore. Tale spettacolo coinvolge ogni anno migliaia di persone di tutte le età, anche provenienti da altre città, disposte ad affrontare ingorghi paurosi e code snervanti, pur di riuscire a conquistare il posto più idoneo per goderlo al meglio e commentarlo poi con grande felicità.
 
All'interno del Liceo Classico "Leonardo da Vinci" è stato girato il cortometraggio ''Carlo e Clara'', di Giulio Mastromauro, vincitore di vari premi tra cui il Web Award del [[David di Donatello (premio)|David di Donatello]]<ref>{{Cita web|url=https://www.cinemaitaliano.info/news/24287/carlo-e-clara-vince-il-david-di-donatello.html|titolo="Carlo e Clara" vince il David di Donatello Web - CinemaItaliano.info|accesso=16 marzo 2018}}</ref>.
==Geografia antropica==
 
===Urbanistica===
Molti sono i ciak girati a Molfetta (fonte Giuseppe Pansini giornalista), Tra gli altri "Sabato, domenica e lunedì con Sophia Loren, "I Cavalieri che fecero l'impresa" con Raul Bova, "La casa delle donne" di Mimmo Mongelli, molti film prodotti dalla Draka Production con la presenza a Molfetta di Maria Grazia Cucinotta.
 
=== Cucina ===
La gastronomia molfettese è molto vasta, comprende piatti semplici, rustici, e piatti più raffinati, atti a conquistare l'interesse e il piacere dei buongustai. Essendo Molfetta una città marittima, i piatti tradizionali Molfettesi non possono che essere a base di pesce; tra questi ricordiamo il famoso che consiste in una zuppa di pesce fresco di scoglio lesso insieme ad un soffritto di pomodori freschi, [[aglio]] e [[prezzemolo]] in [[olio extravergine d'oliva]]. Consuetudine alimentare dei molfettesi, tranne che nel periodo in cui vige il ''fermo biologico'', è mangiare sia frutti di mare (dai [[Echinoidea|ricci]] alle [[Mytilus galloprovincialis|cozze]], dalle [[Pecten jacobaeus|capesante]] alle [[Ostrea|ostriche]], dai taratuffi alle cozze pelose, ecc.) che pesce crudo. [[Engraulis encrasicolus|Alici]] crude intere (quelle più minuscole) o spinate (talvolta marinate mettendole a macerare in olio e limone), le ''am(e)rosche'' (piccolissimi pesciolini, poco più che avannotti), le ''agh(e)stenèdde'' (triglie di piccolissima taglia, dette così perché si pescavano tra la fine di agosto e la metà di settembre), ''al(e)cedd(e)'' e ''sarachedd(e)'' (alici e salacchine), ''pulp' a' tenèri(e)dde'' (piccoli polpi che vengono inteneriti arricciandoli a mano) e infine ''salìp(e)ce'' (piccoli gamberetti) sono tutti usualmente consumati senza cottura.
 
Tra i primi piatti caratteristici troviamo ''u' tridde'', una pasta per brodo fatta a mano con [[Farina|semola]], [[uovo (alimento)|uova]], [[Petroselinum crispum|prezzemolo]] e [[formaggio]], che si presenta in sfoglie sottili spezzettate a mano. Le altre specialità molfettesi vengono preparate in occasione delle festività.
 
A base di pesce è anche ''u' cembotte'', una zuppa a base di pesce, pomodoro, [[Allium sativum|aglio]] e prezzemolo.<ref>{{Cita web|url=http://www.visitmolfetta.it/visitmolfetta/sezione.asp?sezione=6&page=1&lan=ita|titolo=Visit Molfetta: turismo e vacanze a Molfetta|autore=Associazione di Promozione Turistica e Culturale ''Puglia Autentica''|accesso=16 marzo 2018}}</ref>
 
Un piatto che si ritrova esclusivamente nella tradizione molfettese, quasi totalmente sconosciuto persino nei paesi vicini è ''u' calzòene''. La sua preparazione è particolarmente lunga e va fatta con ingredienti ben precisi, per rispettare l'originale ricetta. Consiste sostanzialmente in una focaccia ripiena. Al suo interno si trova di solito: [[merluzzo]] fritto e sbriciolato (il merluzzo usato è di taglia più grande di quello solitamente consumato, ed è detto in gergo "''nùzze stùbete''"), cipolle bianche tagliate molto sottili e stufate assieme a cavolfiori, olive denocciolate (solitamente si usano le cosiddette "''pasòele''") e un cucchiaino di ricotta forte (in gergo chiamata "''recòtt'a'scquènde''"). Una variante prevede anche l'uso del pomodoro nello stufato di cipolla. Affinché esso assuma un sapore inconfondibile e unico al palato, molti molfettesi usano portarlo a cuocere nei pochi forni a legna rimasti (detti "''fùrne nostrène''"), di cui la città era disseminata fino a una trentina di anni or sono. Il piatto si accompagna bene a frutti di mare e vino, e costituisce anche un piatto unico. Si usa preparare questa pietanza specialmente nel periodo quaresimale, specialmente di venerdì (in cui si pratica l'astinenza dalle carni). Antica consuetudine vuole che esso venga consumato il giorno di mezzaquaresima (Giovedì della quarta settimana di Quaresima). Una tradizione gastronomica che si rinnova ogni anno il [[Venerdì Santo]] è mangiare "''u pizzari(e)dde''", filoncino di pane farcito con [[Thunnus|tonno]] e [[Capparis|capperi]].<br />Per la [[Pasqua]] troviamo "''la scarcèdd(e)''", un dolce cui si danno le forme più varie (sempre attinenti al periodo pasquale) fatto di [[pasta frolla]] farcito con [[Marmellata|marmellate]] (di [[Ficus carica|fichi]], di [[Ciliegia|ciliegie]] o di [[uva]]) rigorosamente fatte in casa e [[pasta di mandorle]] e ricoperto di [[Glassa|zucchero fondente]] - detto Sc(e) lepp -, decorato con [[Confetto|confetti]] di vari colori, ovetti di cioccolato o anche uova sode.
 
Per la vigilia del [[Natale|Santo Natale]] il menù tradizionale comprende: rape bollite condite con olio e [[Citrus limon|limone]], frittelle (piccoli panzerotti ripieni) e l'immancabile [[Anguilla anguilla|capitone]].<br />Durante i vari periodi dell'anno, secondo le stagioni, le massaie molfettesi usano preparare delle conserve sott'olio con pomodori, [[Capsicum|peperoni]] (chiamata nel gergo pric-o-prac), [[Solanum melongena|melanzane]] e [[Cynara scolymus|carciofi]].
 
Per il [[Natale|periodo natalizio]] vengono preparati diverse varietà di dolci, principalmente a base di pasta di mandorle e pasta frolla tra cui "cart(e)ddate", "calz(e)ngicchie", "ses(e)mi(e)dde", "spume di mandorla", "occhi di Santa Lucia", "mestazzul(e)", "canigliate" e piccole imitazioni di frutti a base di "pasta reale".<ref>{{Cita news|url=https://molfettaexport.com/la-citta-di-molfetta/la-gastronomia/|titolo=La Gastronomia {{!}} MolfettaExport|pubblicazione=MolfettaExport|accesso=16 marzo 2018}}</ref>
 
Prende il nome dalla città anche una tipologia di cicoria, la [[Cicoria puntarelle Molfettese e Galatina|cicoria puntarelle molfettese]]. Il 17 giugno [[2015]] la cicoria molfettese è stata inserita nell'elenco nazionale dei [[Prodotti agroalimentari tradizionali italiani|Prodotti Agroalimentari Tradizionali]] (PAT), con decreto del Ministero delle Politiche agricole e alimentari, oltre a rappresentare la città all'[[Expo 2015|Expo di Milano]].<ref>{{Cita news|url=https://www.molfettaviva.it/notizie/la-cicoria-puntarella-molfettese-nell-elenco-nazionale-prodotti-alimentari-tradizionali/|titolo=La Cicoria puntarella molfettese nell’elenco nazionale prodotti alimentari tradizionali|pubblicazione=MolfettaViva|accesso=26 marzo 2018}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.quindici-molfetta.it/molfetta-sbarca-all-expo-di-milano-con-cuore-della-puglia_34971.aspx|titolo=Molfetta sbarca all'Expo di Milano con “Cuore della Puglia”|accesso=26 marzo 2018}}</ref><ref>{{Cita news|url=https://www.comune.molfetta.ba.it/comunicatistampa/molfetta-per-expo-2015/|titolo=Molfetta per Expo 2015|pubblicazione=Comune di Molfetta|accesso=26 marzo 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180327023432/https://www.comune.molfetta.ba.it/comunicatistampa/molfetta-per-expo-2015/|urlmorto=sì}}</ref>
 
== Geografia antropica ==
=== Urbanistica ===
La città di Molfetta si presenta urbanisticamente distinta, a livello macroscopico, in due parti: il nucleo storico (la città ''intra moenia''), la cui origine certa risale al [[Medioevo]], sviluppatosi su una penisoletta collegata alla terraferma da un piccolo istmo, e una zona più moderna, a sua volta costituita dalle espansioni datate con le successive epoche storiche nelle varie direttrici sud, ovest ed est, prima fino al limite fisico della linea ferroviaria, ed ampliandosi progressivamente in epoche più recenti (dagli anni ottanta in poi) fino all'ultima fase attuale di completamento entro il nastro stradale della nuova Statale 16 e sui margini della principale asta di compluvio che interessa il territorio molfettese che è la [[Lama (corso d'acqua)|Lama]] detta ''cupa'', la quale incanala, fino al recapito finale in mare in corrispondenza della ''prima Cala'', gli apporti di acque meteoriche provenienti dall'entroterra murgiano.
 
Il centro storico presenta una pianta a spina di pesce con strade strette e ricurve, tipica di molti centri costieri del basso Adriatico. Esso è nettamente distinto dalla città ''extra moenia'' - sviluppatasi, soprattutto a partire dalla seconda metà del [[XVII secolo]], per formare la città come appare oggigiorno - attraverso la cosiddetta ''muraglia'', antica e massiccia fortificazione di origine medievale. Tale separazione è fisicamente sottolineata dall'asse stradale del Corso [[Dante Alighieri]], già detto ''Borgo'', ricavato dall'interrimento ([[XVIII secolo|XVIII]]-[[XIX secolo]]) dell'antico canale marino che si incuneava ai lati dell'istmo separando quasi integralmente la penisoletta dalla terraferma, come si evince dall'osservazione delle antiche stampe raffiguranti le prime, rudimentali, testimonianze di planimetrie della città.
 
Il confine nord dell'abitato storico è costituito dal [[mare Adriatico]]: questa circostanza nei secoli passati ha consentito una naturale difesa dagli attacchi provenienti da quella direzione, soprattutto da parte della [[Impero ottomano|pirateria turca]]. Ma proprio per questo motivo, una volta venuto meno il pericolo, a partire dal [[XVIII secolo]], e quando contemporaneamente si è innescato il processo di sviluppo ed espansione dell'abitato fuori delle mura, il nucleo storico è rimasto emarginato rispetto alle zone di espansione invece che inglobato in essa.
 
A partire dal [[XIX secolo]], infatti, inizia il progressivo degrado della città vecchia, che raggiunge la sua massima espressione con il crollo, con vittime, avvenuto in Via Macina nel [[1964]] che porta al suo pressoché totale svuotamento con il trasferimento in blocco nel quartiere CEP (''Case Edilizia Popolare'') di Molfetta degli ultimi abitanti residenti.
 
Solo nel primo decennio del [[XXI secolo]] si è in presenza di evidenti segni di un consistente processo di recupero, avviatosi a partire dagli [[Anni 1980|anni ottanta]] che sta restituendo dignità e vita allo storico centro antico dove sono state riaperte quasi tutte le antiche strade che erano state chiuse a causa del pericolo di crolli.
 
=== Frazioni ===
Pur non annoverando vere e proprie "[[frazione comunale|frazioni]]", nelle immediate vicinanze del centro abitato sono sorti, in epoche differenti, alcuni borghi-satellite, ciascuno di origine diversa dall'altro. Si tratta del nucleo residenziale (inizialmente stagionale) della "[[Madonna del Rosario|Madonna della Rosa]]", sorto attorno alla omonima chiesetta turrita (munita di [[piombatoia|caditoia]]) e meta di un culto molto radicato nella popolazione molfettese, del quartiere CEP di Molfetta, nei pressi del Santuario (oggi Basilica) della Madonna dei Martiri, e del cosiddetto "Villaggio Belgiovine", dal nome dell'ingegnere-imprenditore che lo costruì, alla fine degli [[Anni 1960|anni sessanta]].
 
Attorno alla chiesetta della [[Cappella della Madonna della Rosa (Molfetta)|Madonna della Rosa]] si è sviluppata, soprattutto a partire dal [[XIX secolo]], una fiorente comunità costituita più che altro dalle famiglie borghesi che avevano in quella località la propria ''casina di campagna'', quale una sorta di "[[status symbol]]" ''[[ante litteram]]'', dove trascorrere i mesi estivi e far crescere i bambini a contatto con la natura e in condizioni più protette e più salubri che non all'interno del tessuto cittadino.
 
== Economia ==
{{Vedi anche|Economia della Puglia}}
[[Immagine:Porto di Molfetta2.JPG|300px|thumb|Panorama del porto dai pontili del ''Molo Pennello'' con in fondo (a destra) il borgo.]]
[[Immagine:Molfetta - zona portuale.JPG|300px|thumb|Banchina del porto con visuale del borgo antico.]]
 
=== Agricoltura e pesca ===
Uno dei motori dell'economia molfettese è, fin dalle origini, l'attività peschereccia, oggi in declino per le mutate condizioni socio-economiche. Per quanto attiene al settore primario, la città inoltre contava su un'industria attivamente sviluppata nei settori: [[agricoltura|agricolo]], [[frutta|ortofrutticolo]], [[olive|oleario]], della [[floricoltura]], dei derivati degli olii al solfuro (olio di sansa), delle tegole in cotto. In via di trasformazione e sviluppo, sono, poi, i settori [[information technology|informatico]] e [[commercio|commerciale]] soprattutto verso i ''Paesi Emergenti'', mentre le industrie cantieristica, [[Enologia|enologica]], e delle [[Pasta|paste alimentari]], un tempo fiorenti, ora ''segnano il passo'', vinte dalla concorrenza a livello nazionale. L'unico in grado di far fronte all'agguerrita concorrenza, nonostante la drastica riduzione degli [[uliveti]] a causa della costruzione della Zona ASI, è il settore [[olio di oliva|oleario]], con la presenza di due [[oleificio|oleifici]] cooperativi e di vari impianti oggi ubicati quasi tutti nell'''Area di Sviluppo Industriale''.
[[File:Molfetta - zona portuale.JPG|thumb|upright=1.1|Banchina del porto con visuale del borgo antico.]]
Divengono sempre meno, tuttavia, le produzioni di [[olio extravergine di oliva]], retaggio di un passato ben più ricco, dato l'altissimo numero di antichi [[frantoi]] oleari presenti nel tessuto cittadino, anche in zone molto centrali della città, almeno fino a tutto il primo [[dopoguerra]].
 
Uno dei motori dell'economia molfettese è, fin dalle origini, l'attività peschereccia, oggi in declino per le mutate condizioni socio-economiche. Per quanto attiene al settore primario, la città inoltre contava su un'industria attivamente sviluppata nei settori: [[agricoltura|agricolo]], [[frutta|ortofrutticolo]], [[olive|oleario]], della [[floricoltura]], dei derivati degli olii al solfuro (olio di sansa), delle tegole in cotto. In via di trasformazione e sviluppo, sono, poi, i settori [[information technology|informatico]] e [[commercio|commerciale]] soprattutto verso i Paesi emergenti, mentre le industrie cantieristica, [[Enologia|enologica]], e delle [[Pasta|paste alimentari]], un tempo fiorenti, ora segnano il passo, vinte dalla concorrenza a livello nazionale. L'unico in grado di far fronte all'agguerrita concorrenza, nonostante la drastica riduzione degli [[uliveti]] a causa della costruzione della Zona ASI, è il settore [[olio di oliva|oleario]], con la presenza di due [[oleificio|oleifici]] cooperativi e di vari impianti oggi ubicati quasi tutti nell'Area di Sviluppo Industriale.
Divengono sempre meno, tuttavia, le produzioni di [[olio extravergine di oliva]], retaggio di un passato ben più ricco, dato l'altissimo numero di antichi [[frantoi]] oleari presenti nel tessuto cittadino, anche in zone molto centrali della città, almeno fino a tutto il primo [[dopoguerra]].
Degna di nota è, poi, la produzione di olio biologico di altissima qualità (premiato a più riprese nelle manifestazioni a esso dedicato). Sempre maggiore importanza assume la [[floricoltura]].
 
La ridotta estensione dell'agro di Molfetta e la sua bassa coltivabilità hanno molto limitato e penalizzato l'espansione agricola, che non ha quindi mai avuto un particolare rilievo economico, a parte alcune produzioni mirate come quella olivicola (a tutt'oggi ancora la sussistenza di numerose famiglie è affidata alla stagionalità della raccolta delle olive da olio) e a colture orticole di nicchia, come quella dei cosiddetti ''cas(e) ridde'', anche questa, ormai "esportata" nel [[Provincia di Lecce|Leccese]]. Infine, ma non ultimo, favorito da un lacerante abusivismo diffuso e dai ripetuti condoni, negli ultimi anni si assiste al fenomeno che sta rendendo la campagna sempre di più simile a una "[[città diffusa]]". Lo sviluppo e l'espansione della Zona artigianale e boaria prima, e dell'ASI (Area di Sviluppo Industriale'), poi, hanno dato il colpo finale, decimando in maniera significativa gli uliveti a nord-ovest dell'abitato, fino al confine con il territorio (e l'area industriale) di [[Bisceglie]].
 
=== Industria ===
Tra la metà del [[XIX secolo]] e l'ultimo decennio del [[XX secolo]] la città è stata uno dei più importanti centri industriali e portuali della Puglia. L'attività del porto il cui sviluppo non si è limitato al settore ittico, bensì anche in quelli: cantieristico, commerciale e nautico da diporto. La pesca, polo storicamente trainante, nonostante le note difficoltà che ne hanno frenato negli ultimi anni la tenuta, ha sempre rappresentato uno degli assi primari dell'economia cittadina.
 
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Altro settore sviluppato dell'economia molfettese è quello della [[Edilizia|speculazione edilizia]]. Pur in drammatico calo demografico (la città contava meno di 60.000 abitanti nel 2001) il centro pugliese ha dato slancio a un imponente piano edile teso all'edificazione di numerosi alloggi e aree residenziali sufficienti a ospitare una popolazione di 120.000 abitanti secondo le antiche previsioni del [[piano regolatore]]. Quantunque i risultati immediati siano piuttosto deludenti, si intravede l'esplosione della bolla speculativa che negli anni passati aveva fatto di Molfetta una delle città con i valori immobiliari più alti della [[Puglia]].
 
=== Terziario ===
La ridotta estensione dell'agro di Molfetta e la sua bassa coltivabilità hanno molto limitato e penalizzato l'espansione agricola, che non ha quindi mai avuto un particolare rilievo economico, a parte alcune produzioni mirate come quella olivicola (a tutt'oggi ancora la sussistenza di numerose famiglie è affidata alla stagionalità della raccolta delle olive da olio) e a colture orticole ''di nicchia'', come quella dei cosiddetti ''cas(e) ridde'', anche questa, ormai "esportata" nel [[Provincia di Lecce|Leccese]]. Infine, ma non ultimo, favorito da un lacerante abusivismo diffuso e dai ripetuti condoni, negli ultimi anni si assiste al fenomeno che sta rendendo la campagna sempre di più simile a una ''città diffusa''. Lo sviluppo e l'espansione della ''Zona artigianale e boaria'' prima, e dell'ASI (''Area di Sviluppo Industriale''), poi, hanno dato il colpo finale, decimando in maniera significativa gli uliveti a nord-ovest dell'abitato, fino al confine con il territorio (e l'area industriale) di [[Bisceglie]].
Con l'apertura del Puglia Village nel 2005 e del centro commerciale ''Mongolfiera'' nel 2008<ref>{{Cita news|url=http://www.molfettalive.it/news/attualita/31135/il-1-marzo-linaugurazione-dellipercoop-e-del-centro-commerciale-la-mongolfiera|titolo=Il 1º Marzo l'inaugurazione dell'Ipercoop e del centro commerciale la Mongolfiera|pubblicazione=MolfettaLive.it|accesso=5 aprile 2018}}</ref>, Molfetta è diventata un grande polo commerciale per la regione<ref>{{Cita news|url=http://www.molfettalive.it/news/attualita/31227/inaugurato-il-gran-shopping-mongolfiera|titolo=Inaugurato il Gran Shopping Mongolfiera Le foto|pubblicazione=MolfettaLive.it|accesso=5 aprile 2018}}</ref>. L'apertura dei due centri commerciali, però, ha avuto come ulteriore effetto la progressiva chiusura di numerosi negozi del centro<ref>{{Cita news|url=http://www.quindici-molfetta.it/molfetta-e-la-falsa-meteora-del-centro-commerciale_40664.aspx|titolo=Molfetta e la falsa meteora del centro commerciale…|accesso=5 aprile 2018}}</ref>
[[File:Exprivia320.png|miniatura|Logo di Exprivia.]]
Per quanto concerne il settore dei servizi non si può non citare [[Exprivia]], società quotata alla Borsa di Milano e operante nell'ambito della consulenza aziendale e in quello della progettazione e sviluppo di tecnologie [[software]] innovative.
 
Numerose sono le strutture ricettive presenti sul territorio molfettese che accolgono un flusso di turisti in crescita negli ultimi anni.<ref>{{Cita news|url=https://www.molfettaviva.it/notizie/turismo-a-molfetta-crescono-i-visitatori/|titolo=Turismo: a Molfetta crescono i visitatori|pubblicazione=MolfettaViva|accesso=5 aprile 2018}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.molfetta.ilfatto.net/index.php/in-citta/10938-molfetta-continua-a-crescere-il-turismo-fuori-stagione|titolo=MOLFETTA. CONTINUA A CRESCERE IL TURISMO FUORI STAGIONE|autore=Redazione_Web|accesso=5 aprile 2018}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.quindici-molfetta.it/molfetta-ancora-avanti-nel-turismo--17-di-presenze_23697.aspx|titolo=Molfetta ancora avanti nel turismo: + 17% di presenze, secondo l'amministrazione comunale|accesso=5 aprile 2018}}</ref>
Si auspica che con l'apertura del nuovo mercato ortofrutticolo si ingeneri una generosa crescita del settore primario assicurandogli una nuova e superiore importanza.
Analogamente si spera che anche la recente e controversa apertura della ''Città della Moda'' (o ''Molfetta [[Outlet]]'' o, ancora, cosiddetto ''Fashion District'') e il recentissimo lancio del Centro Commerciale Ipercoop-Mongolfiera possano contribuire a un incremento del ''prodotto cittadino lordo'' senza peraltro penalizzare i commercianti del settore presenti con le loro aziende, spesso da anni, nel tessuto urbano.
 
Le sorti dell'economia molfettese sono oggi affidate all'incremento industriale sia per la possibilità di produrre nuova occupazione, sia per l'occasione di impiegare risorse umane e finanziarie presenti a diversi gradi sul territorio.
Dal 2009 Molfetta è sede di uno dei Parco divertimenti più importanti del sud Italia "Miragica Terra dei Giganti".
 
Dal [[2009]] al 2019 Molfetta è stata sede di uno dei Parco divertimenti più importanti del sud Italia, [[Miragica]], inaugurato il 3 aprile alla presenza, tra gli altri, del vescovo Mons. [[Luigi Martella]], dell'allora [[Provincia di Bari|presidente della Provincia]] [[Vincenzo Divella]] e dell'assessore regionale alla trasparenza [[Guglielmo Minervini]].<ref>{{Cita web|url=http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2009/3-aprile-2009/miragica-divertimento-business--aperto-parco-tematico-molfetta--1501148798588.shtml|titolo=Miragica, divertimento con business
==Infrastrutture e trasporti==
Aperto il parco tematico di Molfetta - Corriere del Mezzogiorno|sito=corrieredelmezzogiorno.corriere.it|accesso=5 aprile 2018}}</ref> Il parco è stato chiuso definitivamente per fallimento a fine 2019 avendo accumulato 22,7 milioni di euro di perdite e il patrimonio netto era negativo per 14,8 milioni a fronte di debiti per quasi 21 milioni.
===Collegamenti===
{{Vedi anche|Strade provinciali della provincia di Bari}}
 
== Infrastrutture e trasporti ==
Molfetta è raggiungibile:
=== Strade ===
* a mezzo automobilistico, attraverso l'[[Autostrada A14 (Italia)|autostrada A 14]] [[Bologna]]-[[Taranto]], l'[[Autostrada A16 (Italia)|autostrada A 16]] [[Bari]]-[[Napoli]], la [[strada statale 16 Adriatica]] [[Padova]]-[[Lecce]], la strada provinciale 112 (da Terlizzi) e da tutti i paesi limitrofi: Giovinazzo e Bisceglie attraverso il tracciato della vecchia Statale 16, Ruvo mediante la relativa strada provinciale, Corato dalla ''strada vicinale Coppe'', e Bitonto da un'ulteriore strada provinciale.
{{Vedi anche|Strade provinciali della città metropolitana di Bari}}
* a mezzo ferroviario, con fermata presso la locale stazione delle ''[[Ferrovie dello Stato]]''.
 
Molfetta è raggiungibile attraverso l'[[Autostrada A14 (Italia)|autostrada A 14]] [[Bologna]]-[[Taranto]], l'[[Autostrada A16 (Italia)|autostrada A 16]] [[Bari]]-[[Napoli]], la [[strada statale 16 Adriatica]] [[Padova]]-[[Lecce]], la strada provinciale 112, da Terlizzi, attraverso il tracciato della vecchia Statale 16 da Giovinazzo e Bisceglie, da Ruvo mediante la relativa [[strada provinciale]], da Corato dalla ''strada vicinale Coppe'', e da Bitonto da un'ulteriore strada provinciale.
L'aeroporto più vicino è lo scalo di [[Aeroporto di Bari-Palese|Bari-Palese]] dal quale dista poco più di 20&nbsp;km (molto meno, in ''linea d'aria'').
 
===Il portoFerrovie ===
{{Vedi anche|Stazione di Molfetta}}
[[Immagine:Barche di Molfetta.jpg|thumb|300px|Imbarcazioni da pesca ormeggiate presso il porto.]]
La [[stazione di Molfetta]] è posta sulla [[Ferrovia Adriatica|direttrice adriatica Lecce-Bologna]], gestita da [[Rete Ferroviaria Italiana]]. Il piazzale è costituito da tre binari, più uno tronco.
I primi siti portuali di Molfetta furono la località denominata San Cosma (1269) e la ''Cala di San Giacomo'' (epoca medievale), entrambe situate nella zona retrostante il Santuario dedicato a Santa Maria dei Martiri. Intorno al [[1550]], per volontà di [[Carlo V]], furono effettuati lavori di ampliamento e riparazione di un vecchio molo, situato in prossimità del Duomo e che sarà utilizzato sino all'epoca della costruzione di quello attuale.
 
=== Porti ===
La posa della prima pietra del nuovo porto avvenne il 30 maggio del 1844. Negli anni successivi (sino al 1849) furono realizzati i primi due moli indipendenti di ''San Corrado'' e ''San Michele''.<br/>
{{Vedi anche|Porto di Molfetta}}
[[File:Barche di Molfetta.jpg|thumb|upright|Imbarcazioni da pesca ormeggiate presso il porto.]]
La posa della prima pietra del nuovo porto avvenne il 30 maggio del 1844. Negli anni successivi (sino al 1849) furono realizzati i primi due moli indipendenti di San Corrado e San Michele.
 
Nel [[1853]] iniziò la costruzione del faro. Il 1º gennaio del [[1857]] il faro fu ufficialmente "acceso", e divenne il primo a sorgere in un porto dell'Adriatico. Congiunti i primi due bracci di molo, nel [[1880]] e nel [[1882]] si diede inizio all'edificazione del molo foraneo. <br/>
Alcune eccezionali mareggiate, verificatesi fra il 1910 e il 1949, resero necessario un generale riassetto del porto e perciò si decise la costruzione una diga di protezione in direzione nord-est del porto.
 
Il moderno porto di Molfetta, esteso per 364.000 &nbsp;m² e suddiviso in un bacino esterno di 229.000 &nbsp;m² e un avamporto interno, ha uno sviluppo costiero di 2.355 &nbsp;m, di cui 1.395 rappresentati da banchine operative. DelNel portofebbraio -2008 dotatosono peraltroiniziati dii unalavori [[diga foranea]], realizzata nel [[1951]], che offre riparo dai venti di [[maestrale]] e [[tramontana]] e che funge da frangiflutti -per il piùnuovo ampioporto molo è senz'altro quello di levante, lungo 950 m, che si articola in tre bracci: '''Molo San Corrado''', '''Molo San Michele''' e '''Molo San Vincenzo''', detto anche '''''foraneo'''''commerciale. <br/>
Nel febbraio 2008 sono iniziati i lavori per il nuovo porto commerciale.
 
Il porto ospita, oltre a navi mercantili e a piccole imbarcazioni da diporto, i motopescherecci che hanno reso famosa nel mondo la marineria molfettese, che ormeggiano presso i moli ''San Michele'', ''San Corrado'' e ''San Domenico''. Vi sono inoltre 5 banchine galleggianti destinate alle barchette da pesca con 140 punti di attracco totali.
 
Vi sono inoltre 5 banchine galleggianti destinate alle barchette da pesca con 140 punti di attracco totali.
=== Mobilità urbana ===
Il trasporto pubblico è gestito dal Comune di Molfetta, garantito con otto linee di autobus. I trasporti interurbani sono, invece, gestiti dalla [[STP Bari]].
 
== Amministrazione ==
Il [[10 giugno]] [[2013]] Paola Natalicchio, appoggiata da liste di [[centro-sinistra]], viene eletta sindaco al ballottaggio capovolgendo il risultato ottenuto al primo turno. Raccoglie il 54,89% dei consensi contro il 45,11% del candidato del [[centro-destra]] Nicola Camporeale.<ref>{{cita web|http://elezioni.interno.it/comunali/scrutini/20130526/G160090290.htm|titolo=Dati Viminale|accesso=10 giugno 2013}}</ref>
 
[[File:Molfetta-Gonfalone.png|thumb|upright=0.5|Il gonfalone comunale]]
=== Amministrazioni precedenti ===
Sindaci e commissari prefettizi del Comune di Molfetta
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec
|[[13 maggio]] [[2001]]
|[[13 aprile]] [[2006]]
|Tommaso Minervini
|[[Alleanza Nazionale|AN]]-[[Forza Italia|FI]]
|[[Sindaco (ordinamento italiano)|Sindaco]]
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[28 maggio]] [[2006]]
|[[6 febbraio]] [[2008]]
|[[Antonio Azzollini]]
|[[PDL]]
|[[Sindaco (ordinamento italiano)|Sindaco]]
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[6 febbraio]] [[2008]]
|[[13 aprile]][[2008]]
|Antonella Bellomo
|
|[[Commissario prefettizio|Comm. pref.]]
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[13 aprile]] [[2008]]
|[[21 novembre]] [[2012]]
|[[Antonio Azzollini]]
|[[PDL]]
|[[Sindaco (ordinamento italiano)|Sindaco]]
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[21 novembre]] [[2012]]
|[[21 dicembre]] [[2012]]
|Biagio De Girolamo
|
|[[Commissario prefettizio|Comm. pref.]]
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[21 dicembre]] [[2012]]
|[[10 giugno]] [[2013]]
|Giacomo Barbato
|
|[[Commissario prefettizio|Comm. pref.]]
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[10 giugno]] [[2013]]
|in carica
|Paola Natalicchio
|[[Partito Democratico|PD]]-[[Sinistra Ecologia e Libertà|SEL]]
|[[Sindaco (ordinamento italiano)|Sindaco]]
}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
 
{{ComuniAmminPrec|Nome=Stefano De Dato|Inizio=27 gennaio [[1927]]|Fine=19 febbraio [[1927]]|Carica=[[Commissario prefettizio]]|Note=<ref name=illustri/>}}{{ComuniAmminPrec|Nome=Domenico Roselli|Inizio=3 novembre [[1920]]|Fine=26 febbraio [[1923]]|Carica=[[Sindaco]]|Note=<ref name=illustri/>}}
==Sport==
===Impianti sportivi===
 
{{ComuniAmminPrec|Nome=Camillo Perna|Inizio=27 febbraio [[1923]]|Fine=13 agosto [[1923]]|Carica=[[Commissario prefettizio]]|Note=<ref name=illustri/>}}
====Stadio Comunale "[[Stadio Paolo Poli]]"====
{{ComuniAmminPrec|Nome=Francesco De Felice|Inizio=14 agosto [[1923]]|Fine=3 settembre [[1923]]|Carica=[[Commissario prefettizio]]|Note=<ref name=illustri/>}}
Lo ''Stadio Comunale Paolo Poli'', in cui gareggia la squadra cittadina della ''Molfetta Sportiva'', fu realizzato nel [[1923]] sul suolo della vetreria del padre di ''Paolo Poli''; la struttura è intitolata a quest'ultimo, eroicamente scomparso durante il [[primo conflitto mondiale]].<br/>
{{ComuniAmminPrec|Nome=Michelangelo Parmigiani|Inizio=4 settembre [[1923]]|Fine=8 settembre [[1923]]|Carica=[[Commissario prefettizio]]|Note=<ref name=illustri/>}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Giuseppe Scherini|Inizio=9 settembre [[1923]]|Fine=13 luglio [[1924]]|Carica=Regio commissario|Note=<ref name=illustri/>}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Giacinto Perrone|Inizio=14 luglio [[1924]]|Fine=5 maggio [[1925]]|Carica=[[Commissario prefettizio]]|Note=<ref name=illustri/>}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Giuseppe Maggialetti|Inizio=6 maggio [[1925]]|Fine=26 gennaio [[1927]]|Carica=[[Sindaco]]|Note=<ref name=illustri/>}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Fedele Di Noia|Inizio=7 giugno [[1914]]|Fine=7 dicembre [[1914]]|Carica=Regio commissario|Note=<ref name=illustri/>}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Graziano Poli|Inizio=8 dicembre [[1914]]|Fine=5 novembre [[1918]]|Carica=[[Sindaco]]|Note=<ref name=illustri/>}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Riccardo Padula|Inizio=6 novembre [[1918]]|Fine=6 aprile [[1919]]|Carica=Regio commissario|Note=<ref name=illustri/>}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Gerardo Palmieri|Inizio=7 aprile [[1919]]|Fine=2 novembre [[1920]]|Carica=Regio commissario|Note=<ref name=illustri/>}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Santo Tongandi|Inizio=31 marzo [[1914]]|Fine=6 giugno [[1914]]|Carica=[[Commissario prefettizio]]|Note=<ref name=illustri/>}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Francesco Picca|Inizio=18 aprile [[1902]]|Fine=21 aprile [[1904]]|Carica=[[Sindaco]]|Note=<ref name=illustri/>}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Vito Balacco|Inizio=4 luglio [[1905]]|Fine=7 ottobre [[1908]]|Carica=[[Sindaco]]|Note=<ref name=illustri/>}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Mauro De Nichilo|Inizio=8 ottobre [[1908]]|Fine=30 marzo [[1914]]|Carica=[[Sindaco]]|Note=<ref name=illustri/>}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Giacomo Amato|Inizio=17 ottobre [[1901]]|Fine=17 aprile [[1902]]|Carica=Regio commissario|Note=<ref name=illustri/>}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Pino Bartolomeo Filippo|Inizio=11 giugno [[1900]]|Fine=31 agosto [[1900]]|Carica=Regio commissario|Note=<ref name=illustri>Molfetta: raccolta di notizie storiche : galleria degli uomini illustri, Aldo Fontana, Molfetta 1965</ref>}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Giacomo Fontana|Inizio=1 settembre [[1900]]|Fine=10 aprile [[1901]]|Carica=[[Sindaco]]|Note=<ref name=illustri/>}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Sergio De Judicibus|Inizio=11 aprile [[1901]]|Fine=16 ottobre [[1901]]|Carica=[[Sindaco]]|Note=<ref name=illustri/>}}
{{ComuniAmminPrec|25 luglio [[1989]]|13 febbraio [[1992]]|[[Vincenzo De Cosmo]]|[[Democrazia Cristiana]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|<ref name=interno>{{Cita web|url = https://amministratori.interno.gov.it/amministratori/index.html|titolo = Anagrafe degli Amministratori Locali e Regionali |autore = Ministero dell'Interno - Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali |sito = amministratori.interno.gov.it |accesso = 18 ottobre 2023 |urlmorto = no}}</ref>}}
{{ComuniAmminPrec|13 febbraio [[1992]]|7 luglio [[1992]]|[[Giovanni Carnicella]]|[[Democrazia Cristiana]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|<ref name=interno/>}}
{{ComuniAmminPrec|3 settembre [[1992]]|27 giugno [[1994]]|Anna Elisabetta Altomare|[[Democrazia Cristiana]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|<ref name=interno/>}}
{{ComuniAmminPrec|27 giugno [[1994]]|24 maggio [[1998]]|[[Guglielmo Minervini]]|[[Alleanza Democratica (Italia)|Alleanza Democratica]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|<ref name=interno/>}}
{{ComuniAmminPrec|24 maggio [[1998]]|13 maggio [[2001]]|[[Guglielmo Minervini]]|[[I Democratici]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|<ref name=interno/>}}
{{ComuniAmminPrec|13 maggio [[2001]]|13 aprile [[2006]]|Tommaso Minervini|[[Indipendente (politica)|Indipendente]] di [[Centrismo|centro]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|<ref name=interno/>}}
{{ComuniAmminPrec|28 maggio [[2006]]|6 febbraio [[2008]]|[[Antonio Azzollini]]|[[Forza Italia (1994)|Forza Italia]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|<ref name=interno/>}}
{{ComuniAmminPrec|6 febbraio [[2008]]|13 aprile [[2008]]|Antonella Bellomo||[[Commissario prefettizio|Comm. pref.]]}}
{{ComuniAmminPrec|13 aprile [[2008]]|21 novembre [[2012]]|[[Antonio Azzollini]]|[[Il Popolo della Libertà]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|<ref name=interno/>}}
{{ComuniAmminPrec|21 novembre [[2012]]|21 dicembre [[2012]]|Biagio De Girolamo||[[Commissario prefettizio|Comm. pref.]]}}
{{ComuniAmminPrec|21 dicembre [[2012]]|10 giugno [[2013]]|Giacomo Barbato||[[Commissario prefettizio|Comm. pref.]]}}
{{ComuniAmminPrec|10 giugno [[2013]]|20 maggio [[2016]]|Paola Natalicchio|[[Sinistra Ecologia Libertà]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|<ref name=interno/>}}
{{ComuniAmminPrec|20 maggio [[2016]]|25 giugno [[2017]]|Mauro Passerotti||[[Commissario prefettizio|Comm. pref.]]}}
{{ComuniAmminPrec|25 giugno [[2017]]|27 giugno [[2022]]|Tommaso Minervini|[[Indipendente (politica)|Indipendente]] di [[Centrismo|centro]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|<ref name=interno/>}}
{{ComuniAmminPrec|27 giugno [[2022]]|16 ottobre [[2025]]|Tommaso Minervini|[[Indipendente (politica)|Indipendente]] di [[Centrismo|centro]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|<ref name=interno/>}}
{{ComuniAmminPrec|19 ottobre [[2025]]|''in carica''|Armando Gradone||[[Commissario prefettizio|Comm. pref.]]|}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
 
=== Gemellaggi ===
Nel [[1953]] fu realizzata e inaugurata la tribuna dello stadio con solenne celebrazione di monsignor Achille Salvucci e di Giosuè Poli, fratello di Paolo.<br/>
* {{Gemellaggio|Germania|Görlitz|1971}}<ref>{{Cita news|url=https://www.molfettaviva.it/notizie/trent-anni-fa-il-gemellaggio-con-la-citta-di-gorlitz-la-delegazione-ricevuta-dal-sindaco/|titolo=Trent'anni fa il gemellaggio con la città di Gorlitz. La delegazione ricevuta dal sindaco|pubblicazione=MolfettaViva|accesso=16 marzo 2018}}</ref>
Nell'estate del [[1994]] fu anche realizzato un nuovo e moderno impianto di illuminazione (inaugurato in un incontro con l'andriese [[Fidelis Andria]]) che diede lustro allo storico stadio.<br/>
* {{Gemellaggio|Australia|Fremantle|1984}}<ref>{{Cita news|url=http://www.bisceglieindiretta.it/rinsaldato-il-gemellaggio-fra-molfetta-e-la-citta-australiana-di-fremantle/|titolo=Rinsaldato il gemellaggio fra Molfetta e la città australiana di Fremantle|pubblicazione=BisceglieinDiretta|accesso=16 marzo 2018}}</ref>
L'impianto, di forma ovoidale in quanto comprende, all'esterno del campo di calcio vero e proprio, una pista di atletica, è munito di una grossa gradinata, del settore dedicato ai tifosi delle squadre ospiti e di un'ampia tribuna.
* {{Gemellaggio|stato=Stati Uniti|città=Little Ferry|anno=2015}}<ref>{{Cita news|url=http://www.baritoday.it/cronaca/molfetta-little-ferry-ok-al-gemellaggio.html|titolo=Molfetta - Little Ferry: ok al "gemellaggio"|pubblicazione=BariToday|accesso=4 aprile 2018}}</ref>
*{{Gemellaggio|stato=Italia|città=Alessano|anno=2018}}<ref>{{Cita news|url=http://www.trnews.it/2018/04/14/alessano-molfetta-gemellaggio-nel-nome-di-don-tonino/213601|titolo=Alessano-Molfetta, gemellaggio nel nome di don Tonino|pubblicazione=Telerama News, Notizie Lecce, Brindisi, Taranto|data=14 aprile 2018|accesso=6 giugno 2018}}</ref>
*{{Gemellaggio|stato=Cina|città=Contea di Wei|anno=2018}}<ref>{{Cita news|url=https://www.molfettaviva.it/notizie/approvato-il-gemellaggio-tra-molfetta-e-la-contea-di-wei-in-cina/|titolo=Approvato il gemellaggio tra Molfetta e la contea di Wei in Cina|pubblicazione=MolfettaViva|accesso=6 giugno 2018}}</ref>
 
== Sport ==
All'interno del suo ampio recinto delimitato da un'alta muratura in [[tufo]] trovano spazio anche gli impianti gestiti dal locale circolo del [[Tennis]], il ''[[Tennis]] Club Molfetta'', consistenti in due campi in terra rossa, spogliatoi e una modesta struttura a ''gradinata''.
Nel 2016 Molfetta è stata nominata "[[Capitale europea dello sport|città europea dello sport]]" da ACES Europe<ref>{{Cita news|url=https://www.molfettaviva.it/notizie/molfetta-citta-europea-dello-sport-2016-oggi-la-presentazione-ufficiale/|titolo=Molfetta città europea dello sport 2016: oggi la presentazione ufficiale|pubblicazione=MolfettaViva|accesso=28 aprile 2018}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/europa_delle_regioni/2015/11/19/a-molfetta-riconoscimento-di-citta-europea-dello-sport_5ac10133-d70d-45e4-9ad1-b0044cb2a441.html|titolo=A Molfetta riconoscimento di città europea dello sport - Europa delle Regioni|pubblicazione=ANSA.it|data=19 novembre 2015|accesso=28 aprile 2018}}</ref>.
=== Calcio ===
 
Hanno sede in città, attualmente, la Molfetta Calcio (partecipante al [[Eccellenza Puglia|Girone unico di Eccellenza pugliese]]), Borgorosso Molfetta e [[Molfetta Sportiva 1917]] (attualmente militanti nel Girone A di [[Promozione (calcio)|Promozione Pugliese]]) e Virtus Molfetta ([[Prima Categoria|Girone A di Prima Categoria pugliese]]).<ref>{{cita testo|url=http://www.molfettalive.it/sport/Calcio/436977/sport.aspx|titolo=Cambio alla guida della Virtus Molfetta: ecco Vincenzo Petruzzella}} Molfettalive.it (giovedì 28 luglio 2016) - URL consultato il 21 agosto 2016 -</ref><ref>{{cita testo|url=https://www.tuttocampo.it/Puglia/TerzaCategoria/GironeBBari/Squadra/FulgorMolfetta2009/931242/Scheda|titolo=Fulgor Molfetta 2009}} tuttocampo.it - URL consultato il 21 agosto 2016 -</ref><ref>{{cita testo|url=https://www.tuttocampo.it/Puglia/CalcioA5/GironeUnicoSerieC1/Squadra/AquileMolfetta/1018072/Staff|titolo=Aquile Molfetta}} tuttocampo.it - URL consultato il 21 agosto 2016 -</ref>.
====Piscina Comunale====
Dal [[2003]] Molfetta si è dotata anche di una ''piscina comunale'' che è stata immediatamente fatta propria dai cittadini che l'attendevano da tempo.
 
=== Calcio a 5 ===
====[[PalaPoli|Palazzetto dello Sport "''Giosuè Poli''"]]====
In città ha sede il [[Real Molfetta Calcio a 5]], fondato nel 2024.
Molfetta, già dotata di due ''palazzetti dello Sport'', il primo, del tutto insufficiente per le esigenze della cittadinanza, ubicato nei pressi del Campo Sportivo ''Paolo Poli'' e l'altro, dedicato in particolare agli incontri di [[hockey su pista]], era carente di una struttura dimensionata in maniera tale da poter accogliere sia il vasto pubblico che segue le locali compagini, sia manifestazioni di più ampio respiro.
 
=== Pallacanestro ===
Questa annosa carenza si è colmata con il completamento, nel [[2004]], del nuovissimo [[PalaPoli|Palazzetto dello Sport "''Giosuè Poli''"]], ubicato nella prima ''[[zona 167]]'', tra ''via [[Terlizzi]]'' e ''via [[Ruvo di Puglia|Ruvo]]'', tra la via dedicata ai ''Martiri di Via Fani'' e la ''Parrocchia di S. Achille'', punto di riferimento religioso del quartiere.
La Virtus Basket Molfetta, nasce nel dicembre 1998, sempre guidata dall'attuale presidente Andrea Bellifemine per oltre 15 anni è stata l'unica realtà cestistica sul territorio cittadino. Negli anni ha disputato campionati in tutte le categorie fino a raggiungere nel 2008, anno del decennale dalla sua fondazione, lo storico traguardo della [[Serie A Dilettanti 2008-2009|serie A dilettanti]]. Entrata di diritto nell'élite cestistica nazionale e nella storia sportiva di un'intera comunità, dopo 3 anni vissuti con un entusiasmo mai visto prima dalla città per lo sport della pallacanestro, a causa di una forte crisi economica fu costretta a rinunciare al titolo di serie A. Ricominciando dal basso e vincendo campionati su campionati il presidente Bellifemine ha firmato un nuovo storico successo nel 2023, nel venticinquesimo compleanno della Virtus, la promozione sul campo nel campionato di [[Serie B (pallacanestro maschile)]] per la stagione 2023-2024 confermando di fatto la Virtus Basket Molfetta tra le eccellenze cestistiche a livello Nazionale.
 
La Pallacanestro Molfetta, guidata dal Presidente Nicola Solimini, è una realtà della pallacanestro Pugliese e del Sud Italia. Ha militato nel campionato di [[Serie B 2020-2021 (pallacanestro maschile)]], non iscrivendosi nel 2022, anno in quale frequenta il campionato di C Silver Puglia.
===Associazioni sportive===
 
==== A.S.D.Pallavolo Libertas Molfetta ====
La [[Pallavolo Molfetta]] è stata fondata nel [[1964]] e nel [[2013]] è stata promossa per la prima volta in [[Serie A1 (pallavolo maschile)|Serie A1]]. Nella [[Pallavolo Molfetta 2014-2015|stagione 2014-2015]] la squadra è arrivata a disputare i play-off scudetto, perdendo ai quarti contro il [[Trentino Volley]]. Nella [[Pallavolo Molfetta 2015-2016|stagione successiva]]. ha raggiunto i quarti di finale di [[Coppa Italia (pallavolo maschile)|Coppa Italia]].
 
=== Hockey su pista ===
Titolo sportivo trasferito da [[Noicattaro]] a Molfetta, è attualmente la principale squadra di calcio della città e milita nell'[[Eccellenza Puglia]].
A Molfetta aveva sede la società [[Hockey Club Molfetta]], fondata nel 1980 ma poi scomparsa a favore della Molfetta Hockey 2012 anch'essa poi scomparsa, per finire con l'Estrelas Molfetta che ha cessato anch'essa le sue attività. L'Hockey Club Molfetta, la società storica, vantava diverse partecipazioni ai campionati di [[Serie A1 (hockey su pista)|Serie A1]] e [[Serie A2 (hockey su pista)|A2]]. Per due anni di seguito, nel [[1999]] e nel [[2000]], conquistò la coppa di lega della Serie A2. L'hockey pista attualmente purtroppo, è uno sport non più praticato in città.
 
==== A.C.D.Tennis Molfetta Sportiva ====
A Molfetta ha sede il Tennis Club nei pressi dello [[stadio Paolo Poli]], al cui interno sono ubicati i due campi da gioco in terra battuta. Il Circolo tennistico, fondato nel [[1932]] (sedi di via Respa e Corso Umberto I), dopo lo sfratto dalla sede di Corso Umberto I, avvenuto nel [[1953]], riprese la sua attività sportiva nel [[1959]] nella nuova sede di via [[Giovinazzo]], stadio Paolo Poli, grazie all'interessamento del suo fondatore, il dott. Giuseppe Maralfa. Il Circolo tennistico locale ha sempre ottenuto eccellenti risultati in campo regionale e nazionale, sino ai giorni nostri, in primis con la Squadra composta dai fratelli Antonio, Gianni e Silvano Maralfa che, assieme ad altri tennisti di buon valore quali Mario Gambardella, Cosmo Sancilio, Nando Pesce (anni sessanta) e Nicola De Duro, Antonio Colella e Paolo Peruzzi (anni settanta-ottanta), hanno portato il Club ai vertici regionali, con qualche eccellente puntata nelle fasi nazionali della "Coppa Facchinetti" contro squadre blasonate come Canottieri e Parioli Roma, Palermo, Ancona, Bologna, Pescara, Prato.
 
=== Atletica leggera ===
L' ''[[Associazione Calcio Dilettantistica Molfetta Sportiva|A.C.D. Molfetta Sportiva]]'' nata nel [[1917]] come U.S. Fulgor Molfetta, giunse a livelli agonistici a cui nessun'altra associazione sportiva calcistica cittadina è più approdata (Campionato Nazionale di serie C, a girone unico nazionale, negli anni cinquanta e cinque partecipazioni dal 1990/91 al 1994/95 in Serie C2).
Inoltre a Molfetta attualmente ci sono anche società di Atletica Leggera, "Olimpia Club" che si occupa del settore femminile<ref>{{Cita news|lingua=en|url=http://www.fidal.it/societa/A-S--OLIMPIA-CLUB-MOLFETTA/BA015|titolo=FIDAL - Federazione Italiana Di Atletica Leggera|accesso=4 aprile 2018}}</ref>, ed "Aden Exprivia Molfetta" ex "Aden Abaco Molfetta" (che prende il nome dell'[[Exprivia|omonima azienda informatica locale]] con sede nella zona industriale di via Olivetti) che si occupa del settore maschile<ref>{{Cita news|lingua=en|url=http://www.fidal.it/societa_one.php?codsoc=BA091|titolo=FIDAL - Federazione Italiana Di Atletica Leggera|accesso=4 aprile 2018}}</ref>, entrambe riconosciute dalla [[Federazione Italiana di Atletica Leggera|FIDAL]]. Le stesse partecipano annualmente ad eventi regionali e nazionali a livello agonistico, riuscendo ad accentrare numerose manifestazioni dei campionati italiani di categoria e campionati regionali, presso il [[Stadio Paolo Poli|campo Comunale "Paolo Poli"]]. Uno dei più importanti è il "meeting notturno" che si svolge solitamente alla metà di luglio di ogni anno.
E' rinata nel [[2009]] e milita nel girone B di [[Seconda Categoria|2° Categoria]].
 
==== A.S.D.Impianti Virtussportivi Molfetta ====
Lo [[Stadio Paolo Poli|Stadio Comunale Paolo Poli]], fu realizzato nel [[1923]], dove in precedenza vi era uno stabilimento di vetreria. L'impianto, di forma ellittica, comprende all'esterno del campo di calcio una pista di atletica e campo da tennis. È munito di tribuna coperta e ampia gradinata, suddivisa in settore locali e ospiti, e in passato ha ospitato fino a 5.000 unità; la superficie, prima in terra battuta e poi in erba naturale, è stata rimpiazzata dal manto sintetico nel 2018.
 
Lo stadio Benedetto Petrone è un campo sportivo comunale di C11, utilizzato come campo secondario; il manto è sintetico
Milita nel girone B di [[Seconda Categoria|2° Categoria]].
 
Il palazzetto dello sport [[PalaPoli]], è stato costruito nel 2004. Ha una superficie in [[parquet]], che viene ricoperta da un tappeto di gomma durante le partite di pallavolo.
====[[Real Molfetta C5|A.S.D. Real Molfetta C5]]====
 
Lo stadio di atletica Mario Saverio Cozzoli, inaugurato nel settembre del 2020, rappresenta un impianto d'eccellenza per la zona, visti gli elevati standard di qualità rispettati; ha ospitato gli Assoluti Nazionali di Atletica Leggera nell'estate del 2023.
La A.S.D. Real Molfetta C5 è la principale società locale di calcio a 5 della città di Molfetta. Milita nella stagione 2012/2013 nel campionato nazionale di Serie B Girone D.
 
All'interno dello Stadio Paolo Poli sono ubicati i due campi di gioco in [[terra battuta]] del locale circolo tennistico Tennis Club Molfetta.
====[[Pallacanestro Molfetta]]====
 
La città di Molfetta disponeva anche di una Piscina Comunale "Fulgor", attualmente in rifacimento dopo un abbandono durato alcuni anni.
[[Immagine:La Nuova Virtus Molfetta nel palazzetto comunale.jpg|thumb|300px|La squadra della "''Nuova Virtus''" (campionato 2006/07) nel locale palazzetto sportivo.]]
La [[Pallacanestro Molfetta]] (nota nella stagione 2012/2013 come ''Gammauto Molfetta''), massima squadra di [[basket]] cittadina, nacque col nome Virtus Molfetta nel [[1998]], grazie a un gruppo di appassionati di basket, guidati da Andrea Bellifemine, Pietro Stoia, Leonardo Scardigno e Pinuccio Facchini. Nella stagione 2012/2013 milita nel campionato di DNC.
 
Sono presenti altri palazzetti dello sport, il PalaFiorentini e il PalaPanunzio, oltre a diversi campi di calcetto comunali e da tennis.
====[[Pallavolo Molfetta]]====
Le partite della squadra si giocano al Pala Poli.
È la massima squadra di pallavolo maschile del nord barese, nella stagione 2013/2014 milita in serie A1, il suo presidente è Antonio Antonaci e l'allenatore Juan Manuel Cichello.
 
====[[Hockey Club Molfetta]]====
È la squadra principale hockeystica della città, il 6º posto conseguito nella stagione 2010/2011 gli ha permesso di raggiungere lo storico traguardo della Coppa Cers. Nella stagione 2012/2013 milita in serie B.
 
==Città Gemellate==
* {{gemellaggio|Germania|Görlitz|1971}}
* {{gemellaggio|Australia|Fremantle}}
* {{gemellaggio|Stati Uniti|Hoboken}}
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
<references/>
* ''Guida d'Italia - Puglia'', 1978, [[Touring Club Italiano]] editore.
* ''Città e paesi d'Italia'', volume IV, 1968, Istituto geografico De Agostini Novara.
* ''[[Enciclopedia Treccani]]'', volume XIV, 1974, Istituto Poligrafico dello Stato, [[Roma]].
* ''[[Enciclopedia Treccani]]'', supplemento II, 1998, Marchesi Grafiche Editoriali S.p.a., [[Roma]].
* C. Pisani, ''Molfetta una città riflessa nel suo porto'', Edizioni Mezzina, Molfetta, 1995.
* C. Pisani, ''Le torri dei molfettesi'', Tipografia Mezzina, Molfetta, 2000
* C. Pisani, ''La ecclesia medioevale di sancta Maria de donno Principe'', in G. Amato-L. Pappagallo-C. Pisani, ''La chiesa Santa Maria de Principe e l'Arciconfraternita della Morte'', Tipografia Mezzina, Molfetta, 2003, pp.&nbsp;13–47
* C. Pisani, ''La Chiesa di san Bernardino da Siena e la Confraternita dell'Immacolata Concezione'', Edizioni Mezzina, Molfetta, 2005.
* C. Pisani, ''... della suntuosissima Chiesa, dedicata a S. Maria Consolatrice degli afflitti, & all'anime del Purgatorio'' (in AA. VV. ''Il restauro della chiesa di Santa Maria consolatrice degli afflitti detta del Purgatorio in Molfetta''), Edizioni Mezzina, Molfetta, 2007, pp.&nbsp;41–97.
* C. Pisani, ''Le cento chiese di Molfetta - Chiesa dei Frati Cappuccini in Molfetta'', allegato nr. 40 al periodico «La Città», settembre-ottobre 2011, nº 74, anno 8, La Nuova Mezzina, Molfetta.
* Giuseppe Pansini - scheda su Molfetta - edizione L'immagine - opuscolo per eventi sportivi.
* Gerardo de Marco, ''Acquerelli molfettesi: immagini, tradizioni e folclore, frammenti - Molfetta'', Mezzina, 1969 [SBL0425457 - Testo a stampa].
* Gerardo de Marco, ''Dalle Ceneri alla Settimana Santa: processioni, statue, marce funebri, tradizioni a Molfetta'', Molfetta, Mezzina, 1975 [SBL0574495 - Testo a stampa].
* Gerardo de Marco, ''Molfetta tra passato e presente: ricordi, appunti e riflessioni dai primi del '900 ad oggi'', Molfetta, Mezzina, 1982 [SBL0608780 - Testo a stampa].
* Gerardo de Marco, ''Un album per Molfetta'', Molfetta, Mezzina, 1985 [NAP0047209 - Testo a stampa].
* Gerardo de Marco, ''La banda musicale di Molfetta: cronologia storica dalle origini ai nostri giorni'' (revisione e divagazioni a cura di Isabella de Marco), Molfetta, Mezzina, 2007 [BA10061077 - Testo a stampa].
* Gerardo de Marco, ''Dalle Ceneri alla Settimana santa: processioni, statue, marce funebri, tradizioni a Molfetta'' (Ristampa), Molfetta, Mezzina, 1987 [NAP0035954 - Testo a stampa].
* Gerardo de Marco, ''Volti e risvolti molfettesi'', Molfetta, Mezzina, 1991 [BRI0401803 - Testo a stampa].
* G. Pansini & S. Camporeale, ''Personaggi, fatti e Misfatti della Molfetta Nazionale'', Quaderni del Centro studi Azzarita Molfetta.
*Giuseppe Pansini - Sabino Pisani- Mimmo Spadavecchia: Papa Francesco a Molfetta nel solco di don Tonino Bello- 2018 tip Reso Nova Molfetta
*Giuseppe Pansini - Moda, cultura e spettacolo a Molfetta 2006
*Giuseppe Pansini Per una vita dedicata al giornalismo: Leonardo Azzarita - 2004
*Giuseppe Pansini: 70 anni di presenza salesiana a Molfetta- edizioni Res Nova Molfetta 2016
*Giuseppe Pansini: Luciano Modugno un Carabiniere per amico- Tip Mezzina 2020
*Giuseppe Pansini Giovanni Catacchio, Artista, educatore - Tip Res Nova 2022
*Giuseppe Pansini - Film girati a Molfetta - su Molfettafree.it
* C. Pisani, ''La Compagnia seu Confraternita dell'Immacolata Concezione dalla fondazione ai giorni d'oggi (2013)'', in C. Pisani-M.R. La Grasta, ''La Compagnia dell'Immacolata Concezione in Molfetta nel quarto centenario della fondazione (26 maggio 1613)'', Edizioni La Nuova Mezzina, Molfetta, maggio 2013, pp.&nbsp;11–238.
* C. Pisani, ''Confraternita di Maria SS.ma di Loreto - Storia d'amore, di fede e di umiltà'', Gadaleta Digital industries srl, Molfetta, novembre 2013.
* C. Pisani, ''Pasqua 1647: i principi Spinola entrano in Molfetta - Descrizione di tutte le feste che furono fatte'', in "l'altra Molfetta", a. XXXI (2015), nº 3 (marzo), pp.&nbsp;XV-XXI.
* C. Pisani, ''Vele molfettesi del XIX secolo (parte quarta)'', in "l'altra Molfetta", a. XXXI (2015), nº 4 (aprile), pp.&nbsp;22–23.
* C. Pisani, ''Genovesi a Molfetta: i Benigassi'', in "l'altra Molfetta", a. XXXI (2015), nº 5 (maggio), pp.&nbsp;24–26.
* C. Pisani, Uomini illustri molfettesi'': Giovanni Battista Verna ... e Giuseppe Domenico Radivani ...'', in "l'altra Molfetta", a. XXXII (2016), nº 5 (maggio), pp.&nbsp;30–31.
* G. Parthey & M. Pinder, ''Itinerarium Antonini Avgvsti et Hierosolymitanvm (ex libris manvscriptis)'', 1848, pp.&nbsp;149–376.
* M.Romano, Saggio sulla storia di Molfetta dall'epoca dell'antica Respa sino al 1840, 1842.
* L.Giustiniani, Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli, 1802.
 
== Voci correlate ==
==Bibliografia==
* [[Gonzaga di Molfetta]]
* "''Guida d'Italia - Puglia''", [[1978]], [[Touring Club Italiano]] editore.
*[[Chiese di Molfetta]]
* "''Città e paesi d'Italia''", volume IV, [[1968]], Istituto geografico De Agostini Novara.
*[[Sacco di Molfetta]]
* "''[[Enciclopedia Treccani]]"'', volume XIV, [[1974]], Istituto Poligrafico dello Stato, [[Roma]].
* "''[[Enciclopedia Treccani]]"'', supplemento II, [[1998]], Marchesi Grafiche Editoriali S.p.a., [[Roma]]
* "''C. Pisani''", '''Le torri dei molfettesi''', [[2000]], Tipografia Mezzina, Molfetta.*
* "''C. Pisani''", '''... della suntuosissima Chiesa, dedicata a S. Maria Consolatrice degli afflitti, & all'anime del Purgatorio''' (in Aa.Vv. '''Il restauro della chiesa di Santa Maria consolatrice degli afflitti detta del Purgatorio in Molfetta'''), [[2007]], Edizioni Mezzina, Molfetta, pp.&nbsp;41–97.
* "''C. Pisani''", '''La Chiesa di san Bernardino da Siena e la Confraternita dell'Immacolata Concezione''', [[2005]], Edizioni Mezzina, Molfetta.
* "''C. Pisani''", '''Le cento chiese di Molfetta - Chiesa dei Frati Cappuccini in Molfetta''', allegato nr. 40 al periodico «La Città», Settembre-Ottobre [[2011]], n° 74, anno 8, La Nuova Mezzina, Molfetta.
*Giuseppe Pansini - scheda su Molfetta - edizione L'immagine - opuscolo per eventi sportivi
* ""de Marco , Gerardo - Acquerelli molfettesi : immagini, tradizioni e folclore, frammenti - Molfetta : Mezzina , 1969 [SBL0425457 - Testo a stampa]
* ""de Marco , Gerardo - Dalle Ceneri alla Settimana Santa : processioni, statue, marce funebri, tradizioni a Molfetta - Molfetta : Mezzina , 1975 [SBL0574495 - Testo a stampa]
* ""de Marco , Gerardo - Molfetta tra passato e presente : ricordi, appunti e riflessioni dai primi del '900 ad oggi - Molfetta : Mezzina , 1982 [SBL0608780 - Testo a stampa]
* ""de Marco , Gerardo - Un album per Molfetta / Gerardo de Marco ; prefazione [di] Nicola Mezzina. - Molfetta : Mezzina , 1985 [NAP0047209 - Testo a stampa]
* ""de Marco , Gerardo - La banda musicale di Molfetta : cronologia storica dalle origini ai nostri giorni; revisione e divagazioni a cura di Isabella de Marco. - Molfetta : Mezzina , 2007 [BA10061077 - Testo a stampa]
* ""de Marco , Gerardo - Dalle Ceneri alla Settimana santa : processioni, statue, marce funebri, tradizioni a Molfetta / Ristampa- Molfetta : Mezzina , 1987 [NAP0035954 - Testo a stampa]
* ""de Marco, Gerardo - Volti e risvolti molfettesi - Molfetta: Mezzina, 1991 [BRI0401803 - Testo a stampa]
* G. Pansini . S. Camporeale - Personaggi, fatti e Misfatti della Molfetta Nazionale - quaderni cel centro studi Azzarita Molfetta
 
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