Mario Capecchi: differenze tra le versioni

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{{F|biologi italiani|arg2=medici italiani|agosto 2010}}
{{Citazione|Per le sue scoperte del principio per introdurre specifici geni nei topi tramite [[cellule staminali embrionali]]|Motivazione per il [[Premio Nobel per la medicina]] [[2007]]}}
{{Bio
|Nome = Mario Renato
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|Nazionalità = italiano
|NazionalitàNaturalizzato = statunitense
|PostNazionalità = , [[premio Nobel per la medicina]] nel [[2007]] (assegnatogli l'[[8 ottobre]])
|Immagine = Mario Capecchi UTHSCSAMarioCapecchiFotoThalerTamas.JPG
|Didascalia = Mario Capecchi nel 20082013
|Didascalia2 = {{Premio|Wolf|medicina|2002|x}}<br />{{Premio|nobel|medicina|2007|x}}
}}
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== Biografia ==
=== Infanzia ===
Mario Capecchi nacque a [[Verona]] dalla relazione non coniugale tra il militare Luciano Capecchi (originario di [[Reggio Emilia]] e di origine toscana) e la poetessa e docente universitaria Lucy Ramberg<ref name=salvato>{{cita web|url=https://www.repubblica.it/2007/10/sezioni/scienza_e_tecnologia/nobel-medicina-2007/storia-capecchi/storia-capecchi.html|titolo="Ero un ragazzo di strada, mia madre mi ha salvato"|editore=La Repubblica|data=9 ottobre 2007|accesso=25 aprile 2020}}</ref> (nativa di [[Firenze]], figlia dell'[[Archeologia|archeologo]] [[Germania|tedesco]] Walter Ramberg e della [[Pittore|pittrice]] [[Stati Uniti d'America|statunitense]] Lucy Dodd)<ref name=bionobel>{{cita web|url=https://www.nobelprize.org/prizes/medicine/2007/capecchi/biographical/|titolo=Mario R. Capecchi Biography|editore=nobelprize.org|data=|accesso=25 aprile 2020}}</ref>.
Nato a [[Verona]] il 6 ottobre [[1937]] da padre [[Italia|italiano]], il militare Luciano Capecchi, e da madre [[Stati Uniti d'America|statunitense]] figlia di un [[Archeologia|archeologo]] [[Germania|tedesco]] e di una [[Pittore|pittrice]] [[Stati Uniti d'America|statunitense]], l'artista Lucy Ramberg, Capecchi rimase presto orfano di padre, che venne dato per disperso in [[Libia]], dove era stato inviato come mitragliere contraereo. La madre si fece ben presto notare dal [[regime fascista]]: dopo l'emanazione delle [[Leggi razziali fasciste|leggi razziali]], la donna incominciò a scrivere opuscoli antifascisti e antitedeschi. Quando Mario aveva cinque anni, Lucy fu prelevata dalla [[Gestapo]] e deportata a [[Campo di concentramento di Dachau|Dachau]] come prigioniera politica<ref name="cap">{{cita web|url=http://www.corriere.it/cronache/07_ottobre_08/scheda_nobel_capecchi.shtml|titolo=Chi è Mario Capecchi|editore=Corriere della Sera.it|data=8 ottobre 2007|accesso=27 marzo 2013}}</ref>.
 
Vi sono varie incertezze sulle vicende della sua infanzia, alimentate da lacune documentarie e dalle incongruenze nelle dichiarazioni sue e dei suoi familiari: secondo alcune fonti nel [[1940]] il padre sarebbe stato inviato in [[Libia]] come pilota o mitragliere, rimanendovi disperso durante le operazioni della [[campagna del Nordafrica]]. Altri documenti invece sostengono che egli sopravvisse al conflitto, riuscendo nel [[1942]] a far ritorno nella natia Reggio Emilia<ref name=incons />.
La madre, prevedendo l'accaduto, riuscì ad affidare Mario ad una famiglia di contadini, cui aveva dato i mezzi economici per mantenere suo figlio. Ma la guerra consumò rapidamente il denaro destinato a Mario, che un anno dopo venne abbandonato dalla famiglia che non poteva più mantenerlo. Si recò a piedi o con mezzi di fortuna a [[Verona]] alla ricerca del padre, che riuscì a trovare. Rifiutato da questi, continuò il suo vagabondaggio fino ad entrare in una banda di ragazzini di strada, che sopravvivevano rubacchiando. Nel [[1945]] Mario incominciò a stare male, contrasse il [[Tifo esantematico|tifo]] e, raccolto da un ignoto "samaritano", si ritrovò in un ospedale di [[Reggio Emilia]], dove la madre, liberata da Dachau, lo ritrovò.
 
Nel [[1939]] la madre (che si era trasferita col piccolo Mario a Costalovara di [[Renon]], in [[Alto Adige]]<ref name=bionobel />, forse inizialmente insieme al padre Luciano, che nel 1937 risultava impiegato al locale ufficio telegrafico<ref name=incons />) aveva dato alla luce una seconda figlia, Marlene Lucy, avuta da una relazione con un altro uomo: non potendo tuttavia farsi carico del suo mantenimento, nel [[1941]] la diede in adozione ai coniugi Massimo Bonelli (di professione ferroviere) e Luigia Linder, i quali si trasferirono poi a [[Villaco]], in [[Austria]]. Marlene Bonelli crebbe dunque come cittadina austriaca: i due fratellastri riuscirono a rintracciarsi solo nel [[2007]] grazie alle indagini dei giornalisti Stephan Pfeifhofer e Isabelle Hansen, redattori del quotidiano "[[Dolomiten]]", per poi incontrarsi un anno dopo sempre a [[Renon]]<ref>{{cita web|url=https://www.lastampa.it/cronaca/2007/10/17/news/il-fratello-ritrovato-grazie-al-nobel-1.37116799|titolo=Il fratello ritrovato grazie al Nobel|editore=La Stampa|data=17 ottobre 2007|accesso=11 aprile 2020}}</ref><ref>{{cita web|url=https://ricerca.gelocal.it/gazzettadimodena/archivio/gazzettadimodena/2008/05/26/DA4PO_NA401.html|titolo=Capecchi abbraccia la sorella sconosciuta|editore=Gazzetta di Modena|data=26 maggio 2008|accesso=11 aprile 2020|dataarchivio=11 aprile 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200411191325/https://ricerca.gelocal.it/gazzettadimodena/archivio/gazzettadimodena/2008/05/26/DA4PO_NA401.html|urlmorto=sì}}</ref>.
=== In America ===
 
Intanto Lucy Ramberg, già solita intrattenere relazioni con circoli poetici francesi antifascisti, dopo l'emanazione delle [[Leggi razziali fasciste|leggi razziali]] aveva iniziato a scrivere e pubblicare opuscoli antifascisti e antitedeschi. Quando Mario aveva cinque anni, la madre fu arrestata dalla [[Gestapo]] e trasferita dapprima a [[Perugia]], quindi nel [[Terzo Reich|Reich]] come [[prigioniero politico|prigioniera politica]]<ref name="cap">{{cita web|url=https://www.corriere.it/cronache/07_ottobre_08/scheda_nobel_capecchi.shtml|titolo=Chi è Mario Capecchi|editore=Corriere della Sera.it|data=8 ottobre 2007|accesso=27 marzo 2013}}</ref>. Le fonti sono discordi sui luoghi ove venne reclusa: è pressoché accertato che passò per [[Monaco di Baviera]] e Capecchi ne ipotizzò l'internamento nel ''lager'' di [[Campo di concentramento di Dachau|Dachau]], laddove tuttavia mancano riscontri certi sulla veridicità del fatto<ref name="incons">{{cita web|url=https://www.deseret.com/2007/11/6/20051915/nobelist-s-tales-of-wartime-have-inconsistencies|titolo=Nobelist's tales of wartime have inconsistencies|editore=deseret.com|data=6 novembre 2007|accesso=25 aprile 2020}}</ref>; Lucy Ramberg, dal canto suo, rifiutò sempre di parlare della sua prigionia<ref name=bionobel /> e lo stesso Capecchi, in un'intervista all'[[Associated Press]], disse che la prigionia aveva scosso la madre, al punto da indurla in confusione tra fatti realmente accaduti e immaginari<ref name=incons />.
All'età di 8 anni Mario Capecchi si trasferì negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] insieme alla madre, grazie al fratello di lei, Henry, che insegnava [[fisica]] a [[Princeton]], dove vide [[Albert Einstein]]. Mentre la madre incominciava a lavorare come interprete negli ospedali del [[New Jersey]] e di [[New York]], lui iniziò a studiare proprio in questa città, prima di trasferirsi nell'[[Ohio]], dove frequentò l'università presso il piccolo ''Antioch College'' e conseguì la laurea in [[chimica]] e [[fisica]]. Venne poi ammesso all'[[Università di Harvard]], dove conseguì il [[PhD]] in [[Biofisica]] nel [[1967]], ma soprattutto dove incontrò uno degli scopritori della struttura del [[DNA]], [[James Dewey Watson|James Watson]], che aveva vinto nel [[1962]] il [[Premio Nobel per la medicina]] e che gli fece da supervisore per la tesi<ref name="cap"/>.
 
Presentendo il rischio di essere fermata, poco prima della deportazione la madre era riuscita ad affidare Mario ad una famiglia di contadini a sud di [[Bolzano]], cui aveva dato i mezzi economici per mantenere suo figlio. Ma le ristrettezze del tempo di guerra consumarono rapidamente il denaro destinato al bambino, che venne quindi abbandonato dopo un anno dalla famiglia adottiva. Il piccolo Mario iniziò quindi a trascorrere un'esistenza da vagabondo nel nord-est italiano, fino ad entrare in una banda di [[ragazzi di strada|ragazzini di strada]], che sopravvivevano rubacchiando. I documenti dimostrano che nel luglio [[1942]] riuscì a raggiungere Reggio Emilia, dove probabilmente per qualche tempo si riunì al padre Luciano, che tuttavia pare non si mostrò interessato a occuparsi di lui, che continuò a vivere di espedienti<ref name=incons />.
Nel [[1969]] divenne professore assistente presso il Dipartimento di [[Biochimica]] della [[Harvard School of Medicine]]. Nel [[1971]] fu nominato professore associato. Nel [[1973]] si spostò all'Università dello [[Utah]]. Dal [[1988]] Capecchi collabora anche con l'[[Howard Hughes Medical Institute]]. Oggi è anche membro della [[National Academy of Science]] ed è ''Distinguished Professor'' all'Università statale di [[Salt Lake City]].
 
Nel [[1945]] incominciò a stare male e contrasse il [[Tifo esantematico|tifo]]: fu però raccolto da uno sconosciuto, che impietosito lo fece ricoverare in un sanatorio nella città emiliana. Qui, nel [[1946]], riuscì a ricongiungersi alla madre, che a seguito della capitolazione tedesca aveva fatto ritorno in Italia<ref name=salvato />.
Capecchi aveva già conseguito molti riconoscimenti: nel [[2002]] era stato premiato dal presidente [[George W. Bush]]. Nel febbraio [[2004]] l'[[Università di Firenze]] lo aveva insignito della [[laurea honoris causa]] in Medicina e Chirurgia mentre il 12 maggio del 2007 è la [[Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Bologna|Facoltà di Medicina]] dell'[[Università di Bologna]] ad insignirlo dottore honoris causa in "[[Biotecnologie]] mediche". L'assegnazione del Nobel non ha dunque colto di sorpresa la [[comunità scientifica]], che già da tempo utilizzava la sua tecnica di ''[[gene targeting]]'' per "costruire" topi portatori di [[mutazioni genetiche]].
 
=== In America ===
 
All'età di 8 anni Mario Capecchi si trasferì negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] insieme alla madre, grazie al fratello di lei, HenryEdward, che insegnava [[fisica]] a all'[[Università di Princeton]], doveed videera collega di [[Albert Einstein]]. Mentre la madre incominciava a lavorare come interprete negli ospedali del [[New Jersey]] e di [[New York]], lui iniziò a studiare proprio innella questa"Grande cittàMela", primaper dipoi trasferirsi nell'[[Ohio]], dove frequentò l'università presso il piccolo ''Antioch College'' e conseguì la laurea in [[chimica]] e [[fisica]]. VenneFu poi ammesso all'[[Università di Harvard]], dove conseguì il [[PhD]] in [[Biofisica]] nel [[1967]] e, ma soprattutto, doveebbe modo di incontròincontrare uno degli scopritori della struttura del [[DNA]], [[James Dewey Watson|James Watson]], chevincitore aveva vinto nel [[1962]] ildel [[Premio Nobel per la medicina]] enel che[[1962]], gliche fecefu dasuo supervisore per la tesi<ref name="cap"/>.
 
Nel [[1969]] divenne professore assistente alla cattedra presso il Dipartimento di [[Biochimica]] della [[Harvard School of Medicine]]. Nel [[1971]] fu nominato [[professore associato]]. Nel [[1973]] si spostò all'[[Università dello [[Utah]]. Dal [[1988]] Capecchi collabora anche con l'[[Howard Hughes Medical Institute]]. OggiÈ è ancheinoltre membro della [[National Academy of Science]] ed è, ''[[Distinguished Professor]]'' all'[[Università dello Utah|Università statale di [[Salt Lake City]] (città presso la quale si è stabilito) e fa parte della [[Fondazione Italia USA]].
 
== Gli studi ==
Capecchi, insieme ai colleghi [[Martin Evans]] e [[Oliver Smithies]], è stato insignito del [[Premio Nobel per la Medicina]] del [[2007]] per la messa a punto di tecniche che, attraverso l'utilizzo di [[cellula staminale|cellule staminali]] embrionali, permettono di generare animali caratterizzati dall'assenza di uno specifico [[gene]]. Queste tecniche, dette di ''[[gene targeting]]'', hanno portato i tre biologi alla messa a punto del primo ''[[topo knockout]]'', nel quale alcuni specifici [[gene|geni]] sono stati resi inoperativi.
 
Capecchi, insieme ai colleghi [[Martin Evans]] e [[Oliver Smithies]], è stato insignito del [[Premio Nobel per la Medicina]] del [[2007]] per la messa a punto di tecniche che, attraverso l'utilizzo di [[cellula staminale|cellule staminali]] embrionali, permettono di generare animali caratterizzati dall'assenza di uno specifico [[gene]]. Queste tecniche, dette di ''[[gene targeting]]'', hanno portato i tre biologi alla messa a punto del primo ''[[topo knockout]]'', nel quale alcuni specifici [[gene|geni]] sono stati resi inoperativi. L'assegnazione del Nobel non ha dunque colto di sorpresa la [[comunità scientifica]], che già da tempo utilizzava la sua tecnica di ''[[gene targeting]]'' per "costruire" topi portatori di [[mutazioni genetiche]]. Tale approccio si è rivelato di fondamentale importanza per lo studio [[in vivo]] della funzione dei geni, ed ha avuto un grande successo nella comunità scientifica. Quindi il ''[[gene targeting]]'' sta contribuendo in modo significativo allo studio di molte malattie come il [[Cancro (malattia)|cancro]], oltre che allo studio dei processi di [[embriologia|embriogenesi]], ed alle discipline dell'[[immunologia]] e della [[neurobiologia]].
 
Capecchi ha anche svolto un'analisi sistematica della [[famiglia genica]] [[Omeobox|Hox]] nei topi. Tale famiglia genica gioca un ruolo chiave nel controllo dello sviluppo embrionale di tutti gli animali multicellulari.
 
== Riconoscimenti ==
 
* nel [[1996]] gli è stato assegnato il [[Premio Kyōto per le scienze di base]]
* nel [[1997]] gli è stata assegnata la Medaglia Franklin<ref>{{Cita testo|lingua=en|url=http://capecchi.genetics.utah.edu/CVs/CapecchiCV.pdf|titolo=CURRICULUM VITAE|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141107005338/http://capecchi.genetics.utah.edu/CVs/CapecchiCV.pdf }}</ref>
* nel [[2001]] è stato premiato con la [[National Medal of Science]]<ref>{{Cita testo|lingua=en|url=https://www.nsf.gov/od/nms/recip_details.jsp?recip_id=69|titolo=Mario R. Capecchi}}</ref>
* nel [[2002]] insieme al collega [[Oliver Smithies]], fu insignito del [[Premio Wolf per la medicina]]
* nel [[2002]] ha ricevuto il John Scott Awards<ref>{{Cita testo|lingua=en|url=https://garfield.library.upenn.edu/johnscottaward/js2002capecchidesimone.html|titolo=2002 John Scott Awards Mario Capecchi and Joseph DeSimone awarded the 2002 John Scott Awards}}</ref>
*nel [[2003]] ha ricevuto il Premio Internazionale Fondazione Pezcoller-AACR per risultati straordinari nella Ricerca sul Cancro <ref>{{cita testo|url=https://www.pezcoller.it/it/i-premi-/the-pezcoller-foundation-%E2%80%93-aacr-international-award/2003---mario-r--capecchi---nobel-2007/|titolo=Premio Internazionale Fondazione Pezcoller-AACR per risultati straordinari nella Ricerca sul Cancro}}</ref>
*nel febbraio [[2004]] l'[[Università di Firenze]] lo ha insignito della [[laurea honoris causa]] in Medicina e Chirurgia
* nel [[2007]] gli stato assegnato il [[Premio Nobel per la Medicina]]
* il 12 maggio 2007 la Facoltà di Medicina dell'[[Università di Bologna]] lo ha insignito dottore honoris causa in "[[Biotecnologie]] mediche"
* nel [[2012]] gli è stato assegnato il [[Nettuno d'oro]]
* il 6 aprile [[2017]] l'[[Università di Pavia]] gli ha assegnato la Medaglia Teresiana, prestigioso riconoscimento dell'Ateneo Pavese.
 
==Nei media==
 
Nel 2022 esce il film ispirato alla vita di Capecchi ''[[Hill of Vision]]'', diretto da [[Roberto Faenza]]<ref>{{Cita web|url=https://www.repubblica.it/venerdi/2022/03/25/news/mario_capecchi_la_mia_vita_da_nobel_ora_e_un_film-342287972/|titolo=Mario Capecchi: la mia vita da Nobel ora è un film|sito=la Repubblica|data=25 marzo 2022|lingua=it|accesso=25 marzo 2022}}</ref>.
==Note==
<references/>
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Mario Capecchi}}
{{interprogetto/notizia|Nobel per la medicina 2007 assegnato ad italoamericano per ricerche sulle staminali|data='''10 dicembre''' 2007}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|url=http://nobelprize.org/nobel_prizes/medicine/laureates/2007/capecchi.html|titolo=Autobiografia di Mario R. Capecchi|accesso=6 dicembre 2010|lingua=en|editore=nobelprize.org}}
 
{{Premio Nobel per la medicina}}
{{Premio Wolf Medicina}}
{{Premio Kyōto per le scienze di base}}
{{Controllo di autorità|VIAF=75466578|LCCN=n/90/604233}}
{{Portale|Biografie|Biologiabiologia|Medicina|Migrantimedicina|Premi Nobel}}
 
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