Augusto Frassineti: differenze tra le versioni
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|Sesso = M
|LuogoNascita = Faenza
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = [[30 novembre]] [[1911]]
|LuogoMorte = Roma
|GiornoMeseMorte = 31 marzo
|AnnoMorte = 1985
|Epoca = 1900▼
|Attività = scrittore
|Attività2 = traduttore
▲|Epoca = 1900
|Nazionalità = italiano
|Immagine = Augusto Frassineti.JPG
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== Biografia ==
Augusto Frassineti nasce
Negli
[[Laurea]]tosi, ottiene i primi incarichi di
<blockquote>Credo che fosse quello il mestiere giusto per me, e lo rimpiango.<ref>{{cita libro|autore=Claudio Marabini|titolo=''I Grandi di Romagna''|città=Bologna|editore=Poligrafici Editoriale|anno=1990|p= 62}}</ref></blockquote>
La [[seconda guerra mondiale]] rappresenta il tragico spartiacque della vita di Frassineti, come fu del resto per l'intera sua generazione. L'esperienza bellica segnerà in modo decisivo le sue scelte future: fatto prigioniero nel [[1943]] in [[Sicilia]], viene portato nei [[campo di concentramento|campi di concentramento]] degli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]] prima in [[Algeria]], poi in [[Tunisia]] e infine in [[Marocco]]. È costretto a patire umilianti privazioni fisiche e morali, e a [[Casablanca]] si ammala di una grave infiltrazione polmonare, i cui postumi lo segneranno per il resto della vita. Queste dolorose esperienze si ritrovano, quasi sempre deformate in chiave [[umorismo|umoristica]], in alcune delle più vivide pagine di ''[[Misteri dei Ministeri]]'', la sua opera maggiore.▼
Nel 1940 sposa Enrichetta Giorgi, che resterà la compagna di tutta la sua vita.
È quindi trasferito in [[Francia]], dove le sue condizioni migliorano al punto che, sul finire della guerra, partecipa attivamente alla [[Resistenza italiana|Resistenza]], collaborando con le truppe degli Alleati. In virtù dell'attività svolta in questo periodo, nell'immediato [[secondo dopoguerra|dopoguerra]] il Ministro [[Emilio Lussu|Lussu]] gli affida la direzione del Servizio Reduci dell'appena costituito Ministero dell'Assistenza Postbellica. Si stabilisce dunque a [[Roma]], del tutto ignaro del nuovo terremoto che gli si prepara nella capitale. Sorgono presto, infatti, conflitti di competenza fra il Ministero in cui andava a ricoprire un ruolo dirigenziale e la pontificia opera di assistenza; conflitti che culminano di lì a breve nella soppressione del neonato organo istituzionale. Nonostante la legge vieti espressamente il declassamento, egli si ritrova trasferito in un altro Ministero, retrocesso al grado infimo della gerarchia burocratica: l'avventiziato. Questo fatto, con il drammatico corollario di disordini economici e morali che porta nella sua vita, costituisce il trauma definitivo, e al contempo la consacrazione alla sua "missione" di [[scrittore]] della Ministerialità, tutto votato alla ricerca e allo svelamento dell'[[irrazionalità]] disumana che sottende ai meccanismi della vita [[Stato|statale]].▼
▲La [[seconda guerra mondiale]] rappresenta il tragico spartiacque della vita di Frassineti, come fu del resto per l'intera sua generazione. L'esperienza bellica segnerà in modo decisivo le sue scelte future: fatto prigioniero nel
Gli [[anni 1950|anni cinquanta]] segnano l'ingresso di Frassineti nel mondo delle lettere e della cultura del nostro paese. Al [[1952]] risale la prima edizione di ''[[Misteri dei Ministeri]]''. In questi anni Frassineti frequenta attivamente gli ambienti legati alla rivista letteraria «[[Il Caffè (Vicari)|Il Caffè]]» di [[Giambattista Vicari]] (1952-[[1977]]). Nella redazione di questa coraggiosa pubblicazione indipendente, situata in realtà nella stessa casa romana di Vicari, Frassineti si farà conoscere e apprezzare da molti intellettuali di punta di quell'epoca, stringendo a volte duraturi sodalizi: da [[Ennio Flaiano]] a [[Mario Soldati]], da [[Giorgio Manganelli]] a [[Luigi Malerba]], da [[Mino Maccari]] a [[Gianni Celati]], da [[Italo Calvino]] a [[Pier Paolo Pasolini]]. Molti di questi personaggi elogiarono nei loro scritti le opere dell'autore, e Calvino lo chiamerà un «satirico senza illusioni», ricollegando la sua opera alla nobile tradizione che da [[Aristofane]] arriva a [[Ionesco]], passando per [[Jonathan Swift|Swift]]. «Prosatore di singolare e riposata raffinatezza, maneggiatore impassibile ed impeccabile di una arguta [[sintassi]], delicato deliberatore di [[Sinonimia|sinonimi]] e contrari, [[lessicografia|lessicografo]] ghiotto e di molto palato» lo definirà invece Giorgio Manganelli nell'articolo "''Anche l'eden è burocrazia''" scritto nel [[1974]].▼
È quindi trasferito in [[Francia]], dove le sue condizioni migliorano al punto che, sul finire della guerra, partecipa attivamente alla [[Resistenza italiana|Resistenza]], collaborando con le truppe degli Alleati. In virtù dell'attività svolta in questo periodo, nell'immediato [[secondo dopoguerra|dopoguerra]] il ministro [[Emilio Lussu|Lussu]] gli affida la direzione del Servizio Reduci dell'appena costituito Ministero dell'Assistenza Postbellica. Si stabilisce dunque a [[Roma]], ma, nonostante la legge vieti espressamente il declassamento, si ritrova trasferito in un altro Ministero, retrocesso al grado minore della gerarchia burocratica: l'avventiziato.
Ma il rapporto col mondo culturale di quegli anni non fu dei più facili, e l'autore si vide progressivamente emarginato, nonostante il plauso e i consensi che la sua opera da sempre suscita presso una limitata cerchia di lettori colti. Gli unici riconoscimenti pubblici gli verranno dalla sua attività di [[traduttore]]. La sua resa di ''[[Gargantua e Pantagruel]]'' di [[François Rabelais]] è unanimemente riconosciuta, negli ambienti specialistici, come la migliore e tuttora insuperata, e gli varrà il [[Premio Monselice]] [[1981]].▼
{{Approfondimento
|allineamento = sinistra
|larghezza = 300px
|titolo = All'origine della satira della ''ministerialità''
▲
}}
▲Gli
Muore nel sonno, a Roma, ormai sua città d'elezione, nel [[1985]]<ref>[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0003/articleid,1002_01_1985_0065_0003_13858737/ Scompare Frassineti, lo scrittore che tradusse Diderot e Rabelais] Archiviolastampa.it</ref>. In un suo aforisma aveva così sintetizzato il suo impegno intellettuale:▼
:''Il solo impiego razionale della ragione sta nella ricerca ragionata delle ragioni delle infinite sragionevolezze dell'animale ragionevole uomo.''▼
Così ne parla Giorgio Manganelli nell'articolo "Anche l'eden è burocrazia" scritto nel 1974:
== Opere ==▼
;Narrativa▼
*''[[Misteri dei Ministeri]]'', unico "[[romanzo]]" di Frassineti, di cui si susseguirono nel tempo tre edizioni:▼
**la prima, con una ristampa, risale al [[1952]], e uscì per l'editore [[Guanda]] di [[Parma]];▼
**la seconda edizione apparve nel [[1959]] per i tipi di [[Longanesi]], con una ristampa nel [[1964]]▼
**la terza e definitiva edizione, edita nel [[1973]] dalla [[Einaudi]], con nota in sovracoperta di [[Italo Calvino]], è stata ristampata solo di recente, nel [[2004]], sotto una nuova veste grafica da una nuova casa editrice, la romana [[Kami]].▼
<blockquote>Prosatore di singolare e riposata raffinatezza, maneggiatore impassibile ed impeccabile di un'arguta [[sintassi]], delicato delibatore di [[Sinonimia|sinonimi]] e contrari, [[lessicografia|lessicografo]] ghiotto e di molto palato.</blockquote>
*Le altre opere [[narrativa|narrative]] pubblicate da Frassineti sono le raccolte di [[novella|novelle]]:▼
**''L'unghia dell'asino'' ([[Garzanti]] [[1959]]);▼
**''Un capitano a riposo'' ([[Feltrinelli]] [[1963]]), che contiene:▼
***Atti della vita di un Capitano a riposo▼
***Un Cesarino o due▼
***Leggina Leggina Legge Regina▼
***Lo Spirito delle Leggi▼
***Relazione al Congresso▼
**''Tre bestemmie uguali e distinte'' (Feltrinelli [[1969]]), che contiene:▼
***Bambini da questa parte▼
***Il Faro delle Genti▼
***Il cittadino di Bellagio▼
**Una quarta, breve [[silloge]] di novelle apparve postuma, nel [[1989]], per le edizioni [[Il Mulino]] di [[Bologna]]. Intitolata ''Lo spirito delle leggi'', comprendeva in realtà, rielaborati e rivisti all'inizio degli anni ottanta, quattro racconti tratti dalle due precedenti raccolte (''L'unghia dell'asino'' e ''Un capitano a riposo''), cioè:▼
***Leggina Leggina Legge Regina▼
***Il futuro è già terminato▼
***Celestino Calò▼
***Relazione al Congresso▼
▲Ma il rapporto col mondo culturale di quegli anni non fu dei più facili, e l'autore si vide progressivamente emarginato, nonostante il plauso e i consensi che la sua opera da sempre suscita presso una limitata cerchia di lettori colti. Gli unici riconoscimenti pubblici gli verranno dalla sua attività di [[traduttore]]. La sua resa di ''[[Gargantua e Pantagruel]]'' di [[François Rabelais]] è unanimemente riconosciuta, negli ambienti specialistici, come la migliore e tuttora insuperata, e gli varrà il [[Premio Monselice]]
«Autore di un solo libro (poiché i pochi altri sono in pratica corollari e annessi della sua "summa ministerialis")» è definito Frassineti dall'autore della nota in appendice a ''Lo spirito delle leggi''. Anche a un confronto poco approfondito, infatti, emerge chiaramente come tutti questi racconti mantengano inalterati lo stile e le tematiche di ''[[Misteri dei Ministeri]]'', e si presentino quali integrazioni e varianti del macrocosmo che si squaderna nell'opera maggiore.▼
▲Muore nel sonno, a Roma, ormai sua città d'elezione, nel
In un suo aforisma aveva così sintetizzato il suo impegno intellettuale:
▲
▲== Opere ==
▲;Narrativa
▲* ''
▲** la seconda edizione apparve nel
▲** la terza e definitiva edizione, edita nel
▲* Le altre opere [[narrativa|narrative]] pubblicate da Frassineti sono le raccolte di [[novella|novelle]]:
▲*** Atti della vita di un Capitano a riposo
▲*** Un Cesarino o due
▲*** Leggina Leggina Legge Regina
▲*** Lo Spirito delle Leggi
▲*** Relazione al Congresso
▲*** Bambini da questa parte
▲*** Il Faro delle Genti
▲*** Il cittadino di Bellagio
▲** Una quarta, breve [[silloge]] di novelle apparve postuma, nel
▲*** Leggina Leggina Legge Regina
▲*** Il futuro è già terminato
▲*** Celestino Calò
▲*** Relazione al Congresso
▲
;Poesia
* Frassineti è autore di due sillogi [[poesia|poetiche]]
** ''Vita! Vita! Vita!'': uscì nel
**
;Teatro
Il rapporto col [[teatro]] è stato molto importante per Frassineti. Egli vi profuse molta energia, non ottenendo sempre i riscontri sperati. Paradossalmente il suo più grande successo teatrale non gli derivò dall'impegno diretto, ma dalla sua narrativa: l'11 novembre
I suoi primi lavori sono frutto di collaborazioni.
*
* ''Teo, o L'acceleratore della storia. Ipotesi fantastiche ma probabili sui fasti e nefasti della cibernetica nella civiltà di massa'', nato dalla collaborazione con Manganelli, nel
* ''Il tubo e il cubo'',
▲*''Il tubo e il cubo'', 1967 (primo testo teatrale scritto totalmente di suo pugno, a cui seguirono:
▲**''Innamorati in trappola'' ([[1968]]),
▲**''Tre bestemmie uguali e distinte, magari quattro'' ([[1969]])
▲**''La farsa dei tre gobi'' ([[1974]]).
Compose anche il [[libretto]] per l'[[opera lirica]] ''Gargantua'' di [[Azio Corghi]], la cui prima andò in scena al [[Teatro Regio (Torino)|Teatro Regio]] di [[Torino]] la sera del 2 maggio
;Sceneggiature cinematografiche
Frassineti collaborò anche ad alcune [[sceneggiatura|sceneggiature]] [[cinema]]tografiche
*
*
* ''[[Italiani brava gente (film 1965)|Italiani brava gente]]'' con [[Ennio De Concini]] e con il regista [[Giuseppe De Santis]] (1966).
;Traduzioni
È la sua attività di traduttore a valergli, a tutt'oggi, i riconoscimenti più unanimi. Frassineti, assertore di una traduzione libera in grado di essere più fedele al testo proprio nel momento in cui se ne distacca, tradusse molto, dal [[lingua francese|francese]] e dall'[[lingua inglese|inglese]]. Ricordiamo, in ordine sparso:
* la già citata traduzione di ''Gargantua e Pantagruele''
* ''Il romanzo dei comici di campagna'' da [[Paul Scarron|Scarron]] (Firenze, Sansoni 1982),
* ''L'arte di fare fortuna'' da [[Béroalde de Verville]] (Torino, Einaudi, collana "[[I millenni]]", 1989),
* ''Il nipote di Rameau'' da [[Diderot]] (Torino, Einaudi, 1984; nuova edizione: Macerata, [[Casa editrice Quodlibet|Quodlibet]], 2010),
* la ''Pantagruelina prognosticazione'' ancora da [[François Rabelais|Rabelais]].
Anche sul versante della traduzione poetica Frassineti si è cimentato con dei giganti: la sua traduzione dell{{'}}''Ode sopra un'urna greca'' di [[John Keats]], ad esempio, è considerata magistrale (A. Frassineti, ''Una traduzione da Keats'', edizione limitata con esemplari numerati; Roma, Marsia, 1959)
== Note ==
<references/>
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Premio Monselice}}
{{Antifascismo}}
{{Controllo di autorità}}
{{portale|biografie|letteratura|teatro}}
[[Categoria:Partigiani italiani]]
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