Jacopo Corbinelli: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Botcrux (discussione | contributi)
m Bot: correggo codici SBN (cfr. Special:Diff/142495694)
 
(13 versioni intermedie di 9 utenti non mostrate)
Riga 6:
|GiornoMeseNascita = 12 dicembre
|AnnoNascita = 1535
|LuogoMorte = FirenzeParigi
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = [[1590]] circa
|Epoca = 1500
|Attività = letterato
|Attività2 = filologo
|Epoca = 1500
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , patrocinatore e continuatore della diffusione della [[storia della letteratura italiana|letteratura italiana]] in [[Francia]], specie di [[Dante Alighieri]], di cui curò e pubblicò a Parigi nel 1577 il ''[[De vulgari eloquentia]]''
}}
 
== Biografia ==
Fu uno dei più grandi cultori [[Rinascimento|rinascimentali]] delle lingue romaneromanze. Nacque da famiglia illustre fiorentina e nel [[15381558]] completa i suoi studi diventando dottore ''in utroque iure'' presso lo Studio di [[Pisa]]<ref name=":0">{{Cita|Benzoni}}.</ref>. L'anno successivo avviene a [[Firenze]] una congiura contro [[Cosimo I de' Medici|Cosimo I]], organizzata da [[Pandolfo Pucci]]: Bernardo Corbinelli, fratello di Jacopo, fu accusato di aver avuto un ruolo attivo nella vicenda, fu bandito dalla città ed i beni dell'intera famiglia vennero confiscati. Jacopo, forse per evitare di essere anch'egli condannato e comunque ormai compromesso dal sospetto, emigrò a [[Roma]]: a partire dal [[1562]] fu infatti chiamato a comparire in giudizio a Firenze, ma egli rimase nel suo esilio volontario, preferendolo ad una condanna ormai certa.
Nel suo peregrinare, raggiunse [[Padova]] (dove fu in amicizia con [[Gian Vincenzo Pinelli]]), [[Vienna]] e, all'inizio del [[1566]], [[Lione]], dove si ricongiunse al fratello Bernardo e raccolse molti libri rari dalla dispersione della biblioteca di [[Piero Strozzi]]. Poco tempo dopo, sicari al soldo di Cosimo I assassinarono Bernardo e Jacopo ritenne più opportuno partire per [[Londra]].
Nel [[1568]] si stabilì a [[Parigi]] dove visse alla corte di Francia, qui chiamato da [[Caterina de' Medici]] come educatore del figlio [[Enrico III di Francia|Enrico III]] duca d'Angiò. Alla corte conobbe [[Torquato Tasso]] e gli fu amico. La protezione di Caterina, oltre ad assicurargli un libero accesso alla biblioteca reale, permise che la sua posizione di esule si stabilizzasse. Negli anni successivi diede alle stampe molteplici testi, spesso caratterizzati da una vena repubblicana ed antitirannica, interessandosi particolarmente allo studio della lingua volgare fiorentina.
 
Jacopo, forse per evitare di essere anch'egli condannato e comunque ormai compromesso dal sospetto, emigrò a [[Roma]]: a partire dal [[1562]] fu infatti chiamato a comparire in giudizio a Firenze, ma egli rimase nel suo esilio volontario, preferendolo ad una condanna ormai certa<ref name=":0" />. Nel suo peregrinare, raggiunse [[Padova]] (dove fu in amicizia con [[Gian Vincenzo Pinelli]]), [[Vienna]] e, all'inizioalla fine del [[1566|1565]], [[Lione]], città in cui risiederà fino al 1566<ref name=":0" /> e dove si ricongiunse al fratello Bernardo e raccolse molti libri rari dalla dispersione della biblioteca di [[Piero Strozzi]]. Poco tempo dopo, sicari al soldo di Cosimo I assassinarono Bernardo e Jacopo ritenne più opportuno partire per [[Londra]].
==Opere==
 
* Illustrò il ''Corbaccio'' di [[Giovanni Boccaccio]] servendosi del francese (1569), la ''Bella mano'' di [[Giusto de' Conti]] (1589-1595), le prime edizioni dei ''Ricordi'' di [[Francesco Guicciardini]] (1576), il ''De vulgari eloquentia'' di [[Dante Alighieri]] (1577) l'''Etica'' di [[Aristotele]].
Nel [[1568]] si stabilì a [[Parigi]] dove visse alla corte di Francia (e dove, nel 1571, incontrò [[Torquato Tasso]]<ref name=":0" />), qui chiamato da [[Caterina de' Medici]] come educatore del figlio [[Enrico III di Francia|Enrico, duca d'Angiò]]<ref>Tra i ''fuoriusciti'' italiani fu colui cui la storiografica imputa il ruolo maggiore nell'educare il monarca alla scuola del "[[Realismo (politica)#Nella storia delle idee|realismo politico]]" di [[Guicciardini]], [[Machiavelli]] e [[Tacito]]: Fumaroli, Marc. “Aulae arcana: Rhétorique et politique à la cour de France sous Henri III et Henri IV.” Journal des savants 2:2 (1981), 137-139; Gorris Camos, Rosanna. “Sotto il segno di Tacito tra Italia e Francia.” Scritture dell’impegno dal Rinascimento all’età barocca. Fasano: Schena, 1997, 161-182.</ref>: Jacopo Corbinelli, oltre a trovare la protezione da Cosimo I de' Medici, instaurerà un rapporto intimo col duca d'Angiò, se il letterato fiorentino deciderà di intraprendere un viaggio in Polonia in occasione dell'incoronazione di Enrico a [[Confederazione polacco-lituana|re di quel paese]]<ref name=":1">{{Cita|Resta}}.</ref>.
* Notevole il suo epistolario di cui le ''Lettere'' a [[Gian Vincenzo Pinelli]].
 
*Note alle ''Historie Pistolesi''.
Ritornato a Parigi nel 1574, in seguito alla morte di [[Carlo IX di Francia|Carlo IX]] e all'intronizzazione di Enrico quale suo successore sul trono francese, Corbinelli entrò a pieno titolo nella corte francese quale consigliere culturale e politico del sovrano<ref name=":0" />. La protezione di Caterina, oltre ad assicurargli un libero accesso alla biblioteca reale, permise che la sua posizione di esule si stabilizzasse. Morì nel 1590.
 
== L'attività di filologo e traduttore ==
Corbinelli è ricordato per essere stato un diffusore della cultura letteraria italiana nella Francia del Secondo Cinquecento, continuando così l'opera di diffusione e di conoscenza patrocinata dalla ''Scuola di Lione'' e da [[Margherita d'Angoulême|Margherita di Navarra]], sorella di [[Francesco I di Francia|Francesco I]]. Il Corbinelli, infatti Illustrò il ''[[Il Corbaccio|Corbaccio]]'' di [[Giovanni Boccaccio]] servendosi del francese (1569), ''[[La bella mano]]'' di [[Giusto de' Conti]] (1589-1595), le prime edizioni dei ''[[Ricordi politici e civili|Ricordi]]'' di [[Francesco Guicciardini]] (1576) e anche l'''[[Etica Nicomachea|Etica]]'' di [[Aristotele]]<ref>{{Cita|Benzoni}} e {{Cita|Resta}}</ref>. L'opera di Corbinelli è legata, però, soprattutto alla figura dantesca: profondo conoscitore della poetica [[Dante Alighieri|dantesca]] (come emerge dall'epistolario che intrattenne con l'umanista [[Gian Vincenzo Pinelli]]), Corbinelli pubblicò e curò l'edizione critica del ''[[De vulgari eloquentia]]'' (1577) sulla base di un [[manoscritto]] proveniente da [[Grenoble]]<ref name=":1" />.
 
== Note ==
<references />
 
==Bibliografia==
* {{Cita libro|autore=Gino Benzoni|titolo=CORBINELLI, Iacopo|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/iacopo-corbinelli_%28Dizionario-Biografico%29/|accesso=14 agosto 2018|collana=[[Dizionario biografico degli italiani]]|anno=1983|editore=Istituto dell'Enciclopedia Italiana|città=Roma|volume=28|cid=Benzoni|SBN=PAL0013420}}
*Giovanni Casati. ''Dizionario degli scrittori d'Italia dalle origini fino ai viventi'', Romolo Ghirlanda Editore, Milano, 1926-1934.
*{{Cita libro|autore=Gianvito Resta|curatore=[[Umberto Bosco]]|titolo=Corbinelli, Iacopo|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/iacopo-corbinelli_%28Enciclopedia-Dantesca%29/|accesso=14 agosto 2018|collana=[[Enciclopedia dantesca]]|anno=1970|editore=Istituto dell'Enciclopedia Italiana|città=Roma|cid=Resta|SBN=LI30012137}}
*''Dizionario della Letteratura italiana'', a cura di Ettore Bonora, Dizionari Rizzoli, Milano 1977.
 
*Paolo Carta, ''Francesco Guicciardini tra diritto e politica'', CEDAM, Padova, 2008 [pp. 170-187]
== Voci correlate ==
* [[Dante Alighieri]]
* [[Divina Commedia]]
* [[Influenza culturale di Dante Alighieri]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
==Collegamenti esterni==
{{Portale|biografie}}
* {{Collegamenti esterni}}
{{Dante}}
{{Boccaccio}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|letteratura}}