Barnaba Panizza: differenze tra le versioni

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{{NN|Biografie|marzo 2025}}
{{Bio
|Nome = Barnaba
|Cognome = Panizza
|PostCognome =
|Sesso = M
|LuogoNascita = Torino
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|GiornoMeseMorte = 2 marzo
|AnnoMorte = 1895
|Attività3 = politico
|Epoca = 1800
|Epoca2 = 1900
|Attività = architetto
|Attività2 = urbanista
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , noto per aver progettato molti edifici e alcune strutture urbanistiche della città di [[Torino]] nel [[XIX secolo]]
}}
 
==Biografia==
Figlio d'arte, seguì le orme del padre Lorenzo (1771-1847), quest'ultimo già autore di edifici [[Torino|torinesi]], quali l'Ospedale San Giovanni Battista antica sede di Via Cavour, 31 e il Regio Manicomio di [[Collegno]]. La madre era Caterina Arnulfi (1775-1859).
 
Diplomatosi in architettura nel [[1821]], le sue prime opere furono alcune palazzine a ridosso del centro di [[Torino]], ma le vere opere importanti furono postume al [[1840]], quando progettòiniziò a progettare case per l'alta borghesia e la nobiltà torinese, soprattutto innei zonaquartieri [[Borgo Vanchiglia|Vanchiglia]] e [[San Donato (Torino)|San Donato]].<br />
Nel [[1830]] disegnò la facciata della [[Chiesa di Santa Maria di Piazza (Torino)|chiesa di Santa Maria di Piazza]] in via Santa Maria (zona [[Via Garibaldi (Torino)|via Garibaldi]]), in [[stile neoclassico]], edificio già opera di [[Bernardo Antonio Vittone]] del [[1752]].<ref>https://www.museionline.info/architetti/barnaba-panizza</ref> Nel 1845 fu incaricato da [[Roberto Taparelli d'Azeglio]] di ampliare e modificare esternamente il celebre [[Palazzo d'Azeglio|palazzo di famiglia]].<ref>https://www.museotorino.it/view/s/64c1071d3be14ca7a96bf0c050cb6f6a</ref>
 
[[File:Teatro_alfieri_di_torino_02.JPG|thumb|Facciata del [[Teatro Vittorio Alfieri (Torino)|Teatro Vittorio Alfieri]], che Panizza progettò sia nel [[1855]] che nel [[1877]]]]
Nel [[1830]] disegnò la facciata della [[chiesa di Santa Maria di Piazza]] in via Santa Maria (zona [[via Garibaldi]]), in [[stile neoclassico]], edificio già opera di [[Bernardo Antonio Vittone]] del [[1752]].
Nel [[1850]] fu chiamato a progettare dei tratti di porticati di [[piazza Carlo Felice]] e di zona stazione [[Stazione di Torino Porta Nuova|Porta Nuova]], per poi contribuire alla progettazione di altre numerose case e edifici, sempre in [[centro. Alcuni esempistorico di sueTorino|centro]]. creazioniAlcuni esempi furono il rifacimento del convento di suore di[[San Vincenzo de' Paoli]] annesso all'antica [[chiesa di San Salvario]], più altri palazzi di zona [[Crocetta (Torino)|Crocetta]], quindi la sala e lo scalone di Palazzo Masino in via Alfieri, il balcone e le botteghe di [[Palazzo Provana di Collegno]], la Galleria Natta (questa chiamata poi Geisser, quindi demolita nel [[1937]] e ricostruita come [[Galleria San Federico]]), il palazzo Antonino, e i saloni del caffè Nazionale, etc.
 
Nel [[1859]] si occupò di restaurare ed ampliare [[Palazzo Forneris]] in via San Donato, al civico 32.<br />
Nel [[1850]] fu chiamato a progettare tratti di porticati di [[piazza Carlo Felice]] e di zona stazione [[Porta Nuova]], per poi contribuire alla progettazione di altre numerose case e edifici, sempre in centro. Alcuni esempi di sue creazioni furono il rifacimento del convento di suore di [[San Salvario]], altri palazzi di zona [[Crocetta (Torino)|Crocetta]], sala e scalone di Palazzo Masino in via Alfieri, la Galleria Natta (questa chiamata poi Geisser, quindi demolita nel [[1937]] e ricostruita come [[Galleria San Federico]]), il palazzo Antonino, i saloni del caffè Nazionale, etc.
Nel [[1860]] divenne consigliere comunale, quindi assessore ai lavori pubblici <ref>https://www.museotorino.it/view/s/9810450a4e4a42b08b0f7ddd625af406</ref>, poi commissario alle Belle Arti di Torino, nonché riformatore dei piani regolatori edilizi e viabilità municipali, infine insignito del titolo di commendatore dell'[[Ordine Mauriziano]] direttamente dal reRe [[Umberto I]].
 
Nel [[1870]] progettò la sua casa, dove poi abitò fino alla morte, in [[piazza Solferino (Torino)|piazza Solferino]] angolo [[via Cernaia]], e cioè adiacente al [[Teatro_Vittorio_Alfieri_Teatro Vittorio Alfieri (Torino)|teatro Alfieri]]. Di quest'ultimo fu infatti anche co-proprietario, e sempre dinonché suoprogettatore progetto ladella facciata del teatrodell'edificio, sia quella preesistente del [[1855]] che quella del [[1877]], poiché (il teatro subì un incendio nel [[1858]]).<ref>https://mole24.it/2018/11/16/barnaba-panizza-architetto-progettato-teatro-alfieri/</ref>
Nel [[1860]] divenne consigliere comunale, quindi assessore ai lavori pubblici, poi commissario alle Belle Arti di Torino, nonché riformatore dei piani regolatori edilizi e viabilità municipali, infine insignito del titolo di commendatore dell'[[Ordine Mauriziano]] direttamente dal re [[Umberto I]].
 
Nella vita privata, Panizza si sposò ed ebbe cinque figli, ma la sua vita fu marcatamente funestata, dapprima dalla morte del figlio Lorenzo (1839-1858) suo primogenito maschio diciannovenne, quindi della moglie nel [[1868]], e infine delle altre quattro figlie (Leocadia (+1876), Virginia (1841-1919), Prospera (c.1844-1882) e Balbina (c.1849-1872)) e dei loro rispettivi consorti ([[Edoardo Pecco]] (1823-1886), Giuseppe Lanino (1832-1907), [[Pietro Carrera (architetto)|Pietro Carrera]] e Carlo Taricco).
Nel [[1870]] progettò la sua casa, dove poi abitò fino alla morte, in [[piazza Solferino]] angolo [[via Cernaia]], adiacente al [[Teatro_Vittorio_Alfieri_(Torino)|teatro Alfieri]]. Di quest'ultimo fu anche co-proprietario, e sempre di suo progetto la facciata del teatro, sia quella del [[1855]] che quella del [[1877]] (il teatro subì un incendio nel [[1858]]).
 
== Note ==
Sposato e con quattro figli, la sua vita fu funestata dapprima dalla morte del primogenito maschio, quindi della moglie nel [[1868]], e infine delle altre tre figlie e dei loro consorti.
 
<references />
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
* [{{cita web | 1 = http://digit.biblio.polito.it/270/1/1895_001b.pdf | 2 = Documenti commemorativi della sua morte dell'epoca] | accesso = 15 luglio 2013 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20160304204245/http://digit.biblio.polito.it/270/1/1895_001b.pdf | dataarchivio = 4 marzo 2016 | urlmorto = sì }}
 
{{portale|architettura|biografie|Torino}}
[[Categoria:Architetti figli d'arte]]