Margarete Buber-Neumann: differenze tra le versioni

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{{F|biografiescrittori tedeschi|luglio 2013}}
{{Bio
|Nome = Margarete
|Cognome = Buber -Neumann
|Sesso = F
|LuogoNascita = Potsdam
Riga 14:
|Attività2 = giornalista
|Nazionalità = tedesca
|Immagine = Margarete Buber-Neumann.jpg
}} AttivistaCompagna del dirigente del [[Comunismo|comunistaPartito Comunista di Germania]] (KPD) [[Heinz Neumann]] ed essa stessa attivista comunista, venne imprigionata sia in un [[gulag]] che in un [[lager]].
 
== Biografia ==
Nacque come '''Margarete Thüring'''. Margarete Buber-Neumann ebbe un'educazione come maestra di scuola materna e all'età di venti anni aderì alla [[Lega della Gioventù Comunista di Germania]] (KJVD) e nel 1926 al [[Partito Comunista di Germania]] (KPD).
 
Margarete Buber-Neumann ebbe un'educazione come maestra di scuola materna e all'età di venti anni entrò a far parte del ''[[Kommunistischen Jugendverband Deutschlands]]'' ([[KJVD]]) (letteralmente: Unione giovanile comunista tedesca) e dal [[1926]] del Partito Comunista Tedesco (''Kommunistische Partei Deutschlands, KPD'' ). Nel [[1922]] sposò [[Rafael Buber]], figlio di [[Martin Buber]] [[Filosofia della religione|filosofo religiosodella religione]] ebreo. Dal matrimonio nacquero due figlie, Barbara e Judith (quest'ultima moglie del filosofo israeliano [[Joseph Agassi]]). Nel [[1929]] divorziò da Buber, dopo che già da quattro anni vivevano divisi. Le ragioni della fine del matrimonio furono legate al graduale distacco del marito dal movimento comunista, verso il quale la Buber adottò invece sin dall'inizio una partecipazione totale, sacrificando la sua stessa esistenza personale. Le conseguenze di questa sua militanza esclusiva sul rapporto con le figlie furono pesanti: una sentenza del tribunale del 1928 le sottrasse la [[patria potestà]] sulle bambine, che vennero affidate alla cura della suocera [[Paula Winkler|suocera]]. Tra il 1928 e il 1934 le poté vedere solo due volte all'anno. Negli anni successivi e fino al 1947 non riuscì ad avere più contatti con loro (allevate dai nonni paterni nella [[Ebraismo|fede ebraica]], Barbara e Judith abbandonarono con loro la Germania nel marzo del 1938 per sfuggire alle [[Leggi di Norimberga|persecuzioni razziali]], e non ebbero alcuna possibilità di comunicare con la madre sino al 1947, anno in cui si rividero in Svezia). Di questa perdita la Buber, che mantenne con le figlie un amorevole rapporto nel corso della sua intera esistenza, ebbe a soffrire in modo significativo: "Facendo parte del Partito comunista, una militante deve rinunciare alla sua vita personale", scriverà con dolore nella sua autobiografia.
1928 e il 1934 le poté vedere solo due volte all’anno. Negli anni successivi e fino al 1947 non riuscì ad avere più contatti con loro (allevate dai nonni paterni nella [[Ebraismo|fede ebraica]], Barbara e Judith abbandonarono con loro la Germania nel marzo del 1938 per sfuggire alle persecuzioni razziali, e non ebbero alcuna possibilità di comunicare con la madre sino al 1947, anno in cui si rividero in Svezia). Di questa perdita la Buber, che mantenne con le figlie un amorevole rapporto nel corso della sua intera esistenza, ebbe a soffrire in modo significativo: "Facendo parte del Partito comunista, una militante deve rinunciare alla sua vita personale", scriverà con dolore nella sua autobiografia.
 
[[File:Female prisoners in Ravensbrück chalk marks show selection for transport.jpg|thumb|upright=1.3|Donne del campo di Ravensbrück nell'aprile del 1945 che aspettano la liberazione]]
Buber-Neumann sposò quindi [[Heinz Neumann]], membro del [[Politbüro]] del KPD e parlamentare del [[Reichstag (istituzione)|Reichstag]]. Nel [[1933]], con l'avvento di [[Adolf Hitler|Hitler]] al potere, i coniugi emigrarono in [[Spagna]] prima, e in [[Svizzera]] poi. Nel [[1935]] Heinz e Margarete si stabilirono definitivamente a [[Mosca]], dove Heinz Neumann due anni più tardi ([[1937]]) venne arrestato, condannato a morte e giustiziato. Come moglie di un ''elemento socialmente pericoloso'' nel [[1938]] Margarete Buber-Neumann fu condannata alla detenzione per dieci anni in un [[gulag]] presso [[Karaganda]] ([[Kazakistan]]). Nel [[1940]] fu riconsegnata alla [[Germania]] dove, essendo comunista, fu internata nel [[lager]] di [[Campo di concentramento di Ravensbrück]]. Qui conobbe la giornalista [[Cecoslovacchia|ceca]] e membro della resistenza [[Milena Jesenská]]. Il 21 aprile [[1945]] fu liberata dal campo di concentramento e poté ritornare dalla propria madre in [[Thierstein (Fichtelgebirge)|Thierstein]]. Nel 1949, testimoniò insieme a numerosi altri ex-prigionieri del Gulag a favore di [[Viktor Andrijovyč Kravčenko]] nel cosiddetto ''processo del secolo'' contro il settimanale del partito comunista francese ''Les Lettres Françaises'', che calunniò Kravčenko per le rivelazioni sul regime sovietico pubblicate nel suo libro ''Ho scelto la libertà''. Sia il libro che il processo ebbero grande risonanza internazionale.
 
Buber-Neumann si legò quindi a [[Heinz Neumann]], membro del [[Politbüro]] del KPD e parlamentare del [[Reichstag (Repubblica di Weimar)|Reichstag]]. In uno dei suoi libri autobiografici, Buber-Neumann riporta che durante la sua militanza nel KPD incontrò lo scrittore rumeno [[Panait Istrati]], il quale aveva visitato l'[[Unione Sovietica]] di [[Iosif Stalin]] e cercò di mettere in guardia lei e altri comunisti tedeschi circa «l'ingiustizia, il banditismo e il terrore» che caratterizzavano il Paese guida del comunismo internazionale. Tuttavia, Buber-Neumann si impose di non credere a quanto riferito da Istrati per disciplina di partito: «In me [...] si era prodotto un fenomeno strano: una parte del mio io sapeva che quell'uomo stava dicendo la verità, ma l'istinto di autoconservazione di chi ha abbracciato una fede politica mi costringeva a considerarlo un bugiardo»<ref>{{cita|Buber-Neumann 1966|p. 138}}.</ref>.
 
Buber-Neumann sposò quindi [[Heinz Neumann]], membro del [[Politbüro]] del KPD e parlamentare del [[Reichstag (istituzione)|Reichstag]]. Nel [[1933]], con l'avvento di [[Adolf Hitler|Hitler]] al potere, ila coniugicoppia emigraronoemigrò in [[Spagna]] prima, e in [[Svizzera]] poi. Nel [[1935]] Heinz e Margarete si stabilirono definitivamente a [[Mosca (Russia)|Mosca]], nell'[[hotel Lux]], dove Heinz Neumann due anni più tardi ([[1937]]) venne arrestato, condannato a morte e giustiziato. Come mogliecompagna di un ''"elemento socialmente pericoloso''", nel [[1938]] Margarete Buber-Neumann fu condannata alla detenzione per dieci anni in unnel [[Karlag|gulag]] pressodi [[Karaganda]] ([[Repubblica Socialista Sovietica Kazaka|Kazakistan]]). Nel [[1940]] fu riconsegnata alla [[Germania nazista|Germania]] dove, essendo comunista, fu internata nel [[lager]] di [[Campo di concentramento di Ravensbrück|Ravensbrück]]. Qui conobbe la giornalista [[Cecoslovacchiacechi|ceca]] e membro della resistenza [[Milena Jesenská]]. Il 21 aprile [[1945]] fu liberata dal campo di concentramento e poté ritornare dalla propria madre in [[Thierstein (Fichtelgebirge)|Thierstein]]. Nel 1949, testimoniò insieme a numerosi altri ex-prigionieri del Gulaggulag a favore di [[Viktor AndrijovyčAndreevič Kravčenko]] nel cosiddetto ''[[processo del secolo'']] contro il settimanale del partito[[Partito comunistaComunista franceseFrancese]] ''Les Lettres Françaises'',<ref>{{Cita libro|autore = Tzvetan Todorov|titolo = L'uomo spaesato. I percorsi dell'appartenenza|anno = 1997|editore = Donzelli|città = |p = 65|ISBN = 978-88-7989-318-3|traduttore = M. Baiocchi}}</ref> che calunniò Kravčenko per le rivelazioni sul regime sovietico pubblicate nel suo libro ''Ho scelto la libertà''. Sia il libro che il processo ebbero grande risonanza internazionale.
 
Dopo la [[seconda guerra mondiale]] lavorò come [[giornalista pubblicista|pubblicista]].
 
L'esperienza della sua prigionia è stata da lei descritta nel libro autobiografico ''Prigioniera di [[Stalin]] e Hitler'', pubblicato nel 1948.
 
== Opere ==
* {{Cita libro|titolo=Prigioniera di Stalin e Hitler (Als Gefangene bei Stalin und Hitler. Eine Welt im Dunkel, 1949)|trad=M. Margara|edizione=Collana Storia/memoria|editore=Il Mulino|città=Bologna|anno=1994}}
* ''Da Potsdam a Mosca. Tappe di una strada sbagliata'' (''Von Potsdam nach Moskau''), Bologna, Il Mulino, 2000.
* {{Cita libro|titolo=Da Potsdam a Mosca|titolooriginale=Von Potsdam nach Moskau. Stationen eines Irrweges|trad=Giorgio Backaus|edizione=Collana Biblioteca di storia contemporanea|editore=Il Saggiatore|città=Milano|anno=1966|annooriginale=1957|cid=Buber-Neumann 1966}} Ristampa italiana: ''Da Potsdam a Mosca. Tappe di una strada sbagliata'', Bologna, [[Il Mulino]], 2000.
* ''Prigioniera di Stalin e Hitler'' (''Als Gefangene bei Stalin und Hitler''), Bologna, Il Mulino, 2005. ISBN 8815105018
* {{Cita libro|titolo=Milena. L'amica di Kafka (Milena, Kafkas Freundin, 1963-77)|trad=Caterina Zaccaroni|edizione=La Collana dei casi|editore=Adelphi|città=Milano|anno=1986}}
* ''Die erloschene Flamme''. ISBN 3-548-33107-6
* {{Cita libro|lingua=de|titolo=Kriegsschauplätze der Weltrevolution. Ein Bericht aus der Praxis der Komintern 1919-1943|editore=Seewald|città=Stuttgart|anno=1967}}
* ''Milena'' (über ihre Freundin und Ravensbrücker Mitgefangene [[Milena Jesenská]]), ISBN 3-548-30388-9
* {{Cita libro|lingua=de|titolo=Die erloschene Flamme: Schicksale meiner Zeit|anno=1976|isbn=3-548-33107-6}}
* {{Cita libro|lingua=de|titolo="Freiheit, du bist wieder mein"... Die Kraft zu überleben|editore=Georg Müller Verlag|anno=1978}}
 
== Note ==
<references/>
 
== Voci correlate ==
* [[Heinz Neumann]]
* [[Karlag]]
* [[Campo di concentramento di Ravensbrück]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
 
{{Premio Elba}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|comunismo|letteratura}}
 
[[Categoria:Politici del Partito Comunista di Germania]]
[[Categoria:Detenuti nei gulag]]
[[Categoria:Superstiti dei campi di concentramento nazisti]]