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[[File:Wolf von Hoyer, Psyche.jpg|min|[[Psiche (mitologia)|Psiche]], personificazione dell'anima nella [[mitologia greca]]]]
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L{{'}}'''anima''' (dal [[lingua latina|latino]] ''anima'', connesso col [[lingua greca antica|greco]] ''ànemos'' «soffio», «vento»), in molte [[religioni]], [[tradizioni]] [[spiritualità|spirituali]] e [[filosofia|filosofie]], è la parte [[vita]]le e spirituale di un [[essere vivente]], comunemente ritenuta distinta dal [[corpo umano|corpo]] fisico.<ref name=":0">Emilio Morselli, ''Dizionario filosofico'', p. 11, Milano, Signorelli editore, 1961.</ref> Tipicamente veniva assimilata al [[Respirazione (fisiologia umana)|respiro]] (donde la sua etimologia).<ref name=":0" /> Originariamente espressione dell{{'}}''essenza'' di una [[personalità]], intesa come sinonimo di «[[spirito (filosofia)|spirito]]», o «[[Io (filosofia)|io]]», a partire dall'età moderna venne progressivamente identificata soltanto con la «[[mente]]» o la [[coscienza (psicologia)|coscienza]] di un [[essere umano]].<ref>Cioè con la ''[[res cogitans]]'' di [[Cartesio]] (''Enciclopedia Treccani'' alla voce omonima).</ref> Nell'anima è spesso implicita l'idea di una sostanziale [[unità psicofisica|unità]] e immutabilità di fondo che permane ai mutamenti del corpo e presiede alle sue funzioni.<ref>''Enciclopedia Treccani'' alla voce omonima.</ref> Le religioni monoteiste affermano che sia [[Dio (cristianesimo)|Dio]] a creare o generare le anime. In alcune culture si attribuisce l'anima a esseri viventi non umani e, talvolta, anche a oggetti (come i [[fiumi]]), una credenza nota come [[animismo]].
 
I termini «anima» e «[[spirito (filosofia)|spirito]]» vengono spesso usati come sinonimi, sebbene il primo possa essere maggiormente legato al principio [[vitalismo|vitale]] di una persona,<ref name=treccani>{{cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/anima_%28Dizionario-di-filosofia%29/|titolo=Anima|opera=Dizionario di filosofia|anno=2009}}</ref> mentre in una [[antropologia tripartita|visione tripartita dell'essere umano]] essa svolga una funzione intermediaria tra spirito e corpo.<ref>{{cita web|url=https://books.google.it/books?id=W5qj9FM6e24C&newbks=1&newbks_redir=0&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q=paolo%20triadica%20anima%20spirito%20corpo&f=false|titolo=Dante e la gnosi|autore=Adriano Lanza|p=83|editore=Mediterranee|città=Roma|anno=1990}}</ref>
[[File:Wolf von Hoyer, Psyche.jpg|thumb|125px|right|[[Psiche]], personificazione dell'anima nella [[mitologia greca]]]]
L''''anima''' (dal [[lingua latina|latino]] ''anima'', connesso col [[lingua greca|greco]] ''ànemos'', «soffio», «vento»), in molte [[religioni]], [[tradizioni]] [[spiritualità|spirituali]] e [[filosofia|filosofie]], è la parte vitale e spirituale di un [[essere vivente]], comunemente ritenuta indipendente dal [[corpo umano|corpo]], poiché distinta dall'elemento fisico. Tipicamente viene identificata con la [[coscienza (filosofia)|coscienza]] e la [[personalità]] di un [[essere umano]], e può essere sinonimo di «[[spirito (filosofia)|spirito]]», «[[mente]]» o «[[Io (filosofia)|io]]».
 
Anche le parole «anima» e «[[psiche]]» possono essere considerate come sinonimi, sebbene «psiche» abbia connotazioni relativamente più fisiche, mentre l'anima è collegata più strettamente alla [[metafisica]] e alla religione. Nella [[Grecia antica]] si faceva a volte riferimento all'anima con il termine ''psyche'', da collegare con ''psychein'', che analogamente ad ''anemos'' significa «respirare», «soffiare».<ref>''{{cita testo|url=http://www.etimo.it/?term=psiche|titolo=Dizionario etimologico}}''.</ref> Nell'[[Induismo]] in generale si fa riferimento all'[[Ātman]].<ref>''Ātman'' analogamente è collegato al significato di «respirare», «soffiare» (M. Monier-Williams, ''Sanskrit-English Dictionary'', Oxford, Clarendon Press, 1872; Margaret Stutley e James Stutley, ''Dizionario dell'Induismo'', Roma, Ubaldini, 1980, pag. 46.)</ref>
Nell'anima è spesso implicita l'idea di una sostanziale [[unità psicofisica|unità]] e immutabilità di fondo che permane ai mutamenti del corpo, e presiede alle sue funzioni. Alcune religioni postulano che sia [[Dio]] a creare o generare le anime. In alcune culture si attribuisce l'anima ad esseri viventi non umani e, talvolta, anche ad oggetti (come i [[fiumi]]), una credenza nota come [[animismo]].
 
Una differenza di estensione concettuale esiste poi tra i termini italiani «anima» e «[[#Animo|animo]]», dalla stessa origine etimologica, ma quest'ultimo viene usato con significati più limitati rispetto al primo.<ref name=animo/>
I termini «anima» e «spirito» vengono spesso usati come sinonimi, anche se il primo è maggiormente legato al concetto di [[individuo|individualità]] di una persona.<ref>[http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/sites/default/BancaDati/Vocabolario_online/A/VIT_III_A_005783.xml Vocabolario Treccani].</ref>
 
== Antichità ==
Anche le parole «anima» e «[[psiche]]» possono essere considerate come sinonimi, sebbene «psiche» abbia connotazioni relativamente più fisiche, mentre l'anima è collegata più strettamente alla [[metafisica]] e alla religione. Nella [[Grecia antica]] si faceva a volte riferimento all'anima con il termine ''psyche'', da collegare con ''psychein'', «respirare», «soffiare».
 
=== Antico Egitto ===
Nell'[[Induismo]] in generale si fa riferimento all'[[Ātman]].
Per gli [[antichi Egizi]], l'[[anima nella religione dell'antico Egitto|essenza spirituale dell'uomo]] è costituita da tre elementi soprannaturali: l'[[Akh (mitologia)|akh]], il [[Ba (mitologia)|ba]], e il [[Ka (mitologia)|ka]].
 
=== Persia ===
Una differenza di estensione concettuale esiste poi tra i termini italiani "anima" e "animo" dalla stessa origine etimologica ma che viene usato con significati più limitati rispetto ad anima. Animo infatti viene riferito a mente ([[attenzione]], inclinazione), pensiero, memoria, luogo degli affetti e dei sentimenti, come origine della volontà (proposito), disposizione di spirito, coraggio.<ref>Cfr. ''Vocabolario Treccani'' alla voce corrispondente</ref>
Anche nello [[Zoroastrismo]] persiano esisteva l'idea dell'anima e di un giudizio dopo la morte, tanto che le anime dovevano attraversare un sottilissimo ponte, il [[Cinvat]].
 
=== Iran ===
== Il concetto di anima nella filosofia occidentale ==
E così pure il [[Mitraismo]] iranico predicava una via iniziatica per la salvezza dell'anima.
=== Greci ===
Il concetto di anima compare la prima volta con [[Socrate]], il quale ne fece il centro degli interessi della filosofia. Prima di lui, i filosofi erano soliti occuparsi di questioni attinenti al mondo o la [[natura]], e la nozione di anima possedeva connotati esclusivamente [[mitologia|mitologici]], ad esempio negli autori epici come [[Omero]] e [[Virgilio]], dove era assimilata ad un "soffio" che abbandona il corpo nel momento della morte;<ref>Si tratta di una concezione evanescente dell'anima, ritenuta simile a un "soffio" o in certi casi al suono di un singhiozzo, che come ha illustrato [[Manara Valgimigli]] permeava l'immaginario greco fino a tutta l'età pre-socratica: «Il termine greco che designa l'anima (''"psyche"'') indica in origine più genericamente la vita. Quando l'anima ''se ne va'', ''se ne va'' la vita; la morte è dunque un fuggire della vita o dell'anima. Si può parlare di una sopravvivenza dell'anima in qualche forma, proprio perché l'anima ''se ne va'', ma si tratta comunque di una sopravvivenza in forma diminuita; l'anima del defunto è solo un'immagine (''"èidolon"'') sbiadita, che ha perso il suo vigore vitale, cioè, in generale, le facoltà nelle quali consiste propriamente il vivere, dalla volontà alla coscienza» (cit. in Platone, ''Fedone'', traduzione di Manara Valgimigli, a cura di Bruno Centrone, Biblioteca Filosofica Laterza, Bari 2005, pag. 8).</ref> allora si riteneva che essa avesse soltanto la consistenza di un'ombra, capace di sopravvivere nell'[[Ade (regno)|Ade]] ma senza più poter esplicare la sua energia vivificatrice.
 
=== Antica Grecia ===
È solo con Socrate, e col suo discepolo [[Platone]], che sarà utilizzato il termine ''psyché'' (anima) per designare il mondo interiore dell'uomo, a cui viene ora assegnata piena dignità.
Nel mondo della [[Grecia arcaica]], nei [[riti misterici]] dell'[[orfismo]], il corpo fisico è una «prigione» per l'anima, significato sottolineato dall'assonanza dei termini σῶμα (''soma'') = corpo, e σῆμα (''sema'') = tomba, prigione da cui essa deve liberarsi attraverso i [[riti iniziatici]], senza i quali rimane degradata a uno stato di non-esistenza, che la condanna alla [[trasmigrazione]].<ref name=treccani/> Altri culti misterici a carattere [[soteriologico]] furono i [[Misteri di Eleusi]] e i [[misteri dionisiaci]].
 
Con [[Socrate]] per la prima volta il concetto di anima diventa il centro degli interessi della [[filosofia occidentale]]. Prima di lui, i filosofi erano soliti occuparsi di questioni attinenti al [[mondo]] o alla [[natura]], e la nozione di anima possedeva connotati esclusivamente [[mitologia|mitologici]], ad esempio negli autori epici come [[Omero]] e [[Virgilio]], dove era assimilata ad un "soffio" che abbandona il corpo nel momento della morte;<ref>Si tratta di una concezione evanescente dell'anima, ritenuta simile a un "soffio" o in certi casi al suono di un singhiozzo, che come ha illustrato [[Manara Valgimigli]] permeava l'immaginario greco fino a tutta l'età pre-socratica: «Il termine greco che designa l'anima (''"psyche"'') indica in origine più genericamente la vita. Quando l'anima ''se ne va'', ''se ne va'' la vita; la morte è dunque un fuggire della vita o dell'anima. Si può parlare di una sopravvivenza dell'anima in qualche forma, proprio perché l'anima ''se ne va'', ma si tratta comunque di una sopravvivenza in forma diminuita; l'anima del defunto è solo un'immagine (''"èidolon"'') sbiadita, che ha perso il suo vigore vitale, cioè, in generale, le facoltà nelle quali consiste propriamente il vivere, dalla volontà alla coscienza» (cit. in Platone, ''Fedone'', traduzione di Manara Valgimigli, a cura di Bruno Centrone, Biblioteca Filosofica Laterza, Bari 2005, pag. 8).</ref> allora si riteneva che essa avesse soltanto la consistenza di un'[[ombra]], capace di sopravvivere nell'[[Ade (regno)|Ade]] ma senza più poter esplicare la sua energia vivificatrice.
{{quote|Il concetto di [[psiche]] inventato da [[Socrate]] e codificato da [[Platone]] è centrale a questo proposito: Socrate diceva che il compito dell'uomo è la cura dell'anima: la [[psicoterapia]], potremmo dire. Che poi oggi l'anima venga interpretata in un altro senso, questo è relativamente importante. Socrate per esempio non si pronunciava sull'[[immortalità]] dell'anima, perché non aveva ancora gli elementi per farlo, elementi che solo con Platone emergeranno. Ma, nonostante più di duemila anni, ancora oggi si pensa che l'essenza dell'uomo sia la ''psyche''. Molti, sbagliando, ritengono che il concetto di anima sia una creazione [[cristianesimo|cristiana]]: è sbagliatissimo. Per certi aspetti il concetto di anima e di immortalità dell'anima è contrario alla dottrina cristiana, che parla invece di [[risurrezione]] dei corpi. Che poi i primi pensatori della [[Patristica]] abbiano utilizzato categorie filosofiche greche, e che quindi l'apparato concettuale del cristianesimo sia in parte ellenizzante, non deve far dimenticare che il concetto di ''psyche'' è una grandiosa creazione dei greci. L'[[Civiltà occidentale|Occidente]] viene da qui.|[[Giovanni Reale]], ''Storia della filosofia antica'', Vita e pensiero, Milano 1975}}
 
È solo con Socrate, tuttavia, e col il suo successore [[Platone]], che sarà utilizzato il termine ''psyché'' («anima») per designare il mondo interiore dell'uomo, a cui viene ora assegnata piena dignità.<ref>Francesco Sarri, ''Socrate e la genesi storica dell'idea occidentale di anima'', Abete, 1975.</ref>
Secondo [[Platone]], l'anima è per sua natura simbolo di purezza e spiritualità. Ha la sua origine nel soffio divino (da cui il significato stesso della parola, ossia: ''vento'', ''soffio''). Essa non ha un inizio, in quanto è ingenerata; ed è immortale e incorporea. L'anima presente in ogni uomo sarebbe inoltre un frammento dell'[[anima del mondo]].<ref>Platone, ''[[Timeo (dialogo)|Timeo]]'', VIII, 34-37.</ref> Secondo la contrapposizione [[Gnosticismo|gnostica]] tra [[Dio]] (pura perfezione, bene) e [[materia (filosofia)|materia]] (imperfezione, male), ripresa dallo stesso Platone, l'anima sarebbe stata calata da Dio in un corpo materiale e perciò contaminata dall'intrinseca malvagità della materia stessa.
{{Citazione|Il concetto di [[psiche]] inventato da [[Socrate]] e codificato da [[Platone]] è centrale a questo proposito: Socrate diceva che il compito dell'uomo è la cura dell'anima: la [[psicoterapia]], potremmo dire. Che poi oggi l'anima venga interpretata in un altro senso, questo è relativamente importante. Socrate per esempio non si pronunciava sull'[[immortalità]] dell'anima, perché non aveva ancora gli elementi per farlo, elementi che solo con Platone emergeranno. Ma, nonostante più di duemila anni, ancora oggi si pensa che l'essenza dell'uomo sia la ''psyche''. Molti, sbagliando, ritengono che il concetto di anima sia una creazione [[cristianesimo|cristiana]]: è sbagliatissimo. Per certi aspetti il concetto di anima e di immortalità dell'anima è contrario alla dottrina cristiana, che parla invece di [[risurrezione]] dei corpi. Che poi i primi pensatori della [[Patristica]] abbiano utilizzato categorie filosofiche greche, e che quindi l'apparato concettuale del cristianesimo sia in parte ellenizzante, non deve far dimenticare che il concetto di ''psyche'' è una grandiosa creazione dei greci. L'[[Civiltà occidentale|Occidente]] viene da qui.|[[Giovanni Reale]], ''Storia della filosofia antica'', Vita e pensiero, Milano 1975}}
 
Secondo [[Platone]], l'anima è per sua natura simbolo di purezza e spiritualità, in quanto affine alle [[idee]]. Nel decimo capitolo del dialogo delle ''[[Leggi (dialogo)|Leggi]]'', si afferma che l'anima è immateriale, incorporea e costituita dalla sostanza degli dei. Il ''[[Timeo (dialogo)|Timeo]]'' introduce la nozione di un'[[Anima del mondo]] che genera le anime particolari.<ref>{{cita web|url=https://www.platon.it/teoria/principio-spirito-anima/|titolo=Principio, spirito, anima}}</ref><ref>{{cita libro|autore=Franco Trabattoni |coautori=Antonello La Vergata, Stefano Simonetta |titolo=Filosofia, cultura, cittadinanza – La filosofia antica e medievale |editore=La Nuova Italia |città=Firenze |ISBN=978-88-221-6763-7 |pp=158,176}}</ref> Queste hanno origine nel soffio divino (da cui il significato stesso della parola, ossia: ''vento'', ''soffio'') ed è ripartita, secondo il ''[[mito del carro e dell'auriga]]'', in tre attività: quella razionale (''[[logos|loghistòn]]'') che funge da guida, quella volitiva-irascibile (''[[thumos|thumoeidès]]'') animata dal coraggio, e quella [[concupiscenza|concupiscibile]] (''[[appetizione|epithymetikòn]]'') soggetta ai [[desiderio (filosofia)|desideri]].<ref>E. Morselli, ''op. cit.'', pag. 11. La stessa tripartizione viene riproposta da Platone nella concezione politica dello Stato organizzato secondo ragione, in analogia ad un organismo vivente</ref> L'anima presente in ogni uomo sarebbe inoltre un frammento dell'[[anima del mondo]].<ref>Platone, ''[[Timeo (dialogo)|Timeo]]'', VIII, 34-37.</ref> Secondo la contrapposizione [[Gnosticismo|gnostica]] tra [[Dio]] (pura perfezione, bene) e [[materia (filosofia)|materia]] (imperfezione, male), ripresa dallo stesso Platone, l'anima sarebbe stata calata da Dio in un corpo materiale e perciò contaminata dall'intrinseca malvagità della materia stessa.<ref>«Le anime, pertanto, si accalcano e si urtano tra loro e, riempitesi di malvagità, perdono le ali e precipitano sulla terra dove si incarnano, dando avvio a un ciclo di [[reincarnazione|reincarnazioni]]» (Platone, ''Fedro'', trad. in Luciano Zamperini, ''Platone. Un maestro del pensiero occidentale'', p. 90, Firenze, Giunti, 2003).</ref>
Nel tentativo di superare il dualismo platonico, [[Aristotele]] intende l'anima come ''[[entelechia]]'': essa non è distinta dal corpo, ma coincide con la sua forma. L'anima per lui rappresenta la capacità di realizzare le potenzialità vitali del corpo, e dunque non è da questo separabile; per conseguenza, sarebbe mortale, anche se si tratta di una conclusione su cui egli non dà un giudizio definitivo.<ref>Aristotele afferma in proposito: «Se rimanga qualcosa dopo l'individuo, è una questione ancora da esaminare. In alcuni casi, nulla impedisce che qualcosa rimanga: per esempio, l'anima può essere una cosa di questo genere, non tutta, ma solo la parte intellettuale; perché è forse impossibile che tutta l'anima sussista anche dopo» (''Metafisica'', Λ 3, 1070 a 24-26).</ref> Un principio di [[eternità]] riposa in effetti nell'anima intellettiva, che però opera senza il supporto di un organo corporeo. Aristotele non chiarisce i rapporti tra quest'anima e le altre, né se l'eternità dell'anima intellettiva sia anche individuale; del problema discuterà la filosofia medievale.<ref>Paolo Rossi (a cura di), ''Dizionario di filosofia'', La Nuova Italia, Firenze, 2000</ref>
 
Di tale principio Aristotele distingue invece le funzioni, personificandole in tre anime:
Nel tentativo di superare il dualismo platonico, [[Aristotele]] intende l'anima come ''[[entelechia]]'': essa non è distinta dal corpo, ma coincide con la sua forma. L'anima per lui rappresenta la capacità di realizzare le potenzialità vitali del corpo, e dunque non è da questo separabile; per conseguenza, sarebbe mortale, anche se si tratta di una conclusione su cui egli non dà un giudizio definitivo.<ref>Aristotele afferma in proposito: «Se rimanga qualcosa dopo l'individuo, è una questione ancora da esaminare. In alcuni casi, nulla impedisce che qualcosa rimanga: per esempio, l'anima può essere una cosa di questo genere, non tutta, ma solo la parte intellettuale; perché è forse impossibile che tutta l'anima sussista anche dopo» (''Metafisica'', Λ 3, 1070 a 24-26).</ref> Un principio di [[eternità]] riposa in effetti nell'anima intellettiva, che però opera senza il supporto di un organo corporeo. Aristotele non chiarisce i rapporti tra quest'anima e le altre, né se l'eternità dell'anima intellettiva sia anche individuale; del problema discuterà la [[filosofia medievale]].<ref>Paolo Rossi (a cura di), ''Dizionario di filosofia'', La Nuova Italia, Firenze, 2000</ref> Di tale principio Aristotele distingue invece le [[facoltà (filosofia)|funzioni]], personificandole in tre livelli della medesima anima:
* ''anima vegetativa'', che governa le funzioni fisiologiche [[istinto|istintive]] (quelle che noi chiamiamo "animali", appunto: nutrizione, crescita, riproduzione);
* ''anima sensitiva'', che presiede al movimento e all'attività sensitiva;
* ''anima intellettiva'', che è la fonte del pensiero razionale e governa la conoscenza, la volontà e la scelta.
 
Per [[Plotino]], che rigetta la definizione aristotelica dell'anima come "[[potenza e atto|atto]]" di un [[corpo (filosofia)|corpo]] vivo solo in potenza,{{#tag:ref|''[[Enneadi]]'', IV, 7, 8. Citato in: {{cita libro|url=https://www.academia.edu/43150486/Dispensa_del_corso_Limmortalit%C3%A0_dellanima_e_la_vita_dellanima_separata_secondo_san_Tommaso_2019_2020_?email_work_card=title|titolo=Dispensa del corso : L'immortalità dell'anima e la vita dell'anima separata secondo san Tommaso (2019-2020)|capitolo=1.4-Il pensiero ellenistico: Plotino|autore-capitolo=Serge-Thomas Bonino, O.P.|p=20}} Una definizione equivalente era quella per la quale "l'Animaanima è necessariamente la terza [[Ipostasisostanza (filosofia)|sostanza]] enel teologiasenso di [[Forma (filosofia)|forma]] di un corpo naturale che possiede in potenza la vita".<ref>''Cat.'' 2,1a20 SS. Citato in:{{cita web|url=https://www.academia.edu/5537665/Se_lanima_sia_entelechia_del_corpo_alla_maniera_di_un_nocchiero_rispetto_alla_nave_Plotino_IV_3_21_su_Aristotele_De_anima_II_1_413a8_9|p=73|titolo=Se l'anima sia entelechia del corpo alla maniera di un nocchiero rispetto alla nave". Plotino IV 3, 21 su Aristotele De anima II 1, 413a8-9|autore=Giovanna R. Giardina|via={{cita testo|url=https://archive.is/20220625174206/https://www.academia.edu/5537665/Se_lanima_sia_entelechia_del_corpo_alla_maniera_di_un_nocchiero_rispetto_alla_nave_Plotino_IV_3_21_su_Aristotele_De_anima_II_1_413a8_9|titolo=archive.is}}}}</ref>}} l'Anima è la terza [[ipostasi]], la cui essenza è immortale, intellettiva e divina. Vi è un'anima universale, emanazione della sovra-realtà dell'[[Intelletto]], che plasma e vitalizza l'intero universo (diventando [[Anima del mondo]]), e anime individuali, per tutti gli esseri viventi. Seguendo il ''[[Timeo (dialogo)|''Timeo'']]'' di [[Platone]], Plotino attribuisce anime anche agli astri e ai pianeti.
 
La singolarità del pensiero di questo filosofo riguardo l'anima sta nel suo averla sdoppiata in "Anima superiore", originaria e legata al divino, e "Anima inferiore" (appunto Anima del mondo), preposta al governo del cosmo o, nel caso degli individui, al governo del corpo.
====La doppia anima====
La singolarità del pensiero di questo filosofo riguardo all'anima sta nel suo averla sdoppiata in "Anima superiore", originaria e legata al divino, e "Anima inferiore" (appunto Anima del mondo), preposta al governo del cosmo o, nel caso degli individui, al governo del corpo.
 
L'anima originaria per il filosofo non è mai oggetto di "caduta" e non discende mai nel mondo materiale. La discesa nel corpo consiste infatti in una propensione ("inclinazione") verso il sensibile e il particolare che si realizza in una sorta di emanazione.<ref>Plotino, ''Enneadi'', I 1, 12.</ref> L'anima originale (a. superiore) produce così una specie di riflesso, una seconda parte dell'anima (a. inferiore) la cui funzione consiste nel muovere e guidare il corpo. Ciò avviene sia a livello individuale (ogni essere vivente possiede infatti un'anima superiore rivolta all'Intelletto e in perenne contemplazione, e un'anima inferiore, visibile come governo dell'anima e identificata con l'Io terreno) che a livello universale (l'Anima ipostasi, che procede dall'intelletto, emana da sé l'anima del mondo - l'anima inferiore dell'universo - che plasma e muove armoniosamente il tutto).
Per quanto riguarda l'etica, Plotino ritiene che l'anima superiore sia esente dal peccato e dalla corruzione,<ref>''Ibidem'' I, 1, 9.</ref> questo perché i comportamenti e gli atteggiamenti scorretti sono esclusivamente da riferire all'anima inferire e al suo commercio con la materia.
Il percorso dell'anima e la sua conversione è un processo dell'anima inferiore, che può elevarsi verso le prime realtà attraverso l'unione e il riassorbimento con l'anima superiore.
Le due anime possiedono ciascuna funzioni cognitive proprie:<ref>''Ibid.'' IV, 3, 31.</ref> entrambe sono dotate di capacità di pensiero, anche se si tratta di modalità di pensiero differenti e di [[immaginazione]]. Per Plotino - come per [[Platone]] e [[Aristotele]] - l'immaginazione è funzione della [[memoria (fisiologia)|memoria]], quindi il suo sdoppiamento dà luogo a due tipi diversi di ricordi<ref>''Ibid. IV, 3, 31.</ref> (per l'anima inferiore si tratta ricordi di oggetti sensibili e di esperienze terrene, mentre per l'anima superiore si tratta di [[reminiscenza]]). La comunicazione tra le due anime avviene continuamente in maniera spontanea proprio attraverso il continuo confronto dei ricordi sensibili provenienti dal basso con gli [[archetipi]] contemplati dalla parte superiore.
Le passioni sono invece tipiche dell'anima inferiore, anche se in alcuni passi<ref>Cfr. il trattato III, 5 ''Sull'Amore''.</ref> si parla di passione in riferimento all'anima superiore, si tratta di un desiderio ancestrale che la tiene unita all'Intelletto.
 
Per quanto riguarda l'etica, Plotino ritiene che l'anima superiore sia esente dal peccato e dalla corruzione,<ref>''Ibidem'' I, 1, 9.</ref> questo perché i comportamenti e gli atteggiamenti scorretti sono esclusivamente da riferire all'anima inferiore e al suo commercio con la materia. Il percorso dell'anima e la sua conversione è un processo dell'anima inferiore, che può elevarsi verso le prime realtà attraverso l'unione e il riassorbimento con l'anima superiore.
=== Latini ===
I latini, come è noto, non furono grandi speculatori di pensiero astratto, e utilizzarono serenamente per le proprie speculazioni filosofiche strutture provenienti da altre [[cultura|culture]]. Tanto che il grande filosofo-poeta [[epicureismo|epicureo]] [[Lucrezio]], all'inizio del suo ''[[De rerum natura]]'', afferma di non sapere in cosa consista la natura dell'anima, limitandosi ad accennare alle teorie correnti, compresa quella della [[reincarnazione]], senza mostrare alcun interesse a privilegiarne una:
 
Le due anime possiedono ciascuna funzioni cognitive proprie:<ref name="A">''Ibid.'' IV, 3, 31.</ref> entrambe sono dotate di capacità di pensiero, anche se si tratta di modalità di pensiero differenti e di [[immaginazione]]. Per Plotino - come per [[Platone]] e [[Aristotele]] - l'immaginazione è funzione della [[memoria (fisiologia)|memoria]], quindi il suo sdoppiamento dà luogo a due tipi diversi di ricordi<ref name="A" /> (per l'anima inferiore si tratta di ricordi di oggetti sensibili e di esperienze terrene, mentre per l'anima superiore si tratta di [[reminiscenza (filosofia)|reminiscenza]]). La comunicazione tra le due anime avviene continuamente in maniera spontanea proprio attraverso il continuo confronto dei ricordi sensibili provenienti dal basso con gli [[archetipi]] contemplati dalla parte superiore. Le passioni sono invece tipiche dell'anima inferiore, anche se in alcuni passi<ref>Trattato III, 5 ''Sull'Amore''.</ref> si parla di passione in riferimento all'anima superiore, si tratta di un desiderio ancestrale che la tiene unita all'Intelletto.
{{quote|S'ignora infatti quale sia la natura dell'anima,<br />se sia nata o al contrario s'insinui nei nascenti,<br />se perisca insieme con noi disgregata dalla morte<br />o vada a vedere le tenebre di [[Ade (divinità)|Orco]] e gli immani abissi,<br />o per volere divino s'insinui in animali d'altra specie|Lucrezio, ''De rerum natura'', I, 112-116|''Ignoratur enim quae sit natura animai,<br />nata sit an contra nascentibus insinuetur<br />et simul intereat nobiscum morte dirempta<br />an tenebras Orci visat vastasque lacunas<br />an pecudes alias divinitus insinuet se''|lingua=la}}
 
====L'atomismo====
Riecheggia questa indifferenza filosofica&nbsp;– accanto ad un sentimento personale di compassione&nbsp;– la piccola ode dell'imperatore [[Publio Elio Traiano Adriano|Adriano]], due secoli dopo (i cui primi versi sono noti ai moderni soprattutto per essere stati posti da [[Marguerite Yourcenar|Yourcenar]] in testa alle sue ''[[Memorie di Adriano]]''):
A differenza delle concezioni fin qui prevalenti, [[Democrito]] teorizzava un [[materialismo]] che pure ammetteva l'esistenza di un'anima, comunque mortale, composta dagli atomi sferici del [[fuoco (elemento)|fuoco]].<ref>Il moto degli atomi genera il calore e la respirazione, causa della vita. L'anima è intesa come principio vitale del corpo, cosciente e libero, sottoposto a norme etiche di provenienza umana e prive di una finalità o ispirazione divina. L'anima è dotata di un linguaggio convenzionale ed è il soggetto unificante degli organi di senso, che non sono capaci di cogliere gli atomi e il vuoto. Quindi, l'anima non ha il potere di vedere i propri costituenti primi atomici, ma è capace di muoversi nel vuoto unitamente al corpo, rispetto al quale presenta una forma atomica differente e quindi teoricamente separabile, ad esempio dopo la morte. I frammenti non danno evidenza di una vita ultraterrena dell'anima secondo Democrito che pure accenna all'esistenza di ''eidola'' che in gran numero vagano nell'aria, appaiono agli uomini come entità di grande statura che emettono voci e predicono il futuro, portando un effetto benefico o malefico. Se gli antichi li concepivano come divinità, il loro disapparire dagli organi di senso non consente di stabilire se siano immortali. La stessa parola''eidola'' identifica la forma spirituale della materia che si stacca dai corpi e si imprime sugli organi di senso, determinando la percezione. In modo coerente, gli atomi forme o idee e oggetti teorici piuttosto che materiali ({{cita libro|autore=Antonello La Vergata|autore2=Franco Trabattoni|titolo=Filosofia, cultura, cittadinanza|volume=1-La filosofia antica e medievale|p=54,66|editore=La Nuova Italia|ISBN=978-88-221-6765-1}})</ref>
{{quote|Piccola anima smarrita e soave,<br />compagna e ospite del corpo,<br />ora t'appresti a scendere in luoghi<br />incolori, ardui e spogli,<br />ove non avrai più gli svaghi consueti.||''Animula vagula, blandula,<br />Hospes comesque corporis,<br />Quæ nunc abibis in loca<br />Pallidula, rigida, nudula,<br />Nec, ut soles, dabis iocos.''|lingua=la}}
 
Anche il suo discepolo [[Epicuro]] non credeva in un'anima immortale, seppur ritenendola esistente e attribuendole una sostanza [[Corpo (filosofia)|corpo]]rea, composta di [[atomi]], sparsi per l'organismo.<ref>{{cita testo|url=http://sentieridellamente.it/files/Lettera-ad-Erodoto.pdf|titolo=Lettera di Epicuro a Erodoto|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131216191252/http://sentieridellamente.it/files/Lettera-ad-Erodoto.pdf }}.</ref> Per lui la [[morte]] era qualcosa di definitivo che consisteva appunto nel dissolvimento dell'anima, ma si può notare come a differenza del suo maestro Democrito, da cui riprende la dottrina, Epicuro attribuiva all'anima delle [[qualia|qualità]] rispetto al corpo,<ref>{{Cita libro|cognome=Epicuro|titolo=Epistème ed éthos in Epicuro. Epistola ad Eradoto. Epistola a Pitocle. Epistola a Meneceo. Massime capitali. Gnomologio Vaticano|url=https://books.google.at/books?id=XHbaf5cV2FUC&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q=epicuro%20qualit%C3%A0%20anima%20differenze%20democrito&f=false|accesso=2 ottobre 2023|data=1998|editore=Armando Editore|lingua=it|pp=89-90, Nota 27|posizione=|cid=Epicuro|ISBN=978-88-7144-796-4}}</ref> come la capacità di sentire o di patire, contrapposte al mero meccanicismo della quantità,<ref>{{Cita|L. Giancola|P.90|Epicuro}}.</ref> e senza le quali il corpo, anche restando integro, di fatto non vivrebbe.
=== ''Anima Mundi'' ===
{{Vedi anche|Anima del mondo}}
Concetto di origine [[filosofie orientali|orientale]] denominato ''[[Atman]]'' e, probabilmente attraverso gli [[orfismo|orfici]] o i [[pitagorismo|pitagorici]], arrivato a [[Platone]] che nel ''[[Timeo (dialogo)|Timeo]]'' (34 b) la chiama ''megàle psyché'' ("grande anima"). Richiamandosi alla tradizione dell'[[ilozoismo]] arcaico, per il quale il mondo è una sorta di grande animale, Platone lo vede supportato dall'Anima del Mondo, infusagli dal [[Demiurgo]], che impregna il cosmo e gli dà vitalità generale.
 
=== Latini ===
Alcuni autori [[cristianesimo|cristiani]] lo identificarono con lo [[Spirito Santo]], anche se il termine risultò piuttosto sospetto a qualche teologo cristiano in quanto evocava princìpi [[panteismo|panteistici]] come il ''Logos'' degli stoici o la terza [[ipostasi (filosofia e teologia)|ipostasi]] di Plotino, chiamata appunto ''anima''.
I latini, come è noto, non furono grandi speculatori di pensiero astratto, e utilizzarono serenamente per le proprie speculazioni filosofiche strutture provenienti da altre [[cultura|culture]]. Tanto che il grande filosofo-poeta [[epicureismo|epicureo]] [[Lucrezio]], all'inizio del suo ''[[De rerum natura]]'', afferma di non sapere in cosa consista la natura dell'anima, limitandosi ad accennare alle teorie correnti, compresa quella della [[reincarnazione]], senza mostrare alcun interesse a privilegiarne una:
 
{{Citazione|S'ignora infatti quale sia la natura dell'anima,<br />se sia nata o al contrario s'insinui nei nascenti,<br />se perisca insieme con noi disgregata dalla morte<br />o vada a vedere le tenebre di [[Ade (divinità)|Orco]] e gli immani abissi,<br />o per volere divino s'insinui in animali d'altra specie|Lucrezio, ''De rerum natura'', I, 112-116|''Ignoratur enim quae sit natura animai,<br />nata sit an contra nascentibus insinuetur<br />et simul intereat nobiscum morte dirempta<br />an tenebras Orci visat vastasque lacunas<br />an pecudes alias divinitus insinuet se''|lingua=la}}
Attraverso il [[neoplatonismo]] di Plotino e dei suoi epigoni il concetto, con varie denominazioni, arriva alla cultura [[Rinascimento|rinascimentale]] e ha un importante rilancio a cominciare da [[Marsilio Ficino]], seguito più tardi da [[Giordano Bruno]].
È una nozione particolarmente cara al [[Magia|pensiero magico]] e [[misticismo|mistico]], che viene elaborata in occidente non oltre il periodo romantico ([[Friedrich Schelling|Schelling]]), e tende a riemergere in fasi culturali di crisi del [[razionalismo]] [[materialista]].<ref>L'«Anima del Mondo» di cui parlava Schelling si ricollegava a sua volta alla concezione immanente di [[Baruch Spinoza|Spinoza]], che tuttavia postulava sempre la precedenza di Dio e dello Spirito sulla natura (cfr. V. Hösle, [http://www.emsf.rai.it/interviste/interviste.asp?d=470 ''Introduzione a Spinoza''], EMSF, 1994).</ref>
 
Riecheggia questa indifferenza filosofica – accanto ad un sentimento personale di compassione – la piccola ode dell'imperatore [[Publio Elio Traiano Adriano|Adriano]], due secoli dopo (i cui primi versi sono noti ai moderni soprattutto per essere stati posti da [[Marguerite Yourcenar|Yourcenar]] in testa alle sue ''[[Memorie di Adriano]]''):
== Il concetto di anima nelle religioni monoteiste ==
{{Citazione|Piccola anima smarrita e soave,<br />compagna e ospite del corpo,<br />ora t'appresti a scendere in luoghi<br />incolori, ardui e spogli,<br />ove non avrai più gli svaghi consueti.||''[[Animula vagula blandula|Animula vagula, blandula]],<br />Hospes comesque corporis,<br />Quæ nunc abibis in loca<br />Pallidula, rigida, nudula,<br />Nec, ut soles, dabis iocos.''|lingua=la}}
[[File:Seele entweicht.jpg|100pz|thumb|left|Un angelo prende l'anima di un morente (secolo XV)]]
<!--{{stub religione}}-->
 
=== EbraismoPadri della Chiesa ===
Tra i [[padri della Chiesa]] prevaleva una [[antropologia tripartita|concezione tripartita dell'essere umano]], poi abbandonata.<ref>{{Cita libro|nome=Adriano|cognome=Lanza|titolo=Dante e la gnosi: esoterismo del "Convivio"|url=https://books.google.it/books?id=W5qj9FM6e24C&newbks=1&newbks_redir=0&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q=poi%20concezione%20tripartita%20abbandonata&f=false|accesso=2 ottobre 2023|data=1990|editore=Edizioni Mediterranee|lingua=it|p=84}}</ref> Secondo [[Ireneo di Lione]], «''vi sono tre principi dell'uomo intero: il corpo, l'anima e lo spirito. Quello che salva e che forma è lo spirito. L'altro, che è unito e formato, è il corpo. Poi un intermediario tra i due è l'anima. Questa talora segue lo spirito ed è elevata da lui. Talora anche condiscende al corpo e si abbassa alle voglie terrestri''».<ref>Cit. in {{cita web|url=https://books.google.it/books?id=W5qj9FM6e24C&newbks=1&newbks_redir=0&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q=ireneo%20triadica%20anima%20spirito%20corpo&f=false|titolo=Dante e la gnosi|autore=Adriano Lanza|pp=83-84|editore=Mediterranee|città=Roma|anno=1990}}</ref>
Soprattutto negli insegnamenti della [[Torah]], nell'[[Ebraismo]], nella letteratura [[Rabbino|rabbinica]] classica, è possibile trovare diverse descrizioni dell'anima dell'uomo. In quanto entità celeste, l'anima è la parte della persona che mantiene la purezza e, dopo la morte, anche quando macchiata da gravi guasti o da peccati, comunque possibilmente da espiare anche in vita attraverso la [[Teshuvah]] intesa come pentimento nel ritorno del penitente a Dio, essa può sostare nel [[Ghehinnom]] per essere purificata completamente dalle conseguenze delle proprie trasgressioni e dall'istinto cattivo cui fu soggetta in vita: se non compiuta in vita, la purificazione dopo la morte nel Ghehinnom avviene nell'immersione nel fiume di fuoco Dinur e nella neve celeste, simboli metaforici dell'espiazione. Dopo la purificazione completa ogni anima può quindi ascendere al [[Gan Eden]] dove sono presenti molti livelli secondo i meriti e la natura dell'anima che vi giunge.
 
Così anche secondo [[Origene]], «l'anima è una specie di intermediario».<ref>{{Cita libro|nome=Henri de|cognome=Lubac|titolo=Esegesi medievale|url=https://books.google.it/books?id=5pJRV1hKROMC&newbks=1&newbks_redir=0&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q=origene%20%22l'anima%20%C3%A8%20una%20specie%20di%20intermediario%22&f=false|accesso=2 ottobre 2023|data=1986|editore=Editoriale Jaca Book|lingua=it|ISBN=978-88-16-30156-6}}</ref> Lo stesso Origene riconduce l'etimologia della parola anima (''psychè'') al termine greco ''psycron'' che significa "freddo",<ref name="oclc_1088865057">{{cita libro|autore=[[Étienne Gilson]]|titolo=La filosofia nel Medioevo|p=60|editore =BUR Rizzoli|data=2019|oclc=1088865057|serie=BUR Rizzoli.Saggi|edizione=6ª edizione|numero=5|città=Milano}}</ref> uno dei [[quattro elementi]] costitutivi del corpo umano che secondo la fisiologia antica in caso di squilibri avrebbe potuto generare le [[psicosomatica|malattie psicosomatiche]].<ref>{{cita pubblicazione|autore=Barbara Botter|url=https://hypnos.org.br/index.php/hypnos/article/view/625|p=217|titolo=Platone arriva con il fiato corto all'allungo antropologico di Ippocrate. la relazione tra l'antropologia analitica del Timeo e la Prisca Medicina|rivista=Hypnos|numero=45|data=9 ottobre 2020|issn=2177-5346|formato=pdf|via={{cita testo|url=https://archive.is/20201226212337/https://www.hypnos.org.br/index.php/hypnos/article/download/625/607|titolo=archive.is}}|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201226212405/https://www.hypnos.org.br/index.php/hypnos/article/download/625/607|urlmorto=no|accesso=26 dicembre 2020}}</ref>
Le anime esistono ancor prima di essere poi unite al corpo e costituire gli individui del Mondo come vediamo; per aver preso parte al Mondo spirituale prima della nascita, come [[Adamo]] ed [[Eva]] nel [[Giardino dell'Eden]], gli individui vi sono protesi ed ispirati istintivamente. Nel trattato del [[Talmud]] di Niddah è scritto che prima della nascita Dio obbliga l'anima a giurare di non trasgredire le [[Mizvot]]. Inoltre, prima della nascita, l'anima viene portata da Dio dinanzi al Gan Eden per vedere le anime degli [[Zaddiq]]im lì presenti e poi dinanzi al Ghehinnom dove sente chi lì viene punito riconoscere e richiamare la Misericordia divina.
 
Nel ''De anima et eius origine'' (Sull'anima e la sua origine), scritto tra il 419 e il 420, il teologo di Ippona afferma la natura immateriale dell'anima, preceduto dal ''De principiis'' (II, 8<ref>{{cita web |url=https://disf.org/educational/ocallaghan-concezioni-anima-umana|titolo=le concezioni dell'anima nelle filosofie antiche}}</ref>)
Nell'[[era messianica]] l'uomo avrà un rapporto di maggiore profondità con l'anima, le sue potenzialità, i suoi poteri e con i suoi riferimenti spirituali che saranno maggiormente manifesti.
di [[Origene]] che aveva contraddetto il trattato ''Sull'anima'' di [[Tertulliano]], perché l'anima possiede una facoltà intellettuale che ha per oggetto l'[[intellegibile]] non materiale.<ref>{{cita web|url=https://www.augustinus.it/italiano/anima_origine/index2.htm|titolo=De anima et eius origine}}</ref> resta invece incerto e non specificato se l'anima sia generata dai genitori al momento del concepimento, trasmettendo il peccato originale nella carne, oppure se essa sia generata da Dio e portata dagli angeli nel corpo del nascituro.
Per [[sant'Agostino]], che risente dell'influsso [[neoplatonico]],<ref name=agostino/> l'anima umana possiede una facoltà superiore, [[spirito (filosofia)|spirituale]], in cui si fa sentire la presenza di [[Dio]], ed una inferiore, rivolta agli enti materiali. Lo spirito consiste nell'attività della [[mente]] con cui l'anima può conoscere le [[verità]] [[idee|intellegibili]], mentre le [[sensazioni]] provate dal corpo sono sempre in realtà di natura animica. Permane in Agostino l'esigenza di una visione unitaria delle tre parti dell'uomo, in cui l'anima funga da intermediaria tra spirito e corpo,<ref name=agostino>{{cita web|url=https://www.teologiaefilosofia.it/agostino-spirito-dio/|titolo=Agostino e lo spirito quale presenza reale di Dio nell'anima umana|autore=Alessio Brombin|anno=2019}}</ref> ora elevandosi alla luce [[intuizione|intuitiva]] della [[sofia (sapienza)|sapienza]] (''ratio superior''), ora rivolgendosi alle attività mondane ad un livello [[logico]]-[[scienza|scientifico]] (''ratio inferior'').<ref>Rifacendosi ad Agostino, [[Marsilio Ficino]] farà dell'anima umana la mediatrice tra gli estremi opposti dell'universo, e per questo la chiamerà ''[[copula mundi]]'', ovvero la copula del [[mondo]].</ref> {{citazione|L'anima non è tutto l'uomo ma la sua parte migliore; e neanche il corpo è tutto l'uomo intero, ma la sua parte inferiore.|Agostino, ''[[La città di Dio]]'', XIII, 24, 2}}
L'anima è immagine della [[Trinità]]: come Dio è Uno in tre divine persone, così l'anima è una sola [[sostanza (filosofia)|sostanza]] in tre facoltà, che sono la memoria, l'intelletto e la volontà. Come le tre divine persone operano sempre congiuntamente e mai in modo diviso, così in ogni operazione dell'anima esiste il concorso delle tre facoltà del ricordare (memoria), del comprendere (intelletto) e del volere.<ref>{{cita web|url=https://www.augustinus.it/italiano/lettere/lettera_170_testo.htm|titolo=Lettera 169 di Agostino vescovo al vescovo Evodio}}</ref> Secondo l{{'}}''[[Itinerarium mentis in Deum]]'' di San [[Bonaventura da Bagnoregio|Bonaventura]], la memoria genera l'intelletto, così come Dio Padre genera Dio Figlio, Verbo e Sua mente poi incarnatasi per la [[redenzione (cristianesimo)|Redenzione]] del genere umano.<ref name="Bonaventura">{{cita libro|url=https://www.tesionline.it/appunti/lettere-e-filosofia/la-ricerca-della-verit%C3%A0-nel-pensiero-di-bonaventura-da-bagnoregio-l-itinerarium-mentis-in-deum/la-colpa-originaria-e-il-restaurarsi-della-grazia/825/9|titolo=La ricerca della verità nel pensiero di Bonaventura da Bagnoregio: l'Itinerarium mentis in Deum|capitolo=La tripartizione dell'anima|p=9}} (stabilmente visibile da connessione di rete fissa)</ref> La memoria è un [[nunc stans|eterno presente]] indivisibile che abbraccia passato, presente e futuro; che contiene principi semplici superiori, come il [[Punto (geometria)|punto]], l'[[istante]] e l'unità, che sono assenti nel mondo esterno e quindi infusi da un Principio superiore; che è capace di riconoscere immediatamente come veri gli [[assioma|assiomi]] delle scienze, quali il [[principio di non-contraddizione]] o il fatto che il tutto è maggiore della parte.<ref name="Bonaventura" /> L'intelletto è capace di giudicare gli enti manchevoli e imperfetti soltanto grazie al fatto che vede l'Essere perfetto.<ref name="Bonaventura" /> In sintesi, la memoria è eterna e rinvia al Padre Eterno; l'intelletto, che rivela le verità della memoria, rinvia al Figlio Dio (il quale anche rivela le verità del Padre Dio); la volontà realizza il Sommo Bene che la memoria e l'intelletto hanno pensato, così come lo Spirito Santo vuole e realizza il Sommo Bene pensato dal Padre.<ref>{{cita web|url=https://www.amicidomenicani.it/ho-letto-che-la-teologia-o-la-filosofia-cristiana-affermano-che-l-anima-ha-tre-facolta-intelligenza-memoria-e-volonta/|titolo=Ho letto che la teologia o la filosofia cristiana affermano che l’anima ha tre facoltà: intelligenza, memoria e volontà}}</ref><ref>{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=Sd2si99Tw1kC&pg=PT170|p=170|titolo=Filosofia|autore=[[Rosaria Romano]]|anno=2005|editore=Edipress|ISBN=9788889142066|oclc=}}</ref> San [[Giovanni della Croce]] pose in relazione le tre facoltà dell'anima agostiniana con le tre [[virtù teologali]].<ref name="Bonaventura" /><ref>{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=h7u51rIGC0EC&pg=PA239|p=239|titolo=Verso l'altro
l'esperienza mistica tra interiorità e trascendenza|autore=[[Patrizia Manganato]]|anno=2002|editore=[[Città Nuova]]|ISBN=9788831132671|OCLC=495528424}}</ref>
 
La questione della doppia anima, di cui una di natura puramente spirituale e perciò del tutto separata dal corpo sulla scorta della tripartizione [[pensiero paolino|paolina]],<ref>«Che il Dio della pace vi santifichi e che il vostro essere intero, ''spirito anima e corpo'', si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo» ([[San Paolo]], ''[[Prima lettera ai Tessalonicesi]]'', 5, 23).</ref> rimase in seguito dibattuta, finché nei [[Concili di Costantinopoli dell'869-870 e dell'879-880]] venne affermata l'unicità dell'anima umana, escludendo come [[anatema]] la presenza di una parte superiore intellettiva priva di unione diretta con quella carnale.<ref>Luis F. Ladaria, {{cita testo|url=https://books.google.it/books?id=U1cqXUBrrBgC&newbks=1&newbks_redir=0&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q=anatematizza%20anima%20sostanza%20Dio%20spirito%20corpo%20superiore%20intellettiva%20unione%20diretta&f=false|titolo=''Antropologia teologica'', pag. 135}}, Gregorian Biblical BookShop, 2011.</ref>
==== Le cinque tipologie fondamentali di anima ed i loro livelli ====
{{vedi anche|'Olam haBa|Cinque Mondi|Mondo Superiore|Shekhinah}}
 
== Gli spiriti animali ==
Nella [[Bibbia ebraica]] vi sono più termini che, anche nelle elaborazioni successive delle varie religioni, sono stati collegati al concetto di anima.
{{vedi anche|Spiriti animali}}
La questione della natura dell'anima aveva riguardato sin dall'antichità non solo l'ambito letterario e filosofico ma anche quello [[storia della medicina|medico]], nel quale si cercò di conciliare la [[psicologia]] di [[Aristotele]] con la [[fisiologia]] di [[Galeno]], individuando per ognuna delle [[facoltà (filosofia)|facoltà]] animiche (vegetativa, sensitiva e intellettiva) l'organo di [[atto (filosofia)|attuazione]] delle loro capacità [[potenza (filosofia)|potenziali]] in relazione ai [[quattro umori]].<ref name=neurofisiologia/>
 
Galeno aveva sostenuto che la loro attività corrispondeva all'azione di tre [[spirito (entità)|spiriti]] (in greco ''[[pneuma]]ta''), ognuno preposto a una specifica facoltà, ovvero:<ref name=galeno>{{cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/galeno/|titolo=Galeno}}</ref>
[[Saadiah Gaon]] e [[Mosè Maimonide|Maimonide]] spiegano il classico insegnamento rabbinico sull'anima nel confronto e tramite la critica alla filosofia neo aristotelica. Il primo sostiene che l'anima è quella parte dell'uomo che è costituita di desideri fisici, emozioni e pensiero.<ref>Cfr. il trattato ''Emunoth ve-Deoth'' 6:3.</ref> Nella ''[[Guida dei Perplessi]]'' il secondo intende l'intelletto sviluppato privo di sostanza natura intrinseca dell'anima; invero esiste un aspetto dell'anima, definito ''desiderio'', che è oltre l'intelletto, lo trascende ed è rivolto a Dio così intensamente da essere paragonato al momento in cui, ai piedi del [[monte Sinai]] durante la proclamazione dei [[dieci comandamenti]], l'anima dei figli di Israele li lasciò momentaneamente per l'effetto straordinario dell'esperienza divina estatica: è il desiderio estatico disinteressato rivolto a Dio al di là dei benefici ricevuti.
*gli ''spiriti naturali'', risiedenti nel [[fegato]], che alimentavano e facevano crescere ogni parte del corpo;
*gli ''spiriti vitali'', provenienti dai [[polmoni]], che rifornivano l'organismo di [[calore]];
*e gli ''[[spiriti animali]]'' o ''psichici'' (nel senso di «animici»), che erano preposti all'attività [[mente|mentale]].<ref name=donazione>Gianluca Castelnuovo, Riccardo Menici, Marcello Fedi, ''La donazione in Italia'', pag. 7, Springer Science & Business Media, 2011.</ref>
Quest'ultimi si comportavano ognuno come un vero e proprio strumento (''organon'') al servizio dell'anima, ovvero «''primum instrumentum animae''» secondo la definizione di [[Alberto Magno]],<ref name=neurofisiologia>{{cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/la-rivoluzione-scientifica-i-domini-della-conoscenza-le-origini-della-neurofisiologia_%28Storia-della-Scienza%29/|titolo=Le origini della neurofisiologia in "Storia della scienza"|autore=Guido Cimino e Franco A. Meschini|anno=2002}}</ref> essendo pensate come sostanze [[corpo sottile|sottilissime]] che rendevano possibile le funzioni [[moto (fisica)|moto]]rie e le trasmissioni [[sensazione|sensoriali]] nel [[corpo umano]].<ref name=neurofisiologia/>
 
Sul piano filosofico fungevano in un certo senso da intermediari nel tentativo di risolvere la difficile questione del [[dualismo (filosofia della mente)|rapporto dualistico tra mente e materia]].<ref name=neurofisiologia/>
{{quote|L'anima si manifesta nella persona come Neshamah, il soffio vitale, la coscienza; Ruach, lo spirito, l'emozione; e Nefesh, l'integrazione del corpo, il nutrimento dell'anima. Le tre manifestazioni dell'anima accendono la persona come il fuoco illumina una lampada, Nefesh come lo stoppino, Ruach come l'olio e Neshamah come la fiamma, come sta scritto: ''Lo spirito dell'uomo è una fiaccola del Signore che scruta tutti i segreti recessi del cuore'' ({{passo biblico|Prov20,27}})|''[[Zohar]]''}}
La sede delle facoltà psichiche secondo il ''[[De Anima]]'' di Aristotele era il [[cuore]], mentre Galeno la collocava nel [[cervello]]. La diversità di orientamenti diede luogo a un dibattito che si protrasse lungo il [[medicina medievale|Medioevo]] fino all'età [[Cartesio|cartesiana]].<ref name=neurofisiologia/>
 
== ''Anima Mundi'' ==
Nella [[Cabala|Qabbalah]] e nello [[Zohar]] (un trattato di mistica) l'anima è vista come composta da tre elementi basilari, ''Nefesh'', ''Ruach'' e ''Neshamah'', in rari casi con l'aggiunta dei più elevati ''Chayyah'' e ''Yechidah''. Ruach e Neshamah sono parti dell'anima non presenti dalla nascita ma si creano lentamente col passare del tempo. Il loro sviluppo dipende dall'agire e dalle credenze dell'individuo mentre Chayyah e Yechidah si trovano solo negli Zaddiqim. Di esse si dice che esistano in forma completa negli individui spiritualmente avanzati. Essi sono solitamente spiegati in questi termini (la tabella vuole solo essere indicativa senza i canali che invece presenta il diagramma delle [[Sefirot]]):
{{Vedi anche|Anima del mondo}}
Concetto di origine [[filosofie orientali|orientale]] denominato ''[[Ātman]]'' e, probabilmente attraverso gli [[orfismo|orfici]] o i [[pitagorismo|pitagorici]], arrivato a [[Platone]] che nel ''[[Timeo (dialogo)|Timeo]]'' la chiama ''megàle psyché'' ("grande anima").<ref>Platone, ''Timeo'', 34 b.</ref> Richiamandosi alla tradizione dell'[[ilozoismo]] arcaico, per il quale il mondo è una sorta di grande animale, Platone lo vede supportato dall'Anima del Mondo, infusagli dal [[Demiurgo]], che impregna il cosmo e gli dà vitalità generale.
 
Alcuni autori [[cristianesimo|cristiani]] lo identificarono con lo [[Spirito Santo]],<ref>Tullio Gregory, ''Anima mundi. La filosofia di Guglielmo di Conches e la scuola di Chartres'', Sansoni, Firenze 1955.</ref> anche se il termine risultò piuttosto sospetto a qualche teologo cristiano in quanto evocava princìpi [[panteismo|panteistici]] come il ''Logos'' degli stoici o la terza [[ipostasi]] di Plotino, chiamata appunto ''anima''.
{| border="1" cellspacing="0"
! Anima
! Livello-Uomo
! [[Sefirot]]
! [[Cinque Mondi|Mondi]]
! [[Partzufim]]
! [[Pardes|Esegesi]]
! [[Tetragramma biblico|haShem]]
! [[Quattro elementi|Elementi]]<ref>Anch'essi talvolta definiti ''Yessodot''</ref>
! Volto
|-
|Yechidah
|[[Mashiach]]
|Keter
|[[Adam Qadmon]]-[['Olam haBa]]
|Arikh Anpin
|Yechidah
|Apice della Yod
|[[Chomer Hayiulì]]
|cranio
|-
|Chayyah
|Adam
|Chokhmah
|Atzilut
|Abba
|Sod
|Yod
|acqua e fuoco
|occhi
|-
|Neshamah
|Ghever
|Binah
|Beriyah
|Imma
|Drash
|Hei
|fuoco ed acqua
|orecchie
|-
|Ruach
|Enosh
|6 da Chessed a Yessod
|Yetzirah
|Zeir Anpin
|Remez
|Vav
|aria
|naso
|-
|Nefesh
|Yish
|Malkhut
|Assiyah
|Nuqvah
|Pshat
|Hei
|terra
|bocca
|-
|''Guf''-corpo
|"Yessodot"-4 regni<ref>Regni minerale, vegetale, animale e dell'uomo; quest'ultimo possiede anche una ''Nefesh parlante'' oltre gli altri tipi di "Nefesh" ed appunto anche il "parlare" e/o la "parola" è parte di quanto lo distingue dalle altre creature animate (cfr anche ''Shaarei Kedusha. Le Porte della Santità'', [[Chaim Vital]])</ref>
|anche [[Qelipot]]
|Firmamento<ref>Il Firmamento, come la Terra ed i pianeti, risulta comunque compreso direttamente in Assiyah</ref>
|"Mazal"<ref>Non è un ''Partzuf'' benché possa essere categorizzato assieme in questo gruppo.</ref>
|_
|_
|polvere
|anche "Natura"
|}
 
Attraverso il [[neoplatonismo]] di Plotino e dei suoi epigoni il concetto, con varie denominazioni, arriva alla cultura [[Rinascimento|rinascimentale]] e ha un importante rilancio a cominciare da [[Marsilio Ficino]],<ref>Sulla nozione di ''Anima Mundi'' in Ficino, si veda {{cita testo|url=http://www.conoscenza.rai.it/site/it-IT/?ContentID=709&Guid=e080d365ace143b19b4272a36d790057|titolo=l'intervista a Cesare Vasoli, dall'Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304133744/http://www.conoscenza.rai.it/site/it-IT/?ContentID=709&Guid=e080d365ace143b19b4272a36d790057 }}.</ref> seguito più tardi da [[Giordano Bruno]].<ref>E. Morselli, ''op. cit.'', pag. 12.</ref>
* [[Nephesh|'''Nèfesh''']] ('''נפש''' in [[lingua ebraica]]) indica l'uomo come essere vivente. Nel canone ebraico la parola nèfesh ricorre 754 volte, la prima delle quali in [[Genesi]] 1.20. La costituzione dell'uomo come "Nefesh" è descritta in Genesi 2,7:
È una nozione particolarmente cara al [[Magia|pensiero magico]] e [[misticismo|mistico]], che viene rielaborata in occidente nel periodo romantico da [[Friedrich Schelling|Schelling]].<ref>L'«Anima del Mondo» di cui parlava Schelling (''Weltseele'') si ricollegava a sua volta alla concezione immanente di [[Baruch Spinoza|Spinoza]], che tuttavia postulava sempre la precedenza di Dio e dello Spirito sulla natura ([[Vittorio Hösle]], {{Cita web |url=http://www.emsf.rai.it/interviste/interviste.asp?d=470 |titolo=Copia archiviata |accesso=2 novembre 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080312004213/http://www.emsf.rai.it/interviste/interviste.asp?d=470 |urlmorto=sì}}</ref>
 
== Animo ==
{{quote|Dio il Signore [[Tetragramma biblico|[YHWH]]] formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici l'alito vitale e l'uomo divenne un'anima vivente.<ref>Ebr. '''''Nèfesh haChayyah'''''; latino ''animam viventem''; greco ''psychè ton zòion''.</ref>}}
{{vedi anche|Anima e Animus}}
Al posto di ''anima'' si fa spesso ricorso anche al termine ''animo'', per riferirsi in modo più circoscritto alla sede degli [[affetti]], dei [[sentimenti]], delle facoltà mentali quali l'[[attenzione]], l'inclinazione, il [[pensiero]] o la [[memoria]], all'origine della [[volontà]] e dei propositi, delle disposizioni di spirito, al [[coraggio]].<ref name=animo>{{cita web|url=http://www.treccani.it/vocabolario/animo/|titolo=Vocabolario Treccani alla voce corrispondente}} Le connotazioni del termine italiano "anima" del resto non sono spesso corrispondenti al significato dei termini ebraico e greco usati dagli scrittori biblici. Già nel 1897, nel ''Journal of Biblical Literature'' (vol. XVI, p. 30), C. A. Briggs, in seguito a una particolareggiata analisi dell'uso di ''nèfesh'', osservava: «Anima nell’uso che se ne fa attualmente. . . dà di solito un'idea molto diversa dal significato di נפש [''nèfesh''] in ebraico, ed è facile che l'incauto lettore fraintenda».</ref> [[Jung]] utilizzava i termini latini ''[[anima e animus|anima]]'' e ''[[animus (psicologia)|animus]]'' per indicare le istanze superiori che governano rispettivamente la psiche maschile e quella femminile.<ref>[[Marie-Louise von Franz]], ''L'Animus e l'Anima nelle fiabe'', Edizioni Magi, 2009.</ref>
 
== Il concetto di anima nelle religioni monoteiste ==
:Riguarda la parte inferiore e le "funzioni animali" dell'anima ed è compito degli individui renderla divina, anche vincendo contro la cattiva inclinazione, lo ''yetzer arà'', e non esserle più attaccato. Si riferisce agli istinti e funzioni vitali. Si trova in tutti gli uomini. Affine alla concezione della ''psiche'' è all'origine della natura fisica e riguarda soprattutto la vitalità del corpo, l'istinto, la psicologia più semplici e l'intelletto, la consapevolezza dell'esistenza e della [[Presenza divina]] nel Mondo e la facoltà di donare ed aiutare: esse sono definite distintamente '''''Nefesh Behamit''''', l'anima "animalesca", '''''Nefesh Ha'sichlì''''', l'anima intellettuale, e '''''Nefesh E-lokit''''', l'anima divina. Il livello di '''''Nefesh haChayyah''''' può essere raggiunto con lo studio approfondito della Torah.
[[File:Seele entweicht.jpg|min|Un angelo prende l'anima di un morente (secolo XV)]]
 
=== Ebraismo ===
:Il nefesh non si identifica con il soffio di vita che proviene da Dio, ma indica il respiro. In questo senso l'essere animato [Nèfesh], quando ne viene incluso dopo la morte, è compreso nel luogo identificato con il [[Giardino dell'Eden|Gan eden]] o [[Paradiso]] e con lo Sheol o [[Inferno|Inferi]]. Si dice che al momento della morte ''nefesh'' rimanga con il corpo sino al definitivo completamento di esso nella tomba anche nel legame con ''Ruach'' e ''Neshamah'': Nefesh, principalmente legata al corpo rimasto senza vita, si riunisce poi con le altre anime della persona deceduta già giunte alla destinazione prestabilita anche se una sua parte resta assieme al corpo: questo non esclude l'unità di ciò che viene definito "anima" in quanto la percezione ultraterrena della persona deceduta riguarda il proprio coinvolgimento nell'Unità divina.
{{F|religione|aprile 2015|}}
La [[Bibbia#Bibbia ebraica e samaritana|Bibbia ebraica]] non ha una definizione sistematica dell'anima, anche se nella letteratura rabbinica classica, è possibile trovare diverse descrizioni dell'anima dell'uomo. Nella bibbia ebraica vi sono tuttavia più termini che, nelle elaborazioni successive delle varie religioni, sono stati collegati al concetto di anima.
 
* Il primo è [[Nephesh|'''Nèfesh''']] (נפש in [[lingua ebraica]]) e indica l'uomo come essere vivente. Nel canone ebraico la parola nèfesh ricorre 754 volte, di cui 115 con la forma presente per la prima volta in {{passo biblico|Genesi| 1,20}}.<ref>{{cita web| url=
:Presente ancora un'interpretazione secondo cui anche gli oggetti inanimati e quindi la Natura sono dotati di una sorta di ''nefesh'' non paragonabile però a quella degli animali o a quella degli esseri umani, essa è infatti minore e con modalità riconoscibili differenti.
https://biblehub.com/interlinear/genesis/1-20.htm| lingua= he, en| titolo = Bibbia ebraica interlineare}}</ref><ref>{{cita web| url = https://biblehub.com/hebrew/nefesh_5315.htm | titolo = Concordanze della parola ebraica "ne·p̄eš"}}</ref>
 
La costituzione dell'uomo come "Nefesh" è descritta in Genesi 2,7, dove lo stesso morfema si trova all'interno del termine ''lə·ne·p̄eš''<ref>{{cita web| url = https://biblehub.com/interlinear/genesis/2-7.htm| titolo= Bibbia ebraica interlineare -Libro della Genesi, capitolo 2, verso 7}}</ref>, le cui occorrenze indicano<ref>{{cita web| url= https://biblehub.com/hebrew/lenefesh_5315.htm | titolo= Concordanze della parola ebraica "lə·ne·p̄eš"}}</ref> il principio della vita e della morte del corpo:
* '''Ruach''' (ebr. '''רוח'''): il termine ''Ruach'', da cui '''''[[Ruach haQodesh]]''''' (''[[Spirito Santo]]''), è in greco ''pnéuma'' e in latino spiritus. Pnèuma deriva dal verbo pnèo, che significa "respirare" o "soffiare", e si ritiene che anche l'ebraico rùach derivi da una radice che ha lo stesso significato, ed indica l'alito vitale comunicato da Dio all'uomo. Per '''''Ruach Chayim Nishmat''''' si intende lo spirito "succhiato dalla Shekhinah". [[Abramo Abulafia]] fu a conoscenza del mistero del '''''Ruach Ruchot'''''.
 
{{Citazione|Dio il Signore [[Tetragramma biblico|[YHWH]]] formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici l'alito vitale e l'uomo divenne un'anima vivente.<ref>Ebr. '''''Nèfesh hachaiyàh'''''; latino ''animam viventem''; greco ''psychè ton zòion''.</ref>}}
:L'anima mediana, o [[spirito]]. Essa consiste nelle virtù morali e nella capacità di distinguere il bene dal male. Nel linguaggio moderno è analoga alla psiche o all'ego. Riguarda principalmente le emozioni.
 
:La nefesh non si identifica con il soffio di vita che proviene da Dio, ma indica il respiro. In questo senso l'essere animato (Nèfesh) va incontro alla morte, identificata con lo [[Sheol]] o [[Inferno|Inferi]], il luogo della morte.{{Senza fonte}}
:Ruach può essere raggiunta con lo studio della Torah e l'osservanza delle Mizvot.
 
* Esiste inoltre il termine ''Ruach'' (רוח in ebraico), in greco ''pnéuma'' e in latino spiritus. Pnèuma deriva dal verbo pnèo, che significa "respirare" o "soffiare", e si ritiene che anche l'ebraico rùach derivi da una radice che ha lo stesso significato, ed indica l'alito vitale comunicato da Dio all'uomo.
:Ruach assume la sembianza del corpo della persona quando era in vita, il Talmud infatti narra episodi in cui vennero viste persone decedute.
 
{{passo biblico|Giobbe|36:13-15}} e {{passo biblico|Salmi|78:49-51}} impiegano la parola ebraica ''wə·ḥay·yā·ṯām''<ref>{{cita web | url= https://biblehub.com/hebrew/vechaiyatam_2416.htm| titolo= Concordanze della parola ebraica
* '''Neshamah''' (ebr. '''נשמה'''): è l'anima superiore, il ''sé'' più elevato. Essa distingue l'uomo da tutte le altre forme di vita. Riguarda aspetti più elevati dell'intelletto e permette all'uomo di godere e beneficiare dei livelli superni della vita dell'aldilà.<ref>«Tutta la Terra è piena della Sua Gloria» ({{passo biblico|Is6,3}}). Quello che che tu vai cercando tanto lontano da dove ti trovi ti soffia sempre sul collo. «Tutto il luogo in cui ti trovi infatti è sacro» ({{passo biblico|Es3,5}}). Allo stesso modo la tua anima non vive in un punto sopra il tuo corpo ma in tutto il tuo essere. Infatti, come il Creatore ricolma il Mondo, l'anima ricolma il corpo (''[[Talmud Bavlì]]'').</ref>
"wə·ḥay·yā·ṯām"}}</ref> in riferimento alla morte come punizione divina nei confronti di un corpo e di un'anima macchiati dal peccato. Tale termine è reso sia genericamente con "vita" sia con il progressivo e graduale distacco dell'"anima", che si allontana dalla presenza salvifica di Dio ("non invocano aiuto") e dalla Sua frequente pietà per la colpa del prossimo ({{passo biblico|Salmi|78:32-42}}), finendo per accumulare l'ira, cessare di imitarLo, non essere liberato dalla trappola tesa dai propri nemici e cadere nel tradimento della perversione del cuore, della bestemmia, del giudizio empio e dell'iniquità, prima di una giovane morte.
 
[[Saadia Gaon]] e [[Mosè Maimonide|Maimonide]] spiegano il classico insegnamento rabbinico sull'anima attraverso le lenti della filosofia neo aristotelica. Il primo sostiene che l'anima è quella parte dell'uomo che è costituita di desideri fisici, emozioni e pensiero.<ref>''Emunoth ve-Deoth'' 6:3.</ref> Il secondo, (nella [[Guida dei Perplessi]]) intende l'anima come l'intelletto sviluppato privo di sostanza.
:Questa parte permette una consapevolezza maggiore dell'esistenza e presenza di Dio ed è stretta alla sapienza delle modalità divine.
 
Nella [[Qabbalah]] e nello [[Zohar]] (un trattato di mistica) l'anima è vista come composta da tre elementi basilari, in rari casi con l'aggiunta dei più elevati: ''Nefesh'', ''Ru'ah'', e ''Neshamah''. Queste ultime due sono parti dell'anima non presenti dalla nascita ma si creano lentamente col passare del tempo. Il loro sviluppo dipende dall'agire e dalle credenze dell'individuo. Di esse si dice che esistano in forma completa negli individui spiritualmente avanzati. Essi sono solitamente spiegati in questi termini:
:La [[Torah]] insegna che durante il giorno santo del [[Shabbat|Sabato]] ogni Ebreo riceve un'anima aggiuntiva che lo fa entrare nella solennità di questo giorno, chiamato ''patto tra Me ed i figli d'Israele'' e ''giorno della fede'': in ebraico il nome dell'anima supplementare dello Shabbat è '''''Neshamah yeterà''''', aspetto eccelso della Neshamah che permette di legarsi alla comprensione ed alla percezione spirituali ed intellettuali più alte della fede, della Torah nei suoi segreti più nascosti, l'approccio delle quali si fa più sottile ed ampio anche nel godimento consapevole della delizia di questo giorno santo e buono. La concessione della ''Neshamah yeterà'' permette quindi all'Ebreo di legarsi a Dio ed alle Sue parti eccelse delle fonti spirituali e questo sia spiritualmente sia intellettualmente; Neshamah è anche collegata a Nefesh ed a Ruach ma nello Shabbat essa si eleva infatti vengono aperti tutti i cancelli superni della Torah.
 
* ''Nefesh'' La parte inferiore o "funzioni animali" dell'anima. Si riferisce agli istinti e funzioni vitali. Si trova in tutti gli uomini, ed entra nel corpo fisico al momento della nascita. È all'origine della natura fisica e psicologica.
Molti studiosi del Talmud ritengono che l'infusione dell'anima nell'[[embrione]] avvenga non prima del quarantesimo giorno.<br />Chi ne abbia il privilegio può raggiungere Ruach a partire dall'età di 13 anni e Neshamah dai 20 anni di età, come già detto Nefesh è già presente anche alla nascita.
* ''Ruach'' L'anima mediana, o spirito. Essa consiste nelle virtù morali e nella capacità di distinguere il bene dal male. Nel linguaggio moderno è analoga alla psiche o all'ego.
* ''Neshamah'' L'anima superiore, il Sé più elevato. Essa distingue l'uomo da tutte le altre forme di vita. Ha a che fare con l'intelletto, e permette all'uomo di godere e beneficiare della vita dell'aldilà. Questa parte è comune ad ebrei e non ebrei al momento della nascita. È la parte che permette la consapevolezza dell'esistenza e presenza di Dio.
 
Nello Zohar si dice che, dopo la morte, il ''Nefesh'' si dissolve, il ''Ruach'' si trasferisce in una sorta di stato intermedio dove è sottoposto ad un processo di purificazione ed entra in una specie di "paradiso transitorio", mentre ''Neshamah'' ritorna alla sua fonte, il mondo delle idee platonico, dove gode del "bacio dell'amato". Si ritiene che dopo la resurrezione ''Ruach'' e ''Neshamah'', anima e spirito, si riuniscano in una forma definitiva trasmutata.
Si ritiene che Nefesh risieda nel fegato, in ebraico ''kaved'', Ruach nel cuore, ''lev'', e Neshamah nel cervello, ''moach'': le iniziali di queste tre parole formano la parola ''melekh'' che significa ''re'' e riguarda il livello raggiunto dalla persona in cui vi siano le tre anime suddette e che permette di essere considerata come un re per il grado di sapienza, conoscenza ed intelligenza, per la consapevolezza ed il controllo delle emozioni e degli istinti.<br />L'anima pervade comunque tutto il corpo.
 
Il ''Raaya Meheimna'', un trattato cabbalistico pubblicato assieme allo Zohar, aggiunge due parti ulteriori all'anima umana: ''Chayyah'' e ''Yehidah''. [[Gershom Scholem]] scrive che essi sono considerati i livelli più sublimi della cognizione intuitiva e si trovano solo in pochi individui eletti:
Secondo i [[Mequbbalim]] di ogni epoca l'anima è prevalentemente spirituale ma, poiché pervade tutto il corpo, assume in esso e per esso prerogative sensoriali quali l'udito, la vista, l'olfatto e tutte le facoltà inerenti, come ancora il discorso, in corrispondenza al corpo in quanto espressioni del legame tra i due; anche il movimento del corpo, come ad esempio quello degli arti, avviene grazie alle funzioni intermediarie e sorto nel legame e dall'apporto dell'anima.<br />Anche il tatto e la percezione tattile sono resi possibili grazie al pervadere dell'anima tutto il corpo; oltre a ciò il riso e la vera gioia sono irradiazioni dell'anima.<ref>Chaim Luzzatto, ''138 Aperture di Saggezza''.</ref>
 
* ''Chayyah'' La parte dell'anima che permette la consapevolezza della forza della vita divina stessa
Chi capace e particolarmente elevato spiritualmente può elevare Nefesh oltre il livello semplice della vitalità delle funzioni vitali fisiche ed includerla in modo completo nella santità, la Qedushah.
* ''Yehidah'' Il livello più elevato dell'anima, nella quale si raggiunge la più intima unione con Dio.
 
Molti studiosi del [[Talmud]] ritengono che l'infusione dell'anima nell'[[embrione]] avvenga non prima del quarantesimo giorno.
Nello Zohar si dice che, dopo la morte, si dissolve l'apporto di Nefesh al corpo pur restando ad esso legato per un periodo, il ''Ruach'' si trasferisce in una sorta di stato intermedio dove è sottoposto ad un processo di purificazione ed entra in una specie di "paradiso transitorio", mentre ''Neshamah'' ritorna alla sua fonte divina. Si ritiene che dopo la resurrezione ''Ruach'' e ''Neshamah'', anima e spirito, si riuniscano in una forma definitiva trasmutata.
 
Nei libri dell{{'}}''Ecclesiaste'' e della ''Genesi'', si trovano dei versi rilevanti per la distinzione, forte nel cristianesimo, fra uomo ed animale, o meglio fra [[persona (filosofia)|persona]] e [[individuo]]:
Questi tre livelli sono necessari per giungere alla ricezione di quelli della [[profezia]]. La Sefirah principalmente correlata a Nefesh è Malkhut, le sei, da Chessed a Yessod, a Ruach mentre Binah a Neshamah; talvolta la correlazione avviene tra Binah e Nefesh, Tiferet e Ruach, Malkhut e Neshamah.
 
{{Citazione|[19]. Poiché la sorte de' figliuoli degli uomini è la sorte delle bestie; agli uni e alle altre tocca la stessa sorte; come muore l'uno, così muore l'altra; hanno tutti un medesimo soffio e l'uomo non ha superiorità di sorta sulla bestia; poiché tutto è vanità.
Con riferimento all'anima soffiata nelle narici del primo uomo, [[Adamo]], lo Zohar insegna che la Neshamah derivò dalla [[Shekhinah]] Superiore, Ruach è legato a [[Nomi di Dio nella Bibbia|Zeir Anpin]] mentre Nefesh venne dalla Shekhinah Inferiore.
[20]. Tutti vanno in un medesimo luogo; tutti vengon dalla polvere, e tutti ritornano alla polvere.
[21]. Chi sa se il soffio dell'uomo sale in alto, e se il soffio della bestia scende in basso nella terra?|''Ecclesiaste'', cap. 3, versi 19-21}}
{{Citazione|[18] Poi riguardo ai figli dell'uomo mi son detto: Dio vuol provarli e mostrare che essi di per sé sono come bestie.
[19] Infatti la sorte degli uomini e quella delle bestie è la stessa; come muoiono queste muoiono quelli; c'è un solo soffio vitale per tutti. Non esiste superiorità dell'uomo rispetto alle bestie, perché tutto è vanità.
[20] Tutti sono diretti verso la medesima dimora:
tutto è venuto dalla polvere
e tutto ritorna nella polvere.
[21] Chi sa se il soffio vitale dell'uomo salga in alto e se quello della bestia scenda in basso nella terra?
[22] Mi sono accorto che nulla c'è di meglio per l'uomo che godere delle sue opere, perché questa è la sua sorte. Chi potrà infatti condurlo a vedere ciò che avverrà dopo di lui?|''Ecclesiaste'', cap. 3, versi 19-22}}
 
=== Cristianesimo ===
Anche secondo [[Chaim Luzzatto]] (''Derech haShem'') anche alcuni [[non-ebrei]] possono giungere sino al livello di ''Neshamah''.
[[File:Zampa, Giacomo - La Presentazione dell' Anima a Dio.jpg|verticale=1.5|min|''La presentazione dell'anima a Dio'' ([[Giacomo Zampa]])]]
Nel [[Nuovo Testamento]] non esiste una definizione univoca di anima, sebbene esistano dei riferimenti a una sopravvivenza dell'anima dopo la morte.<ref>La [[parabola di Lazzaro e del ricco epulone]] ([[Lazzaro (mendicante)|Lazzaro]] portato in [[Paradiso]] dagli angeli) e le parole di Gesù rivolte al [[Disma|ladrone penitente]] sulla croce ("In verità ti dico: oggi sarai con me in Paradiso").</ref>
[[Paolo di Tarso]] fa riferimento ad una [[antropologia tripartita|tripartizione dell'uomo]], nominando il corpo, l'anima e lo spirito,<ref>«Il [[Melchisedec|Dio della pace]] vi santifichi fino alla perfezione, e tutto quello che è vostro, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro [[Gesù Cristo]]» (Paolo, ''[[Prima lettera ai Tessalonicesi]]'', 5, 23).</ref> già presente in Platone.<ref>Platone, come visto in precedenza, suddivideva la personalità umana in tre componenti: quella razionale-intellettiva (''loghistòn''), quella volitiva-irascibile (''[[thumos|thumoeidès]]''), e quella [[concupiscenza|concupiscibile]] (''epithymetikòn'').</ref> La parola ''psychè'' (ψυχή, in [[lingua greca]]) ricorre da sola 102 volte, la prima dei quali nel [[Vangelo di Matteo]] 2,20, ed è usata nelle citazioni di passi dell'[[Antico Testamento]] dove è presente il termine ''nefesh''.<ref>[[Umberto Galimberti]], ''Idee: il catalogo è questo'', p. 106, Milano, Feltrinelli, 2003.</ref> Talvolta le due parole ''psyche'' e ''pneuma'' finiscono per assumere il medesimo significato.
 
Il termine greco ''psychè'', tra l'altro, poteva significare non solo l'“anima come personalità e carattere”, ma anche come "vita", o usato per indicare la persona stessa. Anche in opere greche non bibliche il termine includeva tutto il vivente e non solo la parte "[[pensiero|pensante]]".<ref>Hans-Georg Gadamer, ''La responsabilità del pensare: saggi ermeneutici'', p. 115, a cura di G. Reale, Vita e Pensiero, 2002.</ref> Naturalmente opere del genere si basano più che altro sugli scritti di autori greci classici, e includono tutti i significati attribuiti alla parola dai filosofi greci pagani, fra cui "anima" dei morti, "anima, come sussistente senza il corpo, o contrapposta ad esso", ecc.<br />
[[Shneur Zalman]] sul [[Tanya (libro)|Tanya]] (''Iggheret haQodesh, 5''), come anche [[Chaim Vital]] ed il ''Raaya Meheimna'', un trattato cabbalistico pubblicato assieme allo Zohar, aggiungono due parti ulteriori all'anima umana: ''Chayyah'' e ''Yechidah''. [[Gershom Scholem]] scrive che essi sono considerati i livelli più sublimi della cognizione intuitiva e si trovano solo in pochi individui eletti:
Dal momento che alcuni filosofi pagani pensavano che l'anima alla morte uscisse dal corpo, il termine ''psychè'' significava anche "farfalla", creatura che subisce una metamorfosi, trasformandosi da crisalide in creatura alata.<ref>L. Rocci, Vocabolario greco-italiano, pp. 2060, 2061.</ref>
 
Ferma restando la terminologia adoperata nelle Scritture, che fa riferimento ad un'inconfutabile distinzione concettuale tra il corpo e lo spirito<ref>Cfr. ad esempio ''[[Vangelo di Matteo|Matteo]]'' 10, 28: «e non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno il potere di uccidere l'anima».</ref>, il Cristianesimo delle origini si concentrò, almeno nei primi tempi, sul concetto di [[resurrezione della carne]] più che su quello di «[[immortalità]]» dell'anima; quest'ultima sarebbe divenuta materia di riflessione soltanto dei teologi successivi.<ref>La ''{{cita testo|url=http://www.jewishencyclopedia.com/articles/8092-immortality-of-the-soul|titolo=Jewish Encyclopedia}}'' sostiene in proposito: «La credenza che l'anima continui ad esistere dopo la dissoluzione del corpo è argomento di speculazione filosofica e teologica e di conseguenza non è espressamente insegnata in alcun punto della Sacra Scrittura». Anche [[Papa Benedetto XVI]], parlando della Chiesa antica, ha tenuto a precisare: «Per la Chiesa antica è significativo che non esisteva alcuna affermazione dottrinale circa l'immortalità dell'anima» (Joseph Ratzinger, ''Escatologia: morte e vita eterna'', pagina 146, Cittadella Editrice, Assisi 1979).</ref>
* '''Chayyah''' (ebr. '''חיה'''): chiamata anche '''''Neshamah di Neshamah''''' è la parte dell'anima che permette la consapevolezza della forza della vita divina stessa;
 
==== Teologia cattolica ====
* '''Yechidah''' (ebr. '''יחידה'''): il livello più elevato dell'anima, nella quale si raggiunge la più intima unione con Dio; anche secondo l'[[Arizal]] in Yechidah non è presente il male.
La [[Chiesa cattolica]] non ha una definizione filosofica esplicita dell'anima, sebbene abbia respinto diverse dottrine come quelle [[gnosticismo|gnostiche]] che sostenevano che l'anima individuale fosse increata perché della stessa sostanza divina, o la teoria della [[metempsicosi]] legata alla [[reincarnazione]], o ancora altre ipotesi nelle quali l'anima (intesa come anima razionale e spirito) non fosse considerata individuale e immortale. Secondo la teologia cattolica, l'anima è personale, libera di scegliere il bene e il male, immortale, soggetta a una sola vita terrena senza possibilità di reincarnazione dopo la morte, presente da sempre nella mente di Dio come idea-progetto di amore per il singolo e per il bene di ogni vivente, ma che non preesiste al corpo ed inizia a "vivere" col nascituro. Fra gli autori ecclesiastici che hanno affrontato l'argomento, che si presenta quasi sempre connesso al tema della [[resurrezione]], sono da annoverare [[Agostino di Ippona]], [[Tommaso d'Aquino]] e [[Bonaventura da Bagnoregio]]. Mentre Agostino immagina l'anima come una specie di nocchiero del corpo, postulando un certo [[dualismo]],<ref>Si tratta comunque di un dualismo tra due parti della stessa anima, una rivolta allo spirito, l'altra alla materia ([[Battista Mondin]], ''Storia della metafisica'', vol. II, p. 217, Bologna, ESD, 1998.</ref> Tommaso d'Aquino insiste sull'unità inscindibile dell'uomo. L'anima è ''«tota in toto corpore»''<ref>''[[Summa Theologiae|ST]]'' I-I quaestio 76. Si veda anche [[Christian Klein]], ''An anima sit tota in toto corpore, et tota in qualibet parte, disquisitio philosophica'', [[Goetschil]], 1655. {{OCLC|253546381}}</ref><ref>Tommaso d'Aquino, ''Quaestiones disputatae De Anima'', ''{{cita testo|url=https://www.hs-augsburg.de/~harsch/Chronologia/Lspost13/ThomasAquinas/tho_an10.html|titolo=Quaestio decima: Vtrum anima sit in toto corpore et in qualibet parte eius?}}''</ref><ref>{{JSTOR|43065579}}</ref>{{citazione|Augustinus dicit, in ''VI [[De Trinitate (Agostino d'Ippona)|De Trinitate]]'', quod anima est tota in toto corpore, et tota in qualibet parte eius.||Tommaso d'Aquino, ''Questione disputatae De Anima'', quaestio 10<ref>{{cita testo|url=https://aquinas.cc/la/en/~QDeAn.Q10.Obj16|titolo=Questione disputatae De Anima'', quaestio 10}}</ref>|Nel IV libro del ''De Trinitate'' afferma che l'anima è tutta in tutto il corpo e tutta in qualsiasi parte di esso|lingua=la}}
 
Ciò vuol dire che è ''interamente'' contenuta in ''ogni singola parte'' del corpo umano (se il braccio fa male, fa male tutta l'anima)<ref>Citazione: ""L'anima è tutta in tutto il corpo e tutta nelle singole parti... Giacché se fosse invece solo forma del tutto e non delle parti, non sarebbe forma sostanziale di tale corpo; sarebbe solo come la forma della casa che, essendo forma del tutto e non delle singole parti, è forma accidentale"</ref>, e dunque ubiquitaria e non collocabile in un singolo organo (cuore oppure cervello, ecc.), né dal corpo separabile (se non con la morte). L'anima intellettuale è per lui la forma del corpo, e la sua separazione dopo la morte è vista come un esilio, poiché essa è naturalmente unita al corpo, a cui tende con la resurrezione finale.<ref>Giovanni Kostko, ''Beatitudine e vita cristiana nella Summa theologiae di S. Tommaso d'Aquino'', p. 228, Bologna, ESD, 2005.</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Filosofia Poesia|cognome=Lunaria|titolo=L'Anima e il Bello in S.Tommaso d'Aquino e S.Bonaventura|accesso=2025-10-17|url=https://www.academia.edu/143677160/LAnima_e_il_Bello_in_S_Tommaso_dAquino_e_S_Bonaventura}}</ref>
:Secondo Chaim Luzzatto (''138 Aperture di Saggezza'') Nefesh, Ruach e Neshamah sono i livelli di [[luce celeste]] esterno, intermedio ed interno mentre Chayyah e Yechidah riguardano la luce circondante (cfr [[Chalal]] e [[Mondo futuro]]).
 
Di seguito alcuni passi del ''[[Catechismo della Chiesa cattolica]]'':
Quelli dell'anima sono livelli cui l'uomo può generalmente accedere nel corso della propria vita per gradi ed elevazioni nella coscienza, nella consapevolezza, nella spiritualità e nella santità. Dio dona Nefesh al principio della vita dell'individuo ed è compito di essa dirigere la propria interiorità, le proprie intenzioni, le proprie azioni ed i propri coinvolgimenti verso la spiritualità nell'atto di portare l'aspetto materiale verso la meta della spiritualità. Una volta raggiunto ciò e purificatosi in questa predisposizione Dio lo prepara per ricevere Ruach che domina Nefesh e gli permette di conseguire intenzioni più elevate con una coscienza più ampia; la persona così elevata attraverso Nefesh e Ruach, ormai raggiunte le dinamiche e le forme del [[Avodah|servizio spirituale per Dio]], se questo sarà buono e corretto, può raggiungere Neshamah che, un livello più alto, comunque secondo la natura della persona stessa, è ancora più santo e domina gli altri livelli. Il livello di Neshamah permette di raggiungere [[Binah]] ed in tale individuo sono predisposte le attitudini e le modalità delle [[Sefirot]]: solo così egli potrà essere definitivamente nominato ''adorato del Santo Benedetto Egli sia''.<br />I progressi e le ascese spirituali vertono anche sul miglioramento nella ''buona inclinazione'', lo ''yetzer tov'', ed il dominio di quella cattiva per arrivare a non cedervi più.
{{Citazione|''II. «Corpore et anima unus» - Unità di anima e di corpo''
[[File:The human soul by Luis Ricardo Falero.jpg|min|''L'anima umana'', di [[Luis Ricardo Falero]]]]
 
362 La persona umana, creata a immagine di Dio, è un essere insieme corporeo e spirituale. Il racconto biblico esprime questa realtà con un linguaggio simbolico, quando dice: « Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita, e l'uomo divenne un essere vivente » (Gn 2,7). L'uomo tutto intero è quindi voluto da Dio.
In coincidenza con le [[Hakkafot]] un [[Siddur]] [[Sefardita]] con le [[Tefillah|Tefillot]] dei giorni di [[Sukkot]] contiene dei riferimenti a tutte le cinque anime.
 
363 Spesso, nella Sacra Scrittura, il termine anima indica la vita umana, oppure tutta la persona umana. Ma designa anche tutto ciò che nell'uomo vi è di più intimo e di maggior valore, ciò per cui più particolarmente egli è immagine di Dio: « anima » significa il principio spirituale nell'uomo.
I [[maestri ebrei]] spiegano che durante il sonno l'anima giunge a Dio divenendo così purificata nuovamente, ritemprata e "pulita" sino a quando ritorni con il risveglio dell'individuo; questo aspetto è diverso dalla morte ed effettivamente l'anima rimane comunque continuamente legata al corpo.
 
364 Il corpo dell'uomo partecipa alla dignità di « immagine di Dio »: è corpo umano proprio perché è animato dall'anima spirituale, ed è la persona umana tutta intera ad essere destinata a diventare, nel corpo di Cristo, il tempio dello Spirito.
Nell'unione tra anima e corpo, nel bene, vi sono soprattutto [[Qedushah]], purità, pace e sapienza, intelligenza e conoscenza e quindi la verità: queste vengono vissute quindi nel legame con le Sefirot ed infatti ve ne sono qui alcune citate.
 
« Unità di anima e di corpo, l'uomo sintetizza in sé, per la sua stessa condizione corporale, gli elementi del mondo materiale, così che questi, attraverso di lui, toccano il loro vertice e prendono voce per lodare in libertà il Creatore. Allora, non è lecito all'uomo disprezzare la vita corporale; egli anzi è tenuto a considerare buono e degno di onore il proprio corpo, appunto perché creato da Dio e destinato alla risurrezione nell'ultimo giorno ».
===== Un aspetto ulteriore dell'anima: Tzel e Tzelalim =====
* '''Tzel''' e '''Tzelalim''': sono tre livelli spirituali definiti metaforicamente ''ombra'' ed ''ombra nell'ombra''; questi rivestono il corpo secondo la natura dell'individuo.
 
365 L'unità dell'anima e del corpo è così profonda che si deve considerare l'anima come la « forma » del corpo; ciò significa che grazie all'anima spirituale il corpo, composto di materia, è un corpo umano e vivente; lo spirito e la materia, nell'uomo, non sono due nature congiunte, ma la loro unione forma un'unica natura.
:Possono essere macchiati spiritualmente dalle trasgressioni o da condotte etiche non consone e, quando a [[Sukkot]] viene sigillato il giudizio annuale, nel caso di un verdetto divino di morte entro l'anno, essi si ritraggono dal corpo prima che essa avvenga per essere visionati da Dio dinanzi all'[[angelo]] [[Metatron]] per un giudizio ulteriore; il fatto che essi scompaiano dall'ambito fisico prima della morte non riguarda l'effetto della morte stessa poiché essa avviene effettivamente solo nel caso dell'abbandono del corpo delle anime succittate Nefesh, Ruach, Neshamah, Chayyah e Yechidah e non dello Tzel o degli Tzelalim: ciò avviene infatti dall'inizio dei 30 giorni prima della morte (''Sefer haZohar''). L'[[Arizal]] spiega che alcuni individui sono in grado di distinguere ad occhio nudo questi ultimi tre livelli.
 
366 La Chiesa insegna che ogni anima spirituale è creata direttamente da Dio – non è « prodotta » dai genitori – ed è immortale: essa non perisce al momento della sua separazione dal corpo nella morte, e di nuovo si unirà al corpo al momento della risurrezione finale.
==== L'Anima Universale ====
{{vedi anche|Adam Qadmon|Anima mundi|Creazione (teologia)|Era messianica|Mondo futuro}}
 
367 Talvolta si dà il caso che l'anima sia distinta dallo spirito. Così san Paolo prega perché il nostro essere tutto intero, « spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore » (1 Ts 5,23). La Chiesa insegna che tale distinzione non introduce una dualità nell'anima. « Spirito » significa che sin dalla sua creazione l'uomo è ordinato al suo fine soprannaturale, e che la sua anima è capace di essere gratuitamente elevata alla comunione con Dio.
Questa espressione presenta due significati principali differenti e non connessi ed un terzo elaborato dall'[[Avicebron]]:
 
368 La tradizione spirituale della Chiesa insiste anche sul cuore, nel senso biblico di « profondità dell'essere » (« in visceribus »: Ger 31,33), dove la persona si decide o non si decide per Dio.|Compendio catechismo della Chiesa Cattolica ([[2005]])<ref>{{cita testo|url=http://www.vatican.va/archive/catechism_it/index_it.htm|titolo=Compendio catechismo della Chiesa Cattolica}}.</ref>}}
* nei testi della Qabbalah si riepilogano molte delle tradizioni secondo le quali ogni anima, creata fin dai primi giorni della Creazione, è riunita nella propria interezza nella persona che seguirà e condurrà la propria vita secondo le peculiarità proprie; esiste quindi una sorta di unione di tutte le anime che dovranno nascere; ognuna mantiene il proprio livello e grado e le proprie qualità che dovranno essere migliorati nel corso della vita dopo la nascita. In questo senso viene confermato quanto insegnato da molti maestri ebrei come l'[[Arizal]] a proposito della natura di tutte le anime esistenti, natura determinata dall'appartenenza distinta di ognuna ad uno dei [[Cinque Mondi|4 Mondi]] di cui parla la Qabbalah: esistono quindi anime originarie del Mondo di [[Atziluth]], altre di quello di [[Beri'ah]], di [[Yetzirah]] o di [[Asiyah']].
 
Il [[Catechismo di San Pio X]] afferma:
* Il secondo significato riguarda l'interpretazione del suo simbolismo unitamente al paragone con la profezia: con questo paragone, in questo caso, la si confronta con la possibilità che l'[[Intelletto Agente]] possa essere collegato alla persona favorita in questo.
{{Citazione|48 Che cosa è l'uomo?
L'uomo é una creatura ragionevole composta d'anima e di corpo.
 
50. Dite cosa è l'anima?
* Elaborazione del secondo che ne è naturale e conseguente riflessione, vi è poi un terzo significato, già individuato anche dall'Avicebron, secondo cui per ''Anima Universale'' si intende il fondamento spirituale e sottile della [[Creazione (teologia)|Creazione]] tutta.
L'anima è la parte più nobile dell'uomo, perché è sostanza spirituale, dotata d'intelletto e di volontà, capace di conoscere Dio e di possederlo eternamente.
 
51. L'anima umana si può vedere e toccare?
==== Esegesi ebraica nelle fonti scritturali ====
L'anima nostra non si può né vedere né toccare perché è spirito.
Benché con anime di differente natura e quindi come conferma dell'insegnamento dell'esegesi ebraica secondo cui ''tutte le creature sono di eguale importanza di fronte a Dio'', anche ad indicare la priorità dell'[['Olam haBa]] e dell'era messianica in una prospettiva spirituale nel mondo, la cui consapevolezza prima di essa è retaggio di pochi, rispetto all'aspetto meramente materiale dello stesso, nei libri dell'''Ecclesiaste'', si trovano dei versi rilevanti per il confronto, seppur nella netta distinzione, fra uomo ed animale:
 
52. L'anima umana muore col corpo?
{{quote|[19]. Poiché la sorte de' figliuoli degli uomini è la sorte delle bestie; agli uni e alle altre tocca la stessa sorte; come muore l'uno, così muore l'altra; hanno tutti un medesimo soffio, la superiorità dell'uomo sulla bestia non ha alcuna consistenza; [20]. Tutti vanno in un medesimo luogo; tutti vengon dalla polvere, e tutti ritornano alla polvere. [21]. Chi sa se il soffio dell'uomo sale in alto, e se il soffio della bestia scende in basso nella terra? [22] Mi sono accorto che nulla c'è di meglio per l'uomo che godere delle sue opere, perché questa è la sua sorte. Chi potrà infatti condurlo a vedere ciò che avverrà dopo di lui|'Ecclesiaste'', cap. 3, versi 19-22}}
L'anima umana non muore mai: la fede e la stessa ragione provano che essa è immortale.
 
53. L'uomo è libero nelle sue azioni?
Sebbene non dotati di intelletto, talvolta alcuni animali possono "comprendere", quasi ragionando, quando da [[Dio (ebraismo)|Dio]] concesso.
Si, l'uomo è libero nelle sue azioni; e ciascuno sente dentro se stesso che può fare una cosa e non farla, o farne una piuttosto che un'altra.
 
54. Spiegate con un esempio la libertà umana.
==== Yetzer haTov e Yetzer ha-ra ====
Se io dico volontariamente una bugia, sento che potrei non dirla e tacere, e che potrei anche parlare diversamente, dicendo la verità.
{{vedi anche|Angelo|Fede|Etica ebraica|Redenzione (ebraismo)|Teshuvah|Torah|Zaddiq}}
Lo '''Yetzer haTov''' (ebr. '''יצר הטוב''') o Yetzer tov e lo '''Yetzer ha-ra''' (ebr. '''יצר הרע‎''') sono distintamente l'istiinto o l'inclinazione buoni o al bene e quelli cattivi, malvagi o al male (cfr comunque anche [[Lashon haQodesh]] e [[Lashon ha-ra]]). A parte il caso degli [[Zaddiq]]im completi, in cui il secondo non è presente (cfr comunque [[Peccato (ebraismo)]]), ed il caso di malvagi (''malvagio'' in [[ebraico]] si traduce, traslitterata, con la parola ''rashà'') completi, essi sono presenti in tutti gli individui, spesso in misura differente secondo la natura o i meriti e la condotta degli stessi.<br />I ragazzi potrebbero iniziare ad essere soggetti allo Yetzer haTov ed allo Yetzer ha-ra dall'età di 13 anni, maggiorità quando infatti si celebra il [[Bar mitzvah]], le ragazze dai 12 anni di età: da questo momento si possono distinguere il bene ed il male, ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
 
55. Perché si dice che l'uomo fu creato ad imagine e somiglianza di Dio?
Metaforicamente, quindi non con correlazioni esegetiche letterali, si insegna con una parabola:
Si dice che l'uomo fu creato ad imagine e somiglianza di Dio, perché l'anima umana è spirituale e ragionevole, libera nel suo operare, capace di conoscere e di amare Dio e di goderlo eternamente: perfezioni che rispecchiano in noi un raggio dell'infinita grandezza del Signore.
 
83. Che cosa c'insegna il terzo articolo: Il quale fu concepito di Spirito Santo; nacque di Maria Vergine
{{quote|Inizialmente lo yetzer ha-ra presente nel cuore di un uomo è simile ad una ragnatela. L'uomo può facilmente distruggerla e liberarsi dal peccato ma, se non reagisce, esso si rafforza e diventa come la spessa corda che ancora una nave.<br />All'inizio lo yetzer ha-ra di una persona si comporta come se fosse un "invitato" ma, se (lo yetzer ha-ra) non viene scacciato al più presto, diventa il "padrone della casa"| ''[[Midrash]] Bereshit Rabbah 22, 11''}}
Il terzo articolo del Credo c'insegna che il Figliuolo di Dio ha preso un corpo e un'anima, come abbiamo noi, nel seno purissimo di Maria Vergine per opera dello Spirito Santo, e che è nato da questa Vergine.
 
[[Chaim Vital]] (''Shaarei Kedusha'', ''Le Porte della Santità'') ricorda che lo Yetzer ha-ra talvolta porta l'uomo ostinato al peccato; ciò risulta nella metafora seguente che ne indica metaforicamente la legge sulla punizione:
 
{{quote biblico|...come un uccello che si precipita in una trappola, finché una freccia non fora le sue viscere|Proverbi|7.23}}
 
concludendo con l'affermazione che dice: "''...egli non sa che gli costerà la sua vita...''"
 
Spesso lo Yetzer ha-ra viene inteso come quasi "esterno" agli individui che ne sono coinvolti: ciò deriva dal legame metaforico con l'[[angelo]] Samae-l, invero però gli individui non Zaddiqim perfetti devono procedere lungo un percorso spirituale di [[Teshuvah]] e redenzione prima di poter esserne completamente svincolati (dallo Yetzer ha-ra) e poter godere in modo equilibrato e nel bene assoluto delle gioie di Dio, del Mondo e della "comunità umana" degli integri.
 
Nell'era messianica compiuta il male e l'istinto cattivo non saranno più presenti inoltre nel Ghehinnom vengono espiati proprio l'istinto cattivo e le sue conseguenze vissuti durante la vita nel mondo.<br />La condizione migliore di redenzione viene vissuta nella [[Teshuvah]].
 
Nella "Guida dei perplessi" di Maimonide lo Yetzer ha-ra viene paragonato ad un ricco re biasimevole mentre lo Yetzer haTov ad un vecchio povero che non viene ascoltato.
 
Molti maestri e commentatori ebrei, anche nel [[Chassidismo]], insegnano che il bene si trova nella semplicità, con ciò non intendendo la rozzezza, mentre nel male e nella crudeltà si trovano "''mille vie''" pur di compierli.
 
Gli animali, anche quelli feroci, non possiedono lo Yetzer ha-ra infatti non si accorgono quando vi è la volontà di ucciderli.
 
Gli individui devono riuscire a prevalere contro il proprio istinto cattivo migliorando le proprie [[Middot etiche]] compiendo le Mitzvot e le buone azioni e limitandosi o evitando peccati, trasgressioni e comportamenti non consoni ai dettami ed alle vie della Torah.
 
Talvolta lo Yetzer ha-ra può essere neutralizzato o limitato attraverso uno sforzo interiore auto-disciplinato inoltre può essere sconfitto anche grazie allo [[studio della Torah]].
 
Uno dei miglioramenti succitati consiste nell'affinare anche l'anima Nefesh rendendola "divina". È connaturato alla Neshamah tendere allo Yetzer haTov.
 
Lo Yetzer haTov riguarda principalmente la bontà, la giustizia ed altre [[middot etiche]] (cfr [[Sefirot]]) nonché le buone azioni e la concezione di [[Mitzvah]].
 
{{vedi anche|Amore nell'Ebraismo|Avraham|Ghemilut Chassadim|Noach (parashah)|Tiqqun|Unità del popolo ebraico}}
 
=== Cristianesimo ===
[[File:Zampa, Giacomo - La Presentazione dell' Anima a Dio.jpg|thumb|''La presentazione dell'anima a Dio'' ([[Giacomo Zampa]])]]
Nel [[Nuovo Testamento]] non esiste una definizione univoca di anima. [[Paolo di Tarso]] fa riferimento ad una tripartizione dell'uomo, nominando il corpo, l'anima e lo spirito,<ref>«Il [[Melchisedec|Dio della pace]] vi santifichi fino alla perfezione, e tutto quello che è vostro, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro [[Gesù Cristo]]» (Paolo, ''[[Prima lettera ai Tessalonicesi]]'', 5, 23).</ref> già presente in Platone. La parola ''psychè'' (ψυχή, in [[lingua greca]]) ricorre da sola 102 volte, la prima dei quali nel [[Vangelo di Matteo]] 2:20, ed è usata nelle citazioni di passi dell'[[Antico Testamento]] dove è presente il termine ''nefesh''. Talvolta le due parole ''psyche'' e ''pneuma'' finiscono per assumere il medesimo significato.
 
Il termine greco ''psychè'', tra l'altro, è definito nei dizionari “vita”, e “anima come personalità e carattere” o usato per indicare la persona stessa. Anche in opere greche non bibliche il termine era usato a proposito di animali. Naturalmente opere del genere si basano più che altro sugli scritti di autori greci classici, e includono tutti i significati attribuiti alla parola dai filosofi greci pagani, fra cui “anima” dei morti, “anima, come sussistente senza il corpo, o contrapposta ad esso”, ecc.<br>
Dal momento che alcuni filosofi pagani pensavano che l'anima alla morte uscisse dal corpo, il termine ''psychè'' significava anche “farfalla”, creatura che subisce una metamorfosi, trasformandosi da crisalide in creatura alata.<ref>L. Rocci, Vocabolario greco-italiano, pp. 2060, 2061.</ref>
 
Ferma restando la terminologia adoperata nelle Scritture, che fa riferimento ad un'inconfutabile distinzione concettuale tra il corpo e lo spirito, il Cristianesimo delle origini si concentrò, almeno nei primi tempi, sul concetto di [[resurrezione della carne]] più che su quello di «[[immortalità]]» dell'anima; quest'ultima sarebbe divenuta materia di riflessione soltanto dei teologi successivi.<ref>La ''[http://www.jewishencyclopedia.com/articles/8092-immortality-of-the-soul Jewish Encyclopedia]'' sostiene in proposito: «La credenza che l'anima continui ad esistere dopo la dissoluzione del corpo è argomento di speculazione filosofica e teologica e di conseguenza non è espressamente insegnata in alcun punto della Sacra Scrittura». Anche [[Papa Benedetto XVI]], parlando della Chiesa antica, ha tenuto a precisare: «Per la Chiesa antica è significativo che non esisteva alcuna affermazione dottrinale circa l'immortalità dell'anima» (Joseph Ratzinger, ''Escatologia: morte e vita eterna'', pagina 146, Cittadella Editrice, Assisi 1979).</ref>
 
==== Teologia cattolica ====
La [[Chiesa cattolica]] non ha una definizione filosofica esplicita dell'anima, sebbene abbia respinto diverse dottrine come quelle [[gnosticismo|gnostiche]] che sostenevano che l'anima individuale fosse increata perché della stessa sostanza divina, o la teoria della [[metempsicosi]] legata alla [[reincarnazione]], o ancora altre ipotesi nelle quali l'anima (intesa come anima razionale e spirito) non fosse considerata individuale e immortale. Fra gli autori ecclesiastici che hanno affrontato l'argomento, che si presenta quasi sempre connesso al tema della [[resurrezione]], sono da annoverare [[Agostino di Ippona]], [[Tommaso d'Aquino]] e [[Bonaventura da Bagnoregio]]. Mentre Agostino immagina l'anima come una specie di nocchiero del corpo, postulando un certo dualismo, Tommaso d'Aquino insiste sull'unità inscindibile dell'uomo. L'anima intellettuale è per lui la forma del corpo, e la sua separazione dopo la morte è vista come un esilio, poiché essa è naturalmente unita al corpo, a cui tende con la resurrezione finale.
 
Di seguito alcuni passi del ''[[catechismo della Chiesa Cattolica]]'':
{{quote|''II. «Corpore et anima unus» - Unità di anima e di corpo
[[File:The human soul by Luis Ricardo Falero.jpg|thumb|''L'anima umana'', di [[Luis Ricardo Falero]]]]
 
362 La persona umana, creata a immagine di Dio, è un essere insieme corporeo e spirituale. Il racconto biblico esprime questa realtà con un linguaggio simbolico, quando dice: « Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita, e l'uomo divenne un essere vivente » (Gn 2,7). L'uomo tutto intero è quindi voluto da Dio.
 
363 Spesso, nella Sacra Scrittura, il termine anima indica la vita umana, oppure tutta la persona umana. Ma designa anche tutto ciò che nell'uomo vi è di più intimo e di maggior valore, ciò per cui più particolarmente egli è immagine di Dio: « anima » significa il principio spirituale nell'uomo.
 
364 Il corpo dell'uomo partecipa alla dignità di « immagine di Dio »: è corpo umano proprio perché è animato dall'anima spirituale, ed è la persona umana tutta intera ad essere destinata a diventare, nel corpo di Cristo, il tempio dello Spirito.
 
« Unità di anima e di corpo, l'uomo sintetizza in sé, per la sua stessa condizione corporale, gli elementi del mondo materiale, così che questi, attraverso di lui, toccano il loro vertice e prendono voce per lodare in libertà il Creatore. Allora, non è lecito all'uomo disprezzare la vita corporale; egli anzi è tenuto a considerare buono e degno di onore il proprio corpo, appunto perché creato da Dio e destinato alla risurrezione nell'ultimo giorno ».
 
365 L'unità dell'anima e del corpo è così profonda che si deve considerare l'anima come la « forma » del corpo; ciò significa che grazie all'anima spirituale il corpo, composto di materia, è un corpo umano e vivente; lo spirito e la materia, nell'uomo, non sono due nature congiunte, ma la loro unione forma un'unica natura.
 
366 La Chiesa insegna che ogni anima spirituale è creata direttamente da Dio – non è « prodotta » dai genitori – ed è immortale: essa non perisce al momento della sua separazione dal corpo nella morte, e di nuovo si unirà al corpo al momento della risurrezione finale.
 
367 Talvolta si dà il caso che l'anima sia distinta dallo spirito. Così san Paolo prega perché il nostro essere tutto intero, « spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore » (1 Ts 5,23). La Chiesa insegna che tale distinzione non introduce una dualità nell'anima. « Spirito » significa che sin dalla sua creazione l'uomo è ordinato al suo fine soprannaturale, e che la sua anima è capace di essere gratuitamente elevata alla comunione con Dio.
 
84. Il Padre e il Figliuolo concorsero anche essi a formare il corpo e a creare l'anima di Gesù Cristo?
368 La tradizione spirituale della Chiesa insiste anche sul cuore, nel senso biblico di « profondità dell'essere » (« in visceribus »: Ger 31,33), dove la persona si decide o non si decide per Dio.''|Compendio catechismo della Chiesa Cattolica ([[2005]])<ref>[http://www.vatican.va/archive/catechism_it/index_it.htm Compendio catechismo della Chiesa Cattolica].</ref>}}
Si, a formare il corpo e a creare l'anima di Gesù Cristo concorsero tutte le tre Persone divine.|{{cita testo|url=https://www.maranatha.it/catpiox/05page.htm|titolo=Catechismo di San Pio X}}}}
 
==== Teologia ortodossa ====
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==== Teologia protestante ====
Secondo il teologo protestante [[Oscar Cullmann]], autore di ''[[Immortalità dell'anima o risurrezione?]]'', pubblicato nel 1986,
 
{{quoteCitazione|Lo stato intermedio fra la morte e la risurrezione del corpo è caratterizzato da un periodo di sonno, in cui gli addormentati (Prima lettera ai Tessalonicesi, 4,13) aspettano la resurrezione finale.}}
 
Cullmann inoltre nel suo libro fa notare che la dottrina dell'immortalità dell'anima risale al II secolo e che deriva dalla analoga dottrina ellenica, presa a prestito dal cristianesimo.
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In seguito, nella stessa opera, scrive:
 
{{quoteCitazione|[Esiste] una differenza radicale fra l'attesa cristiana della risurrezione dei morti e la credenza greca nell'immortalità dell'anima... Se poi il cristianesimo successivo ha stabilito, più tardi, un legame fra le due credenze e se il cristiano medio oggi le confonde bellamente fra loro, ciò non ci è parsa sufficiente ragione per tacere su un punto che, con la maggioranza degli esegeti, consideriamo come la verità... Tutta la vita e tutto il pensiero del Nuovo Testamento [sono] dominati dalla fede nella risurrezione... L'uomo intero, che era davvero morto, è richiamato alla vita da un nuovo atto creatore di Dio.}}
 
=== IslamismoIslam ===
Nella [[islam|religione islamica]] si ritiene che l'infusione dell'anima avvenga al termine del quarto mese di gestazione.<ref>Dariusch Atighetchi, ''Islam e bioetica'', p. 99, Roma, Armando editore, 2009.</ref> Più nello specifico, la tradizione averroistica identifica le seguenti fasi: presenza o unione del liquido seminale nell'utero materno (''Nutfa'', primi 40 giorni di gestazione), comparsa di un grumo o coagulo si sangue (''Alaqa'', da 40 a 80 giorni), formazione di una massa carnea (''Mudgha'', da 80 a 120 gg, corrispondente allo stadio dell'[[embrione]]), integrazione dell'anima e possesso di una componente fetale spirituale (''Khalqan Akhar'', oltre i 120 gg).<ref>{{cita pubblicazione | autore = Gilla K Shapiro | url = https://academic.oup.com/heapol/article/29/4/483/653159?searchresult=1 | titolo = Abortion law in Muslim-majority countries: an overview of the Islamic discourse with policy implications | lingua = en | rivista = Health Policy and Planning | volume = 29 | numero = 4 | pp = 483-494 | doi = 10.1093/heapol/czt040 |oclc=5603748564 | ISSN = 0268-1080 | data = 8 giugno 2013 | editore = [[Oxford University Press]] | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20200731072549/https://academic.oup.com/heapol/article/29/4/483/653159?searchresult=1#11259661 | urlmorto = sì | accesso = 31 luglio 2020 }}</ref>
Nell'[[Islam]] si ritiene che l'infusione dell'anima avvenga al termine del quarto mese.
 
=== IlInduismo concetto di anima nellee religioni induisteorientali ===
Nell'[[Induismo]], e nelle religioni ad esso collegate, l'anima è l'aspetto più puro e sottile dell'esistenza umana, il principio che dà vita alla totalità, e che influenza e caratterizza l'evoluzione di un individuo nella sua completezza. Non ha "rivestimenti", viene infatti anche detta ''Anupadaka'', cioè priva di aspetti che la separino dal resto della creazione. Il principio separativo, "ego", è soltanto un riflesso limitato di questa immensa energia.
 
Nelle diverse vite che l'uomo si trova a vivere attraverso la [[reincarnazione]], le esperienze vissute entrano a far parte del bagaglio dell'anima, che ha così la possibilità di ricordarle tutte. Il fatto di non ricordare nulla delle vite passate può dare un'idea della distanza che si viene ogni volta a creare tra la percezione che l'uomo ha di sé stesso durante la vita (''ego'') e la sua vera natura (anima).<br />
Soltanto gli [[iniziazione|iniziati]] e i [[guru|maestri]] riescono a ricordare le vite precedenti, perché la loro identificazione non è più con l<nowiki>{{'</nowiki>}}''ego'' inferiore ma con il vero principio unificatore, e la sintonia con la loro anima è pressoché perfetta.
 
Tutte le pratiche [[Yoga]] e, lepiù in generale, molte delle diverse articolazioni delle [[filosofie orientali|filosofie e religioni orientali]] hanno sostanzialmente come obiettivo la liberazione dalla schiavitù dell<nowiki>{{'</nowiki>}}''ego'', eintendendo laquest'ultimo definitivacome sintonizzazioneun'illusione con(''maya'') apportatrice di sofferenza che si perpetua attraverso l'energiaincessante dellaciclo propriadelle anima[[reincarnazione|reincarnazioni]] (''[[saṃsāra|samsara]]'').
 
Nella tradizione [[esoterismo|esoterica]] si parla di anima individuale (''Jiva'') e anima suprema (''[[Ātman]]''). Poiché lo Yoga si pone appunto come obiettivo la fusione del ''jiva'' nell{{'}}''atman'', del sé individuale con quello Supremosupremo (Dio,''[[Brahman]]'' impersonale o ''[[Bhagavat]]'' Bhagwanpersonale), esso mira in tal modo alla vera realizzazione spirituale e alla fine della sofferenza. L'Ātman, propriamenteletteralmente «respiro», può quindi essere inteso in ununa doppia accezione, sia come "anima del mondo", sia come princìpio dell'anima individuale.
 
=== Fede baháʼí ===
La [[bahai|Fede baha'i]] afferma che "l'anima è un segno di Dio, una gemma celeste la cui realtà l'uomo più dotto non è riuscito a cogliere, e il cui mistero nessuna mente, per quanto acuta, potrà mai sperare di svelare".<ref name="gleanings from the">{{Cita libro|nome=1817-1892|cognome=Internet Archive|titolo=Gleanings from the writings of Bahaơuơllah|url=http://archive.org/details/gleaningsfromwri0000baha_w8j0|accesso=27 maggio 2022|data=1983|editore=Wilmette, Ill. : Baha£i Pub. Trust|ISBN=978-0-87743-187-9}}</ref> [[Bahá'u'lláh]] ha affermato che l'anima non solo continua a vivere dopo la morte fisica del corpo umano, ma è, di fatto, immortale.<ref name="gleanings from the" /> Il paradiso può essere visto in parte come lo stato di vicinanza dell'anima a Dio; e l'[[inferno]] come stato di lontananza da Dio. Ogni stato è una conseguenza degli sforzi individuali, o della loro mancanza, per svilupparsi spiritualmente. Bahá'u'lláh insegnò che gli individui non hanno esistenza prima della loro vita qui sulla terra e l'evoluzione ideale e spirituale dell'anima è sempre e solo quella verso Dio, allontanandosi con la morte terrena dal mondo materiale.<ref>{{Cita web|url=https://d9263461.github.io/cl/Baha%27i/Others/ROB/V1/Contents.html|titolo=The Revelation of Bahá'u'lláh, Volume 1, Contents|sito=d9263461.github.io|accesso=27 maggio 2022}}</ref>
 
== Il concetto di anima presso i popoli primitivi ==
Secondo le credenze [[sciamanesimo|sciamaniche]], sono gli spiriti a muovere il creato, ancora prima degli dei. Gli spiriti sono presenti in tutti gli esseri viventi, e il loro rango è proporzionale alla creatura che [[animismo|animano]]. Ne conseguiva che con la morte, l'essere umano entrava nella dimensione degli spiriti, superiore a quella terrena, e quindi la necessità di onorare il defunto, non solo per l'affetto, ma soprattutto perché da quel piano elevato poteva benedire i vivi. Da questo nasce anche la paura dei morti: una persona oppressa e maltrattata durante la propria vita poteva in qualche modo vendicarsi una volta giunta nel reame superiore.
 
Talora una persona poteva subire la perdita dell'anima a causa di eventi traumatici, per recuperare la quale lo sciamano poteva compiere un [[viaggio sciamanico|viaggio nelle altre dimensioni]], non privo di pericoli, per andarla a recuperare.<ref>Sandra Ingerman, {{cita testo|url=https://books.google.it/books?id=NMlKDwAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=snippet&q=perdita%20dell'anima&f=false|titolo=''Il viaggio sciamanico: una guida introduttiva''}} Crisalide, 2016.</ref>
Secondo le credenze sciamaniche, sono gli spiriti a muovere il creato, ancora prima degli dei. Gli spiriti sono presenti in tutti gli esseri viventi, e il loro rango è proporzionale alla creatura che animano. Ne conseguiva che con la morte, l'essere umano entrava nella dimensione degli spiriti, superiore a quella terrena. Da questo si deduceva la necessità di onorare il defunto, non solo per l'affetto, ma soprattutto perché da quel piano elevato poteva benedire i vivi. Da questo nasce anche la paura dei morti: se una persona, in vita era stata oppressa e maltrattata; giunta nel reame superiore poteva, in qualche modo vendicarsi.
=== Le ultime interpretazioni ===
[[File:Solfeggio 9frecuencias.png|min|Schema di Solfeggio frequencies]]
A metà degli anni '70, gli [[Stati Uniti d'America|americani]] Joseph Puleo e Leonard Horowitz, studiando vari testi religiosi, in primis la Bibbia, scoprirono 6 frequenze musicali, o frequenze di solfeggio: 396 [[Hz]], 417&nbsp;Hz, 528&nbsp;Hz, 639&nbsp;Hz. Hz, 741&nbsp;Hz e 852&nbsp;Hz. Ascoltare musica con queste frequenze, secondo numerosi studi, può migliorare lo stato psicologico di una persona. Secondo i seguaci coincidono con le vibrazioni dei [[chakra]] umani, che emettono in uno stato di salute. Inoltre, come notato dai ricercatori, gli strumenti musicali del mondo antico erano accordati principalmente sulla frequenza di 432&nbsp;Hz, che, secondo dati recenti, non è inclusa nell'elenco delle principali frequenze del solfeggio, ma ha un effetto calmante effetto<ref>[https://acusmagic.com/it/solfeggio-frequencies/ Solfeggio frequencies]</ref>.
 
== Lessico, modi di dire, uso figurato ==
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* Nei manufatti si definisce ''anima'' la componente dura, portante, interna, non visibile ma essenziale dell'oggetto, ad esempio:
** ''bastone animato'': è un bastone da passeggio che nasconde al proprio interno una lama affilata;
** ''anima da fonderia:'' è un particolare prodotto in materiale refrattario utilizzato nelle forme che serve ad ottenere cavità, rientranze o sotto squadri nei pezzi meccanici ottenuti da fusione;
** ''anima in polietilene o in poliuretano'' dentro pannelli in alluminio;
** in [[liuteria]] si intende per ''anima'' il pezzetto di legno incastrato, non incollato, tra il fondo e la tavola degli strumenti ad arco.
* I [[cartoni animati]] sono [[disegno|disegni]] che, proiettati in rapida successione, danno l'illusione del movimento (come se ''prendessero vita'' e fossero dunque dotati di ''anima'')
* Un popolare [[proverbio]] recita: "La [[pubblicità]] è l{{'}}''anima'' del commercio".
* ''Anima'' può essere una [[metonimia]] per "persona" in espressioni come "Un villaggio di poche ''anime''".
 
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* ''la buonanima di...'', espressione popolare per alludere a un defunto;
* le ''anime sante'', frequentemente stazionanti in [[purgatorio]].
* In termini esoterici si intende per ''anima-gruppo'', ''nube sintonica'' o ''fascio noûrico'', una unità di spiriti disincarnati giunti ad un grado di evoluzione abbastanza elevato; non sarebbe una semplice comunità di spiriti affini bensì una unità vera e propria, una sorta di personalità collettiva. L'esistenza di ''anime-gruppo'' fu affermata dallo spirito del [[Frederic William Henry Myers|Myers]] (1843-1901) nelle sue comunicazioni alla medium [[Geraldine Cummins]] (1890–1969). Nel suo libro "''Rapporto dalla dimensione X''" (1973) [[Giorgio di Simone]] riporta le comunicazioni sullo stesso concetto riportate dall'Entità A.<ref>{{Cita libro|titolo=L'uomo e l'ignoto|editore=Armenia}}</ref>
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
* Paul J. Achtemeier, (cura di), ''Il Dizionario della Bibbia'', alla voce «Anima», a cura di Zanichelli, 2003.
* Rosemary Altea, ''[[I segni dell'anima]]'', Sperling & Kupfer, 2004 ISBN 88-8274-648-8
* Christoph Böttigheimer, Wenzel Maximilian Widenka (a cura di), ''The Concept of Soul in Judaism, Christianity and Islam'', Berlino, de Gruyter, 2023.
* Marco Bertali, ''Psichiatria come "medicina dell'anima"'', Macro Edizioni, 2006
* Jan Bremmer, ''The Early Greek Concept of the Soul'', Princeton, Princeton University Press, 1983.
* C. Casagrande, S. Vecchio (a cura di), ''Anima e corpo nella cultura medievale. Atti del V Convegno di studi della Società Italiana per lo Studio del Pensiero Medievale'', Firenze, SISMEL, Edizioni del Galluzzo, 1999.
* [[Oscar Cullmann]], ''Immortalità dell'anima o risurrezione dei morti? La testimonianza del Nuovo Testamento'', Brescia, Paideia Editrice, 1986 ISBN 978-88-394-0382-7.
* James Hillman, ''Anima. Anatomia di una nozione personificata'', Adelphi, 1989-2002
* Stewart Goetz, Charles Taliaferro, ''A Brief History of the Soul'', Malden, Wiley-Blackwell, 2011.
* [[James Hillman]], ''Intervista su amore, anima e psiche'', Laterza, 1984
* [[VitoGiulio Mancuso]]Guidorizzi, ''[[LI greci e l'anima. eIl ilcofanetto suodella destino]]trilogia. La follia, Il sogno, Le passioni'',. Raffaello Cortina Editore, 2007Milano, 2023, ISBN 978-88-3285-529-6.
* [[Erwin Rohde]], ''[[Psiche (Rohde)|Psiche, culto delle anime e fede nell'immortalità presso i Greci]]'', [1890-94], trad. di E. Codignola, Laterza, 2006.
* Francesco Sarri, ''[http://books.google.it/books?id=NN6eDK07qxYC&printsec=frontcover&source=gbs_navlinks_s#v=onepage&q=&f=false Socrate e la nascita del concetto occidentale di anima]'', introduzione di [[Giovanni Reale]], Vita e Pensiero, Milano, 1997 ISBN 88-343-0866-2
* Francesco Sarri, ''Socrate e la nascita del concetto occidentale di anima'', introduzione di [[Giovanni Reale]], Vita e Pensiero, Milano 1997, ISBN 88-343-0866-2.
* Gershon Winkler, ''La Saggezza della Cabala. Gemme di virtù dell'Albero della Vita'', Armenia, Milano 2006
* Fernando Vidal, ''The Sciences of the Soulː The Early Modern Origins of Psychology'', Chicago. The University of Chicago Press, 2011.
* Oscar Cullmann, ''Immortalità dell'anima o risurrezione dei morti? La testimonianza del Nuovo Testamento'', edizioni Paideia, 1986
* Gianfranco Ravasi, ''Breve storia dell'anima,'' Mondadori, 2003, ISBN 978-88-0451-164-9.
* ''Il Dizionario della Bibbia'', a cura di Paul J. Achtemeier, prima edizione 1993, alla voce Anima
* Luca Vanzago, ''Breve storia dell'anima'', Universale Paperbacks il Mulino, 2009, ISBN 978-88-1513-052-5.
* [[Erwin Rohde]], ''[[Psiche (Rohde)|Psiche, culto delle anime e fede nell'immortalità presso i Greci]]'', [1890-94], trad. di E. Codignola, Laterza, 2006
* Nicola D'Onghia, ''Il concetto di anima tra neuroscienze e teologia'', Lateran University Press, Roma 2011
 
== Voci correlate ==
* [['Olam haBa]]
* [[Adam Qadmon]]
* [[Anima del mondo]]
* [[Anima e Animus]]
* [[Anima gemella]]
* [[Anima nella religione dell'antico Egitto]]
* [[Animismo]]
* [[Corpo (metafisicaesoterismo)]]
* [[Coscienza]]
* [[James Hillman]]
* [[Platone]] (''[[Fedone]]''), [[Aristotele]] (''[[Sull'anima (Aristotele)|Sull'anima]]''), [[Plotino]] (''[[Enneadi]]'') e [[Marsilio Ficino]] (''De immortalitate animarum'')
* [[Reincarnazione]] e [[Dybbuq]]
* [[SefirotSpiriti animali]]
* [[Spirito (filosofia)]]
* [[Shekhinah]] e [[Mondo Superiore e Mondo Inferiore]]
* [[Storia dell'ubicazione dell'anima]]
* [[Spirito]]
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* [http://www.la7.it/approfondimento/dettaglio.asp?prop=ottoemezzo&video=4210 Il teologo Vito Mancuso su La7, a Otto e Mezzo, discute dell'anima con Giuliano Ferrara e Ritanna Armeni (video)]
* {{cita web|url=http://www.disf.org/anima|titolo=La voce Anima nel Dizionario Interdisciplinare di Scienza e Fede}}
* [http://www.lideale.info/ReadArticolo.aspx?id=833&par=c L'Occidente nasce dalla ''psyche'' greca], articolo di [[Giovanni Reale]]
* {{cita web|url=http://www.raiscuola.rai.it/articoli/zettel-filosofia-in-movimento-anima/16213/default.aspx|titolo=Zettel. Filosofia in movimento: Anima, sul portale RAI Scuola|accesso=2 luglio 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120704102045/http://www.raiscuola.rai.it/articoli/zettel-filosofia-in-movimento-anima/16213/default.aspx|urlmorto=sì}}
* [http://www.cristianitestimonidigeova.net/Portal/articolo.aspx?Articolo=277/ Significato e traduzione di nèfesh secondo le interpretazioni dei Testimoni di Geova] (digitare nello spazio di ricerca)
* [http://www.disf.org/Voci/30.asp La voce Anima nel Dizionario Interdisciplinare di Scienza e Fede]
*[http://www.raiscuola.rai.it/articoli/zettel-filosofia-in-movimento-anima/16213/default.aspx Zettel. Filosofia in movimento: Anima, sul portale RAI Scuola]
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