Pala Gozzi: differenze tra le versioni
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| data = 1520
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| ubicazione=[[Pinacoteca civica Francesco Podesti]]
}}
La '''''Pala Gozzi'''''
==Storia==
*{{Cita web|url=https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/1100115783|titolo=Madonna con Bambino e santi}}
*{{Cita web|url=https://www.tizianovecellio.it/tiziano-vecellio/#:~:text=1520,la%20sua%20prima%20opera%20datata.|titolo=Tiziano Vecellio}}
*{{Cita web|url=https://www.ansa.it/marche/notizie/2021/09/29/la-pala-gozzi-di-tiziano-diventa-digitale-a-110mila-pixel_8f4a4382-aeea-4d7f-8a1e-70aae3e18104.html|titolo=La Pala Gozzi di Tiziano diventa digitale a 110mila pixel}}</ref>, insieme all<nowiki>'</nowiki>''[[Annunciazione Malchiostro|Annunciazione]]'' della cattedrale di Treviso<ref>La data posta sull'''Annunciazione'' è stata scoperta durante il restauro eseguito tra il 2021 e il 2022. Sino a quella data, l<nowiki>'</nowiki>''Apparizione della Vergine'' era considerata la prima e unica opera datata. Si veda: {{Cita web|url=https://www.savevenice.org/project/titians-annunciation-in-the-malchiostro-chapel-of-the-duomo-di-treviso|titolo=Titian’s Annunciation in the Malchiostro Chapel of the Duomo di Treviso|sito=Save Venice|lingua=en|accesso=1º maggio 2022}}<br/> Opera non firmata e datata, ma in cui l'autore e la data sono desumibili dal contratto, è l'affresco con i ''Miracoli di Sant'Antonio'', che Tiziano dipinse per la Scuola del Santo a Padova, nel 1511.</ref>.
Nel 1863, la chiesa ove si trovava l'opera venne demanializzata e trasformata in ospedale militare, e nel 1884 il dipinto fu trasferito nella [[Pinacoteca civica Francesco Podesti|Pinacoteca civica]].
==Interpretazione==▼
Tutti gli studiosi sono d'accordo sul fatto che San Francesco e San Biagio ricordano rispettivamente Ancona (per il riferimento alla chiesa anconitana di [[chiesa di San Francesco ad Alto|San Francesco ad alto]]) e Ragusa (di cui San Biagio è il patrono). ▼
Secondo alcuni<ref name=Z62/>, la presenza di una veduta di [[Venezia]] sullo sfondo conteneva un messaggio politico, legato al dominio della Serenissima: nel [[1510]] [[Giulio II]] infatti aveva posto un freno alla supremazia veneziana sull'Adriatico, garantendo per tutte le marinerie, e dunque anche per Ancona e Ragusa, libertà di navigazione e commercio; nel [[1520]] le nuove convenzioni europee avevano però restituito a Venezia i suoi privilegi sull'Adriatico. Ecco quindi che la presenza di Francesco, simboleggiante Ancona, e Biagio, per Ragusa, apparivano come riconoscenti sottomettendosi a Venezia/Maria, secondo un rapporto tra la Serenissima e la Vergine ormai iconograficamente consolidato.▼
Secondo altri<ref>Autori vari ''Io Adriatico. Civiltà di mare tra frontiere e confini'', Editore Fondo Mole Vanvitelliana, Milano, 2001</ref>, con la compresenza di San Francesco (rappresentante Ancona), di San Biagio (rappresentate Ragusa) e della veduta di Venezia, Tiziano ha voluto evidenziare l'unione artistica tra le le tre principali città portuali adriatiche del tempo, rivali nella politica e nell'economia, ma unite dalla cultura: nel Rinascimento si era stabilita una fitta rete di rapporti artistici tra Marche, Veneto e Dalmazia, che andava al di là della contrapposizione commerciale che vedeva Ancona e Ragusa alleate per resistere alla potenza veneziana<ref>Sergio Anselmi, ''Venezia, Ragusa, Ancona tra Cinque e Seicento: un momento della storia mercantile del Medio Adriatico'' S.I.T.A. 1969</ref>.▼
==Descrizione e stile==
Su una nuvola che appare in un cielo crepuscolare tinto di toni dorati, arancio e rossi, si manifesta l'apparizione di Maria col Bambino in mano, affiancata da un angelo vestito e due nudi, che porgono corone. In basso, sulla riva deserta di un'isola, si trovano i santi [[Francesco d'Assisi]], che mostra le [[stimmate]], e [[san Biagio]] vescovo, protettore di [[Ragusa (Croazia)|Ragusa]], che indica al committente inginocchiato la Madonna. Estremamente intenso è il ritratto di Alvise Gozzi, che mostra una tonsura molto originale, che ricorda quella dei monaci.
Al centro del quadro un ramo di fico che nasce da un tronco spezzato si staglia verso l'alto e, per quanto stentato, porta frutto. Alla base dell'albero un insieme di piante erbacee è mosso dalla brezza marina.
Il confronto canonico della pala anconetana di Tiziano è con la ''[[Madonna di Foligno]]'' di [[Raffaello]], di cui sviluppò alcuni elementi, arricchendo in pienezza i colori, incalzando l'eloquenza dei gesti e progettando una composizione più sciolta<ref name=Z62>Zuffi, cit., pag. 62.</ref>. Alla serenità imperturbabile del Sanzio, Tiziano sostituì qui un'eroica energia umana<ref>Valcanover, cit., pag. 102.</ref>.
In lontananza si scorge una veduta di Venezia, con il [[Palazzo Ducale (Venezia)|Palazzo Ducale]], le [[basilica di San Marco|cupole]] e il [[campanile di San Marco]]; una imbarcazione a vela passa davanti alla [[Punta della Dogana]].
Sulla sinistra del dipinto, dietro alla figura di San Francesco, Tiziano ha raffigurato un paesaggio ridotto nelle dimensioni, ma suggestivo per la presenza di una figura che dà le spalle all'osservatore, seduta su un prato scosceso, illuminato dalla luce del tramonto filtrata dagli alberi di un bosco. Tale piccola scena è stata avvicinata, per la posizione dell'uomo seduto, alla ''[[Tempesta (Giorgione)|Tempesta]]'' del Giorgione e ad altre opere di Tiziano: il pastore della ''[[Madonna del Coniglio]]'', all'anziano dell'''Allegoria delle tre età della vita'', al pastore con il flauto nella ''Ninfa e pastore'' e alla figura maschile del ''[[Baccanale degli Andrii]]'', ma soprattutto alla donna con liuto vista di spalle del ''[[Concerto campestre]]''<ref>Maria Laura Gelmini, ''Un paesaggio dimenticato'', in ''Tiziano - la pala Gozzi di Ancona'', a cura di Michele Polverari, 1988</ref>. Il paesaggio in questione, per quanto limitato nelle dimensioni, ci ricorda che la pittura di Tiziano mira ad "esprimere il sentimento della realtà totale nella vitalità del frammento"<ref>Giulio Carlo Argan, ''Storia dell'arte italiana ''- Volume 3 (pagina 146)</ref>.
▲==Interpretazione==
▲Tutti gli studiosi sono d'accordo sul fatto che
▲Secondo alcuni<ref name=Z62/>, la presenza di una veduta di [[Venezia]] sullo sfondo conteneva un messaggio politico, legato al dominio della Serenissima: nel [[1510]] [[Giulio II]] infatti aveva posto un freno alla supremazia veneziana sull'Adriatico, garantendo per tutte le marinerie, e dunque anche per Ancona e Ragusa, libertà di navigazione e commercio; nel [[1520]] le nuove convenzioni europee avevano però restituito a Venezia i suoi privilegi sull'Adriatico. Ecco quindi che la presenza di Francesco, simboleggiante Ancona, e Biagio, per Ragusa, apparivano come riconoscenti sottomettendosi a Venezia/Maria, secondo un rapporto tra la Serenissima e la Vergine ormai iconograficamente consolidato.
▲Secondo altri<ref>Autori vari ''Io Adriatico. Civiltà di mare tra frontiere e confini'', Editore Fondo Mole Vanvitelliana, Milano, 2001</ref>, con la compresenza di San Francesco (rappresentante Ancona), di San Biagio (rappresentate Ragusa) e della veduta di Venezia, Tiziano ha voluto evidenziare l'unione artistica tra
==Note==
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* Pietro Zampetti, ''Pittura nelle Marche'' (II volume), Nardini, 1991
* Augusto Gentili, ''Venezia tra Ancona e Ragusa: la pala Gozzi di Tiziano'', Bulzoni 2009.
* {{Cita libro|titolo={{cita libro| nome=Valter | cognome=Curzi
* Francesco Valcanover, ''L'opera completa di Tiziano'', Rizzoli, Milano 1969.
* [[Stefano Zuffi]], ''Tiziano'', Mondadori Arte, Milano 2008. ISBN 978-88-370-6436-5
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== Altri progetti ==
{{interprogetto
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|pittura}}
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[[Categoria:Sacre conversazioni con la Madonna col Bambino]]
[[Categoria:Dipinti su san Francesco d'Assisi]]
[[Categoria:Dipinti su san Biagio di Sebaste]]
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