Calonimo: differenze tra le versioni

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{{Bio
|Titolo =
|Nome = Calonimo
|Cognome =
|PostCognome = '''di Alessandria''' ([[lingua greca|greco]]: Καλώνυμος 'Αλεξανδρεύς)
|ForzaOrdinamento =
|Sesso = M
|LuogoNascita = Alessandria d'Egitto
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|AnnoNascita =
|LuogoMorte = Costantinopoli
|LuogoMorteLink =
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = ?
|Epoca = 500
|Attività = ammiraglio
|Attività2 =
|Attività3 =
|Nazionalità = bizantino
|PostNazionalità =
|Immagine =
|Didascalia =
|FineIncipit = è stato un comandante navale [[impero bizantino|bizantino]], noto per aver guidato la flotta durante la [[guerra vandalica]] (533-534)
|Categorie =
}}
 
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== Biografia ==
Calonimo era probabilmente nativo di [[Alessandria d'Egitto]], capitale della [[Egitto (diocesi)|diocesi d'Egitto]]. Nel 533 fu assegnato al comando della [[marina bizantina]] nel corso della guerra vandalica. La missione era quella di trasportare le truppe di [[Belisario]] fino al [[regno vandalo]] del [[Nordafrica]]. Procopio cita in dettaglio la forza navale che governava: "E per l'intera forza furono necessarie 500 navi, nessuna delle quali era in grado di trasportare più di 50&nbsp;000 [[Unità di misura (antica Grecia)|medimni]], e nessuna meno di 3000. Ed in tutto sulle navi vi erano 30&nbsp;000 marinai, soprattutto egizi e [[Ionia|Ioni]], e [[Cilicia|Cilici]], ed un comandante fu nominato alla guida di tutte le navi, ''Calonimo di Alessandria''. Ed avevano anche navi da guerra pronte per le battaglie navali, in numero di novantadue, ed erano coperte da ponti, in modo che gli uomini che vi si trovavano potevano non essere esposti ai colpi del nemico. Queste navi erano chiamate "[[dromone]]s" da coloro che vissero in quel periodo; erano in grado di raggiungere grandi velocità. In queste navigavano 2000 uomini di Bisanzio, tutti vogatori e combattenti; per cui non esisteva un solo uomo superfluo tra loro".<ref name="PLRE">Martindale, Jones e Morris (1992), p. 267</ref><ref>Procopio, ''Storia delle Guerre'', Libro 3, Capitolo 11</ref>
 
Anche se questa descrizione non gli fornisce un titolo specifico, in seguito viene chiamato [[navarch]] ("capo delle navi", [[ammiraglio]]).<ref name="PLRE">Martindale, Jones e Morris (1992), p. 267</ref> Il passaggio citato recita: "Procedendo da qui era impossibile distinguere le navi. Le alte rocce che si estendevano in mare costringevano i marinai a fare lunghi giri, e c'era un lungo promontorio, nel quale si trovava la città di Hermes. Belisario comunque ordinò ad Archelao, il prefetto, ed a Calonimo, l'ammiraglio, di non andare a [[Cartagine]], ma di restare circa a 200 [[Stadio (unità di misura)|stadi]] finché non li avesse chiamati. E partendo da Grasse giungemmo il quarto giorno a Decimum, a settanta stadi da Cartagine".<ref>Procopio, ''Storia delle Guerre'', Libro 3, Capitolo 17</ref>
 
Durante la caduta di Cartagine, capitale del regno dei Vandali, si dice che Calonimo abbia [[saccheggio|saccheggiato]] le proprietà dei mercanti locali, violando quindi un ordine di Belisario.<ref name="PLRE">Martindale, Jones e Morris (1992), p. 267</ref> Procopio dice che "Belisario aveva impedito l'entrata [di soldati] per proteggersi dalle [[Imboscata|imboscate]] del nemico, ed anche per impedire ai soldati di dedicarsi al saccheggio, come avrebbero invece fatto occultati dalla notte. Quel giorno, dato che si sollevò un vento da est, le navi raggiunsero il promontorio, ed i Cartaginesi, che già avevano avvistato, rimossero le catene di ferro dal porto che chiamarono Mandracium, e permisero alla flotta di entrare. ... Qui giunsero al crepuscolo e si ancorarono, tranne il fatto che Calonimo ed alcuni dei suoi marinai, senza tener conto del generale e degli altri, sbarcarono segretamente a Mandracium, con nessuno che osò impedirglielo, e saccheggiarono le case dei mercanti sul mare, sia stranieri che Cartaginesi".<ref>Procopio, ''Storia delle Guerre'', Libro 3, Capitolo 20</ref>
 
Calonimo proclamò la sua innocenza sotto giuramento, e fu liberato. Secondo Procopio Calonimo era colpevole, e tenne per sé tutto quello che aveva rubato. Fece ritorno a [[Costantinopoli]], dove morì.<ref name="PLRE">Martindale, Jones e Morris (1992), p. 267</ref> Procopio dice: "Nei giorni seguenti Belisario ordinò di sbarcare a chi stava sulle navi, e dopo aver schierato l'intero esercito in formazione marciò su Cartagine; temeva di incontrare gruppi di nemici. Qui ricordò a lungo ai soldati la grande fortuna che gli sarebbe toccata per aver trattato bene i libici, e li esortò a mantenere attentamente l'ordine a Cartagine. Questo era dovuto al fatto che i libici erano stati Romani in precedenza, ed erano caduti sotto il dominio dei [[Vandali]] contro la loro volontà, patendo sofferenze ed oltraggi per mano di questi [[barbaro|barbari]]. Per questo motivo l'imperatore aveva dichiarato guerra ai Vandali, e non voleva provocare sofferenza a coloro la cui libertà era stata la base della guerra ai Vandali. ... E Belisario obbligò Calonimo con un giuramento a confessare i propri furti. E Calonimo, giurando il falso, al momento si prese il denaro che aveva saccheggiato, ma non molto dopo pagò il giusto prezzo a Bisanzio. Colpito da [[apoplessia]] divenne pazzo e perse l'uso della propria lingua prima di morire. Ma questo accadde in seguito".<ref>Procopio, ''Storia delle Guerre'', Libro3, Capitolo 20</ref>
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
* {{Cita libro| cognome=Martindale | nome=John R. | last2cognome2=Jones | first2nome2=A.H.M. | last3cognome3=Morris | first3nome3=John | titolo=The Prosopography of the Later Roman Empire - Volume III, AD 527–641 | anno=1992 | editore=Cambridge University Press | idisbn=ISBN 0-521-20160-8 }}
* {{Cita libro| cognome=Procopio di Cesarea| nome= | last2cognome2=Dewing | first2nome2=Henry Bronson | titolo=History of the wars. vol. 2, Books III-IV | anno=1914 | editore=Cambridge University Press | idisbn=ISBN 06749905440-674-99054-4}}
 
{{portale|Biografie}}
 
{{portale|Biografie|bisanzio|guerra|medioevo}}
 
[[Categoria:Alessandrini di epoca romana]]