Quartetto d'archi: differenze tra le versioni

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Storia: Bruckner e Strauss composero un quartetto d'archi ciascuno.
 
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{{Nota disambigua|descrizione=l'album discografico di [[Edoardo Bennato]]|titolo=[[Quartetto d'archi (album)]]}}
[[File:Allegrakwartet.jpg|thumb|upright=1.6|Il quartetto d'archi ''Allegra'' al [[Concertgebouw]] ([[Amsterdam]])]]
Il '''quartetto d'archi''' è un [[gruppo musicale|gruppo strumentale]] composto da quattro [[strumento ad arco|strumenti ad arco]], solitamente due [[Violino|violini]], una [[Viola (strumento musicale)|viola]] e un [[violoncello]]. e, al tempo stesso, unaUna composizione scritta per il medesimo organico prende il nome di '''quartetto per archi'''.
 
== Storia ==
Come [[Forma musicale|forma]], essoil quartetto si sviluppa nel quadro dello [[stile galante]] e sotto l'influenza del [[divertimento (musica)|divertimento]] verso la metà del [[XVIII secolo]]. Ha come origine il raggruppamento degli [[strumenti a corda]] in seno all'[[orchestra]], lasciando i [[contrabbasso|contrabbassi]] doppiare i violoncelli. Se i primi quartetti di [[Luigi Boccherini]] altro non sono che [[sinfonia|sinfonie]] per archi, [[Karl Stamitz|Stamitz]] e [[François-Joseph Gossec|Gossec]] separano i loro quartetti in due categorie: quelli da suonare con quattro strumenti e quelli che debbono essere suonati da un'orchestra...
[[Luigi Boccherini]] (autore di 91 quartetti) è stato recentemente riconosciuto quale padre, insieme a [[Franz Joseph Haydn]] (autore di [[Quartetti per archi di Haydn|68 quartetti]]), del moderno quartetto d'archi. Sin dalle sue prime composizioni di questo genere si notano la perizia di scrittura, la parità di importanza fra le quattro voci e il deciso ruolo concertante del violoncello, strumento del quale egli era un abile virtuoso. In effetti la struttura che poi diverrà "canonica" in quattro movimenti non viene sempre rispettata nel corpus di quartetti boccheriniani: molti sono in tre tempi, alcuni (che egli chiama "quartettini" per l'edizione a stampa) in due. Ciò è probabilmente spiegabile con il relativo isolamento in cui Boccherini si trovò a operare per buona parte della sua vita: la [[Madrid]] della seconda metà del Settecento era ai margini dell'Europa, musicalmente parlando; tale condizione gli consentì da un lato di sperimentare in completa autonomia, dall'altro non gli offrì riferimenti quartettistici importanti con cui confrontarsi, almeno fino all'ultima parte della sua vita.
 
ANel partireperiodo dadel [[Franzclassicismo Joseph Haydn|Haydnviennese]], econ Haydn, [[Wolfgang Amadeus Mozart|Mozart]] (autore di 23 quartetti) e [[Ludwig van Beethoven]] (autore di 16 quartetti), il quartetto diviene il genere più in voga nel repertorio della [[musica da camera]]. La struttura sposa d'ora in avanti un modello destinato a tradursi in un canone formale, benché messo ripetutamente in discussione (ad esempio, nell'op.131 di [[LudwigQuartetto vann. 14 (Beethoven)|Beethovenopera 131]] di Beethoven):. Un quartetto classico è solitamente strutturato nella seguente maniera.
* 1º movimento: inun formatempo diin [[forma-sonata]].
* 2º movimento: un adagio, che può avere la forma musicale di un [[lied]], di un ''movimento lento'', di ''tema e variazioni'' o una semplice struttura ''A -B -A''.
* 3º movimento: un [[minuetto]] con [[trio]], oppure uno [[scherzo (musica)|scherzo]] a(che venne partireintrodotto da Beethoven).
* 4º movimento: un [[rondò]] nelle sue varie forme.
 
Altri importanti compositori di quartetti del periodo classico furono soprattutto musicisti di area germanica, come [[Carl Ditters von Dittersdorf]], [[Franz Anton Hoffmeister]], [[Johann Baptist Vanhal]], [[Ignaz Pleyel]], [[Adalbert Gyrowetz]] e [[Anton Wranitzky]].<ref> Jérôme-Joseph de Momigny, compositore e teorico francese, autore della voce ''quatuor'' per il ''Dictionnaire des Beaux Arts'' edito a Parigi nel 1806, riporta: «''I quartetti di Haydn e quelli di Mozart fanno l'ammirazione e la delizia degli intenditori. Quelli di Pleyel, meno profondi, ma pieni di naturalezza e grazia, affascinano tutte le anime sensibili e delicate. Non si possono nominare quelli di Boccherini senza ricordare mille sensazioni piacevoli e tutti abbiamo suonato ai suoi tempi quelli di Stamitz, di Davaux e quelli di Cambini. Ai nostri giorni si ascoltano volentieri quelli di Kreutzer che hanno delle reali bellezze [...]''»</ref> I loro quartetti rispecchiavano spesso lo stile del parigino ''quatuor concertant'' (quartetto concertante). Anche gli ultimi tre quartetti mozartiani, i "quartetti prussiani" ([[Catalogo Köchel|K.]] [[Quartetto n. 21 (Mozart)|575]], [[Quartetto n. 22 (Mozart)|589]] e [[Quartetto n. 23 (Mozart)|590]], scritti per [[Federico Guglielmo II di Prussia]]) riflettono questo spirito: nel frontespizio della prima edizione a stampa ([[1793]]) sono addirittura definiti ''konzertante Quartetten''. Nei prussiani, Mozart scrive una parte molto impegnativa e ricca di passi preminenti per il violoncello (probabilmente per compiacere il sovrano prussiano, che suonava tale strumento), bilanciandola con l'aggiunta di parti altrettanto impegnative per la viola e il secondo violino<ref>''[[Grove Dictionary of Music and Musicians|The New Grove Dictionary of Music and Musicians]]'', voce ''String quartet'', Londra, MacMillian.</ref>. In Russia, [[Anton Ferdinand Titz]] scrive dei quartetti in stile viennese estremamente apprezzati dai contemporanei<ref>{{cita libro|coautori=Ernst Stöckl, Klaus Harer|titolo=Prefazione al disco "String Quartets for the Imperial Court of St. Petersburg"|url=http://www.classical-mp3.co.uk/download_booklet.aspx?file=PF+6032.pdf|editore=Profil|anno=2006|urlmorto=sì|accesso=11 marzo 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150204220448/http://www.classical-mp3.co.uk/download_booklet.aspx?file=PF+6032.pdf|dataarchivio=4 febbraio 2015}}</ref>.
 
Il successo del quartetto d'archi si basa su aspetti [[Suono|sonori]] e [[Sociologia|sociologici]]. Il [[contrappunto]] con quattro parti permette di far sentire tutte le [[Armonia|armonie]] senza superflui raddoppi. Il quartetto permette inoltre una grande omogeneità di [[Timbro musicale|timbro]] e l'equivalenza delle voci nel lavoro di contrappunto.
 
Il quartetto è fortemente apprezzato dai [[Compositore|compositori]] [[Romanticismo|romantici]], come [[Franz Schubert]] (autore di 15 quartetti). Resta sinonimo di sforzo, concentrazione e rigore. Durante tutto il [[XIX secolo]], è una specificità [[Germania|tedesca]] e, in minima parte, (soprattutto verso la fine del secolo), anche [[Francia|francese]]. Esistono anche eccezioni, come ben testimonia la presenza di un14 quartettoquartetti nel catalogo delle opere di [[GiuseppeAntonín VerdiDvořák]]. Beninteso, i compositori segnati dall'estetica [[Richard Wagner|wagneriana]] del ''[[Gesamtkunstwerk]]'' (opera d'arte totale), dalla [[musica a programma]] ([[hectorHector Berlioz|Berlioz]] e [[franzFranz Liszt|Liszt]]), oppure dal [[Scala cromatica|cromatismo]] e dalla potenza orchestrale di Wagner ([[Anton Bruckner]], [[Gustav Mahler]], [[Richard Strauss]]) si disinteressano totalmente del quartetto come stile musicale.
 
Ovvio dire che, nel dibattito che oppone, durante la seconda metà del XIX secolo, i sostenitori della [[musica puraassoluta]] (ad esempio [[Eduard Hanslick]] e [[Johannes Brahms]] ad esempio) ai difensori della musica a programma (Liszt e il suo circolo di [[Weimar]]),. ilIl quartetto d'archi rappresenta, per i primi, il genere nobile per eccellenza: l'ascolto di un quartetto sarebbe sinonimo di contemplazione delle forme musicali per ciò che sono, in opposizione a un ascolto che verrebbe guidato da un programma poetico.
 
All'inizio del [[XX secolo]] il quartetto è, per alcuni compositori ([[Claude Debussy]], vedi[[Leoš Janáček|Leos Janacek]], [[Alexander von Zemlinsky|Alexander v. Zemlinsky]], [[Arnold Schönberg]], [[Alban Berg]], [[Anton Webern]], [[Maurice Ravel]], e [[Béla Bartók]] e [[Claude Debussy]]), analogo alla sperimentazione, alla tappa nella ricerca di un ideale in campo di composizione musicale, a tal punto che il critico musicale [[Dominique Jameux]] parla di "laboratorio delle forme". Il quartetto di [[Gabriel Fauré]] ([[scritto nel 1924]]) è l'opera di un musicista desideroso di ultimare la sua lunga carriera di compositore con un capolavoro di purezza ed ascetismo. Si tratta in questi ultimi casi di opere essenzialmente isolate anche se di un'importanza spesso capitale nella storia della musica.
 
Al contrario, [[Darius Milhaud]] (autore di 1618 quartetti), [[Heitor Villa-Lobos]] (autore di 17 quartetti), e soprattutto [[Dmitrij Šostakovič]] (autore di 15 quartetti), hanno contribuito, per l'importanza e la qualità del loro lavoro, a rinnovare la tradizione di questa forma musicale.
In [[Italia]] hanno apportato un significativo contributo alla letteratura per quartetto i musicisti [[Gian Francesco Malipiero]] e [[Giacinto Scelsi]]. Va infine ricordato il quartetto per archi op.1 del celeberrimo pianista canadese [[Glenn Gould]].
 
La generazione del dopoguerra tenta un rinnovamento del quartetto ([[Olivier Messiaen]], con il suo ''Quartetto per la fine deidel tempitempo'', per [[violino]], [[violoncello]], [[clarinetto]] e [[pianoforte]], composto mentre era internato in un campo prigionieri in [[Slesia]] durante la [[seconda guerra mondiale]]; [[Pierre Boulez]], con il suo ''Livre pour quatuor à cordes'', delscritto nel [[1948]]) prima di relegarlo tra i pezzi da museo dei generi musicali appartenenti a un passato oramai remoto.
 
Le generazioni seguenti, segnate dal [[postmodernismo]], si reinteressano al genere, preoccupandosi di dialogare con la storia e di riannodare con la tradizione. Se [[György Ligeti]] eed [[Elliott Carter]] fanno da precursori in questo campo, [[Helmut Lachenmann]] in [[Germania]], [[Brian Ferneyhough]] in [[Gran Bretagna]], [[Philippe Fénelon]] e [[Philippe Hersant]] in [[Francia]], ognuno per la propria strada, sembrano non voler più derogare alla regola secondo la quale ogni compositore affermato deve misurarsi con un genere reputato difficile.
Ovvio dire che, nel dibattito che oppone, durante la seconda metà del XIX secolo, i sostenitori della musica pura ([[Eduard Hanslick]] e [[Johannes Brahms]] ad esempio) ai difensori della musica a programma (Liszt e il suo circolo di [[Weimar]]), il quartetto d'archi rappresenta per i primi il genere nobile per eccellenza: l'ascolto di un quartetto sarebbe sinonimo di contemplazione delle forme musicali per ciò che sono, in opposizione a un ascolto che verrebbe guidato da un programma poetico.
 
== Note ==
All'inizio del [[XX secolo]] il quartetto è, per alcuni compositori, vedi [[Arnold Schönberg]], [[Alban Berg]], [[Anton Webern]], [[Maurice Ravel]], [[Béla Bartók]] e [[Claude Debussy]], analogo alla sperimentazione, alla tappa nella ricerca di un ideale in campo di composizione musicale, a tal punto che il critico musicale [[Dominique Jameux]] parla di "laboratorio delle forme". Il quartetto di [[Gabriel Fauré]] ([[1924]]) è l'opera di un musicista desideroso di ultimare la sua lunga carriera di compositore con un capolavoro di purezza ed ascetismo. Si tratta in questi ultimi casi di opere essenzialmente isolate anche se di un'importanza spesso capitale nella storia della musica.
<references/>
 
== Bibliografia ==
Al contrario, [[Darius Milhaud]] (autore di 16 quartetti), [[Heitor Villa-Lobos]] (17), e soprattutto [[Dmitrij Šostakovič]] (15), hanno contribuito, per l'importanza e la qualità del loro lavoro, a rinnovare la tradizione di questa forma musicale.
* Francis Vuibert (2009) ''Répertoire universel du quatuor à cordes'', ProQuartet-CEMC, ISBN 978-2-9531544-0-5
In [[Italia]] hanno apportato un significativo contributo alla letteratura per quartetto i musicisti [[Gian Francesco Malipiero]] e [[Giacinto Scelsi]].
* Friedhelm Krummacher, ''Geschichte des Streichquartetts'', Laaber-Verlag, Laaber 2005
* Paul Griffiths, ''The String Quartet – A History'', Thames and Hudson, New York 1983, ISBN 0-500-01311-X
* Paul Griffiths, "String quartet", in ''The New Grove Dictionary of Music and Musicians'', New York, 2001
 
== Altri progetti ==
La generazione del dopoguerra tenta un rinnovamento del quartetto ([[Olivier Messiaen]], ''Quartetto per la fine dei tempi'', per [[violino]], [[violoncello]], [[clarinetto]] e [[pianoforte]], composto mentre era internato in un campo prigionieri in [[Slesia]] durante la [[seconda guerra mondiale]]; [[Pierre Boulez]], ''Livre pour quatuor à cordes'' del [[1948]]) prima di relegarlo tra i pezzi da museo dei generi musicali appartenenti a un passato oramai remoto.
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== Collegamenti esterni ==
Le generazioni seguenti, segnate dal [[postmodernismo]], si reinteressano al genere, preoccupandosi di dialogare con la storia e di riannodare con la tradizione. Se [[György Ligeti]] e [[Elliott Carter]] fanno da precursori in questo campo, [[Helmut Lachenmann]] in [[Germania]], [[Brian Ferneyhough]] in [[Gran Bretagna]], [[Philippe Fénelon]] e [[Philippe Hersant]] in [[Francia]], ognuno per la propria strada, sembrano non voler più derogare alla regola secondo la quale ogni compositore affermato deve misurarsi con un genere reputato difficile.
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