Lucio Fontana: differenze tra le versioni
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{{Bio
|Nome = Lucio
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|GiornoMeseMorte = 7 settembre
|AnnoMorte = 1968
|Epoca = 1800
|Epoca2 = 1900
|Attività = pittore
|Attività2 = ceramista
|Attività3 = scultore
|Nazionalità = Argentino
|NazionalitàNaturalizzato = Italiano
|PostNazionalità =
|Immagine = Lucio Fontana by Lothar Wolleh.jpg
|Didascalia = Lucio Fontana in una fotografia di [[Lothar Wolleh]].
}}
Nato in Argentina, da famiglia italiana, a Milano frequentò l'[[Accademia di Brera]] dedicandosi alla scultura; rientrato a [[Buenos Aires]] redasse il ''Manifiesto blanco'' con cui pose le basi del [[movimento spazialista]]. Nei primi [[anni 50]] realizzò tele con buchi a cui fecero seguito i celebri "tagli". Nelle sue realizzazioni artistiche utilizzò numerose tecniche, sia in pittura che in scultura che nella ceramica. Il '''''taglio''''' di Fontana, dopo le primissime sperimentazioni, trova il suo completamento con una ''garza nera'', posta dietro, in modo che l'osservatore non guardi il muro, ma si perda nel vuoto 'cosmico'.
«Nelle pieghe del dibattito che divide l'arte italiana del Dopoguerra, tra richiami [[Palmiro Togliatti|togliattiani]] all'ordine, assecondati dal neorealismo figurativo di [[Renato Guttuso]], e provocazioni concettuali ([[Piero Manzoni]] che inscatola e numera la [[Merda d'artista]]), si impone un artista che mira a un'immagine pura, aerea, assoluta. Già alla [[Biennale di Venezia]] del 1949 Fontana attira la perplessità dei critici e il dileggio del pubblico con le tele bucate che chiama ''Concetti spaziali''».<ref>[[Oreste Del Buono]], ''Il pittore dei buchi'', sta in [[L'Europeo]] n. 38, 1968, vedi ''L'Europeo'', anno XII, n.7, Luglio 2013.</ref>
Nel 1966, Fontana e l'architetto veneziano [[Carlo Scarpa]] ricevono il premio per la migliore sala Biennale realizzata. Si tratta di una sala con un ingresso ovale - simbolo di fine, ma anche di nascita - che ospitava otto tele bianche con taglio centrale, che lui stesso denominava '''Attese''<nowiki/>' <ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://artsupp.com/it/artisti/lucio-fontana/concetto-spaziale-attese-3|titolo=Concetto Spaziale, Attese, opera di Lucio Fontana|sito=Artsupp|accesso=2025-10-06}}</ref> (come se fossero manifestazione immediata di qualcosa). Concepiva la '''''forma ovale''''' come immateriale, sospesa nel vuoto e galleggiante nel buio.
Le tele bianche, '''''monocrome''''', segnano un'unica traccia di una trascendenza - rispetto alla fisicità - diventando quasi uno spettacolo. L'ultima sua opera, invece, è un percorso labirintico che, alla fine, presenta un unico taglio bianco sulla parete centrale, come fosse una rivelazione improvvisa. Il significato attribuito da Fontana era ''simbolico'', dal momento in cui l'osservatore si avvicina e trova delle corrispondenze con suoi pensieri e teorie. Il taglio diagonale, frequente nelle sue opere, trova un'assonanza con un'opera di [[Piero della Francesca|Piero Della Francesca]], in cui, la diagonale nella veste blu della madonna richiama la funzione materna e, simbolicamente, passa da una ''dimensione descrittiva'' a una ''spirituale'' e universale. E' rilevante notare che, prima che Fontana facesse un buco in una tavola, [[Filippo Brunelleschi]] aveva compiuto il medesimo gesto, per capire e rappresentare la [[prospettiva]] <ref>{{Cita web|url=https://www.didatticarte.it/Blog/documenti/Zanichelli_Sammarone_Brunelleschi.pdf|titolo=Brunelleschi e la prospettiva}}</ref>.
== Biografia ==
Lucio nasce a Rosario da una relazione fra Lucia Bottini, figlia dell’incisore svizzero Jean e che poi sposerà Juan Pablo Maroni, e il padre italiano Luigi Fontana ([[1865]]-[[1946]])<ref>Sarah Whitfield, ''Lucio Fontana'', University of California Press, 2000, p68. {{ISBN|0-520-22622-4}}</ref>, [[scultore]], che terrà con sé il figlio e sposerà successivamente Anita Campiglio, considerata sempre da Lucio come una vera mamma.
La famiglia Fontana era abbastanza agiata, quindi il giovane Lucio viene mandato in Italia a studiare prima in importanti collegi e poi all’Istituto tecnico Carlo Cattaneo e al liceo artistico di Brera.<ref>[https://www.maggioregam.com/it/artists/48-lucio-fontana/biography/]</ref>
Nel 1917, durante la [[prima guerra mondiale]], si arruola volontario nel [[Regio esercito]].<ref name="ReferenceA">Paolo Campiglio, ''Fontana'', Giunti, 2008</ref>
Nel 1921, ottenuto il diploma di perito edile fa ritorno in Argentina. Nel 1924 dopo aver lavorato con il padre apre il suo studio a Rosario abbandonando lo stile realistico del padre e guardando invece i modi cubisti di Aleksandr Archipenko come in ''Nudo'' (1926) e in ''La mujer y la balde'' (1927). Nella prima opera si notano influenze di [[Alexander Archipenko]] e del secessionismo, mentre nella seconda opera si nota la lezione di [[Aristide Maillol]].<ref name="ReferenceA"/>
Nel 1927 torna a Milano e si iscrive all’[[Accademia di Brera]], diplomandosi nel 1930. Subisce l'influenza del suo professore [[Adolfo Wildt]].<ref>Paolo Campiglio, Fontana, Giunti, 2008</ref>
Dirà nel 1963 ''“Avevo per guida un grande maestro: Wildt, ero considerato l’allievo migliore del corso. E Wildt, anzi, mi aveva espresso più volte che io diventassi continuatore della sua arte. Invece, appena uscito dall’Accademia, ho preso una massa di gesso, le ho dato una struttura approssimativamente figurativa di un uomo seduto e le ho gettato addosso del catrame. Così, per una reazione violenta. Wildt si è lamentato, e cosa potevo dirgli? Avevo una grande stima di lui, gli ero riconoscente, ma a me interessava trovare una nuova strada, una strada che fosse tutta mia.”''<ref>B.Rossi, Dialogo con Lucio Fontana, in "Settimo giorno", 22 gennaio 1963</ref>
È nata così una delle opere più importanti del primo periodo di Fontana: ''L’uomo nero'' (1930- oggi perduta). Ricordando opere di Archipenko e Zadkine cerca un ritorno alle origini della forma. Il catrame nero e la massa quasi informe, sono in contrasto con il recupero delle forme romane ed etrusche di [[Arturo Martini]] e [[Marino Marini (scultore)|Marino Marini]].
Insieme a [[Renato Birolli]] e [[Aligi Sassu]] ritiene l’espressionismo una alternativa alla moda del Novecento come in ''Campione olimpico (o Campione in attesa)'' (1932).
Realizza anche numerose ceramiche dai colori vivaci.
Conosce le avanguardie architettoniche milanesi: Figini e Pollini e il gruppo [[BBPR]] cioè: Belgioioso, Banfi, Peressutti, Rogers. Ha acquisito la lezione di [[Le Corbusier]]. La vicinanza all’architettura è visibile chiaramente nel monumento a [[Giuseppe Grandi]] (Il grande scultore della "[[Scapigliatura]]" lombarda) purtroppo mai realizzato (1931) e progettato insieme con il cugino architetto Bruno Fontana e l’ingegnere Alcide Rizzardi. Il progetto prevede un cono rovesciato e dei cristalli. Si nota la derivazione dalle opere costruttiviste e razionaliste: vedi Melnikov (''Faro di Colombo'' 1929) e Tatlin (''monumento alla III Internazionale'').
Negli anni trenta Fontana è sempre in bilico tra figurazione espressionista e rarefazione della forma e bidimensionalità. Vedi ''Il fiocinatore'' (1934) o ''Scultura astratta'' (1934).<ref>Paolo Campiglio, cit.</ref>
Nel 1937 si reca a Parigi per l’Esposizione universale. Conosce [[Tristan Tzara]] e [[Costantin Brancusi]] e vede le opere di Picasso. Visita i laboratori di ceramica di Sèvres e realizza nuove ceramiche.
Nel 1939 realizza per la Casa del Fascio di Milano i bassorilievi "Volo di Vittorie".
Dal 1940 al 1947 vive ancora in Argentina e insieme con altri artisti astratti scrive il ''Manifiesto blanco'': ''Si richiede un cambiamento nell'essenza e nella forma. Si richiede il superamento della pittura, della scultura, della poesia e della musica. È necessaria un'arte maggiore in accordo con le esigenze dello spirito nuovo.''
Nel 1947 insieme con [[Beniamino Joppolo]], [[Giorgio Kaisserlian]], [[Milena Milani]] fonda lo [[Spazialismo]], movimento artistico che viene sostenuto dalla [[Galleria del Cavallino]] di Venezia, e scrive il Primo ''Manifesto dello Spazialismo:'' ''"È impossibile che l'uomo dalla tela, dal bronzo, dal gesso, dalla plastilina non passi alla pura immagine aerea, universale, sospesa, come fu impossibile che dalla grafite non passasse alla tela, al bronzo, al gesso, alla plastilina, senza per nulla negare la validità eterna delle immagini create attraverso grafite, bronzo, tela, gesso, plastilina"''<ref name="giacomobelloni.com">http://www.giacomobelloni.com/styled-57/styled-15/ consultato il 24 agosto 2018</ref>. Seguito poi dal ''Manifesto tecnico dello spazialismo'' nel 1951 ''("La prima forma spaziale costruita dall'uomo è l'aereostato. Col dominio dello spazio l'uomo costruisce la prima architettura dell'Era Spaziale- l'aeroplano. A queste architetture spaziali in movimento trasmetteranno le nuove fantasie dell'arte. Si va formando una nuova estetica, forme luminose attraverso gli spazi. Movimento, colore, tempo, e spazio i concetti della nuova arte".)''<ref name="giacomobelloni.com"/>. Alla fine degli anni quaranta, collabora con la [[Fontana Arte]] alla realizzazione di basi in ceramica per tavoli e tavolini (su disegno dell'architetto [[Roberto Menghi]]), e con la ditta Borsani<ref>{{cita web|url=http://1995-2015.undo.net/it/mostra/115627|titolo=Osvaldo Borsani e Lucio Fontana Galleria Enrico Fornello Milano}}</ref><ref>[http://www.osvaldoborsani.com/collaborazioni/ Le Collaborazioni - Osvaldo Borsani]</ref>.
Nel 1952 segue il ''Manifesto del movimento spaziale per la televisione'': ''"Noi spaziali trasmettiamo, per la prima volta nel mondo, attraverso la televisione, le nostre nuove forme d'arte, basate sui concetti dello spazio, visto sotto un duplice aspetto:''
''il primo quello degli spazi, una volta considerati misteriosi ed ormai noti e sondati, e quindi da noi usati come materia plastica;''
''il secondo quello degli spazi ancora ignoti del cosmo, che vogliamo affrontare come dati di intuizione e di mistero, dati tipici dell'arte come divinazione.''
''La televisione è per noi un mezzo che attendevamo come integrativo dei nostri concetti. Siamo lieti che dall'Italia venga trasmessa questa nostra manifestazione spaziale, destinata a rinnovare i campi dell'arte".''<ref>http://www.hackerart.com consultato il 24 agosto 2018</ref>
Le sue tele monocrome, spesso dipinte a spruzzo, portano impresso il segno dei gesti precisi, sicuri dell'artista che, lasciati i pennelli, maneggia lame di rasoio, coltelli e seghe. Tutto è giocato sulle ombre con cui la luce radente sottolinea le soluzioni di continuità.
L'opera ''Il fiore (o Concetto spaziale)'' del 1952 introduce il movimento: un fiore costituito da lamelle di ferro verniciato di giallo con una serie di buchi ordinati e in movimento tra di loro. Ma forse l'opera più interessante di questo periodo è la ''Struttura al neon per la IX Triennale di Milano'' del 1951. Un neon continuo che si intreccia più volte appeso a un soffitto colorato di blu (progettato insieme con gli architetti Baldessari e Grisotti) e sembra cristallizzare il movimento di una torcia elettrica oppure il movimento di uno schizzo su carta (come si può vedere dagli schizzi preparatori) simile ai tracciati spiraliformi di Hans Hartung. Nei successivi anni '50 realizzerà una serie di opere sempre più rappresentative del pensiero informale. La serie delle Pietre, la serie dei barocchi e quella dei gessi. Conosce [[Yves Klein]], che a sua volta lo ammira. Fontana apre un varco verso una ricerca di infinito, di spazio, di spiritualità. La stessa ricerca di spiritualità operata da Kandinskij, Pollock, Yves Klein e da Rothcko.<ref>{{Cita libro|titolo=Paolo Campiglio, Fontana, Giunti, 2008}}</ref>
Fontana giunge alla sua poetica delle opere più famose (i tagli sulla tela), nel 1958, meditando la lezione del [[barocco]], in cui, come egli scrisse ''le figure pare abbandonino il'' ''piano e continuino nello spazio''. Come gesti apertamente provocatori vanno intese certe sue tele [[Color Field|monocrome]] che, quali i buchi e i tagli, scandalizzarono il pubblico anche per la facilità con cui è possibile rifarle<ref>[http://www.corriere.it/cultura/10_febbraio_21/quello-sfregio-ai-tagli-di-fontana-quando-l-arte-suscita-rabbia-paolo-conti_dbc4545c-1ecd-11df-89bb-00144f02aabe.shtml ''Quello sfregio ai tagli di Fontana'' da Corriere.it]</ref>. Su uno sfondo sempre più monocromo, egli incide la tela con uno o più tagli per cui si interrompe la illusorietà della tela come supporto per un disegno e l'opera diventa una materia che tramuta la tela in una scultura tridimensionale<ref>Alla domanda di un critico sull'origine dei tagli, sembra rispondesse: "l'idea mi è venuta dalla vulva di Nanda Vigo", Lauretta Colonnelli, ''La vita segreta dei colori, Ed.Marsilio, Venezia, 2023</ref>. Le tele caratterizzate dai tagli sono chiamate anche ''Concetto spaziale-Attese (o Attesa)'' a seconda del numero dei tagli. Le tele all'inizio presentano molti tagli anche disposti in serie più o meno ordinate e sono colorate con aniline; in seguito i tagli si riducono, le tele sono colorate con idropittura e i tagli chiusi nel retro da garza nera. Dietro ogni tela dei concetti spaziali vi è presente una frase ironica, surreale o poetica scritta a mano da Fontana.<ref>{{Cita web|https://www.lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/A0060-00128/|Concetto Spaziale|25/05/2022}}</ref> Si dice che fosse un appiglio per una perizia calligrafica.
[[File:Paolo Monti - Servizio fotografico (Milano, 1962) - BEIC 6328571.jpg|min|Inaugurazione della mostra di Lucio Fontana presso la Galleria Ariete, Milano]]
È stato pittore, scultore, ceramista, mosaicista, ha trattato il Cemento Dipinto, ha praticato anche l'Architettura<ref>Paolo Campiglio "Lucio Fontana"</ref>.
In Piazza Pozzo Garitta, ad [[Albissola Marina]], si trova lo "Spazio Lucio Fontana" dove, negli anni '50 e '60, era ubicato l'atelier dell'artista, che, per la locale "[[Passeggiata degli artisti]]" fece un disegno per un mosaico e fuse una scultura metallica<ref>Bianca Maria Puccio - "Vacanze di artisti in Albisola"</ref>. Ad Albissola Marina, lavorò anche in via Ferdinando Isola, nella Fornace "APA Assalini Poggi Albisola".<ref>"AD Antiques & Collectors"</ref> Agli inizi degli anni Sessanta ebbe corrispondenze con degli ammiratori, fra questi col critico d'arte [[Franco Russoli]] e il suo amico [[Giancarlo Tognoni]]
. Nel 1963-64 espone alla mostra [[Peintures italiennes d'aujourd'hui]], organizzata in [[medio oriente]] e in [[nordafrica]]<ref>{{Cita web|url= http://www.quadriennalediroma.org/arbiq_web/index.php?sezione=mostre&id=37&ricerca=|titolo= Peintures italiennes d'aujourd'hui|accesso= 28 febbraio 2016}}</ref>.
Morì a [[Comabbio]], in [[provincia di Varese]], il 7 settembre del [[1968]], all'età di 69 anni.
== La Fondazione ==
La moglie Teresita Rasini, nel [[1982]], ha dato vita alla Fondazione Lucio Fontana, alla quale lasciò oltre seicento opere dell'artista e di cui è stata presidente fino alla sua scomparsa nel [[1995]]. La fondazione collabora all'organizzazione di mostre, ospitate da importanti istituzioni pubbliche o private come: la grande antologica, la mostra Guggenheim, la personale itinerante, in Giappone e l'esposizione al Centre Pompidou di Parigi. Attualmente la presidente della fondazione è Silvia Ardemagni<ref>{{Cita web|url=https://www.fondazioneluciofontana.it/fondazione/storia-e-mission/|titolo=STORIA E MISSION – Fondazione Lucio Fontana|lingua=it|accesso=17 agosto 2024}}</ref>.
Il 12 aprile del [[2008]] nella sala d'asta di Christie's di [[Londra]], l'opera dell'autore "[[Concetto spaziale. Attesa]]", stimata tra i 3,5 e i 5,5 milioni di [[sterline]], è stata aggiudicata nell'asta "Post-War and Contemporary Art" a 6.740.500 [[sterline]], pari a 9.018.789 euro.
== Opere (elenco parziale) ==
Ecco raggruppati per tema le serie di opere di Lucio Fontana:
Le Sculture (1925-1967), San Giorgio (1931-1938), I Buchi (1949-1968), Le Pietre (1952-1956), I Barocchi (1954-1957), I Gessi (1954-1958), Gli Inchiostri (1956-1959); Gli Olii (1957-1968), I Tagli (1958-1968), I Quanta (1959-1960), Le Nature (1959-1960), I Metalli (1961-1968), La Fine Di Dio (1963-1964); I Teatrini (1964-1966), Le Ellissi (1964-1967), Le Ambientazioni (1926-1968), I Disegni (1928-1968), Le Ceramiche (1949-1968)<ref>{{Cita web|url=http://www.fondazioneluciofontana.it/index.php/i-tagli|titolo=Fondazione Lucio Fontana}}</ref>.
* ''L'uomo nero'', 1930
* ''Cavallo'', 1935-36, [[Firenze]], [[Palazzo Bartolini Salimbeni|Collezione Roberto Casamonti]], [[Firenze]]
* ''Via Crucis bianca'', 1955, [[Milano]], [[Museo diocesano (Milano)|Museo diocesano]]
* ''Apparizione del Sacro Cuore a Santa Margherita Maria Alacoque'', 1955, Milano, [[Museo San Fedele]]
* ''Concetto spaziale. L'inferno'', 1956, Collezione Roberto Casamonti, Firenze
* ''Concetto spaziale'', 1957, [[pavimento musivo]], [[Cantù]], ex Palazzo delle esposizioni mobili
* ''Via Crucis'', 1957, Milano, [[Museo San Fedele]]
* ''Concetto spaziale. Forma'', 1958, Firenze, Collezione Roberto Casamonti
* ''Concetto spaziale. Attese'', 1961, [[Pedrignano]], Collezione Barilla di Arte Moderna
* ''Concetto spaziale. Venezia d'argento'', 1961
* ''Concetto spaziale'', 1961-62, [[Pieve di Cento]], [[MAGI '900 - Museo delle eccellenze artistiche e storiche]]
* ''Concetto spaziale'', 1961, Milano, [[Museo San Fedele]]
* ''Concetto spaziale'', 1962, [[ceramica]], [[Stellenbosch]], [[Rupert Museum]]
* ''Concetto spaziale. La fine di dio'', 1963
* ''Concetto spaziale. Attese'', 1963
* ''Concetto spaziale. Teatrino'', 1964
* ''Concetto spaziale. Ovale'', 1968
* ''Il cielo di Venezia a mare''
* ''Mezzogiorno a Piazza San Marco''
* ''Mobile con piano in vetro specchiato'' (con [[Osvaldo Borsani]])
== Studio Fontana ==
A partire dal 27 marzo 1965 lo Studio Fontana ospita la mostra [[Zero Avantgarde]]. Oltre alle sue opere, sono esposte quelle degli artisti [[Nobuya Abe]], [[Armando (artista)|Armando]], [[Bernard Aubertin]], [[Hans Bischoffshausen]], [[Agostino Bonalumi]], [[Pol Bury]], [[Enrico Castellani]], [[Hermann Goepfert]], [[Hans Haacke]], [[Yves Klein]], [[Yayoi Kusama]], [[Walter Leblanc]], [[Adolf Luther]], [[Heinz Mack]], [[Piero Manzoni]], [[Christian Megert]], [[Henk Peeters]], [[Otto Piene]], [[George Rickey]], [[Jan Schoonhoven]], [[Turi Simeti]], [[Jesús-Rafael Soto]], [[Paul Talman]], [[Erwin Thorn]], [[Giancarlo Tognoni]], [[Günther Uecker]], [[Jef Verheyen]], [[Nanda Vigo]], [[Herman de Vries]].
== Note ==
<references />
== Bibliografia ==
* [[Paolo Campiglio]], ''Lucio Fontana. La scultura architettonica negli anni Trenta'', Ilisso Edizioni, Nuoro, 1998
* Paolo Campiglio, [[Enrico Crispolti]], ''Carriera Barocca di Fontana'', Skira, Milano, 2004
* Paolo Campiglio, ''Lucio Fontana. Opere, 1947-1965'', Charta, Milano, 2004.
* Paolo Campiglio, ''Lucio Fontana, Taccuino d’Arte, Provincia di Varese'', Varese, 2006.
* Paolo Campiglio, ''16 Sculture. Lucio Fontana 1937-1967'', Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo, 2007.
* Paolo Campiglio, ''Fontana'', Firenze, Giunti, 2008, ISBN 9788809057364.
* Paolo Campiglio, ''Lucio Fontana. L'Arlecchino'', Charta, 2010.
* [[Alfonso Panzetta]] (a cura di), ''Scultura e Mosaico. Da Fontana a Pietro D'Angelo. Tra XX e XXI secolo le metamorfosi della tessera nella scultura italiana'', Firenze, Aska, 2014.
* Paolo Campiglio, ''Lucio Fontana. Torso italico'', Scalpendi Editore, 2014.
* Paolo Campiglio, Colin Huizing, Timo De Rijk, ''Lucio Fontana. The Conquest of Space / De Verovering Van De Ruimte'', Nai Uitgevers Pub, 2021.
* Paolo Campiglio, ''Immaterial: Lucio Fontana Ceramics'', Skira, Milano, 2023.
== Voci correlate ==
* [[Astrattismo]]
* [[Spazialismo]]
* [[
* [[
* [[Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente]]
* [[
* [[
== Altri progetti ==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.
*{{cita web|https://luciofontana.net/|Sito su Lucio Fontana}}
* {{cita web|https://www.videomuseum.fr/fr/search/FONTANA%20Lucio%E2%86%B9FONTANA%20Lucio|Opere di Lucio Fontana nelle collezioni pubbliche francesi d'arte moderna e contemporanea |lingua=fr}}
{{Premio Marzotto}}
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{{Portale|biografie|pittura|scultura}}
[[Categoria:
[[Categoria:Italo-argentini]]
[[Categoria:Scultori figli d'arte]]
[[Categoria:Studenti dell'Accademia di belle arti di Brera]]
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