Palazzo Sacchetti: differenze tra le versioni

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{{S|palazzi}}
{{Coord|41|53|55.7|N|12|27|57.2|E|region:IT_type:landmark|display=title}}
{{Edificio civile
|nome edificio = Palazzo Sacchetti
|Nome_altro = Palazzo Ricci
|immagine = Palazzo sacchettiSacchetti Via Giulia (Rom).jpg
|didascalia =
|paese = ITA
|indirizzodivamm1 = [[Via GiuliaLazio]], 66
|indirizzo = [[Via Giulia]], 66
|città = Roma
|cittàlink =
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|appaltatore =
|costruttore =
|proprietario = Famiglie Sacchetti e De Balkany
|proprietario = Famiglia Sacchetti<ref>http://www.060608.it/it/cultura-e-svago/beni-culturali/beni-architettonici-e-storici/palazzo-sacchetti.html</ref>
}}
Il '''palazzo Sacchetti''' è situato in [[via Giulia]] a [[Roma]].
 
'''Palazzo Sacchetti''' (già '''Palazzo Ricci''') è un palazzo [[Tardo rinascimento|tardo rinascimentale]] di Roma, importante per ragioni storiche e artistiche.
La sua costruzione fu eseguita su progetto di [[Antonio da Sangallo il Giovane|Antonio da Sangallo]], che ne volle fare la propria abitazione, ottenendo nel [[1542]] il terreno ed una preesistente casa non finita di proprietà del Capitolo Vaticano da [[Paolo III]], suo principale se non esclusivo committente, a cui dedicò lo stemma tuttora esistente ma abraso, sulla facciata principale. All'edificio l'architetto, che soleva definire "palazzo perfetto", dedicò gli ultimi anni della sua vita soprattutto per la progettazione fino al [[1545]]; quando morì nel [[1546]] passò a suo figlio Orazio, e la costruzione venne portata a termine da [[Nanni di Baccio Bigio]]. Acquistato dai Ricci di Montepulciano che vi profusero ingenti somme per lavori di ampliamento e di apparati decorativi, passò in seguito alla famiglia Cevoli o Ceuli da cui prese nome l'adiacente Vicolo del Cefalo; nel 1608 fu acquistato dal cardinale Ottavio [[Acquaviva (famiglia)|Acquaviva d'Aragona]] [[arcivescovo di Napoli]], che prima del 1612, anno della sua morte, vi fece costruire la cappella affrescata da [[Agostino Ciampelli]]. Nel 1648 gli Acquaviva vendettero il palazzo ai marchesi [[Sacchetti (famiglia)|Sacchetti]] provenienti da [[Firenze]], che ancora lo possiedono.
 
L'edificio è stato progettato e posseduto da [[Antonio da Sangallo il Giovane]] e completato da [[Nanni di Baccio Bigio]] o da suo figlio [[Annibale Lippi]]. Dopo il Sangallo, il palazzo appartenne tra l'altro ai Ricci, ai Ceoli e ai Sacchetti, importanti famiglie della nobiltà romana. Tra le opere d'arte che ne decorano l'interno, il ciclo di affreschi delle ''Storie di David'' di [[Francesco Salviati]] rappresenta un'importante opera del Manierismo. Il palazzo ospitava anche centinaia di dipinti che sarebbero diventati il nucleo della Pinacoteca Capitolina.
Il palazzo ospita alcuni dei cicli più significativi del [[manierismo]], con opere di [[Francesco Salviati]], a cui si devono gli affreschi del salone dei Mappamondi, [[Pietro da Cortona]] e [[Jacopino del Conte]].
 
Palazzo Sacchetti è considerato il più importante palazzo di via Giulia.<ref name=pie40/>
==Altri progetti==
[[File:Ponte - lungotevere Sangallo - Palazzo Sacchetti 00831.JPG|thumb|200px|Palazzo Sacchetti verso il Tevere]]
[[Immagine:Francesco Salviati 004.jpg|thumb|right|200px|''Il re [[Davide]] danza di fronte all'[[Arca dell'Alleanza]]'', affresco di [[Francesco Salviati]] nella sala delle Audienze di palazzo Sacchetti.]]
{{interprogetto|commons=Category:Palazzo Sacchetti (Rome)}}
 
==Ubicazione==
{{Portale|Architettura|Roma}}
Il palazzo si trova a Roma, nel [[rioni di Roma|Rione]] [[Ponte (rione di Roma)|Ponte]], al n. 66 di [[Via Giulia]],<ref name=pie40/> nel lato occidentale della parte settentrionale della strada. A sudest si affaccia su ''Vicolo del Cefalo'', a nordovest su ''Vicolo Orbitelli'', mentre a sudovest, con il lato che un tempo si specchiava nel [[Tevere]], si affaccia sul [[Lungotevere dei Sangallo]].<ref name=pie42/><ref name=piefc>{{Cita|Pietrangeli (1981)|seconda di copertina}}.</ref>
 
==Storia==
[[Categoria:Palazzi di Roma|Sacchetti]]
Antonio da Sangallo il Giovane fabbricò su edifici e terreni che gli erano stati venduti nel 1542 dal [[Capitolo (cristianesimo)|Capitolo]] Vaticano questo palazzo, che era una delle tre proprietà dell’architetto su Via Giulia.<ref name=pie40>{{Cita|Pietrangeli (1981)| p. 40}}.</ref> Sulla facciata principale dell'edificio spicca ancora lo stemma – oggi scalpellato - del Papa e suo committente principale, [[Paolo III]] [[Farnese]] (r. 1534-1549), insieme all'iscrizione:<ref name=pie40/> {{Citazione|Tutto quello che ho, l'ho avuto da te||'''TV MIHI QVODCVMQVE HOC RERVM EST'''|lingua=la}}
[[Categoria:Roma R. V Ponte]]
 
alludendo forse alla generosità del papa verso di lui.<ref name=pie40/> Sulla stessa facciata è ancora visibile la lapide murata ''[[ab antiquo]]'' che attesta la proprietà dell’architetto:<ref name=pie40/> {{Citazione|Casa di Antonio da Sangallo architetto 1543||'''DOMVS / ANTONII / SANGALLI / ARCHITECTI / MDXLIII'''|lingua=la}}
 
L'attribuzione del palazzo ad Antonio è confermata anche da diversi disegni e schizzi di mano dell'artista della sua casa a [[Chiesa di San Biagio degli Armeni|San Biagio]] conservati nella [[Galleria degli Uffizi]]<ref name=mer45/> e da [[Giorgio Vasari]], il quale scrive che il Sangallo
 
{{quote|Rifondò ancora in Roma, per difendersi dalle piene quando il Tevere ingrossa, la casa sua in strada Giulia. E non solo diede principio, ma condusse a buon termine il palazzo che egli abitava vicino a San Biagio, che oggi è del cardinale Riccio da Monte Pulciano, che l’ha finito con grandissima spesa e con ornatissime stanze, oltre quelle che Antonio vi aveva speso, che erano state migliaia di scudi.}}<ref name=vasSan>Giorgio Vasari (1568): Vita d’Antonio da Sangallo Architettore Fiorentino</ref>
All'edificio l'architetto, che soleva definire "palazzo perfetto", dedicò gli ultimi anni della sua vita soprattutto per la progettazione fino al [[1545]]. Il progetto originale del Sangallo prevedeva due piani più l’[[Attico (architettura)|attico]], ciascuno con cinque finestre.<ref name=pie40/>
 
Dopo la morte di Antonio nel 1546, il 23 luglio 1552 il figlio Orazio cedette la proprietà al [[cardinale]] [[Giovanni Ricci (cardinale)|Giovanni Ricci]] di [[Montepulciano]] per la somma di {{formatnum:3145}} [[Scudo (moneta)|scudi romani]].<ref name=ricciDbi>{{Cita|Fragnito|2016}}.</ref> Il cardinale fece liberare il palazzo dalla tassa sul censo (il fatto è ricordato su di una targa su vicolo del cefalo) e lo fece completare, unendovi case adiacenti acquistate da lui stesso.<ref name=ricciDbi/> Autore dei lavori fu probabilmente [[Nanni di Baccio Bigio]],<ref name=pie40/><ref name=ricciDbi/> o secondo un'altra ipotesi (basata sulla parentela stilistica fra il palazzo e la villa suburbana - la futura [[Villa Medici]] - che il cardinale si fece costruire in quegli stessi anni) suo figlio [[Annibale Lippi]].<ref name=cal254>{{Cita|Callari|p. 254}}.</ref><ref name=port196>{{Cita|Portoghesi|p. 196}}.</ref> In questa occasione la facciata del palazzo su Via Giulia venne estesa aggiungendo due finestre, mentre il portone venne allargato e spostato a destra.<ref name=pie40/> Fra il 1552 e il 1554 il cardinale fece inoltre decorare il piano nobile da [[Francesco Salviati]] e altri artisti.<ref name=pie40/>
 
Difficoltà economiche lo costrinsero nel 1557 a una vendita fittizia del palazzo per {{formatnum:25000}} scudi all’amico [[Tommaso Marino (banchiere)|Tommaso Marino di Terranova]], un ricchissimo finanziere [[repubblica di Genova|genovese]] il quale nello stesso periodo fece costruire a Milano il [[palazzo Marino|palazzo omonimo]], che gli consentì di abitarvi e che lo rivendette al nipote Giulio Ricci nel 1568.<ref name=ricciDbi/>
 
Alla morte del cardinale nel 1574, il nipote Giulio lo rivendette definitivamente al banchiere pisano Tiberio Ceuli.<ref name=pie42>{{Cita|Pietrangeli (1981)| p. 42}}.</ref> La famiglia Ceuli investì molto nell’edificio: a essa si devono l'ala verso Vicolo Orbitelli, il cortile e il completamento della parte posteriore.<ref name=pie42/> Essi fecero inoltre decorare da [[Giacomo Rocca]] le facciate verso il fiume con [[sgraffito|sgraffiti]], dei quali oggi rimangono tuttavia poche tracce.<ref name=pie42/> I Ceuli inoltre fecero sopraelevare di un piano l’edificio, decorando il [[cornicione]] col motivo araldico della doppia stella a otto punte tratto dal loro stemma.<ref name=mer45>{{Cita|Mergé| p. 45}}.</ref><ref name=pie42/> Il nome della casata, corrotto in Cefalo, è passato al vicolo che costeggia il palazzo a sud, chiamato ''Vicolo del Cefalo''.<ref name=pie42/>
 
Nel 1608 i Ceuli cedettero il palazzo al cardinale [[Ottavio Acquaviva d'Aragona (cardinale 1591)|Ottavio Acquaviva d’Aragona]], i cui stemmi decorano ancora oggi la cappella del palazzo, fatta da lui costruire.<ref name=pie42/> Gli Acquaviva vendettero a loro volta l’edificio nel 1649 al Cardinale [[Giulio Cesare Sacchetti]], esponente della [[Sacchetti (famiglia)|nobile famiglia fiorentina]].<ref name=mer46>{{Cita|Mergé| p. 46}}.</ref> Il Cardinale fece eseguire da [[Carlo Rainaldi]] gli ultimi lavori importanti nell'edificio, modificando la parte posteriore e facendo costruire delle scale che scendevano sino al Tevere.<ref name=mer46/> Con lui il palazzo acquistò una grande importanza, ospitando una pinacoteca ricca di quasi 700 quadri.<ref name=mer46/> I suoi eredi nel 1748 la vendettero a [[Papa Benedetto XIV]] (r.1740-1758), il quale ne fece il nucleo originale della [[Pinacoteca Capitolina]].<ref name=mer46/>
 
La famiglia Sacchetti è da allora rimasta in possesso del palazzo sino al 2015: in quell'anno, parte del palazzo corrispondente all'intero piano nobile pervenuto in eredità a Giovanna Zanuso coniuge del defunto Giulio Sacchetti, è stata venduta al banchiere [[Robert Zellinger de Balkany|Robert de Balkany]].<ref>{{Cita web|url=http://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/come-vendere-pezzo-colosseo-marchesa-giovanna-sacchetti-ha-94237.htm|data=10 febbraio 2015|titolo=Come vendere un pezzo del Colosseo|accesso=23 maggio 2020}}</ref> Dopo la morte di quest'ultimo è stata nuovamente messa in vendita da [[Sotheby's]].<ref>{{Cita web|url=http://www.sothebysrealty.com/ita/vendite/dettaglio/180-l-4133-6jvrng/palazzo-sacchetti-a-pearl-of-the-late-reinassance-in-the-heart-of-rome-rome-rm|titolo=Palazzo Sacchetti, a pearl of the late reinassance in the heart of Rome|lingua=en|accesso=23 maggio 2020|dataarchivio=6 novembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171106155857/http://www.sothebysrealty.com/ita/vendite/dettaglio/180-l-4133-6jvrng/palazzo-sacchetti-a-pearl-of-the-late-reinassance-in-the-heart-of-rome-rome-rm|urlmorto=sì}}</ref>
 
==Architettura==
[[File:Ponte - lungotevere Sangallo - Palazzo Sacchetti 00831.JPG|thumb|right|La Loggia di Palazzo Sacchetti verso il Tevere, un tempo prospiciente il fiume]]
Le facciate principali del palazzo danno su Via Giulia e Vicolo del Cefalo, dove si affacciano 9 finestre.<ref name=pie44>{{Cita|Pietrangeli (1981)| p. 44}}.</ref> Entrambe le facciate sono in [[laterizio]] con finestre in [[travertino]], mentre il portale su via Giulia è in marmo, ed è sormontato da un balcone contornato da delicati [[balaustra|balaustrini]] in bronzo.<ref name=pie44/>
Al piano terreno, il quale è attribuito al Sangallo, si aprono 6 finestre del tipo "inginocchiato".<ref name=port356>{{Cita|Portoghesi|p. 356}}.</ref> Ciascuna di esse, chiusa da un'[[inferriata]], ha un [[architrave]] e [[Cornice (architettura)|cornice]], e una soglia sporgente sorretta da due [[mensoloni]].<ref name=pie44/><ref name=port356/> Tra ogni coppia di questi si apre una finestrella che dà luce alle cantine.<ref name=port356/>
Il primo piano possiede una fila di 7 finestre con cornice e mensoloni;<ref name=pie44/> fra queste, quella centrale è stata allungata per adattarla al balcone.<ref name=pie44/> Sopra una delle finestre c’è lo stemma scalpellato di Paolo III.<ref name=pie44/>
 
Ciascuna finestra al primo piano è sormontata da una finestrella di forma all'incirca quadrata.<ref name=pie44/>
 
Il secondo piano possiede anch'esso sette finestre, ma più semplici rispetto a quelle del primo piano.<ref name=pie44/> Un [[cornicione]] a mensola conclude l’edificio.<ref name=pie44/>
 
Vicino all’angolo sinistro della facciata su Via Giulia è presente una fontanella incassata in una [[nicchia]] fiancheggiata da [[cariatide|cariatidi]].<ref name=pie44/> Al suo interno ci sono un [[amorino]] con due delfini e lo stemma dei Ceuli scalpellato.<ref name=pie44/> Il motivo della fontanella si ispira alle armi di casa Ceuli.<ref name=pie44/>
 
Il cortile è ad [[arcata|arcate]] su [[pilastro|pilastri]] (quelle laterali sono [[tamponatura|tamponate]]),<ref name=mer46/> e termina con un [[fregio]] [[ordine dorico|dorico]] adorno delle armi e dello stemma dei Ceuli.<ref name=pie44/> Al centro del cortile c'è un [[ninfeo]] adornato da stucchi.<ref name=mer46/> Sulla sinistra è presente una sporgenza causata dalla cappella aggiunta dagli Acquaviva, probabilmente eseguita da [[Agostino Ciampelli]] su disegno di [[Pietro da Cortona]].<ref name=pie44/> Lo stemma dei Sacchetti è stato aggiunto posteriormente.<ref name=pie44/>
 
Nel lato verso il lungotevere il palazzo si conclude con una [[loggia]] un tempo prospiciente il fiume, costruita dai Ceuli e modificata dai Sacchetti, adornata da una colossale testa di marmo (forse [[Giunone]])<ref name=pie48>{{Cita|Pietrangeli (1981)| p. 48}}.</ref> e da due [[Mascherone|mascheroni]].<ref name=mer46/> La loggia è il fondale di un giardino di agrumi.<ref name=pie48/>
 
==Interni e Decorazione==
[[File:Francesco Salviati 004.jpg|thumb|''[[Davide]] danza di fronte all'[[Arca dell'Alleanza]] alla presenza di [[Mikal]]'', affresco di [[Francesco Salviati]] nella sala delle udienze.]]
Nell’androne è murato un rilievo romano del III secolo, raffigurante ''un episodio del regno di [[Settimio Severo]]''. Al di sopra di questo è posta una ''Madonna col bambino'' del 1400 di scuola fiorentina.<ref name=pie46>{{Cita|Pietrangeli (1981)| p. 46}}.</ref>
 
Nel primo piano, importante è il salone delle udienze del cardinal Ricci, detto ''salone dei Mappamondi'' da due [[globo|globi]] - uno terrestre e uno celeste - opera di [[Vincenzo Coronelli]] li' posti:<ref name=mer46/><ref name=com>{{Cita web|url=http://mobile.060608.it/it/cultura-e-svago/beni-culturali/beni-architettonici-e-storici/palazzo-sacchetti.html|titolo=Palazzo Sacchetti|editore=Comune di Roma|accesso=26 maggio 2020}}</ref> la presenza del [[baldacchino]] testimonia delle frequenti visite papali.<ref name=mer46/> Esso è decorato da affreschi di [[Francesco Salviati]] e aiuti, eseguiti nel 1553-1554 e raffiguranti ''Storie di [[Davide]]'' (le descrizioni partono dalla parete a destra di chi guarda le finestre in senso orario).<ref name=pie46/>
 
* Prima parete
**[[Saul]] tenta di trafiggere Davide;
**Morte di Saul e di [[Gionata]];
**Annunzio a Davide della morte di Saul;
 
*Seconda parete
**Uccisione di [[Uria l'Ittita|Uria]];
**Bagno di [[Betsabea]];
**Betsabea si reca da Davide;
 
*Terza parete
**Davide parla ai soldati;
**Morte di [[Assalonne]];
**Annunzio a Davide della morte di Assalonne;
 
*Quarta parete
**Davide risparmia Saul;
**Davide danza davanti all'[[Arca dell'Alleanza]] alla presenza di [[Mikal]];
**Davide salvato da Mikal;
 
Su vicolo del Cefalo si affacciano 4 stanze adorne di [[stucco|stucchi]] e [[affresco|affreschi]], mentre un gruppo di artisti [[manierismo|manieristi]] francesi e italiani, comprendenti Maitre Ponce, Girolamo da Faenza detto il Fantino, Marco Marcucci di Faenza, Giovanni Antonio Veneziano, Marco Duval detto il sordo (Marco Francese), Stefano Pieri (Stefano da Firenze), Nicolò da Bruyn, e G. A. Napolitano decorarono fra il 1553 e il 1556 altre stanze verso il giardino con [[grottesca|grottesche]], scene dell'[[Antico Testamento]] e mitologiche.<ref name=pie46/>
 
La Galleria, adattata a sala da pranzo e ricevimenti, è situata verso il Tevere e decorata con dipinti raffiguranti soggetti biblici di [[Pietro da Cortona]].<ref name=mer46/>
 
Notevole è anche la sala da pranzo fatta edificare dal cardinale Ricci nel 1573, decorata con affreschi alle pareti del salernitano [[Giacomo Rocca]], raffiguranti coppie di [[Sibilla|Sibille]] e [[Profeta (ebraismo)|Profeti]] sul modello della [[Cappella Sistina]].<ref name=mer46/><ref name=mer47>{{Cita|Mergé| p. 47}}.</ref> Essa è inoltre adornata da due affreschi di Pietro da Cortona raffiguranti ''La Sacra Famiglia'' e ''Adamo ed Eva''.<ref name=pie46/>
 
Il soffitto della sala da pranzo venne eseguito nel 1573 dall'[[intagliatore]] Ambrogio Bonazzini,<ref name=mer47/> il quale scolpì più tardi quello dell’[[Oratorio del Gonfalone (Roma)|Oratorio del Gonfalone]].<ref name=pie46/>
 
== Il Palazzo nelle arti ==
A Palazzo Sacchetti, ribattezzato Palazzo Boccanera, lo scrittore francese [[Émile Zola]] ha ambientato una parte del suo romanzo ''Rome'', scritto alla fine dell'Ottocento.<ref name=mer47/>
 
Palazzo Sacchetti è stato utilizzato per il film [[La grande bellezza|La Grande bellezza]] : "Viola, l'amica ricca e depressa, abita sola col figlio psicopatico a Palazzo Sacchetti, in via Giulia, dove organizza un pranzo a cui non parteciperà nessuno<ref>{{Cita web|url=http://www.turismoroma.it/cosa-fare/alla-scoperta-de-la-grande-bellezza-2?lang=it|titolo=Alla scoperta de LA GRANDE BELLEZZA - Turismo Roma|accesso=31 maggio 2016|urlmorto=sì}}</ref>
 
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*{{Cita libro
|autore=Giorgio Vasari
|wkautore=Giorgio Vasari
|titolo=Le vite de’ più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani, da Cimabue insino a' tempi nostri
|editore=Giunti
|città=Firenze
|anno=1568
}}
 
*{{Cita libro
|autore=Luigi Callari
|titolo=I Palazzi di Roma
|editore=Ugo Sofia-Moretti
|città=Roma
|anno=1932
|cid=Callari
}}
 
*{{cita libro| autore= [[Paolo Portoghesi]] | titolo=Roma del Rinascimento| editore=Electa| città = Milano| anno=1970| cid = Portoghesi}}
 
*{{Cita libro
|autore=Carlo Pietrangeli
|wkautore=Carlo Pietrangeli
|titolo=Guide rionali di Roma
|volume=Ponte (IV)
|editore=Fratelli Palombi Editori
|città=Roma
|edizione=3
|anno=1981
|cid=Pietrangeli (1981)
}}
 
*{{Cita libro
|autore=Patrizio Mario Mergé
|titolo=Palazzi storici a Roma
|editore=ADSI
|città=Roma
|anno=2015
|cid= Mergé
}}
*{{DBI|nome=Giovanni Ricci||nomeurl=giovanni-ricci|autore=Gigliola Fragnito|volume=87|anno=2016|accesso=22 Maggio 2020|cid=Fragnito}}
 
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
* [[Domenico Gnoli (poeta e storico)|Domenico Gnoli]], [http://www.bollettinodarte.beniculturali.it/opencms/multimedia/BollettinoArteIt/documents/1344606481697_02_-_D._Gnoli_p._201.pdf ''Il Palazzo Sacchetti in Roma''], Bollettino d'Arte, 6, 1911
 
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|architettura|Roma}}
 
[[Categoria:Palazzi di Roma|Sacchetti]]
[[Categoria:Roma R. V Ponte]]
[[Categoria:Architetture di Antonio da Sangallo il Giovane]]
[[Categoria:Architetture rinascimentali di Roma|Sacchetti]]