Mezzojuso: differenze tra le versioni

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{{Divisione amministrativa
|Nome = Mezzojuso
|Panorama = Mezzojuso3.jpg
|Didascalia = Le chiese principali
|Bandiera = Mezzojuso-Gonfalone.png
|Voce bandiera =
|Voce stemma =
|Stemma=Mezzojuso-Stemma.png
|Stato = ITA
|Voce stemma=
|Grado amministrativo = 3
|Stato=ITA
|Divisione amm grado 1 = Sicilia
|Grado amministrativo=3
|Divisione amm grado 12 =Sicilia Palermo
|Amministratore locale = Giuseppe Lopes
|Divisione amm grado 2=Palermo
|Partito = [[lista civica]]
|Amministratore locale=Salvatore Giardina
|Data elezione = 12-6-2022
|Partito=
|Data elezionerielezione =06/05/2012
|Data istituzione =
|Altitudine = 546
|Latitudine gradi=37
|Sottodivisioni = Baglio Carcilupo, Filippo Turati, Fondaco Tavolacci, [[Pignaro]],
|Latitudine minuti=52
|Divisioni confinanti = [[Campofelice di Fitalia]], [[Cefalà Diana]], [[Ciminna]], [[Corleone]], [[Godrano]], [[Villafrati]]
|Latitudine secondi=0
|Zona sismica = 2
|Latitudine NS=N
|Gradi giorno = 1546
|Longitudine gradi=13
|Nome abitanti = mezzojusari o ''arbëreshë/munxifsarë''
|Longitudine minuti=28
|Patrono = San Nicola di Mira
|Longitudine secondi=0
|Festivo = 6 dicembre
|Longitudine EW=E
|PIL =
|Altitudine=550
|PIL procapite =
|Superficie=49
|Mappa = Map of comune of Mezzojuso (Metropolitan City of Palermo, region Sicily, Italy).svg
|Note superficie=
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Mezzojuso all'interno della città metropolitana di Palermo
|Abitanti=2976
|Montagna = [[Busambra]]
|Note abitanti=[http://demo.istat.it/bilmens2012gen/index.html] - Popolazione residente al 30 novembre 2012.
|Aggiornamento abitanti=30-11-2012
|Sottodivisioni=[[Pignaro]]
|Divisioni confinanti=[[Campofelice di Fitalia]], [[Cefalà Diana]], [[Ciminna]], [[Corleone]], [[Godrano]], [[Marineo]], [[Villafrati]]
|Codice postale=90030
|Prefisso=[[091 (prefisso)|091]]
|Fuso orario=+1
|Codice statistico=082047
|Codice catastale=F184
|Targa=PA
|Zona sismica=2
|Gradi giorno=1526
|Diffusività=
|Nome abitanti= mezzojusari
|Patrono=[[San Giuseppe]]
|Festivo=[[19 marzo]]
|PIL=
|PIL procapite=
|Mappa=Map of comune of Mezzojuso (province of Palermo, region Sicily, Italy).svg
|Didascalia mappa=Posizione del comune di Mezzojuso all'interno della provincia di Palermo
|Sito=http://www.comune.mezzojuso.pa.it/
}}
 
'''Mezzojuso''' (''Munxifsi'' in [[Lingua arbëreshe|albanese]], ''Menzijusu'' in [[Lingua siciliana|siciliano]]<ref>{{citaCita libro| AA. | VV. | Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani. | 1996 | GARZANTIGarzanti | Milano |pagine isbn=88-11-30500-4 | p.=393 | url=https://archive.org/details/dizionarioditopo00unse/page/393 }}</ref>) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di 2977{{Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provinciacittà metropolitana di Palermo]] in [[Sicilia]].
 
Situato sul declivio orientale di [[Rocca Busambra]] nell'entroterra del [[Provincia di Palermo|capoluogo]], da cui dista {{M|41|u=km}}, è adagiato ai piedi della boscosa montagna ''Brinja'' a 546 metri sul mare.
 
Colonia di origine albanese (''[[Arbëreshë|arbëreshe]]'') del [[XV secolo]], è stata fondata nel 1444 circa da milizie [[Stradioti|stradiote]] [[albanesi]] comandate da [[Demetrio Reres]] e spedite da [[Giorgio Castriota Scanderbeg]] in soccorso del re [[Alfonso V d'Aragona]] per la ribellione delle Calabrie e per le scorrerie degli [[Angioini]] pretendenti al trono di Napoli e Sicilia. Da lì a poco, quando la [[penisola balcanica]] fu invasa dai [[Impero ottomano|turchi-ottomani]], numerosi altri albanesi profughi dall'[[Albania]] raggiunsero il casale. Pur avendo perso la [[lingua madre]], i costumi e spesso la coscienza identitaria d'origine, appartiene all'[[Eparchia di Piana degli Albanesi]] e buona parte della sua popolazione conserva il [[rito bizantino]] (o rito greco) dei padri fondatori albanesi. Venuta meno la diversità linguistica a Mezzojuso l'identità etnica albanese è percepita nella diversità liturgica. La storia del suo popolo ha lasciato segni tangibili nei monumenti e nelle opere d'arte che ornano il centro, nelle tradizionali manifestazioni religiose, nella [[letteratura albanese]], tant'è che questo fece assurgere a Mezzojuso l'appellativo ad "Atene delle colonie albanesi"<ref>{{cita web|url=http://www.maresud.it/itinerari_turistici/5_colonie_albanesi_07.pdf|titolo=Verso le Colonie Albanesi di Sicilia <!--creato automaticamente, da ricontrollare manualmente -->|lingua= |data= |accesso= }}</ref>. Oggi vi è la compresenza di due popoli, il siciliano (detto "latino", litiri in albanese) e l'albanese (detto "greco", ovvero di rito greco, arbëreshi in albanese) che convivono pacificamente, seppur fino anche a tempi recentissimi ha portato ad aspri scontri etnico-religiosi.
 
Divenne sede organizzativa dei movimenti insurrezionali contro i [[Borboni]] nel [[1856]] e ospitò anche Garibaldi e i Mille, così come si ricorda nel noto [[Carnevale]] "Mastro di Campo".
 
L'amministrazione comunale, nel caso lo richiedesse, può utilizzare nei documenti ufficiali e nella segnaletica stradale anche la [[lingua albanese]], ai sensi della vigente legislazione che tutela le [[Minoranze linguistiche d'Italia|minoranze etno-linguistiche]]. Il comune montano appartiene all'Unione dei Comuni Albanesi di Sicilia "Besa" (''Lidhja e Bashkivet "Besa"''). Le attività economiche prevalenti sono il terziario, l'agricoltura, la pastorizia, l'artigianato e il turismo.
 
== Geografia fisica ==
CollocatoPosto nell'entroterra del capoluogo, da cui distadi 41&nbsp;kmprovincia, ed è adagiato susulla unamontagna boscosa''Brinja'' (dall'[[lingua albanese|albanese]] collinacostola), sul declivio orientale della maestosa [[Rocca Busambra]]. Il paese si trova ad una altitudine compresa tra 490 e {{M|610|u=m slm}} e il suo territorio ricade nella [[Riserva naturale orientata Bosco della Ficuzza, Rocca Busambra, Bosco del Cappelliere e Gorgo del Drago]].
 
Il territorio è caratterizzato da molti rilievi, i più importanti sono: le Serre di Rullo ({{M|962|u=m}}), il Pizzo Lacca ({{M|1080|u=m}}), il Cozzo mole ({{M|920|u=m}}), le due colline Brigna (toponimo albanese ''Brinja'', «Costola») e Dirrasco (top. della [[città]] albanese di [[Durazzo]], in passato [[Arcidiocesi di Tirana-Durazzo|sede arcivescovile che amministrava]] l'[[Epiro]]) che sovrastano l'abitato ({{M|700|u=m}}), il Marabito ({{M|1178|u=m}}) e il Pizzo Casa ({{M|1211|u=m}}), sovrastati tutti dall'imponente [[Rocca Busambra]] ({{M|1613|u=m}}).
 
=== Clima ===
Mezzojuso è caratterizzato da un [[clima mediterraneo continentale]]. Il mese più freddo è gennaio con una media di {{M|7|u=°C}}, il mese più caldo è invece agosto con una media di {{M|26|u=°C}}. Le estati sono molto calde e secche, gli inverni sono freddi e umidi.
 
*Record temperatura massima: {{M|42|u=°C}} (agosto 1999)
*Record temperatura minima: {{M|-6|u=°C}} (gennaio 1979)
 
== Origini del nome ==
Si ritiene comunemente che ''Mezzojuso'' (anche ''Mezzoiuso'') debba il suo nome alla posizione che occupa sul declivio di un erto colle, così che una buona metà dei suoi abitanti viene a collocarsi “''in giù''” rispetto alla [[piazza]], che si trova nel centro dell'abitato. Nei più antichi documenti pervenuti, essa è detta “''Medium jussium''”, “''Mezo insum''” o “''Mezo iusus''”.<ref>Salvatore Raccuglia, Mezzoiuso, Tipografia Popolare, Monreale, 1910, p. 2.</ref> Omodei, nella sua descrizione della Sicilia, spiega che Mezzojuso è detta "quasi mezzo iuso".<ref>Ignazio Gattuso, Manzil Yusuf, Tumminelli, Palermo, 1972, p. 4.</ref>
 
In [[lingua siciliana|siciliano]] il toponimo ''Menzijusu'' si spiega da sé attraverso la combinazione di ''[[wikt:en:medius#Latin|menzu]]'' (''mezzo'') e di ''[[wikt:en:deorsum#Descendants|jusu]]'' (''giù'')
È il caso anche di sottolineare come anche l'italiano medievale mantenesse invalsa la forma estesa “''giuso''”<ref>https://www.treccani.it/vocabolario/giuso/</ref> al posto di quella prevalente oggi di “giù”. In siciliano ''jusu'' (''giù'') e ''susu'' (''su'')<ref>Da '''susu''' deriva anche il verbo ''sùsiri'' (alzare, sollevare, spingere) e ''susìrisi'' (alzarsi, alzarsi dal letto)</ref> sono ancora diffusi nel parlato.
In questo caso è degno di nota come l'italianizzazione del toponimo non abbia subito la variazione della semiconsonante [[Approssimante palatale|[j]]] in [[Affricata postalveolare sonora|[d͡ʒ]]] come è invece accaduto a luoghi come [[Geraci]] (''Jiraci'' in siciliano).
 
Un'altra ipotesi suggerirebbe che il [[toponimo]] derivi invece dall'espressione [[Lingua araba|araba]] ''manzil Yūsuf'', che starebbe per "''il casale di Giuseppe''", così come riportato da [[Muhammad al-Idrisi|Edrisi]]. È per questo che si potrebbe presumere l'esistenza di una piccola comunità sin dai tempi in cui i [[Saraceni]] dominavano la Sicilia, intorno al [[X secolo]]. Il casale saraceno sarebbe stato costituito da villani sottoposti alla signoria ecclesiastica e obbligati alla ''gehzia''<ref>{{cita libro|titolo=Dizionario di toponomastica|editore=Utet|città=Torino|annooriginale=1990|anno=1997|p=605|isbn=88-02-07228-0}}</ref>.
 
Nel [[XV secolo]], con la costruzione ex novo del preesistente casale abbandonato da parte degli [[esuli]] [[albanesi]], il toponimo venne riadattato dai suoi nuovi abitanti in ''Munxifsi''.
 
== Storia ==
AccantoLa zona era stata abitata in passato, si deduce, dai [[saraceni]] in lotta con i cristiani per la conquista della Sicilia, "Manzil Yūsuf-Residenza di Yūsuf" era il probabile nome del casato secondo alcuni studiosi. Il feudo, essendo accanto ad un nodo stradale in cui non manca la vegetazione e l'acqua, sorgein unpassato luogoaveva diconosciuto sostala epresenza umana, prima di ristoro,cadere divienenell'abbandono. villaggioSorge infatti in un luogo di sosta, da cui prende nome il feudo in cui sorge, e. [[Ruggero II di Sicilia|Ruggero II il Normanno]], scacciati i [[Saraceni]], lo dona, intorno al [[1132]], ala Monasterodei di San Giovanni degli Eremiti di Palermomonaci. Il villaggio, ingranditosi e popolatosi,Si ha lanotizia suadel ''Universitas''monastero esino dopo laalla [[Vespri siciliani|guerra del Vespro]], (1282)per mandapoi iandare suoiin rappresentantitotale alabbandono primoe Parlamento di [[Palermo]]spopolamento. Il nome del villaggio, Manzil Yūsuf (Residenza di Yūsuf), dopo molte variazioni grafiche e fonetiche, diventa l'odierno Mezzojuso.
 
Mezzojuso fu costruito nel [[XV secolo]] dagli [[Albanesi]] (inizialmente circa 1200), che si definiscono nella loro lingua ''[[Arbëreshë]]'', principalmente militari, poco prima dell'avvio della grande [[diaspora]] albanese in Italia. Essi provenivano dall'[[Albania]] e avevano portato con sé lingua, usi e il rito bizantino.
Dopo l'epoca del Vespro, non si ha più notizia sin quasi alla fine del [[XV secolo]]. I primi profughi balcanici (circa 1.200), principalmente militari, stabilitisi nel casale di Mezzojuso durante la migrazione degli albanesi in Sicilia, non lo trovano di certo in floride condizioni e sono essi a farlo risorgere a nuova vita. Nel 1501 stabilizzarono la loro posizione, ed il Monastero ha modo di ripopolare il casale e bonificare il feudo.
 
I primi Albanesi stabilitisi, prima del [[1490]], nel casale di Mezzojuso, non lo trovano certo in floride condizioni, in quanto casale abbandonato, e sono essi a farlo risorgere a nuova vita. Nel [[1501]], stipulati i Capitoli di fondazione, gli Albanesi stabilizzarono la loro posizione ed hanno modo di ripopolare il casale e bonificare il feudo. Presto seguiti dalle loro famiglie, profughi albanesi in lotta contro il turco musulmano che aveva conquistato l'Albania, l'[[Epiro]] e i territori dei [[Penisola balcanica|Balcani]], diedero vita al nuovo nucleo abitativo.
Il nobile pisano Giovanni Corvino (o Corbini) ottiene in [[enfiteusi]], nel [[1527]], il feudo di Mezzojuso, che divenuto [[Barone|baronia]], passa, nel 1587, allo spagnolo don Blasco Isfar Corlglies. Don Giuseppe Groppo Scotto, nel 1619, viene fatto Marchese di Mezzojuso, e, infine, nel 1639, don Blasco Corvino Sabea viene elevato alla dignità di Principe di Mezzojuso, la cui feudalità si estingue con la morte, nel 1832, di don Francesco Paolo Corvino Filingeri. Nella rivolta contro i Borboni (1848-1860) è fra i principali centri organizzativi. Qui viene fucilato il patriota [[Francesco Bentivegna]] il 21 dicembre 1856. Dal 2 al 4 agosto [[1862]] Mezzojuso accoglie [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]]. Gli abitanti del luogo si chiamano mezzojusari.
 
Con la quinta migrazione agli anni [[1533]]-[[1534]], quando i [[Ottomani|turchi]] conquistarono la fortezza di [[Corone]], città prevalentemente albanese della [[Morea]], attuale Peloponneso, nuovi arrivi di albanesi esuli, che si stabilizzarono a Mezzojuso. Questa fu l'ultima migrazione massiccia dall'Albania verso l'Italia.
L’economia del paese si basa essenzialmente sulla coltivazione dei tradizionali seminativi come il grano il duro, la sulla, i cereali, l’olio extra vergine, proveniente da vecchi e nuovi impianti di oliveti, e dall’allevamento di ovini, bovini e caprini.
 
Il nobile pisano Giovanni [[Corvini]] ottiene in [[enfiteusi]], nel [[1527]], il feudo di Mezzojuso, che divenuto [[Barone|baronia]], passa, nel 1587, allo spagnolo don Blasco Isfar Corlglies. Don Giuseppe Groppo Scotto, nel 1619, viene fatto Marchese di Mezzojuso, e, infine, nel 1639, don Blasco Corvino Sabia viene elevato alla dignità di Principe di Mezzojuso, la cui feudalità si estingue con la morte, nel 1832, di don Francesco Paolo Corvino Filingeri.
 
Nella [[Rivoluzione siciliana del 1848|rivolta contro i Borboni (1848-1860)]] Mezzojuso è fra i principali centri organizzativi. Qui viene fucilato il patriota [[Francesco Bentivegna]] il 21 dicembre 1856. Dal 2 al 4 agosto [[1862]] Mezzojuso accoglie [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]]. Gli abitanti del luogo si chiamano mezzojusari.
 
Etnicamente, a causa della peste del XVII sec., della mancata autonomia politica-amministrativa, dell'arrivo di nuovi abitanti dai centri attigui e quindi di matrimoni misti ("greci"-“latini”), a lungo andare il paese perse progressivamente la sua connotazione originaria, con la sostituzione della cultura ''arbëreshe'' con quella siciliana del circondario<ref>Zef Schiro Senior, in ''Memorie'': ricorda di non trovare tra gli anziani già a fine ‘800 grosse tracce della lingua e dell’identita albanese.</ref>.
 
===Simboli===
{{citazione|[[Trinciato]]: nel 1° d'oro; nel 2° d'azzurro, al [[Bove (araldica)|bue]] scorticato al naturale, uscente dal [[Mare (araldica)|mare]] fluttuoso d'argento. Ornamenti esteriori da Comune.}}
Il gonfalone è un drappo di azzurro.
 
== Società ==
[[File:Arbëreshë costume (Mezzojuso)01.png|thumb|Costume albanese di Mezzojuso della famiglia Schirò, ispirato a quello di Piana degli Albanesi, in occasione di Miss Arbëreshe a [[Spezzano Albanese]] (CS)]]
 
=== Evoluzione demografica ===
{{Demografia/Mezzojuso}}
 
=== Etnie e minoranze straniere ===
== Amministrazione ==
Questi sono i numeri riguardanti la presenza di cittadini d'etnie e minoranze straniere a Mezzojuso nell'anno 2019 secondo i dati [[ISTAT]], divisi per nazionalità<ref>[http://demo.istat.it/str2019/ Dati Istat].</ref>:
{{...}}
 
*[[Marocco]] - 33
=== Altre informazioni amministrative ===
*[[Romania]] - 23
Il comune di Mezzojuso fa parte delle seguenti organizzazioni sovracomunali: [[unione di comuni]] "[[Unione dei comuni Pizzo Marabito|Pizzo Marabito]]".
*[[Albania]] - 14
 
Negli anni passati la comunità albanese, molto in contatto con la realtà religiosa, specialmente quella delle monache basiliane, era la più numerosa e florida, ma con le recenti naturalizzazioni questa non viene più valutata come straniera.
== Monumenti e luoghi di interesse ==
=== Chiese ===
Nella piazza principale del paese sorgono le due matrici: quella dell'Annunziata, di rito latino, costruita circa nel 1572 ed in seguito rimaneggiata; e la Chiesa di San Nicolò di [[Mira]], di [[Rito bizantino|rito bizantino-greco]], che fu fondata nel 1516 dagli esuli albanesi, e anche questa ha subito successivamente, negli ultimi tempi, delle alterazioni. Infatti all'interno oggi troviamo icone dell'iconostasi bizantina e un Crocifisso d'avorio del [[XVIII secolo]] all'altare maggiore.
 
=== Lingue e dialetti ===
All'estremità del paese sorge il monastero basiliano di Santa Maria delle Grazie, eretto nel 1501 e alterato nel '700 su progetto di Nilo Gizza, padre basiliano. L'interno è ricco di icone di stile tardo-bizantino, le cui due tavole maggiori raffigurano il "Redentore Cristo Re dei Re e Sommo Sacerdote" e la "Vergine". Sulle pareti della navata vi sono sei medaglioni con affreschi di santi e vescovi: Partenio, Gregorio il Teologo, [[Spiridione di Trimithonte|Spiridione]], Epifanio, Cirillo, Nicola e Atanasio. Oltre alle [[Icona (arte)|icone]], c'è anche il sarcofago di Andrea Reres, fondatore del Monastero eretto nel [[1609]], affinché vi abitassero monaci e chierici professanti il rito orientale e fosse assicurato il tramandarsi e la conservazione immacolata delle usanze orientali. Il Monastero Basiliano ospita una biblioteca con rarissimi codici greci e cinquecentine. Il Cenobio Basiliano, che per un periodo fece assurgere Mezzojuso ad Atene delle colonie albanesi per la quantità dei libri custoditi, è sede di un laboratorio del restauro del Libro Antico.
[[File:Mezzojuso Matrice bizantina.jpg|thumb|130px|Bandiera albanese sventolante dalla matrice bizantina]]
Aperto nel 1966 dai monaci Basiliani di Grottaferrata, viene gestito ora da Matteo Cuttitta, abilitato dal' Istituto Centrale di Patologia del Libro di Roma.
Fino al XVIII secolo a Mezzojuso la lingua parlata era l'albanese, così come ancora oggi in alcune colonie di queste diffuse nella provincia di Palermo. A causa di matrimoni misti e alla non curanza delle "cose patrie" la lingua venne persa, e già ai tempi di [[Giuseppe Schirò (1865-1927)]], il più illustre raccoglitore delle tradizioni poetiche albanesi di Sicilia, Mezzojuso aveva perso l'uso attivo dell{{'}}''[[Lingua arbëreshe|arbëresh]]''.
 
La classe religiosa, formandosi al Seminario Italo-Albanese di Palermo e successivamente in Piana degli Albanesi, parla l'albanese. Papàs Francesco Masi ([[1938]] – [[2010]]), sacerdote di rito bizantino e arciprete della Chiesa di San Nicolò di Mira, fu tra gli ultimi albanofoni di Mezzojuso.
=== Fontane ===
 
Merita particolare attenzione, in piazza ''Principe Corvino'', la Fontana Vecchia, ornata da cinque mascheroni di pietra.
=== Letteratura ===
Mezzojuso è stato un importante centro propulsore della cultura letteraria e linguistica albanese.
 
Tra i suoi più illustri concittadini, che hanno contribuito alla causa albanese, si ricordano: Mons. [[Nilo Catalano]] ([[1637]] – [[1694]]), siciliano di adozione albanese, [[Monachesimo|monaco]] basiliano e arcivescovo di [[Durazzo]], che scrisse un lessico manoscritto albanese–italiano e un saggio di grammatica albanese, preceduto da due pagine scritte con alfabeto greco, di cui alcune lettere fornite di segni diacritici e contenenti la traduzione che si legge nel "Cuneus" di [[Pjetër Bogdani]] abbastanza modificata ed il canto tradizionale ''Kënka e Pal Golemit'', tutte opere andate perdute<ref>{{cita web|url=https://books.google.it/books?id=y2EPFRL-XJQC&pg=PA75&lpg=PA75&dq=Mons.+Nilo+Catalano&source=bl&ots=jfOdT-_OTr&sig=h3gGh7UYiohxabd7PxWLaVJmmUI&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiQ072Iw7HRAhUH2CwKHd5FCkkQ6AEINDAG#v=onepage&q=Mons.%20Nilo%20Catalano&f=false|titolo=Returning Home to Rome: The Basilian Monks of Grottaferrata in Albania - Nilo Catalano, monk and Archbishop|autore=Ines Angjeli Murzaku|accesso=20 settembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170108191208/https://books.google.it/books?id=y2EPFRL-XJQC&pg=PA75&lpg=PA75&dq=Mons.+Nilo+Catalano&source=bl&ots=jfOdT-_OTr&sig=h3gGh7UYiohxabd7PxWLaVJmmUI&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiQ072Iw7HRAhUH2CwKHd5FCkkQ6AEINDAG#v=onepage&q=Mons.%20Nilo%20Catalano&f=false|urlmorto=sì}}</ref><ref name=:01>{{cita web|url=http://www.mediaevalsophia.net/_fascicoli/02/art._DiMarco_MS2.pdf|titolo=Il Monastero di Mezzojuso nella storia culturale arbëreshe*|autore=Pietro Di Marco|accesso=20 settembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190920170240/http://www.mediaevalsophia.net/_fascicoli/02/art._DiMarco_MS2.pdf|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.ecodellabrigna.it/index_htm_files/Eco%20n.%20113%20ottobre%2016.pdf|titolo=Memoria per il Monastero di San Basilio di Mezzojuso dalla fondazione al 1706, in Eco della Brigna ottobre 2016|autore=|accesso=20 settembre 2019|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170108191326/http://www.ecodellabrigna.it/index_htm_files/Eco%20n.%20113%20ottobre%2016.pdf}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.balcanicaucaso.org/aree/Albania/Albania-la-chiesa-della-discordia-163941|titolo=Albania: la chiesa della discordia. Un abbattimento per riesumare Catalano?|autore=|accesso=8 gennaio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170109020916/http://www.balcanicaucaso.org/aree/Albania/Albania-la-chiesa-della-discordia-163941|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita web|url=http://contessioto.blogspot.it/2015/09/lettera-di-zef-chiaramonte-inviata-al.html|titolo=Lettera di Zef Chiaramonte inviata al Direttore di "Osservatorio di Balcani e Caucaso"|autore=|accesso=20 settembre 2019}}</ref>; Papàs [[Nicolò Figlia]] ([[1693]] – [[1769]]), sacerdote di rito bizantino e scrittore, che lasciò importanti testi prevalentemente in lingua albanese, esempi letterari scritti con la parlata albanese di Mezzojuso; Papàs Andrea Cuccia (1788 – 1875), parroco della chiesa di rito greco-bizantino dei [[Chiesa dei Santi Pietro e Paolo dei Greci|Apostoli Pietro e Paolo]] a Napoli, rettore del Seminario Italo-Albanese di Palermo; Atanasio Schirò (1893 – 1927), studioso di cose albanesi.
 
=== Religione ===
[[File:Copertina Nilo Borgia, I monaci Basiliani d'italia in Albania.jpg|thumb|Copertina del libro di P. [[Nilo Borgia]], I monaci Basiliani d'italia in Albania, Appunti di storia missionaria. Secoli XVI-XVIII, Roma, 1935-1943.]]
[[File:Epi Si Cheri Mezzojuso Italo-Albanian.png|thumb|L'icona ''Epi Si Cheri'', XVII secolo, monaco pittore di scuola siculo-albanese cretese]]
==== Rito bizantino ====
L'aspetto identitario ancora caratterizzante di Mezzojuso, avendo perso nel tempo lingua e costumi albanesi, è il [[rito bizantino]], talvolta detto greco. In esso la comunità ritrova le proprie origini e la propria identità. Mezzojuso è parte dell'[[Eparchia di Piana degli Albanesi]] e nei secoli scorsi i papàs, i sacerdoti di rito orientale, e monaci basiliani si sono distinti nella poesia colta albanese e hanno rivestito ruolo di arcivescovi in Albania e vescovi ordinanti per le comunità albanesi d'Italia di rito orientale.
 
Sono operanti a Mezzojuso le [[Suore basiliane figlie di Santa Macrina]], le cui suore provengono dalle comunità italo-albanesi e albanesi d'[[Albania]] e [[Kosovo]].
 
Da Mezzojuso furono vescovi ordinanti per gli albanesi di rito greco di Sicilia: Agostino Franco † (1860 - 1877 deceduto) già ordinante per gli albanesi di rito greco di Calabria (1858 - 1859), titolare di [[Diocesi di Ermopoli Maggiore|Ermopoli Maggiore]] nell'odierno Egitto, e Giuseppe Masi † (29 gennaio 1878 - 11 aprile 1903 deceduto), titolare di [[Sede titolare di Tempe|Tempe]] in Tessaglia. Il primo vescovo dell'Eparchia di Piana degli Albanesi fu [[Giuseppe Perniciaro]] † (12 luglio 1967 - 31 maggio 1981 dimesso), dal 1937 al 1967 ausiliare e vicario generale, titolare della [[Diocesi di Albania]].
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Architetture religiose ===
Nella piazza principale del paese sorgono le due matrici: la Chiesa di San Nicolò di Mira, di [[rito bizantino]], fondata nel [[1516]] dagli esuli albanesi, e la Chiesa dell'Annunziata, oggi di rito latino, ma inizialmente di rito bizantino, costruita anch'essa dagli esuli albanesi nel 1572 ed in seguito rimaneggiata.
[[File:Italo-Albanian Basilian nuns.jpg|thumb|sinistra|130px|L'eparca [[Sotìr Ferrara]] in dialogo con le suore basiliane nella matrice bizantina.]]
Particolare è la decorazione neogotica della facciata principale e del campanile della Chiesa di San Nicolò di Mira, progettati dall'architetto [[Francesco Paolo Palazzotto]] nel 1915, ma solo parzialmente messi in opera dall'architetto Tommaso Zangari per la morte del progettista. Nel 1934-1935 l'architetto [[Pietro Scibilia (Palermo)|Pietro Scibilia]] diresse i lavori di completamento sulla base del vecchio progetto. All'interno si trova, all'altare maggiore, un pregevole crocifisso d'avorio bizantino del [[XVIII secolo]], [[Icona (arte)|icone]] e l'iconostasi bizantina. La lunetta sovrastante la porta principale è stata recentemente arricchita da un [[mosaico]] bizantino rappresentante San Nicola in trono.
 
All'estremità del paese sorge il Monastero basiliano, eretto nel [[1609]] da Andrea Reres, figlio di figlio di Teodoro e Agnese Reres<ref name=":01"/>, importante centro religioso e culturale degli albanesi in Sicilia, dove operarono monaci iconografi.
 
Nel monastero vi è la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, eretta nel 1501 e alterata nel '700 su progetto di Nilo Gizza, padre basiliano. L'interno è ricco di [[Icona (arte)|icone]] in stile tardo-bizantino, le cui due tavole maggiori raffigurano il "Redentore Cristo Re dei Re e Sommo Sacerdote" e la "Vergine". Sulle pareti della navata vi sono sei medaglioni con affreschi di santi e vescovi: Partenio, Gregorio il Teologo, [[Spiridione di Trimithonte|Spiridione]], Epifanio, Cirillo, Nicola e Atanasio. Nella chiesa si conserva il sarcofago dell'albanese Andrea Reres, fondatore del Monastero, affinché vi abitassero monaci e chierici professanti il rito orientale e fosse assicurato al suo popolo esule il tramandarsi e la conservazione immacolata delle usanze orientali.
 
Il Monastero Basiliano ospita una biblioteca con rarissimi codici greci e cinquecentine. Il Cenobio Basiliano, che per un periodo fece assurgere Mezzojuso ad "Atene delle colonie albanesi" per la qualità e quantità dei libri custoditi, è sede di un laboratorio del restauro del Libro Antico. Riaperto nel 1966 dai monaci basiliani italo-albanesi di [[Abbazia territoriale di Santa Maria di Grottaferrata|Grottaferrata]], viene curato da Papàs Nicola Alongi e gestito da Matteo Cuttitta e dal Dott. Antonino Cuttitta, abilitato dall'Istituto Centrale di Patologia del Libro di Roma.Dal 2017 è sede di una scuola Agiografica.
 
==== Chiese ====
; Chiesa madre di S. Nicolò di Mira di rito greco-bizantino, sec. XVI
[[File:Parrocchia San Nicolò di Mira - Mezzojuso.jpg|thumb|Chiesa di S. Nicolò di Mira.]]
[[File:Interno San Nicolò di Mira - Mezzojuso.png|thumb|Interno di S. Nicolò di Mira.]]
La chiesa parrocchiale venne costruita dal 1516 al 1520 e le vennero trasferiti tutti i diritti e le prerogative della prima chiesa di Santa Maria di tutte le Grazie, costruita dai profughi albanesi in forza delle Capitolazioni del 3 dicembre 1501 tra loro e il Commendatario del Monastero di San Giovanni degli Eremiti di Palermo.
 
Per il permesso ottenuto il 26 marzo 1537 dall'Arcidiocesi di Palermo, la chiesa venne abbattuta e nel medesimo sito ne venne costruita una più grande, secondo le esigenze del rito bizantino-greco degli albanesi.
 
Ciò è testimoniato, tra l’altro, dalle visite pastorali eseguite dagli arcivescovi di Palermo, sotto la cui giurisdizione cadeva la chiesa; un esempio è la visita fatta dall'arcivescovo Palafox e Cardona nel 1684.
 
La chiesa fu più volte restaurata: furono eseguiti importanti lavori nel 1732, nel 1850 e nel 1933-1934. La parrocchia è provvista di Casa parrocchiale, costruita nel 1938.
 
; Chiesa madre Maria SS. Annunziata di rito latino
[[File:Mezzojuso6.jpg|thumb|Campanile della Chiesa dell'Annunziata, già di rito bizantino.]]
Situata a monte della Piazza Umberto I, tra l'annesso “Castello” che fu in passato dimora dei Principi Corvino Sabia e la Matrice Greca. La chiesa originaria, di piccole proporzioni, fu costruita dopo l'espulsione dei saraceni, durante la prima metà del sec. XI, così testimoniano le ricerche effettuate dal Pirri e dal Raccuglia e riproposte da Ignazio Gattuso. Si presume che la chiesa originaria fosse ad unica navata senza abside e che tra il 1527 e il 1572 venne attuato un primo intervento di ampliamento per adeguarla all'aumento della popolazione, avvenuto proprio in quegli anni; in seguito, venne riaperta al culto e intitolata alla S.S. Annunziata. Nel 1680 la chiesa venne ampliata definitivamente in direzione opposta all'ingresso, occupando parte del giardino del “Castello” e alcuni lotti di terreno su cui insistevano delle vecchie abitazioni abbattute in quel periodo per far posto alla nuova costruzione.
L'impianto attuale presenta una pianta a croce latina, suddivisa in tre navate con transetto, mentre la nuova configurazione della facciata esterna (intervento del 1924) presenta tre portali sovrastati da archi a sesto acuto, due rosoni e una scultura marmorea, disposta nel timpano, contenente l'effige dell'Annunziata. All'interno della chiesa si trovano sulle pareti, una scultura del Crocifisso, in legno policromo del 1693 di ignoto scultore siciliano e due dipinti settecenteschi, due grandi tele raffiguranti la Comunione di Santa Rosalia, la Vergine che appare a San Vincenzo Ferreri e l'Annunciazione; pregevole inoltre, la suppellettile sacra (Trittico in oro - Pisside donata dal Marchese di Rudinì - due crocifissi in avorio) e le numerose statue lignee presenti all'interno delle cappelle poste a ridosso delle navate laterali.
 
; Chiesa di S. Maria di tutte le Grazie di rito greco-bizantino
Collocata a ridosso del Monastero Basiliano, si dispone su un ampio piazzale su cui si innesta l'attuale via Andrea Reres. La chiesa, già esistente, fu affidata, in virtù delle “Capitolazioni del 1501”, ai greco - albanesi arrivati a Mezzojuso alla fine del XV sec., con l'obbligo di ripararla e ripristinarvi il culto. Da quel momento la chiesa prese il nome attuale e vi si cominciò ad officiare il rito greco - bizantino e com'era uso in tutte le chiese, venne fondata una confraternita intitolata a Santa Maria di tutte le Grazie, che ebbe il compito di curare e governare la chiesa fino al 1650. Dopo il 1650 la chiesa, con tutti i suoi diritti e rendite, venne ceduta al monastero basiliano sorto accanto ad essa. Ampliata nel '700, attualmente presenta un impianto a navata unica, con un portale laterale in marmo, decorato con aquila bicipite in campo rosso. All'interno si trovano: il mausoleo di Andrea Reres, nobile albanese a cui si deve la costruzione del monastero basiliano; l'iconostasi che contiene delle preziose icone del XVI sec.; una Platytèra di origine cretese; una crocetta athonita di bosso finemente scolpita; medaglioni dipinti sulle pareti laterali della navata da Olivio Sozzi.
 
; Chiesa del SS. Crocifisso di rito greco-bizantino
La chiesa del SS. Crocifisso è ubicata in un quartiere che porta il suo nome, del resto è consuetudine di Mezzojuso, data l'esistenza di numerose chiese, identificare i quartieri con i nomi delle chiese in essi ubicati, infatti abbiamo i quartieri di San Rocco, Santa Maria, Madonna dei Miracoli, Convento ecc. Si sconosce la data precisa di costruzione della chiesa, inizialmente di dimensioni modeste dedicata a Santa Venera, tuttavia si pensa che sia esistita prima del 1618 poiché, da un registro ritrovato si rileva che, in tale data, in questa chiesa venivano seppelliti i fedeli defunti. A partire dalla seconda metà del '600 si avviarono, per volere della confraternita, i lavori di ampliamento della chiesa che, inizialmente, fu lasciata in rustico e soltanto nella seconda metà del '700 furono realizzate, sulle superfici della navata della volta a botte, le decorazioni attuali con stucchi e decori in oro. All'interno della chiesa si può ammirare l'artistica “Vara” del 1648 con il Crocifisso del XV sec., collocata in una cappella sopra l'altare maggiore, chiusa da una porta lignea che reca ventiquattro pannelli dipinti raffiguranti episodi della vita di Gesù e Maria. Nel 1934 accanto alla chiesa venne edificata la Casa Madre della Congregazione Basiliana delle Figlie di S. Macrina, ancora oggi esistente.
 
; Monastero Basiliano
[[File:Istituto "A. Reres" ex Monastero Basiliano.jpg|thumb|Monastero Basiliano e Chiesa di Santa Maria di tutte le Grazie.]]
Edificato nella prima metà del '600, accanto alla chiesa di Santa Maria di tutte le Grazie, per volontà della stessa Confraternita che nel 1601 tenne “una pubblica adunanza, in cui fu proposto e solennemente approvato il progetto di erigere un monastero da cedere a Monaci Greci o Albanesi ai quali fosse ingiunto di professarvi integralmente il rito e la disciplina orientale”. La costruzione del monastero si deve ad Andrea Reres, presente all'adunanza del 1601, in qualità di socio della Compagnia e di Rettore della Chiesa di Santa Maria di tutte le Grazie, che pochi anni dopo l'adunanza, devolse una parte del suo cospicuo patrimonio alla Compagnia di S. Maria, al fine di costituire una rendita da impiegare per la fabbrica del monastero e poi per il sostentamento di almeno dodici monaci Greci o Albanesi, professanti rito e disciplina orientale. Il fabbricato originariamente composto da due piani fuori terra, presenta ancora oggi un impianto di forma quadrangolare; interessante al piano terra il maestoso portico ad ampie arcate a tutto sesto sorrette da robuste colonne di marmo biancastro a venature rosse. Il Monastero, oltre a contenere una ricca biblioteca con rari codici greci e pregevoli cinquecentine, è sede di un importante laboratorio di restauro del libro antico gestito da Matteo Cuttitta e dal Dott. Antonino Cuttitta.
 
=== Architetture civili ===
[[File:Palazzo Corvino.jpg|miniatura|sinistra|150px|Palazzo Corvino]]
==== Il Castello ====
[[File:Mezzojuso2.jpg|thumb|Il Castello di Mezzojuso]]
La sua costruzione risale all'epoca della fondazione. Non si tratta di un “castello” nel senso classico della parola, ma fu sicuramente in passato il riparo dei militari albanesi e una comoda e sicura dimora per il proprietario delle terre di Mezzojuso, dotata di stanze adibite ad alloggi, stalle, magazzini per il deposito di frumento, vino.
 
Nel 1132 il feudo di Mezzojuso veniva assegnato da Ruggero II ai monaci di San Giovanni degli Eremiti. Questi, che avevano concesso in affitto tutte le terre ricevute in assegnazione, quando si recavano a far visita a Mezzojuso, usufruivano di questa casa che veniva chiamata “lu castello” come dimora per abitarci.
 
Nel 1527 quando i monaci concedettero in enfiteusi la Terra di Mezzojuso alla nobile famiglia dei Principi Corvino Sabia Ventimiglia, “lu castello” divenne anche per questi una nobile dimora dove trascorre i soggiorni durante le loro visite in paese. Durante tutto il periodo feudale, ed in particolare tra la fine del '500 e gli inizi del '600 si effettuarono dei lavori di ampliamento e di abbellimento che diedero un nuovo aspetto alla fabbrica e che nelle grandi linee è rimasto invariato fino ad oggi.
 
Nel 1844 con l'abolizione della feudalità, la struttura cominciò a perdere pian piano il suo ruolo di palazzo signorile e finì per ricadere in uno stato di completo abbandono.
 
Dopo l'acquisto nel 1984 da parte del Comune di Mezzojuso, la struttura è stata completamente restaurata ed oggi è divenuta sede della Biblioteca Comunale, della Pro Loco Mezzojuso e spesso viene utilizzata per ospitare conferenze e manifestazioni culturali.
 
==== Fontane ====
Merita particolare attenzione, in piazza ''Principe Corvino'', la Fontana Vecchia, ornata da cinque mascheroni di pietra.
 
== Cultura ==
[[File:Bandiera d'Albania - Mezzojuso.jpg|thumb|La bandiera d'Albania sventolante dal monastero basiliano di Mezzojuso, viene esposta dalla 2ª alla 4ª domenica di Maggio in occasione dei festeggiamenti del SS. Crocifisso.]]
=== Personalità legate a Mezzojuso ===
Numerose personalità di cultura di Mezzojuso, religiosi in particolar modo e laici, si sono distinte nella sua storia in diversi campi.
* [[Nicolò Figlia]] ([[1693]] - [[1769]]), sacerdote e scrittore.
 
* [[Gabriele Buccola]] ([[1854]] - [[1885]]), psichiatra.
Tra le figure civili si ricorda [[Andrea Reres]] (?–[[1609]]), [[principe]] albanese, figlio del nobile Demetrio Reres, fondatore del [[monastero]] [[Monaci basiliani|basiliano]] di Mezzojuso<ref>{{cita web|url=http://www.jemi.it/index.php/arberia-katundet/katundet/turismo/1237--sp-162/366-il-monastero-basiliano-di-mezzojuso-note-storiche|titolo=Il Monastero Basiliano di Mezzojuso - Note storiche|autore=Pietro Di Marco|accesso=20 settembre 2019}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.mezzojusoecotour.it/Pages/reres.php|titolo=Istituto Andrea Reres|autore=|accesso=20 settembre 2019}}</ref>; Spiridione Franco ([[1828]]–[[1914]]), patriota risorgimentale e capitano dei garibaldini; [[Simone Cuccia]] ([[1841]]–[[1894]]) [[avvocato]] e giurista, deputato al Parlamento d'Italia dal 1882 per quattro legislature consecutive; [[Gabriele Buccola]] ([[1854]]–[[1885]]), [[medico]] psichiatra e scrittore; [[Antonino Cuttitta]] ([[1893]]–[[1978]]), [[militare]] e [[politico]]; [[Enrico Cuccia]] ([[1907]]–[[2000]]), [[banchiere]], uno dei più importanti d'[[Italia]] della seconda metà del [[Novecento]].
* [[Enrico Cuccia]] (1907 - 2000), banchiere
[[File:Simone Cuccia dati camera.jpg|thumb|sinistra|150px|[[Simone Cuccia]] (1841 – 1894)]]
Si annovera una nutrita schiera di intellettuali religiosi legati ai riti orientali e alla lingua madre albanese: mons. [[Filoteo Zassi]] ([[1654]]–[[1726]]), [[arcivescovo]] di Durazzo, in missione in [[Ciamuria]] e continuatore di mons. Calatano; P. [[Callinico Granà]] ([[1654]]–[[1719]]), jeromonaco del monastero basiliano di Mezzojuso; mons. [[Agostino Franco]] ([[1823]]–[[1877]]), [[vescovo]] di rito orientale per gli albanesi di Calabria, Sicilia e Vescovo titolare di [[diocesi di Ermopoli Maggiore|Ermopoli Maggiore]]; mons. [[Giuseppe Masi]] ([[1828]] – [[1903]]), vescovo di rito orientale per gli albanesi di Sicilia e vescovo titolare di [[sede titolare di Tempe|Tempe]]; Madre [[Macrina Raparelli]] ([[1893]]–[[1970]]), fondatrice, insieme a p. [[Nilo Borgia]], e prima superiora delle [[Suore basiliane figlie di Santa Macrina|Suore basiliane italo-albanesi di Santa Macrina]], dichiarata venerabile da [[papa Francesco]] il 23 marzo [[2017]]<ref>{{cita web|url=http://www.santiebeati.it/dettaglio/96511|titolo=Venerabile Macrina Raparelli|accesso=1º luglio 2017}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.elledici.org/ecom/article/04527-madre-macrina-raparelli#.OlD1mygRWXo|titolo=Madre Macrina Raparelli. Nel cuore l'Unità dei cristiani|accesso=1º luglio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171014132354/http://www.elledici.org/ecom/article/04527-madre-macrina-raparelli#.OlD1mygRWXo|urlmorto=sì}}</ref>; Eparca [[Giuseppe Perniciaro]] ([[1907]] – [[1981]]), [[vescovo]] della [[Chiesa cattolica italo-albanese|Chiesa Italo-Albanese]] di [[Sicilia]], specializzò in Scienze ecclesiastiche orientali presso il Pont. Istituto Orientale di [[Roma]] e propenso all'[[ecumenismo]] cristiano tra [[cattolici]] e [[ortodossi]]<ref>{{cita web|url=http://www.jemi.it/index.php/la-chiesa-italo-albanese-qisha-arbereshe/eparchia-di-piana-degli-albanesi/vescovi/213-se-giuseppe-perniciaro|titolo=S.E. Mons. Giuseppe Perniciaro, il primo Vescovo dell'Eparchia di Piana degli Albanesi|autore=|accesso=8 gennaio 2017}}</ref>; Papàs Giovanni Tommaso Barbacci ([[1742]] – [[1791]]), sacerdote di [[rito bizantino]] e poeta in lingua albanese.
 
=== Cucina ===
{{...|centri abitati d'Italia}}
 
=== Festività e tradizioni ===
La manifestazione non religiosa più significativa manifestazione è quella del periodo prima di [[Pasqua]], con il "Mastru di Campu", che si svolge l'ultima domenica di Carnevale. Vi partecipano un centinaio di personaggi indossanti costumi d'epoca, che impersonano il re, la regina, il barone, il segretario, la baronessa, il tamburinaio, il comandante dell'artiglieria, ed il personaggio principale del "Maestro di Campo", che lotta contro il re. Dopo svariati assalti al castello reale (ovviamente si tratta solo di un palco di legno) e dopo avere ricevuto una ferita, in conseguenza della quale fa la caratteristica "caduta", il Mastro di campo alla fine vince la sfida e conquista il cuore della regina. Dopo la visita a Mezzojuso nell'agosto del 1861, [[Giuseppe Garibaldi]] è stato inserito come "guest star" nella manifestazione insieme ai Garibaldini.
 
Il momento religioso più significativo di Mezzojuso è la Grande Settimana Santa, una volta chiama in [[lingua albanese]] ''Java e Madhe'', officiata secondo il [[rito bizantino]] e che segue la tradizione ''arbëreshë''. Rilevanti sono: la festa di S. Giuseppe (19 marzo e 27 agosto); la festa del SS. Crocifisso (la terza domenica di Maggio) o processione delle Torce; la festa della Madonna dei Miracoli (8 settembre) e il 6 dicembre ricorre la festa di [[San Nicola di Mira]] (''Dita e Shën Kollit'').
Dopo svariati assalti al castello reale (ovviamente si tratta solo di un palco di legno) e dopo avere ricevuto una ferita, in conseguenza della quale fa la caratteristica "caduta", il Mastro di campo alla fine vince la sfida e conquista il cuore della regina.
 
==== Carnevale ====
Tra le festività vi sono, inoltre, i riti della Settimana Santa nelle Chiese greco-bizantine; la festa di S. Giuseppe (19 marzo e 27 Agosto); la festa del SS. Crocifisso (la terza domenica di Maggio) con "a cunnutta" o processione delle Torce; la festa della Madonna dei Miracoli (8 Settembre).
Si svolge ogni anno, nell'ultima domenica di Carnevale, "Il Mastro di Campo", nella pubblica piazza. Si tratta della festa più importante per Mezzojuso, di una rara permanenza su quelle antiche rappresentazioni in forma pantomimica, che si usavano svolgere nelle piazze. Di questa pantomima trattò già nel XVIII secolo, il Villabianca, ma la inquadra a Palermo, presso gli antichi quartieri del centro storico della città, si presume siano la Kalsa o l'Albergaria, dove era nota come “Atto di Castello”.
=== Carnevale ===
==== Mastro di Campo ====
Si svolge ogni anno, nell'ultima domenica di Carnevale, "Il Mastro di Campo", nella pubblica piazza. Si tratta della festa più importante per Mezzojuso, di una rara permanenza su quelle antiche rappresentazioni in forma pantomimica, che si usavano svolgere nelle piazze. Di questa pantomima trattò già nel XVIII secolo, il Villabianca, ma la inquadra a Palermo, presso gli antichi quartieri del centro storico della città, si presume siano la Kalsa o l'Albergaria, dove era nota come “Atto di Castello”.
 
Il Mastro di campo posto alla testa di una piccola armata, deve marciare verso il castello e prendere con sé la Regina. Mentre il Re si prepara alla difesa, e le truppe si combattono tra loro, il Mastro di Campo, inerpicato su di una scala deve tentare il rapimento della Regina, ma viene respinto dalle guardie che lo fanno cadere giù.
A Mezzojuso, questa antica tradizione presenta caratteristiche per certi versi analoghe a quelle dell'antica pantomima di Palermo, ma arricchita da elementi propri della tradizione locale. Appare infatti un figurante col volto coperto da una maschera rossa, che cerca di conquistare la sua amata regina, arroccata nel castello. Egli infine riesce a conquistare la sua amata.
 
La pantomima trae origine da un fatto veramente accaduto nel '400, quando la vedova di [[Martino il Giovane]], [[Bianca di Navarra (1387-1441)|Bianca di Navarra]], rifiutò di cedere la reggenza dell'isola a [[Bernardo Cabrera]], conte di Modica e gran giustiziere del Regno. Bernardo Cabrera, diede quindi l'assalto al [[Santa Flavia|castello di Solanto]], presso Palermo, dove si era rifugiata la regina. Il racconto tratto dal fatto storico, da cui trae origine la pantomima del "Mastro di Campo" avrebbe quindi nel tempo subito delle sostanziali modificazioni dettate dalla fantasia, che avrebbero portato la bella Regina ad essere innamorata del Mastro di Campo. In realtà Bianca di Navarra, non voleva proprio sapere nulla di cedere alle lusinghe del Cabrera.
 
L'evento si svolge nella pubblica piazza cittadina con la partecipazione di numerosi figuranti, è molto atteso da tutta la cittadinanza, ed è rappresentato sin dal XVII secolo. Si tramanda oralmente e propone dei personaggi abbigliati con costumi spagnoleggianti siciliani. Nel corso dei secoli, l'evento ha subito delle modifiche, come quelle relative all'intervento del personaggio storico "Giuseppe Garibaldi" e di alcuni suoi uomini garibaldini. Sembra che questa particolare innovazione abbia avuto origine alla fine dell'800, quando apparve un figurante vestito appunto da Garibaldi. Tale evento scosse lo spirito patriottico degli spettatori, che applaudirono tanto fragorosamente alla novità, da far sì che nelle edizioni successive si riproponesse sempre la figura del condottiero dei due mondi, Garibaldi. La partecipazione dell'eroe nazionale, e dei suoi uomini, è molto attiva: i garibaldini ingaggiano una bella battaglia con le guardie saracene del castello. Altri caratteristici personaggi di tale pantomima sono gli alleati del Mastro di Campo, i briganti ed i guerriglieri che vogliono sovvertire l'ordine rappresentato dalla Corte del Re ede il "Diavolo Pecoraio", un figurante rivestito di pelli di pecora che rappresenta il reale avversario dell'eroe della pantomima. Nonostante le modificazioni suesposte, c'è da dire che i caratteri dei protagonisti sono pressoché identici a quelli delle rappresentazioni originali, e il Mastro di Campo continua ad essere rappresentato come una figura grottesca, irreale, mentre la regina è come una donna dolce e mite. Alla fine tutte le maschere scendono dal palco adibito a Castello e si cominciano a diffondere le note martellanti delle danze della Tubiana, che si rifanno ada un antico ballo di Carnevale, tipicamente siciliano.
 
== CucinaGeografia antropica ==
=== Frazioni ===
{{...}}
[[File:Pignaro.jpg|thumb|La frazione di Pignaro]]
* Pignaro (''Pignaru'' in [[Lingua siciliana|siciliano]]) è una [[frazione (geografia)|frazione]], situata in una località collinare a {{M|530|u=m slm}}, distante circa poco meno di un chilometro dal comune di Mezzojuso.
 
* Nocilla (''Nucidda'' in [[Lingua siciliana|siciliano]]) è una [[frazione (geografia)|frazione]], situata in una località collinare a {{M|510|u=m slm}}, distante circa tre chilometri dal comune di Mezzojuso.
 
== Economia ==
L'economia di Mezzojuso si basa essenzialmente sulla coltivazione dei tradizionali seminativi come il grano duro, la sulla, i cereali, l'olio extra vergine, proveniente da vecchi e nuovi impianti di oliveti, e dall'allevamento di ovini, bovini e caprini.
 
== Infrastrutture e trasporti ==
Io centro abitato di Mezzojuso non è direttamente collegato ad arterie stradali: la [[Strada statale 121 Catanese|Statale 121]] è raggiungibile dalla SP50 della ''Città metropolitana di Palermo,'' che parte da [[Campofelice di Fitalia|Campofelice]] e termina al bivio ''Mezzojuso'' della SS121 Catanese. Da quest'ultima è possibile quindi raggiungere [[Palermo]], [[Agrigento]] e [[Lercara Friddi]]. A nord del centro abitato si snoda la SP50 di Serra Guddemi, con la quale è possibile raggiungere [[Corleone]], [[Prizzi]] e [[Vicari]].
 
La rete autobus è gestita dagli autobus di linea della ''AST'' azienda siciliana trasporti con la linea autobus ''Palermo-Villafrati-Mezzojuso,'' e viceversa .
 
== Amministrazione ==
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.<ref name=interno>{{cita web |url=https://dait.interno.gov.it/elezioni/anagrafe-amministratori |titolo=Anagrafe degli amministratori locali e regionali |accesso=11 ottobre 2018}}</ref>
 
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Antonino Schillizzi|Inizio=27 giugno 1989|Fine=22 novembre 1993|Partito=[[Partito Comunista Italiano]]|Carica=[[Sindaco]]|Note=<ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Antonino Schillizzi|Inizio=23 novembre 1993|Fine=1º dicembre 1997|Partito=[[Democratici di Sinistra]]|Note=<ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Francesco Nuccio|Inizio=1º dicembre 1997|Fine=28 maggio 2002|Partito=[[L'Ulivo]]|Note=<ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Sandro Miano|Inizio=28 maggio 2002|Fine=15 maggio 2007|Partito=[[Unione di Centro (2002)|Unione di Centro]]|Note=<ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Nicolò Cannizzaro|Inizio=15 maggio 2007|Fine=5 agosto 2011|Partito=[[Alleanza Nazionale]]|Note=<ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Girolamo Ganci|Inizio=5 agosto 2011|Fine=9 maggio 2012|Carica=[[Commissario straordinario|Comm. straordinario]]|Partito=|Note=}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Salvatore Giardina|Inizio=9 maggio 2012|Fine=12 giugno 2017|Partito=[[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]]|Note=<ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Salvatore Giardina|Inizio=12 giugno 2017|Fine=12 dicembre 2019<ref>Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell'interno Luciana Lamorgese, a seguito di accertati condizionamenti da parte delle locali organizzazioni criminali, a norma dell'articolo 143 del Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali (decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267), ha deliberato lo scioglimento per diciotto mesi del Consiglio comunale di Mezzojuso (Palermo), e il contestuale affidamento dell'amministrazione dell'ente a una Commissione di gestione straordinaria. [http://www.governo.it/it/provvedimento/provvedimento-a3400771212193/13605 Provvedimento A34007712/12/193, Consiglio dei ministri del 16 dicembre 2020].</ref>|Partito=[[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]]|Note=<ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Daniela Lupo|Inizio=12 dicembre 2019|Fine=12 giugno 2022|Carica=[[Commissario straordinario|Comm. straordinario]]|Partito=|Note=}}
{{ComuniAmminPrec|Nome= Giuseppe Lopes |Inizio=12 giugno 2022|Fine=''in carica''|Partito=[[lista civica]]|Note=<ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
 
=== Altre informazioni amministrative ===
Il comune di Mezzojuso fa parte delle seguenti organizzazioni sovracomunali: [[unione di comuni]] "[[Unione dei comuni Pizzo Marabito|Pizzo Marabito]]"; Unione dei Comuni Albanesi "BESA".
 
== Note ==
<references/>
 
== Voci correlate ==
* [[Albania]]
* [[Eparchia di Piana degli Albanesi]]
* [[Riserva naturale orientata Bosco della Ficuzza, Rocca Busambra, Bosco del Cappelliere e Gorgo del Drago]]
* [[Rito bizantino]]
* [[Rocca Busambra]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Mezzojuso}}
 
== Collegamenti esterni ==
*[ {{cita web|http://www.comune.mezzojuso.pa.it/ Il comune|Comune di Mezzojuso] - Bashkia e Munxifsit}}
* {{cita web|http://www.eparchiapiana.org/|Il Portale dell'Eparchia di Piana degli Albanesi}}
*[http://www.ecodellabrigna.it/ L'eco della Brigna - Bimestrale di informazione religiosa, culturale e di attualità]
* {{cita web|http://www.unibesa.it/|Unione dei Comuni Albanesi di Sicilia BESA - Lidhja e Bashkivet Arbëreshe të Siçilisë BESA}}
{{Provincia di Palermo}}
* {{cita web|http://www.prolocomezzojuso.it/|Associazione Pro Loco Mezzojuso}}
* {{cita web|http://www.associazioneprospettivemezzojuso.org/|Associazione Culturale "Prospettive" - Mezzojuso}}
* {{cita web|http://www.ecodellabrigna.it/|L'eco della Brigna - Bimestrale di informazione religiosa, culturale e di attualità}}
* {{cita web|http://www.dimarcomezzojuso.it/|E-biblía - biblioteca digitale delle opere dedicate alle comunità albanesi d'Italia}}
* {{cita web|http://www.mezzojusoecotour.it|Mezzojuso Ecotour.it}}
* [https://web.archive.org/web/20170911170408/http://mezzojuso.org/ Mezzojuso.org] – Il Portale dell'informazione locale e del comprensorio
* [http://www.unibesa.it/images/MezzojusoTerritoriostoriaartetradizioni.pdf AA.VV., Opuscolo su Mezzojuso: Territorio, storia, arte, tradizioni, a cura del Comune di Mezzojuso, 2002.] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160409045129/http://unibesa.it/images/MezzojusoTerritoriostoriaartetradizioni.pdf |date=9 aprile 2016 }}
 
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