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http://www.montegrappa.org/grande_guerra/medagliedoro.php?pageNum_Recordset1=3&totalRows_Recordset1=367 i fratelli De Carli movm entrambi al fascio di Pordenone p 554 di Chiurco volume 3 ano 1921
{{C|Sezione che forse più correttamente dovrebbe riguardare la rivista "Orizzonte" pubblicata dalla X MAS ma in cui utilizzando come unica fonte un Blog, di per se scarsamente autorevole, costruisce un intero paragrafo teso a dimostrare, fin dall'evocativo titolo, la presenza di un diffuso antisemitismo all'interno del corpo militare basandosi sul fatto che il razzista Giovanni Preziosi vi abbia collaborato.|storia|luglio 2012}}
http://www.welfarenetwork.it/la-cattura-e-la-fucilazione-di-farinaccitestimonianza-del-vescovo-eassi-20120913/ Farinacci
 
p 621 di Chiurco volume 3 anno 1921 fascio di Pavia
 
==[[Pino Stampini]]==
{{Membro delle istituzioni italiane
|nome = Pino Stampini
|istituzione = Camera dei Fasci e delle Corporazioni
|immagine =
|dimensione =
|didascalia =
|luogo_nascita = Santhià
|data_nascita = 24 gennaio 1905
|luogo_morte = Roma
|data_morte = 24 maggio 1992
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|partito =
|legislatura = [[XXX Legislatura del Regno d'Italia|XXX]]
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|coalizione =
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|collegio =
|incarichi =
|sito =
}}
{{Bio
|Nome = Pino
|Cognome = Stampini
|Sesso = M
|LuogoNascita = Santhià
|GiornoMeseNascita = 24 gennaio
|AnnoNascita = 1905
|LuogoMorte = Roma
|GiornoMeseMorte = 24 maggio
|AnnoMorte =1992
|Attività = pittore
|Epoca = 1900
|Attività2 = insegnante
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità =
|Immagine=
}}
 
==Biografia==
==Gruppo Gamma "Licio Visintini"==
Si diplomò all'[[Accademia Albertina]] di [[Torino]].
[[Dario Vitali]]
 
==Gian GaetanoOpere Cabella==
* ''A noi-Storia del fascismo pavese'', Pavia, 1929
[[Squadrismo|Squadrista]] genovese negli anni '20.
 
==Bibliografia==
Nel [[1943]] divenne direttore del bisettimanale<ref>http://www.isral.it/web/web/risorsedocumenti/memoria2004_villa_introduzione.htm#_ftn14.</ref> "''Popolo di Alessandria''" che, edito dalla Federazione dei Fasci Repubblicani di Combattimento, uscì per la prima volta in Piemonte il [[2 ottobre]] [[1943]] e si diffuse anche in Lombardia, Liguria e nel piacentino<ref>http://www.isral.it/web/web/risorsedocumenti/memoria2004_villa_introduzione.htm#_ftn14.</ref> Tra coloro che vi collaborarono sia pur saltuariamente vi fu [[Ezra Pound]]<ref>http://www.paginadelleidee.net/attualit/attual3.htm.</ref> L'ultima copia fu del [[19 aprile]] [[1945]]<ref>http://www.paginadelleidee.net/attualit/attual3.htm</ref>.
* Arturo Bianchi, A noi-Storia del fascismo pavese, Gianni Iuculano Editore, Pavia, 2004 (prefazione di Fabrizio Bernini)
* Filippo Lombardi e Alberto Galazzetti, Storia della 7 Legione "Cairoli" della M.V.S.N. di Pavia, MArvia Edizioni, Voghera (PV), 2008
 
== Note ==
Cabella che nel 1945 si trovava a Milano chiese ed ottenne una udienza a Mussolini il quale a partire dal [[20 aprile]] [[1945]] fino al [[22 aprile]] gli dettò il suo testamento politico. L'intervista fu molto importante poiché fu l'ultima che Mussolini fece e particolare importante fu che quest'ultimo volle rivederla e correggerla<ref>http://www.mymilitaria.it/liste/mussotestamento.htm</ref>. Il documento fu reso pubblico tre anni dopo la fine della guerra, precisamente il [[6 settembre]] [[1948]]<ref>http://www.mymilitaria.it/liste/mussotestamento.htm</ref>, per un preciso impegno preso da Cabella con Mussolini<ref>http://www.mymilitaria.it/liste/mussotestamento.htm</ref>.
<references />
 
==Angelo Bellani==
== Bartolomeo Fronteddu ==
{{Infobox militare
|Nome = Bartolomeo FrontedduAngelo Bellani
|Immagine = BartolomeoAngelo FrontedduBellani.jpg
|Didascalia =
|Soprannome =
|Data_di_nascita = 63 maggiogennaio 18901895
|Nato_a = [[DorgaliVillanterio]]
|Data_di_morte = 1417 agostoottobre [[1944]]1921
|Morto_a = [[PadovaAlbuzzano]]
|Cause_della_morte =
|Luogo_di_sepoltura =
|Nazione_servita = {{ITA 1861-1946|Regno d'Italia|}}
|Etnia =
|Forza_armata = [[Regio Esercito]]
|Religione =
|Arma = [[fanteria]]
|Nazione_servita = {{ITA 1861-1946}}<br />{{RSI}}
|Corpo =[[Bersaglieri]]
|Forza_armata = [[Regio esercito]]<br> [[Esercito Nazionale Repubblicano]]
|Arma =[[Arma di Fanteria|Fanteria]]
|Corpo = [[Guardia Nazionale Repubblicana]]
|Specialità =
|Unità =
|Reparto=[[10º Reggimento bersaglieri]]<ref name="ReferenceA">{{cita|Lombardi e Galazzetti|p. 290}}</ref>
|Reparto=
|Anni_di_servizio =
|Grado = tenente[[caporal colonnellomaggiore]]
|Ferite =
|Comandanti =
|Guerre = [[GrandePrima Guerra]]-[[Secondaguerra Guerra Mondialemondiale]]
|Campagne =[[BattaglieFronte dell'Isonzoitaliano (1915-1918)]]-[[Campagna di Albania]]
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|Comandante_di = [[Battaglione Volontari di Sardegna - Giovanni Maria Angioy]]
|Decorazioni = [[Medaglia d'argento al valor militare]]
|Studi_militari =
|Pubblicazioni =
|Frase_celebre =
|Altro_lavoro =
|Altro_campo =
|Altro =
|Note =
|Ref =
}}
{{Bio
|Nome = BartolomeoAngelo
|Cognome = FrontedduBellani
|Sesso = M
|LuogoNascita = DorgaliVillanterio
|GiornoMeseNascita = 63 maggiogennaio
|AnnoNascita = 18901895
|LuogoMorte = PadovaAlbuzzano
|GiornoMeseMorte = 1417 agostoottobre
|AnnoMorte = 19441921
|Attività = militare
|Epoca = 1900
|Attività2 =
|AttivitàAltre = &nbsp;e a partire dal 1943 fu il comandante del [[Battaglione Volontari di Sardegna - Giovanni Maria Angioy]] della [[Repubblica Sociale Italiana]]
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità =
|Immagine=
}}
 
===Biografia===
Di professione [[falegname]]<ref name="ReferenceA">{{cita|Lombardi e Galazzetti|p. 290}}</ref>, prese parte alla [[Prima guerra mondiale]] combattendo sul [[Carso]] e nella [[campagna di Albania]], dove si guadagnò una [[medaglia d'argento al valor militare]] e la promozione a [[caporal maggiore]]<ref name="laprovinciapavese.gelocal.it">http://laprovinciapavese.gelocal.it/pavia/cronaca/2014/11/28/news/da-bersagliere-a-camicia-nera-tracce-ritrovate-1.10399007?ref=search</ref>. Fu ferito due volte<ref name="ReferenceA">{{cita|Lombardi e Galazzetti|p. 290}}</ref>.
Durante la Grande Guerra, con il grado di tenente prese parte alle offensive sull'Isonzo finchè fu gravemente ferito nel 1915 subendo l'[[amputazione]] del braccio destro<ref>{{cita|Carlo Cocut|p. 48}}</ref>. Ripreso presto servizio fu preso prigioniero dagli austriaci nel 1916 che lo rilasciarono l'anno seguente nel corso di uno scambio di prigionieri<ref>http://www.vicosanlucifero.it/excal/excal18/ex18spe1.html</ref><ref>{{cita|Carlo Cocut|p. 48}}</ref>.
Deluso dall'esito della [[prima guerra mondiale]] aderì ai [[Fasci di combattimento]] organizzando il [[Fascio di combattimento]] di [[Villanterio]] e assumendo il comando della [[squadra d'azione]] "[[Cesare Battisti]]"<ref name="ReferenceA">{{cita|Lombardi e Galazzetti|p. 290}}</ref>.
 
Il 25 maggio 1921 il caposquadra fascista [[Arturo Bianchi]], nel corso di una azione squadrista fu assalito a [[Genzone]] e, gettato a terra, colpito ripetutamente con bastoni e badili<ref>{{cita|Bianchi|p. 126}}</ref>. Bianchi riuscì a salvarsi come da lui stesso ammesso grazie all'intervento di Bellani, che a rischio della propria vita riuscì a sottrarlo alla folla<ref>{{cita|Bianchi|p. 157}}</ref>.
All'atto dell'[[armistizio dell'8 settembre 1943]] Fronteddu si trovava presso l'[[La Maddalena (isola)|isola della Maddalena]] al comando del 591° Battaglione costiero<ref>http://www.lamaddalena.info/protagonisti.html#.Ui43lsYvX8Y</ref>. Nell'ottobre 1943 su decisione del sottosegretario alla Presidenza della [[Repubblica Sociale Italiana]] [[Francesco Barraccu]], assunse il comando del neocostituito [[Battaglione Volontari di Sardegna - Giovanni Maria Angioy]], un reparto formato esclusivamente da [[sardi]]. L'interesse suscitato da un reparto a carattere etnico Nella Repubblica Sociale portò un giornalista della rivista [[Signal (periodico)|Signal]] a fare una lunga intervista a l colonnello Fronteddu in cui ricordandone i precedenti bellici della [[Prima guerra mondiale]] lo presentò ai lettori:
{{quote|Il mio ospite aveva un solo braccio; l'altro, il destro, lo aveva perduto da giovane tenente nel 1915 in una battaglia dell'Isonzo. Appena guarito da questa ferita, raggiunse nuovamente il fronte quale comandante di una compagnia e combatté in prima linea, ove nel 1916 venne fatto prigioniero dagli Austriaci della "K.K. Edelweis - Division". I nemici gli lasciarono la pistola e dopo alcuni mesi lo scambiarono|Il giornalista della rivista [[Signal (periodico)|Signal]] raccontando di Fronteddu<ref>http://www.vicosanlucifero.it/excal/excal18/ex18spe1.html</ref>}}
 
Il 17 ottobre 1921 numerosi militanti dei partiti di sinistra organizzarono una manifestazione nel paese di [[Albuzzano]] nel corso della quale circondarono alcune case di fascisti minacciando provocatoriamente di dargli fuoco. Un fascista riuscì ad eludere la sorveglianza e raggiunto un [[telefono]] avvertì la sezione di Villanterio che inviò subito una squadra di dieci uomini tra cui Bellani. I fascisti e gli [[arditi del popolo]] vennero a contatto ma di comune accordo decisero di chiudere la questione desistendo entrambi da propositi bellicosi<ref name="ReferenceA">{{cita|Lombardi e Galazzetti|p. 290}}</ref>. Nella serata entrambe le fazioni presero parte ad una festa di paese in un locale da ballo, ma sul tardi alcuni socialisti aggredirono nuovamente i fascisti di [[Villanterio]] cercando di strappare loro i distintivi. Vistisi circondati i fascisti impugnarono le armi facendosi strada tra la folla guadagnando l'uscita. Usciti dal paese si diressero verso Sant'Angelo dove furono fatti oggetti di scariche di fucileria pertanto ritornarono in paese e tentarono la strada per [[Vigalfo]] ma giunti all'incrocio per [[Filighera]] un colpo di fucile colpì Bellani ad una gamba facendolo stramazzare a terra<ref name="ReferenceA">{{cita|Lombardi e Galazzetti|p. 290}}</ref><ref name="laprovinciapavese.gelocal.it">http://laprovinciapavese.gelocal.it/pavia/cronaca/2014/11/28/news/da-bersagliere-a-camicia-nera-tracce-ritrovate-1.10399007?ref=search</ref>.
Nel gennaio 1944 Fronteddu cedette il comando al capitano [[Achille Manso]] e assunse un nuovo incarico, a [[Padova]] presso il Comando provinciale e dove, il 14 agosto [[1944]], fu ucciso insieme all'autista da un gruppo di [[Gruppi di Azione Patriottica|gappisti]] del [[Partito d'Azione]]<ref>http://www.centrostudisea.it/documenti/ammentu_n1_2011/abstracts/18_di_biase_cappellani_salo.pdf</ref><ref>http://www.italia-liberazione.it/ultimelettere/ultimelettererisultati.php?gruppo=111&lingua=it&lingua=es</ref>. L'attentato in realtà aveva per obiettivo il generale Piatti<ref>{{cita|Carlo Cocut|p. 48:..il 14 agosto, a seguito di un attentato dei GAP mirato ad uccidere il Gen. Piatti, rimane ucciso con l'autista}}</ref>. Per rappresaglia vengono impiccati e fucilati una decina di partigiani, fra cui il medico [[Oristano|oristanese]] Flavio Busonera, componente del [[Comitato di Liberazione Nazionale|CLN]] di [[Padova]]<ref>[http://www.vicosanlucifero.it/excal/ex18spec.html Battaglione Volontari di Sardegna]</ref>.
 
Il caposquadra [[Arturo Bianchi]], insieme ad Antonio Grignani, uscì allo scoperto trascinando Bellani al riparo ai margini della strada<ref name="ReferenceB">{{cita|Lombardi e Galazzetti|p. 291}}</ref>. Quando gli assalitori si dileguarono il ferito fu portato al [[Policlinico San Matteo]] di [[Pavia]] ma spirò il giorno seguente avendo riportato la recisione dell'[[arteria femorale]]<ref name="ReferenceB"/>.
== Onorificenze ==
Risultano cinque decorazioni<ref>http://manifestirsi.cab.unipd.it/mostra_allegato?AN=dafne:1080633302</ref>
 
Pochi giorni dopo, il 21 ottobre Bianchi costituì una nuova squadra d'azione intitolata al caduto che prese il nome di ''"Disperatissima Angelo Bellani"'' fondendo le squadre di [[Copiano]] e degli altri paesi dei dintorni<ref name="ReferenceC">{{cita|Bernini in Storia del fascismo pavese|prefazione}}</ref>.
== Bibliografia ==
 
* Carlo Cocut: "Forze armate della R:S:I: sul confine orientale" - 2009.
[[File:Monumento ad Angelo Bellani Albuzzano.jpg|thumb|left|Monumento ad Angelo Bellani ad Albuzzano]]
 
Per il funerale di Angelo Bellani il deputato [[fascista]] [[Luigi Lanfranconi]] fece stampare un manifesto in cui invitò tutta la popolazione di Villanterio ad esporre bandiere tricolori listate a lutto. Poi nel corso del funerale ricusò il [[patto di pacificazione]] con i socialisti <ref name="ricerca.gelocal.it">http://ricerca.gelocal.it/laprovinciapavese/archivio/laprovinciapavese/2008/12/20/PT2PO_PQC04.html</ref>. Il 7 novembre 1921 i fascisti scatenarono la rappresaglia dando a fuoco le case di noti comunisti e di [[arditi del popolo]]<ref name="ricerca.gelocal.it"/>.
 
==Ricordo==
[[File:Scuole Angelo Bellani Albuzzano.jpg|thumb|right|La Scuola Angelo Bellani, la sezione elementare in Albuzzano]]
Sul luogo del ferimento di Bellani ad [[Albuzzano]] fu in seguito eretto un cippo funebre, mentre per volontà dell'amico Bianchi gli furono intitolate scuole locali. La scuola, in particolare, si occupava di fornire istruzione gratuita agli orfani dei caduti per la causa fascista<ref name="ReferenceC"/>.
 
<ref>{{cita|Bianchi|p. 155}}</ref>
 
==Onorificienze==
{{Onorificenze
|immagine=Valor militare silver medal BAR.svg
|nome_onorificenza=Medaglia d'argento al valor militare
|collegamento_onorificenza=Medaglia d'argento al valor militare
|motivazione= Pel contegno esemplarmente valoroso e animoso tenuto durante tutta l'azione della compagnia e per essersi maggiormente esposto a grave pericolo, al fine di sottrarre al nemico la salma di un ufficiale caduto
|luogo= Sidi Bilal, 20 settembre 1912<ref name="laprovinciapavese.gelocal.it">http://laprovinciapavese.gelocal.it/pavia/cronaca/2014/11/28/news/da-bersagliere-a-camicia-nera-tracce-ritrovate-1.10399007?ref=search</ref><ref>http://decoratialvalormilitare.istitutonastroazzurro.org/view_doc.php?img=e-1913%20vol_2/DSC_0012.JPG</ref>}}
 
==Bibliografia==
* Arturo Bianchi, A noi-Storia del fascismo pavese, Gianni Iuculano Editore, Pavia, 2004 (prefazione di Fabrizio Bernini)
* Filippo Lombardi e Alberto Galazzetti, Storia della 7 Legione "Cairoli" della M.V.S.N. di Pavia, MArvia Edizioni, Voghera (PV), 2008
 
== Note ==
<references />
 
==LucianoAchille UsaiManso==
{{Infobox militare
|Nome = Luciano UsaiAchille Manso
|Immagine = Padre Luciano Usai in Libia.jpg
|Didascalia =
|Soprannome =
|Data_di_nascita = 18 dicembre 1912
|Nato_a = [[San Gavino MonrealeCagliari]]
|Data_di_morte = 11 settembre 1981
|Morto_a = [[Jundiaí do Sul]]
|Cause_della_morte =
|Luogo_di_sepoltura =
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|Forza_armata = [[Regio esercito]]<br> [[Esercito Nazionale Repubblicano]]
|Arma =
|Corpo =
|Corpo =[[Ordinariato militare|corpo dei cappellani militari]]
|Specialità = [[cappellano militare]]
|Unità =
|Reparto=
|Reparto= 31º [[Battaglione]] ''Guastatori d'Africa'' del Genio - [[Battaglione Volontari di Sardegna - Giovanni Maria Angioy]]
|Anni_di_servizio =
|Grado = tenente cappellano[[capitano]]
|Ferite =
|Comandanti =
|Guerre = [[Seconda guerra Mondiale]]
|Campagne =[[Campagna deldi NordGrecia]]-[[Fronte Africajugoslavo (1941-1945)]]-[[Operazione Barbarossa]]-[[Campagna d'Italia (1943-1945)]]
|Battaglie =[[Assedio di Tobruch]]
|Comandante_di =[[Battaglione Volontari di Sardegna - Giovanni Maria Angioy]] e XVI° Battaglione difesa costiera "Julia"
|Comandante_di =
|Decorazioni =
|Decorazioni = 1 [[Medaglia d'argento al valor militare]] e 2 [[Medaglia di bronzo al valor militare|medaglie di bronzo al valor militare]]
|Studi_militari =
|Pubblicazioni =
Riga 127 ⟶ 189:
}}
{{Bio
|Nome = LucianoAchille
|Cognome = UsaiManso
|Sesso = M
|LuogoNascita = San Gavino MonrealeCagliari
|GiornoMeseNascita = 18 dicembre
|AnnoNascita = 1912
|LuogoMorte = Jundiaí do Sul
|GiornoMeseMorte = 11 settembre
|AnnoMorte = 1981?
|Attività = cappellano militare
|Epoca = 1900
|Attività2 =
|AttivitàAltre = &nbsp;e a partire dal 1943 fu il ispiratore del [[Battaglione Volontari di Sardegna - Giovanni Maria Angioy]] della [[Repubblica Sociale Italiana]]
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità =
|Immagine=
}}
 
A partire dal 1944 fu il comandante prima del [[Battaglione Volontari di Sardegna - Giovanni Maria Angioy]] della [[Repubblica Sociale Italiana]] e poi del XVI° Battaglione difesa costiera "Julia" di stanza a [[Fiume (Croazia)|Fiume]]
 
==Biografia==
Prese parte alla [[campagna di Grecia]], all'[[invasione della Jugoslavia]] e alla [[Operazione Barbarossa|campagna di Russia]]<ref name="vicosanlucifero.it">http://www.vicosanlucifero.it/excal/excal24/ex24spe8.html</ref> All'atto dell'[[armistizio dell'8 settembre 1943]] si trovava di stanza presso la caserma "Emidio Clementi" di [[Ascoli Piceno]]. Qui Manso ricevette dal colonnello [[Emidio Santaché]] l'ordine di predisporre le difese in vista di un possibile attacco tedesco. L'attacco avvenne il 12 settembre e i paracadutisti tedeschi e dopo duri combattimenti durante il quale lo stesso Santaché fu ferito gli attaccanti furono respinti<ref>Pier Luigi Villari, Il tragico settembre, IBN Editore, Roma, 2007, pag 79</ref>. Gli scontri di Ascoli Piceno furono tra i pochi che avvennero nell'Italia centrale<ref>Elena Aga Rossi, Una nazione allo sbando, Il mulino, Bologna 2003, pag 142</ref>.
Dopo essersi diplomato al liceo frequenta si trasferì a [[Parma]] presso l'[[Pia società di San Francesco Saverio per le missioni estere|Istituto delle missioni estere dei padri Saveriani]] e nel maggio 1939 ottenne i voti pertanto partì come cappellano per la [[Libia italiana]] al seguito dei lavoratori<ref>http://www.centrostudisea.it/documenti/ammentu_n1_2011/abstracts/18_di_biase_cappellani_salo.pdf</ref>.
In seguito ad incontri con i tedeschi successivi il 22 settembre di fatto il presidio si sciolse e i militari furono posti in congedo illimitato<ref name="vicosanlucifero.it"/>.
Il 25 ottobre Manso trovatosi a Roma aderì alla [[Repubblica Sociale Italiana]] e il 10 novembre fu assegnato al [[Battaglione Volontari di Sardegna - Giovanni Maria Angioy]], che si era nel frattempo acquartierato alla caserma Lugara, di cui divenne comandante interinale affianco al colonnello [[Bartolomeo Fronteddu]] fino al gennaio 1944 il colonnello Fronteddu, primo comandante del Battaglione, assunse un nuovo incarico, a Padova presso il Comando provinciale. Manso divenne il nuovo comandante del battaglione.
 
Alla fine del mese si verifica nel reparto la diserzione di 28 soldati<ref>{{cita|Carlo Cocut|p. 47}}</ref>
=== La campagna di Libia ===
[[File:Padre Usay a Tobruk.jpg|thumb|left|Padre Usay a Tobruch il 21 giugno 1942]]
 
Nel 1940, all'inizio della guerra divenne cappellano del 31º [[Battaglione]] ''Guastatori d'Africa'' del Genio, reparto comandato da [[Paolo Caccia Dominioni]] e impiegato nella [[campagna del Nord Africa]]. Padre Usai non si limitò a svolgere le mansioni di cappellano militare ma prese più volte parte agli scontri guadagnandosi diverse decorazioni al [[Valor militare]] sia italiane che tedesche<ref>{{cita|Daniele Lembo|p. 148}}</ref>
Il 21 giugno 1942 dopo la presa di [[Tobruch]] che era [[Assedio di Tobruch|occupata dalle truppe britanniche]] padre Usai fu il primo religioso italiano a celebrarvi la messa<ref>http://www.guastatori.it/i-guastatori-nel-2%C2%B0-conflitto-mondiale/xxxi-btg-gua/</ref>.
 
=== Il battaglione Volontari di Sardegna - Giovanni Maria Angioy===
Dopo l'[[armistizio dell'8 settembre 1943]] padre Usai, che rientrava da una licenza da [[Asiago]], tentò di rientrare nella sua natia [[Sardegna]] raggiungendo [[Civitavecchia]]. Il rientro si rivelò impossibile sia per lui che per molti altri sardi che nel frattempo erano autonomamente affluiti anch'essi nel porto laziale. Padre usai vedendo altri sardi in difficoltà e impossibilitati al rientro incominciò a richiedere aiuto sia presso il Vaticano sia presso il comando tedesco che gli concede un lasciapassare più alcuni autocarri e viveri con l'impegno di costituire presso [[Capranica]] un centro raccolta per [[sardi]]<ref>{{cita|Daniele Lembo|p. 148}}</ref><ref>http://www.vicosanlucifero.it/excal/excal18/ex18spe1.html</ref>. La notizia, diffusa anche via radio, fece affluire diversi volontari sardi, oltre a quelli che reclutò direttamente padre Usai sottraendoli alle carceri i cui erano stati reclusi per essersi opposti all'occupazione tedesca<ref>{{cita|Carlo Cocut|p. 47}}</ref>.
 
Con la costituzione della [[Repubblica Sociale Italiana]] il sardo [[Francesco Maria Barracu]] di [[Santu Lussurgiu]] fu nominato sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri. Padre Usai che aveva stretto con lui rapporti di profonda amicizia<ref>{{cita|Daniele Lembo|p. 148}}</ref>, fin da quando Barracu era stato [[federale]] del [[PNF]] di [[Bengasi]], ottenne da lui un incontro in cui gli sottopose la questione dei sardi presenti a Capranica. Barracu decise pertanto di formare un'unità organica composta interamente da sardi volontari nella [[Repubblica Sociale Italiana|RSI]]<ref>{{cita|Carlo Cocut|p. 47}}</ref> in buona parte reduci dalla disciolta [[Brigata meccanizzata "Sassari"]], così nel settembre del [[1943]] venne quindi aperto l'arruolamento.
Ai sardi già presenti a [[Capranica]] furono sottoposte alcune soluzioni al loro status di sbandati: andare a lavorare in [[Germania nazista|Germania]] o nelle fabbriche del nord, o comunque abbandonare Capranica dove sarebbero rimasti solo coloro che si sarebbero arruolati nelle forze armate della [[Repubblica Sociale Italiana]]<ref>{{cita|Daniele Lembo|p. 148-149}}</ref>.
 
Barraccu inviò il tenente colonnello della [[Guardia Nazionale Repubblicana|GNR]] [[Bartolomeo Fronteddu]] per organizzare e addestrare il reparto che costituì l'organico del "''Battaglione Volontari di Sardegna''" che fu intitolato a [[Giovanni Maria Angioy]], rivoluzionario e politico sardo considerato un patriota dall'[[autonomismo]] ed [[indipendentismo sardo|indipendentismo isolano]]. Padre Usai ne divenne il cappellano militare.
 
Il reparto, a novembre del [[1943]], si trasferì nella caserma "Lungara" di [[Roma]], dove rimarrà sino al 12 dicembre<ref>{{cita|Carlo Cocut|p. 47}}</ref>.
Durante il soggiorno romano, un gruppo [[sardi]] del reparto disertò e trovò rifugio nella stessa Capranica. Padre Usai, anche accompagnato dal colonnello Fronteddu, si recò più volte a Capranica tentando inutilmente di convincerli a fare rientro al reparto<ref>http://www.anpipianoro.it/memoria-nazionale/capranica-17-novembre-1943.html: " ...Padre Usai, il quale nei giorni precedenti il rastrellamento era stato visto più volte a Capranica, anche in compagnia del colonnello Fronteddu (i testimoni oculari riferiscono genericamente di un “comandante dei sardi”), con l’intento di convincere i disertori a tornare nei ranghi del battaglione. "</ref>.
Nel frattempo il partigiano Salvatore Alessi preso prigioniero dai tedeschi rivelò a questi ultimi della presenza dei disertori sardi a Capranica offrendosi anche di accompagnarli<ref>http://www.anpipianoro.it/memoria-nazionale/capranica-17-novembre-1943.html: Relazione della tenenza dei carabinieri ''"I suddetti giovanotti, capirono in quale tranello erano caduti e mentre due di essi nonostante le torture subite rimasero sempre muti, il terzo e precisamente 1'Alessi Salvatore, nella speranza di potersi salvare, disse che a Capranica vi erano dei militari sardi sbandati che possedevano armi e che aspettavano il momento opportuno per marciare contro i tedeschi e che lui stesso li avrebbe accompagnati a Capranica''".</ref>. Il 17 novembre due autocarri delle SS giunsero a Capranica e bloccate le arterie principali rastrellarono diciotto disertori. Solo Francesco Zuddas, scampò fortunosamente alla morte e, ignaro della delazione dell'Alessi<ref>http://www.anpipianoro.it/memoria-nazionale/capranica-17-novembre-1943.html: Relazione della tenenza dei carabinieri ''"Ma sia dell'uno che dell'altro addebito, non esistono elementi fondati a loro carico e da tutti è ritenuto frutto di fantasia della esponente e degli altri familiari dei fucilati nella speranza di addossare a qualcuno la responsabilità dei tristi fatti. Mentre è parere concorde della quasi totalità della popolazione che l'accaduto è stato causato dalle indiscrezioni e dalla leggerezza dell'Andreotti Virgilio nel rivelare il possesso delle armi e dell'Alessi Salvatore, nel riferire la presenza in Capranica di militari sardi sbandati; e per le ragioni su esposte, come pure per lo svolgimento dei fatti, si ritiene che nessuna responsabilità esiste a carico dei suddetti XXX e YYY; e mentre il primo seguì i tedeschi al nord ed ignorasi la fine toccatagli, il secondo risiede in quel comune elemento innocuo e lontano da ogni politica''".</ref>, accusò della strage Padre Usai quando questo, dopo la prigionia fu processato in [[Sardegna]].
 
Il battaglione a carattere etnico suscitò l'interesse della rivista rivista [[Signal (periodico)|Signal]] che inviò un giornalista a fare una lunga intervista al colonnello Fronteddu il quale presentò la figura di padre Usai: "''Avrete occasione di conoscere degli uomini veramente interessanti, come ad esempio un cappellano militare che é fregiato del distintivo germanico dei carristi d'assalto oltre che della croce di ferro di seconda classe''"<ref>http://www.vicosanlucifero.it/excal/excal18/ex18spe1.html</ref>.
Dopo lo scioglimento del battaglione padre Usai divenne cappellano presso la Presidenza del Consiglio della RSI. Incarico che sfruttò nel tentativo di mitigare le asprezze della [[guerra civile]]. Venuto a conoscenza che il suo vecchio comandante di reparto in Libia, Paolo Caccia Dominioni, passato nel fronte antifascista si sarebbe trovato in un certo albergo milanese avvertì per tempo il personale permettendogli di sfuggire ad una irruzione di [[Guardia Nazionale Repubblicana|polizia]]<ref>{{cita|Daniele Lembo|p. 149}}</ref>.
 
===La missione in Sardegna===
Venuta a crearsi la necessità per il governo della RSI di inviare degli agenti in Sardegna ove svolgere azione informativa e di sabotaggio si ricercarono persone che parlassero il [[Lingua sarda|dialetto sardo]]<ref>{{cita|Daniele Lembo|p. 149}}</ref> La scelta ovviamente cadde sui sardi che avevano aderito alla Repubblica sociale Italiana così padre Usai si dedicò alla scelta degli uomini traendoli dal disciolto battaglione Volontari di Sardegna<ref>{{cita|Daniele Lembo|p. 149}}</ref>.
Dato che il gruppo di agenti, cui si aggiunse anche lo stesso Usai sarebbe stato paracadutato in Sardegna tutti i partecipanti furono sottoposti a duro addestramento da parte dei tedeschi per conseguire anche l'abilitazione al lancio.
 
I primi lanci sulla Sardegna avvennero nel marzo 1944, proseguendo poi scaglionati. Padre Usai si sarebbe dovuto lanciare a metà maggio nei dintorni di [[Cabras]] ma, decollato da [[Bergamo]], un incendio ad uno dei motori dell'aereo fece rimandare l'operazione e il padre saveriano dovette paracadutarsi lungo la costa francese per poi rientrare in Italia<ref>{{cita|Daniele Lembo|p. 149-150}}</ref>. L'operazione fu ripetuta il 23 giugno e padre Usai si paracadutò nelle campagne di [[Cabras]]. Da qui prese la direzione di [[Santulussurgiu]] dove risiedeva la madre di Barraccu alla quale consegnò una somma di denaro datagli dal figlio infatti la donna dopo l'armistizio viveva in condizioni di indigenza<ref>{{cita|Daniele Lembo|p. 150}}</ref>. Poi da qui si spostò a [[San Gavino Monreale]] dove risiedeva invece la sua famiglia. Si spostò quindi ad [[Alghero]] dove in un ristorante fu però intercettato ed arrestato dal [[Servizio informazioni militare]] dei [[carabinieri]].
Usai, insieme agli altri agenti che nel frattempo erano stati tutti arrestati furono rinchiusi in un campo di concentramento vicino ad Oristano e processati nel marzo 1945 per [[collaborazionismo]] oltre che per [[spionaggio]], accusa che poteva comportare la [[condanna a morte]].
Padre Usai nel corso della della sua difesa sostenne che tutti gli agenti paracadutati in Sardegna in realtà non avessero intenzione di compiere azioni di spionaggio ma semplicemente di ritornare presso le proprie famiglie dalle quali erano rimasti separati dagli eventi della guerra<ref>{{cita|Daniele Lembo|p. 150}}</ref>.
 
===Il dopoguerra===
Morì nel 1981 nello sperduto villaggio di [[Jundiaí do Sul]] mentre celebrava messa<ref>http://www.centrostudisea.it/documenti/ammentu_n1_2011/abstracts/18_di_biase_cappellani_salo.pdf</ref>.
 
== Onorificenze ==
{{Onorificenze
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{{Onorificenze
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{{Onorificenze
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}}
 
== Bibliografia ==
* Carlo Cocut: "Forze armate della R:S:I: sul confine orientale" - 2009.
* Daniele Lembo: "I servizi segreti nella Repubblica Sociale Italiana" - 2009
 
== Note ==
<references />
 
==AchilleFulvio MansoTomassucci==
{{militare
{{Bio
|Nome = AchilleFulvio Tomassucci
|Cognome = Manso
|Sesso = M
|LuogoNascita = Cagliari
|GiornoMeseNascita = 18 dicembre
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|Attività = cappellano militare
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|AttivitàAltre = &nbsp;e a partire dal 1943 fu il ispiratore del [[Battaglione Volontari di Sardegna - Giovanni Maria Angioy]] della [[Repubblica Sociale Italiana]]
|Nazionalità = italiano
|Immagine=
}}
{{Infobox militare
|Nome = Achille Manso
|Immagine =
|Didascalia =
|Soprannome =
|Data_di_nascita = 18 dicembre 1912
|Nato_a = [[Cagliari]]
|Data_di_morte = 11 settembre 1981
|Morto_a = [[Jundiaí do Sul]]
|Cause_della_morte =
|Luogo_di_sepoltura =
|Etnia =
|Religione =
|Nazione_servita = {{ITA 1861-1946}}<br />{{RSI}}
|Forza_armata = [[Regio esercito]]<br> [[Esercito Nazionale Repubblicano]]
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|Corpo =[[Ordinariato militare|corpo dei cappellani militari]]
|Specialità = [[cappellano militare]]
|Unità =
|Reparto=
|Reparto= 31º [[Battaglione]] ''Guastatori d'Africa'' del Genio - [[Battaglione Volontari di Sardegna - Giovanni Maria Angioy]]
|Anni_di_servizio =
|Grado = [[capitano]]
|Ferite =
|Comandanti =
|Guerre = [[Seconda guerra Mondiale]]
|Campagne =[[Campagna deldi Nord AfricaGrecia]]-[[CampagnaFronte d'Italiajugoslavo (19431941-1945)]]
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|Decorazioni = [[Medaglia d'oro al valor militare]]
|Studi_militari =
|Pubblicazioni =
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|Ref =
}}
{{Bio
|Nome = Fulvio
|Cognome = Tomassucci
|Sesso = M
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|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte =?
|Attività = militare
|Epoca = 1900
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|Immagine=
}}
 
Federale di Vercelli<ref>http://www.storia900bivc.it/pagine/editoria/rastelloopezzo081.html</ref> e biografia<ref>http://www.combattentiliberazione.it/movm-grande-guerra-1915-1918/tomassucci-fulvio</ref>.
 
==Federico Guglielmo Florio==
http://ricerca.gelocal.it/iltirreno/archivio/iltirreno/2007/01/11/ZR4PO_ZR402.html
 
https://books.google.mg/books?id=uiLHBQAAQBAJ&pg=PT10&lpg=PT10&dq=federico+guglielmo+florio&source=bl&ots=TU4ZvG67EB&sig=8PxYvc4gSn6SdpwYbwPu-ub7x1Q&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj22IvM4bnLAhWGew4KHWQNBtE4ChDoAQgZMAA#v=onepage&q=federico%20guglielmo%20florio&f=false nota 11
 
== Note ==
<{{references />|2}}
 
==[[Salvatore Giacomazzi]]==
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|Attività = giornalista
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità =
|PostNazionalità =. Fu direttore dei giornali La "Vanga", "Il Baluardo", "Cronache Nostre" e "Il Nostro Impero"
|Immagine =Salvatore Giacomazzi.jpg
}}
Fu direttore dei giornali La "Vanga", "Il Baluardo", "Cronache Nostre" e "Il Nostro Impero".
 
Partecipò all'[[Impresa di Fiume]]<ref name="trapaninostra.it">http://www.trapaninostra.it/libri/megale/1861-1946/Libro_Megale-07-pag-051-060.pdf</ref> e al suo ritorno a [[Trapani]] prese parte alla fondazione del Fascio trapanese e alla [[marcia su Roma]]<ref>http://www. name="trapaninostra.it"/libri/megale/1861-1946/Libro_Megale-07-pag-051-060.pdf</ref>. In seguito fu direttore dei giornali fascisti La "Vanga", "Il Baluardo", "Cronache Nostre" e "Il Nostro Impero".<ref>http://www.trapaninostra.it/Foto_Trapanesi/Didascalie/Giacomazzi_Salvatore.htm</ref>.
 
 
== Note ==
<{{references />|2}}
 
<center><gallery>
File:Linguistic_map_of_Italy.png|Dialetti parlati in Italia
File:Dialetti parlati in Italia.png|Versione in italiano
</gallery></center>
 
==Cesare Augusto Carnazzi==
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|Attività2 = prefetto
|Nazionalità = italiano
}}
|PostNazionalità =. Fu prefetto della [[Provincia di Aosta]] tra il 1943 e il 1945 e in seguito di quella di [[Provincia di Asti|Asti]]}}
Fu prefetto della [[Provincia di Aosta]] tra il 1943 e il 1945 e in seguito di quella di [[Provincia di Asti|Asti]]
 
Pur di origini bergamasche, fu segretario federale di [[Aosta]] del [[Partito Nazionale Fascista]] dal maggio [[1941]] al luglio [[1943]]<ref>http://books.google.it/books?id=NTUfY4N86voC&pg=PA66&lpg=PA66&dq=cesare+augusto+carnazzi&source=bl&ots=PuN3p13QP0&sig=tCC3jrcQIUGsK4Y82I6pM9h5jts&hl=it&sa=X&ei=9NttUaiDM7Pc4QTMuoCIBA&ved=0CEoQ6AEwBA#v=onepage&q=cesare%20augusto%20carnazzi&f=false</ref>, alla costituzione della [[Repubblica Sociale Italiana]] fu richiamato nell'ottobre 1943<ref name="books.google.it">http://books.google.it/books?id=NTUfY4N86voC&pg=PA66&lpg=PA66&dq=cesare+augusto+carnazzi&source=bl&ots=PuN3p16SRW&sig=wkgx0DuMaSUjYXdzRDTmKgPOOxQ&hl=it&sa=X&ei=guhtUdqZCsOiO96ygJAE&ved=0CF8Q6AEwBQ#v=onepage&q=cesare%20augusto%20carnazzi&f=false</ref> a ricoprire il ruolo di prefetto della [[Provincia di Aosta]].
Dopo la costituzione dei primi nuclei partigiani sulle montagne Carnazzi decise di eliminarli secondo [[Luciana Nissim]], infiltrandoli con ex Ufficiali del Regio Esercito che avevano aderito alla RSI al fine di raccogliere informazioni.
In seguito procedendo al rastrellamento. Fu nel corso di uno di questi rastrellamenti avvenuto nella notte tra il [[12 dicembre|12]] e il [[13 dicembre]] [[1943]] che cadde prigioniero anche il partigiano [[Primo Levi]]. Lo stesso Levi, probabilmente in accordo con i suoi compagni scelse di qualificarsi come ebreo invece che come partigiano combattente<ref name="corriere.it">http://www.corriere.it/cultura/13_aprile_16/I-compagni-dimenticati-del-partigiano-Primo-Levi_f7dd888c-a676-11e2-bce2-5ecd696f115c.shtml</ref>.
Infatti in una relazione del [[7 marzo]] [[1944]] il prefetto Carnazzi scrisse che "''Nell'albergo Ristoro (...) alloggiavano tre individui di razza ebraica ivi rifugiatesi (sic) (per sfuggire) alle recenti disposizioni razziali: dottor Levi Primo, Dottor Nissim Luciana e Dottor Maestro Vanda: non essendo risultato altro a loro carico sono stati inviati al [[Campo di Fossoli|campo di concentramento di Carpi]]''<ref>http:// name="books.google.it"/books?id=NTUfY4N86voC&pg=PA66&lpg=PA66&dq=cesare+augusto+carnazzi&source=bl&ots=PuN3p16SRW&sig=wkgx0DuMaSUjYXdzRDTmKgPOOxQ&hl=it&sa=X&ei=guhtUdqZCsOiO96ygJAE&ved=0CF8Q6AEwBQ#v=onepage&q=cesare%20augusto%20carnazzi&f=false</ref>"
 
Il [[3 gennaio]] [[1945]] Carnazzi fu trasferito alla guida della [[Provincia di Asti]], incarico che mantenne fino al [[24 aprile]]<ref>http://www.prefettura.it/asti/contenuti/11350.htm</ref>.
Nel dopoguerra Carnazzi fu sottoposto a giudizio della Corte d'Assise Speciale ma la sua difesa fu assunta da numerose personalità antifasciste come il capo partigiano [[Guido Usseglio]] che era primario all'ospedale Le Molinette che chiese la sua intercessione per far liberare il fratello e che lo descrisse come "''una figura aperta, leale, buona''"<ref>http://www. name="corriere.it"/cultura/13_aprile_16/I-compagni-dimenticati-del-partigiano-Primo-Levi_f7dd888c-a676-11e2-bce2-5ecd696f115c.shtml</ref>. Anche nella sua ricerca di materiale d'archivio per il libro "Partisa" lo storico [[Sergio Luzzatto]] rinvenne dei documenti del [[7 luglio]] [[1945]] in cui la famiglia ebraica dei Gerber nel corso del processo testimoniò l'intervento di Carnazzi per sottrarre un loro congiunto alla pena di morte "''senza alcun interesse ma solo per grande bontà''"<ref>http://www. name="corriere.it"/cultura/13_aprile_16/I-compagni-dimenticati-del-partigiano-Primo-Levi_f7dd888c-a676-11e2-bce2-5ecd696f115c.shtml</ref>.
 
==Italo Note Vianini==
 
<references />
==Bibliografia==
 
* [[Stefano Fabei]], "Tagliamento, la legione delle Camicie nere in Russia (1941-1943)", Edibus, Vicenza, 2014
* [[Pierluigi Romeo di Colloredo]], "Emme Rossa, le camicie nere sul fronte russo 1941-1943", Ass culturale Italia, Genova, 2008
* Leonardo Malatesta, "Storia della legione Tagliamento, Dalla fondazione alla guerra di Russia", vol 1°, Pietro Macchione Editore, Varese, 201.
* Leonardo Malatesta, "Storia della legione Tagliamento, Dalla guerra di Russia all'Armistizio", vol 2°, Pietro Macchione Editore, Varese, 201.
 
==Alessandro Lusana==
 
==CollegamentiMario esterniRosmino==
http://www.corriere.it/cultura/13_aprile_16/I-compagni-dimenticati-del-partigiano-Primo-Levi_f7dd888c-a676-11e2-bce2-5ecd696f115c.shtml