Homo cepranensis: differenze tra le versioni

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|nome=Uomo di Ceprano
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<!-- CLASSIFICAZIONE -->
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'''Homo cepranensis''' era il nome proposto da alcuni [[Paleontologia|paleontologi]] per identificare l{{'}}''[[uomo di Ceprano]]'' o ''Argil''<ref>Perché rinvenuto in uno strato di argilla. Cfr. Giorgio Manzi, ''L'evoluzione umana'', Bologna, 2007, pag. 96.</ref>, i cui resti fossili (un [[cranio]]) sono stati rinvenuti a [[Ceprano]], in [[provincia di Frosinone]].
'''Homo cepranensis''' è il nome proposto da alcuni paleontologi per identificare l<nowiki>'</nowiki>''uomo di Ceprano'' o ''Argil''<ref>Perché rinvenuto in uno strato di argilla. Cfr. Giorgio Manzi, ''L'evoluzione umana'', Bologna, 2007, pag. 96.</ref>, i cui resti fossili (un [[cranio]]) sono stati rinvenuti a [[Ceprano]], in [[provincia di Frosinone]]. Il cranio risulta abbastanza ben conservato, sebbene incompleto. Lo studio comparativo su base [[cladistica]] con altri reperti suggerisce l'autonomia a livello specifico di questo campione<ref>Mallegni F., Carnieri E., Bisconti M., Tartarelli G., Ricci S., Biddittu I. & A. Segre, 2003: Homo cepranensis ''sp. nov. and the evolution of African-European Middle Pleistocene hominids.'' Comptes Rendus Paleov. 2 (2): 153-159. Abstract consultabile all'indirizzo: http://www.em-consulte.com/article/14930</ref>, inizialmente ricondotto a forme tarde dell<nowiki>'</nowiki>''[[Homo erectus]]''<ref>Ascenzi A. & A. G. Segre, 1997: ''Resti di cranio umano del Pleistocene medio-inferiore a Ceprano''. Rendiconti Accademia Nazionale dei Lincei, Classe Sc. Mat Nat., ser. 9, 8 (1): 39-67. Abstract consultabile all'indirizzo: http://www.springerlink.com/content/9350618346423382</ref>. Non esistono datazioni assolute per questo cranio: le datazioni relative, basate quadro geo-stratigrafico e paleontologico regionale, lo collocano tra 0,9 e 0,8 Ma<ref>Ascenzi A. & A. G. Segre, 1997: ''op. cit.''</ref><ref>Ascenzi A., Mallegni F., Manzi G., Segre A. G. & E. Segre Naldini, 2000: ''A re-appraisal of Ceprano calvaria affinities with ''Homo erectus'', after the new reconstruction''. Journal of Human Evolution 39 (4): 443-450. Abstract consultabile all'indirizzo: http://www.mendeley.com/research/a-reappraisal-of-ceprano-calvaria-affinities-with-homo-erectus-after-the-new-reconstruction</ref>. Recenti analisi magneto-stratigrafiche sui sedimenti lacustri e fluviali recuperati in carotaggi effettuati nel luogo di ritrovamento del reperto hanno però una fornito una datazione relativa differente; secondo questi studi infatti il livello stratigrafico contenente il reperto stesso ha un’età compresa tra 0,5 Ma e 0,35 Ma<ref>Muttoni G., Scardia G., Kent D.V., Swisher C.C. & G. Manzi, 2009: ''Pleistocene magnetochronology of early hominin sites at Ceprano and Fontana Ranuccio, Italy''. Earth and Planetary Science Letters 286: 255–268. Abstract consultabile all'indirizzo: http://www.earth-prints.org/handle/2122/5197</ref><ref>Muttoni G., 2010: ''L’uomo più vecchio d’Italia non è poi così vecchio''. Sistema Universitario 8 (31): 10. Disponibile in formato PDF: http://www.unimi.it/cataloghi/ufficio_stampa/n_31.pdf</ref>.
 
==Tassonomia==
I reperti del genere ''Homo'' del Pleistocene medio sono stati oggetto di diverse interpretazioni sistematiche e tassonomiche. In particolare è discusso lo status dell’dell{{'}}''Homo erectus'', specie a cui fino a poco tempo erano assegnati tutti i reperti africani, asiatici ed europei databili da 1,7 a 0,4 Ma. Il dibattito riguarda la questione se assegnare questi reperti, che mostrano una notevole variabilità morfologica, ad una sola specie – ''Homo erectus'' appunto – dalla grande diffusione geografica e cronologica o frazionarli in più entità<ref>Potts R., Behrensmeyer A. K., Deino A., Ditchfield P. & J. Clark, 2004: ''Small Mid-Pleistocene Hominin Associated with East African Acheulean Technology''. Science 305 (5680): 75-78. Gli autori sintetizzano così il dibattito: “The entire sample of fossils from Africa, Asia, and Europe exhibits wide morphological variation that some researchers divide into multiple lineages and others place in a single, polytypic species”. Abstract consultabile all'indirizzo: httphttps://www.sciencemag.org/content/305/5680/75.abstract</ref>. Secondo l’ipotesil'ipotesi che attualmente trova più riscontro l’l{{'}}''Homo erectus'' comprende esclusivamente gli esemplari provenienti dall’Asiadall'Asia orientale<ref>Per una sintesi del problema, che include anche una breve discussione sul calvario di Ceprano: Schwartz J. H., 2004: ''Getting to Know'' Homo erectus. Science 305 (5680): 53-54. Disponibile in formato PDF: httphttps://www.pitt.edu/~jhs/articles/getting_to_know_homo.pdf).</ref>.
 
La morfologia di ''Homo cepranensis'' è a proposito sorprendente e significativa. L’analisiL'analisi dei caratteri facciali ha dimostrato come il calvario di Ceprano non sia assimilabile né con ''Homo erectus'' né alle forme successive che si ritrovano in [[Africa]] in Europa e parzialmente anche in Asia e che vengono da alcuni riunite nella specie ''[[Homo heidelbergensis]]''<ref>
==Ritrovamento e ricostruzione del reperto==
Manzi G., Mallegni F. & A. Ascenzi, 2001: ''A Cranium for the Earliest Europeans: Phylogenetic Position of the Hominid from Ceprano, Italy''. Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America 98 (17): 10011-10016. Disponibile in format PDF: http://www.pnas.org/content/98/17/10011.full.pdf+html</ref><ref>Manzi G., 2004: ''Argil, antenato d’Europad'Europa''. Le Scienze 428: 46-53. Disponibile in formato PDF: {{cita web |url=http://serverbau.bio.uniroma1.it/web/html/musei/museoan/2004_argil.pdf |titolo=Copia archiviata |accesso=28 luglio 2011 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131106150549/http://serverbau.bio.uniroma1.it/web/html/musei/museoan/2004_argil.pdf |dataarchivio=6 novembre 2013 }}</ref>. Clarke, che riconduce il cranio di Ceprano alla variabilità di ''Homo erectus'', lo associa al controverso cranio siglato [[OH9]] rinvenuto da [[Louis Leakey]] nel 1960 a Olduvai<ref>Clarke J., 2000: ''A corrected reconstruction and interpretation of the ''Homo erectus'' calvaria from Ceprano, Italy''. Journal of Human Evolution 39 (4): 433-442.</ref>.
Il reperto venne scoperto il 13 marzo [[1994]] dall'archeologo [[Italo Biddittu]] nel corso di ricognizioni di superficie effettuate lungo il tracciato di una strada in costruzione nei pressi di Ceprano (località Campogrande) nella bassa valle del fiume [[Sacco (fiume)|Sacco]].
I mezzi meccanici che hanno consentito il ritrovamento del campione sono stati probabilmente la causa della sua frammentazione e della sua perdita di integrità, con danni principalmente a carico dell’[[osso frontale]] superiore e la perdita della faccia. Il campione è quindi limitato al solo [[neurocranio]] o, secondo la terminologia paleontologica, calvario. I frammenti erano compresi in uno strato di argilla (da cui il soprannome di "Argil" dato al campione da Biddittu) il quale, a sua volta, giaceva nettamente al di sotto di sabbie vulcaniclastiche<ref>Il resoconto della scoperta è proposto al link: http://www.argil.it/biddittu.htm. Vedi anche nota 2.</ref>.
 
Di particolare interesse il rapporto tra ''Homo cepranensis'' ed il materiale coevo (almeno secondo la datazione 'classica' del cranio di Ceprano) rinvenuto alla [[Gran Dolina]] di [[Atapuerca]]. In questa località nel luglio del 1994, quindi pochi mesi dopo la scoperta di Argil, una squadra di archeologi diretta da [[Eudald Carbonell i Roura]] dell’Universitàdell'Università di [[Tarragona]] rinvenne circa 80 frammenti fossili umani, quasi tutti riferibili a individui ancora nell’etànell'età della crescita. Per questi reperti è stato proposto il nome di ''[[Homo antecessor]]''. Secondo [[Giorgio Manzi]]<ref>Manzi G. 2004: op. cit. (p. 53).</ref> è ragionevole ritenere in via provvisoria, in attesa di un confronto diretto, i reperti spagnoli e quello italiano come appartenenti alla medesima specie<ref>In questo caso il nome corretto risulta essere quello spagnolo pubblicato nel 1997 e quindi prioritario.</ref>.
La forma attuale del reperto è il risultato di un procedimento di ricostruzione iniziato nel 1994 e concluso nel 1999. Questo lavoro è stato svolto inizialmente dall’equipe del professor Antonio Ascenzi, allora presidente dell’ Istituto Italiano di Paleontologia Umana<ref>Link istituto: http://www.isipu.org</ref>, perfezionato quindi dallo specialista sudafricano [[Ron J. Clarke]] (Università del Witwatersrand) ed infine revisionato dalla paleoantropologa Marie Antoinette de Lumley (Institute de Paleontologie Humaine di Parigi<ref>Link istituto: http://www.fondationiph.org</ref>) e da Francesco Mallegni ([[Università di Pisa]]).
 
Sulla base di studi del 2017, l'Uomo di Ceprano è classificato come [[Homo heidelbergensis]], seppure rimangono affinità con l'[[Homo neanderthalensis]]<ref name="digital">{{cita pubblicazione|autore2=Profico A|autore3=Bernardini F|anno=2017|titolo=Digital reconstruction of the Ceprano calvarium (Italy), and implications for its interpretation|rivista=Sci Rep.|volume=7|lingua=en|accesso=20 luglio 2025|doi=10.1038/s41598-017-14437-2|autore1=Di Vincenzo F|autore4=Cerroni V|autore5=Dreossi D|autore6=Schlager S|autore7=Zaio P|autore8=Benazzi S|autore9=Biddittu I|autore10=Rubini M|autore11=Tuniz C|autore12=Manzi G.}}</ref>.
==Descrizione del reperto==
Il calco endocranico ottenuto dalla ricostruzione ha permesso di valutare una capacità di 1180-1200 cm cubi<ref> Ascenzi A., Biddittu I., Cassoli P. F., Segre A. G. E. Segre Naldini, 1996: ''A calvarium of late ''Homo erectus'' from Ceprano, Italy.'' Journal of Human Evolution 31 (5): 409-423. Abstract consultabile al link: http://www.mendeley.com/research/calvarium-late-homo-erectus-ceprano-italy</ref>, capacità confrontabile con quella delle forme più recenti di ''Homo erectus'' di [[Zhoukoudian]] datate 0,5-0,2 Ma<ref>Mallegni F. (a cura di), 2004: Come eravamo. Il divenire biologico della famiglia degli ominidi. LTU Guarguaglini. Pisa (pp. 204-205).</ref>.
Il reperto mostra una serie di caratteri propri delle forme di umanità più antiche del [[Pleistocene]] medio asiatico, ovvero l<nowiki>'</nowiki>''Homo erectus''. Da questo però si distingue per i mastoidi e le creste sopramastoidee massicce, la volta cranica medio-lunga, la larghezza cranica massima verso la parte bassa del cranio stesso e coincidente con la larghezza biauricolare, il toro occipitale considerevole e sviluppato nella stessa misura in tutte le sue parti ed il solco sopratorale presente e sviluppato. Il principale carattere distintivo è però il toro orbitario che presenta un accenno di separazione dei rilievi sopraciliari da quello che sarà nell'uomo moderno il trigono sopraorbitario. Questa caratteristica è comune ad un gruppo di ominidi subsahariani che si pensa rappresentino la linea evolutiva che porterà all'''[[Homo sapiens]]''<ref>Mallegni F. (a cura di), 2004: ''op. cit.'' (pp.206).</ref>
 
==Considerazioni sullo status tassonomico del reperto==
I reperti del genere ''Homo'' del Pleistocene medio sono stati oggetto di diverse interpretazioni sistematiche e tassonomiche. In particolare è discusso lo status dell’''Homo erectus'', specie a cui fino a poco tempo erano assegnati tutti i reperti africani, asiatici ed europei databili da 1,7 a 0,4 Ma. Il dibattito riguarda la questione se assegnare questi reperti, che mostrano una notevole variabilità morfologica, ad una sola specie – ''Homo erectus'' appunto – dalla grande diffusione geografica e cronologica o frazionarli in più entità<ref>Potts R., Behrensmeyer A. K., Deino A., Ditchfield P. & J. Clark, 2004: ''Small Mid-Pleistocene Hominin Associated with East African Acheulean Technology''. Science 305 (5680): 75-78. Gli autori sintetizzano così il dibattito: “The entire sample of fossils from Africa, Asia, and Europe exhibits wide morphological variation that some researchers divide into multiple lineages and others place in a single, polytypic species”. Abstract consultabile all'indirizzo: http://www.sciencemag.org/content/305/5680/75.abstract</ref>. Secondo l’ipotesi che attualmente trova più riscontro l’''Homo erectus'' comprende esclusivamente gli esemplari provenienti dall’Asia orientale<ref>Per una sintesi del problema, che include anche una breve discussione sul calvario di Ceprano: Schwartz J. H., 2004: ''Getting to Know'' Homo erectus. Science 305 (5680): 53-54. Disponibile in formato PDF: http://www.pitt.edu/~jhs/articles/getting_to_know_homo.pdf).</ref>.
 
La morfologia di ''Homo cepranensis'' è a proposito sorprendente e significativa. L’analisi dei caratteri facciali ha dimostrato come il calvario di Ceprano non sia assimilabile né con ''Homo erectus'' né alle forme successive che si ritrovano in Africa in Europa e parzialmente anche in Asia e che vengono da alcuni riunite nella specie ''[[Homo heidelbergensis]]''<ref>
Manzi G., Mallegni F. & A. Ascenzi, 2001: ''A Cranium for the Earliest Europeans: Phylogenetic Position of the Hominid from Ceprano, Italy''. Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America 98 (17): 10011-10016. Disponibile in format PDF: http://www.pnas.org/content/98/17/10011.full.pdf+html</ref><ref>Manzi G., 2004: ''Argil, antenato d’Europa''. Le Scienze 428: 46-53. Disponibile in formato PDF: http://serverbau.bio.uniroma1.it/web/html/musei/museoan/2004_argil.pdf</ref>. Clarke, che riconduce il cranio di Ceprano alla variabilità di ''Homo erectus'', lo associa al controverso cranio siglato [[OH9]] rinvenuto da [[Louis Leakey]] nel 1960 a Olduvai<ref>Clarke J., 2000: ''A corrected reconstruction and interpretation of the ''Homo erectus'' calvaria from Ceprano, Italy''. Journal of Human Evolution 39 (4): 433-442.</ref>.
 
Di particolare interesse il rapporto tra ''Homo cepranensis'' ed il materiale coevo (almeno secondo la datazione 'classica' del cranio di Ceprano) rinvenuto alla Gran Dolina di [[Atapuerca]]. In questa località nel luglio del 1994, quindi pochi mesi dopo la scoperta di Argil, una squadra di archeologi diretta da [[Eudald Carbonell i Roura]] dell’Università di [[Tarragona]] rinvenne circa 80 frammenti fossili umani, quasi tutti riferibili a individui ancora nell’età della crescita. Per questi reperti è stato proposto il nome di ''[[Homo antecessor]]''. Secondo [[Giorgio Manzi]]<ref>Manzi G. 2004: op. cit. (p. 53).</ref> è ragionevole ritenere in via provvisoria, in attesa di un confronto diretto, i reperti spagnoli e quello italiano come appartenenti alla medesima specie<ref>In questo caso il nome corretto risulta essere quello spagnolo pubblicato nel 1997 e quindi prioritario.</ref>.
 
Se la datazione su base magneto-stratigrafica recentemente proposta fosse confermata<ref>Vedi l'introduzione e le note 5 e 6</ref> si aprirebbero evidentemente nuove prospettive sul significato dell’uomo di Ceprano all’interno della linea filogenetica del genere ''Homo''.
 
==Note==
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== Voci correlate ==
 
*[[Evoluzione umana]]
*[[PaleoantropologiaUomo di Ceprano]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
{{VoceLibro|Possibili origini dell’Uomo moderno}}
 
== Collegamenti esterni ==
*{{cita web | 1 = http://www.argil.it/ | 2 = Argil.it | accesso = 3 marzo 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20090317002024/http://www.argil.it/ | dataarchivio = 17 marzo 2009 | urlmorto = sì }}
*[http://www.argil.it/ Argil.it]
*[{{cita web | 1 = http://www.menteantica.it/muspofi3.htm | 2 = Pagina del Museo Preistorico di Pofi dedicata ad Argil] | accesso = 9 maggio 2007 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20070208050158/http://www.menteantica.it/muspofi3.htm | dataarchivio = 8 febbraio 2007 | urlmorto = sì }}
{{Portale|Frosinone|mammiferi|paleontologia}}
 
[[Categoria:Preistoria in provincia di Frosinone]]
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