Osho Rajneesh: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica |
|||
(942 versioni intermedie di oltre 100 utenti non mostrate) | |||
Riga 1:
{{citazione|L'amore è l'unica religione. Tutto il resto è solo spazzatura.|Osho, ''This Very Body the Buddha'', 1977}}
{{Bio
|Nome = Osho
|Cognome = Rajneesh
|PostCognomeVirgola = o semplicemente '''Osho'''
|Sesso = M
|LuogoNascita = Kuchwada
|LuogoNascitaLink =
|GiornoMeseNascita = 11 dicembre
|AnnoNascita = 1931
Riga 13:
|AnnoMorte = 1990
|Attività = mistico
|AttivitàAltre =
|Epoca = 1900
|Nazionalità = indiano
|PostNazionalità =
|Immagine = Bhagwan beweging gekwetst door reclame-affiche van het NRC met de tekst profeet, Bestanddeelnr 933-0734-cropped.jpg
|Didascalia = Osho Rajneesh nel settembre 1984
}}
Osho fu professore di [[filosofia]] fino al 1966, quando abbandonò la carriera accademica per girare il mondo come [[maestro spirituale]].<ref name=shunyo>Ma Prem Shunyo, ''My Diamond Days with Osho: The New Diamond Sutra'', Motilal Banarsidass 1993</ref> Le sue posizioni anticonformiste suscitarono scalpore e reazioni controverse.<ref name=fitzgerald>Frances FitzGerald, ''Rajneeshpuram'', "The New Yorker", 22 e 29 settembre 1986</ref> Affermò di aver vissuto, ventunenne, l'esperienza mistica dell'[[Bodhi|illuminazione]].<ref name=mullan>Bob Mullan, ''Life as Laughter: Following Bhagwan Shree Rajneesh'', Routledge & Kegan Paul Books 1983</ref> Iniziò a viaggiare per l'[[India]], a tenere discorsi e a condurre campi di meditazione. Negli anni settanta creò un [[ashram]] a [[Pune]], che arrivò a ricevere trentamila visitatori l'anno.<ref name=fitzgerald/><ref name=carter>Lewis F. Carter, ''Charisma and Control in Rajneeshpuram: A Community without Shared Values'', Cambridge University Press 1990</ref>.
Nel 1981 si trasferì in [[Oregon]] dove fondò una [[Comune (sociologia)|comune]] che finì per collassare a causa di attività illegali commesse dai suoi esponenti di spicco,<ref name=fitzgerald/> denunciate pubblicamente dallo stesso Osho.<ref>[https://www.newyorker.com/magazine/1986/09/29/ii-rajneeshpuram ''II-Rajneeshpuram''], F. FitzGerald, "The New Yorker", 29 settembre 1986</ref><ref>[http://portland.daveknows.org/2011/09/13/september-13-1985-ma-anand-sheela-flees-rajneeshpuram-for-europe/ ''September 13, 1985: Ma Anand Sheela Flees Rajneeshpuram for Europe''], "Dave Knows Portland", 13 settembre 2011</ref> Nel 1986, duramente osteggiato dal [[governo statunitense]],<ref>Max Brecher, ''A Passage to America'', Book Quest, 1993</ref><ref name=melton>J. Gordon Melton, ''Encyclopedia of American religions'', Gale, 1996</ref> tornò in India dove le sue condizioni di salute subirono un drastico peggioramento, da lui attribuito a un [[avvelenamento]] messo in atto nelle carceri americane.<ref name=jesus>Osho, ''Jesus Crucified Again: This Time in Ronald Reagan's America'', Rebel Publishing House, 1988</ref> Morì a Pune a cinquantotto anni.
I suoi insegnamenti [[sincretismo|sincretistici]] sono volti al [[Bodhi|risveglio spirituale]] dell'individuo ed enfatizzano l'importanza della [[libertà]], dell'[[amore]], della [[meditazione]], dell'[[umorismo]] e di una gioiosa [[rito|celebrazione]] dell'esistenza, valori che egli riteneva soppressi dai sistemi di pensiero imposti dalla società e dalle fedi religiose.<ref>Osho, ''I misteri della vita. Un'introduzione alla visione di Osho'', Mondadori, 2009</ref> Osho invitò l'uomo a vivere in armonia e in totale pienezza tutte le dimensioni della vita, sia quelle interiori che quelle esteriori, poiché ogni cosa è sacra ed espressione del divino.<ref>Osho, ''Il libro dei segreti'', Bompiani, 2001</ref>
Fautore di una ribellione fondata sul senso critico e sul rifiuto di accettare qualsiasi norma di vita o valore sociale solo perché comunemente condivisi, manifestò una forte avversione per le religioni organizzate e il mondo politico.<ref name=grande_sfida>Osho, ''La grande sfida. Il testamento spirituale di un profeta del nostro tempo'', Bompiani, 2002</ref> [[Guru]] [[iconoclasta]], considerava le tradizioni religiose più influenti come false [[credenze]] che reprimono l'uomo e ne ostacolano la ricerca del Vero.<ref>Osho, ''From Ignorance to Innocence, # 11''</ref><ref>Il sannyasin Swami Govind Siddharth affermò che nel 1972 il XVI Karmapa [[Karmapa Rangjung Rigpe Dorje|Rangjung Rigpe Dorje]] definì Osho come un Buddha vivente, «la più grande [[Tulku|incarnazione]] in India dai tempi del [[Gautama Buddha|Buddha]]» (cfr. carteggio tra Swami Govind Siddarth e Narayanadeva, in: ''Prem Purushottama Goodnight, From Lemurs to Lamas. Confessions of a Bodhisattva''). Tuttavia Ole Nydahl, un discepolo stretto del XVI Karmapa e suo primo emissario in Occidente, ha negato la veridicità di questa storia (cfr. Lama Ole Nydahl, ''Riding the Tiger: Twenty Years on the Road: The Risks and Joys of Bringing Tibetan Buddhism to the West'', Nevada City, CA: Blue Dolphin Publ., 1992)</ref>
Le sue idee ebbero un notevole impatto sul pensiero [[New Age]] occidentale – da cui tuttavia egli prese le distanze<ref>Paul Heelas, ''The New Age Movement: Religion, Culture and Society in the Age of Postmodernity'', Blackwell Pub, 1996</ref><ref name=gurus>Thomas A. Forsthoefel, Cynthia Ann Humes, ''Gurus in America'', State University of New York Press 2005</ref> – e sulla [[controcultura]] ereditata dagli [[anni 1960|anni sessanta]]. La sua popolarità ha continuato ad aumentare dopo la sua morte.<ref name=gurus/><ref>Hugh B. Urban, ''Tantra: Sex, Secrecy, Politics, and Power in the Study of Religion'', University of California Press 2003</ref>
== Biografia ==
{{Citazione|Dopo l'illuminazione non esiste biografia. Tutto è silenzio, perché tutto è eternità.|Osho, ''The Perfect Master'', 1978}}
=== Infanzia e adolescenza (1931-1950) ===
[[File:Devgarha2.jpg|thumb|upright=0.7|Ingresso di un tempio [[giainista]] nel Madhya Pradesh. La famiglia di Osho apparteneva a questa religione.]]
Osho nacque Chandra Mohan Jain (il maggiore di undici figli di un mercante di stoffe e di sua moglie) a casa dei nonni materni a Kuchwada, un piccolo villaggio nel Distretto di Raisen del [[Madhya Pradesh]], in India Centrale, l'11 dicembre 1931.<ref name=mullan/><ref>Vishal Mangalwadi, ''The World of Gurus'', Cornerstone Pr Chicago, 1992</ref><ref name=gordon>James S. Gordon, ''The Golden Guru: The Strange Journey of Bhagwan Shree Rajneesh'', Stephen Greene Press 1987</ref> I suoi genitori, Babulal e Saraswati, [[Giainismo|giainisti]] della corrente Teranpanthi, lo lasciarono vivere coi nonni materni fino all'età di sette anni.<ref name=mullan/> Questi gli concessero una grande libertà senza imporgli alcuna educazione, esercitando così un'influenza intensa sul suo sviluppo caratteriale.<ref>Osho, ''Bagliori di un'infanzia dorata'', Edizioni Mediterranee, 1988</ref><ref>"Non si dovrebbe ostacolare la crescita di un bambino, neppure se si mette in pericolo, – spiegò in seguito Osho. – È meglio lasciare che qualche bambino muoia per eccesso di fiducia che continuare a dare corda a questo mondo pieno di stupidità e ipocrisia. Un conto è dire al bambino che esiste un pericolo mortale e offrirgli aiuto, un altro è impedirgli sempre e comunque di rischiare liberamente; io non interferirò mai nella libertà di nessuno, la rispetterò a qualsiasi costo.”Osho, ''Bagliori di un'infanzia dorata. L'infanzia ribelle di un grande illuminato'', ed. Mediterranee</ref> Quando aveva sette anni il nonno morì e il piccolo Osho tornò a Gadarwara a vivere con i genitori.<ref name=mullan/><ref name=joshi>Vasant Joshi, ''The Awakened One: The Life and Work of Bhagwan Shree Rajneesh'', Harpercollins 1982</ref> Il decesso del nonno, quello della cugina (e primo amore) Shashi, morta quindicenne di febbre tifoidea, e le previsioni di un astrologo (che gli presagì vita breve) ebbero un violento impatto su di lui.<ref name=gordon/><ref name=joshi/>
Studente ribelle e formidabile oratore,<ref name="fitzgerald" /> si avvicinò all'arte (pittura, scrittura, fotografia) e a dodici anni divenne editore della rivista ''Prayas'' (Sforzo), scritta di suo pugno.<ref>''Osho Times n. 48 di giugno-luglio 1999, VOL. V n. 6''</ref> In questa prima giovinezza Osho era [[Antiteismo|antiteista]], interessato all'[[ipnosi]] e aderì per breve tempo al [[socialismo]] e a due organizzazioni nazionaliste indiane: l'India National Army e il Rashtriya Swayamsevak Sangh.<ref name="fitzgerald" /><ref name="gordon" /><ref name="joshi" /> Tuttavia la sua appartenenza a tali organizzazioni fu di breve durata poiché egli si rifiutava di accettare qualsiasi disciplina, ideologia o sistema imposti dall'esterno.<ref name="joshi" />
=== L'
Nel 1951, all'età di diciannove anni, Osho intraprese i suoi studi presso Hitkarini College di Jabalpur.<ref name="suss">Joachim Süss, ''Bhagwans Erbe: Die Osho-Bewegung heute'', Claudius, 1996</ref> In seguito a conflitti con un insegnante si trasferì al D.N. College di Jabalpur.<ref name=carter/> A causa della sua indole polemica gli venne concesso di non frequentare le lezioni (salvo in caso di esami); utilizzò il tempo libero per lavorare come aiuto-redattore per un giornale locale.<ref name=joshi/> Cominciò a parlare in pubblico durante l'incontro annuale del ''Sarva Dharma Sammelan'', organizzato a Jabalpur dalla comunità giainista Teranpanthi (vi partecipò fino al 1968).<ref>Smarika, ''Sarva Dharma Sammelan'', Taran Taran Samaj, 1974</ref> Non volle sposarsi nonostante le pressioni dei genitori.<ref>Intervista con Howard Sattler (1985), Radio 6PR, Australia</ref>
Il 21 marzo [[1953]], all'età di ventun anni, visse, stando alle sue parole, l'esperienza mistica dell'[[Bodhi|illuminazione]] mentre era seduto sotto un albero nel Giardino Bhanvartal a Jabalpur.<ref name=mullan/><ref>Si tratta dell'esperienza in cui si raggiunge il più alto grado di consapevolezza, dove "la goccia si fonde nell'oceano, nell'attimo stesso in cui l'oceano si riversa nella goccia". È il momento della suprema comprensione, della "caduta di tutti i veli" che impediscono di abbracciare la dimensione divina della realtà, è "l'erompere dell'individuo fuori da ogni mappa mentale, nel libero e infinito territorio della realtà del vivente". Osho, ''Una vertigine chiamata vita'', pagg. 76 e seguenti</ref> Dopo aver completato il suo [[baccellierato]]
In concomitanza con il suo lavoro universitario, Osho iniziò a viaggiare per tutta l'India con il nome di Acharya Rajneesh (''Acharya'' significa maestro, o guru, ''Rajneesh'' era un soprannome risalente all'infanzia), criticando apertamente il [[socialismo]] ("l'unica cosa che può socializzare è la miseria") e [[Gandhi]], descritto come un socialista reazionario che adorava la povertà.<ref name=fitzgerald/><ref name=carter/><ref name=gordon/> Ciò di cui l'India aveva bisogno per prosperare era invece il capitalismo, la scienza, la tecnologia e il [[Politica demografica|controllo delle nascite]].<ref name=fitzgerald/> Attaccò le religioni indiane ortodosse considerandole ormai superate e caratterizzate da una vuota ritualità, e le accusò di opprimere i seguaci con la paura della dannazione eterna e le promesse di redenzione.<ref name=fitzgerald/><ref name=gordon/> Queste posizioni lo resero una figura controversa ma gli assicurarono anche un seguito di fedelissimi che comprendeva ricchi mercanti e uomini d'affari.<ref name=fitzgerald/><ref name=lewis-petersen>James R. Lewis; J.A. Petersen, ''Controversial New Religions'', Oxford University Press, 2004</ref> Offriva consulenze individuali sulla loro ricerca spirituale e la vita quotidiana in cambio di donazioni (prassi comune in India), e la sua attività crebbe rapidamente.<ref name=lewis-petersen/>
[[File:Osho 1972 Birthday seek-index 268 0.26.ogv|thumb|Festeggiamenti per il compleanno di Osho, a Bombay. 11 dicembre 1972.]]
Nel 1962 si ritrovò a condurre dai tre ai dieci campi giornalieri di meditazione. Attorno al suo insegnamento nacquero i primi centri di meditazione, ''Jivan Jagruti Kendra'', chiamati in seguito il "Movimento del Risveglio" (''Jivan Jagruti Andolan'').<ref>Osho, ''Una vertigine chiamata vita: autobiografia di un mistico spiritualmente scorretto'', Mondadori, 2004</ref> Dopo alcune controverse conferenze che tenne nel 1966, lasciò l'insegnamento universitario. Nel 1968, in una serie di conferenze che saranno pubblicate successivamente con il titolo "Dal sesso all'eros cosmico", scandalizzò i leader indù con le sue affermazioni su una maggiore accettazione della sfera sessuale e venne soprannominato dalla stampa indiana "Il guru del sesso".<ref name=carter/><ref name=joshi/>
L'anno successivo venne invitato (nonostante le perplessità di alcuni capi indù) alla Seconda Conferenza Mondiale sulla religione indù scatenando ulteriori polemiche e affermando che "qualsiasi religione che consideri questa vita come una valle di lacrime priva di significato incentivando pertanto l'odio verso questa esistenza, non potrà mai essere una vera religione. La religione è invece un'Arte che deve insegnare come godere della vita".<ref name=carter/> Osho completò poi il suo discorso accusando i preti di pensare unicamente al proprio tornaconto e suscitando così le ire dello ''shankaracharya'' di Puri, che tentò invano di interrompere il suo intervento.<ref name=joshi/>
=== A Bombay (1970-1974) ===
[[File:Osho Rajneesh 2.jpg|thumb|220px|Rajneesh nel 1972]]
Durante una meditazione pubblica, nella primavera del 1970, Osho presentò per la prima volta il suo metodo di Meditazione Dinamica.<ref name=carter/> Alla fine di giugno lasciò Jabalpur per [[Bombay]].<ref name=joshi/> Il 26 settembre 1970 iniziò il suo primo gruppo di discepoli, detti “neo-sannyasin”,<ref name=carter/> che in quanto tali dovevano assumere un nuovo nome e indossare vesti rosso-arancio (da cui il soprannome "gli arancioni") e il [[mālā]], una collana di grani in legno con il ritratto del guru.<ref name=fitzgerald/> Essi, tuttavia, erano invitati a seguire uno stile di vita celebrativo, non ascetico, e lui non chiedeva di essere venerato ma considerato un agente catalizzatore, “un sole che incoraggia il fiore ad aprirsi”.<ref name=gordon/>
Osho assunse come segretaria ''Ma Yoga Laxmi'' (Laxmi Thakarsi Kuruwa), figlia di uno dei suoi primi seguaci (un ricco giainista sostenitore del Partito del Congresso Nazionalista nella lotta per l'indipendenza indiana, strettamente legato a [[Gandhi]], [[Nehru]] e [[Morarji Desai]]), che raccolse il denaro necessario per consentirgli di sospendere il continuo girovagare.<ref name=fitzgerald/>
Nel dicembre 1970 si stabilì nei Woodlands Apartments di Bombay, dove teneva lezioni e riceveva spesso visitatori, tra cui i primi occidentali; viaggiava raramente e non parlava più in pubblico.<ref name=joshi/> Nel 1971 adottò il nome di “Bhagwan Shree Rajneesh”:<ref name=fitzgerald/> ''Shree'' corrisponde all'incirca all'inglese 'Sir' e ''Bhagwan'', che significa 'beato', è un termine tradizionale indiano che si usa per indicare un individuo in cui l'essenza divina è ormai evidente.<ref name="suss"/>
=== L'ashram di Pune (1974-1981) ===
[[File:Pune in India.png|thumb|La città di [[Pune]], situata nello stato indiano del Maharashtra, dove nel 1974 Osho fondò il suo ''[[ashram]]''.]]
Il clima umido di Bombay gli procurò numerose [[allergie]], l'[[asma]] bronchiale e si ammalò anche di [[diabete]]. Nel 1974, in occasione del ventunesimo anniversario del suo Risveglio, si spostò nel Koregaon Park a Pune in una proprietà acquistata, con l'aiuto di ''Ma Yoga Mukta'', da Catherine Venizelos, un'ereditiera greca.<ref name=fitzgerald/><ref name=carter/> Qui insegnò fino al 1981. Questo appezzamento – {{M|24000|u=m²}} e due case adiacenti – divenne il nucleo di quello che è ora l'Osho International Meditation Resort. Si procedette alla registrazione audio e (in seguito) video, e alla stampa dei suoi discorsi per agevolarne la diffusione mondiale. Crebbe vertiginosamente il numero dei visitatori occidentali. L'ashram ben presto divenne un centro di “arti e mestieri” che produceva abiti, gioielli, ceramiche, cosmetici biologici e si organizzavano spettacoli teatrali e musicali.<ref name=fitzgerald/> Nel 1975, con l'arrivo di alcuni terapisti dello Human Potential Movement, le meditazioni vennero integrate da terapie di gruppo<ref name=mullan/><ref name=joshi/> (che divennero una delle principali fonti di reddito).<ref name=fitzgerald/><ref name=fox>Judith M. Fox, ''Osho Rajneesh. Studies in Contemporary Religion Series, No. 4'', 2002</ref>
L'ashram di Pune era un luogo molto stimolante, con un'atmosfera intensa e carnevalesca.<ref name=fitzgerald/><ref name=gordon/><ref name=fox/> La giornata iniziava alle 6.00 del mattino con la Meditazione Dinamica.<ref name=mullan/><ref name=aveling>Harry Aveling, ''The Laughing Swamis'', Motilal Banarsidass, 1994</ref> Alle 8.00, Osho teneva una lezione di un'ora-un'ora e mezzo nel “Buddha Hall auditorium” commentando scritti religiosi e rispondendo ai quesiti di visitatori e discepoli.<ref name=fitzgerald/><ref name=mullan/> Fino al 1981 alternò letture in lingua hindi con letture in inglese.<ref name=mehta>Uday Mehta, ''Modern Godmen in India: A Sociological Appraisal'', Popular Prakashan, 1993</ref> Durante la giornata si svolgevano sedute meditative e terapiche, la cui intensità era dovuta al campo di energia spirituale (''buddhafield'') sprigionato da Osho.<ref name=fox/> Nei ''[[darśana]]'' serali, Osho conversava individualmente con visitatori e seguaci, e procedeva all'iniziazione (''sannyas'') di nuovi discepoli.<ref name=fitzgerald/><ref name=mullan/> Per decidere a quali terapie partecipare, i visitatori consultavano Osho oppure procedevano in base alle proprie preferenze.<ref name=aveling/> Alcuni fra i primi gruppi di terapia erano sperimentali e consentivano scambi sessuali tra i partecipanti e aggressioni fisiche.<ref name=fitzgerald/><ref>Janet Maslin, "Ashram (1981) Life at an Ashram, Search for Inner Peace (movie review)", ''New York Times'', 13 novembre 1981</ref> Sui giornali iniziarono così ad apparire notizie contrastanti riguardo a ferite e lesioni riportate da alcuni soggetti durante lo svolgimento di sessioni di gruppo.<ref name=mehta/><ref name="ReferenceA">Ram Chandra Prasad, ''Rajneesh: The Mystic of Feeling'', Motilal Banarsidass, 1978</ref><ref>N. Karlen, P. Abramson, "Bhagwan's realm", ''Newsweek'', 3 dicembre 1984</ref>
Secondo Richard “Dick” Price, all'epoca uno dei terapisti di punta dello Human Potential Movement e cofondatore dell'Esalen Institute, questi gruppi incoraggiavano gli individui ad “essere violenti” piuttosto che a “giocare a fare i violenti” (quest'ultima era la prassi nei centri U.S.A.); inoltre, a suo avviso, avvenivano “i peggiori errori di alcuni leader inesperti di gruppi Esalen”. Price ha abbandonato l'ashram di Pune con un braccio rotto dopo essere stato chiuso in una stanza per otto ore con individui armati di mazze di legno. Il suo collega Bernard Gunther se la cavò un po' meglio e scrisse un libro ''Dying for Enlightenment'', ricco di fotografie e descrizioni liriche delle sedute meditative e delle terapie di gruppo.<ref name=carter/> La violenza nelle terapie di gruppo cessarono nel gennaio 1979, quando l'ashram emise un comunicato stampa in cui dichiarava che la violenza “aveva ormai adempiuto al proprio scopo nell'ambito dell'ashram inteso come una comune in evoluzione spirituale”.<ref name=gordon/>
[[File:OSHO ineternational Asharam.JPG|thumb|sinistra|L{{'}}''ashram'' di Pune (India).]]
I sannyasin, dopo mesi di meditazione e terapia, avevano la possibilità di applicarsi in alcuni lavori nell'ashram: un sistema appositamente ispirato a quello utilizzato nella comune creata da [[Gurdjieff]] in Francia nel 1930, che contemplava l'esecuzione di lavori faticosi non retribuiti e la scelta di supervisori dotati di una personalità irritante, allo scopo di stimolare i soggetti all'auto-osservazione e alla “trascendenza”. Parecchi discepoli vi restarono per anni.<ref name=clarke>Peter B. Clarke, ''Encyclopedia of New Religious Movements'', Routledge, 2006</ref> A compromettere l'immagine dell'ashram,<ref name="ReferenceB">S. Mitra, R. Draper e R. Chengappa, “Rajneesh: Paradise lost”, ''India Today'', 15 dicembre 1985</ref> oltre alle polemiche sui metodi di terapia, si aggiunsero le accuse sull'utilizzo di stupefacenti; alcuni sannyasin finanziavano i prolungati soggiorni in India con la prostituzione e il trasporto di droga.<ref name=gordon/><ref>Sam, ''Life of Osho'', Sannyas, 1997</ref> Qualcuno, molto tempo dopo, disse che, sebbene Osho non fosse direttamente coinvolto, era stato informato di tali attività e non si era opposto.<ref name=fox/>
Alla fine degli [[anni 1970|anni settanta]] si iniziò a cercare uno spazio più esteso dove trasferire l'ashram. Vennero individuate: una proprietà situata nella provincia di Kutch nel [[Gujarat]] e due nel territorio montagnoso nell'India del nord. A causa di attriti fra Osho e il partito di Morarji Desai (il Janata party, che era al governo), non venne conferita l'autorizzazione per l'utilizzo del terreno e nemmeno il visto a tutti i visitatori stranieri che indicavano l'ashram di Osho come destinazione principale.<ref name=fitzgerald/><ref>Marion S. Goldman, "Reviewed Work(s): Charisma and Control in Rajneeshpuram: The Role of Shared Values in the Creation of a Community by Lewis F. Carter", ''Journal for the Scientific Study of Religion'', 1991</ref> Inoltre Desai annullò retroattivamente lo status di esenzione fiscale dell'ashram, che pertanto dovette pagare una tassa di circa 5 milioni di dollari.<ref name=carter/> I conflitti con alcuni leader indù aggravarono la situazione.
Nel 1980 la tensione era così alta che la stessa [[Indira Gandhi]], in passato alleata di Osho e nel frattempo ritornata al governo, si rifiutò di intercedere per lui.<ref name=carter/> Nel maggio del 1980, Vilas Tupe, un giovane fondamentalista indù, attentò senza successo alla vita di Osho durante un discorso pubblico, affermando che a suo avviso Osho era un agente della [[CIA]].<ref name=fitzgerald/><ref>"First suicide squad was set up in Pune 2 years ago", ''The Times of India'', 18 novembre 2002</ref> Nel 1981 l'ashram riceveva ormai 30.000 visitatori l'anno, prevalentemente europei e statunitensi.<ref name="ReferenceB"/> Molti osservatori notarono un cambiamento nello stile dialettico di Osho: che sul finire degli anni settanta divenne sempre meno “intellettuale” e sempre più ricco di barzellette popolari o piccanti volte a spiazzare e divertire il pubblico.<ref name=fitzgerald/> Dall'aprile 1981 al novembre 1984 Osho "entrò in silenzio": non parlava più pubblicamente e non teneva discorsi. Suppergiù in quel periodo ''Ma Anand Sheela'' (Sheela Silverman) sostituì ''Ma Yoga Laxmi'' come segretaria personale di Osho.<ref name=gordon/>
=== La comune "Rajneeshpuram" in Oregon (1981-1985) ===
[[File:Wasco County Oregon Incorporated and Unincorporated areas Antelope Highlighted.svg|thumb|La cittadina di Antelope, situata in Oregon, nella Contea di Wasco. A pochi chilometri di distanza sorgeva il "Rajneeshpuram" di Osho.]]
Nel 1981 la tensione crescente nell'ashram di Pune, le polemiche e l'atteggiamento ostile delle autorità indiane convinsero Osho e la sua segretaria a spostarsi negli Stati Uniti.<ref name=lewis-petersen/><ref name=wallis>"Roy Wallis, Religion as Fun? The Rajneesh Movement", ''Sociological Theory, Religion and Collective Action'', Queen's University, Belfast, 1986</ref><ref>''Guru in Cowboy Country'', "Asia Week", 29 luglio 1983</ref> Secondo Susan J. Palmer la decisione “fu presa unilateralmente da Sheela”.<ref name=palmer>Susan J. Palmer, "Charisma and Abdication: A Study of the Leadership of Bhagwan Shree Rajneesh", ''Sociological Analysis'', Dawson College, Montreal, 1988</ref> Secondo Gordon, invece, Sheela e Osho avevano discusso di questa possibilità alla fine del 1980, sebbene non si fossero mossi fino al giugno 1981.<ref name=gordon/> Osho entrò negli Stati Uniti con un visto turistico, apparentemente per motivi sanitari, e trascorse diversi mesi in un centro di ritiro presso il castello di Kip a [[Montclair (New Jersey)|Montclair]] nel New Jersey.<ref name=mistlberger>P.T. Mistlberger, ''The Three Dangerous Magi: Osho, Gurdjieff, Crowley'', O Books, 2010</ref><ref>William E. Geist, ''Cult in Castle Troubling Montclair'', “The New York Times”, 16 settembre 1981</ref> Gli era stata da poco diagnosticata un'[[ernia]] del disco, trattata in India da diversi medici tra cui James Cyriax dell'ospedale St. Thomas, un medico esperto in patologie del distretto muscolo-scheletrico e in iniezioni epidurali proveniente da Londra.<ref name=fitzgerald/><ref name=gordon/><ref name=meredith>George Meredith, ''Bhagwan: The Most Godless Yet the Most Godly Man'', Rebel Publishing House, 1988</ref>
[[File:Shannon Jo Ryan, Rajneesh movement member, cropped.jpg|thumb|left|180px|Shannon Jo Ryan, seguace del movimento Rajneesh e figlia del deputato [[Leo Ryan]], assassinato nel 1978 dai membri del culto di [[Jim Jones]].]]
Laxmi (la precedente segretaria di Osho) disse alla giornalista Frances FitzGerald di “non essere riuscita a trovare una nuova ___location adeguata alle esigenze e pertanto, a seguito dell'emergenza medica, il progetto passò in mano a Sheela”.<ref name=fitzgerald/> In un comunicato ufficiale Sheela precisò che ormai Osho si trovava in pericolo in India; in America avrebbe ricevuto le cure mediche appropriate nel caso fosse stato necessario un intervento chirurgico.<ref name=gordon/><ref name=fox/><ref name=meredith/> Nonostante le condizioni dichiaratamente gravi della sua salute, durante la sua permanenza negli States Osho non usufruì di trattamenti medici, il che portò l'Ufficio Immigrazione (INS) a sospettare che Osho avesse premeditato di restare lì.<ref name=fitzgerald/> (In effetti sarà successivamente dichiarato colpevole di frode migratoria, comprese false dichiarazioni in merito alla sua domanda iniziale di visto).
Il 13 giugno 1981 il marito di Sheela, ''Swami Prem Chinmaya'' (Marc Harris Silverman), acquistò per 5,75 milioni di dollari il Big Muddy Ranch, un ranch di {{formatnum:64000}} acri vicino alla città di [[Antelope (Oregon)|Antelope]], che attraversava due contee dell'Oregon: Wasco e Jefferson. Il ranch fu ribattezzato “Rajneeshpuram” e in seguito “Rancho Rajneesh”, e Osho vi si trasferì il 29 agosto.<ref name=carter/> La reazione della popolazione locale variò dalla tolleranza all'ostilità, a seconda della vicinanza al ranch,<ref name=abbott>Carl Abbott, ''Utopia and Bureaucracy: The Fall of Rajneeshpuram, Oregon'', “The Pacific Historical Review”, Vol. 59 No. 1, 1990</ref> con una serie di battaglie legali soprattutto per l'utilizzo del territorio. Nel maggio 1982 i residenti del Rancho Rajneesh (circa {{formatnum:5000}}<ref name=urban/>) votarono per incorporare parte della proprietà (2 013 acri) come la Città di Rajneeshpuram.<ref name=latkin>Carl A. Latkin, ''Seeing Red: A Social-Psychological Analysis of the Rajneeshpuram Conflict'', “Sociological Analysis”, Vol. 53, No. 3, 1992</ref> Il conflitto con i vicini divenne sempre più aspro, la comune fu oggetto di pressioni esterne;<ref name=carter/><ref name=latkin/> i suoi dirigenti avevano atteggiamenti sfrontati e aggressivi, e i continui cambiamenti dei progetti stabiliti erano percepiti come manovre fraudolente.<ref name=abbott/>
===
A partire dal 1º maggio 1981 (preannunciandolo l'11 aprile) Osho si autoimpose un silenzio di tre anni e mezzo, dopo aver parlato quotidianamente per quasi 15 anni.<ref>Rodney Stark, ''Religious Movements: Genesis, Exodus, and Numbers'', Paragon House, 1985</ref> In questo periodo vennero mostrati al pubblico i video con i suoi discorsi, che furono sostituiti anche da ''[[satsang]]'', raduni silenziosi con musica e letture di opere mistiche (come ''[[Il profeta (libro)|Il Profeta]]'' di [[Khalil Gibran]] e l{{'}}''Isha [[Upanishad]]''). Passò il suo tempo perlopiù in isolamento; comunicava solo con pochi discepoli chiave, tra cui Sheela e la sua compagna ''Ma Yoga Vivek'' (Christine Woolf).<ref name=mistlberger/> Osho viveva in una roulotte vicino a una piscina coperta; vedeva la maggior parte dei discepoli che si disponevano sul lato della strada durante le sue lente guide giornaliere;<ref name=fox/> era noto per le numerose [[Rolls-Royce Silver Spur|Rolls-Royce]] acquistate; ufficialmente ne possedeva 93<ref name=palmer/><ref>Hank Pellissier, ''The Bay Citizen: Red Rock Island'', “The New York Times”, 14 maggio 2011</ref> e questo fece di lui il più grande proprietario di Rolls-Royce al mondo in quel periodo (i suoi discepoli avevano in progetto di estendere la collezione a 365 auto: una per ogni giorno dell'anno).<ref>Lal Ranjit, ''A hundred years of solitude'', “The Hindu”, 16 maggio 2004</ref> La comune divenne ben presto una vera cittadina con sistema fognario e telefonico, una rete di trasporto pubblico, un ufficio postale, una banca, una stazione di polizia, vigili del fuoco, centri commerciali, hotel di lusso, un ristorante, un casinò e un piccolo aeroporto. Durante i festival annuali vi accorrevano fino a {{formatnum:15000}} discepoli da tutto il mondo. Il sistema di produzione agricola era all'avanguardia, veniva riciclato il 70% di tutto ciò che era utilizzato e per i primi due anni i media locali manifestarono apprezzamento per la comunità.<ref name=urban/><ref>Kenny Moore, ''Bowerman and the Men of Oregon'', Rodale Press, 2007</ref>
[[File:Osho Drive By.jpg|thumb|left|Osho alla guida di una Rolls-Royce salutato dai sannyasin nel 1982.]]
Nel 1981 Osho conferì a Sheela un limitato potere di rappresentanza, eliminando i limiti l'anno successivo.<ref name=palmer/> Nel 1983 Sheela annunciò che da quel momento in avanti Osho avrebbe parlato solo con lei.<ref name=fitzgerald/> In seguito Osho disse che ne era all'oscuro.<ref name=palmer/> Molti sannyasin espressero dubbi sul fatto che Sheela potesse rappresentare adeguatamente Osho e lasciarono il Rajneeshpuram in segno di protesta per la sua leadership [[Autocrazia|autocratica]].<ref name=fitzgerald/> Diversi sannyasin residenti senza cittadinanza statunitense incontrarono difficoltà per il visto, che alcuni cercarono di ottenere con matrimoni di convenienza. Gli amministratori della comune cercarono di risolvere i problemi di immigrazione di Osho dichiarandolo il capo di una religione, il Rajneeshismo.<ref name=fox/> Nel novembre 1981 Osho chiese lo status di residente in quanto svolgente attività religiosa, ma la sua domanda venne respinta con la motivazione che non poteva guidare una religione mentre era malato e in silenzio. Tale decisione venne in seguito rovesciata a causa di violazioni procedurali. Il permesso di Osho di rimanere come leader religioso venne concesso nel 1984.<ref name=mullan/><ref name=fox/>
Nel corso degli anni in Oregon, Osho affermò che il mondo avrebbe potuto essere distrutto da una guerra nucleare (o altri disastri) nel 1990.<ref name=wallis/> Già nel 1964 egli disse che “la terza e ultima guerra è ormai vicina”, facendo spesso riferimento alla necessità di creare una “nuova umanità” per evitare il suicidio globale (parlò di una “Arca di Noè della consapevolezza”, da qui l'urgenza di costruire la comune).<ref name=wallis/> Nel marzo 1984 Sheela annunciò che Osho aveva predetto la morte di due terzi dell'umanità per [[AIDS]],<ref name=gordon/><ref name=wallis/> i sannyasin erano dunque tenuti ad indossare guanti e preservativi durante il rapporto sessuale: la stampa ritenne eccessive tali misure poiché all'epoca non erano ancora raccomandati i preservativi per la prevenzione dell'AIDS.<ref name=palmer/><ref name=palmer-sharma>Susan J. Palmer, Arvind Sharma, ''The Rajneesh Papers: Studies in a New Religious Movement'', Motilal Banarsidass, 1993</ref> Durante le cure odontoiatriche, Osho dettò tre libri: ''Bagliori di un'infanzia dorata'', ''Appunti di un folle'' e ''I libri che ho amato''.<ref name=shunyo/>
Nell'autunno del 1984 la comune favorì l'ingresso di centinaia di senzatetto nel tentativo (fallito) di registrarli per il voto alle imminenti elezioni della contea. Quando ciò venne contestato, dette persone furono rilasciate a spese dello Stato nelle rispettive città di provenienza.<ref>Les Zaitz, ''Rajneeshee leaders see enemies everywhere as questions compound'' – Part 4 of 5, “The Oregonian”, 15 aprile 2011</ref> Dopo che gli sforzi per costituire una città fallirono, i residenti del ranch tentarono di acquisire la piccola città di [[Antelope (Oregon)|Antelope]], in Oregon (46 abitanti nel 2010). Il 18 settembre 1984 lo Statuto di Antelope venne emendato con un voto di 57 a 22 per cambiare il nome della città in “Rajneeshpuram” (Città di Rajneesh).<ref>Lewis A. McArthur, ''Oregon Geographic Names'', University of Washington Press, 2003</ref> Osho insegnò a Sheela come utilizzare i media a proprio vantaggio; durante il periodo in cui si chiuse in silenzio disse privatamente che Sheela parlava a suo nome. La appoggiò nelle discussioni in merito al suo comportamento con la leadership della comune, ma nella primavera del 1984 (quando la tensione all'interno di quella ristretta cerchia raggiunse il culmine) venne convocato un incontro tra Sheela e il suo staff.<ref name=5years>[https://web.archive.org/web/20120423142622/http://www.oregonlive.com/rajneesh/index.ssf/2011/04/part_one_it_was_worse_than_we.html ''5 years after Rajneeshee commune collapsed, truth spills out''], “The Oregonian” (Oregon Live), 14 aprile 2011</ref> Secondo la testimonianza di ''Swami Devageet'' (Charles Harvey Newman), lei venne rimproverata prima degli altri.<ref>[https://www.documentcloud.org/documents/73832-03-swami-devageet-testimony.html#document/p33/a14388 Trascrizione] della testimonianza al Gran Giurì del Dr Charles Harvey Newman, dentista di Osho</ref> Osho dichiarò che il centro della comune era la sua casa e non quella di lei, e disse inoltre di aver avvertito che chiunque vicino a lui sarebbe stato un possibile obiettivo per Sheela.<ref name=5years/>
==== L'attacco batteriologico e l'espulsione dagli Stati Uniti ====
Il 30 ottobre 1984 Osho interruppe il suo periodo di “silenzio” annunciando che era giunto il momento di “dire le sue verità”.<ref name=carter/><ref name=fox/> Nel luglio 1985 riprese i discorsi pubblici quotidiani (contro la volontà di Sheela, dichiarò alla stampa).<ref>Osho, ''The Last Testament, Vol. 2, Cap. 29''</ref> Il 16 settembre 1985, due giorni dopo che Sheela e il suo gruppo dirigente avevano lasciato la comune per andare in Europa, Osho tenne una [[conferenza stampa]] in cui descrisse Sheela e i suoi collaboratori come una “banda di fascisti” che avevano “trasformato la comune in un campo di concentramento”. Li accusò di una serie di gravi reati (in gran parte risalenti al 1984) e invitò le autorità ad indagare.<ref name=fitzgerald/> Dal canto suo, Sheela sostenne di aver lasciato la comune perché non poteva più sopportare le esigenze di Rajneesh riguardanti le Rolls Royce e gli orologi costosi.<ref name=swissinfo/>
I reati ipotizzati (che Osho dichiarò commessi a sua insaputa e senza il suo consenso) includevano: il tentato omicidio del suo medico, avvelenamenti di pubblici ufficiali, intercettazioni telefoniche e intercettazioni ambientali all'interno della comune e in casa sua, e un attacco bioterroristico ai cittadini di [[The Dalles]], Oregon (usando la [[salmonella]]) per influenzare le elezioni distrettuali.<ref name=fitzgerald/> Inizialmente le sue accuse vennero accolte con scetticismo dagli osservatori esterni, ma una successiva indagine delle autorità statunitensi le confermò.<ref>Douglas Martin, ''Guru's Commune Roiled As Key Leader Departs'', “The New York Times”, 22 settembre 1985</ref> Sheela e diversi collaboratori ammisero le loro responsabilità per l'accusa di tentato omicidio e violenza privata, sebbene in seguito lei abbia tentato di negare il bioattentato.<ref name=carter/><ref name=swissinfo/> Sheela fu arrestata in [[Germania Ovest]] il 28 ottobre, estradata in Oregon e condannata a 20 anni e alla multa di {{formatnum:470000}} dollari. Scontò due anni e mezzo in una prigione federale di [[Pleasanton (California)|Pleasanton]], venne rilasciata per buona condotta e riuscì a rifugiarsi in [[Svizzera]] (paese di cui ha la cittadinanza per matrimonio) nel [[1989]], dove lavorò come [[badante]].<ref name=mistlberger/><ref name=swissinfo/> Un altro ''sannyasin'' la accusò di aver praticato l'eutanasia sul suo primo marito, malato di AIDS, ma per questo non fu processata.<ref>The Most Shocking Reveals from the Sex Cults FBI Informants". Archived from the original on July 25, 2020. Retrieved September 27, 2018</ref> Negli anni 2010 e 2020 è stata intervistata per alcuni documentari, tra cui ''Wild Wild Country'' di [[Netflix]], dai quali si evince che è ancora residente in Svizzera, dove ha fondato a [[Maisprach]] una piccola casa di cura per anziani con [[demenza]] o non autosufficienti e per [[Disabilità intellettiva|disabili intellettivi]], senza scopo di lucro e finanziata dalla pubblica assistenza; appare ancora devota alla figura di Rajneesh (come risulta anche dalle sue pagine social e nonostante fosse stata ripudiata dal guru) e sostiene che all'epoca agì in quel modo per difendere la comune dagli attacchi dei cittadini di Antelope.<ref name=swissinfo>[https://www.swissinfo.ch/ita/societa/wild-wild-country-_la-rinascita-di-ma-anand-sheela-in-svizzera/44045096 Sheela, la criminale con la lista di "persone da uccidere" che oggi cura i malati La “rinascita” di Ma Anand Sheela in Svizzera]</ref> Nel 2022 ha dato alle stampe la propria autobiografia difensiva, ''Be My Own Rules''.
Il 30 settembre 1985 Osho affermò di non essere un capo religioso e disse che il "Rajneeshismo" era sorto senza il suo permesso; ordinò pertanto ai discepoli di bruciare le {{formatnum:5000}} copie del ''Libro del Rajneeshismo'' (una raccolta di suoi insegnamenti che definivano il Rajneeshismo "una religione senza religione"),<ref name=aveling2>Harry Aveling, ''Osho Rajneesh and His Disciples: Some Western Perceptions'', Motilal Banarsidass, 1998</ref> di cui disconobbe la paternità affermando che fosse un'iniziativa di Sheela.<ref>Osho, ''From Bondage to Freedom'', 26 settembre 1985</ref> Disse inoltre che non era più necessario indossare le vesti rosse e la collana con la sua immagine.<ref>[https://www.nytimes.com/1985/10/01/us/guru-s-book-is-burned-at-oregon-commune.html ''Guru's book is burned at Oregon commune''], "The New York Times", 1º ottobre 1985</ref> Osho spiegò che aveva ordinato la distruzione del libro per liberare il movimento dalle ultime tracce dell'influenza di Sheela, i cui abiti vennero “aggiunti al falò”.<ref>''Guru's arrest not imminent'', “Spokane Chronicle”, 2 ottobre 1985</ref> L'attacco di salmonella è stato il primo caso confermato di [[Bioterrorismo|terrorismo chimico]] (o biologico) negli Stati Uniti.<ref>W. Seth Carus, ''Bioterrorism and Biocrimes'', Fredonia Books (NL), 2002</ref> Osho dichiarò che, poiché si era ritirato in silenzioso isolamento (incontrandosi solo con Sheela), non era venuto a conoscenza dei crimini commessi dalla dirigenza del Rajneeshpuram finché Sheela e la sua "banda" non se n'erano andati e i sannyasin non si erano fatti avanti per informarlo.
Alcuni commentatori hanno detto che, a loro avviso, Sheela venne usata come [[capro espiatorio]].<ref name=fitzgerald/><ref name=aveling/><ref name=mehta/> Altri invece hanno fatto notare che, sebbene Sheela abbia spiato le abitazioni di Osho e messo quelle registrazioni a disposizione delle autorità degli Stati Uniti come parte del suo patteggiamento, non è venuta alla luce nessuna prova che Osho fosse partecipe dei suoi crimini.<ref name=gordon/><ref name=fox/><ref name=aveling/> Tuttavia Gordon riporta<ref name=gordon/> che Charles H. Turner, David Frohnmayer e altri funzionari di polizia (che visionarono dichiarazioni mai rilasciate pubblicamente e ascoltarono centinaia di ore di registrazioni su nastro) lasciarono intendere che Osho fosse colpevole di altri reati rispetto a quelli per cui venne processato. Frohnmayer affermò che la filosofia di Osho non era di "disapprovare l'avvelenamento" e sentiva che Osho e Sheela erano "veramente malvagi".<ref name=gordon/> In seguito, in una conferenza stampa, Charles H. Turner, procuratore generale dell'Oregon, ammise che non esisteva nessuna prova che collegasse Osho a qualcuno dei crimini commessi e pertanto non lo si poteva ritenere complice degli stessi:<ref>Max Brecher, ''A Passage to America'', Book Quest, 1993; “Il procuratore degli Stati Uniti d'America Charles H. Turner, in una conferenza stampa, alla domanda dei giornalisti che gli chiedevano come mai i capi d'accusa spiccati contro la segretaria di Bhagwan non fossero stati contestati anche a lui, rispose evidenziando tre punti molto significativi: la priorità del governo degli Stati Uniti era distruggere la comune nata a Rancho Rajneesh, e le autorità sapevano che l'allontanamento di Bhagwan avrebbe fatto precipitare la situazione. In secondo luogo, non era loro intenzione trasformare Bhagwan in un martire. E infine, non esisteva prova alcuna che collegasse Bhagwan a qualcuno dei crimini commessi e pertanto non lo si poteva ritenere complice degli stessi”;</ref> si decise allora di venirne a capo in maniera indiretta.<ref name=subhuti>Subhuti Anand Waight, ''Wild Wild Guru'', Spazio Interiore, Roma, 2021</ref>
{{citazione|Cercavamo di portare avanti questo caso [accusare Bhagwan di frode d'immigrazione] usando la procedura penale per risolvere quello che in realtà era un problema politico. Presto mi resi conto che la cosa da fare, per sbarazzarci di questa gente, era deportare Bhagwan perché era lui il catalizzatore e il cardine dell'organizzazione, e tutto sarebbe andato in pezzi di conseguenza.<ref>Max Brecher, ''A Passage to America'', South Asia Books, 1993</ref><ref name=subhuti/>}}
Secondo la testimonianza in tribunale di ''Ma Ava'' (Ava Avalos), un discepolo di primo piano, Sheela fece ascoltare la registrazione audio di un incontro avuto con Osho in cui il guru avrebbe detto che era necessario “uccidere gente per restare in Oregon” e avrebbe inoltre elogiato la figura di [[Adolf Hitler]] affermando che “ebbe una grande visione”.<ref name=zaitz>Les Zaitz, ''Rajneeshees' Utopian dreams collapse as talks turn to murder'', “The Oregonian”, 14 aprile 2011</ref> L'ex discepola ''Ma Anand Deeksha'' (Maria Grazia Mori) ha dichiarato, da parte sua, che Osho era diventato "un megalomane" rispetto ai tempi di Pune.<ref>''Dragon lady'', podcast di Roberta Lippi, 2022</ref> L'avvocato personale di Osho, Philip Niren Toelkes, ha scritto nel 2021 che Sheela stralciò alcuni discorsi di Osho e ne alterò il contenuto per sostenere le proprie tesi e condizionare gli altri seguaci, dicendo loro che se fosse stato necessario avrebbero dovuto mentire allo stesso guru.<ref>Philip Toelkes, ''USA V. OSHO:: A Legal History of the U. S. Government Persecution of a Minority Religious Community, Oregon 1981-1986.'', 2021</ref>
Nei suoi discorsi pubblici<ref>Osho, ''Zen and the Art of Living'', Fusion Books, 2004</ref><ref>Osho, ''Il libro della saggezza'', Edizioni del Cigno, 2007</ref><ref>Osho, ''From Unconsciousness to Consciousness'', Rebel Books, 2008</ref> e nelle interviste,<ref>[https://www.youtube.com/watch?v=otGQqO2TYMI Jeff McMullen, intervista a Osho, “60 minutes”], Australia TV</ref> Osho ha sempre definito Hitler “un idiota”, "un essere perverso" (seppur dotato di grande carisma);<ref>Bhagwan Shree Rajneesh, ''10 storie Zen'', Re Nudo/Fiore d'Oro, Milano 1980, pag. 258</ref> e in un'occasione sostenne che fosse "manovrato da forze occulte".<ref>[https://www.oshonews.com/2013/08/07/adolf-hitler-group-of-ashoka/ Osho, ''I Am the Gate'', Ch 8, Q 1]</ref> Sheela tentò di uccidere la fidanzata e sorvegliante personale di Osho, ''Ma Yoga Vivek'', e il suo medico ''Swami Devaraj'' (George Meredith) perché sentiva che erano una minaccia per Osho; aveva segretamente registrato una conversazione tra ''Devaraj'' e Osho "in cui il medico accettava di ottenere i farmaci che il guru voleva per garantirgli una morte serena se avesse deciso di togliersi la vita”.<ref name=zaitz/>
[[File:DallesRestaurantsCombined.jpg|thumb|left|Quattro dei ristoranti a [[The Dalles]] colpiti dall'attacco bioterroristico nel 1984.]]
Il 23 ottobre 1985 un gran giurì federale formulò 35 capi d'accusa a carico di Osho e molti altri discepoli per il tentativo di eludere le leggi sull'immigrazione. L'atto d'accusa fu emesso a porte chiuse, ma la notizia giunse all'avvocato di Osho. I negoziati per consentire ad Osho di arrendersi alle autorità a Portland, in caso di mandato di arresto, fallirono.<ref name=fitzgerald/><ref name=carter/> Le voci di un intervento della [[National Guard of the United States|Guardia Nazionale]] e del previsto arresto forzato di Osho provocarono tensioni e paura di violenze.<ref name=palmer-sharma/> Sulla base delle registrazioni audio di Sheela, le autorità in seguito dichiararono la loro convinzione che ci fosse un piano che prevedeva uno scudo umano di donne e bambini sannyasin qualora le autorità avessero cercato di arrestare Osho nella comune.<ref name=gordon/>
Il 28 ottobre 1985 Osho e un ristretto numero di discepoli furono arrestati all'aeroporto di [[Charlotte (Carolina del Nord)|Charlotte]], nel Nord Carolina, a bordo di due [[Learjet]] noleggiati che erano atterrati per rifornirsi di carburante dopo il decollo dall'Oregon. Secondo le autorità federali il gruppo era in viaggio verso le [[Bermuda]] per evitare il processo.<ref>''Transfer delayed. Rajneesh to stay for another night in Oklahoma city'', “Spokane Chronicle”, 5 novembre 1985</ref> Sul velivolo vennero trovati 58mila dollari in contanti e trentacinque orologi (del valore di un milione di dollari). Osho, a detta di tutti, non era stato informato dell'imminente arresto o del motivo del viaggio.<ref name=fitzgerald/><ref name=carter/><ref name=palmer-sharma/> L'incarcerazione di Osho e il trasferimento per tutto il paese divennero uno spettacolo pubblico. Fu mostrato in catene e trattenuto in [[Carolina del Nord]], [[Oklahoma]] e [[Portland (Oregon)|Portland]]. I funzionari sfruttarono il termine massimo consentito dalla legge per trasferirlo dal North Carolina a Portland per la lettura dei capi d'imputazione,<ref name=carter/> e così nell'arco di dodici giorni Osho passò per ben sei prigioni differenti. Osho dichiarò che il governo statunitense si era comportato in maniera [[Fascismo#Il punto di vista anglo-americano|fascista]], l'aveva umiliato in carcere, nonché avvelenato nel periodo di detenzione.<ref name=jesus/>
Dopo essersi inizialmente dichiarato non colpevole di tutte le accuse ed essere stato rilasciato su cauzione, su consiglio dei suoi avvocati Osho accettò un ''Alford Plea'' (una forma di patteggiamento in cui l'imputato non ammette la sua colpevolezza ma afferma che ci potrebbero essere prove sufficienti per condannarlo) per l'accusa di false dichiarazioni sul visto d'ingresso nel 1981 e per quella di violazione delle leggi sull'immigrazione (ossia l'organizzazione di matrimoni fittizi tra sannyasin per l'ottenimento della residenza statunitense).<ref name=gordon/> In base all'accordo fra i suoi avvocati e l'ufficio del Procuratore degli Stati Uniti, fu condannato a 10 anni con sospensione condizionale e a una sanzione di {{formatnum:400000}} dollari tra multe e spese processuali. Accettò inoltre di lasciare gli Stati Uniti e di non ritornare per almeno cinque anni senza il permesso del Procuratore generale degli Stati Uniti.<ref name=fitzgerald/><ref name=carter/>
Osho considerava tutta la faccenda come un complotto contro di lui e le sue idee ordito dai fondamentalisti cristiani e dal mondo politico, e affermò che il governo statunitense aveva predisposto un piano per assassinarlo se non avesse accettato il compromesso proposto ai suoi avvocati.<ref name=jesus/> Il 6 novembre 1985 gli abitanti rimasti, sia quelli originali che i residenti del ranch, votarono 34 a 0 per ripristinare il nome originale della cittadina di Antelope, che non era mai stato modificato dal Servizio Postale ma che era stato cambiato e successivamente ripristinato dal ''Geographical Names Board'' statunitense. Il ranch, che dista {{M|29|u=km}} da Antelope, appartiene ora alla Young Life (associazione cristiana) ed è stato convertito in un campo chiamato “Washington Family Ranch”.
=== Il ritorno a Pune (1986-1990) ===
[[File:
Osho lasciò gli Stati Uniti e tornò in India, dopo che numerosi paesi gli avevano rifiutato l'ingresso. Sbarcò a [[Delhi]] il 17 novembre 1985. Fu accolto come un eroe dai discepoli indiani e denunciò gli Stati Uniti affermando che fossero un “mostro” da tenere a bada per il bene di tutti.<ref>''World must put U.S. 'monster' in its place, guru says'', “Chicago Tribune”, 18 novembre 1985</ref> Restò sei settimane nella regione dell'Himachal Pradesh. Quando i non indiani del suo gruppo si videro revocato il visto d'ingresso, si trasferì a [[Kathmandu]] (Nepal) e un paio di settimane più tardi a [[Creta (Grecia)|Creta]]. Arrestato dai [[servizi segreti greci]] (KYP) pochi giorni dopo, volò per [[Ginevra]], [[Stoccolma]] e [[Londra-Heathrow]]; ma ogni volta gli venne rifiutato l'ingresso. Quando il Canada gli negò il permesso di atterrare, il suo aereo tornò all'aeroporto di [[Shannon (Irlanda)|Shannon]], in Irlanda, per fare rifornimento. Gli fu concesso di rimanere per due settimane in un albergo a Limerick, a condizione che non uscisse o facesse discorsi. A Osho venne concessa una carta d'identità uruguayana, una residenza provvisoria di un anno e la possibilità di residenza permanente, così il gruppo si mise in viaggio, fermandosi a [[Madrid]] (dove l'aereo venne circondato dalla Guardia Civile). Gli fu consentito di trascorrere una notte a [[Dakar]] prima di proseguire per [[Recife]] e [[Montevideo]].
In Uruguay il gruppo si trasferì in una casa a Punta del Este; Osho riprese a parlare pubblicamente fino al 19 giugno, quando fu "invitato ad andarsene" senza un motivo ufficiale. Ottenne un visto di due settimane per la [[Giamaica]], ma al suo arrivo a Kingston la polizia gli concesse 12 ore per andare via.<ref name=shunyo/><ref name=carter/> In questo “giro del mondo” ben 21 paesi nell'arco di otto mesi gli negarono l'ingresso o lo espulsero subito dopo il suo arrivo, anche a causa delle forti pressioni diplomatiche esercitate dell'amministrazione Reagan.<ref name=melton/> L'Italia ([[governo Craxi II]]), dopo un rifiuto del Ministro dell'Interno [[Oscar Luigi Scalfaro]], gli concesse il visto (inizialmente di 10 giorni, con gravi restrizioni; poi di 2 mesi) dopo la mobilitazione di seguaci, intellettuali e politici (fra cui [[Marco Pannella]], [[Andrea Valcarenghi]], [[Federico Fellini]], [[Giorgio Gaber]], [[Mauro Rostagno]], [[Liliana Cavani]], e altri) ma il guru si era ormai stabilito in India.<ref>Fabrizio Ponzetta, ''L'esoterismo nella cultura di Destra, l'esoterismo nella cultura di Sinistra'', Jubal 2005</ref><ref>Paolo Franceschetti, ''L'assassinio di Osho. Perché si uccide un leader spirituale'', 20 giugno 2010</ref> Fatto rifornimento a [[Gander]] (Canada) e Madrid, Osho fece infatti ritorno a Bombay il 30 luglio 1986. Anche negli anni seguenti, il [[Partito Radicale (Italia)|Partito Radicale]] con diversi esponenti (Pannella, Valcarenghi, [[Gianfranco Spadaccia]], [[Sergio Stanzani]]) tentò ancora di far ottenere il visto d'ingresso a Osho nel [[1988]], definendolo un [[Asilo politico|perseguitato politico]] "[[Confino|confinato]]" e paragonandolo ai ''[[refusenik]]'' ebrei.<ref>{{cita web|url=http://old.radicali.it/search_view.php?id=49820&lang=&cms=|titolo=ANCHE BHAGWAN È UN REFUZNIK. I motivi e gli obiettivi del digiuno intrapreso da Andrea Valcarenghi per affermare il diritto di Bhagwan ad entrare in Italia|pubblicazione=Notizie Radicali n. 87|data=28 aprile 1988|accesso=21 marzo 2024}}</ref>
[[File:Osho Auditorium.jpg|thumb|left|Auditorium dell{{'}}''Osho International Meditation Resort'' di Pune.]]
Il 4 gennaio 1987 Rajneesh tornò all'ashram di Pune,<ref name=gordon/><ref name=fox/> dove teneva discorsi serali quotidiani quando la sua salute glielo permetteva. Le pubblicazioni e le terapie ripresero; l'ashram si estese in una "Multiversità dell'Essere", in cui la terapia era un ponte verso la meditazione. Osho ideò nuovi metodi di “terapia meditativa” (come la “Rosa Mistica”) e iniziò a condurre meditazioni durante i suoi discorsi dopo più di dieci anni.<ref name=fox/><ref name=aveling/> I suoi discepoli occidentali non fondarono grandi comunità, preferendo una vita indipendente.<ref name=fox/> Le vesti rosso-arancio e il mālā vennero in gran parte abbandonate (erano facoltative dal 1985). Gli abiti marroni nell'ashram vennero reintrodotti nell'estate del 1989, con vesti bianche da indossare per la meditazione serale e vesti nere con fasce bianche per i capigruppo.<ref name=aveling/>
Nel novembre 1987, Osho dichiarò che il peggioramento della sua salute (nausea, affaticamento, [[neuropatie]] periferiche dolorose e bassa resistenza alle infezioni) era dovuto a un avvelenamento perpetrato dalle autorità statunitensi quando era in carcere.<ref name=jesus/> Sulla base di apposite analisi, i medici e il suo ex avvocato Philip J. Toelkes (''Swami Prem Niren'') ipotizzarono radiazioni e un [[avvelenamento da tallio]] (attraverso un materasso contaminato, poiché i sintomi erano sul fianco destro del corpo),<ref name=fox/> ma non fornirono prove certe.<ref name=palmer-sharma/> L'avvocato statunitense e procuratore dell'Oregon Charles H. Hunter parlò di "totale fantasia"; altri suggerirono che i sintomi fossero causati da [[AIDS|infezione da HIV]], [[diabete mellito di tipo 2|diabete di tipo 2]] con complicazione [[neuropatia diabetica|neuropatica]] (in un discorso Osho stesso affermò di essere diabetico<ref>[http://www.osho.com/it/highlights-of-oshos-world/zorba-the-buddha Osho, ''Zorba the Buddha'']: «Come se ci fosse troppo zucchero, che ha creato il diabete. Io sono diabetico. Troppo cuore, troppa dolcezza, soffrirai di diabete – non voglio che nessuno di voi soffra di diabete. Proprio così, vivere solamente con il cuore ti procurerà un diabete spirituale». (''From personality to Individuality'')</ref>), [[avvelenamento da mercurio]]<ref name=calder>Christopher Calder, ''Osho, Bhagwan Rajneesh, and the Lost Truth'', 1998</ref> (a causa di otturazioni dentali) o stress cronico.<ref name=fox/><ref>Brian S. Akre, ''Rajneesh Conspiracy, Associated Press Writer''</ref> Sheela dichiarò che Osho assumeva 60 milligrammi di [[Valium]] (Diazepam) al giorno<ref>In seguito ha affermato che la dose arrivava a 240 mg al giorno, ed era mista a Meprobamato, cfr. Ma Anand Sheela, ''Don't Kill Him! The Story of My Life With Bhagwan Rajneesh'', Prakash Books, 2013</ref> ed era dipendente dal [[protossido di azoto]] (gas esilarante) come cura per la sua [[asma]],<ref name=sinha>Sri Prakash Von Sinha , ''Ich denke nie an die Zukunft'', “Der Spiegel” 9 dicembre 1985</ref><ref name=storr>Anthony Storr, ''Feet of Clay. A Study of Gurus'', The Free Press, 1996</ref><ref>''Rajneesh, Ex-secretary attack each other on TV'', "The Charlotte Observer”, 4 novembre 1985</ref> ma lui negò queste accuse quando venne interrogato dalla stampa.<ref name=sinha/><ref>Osho, ''The Last Testament, Vol. 4 Cap. 19''</ref> L'ex discepolo Christopher Calder disse che Rajneesh soffriva fin dai 30 anni di diverse patologie come una [[sindrome da fatica cronica]] o encefalomielite mialgica, [[asma]], [[diabete di tipo 1]], [[ipotensione ortostatica]], [[neuropatia autonomica]] e gravi [[allergie]], e una [[cardiopatia]] derivata da queste patologie<ref name=calder/>, e in carcere avrebbe subìto i sintomi di una
[[Benzodiazepine#Sintomi e gestione dell'astinenza|crisi di astinenza]] da [[benzodiazepine]].<ref>{{Cita web|url=https://www.wumingfoundation.com/italiano/freekarmafood/osho.html|autore=Piero Mancuso|titolo=Il mito del complotto catto-reaganiano contro Osho Rajneesh|accesso=19 marzo 2024}}</ref>
Dall'inizio del 1988, i discorsi di Osho si focalizzarono esclusivamente sullo [[Buddhismo Zen|Zen]].<ref name=fox/> Alla fine di dicembre dichiarò che non intendeva più essere chiamato "Bhagwan Shree Rajneesh"; nel febbraio 1989 assunse il nome di "Osho Rajneesh", che ridusse a "Osho" nel mese di settembre.<ref name=suss/><ref name=fox/> La sua salute continuò ad aggravarsi. Tenne il suo ultimo discorso pubblico nell'aprile del 1989, da allora restò in silenzio assieme ai suoi seguaci. Poco prima della sua morte, Osho insinuò che uno o più membri del pubblico delle riunioni serali lo stessero sottoponendo a una forma di magia maligna. Venne effettuata una ricerca che non ebbe alcun esito.<ref name=shunyo/><ref name=fox/>
=== Morte ===
Osho morì alle 17 del pomeriggio del 19 gennaio 1990 a 58 anni per [[insufficienza cardiaca]], come indicato nel certificato medico.<ref>Rajneesh mourned in India, “The Item”, 20 gennaio 1990</ref> [[Cremazione|Cremato]], le sue ceneri sono state collocate nella sua camera da letto di recente costruzione nella Lao Tzu House dell'ashram di Pune, oggi divenuta la sala che ospita il sepolcro. L'[[epitaffio]] recita: {{Citazione|OSHO - mai nato, mai morto. Ha solo visitato questo pianeta Terra tra l'11 dicembre 1931 e il 19 gennaio 1990}} Il suo ashram è oggi l'Osho International Meditation Resort.
== L'insegnamento ==
{{Citazione|Colui che conosce gli altri è sapiente, colui che conosce se stesso è illuminato.|[[Lao Tzu]], ''[[Tao Te Ching]]''}}
Gli insegnamenti di Osho, forniti attraverso i suoi innumerevoli discorsi, non erano espressi in forma accademica ma con una facondia che molti trovavano suggestiva ed inframezzati da barzellette.<ref name=mullan/><ref name=fox/> Il loro contenuto non era statico ma mutava nel tempo. Osho gioiva del paradosso e della contraddizione, rendendo il suo lavoro difficile da riassumere.<ref name=fox/> Si dilettava nell'assumere atteggiamenti apparentemente in contrasto con l'immagine tradizionale di un individuo illuminato. Era noto per il suo umorismo e il rifiuto di prendere qualcosa sul serio.<ref name=fox/><ref name=urban>Hugh B. Urban, ''Zorba the Buddha: Capitalism, Charisma and the Cult of Bhagwan Shree Rajneesh'', University of California Press, 1996</ref> Affermava che il rapporto maestro-discepolo non fosse che "una commedia", uno stratagemma utile per il risveglio spirituale.<ref>Osho, ''Il sutra del diamante'', Edizioni del Cigno, Peschiera del Garda, 1994</ref> Questo comportamento volubile e spiazzante era giustificato come “una tecnica per la trasformazione” diretta a spingere le persone “oltre la mente”.<ref name=fox/> Forte di un'erudizione sterminata (la sua biblioteca personale contava circa {{formatnum:80000}} libri),<ref name=mistlberger/> Osho parlò delle principali tradizioni spirituali (compreso l'[[induismo]], il [[sufismo]], il [[chassidismo]], il [[tantrismo]], il [[taoismo]], il [[buddhismo]], lo [[zen]] e il [[cristianesimo]]), di una varietà di mistici e pensatori occidentali e orientali, e delle sacre scritture come le [[Upanishad]], i [[testi buddhisti]] e i [[Vangeli]].<ref name=mullan/>
Secondo il sociologo [[Lewis F. Carter]] le sue idee affondano le radici nella scuola [[Advaita Vedānta]] induista, di impostazione [[Non-dualismo|non-dualista]], dove le esperienze umane di separatezza, [[Dualismo|dualità]] e temporalità sono ritenute una danza (o gioco) della coscienza cosmica (''[[līlā]]'') in cui tutto è sacro, ha valore assoluto ed intrinseco.<ref name=carter/> Si tratta di una visione le cui origini risalgono, a loro volta, ai testi delle [[Upanishad]] (IX-VI sec. a.C., facenti parte dell'antichissima [[Veda|tradizione vedica]]) che affermano l'esistenza di un unico Principio supremo, eterno e puro, come fondamento di ogni cosa, e l'identità tra l'[[Ātman|anima]] e il Divino: stadio di un'estasi nell'assoluto che richiama peraltro la concezione buddhista e quella taoista. Sebbene il suo contemporaneo [[Jiddu Krishnamurti]] non approvasse Osho, vi sono evidenti somiglianze fra i rispettivi insegnamenti.<ref name=fox/> Nei suoi atteggiamenti si è riscontrata, peraltro, un'eco della pazza saggezza [[Buddhismo tibetano|tibetana]], della [[Georges Ivanovič Gurdjieff#Controversie e critiche|"via del biasimo"]] resa celebre da [[Gurdjieff]] nel [[sufismo]], del [[cinismo]] greco e della provocazione [[zen]], comportamenti volti a scardinare le convenzioni che chiudono la mente del discepolo.<ref>Osho, The Divine Melody, p.85</ref>
Le idee di Osho rispecchiano anche alcune intuizioni occidentali:<ref name=mullan/> la sua visione "taoista" dell'armonia degli opposti rievoca [[Eraclito]] e quella del divino come [[Uno (filosofia)|Uno]] richiama [[Plotino]], mentre la descrizione dell'uomo come una macchina condannata ai conflitti dell'inconscio e ai modelli nevrotici ha molto in comune con [[Freud]] e col citato “maestro di danze” armeno [[Gurdjieff]], di cui era un grande estimatore;<ref name=fox/><ref name="ReferenceA"/> nei suoi discorsi citava spesso il filosofo [[Bertrand Russell]]; la sua visione dell'“Uomo nuovo” che fonde in sé la dimensione terrena e quella spirituale ricorda il “Superuomo” di [[Nietzsche]] che abbraccia lo spirito dionisiaco;<ref>Lewis F. Carter, ''The ‘New Renunciates’ of Bhagwan Shree Rajneesh: Observations and Identification of Problems of Interpreting New Religious Movements'', “Journal for the Scientific Study of Religion”, 1987</ref> le sue idee sulla liberazione sessuale sono comparabili al pensiero di [[David Herbert Lawrence|D.H. Lawrence]],<ref name=carter/> e le sue “meditazioni dinamiche” sono debitrici a [[Wilhelm Reich]].<ref name=clarke/>
Osho ribadì più volte di non essere un insegnante e di non avere nessuna filosofia di vita né programmi da seguire, spiegando che il suo era solo un invito a vivere la stessa esperienza spirituale da lui vissuta. Il suo approccio, dunque, non è filosofico né dottrinale, bensì "esistenziale", sperimentale, vale a dire: l'esperienza diretta come unica via per la trasformazione del proprio essere.
{{Citazione|Io non ho alcun insegnamento, alcuna dottrina, alcuna disciplina da darti. Tutto il mio sforzo consiste nel ''risvegliarti''. Non è un insegnamento, è soltanto acqua fredda gettata sui tuoi occhi. E quando ti sarai svegliato sarai semplicemente te stesso, né cristiano né indù né musulmano… un fiore unico.<ref>Osho, ''The Rebellious Spirit'', discorso 11</ref>}}
[[File:Pune OSHO Teerth Park Preeti-Parashar 11.JPG|thumb|Statua di Osho, presso l'Osho Teerth Park di Pune.|241x241px]]
Secondo Osho ogni essere umano è un [[buddha]] con la possibilità di “illuminarsi”, di entrare in comunione col divino, capace di amore incondizionato e di “rispondere” (piuttosto che reagire meccanicamente) alla vita; anche se l'ego solitamente lo impedisce poiché legato ai condizionamenti sociali, alla creazione di falsi bisogni e conflitti, e ad un'illusoria identità. Ciò costituisce una barriera alla realizzazione dell'essere,<ref name=fox/><ref name=wallis/><ref name=urban/> che può fiorire solo se ci si sposta da un esistere “in periferia” a un esistere al proprio “centro”.<ref name=fox/><ref name=wallis/>
Osho considerava la mente un semplice meccanismo utilitaristico, necessario per sopravvivere,<ref>Osho, ''Io sono la soglia'', Edizioni Mediterranee, 1980</ref> tuttavia nell'uomo moderno essa versa in uno stato caotico che gli impedisce di vivere autenticamente il momento presente, che è l'unica dimensione “reale” e fonte di gioia.<ref>Osho, ''Il benessere emotivo'', Mondadori 2014</ref> Il risultato è che la gente avvelena se stessa con [[nevrosi]], ossessioni e insicurezze.<ref name=fox/><ref name=wallis/> L'uomo dovrebbe utilizzare la mente come un utile strumento al proprio servizio, e non farsene assoggettare come invece accade nell'attuale società.<ref>Osho, ''La mente che mente'', Ferltrinelli, 2006</ref>
Osho sosteneva che la repressione psicologica, spesso propugnata dai capi religiosi, fa sì che i sentimenti repressi riemergano in un'altra forma, e inoltre la repressione sessuale dà origine a società ossessionate dal sesso.<ref name=fox/> Piuttosto che reprimersi, le persone dovrebbero aver fiducia in se stesse e accettarsi incondizionatamente;<ref name=fox/><ref name=wallis/> attraverso la meditazione dovrebbero diventare "un'unità", ossia interiormente integre, e non restare invece "frammentate" e "divise".<ref name=fox/>
=== La meditazione ===
Per Osho, la meditazione (in sanscrito ''[[dhyāna]]'', da cui deriva il termine cinese ''Chan'' e da qui il giapponese ''Zen'') è quello stato di “puro essere”, di pura ''consapevolezza''<ref>Da con confondersi con la "coscienza di sé", o "autocoscienza", che è espressione dell'ego e, pertanto, viene condizionata dall'ambiente esterno (ad esempio: dall'opinione della gente).</ref> che trascende la mente e la cui realizzazione può essere agevolata da apposite tecniche. Il suo stadio supremo è l'[[Bodhi|illuminazione]], ossia la scomparsa dell'ego e l'estatica fusione col Tutto (in sanscrito ''bodhi'', il "risveglio spirituale").<ref>Osho, ''Iniziazione alla meditazione. Il risveglio della consapevolezza'', Edizioni Mediterranee, 1999</ref> Quando l'io si dissolve – afferma Osho – il divino appare; resta solo la Realtà suprema. Per "meditazione", dunque, si intende quello stato di coscienza che rappresenta la condizione naturale del nostro essere: una consapevolezza senza pensieri, una "totale presenza" che risveglia l'individuo dal "sonno" dell'attività meccanica della mente. Con questo termine si indicano inoltre le diverse pratiche ed espedienti utili a raggiungere tale stato.<ref name=fox/><ref name=wallis/>
Secondo la tradizione indù, "realizzazione del Sé" (ovvero della ''verità'', del ''divino'') significa, per l'appunto, raggiungere il centro del proprio essere, quello che Osho chiama "l'occhio del ciclone": uno spazio interiore immobile, di eternità e silenzio, non turbato dalla "tempesta del mondo", in cui si è un tutt'uno con l'Assoluto. Osho invitò l'uomo a vivere nella realtà sociale restando tuttavia radicato nel proprio centro ("siate ''nel'' mondo ma non ''del'' mondo"). Impiegò la psicologia occidentale nelle fasi preparatorie della meditazione, la quale dev'essere presa "in maniera giocosa e non seria".<ref name=fox/> Illustrò e commentò le 112 tecniche di meditazione dello [[shivaismo]] [[tantra|tantrico]] riportate nel ''[[Vigyana Bhairava Tantra]]'', precisando che il loro nucleo fondamentale fosse "l'essere testimoni", l'attenzione cosciente, e ne elaborò di nuove adattandole all'uomo moderno.
==== Le meditazioni attive ====
[[File:Sivakempfort.jpg|thumb|Statua del dio [[Shiva]] in meditazione nella classica posizione del loto. [[Bangalore]], India.|214x214px]]
Le tecniche di “meditazione attiva” ideate da Osho sono caratterizzate da diversi stadi di attività fisica che conducono al silenzio. La più nota è la ''Meditazione Dinamica'':<ref name=fox/><ref name=urban/> eseguita con gli occhi chiusi (o bendati), comprende cinque fasi (quattro delle quali accompagnate da musica). In primo luogo, il meditatore effettua 10 minuti di respirazione rapida attraverso il naso; i successivi 10 minuti servono per la catarsi: “lascia accadere qualunque cosa accada… ridi, grida, urla, salta, scuotiti, qualunque cosa ti senti di fare, fallo!”.<ref name=gordon/><ref name=oshoprimae>Osho, ''Meditazione. La prima e ultima libertà'', Edizioni Mediterranee, 1990</ref> Quindi, per altri 10 minuti, bisogna saltare su e giù con le braccia alzate gridando “uh” ad ogni balzo. Nella quarta fase (silenziosa) il meditatore si arresta rimanendo immobile per 15 minuti e osservando tutto ciò che accade. L'ultima fase della meditazione è costituita da 15 minuti di danza e celebrazione:<ref name=gordon/><ref name=oshoprimae/> “le mie meditazioni sono fatte per riportarti all'infanzia, quando non eri rispettabile, quando potevi fare cose pazze, quando eri innocente, incorrotto dalla società”.<ref>Osho, ''La disciplina della trascendenza'', Bompiani, 2002</ref>
Osho mise a punto altre tecniche di meditazione attiva (come la ''Kundalini'' o la ''Nadabrahma''), che sono meno movimentate, sebbene includano anche attività fisica.<ref name=fox/> Le sue successive tecniche meditative richiedevano sedute di diversi giorni. La ''Rosa Mistica'' prevedeva tre ore di risate ogni giorno per una settimana, tre ore di pianto per una seconda settimana e la terza settimana tre ore di meditazione silenziosa.<ref name=aveling/> Lo stato di "testimone" del meditatore consentiva un "salto nella consapevolezza".<ref name=fox/> Osho sosteneva che tali metodi "caotici" fossero necessari per "spostare il centro della consapevolezza dal cervello verso il cuore"; un metodo "sistematico", basato cioè sulla comprensione intellettuale, non avrebbe sortito effetti: per l'uomo moderno, infatti, è difficile meditare stando semplicemente seduti, visto il suo tumultuoso stato mentale. Una volta che queste tecniche catartiche avessero "ripulito lo spazio interiore", la gente sarebbe stata in grado di utilizzare i metodi "silenziosi" senza problemi.<ref>[https://dotsub.com/view/33079e03-f37d-4b6f-9aa6-0463158420bb Osho, ''The Last Testament Vol.3 #19'']</ref>
=== Il sannyas e l'Uomo Nuovo ===
Osho sosteneva che il suo [[Sannyasa|sannyas]] (o ''neo-sannyas''), ossia il suo movimento di “ricercatori del Vero”, non fosse una dottrina ma una semplice “affermazione di libertà”, un invito a vivere in gioiosa sintonia con il divino. La “nuova religione” deve essere “una religione d'amore e non di leggi, una religione della natura e non della disciplina”.<ref>Osho, ''Estasi. Il linguaggio dimenticato'', De Agostini, 2013</ref> Dichiarò che il suo sannyas non fosse un programma ma, al contrario, un processo di “deprogrammazione”, di “deipnosi”, finalizzato a liberare il discepolo da tutti i condizionamenti esercitati dalla propria società, cultura e tradizione;<ref name=biagi>Enzo Biagi, ''Spot'', Rai Uno, 28 gennaio 1986 (intervista a Osho, a Kathmandu (Nepal), del 12/01/1986)</ref> e lo definì una “scienza della trasformazione interiore”. Osho affermò di non essere un insegnante e di non avere messaggi o filosofie da dare, “non credo nei sistemi, io sono un flusso anarchico come lo è la vita stessa”.<ref>Osho, ''The Open Secret: A Darshan Diary'', capitolo 16, Rajneesh Foundation, 1980</ref>
{{citazione|Il sannyas è il seme di un tipo di mondo completamente diverso nel quale la persona sia libera di essere se stessa, non sia repressa e storpiata, e non le vengano creati sensi di colpa. Un mondo in cui si accetti la gioia, in cui l'allegria sia la regola e la serietà sia scomparsa. Un mondo in cui penetri una sincerità non seriosa, la gaiezza e il gioco.<ref>Osho, ''Il sutra del cuore'', Peschiera del Garda, 1996</ref>}}
Un altro elemento chiave era la presenza di Osho come un [[Guru|maestro]]: se il discepolo entra in comunione col maestro può sentire la presenza del divino. L'[[Rito di iniziazione|iniziazione]] che offriva era un espediente del genere: “se il vostro essere riesce a comunicare con me diventa una comunione... la più grande forma di comunicazione possibile: una trasmissione senza parole. I nostri esseri si fondono. Questo è possibile solo se tu diventi un discepolo”.<ref name=fox/> Attuando una sorta di “auto-parodia”, Osho rinnegò la sua stessa autorità e dichiarò che il suo insegnamento altro non fosse che un gioco o uno scherzo.<ref name=urban/> Sottolineò inoltre che ogni cosa avrebbe potuto diventare un'opportunità di meditazione.<ref name=fox/>
[[File:Lightmatter buddha3.jpg|thumb|Statua di [[Gautama Buddha|Gautama il Buddha]], figura di estrema importanza per Osho.|255x255px]]
Osho considerava il suo movimento neo-sannyas una nuova dimensione spirituale incentrata sulla libertà assoluta. Sosteneva che i tradizionali sannyas indù si fossero trasformati in un sistema di rinuncia sociale e di imitazione di vecchi modelli.<ref name=aveling/> Ribadì l'importanza della libertà interiore e la responsabilità verso se stessi, chiedendo non mutamenti negli aspetti esteriori e superficiali ma una più profonda trasformazione interiore. I desideri dovrebbero essere accettati e quindi trascesi, piuttosto che repressi: il fiorire di una piena ''consapevolezza'' avrebbe fatto svanire desideri e ossessioni, come quella per il sesso.<ref name=aveling/>
Osho si autodefinì "il guru dei ricchi" e affermò che la povertà non fosse affatto un valore spirituale, bensì "un cancro da estirpare".<ref name=gordon/> Sosteneva che chi ha soddisfatto tutti i bisogni materiali ma all'interno si sente vuoto finisce per avvicinarsi alla religione,<ref>Osho, ''The Last Testament, Vol.2 #3''</ref> che lui definì, per l'appunto, "il lusso supremo": una dimensione cui si anela una volta appagate le necessità più impellenti (molti dei suoi discepoli erano infatti gente colta e benestante).<ref name=biagi/> Osho venne fotografato con abiti sontuosi e orologi fatti a mano,<ref>Neil Pate, ''Celluloid Osho, quite a hit'', “Times of India”, 3 gennaio 2004</ref> e in Oregon guidò Rolls-Royce quotidianamente (i suoi seguaci intendevano comprarne 365, una per ogni giorno dell'anno). Immagini divulgative delle Rolls vennero fornite alla stampa,<ref name=fitzgerald/><ref name=gordon/> come a ribadire il suo apprezzamento della ricchezza e il desiderio di provocare la sensibilità statunitense (così come aveva tratto piacere, in precedenza, nell'offendere la sensibilità indiana).<ref name=gordon/><ref name=lewis-petersen/>
==== Zorba il Buddha ====
Osho intendeva creare un “uomo nuovo” che unisse la spiritualità di [[Buddha|Gautama il Buddha]] con il gusto per le gioie terrene incarnato dal personaggio ''Zorba il greco'' dello scrittore [[Nikos Kazantzakis]]. Questa concezione di un uomo capace di godere sia dei piaceri materiali che dell'estasi spirituale è in aperta rottura con la tradizionale visione delle più importanti religioni, per le quali i due mondi sono separati: quello dello spirito e quello della materia. “Egli deve essere meticoloso e obiettivo come uno scienziato… sensibile, pieno di cuore come un poeta… e radicato nel profondo del suo essere come un mistico”.<ref name=fox/><ref name=urban/> La sua definizione di “uomo nuovo” era applicabile sia agli uomini che alle donne, i cui ruoli vedeva come complementari; anzi, la maggior parte dei ruoli di comando del suo movimento erano affidati a donne. Quest'uomo nuovo, ribattezzato “Zorba il Buddha”, avrebbe dovuto abbracciare scienza e spiritualità.<ref name=fox/>
Osho auspicava la scomparsa di tutte le religioni e di tutti i governi del mondo, per spianare la strada all'avvento di un nuovo essere umano che viva in un clima di diffusa religiosità (non ascrivibile a nessuna chiesa né organizzazione), che sia veramente spirituale e abbia una dimensione cosmica. L{{'}}''uomo nuovo'' non sarebbe stato ingabbiato in istituzioni come la famiglia, il matrimonio, le ideologie politiche e le religioni. In questo senso, Osho è vicino ad altri guru della controcultura e (forse) ad alcuni pensatori postmoderni e “[[Decostruzionismo|decostruzionisti]]”.<ref name=urban/> Osho, infine, credeva che l'umanità fosse a rischio estinzione a causa della [[sovrappopolazione]], delle [[armi nucleari]], dei [[disastri ambientali]], delle malattie (come l'AIDS), e che solo una "rivoluzione della consapevolezza umana" avrebbe potuto salvarla. Sosteneva, inoltre, che molti dei mali della società potessero essere eliminati con mezzi scientifici.<ref name=fox/>
=== I "dieci comandamenti" di Osho ===
Osho dichiarò di essere contrario ad ogni dottrina, dogma e ad ogni tipo di comandamento. Tuttavia, in una lettera a un discepolo, stilò questo elenco semiserio:<ref>Osho, ''Una tazza di tè, Lettera # 124'', News Services Corporation, 1999</ref>
1) Non ubbidire ad alcun ordine
2)
3) La verità è dentro di te, non cercarla altrove.<br />
4)
5) Il vuoto è la soglia della verità: è il mezzo, il fine e la realizzazione.<br />
6) La vita è qui e ora.<br />
7) Vivi totalmente desto.<br />
8) Non nuotare, galleggia.<br />
9) Muori ogni istante, così da poter rinascere ogni istante.<br />
10) Smetti di cercare. Ciò che è, è: fermati e guarda.
Suggerì, infine, dei "non-comandamenti", ossia dei valori che rappresentavano il suo fondamentale atteggiamento verso la vita:
1) libertà; 2) unicità dell'individualità; 3) amore; 4) meditazione; 5) no alla serietà; 6) giocosità; 7) creatività; 8) sensibilità; 9) gratitudine; 10) senso del mistero.<ref>Osho, ''L'abc del risveglio'', Milano, Mondadori 2011</ref>
== Il pensiero di Osho ==
{{Citazione|Nessuno potrà mai organizzare le mie parole secondo una logica, vi lascerò in una totale confusione.|Osho, ''The Secret of Secrets'', 1978}}
Oratore versatile e dissacrante, Osho affrontò nei suoi discorsi estemporanei, tenuti davanti a un pubblico internazionale nel corso di trentacinque anni, gli argomenti più disparati: dalla ricerca spirituale ed esistenziale del singolo individuo alle questioni sociali e politiche
La visione di Osho abbraccia sia la millenaria saggezza orientale, sia la scienza e il pensiero occidentali. Osho sosteneva che l'obiettivo dei suoi discorsi non fosse l'indottrinamento ("non aggrappatevi alle mie idee, non vi darò nessun dogma"), ma quello di scardinare i meccanismi mentali dell'ascoltatore per indurlo in uno stato interiore di pace e profonda attenzione, e "creare uno spazio sempre più ampio di meditazione; non si tratta di conferenze, in realtà è solo un espediente per aiutarti a diventare silenzioso, è un metodo di potenziale trasformazione".<ref>Osho, ''Beyond Psychology #42 (discorsi in Uruguay)'', 1988.</ref> Riportiamo, nei paragrafi seguenti, le sue opinioni su alcune tematiche-chiave.
===
Osho condannò perentoriamente tutte le religioni organizzate considerandole spazzatura alla stregua delle [[Superstizione|superstizioni]], ed auspicò il superamento di tali credenze preconizzando l'avvento di una nuova, unica religiosità, una “scienza della dimensione interiore”, soggettiva, incentrata sull'essere (così come la scienza “oggettiva” si occupa del mondo esteriore). Affermò che le religioni tradizionali hanno represso l'essere umano e sono destinate a scomparire, e che non hanno alcun senso i vari [[Credo religioso|credo]], le [[Fede|fedi]], i [[Rituale|rituali]] e i [[Dogma|dogmi]]. La dimensione spirituale deve sorgere dall'esperienza diretta, dalla ricerca, da un percorso interiore; “per raggiungere la verità bisogna liberarsi da tutte le dottrine, da tutte le strutture formali” e coltivare un cuore amorevole e innocente. L'errore fondamentale compiuto dalle religioni storiche è che "nessuna ha avuto il coraggio di riconoscere che ci sono cose che noi non sappiamo, ognuna ha finto di essere onnisciente",<ref>Osho, ''From Ignorance to Innocence'', discorso #11</ref> di essere l'unica vera religione condizionando l'uomo fin dalla nascita con effetti deleteri. Osho affermò che il vero uomo religioso è un ribelle in totale armonia con la sua luce, col flusso divino dell'esistenza, che vive in assoluta [[libertà]] senza essere condizionato dalla società, dalla cultura e dalle tradizioni.
[[File:Yin yang.gif|thumb|Il [[Tao]], "l'eterna danza degli opposti", per Osho era un simbolo fondamentale.|185x185px]]
{{citazione|È arrivato il momento di mettere al rogo tutte le vecchie religioni ormai logore e di lasciar emergere un nuovo concetto di religiosità che affermi la vita, una religione basata sull'amore non sulle leggi, una religione della natura non della disciplina, una religione della totalità non della perfezione, una religione del sentire non del pensare. Il cuore dovrebbe essere il capo, allora tutto si sistemerebbe spontaneamente. Se riesci a fidarti della natura, a poco a poco diventerai quieto, silenzioso, felice, gioioso, festoso, perché la natura è in festa. La natura ''è'' una festa.<ref>Osho, ''Il benessere emotivo'', Mondadori, Milano 2009</ref>}}
Il suo [[Critiche alla religione|dissenso]] era rivolto soprattutto verso le [[religioni abramitiche]] e "istituzionali". In un'intervista<ref>''CJOR Radio'', Vancouver, Canada, in ''The Last Testament, Vol. 2, Cap. 2''</ref> affermò che [[cristianesimo]], [[giudaismo]] e [[islam]]ismo fossero "solo sciocchezze"; mentre [[buddhismo]], [[taoismo]] e [[giainismo]] contenessero degli elementi validi, in quanto tutte e tre fondate sulla meditazione; l'[[induismo]], da parte sua, era "a metà strada tra i due gruppi". Auspicò, inoltre, la diffusione dello [[buddhismo Zen|Zen]] nel mondo.<ref>Osho, ''Una vertigine chiamata vita'', Milano, Mondadori, 2003</ref> Nell'ultima fase della sua vita, in una conferenza stampa mondiale, dichiarò sciolta la religione sorta intorno a lui, annullò l'uso dei colori rossi e del [[mālā]], perché per raggiungere "l'essenza più intima del proprio essere non occorre una professione di fede, io non sono un leader, non ho catechismi, non ho teologie. Tu non sei un seguace: è sufficiente essere amici".
Nell'autunno del 1989, pochi mesi prima di "abbandonare il corpo", dichiarò alla stampa che la sua gente doveva continuare a sviluppare qualità come l'amore, la consapevolezza, la festa, la celebrazione e la gioia, che non sono monopolio di nessuno e "attorno alle quali non è possibile costruire alcuna chiesa", e che dovevano crescere come individui completamente indipendenti e liberi da norme stabilite da altri, conservando lo sguardo innocente dei bambini; "la via per fare tutto questo è scendere dentro di sé". Osho commentò le [[Sacre Scritture|sacre scritture]] delle grandi religioni mondiali, di cui forniva dotte interpretazioni personali. Le sue feroci posizioni contro le tradizioni spirituali gli attirarono l'ostilità del mondo religioso.<ref>Osho, ''From Ignorance to Innocence'', Cap. 11</ref>
===
Osho non credeva nell'esistenza di un Dio "persona", di un Dio-padre, come quello tramandatoci dalle grandi tradizioni religiose (tanto che da alcuni veniva considerato un [[ateo]]<ref>{{Cita web|autore=Osho |titolo=14. The Only Hope: The Enlightenment of Humanity |url=https://www.osho.com/osho-online-library/osho-talks/religion-being-atheism-3f1213a0-2d0?p=789176b1b3274ece433bab8494a34af1|urlmorto=|opera=From Personality to Individuality|editore=Osho.com}}</ref><ref>{{Cita web|pubblicazione=[[The Washington Post]]|data=30 aprile 2014|titolo=Commentary: Chanting 'Osho' and letting go|url=https://www.washingtonpost.com/national/religion/commentary-chanting-osho-and-letting-go/2014/04/30/46427bf8-d098-11e3-a714-be7e7f142085_story.html}}<!-- This is an opinion piece from the personal perspective of the author, which makes it non-authoritative unreliable personal commentary. It also does not say what this says that it says. It says he "rejected all institutionalized religion", not that he rejected all religion and was an anti-religious atheist. --></ref>), bensì nell'esistenza di una ''essenza divina'', un'energia allo stato puro, eterna e creativa, intelligente e multidimensionale, in perenne espansione. Questa qualità divina – che possiamo chiamare Dio, [[Dharma]], [[Brahman]], [[Tao]], Verità, Assoluto ecc. – non può essere dimostrata ma può essere sperimentata, poiché permea tutto ciò che esiste, è “l'anima stessa dell'universo” e la nostra più intima natura, e rientrare in connessione con essa costituisce l'esperienza suprema della beatitudine. Detta coscienza universale non è caotica, ma è un cosmo con un suo destino e un significato ben precisi: la realizzazione dell'estasi.<ref>Osho, ''Ecstasy: The Forgotten Language'', Cap. 8</ref>
{{citazione|L'uomo ha vissuto nella paura, è ora di finirla! L'umanità ha bisogno di un'alba nuova, di una visione totalmente nuova. Non esiste altro Dio all'infuori della ''fragranza dell'amore''. Ma questa fragranza può nascere solo in profonda meditazione, non nella preghiera. La preghiera puzza di paura. […] Puoi accantonare il nome "Dio", non perderai nulla: lascia che l'amore sia il tuo Dio. Ma dovrai liberarti dai preti. Dovrai liberarti dalle tue cosiddette religioni, dalle chiese, dai templi, dai rituali, dalle scritture. Esiste un pattume enorme di cui ti devi liberare.<ref name=perfetta>Osho, ''Una perfetta imperfezione. Ama ciò che sei'', Cairo Publishing, 2007</ref><ref>Osho, ''Una risata vi risveglierà'', Milano, Feltrinelli, 2010</ref>}}
Le divinità individuali, secondo Osho, non sono altro che proiezioni della mente umana, frutto di una visione "primitiva" del [[sacro]], e sono state accreditate dalle religioni per imporre la propria egemonia sull'essere umano. Altrettanto fasulla è l'esistenza del [[demonio]], controparte malevola del divino, riconosciuta dalle organizzazioni religiose per sostenere le proprie tesi: il male inteso come entità divina non esiste, è soltanto "assenza di luce", di amore e consapevolezza;<ref>Osho, ''La Bibbia di Rajneesh'' Cap. 3</ref> "è la tua mente che continua a tentarti, a ingannarti e a crearti sempre nuove illusioni";<ref>Osho, ''The Dhammapada: The Way of the Buddha''</ref> "non esiste alcun Dio né alcun diavolo: esiste solo l'[[Uno (filosofia)|Uno]]".<ref>Osho, ''Unio Mystica'', Vol. 1, 1980</ref>
=== Matrimonio e famiglia ===
Osho considerava il [[matrimonio]] un'istituzione contronatura poiché in contrasto con la libertà personale, “il valore supremo, non esiste nulla di più elevato della libertà”. La vita – spiega il mistico – è un continuo mutamento, e le persone dovrebbero incontrarsi e amarsi quando le proprie energie collimano, e poi separarsi quando tale sintonia svanisce. Forzare legalmente i rapporti affettivi è sbagliato e genera [[nevrosi]], perversioni psicologiche, repressioni e [[sensi di colpa]]. La famiglia, inoltre, danneggia e condiziona negativamente la psiche del bambino inculcandogli pregiudizi, falsi valori e appartenenze sociali e religiose.<ref>Osho, ''The Last Testament, vol. 1, discorso # 15''</ref>
[[File:Sigmund Freud LIFE.jpg|thumb|left|upright=0.7|[[Sigmund Freud]].]]
In un'altra occasione affermò che l'amore è distrutto non tanto dal matrimonio, quanto invece dalla [[relazione di coppia]], che spesso nasce fra individui inconsapevoli del reale significato dell'amore e avulsi da un'autentica dimensione di intimità.<ref name=autogenerato2>Osho, ''Dal sesso all'eros cosmico'', Bompiani,
Milano 2013</ref> In alcuni discorsi fu più indulgente con la famiglia, sottolineando come un "matrimonio felice" e un contesto famigliare sano possano avvicinare l'individuo al divino.<ref name=osho_lungo>Osho, ''Il lungo, il corto, il nulla'', Mondadori, Milano 2009</ref> Osho rifiutò categoricamente di sposarsi, nonostante le insistenze e la disapprovazione dei suoi familiari.
=== Ego, mente e psicoanalisi ===
Osho sosteneva, in linea con le teorie buddhiste e il misticismo orientale, che la [[mente]] fosse la prima causa dell'infelicità umana, perché ha preso gradualmente il controllo dell'individuo distruggendone la vita. L'uomo – che in realtà è pura consapevolezza – ha fatto l'errore di identificarsi con la mente diventandone schiavo, invece di avvalersene come utile strumento al proprio servizio (essendo parte del corpo fisico, cosiddetta “materia sottile”), e le ha così conferito un potere abnorme. La mente, secondo Osho, dovrebbe essere trascesa con la meditazione, che è appunto uno stato di non-mente, di puro essere. Precisò, nondimeno, che essa non deve essere considerata come un "nemico" ma utilizzata in modo accorto.
L'[[Io (psicologia)|ego]] è una falsa identità creata dalla mente e dal traffico incessante dei pensieri, e costituisce una barriera che separa l'essere umano dal divino. Osho, pur riconoscendo la rilevanza delle teorie di [[Freud]], ritiene la [[Psicoanalisi|psicologia moderna]] incapace di risolvere i problemi dell'uomo poiché agisce comunque nell'ambito della psiche, cercando di adattarla alle esigenze della società, e non considera invece la possibilità di oltrepassarla radicalmente. I [[Sogno|sogni]] sono, solitamente, meri prodotti dell'attività mentale (in una forma più elementare dei pensieri) e come tali trascurabili.<ref>Osho, ''Oltre La Psicologia'', Oshoba, Tradate (VA) 2000</ref> In un discorso, tuttavia, Osho affermò che prenderne nota e cercare di comprenderli può essere un proficuo esercizio di autopsicanalisi; alcuni sogni potrebbero addirittura “avere un valore iniziatico sulla via dell’evoluzione della coscienza e non provenire dall’inconscio”.<ref>Osho, ''The Osho Upanishad'', Rebel Publishing House Pvt. Ltd., India 2001, cap. 34</ref>
===
Il sesso, per Osho, è manifestazione di un'energia primaria e fondamentale nell'essere umano, che ha natura divina. Le religioni storiche lo hanno sempre condannato e represso causando danni smisurati all'umanità. La sessualità assolve tuttavia una pura funzione biologica e arriva il momento in cui dev'essere trascesa. In un'intervista al giornalista [[Enzo Biagi]],<ref name=biagi/> Osho affermò che
{{citazione|tutti gli animali sono esseri sessuali, solo l'uomo ha il privilegio di avere qualcosa di più elevato: non il semplice incontro di due corpi, ma l'incontro di due anime, e questo è l'amore. L'amore può contenere in sé il sesso, il sesso non può inglobare in sé l'amore. Il sesso è una cosa minuscola, l'amore è vasto e tremendo, può esistere anche senza il sesso. Un rapporto d'amore non deve necessariamente implicare il sesso. Anzi, per esperienza posso dire che più ci si eleva oltre il sesso e più si inizia a gioire di una comunione spirituale con un amico, una donna, un uomo. Da quello stato di comunione il sesso sembra così distante, così vittima della biologia, se confrontato con la libertà che dà l'amore, con la crescita e l'espandersi che continua ad avere, che è possibile non desiderare più di scendere nelle valli oscure della sessualità. Ma io non impongo limiti di nessun tipo. Dico semplicemente che quando l'amore cresce in profondità, il sesso impallidisce. E quando l'amore raggiunge la sua estrema fioritura, il sesso scompare. Diventa una cosa infantile.}}
L'[[amore]], dunque, è la vera trasmutazione dell'energia sessuale, ma accade solo quando il sesso viene accettato e vissuto in maniera naturale e non ripudiato. Osho afferma, in accordo con la [[Tantra|visione tantrica]], che in un profondo stato di meditazione e amore è possibile trasformare il sesso in un'[[Estasi|esperienza estatica]], entrando in una dimensione di unità e [[samādhi]]. Il sesso è il livello energetico più basso, il divino è quello più alto. Più ci si eleva spiritualmente, più la sessualità diminuisce: alla fine vi è un culmine in cui questa energia fluisce verso l'apice diventando [[Compassione (buddhismo)|compassione]]. L'amore è la sostanza intima dell'universo, "l'uomo che non ha sviluppato la capacità di amare vive in un suo inferno privato, un uomo colmo di amore è in paradiso".<ref name=theshort>Osho, ''The Long, the Short and the All'', discorso #6</ref>
==== L'amore come realtà assoluta ====
Osho affermò che l’universo è formato dalla "sostanza chiamata amore" e che l'amore è l'unica realtà concreta dell'esistenza: "tutto il resto è solo illusione", non è altro che "un sogno rimuginato dalla mente"; invitò dunque i suoi discepoli a coltivare questo sentimento per potersi avvicinare al divino. Osho sottolineò la necessità, per l'essere umano, di una vera e propria "educazione all'amore" che gli consenta di vivere con totale gioia e pienezza. È fondamentale, sosteneva, dare amore sempre e comunque, "come un imperatore", senza preoccuparsi che quell'amore venga ricambiato (l'esistenza ti ricompenserà lautamente perché "più condividiamo più ci torna indietro"), e non reclamare amore "come un mendicante".<blockquote>"Le imperiose richieste d'amore non renderanno mai nessuno capace di perfezionare il suo amore. Coloro che insistono sull'amore non lo ricevono mai e questo fallimento, così scoraggiante per loro, li rende gradualmente incapaci di dare amore".<ref name="theshort" /></blockquote>
==== L'amore come stato interiore ====
Per Osho l'amore reale è proprio ''essere amore'', non è una relazione sentimentale, è uno stato dell'essere, il più alto picco della consapevolezza, che viene chiamato “lo stato del risveglio” o “lo stato di illuminazione” (ossia quello di un Gautama il Buddha): tu sei pieno, straripante d'amore e non puoi che condividerlo con chiunque. "L'amore non è qualcosa che puoi ottenere da qualcuno che non abbia raggiunto uno stato di estasi", per questo motivo la sofferenza è così diffusa: tutti chiedono di essere amati e fingono di amare; "ma non sei in grado di amare se non conosci la verità, se non hai avuto l'esperienza del divino". L'amore è una condizione del proprio essere e sorge in uno stato di solitudine estatica. Amare significa dare senza alcun desiderio di contraccambio, senza condizioni e nessun tipo di richiesta, anzi: provando un senso di riconoscenza per chi ha accettato il tuo amore.<ref>Osho, ''Tantra, amore e meditazione'', Mondadori, 2012</ref>
==== Il rapporto di coppia ====
Osho definì la [[Coppia (sociologia)|relazione sentimentale]] "una reciproca illusione", una prigionia che nasce dal bisogno di essere amati e dall'incapacità di stare soli, e con essa si cerca di dare un senso alla propria vita; entrare in comunione con l'esistenza fa invece sorgere l'amore assoluto come stato interiore, che consente di donare amore senza pretendere nulla né sacrificare la propria e l'altrui libertà.<ref>Osho, ''The Book of Secrets'', capitolo #20</ref> In altri discorsi, affermò che la relazione può essere sana e armoniosa se non vi è possessività e dipendenza ma una profonda sintonia,<ref>Osho, ''The Book of Wisdom'', The Rebel Publishing House, 1993</ref> e che gli amanti spalancano orizzonti sconfinati in cui "l'ego si dissolve".<ref>Osho, ''The Book of Secrets'', Vol. 2, 1998</ref><ref>Osho, ''The Dhammapada: The Way of the Buddha'', Vol. 2, discorso #4</ref> Osho fece diverse riflessioni sul rapporto di coppia,<ref>Alcune di esse sono state pubblicate nella raccolta postuma ''Con te e senza di te'' ("Love, freedom, aloneness", 2001).</ref> dispensando all'occasione consigli e suggerimenti, e venne sprezzantemente definito il "guru del sesso" dalla stampa internazionale dopo che i suoi discorsi, favorevoli a un approccio più naturale alla sfera sessuale, scandalizzarono la società conservatrice.
=== Amicizia ===
Per Osho, l'[[amicizia]] è una relazione più profonda e nobile della relazione d'amore, perché è amore allo stato puro: incondizionato, disinteressato e non possessivo. L'amore, infatti, non deve obbligatoriamente avere a che fare con la [[sessualità]]. La sessualità può far parte dell'amore o può anche non farne parte: se non è presente nasce l'amicizia che, di fatto, è il vero amore. Tuttavia l'amore privo di sessualità al giorno d'oggi è ormai inesistente, la gente conosce solo il tipo di amore sessuale, che in sostanza è uno sfruttamento reciproco. Osho afferma, inoltre, che oggi l'amicizia viene spesso concepita in senso "sociologico", "in termini di semplice conoscenza”. Se invece si è "reali, autentici e assolutamente consapevoli del proprio essere" nasce l{{'}}''amichevolezza'', che è una qualità interiore molto più vasta delle semplici relazioni d'amicizia, perché è uno stato di amore assoluto.<ref>Osho, ''Satyam Shivam Sundram Cap. 10''</ref>
===
Osho esaltava una continua e gioiosa celebrazione dell'esistenza, perché ogni aspetto della vita è divino, da quello fisico a quello spirituale. L'uomo deve “gioire nell'essere”, celebrare ed amare, in quanto parte di un'esistenza perennemente in festa. Secondo Osho, l'uomo è l'essere vivente più infelice e represso del pianeta perché ha smarrito la sua stessa natura: quella gioiosa armonia che invece anima tutte le altre forme di vita. La pace interiore e la beatitudine dovrebbero essere una qualità del proprio essere, traboccare estaticamente fino a generare un campo energetico di amore (''buddhafield'').
Osho sottolineò la bellezza e i benefici della [[risata]], in opposizione alla serietà, che è "un cancro dell'anima" e soffoca la vita. Secondo Osho la risata è la vera essenza della religiosità, perché "la vita va presa come uno scherzo cosmico". La serietà invece non è mai religiosa, è frutto dell'ego e parte della sua malattia.<ref>Osho, ''I Celebrate Myself: God Is No Where, Life Is Now Here, Talk #4''</ref> <blockquote>"È un peccato che nessuna religione al mondo abbia accettato il senso dell'[[umorismo]] come una delle qualità fondamentali dell'uomo religioso. Voglio che comprendiate che il senso dell'umorismo, la giocosità, dovrebbe essere una qualità di base. Non prendete le cose troppo sul serio".<ref>Osho, ''The Sword and the Lotus'', Rebel, 1989</ref></blockquote>
===
Osho era totalmente favorevole al progresso della [[scienza]] e alla [[tecnologia]], che peraltro hanno avuto il merito di liberare l'uomo dai millenari "credo" religiosi e dalle superstizioni spingendolo, grazie al [[benessere]] generato, verso una reale spiritualità. L'Oriente, secondo Osho, ha trascurato la ricerca scientifica a favore di quella spirituale, producendo miseria e arretratezza. In Occidente, al contrario, il progresso scientifico non è andato di pari passo con una scienza della trasformazione interiore, e ha così creato una società troppo sbilanciata verso il materialismo e spiritualmente malata. In realtà, – spiega Osho – non esiste alcun conflitto tra scienza e religione, tra corpo e anima, e nella seconda metà del [[Novecento]] si è infatti assistito a una compenetrazione dei due mondi, tesa a colmare le reciproche lacune: la civiltà che nascerà in futuro sarà una sintesi e un equilibrio di scienza e religione.<ref>Osho, ''Meditazione passo dopo passo'', De Agostini, Milano 2015</ref>
Osho sosteneva che la [[Medicina|scienza medica]], la [[fisiologia]] e la [[psicologia]] sono ancora immature e "chiuse" poiché negano l'esistenza della dimensione interiore dell'uomo, hanno una visione limitata e agiscono solo in superficie.<ref>Osho, ''Tu sei il mondo'', Giunti, Firenze 2011</ref> Apprezzò l'avvento dei computer e dei [[sistemi informatici]].<ref>Osho, ''Hari Om Tat Sat, discorso 24''</ref> Propose, infine, l'istituzione di una ''Accademia delle scienze'' internazionale, in cui gli scienziati siano svincolati dai poteri politici e aperti alla dimensione spirituale.<ref name=grande_sfida/>
===
Per Osho la morte non esiste, è soltanto un inganno dei sensi, una “finzione”. La nostra consapevolezza è immortale, mai ha avuto inizio e mai finirà, in quanto parte di un Tutto altrettanto eterno e infinito. “La vita e la morte sono un unico fenomeno, – spiegò – in realtà non esiste nulla che si possa definire morte: la vita è eterna”. Dunque, è soltanto il corpo a consumarsi e perire, la nostra reale essenza invece è immortale e, dopo la morte fisica, si trasferisce semplicemente in un altro corpo, in un'altra dimensione; oppure, qualora si muoia in piena consapevolezza, come un ''buddha'', ci si libera dal ciclo di nascita e morte e si rimane radicati nel proprio essere, estaticamente fusi col Tutto. Secondo Osho, pertanto, bisogna accettare la morte gioiosamente, goderla nella sua pienezza, perché è il culmine della vita, è un “ricadere nella fonte dell'esistenza, in Dio” per poi ricominciare il viaggio. “La morte – spiegò – significa che tu fai l'amore con il divino, oppure che il divino fa l'amore con te. La morte è l'orgasmo cosmico, totale”. Osho affermò che l'uomo moderno, occidentale, è ossessionato dalla paura della morte perché non ha mai colto l'essenza della vita, e si espresse a favore dell'eutanasia.<ref>Osho, ''Morte: la grande finzione'', OM, Quarto Inferiore (BO) 2009</ref>
==== Eutanasia e controllo delle nascite ====
Osho era favorevole all'[[eutanasia]], qualora le condizioni fisiche non permettano più una vita piena e appagante. Sostenne che l'[[accanimento terapeutico]] produce un'alterazione degli equilibri naturali e che a chiunque dovrebbe essere riconosciuto il diritto di disporre della propria vita (che invece viene negato dalle leggi e dalle religioni). Gli ospedali dovrebbero avere appositi reparti per rendere la morte più piacevole. Affermò che l'eutanasia dovrebbe essere praticata anche nel caso di bambini affetti da gravi [[malformazione|malformazioni]] multiple, handicap sensoriali o grande [[ritardo mentale]], poiché la morte è preferibile a una vita di privazioni e sofferenza. Riteneva inoltre opportuno il [[Politica demografica|controllo delle nascite]], l'uso dei contraccettivi e, nelle sue comuni, raccomandava la [[Sterilizzazione (medicina)|sterilizzazione]]. Fu fautore della diagnosi preimpianto e della [[eugenetica|selezione genetica]] nell'ambito della [[procreazione assistita]], e affermò la necessità di dotare le strutture ospedaliere di meditatori che possano assistere il moribondo.<ref>{{Cita web |url=http://www.osho.com/magazine/oshointro/VisionGoldenIndexDetails.cfm?Golden=birth |titolo=Osho, ''The Greatest Challenge: The Golden Future'' |accesso=18 maggio 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131005011408/http://www.osho.com/magazine/oshointro/VisionGoldenIndexDetails.cfm?Golden=birth |dataarchivio=5 ottobre 2013 |urlmorto=sì }}</ref>
===
[[File:1982 Osho driving.jpg|thumb|Osho con una delle sue Rolls-Royce.]]
Gli agi, la prosperità e il benessere materiale non sono un male, anzi: spianano la strada alla ricerca spirituale dell'individuo; ma dedicarsi esclusivamente ad essi conduce l'uomo all'infelicità, perché solo la ricchezza interiore è fonte di beatitudine. La vera felicità non è data dal conseguimento dei "piaceri" bensì dalla realizzazione del sé, la cui natura, in quanto divina, è pura beatitudine.<ref name=osho_lungo/> Osho affermò che se si è profondamente radicati nel materialismo non è possibile elevarsi alla spiritualità.
L'Oriente, secondo Osho, ha coltivato eccessivamente la dimensione spirituale, irrazionale ed emotiva, trascurando quella terrena. L'Occidente ha fatto l'esatto contrario, concentrandosi sulla razionalità e la materialità, e andando parimenti incontro al fallimento. Occorre, dunque, fondere e trascendere entrambe le visioni della realtà per giungere a una “coscienza umana globale”, propria di un nuovo genere di essere umano capace di godere sia dei piaceri terreni sia dell'estasi spirituale.<ref>''Viaggio nell'utopia'', documentario Rai, con intervista a Osho, di Giovanni Costa (1972)</ref>
===
Osho venne criticato per la sua collezione di 93 [[Rolls-Royce Silver Spur|Rolls-Royce]] (tutte modello "Silver Spur") accumulate durante il periodo della comune in Oregon, tanto da essere soprannominato il “Guru delle Rolls” (cosa non infrequente tra i maestri indiani che ebbero successo in Occidente, anche [[Maharishi Mahesh Yogi]] si spostava in Rolls-Royce). Interpellato a più riprese dalla stampa, lui dava risposte di volta in volta diverse, più o meno serie e più o meno provocatorie. L’ex sannyassin Subhuti Anand Waight affermò che si trattava fondamentalmente di “un espediente pubblicitario”, e che il loro acquisto era richiesto da Osho con lo scopo di infiammare l’opinione pubblica.<ref name=subhuti/> Lo scrittore [[Tom Robbins]] descrisse quell'esercito di Rolls-Royce come "la parodia del [[consumismo]] più buffa mai realizzata".<ref>[http://www.cesnur.org/religioni_italia/g/giainismo_02.htm Osho su CESNUR]</ref><ref>Radha C. Luglio, ''Tantra. Un modo di vivere e di amare'', Tecniche Nuove, 2006</ref>
=== Felicità ===
Osho afferma che l'individuo è totalmente [[Responsabilità|responsabile]] della situazione in cui si trova; ciò che accade nella sua vita non è mai dovuto a circostanze esterne, ma è sempre il risultato di scelte e pensieri personali, più o meno consapevoli; è il risultato della propria natura. Dunque, affinché possa avvenire un reale cambiamento, bisogna innanzitutto assumersi questa completa responsabilità: il mondo in cui viviamo è una nostra creazione, noi siamo la causa della nostra gioia, come della nostra sofferenza. Ciò che comunemente l'essere umano intende per "felicità" è una condizione relativa di entusiasmo dovuta a cause esterne; la felicità reale è invece uno stato di [[beatitudine]] (assoluto) che prescinde da qualsiasi causa.
==== Felicità come stato naturale ====
L'uomo è infelice perché vive in stato "inconscio", non comprende la propria natura. Comprendere se stessi – "risvegliarsi" – significa essere naturalmente beati: la beatitudine, infatti, non è qualcosa che proviene dall'esterno, ma la propria ''consapevolezza'', la propria intima realtà divina "che riposa in se stessa".<ref>Osho, ''L'avventura della verità'', Feltrinelli 2008</ref> La felicità è la condizione naturale dell'essere umano: ogni bambino nasce gioioso e innocente (ed è questo stato di purezza, "pre-egoico", che la meditazione aiuta a recuperare). Sin dai primi anni di vita, tuttavia, l'individuo viene oppresso da una serie di regole, convenzioni e condizionamenti che ne soffocano gradualmente l'anima, e inizia inoltre ad emergere l{{'}}''[[Io (psicologia)|ego]]'', pertanto subentrano ansia, infelicità e disperazione.
==== Felicità ed ego ====
L'umanità è profondamente infelice perché la condizione di felicità è legata all'[[Io (psicologia)|ego]] che, con i suoi obiettivi e sogni da realizzare, non fa che generare insoddisfazione. Per raggiungere un reale stato di estasi occorre ritrovare la gioia che ci appartiene per diritto di nascita, ossia quella indipendente dai propri desideri e dai comportamenti altrui, che è possibile vivere solo se si realizza uno stato di "consapevolezza"; grazie a questa trasformazione interiore, infatti, i meccanismi mentali smettono di influenzarci. La vera beatitudine prescinde da circostanze esterne, nasce da uno stato di libertà totale e incondizionata. La mentalità occidentale, al contrario, dipende interamente dall'ambizione di soddisfare l'ego, che è solo una falsa identità.
==== Felicità come insicurezza ====
L'uomo deve imparare a vivere momento per momento, "pericolosamente", con totale gioia, intensità e fiducia nell'esistenza, in assoluto stato di insicurezza. Vivere e amare realmente significa infatti godere il momento senza cercare sicurezze, senza fare calcoli o progetti per il futuro, ma restando profondamente immersi nell'istante presente. Nulla è stabile nella vita, dunque occorre "fluire con la corrente". Una vita mutevole è meravigliosa, ricca e appagante; costruirsi un'armatura di sicurezze, invece, produce una sorta di "morte vivente" e genera infelicità. "Insicurezza è proprio il tessuto di cui è fatta la vita. Se non comprendi l'insicurezza non potrai mai capire la vita".<ref>Osho, ''Vivere nell'insicurezza'' (tratto dalla serie ''The New Dawn #6'')</ref>
==== Felicità e meditazione ====
Osho afferma che la meditazione – ossia quello stato di "puro esistere", di pura consapevolezza in assenza della mente – trasforma l'uomo in un "lago di energia" che attira il trascendente rendendolo colmo di beatitudine. Può accadere, tuttavia, che lo stato meditativo renda l'uomo più equilibrato e “radicato in se stesso” ma non felice se quella pace raggiunta non si accompagna ad una "danza dell'anima", ovvero se non si rimuovono le cause primarie dell'infelicità (ad esempio quando si vive una vita “repressa” e non si segue la propria natura). Pertanto, a volte, la felicità non arriva quando sei meditativo: è la meditazione che arriva quando sei felice, ovvero quando attui “un cambiamento drastico nel tuo modo di vivere”.<ref>Osho, ''La verità che cura'', Mondadori 2008</ref>
=== Zen ===
Osho condannò tutte le religioni organizzate bollandole come “immondizia” e considerandole nocive per l’essere umano. Manifestò apprezzamento solo per il Buddhismo, il Giainismo (non esentandole tuttavia da critiche), per il Taoismo, e una totale predilezione per lo [[Zen]], la tradizione spirituale “più evoluta”. Lo Zen, spiegò, nasce dall’incontro, avvenuto in Cina, fra il Buddhismo e il Taoismo di Lao-Tzu,<ref>Osho, ''Walking in Zen, Sitting in Zen'', discorso # 16</ref> e possiede un grande senso dell’umorismo, è festosità e spirito di celebrazione. Lo Zen, attraverso stratagemmi paradossali, consente di trascendere la mente e immergersi nel divino. Non è una filosofia, ma un modo di essere. Non insegna con le parole né con le scritture, ma “sfidandoci a un gioco in cui la sola risposta è un nuovo livello di consapevolezza”: la fusione con la pura ed eterna essenza della realtà.<ref>Osho, ''Zen: The Path of Paradox, Vol. 3'', discorso # 1</ref> Il ''Manifesto dello Zen'', del 1989, sarà l’ultima serie di discorsi di un Osho sempre più gravato dai problemi di salute, ed in essi il guru auspicò la diffusione dello Zen nel mondo “prima che l’umanità vada completamente a rotoli”.
=== Società, politica e rivoluzione ===
[[File:Gandhi smiling.jpg|thumb|Il [[Mahatma Gandhi]].|228x228px]]
Osho considerava le rivoluzioni politiche e sociali del tutto inutili e destinate al fallimento, poiché una società cambia solo se cambiano gli individui che la compongono, ossia in virtù di una “rivoluzione interiore”, spirituale. Se milioni di individui cambiano se stessi, la società si trasformerà di conseguenza, e non viceversa; non serve a nulla cambiare i governi e la struttura economica (Osho fece l'esempio della [[rivoluzione russa]] del 1917 e della liberazione indiana dal [[colonialismo]] inglese, che non mutarono di fatto lo ''status quo''). La mentalità del rivoluzionario, infatti, è distruttiva: conosce solo i metodi per annientare, non quelli per creare. La vera rivoluzione è quella interiore, è quella del “ribelle”, e necessita di creatività e di amore, non di odio, per questo è più difficile da realizzare.
Osho condannò ''in toto'' il [[Politica|mondo politico]], sostenendo che fosse composto da individui avidi, animati solo dalla brama di potere: non è il potere politico che rende avide le persone, – spiegò – ma è l'avidità già presente in determinati individui a manifestarsi attraverso la carriera politica. Affermò inoltre che il potere politico e quello clericale si aiutano a vicenda e sfruttano le masse. Osho criticò aspramente l'operato di alcune note figure spirituali e politiche, quali [[Madre Teresa di Calcutta]], [[Giovanni Paolo II]], [[Gandhi]], [[Morarji Desai]] e [[Adolf Hitler]].<ref>Osho, ''The Last Testament'', Vol. I, Cap. 4</ref><ref>Osho, ''La Bibbia di Rajneesh'', Bompiani, 2001</ref> Auspicò, infine, la scomparsa delle singole nazioni e l'istituzione di un unico governo mondiale.<ref name=grande_sfida/>
=== Gesù e il cristianesimo ===
[[File:Cefalu Christus Pantokrator cropped.jpg|thumb|Mosaico del [[Cristo Pantocratore]], Duomo di Cefalù]]
In alcuni discorsi Osho parlò di [[Gesù Cristo]] come di un maestro illuminato – al pari di [[Buddha]], [[Maometto]], [[Ramakrishna]], [[Mahavira]] ecc. – definendolo “un poeta dell'Assoluto”, frainteso dai cristiani e disprezzato dagli ebrei, per la sua scelta di vivere da individuo libero, che riconosceva solo la propria autorità avulsa da ogni tradizione. In altre occasioni, utilizzò invece toni più caustici a proposito di Gesù e delle altre figure religiose storiche, in quanto simboli di "false" religioni costruite dall'uomo,<ref>Osho, ''From Misery to Enlightenment #6''</ref> sostenendo di averle solo utilizzate come "pretesti" per esporre le sue verità.<ref>Osho, ''From the False to the Truth #23''</ref>
Osho ritiene il [[cristianesimo]] una falsa religione, "la peggiore manifestazione religiosa di questo mondo", edificata attorno alla figura di Cristo e ossessionata dall'idea del peccato, della morte e della sofferenza; essa ha causato danni enormi all'umanità, approfittando peraltro della povertà per convertire la gente. Gesù – spiega Osho – non fu mai un cristiano, infatti in [[aramaico]] (la lingua parlata da Gesù) non esiste la parola “cristo”, né esiste in ebraico: solo diversi anni dopo la sua morte, quando il Vangelo fu tradotto in greco, la parola “messia” venne resa con “cristo”.<ref>Osho, ''La bibbia di Rajneesh'', Bompiani 2001</ref>
Secondo Osho, [[Mosè]] fu responsabile per aver inculcato nel suo popolo l'idea di un messia (lo stesso Gesù, suggestionato, finì per proclamarsi tale cercando seguaci); affermò inoltre che [[Giovanni il Battista]] fu un grande maestro e profeta rivoluzionario, e sostenne che anche [[San Francesco]] fosse un illuminato nonostante l'appartenenza al cristianesimo. Osho, più in generale, criticò il concetto di "[[fede]]" che impedirebbe una reale ricerca spirituale da parte del singolo (sottolineando, al contrario, i benefici del "dubitare"), e fornì una sua personale interpretazione dei [[Vangeli]], della figura di Gesù e dei [[Vangelo di Tommaso|Vangeli apocrifi di San Tommaso]].
Osho dichiarò inoltre che Gesù non morì sulla croce (aderendo alla tesi del teologo tedesco [[Karl Friedrich Bahrdt]]) ma fu salvato dopo tre ore da [[Ponzio Pilato]] che aveva sottoscritto un accordo segreto con i [[Apostoli|discepoli]], e dopo essere stato accudito nella [[Santo sepolcro|falsa tomba]] dai soldati romani, emigrò in [[Kashmir]] dove visse fino a 120 anni, abbandonando l'idea di essere il messia: "si pensa che Gesù sia venuto in Kashmir perché era una [[Storia degli ebrei in India|terra ebraica in India]] - una [[Tribù perdute|tribù di ebrei]] viveva lì. Ci sono molte storie in Kashmir su Gesù, ma si deve andare lì per scoprirle. La crocifissione cambiò del tutto la mente di Gesù". La condanna sarebbe stata una parziale messinscena per placare i capi ebrei di [[Gerusalemme]].<ref>[https://it.allreadable.com/5ace6fOY Osho: Jesus never died on the cross]</ref> La sua tomba sarebbe il santuario di [[Roza Bal]], come affermato da [[Mirza Ghulam Ahmad]]. [[Roza Bal#Gesù e Yuzasaf, il santuario Roza Bal «la tomba di ‘Īs»|Questa credenza]] è diffusa nel movimento musulmano [[Ahmadiyya]].
=== Droghe ===
Le [[Droga|droghe]] creano uno stato di benessere falso e illusorio alterando la chimica della mente, ottundono la sensibilità e possono distruggere la capacità di meditare, l'unica via che conduce ad un reale stato di beatitudine. Tuttavia, secondo Osho, chi è in cerca di un sollievo temporaneo può fare uso di tali sostanze, che però i governi, col supporto della scienza, dovrebbero provvedere a rendere innocue per l'organismo, come fossero semplici medicinali; limitarsi a proibirle, infatti, è inutile e controproducente. Chiunque dovrebbe poter sperimentare droghe sotto controllo medico, in tal modo verrebbe meno la loro attrattiva.
L'uso di droghe resta comunque pericoloso, perché compromette la ricettività e le facoltà sottili dell'individuo che, solo se in stato di piena consapevolezza e lucida intelligenza, può intraprendere il cammino della crescita spirituale.<ref>[https://www.youtube.com/watch?v=9PkjfMW3I0I Osho, ''The Last Testament, Vol.2 #2'']</ref> L'[[LSD]] può dare buone intuizioni ma va assunto solo in un corpo appositamente addestrato (come accade in alcune scuole tantra e yoga), altrimenti si diventerà schiavi di un organismo chimicamente alterato.<ref>Osho, ''Meditazione dinamica. L'arte dell'estasi interiore'', Edizioni Mediterranee, 1993</ref> Osho vietò nella sua comune dell'Oregon 'Rajneeshpuram' l'uso di sostanze stupefacenti, affermando che la "droga perfetta" fosse la meditazione.<ref>Osho, ''The last Testament vol 2 # 2''</ref><ref>Osho, ''This Is It cap. 8''</ref>
=== New Age ===
La [[New Age]] è solo una moda transitoria destinata a scomparire, come gli altri fenomeni simili (ad esempio, il [[Hippy|movimento hippy]]), e non è assolutamente in grado di trasformare gli individui. Osho dichiarò di non appartenere a nessun movimento ma, semplicemente, di far parte “dell'eterna evoluzione dell'umanità”. La ricerca della verità e dell'essere, infatti, non ha etichette, è “atemporale”, è un fenomeno immenso. Nella storia del mondo sono apparsi molti “illuminati” che hanno contribuito a migliorare l'umanità, e altri ne verranno. Si tratta di un processo che esiste da sempre, afferma Osho, è “il cuore stesso dell'evoluzione”.<ref>Osho, ''Socrates Poisoned Again After 25 Centuries. Cap. 11''</ref>
=== Pensiero positivo ===
Osho considerava la filosofia del “[[pensiero positivo]]” – che afferma l’opportunità di imporre alla mente uno stato di ottimismo – una tecnica ipocrita e dannosa, che si limita a dare speranza alla gente condizionandola con pensieri positivi e relegando quelli negativi nella sfera inconscia.<ref>Osho, ''The transmission of the lamp'', Longwood Academic, 2015</ref> Ottimismo e pessimismo, afferma Osho, sono due polarità dello stesso fenomeno, ovvero atteggiamenti mentali con direzioni opposte.<ref>Osho, ''The beloved vol. 2'', Rebel Publishing House, 2001</ref> L’unica via per vivere una reale trasformazione interiore non è né positiva né negativa, ma è quella della ''trascendenza'', ossia la realizzazione di una consapevolezza priva di scelte. Se si permane in questo stato meditativo, la vita comincerà a fiorire.<ref>Osho, ''The Dhammapada: The Way of the Buddha, Vol. 4'', discorso #2</ref>
=== Omosessualità ===
Osho si espresse in maniera contraddittoria sull'omosessualità. Da un lato affermò che l'omosessualità è un aspetto che fa parte della libertà dell'uomo ("è la tua vita, devi decidere tu; chi sono io?"),<ref name=divinemelody>Osho, ''The Divine Melody, Talks on songs of Kabir'', Chapter #4</ref> dunque non c'è nulla di sbagliato se due persone scelgono un certo tipo di relazione sessuale ("goditela! Dio ti ha fatto così"), non è un problema reale, "è un fatto che non dovrebbe interessare a nessuno".<ref name=perfetta/> Non bisogna "condannare né giudicare", anzi: il mondo omosessuale ha sempre espresso grande creatività<ref name=philosophia>Osho, ''Philosophia perennis Vol. I'', Genova, ECIG, 1986</ref> e ha contribuito a ridurre la sovrappopolazione.<ref name=perfetta/> Spiegò che i diversi orientamenti sessuali (etero, omo e bisessualità) appartengono, di fatto, a una dimensione "infantile" dell'essere umano<ref name=philosophia/> e vanno superati per giungere alla purezza del ''[[brahmacharya]]'' (la trascendenza del sesso), in cui si tocca il nucleo più intimo del proprio essere.<ref name=divinemelody/><ref>Osho, ''Quell'oscuro intervallo è l'amore'', Bussolengo, Demetra, 1996</ref>
In altre occasioni, Osho fu più aspro riguardo all'omosessualità ritenendola il frutto di repressione e condizionamenti negativi, e giungendo perfino a definirla "una perversione" e "una malattia" poiché vissuta da soggetti inconsapevoli dello "schema fondamentale dell'energia umana e del suo movimento".<ref>Osho, ''I segreti del risveglio'', Bompiani 2007</ref> In un discorso affermò che l'omosessualità fosse responsabile della diffusione dell'[[AIDS]],<ref>Osho, ''Hari Om Tat Sat. The Divine Sound That is the Truth'', Discorso 6</ref><ref>Osho, ''From Bondage to Freedom. Answers to the Seekers on the Path'', Capitolo 16</ref> in un altro citò alcuni ''report'' che confutavano detta tesi.<ref>Osho, ''From Misery to Enlightenment'', discorso #28</ref> A un giornalista dichiarò di essere "contrario all'omosessualità (maschile e femminile)" in quanto "innaturale", precisando però che ognuno ha il diritto di vivere la propria inclinazione sessuale come meglio crede.<ref>Fred Bruning, ''Newsday'', Long Island, New York, in ''The Last Testament, Vol. 1, Cap. 30''</ref> Queste posizioni hanno portato taluni a rilevare gli "evidenti limiti" di Osho riguardo alla questione omosessualità;<ref>Armando Jivan Sahi, ''L'indicibile di me stesso. Memorie in corso d'opera del Signor Nessuno'', Bologna, Minerva, 2014</ref> altri a sottolinearne invece la pertinace tendenza a contraddirsi e provocare per scardinare ogni "sistema di pensiero".<ref>[https://globalindiannetwork.com/osho-on-homosexuality/ ''Osho on homosexuality: controversial ideas you need to hear''], Global Indian Network, 18 maggio 2024</ref><ref>Osho, ''The Perfect Master, Vol 1'', capitolo 4</ref><ref>Osho, ''From Death to Deathlessness'', capitolo 12</ref>
=== Vegetarianismo ===
Osho considerava immaturo e incivile uccidere gli animali per cibarsene, e nel suo ashram consentì solo l'introduzione di [[Cucina vegetariana|cibo vegetariano]]. Mangiare carne o pesce – spiegò – non è un impedimento alla meditazione e all'illuminazione, ma è “antiestetico”, poiché rivela carenza di poesia, di “senso del bello”, di riguardo per la vita. Osho affermò di non credere nel [[vegetarianismo]] in quanto ideologia, ma quale naturale conseguenza della meditazione e di una maturata sensibilità per l'esistenza, che porta l'individuo a ritenere inaccettabile e ripugnante uccidere gli animali per nutrirsi. L'idea del vegetarianismo si fonda su un profondo rispetto per la vita, che ha una natura divina, e mangiare cibo vegetariano trasforma la chimica del corpo permettendo all'individuo di elevarsi spiritualmente.<ref>Osho, ''From Death to Deathlessness #32''</ref>
=== Pena capitale ed ergastolo ===
Osho prese posizione contro la [[pena di morte]], definendola un crimine, e affermò anche che l'[[ergastolo]] era persino peggiore. Osho dichiarò che la pena di morte è “la prova degradante della disumanità dell'uomo verso gli altri uomini” e rivela che l'uomo sta continuando a vivere in una età di barbarie dove la civiltà e i valori umanitari sono ideali non ancora realizzati. Sostenne che la pena di morte è “un crimine perpetrato dalla società contro un singolo individuo indifeso”, come anche il carcere a vita, pena altrettanto incivile e inumana. In generale, Osho si oppose alla punizione come metodo rieducativo.<ref>[http://oshosearch.net/Convert/Articles_Osho/From_Darkness_to_Light/Osho-From-Darkness-to-Light-index.html Osho, From Darkness to Light, parte IV, domanda 1]</ref>
== Critiche e controversie ==
Osho è generalmente considerato uno dei leader spirituali più controversi apparsi in India nel corso del XX secolo.<ref name=mehta/><ref name=chrys>George D. Chryssides, ''Exploring New Religions'', Cassell, 1999</ref> Il suo messaggio di liberazione sessuale, emozionale, spirituale e istituzionale e il piacere che provava nel provocare e offendere gli assicurò una vita costellata di polemiche.<ref name=fox/> Osho era conosciuto come il "guru del sesso" in India e il "guru delle Rolls-Royce" negli Stati Uniti.<ref name=gordon/> Attaccò il concetto di nazionalismo, era sprezzante coi politici e dileggiava i leader di diverse religioni (a cui, a loro volta, non piaceva la sua arroganza).<ref name=joshi/><ref name=mehta/> Le idee di Osho sul sesso, il matrimonio, la famiglia e le relazioni erano in contrasto con la visione delle tradizioni culturali più numerose e influenti al mondo suscitando tra queste rabbia e ostilità.<ref name=joshi/><ref>William E. Geist, ''Cult in Castle Troubling Montclair'', "The New York Times", 16 settembre 1981</ref> Il suo movimento era temuto e denigrato: egli viveva "nell'ostentazione e nell'opulenza offensiva", mentre i suoi seguaci (molti dei quali avevano reciso i legami con gli amici e la famiglia e avevano donato tutto – o la maggior parte – dei loro beni alla comune) vivevano "a livello di sussistenza".<ref>Les Zaitz, ''Rajneeshee leaders see enemies everywhere as questions compound – Part 4 of 5'', The Oregonian, 15 aprile 2011</ref><ref>Marc Galanter, ''Cults and New Religious Movements'', American Psychiatric Association, American Psychiatric Publishing, 1989</ref> Questi ultimi, inoltre, erano indotti a sottoporsi all'aborto e alla sterilizzazione perché eventuali figli sarebbero stati un ostacolo al loro sviluppo spirituale.<ref>[https://aeon.co/essays/lost-innocence-the-children-whose-parents-joined-an-ashram ''The lost children''], Lily Dunn, a cura di Marina Benjamin, Aeon, 7 gennaio 2019</ref><ref>[https://www.theatlantic.com/entertainment/archive/2018/04/beyond-the-spectacle-of-wild-wild-country/558668/ ''Beyond the Spectacle of "Wild Wild Country"''], Ronit Feinglass Plank, The Atlantic, 25 aprile 2018</ref><ref name=carroll>Sarito Carroll, ''In the Shadow of Enlightenment'', Heroine Publishing LLC, 2024</ref> Nelle sue comuni si verificarono diversi casi di [[Abuso sessuale|abusi sessuali]] su minori, favoriti da un ambiente promiscuo privo di opportune tutele per tali soggetti e da una cultura che assecondava la sessualità precoce come parte del "percorso di crescita".<ref>M. Perizonius, A. McShane, ''Children of the Cult'', Dartmouth Films, 2024</ref><ref>[https://www.thetimes.com/uk/society/article/children-of-the-cult-documentary-interview-336bgbxvv ''My years in a cult that groomed children to have sex with adults''], Louise Carpenter, The Times, 28 settembre 2024</ref><ref name=carroll/>
{{vedi anche|Osho Rajneesh#L'attacco batteriologico e l'espulsione dagli Stati Uniti}}
=== Secondo gli studiosi delle religioni ===
Riassumendo il lavoro di Osho, il sociologo [[Bob Mullan]] della University of East Anglia nel 1983 disse: “È certamente eclettico, un prendere a prestito verità, mezze verità e travisamenti delle grandi tradizioni. Spesso è anche piatto, inesatto, fasullo ed estremamente contraddittorio”.<ref name=mullan/> Pur riconoscendo che la complessità e l'immaginazione di Osho non fossero seconde a nessuno e che molte delle sue affermazioni fossero argute e toccanti (e forse, a volte, anche profonde), secondo Mullan ciò che rimaneva era un “''potpourri'' di idee di controcultura e post-controcultura” focalizzate sull'amore e la libertà, sulla necessità di vivere nel momento, l'importanza del sé, il sentire di 'essere okay', il mistero della vita, l'etica del divertirsi, la responsabilità individuale del proprio destino e la necessità di abbandonare l'ego, la paura e il senso di colpa.<ref name=mullan/>
Il politologo e accademico [[Uday S. Mehta]], nel valutare gli insegnamenti di Osho (in particolare gli errori nella sua interpretazione dello Zen, del Buddhismo Mahayana e il loro rapporto con la natura proto-materialista della filosofia tantrica), afferma<ref name=mehta/> che “non sorprende scoprire che Osho potrebbe cavarsela nonostante le molte, vistose contraddizioni e incoerenze dei suoi insegnamenti, dal momento che l'ascoltatore indiano medio (e in queste materie anche quello occidentale) ne sa così poco di sacre scritture o di scuole varie di pensiero che con un piccolo sforzo è possibile sfruttare la sua ignoranza e credulità”. Secondo Mehta, l'attrattiva di Osho sui discepoli occidentali era dovuta ai suoi esperimenti sociali (che stabilivano una connessione filosofica tra la tradizione dei guru orientali e il movimento di crescita occidentale).
[[File:Osho house.jpg|thumb|Casa di Osho nella comune statunitense in Oregon, nel 1982.|256x256px]]
Nel 1996 [[Hugh B. Urban]], professore in studi religiosi presso l'[[Università statale dell'Ohio|Ohio State University]], definì l'insegnamento di Osho, come Mullan, né originale né particolarmente profondo, e osservò che gran parte del suo contenuto fosse ricavato da una serie di filosofie orientali e occidentali. Ciò che trovò veramente originale in Osho era il suo spiccato istinto per la strategia di marketing, con cui adattava i suoi insegnamenti alle mutevoli esigenze del suo pubblico<ref name=urban/> (un tema sollevato anche da [[Gita Mehta]] nel suo libro ''Karma Cola: Marketing the Mystic East'').<ref name=mehta/>
Nel 2005 Urban ha osservato che Osho subì una “notevole apoteosi” una volta tornato in India (soprattutto dopo la sua morte), che rappresentava ciò che [[Max Muller]] oltre un secolo fa aveva descritto come “quel circolo di rete planetaria attraverso cui, come una corrente elettrica, il pensiero orientale poteva correre verso l'Occidente e quello occidentale ritornare in Oriente”.<ref name=gurus/> Negando la dicotomia tra desideri materiali e spirituali e sottolineando l'ossessione per il sesso e le caratteristiche del corpo nella recente cultura consumistica del capitalismo, Osho creò un percorso spirituale in sintonia con le condizioni socio-economiche del suo tempo.<ref name=gurus/>
[[George Chryssides]], nel suo ''Exploring New Religions'' del 1999 descrive Osho sostanzialmente come un maestro buddhista che promosse una sorta di “Zen Beat”, viste le affinità con i valori della cultura giovanile. Sottolineò inoltre che alcuni commentatori sbagliano a sminuire la sua figura, perché Osho non era un “filosofo dilettante” ma aveva alle spalle una brillante carriera accademica: “che si accettino o meno i suoi insegnamenti, non era un ciarlatano quando si trattava di esporre le idee di altri”.<ref name=chrys/> Chryssides vede gli elementi non sistematici, contraddittori e oltraggiosi degli insegnamenti di Osho come parte della natura dello Zen: l'insegnamento spirituale cerca infatti di produrre nel pubblico un tipo di cambiamento diverso da quello delle lezioni filosofiche (che mirano a migliorare la comprensione intellettuale).<ref name=chrys/>
[[Peter B. Clarke]], nell'''Enciclopedia dei nuovi movimenti religiosi'' (2006), osserva che Osho ha finito per essere “visto come un importante insegnante nella stessa India” ed è “sempre più riconosciuto come un grande maestro spirituale del ventesimo secolo, all'avanguardia nell'attuale tendenza della spiritualità di ‘accettare il mondo’ basata sull'auto-sviluppo”.<ref name=clarke/> Clarke afferma inoltre che le modalità delle terapie ideate da Osho, col suo atteggiamento liberale verso la sessualità vista come aspetto sacro della vita, hanno influenzato altri terapisti e gruppi New Age. Secondo lui, la motivazione principale dei ricercatori che aderivano al movimento non era “né la terapia né il sesso, ma la prospettiva di diventare illuminati, nel senso buddhista del termine”. Pochi raggiunsero l'obiettivo, la maggior parte dei membri ed ex membri sentivano di aver fatto progressi nell'autorealizzazione (così come definita dallo psicologo statunitense [[Abraham Maslow]] e dai [[movimenti del potenziale umano]]).<ref name=clarke/>
Il teologo [[Aldo Natale Terrin]] ha scritto<ref>Aldo Natale Terrin, ''Nuove religioni. Alla ricerca della terra promessa'', Morcelliana, Brescia 1985</ref> che Osho "ha un senso forte, altissimo della vita, del momento, dell’istante; […] ha un eclettismo che si riassume in un [[esistenzialismo]] vivace, che implica una dimensione anche religiosa, un esistenzialismo con carattere ludico, una specie di amore per la vita in tutti i suoi momenti e in tutte le sue variazioni". Nella visione religiosa di Osho, l’esistenza è divina e deve essere vissuta nella sua pienezza, e "questa pienezza è il segno stesso del divino. Dio si nasconde, per così dire, nell’uomo. Dio è nella vita, nell’esistenza, nel vivere quotidiano". Terrin spiega che, secondo Osho, la piaga della nostra società è l’ego, l’attaccamento all’io, che c'impedisce di giocare, di ridere, di lasciarci andare. "Se uscissimo all’aria aperta, direbbe Osho, recupereremmo il senso della totale libertà. ''Arrendersi'' significherebbe cedere il proprio io, accantonarlo."
=== Come leader carismatico ===
Alcuni commentatori hanno evidenziato il carisma di Osho. Paragonandolo a [[Gurdjieff]], [[Anthony Storr]] ha scritto che Osho era “estremamente impressionante come persona” e che “molti di quelli che lo incontrarono per la prima volta sentirono che i loro sentimenti più intimi fossero stati immediatamente compresi, si sentirono accettati e inequivocabilmente accolti più che giudicati. [Osho] sembrava irradiare energia e risvegliare le potenzialità nascoste in coloro che entravano in contatto con lui”.<ref name=storr/> Molti sannyasin dichiararono che dopo aver ascoltato Osho “si sono innamorati di lui”.<ref name=mullan/><ref name=palmer/> La sociologa [[Susan J. Palmer]], specialista di nuovi movimenti religiosi, ha osservato che anche i suoi critici attestarono il potere della sua presenza.<ref name=palmer/> Lo psichiatra e ricercatore [[James S. Gordon]] ricorda che si ritrovò inspiegabilmente a ridere come un bambino abbracciando sconosciuti e versando lacrime di gratitudine dopo uno sguardo lanciato da Osho sulla sua Rolls-Royce di passaggio.<ref name=gordon/>
La giornalista e storica [[Frances FitzGerald (giornalista)|Frances FitzGerald]] concluse, dopo l'ascolto diretto di Osho, che era un oratore brillante; fu sorpresa dal tuo talento comico (non evidente nei suoi libri) e dalla qualità ipnotica dei suoi discorsi che esercitavano un effetto profondo sul pubblico.<ref name=fitzgerald/> Hugh Milne (''Swami Shivamurti''), un ex devoto che tra il 1973 e il 1982 lavorò a stretto contatto con Osho come capo della Guardia dell'Ashram di Pune<ref name=wallis/> e sua guardia del corpo personale,<ref name=clarke/><ref>Sally Belfrage, ''Flowers of Emptiness: Reflections on an Ashram'', Dial Press, 1981</ref> notò che il loro primo incontro gli aveva lasciato come la sensazione che tra di loro si fosse trasmesso più delle parole: “Non si tratta di invasione della privacy, non vi è allarme, ma è come se la sua anima scivolasse nella mia e in una frazione di secondo trasferisse informazioni vitali”. Milne ha sottolineato anche un altro aspetto della capacità carismatica di Osho: era “un brillante manipolatore del discepolo dalla fede cieca”.<ref>Hugh Milne, ''Bhagwan: The God That Failed'', Caliban Books, 1986</ref>
Hugh B. Urban osserva che Osho pare adattarsi all'iconografia classica della figura carismatica descritta da [[Max Weber]], dato che possedeva “uno straordinario potere sovrannaturale o ‘grazia’, che era essenzialmente irrazionale e affettiva”. Osho corrisponde al [[Autorità carismatica|soggetto carismatico]] di Weber che rifiuta le leggi e le istituzioni razionali e pretende di sovvertire ogni autorità gerarchica, sebbene Urban rilevi che questa promessa di libertà assoluta, in realtà, produsse nelle comuni più grandi organizzazioni burocratiche e controlli istituzionali.<ref name=urban/>
Alcuni studiosi hanno suggerito che Osho, come altri leader carismatici, possa aver avuto una personalità narcisistica.<ref name=storr/><ref>Fritz-Reinhold Huth, ''Das Selbstverständnis des Bhagwan Shree Rajneesh in seinen Reden über Jesus'', Peter Lang, 1993</ref><ref name=clarke1988>Ronald O. Clarke, ''The Narcissistic Guru: A Profile of Bhagwan Shree Rajneesh'', "Free Inquiry" 8, 1988</ref> Nel suo articolo ''The Narcissistic Guru: A Profile of Bhagwan Shree Rajneesh'', [[Ronald O. Clarke]] (Professore Emerito in Studi Religiosi presso la [[Università statale dell'Oregon|Oregon State University]]) sostiene che Osho possedeva tutte le caratteristiche tipiche del [[disturbo narcisistico di personalità]]: un senso grandioso della propria importanza e unicità, fantasie ossessive di successo illimitato, il bisogno di un'attenzione e ammirazione costante, una serie di tipiche reazioni alle minacce dell'autostima, confusione nelle relazioni interpersonali, cura ossessiva del proprio aspetto, una frequente tendenza a prevaricare (o perfino a dire il falso) e la mancanza di [[empatia]].<ref name=clarke1988/> Commentando le memorie di Osho ''Bagliori di un'infanzia dorata'', Clarke fa notare che Osho non ricevette una disciplina da parte dei genitori a causa dell'educazione troppo indulgente impartita dai nonni. Lo stato di Buddha auto-proclamato da Osho, conclude, era parte di una condizione delirante associata al suo disturbo narcisistico di personalità (un eccesso di ego piuttosto che una sua assenza).<ref name=clarke1988/>
Il giornalista [[ateo]] [[Christopher Hitchens]] tracciò così un ritratto di Osho come guru: {{Citazione|Era un uomo dagli occhi grandi e profondi, con un sorriso ammaliante e un naturale, per quanto a volte sboccato, senso dell'umorismo. La sua voce sibilante, solitamente diffusa a basso volume da un microfono durante il ''darshan'' mattutino, possedeva un timbro vagamente ipnotico. In qualche modo, essa serviva ad alleviare l'altrettanto ipnotica banalità dei suoi sermoni. [...] Nel complesso il suo insegnamento era innocuo, se non fosse stato per un cartello – affisso all'ingresso della tenda dove il guru predicava – che non ha mai mancato di irritarmi e che recitava «Lasciate all'ingresso le vostre scarpe e la mente». Lì vicino c'era una pila di scarpe e sandali e io, nella mia condizione ispirata, riuscivo quasi a figurarmi una catasta di menti vuote e abbandonate attorno a questo motto meschino e letteralmente insensato.<ref>C. Hitchens, ''[[Dio non è grande. Come la religione avvelena ogni cosa]]'', Einaudi, Milano 2007</ref>}}
=== Come oratore e pensatore ===
Ci sono diverse opinioni sulle qualità di Osho come pensatore e oratore. [[Khushwant Singh]], autore, storico ed ex direttore del ''Hindustan Times'' lo ha definito “il pensatore più originale che l'India abbia mai prodotto: il più erudito, la mente più lucida e il più innovativo”. Egli vede Osho come un “libero pensatore agnostico” capace di illustrare concetti astratti con un linguaggio semplice (accompagnato da aneddoti spiritosi) che derideva le divinità, i profeti, le scritture e i rituali religiosi, e che ha dato una nuova dimensione alla religione<ref name=bhawuk>Dharm P. S. Bhawuk, ''Culture's influence on creativity: the case of Indian spirituality'', “International Journal of Intercultural Relations”, 2003</ref> Il filosofo tedesco [[Peter Sloterdijk]], che divenne un discepolo di Rajneesh alla fine degli anni settanta, lo ha chiamato "[[Wittgenstein]] delle religioni" e lo considera una delle più grandi figure del ventesimo secolo. A suo avviso, Osho operò una decostruzione radicale dei giochi di parole messi in atto dalle religioni di tutto il mondo.<ref>Peter Sloterdijk, ''Selbstversuch: Ein Gespräch mit Carlos Oliveira'', Carl Hanser, 1996</ref>
Agli inizi degli [[anni 1980|anni ottanta]] diversi commentatori della stampa popolare erano sprezzanti verso Osho.<ref name=mullan/> Il critico e scrittore australiano [[Clive James]] lo ribattezzò “Bagwash” paragonando l'ascolto dei suoi discorsi allo stare in una lavanderia guardando “brandelli della vostra biancheria intima che vorticano fradici per ore mentre trasudano schiuma grigia. Così appaiono i discorsi del Bagwash”.<ref name=mullan/><ref name=mick>Mick Power, ''Adieu to God: Why Psychology Leads to Atheism'', Wiley-Blackwell, 2012</ref> James conclude affermando che Osho, sebbene fosse “un esempio piuttosto benigno del suo genere”, “era un insopportabile sciocco che manipola il manipolabile nel manipolare gli uni con gli altri”.<ref name=mullan/><ref name=mick/> In risposta a una recensione entusiastica di uno dei discorsi di Osho scritta da Bernard Levin sul ''Times'', [[Dominik Wujastyk]] affermò che secondo lui il discorso ascoltato durante una visita all'ashram di Pune era di livello molto basso, ripetitivo in maniera estenuante e spesso sostanzialmente errato; egli (Levin) fu condizionato dal culto della personalità che circondava Osho.<ref name=mullan/><ref>[https://web.archive.org/web/20120120083908/http://www.telegraph.co.uk/news/obituaries/1469028/Bernard-Levin.html Necrologio di Bernard Levin], “The Daily Telegraph”, 10 agosto 2004</ref>
Nel ''Seattle Post-Intelligencer'' (gennaio 1990) lo scrittore statunitense [[Tom Robbins]] ha scritto che i libri di Osho lo hanno convinto che Osho fosse "il più grande maestro spirituale" del ventesimo secolo. Robbins (sottolineando che non era un suo discepolo) afferma inoltre di aver "letto una tale, feroce propaganda contro di lui e resoconti tendenziosi da sospettare che egli sia una delle figure più calunniate della storia”.<ref name=bhawuk/> Secondo [[Paolo Franceschetti]], giurista e studioso di religioni, ciò che rende unico l'insegnamento di Osho rispetto a quello di altre tradizioni spirituali e di altri maestri, è la sua modernità, l'essere comprensibile anche all'uomo comune privo di "una particolare cultura".<ref>Paolo Franceschetti, ''Alla ricerca di Dio. Dalla Religione ai Maestri contemporanei'', Vecchiano (Pisa), Risveglio, 2016</ref>
Il commento di Osho all'inno ''Japji Sahib'' del guru Nanak Dev è stato accolto dall'ex presidente dell'India Giani Zail Singh come il migliore in circolazione.<ref>{{Cita web |url=http://law.incometaxindia.gov.in/DitTaxmann/IncomeTaxActs/2007ITAct/%5B2005%5D148TAXMAN0396(BOM).htm |titolo=Bombay High Court tax judgment, sezioni 12–14 |accesso=24 marzo 2012 |dataarchivio=27 settembre 2007 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070927032356/http://law.incometaxindia.gov.in/DitTaxmann/IncomeTaxActs/2007ITAct/%5B2005%5D148TAXMAN0396(BOM).htm |urlmorto=sì }}</ref> Nel 2011 [[Farrukh Dhondy]] (scrittore britannico nato a Pune) ha definito Osho “il più intelligente truffatore intellettuale che l'India abbia mai generato. La sua produzione di ‘interpretazioni’ di testi indiani è specificamente calibrata verso una generazione di disillusi occidentali che volevano (e forse vogliono ancora) avere “la botte piena e la moglie ubriaca”, (e) pretendono allo stesso tempo che questa sia la più alta virtù in base alla saggezza antica-mista-alla-scienza”.<ref>Farrukh Dhondy, ''God Knows'', “Hindustan Times”, 25 aprile 2011</ref>
== L'eredità spirituale di Osho ==
{{Citazione|Le mie parole saranno la religione e la filosofia del futuro, io sarò contemporaneo tra duecento anni.|Osho, ''The Path of the Mystic'', 1986}}
Se gli insegnamenti di Osho vennero disapprovati nel suo paese d'origine finché egli era in vita, dopo la sua morte l'atteggiamento è mutato.<ref name=gurus/> Nel 1991 un influente giornale indiano ha incluso Osho, [[Buddha|Gautama il Buddha]] e il [[Mahatma Gandhi]] tra le dieci persone più influenti sul destino dell'India; nel caso di Osho, in particolare, nel “liberare le menti delle generazioni future dai ceppi della religiosità e del conformismo”.<ref name=fox/> Osho ha ricevuto più consensi in patria dopo la sua morte che quando era in vita.<ref name=urban/> Nel ''The Indian Express'', l'editorialista scrisse “Il defunto Rajneesh era un raffinato interprete delle assurdità sociali che hanno distrutto la felicità umana”.<ref>Tanweer Alam, Tanweer, ''Bending towards justice'', “The Indian Express”, 29 dicembre 2011</ref> Nel 2006, durante una celebrazione del 75º anniversario della nascita di Osho, il cantante indiano Wasifuddin Dagar ha detto che i suoi insegnamenti sono “più pertinenti nello scenario attuale di quanto non lo fossero prima”.<ref>APS Malhotra, ''In memoriam'', “The Hindu”, 23 settembre 2006</ref> In Nepal, nel gennaio 2008, c'erano sessanta Centri di Meditazione di Osho con quasi {{formatnum:45000}} discepoli iniziati.<ref>Sudeshna Sarkar, ''Rajneesh rises from his ashes in Nepal'', “News Post India”, 19 gennaio 2008</ref>
Le opere di Osho sono state accolte nella Biblioteca del Parlamento Nazionale Indiano a Nuova Delhi e (nel 1998) nella [[Biblioteca del Congresso]] di Washington D.C. Figure di spicco come il primo ministro indiano e lo scrittore sikh Khushwant Singh hanno espresso la loro ammirazione per Osho, così come altri intellettuali, politici e personaggi dello spettacolo.<ref name=mcphate>Mike McPhate, ''Mystic's burial site at commune is reincarnated as posh resort'', “San Francisco Chronicle”, 29 agosto 2004</ref> L'attore di Bollywood e discepolo di Osho Vinod Khanna, che lavorò come giardiniere nel Rajneeshpuram in Oregon, è stato ministro degli Affari Esteri in India dal 2003 al 2004.<ref>Tribune News Service, ''Vinod Khanna plays the spiritual franchiser'', “The Tribune”, 25 luglio 2002</ref> I libri con i discorsi di Osho sono circa 650.<ref name=suss/>. Dopo quasi due decenni di polemiche e uno di stabilizzazione, il movimento di Osho si è affermato nel mercato delle nuove religioni. I suoi seguaci hanno ridefinito i suoi contributi, riformulato gli elementi centrali del suo insegnamento per renderlo meno controverso agli occhi degli estranei. La società nordamericana e quella dell'Europa occidentale è diventata più indulgente verso le tematiche spirituali come lo yoga e la meditazione.<ref name=lewis-petersen/>
L'[[Osho International Foundation]] (OIF) promuove seminari per la gestione dello stress per clienti aziendali, come IBM e BMW, con un fatturato (registrato nel 2000) che oscilla tra 15 milioni e i 45 milioni di dollari annuali negli Stati Uniti.<ref>J. Carrette, Jeremy, R. King, ''Selling Spirituality: The Silent Takeover of Religion'', Routledge, 2004</ref><ref>Paul Heelas, ''The New Age Movement: Religion, Culture and Society in the Age of Postmodernity'', Wiley-Blackwell, 1996</ref> L'ashram di Osho a Pune è diventato l'Osho International Meditation Resort,<ref name=melton/> ed è stato paragonato all'istituto Esalen di [[Big Sur]]. È una delle maggiori attrazioni turistiche dell'India,<ref name=fox/> vi si insegnano diverse tecniche spirituali provenienti da molteplici tradizioni e appare come un'oasi spirituale: uno “spazio sacro” per scoprire se stessi e conciliare i desideri del corpo e della mente nel contesto di un resort.<ref name=gurus/> Secondo la stampa, attira circa {{formatnum:200000}} persone ogni anno provenienti da tutto il mondo.<ref name=mcphate/> I visitatori sono stati politici, personalità dei media e il Dalai Lama.<ref name=fox/> Prima di entrare nel villaggio, bisogna effettuare un test dell'HIV: se si risulta positivi non si è ammessi.<ref>{{Cita web |url=http://www.osho.com/medresort/faqmedresort/faqmedresort.cfm |titolo=Rajneesh Meditation Resort Website FAQ |accesso=24 marzo 2012 |dataarchivio=21 marzo 2012 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120321170329/http://www.osho.com/medresort/faqmedresort/faqmedresort.cfm |urlmorto=sì }}</ref> Nel 2011, presso il Dipartimento di Filosofia del Mankunwarbai College per donne a Jabalpur, è stato inaugurato un seminario nazionale sugli insegnamenti di Osho, finanziato dalla sede di Bhopal dell'University Grants Commission. Il seminario è incentrato sull'insegnamento di Osho relativo a “Zorba il Buddha” e ha cercato di riconciliare la spiritualità con un approccio materialista e oggettivo.<ref>National seminar on 'Zorba the Buddha' inaugurated, “The Hitavada”, 5 febbraio 2011</ref>
=== La produzione editoriale ===
Le registrazioni originali delle parole di Osho sono conservate in un deposito in Nord America altamente protetto e climaticamente isolato (si tratta di una struttura usata dalle compagnie hollywoodiane, come la MGM, per conservare gli originali delle loro produzioni cinematografiche).<ref name=evald>Pierre Evald, ''Osho: The Reading, Library and Publishing of India's Greatest Bookman'', in "Festschrift to Dr. Satija", Delhi, 2008</ref> L'archivio originale è di proprietà dell'Osho International Foundation, con sede in Svizzera. All'inizio degli anni novanta si è proceduto, a Londra, alla [[rimasterizzazione]] digitale con uso di tecnologie che hanno permesso agli operatori di migliorarne la qualità.<ref name=evald/><ref>Swami Sahajanand, ''Osho Times'' n. 31, gennaio 1998</ref> Vi sono in commercio circa 650 libri di Osho,<ref name=suss/> quasi tutti sono trascrizioni di suoi discorsi registrati,<ref name=carter/> per un totale di {{formatnum:4800}} ore di discorsi audioregistrati in lingua inglese, {{formatnum:4000}} in hindi,<ref name=chaitanya>Arvind Swami Chaitanya, ''Our beloved Osho'', Diamond Pocket Books, 2001</ref> e registrazioni video pari a {{formatnum:3000}} ore (dal 1977 in avanti).<ref name=evald/>
[[File:Osho logo.jpg|thumb|Logo dell'Osho International Foundation.]]
Dalla morte di Osho, avvenuta nel 1990, la vendita dei suoi libri è aumentata in maniera considerevole: nel 1993 furono venduti nel mondo 640.000 libri in lingua inglese;<ref name=aveling2/> nel solo 2004 le vendite si sono attestate a 6 milioni di copie e, in totale, fino a quell'anno, sono state vendute circa 25 milioni di copie, tradotte in oltre 40 lingue, con una media di due milioni e mezzo di copie vendute all'anno.<ref name=evald/>
Negli Stati Uniti, dopo una battaglia legale di dieci anni con la Osho Friends International (OFI), la Osho International Foundation ha perso i diritti esclusivi sul marchio OSHO nel gennaio 2009.<ref>[https://archive.is/20130411041017/www.indianexpress.com/news/osho-trademarkoif-appeal-dismissed/490876/ ''Osho trademark: OIF appeal dismissed''], The Indian Express, 18 luglio 2009</ref> Nell'ottobre 2017 il [[Tribunale dell'Unione europea]] ha invece confermato che l'OIF è proprietaria del marchio OSHO, respingendo la petizione dell'Osho Lotus Commune di Colonia (Germania) contro [[Ufficio dell'Unione europea per la proprietà intellettuale]] (EUIPO).<ref>[http://www.hindustantimes.com/pune-news/osho-brand-belongs-to-zurich-entity-rules-european-court/story-GjZ8Qr3rxIRdNzLJXTdkJN.html ''"Osho" brand belongs to Zurich entity, rules European Court''], Abhay Vaidya, Hindustan Times, 13 ottobre 2017</ref>
== Opere ==
I discorsi di Osho sono stati trascritti e raccolti in circa
Bibliografia dei libri pubblicati in Italia
Amore
* ''
* ''
* ''
* ''
* ''
* ''
* ''
* ''
* ''
Autobiografici
* ''Libri che ho amato'', Tradate (Va), Oshoba, 2010.
* ''
* ''
* ''Appunti di un folle'', Tradate (Va), Oshoba, 2007.
* ''
* ''
* ''Semi di saggezza'' (lettere a una discepola), Arona (No), News Services Corporation, 2002.
* ''Una tazza di tè'' (lettere a discepoli e amici), Arona (No), News Services Corporation, 1999.
* ''
* ''
* ''
Benessere
* ''L'istinto. Riscoprire e vivere la propria natura'', Milano, Riza, 2012. ISBN 978-88-7071-169-1.
* ''Il benessere emotivo'', Milano. Mondadori, 2010. ISBN 978-88-04-59579-3.
* ''La gioia. La felicità che affiora dall'interno'', Milano, Riza, 2009. ISBN 978-88-7071-136-3.
* ''La verità che cura'', Milano, Mondadori, 2009. ISBN 978-88-04-58559-6.
* ''Cogli l'attimo'', Milano, Feltrinelli, 2009. ISBN 978-88-07-72099-4.
* ''Intimità. Fidarsi di se stessi e degli altri'', Milano, Riza, 2007. ISBN 978-88-7071-119-6.
* ''Consapevolezza. La chiave per vivere in armonia'' , Milano, Riza, 2006. ISBN 978-88-7071-103-5.
* ''Il gioco delle emozioni. Liberarsi da rabbia, paura e gelosia'', Milano, Oscar Mondadori, 2004. ISBN 88-04-53354-4.
[[Buddhismo]]
* ''Il sutra del diamante'', Milano, Edizioni del Cigno, 1995. ISBN 88-7303-117-X.
* ''Il sutra del cuore'', Milano, Edizioni del Cigno, 1996. ISBN
* ''La disciplina della trascendenza'', Milano. Bompiani, 2002. ISBN 978-88-452-5077-4. (commenti al "Sutra in 42 Capitoli" Vol. 1)
* ''La mente che mente'', Milano, Feltrinelli, 2006. ISBN 978-88-503-2289-3. (commenti al "[[Dhammapada]]" di Gautama il Buddha Vol. 1)
* ''La saggezza dell'innocenza', Milano, Feltrinelli, 2007. ISBN 978-88-07-81952-0.' (commenti al "Dhammapada" di Gautama il Buddha Vol. 2)''
* ''Buddha. La vita e gli insegnamenti'', Cesena (FC), Macro Edizioni, 2007. ISBN 88-7507-789-4.
* ''L'avventura della verità'', Milano, Feltrinelli, 2008. ISBN 978-88-
* ''
* ''
* ''
* ''
* ''Il
[[
* ''
* ''
[[Cristianesimo]]
* ''Teologia mistica. Discorsi sul trattato di San Dionigi'', Genova, ECIG, 1998. ISBN 978-88-7545-351-0.
* ''Il seme della ribellione. Commenti ai Vangeli Apocrifi di San Tommaso Vol. 1'', Tradate (Va), Oshoba, 2000.
* ''Il seme della ribellione. Commenti ai Vangeli Apocrifi di San Tommaso Vol. 2'', Tradate (Va), Oshoba, 2001.
* ''Il seme della ribellione. Commenti ai Vangeli Apocrifi di San Tommaso Vol. 3'', Tradate (Va), Oshoba, 2002.
* ''Cristianesimo e zen'', Riza, Milano, 2002. ISBN 978-88-7071-056-4.
* ''Lasciate che i morti seppelliscano i propri morti. Commento ai Vangeli di Matteo, Marco, Luca e Giovanni'', Roma, Il Minotauro, 2006. ISBN 88-8073-144-0.
* ''Il miracolo più grande. Commento ai vangeli'', Milano, Mondadori, 2010. ISBN 88-04-60289-9.
* ''Vi parlo di Gesù'', Lido di Ostia Ponente (RM), Europa Libri, 2010. ISBN 978-88-904400-0-7.
Donna
* ''La donna. Una nuova visione'', Arona (No), News Services Corporation, 2006.
* ''
[[
* ''Il libro dei segreti. Discorsi su Vijnana Bhairava Tantra'', Milano, Bompiani, 1978. (commenti al [[Vijñānabhairava Tantra|Vijnana Bhairava Tantra]] Vol. 1)
* ''Meditazione dinamica. L'arte dell'estasi interiore'', Roma, Edizioni Mediterranee, 1979.
* ''Il libro arancione. Le tecniche di meditazione di Osho'', Roma, Edizioni Mediterranee, 1983. ISBN 88-272-0145-9.
* ''Amore, scienza e meditazione. Le dimensioni dell'uomo nuovo'', Torino, Psiche, 1984.
* ''Meditazione. La prima e l'ultima libertà. Una guida pratica alla meditazione'', Roma, Edizioni Mediterranee, 1989.
* ''Invito al silenzio. Una introduzione al mondo interiore'', Arona (No), News Services Corporation, 1997.
* ''Che cos'è la meditazione'', Milano, Mondadori, 1997. ISBN 88-04-42156-8.
* ''Meditazione, motivazione & management. Discorsi tratti dalle opere di Osho'', Arona (No), News Services Corporation, 1997.
* ''Il sentiero dell'essere'', Torino, Lo Scarabeo, 1998. ISBN 978-600-08-2308-5.
* ''Iniziazione alla meditazione. Il risveglio della consapevolezza'', Roma, Edizioni Mediterranee, 1999. ISBN 88-272-1271-X.
* ''L'occhio del ciclone. Discorsi sull'energia kundalini e sulla Meditazione Dinamica tenuti al campo di meditazione di Nargol, Gujarat, India dal 2 al 5 Maggio 1970'', Arona (No), News Services Corporation, 1999. (discorsi sull'energia [[kundalini]] Vol. 1)
* ''La meditazione. Passo dopo passo. Discorsi spontanei tenuti da Osho ad amici e ricercatori del vero durante un campo di meditazione a Mahabaleshwar, in India'', Arona (No), New Service Corporation, 1999; Novara, De Agostini, 2009. ISBN 978-88-418-5767-0.
* ''L'esperienza della meditazione. Un maestro di realtà contemporaneo introduce al mondo interiore'', Torino, Psiche, 2000. ISBN 978-88-85742-13-0.
* ''I segreti della trasformazione'', Milano, Tascabili Bompiani, 2000. ISBN 88-452-4459-8. (commenti al Vijnana Bhairava Tantra Vol. 2)
* ''Alleggerire l'anima'', Milano, Oscar Mondadori, 2001. ISBN 88-04-49071-3.
* ''Meditazione: la soglia interiore'', Arona (No), News Services Corporation, 2002. (Edito anche presso: Tradate (Va), Oshoba, 2002.)
* ''I segreti del tantra'', Milano, Bompiani, 2003. ISBN 88-452-5492-5. (commenti al Vijnana Bhairava Tantra Vol. 3)
* ''Vortici di energia'', Arona (No), News Services Corporation, 2004. (discorsi sull'energia kundalini Vol. 2)
* ''L'arte dell'equilibrio'', con CD audio, Milano, Bompiani, 2004. ISBN 88-452-1208-4.
* ''La natura dell'invisibile'', Arona (No), News Services Corporation, 2005. (discorsi sull'energia kundalini Vol. 3)
* ''I segreti della gioia'', Milano, Tascabili Bompiani, 2005. ISBN 978-88-452-3398-2. (commenti al Vijnana Bhairava Tantra Vol. 4)
* ''La meditazione che cura'', Milano, Red, 2006. ISBN 88-7447-404-0.
* ''I segreti del risveglio'', Milano, Bompiani, 2007. ISBN 978-88-452-5854-1. (commenti al Vijnana Bhairava Tantra Vol. 5)
* ''Cogli l'attimo. Metodi, esercizi, testi e stratagemmi per ritrovare l'armonia dentro sé'', Milano, Urra, 2005. ISBN 88-503-2384-0; Milano, Feltrinelli, 2009. ISBN 978-88-07-72099-4.
* ''La meditazione che cos'è? La base per una nuova religiosità'', Orbassano (TO), Uno Editori, 2011. ISBN 978-88-97623-00-7.
* ''Gioia e meditazione. Intuizione per risvegliare la propria essenza'', Orbassano (TO), Uno Editori, 2011. ISBN 978-88-97623-32-8.
* ''Incensi e meditazione. Le fragranze dell'anima'', Torino, Lo Scarabeo, 2012. ISBN 978-88-6527-163-6.
* ''Il sentiero del reale'', Torino, Lo Scarabeo, 2013. ISBN 978-600-07-7088-4.
* ''Meditazione per chi ha fretta'', Milano, Mondadori, 2016. ISBN 978-88-046-6150-4.
Morte
* ''Morte. La
Psicologia
* ''
* ''
* ''
[[Sufismo]]
* ''
* ''
* ''Il
* ''
* ''
* ''Il velo impalpabile. Discorsi su Il giardino cintato della verità di Hakim Sanai'', Milano, Apogeo, 2009. ISBN 978-88-503-2678-5. (commento al poema ''Hadiqua, il giardino cintato della verità'' di Hakim Sanai)
* ''La
* ''Lo specchio del cuore'', Milano, Apogeo, 2011. ISBN 978-88-503-1351-8; Milano, Feltrinelli, 2016. ISBN 978-88-07887-40-6. (commento al poema "Hadiqua, il giardino cintato della verità" di [[Sana'i di Ghazna|Hakim Sanai]])
* ''Nelle tue mani'', Firenze, Giunti, 2013. ISBN 978-88-440-4362-9.
* ''La creazione del presente'', Milano, De Agostini, 2013. ISBN 88-418-9586-1. (dalla serie di discorsi "The Perfect Master" Vol. 1)
* ''Ritorno al presente'', Milano, De Agostini, 2014. ISBN 978-88-511-2186-0. (dalla serie di discorsi "The Perfect Master" Vol. 2)
[[Tantra]]
* ''Tantra. La comprensione suprema'', Milano, Bompiani,
* ''Tantra, spiritualità e sesso'', Genova, ECIG, 1993. ISBN 978-88-7545-542-2.
* ''L'esperienza tantrica'', Arona (No), News Services Corporation, 1996.
* ''Tantra
* ''
* ''[[Liberi di essere]]. Il libro della comprensione'', Milano, Mondadori, 2007. ISBN 978-88-04-56414-0.
* ''L'amore nel Tantra'', Milano, Mondadori, 2009. ISBN 978-88-04-58662-3.
* ''La visione tantrica'', Arona (No), News Services Corporation, 2009. ISBN 978-600-02-2745-6.
* ''Tantra, amore e meditazione'', Milano, Mondadori, 2012. ISBN 978-88-04-62173-7.
[[
* ''
* ''
* ''
* ''
* ''
* ''
* ''
* ''
* ''
* ''Il tempo del sole e del vento'', Roma, Edizioni Mediterranee, 2013. ISBN 978-88-272-2232-4. (discorsi sul Tao-Te-Ching di Lao Tzu Vol. 5)
* ''La forza di rinascere. A passeggio nel Tao'', Milano, Bompiani, 2015. ISBN 978-88-452-7933-1.
Tradizioni occidentali
* ''
* ''Zarathustra
* ''Zarathustra il profeta che ride'', Genova, ECIG, 1991. ISBN 88-7545-445-0. (commenti allo "Zarathustra" di Friedrich Nietzsche)
* ''Philosophia perennis. Vol. 2'', Genova, ECIG, 1997. ISBN 978-88-7545-768-6. (discorsi sui "Versi Aurei" di Pitagora)
* ''La nuova alchimia'', Torino, Psiche, 1997. ISBN 978-88-85142-12-1. (commento a "La Luce sul Sentiero" di Mabel Collins)
* ''L'armonia nascosta''
* ''I silenzi dell'anima'', Milano, Edizioni del Cigno, 2006. ISBN 978-88-87062-40-3. (commenti al "Profeta" di Kahlil Gibran)
* ''I sentieri dell'anima'', Milano, Edizioni del Cigno, 2010. (commenti al "Profeta" di Kahlil Gibran)
* ''Gli abissi dell'anima'', Milano, Edizioni del Cigno, 2012. ISBN 978-88-87062-13-7. (commenti al "Profeta" di Kahlil Gibran)
* ''Il circolo virtuoso'', Milano, Cairo Publishing. 2013. ISBN 978-88-6052-510-9. (discorsi sulla poesia "Desiderata" di Max Ehrmann)
[[Filosofie orientali|Tradizioni orientali]]
* ''
* ''
* ''
* ''
* ''
* ''
* ''
* ''
* ''
* ''
* ''
* ''
* ''La vita è gioco'', Novara, De Agostini, 2011. ISBN 978-88-418-6883-6. (commenti ai canti dei Baul)
* ''
* ''
* ''La
* ''Gita Darshan. Vol. 1: Yoga della disperazione, yoga della comprensione'', Colle di Val d'Elsa (Si), Laris, 2013. ISBN 978-88-96773-09-3. (discorsi sul "[[Bhagavad Gita]]")
* ''
* ''
* ''
* ''
[[Yoga]]
* ''
* ''
* ''
* ''
* ''Yoga: potenza e libertà'', Milano, Mondadori, 2009. ISBN 978-88-04-59364-5.
* ''Yoga: il respiro dell'infinito'', Milano, Mondadori, 2009. ISBN 978-88-04-61191-2.
* ''Yoga per il corpo, la mente e lo spirito'', Milano, Mondadori, 2011. ISBN 978-88-04-60910-0.
* ''Yoga: la scienza dell'anima'', Milano, Mondadori, 2011. ISBN 978-88-04-60911-7.
* ''Yoga: amore e meditazione'', Milano, Mondadori, 2013. ISBN 978-88-04-63174-3.
* ''
[[Zen]]
* ''Koan zen: l'oca è fuori'', Genova, ECIG, 1988. ISBN 978-88-7545-285-8.
* ''
* ''
* ''Il libro del nulla'' (discorsi su "La mente fiduciosa" di [[Sēngcàn|Sosan]]), Roma, Edizioni Mediterranee, 1992. ISBN 978-88-272-0047-6.
* ''Il Manifesto dello Zen'', Tradate (Va), Oshoba, 1993.
* ''
* ''
* ''I tarocchi zen di Osho. Il gioco trascendente dello zen. Con 79 carte'', Torino, Lo Scarabeo, 2008. ISBN 978-88-8395-859-5.
* ''L'arte del mutamento. Discorsi sullo zen'', Milano, Mondadori, 2009. ISBN 978-88-04-58668-5.
* ''La danza della luce e delle ombre'', Milano, Feltrinelli, 2011. ISBN 978-88-07-72287-5.
* ''I tarocchi nello spirito dello zen'', Torino, Lo Scarabeo, 2011. ISBN 978-88-6527-113-1.
* ''Il sussurro della sorgente interiore'', Milano, Bompiani, 2011. ISBN 978-88-45-26695-9.
* ''La ballata del cuculo solitario'', Roma, Europa Libri, 2011. ISBN 978-88-904400-5-2.
* ''Il canto della meditazione'' (commenti al Canto della Meditazione di [[Hakuin]]), Milano, Mondadori, 2011. ISBN 978-88-04-61289-6.
* ''Dieci storie zen. Lo zen spiegato con lo zen'', Roma, Edizioni Mediterranee, 2012. ISBN 978-88-272-2174-7.
* ''Il sentiero si crea camminando. Lo zen come metafora della vita'', Milano, Feltrinelli, 2013. ISBN 978-88-07-88210-4.
* ''La ricerca. Conversazioni sui dieci tori dello zen'', Baiso (RE), Verdechiaro, 2013. ISBN 978-88-6623-083-0.
* ''Su la testa! La morte di Dio e la nascita dell'uomo'', Milano, Apogeo, 2013. ISBN 978-88-503-3192-5.
* ''Zen: il lampo di diamante'', Milano, Edizioni del Cigno, 2013. ISBN 978-88-87062-46-5.
* ''L'eterno contrasto'', Milano, Feltrinelli, 2014. ISBN 978-88-07-88447-4.
* ''Uno specchio limpido. Risvegliarsi nello zen'', Milano, Mondadori, 2017. ISBN 978-88-04-67919-6.
[[DVD]] con i discorsi di Osho
* ''La meditazione che
* ''Libertà dai propri limiti'' (tratto dalla serie "The Invitation" # 4), Oshoba, Tradate (Va).
* ''Stati di coscienza superiore'' (tratto dalla serie "From ignorance to innocence"), Infinito Edizioni, Formigine (Mo), 2010.
Riga 447 ⟶ 608:
* ''Vivi felice'' (tratto dalla serie "The Transmission of the Lamp" # 31), Uno Editori, Orbassano (To), 2011.
* ''Osho Dynamic Meditation'', New Earth Records, Monaco di B., 2010.
* ''Una storia
* ''Ha un senso la vita?'', Infinito Edizioni, Formigine (Mo), 2010.
* ''
* ''Trova la tua voce interiore'' (tratto dalla serie "From Ignorance to Innocence" # 13), Uno Editori, Orbassano (To), 2009.
* ''Amore e odio'' (tratto dalla serie "From misery to enlightenment" # 13), Uno Editori, Orbassano (To), 2008.
* ''Giusto o Sbagliato?'' (tratto dalla serie "From Darkness to Light" # 19), Uno Editori, Orbassano (To), 2009.
* ''Gioia e Meditazione'', Uno Editori, Orbassano (To), 2011.
* ''I tre volti
* ''Il rispetto per se stessi'' (tratto dalla serie "Satyam Shivam Sunderam" # 16), Oshoba, Tradate (Va), 2007.
* ''Vivere
* ''Quando la competizione fallisce'', Uno Editori, Orbassano (To), 2013.
* ''Le dieci età dell'uomo'', Uno Editori, Orbassano (To), 2012.
Riga 470 ⟶ 631:
* ''Viaggio nell'utopia'', documentario Rai, con intervista a Osho, di Giovanni Costa (voce narrante di [[Arnoldo Foà]]), 1972.
* ''A Contemporary Guru: Rajneesh and his dynamic meditation cult'', documentario di David M. Knipe; University of Wisconsin, 1975.
* ''
* ''Ashram in Poona: Bhagwan's Experiment'', documentario tedesco scritto e diretto da Wolfgang Dobrowolny, 1979.
* ''Osho, Bhagwan Shree Rajneesh'' (conosciuto anche come
* ''The God that Fled: Bhagwan Rajneesh'', documentario della BBC girato dal giornalista [[Christopher Hitchens]], 1980.
* ''Shree Rajneesh Ashram: This Commune, the Buddhafield'', documentario prodotto da Ma Prem Samadhi e commentato da Sw Anand Subhuti, 1980.
* ''Death: The Greatest Fiction'', documentario scritto e prodotto da Sw Anand Premlok e Samada Riedel, 1981.
* ''Fear is the Master'', prodotto dalla Jeremiah Films, contiene rare immagini della Comune 'Rajneeshpuram', 1987.
* ''In loving gratitude to Bhagwan Shree Rajneesh: The rising moon'', documentario a cura di Neo-Sannyas International
* ''The Man Who Was God'', documentario di Peter Bate, 1989
* ''The Manifesto for a New Man and a New Humanity'', documentario di Sw Anand Harp e Sw Deva Mutribo (Rebel films), 1988.
* ''Bhagwan: My Dance is Complete'', documentario prodotto e diretto da Bob Mullan, 1988.
* ''Rajneesh: Spiritual Terrorist'', documentario della filmmaker australiana Cynthia Connop per la ABC TV/Learning Channel, 1989.
* ''Never Born, Never Died: Bhagwan Shree Rajneesh'', documentario diretto e prodotto da Bob Mullan, 1989.
* ''Osho: 1931-1990'', documentario diretto e prodotto da Bob Mullan, 1996.
* ''Boomtown und Bhagwan: Poona - das neue Indien'', documentario tedesco prodotto da ARD-Studios Neu Delhi, 2007.
* ''Guru: Bhagwan, His Secretary & His Bodyguard'', documentario svizzero di Sabine Gisiger e Beat Häner, 2010.
* ''Master: The Greatest Mystery'', documentario prodotto dalla Osho World Foundation (Ma Dharm Jyoti e Sw Chaitanya Keerti), 2010?
* ''Sommer in Orange'', film diretto da Marcus H. Rosenmüller sulla comunità bavarese ispirata al movimento di Osho, 2011.
* ''Rajneeshpuram'' (Oregon Experience), documentario della Oregon Public Broadcasting, 2012.
* ''Death of a Dream'', documentario prodotto da Charlotte Arden (Gizmo Films), 2014.
* ''[[Fiore ribelle]]'' (''Rebellious Flower''), film biografico diretto da Krishan Hooda, 2016 (Menzione Speciale della Giuria al [[Salento International Film Festival]] 2015).
* ''Wild Wild Country'', documentario [[Netflix]], diretto da Chapman Way e Maclain Way, 2018 (vincitore del [[Premio Emmy]] come miglior serie documentaria o non-fiction).
* ''Operazione Socrate,'' documentario sulla morte di Osho, regia di Majid Valcarenghi e Ida Porta. Ed. RE NUDO, durata 47'.
* ''La mia vita con Osho: racconti da Ustica,'' documentario Blue Cinema Tv, diretto da Alessandra Arcieri, con Azima V. Rosciano, 2020.
== Note ==
{{
== Bibliografia ==
* Ram Chandra Prasad, ''Rajneesh: The Mystic of Feeling'', Delhi: Motilal Banarsidass, 1978, ISBN 0-89684-023-9.
* Swami Deva Majid (Andrea Valcarenghi), ''Alla ricerca del D/io perduto'', Milano, SugarCo, 1979.
* Sw. Swatantra Sarjano, ''L'incanto d'arancio'', Roma, Savelli, 1979.
* Ma Satya Bharti, ''Il grande esperimento: meditazioni e terapie nell'Ashram di Bhagwan Shree Rajneesh'', Milano, Armenia, 1980.
* Vasant Joshi, ''The Awakened One - The Life and Work of Bhagwan Shree Rajneesh'', San Francisco, CA: Harper and Row, 1982, ISBN 0-06-064205-X.
* Bob Mullan, ''Life as Laughter: Following Bhagwan Shree Rajneesh'', London, Boston, Melbourne and Henley: Routledge & Kegan Paul Books Ltd, 1983, ISBN 0-7102-0043-9.
* N. Karlen, P. Abramson, ''Bhagwan's realm'', Newsweek, 3 dicembre 1984.
* S. Mitra, R. Draper, R. Chengappa, ''Rajneesh: Paradise lost'', in "India Today", 15 December 1985.
* Hugh Milne, ''Bhagwan: The God That Failed'', Caliban, 1986.
* Roy Wallis, ''Religion as Fun? The Rajneesh Movement'', Sociological Theory, Religion and Collective Action (Queen's University, Belfast): Pages 191–224, 1986.
* Kate Strelley, ''The Ultimate Game: The Rise and Fall of Bhagwan Shree Rajneesh'', Harper Collins, 1987.
* James S. Gordon, ''The Golden Guru: The Strange Journey of Bhagwan Shree Rajneesh'', Lexington, MA: The Stephen Greene Press, 1987, ISBN 0-8289-0630-0.
* George Meredith, ''Bhagwan: The Most Godless Yet the Most Godly Man'', 1988, Pune: Rebel Publishing House.
* Kate Strelley, ''Ultimo gioco. La mia vita nella comunità del guru arancione Bhagwan Shree Rajneesh'', Milano, Sperling & Kupfer, 1989.
* Lewis F. Carter, ''Charisma and Control in Rajneeshpuram: A Community without Shared Values'', Cambridge: Cambridge University Press, 1990, ISBN 0-521-38554-7.
* Satya Bharti Franklin, ''The Promise of Paradise: A Woman's Intimate Story of the Perils of Life with Rajneesh'', Station Hill Press, 1992.
* M. Valcarenghi, I. Porta, ''Operazione Socrate. Il caso Osho. Come e perché è stato ucciso il Maestro spirituale più discusso della nostra epoca'', Tranchida, 1995
* Ma Prem Shunyo, ''I miei giorni di luce con Osho. Il nuovo Sutra del Diamante'', Peschiera del Garda, Edizioni del Cigno, 1996. ISBN 88-87062-38-2.
* Anthony Storr, ''Feet of Clay: A Study of Gurus'', Harper Collins, 1996.
* Joachim Süss, ''Bhagwans Erbe: Die Osho-Bewegung heute'', Munich: Claudius Verlag, 1996, ISBN 3-532-64010-4.
* "Sam" (Chris Gray), ''Life of Osho'', London: Sannyas, 1997.
* Swami Anand Videha, ''Osho. La sua visione e il suo lavoro'', Cesena (FC), Macro Edizioni, 1998. ISBN 978-88-7507-181-3.
* Susan J. Palmer, ''Charisma and Abdication: A Study of the Leadership of Bhagwan Shree Rajneesh'', Sociological Analysis 49 (2), pp. 119–135, Dawson College, Montreal, 1988.
* Anand Veeresh, ''In compagnia del maestro'', Arona (No), News Services Corporation, 1999.
* Judith Coney, ''Osho Rajneesh e il suo movimento'', Torino, Elledici, 1999. ISBN 978-88-01-01674-1.
* Judith M. Fox, ''Osho Rajneesh, Studies'' in "Contemporary Religion Series", No. 4, Salt Lake City: Signature Books, 2002, ISBN 1-56085-156-2.
* Tim Guest, ''My Life in Orange: Growing Up with the Guru'', Harcourt, 2004
* Lewis, James R.; Petersen, Jesper Aagaard, ''Controversial New Religions'', New York: Oxford University Press, 2005, ISBN 0-19-515682-X.
* Joseph T. McCann, ''Terrorism on American Soil'', Sentient Publications, 2006
* Swami Rajneesh, ''Le lacrime della rosa mistica'', eBook, 2008.
* Jane Stork, ''Breaking the Spell: My Life as a Rajneeshee and the Long Journey Back to Freedom'', Pan Macmillan, 2009.
* Win McCormack, ''The Rajneesh Chronicles'', Tin House Books, 2010.
* P.T. Mistlberger, ''The Three Dangerous Magi: Osho, Gurdjieff, Crowley'', Obooks, 2010, ISBN 978-1-84694-435-2.
* Azima V. Rosciano, ''La mia vita con Osho. Le sette porte del cammino spirituale'', Xenia, 2011, ISBN 978-88-7273-704-0.
* Anand Subhuti, ''My Dance with a Madman'', Cambridge, UK, Perfect Publishers Ltd, 2011, ISBN 978-1-905399-63-5.
* Ma Prem Shunyo, ''I miei giorni di luce con Osho'', Peschiera del Garda, Edizioni del Cigno, 2013. ISBN 978-88-87062-38-0.
* Savita Brandt, ''Encounters with an Inexplicable Man: Stories of Osho as Told by his People'', Pune, Dancing Buddhas Publishing, 2014, ISBN 978-81-907759-1-5.
* Ma Anand Vidya e Swami Anand Videha, ''Ricominciare da sé, per riscoprire la propria melodia interiore,'' Mondadori, Milano, 2018, ISBN 978-88-04-70118-7
== Altri progetti ==
{{Interprogetto
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|url=https://www.youtube.com/playlist?list=PL94541630B0EA49F6|titolo=Playlist dei video con i discorsi di Osho (sottotitoli in italiano)}}
* {{cita web | 1 = http://oshorajneesh.oneminutesite.it/ | 2 = La divina melodia dell'essere (biografia, documenti, immagini e citazioni) | accesso = 4 giugno 2013 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20131213003816/http://oshorajneesh.oneminutesite.it/ | dataarchivio = 13 dicembre 2013 | urlmorto = sì }}
* {{cita web|http://www.fuocosacro.com/pagine/maestri/osho2.htm#_Toc52625051|Rajneeshpuram. Utopia e incubo orwelliano}}
* {{cita web|http://www.cesnur.org/religioni_italia/g/giainismo_02.htm|L'eredità di Osho Rajneesh}}
* {{Cita web | url=https://www.ilpost.it/2018/04/19/osho-vera-storia/ | titolo = La vera storia di Osho | giornale = [[Il Post]] | giorno = 19 | mese = aprile | anno = 2018 }}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|filosofia|religioni}}
[[Categoria:Nati in India]]
[[Categoria:
[[Categoria:Religiosi indiani]]
[[Categoria:Predicatori indiani]]
[[Categoria:Retori indiani]]
[[Categoria:Insegnanti indiani]]
[[Categoria:Nuovi movimenti religiosi]]
[[Categoria:Movimenti del potenziale umano]]
[[Categoria:
[[Categoria:New Age]]
[[Categoria:Oppositori
[[Categoria:
[[Categoria:Bibliofili]]
[[Categoria:Antislamisti]]
[[Categoria:Filosofi indiani del XX secolo]]
|