Lucio Cornelio Silla: differenze tra le versioni
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{{Magistrato romano
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|coniuge 2 = [[Giulia (moglie di Silla)#Identificazioni alternative|Elia]]{{efn|name=Ilia}}
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|coniuge 4 = |
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|propretura = [[96 a.C.]] in [[Cilicia (provincia romana)|Cilicia]]
|consolato = [[88 a.C.]]<br />[[80 a.C.]]
|proconsolato = [[87 a.C.]] - [[84 a.C.]] in [[Asia (provincia romana)|Asia]]
|dittatura = [[82 a.C.|82]] - [[79 a.C.]]
}}
{{Militare
|Nome = Lucio Cornelio Silla
|Religione = [[Religione romana]]
|Nazione_servita = [[repubblica romana]]
|Forza_armata = [[Esercito romano]]
|Altro_lavoro = ''[[Dictator]]''
|Grado = ''[[Duce (storia romana)|Dux]]''
|Data_di_nascita = 138 a.C.
|Nato_a = [[Roma]]
|Data_di_morte = 78 a.C.
|Morto_a = [[Cuma]]
|Etnia = [[Latini|Latino]]
|Cause_della_morte = cancro
|Guerre = * [[Guerra giugurtina]]
* [[Guerre cimbriche]]
* [[Prima guerra mitridatica]]
* [[Guerra civile romana (83-82 a.C.)]]
|Battaglie = * [[Battaglia dei Campi Raudii]]
* [[Assedio di Atene (87 a.C.)]]
* [[Battaglia di Cheronea (86 a.C.)]]
* [[Battaglia di Orcomeno]]
* [[Battaglia di Porta Collina]]
|Comandante_di = Esercito romano
}}
{{Bio
|Nome = Lucio
|Cognome = Cornelio Silla Fortunato
|PreData =
|Sesso = M
|LuogoNascita = Roma
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|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = 78 a.C.
|Epoca = II a.C.
|Epoca2 = I a.C.
|Attività = generale
|AttivitàAltre = e [[Dittatore romano|dittatore]]
|Nazionalità = romano
}}
== Biografia ==
=== Origini familiari ===
Lucio Cornelio Silla nacque nel [[138 a.C.]] a [[Roma (città antica)|Roma]] da un ramo della ''[[gens]]'' [[Patrizio (storia romana)|patrizia]] dei ''[[Gens Cornelia|Cornelii]]'' caduto in disgrazia.<ref>{{cita|Plutarco, ''Sull.''|1, 1}}; {{cita|Sallustio, ''Iug.''|95, 3}}.</ref> La motivazione è rintracciabile all'inizio del [[III secolo a.C.]]: un quadrisavolo di Silla, [[Publio Cornelio Rufino (console 290 a.C.)|Publio Cornelio Rufino]], nonostante fosse stato [[console (storia romana)|console]] nel 290 a.C. e nel 277 a.C., [[Dittatore romano|dittatore]] in data imprecisata e avesse celebrato il [[trionfo]] sui [[Sanniti]], fu espulso dal [[Senato romano|Senato]] nel 275 a.C. perché possedeva più di dieci libbre di argenteria in casa.<ref>{{cita|Plutarco, ''Sull.''|1, 1}}; {{cita|Brizzi 2004|p. 13}}; {{cita|Hinard 2003|p. 14}}; {{cita|Telford|p. 18}}.</ref> Il figlio di Rufino, Publio Cornelio, fu nominato ''[[flamen Dialis]]'', posizione di massima importanza in ambito religioso, ma i cui obblighi lo escludevano di fatto dalla vita politica.<ref>{{cita|Brizzi 2004|p. 14}}; {{cita|Hinard 2003|p. 15}}.</ref> Questi fu il primo a portare il ''[[cognomen]] Sulla''.<ref>{{cita|Brizzi 2004|p. 14}}.</ref>
Nelle sue ''Memorie'', Silla stesso scrive che il primo ''Sulla'' fu il flamine, facendo derivare la parola dal nome della [[Sibilla]]: infatti [[Publio Cornelio Silla (pretore 212 a.C.)|Publio Cornelio]], figlio del sacerdote e bisavolo di Silla, aveva consultato i [[Libri sibillini]] per decidere se celebrare i primi ''[[ludi Apollinares]]'';<ref>{{cita|Livio|XXV 12}}.</ref> questo tentativo di nobilitare il ''cognomen'' non rispetterebbe però un'antica usanza romana.<ref>{{cita|Brizzi 2004|p. 15}}; {{cita|Hinard 2003|p. 16}}.</ref> Tradizionalmente, infatti, il ''cognomen'' descriveva un tratto della famiglia che lo portava: in questo caso, mentre ''Rufinus'' richiamava la capigliatura rossa della famiglia, ''Sulla'' derivava da ''suilla'', «carne di porco», e alludeva alla pelle chiara e cosparsa di [[lentiggini]].{{efn|{{cita|Plutarco, ''Sull.''|2, 1}}; {{cita|Brizzi 2004|p. 15}}; {{cita|Hinard 2003|pp. 15-17}}; ''contra'' {{cita|Keaveney 1985|p. 16}}, secondo il quale deriverebbe da ''sura'', «polpaccio»; cfr. {{cita|Quintiliano, ''Inst.''|I 4, 25}}).}}
Nonostante il cambiamento del ''cognomen'', la reputazione della famiglia non migliorò e i successori del flamine non ricoprirono cariche superiori a quella [[pretore (storia romana)|pretoria]].<ref>{{cita|Hinard 2003|p. 18}}; {{cita|Telford|pp. 19-20}}.</ref> Il bisavolo di Silla, Publio Cornelio, fu unitamente ''praetor urbanus'' e ''[[Praetor peregrinus|peregrinus]]'' nel 212 a.C.<ref>{{cita|Livio|XXV, 2-3}}.</ref> e, come già detto, indisse i primi Giochi di Apollo. Avvicinandosi all'età di Silla le informazioni scarseggiano: del primogenito e nonno di Silla, omonimo di suo padre, si sa che fu pretore in [[Sicilia (provincia romana)|Sicilia]] nel 186 a.C.,<ref>{{cita|Brizzi 2004|p. 15}}; {{cita|Hinard 2003|p. 18}}; {{cita|Keaveney 1985|p. 16}}.</ref> mentre il secondogenito, Servio, ricoprì la carica in [[Sardegna e Corsica|Sardegna]] nel 175 a.C.<ref name=bri15>{{cita|Brizzi 2004|p. 15}}; {{cita|Hinard 2003|p. 18}}.</ref>
Del padre, Lucio Cornelio Silla, si sa ancora meno: è probabile che non fosse il primogenito di Publio e che fu amico di [[Mitridate VI|Mitridate il Grande]],<ref>{{cita|Appiano, ''Mith.''|54}}.</ref> per cui potrebbe essere stato [[Promagistratura|promagistrato]] in [[Asia (provincia romana)|Asia]]<ref name="bri15"/> o membro di una delle numerose delegazioni che venivano frequentemente inviate in Oriente.<ref name=bri15 /> Ebbe due mogli: la seconda, matrigna di Silla, dovette essere assai ricca.<ref name=plu2>{{cita|Plutarco, ''Sull.''|2, 4}}; {{cita|Brizzi 2004|p. 18}}; {{cita|Hinard 2003|p. 22}}; {{cita|Keaveney 1985|p. 19}}.</ref>
=== Gioventù ===
[[File:Bust of Sulla (Ny Carlsberg Glyptotek, Copenhagen) 1.jpg|thumb|right|''Busto virile'' detto ''Silla'', copia del 40 a.C. ca. di un originale della fine del II sec. a.C. o dell'[[Augusto|età augustea]], marmo, alt. 47 cm. [[Copenaghen]], [[Ny Carlsberg Glyptotek]] (fino al 1897 in [[Roma]], [[Palazzo Barberini]], collezione privata). Già dal 1642 la scultura era identificata con Silla ma, considerata la datazione (incerta), si può dire che probabilmente non lo ritrae.<ref>Per maggior informazioni sul busto e la sua storia si rimanda ai seguenti link:<br />{{cita web|url=http://ancientrome.ru/art/artworken/img.htm?id=2431|titolo=The General Publius Cornelius Scipio Africanus?|lingua=en|accesso=9 gennaio 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210109185048/http://ancientrome.ru/art/artworken/img.htm?id=2431|dataarchivio=9 gennaio 2021}}<br/>{{cita web|url=http://ancientrome.ru/art/artworken/img.htm?id=2432|titolo=The General Publius Cornelius Scipio Africanus?|lingua=fr|accesso=9 gennaio 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210109185458/http://ancientrome.ru/art/artworken/img.htm?id=2432|dataarchivio=9 gennaio 2021}}</ref>]]
Poco si sa della fanciullezza di Silla. Ci rimane solo una leggenda, secondo cui, poco dopo la sua nascita, una donna lo vide in grembo alla nutrice e le disse «''Puer tibi et reipublicae tuae felix''» (Il fanciullo [sarà] fonte di gioia per te e per lo Stato).<ref>{{cita|Keaveney 1985|p. 16}}.</ref> Certo è che il crollo del prestigio condizionò la situazione economica della famiglia, descritta così da [[Plutarco]]:
{{citazione
|I suoi [di Rufino] discendenti, fin dal primo, condussero una vita mediocre e Silla stesso fu allevato in una situazione patrimoniale niente affatto invidiabile. Da adolescente abitava in casa d'altri e pagava un affitto basso; questo gli fu rinfacciato in seguito, perché sembrava aver raggiunto una fortuna superiore al merito. Si dice che, dopo la [[Guerra giugurtina|campagna in Libia]], quando si faceva bello e si vantava, uno dei ''boni'' gli si rivolse con queste parole: «E come potresti essere meritevole di lodi tu, che ti sei ritrovato tante ricchezze senza che tuo padre ti abbia lasciato niente?»
|{{cita|Plutarco, ''Sull.''|1, 2}}; {{cita|trad.||Plutarco, ''Lisandro; Silla''}} di Lucia Ghilli, p. 303.
|οἱ δὲ μετ’ ἐκεῖνον ἤδη ταπεινὰ πράττοντες διετέλεσαν, αὐτός τε Σύλλας ἐν οὐκ ἀφθόνοις ἐτράφη τοῖς πατρῴοις. γενόμενος δὲ μειράκιον ᾤκει παρ’ ἑτέροις ἐνοίκιον οὐ πολὺ τελῶν, ὡς ὕστερον ὠνειδίζετο παρ’ ἀξίαν εὐτυχεῖν δοκῶν. σεμνυνομένῳ μὲν γὰρ αὐτῷ καὶ μεγαληγοροῦντι μετὰ τὴν ἐν Λιβύῃ στρατείαν λέγεταί τις εἰπεῖν τῶν καλῶν τε κἀγαθῶν ἀνδρῶν· «Καὶ πῶς ἂν εἴης σὺ χρηστός, ὃς τοῦ πατρός σοι μηδὲν καταλιπόντος τοσαῦτα κέκτησαι;»
|lingua=grc
}}
Il biografo greco probabilmente esagera, perché Silla non crebbe nella povertà più assoluta: era ricco agli occhi del [[plebe]]o, ma povero agli occhi del [[Nobilitas|nobile]], una posizione assimilabile a quella di [[Ordine equestre|cavaliere]].<ref>{{cita|Hinard 2003|pp. 18-19}}.</ref> Nonostante l'ambiente modesto in cui visse, a Silla fu impartita un'ottima educazione, degna delle sue origini patrizie: gli furono insegnati la [[letteratura latina]] e [[Letteratura greca|greca]],<ref>{{cita|Sallustio, ''Iug.''|95, 3}}.</ref> il [[diritto]], la [[retorica]], la [[filosofia]] e l'[[arte]] e fu impregnato dei valori tradizionali del ''[[mos maiorum]]''.<ref>{{cita|Hinard 2003|pp. 20-21}}; {{cita|Keaveney 1985|pp. 16-17}}.</ref> Con questi strumenti, Silla poteva certamente rivaleggiare con i più eruditi della sua epoca, ma per ottenere una carica gli serviva il denaro.
La speranza di ricoprire una [[magistratura (storia romana)|magistratura]] sembrò svanire quando, verso l'età in cui indossò la ''[[toga virilis]]'' (circa diciassette anni), il padre Lucio morì senza lasciargli nulla in eredità.<ref name=bri17>{{cita|Brizzi 2004|p. 17}}; {{cita|Keaveney 1985|p. 17}}.</ref> Il giovane Silla, che godeva di un reddito annuo di novemila sesterzi, nove volte maggiore rispetto a quello di un operaio, ma decisamente umile per un aristocratico,<ref name=bri17 /> prese a frequentare i sobborghi dell'Urbe, che poco si addicevano a un patrizio, e personaggi ambigui come [[Mimo latino|mimi]] e [[Istrione|istrioni]],<ref>{{cita|Brizzi 2004|pp. 19-20}}; {{cita|Hinard 2003|p. 21}}, suppone anche la partecipazione a un'associazione [[Bacco|bacchica]]; {{cita|Keaveney 1985|pp. 18-19}}.</ref> per cui scrisse anche alcune [[Atellana|atellane]].<ref>{{cita|Brizzi 2004|p. 20}}; {{cita|Hinard 2003|p. 242}}; {{cita|Keaveney 1985|p. 18}}.</ref> Secondo Plutarco, in occasione delle bevute con i suoi amici plebei Silla, la cui immagine è passata alla storia come severo dittatore, mostrava il suo lato migliore:
{{citazione
|[...] sebbene fosse attivo e più accigliato per il resto del tempo, non appena si buttava nella mischia e si metteva a bere cambiava del tutto, tanto da diventare gentile con mimi cantanti e ballerini, dimesso e propenso ad accogliere ogni richiesta.
|{{cita|Plutarco, ''Sull.''|2, 3}}; {{cita|trad.||Plutarco, ''Lisandro; Silla''}} di Lucia Ghilli, p. 309.
|[...] ἀλλ’ ἐνεργὸς ὢν καὶ σκυθρωπότερος παρὰ τὸν ἄλλον χρόνον, ἀθρόαν ἐλάμβανε μεταβολὴν ὁπότε πρῶτον ἑαυτὸν εἰς συνουσίαν καταβάλοι καὶ πότον, ὥστε μιμῳδοῖς καὶ ὀρχησταῖς τιθασὸς εἶναι καὶ πρὸς πᾶσαν ἔντευξιν ὑποχείριος καὶ κατάντης.
|lingua=grc
}}
Ormai pronto al [[Matrimonio romano|matrimonio]], Silla sposò una certa [[Giulia (moglie di Silla)|Ilia]],<ref>{{cita|Plutarco, ''Sull.''|6, 11}}.</ref> che potrebbe corrispondere a una Giulia, sorella di [[Lucio Giulio Cesare (console 90 a.C.)|Lucio Giulio Cesare]] e [[Gaio Giulio Cesare Strabone Vopisco|Cesare Strabone Vopisco]],<ref>{{cita|Brizzi 2004|p. 22}}; {{cita|Hinard 2003|pp. 23-24}}; {{cita|Keaveney 1985|p. 19}}.</ref> o una Giulia minore, sorella di [[Gaio Giulio Cesare (padre di Cesare)|Gaio Giulio Cesare]], [[Sesto Giulio Cesare (console 91 a.C.)|Sesto Giulio Cesare]] e [[Giulia (moglie di Mario)|Giulia maggiore]], moglie di [[Gaio Mario]],<ref>{{cita|Telford|pp. 30-31}}.</ref> o più probabilmente si tratta di un errore di Plutarco, per cui la figura di Ilia coinciderebbe con Elia,<ref>{{cita|Brizzi 2004|p. 22}}; {{cita|Hinard 2003|p. 24}}.</ref> la seconda moglie di Silla, di famiglia plebea e di cui non si sa altro che il nome<ref>{{cita|Plutarco, ''Sull.''|6, 11}}; {{cita|Brizzi 2004|p. 22}}; {{cita|Hinard 2003|p. 24}}.</ref>. In ogni caso, da Ilia Silla ebbe la sua prima figlia, [[Cornelia Silla|Cornelia]], e il primo figlio, Lucio, che morì infante.<ref>{{cita|Hinard 2003|p. 26}}.</ref>
{{anchor|Ilia-Elia}}Ad ogni modo, il legame matrimoniale non gli impedì di intrattenere relazioni [[Adulterio|extraconiugali]]: coltivò una relazione [[omosessuale]] con l'attore Metrobio, un amore giovanile che portò con sé fino alla morte,<ref>{{cita|Plutarco, ''Sull.''|2, 4; 36, 1}}; {{cita|Hinard 2003|p. 21}}; {{cita|Keaveney 1985|p. 19}}.</ref> così come continuò a frequentare i circoli di buffoni. Amò anche la facoltosa Nicopoli, [[Liberto|liberta]] più vecchia di lui e sua amante, che, quando spirò, lasciò al giovane Silla una grande eredità.<ref name="plu2"/> Nello stesso periodò morì anche la matrigna, da cui Silla ereditò un'altra ingente somma di denaro.<ref name=plu2 /> Fu probabilmente così che Lucio Cornelio Silla, nato da una famiglia decaduta, poté intraprendere la sua carriera politica: l'inizio della sua ''Felicitas''.
===
{{Vedi anche|Guerra giugurtina|Guerre cimbriche}}
Nel [[107 a.C.]] Silla fu nominato [[Questore (storia romana)|questore]] di [[Gaio Mario]], del quale era cognato avendo sposato la sorella minore della moglie di Mario, Giulia, nel periodo in cui questi stava assumendo il comando della spedizione militare contro [[Giugurta]], [[re di Numidia]]. Questa guerra si protraeva ormai dal [[112 a.C.]], con risultati addirittura umilianti per l'esercito romano, tenuto in scacco dalle forze di questo piccolo regno africano.
Alla fine Mario, nel [[106 a.C.]], riuscì a prevalere, soprattutto grazie all'abile e coraggiosa iniziativa di Silla, che riuscì a catturare Giugurta convincendo il suocero [[Bocco I|Bocco]] e gli altri familiari a tradirlo e consegnarlo ai Romani. La fama che gliene derivò gli servì da trampolino di lancio per la carriera politica, ma provocò il risentimento e la gelosia di Mario nei suoi confronti. Difatti Silla continuò a servire nello Stato Maggiore di Mario fino all'elezione al consolato di [[Quinto Lutazio Catulo (console 102 a.C.)|Quinto Lutazio Catulo]], di antica famiglia aristocratica come lui, e infine passando nello Stato Maggiore di quest'ultimo nella difficile campagna condotta in [[Gallia]] contro le tribù [[germani]]che dei [[Cimbri]] e dei [[Teutoni]] ([[104 a.C.|104]] – [[103 a.C.]]). Silla si distinse anche in questa occasione, aiutando il console Quinto Lutazio Catulo e Mario a sconfiggere i Cimbri nella [[Battaglia dei Campi Raudii]], presso [[Vercelli]], nel [[101 a.C.]].
Al suo ritorno a Roma, Silla riuscì a farsi eleggere [[Pretore (storia romana)|pretore]] urbano, e i suoi avversari non mancarono di accusarlo di aver corrotto all'uopo molti degli elettori. In seguito fu assegnato al governo della [[Cilicia (provincia romana)|Cilicia]], regione situata nell'odierna Turchia. Nel [[96 a.C.]] si assistette a un avvenimento storico per quell'epoca. La [[Repubblica romana]] e il grande Impero dei [[Parti]] vennero a contatto in modo del tutto pacifico. Una delegazione inviata dal sovrano parto, [[Mitridate II di Partia|Mitridate II]], si incontrò sulle rive dell'[[Eufrate]] con il pretore Lucio Cornelio Silla, governatore della nuova [[Cilicia (provincia romana)|provincia di Cilicia]].<ref>{{cita|Sheldon 2018|p. 52}}.</ref>
{{Citazione|Dopo l'anno di [[pretore (storia romana)|pretura]], [Silla] fu inviato in [[regno di Cappadocia|Cappadocia]]. Motivo ufficiale della sua missione era il porre di nuovo sul trono [[Ariobarzane I di Cappadocia|Ariobarzane I]].<ref name="LivioPeriochae70.6">[[Tito Livio|Livio]], ''Periochae [[ab Urbe condita libri]]'', 70.6.</ref> In verità egli aveva il compito di contenere e controllare l'espansione di [[Mitridate VI del Ponto|Mitridate]], che stava acquisendo nuovi domini e potenza non inferiori a quanti ne aveva ereditati.|[[Plutarco]], ''Vita di Silla'', 5.}}
[[File:Roma in Oriente 92aC.png|thumb|upright=1.4|La missione di Silla, procuratore della [[Cilicia (provincia romana)|Cilicia]], nel [[96 a.C.]], quando incontrò un satrapo dei [[Parti]] presso [[Melitene]] (futura [[fortezza legionaria]])]]
[[File:Aeclanum (Ruins-03).jpg|thumb|Rovine di [[Aeclanum]], la città del [[Sannio irpino]] conquistata da Silla]]
Questo primo incontro fissò sull'Eufrate il confine tra i due imperi.<ref name="Piganiol298">{{cita|Piganiol 1971|p. 298|Piganiol 1971}}.</ref><ref name="Brizzi319">[[Giovanni Brizzi]], ''Storia di Roma. 1. Dalle origini ad Azio'', Bologna 1997, p. 319.</ref> Una curiosità di quell'incontro fu che Silla cercò, anche in quella circostanza, di affermare la preminenza di [[Repubblica romana|Roma]] sulla [[Impero partico|Partia]], sedendosi fra il rappresentante del Gran Re e il [[re di Cappadocia]], come se desse udienza a dei vassalli. Una volta venuto a conoscenza dell'accaduto, il re dei Parti fece giustiziare colui che lo aveva così maldestramente sostituito all'incontro con il comandante militare romano. Ecco come racconta l'episodio [[Plutarco]]:
{{Citazione|Silla soggiornava lungo l'[[Eufrate]], quando venne a trovarlo un certo [[Orobazo]], un [[parti|parto]], quale ambasciatore del re degli [[Arsacidi di Partia|Arsacidi]]. In passato non c'erano mai stati rapporti di sorta tra i due popoli. Tra le grandi fortune toccate a Silla, va ricordata anche questa. Egli fu infatti il primo romano che i [[Parti]] incontrarono, chiedendo alleanza e amicizia.<ref name="LivioPeriochae70.7">[[Tito Livio|Livio]], ''Periochae [[ab Urbe condita libri]]'', 70.7.</ref> In questa occasione si racconta che Silla fece disporre tre sgabelli, uno per [[Ariobarzane I di Cappadocia|Ariobarzane I]], uno per [[Orobazo]] e uno per sé, e li ricevette mettendosi al centro tra i due. Di questa situazione alcuni lodano Silla, perché ebbe un contegno fiero di fronte a due barbari, altri lo accusano di impudenza e vanità oltre misura. Il [[re dei Parti]], da parte sua, mise poi a morte Orobazo.|[[Plutarco]], ''Vita di Silla'', 5.}}
Al termine del [[96 a.C.]] Silla lasciò il [[Medio Oriente]] e rientrò a Roma, dove si unì al partito degli oppositori di [[Gaio Mario]]. In quegli anni la [[Guerra Sociale]] ([[91 a.C.|91]]-[[88 a.C.]]) era al suo culmine. L'aristocrazia romana si sentiva minacciata dalle ambizioni di Mario che, vicino alle posizioni del partito popolare, aveva già retto il consolato per 5 anni di seguito, dal [[104 a.C.]] al [[100 a.C.]] Nella repressione di quest'ultimo moto di ribellione delle popolazioni italiche alleate di Roma, Silla si mise particolarmente in luce come brillante e geniale stratega, eclissando sia Mario sia l'altro console [[Gneo Pompeo Strabone]] (padre di [[Gneo Pompeo Magno]]). Una delle sue imprese più famose fu la cattura di ''[[Aeclanum]]'', città degli [[Irpini]], ottenuta incendiando il muro di legno che difendeva la città assediata. Come conseguenza, nell'[[88 a.C.]], ottenne per la prima volta il consolato, insieme a [[Quinto Pompeo Rufo]].
=== Occupazione militare di Roma ===
{{Vedi anche|Guerra civile romana (83-82 a.C.)}}
Silla, assunta la carica di console, ricevette poco dopo dal Senato l'incarico di governare la [[Asia (provincia romana)|provincia d'Asia]]. Durante il governatorato organizzò una nuova spedizione in Oriente e combatté la [[prima guerra mitridatica]].<ref name="AppianoMitridatiche22">[[Appiano di Alessandria|Appiano]], ''Guerre mitridatiche'', 22.</ref> Si lasciò tuttavia alle spalle, a Roma, una situazione assai turbolenta. Mario era ormai vecchio, ma nonostante ciò aveva ancora l'ambizione di essere lui, e non Silla, a guidare l'esercito romano contro il re del Ponto [[Mitridate VI del Ponto|Mitridate VI]]. Per ottenere l'incarico, Mario convinse il [[tribuno della plebe]] [[Publio Sulpicio Rufo]] a fare approvare una legge che sottraesse a Silla la guida, già legittimamente conferitagli, della guerra contro Mitridate e gliela attribuisse.
Appresa la notizia Silla, accampato in quel momento nell'Italia meridionale in attesa di imbarcarsi per la [[Grecia]], scelse le 6 [[legione romana|legioni]] a lui più fedeli e, alla loro testa, marciò su Roma. Nessun comandante, in precedenza, aveva mai osato violare con l'esercito il perimetro della città (il cosiddetto [[pomerio]]). La cosa era talmente contraria alle tradizioni che Silla esentò gli ufficiali dal parteciparvi. Spaventati da tanta risolutezza, Mario e i suoi seguaci fuggirono dalla città. Dopo avere preso una serie di provvedimenti per ristabilire la centralità del Senato come guida della politica romana, Silla lasciò di nuovo Roma, e riprese la strada della guerra contro Mitridate.
=== Guerra contro Mitridate in Oriente ===
{{Vedi anche|Prima guerra mitridatica}}
[[File:Mithridates VI Louvre white background.jpg|upright|thumb|[[Mitridate VI|Mitridate]] ([[I secolo d.C.]], oggi al [[museo del Louvre]])]]
Approfittando dell'assenza di Silla, sul finire dell'[[87 a.C.]] Mario riuscì a riprendere il controllo della situazione. Con il sostegno del console [[Lucio Cornelio Cinna (console 87 a.C.)|Lucio Cornelio Cinna]] (suocero di [[Gaio Giulio Cesare]]), ottenne che tutte le riforme e le leggi emanate da Silla fossero dichiarate prive di validità e che lo stesso Silla fosse ufficialmente dichiarato «nemico pubblico» e costretto perciò all'esilio. Insieme, Mario e Cinna eliminarono fisicamente un gran numero di sostenitori di Silla, e furono eletti consoli per l'anno [[86 a.C.]] Mario morì pochi giorni dopo l'elezione e [[Lucio Valerio Flacco (console 100 a.C.)|Lucio Valerio Flacco]] fu nominato ''[[Console (storia romana)|consul suffectus]]'' al suo posto, mentre Cinna rimase a dominare incontrastato la politica romana, essendo rieletto console negli anni successivi.
Nel frattempo Silla si era recato in Grecia, dove portò alla [[Assedio di Atene (87 a.C.)|caduta Atene]] nel marzo dell'[[86 a.C.]].<ref name="PlutarcoSilla16">[[Plutarco]], ''Vita di Silla'', 16.</ref><ref name="AppianoMitridatiche38">[[Appiano di Alessandria|Appiano]], ''Guerre mitridatiche'', 38.</ref> Il comandante romano vendicò quindi l'[[vespri asiatici|eccidio asiatico]] di Mitridate, compiuto su [[popoli italici|Italici]] e [[cittadinanza romana|cittadini romani]], compiendo un'autentica strage nella capitale attica. Silla proibì, invece, l'incendio della città, ma permise ai suoi [[legione romana|legionari]] di saccheggiarla. Il giorno seguente il comandante romano vendette il resto della popolazione come schiavi.<ref name="AppianoMitridatiche38"/> Catturato [[Aristione]], chiese alla città come risarcimento del danno di guerra, circa venti chili di oro e 600 libbre d'argento, prelevandole dal tesoro dell'Acropoli.<ref name="AppianoMitridatiche39">[[Appiano di Alessandria|Appiano]], ''Guerre mitridatiche'', 39.</ref>
Poco dopo fu la volta del porto di Atene del [[Pireo]].<ref name="AppianoMitridatiche40-41">[[Appiano di Alessandria|Appiano]], ''Guerre mitridatiche'', 40-41.</ref> Da qui Archelao decise di fuggire in [[Tessaglia]], attraverso la [[Beozia]], dove portò ciò che era rimasto della sua iniziale armata, radunandosi presso le [[Termopili]] con quella del condottiero di origine [[traci]]a, [[Dromichete]] (o [[Tassile (generale)|Tassile]] secondo [[Plutarco]]<ref name="PlutarcoSilla15.1">[[Plutarco]], ''Vita di Silla'', 15.1.</ref>). Con l'arrivo di Silla in [[Grecia]] nell'[[87 a.C.]] le sorti della [[prima guerra mitridatica|guerra contro Mitridate]] erano quindi cambiate a favore dei [[Repubblica romana|Romani]]. Espugnata quindi [[Assedio di Atene (87 a.C.)|Atene]] e il [[Pireo]], il comandante romano ottenne due successi determinanti ai fini della guerra, prima a [[battaglia di Cheronea (86 a.C.)|Cheronea]],<ref name="FloroI,40.11">[[Floro]], ''Compendio di Tito Livio'', I, 40.11.</ref> dove secondo [[Tito Livio]] caddero ben 700.000 armati del [[regno del Ponto]],<ref name="LivioPeriochae82.1">[[Tito Livio|Livio]], ''Periochae [[ab Urbe condita libri]]'', 82.1.</ref><ref name="AppianoMitridatiche42-45">[[Appiano di Alessandria|Appiano]], ''Guerre mitridatiche'', 42-45.</ref><ref name="PlutarcoSilla16-19">[[Plutarco]], ''Vita di Silla'', 16-19.</ref> e infine a [[battaglia di Orcomeno|Orcomeno]].<ref name="FloroI,40.11"/><ref name="LivioPeriochae82.2">[[Tito Livio|Livio]], ''Periochae [[ab Urbe condita libri]]'', 82.2.</ref><ref name="PlutarcoSilla21">[[Plutarco]], ''Vita di Silla'', 21.</ref><ref name="AppianoMitridatiche49">[[Appiano di Alessandria|Appiano]], ''Guerre mitridatiche'', 49.</ref>
{{doppia immagine|right|Cheronea 86aC.png||Orchomenos 86aC png.PNG||Mappa dei movimenti delle armate romane, prima e durante la [[battaglia di Cheronea (86 a.C.)|battaglia combattuta presso ''Cheronea'']]|Mappa dei movimenti delle armate romane, durante la [[battaglia di Orcomeno|battaglia combattuta presso ''Orchomenos'']]|larghezza totale=400}}
Contemporaneamente, agli inizi dell'[[85 a.C.]], il [[prefetto (storia romana)|prefetto]] della [[cavalleria (storia romana)|cavalleria]], [[Flavio Fimbria]], dopo aver ucciso il proprio [[proconsole]], [[Lucio Valerio Flacco (console 100 a.C.)|Lucio Valerio Flacco]], a [[Nicomedia]]<ref name="AppianoMitridatiche52">[[Appiano di Alessandria|Appiano]], ''Guerre mitridatiche'', 52.</ref> prese il comando di un secondo esercito romano.<ref name="LivioPeriochae82.4">[[Tito Livio|Livio]], ''Periochae [[ab Urbe condita libri]]'', 82.4.</ref><ref>[[Cassio Dione Cocceiano]], ''Storia romana'', XXX-XXXV, 104.1-6.</ref> Quest'ultimo si diresse anch'egli contro le armate di Mitridate, in Asia, uscendone più volte vincitore,<ref name="VelleioII,24.1">[[Velleio Patercolo]], ''Historiae Romanae ad M. Vinicium libri duo'', II, 24.1.</ref> riuscendo a conquistare la nuova capitale di Mitridate, [[Pergamo]],<ref name="AppianoMitridatiche52"/> e poco mancò che non riuscisse a far prigioniero lo stesso re.<ref name="LivioPeriochae83.1">[[Tito Livio|Livio]], ''Periochae [[ab Urbe condita libri]]'', 83.1.</ref> Intanto Silla avanzava dalla [[Macedonia (provincia romana)|Macedonia]], massacrando i [[Traci]] che sulla sua strada gli si erano opposti.<ref name="LivioPeriochae83.3">[[Tito Livio|Livio]], ''Periochae [[ab Urbe condita libri]]'', 83.3.</ref>
{{Citazione|Quando Mitridate seppe della [[battaglia di Orcomeno|sconfitta a Orcomeno]], rifletté sull'immenso numero di armati che aveva mandato in Grecia fin dal principio, e il continuo e rapido disastro che li aveva colpiti. In conseguenza di ciò, decise di mandare a dire ad [[Archelao (generale)|Archelao]] di trattare la pace alle migliori condizioni possibili. Quest'ultimo ebbe allora un colloquio con Silla in cui disse: Tuo padre era amico di re Mitridate, o Silla. Fu coinvolto in questa guerra a causa della rapacità degli altri comandanti romani. Egli chiede di avvalersi del tuo carattere virtuoso per ottenere la pace, se gli accorderai condizioni eque».|[[Appiano di Alessandria|Appiano]], ''Guerre mitridatiche'', 54.}}
Dopo una serie di trattative iniziali, Mitridate e Silla si incontrarono a [[Trattato di Dardano|Dardano]], dove si accordarono per un trattato di pace<ref name="AppianoMitridatiche57-58">[[Appiano di Alessandria|Appiano]], ''Guerre mitridatiche'', 57-58.</ref>, che costringeva Mitridate a ritirarsi nei confini antecedenti la guerra,<ref name="AppianoMitridatiche57-58"/> ma ottenendo in cambio di essere ancora una volta considerato «[[regno cliente (storia romana)|amico del popolo romano]]». Un espediente per Silla, per poter tornare nella [[Roma antica|capitale]] a risolvere i suoi problemi personali, interni alla [[Repubblica romana]]. Si racconta che Silla, prima di tornare in Italia, ebbe un secondo incontro con ambasciatori del re dei [[Parti]], i quali gli predissero che «divina sarebbe stata la sua vita e la sua fama». Allora Silla decise di tornare in [[Italia romana|Italia]] (primavera dell'[[83 a.C.]]), sbarcando a [[Brindisi]] con trecentomila armati.<ref name="VelleioII,24.3">[[Velleio Patercolo]], ''Historiae Romanae ad M. Vinicium libri duo'', II, 24.3.</ref>
=== Il ritorno a Roma, la dittatura e le liste di proscrizione ===
{{Vedi anche|Proscrizione sillana}}
[[File:Sulla_Ny_Carlsberg_Glyptotek_inv._1811,_cat._nr._598.jpg|right|thumb|Possibile ritratto di Silla (copia del I secolo d.C. (?) di un originale risalente al I secolo a.C., oggi conservata presso la Ny Carlsberg Glyptotek di Copenaghen). L'identificazione è stata avanzata dall'archeologo tedesco Klaus Fittschen.<ref>Per ulteriori informazioni: http://ancientrome.ru/art/artworken/img.htm?id=3326#sel=</ref>]]
Quando fu raggiunto dalla notizia della morte di Cinna, nell'[[84 a.C.]], lasciò l'Oriente e si mise in marcia verso Roma, ottenendo l'appoggio, tra gli altri, del giovane [[Gneo Pompeo Magno]]. Dopo un periodo iniziale di stasi delle operazioni militari, nel novembre dell'[[82 a.C.]]
Subito dopo la battaglia, nel dicembre dell'[[82 a.C.]], essendo morti entrambi i consoli, Silla fu eletto [[dittatore romano|dittatore]]<ref>La carica di [[Dittatore (storia romana)|dittatore]] non era stata ricoperta da alcun [[politico]] [[Roma (città antica)|romano]]<nowiki/>dal [[202 a.C.]]; l'ultimo dittatore era stato [[Gaio Servilio Gemino]].</ref> a tempo indeterminato dai [[comizi centuriati]] con la ''[[Lex Valeria de Sulla Dictatore|Lex Valeria de Sulla dictatore]]'':<ref>Appiano, ''Guerre civili'', I, 98-99.</ref> i suoi poteri comprendevano il diritto di vita e di morte, la possibilità di presentare leggi, di effettuare confische, di fondare città e colonie, di scegliere i magistrati.
Fu sulla base di questi poteri che Silla realizzò un'articolata serie di riforme, che, nelle sue intenzioni, dovevano risolvere la crisi in cui si dibatteva da decenni lo Stato romano. Divenuto padrone assoluto della città, Silla instaurò un vero e proprio regno del terrore, mettendo al bando e dichiarando fuori legge ([[prima proscrizione]]) tutti gli oppositori politici, offrendo ricompense a chi li avesse uccisi.
I più colpiti furono i cavalieri, che erano sempre stati ostili a Silla e che presero potere grazie alla riforma del proletariato: ne furono uccisi 2.600 e i loro beni, messi all'asta a prezzi irrisori, finirono nelle tasche dei Sillani.
Il giovane [[Gaio Giulio Cesare]], come genero di Cinna, fu costretto ad abbandonare precipitosamente la città, ma ebbe salva la vita grazie all'intercessione di alcuni amici influenti, soprattutto della cugina Cornelia, figlia di Silla, e del marito di lei Mamerco Emilio Lepido, ''princeps senatus''. Silla annotò poi nelle proprie memorie di essersi pentito di averlo risparmiato (''"e sia, lo risparmierò, ma vi avverto, in lui vedo mille volte Mario"'', frase citata in [[Svetonio]], ''Vita di Cesare'', edizioni [[Casa editrice Giuseppe Laterza & figli|Laterza]]), viste le ben note ambizioni politiche del giovane. Una vittima delle sue proscrizioni, con una morte particolarmente violenta e crudele fu [[Marco Mario Gratidiano]], del quale si racconta che fosse decapitato da suo cognato Catilina anche se, in un frammento delle Storie, [[Gaio Sallustio Crispo|Sallustio]] non menziona Catilina nel descrivere la morte: a Gratidiano, dice, «la vita era sfuggita da lui pezzo per pezzo: le gambe e le braccia gli sono state spezzate e gli occhi cavati».
La circostanza che l'uccisione avvenisse presso la tomba di [[Quinto Lutazio Catulo (console 102 a.C.)|Catulo]] ha fatto pensare gli storici che si trattasse non di una semplice crudele vendetta ma di un vero e proprio sacrificio umano rituale per pacificare un antenato morto, riprendendo l'uso di sacrifici umani a Roma, documentati in tempi storici da Andrew Lintott, seppure da quindici anni fossero stati vietati.
=== Il nuovo ordine ===
[[File:Q. Pompeius Rufus, denarius, 54 BC, RRC 434-1 (Sulla only).jpg|thumb|Ritratto di Silla su un denario battuto da suo nipote [[Quinto Pompeo Rufo (tribuno della plebe)|Quinto Pompeo Rufo]]]]
Ormai rimasto senza vere opposizioni, Silla attuò una serie di riforme tese a mettere il controllo dello Stato saldamente nelle mani del Senato, allargato per l'occasione da 300 a 600 senatori. La nomina a senatore fu resa, inoltre, automatica al raggiungimento della carica di [[Questore (storia romana)|questore]], mentre prima era demandata alla scelta dei [[Censore (storia romana)|censori]]. Per evitare l'accumulo di poteri si stabilì un limite minimo di età per le varie magistrature: trent'anni per i questori, quaranta per i pretori, ecc.
Il potere dei [[tribuno della plebe|tribuni della plebe]] fu inoltre fortemente ridimensionato: le loro proposte dovevano essere approvate preventivamente dal Senato e il loro diritto di veto limitato.
Il potere giudiziario fu restituito al Senato, sia per i reati più gravi sia per le cause di corruzione che la [[Gaio Sempronio Gracco|riforma graccana]] aveva demandato ai cavalieri.
In definitiva tutte le sue azioni erano animate dall'intento di restituire al partito aristocratico il controllo della città.
Introdusse inoltre la legge per cui i vincitori di corone militari di grado pari o superiore alla civica sarebbero stati ammessi di diritto in senato indipendentemente dall'età, questo fu il motivo per cui Gaio Giulio Cesare all'età di vent'anni ebbe accesso al Senato.
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|style="font-size: 90%;"| '''Vita di Lucio Cornelio Silla'''
|-
|style="font-size: 90%;" align=center width="25%"| Circa [[138 a.C.]]
|style="font-size: 90%;"| nasce a [[Roma]]
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|style="font-size: 90%;"| nominato [[Questore (storia romana)|questore]] di [[Gaio Mario]]
|-
|style="font-size: 90%;" align=center width="25%"| [[106 a.C.]]
|style="font-size: 90%;"| fine della [[Guerra Giugurtina]]
|-
|style="font-size: 90%;" align=center width="25%"| [[104 a.C.|104]] - [[103 a.C.]]
|style="font-size: 90%;"| ''[[legatus]]'' di Mario nella [[Gallia]] Ulteriore
|-
|style="font-size: 90%;" align=center width="25%"| [[103 a.C.]]
|style="font-size: 90%;"| ''legatus'' di [[Quinto Lutazio Catulo (console 102 a.C.)|Quinto Lutazio Catulo]] nella Gallia Ulteriore
|-
|style="font-size: 90%;" align=center width="25%"| [[101 a.C.]]
|style="font-size: 90%;"| sconfigge i [[Cimbri]] nella [[Battaglia dei Campi Raudii]] (Vercelli)
|-
|style="font-size: 90%;" align=center width="25%"| [[
|style="font-size: 90%;"| eletto [[Pretore (storia romana)|pretore]] urbano
|-
|style="font-size: 90%;" align=center width="25%"| [[
|style="font-size: 90%;"| governatore della [[Cilicia]]<ref name="Piganiol298"/><ref name="Brizzi319"/>
|-
|style="font-size: 90%;" align=center width="25%"| [[91 a.C.|91]] - [[88 a.C.]]
|style="font-size: 90%;"|
|-
|style="font-size: 90%;" align=center width="25%"| [[88 a.C.]]
|style="font-size: 90%;"| consolato insieme a [[Quinto Pompeo Rufo]] e successiva occupazione di [[Roma]] e messa fuori legge di Mario
|-
|style="font-size: 90%;" align=center width="25%"| [[87 a.C.]]
|style="font-size: 90%;"| spedizione in [[Medio Oriente]] contro [[Mitridate VI del Ponto]]
|-
|style="font-size: 90%;" align=center width="25%"| [[86 a.C.]]
|style="font-size: 90%;"| messo fuori legge da Mario
|-
|style="font-size: 90%;" align=center width="25%"| [[82 a.C.]]
|style="font-size: 90%;"| ritorna a [[Roma]] e la occupa con la forza per la seconda volta
|-
|style="font-size: 90%;" align=center width="25%"| [[82 a.C.]]
|style="font-size: 90%;"|
|-
|style="font-size: 90%;" align=center width="25%"| [[80 a.C.]]
|style="font-size: 90%;"| consolato insieme a [[Quinto Cecilio Metello Pio]]
|-
|style="font-size: 90%;" align=center width="25%"| [[79 a.C.]]
|style="font-size: 90%;"| si dimette dal consolato e si ritira a vita privata
|-
|style="font-size: 90%;" align=center width="25%"| [[78 a.C.]]
|style="font-size: 90%;"| muore per cause naturali in [[Campania]] nella sua villa di [[Cuma]]
|}
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Nella sua veste di dittatore a vita Silla venne eletto console per la seconda volta nell'[[80 a.C.]] Cresceva intanto l'insofferenza verso gli eccessi compiuti dai suoi uomini. Un suo liberto fu denunciato in un processo, e sconfitto grazie alle arringhe del giovane [[Cicerone]]. Silla, sorprendendo tutti, l'anno successivo decise di abbandonare la politica per rifugiarsi nella propria villa di campagna, con l'intento di accingersi a scrivere le proprie memorie e riflessioni.
Quando si ritirò a vita privata, pare che attraversando la folla sbigottita uno dei passanti si mise a ingiuriarlo. Silla si limitò a rispondergli,
{{citazione
Com'era allora d'uso presso i potenti di Roma, lui stesso dettò l'epitaffio che aveva voluto s'incidesse sul suo monumento funebre:
{{citazione|Nessun amico mi ha reso servigio, nessun nemico mi ha recato offesa, che io non abbia ripagati in pieno.}}
=== Conseguenze dell'operato politico di Silla ===
I problemi politici e sociali che avevano portato alla guerra civile non erano però affatto risolti. Silla aveva ristabilito l'ordine oligarchico in virtù della forza derivatagli dagli eserciti, al cui appoggio
Il sistema costituzionale romano uscì distrutto dalla guerra civile. E l'esempio di Silla trovò presto un imitatore d'eccezione proprio in un uomo che aveva idee opposte alle sue: [[Gaio Giulio Cesare|Giulio Cesare]]<ref>"In principio ci fu Silla. È noto che egli fu modello a Cesare per tanti aspetti del suo agire, dall’uso spregiudicato di un esercito ormai politicizzato alla marcia su Roma, dalla dittatura (sia pure a tempo indeterminato, e non perpetua) al mantenimento dell’immissione dei neocittadini italici in tutte le tribù; così, anche in campo storiografico è difficile concepire la genesi dei ''[[Commentario#I Commentarii di Giulio Cesare|commentarii]]'' di Cesare senza il precedente sillano": Zecchini Giuseppe, ''Cesare: commentarii, historiae, vitae'', Aevum: rassegna di scienze storiche, linguistiche e filologiche: LXXXV, 1, 2011, p. 25 (Milano: Vita e Pensiero, 2011).</ref>.
== Matrimoni e discendenza ==
Silla si sposò cinque volte:<ref>[[Plutarco]], ''Vita di Silla''</ref>
* [[Giulia (moglie di Silla)|Giulia]], chiamata anche Ilia{{efn|name=Ilia}}. Parente di [[Gaio Giulio Cesare|Giulio Cesare]], si sposarono nel 110 a.C. e lei morì nel 104 a.C., di parto. Ebbero una figlia e un figlio:
** [[Cornelia Silla|Cornelia]], che fu madre di [[Pompea Silla]], terza moglie di Giulio Cesare.
**Lucio Cornelio Silla, che morì giovane.
* [[Giulia (moglie di Silla)#Identificazioni alternative|Elia]]{{efn|name=Ilia}}, da cui non ebbe figli.
* Clelia, da cui divorziò con l'accusa di sterilità.
* [[Cecilia Metella Dalmatica]]. Si sposarono nell'87 a.C. e lei morì nell'80 a.C. Ebbero due figli e una figlia:
**[[Fausto Cornelio Silla]]. Gemello di Fausta, questore nel 54 a.C.
**[[Fausta Cornelia Silla|Fausta Cornelia]]. Gemella di Fausto, madre di [[Gaio Memmio (console 34 a.C.)|Gaio Memmio]], [[console suffetto]] nel 34 a.C.
**Lucio Cornelio Silla. Morì giovane poco prima della madre.<ref>Dufallo, Basil John (1999). ''Ciceronian oratory and the ghosts of the past.'' University of Michigan: UCLA. p. 263</ref>
* [[Valeria Messalla]]. Si sposarono nel 78 a.C. e fu l'ultima moglie di Silla, che morì nello stesso anno. Ebbero una figlia:
**[[Cornelia Postuma]]. Nata alcuni mesi dopo la morte del padre, da cui il nome, morì prima di raggiungere l'età da matrimonio.
== Note ==
;Esplicative:
{{Gruppo di note}}
;Bibliografiche:
<references/>
== Bibliografia ==
;Fonti
*{{cita libro|titolo=Guerre civili|autore=[[Appiano di Alessandria|Appiano]]
*{{cita libro|titolo=Guerre mitridatiche|autore=[[Appiano di Alessandria|Appiano]]|lingua=grc|opera=[[Storia romana (Appiano)|Storia romana]]|cid=Appiano, ''Mith.''}}([http://www.livius.org/ap-ark/appian/appian_mithridatic_00.html QUI la versione inglese] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20151116165846/http://www.livius.org/ap-ark/appian/appian_mithridatic_00.html |date=16 novembre 2015 }}
*{{cita libro|titolo=[[Storia romana (Cassio Dione)|Storia romana]]|autore=[[Dione Cassio]]|lingua=grc|volume=XXX-XXXV}}[http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Cassius_Dio/30-35*.html QUI la versione inglese].
*
*{{cita libro|titolo=[[Ab Urbe condita libri CXLII]]|volume=[[Wikisource:la:Ab Urbe Condita - Periochae|Periochae (testo latino)]] {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}}|autore=[[Tito Livio]]|lingua=la|cid=Livio}}
*{{cita libro|titolo=[[Wikisource:la:Ab Urbe Condita - Periochae|Periochae (testo latino)]] {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}}|opera=[[Ab Urbe condita libri CXLII]]|autore=[[Tito Livio]]|lingua=la|cid=Livio, ''Per.''}}
*{{cita libro|titolo=Vita di Silla|autore=[[Plutarco]]|opera=[[Vite parallele]]|lingua=grc|cid=Plutarco, ''Sull.''}} [http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Plutarch/Lives/Sulla*.html QUI la versione inglese]
**{{cita libro|titolo=Le Vite parallele di Plutarco, volgarizzate da Marcello Adriani il Giovane|autore=[[Plutarco]]|url=https://books.google.it/books?id=nXs-AQAAMAAJ&pg=PP7&hl=it&source=gbs_selected_pages&cad=3#v=onepage&q&f=false|curatore1=Francesco Cerroti|curatore2=[[Giuseppe Cugnoni]]|traduttore=[[Marcello Adriani il Giovane]]|editore=Le Monnier|città=Firenze|anno=1889|volume=III|isbn=no|cid=Plutarco, ''Le Vite Parallele di Plutarco''}}
**{{cita libro|titolo=Lisandro; Silla|autore=[[Plutarco]]|altri=introduzione di [[Luciano Canfora]], traduzione e note di Federicomaria Muccioli (per Lisandro), introduzione di [[Arthur Keaveney]], traduzione e note di Lucia Ghilli (per Silla), con contributi di Barbara Scardigli e Mario Manfredini|editore=BUR|città=Milano|anno=2001||isbn=88-17-12731-0|cid=Plutarco, ''Lisandro; Silla''}}
*{{cita libro|titolo=[[Institutio oratoria]]|autore=[[Marco Fabio Quintiliano|Quintiliano]]|lingua=la|cid=Quintiliano, ''Inst.''}}
*{{cita libro|titolo=[[Bellum Iugurthinum]]|autore=[[Sallustio]]|lingua=la|cid=Sallustio, ''Iug.''}}
*{{cita libro|titolo=[[Geografia (Strabone)|Geografia]]|autore=[[Strabone]]|lingua=grc|volume=XII}} [http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Strabo/home.html QUI la versione inglese]
*{{cita libro|titolo=[[Factorum et dictorum memorabilium libri IX]]|autore=[[Valerio Massimo]]|lingua=la}} [http://www.thelatinlibrary.com/valmax.html QUI la versione latina].
*{{cita libro|titolo=[[Wikisource:la:Historiae Romanae Ad M. Vinicium Libri Duo|Historiae Romanae Ad M. Vinicium Libri Duo (testo latino)]] {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}}|autore=[[Velleio Patercolo]]|lingua=la}}[http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Velleius_Paterculus/2A*.html QUI la versione inglese].
;Fonti storiografiche moderne:
*{{cita libro
*{{cita libro
*{{cita libro|autore=[[Giovanni Brizzi]]|titolo=Storia di Roma|editore=Patron|città=Bologna|volume=I: ''Dalle origini ad Azio''|anno=1997|cid=Brizzi 1997}}
*{{cita libro|autore=[[Giovanni Brizzi]]|titolo=Silla|altri=prefazione di François Hinard|editore=Rai-ERI|città=Roma|anno=2004|cid=Brizzi 2004}}
*{{cita libro|autore=[[Jérôme Carcopino]]|titolo=Silla o la monarchia mancata|traduttore=Anna Rossi Cattabiani|altri=introduzione di [[Mario Attilio Levi]], consulenza storica di Federico Ceruti|editore=Rusconi|edizione=2|città=Milano|anno=1981|annooriginale=1931|isbn=88-18-18020-7|cid=Carcopino}}
*{{cita libro|autore=François Hinard|titolo=Silla|traduttore=Anna Rosa Gumina|editore=Salerno|città=Roma|anno=2003|annooriginale=1990|edizione=Il Giornale|isbn=9771124883008|cid=Hinard 2003}}
*{{cita libro|autore=[[Arthur Keaveney]]|titolo=Silla|traduttore=Katia Gordini|editore=Bompiani|città=Milano|anno=1985|annooriginale=1982|cid=Keaveney 1985}}
*{{cita libro|autore=[[André Piganiol]]|titolo=Le conquiste dei Romani|traduttore=Filippo Coarelli|città=Milano|editore=Il Saggiatore|anno=1971|cid=Piganiol 1971}}
*{{cita libro|autore=Rose Mary Sheldon|titolo=Le guerre di Roma contro i Parti|altri=Traduzione dall'inglese di Pasquale Faccia|anno=2018|editore=LEG|città=Gorizia|cid=Sheldon 2018|isbn=978-88-6102-465-6}}
*{{cita libro|autore=Lynda Telford|titolo=Sulla: A Dictator Reconsidered|editore=Pen & Sword|url=https://books.google.it/books?id=i2ptBQAAQBAJ&pg=PT1&hl=it&source=gbs_selected_pages&cad=3#v=onepage&q&f=false|anno=2014|isbn=9781783030484|cid=Telford}}
== Voci correlate ==
* [[Catilina]]
* [[Gens Cornelia]]
* [[
* [[Dittatore romano]]
* [[Pretore (storia romana)
== Altri progetti ==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.luciuscorneliussylla.fr|www.luciuscorneliussylla.fr|lingua=fr}}
* {{cita web | 1 = http://www.ilpalo.com/libri-scientifici-interessanti/libri/Cacopino-J-Silla.htm | 2 = Estratti dal libro di Carcopino su Silla" | accesso = 2 maggio 2007 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20130616121510/http://www.ilpalo.com/libri-scientifici-interessanti/libri/Cacopino-J-Silla.htm | dataarchivio = 16 giugno 2013 | urlmorto = sì }}
* {{cita web|1=http://www.noctes-gallicanae.org/Rome/Grands%20noms/Sylla.htm|2=L. Cornelius Sulla, " Sylla "|lingua=fr|accesso=4 giugno 2006|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160306034315/http://www.noctes-gallicanae.org/Rome/Grands%20noms/Sylla.htm|dataarchivio=6 marzo 2016|urlmorto=sì}}
* {{cita web|1=http://janusquirinus.org/essays/Apollo/Background/MS1.html|2=Mario e Silla|lingua=en|accesso=12 gennaio 2005|dataarchivio=21 febbraio 2004|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20040221235526/http://janusquirinus.org/essays/Apollo/Background/MS1.html|urlmorto=sì}}
{{Box successione
Riga 224 ⟶ 321:
|precedente=[[Gneo Pompeo Strabone]],<br />[[Lucio Porcio Catone]]
|periodo=[[88 a.C.]]<br />con [[Quinto Pompeo Rufo]]
|successivo=[[Lucio Cornelio Cinna (console 87 a.C.)|Lucio Cornelio Cinna]] I,<br />
|precedente2=[[Gneo Cornelio Dolabella (console 81 a.C.)|Gneo Cornelio Dolabella]],<br />[[Marco Tullio Decula]]
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}}
{{Plutarco}}
{{Controllo di autorità}}
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[[Categoria:Governatori romani dell'Asia|Silla, Cornelio, Lucio]]
[[Categoria:Persone delle guerre mitridatiche]]
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