Numismatica etrusca: differenze tra le versioni
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La '''numismatica etrusca''' è quella branca della [[numismatica]] che si occupa dello studio delle monete coniate dagli [[Etruschi]].
== Storia ==
Dall'inizio della riscoperta dell'antica civiltà degli [[Etruschi]], avvenuta durante il [[Rinascimento]], le monete etrusche sono state spesso non esattamente comprese, descritte o attribuite. Il fondatore della moderna numismatica del mondo classico, il gesuita [[Joseph Hilarius Eckhel]]<ref>Eckhel: ''Doctrina''...</ref>, identificò la [[monetazione di Populonia]], quella di [[Monetazione di Volaterrae|Volaterrae]], ma aggiunse dubbi alla confusione generale attribuendo lo [[statere]] d'oro di [[
[[James Millingen]]<ref>Millingen: ''Considérations...'', pp. 162-166</ref> identificò le emissioni etrusche di [[aes grave]] come parallele a quelle della [[monetazione umbra]] e [[monetazione romana|di Roma]], ma considerò come arcaiche le prime emissioni della [[coniazione al martello]] di [[Populonia]] sulla base di considerazioni stilistiche e sui tipi usati; riteneva anche che la città fosse stata fondata dai coloni provenienti da [[Phocaea]], nella [[Ionia]], e che le monete d'oro con la [[protome]] leonina fossero di derivazione focea.<ref>''ibidem'' pag. 164</ref>
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[[Harold Mattingly|Mattingly]]<ref>[[Harold Mattingly|Mattingly]]: ''Roman''..., pag. 12 nota 1)</ref> sostenne che lo statere di Populonia da 20 unità era stato coniato secondo il piede del [[denario]]. Nella seconda edizione<ref>Mattingly 1937, p. 5 e seg.</ref>, dopo la "rivoluzione", quando la data della prima coniazione del denario fu abbassata, omise i riferimenti alle monete di Populonia. Più tardi<ref>''The first age of Roman coinage'' in "Journal of Roman Studies" Vol. 35 (1945), p. 65-77</ref> assegnò le serie etrusche dell'argento "leggere" alla [[seconda guerra punica]] (218-201), nettamente prima della data che attribuiva all'introduzione del [[denario]], che lui aveva calcolato essere il [[187 a.C.]]
[[Massimo Pallottino]]<ref>"TLE : ''[[Testimonia Linguae Etruscae]]''", 1968</ref> pubblicò la raccolta di tutte le iscrizioni etrusche note, comprese quelle presenti sulle monete, e le datò tra il [[V secolo a.C.|V]] e gli inizi del [[III secolo a.C.]] in base a considerazioni di tipo stilistico.<ref>TLE # 357, 378, 409, 459 e 789</ref>
[[Rudi Thomsen]]<ref>Thomsen: ''Early...'' (1957-1961)</ref> nel suo studio fondamentale sugli inizi della monetazione romana, situò le monete etrusche in un contesto cronologico logico, parallelo alla [[monetazione romana]] e datò l'[[introduzione del denario]] al 211 a.C. in base all'evidenza dimostrata dai ritrovamenti degli scavi di [[Morgantina]].
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In seguito Jenkins<ref>Jenkins: "Recent acquisitions of Greek coins by the British Museum", in: ''Numismatic Chronicle'', vol. 19 (1959), pp. 23-45</ref> confermò la datazione precedente delle monete da X unità, ma rifiutò l'ipotesi di [[Laura Breglia]] dell'uso di uno standard ponderale asiatico e quelle di [[Walther Giesecke]] di un piede basato sulla litra di origine della [[Calcidica]], optando per uno standard basato sullo [[scrupolo]] ed il doppio - scrupolo per l'Etruria interna.
Durante gli [[anni 1960|anni sessanta]] e [[anni 1970|settanta]] fu attiva la cosiddetta scuola ‘Pliniana’ guidata da [[Francesco Panvini Rosati]], che pose in discussione la datazione e le attribuzioni tradizionali con diversi lavori. Nel 1969 apparve il primo volume delle [[Sylloge Nummorum Graecorum]] pubblicato dall'[[American Numismatic Society]], che comprendeva le
Il 1976 vide la pubblicazione dei "Contributi Introduttivi allo Studio della Monetazione Etrusca" (noti come CISME), con numerosi articoli di eminenti studiosi e numismatici tra cui: [[Colin Kraay]], [[Massimo Pallottino]], [[Giovanni Colonna (etruscologo)|Giovanni Colonna]], [[Francesco Panvini Rosati]], [[Sara Sorda]], [[Laura Breglia]], [[Mauro Cristofani]], [[Patrizia Serafin Petrillo]], [[Fiorenzo Catalli]], Maria Paola Baglione, [[Luciano Camilli]], [[Tony Hackens]], Patrick Marchetti, [[Jacques Heurgon]], Ingrid Krauskopf, e [[Robert Sutton]], che forse ha scritto il contributo più interessante. Questo lavoro non fu accolto bene dai traditionalisti in quanto confermava la teoria di Thomsen del parallelo tra l'introduzione del [[denario]] [[roma]]no e l'emissione da 20-[[asse (moneta)|assi]] con
[[Patrick Marchetti]]<ref>P. Marchetti, "La mitologie des monnaies etrusques avec marques de valeur", in: ''Annali dell'Istituto Italiano di Numismatica'', Supplemento al vol. 22 (1976), pp. 273-296</ref> portò la teoria di Thomsen alla sua logica conclusione dimostrando il collegamento metrologico tra le quattro monetazioni etrusche principali con i segni di valore e l'[[aes grave]] di Roma.
Infine, Patrizia Petrillo Serafin<ref>Petrillo Serafin: "Le serie monetarie di Populonia", in: "I. ''Annali dell'Istituto Italiano di Numismatica'', Supplemento al vol. 22 (1976) pp. 105-130, tav. XV-XIX</ref> produsse il primo studio sulle sequenze dei conii nella numismatica etrusca e pubblicò nuovamente i dati del famoso tesoro di Populonia del 1939. Marchetti<ref>Marchetti: "Une mise au point sur la valeur en denier de la drachme polybienne", in ''Revue Belge de Numismatique'', CXXIV (1978), pp. 49-52.</ref> pubblicò uno studio più generale del periodo, in cui riaffermò le teorie già esposte nei lavori del CISME sulla metrologia etrusca. Marchetti fu tuttavia criticato da Thomsen<ref>(1978, pp. 9-30)</ref> per alcune delle sue interpretazioni sugli standard ponderali usati durante la rivalutazione del bronzo romano. Thomsen si mosse nella direzione di perfezionare e confermare la datazione delle varie fasi della rivalutazione del bronzo dall'''[[aes grave]]'' librale al bronzo unciale durante il III secolo a.C.
Nel 1984 Fiorenzo Catalli<ref>Catalli: ''Numismatica etrusca e italica'', Gruppo archeologico romano, Roma, 1984)</ref> usò le incisioni di Garrucci<ref name=Garrucci/> per illustrare un documentato catalogo dei tipi, elencati con un datazione tradizionale. L'anno successivo il [[
Lo stesso anno vide anche la pubblicazione di uno studio di Emilio Peruzzi<ref>Peruzzi: ''Money in early Rome'', Firenze, Leo S. Olschki, 1985.</ref> sull'uso del bronzo nell'economia pre-monetaria dell'Italia centrale che dimostrava chiaramente come l'economia etrusca fosse integrata con quelle di Roma e dell'Italia centrale in periodi veramente precoci ma che non prendeva in considerazione le tendenze anacronistiche degli autori classici.
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Nello stesso anno [[Francesco Panvini Rosati]]<ref>[[Francesco Panvini Rosati|Panvini Rosati]], "Le monete etrusche: alcune note", in: ''Rivista italiana di numismatica'', 90 (1988), pp. 45-49</ref>, ripercorrendo 80 anni di ricerche di numerosi studiosi sulla circolazione delle monete greche in Etruria e mettendo questo materiale in associazione con il ritrovamenti di [[Pristina]]<ref>Giuliano De Marinis, "Agro Feasulanus: Dicomano", in: ''Studi Etruschi'' 54 (1986), pp. 212-3.</ref> arrivò alla conclusione che la monetazione in Etruria iniziò nel corso del V secolo.
Cristofani<ref>Mauro Cristofani, "La monetazione etrusca dieci anni dopo il Convegno di Napoli", in: ''Annali dell'Istituto italiano di numismatica'', 36 (1989), pp. 83-100</ref> sostenne che poche informazioni rilevanti erano state pubblicate in nuovi lavori dopo il congresso "CISME" d Napoli sull'Etruria, una denuncia senza fondamento in un momento di vivace discussione tra i numismatici italiani. Collocò le origini della monetazione etrusca nel V secolo, attribuendo la successiva emissione della figura [[
Il catalogo di [[Fiorenzo Catalli]]<ref>Catalli, ''Monete etrusche'', Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 1990.</ref>, ben illustrato, riassume utilmente le ricerche numismatiche da Petrarca al momento della pubblicazione<ref>Catalli, ''Op. cit.'', pp. 3-19</ref>, informandoci che la prima descrizione delle monete etrusche fu fatta da [[Pier Francesco Giambullari]] ne "''Il Gello''"<ref>Il Gello è un lavoro sulle origini della lingua della Toscana pubblicato nel 1546. Il nome deriva da [[Giambattista Gelli]].</ref>. Catalli elenca 97 tipi di monete etrusche datandole a partire dal V secolo.
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Nel 2001 Sandra Della Giovampaola, Paola Bittarelli e Margherita Bergamini hanno pubblicato la collezione Emilio Bonci Casuccini di Siena<ref>Bergamini, Bittarelli, Della Giovampaola: ''La collezione numismatica di Emilio Bonci Casuccini'', Roma, Giorgio Bretschneider, 2001.</ref>, con l'identificazione dei conii.
Roberto Melillo<ref>Melillo, ''Le monete etrusche d'argento di Populonia'', Formia, 2004".</ref> ha pubblicato nel 2004 un ampio resoconto sul sistema monetario di Populonia. Nel 2003 è stata pubblicata la [[Sylloge Nummorum Graecorum|SNG Paris 6, 1]] a cura di Rita Parente, che è uno dei lavori più importanti lavori per datare le monete etrusche ed è diventata uno dei riferimento standard nella catalogazione delle monete.▼
▲Roberto Melillo<ref>Melillo, ''Le monete etrusche d'argento di Populonia'', Formia, 2004".</ref> ha pubblicato nel 2004 un ampio resoconto sul sistema monetario di Populonia. Nel 2003 è stata pubblicata la [[Sylloge Nummorum Graecorum|SNG Paris 6, 1]] a cura di Rita Parente, che è uno dei lavori più importanti
Nel 1839, Giuseppe Marchi e Pietro Tessieri pubblicarono il catalogo ''L'Aes Grave del Museo Kircheriano - Ovvero Le Monete Primitive De'Popoli Dell'Italia Media Ordinate''. Crispino Puccinelli, Roma. 1839. Il museo fu chiuso nel 1916. Questa pubblicazione è servita da catalogo per la collezione, che oggi è distribuito in altri musei romani.<ref>{{Cita libro|autore=Giuseppe Marchi e Pietro Tessieri|illustratore=P. T. Da Girolamo Apollonii|titolo=L'Aes Grave Del Museo Kircheriano Ovvero Le Monete Primitive De' Popoli Dell'Italia Media Ordinate e Descritte|anno=1839|editore=Crispino Puccinelli|città=Roma}}</ref>
== Note ==▼
Vanno infine citati i lavori di [[Italo Vecchi]]: ''Etruscan Coinage. Parte 1.'' e ''Italian Cast Coinage'', presenti in bibliografia.
{{references|2}}▼
▲== Note ==
== Bibliografia ==
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* [[Secondina Cesano]], ''Tipi monetali etruschi'', Sansiani, Roma, 1926
* [[Harold Mattingly]], ''Roman coins from the earliest times to the fall of the western empire'', Londra, Methuen & Co., 1928.
* [[Rudi Thomsen]], ''Early Roman coinage. A study of the chronology'',
* {{cita libro | cognome= | nome= | titolo=An Inventory of Greek Coin Hoards,
* [[Italo Vecchi]]: ''Etruscan Coinage. Part 1. A corpus of the coinage of the Rasna, together with an historical and economic commentary on the issues (gold, silver and bronze) from the mints of Cosa, Luca (?), Pisae (?), Populonia, Uncertain Central Italy, Vetulonia, Volsinii (?), Vulci (?) and unidentified mints, from 5th to 3rd centuries BC''; Milano 2012, (ISBN 978-88-87235-76-0)
== Collegamenti esterni ==▼
* [http://medagliere-firenze.lamoneta.it/cat/FI-ETR Catalogo fotografico online delle monete Etrusche del Museo archeologico nazionale di Firenze]▼
== Altri progetti ==
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▲== Collegamenti esterni ==
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{{Monetazione greca}}
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[[Categoria:Monetazione greca|Etruschi]]
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